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presentazione RET da intr libro di Ellis
LE BASI DELLA TERAPIA COMPORTAMENTALE RAZIONALE-EMOTIVA Mario Di Pietro Trainer e Supervisor – Albert Ellis Institute, New York L'assunto fondamentale della REBT sostiene che il nostro modo di reagire emotivamente ed il nostro comportamento sono in gran parte influenzati dalla nostra visione della realtà, cioè da come percepiamo, interpretiamo e valutiamo ciò che ci accade. Quest'assunto è stato riscoperto da Ellis, ma trova le sue origini negli insegnamenti di alcuni grandi maestri orientali quali Confucio, Lao Tze e Buddha e dei filosofi stoici quali Epitteto e Marco Aurelio. Ellis pur enfatizzando il ruolo svolto dai processi cognitivi nel determinare le nostre reazioni e i nostri stati d'animo, riconosce che pensiero, emozioni e comportamento sono aspetti dell'esperienza umana strettamente intercorrelati. Per cui anche se alcune emozioni sono state scatenate da eventi esterni o da condizioni fisiche dell'individuo, il loro perdurare o intensificarsi è, nella maggior parte dei casi, influenzato dai pensieri. Così, ad esempio, nel caso di una persona la cui abitazione venga distrutta da un incendio o di un'altra che soffra di scompensi ormonali, l'evento esterno e le condizioni fisiologiche potrebbero influenzare la comparsa di pensieri del tipo "Questa sciagura non doveva assolutamente succedermi, è una cosa insopportabile, la mia vita è distrutta per sempre...", oppure "Non è giusto che il mio ciclo mi renda così nervosa, è orribile, non riesco a sopportarlo...". E saranno proprio questi pensieri ad intensificare ed a prolungare la reazione emotiva spiacevole. La prassi terapeutica della REBT è quindi congruente con un modo di concepire la psicoterapia "un processo di apprendimento attraverso cui una persona acquista l'abilità di parlare a se stessa in modo costruttivo, così da riuscire a controllare la propria condotta". Questo nuovo modo di parlare a se stessi è ciò che viene chiamato ristrutturazione cognitiva. Il modello REBT dei disturbi emotivo-comportamentali L'essenza della REBT è riassunta nel modello A-B-C-D-E, attraverso cui viene descritto sia il processo che porta a reazioni disfunzionali che il modo per porre rimedio a ciò: A - Evento Attivante B - Sistema di convinzioni iB - Convinzioni irrazionali rB - Convinzioni razionali C - Conseguenze emotive e comportamentali D - Messa in discussione di iB E - Effetti della messa in discussione aE - Effetto sulle emozioni bE - Effetto sul comportamento cE - Effetto sulle convinzioni L'evento attivante (A) è la situazione esterna o interna (quindi fanno parte dell'evento attivante anche i ricordi, le fantasticherie) in cui una persona può trovarsi coinvolta. Un esempio potrebbe essere il trovarsi abbandonati dalla persona che si ama. Il termine sistema di convinzioni (o base mentale) si riferisce all'insieme di processi cognitivi che sotto forma di pensieri, considerazioni, commenti interiori compaiono nella mente dell'individuo riguardo all'evento attivante. Queste convinzioni sono irrazionali (iB) quando sono inadeguate, illogiche, irragionevoli e conducono a stati emotivi negativi eccessivamente intensi e prolungati. Nell'esempio sopraccitato potrebbero comparire pensieri del tipo: "Non troverò mai una donna stupenda come lei, non doveva lasciarmi, è insopportabile vivere senza di lei". Le convinzioni razionali (rB) sono invece considerazioni realistiche, logiche che portano ad emozioni e a comportamenti adeguati ad affrontare in modo efficace la realtà. Ad esempio: "E' triste essere lasciati dalla donna che amavo, ma non sta scritto da nessuna parte che lei doveva per forza stare con me; posso vivere lo stesso senza di lei, anche se all'inizio sarà spiacevole". Le conseguenze (C) sono quegli stati emotivi e quelle reazioni comportamentali che comunemente, ma erroneamente, si ritiene siano causate dall'evento attivante. La parte A-B-C di questo paradigma sintetizza il modello dello della reattività emotiva formulato da Ellis. La messa in discussione, o disputa, (D) è il processo attraverso cui si cerca di mettere alla prova la veridicità e la consistenza logica delle convinzioni irrazionali al fine di trasformare quei modi di pensare che risultano nocivi. Tutto questo potrebbe apparire a prima vista molto "intellettuale" e complesso, in realtà frequentemente accade che, anche senza rendercene pienamente conto, ci 1 impegniamo in un processo di disputa con noi stessi o con gli altri ogniqualvolta cerchiamo di esaminare le cose sotto un altro punto di vista. Gli effetti (E) di questo processo di disputa sono dei cambiamenti a livello cognitivo, emotivo e comportamentale. I cambiamenti a livello cognitivo si concretizzeranno in nuove convinzioni, nuovi modi di pensare, che tenderanno a generalizzarsi ad altre situazioni. I cambiamenti emotivi potrebbero includere un miglioramento dell'umore, una diminuzione dell'ansia, una riduzione della collera. I cambiamenti comportamentali porteranno probabilmente ad una mobilitazione della propria energia e delle proprie risorse verso il raggiungimento di quegli scopi il cui conseguimento prima era ostacolato dall'eccessiva reattività emotiva. Principi teorici fondamentali La REBT si basa su una serie di principi che assegnano ai processi di pensiero un ruolo fondamentale nella genesi e nel mantenimento dei disturbi psicologici. Tali principi possono essere così sintetizzati: • Una delle principali determinanti del modo in cui ci sentiamo emotivamente è il modo in cui pensiamo. • Quando proviamo eccessiva sofferenza emotiva e ci comportiamo negativamente, cioè in modo da boicottare i nostri stessi interessi, è perché prevalgono in noi pensieri disfunzionali. • I pensieri disfunzionali che conducono alla sofferenza emotiva possono essere identificati e codificati. • Sebbene il disagio degli esseri umani abbia numerose determinanti (genetiche e ambienti), il mantenimento di tale disagio dipende in gran parte da ciò che l'individuo continua a pensare. • Il modo più efficace per ridurre la sofferenza emotiva consiste nel cambiare il proprio modo di pensare. Tale obiettivo viene raggiunto attraverso una pratica costante. • Cominciare a pensare in modo diverso può non essere sufficiente per risolvere i propri problemi emotivi. La REBT non è razionalista: la ragione da sola non produce il cambiamento se non si consolidano nuove abitudini nel modo di pensare e di comportarsi attraverso l'esercizio e la ripetizione. • Il pensiero razionale conduce ad una riduzione nella frequenza, nell'intensità e nella durata delle emozioni negative e non ad una mancanza di emotività. • Possono essere individuati alcuni criteri in base ai quali definire il benessere psichico di un individuo adulto. La REBT considera i seguenti criteri: attenzione per la propria salvaguardia; presenza di interessi e di attività sociali; indipendenza psicologica; elevata tolleranza alla frustrazione; flessibilità mentale; accettazione dell'incertezza; coinvolgimento in interessi creativi; modo di pensare obiettivo e logico; autoaccettazione; edonismo a lungo termine; realismo contrapposto a eccesso di utopismo; accettazione del rischio; accettazione della propria responsabilità personale per le proprie reazioni emotive (Ellis e Dryden, 1987) Razionalità Molte persone quando per la prima volta si accostano alla terapia razionale-emotiva rimangono spesso confuse dal termine "razionale". A volte può accadere che la prima impressione suscitata da tale termine sia negativa, in quanto esso viene erroneamente interpretato come sinonimo di "mancanza di emotività". Per questo alcuni arrivano affrettatamente a concludere che la REBT si propone di trasformare gli esseri umani in individui asettici, privi di emotività. Niente di più errato! Lo scopo principale della REBT è quello di aiutare gli individui a ridurre le emozioni negative e massimizzare le emozioni positive. I terapeuti REBT sono ben consapevoli del fatto che non è possibile né auspicabile eliminare completamente le emozioni negative. Esse infatti possono essere considerate come una sorta di segnale attraverso cui l'individuo si rende conto della necessità di operare qualche cambiamento per 2 rimuovere alcuni ostacoli dalla propria vita. Se però la reazione emotiva è troppo intensa e inadeguata, l'individuo difficilmente sarà in grado di mobilitare le risorse necessarie per superare tali ostacoli. Per comprendere il significato specifico attribuito all'interno della REBT al termine "razionale" è bene specificare che secondo la teoria razionale-emotiva gli individui tendono a perseguire i seguenti scopi fondamentali: sopravvivere, provare soddisfazione nel vivere, costruire rapporti positivi con altre persone, avere un rapporto più intimo con alcune persone, essere assorbiti in qualche attività costruttiva. La razionalità viene quindi definita in base a tre criteri: pragmatico, logico ed empirico. Secondo il criterio pragmatico viene considerato "razionale" un modo di pensare che favorisce il conseguimento degli scopi fondamentali. Tale criterio di razionalità va comunque inteso in senso relativo e non assoluto, in quanto esistono svariate modalità con cui gli individui possono arrivare a raggiungere i loro scopi personali. Secondo il criterio logico è razionale un modo di pensare che parte da premesse valide e contiene deduzioni esatte. Il criterio empirico considera invece razionale un modo di pensare che sia basato su fatti reali e che sia congruente con la realtà oggettiva. Per quanto riguarda invece il pensiero irrazionale, esso non solo ostacola il conseguimento degli scopi fondamentali dell'individuo, ma è anche caratterizzato da illogicità, assunti non convalidati, deduzioni erronee, nozioni assolutistiche. Contiene inoltre esagerazioni e generalizzazioni eccessive. Codificazione delle convinzioni disfunzionali. Fin dai suoi primi scritti sulla REBT Ellis formulò un elenco di quelle che sono le più frequenti idee irrazionali riscontrabili all'origine della maggior parte dei problemi emotivi (Ellis, 1962). Successivamente Ellis e i suoi collaboratori misero in evidenza il fatto che le convinzioni irrazionali contengono tutte uno o più elementi comuni che danno la connotazione di irrazionalità a un dato modo di pensare. Tali elementi sono considerate le categorie fondamentali di pensiero irrazionale e sono: - Pretese assolute (in inglese demandiness). Prendono la forma di “doverizzazioni” ("Io devo assolutamente", "Tu devi assolutamente", "Gli altri, o le cose, devono assolutamente") oppure di “bisogni assoluti” ("Bisogna assolutamente", "Non si può vivere senza"). - Insopportabilità, intolleranza ("Io non tollero, non sopporto"); - Giudizi totali su di sé o sugli altri ("Non valgo niente”, “Sei uno stupido", "Sei una carogna"); - Catastrofizzazione ("E' tremendo", "Sarebbe terribile"); Ellis si rese inoltre conto che era possibile considerare tutte le convinzioni irrazionali come derivate da, o subordinate a, tre doverizzazioni di base: 1) Doverizzazioni su se stessi ("Io devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente un incapace ed è terribile"); 2) Doverizzazioni sugli altri (Gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti sono delle carogne, dei mascalzoni e meritano di pagarla); 3) Doverizzazioni sulle condizioni di vita (Le cose che mi succedono devono essere proprio come io pretendo che siano e tutto deve essere facile e gradevole, altrimenti la vita è insopportabile). Le tecniche d'intervento. Ellis sostiene che gli esseri umani hanno la peculiarità di crearsi i propri problemi per mezzo del pensiero, attraverso l'immaginazione e tramite il proprio modo di comportarsi. Con le tecniche d'intervento della REBT si cercherà quindi di agire su tutti e tre questi aspetti del funzionamento umano: pensiero, immaginazione, comportamento. A seconda di quale sia la modalità di funzionamento dell'individuo maggiormente coinvolta, le tecniche REBT vengono quindi distinte in tecniche cognitive, tecniche emotive e tecniche comportamentali. Di seguito vengono elencate le principali di queste tecniche. Tecniche cognitive. La più nota ed elegante tra le tecniche cognitive della REBT è la messa in discussione delle convinzioni irrazionali. Questa procedura può essere suddivisa in tra parti: a) individuazione (detecting) delle convinzioni irrazionali che vengono attivate in una data situazione; b) loro contestazione (debating) attraverso una serie di domande miranti a far constatare l'illogicità e l'inconsistenza di tali convinzioni; c) discriminazione (discriminating) delle convinzioni razionali, espresse in termini relativi e di preferenza, dalle convinzioni irrazionali, espresse in termini assolutistici e di doverizzazioni. Solitamente i terapeuti REBT fanno ricorso a una vasta gamma di espedienti di dissuasione attuando con molta creatività la procedura della messa in discussione. Altre tecniche cognitive tra le più usate sono: le affermazioni razionali di adeguatezza, l'inversione razionale dei ruoli, la dissertazione razionale, il proselitismo razionale, la biblioterapia. 3 Tecniche immaginative. La più note tra le tecniche immaginative della REBT è l'immaginazione razionale-emotiva (REI/rational-emotive imagery). In breve si tratta di immaginare o rievocare nella fantasia una situazione spiacevole cercando di provare lo stato d'animo disfunzionale ad essa collegato (ad esempio forte ansia o depressione). Successivamente si cercherà di arrivare a sperimentare un'emozione più appropriata (ad esempio, preoccupazione o dispiacere) mentre si continua ad immaginare la situazione spiacevole. Questa procedura è particolarmente utile per far proprio a livello viscerale il cambiamento nel modo di pensare, andando oltre il semplice insight intellettuale. Tecniche comportamentali. Fin dal suo esordio la REBT ha fatto ricorso a tecniche comportamentali in quanto, come lo stesso Ellis ha più volte ribadito, il cambiamento cognitivo da solo non è sufficiente se l'individuo non impara anche ad agire diversamente. Le tecniche comportamentali più utilizzate nella REBT sono: esercizi antivergogna (shame attacking), esercizi di assunzione di rischi (risk taking), uscire da proprio ruolo (stepping out of character), desensibilizzazione in vivo, gestione delle contingenze (rinforzo e penalità). Tecniche evitate nella REBT. Le tecniche cui si è finora accennato rendono la REBT un tipo di terapia multimodale che mira al superamento dei problemi psicologici agendo a più livelli. Esistono invece procedura che malgrado siano diffuse presso altre forme di psicoterapia, vengono accuratamente evitate nella REBT in quanto in antitesi con la sua filosofia di base. Si tratta di: - tecniche che rendono l'individuo dipendente dal terapeuta; - tecniche che si basano sulla suggestività e la coreografia del setting; - tecniche che richiedono tempi molto lunghi con scarsi risultati concreti; - tecniche che aiutano a far sentire temporaneamente meglio, ma che non aiutano a far star bene in modo duraturo l'individuo; - tecniche che mirano solo ad eliminare gli eventi disturbanti; - tecniche che non hanno dimostrato nessuna validità, ma sono il risultato di mode culturali. Stato attuale della REBT e sua diffusione. Nei quarant’anni trascorsi dalla sua nascita la REBT si è avvalsa oltre che dell'apporto creativo del suo fondatore anche dei contributi innovativi forniti da una vasta schiera di collaboratori di Ellis. Negli anni settanta la REBT ha gettato le basi di quella che poi è andata affermandosi come la prospettiva cognitivo-comportamentale nella moderna psicoterapia, i cui capiscuola sono stati enormemente influenzati dagli scritti di Ellis. Una caratteristica della REBT è quella di essere sempre rimasta saldamente ancorata al metodo scientifico. Numerosi studi e ricerche condotti in questi ultimi quindici anni hanno consentito di giungere ad una convalida sperimentale di molti degli assunti teorici e dei metodi terapeutici adottati dalla REBT (Bernard e Di Giuseppe, 1989). Ormai la REBT è praticata da migliaia di psicoterapeuti in tutto il mondo e in diversi paesi, inclusa l'Italia, esistono centri affiliati all'Istituto REBT di New York, autorizzati a svolgere attività di formazione in terapia comportamentale razionale emotiva. I principi e i metodi della REBT hanno trovato applicazione anche in campo scolastico ed educativo rivelandosi un ottimo strumento per la prevenzione del disagio psicologico in età evolutiva (Di Pietro, 1992). Attualmente è in continuo aumento il numero di psicoterapeuti che nel nostro Paese hanno seguito i training di formazione in terapia razionale-emotiva e che ricorrono regolarmente a questa metodica d'intervento nello svolgimento della loro attività clinica. 4 LA RET DIVENTA REBT di Albert Ellis A distanza di quarant'anni da quando ho creato ed ho cominciato ad utilizzare la terapia razionale emotiva (RET), ho deciso di cambiarne nome in terapia comportamentale razionale-emotiva (rational-emotive behavior therapy/REBT), questo per il fatto che essa è sempre stata spiccatamente cognitiva, molto emozionale e particolarmente comportamentale. Come ebbi già da specificare nel 1962 nel volume Reason and Emotion in Psicoterapy (pubblicato in italiano dalla casa editrice Astrolabio col titolo Ragione ed emozione in psicoterapia) la RET "insiste nel prescrivere esercizi comportamentali e nel desensibilizzare e decondizionare il comportamento sia durante la seduta di psicoterapia che tra una seduta e l'altra". Inoltre "la RET è nel contempo sia prettamente razionale-persuasiva-interpretativa-filosofica che attivo-direttiva-emotiva-centrata sull'azione". In un articolo del 1975 scrissi anche che "la teoria della RET sostiene che gli esseri umani raramente cambiano modo di pensare cessando di credere a convinzioni controproducenti a meno che non agiscano, quanto più spesso possibile in modo difforme ad esse". Raymond Corsini, E.E. Landy ed altri noti psicoterapeuti sono giunti a simili conclusioni e lavorano persuadendo i loro pazienti a cambiare il proprio comportamento al fine di cambiare il proprio modo di pensare distruttivo. La RET ha sempre fatto ricorso preferenziale alla desensibilizzazione e all'esposizione in vivo ed alcune procedure emotive, quali i famosi esercizi antivergogna, sono spiccatamente comportamentali. Insieme alla terapia multimodale di Lazarus, la RET è stata tra le prime forme di psicoterapia a sperimentare una combinazione di metodi cognitivi, emotivi e comportamentali. Fin dal suo esordio la RET ha sottolineato l'interazione reciproca tra cognizioni, emozioni e comportamento. Oltre a ciò la RET è anche più costruttivista di altre terapie cognitivo-comportamentali. Così come ebbi a correggere nel 1961 la mia prima denominazione da terapia razionale a terapia razionale-emotiva (RET), così da adesso in poi chiamerò questo tipo di terapia in modo da indicare ciò che essa è sempre stata, cioè terapia comportamentale razionale-emotiva o REBT (secondo le iniziali inglesi). Cambiare il suo nome quando esso è ormai diventato ampiamente popolare presenta qualche inconveniente e sono certo che alcuni dei suoi più tenaci sostenitori non ne saranno molto entusiasti. Peccato, ma non sarà certo terribile! Le vostre reazioni a questo nuovo nome saranno ben accette. 5 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI. Bernard M.E. e Di Giuseppe R. (a cura di) (1989), Inside Rational-Emotive Therapy, New York, Academic Presss. De Silvestri C.(1981), I fondamenti teorici e clinici della Terapia Razionale-Emotiva, Roma, Astrolabio, 1981. De Silvestri C. (1999) Il mestiere di psicoterapeuta, Roma Astrolabio. Di Pietro M. (1992), L'educazione razionale-emotiva, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson. Di Pietro M. (1997), La Terapia Razionale Emotiva, Roma, Bulzoni. Di Pietro M. (1999), L’ABC delle mie emozioni, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson. Ellis A. (1962), Reason and Emotion in Psychotherapy, Secaucus, Lyle Stuart. Trad. it. Ragione ed emozioni in psicoterapia, 1989, Roma, Astrolabio. Ellis A. e Dryden W., (1997), The Practice of Rational-Emotive Therapy, New York, Springer Publishing Company. 6