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Scuola Secondaria di 1° grado “Giacomo Perlasca”
Giornata della Legalità - 10 settembre 2015
Gli elaborati della classe 3° F
“Io sono venuto qua per aiutare la gente perbene a camminare a testa alta” (don Puglisi).
La legalità cammina alla luce del sole. Partendo dal film visto e dalla discussione svolta in classe, esponi
le tue riflessioni a riguardo.
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Oggi è una normale giornata di scuola, una tra le prime, e devo dire che sono contenta di dedicare
un’ora su nove mesi di scuola a questa incisiva frase.
Don Pino Puglisi l’ha pronunciata e penso che, con essa, non solo abbia cambiato la vita ed il modo di
pensare ai ragazzi, ai bambini e a tutte le persone con cui ha avuto a che fare, ma che lo faccia tutt’ ora
con noi. Lo ammiro... perché è stato testardo e fino all’ultimo ci ha insegnato qualcosa.
Lui aveva degli obiettivi e se lui stesso non fosse riuscito a realizzarne uno, penso che questo compito
spetti a noi. Lui ha dimostrato coraggio ed un grande cuore. Ci ha dimostrato che ognuno di noi può
essere fiero e merita di camminare a testa alta. Lui è venuto per aiutare la gente perbene, a manifestare
il proprio modo di pensare e a lottare per raggiungere la liberta di essere sé stessa.
Forse non dovremmo aver paura di farci vedere, e forse non dovremmo neanche dire “forse”.
Dovremmo semplicemente mostrarci per ciò che siamo e per ciò che pensiamo e parlare dei nostri
interessi e delle nostre idee come di qualcosa di nuovo, e non ridurci alla “lettura” di un testo scritto da
qualcun altro. Dobbiamo essere noi gli scrittori della nostra vita, capendo ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato. E magari quel libro, che rappresenta “noi” in tutti noi stessi e la nostra vita, potrà essere letto
e d’aiuto a qualcuno che dovrà ancora scoprire sé stesso ed esserne fiero, per camminare a testa alta.
Mariachiara Pigozzi
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Rezzato, 14 Settembre 2015
Caro diario,
è passato tanto tempo dall’ultima volta che ho scritto sulle tue pagine, ma sarai felice di sapere che oggi
voglio parlarti di un argomento che richiede tempo per essere spiegato.
Venerdì siamo andati, insieme alle altre terze, a vedere un film intitolato “Alla luce del sole”. Narra della
storia di Don Pino Puglisi e di come egli sia riuscito a liberare tante persone dalla mafia, invogliandole a
camminare a testa alta. Ho riflettuto molto sul significato che il film vuole trasmettere a coloro che lo
guardano. Mi ha aiutato la frase che disse Don Pino: “Io sono venuto qua per aiutare la gente per bene a
camminare a testa alta”. Grazie a questa frase ho riflettuto sul fatto che molte volte, per paura di essere
gli unici ad avere un’idea, che è diversa da quella degli altri, non si esca allo scoperto e, come disse lui,
non si cammini a testa alta.
Nel quartiere di Brancaccio la mafia la faceva da padrona, i bambini non erano a scuola a costruirsi idee
proprie, ma per strada a ragionare con la testa degli altri, seguendo la massa e venendo sfruttati dalla
mafia per uccidere e rubare. Don Pino, invece, è riuscito a liberare questi ragazzi e a perdonarli per tutti i
peccati che avevano commesso e, pian piano, a guadagnare la loro fiducia. Durante il film Don Pino
viene aiutato anche da altre persone che, come lui, hanno dedicato il loro tempo, e anche parte del loro
cuore, a questa causa.
Una cosa che avrei preferito non sapere, è che questo film è tratto da una storia vera. Non riesco a
credere quanto le persone possano essere brutali e insensibili con chi non ha i loro stessi interessi o di
come si possano sfruttare i bambini a proprio vantaggio, noncuranti del fatto che abbiano bisogno di
una base di cultura grazie alla quale riflettere con la propria testa.
Un’altra frase bellissima di Don Pino fu: “Pochi giorni fa, prima di tornare qui come parroco, io ho
sognato il futuro di questo quartiere ed è staso proprio bello. Bello perché ho sognato un posto dove
erano spariti i furti, era sparita la droga, dove la gente non aveva paura, dove non c’era più la fame
perché c’era lavoro per tutti, dove c’erano delle scuole bellissime dove i bambini giocavano”. Queste
parole dimostrano che Don Pino voleva davvero raggiungere il suo obiettivo e che è stato disposto a
dare la sua vita per gli altri.
La parte che più mi è piaciuta è il finale, non perché sia morto, ma perché sulla sua tomba i bambini
andarono a disporre gli oggetti che per loro avevano più valore. Questo dimostra che Don Pino è
riuscito, non solo a guadagnare la loro fiducia, ma anche il loro affetto.
La tua Alessia
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14/09/2015
Caro diario,
Ti scrivo perché ne ho sentito il bisogno. Ma sì, lo sai che quando sono confusa, quando ho troppe cose
per la testa, quando ho paura, ti scrivo: mi confido qui. Qui posso essere me stessa, posso scrivere e
pensare quello che voglio, raccontare tutto.
Giovedì era la giornata della legalità, perciò abbiamo visto un film, quello che parla di Don Puglisi e della
mafia. Parla di un prete, e di come riesce a togliere i ragazzi dalla strada. Quei ragazzi trasparenti, quelli
vestiti con il colore della paura, che si confondono tra la gente del quartiere. Hanno paura di stare alla
luce del sole, di svuotarsi da tutte le preoccupazioni, di camminare guardando il cielo azzurro, perché il
cielo lo vedono sempre nero. Il loro volto è illuminato solo da due occhi, che hanno visto tutto, ed è
incorniciato da due orecchie che hanno udito altrettanto, ma la bocca, la bocca, è rimasta trasparente,
così come il loro coraggio, cancellato da tante minacce e violenza, che li hanno portati a chiudersi in un
mondo scuro, fatto di terrore. Ma quel sacerdote ha aperto le porte di questo mondo, ha tolto loro gli
abiti trasparenti e ha ridipinto i loro volti con il colore della felicità. Lui li ha allontanati da quel mondo
buio, ha creato per loro un mondo migliore, fatto di coraggio, amore, amicizia, felicità, di scuola,
d'istruzione. Tutti avevano bisogno di qualcuno con cui confidarsi, con cui parlare per far sparire la
paura, qualcuno con cui distrarsi... come faccio io con te. Ed ecco che arrivò il loro "diario segreto", don
Pino Puglisi, ad aiutarli, solamente con il suo sogno e con la sua determinazione: "Pochi giorni fa, prima
di tornare qui come parroco, io ho sognato il futuro di questo quartiere ed è stato proprio bello. Bello
perché ho sognato un posto dove erano spariti i furti, la droga, dove non c'erano più violenze,
prepotenze, dove la gente non aveva paura, dove non c'era la fame perché c'era lavoro per tutti, dove
c'erano scuole bellissime, dove i bambini giocavano. "
Questo era il piccolo mondo che aveva in mente e per il quale ha dato la vita. Ed un sogno l'ha portato a
vincere quel cielo scuro, a dipingerlo d'azzurro, aiutando tutte quelle persone impaurite a camminare a
testa alta, a mostrare il loro volto e a diventare forti.
Claudia Lonati
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Milano, 15 Settembre 2015
Cara nonna,
Mi manchi molto. Dall’ ultima volta in cui sono venuta a trovarti sono cresciuta di parecchi centimetri.
Spero che entro breve tempo riuscirai ad accorgertene con i tuoi occhi, invece di venire a conoscenza di
questa, come di altre notizie, dalle mie lettere.
L’ ultimo sabato trascorso, a scuola ci hanno fatto vedere un film davvero toccante. Più e più volte
mentre guardavo il film mi sono detta che non avrebbero dovuto farcelo vedere, poi ho pensato che
l’argomento trattato è realtà, realtà di un passato assai vicino a questo presente che noi viviamo.
Questo mondo che ci sembra perfetto, ma che non lo è nemmeno da lontano. Pensare che da quando
eravamo scimmie ci siamo evoluti tanto in meglio quanto in peggio, che diciamo di essere più intelligenti
ora, ma sfruttare le nostre conoscenze per fare del male è da stupidi, stiamo peggiorando, cercando di
distruggere sempre di più.
Il film è stato, secondo me, in generale suggestivo, con delle scene toccanti. È stato molto bello come
Don Pino Puglisi sia stato disposto ad aiutare i bambini di strada, a dar loro un’istruzione, un oratorio in
cui stare e ad insegnare le regole di convivenza. Ha combattuto contro la mafia, contro la paura della
gente sottomessa di parlare, di esprimere la propria opinione, pur sapendo che ciò l’avrebbe portato ad
essere ucciso.
Sono rimasta affascinata da una sua predica, nella quale dice che prima di tornare in quel quartiere di
Palermo aveva sognato il futuro di esso, nel quale erano spariti la droga, i furti, dove non c’ erano più
violenze, prepotenze, dove la gente non aveva più paura, non c’era più la fame perché c’era lavoro per
tutti, dove c’erano scuole bellissime, dove i bambini giocavano.
È triste vedere che nel ventunesimo secolo ci sono bambini che non possono andare a scuola, ricevere
un’istruzione, donne che vengono violentate, che non possono dire la propria opinione, che vendono il
proprio corpo per mantenere i propri figli. La cosa ancora più brutta è che in realtà, non si fa molto per
combattere né la mafia né il male. Penso che ognuno di noi possa fare qualcosa, ma che in tanti si possa
fare molto.
Sono rimasta sconvolta quando nel film il padre frusta suo figlio con la cintura, e sua moglie piange in
silenzio, perché non le è permesso opporsi. Quando il bambino alza la maglietta e si scorgono dei segni
di frustate è orribile e ingiusto.
Penso che ogni donna, uomo e bambino debba poter esprimere la propria opinione, debba poter andare
a scuola o a lavorare, che l’unica persona che possa impedirgli cosa fare, nei limiti del possibile, sia se
stesso, e nessun altro.
Spero di rivederti presto,
Letizia
P.S.: Se fossi interessata il film si intitola “Alla luce del sole”.
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Ogni anno, al rientro da scuola, guardiamo, relativamente alla giornata della legalità, un film in sala
Civica. Quest’anno in particolare, visto che siamo in 3° media, ci siamo basati sulla figura beatificata di
Don Pino Puglisi.
Don Pino Puglisi è stato un parroco siciliano, precisamente nato e morto a Brancaccio, quartiere
malfamato di Palermo. Per tutta la vita Don Pino Puglisi ha lottato contro la mafia che controllava, sia
territorialmente che mentalmente, tutto il quartiere.
Si è battuto soprattutto per togliere i bambini, schiavi della mafia, dalla strada. Il suo ideale, in seguito
realizzato, è stato quello di far diventare la sua misera parrocchia una scuola, dove si potesse imparare a
“Pensare con la propria testa e camminare a testa alta”. Questo perché quasi tutti i bambini palermitani
di Brancaccio erano mentalmente prigionieri dei mafiosi e, visto che non avevano istruzione ed erano
quindi privi di conoscenza, la mafia li utilizzava come ladri di basso conto. Don Pino Puglisi utilizzò l'
istruzione come arma contro l' ignoranza. La conoscenza, infatti, anche nelle idee illuministe della fine
del '600 è definita come luce che si contrappone all'ignoranza e questo si ricollega alle parole di Pino:“
La legalità cammina alla luce del sole".
Insieme alla scuola Don Puglisi usufruì anche dell' oratorio, che utilizzava come luogo di svago e di giochi
per i bambini, introducendo, tuttavia, regole ben precise, le quali, se non rispettate comportavano varie
penalità.
Utilizzò la chiesa come luogo di confessione per alleviare le coscienze appesantite da peccati mafiosi.
Don Pino Puglisi come dice la sua aiutante Suor Carolina: “ Non è stato un eroe , gli eroi non esistono: li
creiamo noi per risolvere i nostri problemi”.
Don Puglisi morì il 15 settembre del 1993 per mano della mafia e la sua storica frase, enunciata davanti
ai suoi assassini pochi secondi prima di morire, fu:“ Vi aspettavo “.
Anche con la sua morte don Pino è riuscito a iniziare a far diventare Brancaccio un “Quartiere dove la
gente non aveva paura, dove c'erano scuole bellissime, dove i bambini giocavano.
Davide Redana
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12\09\2015
Caro diario,
oggi a scuola abbiamo guardato un film intitolato: “Alla luce del sole”, un film che racconta di questo
prete Don Pino Puglisi, che predicava a Brancaccio, un quartiere palermitano.
Don Pino Puglisi cercò di portare i bambini schiavi della mafia che giocavano in strada nel suo oratorio,
così da poter dare loro un‘istruzione e un‘educazione. Don Pino Puglisi durante una sua predica disse:
“Pochi giorni fa, prima di ritornare qui come parroco, io ho sognato il futuro di questo quartiere ed è
stato proprio bello. Perché ho sognato un posto dove erano spariti i furti, era sparita la droga, dove non
c’erano più violenze, prepotenze, dove la gente non aveva paura, dove non c’era più la fame perché
c’era lavoro per tutti, dove c’erano delle scuole bellissime, dove i bambini giocavano”. Queste parole mi
hanno veramente colpito, perché Don Pino sapeva già che sarebbe morto, ma continuava a camminare
a testa alta.
Nel film c‘è stata una scena un po’ cruda, che, tuttavia, mi ha fatto capire quanto i bambini fossero
condizionati dalla mafia: quando i ragazzini mafiosi, per “allenare” il loro cane da lotta, gli danno in
pasto dei gattini. Questa scena è stata la più brutta per me, ma alla fine ho trovato una lettura
metaforica: i gattini rappresentano i bambini innocenti e i cagnacci che li divorano sono simbolo della
mafia e della sua crudeltà.
Don Pino morì nel giorno del suo 56° compleanno, mentre stava andando in parrocchia, venne
accerchiato da mafiosi e disse: “Vi stavo aspettando”, ma i mafiosi lo uccisero ugualmente.
Il film mi è piaciuto molto, mi ha commosso, perché so che questa storia è avvenuta veramente.
Matteo Valseriati
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Ripensando al film “Alla luce del sole”, dedicato all’opera ed all’omicidio di Don Pino Puglisi, mi viene in
mente che molte cose lo accomunano a Don Bosco: li unisce l’amore per il prossimo, per gli ultimi e gli
emarginati. Come Don Bosco fa nascere gli oratori per l’istruzione dei ragazzi, Don Puglisi per togliere
braccia alla mafia crea il centro Padre Nostro. Don Pino aveva ridato speranza ai ragazzi di strada, dando
loro una vita diversa; non riconosceva il potere della mafia e con il suo esempio invitata la gente a
riacquistare libertà e dignità. Proprio per questo, il parroco del quartiere di Brancaccio era ritenuto dalla
mafia un individuo scomodo e pericoloso, pertanto il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno (15
Settembre 1993) venne assassinato. E come si ricorda nel film, questa tragica scomparsa avvenne a soli
pochi mesi da quella di Falcone e Borsellino.
I ragazzi di Brancaccio erano abituati a vivere tra spacciatori, assassini e drogati, ma dopo aver
conosciuto Don Pino hanno potuto riacquistare quell’amore, fiducia e speranza che tanto mancavano e
che nessuno era in grado di offrire loro.
Una cosa, che mi ha colpito nel film, è come quest’uomo abbia cercato di farci comprendere che,
nonostante il mondo stia diventando sempre più moderno e tecnologico, non potrà essere mai perfetto
finché non ci saranno unità e felicità fra le persone. Purtroppo, spesso, l’uomo si dimentica di essere
capace di amare, di aiutare chi è in difficoltà ed essere solidale.
Per Don Puglisi era molto significativo parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, cercando di combattere
la mentalità mafiosa. Molto importante era non fermarsi soltanto alle parole, perché la mafia non è
invincibile: l’istruzione e la legalità sono basi importanti per il cambiamento della società che deve
partire da ognuno di noi. Questo importante personaggio da non dimenticare insegnava che non ci si
deve fare intimorire dai prepotenti, ma che si deve lottare perché il bene deve trionfare sempre. Per
ottenere tutto questo è necessario sconfiggere l’ignoranza perché anche se si nasce in un quartiere
difficile bisogna capire l’importanza dell’istruzione e delle buone azioni.
Nel film, il ruolo di Don Pino Puglisi è stato interpretato da un attore che io apprezzo molto, Luca
Zingaretti. Lui, secondo me, è riuscito a trasmettere alle persone il vero lato gentile, ma allo stesso
tempo severo, del suo personaggio. Don Pino Puglisi è stato quello che più ha cambiato la vita di molte
persone e che ha sacrificato la propria per “aiutare la gente per bene a camminare a testa alta ed alla
luce del sole”.
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