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Volte sottili in laterizio armato
Il materiale delle presse è ghisa grigia n o r m a l e con resistenza di 2 0 ÷ 2 4 k g / m m q , possiamo quindi ritenere : (15a) I cilindri delle calandre di macchina, d e b b o n o essere sottoposti a carichi specifici prevalentemente elevati ( t a b . 4), ed oltre ad avere superficie durissima, conferita loro dal getto in conchiglia, h a n n o composizione chimica tale che ne aumenta notevolm e n t e la resistenza. Tenendoci entro limiti sufficientemente a m p i , a b b i a m o : (15b) Conclusione In definitiva, p e r macchine di medio e grande interasse, p e r le (9), (11b), (14a) e (15a), si h a , nel caso delle presse: distinguendo con l'indice p, la freccia conviene a d o t t a r e : f = f p = l,15f c , relativa, (16) p u r e t e n e n d o presente c h e : a) tanto il feltro che il rivestimento in gomma, h a n n o funzione correttiva nei confronti del b o m b é ; b) è molto raro che u n a continua produca un solo tipo di carta e che, variando tipo di lavorazione, il p a r a m e t r o q varia ( t a b . 1). P e r i cilindri di c a l a n d r e di macchina, il terzo errore risulta parzialmente compensato dai p r i m i due ed a b b i a m o , (9), (11a), (14a) e (15b): Adotteremo : f = fc (17) essendo valido, a n c h e in questo caso, q u a n t o si è detto al precedente p u n t o b). Concludiamo, che p u r e m e t t e n d o in bilancio gli eventuali scarti dovuti alle imprecisioni di esecuzione e di lettura del m e t o d o grafico suggerito, i risultati ottenuti possono essere a p p l i c a t i senz'altro alle liscie di macchina e, con il coefficiente correttivo m e d i o , indicato nella (16), alle presse. G. Caminiti Su queste considerazioni si basa il principio costruttivo che si descrive e che è stato esperimentato in forma tale da p e r m e t t e r e il saggio delle due possibilità limite testè esposte: ossia tanto dell'unità prefabbricata di esigue dimensioni, q u a n t o della grande u n i t à , autosufficiente agli effetti della messa in opera. BIBLIOGRAFIA 1) Riduzione al m i n i m o del p r o b l e m a delle centinature e casseforme grazie alla adozione di un sistema di prefabbricazione economico ed efficace, atto p e r la costruzione di superfici cilindriche e sghembe. . FRIEDRICH MÜLLER: Die Papierfabrikation und ihre Maschinen. Vol. II; II edizione. Autori diversi: The manufacture of pulp and paper. Vol. V; edizione 1939. KARL KEIM: Sieb und Filz. Verlag der Deutschen Arbeitsfront. 1943. Riviste: Pulp and paper. Nov. 1951 - No 12. Volte sottili in laterizio armato Viene descritto un sistema di prefabbricazione in laterizio armato grazie al quale è possibile la costruzione di superfici piane o curve con armatura incrociata. Si illustra la applicazione del sistema alla costruzione di una volta sottile autoportante, di luci mt 15x28, con appoggio su quattro colonne. È notorio che l'uso delle volte sottili, ed in generale, delle strutture a guscio non ha avuto la diffusione che meritava un così geniale concetto costruttivo causa due fondamentali ostacoli. Il p r i m o , le notevoli difficoltà di calcolo ove si voglia t e n e r conto del lavoro delle strutture a flessione ed a torsione, il secondo la difficoltà di realizzazione ed il conseguente elevato costo delle casseforme p e r la realizzazione di superfici geometriche a semplice ed a doppia curvatura. Non è qui mia intenzione discutere in forma esauriente i vari aspetti di questi due ostacoli ed indicare le possibili vie di soluzione : semplicemente intendo descrivere un nuovo sistema costruttivo p e r volte sottili cilindriche o sghembe (rigate e n o n rigate) che a p r e u n a strada di i n d u b b i o interesse p e r u n a tecnica di realizzazione economica di queste s t r u t t u r e . Esso si basa su un criterio di prefabbricazione p e r fascie resistenti rettilinee o curvilinee, p e r molti aspetti analogo ai mille sistemi in uso p e r la costruzione di solette e di volte, ma con una sostanziale novità, ossia la possibilità di a r m a t u r a della superficie in direzione perpendicolare alla direzione di prefabbricazione. Generalmente q u a n d o si parla di prefabbricazione di lastre p i a n e o curve, capaci di resistenza 72 sioni e forme o p t i m u m da a d o t t a r e perchè non sia alterato il regime statico della struttura. L'esperienza costruttiva, insieme con una certa sensibilità statica consiglierebbero, a l m e n o a mio modesto avviso e particolarmente nel caso di volte cilindriche, di orientarsi verso elementi prefabbricati di dimensioni assai ridotte e di possibilità di collegamento assolutamente garantita secondo le due direzioni di a r m a t u r a , o p p u r e a d d i r i t t u r a verso u n i t à prefabbricate di grandi dimensioni, atte a costituire di per sé stesse elemento autosufficiente dal p u n t o di vista del regime statico. bi- o tri-direzionale ci si riferisce a pannelli di forma a p p r o p r i a t a che o p p o r t u n a m e n t e « cuciti » grazie a nervature p e r m e t t o n o la realizzazione di strutture d o p p i a m e n t e armate e p e r t a n t o di possibilità resistenti maggiori di quelle offerte da strutt u r e a regime statico contenuto nel p i a n o . È da not a r e a questo proposito che strutture di questo gen e r e — p e r a l t r o di grandissimo interesse, — possono essere sospette, p e r usare u n a definizione del L u n d g r e n , di anisotropia in q u a n t o il loro comportamento come un t u t t o u n i c o , resistente spazialm e n t e non p u ò essere sicuro come lo sarebbe ove fossero gettate in sito e presentassero — ad esempio — spessore costante o variabile con continuità. Esse si c o m p o r t a n o piuttosto come un complesso lastre — travi secondarie — travi principali al quale la forma e la disposizione delle a r m a t u r e conferiscono u n a i n d u b b i a capacità di lavoro bi- o tri-direzionale ma che, a seconda della forma, dimensioni, costruzione, a r m a t u r a dei pannelli prefabbricati, possono garantire in misura assai variabile ed incerta l'isotropia e la continuità resistente. In u n a parola l'estensione dei vantaggi p r o p r i della prefabbricazione alle strutture sottili è cosa assai delicata ed è t u t t ' a l t r o che facile definire quali devono essere i p u n t i da osservare, quali le dimen- ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO -NUOVA SERIE -ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 Descriviamone in forma più esauriente le caratteristiche. Esso è stato studiato t e n e n d o di mira i seguenti obbiettivi : 2) Alleggerimento della costruzione grazie alla utilizzazione integrale delle capacità di resistenza offerte dal lavoro di m e m b r a n a della volta. In altri termini « area resistente » ridotta al m i n i m o compatibile con le esigenze di calcolo senza che questo significasse pericolo di instabilità elastica in quanto la riduzione dell'area resistente non implicava la diminuzione della altezza totale della m e m b r a n a . 3) Neutralizzazione — almeno parziale — degli effetti, a volte assai preoccupanti nelle strutture sottili, legati ai fenomeni di ritiro e « flauge » dei calcestruzzi. Si è pensato che tali risultati potevano essere vantaggiosamente raggiunti p a r t e n d o da un laterizio forato di forma e dimensioni o p p o r t u n e . Tale laterizio di dimensione q u a d r a t a in p i a n t a , di altezza adeguata, con canali p e r le a r m a t u r e disposti secondo gli schemi ormai classici nella tecnica del laterizio a r m a t o , presenta una sola novità sostanziale ossia le due faccie terminali (secondo la direzione di trafila) inclinate di un angolo abbastanza marcato (fig. 1). Disponendo in serie laterizi di questo tipo ed a r m a n d o l i con tondini disposti nelle canalette ed ivi sigillati con m a l t a di cemento si ottiene un travetto che presenta tra laterizio e laterizio, una cc a p e r t u r a » o, p e r meglio dire, u n a soluzione di continuità p e r q u a n t o si riferisce al cotto (fig. 4). In altri t e r m i n i , in un travetto di questo tipo u n a faccia non presenta alcuna interruzione, m e n t r e l'altra è continua soltanto p e r ciò che si riferisce al ferro di a r m a t u r a : come conseguenza le possibilità di resistenza a flessione del travetto sono affidate esclusivamente ai ferri di a r m a t u r a il che non costituisce inconveniente se i tondini sono o p p o r t u n a - Fig. 1 m e n t e scelti e disposti; d'altra p a r t e p e r ò il travetto ha il grande vantaggio di permettere la sistemazione di a r m a t u r e trasversali grazie alle a p e r t u r e esistenti tra laterizio e laterizio. Un travetto di questo tipo costituisce l'elemento basico o la « m i n i m a u n i t à di prefabbricazione » che p e r m e t t e di estendere alle strutture a r m a t e nelle due direzioni tutti i vantaggi caratteristici delle strutture in laterizio a r m a t o , ossia, alleggerimento, risparmio di casseforme, e c c , e che p e r di più, a p r e sostanziali possibilità di a m p l i a m e n t o degli orizzonti costruttivi. Infatti, disponendo in parallelo vari travetti è possibile formare u n a superficie che presenta tanto canali longitudinali come canali trasversali e che pertanto dà la possibilità di prevedere u n a a r m a t u r a in direzione n o r m a l e alla direzione di prefabbricazione; (fig. 2) inoltre, dato che i travetti possono essere prefabbricati sia rettilinei come curvi si p u ò scegliere con u n a certa ampiezza il c a m m i n o costruttivo p i ù comodo ed è possibile realizzare sia superfici di semplice curvatura come superfici a doppia curvatura, evidentemente alla condizione che almeno u n o dei raggi di curvatura non sia t r o p p o piccolo. Le possibilità di applicazione sono p e r t a n t o molto grandi sia nel c a m p o delle strutture del tipo a m e m b r a n a , ossia prive di resistenza alla flessione, che in quello delle strutture piane o curve resistenti a flessione. P e r p o t e r saggiare in forma severa ed esauriente queste possibilità si pensò di costruire u n a volta sottile cilindrica del t i p o a u t o p o r t a n t e , con tensori longitudinali e t i m p a n i di testata, con q u a t t r o p u n t i di appoggio nei q u a t t r o angoli. Si scelse come curva direttrice la semiellisse e le caratteristiche generali della costruzione furono le seguenti: Luce trasversale Luce longitudinale Freccia della direttrice in mezzeria Altezza del laterizio forato . . . . Spessore della m e m b r a n a all'attacco col tensore di b o r d o 15 28 3,75 6 metri metri metri cm. 10 cm. Il calcolo fu condotto in due t e m p i . Nel p r i m o si determinò il regime delle tensioni secondo la teoria delle superfici sottili non resistenti a flessione, ricavando le tensioni S x , S φ , T x φ nell'ipotesi di carico uniforme (del valore p kg/L 2 ), con le n o t e formule (vedi notazioni di fig. 3). ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE- ANNO 7 - N. 3 -MARZO 1953 73 Il carico p t e n u t o in conto fu di 200 Kg. p e r m e t r o q u a d r a t o di sviluppo della volta (80 come peso p r o p r i o e 120 come sovraccarico accidentale). R i p o r t i a m o i valori massimi (positivi e negativi) delle t e n s i o n i : (negativo) (compressione in corrispondenza del centro della volta (x = 0 : φ = 0) 3.000 K g / m t . Sx max (positivo) (trazione in corrispondenza delle coordin a t e (x = 0 : φ = 60°) 9.242 K g / m t . Sx max (negativo) (compressione in corrispondenza del centro della volta (x = 0 : φ = 0) 14.400 K g / m t . Txφ max (negativo) ( s o l l e c i t a z i o n e allo scorrimento in corrispondenza del p u n t o (x = 1 : φ = 90°) Sφ max Fig. 2 8.200 K g / m t . Fig. 3 Dai valori delle S φ , S x , T x φ , si potè senza difficoltà risalire ai valori delle tensioni principali ed al tracciato delle isostatiche (fig. 5 riferita ad 1/4 di volta). Si o t t e n n e : S I m a x (compressione) S II m a x (trazione) = — 14.400 K g / m t . = + 9.242 K g / m t . Contando su u n ' a r e a media utile, p e r m e t r o , di 135 cm 2 si ottenne come tasso di lavoro a compressione nel laterizio Si eseguì q u i n d i u n a verifica delle strutture ai fenomeni di instabilità elastica. Come è noto, a questo proposito i criteri da adottarsi sono t u t t ' a l tro che esaurienti e precisi. Soprattutto p e r volte di direttrici ellittiche, si p u ò disporre soltanto di formule, semiempiriche come quelle del L u n d g r e n ( 1 ) che, seppure stabilite p e r volte di direttrici circolari possono essere utilizzate, almeno con scopi di orientamento, anche p e r volte di direttrice ellittica sostituendo al raggio R un raggio di curvatura medio preso limitatamente alla zona centrale dove p u ò esistere il pericolo del carico di p u n t a . Nel caso descritto R poteva ritenersi circa 12,5 m e t r i . Si ebbe p e r t a n t o : (1) H. LUNDGREN: Cylindrical Shell « The Danish Technical Press » - Copenaghen 1950. Fig. 4 σ cubo = carico di r o t t u r a del calcestruzzo su prov e t t a cubica n o r m a l e = 280 Kg/cm 2 . R = raggio di c u r v a t u r a = 1250 cm. S = spessore v o l t a = 6 cm. E = 220.000 Kg/cm 2 . ossia un grado di sicurezza di 3. Si tentò anche u n a applicazione della formula stabilita analiticamente dal Belluzzi p e r volte a direttrice circolare calcolate come travi ( 2 ). Tale formula dà il m o m e n t o flettente critico ossia il m o mento flettente p e r il quale si verifica l'instabilità elastica della sezione, in funzione del r a p p o r t o e di un coefficiente variabile con l'an- golo al centro della volta. P e r a l t r o la sua applica(2) ODONE BELLUZZI: Sulla stabilità dell'equilibrio delle volte Zeiss Dywidag - Ricerche di Ingegneria N. 3 - 1935. 74 bilità al caso presente è certamente assai p i ù discutibile di q u a n t o n o n sia quella della formula del L u n d g r e n e questo in virtù dei differenti concetti informatori, che qui sarebbe t r o p p o lungo discutere. Si p u ò ricordare che adottando p e r R lo stesso valore p r i m a usato, ed in a r m o n i a con esso, p e r l'angolo al centro φ il valore di 40°, la formula del Belluzzi p o r t e r e b b e ad escludere il pericolo di cedimento di p u n t a in c a m p o elastico, p o r t a n d o ad un valore di Successivamente, come secondo t e m p o del calcolo, si procedette ad u n a valutazione dei m o m e n t i flettenti M φ , e degli sforzi taglianti Q φ agenti nel piano trasversale della volta. Tale valutazione fu condotta con un m e t o d o già preso in considerazione da vari a u t o r i come sufficientemente approssimato — a l m e n o in determinati casi — agli effetti p r a t i c i : più precisamente con il metodo consistente nel considerare la volta come trave studiando l'equilibrio, nel piano trasversale, di u n a striscia di arco elementare sottoposta al carico esterno che la interessa ed al regime di tensione delle ΔT x φ delle S φ e delle Q φ , risalendo q u i n d i come i m m e d i a t a conseguenza alla determinazione dei valori M φ . Tale p r o c e d i m e n t o di calcolo p u ò essere condotto, come è noto, in forma elementare considerando ferma l'ipotesi della indeformabilità della sezione e limitandosi p e r t a n t o a considerare solo gli effetti degli spostamenti rigidi (sezione in stato ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO -NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 75 Fig. 6 di isostaticità); o p p u r e in forma più precisa ten e n d o in conto le deformazioni della sezione nel p r o p r i o piano (sezione in stato di iperstaticità) e ricavandone criteri di correzione a n c h e p e r il regime statico secondo la direzione longitudinale. N a t u r a l m e n t e ove si adotti la forma di calcolo più precisa il difficile consiste nel definire con b u o n a approssimazione il grado di iperstaticità della se- Fig. 9 zione ossia in definitiva precisamente quell'effetto di bordo che si vuole individuare. In p r i m a ipotesi, e sopra la base delle esperienze di lavori a n a l o g h i , parve ragionevole limitare il calcolo alla sezione centrale della volta, adott a n d o , in corrispondenza dei p u n t i I di innesto della m e m b r a n a ai tensori di bordo le seguenti ipotesi sulle condizioni di vincolo : a) deformazione permessa in senso orizzontale; b) deformazione permessa in senso verticale nella misura η , essendo η eguale alla freccia del p u n t o I calcolata considerando la volta come u n a trave appoggiata in corrispondenza dei t i m p a n i ; c) rotazione del p u n t o I permessa data la trascurabile resistenza a torsione del tensore di b o r d o . Fig. 7 Fig. 8 Non r i p o r t i a m o , p e r n o n allungare eccessivam e n t e il presente articolo, lo sviluppo dei calcoli che sulla base di queste ipotesi furono condotti secondo i criteri suggeriti dal L u n d g r e n ( 3 ) nel capitolo « Metodo della trave generalizzata ». Limitandoci ai risultati finali osserviamo che i m o m e n t i massimi ricavati furono dell'ordine dei 120 k g m / m e t r o (valore assoluto): risultato che p u ò considerarsi soddisfacente in relazione allo spessore adottato p e r la m e m b r a n a ed alla a r m a t u r a prevista p e r la stessa. Quanto al criterio costruttivo adottato esso obbedì al desiderio di saggiare la seconda delle possibilità limiti di prefabbricazione precedentemente esposte : si pensò quindi di costruire a terra la volta, nella sua totalità o autosufficienza statica — ossia m e m b r a n a , t i m p a n i e tensori di b o r d o — sollevandola q u i n d i alla quota definitiva con martinetti agenti ai q u a t t r o angoli, ossia nei p u n t i ove sarebbero in un secondo t e m p o state piazzate le colonne di sostegno. In tal m o d o , oltre ad ottenere una in(3) H. LUNDGREN: op. cit., pagg. 93-110. 76 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 dubbia semplificazione in molti p r o b l e m i esecutivi, particolarmente in quelli inerenti alla messa in opera dei travetti, getto, ecc. nonchè un sensibile risparmio di centinature, era possibile provare la sensibilità della struttura e la sua capacità di adattamento a regimi di sollecitazione diversi dai normali t r a e n d o n e conclusioni sulle già discusse possibilità di prefabbricazione. Così definito il criterio costruttivo generale si presentava il p r o b l e m a della scelta della direzione di prefabbricazione dei travetti costituenti la memb r a n a , dato che tale direzione poteva seguire le generatrici o p p u r e le direttrici ed in conseguenza differenti potevano risultare le forme dei travetti e quelle delle centinature provvisorie di appoggio. Si optò p e r la p r i m a soluzione ed i travetti risultarono p e r t a n t o rettilinei e di lunghezza tale da permettere una certa facilità di manovra e di messa in opera (circa m t . 3,30). Quanto alle sezioni di a r m a t u r a relative esse furono imposte sia dal regime delle tensioni principali di trazione che dalle necessità di conferire ai travetti u n a ragionevole resistenza alla flessione in tutte le fasi di trasporto, messa in opera, getto delle n e r v a t u r e , ecc. I travetti così costruiti furono appoggiati a centine in legname il cui estradosso coincideva con la curva direttrice della volta: tali centine furono costruite in elementi di lunghezza o p p o r t u n a , uniti con bulloni, in modo da renderli adattabili ad u n a certa gamma di luci trasversali. Fig. 10 Grazie a tali centine non fu difficile la messa in opera di tutti i travetti e la conseguente realizzazione della superficie geometrica richiesta (fig. 6). Rimaneva, come successiva fase costruttiva, la messa in opera d e l l ' a r m a t u r a trasversale, ossia dei tondini secondo le direttrici. La relativa operazione si compì senza difficoltà ed i ferri previsti dal calcolo ( d i a m e t r o massimo 14 m m . ) trovarono eccellente sistemazione nei canali trasversali, tra il ferro longitudinale inferiore ed il superiore o p p u r e al disopra di quest'ultimo là dove il regime dei moATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 77 Fig. 11 m e n t i M φ lo richiedeva. Come si osserva in fig. 5 la volta presenta u n a a m p i a zona nella quale le due famiglie di isostatiche corrispondono a tensioni principali di compressione e logicamente in tali zone le a r m a t u r e furono ridotte al m i n i m o indispensabile: nelle zone di isostatiche di trazione la continuità delle a r m a t u r e longitudinali in corrispondenza delle centine di appoggio fu assicurata con saldatura elettrica. P e r q u a n t o riguarda gli elementi di b o r d o , furono realizzati come segue: i t i m p a n i di testata in archi ellittici a spinta eliminata con t i r a n t e , semplicemente appoggiati sulle colonne (vedremo più avanti come fu realizzato l'appoggio); i tensori di bordo con tondini di acciaio semiduro n a t u r a l m e n t e con rivestimento di calcestruzzo (misure cm. 12 x 28): al lato del tensore si ricavò un sottile canale di gronda. Si procedette quindi al getto usando le seguenti proporzioni : A) calcestruzzo p e r colonne ed elementi di bordo 350 Kg. di cemento 0,400 m 3 di sabbia grossa 0,400 m 3 pietrisco granitico 2 a 10 mm. 0,400 m 3 pietrisco granitico fino a 30 m m . B) Nervature della m e m b r a n a 400 Kg. di cemento 0,350 m 3 sabbia media 0,350 m 3 sabbia grossa 0,350 m 3 pietrisco granitico fino a 5 m m . Il calcestruzzo A) fu vibrato con vibratori a siluro che si utilizzarono sia p e r immersione nel getto che p e r applicazione alle casseforme in quelle zone nelle quali la disposizione dei ferri di a r m a t u r a rendeva difficile l'immersione. Quanto al getto B) delle n e r v a t u r e lo stesso non venne vibrato non prestandosi a tale operazione sia perchè presentava una messa di getto ridotta su un fronte molto esteso che p e r essere stato tenuto abbastanza fluido onde 78 Fig. 12 assicurare un buon r i e m p i m e n t o delle nervature (il che spiega anche la ragione della forte proporzione di cemento). Quanto alle q u a t t r o colonne, esse furono gettate in posizione orizzontale al lato delle basi, contemp o r a n e a m e n t e al resto della struttura. * * * A quattordici giorni dal getto si p r e p a r a r o n o le incastellature di sollevamento m e t t e n d o in opera con o p p o r t u n a controventatura le incastellature metalliche destinate a p e r m e t t e r e l'azione dei martinetti. Tali incastellature constavano essenzialm e n t e di colonne (sezione = due ferri ad U saldati) di altezza o p p o r t u n a , disposte in ragione di due p e r angolo e studiate in m o d o da p e r m e t t e r e l'appoggio di traverse metalliche a varie quote (ogni 20 cm. come minimo). Tali traverse in ragione di due p e r ogni paio di colonne erano destinate a sopp o r t a r e rispettivamente il peso della volta (traversa superiore) e la reazione di appoggio del martinetto (traversa inferiore) ed inoltre, potendo scorrere lungo le colonne o p p u r e essere fissate alle stesse, permettevano l'azione del m a r t i n e t t o e la sua ripresa (fig. 8). P r i m a di procedere alla operazione di sollevamento vera e p r o p r i a fu effettuata una prova di carico. A tale scopo si sollevò la volta di circa 30 cm. dal primitivo piano di appoggio disponendo i martinetti nei vuoti o p p o r t u n a m e n t e previsti nei plinti di fondazione e destinati a sedi delle colonne di sostegno della volta. In tal m o d o la struttura fu messa nelle precise condizioni di vincolo previste dal calcolo, ossia semplice appoggio su 4 p u n t i . Si caricò quindi con m a t t o n i fino a raggiungere il valore tenuto in conto come sovraccarico accidentale (120 Kg. p e r metro q u a d r a t o ) limitando però l'operazione ad u n a a m p i a zona centrale (fig. 7) poichè logicamente non era possibile, o p e r lo m e n o non ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 era molto facile, applicare il carico su tutta la superficie: d'altra p a r t e va osservato che la disuniformità di carico costituiva u n a condizione p i ù gravosa, specialmente p e r una volta di direttrice ellittica. Le deformazioni furono controllate con estensimetri e con flessimetri nel centro della volta e con flessimetri in corrispondenza della mezzeria dei tensori di b o r d o . La m e m b r a n a si deformò sensibilmente in corrispondenza del centro, ma in forma perfettamente elastica : accusò u n a freccia massima di 44 m m . Tale valore venne confrontato con la freccia ricavabile p e r via analitica della formula : (con a e b rispettivamente semiasse m i n o r e e maggiore e risultò sensi- bilmente più forte : p e r a l t r o , poichè la formula riportata è stabilita nell'ipotesi di perfetto regime di m e m b r a n a e di carico uniforme, non p u ò essere presa come base assoluta di confronto: in effetti la posizione del carico evidentemente favoriva il cosiddetto effetto Brazier, di a p p i a t t i m e n t o del centro della volta. Quanto alla freccia in corrispondenza della mezzeria dei tensori di bordo essa fu di 19 m m . a l l ' a t t o del disarmo e p r a t i c a m e n t e non subì variazioni p e r effetto del sovraccarico il che confortò le ipotesi tenute in conto p e r il calcolo degli effetti di perturbazione dei b o r d i . Realizzata la prova di carico si procedette al sollevamento della volta alla quota di imposta prevista (4 m e t r i ) : la operazione si svolse senza inconvenienti (fig. 9) anche se un p o ' lentamente, data la scarsa efficenza dei martinetti usati. Portata in quota la volta, rimaneva l'ultima operazione : la messa in opera delle colonne in calcestruzzo ed appoggio della volta sulle stesse. Questo fu realizzato applicando alla sommità delle colonne metalliche un paranco grazie al quale non fu difficile sollevare la colonna — che giaceva prefabbricata al lato del plinto di base — facendola quindi entrare nella sede predisposta (fig. 10). Messe a p i o m b o le colonne nella loro posizione definitiva si ottenne l'appoggio della volta su di esse piazzando i martinetti nelle cavità previste in sommità delle colonne stesse e manovrandoli in senso discendente. La volta così terminata presenta un aspetto interessante ed esteticamente soddisfacente sia intern a m e n t e che esternamente (figg. 11 e 12). Le forti luci libere tra le colonne (15 x 28 mt.) il grande volume disponibile a l l ' i n t e r n o grazie alla completa assenza di tiranti al piano di imposta, la r e n d o n o atta a molteplici usi. P e r ò , ancor più di queste caratteristiche, p r o p r i e del tipo di struttura, conviene mettere in evidenza quelle che sono p r o p r i e del sistema costruttivo che si è rivelato perfettamente pari alle aspettative, ossia pratico, rapido ed econ o m i c o : non solo m a , ed è questa a p a r e r mio la conclusione più interessante — tale da a m p l i a r e le possibilità di realizzazione in tema di strutture m e m b r a n a l i e laminari. Si p u ò dire, in altri t e r m i n i , che si tratta di qualcosa di più di un semplice espediente p e r costruire le volte sottili anche in laterizio a r m a t o : si tratta di un sistema che p u ò p e r m e t t e r e la realizzazione di temi architettonici e strutturali fino ad oggi di problematica convenienza p e r il cemento a r m a t o ordinario. Giulio Pizzetti ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO-NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 79 MOMENTO ELLENICO di ROBERTO FASOLA L'A. dei disegni e dei testi affiancati è un pittore che ha esposto recentemente alla Galleria della Bussola. Ha meditato sul linguaggio dell'architettura greca con una sensibilità vicina a quella dell'architetto d'oggi, ma non identica. Ci sembra utile conoscere come la pittura, specie quella astratta attuale, legge nelle forme della tettonica. Nell'arte greca è visibile il gusto della nostra civiltà occidentale allo stato nascente. Il platino allo stato nascente è il catalizzatore che tutti sanno. Non c'è dubbio che l'arte astratta è un linguaggio di recente attivazione, un mezzo di comunicazione u m a n a allo stato nascente. Greca, p a l u d a m e n t o del V secolo, rigore di un verso di Saffo. Adriano ebbe p e r Atene una ininterrotta predilezione. Le colonne del T e m p i o di Giove da lui riedificato sono u n a specie di Montecassino ricostruito coi fondi E R P , e al cospetto del P a r t e n o n e sono ardite e stonate come un grattacielo europeo. Ateneo. Stadio olimpico. P e r P i n d a r o il bell'atleta era una specie di dio. E stadio fu chiamato quel luogo dove sta dio. 80 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 La logica greca è deduttiva? Anche certa architettura. Invece di a p p o r r e e a d d u r r e pietra a pietra, deduce e ricava. Nella fattispecie, la cavea d e l teatro di Argos presso Atene. Un porto naturale d ' a p p r o d o alla voce. ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 3 - MARZO 1953 81