Mafia, soldi e bastonate Il pentito accusa i cugini Marino
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Mafia, soldi e bastonate Il pentito accusa i cugini Marino
IL RETROSCENA DEL BLITZ Mafia, soldi e bastonate Il pentito accusa i cugini Marino Martedì 13 Novembre 2012 - 17:26 di Riccardo Lo Verso Giovan Battista e Leonardo Marino, fra i 22 arrestati nel blitz anti droga, sono stati tirati in ballo dai collaboratori di giustizia. Uno di loro ha raccontato il retroscena di un pestaggio per un debito non onorato. Storie di soldi e mafia all'ombra dei boss di Porta Nuova. PALERMO - Il 4 aprile 2006 Giuseppe Calcagno si presenta nella caserma dei carabinieri di San Lorenzo. Ha paura e sceglie di passare dalla parte dello Stato. Diventa un collaboratore di giustizia. Porta ancora i segni, fisici e psicologici, di un pestaggio. Fa i nomi di chi lo ha massacrato di botte: Giovanni Marino e Salvatore Bonomolo. Il primo sarebbe stato arrestato qualche anno dopo come affiliato alla famiglia di Palermo Centro, mandamento di Porta Nuova. Un mandamento retto da Tommaso Lo Presti, cognato di Marino (ha sposato la moglie del boss ndr) e anche lui detenuto. Oggi ritroviamo il nome di Giovanni Marino, classe '73, nell'elenco degli arrestati dell'operazione antidrogaPaglia e fieno. Il secondo, Bonomolo, con quel pestaggio avrebbe lasciato une delle ultime tracce della presenza in città prima di darsi alla latitanza. Sei anni di fuga terminati l'estate scorsa quando i poliziotti lo hanno scovato in Venezuela. Il neo pentito racconta di essere stato picchiato per via di un mancamento pagamento. Un debito non onorato in favore di Giovanni Marino a cui deve dieci mila euro per una partita di droga . Che Giovanni Marino fosse un pezzo grosso nei traffici di droga era cosa nota negli ambienti di Cosa nostra. Le accuse di Calcagno sono state confermate, infatti, da altri due collaborato di di giustizia, Salvatore Giordano e Andrea Bonaccorso. Come braccio operativo avrebbe scelto il cugino Leonardo Marino, 24 anni il prossimo dicembre. Agli atti dell'inchiesta sono finite una sfilza di conversazioni intercettate. Come quella del maggio 2008. I due Marino sono in compagnia di Angelo Mendola, il gancio napoletano per il loro traffici. Si sente Giovan Battista contare dei soldi: “Uno, due, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto… sessantasei scrivi sessanta sei, giusto?... mille euro ho pagato, Tommaso li ha usciti (si tratterebbe di Tommaso Lo Presti ndr)... altri quindicimila euro e cinquanta fanno sessantacinque, certo noi gli abbiamo dato centotrenta. Sessantacinque, sono sessantacinque”. A cosa servono tutti quei soldi? La risposta verrebbe svelata dalle parole pronunciate da Leonardo Marino a una donna: “... guarda quanti sono i soldi, li vuoi?. “Da dove vengono questi soldi?”, chiede la ragazza. “L'hashish”, taglia corto Marino.