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ASCOLTO CANTATO interno - OTTAVANOTA Voce Suoni Silenzi

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ASCOLTO CANTATO interno - OTTAVANOTA Voce Suoni Silenzi
Il Canto Difonico
L’ASCOLTO CANTATO
Seminario di Canto Armonico
Cos’è l’Ascolto Cantato?
Seduti, in silenzio, si ascolta il proprio respiro.
Dal silenzio e dal respiro lasciamo che in noi nasca un suono.
Manteniamo l’attenzione su questo respiro, che intanto è diventato suono: una
sola nota che teniamo per tutto il tempo di un’espirazione e che diventa il
materiale col quale iniziare a lavorare.
La concentrazione su noi stessi mentre cantiamo ci conduce a riconoscere ed
interiorizzare i meccanismi psico-fisici che sottendono la fonazione. Tutto il
corpo è impegnato in questo sforzo. Quindi, insieme alla respirazione, è
importante aumentare l’attenzione verso la postura adottata e il tipo di
controllo mentale.
In seguito, viene intrapreso un percorso atto a sviluppare una tecnica che
permetterà di riconoscere, individuare ed utilizzare gli armonici presenti
naturalmente nella nostra voce quando cantiamo e che potrà esserci d’aiuto
per focalizzare i vari stadi che si incontrano ogni volta che ci si accinga a
trasformare il respiro in canto.
Gli armonici sono una componente acustica sempre presente in qualsiasi
suono (sia esso vocale o non vocale, musicale o non musicale) che ne
caratterizza la qualità timbrica. Alcune pratiche di origine orientale ne hanno
evidenziata l’esistenza nella voce umana e sviluppata la tecnica che permette
ad un cantante di emettere simultaneamente due o più suoni distinti.
Tecniche utilizzate
1) metodi di fonazione che tendono a far risaltare le armoniche presenti nei
suoni emessi dalla voce umana e che, in etnomusicologia, vengono di volta in
volta definiti come "canto difonico", "canto sdoppiato", "canto armonico".
2) modalità di respirazione controllata e di attenzione alle proprie risposte
psico-fisiche derivate da tecniche di meditazione orientali e da successive
elaborazioni teorico-pratiche.
Storia:
Un professore del Conservatorio di Parigi nel XIX secolo, M . Rollin, riporta
che alla corte di Carlo il Temerario un saltimbanco cantava simultaneamente
con due voci, la seconda delle quali alla quinta della prima.
Manuel Garcia, nelle sue Memorie sulla voce umana presentata all’Accademia
delle Scienze il 16 novembre 1840, ha segnalato il fenomeno di una voce
doppia nei paesi russi.
Molti viaggiatori, nei loro racconti di viaggio, hanno constatato che in Tibet
viene praticato lo sdoppiamento della voce in occasione della recitazione dei
mantra. Ma queste osservazioni non venivano prese sul serio in quanto
mancavano le prove che solo la registrazione acustica poteva dare.
Nel 1934 alcuni ricercatori russi registrarono dei dischi a 78 giri di canto
difonico presso le popolazioni Tuva, e questo disco fu studiato da Askenov
che, in seguito, pubblicò nel 1964 in URSS un articolo poi tradotto in tedesco
nel 1967 ed in inglese nel 1973. Questo viene considerato come il primo
articolo sul canto difonico ad avere un valore scientifico.
L’etnomusicologo vietnamita Tran Quang Hai, sin dal 1981, dopo aver
catalogato e studiato le varie registrazioni presenti presso il CNRS di Parigi,
tiene corsi per la diffusione e l’insegnamento della tecnica.
Nel 1966, il compositore d’avanguardia Karlheinz Stockhausen, compone
“Stimmung”, per sei vocalisti, un’opera totalmente basata sull’utilizzo del
canto sdoppiato, nella quale i cantanti devono, prima di poterla eseguire,
sottoporsi ad un training di apprendimento delle tecniche. Vari altri cantanti
hanno in seguito dedicato le loro energie all’utilizzo del canto difonico. Tra
questi, l’italiano Roberto Laneri, l’americano David Hykes e il tedesco
Michael Vetter. Una nota va al compositore d’avanguardia americano La
Monte Young, che ha influenzato la scena musicale mondiale dedicando per
oltre quarant’anni tutti i suoi sforzi a teorizzare e praticare l’utilizzo delle
componenti armoniche nei suoni, anche in vista dell’accordatura “naturale”
degli strumenti elettronici ed acustici.
A chi è rivolto
Il seminario è rivolto a tutte le persone che si sentono attratte dalla musica e
dal suono. Non è richiesta alcuna competenza musicale. Chiunque può
imparare a cantare gli armonici, anche quelli che si definiscono “stonati”.
Inoltre, il percorso psico-fisico che si deve percorrere affinché il corpo sia in
grado di abbandonarsi alla ri-scoperta di innate capacità archetipiche, su
alcuni soggetti può portare all’aumento della coscienza di sé e alla riduzione
spontanea degli stati ansiosi e dei disturbi psicosomatici che ne derivano.
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