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Spaventati dal centro commerciale

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Spaventati dal centro commerciale
Lavis e Rotaliana
36 domenica 9 agosto 2009
l'Adige
Cembra | Alle 19 il sorteggio, sfilata della «Marcino Band» e in serata la corsa
Spormaggiore | Mestieri antichi, piatti tipici e costumi della vita rurale
Torna il Palio raglio, asini e fantini in strada
Un tuffo nel passato con la festa dei Colomei
Il vincitore del 2008
CEMBRA – È uno degli appuntamenti più attesi dell’estate cembrana e torna questa sera nel centro storico di Cembra. È il 26° Palio
Raglio, nel quale le sei contrade del paese si sfidano in groppa a sei
asinelli e Cembra si trasforma in una piccola Siena.
Ogni asino ha un fantino, mentre due ali di folla festante incitano e
lanciano consigli agli impegnatissimi uomini in gara. La corsa degli
asini, però, è solo uno dei momenti della manifestazione che si aprirà alle 19 in viale 4 novembre con il sorteggio degli asini e l’abbinamento dei fantini. Alle 19.30 ci sarà la sfilata con la «Marcino band»
dell’associazione Rocky Rock, dove, ispirandosi alle grandi bande
statunitensi, i musicisti porteranno in strada musica e ritmi coinvolgenti. A seguire la grande sfilata di rappresentanza delle sei contrade di Cembra. Alle 21 l’estrazione della lotteria abbinata alla corsa degli asini. Momento clou della serata sarà la gara degli asini, con
la successiva consegna del palio. La festa continuerà con la musica
del gruppo «I Stella».
D. F.
A scuola, 50 anni fa
SPORMAGGIORE - Torna oggi, puntuale come ogni anno, la festa dei
Colomei (i cinque rioni del paese) abbinata alla mostra «Mestieri di
una volta» che coinvolge tutti gli abitanti di Spormaggiore. Come sempre il paese sarà preso d’assalto da centinaia di turisti, affascinati da
questo tuffo nel passato per scoprire come si viveva nell’epoca in cui
non c’erano tutte le comodità del giorno d’oggi e per lavare i panni
bisognava recarsi alla fontana della piazza.
Ieri le strade sono state chiuse per consentire l’allestimento delle baite e degli stand folcloristici dove saranno cucinati i piatti tipici. A parte le leccornie, il bello della festa sta nell’ammirare e fotografare gli
abitanti che indossano abiti rurali d’epoca e offrono un saggio degli
antichi mestieri: dal taglio della legna alla fienagione, fino all’arte del
pane fatto in casa o del ferro incandescente battuto sull’incudine. Non
mancheranno i bambini delle elementari, con il loro grembiulino e il
pallottoliere, a far rivivere la scuola di tanti anni fa, quando il computer era roba da fantascienza e si scriveva con l’asticciola e calamaio.
Spaventati dal centro commerciale
Negozianti divisi a Lavis: potrebbe diventare un’attrattiva
ANDREA CASNA
LAVIS - Com’è visto il centro commerciale, che sorgerà in località Masere
(per intenderci l’area Progress-Casatta-Vantini), dai commercianti del centro storico? Per dare una risposta a
questa domanda, siamo andati di negozio in negozio per sentire i pareri
dei commercianti. E dalla chiesa di
Sant’Udalrico (via Roma) a piazza Grazioli, emerge una situazione complessa e variegata. In linea di massima sono più i pareri negativi che quelli positivi.
Michela Maschio (Bazar Merlo di via
Roma), è costretta a chiudere il negozio entro fine anno, mentre per Gianfranco Obrelli è prematuro ipotizzare
ricadute negative sul centro storico.
Sicuramente, secondo Obrelli, il centro commerciale costituirà un’importante attrattiva e quindi si dovrà «studiare un sistema valido per attirare
nel centro storico gli utenti del nuovo centro commerciale».
Ma se per Obrelli il centro commerciale potrebbe costituire uno stimolo per rivitalizzare il centro storico,
Maurizio Carpi e Corrado Turco sono di
parere diverso. «In tutti i paesi dove
sono sorti centri commerciali - dice
Carpi - i piccoli e medi negozi sono
andati a sparire. In questo senso è una
contraddizione parlare di rilancio
commerciale e culturale del centro
storico. Se sì va avanti così, vi saranno più centri commerciali che clienti».
Il rilancio del centro storico, com’è
stato detto più volte dagli assessori
comunali, può avvenire solamente facendo rete e coesione. In quest’ottica, Carpi ammette che la categoria
commerciale di Lavis stenta a fare
gruppo e coesione, ma è anche vero
che un anno fa, ad arredo urbano concluso, c’era stato un certo giro di ini-
ziative; un movimento che non è stato sfruttato dall’amministrazione comunale. La chiave di tutto, quindi, è
la politica. In questo senso, Carpi nota una politica assente. «Da otto anni
lavoro come commerciante a Lavis afferma - e in otto anni nessun assessore ha messo piede nel mio negozio,
non per comprare, ma per raccogliere opinioni e idee al fine di favorire
uno sviluppo locale coerente e soddisfacente per tutti».
Anche Corrado Turco dice la sua. «Pare che questo nuovo centro commerciale sia una sorta di cattedrale, forse il più grande del Trentino. Hanno
fatto di tutto per liberare Lavis dal
traffico e ora lo rivogliono riportare
con il nuovo centro commerciale. Non
è sufficiente quello in zona Felti?» «I
Centro da rilanciare
La centralissima via Roma a Lavis
(foto Casna) quasi deserta in
questi giorni caldissimi d’agosto.
Il megacentro commerciale che
sorgerà in località Masere
spaventa non poco i piccoli
negozianti che temono
un’ulteriore calo degli affari. Ma
c’è anche chi ipotizza ricadute
positive: bisogna però studiare
formule in grado di attrarre gli
amanti dello shopping a visitare il
centro storico del paese, da tempo
in attesa di un rilancio
nuovi complessi commerciali porteranno concorrenza, ma la concorrenza - spiega ancora Turco - è positiva
se avviene con l’apertura di un nuovo negozio in centro, non con un centro commerciale con più di mille parcheggi».
«Forse - conclude poi - la popolazione è anche favorevole a questo impulso edilizio in senso commerciale, però l’amministrazione comunale dovrebbe convocare un’assemblea pubblica al fine di informare compiutamente l’intera cittadinanza».
Nello storico negozio Gadotti Calzature ci si interroga sull’impatto ambientale e sul come il centro alle Masere possa concorrere con i centri
commerciali di Trento. Carmen Zanetin
(Immagine moda), non si mostra particolarmente agitata in vista della «cattedrale» alle Masere. «La questione
del centro commerciale è puramente
politica, e risale ancora al 2001. Per
me - osserva - il centro non costituisce una minaccia, e si deve sempre
andare avanti».
Anche Alessio Amoroso (parrucchiere
e non commerciante), ha voluto dire
la sua opinione sul centro commerciale: «Se aprissero tre saloni davanti al mio non mi agiterei - dice - perché la gente valuta la qualità; anche
la qualità della merce che si vende e
il modo in cui la si vende. Gli operatori - prosegue - devono avere più fiducia in loro stessi e nella loro professionalità. Solo in questo modo è
possibile affrontare il futuro. Poi, non
capisco questa preoccupazione nei
confronti del centro commerciale perché vi sono molte persone che non
amano rinchiudersi in un posto per
andare a fare shopping. Bisogna mostrare superiorità - conclude - essere
sereni e fiduciosi e dare sempre alla
gente qualcosa di nuovo; un qualcosa che non possono trovare da un’altra parte».
IN BREVE
MAGRÉ
No al biodigestore
Si allarga il fronte contrario al
biodigestore ai Nassi di Cadino.
Anche il consiglio comunale di
Magrè ha deciso di appoggiare
l’azione lanciata dal comitato
civico di Salorno. Comitato
all’interno del quale saranno
rappresentati anche il
vicesindaco di Magrè Armin
Kobler, quindi anche Pierino
Gortana ed un rappresentante
della lista civica per Magrè.
SOVER
Sagra di San Lorenzo
Sagra di S. Lorenzo, oggi e
domani, con i vigili del fuoco:
oggi dalle 13 alle ore 18 torneo
di pallavolo organizzato dal
Gruppo giovani «Mosopi» nel
campetto adiacente al
municipio, alle 19 cena tipica e
alle 21 musica e ballo con
«Renato e Walter». Domani
messa solenne alle 10, alle 15
processione, alle 21 musica e
ballo con la fisarmonica di
Matteo. È visitabile la mostra
fotografica del «Pont de la Rio»
al centro polifunzionale.
LISIGNAGO
Da Giotto a Giotto
Nell’ambito del progetto
culturale «Valle di Cembra L’universo in una valle» è aperta
fino al 16 agosto nella sala
consiliare di Lisignago la mostra
itinerante «Da Giotto a Giotto».
Ingresso libero. Organizzano i
comuni della valle di Cembra
con il patrocinio del C5.
Cembra | Preoccupazione fra i lavoratori del porfido, molte cave sospendono l’attività fino ai primi di settembre
Mezzolombardo | Il consigliere contro Helfer
Cassa integrazione per 13 ditte
Borga: «La sede della Comunità
non fu decisa quando ero sindaco»
DANIELE FERRARI
CEMBRA – La schiarita giunta
ieri nella vicenda della Laite
Porfidi, non rasserena il fronte del porfido. Così sono iniziate le ferie tra timori e preoccupazioni dopo l’ultimo giorno di
lavoro, quello dell’altro ieri,
nelle cave del porfido della Valle di Cembra e del Pinetano,
per la consueta pausa di Ferragosto.
È un momento che di solito
coincideva con la tradizionale
«braciolata in cava», ma che
quest’anno non porta spensieratezza tra i lavoratori del settore. Dall’inizio del mese, infatti, ben tredici ditte estrattive
(tra le 38 attive ad Albiano)
hanno chiesto la cassa integrazione sino ai primi giorni di settembre, mentre sul futuro del
settore sembrano addensarsi
delle nuvole potenzialmente
minacciose.
«È stata una scelta assunta a
malincuore delle nostre ditte argomenta il presidente del
Consorzio cavatori produttori
porfido di Albiano Ezio Pisetta
a proposito della cassa integrazione - visto l’andamento del
mercato e le quantità ferme in
magazzino, alcune imprese
hanno scelto di aggiungere ai
tradizionali quindici giorni di
ferie a Ferragosto altre due settimane di interruzione, garantendo comunque gli attuali livelli occupazionali. È tuttavia
la prima volta che questo provvedimento viene assunto in
maniera così ampia dalle aziende locali».
Secondo il sindacato, la situazione del porfido è tuttavia allarmante.
«È difficile avere i numeri esatti dei lavoratori e delle ditte
coinvolte dalla cassa integrazione - spiega Giuliano Montibeller di Fillea Cgil - alcune
aziende lavoreranno qualche
giorno anche nella prossima
settimana. Purtroppo, il settore del porfido denota una grave crisi, ma anche l’incapacità
di stabilire una strategia comune per affrontare questa congiuntura economica. Tra le varie ditte si vive ancora una forte concorrenza, mentre i prezzi dei prodotti lavorati sul mer-
Piazzali di lavorazione del porfido
cato stanno precipitando».
«Mi auguro che a settembre ci
possa essere una ripresa delle
richieste e delle consegne - dice Ezio Pisetta del Consorzio sicuramente il lavoro riprenderà e dovrebbe proseguire si-
no a dicembre, ma tutto dipenderà dal mercato e dalla ripresa di importanti lavori ed opere pubbliche».
Le previsioni sono meno ottimistiche sul fronte sindacale:
«Penso che il peggio debba ancora arrivare», afferma Giuliano Montibeller. «Con l’avvio del
distretto del porfido - prosegue
- si sperava nell’elaborazione
di una nuova strategia di promozione e sviluppo, ma sino
ad ora non si sono visti effetti
concreti a parte alcune enunciazioni di principio (come il
Codice etico). Purtroppo,
ognuno naviga per proprio
conto, mentre si continua a ridurre il personale destinato alla prima lavorazione per non
acquistare i macchinari (banconi), e alcune aziende (due i
casi registrati a Fornace e Lases) continuano a licenziare
contravvenendo i disciplinari
e senza che i sindaci assumano alcun provvedimento in merito alla sospensione delle concessioni di lavorazione dei lotti cave, a parte quanto avvenuto ad Albiano con la Laite Porfidi srl».
MEZZOLOMBARDO - Il consigliere provinciale Rodolfo
Borga entra nella diatriba sulla mancata sede della
Comunità di valle a Mezzolombardo. E non digerisce né
l’intervento del sindaco Anna Maria Helfer (ha dichiarato
che i giochi erano praticamente fatti al suo arrivo) né
quello del Pd che scarica le colpe sulla passata
amministrazione. «Come ben sa il sindaco Helfer (che tale
funzioni svolge da quasi un anno e che del nostro gruppo
ha fatto parte per nove anni) - dice Borga - la questione
della sede non è affatto stata decisa quando il sottoscritto
era sindaco. Al contrario, all’epoca si era deciso che la
questione sarebbe stata affrontata soltanto dopo le
elezioni di Mezzolombardo. Non a caso era stata elaborata
una bozza di statuto che tutto prevedeva, fuorché la sede».
Borga precisa, poi, che la «fantomatica» sede operativa
della Comunità che Helfer ha annunciato non esiste. «La
sola decisione all’epoca assunta riguardava i servizi socioassistenziali, relativamente ai quali si era convenuto che gli
attuali uffici (situati a Lavis e Mezzolombardo) avrebbero
continuato a funzionare, così come peraltro del tutto
logico. Quella che il sindaco vorrebbe spacciare per una
grande conquista personale è in realtà cosa già da tempo
decisa». L’affondo del consigliere Pdl non si ferma. «Quanto
alla sede - prosegue Borga - Helfer finge di non sapere che
Mezzolombardo avrebbe potuto mettere a disposizione
una struttura adeguata in tempi più brevi che non
Mezzocorona (l’edificio ex Pretura, libera a polo scolastico
finito)». Per Borga è arrivato il momento delle assunzioni di
responsabilità «L’amministrazione precedente qualcosa ha
ottenuto, così come anche i cantieri che proprio in questi
giorni sono stati aperti dimostrano. Speriamo, come
cittadini di Mezzolombardo, che altrettanto possano fare i
nuovi amministratori».
An. Lo.
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