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I poveri pagheranno con i loro dati

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I poveri pagheranno con i loro dati
Le opinioni
I poveri pagheranno
con i loro dati
Evgeny Morozov
l lusso c’è già, solo che non è distribuito in modo quando assumono un assistente. In quel caso l’equiliuniforme. Questa, almeno, è la tesi di Hal Va- brio di potere è chiaro: è il padrone che domina il servo,
rian, capo economista di Google. La “regola e non il contrario, come nel caso di Google Now e dei
Varian” dice che per prevedere il futuro basta poveri. In un certo senso sono i poveri i veri assistenti
guardare cosa i ricchi hanno già e calcolare che virtuali di Google, perché aiutano l’azienda ad accumule classi medie lo avranno tra cinque anni e i po- lare dati che poi vengono monetizzati.
Varian non si pone una domanda ovvia: perché ai
veri tra dieci. Secondo Varian questo vale per la storia di
ricchi serve un assistente personale? Forse perché vomolte tecnologie, dalla radio agli smartphone.
Quali sono le cose che i ricchi hanno oggi e i poveri gliono più tempo libero. Ma anche con i gadget di Gooavranno tra dieci anni? Varian scommette sugli assi- gle i poveri non avranno mai lo stesso tempo libero dei
stenti personali. Anziché camerieri e autisti, avremo ricchi. Le applicazioni ci fanno risparmiare tempo, pecautomobili che si guidano da sole, robot che fanno le cato che poi lo passiamo a lavorare per pagare un’assipulizie e app onniscienti in grado di monitorarci, infor- curazione più costosa o lo usiamo per mandare un’altra
email di lavoro o per compilare i moduli
marci e avvisarci in tempo reale. Secondo
di un sistema burocratico digitalizzato.
Varian “questi assistenti digitali saranno Veniamo fregati
Facebook, il principale concorrente
così utili che tutti ne vorranno uno, e tutti due volte: quando
gli allarmi sulla privacy che si sentono cediamo i nostri dati di Google, usa lo stesso trucco con la connettività. Il progetto Internet.org, lanciaoggi sembreranno antiquati e infondati”. per servizi banali
to in America Latina, nel sudest asiatico
Google Now, uno di questi assistenti vir- e quando quei dati
e in Africa, dovrebbe aumentare l’accestuali, controlla le email, le ricerche e gli vengono usati per
so a internet nei paesi emergenti e in via
spostamenti e ci ricorda le prossime riu- organizzare la
di sviluppo. Ma è un accesso molto partinioni o i prossimi viaggi, mentre verifica
nostra esistenza
colare: Facebook e pochi altri siti sono
pazientemente le condizioni meteo e il
in modo poco
gratuiti, mentre per qualsiasi altra cosa
traffico in tempo reale.
gli utenti devono pagare. Così le persone
L’accostamento tra camerieri e app trasparente
che possono permettersi di usare servizi
può sembrare ragionevole, ma in realtà è
fuorviante. Quando assumiamo un assistente persona- non collegati a Facebook sarebbero pochissime.
Ecco di nuovo la regola Varian. A prima vista, i povele, la transazione è semplice e diretta: paghiamo la persona per i servizi prestati (il più delle volte in contanti) e ri accedono a quello che i ricchi hanno già: il collegafinisce lì. Si potrebbe sostenere che la stessa logica vale mento a internet. Ma i ricchi pagano in contanti, menper gli assistenti virtuali: cediamo a Google i nostri dati tre i poveri pagano con i loro dati, che Facebook moneal posto dei contanti e in cambio abbiamo un servizio. tizzerà per pagare l’intera operazione Internet.org. Non
Ma nessuno si aspetta che un assistente personale fac- si tratta di beneficenza: a Facebook interessa l’“inclucia una copia di tutte le nostre lettere e dei nostri docu- sione digitale” come a uno strozzino interessa l’“inclumenti per lucrarci sopra. Per gli assistenti virtuali, inve- sione finanziaria”. Per raggiungere chi si connette grazie a Internet.org, qualsiasi fornitore di servizi
ce, questa è l’unica ragion d’essere.
In realtà veniamo fregati due volte: la prima quando (nell’istruzione, nella sanità o nel giornalismo) dovrà
cediamo i nostri dati in cambio di servizi relativamente collegare le sue app a Facebook. I poveri avranno i serbanali, la seconda quando quegli stessi dati vengono vizi che i ricchi hanno già, ma solo coprendo i costi con
usati per organizzare la nostra esistenza in modo assai i loro dati e quello che rivelano della loro vita sociale.
La connettività gratuita offerta da Facebook è di fatpoco trasparente e desiderabile. Questo secondo aspetto, che considera i dati come unità di scambio, non è to un gigantesco derivato che finanzia lo sviluppo della
stato ancora pienamente compreso. Ma, di fatto, è la sua infrastruttura. Facebook offre a questi paesi la concapacità di sfruttare i dati per modellare il nostro futuro nessione in cambio del diritto di monetizzare le vite dei
a trasformare le informazioni in uno strumento di do- loro cittadini quando questi avranno guadagnato abbaminio. Mentre il denaro è anonimo, i dati non sono altro stanza. La regola Varian andrebbe corretta: per preveche una rappresentazione della vita sociale. Google dere il futuro, basta guardare cosa hanno fatto le azienNow funziona solo se l’azienda che lo gestisce riesce a de petrolifere e le banche negli ultimi due secoli e appliportare grossi pezzi della nostra esistenza (comunica- carlo alla Silicon valley, il nuovo fornitore di infrastrutzioni, viaggi, letture) sotto il suo grande ombrello. Una ture per tutti i servizi di base. In quel futuro non bastevolta acquisite, queste informazioni possono essere ranno gli assistenti virtuali, ci sarà un gran bisogno anmonetizzate. Nulla di tutto questo succede ai ricchi che di psicoterapeuti virtuali. u fas
I
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Internazionale 1100 | 30 aprile 2015
EVGENY
MOROZOV
è un sociologo
esperto di tecnologia
e informazione. Ha
scritto Internet non
salverà il mondo
(Mondadori 2014) e
L’ingenuità della rete
(Codice 2011).
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