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L`essere umano è forte e sopporta molto.
N. 1 / Marzo 2013 Periodico per le donatrici e i donatori di Pro Infirmis «L’essere umano è forte e sopporta molto.» SH Schaffhausen Rheinfelden Basel 8 domande a… Notizie regionali Delémont Olten SO JU LU NE Fribourg VD BE Thun FR Lausanne Luzern Sarnen OW Zihlschlacht St. Gallen AR Wattwil AI Appenzell Pfäffikon SG Zug ZG NW TG Winterthur Herisau Stans Bern Yverdon-les-Bains Prilly Burgdorf ZH Aarau Zürich Langenthal Solothurn Neuchâtel Amriswil In viaggio nel deserto con Andreas Pröve Baden AG Biel/Bienne La Chaux-de-Fonds Frauenfeld Liestal Laufen SZ Glarus Brunnen Sargans GL Chur Altdorf UR Ilanz GR Samedan 2 Editoriale Cari amici e amiche di Pro Infirmis, dopo un caloroso benvenuto, ci se diamo al tavolo con la mamma, che incomincia subito a raccontare della sua vita con la figlia disabile. Veniamo raggiunte dalla collabora trice dello spitex pediatrico, un’im portante persona di riferimento per la ventiseienne. Il papà è al lavoro. La storia che sentiamo è sconvol gente, ma nemmeno una volta la mamma si lascia sfuggire una paro la di autocommiserazione o accusa. Al contrario, la chiarezza e la forza di questa giovane donna sono im pressionanti. «Per me era importan te trovare stabilità a casa. Non darei mai via Kaltrina. La nostra bimba ha bisogno di un polo di tranquillità, senza tranquillità non funzionerebbe nulla», ci spiega. E pensare che fino a due anni or sono la mamma era totalmente iperattiva e aveva tutt’altro per la testa. «Non mi manca nulla di prima, ma sono molto felice di poter avere un attimo di pausa con mio marito grazie all’offerta di assi stenza professionale a domicilio.» L’assistente sociale di Pro Infirmis svolge un’importante funzione di piattaforma, dato che nella cura di Kaltrina sono coinvolti numerosi istituti e terapisti, una funzione irri nunciabile per i giovani genitori. La mamma nutre Kaltrina tramite la sonda gastrica. La gravidanza stava procedendo tranquilla e i genitori erano in gioiosa attesa. Le prime visite erano andate bene, tutto era al posto giusto, si vedevano le manine, i piedini e i movimenti fetali. Poi però i medici hanno constatato che la bimba era troppo piccola. Ne sono conseguite visite settimanali nel lontano ospedale pediatrico e altro stress, dato che fino alla fine non era possibile dire che cosa non andasse. Col senno di poi, l’incertezza era quasi più facile da sopportare della dura realtà. Jacqueline Brunner Redazione il punto. Il parto era impegnativo e subito ci si è resi conto che qual cosa non andava. La nascitura era senza forze, la mamma ha dovuto dar fondo a tutte le sue energie per metterla al mondo. Quando finalmente hanno potuto vedere la piccola per alcuni secondi, per i genitori è stato uno shock: la bim ba era blu, quasi nera, e non emetteva un suono. Lo stato di Kaltrina era critico. Mamma e figlia hanno avuto solo quel breve istante insieme, prima che la neonata venisse ricove rata all’ospedale pediatrico e la donna fosse lasciata sola con mille domande. 3 Pro Infirmis Con le donazioni, Pro Infirmis aiuta Kaltrina e i suoi genitori •o rganizzando e coordinando le istituzioni e i terapisti coinvolti • informando sui diritti alle assi curazioni sociali • fungendo da interlocutore per tutte le domande connesse con la disabilità L’aiuto professionale è importante e permette ai genitori di prendersi una pausa. Diagnosi sconvolgente al telefono Nessuno era in grado di dire ai neogenitori che cosa avesse la loro bimba fino alla fatidica telefonata poco dopo il par to, quando la mamma ha chiamato il medico curante per scoprire come stesse la piccola. «Era come essere in un in cubo. La dottoressa mi ha detto al telefono che Kaltrina era disabile e che non era sicura se e quanto sarebbe sopravvis suta.» Ancora oggi gli occhi della giovane donna si riempio no di lacrime quando ripensa al quel momento. Avrebbe apprezzato un po’ più di tatto nella comunicazione della sconvolgente notizia. «Ma l’essere umano è forte e sopporta molto.» «La collaboratrice di Pro Infirmis ci è di grandissimo aiuto.» I genitori si sono trovati proiettati in un mondo completa mente nuovo e l’esperienza con la dottoressa aveva reso la mamma scettica nei confronti delle istituzioni. Al primo contatto con la collaboratrice di Pro Infirmis ancora all’o spedale, ha pensato: «Perché tante storie? Non serve co munque a niente!». Oggi, la donna lo racconta rilassata e sorridente, perché la collaborazione con l’assistente sociale si è presto dimostrata un validissimo aiuto. Ma torniamo indietro ancora una volta: Kaltrina è dovuta rimanere a lungo in ospedale per via della mancanza del riflesso di suzione, tuttora assente. Per questo motivo, le è stata subito impiantata una sonda gastrica. Gli occhi sono rimasti chiusi a lungo. Oggi si sa che era dovuto al colobo ma bilaterale dell’iride. Dopo due settimane, i genitori han no finalmente potuto portare la bimba a casa. Dato che sen za sonda gastrica non beveva e che a causa dell’handicap ha preso subito l’influenza, Kaltrina è stata presto di nuovo ricoverata d’urgenza. Le corse da e verso l’ospedale si sono ripetute ancora molte volte. È stato un periodo impegnati vo, ma per i genitori era chiaro che «non avremmo mai scambiato Kaltrina con un bambino sano». Sapersi aiutare La mamma spiega: «Con il tempo si diventa i medici dei propri figli. Ho imparato che cosa le fa bene e che cosa no». A sei mesi, Kaltrina ha avuto il primo attacco epilettico. È giunto all’improvviso, nessuno se lo aspettava e ci è voluto pure un po’ prima che venisse riconosciuto. Soltanto una volta elitrasportata la piccola all’ospedale pediatrico è giunta la diagnosi. Sono passati due anni dal parto e la mamma racconta come li ha vissuti. Alcune volte è giunta al limite, ma non le è mai passato per la testa di rinunciare. «Il nostro compito è quel lo di offrire le basi migliori possibili alla nostra bimba, di amarla con tutte le nostre forze. Per me, lei è la cosa più bella e migliore che potesse capitarmi e non vedo perché dovrei nasconderla.» Questa dichiarazione apparentemen te un po’ battagliera testimonia la grande maturità svilup 4 La fisioterapista ha mostrato alla mamma gli esercizi da com- La giovane mamma di Kaltrina ha una grande responsabilità. piere ogni giorno con Kaltrina. pata dalla mamma in pochissimo tempo. I giovani genitori non erano assolutamente preparati a quello che avrebbe comportato avere un bambino disabile, ma hanno dimo strato di avere una grande forza e sono determinati a non mollare. Grazie a questo atteggiamento, la mamma di Kaltrina ha già ottenuto molto. È riuscita ad esempio a organizzare l’as sistenza della piccola a casa con l’aiuto dello spitex pedia trico, imparando a nutrirla e somministrarle i farmaci at traverso la sonda gastrica. Dopo numerosi attacchi di epi lessia, ha pure trovato un trattamento affinché la bimba non debba ogni volta essere ricoverata d’urgenza: oggi è infatti in grado di darle sollievo con uno speciale spray na sale. Nessuno può dire con certezza come sarà il futuro di Kaltri na, a cui è stata diagnosticata la sindrome di Wolf-Hirsch horn, una rara malattia genetica. Kaltrina sarà sempre pic colina e sottopeso, e a ciò si aggiungono microcefalia, di sturbi motori di origine cerebrale, ritardo nello sviluppo ed epilessia. Una diagnosi complessa, che però non spaventa i genitori. «Prendiamo ogni giorno come viene. Non ci ren diamo la vita ancora più difficile pensando al futuro. Il mio unico desiderio è che Kaltrina sia sana e che l’epilessia mi gliori. Di quello che verrà ci occuperemo poi.» La mamma si concentra solo sulle cose belle, come il fatto che alcuni giorni fa la bimba ha incominciato, a modo suo, a parlare. Sono queste piccole gioie a rendere la vita con Kaltrina tan to speciale. Glossario Sindrome di Wolf-Hirschhorn 4p: rara malattia geneti ca dovuta a un’aberrazione cromosomica strutturale del braccio corto del cromosoma 4. Il sintomo cardinale è il nanismo, unito a un ritardo dello sviluppo mentale e fisico. Microcefalia: malformazione del cranio, troppo piccolo rispetto alla condizione normale. In genere, è dovuta a uno sviluppo difettoso del cervello o a una saldatura prematura delle suture craniche (craniostenosi). Disturbi motori di origine cerebrale: sono causati da una lesione cerebrale nella prima infanzia. L’handicap che ne deriva è caratterizzato da disturbi del sistema nervoso e della muscolatura connessi con i movimenti volontari. Le forme più frequenti sono quelle spastiche miste e l'ipertonia muscolare. Coloboma dell’iride: questa malformazione dell’occhio impedisce la messa a fuoco a causa di una fessura (colo boma) nell’iride. Difetto del setto atriale: difetto cardiaco caratterizzato da un foro tra i due atrii. Epilessia: gli attacchi epilettici sono eventi parossistici provocati da una scarica neuronale improvvisa e di breve durata. Le epilessie sono attacchi epilettici ripetuti senza causa riconoscibile del momento in cui avvengono. 5 8 domande a… Jeannette Dietziker Pro Infirmis Zurigo, Responsabile settore Formazione 51 anni, sposata, due figlie iker z t e i ette D J eann Perché lavori per Pro Infirmis e da quando? Le ingiustizie a questo mondo mi hanno colpita sin da pic cola. Perché alcuni hanno tanto e altri niente? Perché le persone già svantaggiate hanno minori diritti e possibilità degli altri? Da tre anni lavoro nel settore Formazione, un’attività che mi permette di sostenere le persone sfavo rite a causa di un handicap nel loro cammino verso una maggiore partecipazione sociale. Di che cosa ti occupi esattamente? Dirigo il settore Formazione di Pro Infirmis Zurigo, che comprende il circolo di formazione e la scuola di vita au tonoma. Entrambi i servizi sono imperniati sull’apprendi mento, sul sostegno e sul promovimento delle persone in situazione di handicap. Nell’ambito del circolo di forma zione, organizziamo corsi di perfezionamento e siamo così una sorta di «Scuola Migros» per le persone con disa bilità cognitive. Ogni anno proponiamo 130 corsi di lin gue, informatica, cucina, pittura ecc. frequentati da un mi gliaio di partecipanti. Qual è stato l’episodio più bello che ti è capitato da quando lavori per Pro Infirmis? L’incontro personale con i partecipanti ai corsi e gli utenti della scuola di vita autonoma è ogni volta molto bello per me. Un episodio che ricorderò con particolare piacere è si curamente la festa che si è tenuta quest’anno per il tren tennale del circolo di formazione: 200 persone con e sen za handicap si sono godute una bella serata. E qual è stato l’episodio più triste? Per fortuna, in questi anni non è mai capitato qualcosa di realmente grave. Durante i colloqui con i partecipanti ai corsi e con gli utenti della scuola di vita autonoma consta to tuttavia sempre quanto siano alte per loro le barriere poste dalla società e quanto vivano isolati alcuni di loro. L’esigenza di contatto, relazione e partecipazione è molto grande, le possibilità purtroppo sono limitate. Alcune sto rie sono parecchio tristi. Quali sono i tuoi passatempi preferiti? Amo leggere, tanto e in qualsiasi luogo. Cerco di mante nermi in forma praticando sport, di preferenza all’aperto, in acqua o nel bosco. Canto inoltre in un coro, che mi im pegna su tutto un altro piano, molto personale. Qual è la tua città preferita? Più che in città, adoro stare al mare, sia sotto il sole sia sotto la pioggia autunnale. C’è una piccola località in Cala bria in cui mi reco ogni autunno: leggere, fare il bagno, ammirare lo Stromboli… Che cosa auguri al mondo? Il cantautore grigionese Linard Bardill disse una volta du rante un concerto che voleva diventare un militante delle canzoni d’amore. Se tutte le persone fossero innamorate, non avrebbero più tempo e voglia di fare guerre e atti di violenza. Il mio desiderio è che diventi possibile raggiun gere una coesistenza pacifica a livello mondiale, che tutti abbiano cibo a sufficienza e possano seguire la loro via. Che cosa desideri dire ai nostri donatori? Che con le loro donazioni rendono possibile il sostegno alle persone con handicap in situazioni difficili o con esi genze particolari e per questo li ringrazio di cuore. 6 In breve Notizie regionali SH Schaffhausen Rheinfelden Basel Delémont Olten SO JU LU NE ZH: IL CIRCOLO DI FORMAZIONE COMPIE 30 ANNI Anche le persone con handicap men tale hanno diritto alla formazione. Hanno gli stessi interessi degli altri e vorrebbero poter approfondirli. Il primo circolo di formazione di Pro Infirmis ha raggiunto il traguar do dei 30 anni e ha festeggiato assieme a circa 200 persone con e senza handicap. L’ampia offerta di corsi ruota attorno, ad esempio, alla lettura e alla scrittura, all’informatica, alla cucina e al ballo. NE: UNA VITA A CASA INVECE CHE IN ISTITUTO Vivere come tutti! Pro Infirmis desi dera esaudire questo desiderio del le persone in situazione di handi cap. Molte di loro, con leggere disa bilità mentali o psichiche, possono benissimo vivere da sole con un ac compagnamento adeguato. Un ope ratore specificamente formato si reca regolarmente a trovarle e offre il suo sostegno nel disbrigo di atti quotidiani. Pro Infirmis offre ora questa prestazione anche nel Can ton Neuchâtel. VD Prilly GE BE Sarnen OW Thun NW AI Appenzell Pfäffikon SG ZG Stans Bern Fribourg St. Gallen Zug Luzern Zihlschlacht AR Wattwil AG Burgdorf Neuchâtel Amriswil Herisau Aarau Zürich Biel/Bienne La Chaux-de-Fonds TG Winterthur ZH Baden Langenthal Solothurn Yverdon-les-Bains Frauenfeld Liestal Laufen SZ Glarus Brunnen Sargans GL Chur Altdorf UR Ilanz GR FR Samedan Lausanne Sierre Monthey Genève Martigny Sion Brig TI Bellinzona VS Locarno Sedi cantonali Massagno Servizi di consulenza Servizi di consulenza di organizzazioni partner Scuole di vita autonoma GR: 75 ANNI DI PRO INFIRMIS GRIGIONI Celebrazioni all’insegna del movi mento per Pro Infirmis Grigioni! In programma c’erano un percorso per vivere in prima persona le limitazio ni che ostacolano quotidianamente chi si trova in situazione di handi cap, l’intrattenimento musicale dei MiMeMu, un gruppo di disabili, in formazioni e discussioni sul tema della mobilità. L’apice dei festeggia menti è stato il concerto di Marc Sway. VD: ACCESSO ALLA CULTURA Da alcuni anni, Pro Infirmis Vaud è impegnata nella ricerca di soluzioni per migliorare l’accesso alla cultura per le persone in situazione di han dicap. L’offerta «Facilit» è rivolta ai collaboratori dei musei cantonali, a cui i diretti interessati spiegano che cosa è necessario e desiderato, e che cosa andrebbe evitato. A Losan na è così stata sviluppata una carti na che conduce in tutta sicurezza le persone con handicap motori attra verso il Palais de Rumine e i suoi cinque musei. 7 Andreas Pröve Ospite dei beduini Durante un viaggio attraverso i deserti del Vicino Oriente, Andreas Pröve è ospite della tribù nomade dei Beni Sakhr. La tenda piantata sulla sabbia e arreda ta con tappeti e grandi cuscini è molto accogliente. Pentole e tazze sono già predisposte sul focolare posto al centro dello spazio. Ma qui si fa molto più che cucinare. Qui si celebra un antichissi mo rituale: la preparazione del caffè. I miei anfitrioni con il tipico copricapo di tessuto a quadretti rossi e bianchi mi invitano ad accomodarmi. Alla vista della sedia a rotelle, si alza un mormo rio tra i presenti, che soltanto ora si ren dono conto che non sono in grado di camminare. Con le mani sposto le gam be, appoggio i piedi sul tappeto e lenta mente mi lascio scivolare a terra. Tutti continuano a fissare le mie gambe e tentano di capire che razza di perso naggio si sono tirati in casa. Al più an ziano consegno il mio regalo, una con fezione di tè acquistata al mercato di Amman. Senza scomporsi e senza al cun ringraziamento lo accetta. Qui si usa così. Uno degli uomini dà inizio alla cerimo nia del caffè. Soltanto quando l’ospite ha in mano la bevanda di benvenuto si può dare avvio alle chiacchiere. Io ne approfitto per osservare curioso la complicata procedura, che ha inizio con la tostatura di una cinquantina di chicchi sul fuoco. Tutti osservano con espressione solenne, come se la ceri monia avesse un significato religioso. Soltanto i versi dei cammelli coprono di tanto in tanto il tintinnìo delle stovi glie. Mentre il padrone di casa pesta i chicchi in un mortaio, sul fuoco è posta una caffettiera con un lungo collo sotti le, nella quale nel giro di poco tempo il caffè potrà rilasciare tutto il suo aro ma. L’uomo vi aggiunge ancora del car damomo prima di servire la bevanda in piccole tazze di porcellana. Il risultato non è certo qualcosa da mandare giù in un sorso. Questo caffè va centellinato, nella bocca si spande il sapore dell’Oriente, inconfondibilmente asso ciato a questo luogo. Come al termine di una funzione reli giosa, la tensione sparisce. Il capostipi te dà avvio allo scambio di cortesie, af fermando che per lui è un onore avermi suo ospite. Io naturalmente rispondo che l’onore è tutto mio. I presenti vo gliono sapere perché le mie gambe non funzionano. Con grande attenzione seguono la mia descrizione dell’incidente. Esprimendo mi a gesti e suoni, ricreo il momento in cui sono caduto dalla moto. Il mio pub blico ascolta rapito, con gli occhi che si fanno sempre più grandi. Descrivo come ho perso il controllo, come sono andato a sbattere contro il guardrail e quali sono state le conseguenze. I miei ascoltatori seguono attivamente e stor cono il viso pensando al dolore. Convin ti che nell’altamente sviluppata Europa ogni malattia sia guaribile, non capisco no come mai non sia stato possibile ri parare i danni che ho riportato. Io assi curo loro che una vita in sedia a rotelle è assolutamente degna di essere vissuta e può essere persino avventurosa. continua nel prossimo il punto. Andreas Pröve si guadagna da vivere tenendo conferenze e vendendo i suoi libri. Trovate maggiori informazioni al sito www.proeve.com. 8 Le voci dei donatori: grazie a queste persone e a voi possiamo prestare importanti aiuti. «La gioia più grande è di coloro che rendono felici gli altri» Marlies Bertschmann ama condividere con gli altri le sue prelibatezze fatte in casa. Marlies Bertschmann è un’esile settan tenne piena di vita. Le piace stare a casa, dove accoglie con gioia ogni visi tatore. Nel suo appartamento mansar dato hanno trovato posto anche innu merevoli orsetti di peluche. Marlies Bertschmann ama e cerca l’in contro anche con persone di altre culture. Assieme a suo marito, si reca volentieri in paesi lontani per cono scerne gli usi e i costumi. L’anno scor so, con un viaggio organizzato si sono recati in Namibia e prima erano stati in Perù. Dopo aver lavorato per trent’anni come assistente di studio medico, di cui 27 nello stesso posto, oggi si gode il tem po libero. Le piace cucinare, leggere soprattutto biografie, ma anche libri del teologo Hans Küng o della psichia tra Elisabeht Kübler-Ross, fare escur sioni in montagna e sciare. Spesso, riflette sulla destinazione di ciò che lascerà «dopo». Ed è proprio sulla base di questi pensieri che ha deciso di inserire nel suo testamento Pro Infirmis e altre organizzazioni di aiuto, in segno di riconoscenza «per ché sono sana e finanziariamente indi pendente». Pro Infirmis le sta partico larmente a cuore. Sua sorella maggiore si è ammalata di poliomielite da picco la ed è rimasta ipovedente. «Ogni mese, i collaboratori di Pro Infirmis venivano La demenza precoce di mio padre – gli mancavano ancora otto anni alla pensione – ha posto me e la mia fami glia di fronte a innumerevoli incertezze. Il servizio di consulenza di Pro Infirmis Svitto ci ha fornito, nonostante le risor se personali limitate, un sostegno in credibilmente proattivo e competente, sia per le questioni sociali sia per quel le giuridiche. Per noi era molto impor tante sapere che un’istituzione come Pro Infirmis si sente responsabile an che per le persone affette da una rara forma di demenza e sostiene le famiglie nella gestione di questa malattia complessa e impegnativa. Joël Meier, donatore a prenderla nel Giura bernese per por tarla a un pomeriggio di attività ed erano al suo fianco anche per altre questioni.» Queste esperienze hanno dimostrato a Marlies Bertschmann quanto è impor tante stare accanto alle persone in si tuazione di bisogno, non soltanto con i soldi. Anche a lei piace darsi da fare. Con il marito, si reca regolarmente al dormitorio per senza tetto Pfuusbus di Padre Sieber ai margini della città di Zurigo e porta sempre qualche sorpre sa per la quarantina di ospiti. Le bar rette di cioccolato sono particolarmen te apprezzate, ma anche una torta al cioccolato o al limone fatta in casa è sempre la benvenuta. «Dopo essere stata al Pfuusbus rientro sempre con tenta. La gioia più grande è di coloro che rendono felici gli altri», afferma. Kurt Gallus Schmid, responsabile lasciti il punto. N. 1, marzo 2014; appare 4 volte l’anno Redazione ed edizione: Pro Infirmis, casella postale, 8032 Zurigo Tel. 044 388 26 88, fax 044 388 26 00 www.proinfirmis.ch / [email protected] Jacqueline Brunner (responsabile), Stefanie Huber, Ellen Thiele, Gaby Ullrich Ceresa Fotografie: Ursula Meisser, Andreas Pröve Grafica: bartók GmbH, Zurigo Produzione: Prowema GmbH, Pfäffikon Abbonamento annuale: fr. 5.– compreso nella donazione. Conto per le donazioni: CP 80-22222-8