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Vincerà l`ingalostro o la lengalosta?
GARDA E VALSABBIA GIORNALE DI BRESCIA SABATO 13 LUGLIO 2013 GARGNANO SALÒ Tornano in acqua le bisse Visita guidata al palazzo municipale ■ Bisse in acqua questa sera a Gargnano per la quarta regata della «Bandiera del Lago». La manifestazione prevede alle 18 la sfilata a terra con la banda musicale e gli scout con le bandiere dei gruppi bisse del Garda e del Sebino; alle 19 inizieranno le regate; a seguire si terranno le premiazioni degli equipaggi vincitori. ■ Una visita guidata alla scoperta del municipio di Salò, l’antico Palazzo della Magnifica Patria. La propone per oggi l’Amministrazione comunale. Ritrovo alle 17 sotto il portico del palazzo. La partecipazione è gratuita, non è necessaria prenotazione. Il percorso guidato dura un’ora e mezza. Informazioni al 328.3784535. Vincerà l’ingalostro o la lengalosta? Domani la sfida al gioco tradizionale simile alle bocce, noto a Vallio con il primo nome ed a Serle con il secondo. La competizione tra le squadre dei due paesi si svolgerà a Caschino VALLIO TERME Il suo nome già suggerisce qualcosa di magico e di misterioso. Di così misterioso e sfuggente che nei due paesi che lo hanno inventato, a qualche chilometro di distanza l’uno dall’altro, assume una forma diversa, e una diversa pronuncia. L’«ingalostro» (a Vallio), o «lengalosta» (a Serle) è un antico gioco tradizionale, solo di recente riportato alla luce dopo un lungo oblio, grazie alle Pro loco dei rispettivi Comuni. Fino alla metà degli anni Cinquanta, nella contrada serlese di Salvandine era consuetudine festeggiare la Pasquetta in maniera piuttosto insolita: venti uomini, uno per famiglia, si dedicavano a un’interminabile gara di bocce. Ognuno portava consé la propria, di legno e con impresso a fuoco il soprannome con cui era conosciuto. Suppergiù lo stesso avveniva a Vallio, dove ci si sfidava attraverso i campi, utilizzando come sconfinato terreno di gioco la strada o i sentieri acciottolati. Abbiamo parlato di gara di bocce: ma è bene precisare che si trattava di una versione davvero particolare di tale pratica sportiva. Chi si avvicinava maggiormente al pallino conquistava un punto e, insieme, il diritto di impugnare il «testemóne», un lungo bastone decorato. Con questo tra le mani, doveva effettuare il lancio successivo: lancio che si trasformava in un rito curiosissimo e pittoresco, affidato alla bravura e alla fantasia dell’autore. C’era chi tirava con la sinistra, chi da sotto una gamba, chi girando la schiena, accompagnando il lancio con frasi e motti che gli altri concorrenti erano poi tenuti a ripetere correttamente per non incappare in penalità. Il capogioco (ossia il giudice di gara) assegnava un punteggio sulla base della propria insindacabile valutazione sia 25 del tiro che dell’originalità dell’esecuzione. E così si continuava fino a sera inoltrata, seppure con numerose pause ristoratrici con uova sode e salame nelle osterie incontrate per strada. Il premio? Un fiasco di vino rosso, il cui contenuto doveva venire tracannato sul posto dal vincitore. La tradizione dell’ingalostro (o lengalosta), caduta nel dimenticatoio negli ultimi decenni, torna dunque a rinascere. E quale modo migliore per farlo se non attraverso una sfida all’ultimo punto (e all’ultima facezia) tra valliesi e serlesi? L’attesa competizione si svolgeràquest’anno a Vallio. L’appuntamento è per domani, con ritrovo alle 8.30 nel piazzale della frazione di Caschino. Le due squadre, composte da otto giocatori ciascuna, si affronteranno per tutto il giorno lungo un percorso accidentato e ricco di saliscendi. Gran finale con spiedo, degustato con il contorno di musiche e canti eseguiti da suonatori e coristi di entrambi i paesi. Enrico Giustacchini All’aperto ■ Nelle foto alcune immagini di una passata edizione della sfida tra i giocatori di Vallio e Serle. La competizione avviene all’aria aperta, in un’atmosfera di goliardica convivialità che le foto testimoniano BAGOLINO Un libro sull’epidemia di vaiolo del 1832 ■ Sarà presentato oggi alle 17, nella sala polifunzionale di via San Giorgio 5, il volume di Alberto Vaglia «L’epidemia di vaiolo del 1832 a Bagolino». Alla presenza dell’autore ne parleranno gli storici Afredo Bonomi e Ivano Sartor e il direttore della Clinica di malattie infettive di Brescia, Francesco Castelli. Interverrà il sindaco di Bagolino, Gianluca Dagani. TREMOSINE A Voltino festa dedicata ai bambini ■ Domani a partire dalle 18.30 la frazione di Voltino si trasformerà nel villaggio del divertimento «Maramao». Sarà una grande festa per bambini animata da giocolieri, maghi, fachiri, mangiafuoco e saltimbanchi. Non mancheranno pizze, gustosi panini, dolci e gelati. PADENGHE In piazza esposizione di acquerelli ■ Domani dalle 9 alle 13 per la rassegna «Domeniche in centro», il centro storico ospiterà un’esposizione degli acquerelli di Adriana Buggino e dei suoi allievi. Vobarno Eno, l’ex Elementare diventa sala per la comunità All’inaugurazione presenti due dei primi alunni della scuola, aperta nel 1938 e chiusa nel 1987 VOBARNO Un’altra porzione del patrimonio pubblico di Vobarno torna ad essere fruibile. È stato, infatti, inaugurato nei giorni scorsi il restauro dell’ex scuola elementare di Eno, piccola frazione montana distante ben 10 chilometri dal capoluogo, sulla strada che porta al Cavallino della Fobbia e a Treviso Bresciano. «Con questa inaugurazione - ha dichiarato il sindaco Carlo Panzera - si conclude un lavoro e si dà avvio a qualcosa di nuovo. La ristrutturazione del patrimonio pubblico comunale è una scelta culturale: in questi anni abbiamo preferito recuperare e prenderci cura dell’esistente, piuttosto di realizzare opere nuove. Grazie all’interessamento del Consiglio di frazione, del gruppo Scuola di Eno, questo diventerà un luogo d’incontro per questa piccola comunità, ma sarà anche un luogo di cultura e di promozione del territorio montano, con mostre sui prodotti e sulla realtà rurale ancora presente». La scuola elementare, inaugurata nel 1938, era stata chiusa nel 1987. Grazie a un finanziamento europeo, tramite il Gal GardaValsabbia e la Provincia, che ha coperto l’80% delle spese, l’Amministrazione comunale ha ristrutturato a Vobarno la Casa delle associazioni (inaugurata lo scorso anno) e questo edificio di Eno. Un recupero costato 650 mila euro. Per l’occasione è stata allestita, a cura degli abitanti della frazione, la mostra «Él cónose, m’él recorde», con fotografie e oggetti dei lavori di un tempo, che rimarrà aperta per tutto il periodo estivo. Il taglio del nastro (presente anche la maestra in pensione Carla Federici) è stato affidato a due anziani abitanti di Eno che furono i primi alunni della scuola; Olga Maffei e Bruno Battista Tonolini, entrambi del 1929. avs Padenghe Aperto il centro sociale per anziani Gli spazi sono stati ricavati in un appartamento confiscato alla criminalità PADENGHE Ora anche Padenghe ha un centro sociale per gli anziani del paese. Con tanto di sede. Quello del dove collocare il centro sociale era infatti il principale problema che si frapponeva tra il gruppo di ferventi sostenitori dell’iniziativa, capitanati dal cavalier Alessandro Pasini, e l’effettiva nascita del centro. Il problema è stato efficacemente risolto e nei giorni scorsi il sindaco Patrizia Avanzini ha consegnato le chiavi di un appartamento del centro al direttivo. L’appartamento, che si trova nei pressi del parcheggio «La Filza», è recentemente entrato nelle disponibilità del Comu- ne: si tratta di un immobile confiscato alla criminalità organizzata che la Prefettura ha messo a disposizione del Comune per scopi di carattere sociale. È composto da una cucina e un soggiorno, due bagni con tre camere da letto, taverna e garage doppio: sull’appartamento non possono essere purtroppo compiuti interventi di carattere strutturale, che l’avrebbero reso più funzionale, come l’abbattimento di pareti, perché il Comune ne ha l’uso ma non la proprietà, che rimane statale. È la stessa Amministrazione a riconoscere che «non si tratta della soluzione idea- le, ma è pur sempre un buon inizio, almeno per far partire l’aggregazione di persone anziane, che a Padenghe rappresentano circa un quarto della popolazione, e porre le basi per gli sviluppi futuri, magari con una sede più consona». Per il momento il centro sociale è gestito da un comitato direttivo provvisorio composto dal già citato cavalier Alessandro Pasini, dall’assessore Gianluigi Baronio e dal dottor Mario Pizzati: a settembre gli oltre settanta iscritti saranno chiamati ad eleggerne uno effettivo che deciderà orari e iniziative del neonato centro. a. sc. Il taglio del nastro alla ex scuola