Espulso uno jihadista bolzanino «Pericoloso per la sicurezza»
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Espulso uno jihadista bolzanino «Pericoloso per la sicurezza»
Codice cliente: 7821770 BOLZANO E PROVINCIA Corriere dell’Alto Adige Martedì 20 Gennaio 2015 Espulso uno jihadista bolzanino «Pericoloso per la sicurezza» Viveva a Bolzano ma era un attivo sostenitore dell’Isis, al punto da essere classificato come «pericoloso per la sicurezza del Paese» dal ministero dell’Interno che ne ha decretato nei giorni scorsi l’espulsione dall’Italia. Rayen Khan, cittadino pakistano in possesso di regolare permesso di soggiorno e in Italia da tempo, è stato accompagnato all’aeroporto di Malpensa e caricato su un volo che lo ha riportato a Islamabad. Il Viminale ha incaricato le forze dell’ordine bolzanine di eseguire l’ordine e informato le autorità del paese mediorientale dell’arrivo del presunto militante jihadista. Il caso era stato analizzato anche in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che aveva analizzato e fatto il punto proprio sui soggetti presenti in Alto Adige che potessero rientrare nelle categorie ritenute pericolose per la sicurezza dello Stato, magari anche in quanto «foreign fighters». Sui dettagli dell’operazione e del delicato lavoro di intelligence che hanno portato all’espulsione del giovane residente a Bolzano vige tuttora il massimo riserbo, ma di seguire e di supervisionare il processo – oltre che naturalmente a inviare la prima segnalazione al Viminale la presenza del soggetto sul territorio provinciale – si sono occupati gli uomini della Questura di Bolzano. Sul suo profilo Facebook il bolzanino-pakistano Rayen Khan aveva messo co- La comunità pakistana prende le distanze «Quell’uomo non c’entra con la nostra associazione» Trasporti Bus a idrogeno La flotta provinciale sarà ampliata BOLZANO È passato più di un anno da quando il primo autobus alimentato ad idrogeno ha iniziato a circolare lungo il percorso urbano della linea 10A di Bolzano: dalla stazione a Gries, per poi proseguire verso l’ospedale, la zona industriale e Oltrisarco prima di fare ritorno al punto di partenza. «L’esperienza maturata — sottolinea l’assessore Mussner — conferma la bontà della scelta: sono silenziosi, offrono le stesse prestazioni degli autobus tradizionali, e hanno un impatto ambientale nullo». I bus alimentati a idrogeno sono lunghi 12 metri, con un «pieno» riescono a coprire circa 350 chilometri, e il carburante è fornito dal Centro per l’idrogeno di Bolzano Sud. L’Unione europea per i prossimi cinque anni ha deciso di stanziare cinque miliardi proprio per lo sviluppo e la diffusione dell’idrogeno. Cercheremo di drenare più risorse possibili per l’Alto Adige — conclude l’assessore provinciale — e a partire dal 2017 contiamo di acquistare una nuova flotta di mezzi a idrogeno da utilizzare non solo nei percorsi urbani, ma anche in quelli extraurbani». © RIPRODUZIONE RISERVATA BOLZANO La comunità pakistana prende le Estremista Il profilo Facebook di Rayen Khan con la sua fotografia e sullo sfondo la bandiera simbolo dell’Isis. Sarebbe stata proprio questa immagine, insieme alle frasi postate da Khan sui social, a far scattare l’attenzione della questura e l’espulsione del Viminale me sfondo la bandiera dell’Isis e si era fatto notare per aver postato commenti inneggianti all’Islam – spesso in un italiano non privo di errori – sulla pagina Facebook (ora oscurata) «Musulmani d’Italia» oltre che per aver postato contenuti che si rifanno alla dottrina whaabita, ritenuta una delle più estreme nell’Islam. «Non centra Isis o al Qaeda, ma dei musulmani Via dall’Italia Il ministero ha incaricato le forze dell’ordine di trasferirlo a Islamabad che si son sentiti provati dalla (...) blasfemia di questi pazzi che continuano a offendere il Profeta con la scusa della libertà di espressione» aveva scritto Khan. Il giovane pakistano era stato oggetto di alcuni articoli di stampa prima sul quotidiano «Il Giornale» e poi sul periodico «Panorama», in cui lo si indicava come uno dei soggetti ritenuti problematici per i propri commenti estremisti. Alla fine è stato lo stesso Interno a decretarne la pericolosità e a sancirne l’espulsione. Infatti Rayen Khan fa parte dei nove jihadisti espulsi dalla fine di dicembre cui ha fatto riferimento domenica il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Si tratta BZ Le reazioni Il pakistano Rayen Khan fra i nove guerriglieri rimpatriati dal Viminale BOLZANO 5 di cinque tunisini, un turco, un egiziano, un marocchino ed un pakistano, cioè il bolzanino Rayen Khan. Tutti con regolare permesso di soggiorno, erano residenti da anni in Italia. Per nessuno di loro c’erano reati da contestare. Il Viminale ha scelto la via di allontanarli dal Paese per motivi di sicurezza nazionale, in accordo appunto con gli Stati di provenienza. Attualmente sono 59 i foreign fighters nostrani attenzionati dal ministero, mentre i sospetti jihadisti tenuti d’occhio «sono molti più dei cento» di cui hanno dato conto alcuni media, ha detto Alfano. Silvia Fabbi distanze da Usman Rayen Khan, il presunto jihadista bolzanino rimpatriato ieri dal Viminale. «Non lo conosco, la nostra associazione non è religiosa. Certo quando ci riuniamo preghiamo anche ma Jinnah nasce come punto di riferimento per tutta la comunità pakistana. Con l’Isis non c’entriamo nulla, ci ritroviamo per celebrare la nostra festa nazionale» spiega Anwar Shahid, presidente di Jinnah e punto di riferimento della comunità pakistana. Cade dalle nuvole anche Talib Hussein per tanti anni collaboratore della Caritas. «Non mi dice nulla questo nome». Il Pakistan è uno dei fronti chiave nella lotta al fondamentalismo islamico. I predicatori wahabiti generosamente finanziati dagli Stati arabi hanno ormai esteso la loro influenza fuori dall’Afghanistan e il Pakistan è il primo a farne le spese. Le reti organizzative dei salafiti sono arrivate fino a Bolzano dove risiedeva Usman Rayen Khan. Il suo ruolo è presidiare i social network dove postava in continuazione messaggi inneggianti all’islam. Condivide pagine contro gli sciiti dell’Iran, i messaggi del predicatore salafita britannico Abu Waleed e teorie del complotto giudaico massonico. Ma accanto alle citazioni del Corano e alle attestazioni di solidarietà alla Palestina c’erano messaggi molto più aggressivi inneggianti al Isis o semplici condivisioni dei post di Muhammad al Adnani, portavoce dello Stato islamico del Levante. Il brodo di coltura è quello wahabita, l’ideologia nata dal predicatore settecentesco Muhammad ibn Abdul Wahab, l’iman saudita che da oltre due secoli ispira i fondamentalisti di tutti i Paesi. Chiusura totale alla cultura occidentale e alle sue scoperte, applicazione letterale della sharia e sopratutto nessuno spazio all’interpretazione delle norme. Non è chiaro se Rayen Khan abbia anche collaborato al reclutamento di jihadisti ma il Viminale ha giudicato pericolosi i suoi messaggi e lo ha messo alla porta. M. An. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Inchiesta «Black Energy» Dolzan ottiene i domiciliari Verso il voto Democratici senza soldi Comunali, i candidati dovranno pagare Il dirigente Edison Energia ammette l’emissione delle fatture la campagna elettorale Ha ottenuto gli arresti domiciliari Renzo Dolzan, il dirigente (ora demansionato) di Edison Energia arrestato alla fine di dicembre con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture false nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere i tre bolzanini Antonio Paolo Waldner, 67 anni, Franco Trenti, 57 anni e Remo Prati, 67 anni insieme a Mario Marocco, torinese di 61 anni. Nei giorni scorsi proprio a Dolzan è stato notificato un ulteriore provvedimento di custodia cautelare in carcere relativo alla contestazione del reato-fine – l’emissione di fatture false – contestato sulla base delle dichiaraBOLZANO Renzo Dolzan (foto), 49 anni, responsabile della funzione «Clienti territoriali» della Edison Energia Spa. L’uomo si trova in carcere dal 29 dicembre scorso in seguito all’inchiesta «Black energy» relativa a false fatture zioni rese in carcere dagli altri tre presunti appartenenti all’associazione per delinquere, che nel frattempo hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Solo Dolzan era rimasto in carcere, proprio in virtù di questo secondo provvedimento notificatogli alla fine sella scorsa settimana. Ieri è stato interrogato dal giudice Emilio Schönsberg, che al termine delle oltre tre ore di deposizione gli ha comunque concesso gli arresto domiciliari, anche in forza del provvedimento con cui il Tribunale della Libertà gli concedeva gli arresto domiciliari in relazione alla prima misura cautelare a suo carico. Dolzan ha ammesso di aver emesso le fatture come contestato dalla Procura, ma ha tuttavia precisato che quelle fatture non riguardavano operazioni inesistenti bensì pagamenti di corrispettivi per prestazioni relative a intermediazioni. «Le dichiarazioni di Dolzan sono state importanti dal punto di vista del chiarimento che esse hanno fornito agli inquirenti. Tuttavia contestiamo il reato associativo, che a nostro avviso non ha ragion d’essere perché presupporrebbe la consapevolezza dei presunti appartenenti di far parte di un meccanismo precisamente finalizzato, cosa che non esiste» spiega l’avvocato Stefano D’Apolito. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tribunale dei minori La vittoria di un genitore: «No all’insegnante di sostegno» BOLZANO «I giudici del Tribunale dei minorenni di Bolzano chiamati a decidere sul percorso scolastico di un bambino hanno emesso un decreto che garantisce il suo diritto all’apprendimento». A cantare vittoria è il padre del bambino, del quale non forniamo ulteriori dati per tutelarlo in quanto minorenne. Il piccolo frequentava fino al giugno scorso la scuola elementare in un paese della provincia di Bolzano, dove viveva affidato alle cure della madre. Qui aveva un insegnante di sostegno che ad avviso del padre era superfluo in quanto «mio figlio è molto intelligente e ha molta memoria» spiega il genitore. Al diniego del preside di accettare un certificato medico non proveniente dallo psicologo della zona, nonché di rinunciare a dare al piccolo voti «falsificati» al rialzo assegnatigli sulla base del fatto che si riteneva che il bimbo avesse problemi cognitivi il padre si è rivolto al tribunale che gli ha dato ragione. Ora il piccolo vive con il padre che nel passaggio alla scuola media l’ha iscritto in un altro istituto ed è riuscito a far valere così il diritto del bambino a un autentico apprendimento. A dare notizia della sentenza è il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus di Bolzano. © RIPRODUZIONE RISERVATA BOLZANO Il Pd è senza soldi per la campagna elettorale. Nel vertice di domenica non è stato trovato un accordo sul contributo da chiedere agli eletti dunque i candidati dovranno pagari la campagna elettorale da soli. Con il taglio del finanziamento pubblico ai partito, il Pd altoatesino è rimasto senza il becco di un quattrino. Per pagare i debiti contratti per la campagna elettorale delle provinciali è stato accesso un mutuo garantito dalle fidejussioni di Christian Tommasini e Roberto Bizzo. Ora però per le comunali non c’è più nulla. Nelle casse del partito sono rimasti 7mila euro che non bastano nemmeno per stampare i manifesti. Per tentare di trovare una soluzione la segretaria Liliana Di Fede ha riunito gli eletti domenica scorsa ma non si è riusciti a trovare un’intesa. Tra i pocho ad aver dato la disponibilità a versare un contributo straordinario c’è la deputata Luisa Gnecchi che però non vuole essere la sola a pagare. Di fronte al rifiuto degli altri anche l’onorevole si è tirata indietro. A questo punto saranno i singoli candidati a doversi accollare le spese per la campagna elettorale. Manifesti, santini e altre eventuali iniziative dovranno essere pagati dai singoli. Il partito non potrà sostenere nessuno. Ma la campagna elettorale è solamente uno dei problemi. Senza il finanziamento pubblico il Pd infatti rischia anche di dover chiudere dei circoli e magari anche ridurre il personale stipendiato dal partito. Una situazione difficilissima per i democratici. La frattura tra l’ala vicina a Christian Tommasini e quella che fa capo a Roberto Bizzo di certo non aiuta. Anzi in vista della formazione della lista per le comunali di maggio lo scontro pare destinato a riaccendersi visto che ogni cordata punterà a sostenere i suoi. M. An. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL FATTO 11 Martedì 20 gennaio 2015 il Giornale __ GUERRA IN EUROPA Italia in pericolo Passaporto ritirato ai sospetti jihadisti In arrivo un decreto: pene più dure per i «foreign fighter». E Renzi rivela: «Fatte operazioni antiterrorismo con altri Paesi» Anna Maria Greco Roma Controilterrorismosono «ineludibili»nuovemisure.Parla della «crescente» minaccia dei fanatici islamisti il ministro dellaGiustizia Andrea Orlando, nellarelazioneallaCamerasullo stato della giustizia. E anticipaalcunideipuntifondamentali del ddl che oggi arriverà in Consiglio dei ministri. Non è esclusoche possa uscirne sotto forma di decreto, vista l’urgenza.Comunque,rivelainseratail premier a Quinta Colonna, la macchina della sicurezza è già attiva: «Ci sono state – ha detto Renzi–almenounpaiodioperazioni» condivise dall’Italia «con i servizi segreti degli altri Paesi». Operazioni di cui non si è ancora avuta notizia. Orlandoprecisachel’Italiadeve rafforzare gli strumenti «di prevenzione e repressione». Innanzitutto, devono essere «selettivi e stringenti i controlli sui materialichepotrebberoessere usati per attentati» e devono essere rafforzati gli interventi per individuare e bloccare «gli stranieri combattenti». Sono i foreign fighters, numero stimato «fra i3ei 5mila», riferiscedaBruxelles il titolare degli Esteri Paolo Gentiloni,dopolariunioneconi colleghi europei. In 9 sono stati espulsi dall’Italia a fine anno, ha già annunciato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Siparladiloronelddlantiterrorismo che oggi sarà discusso a Palazzo Chigi: per i foreign fightersprevistepenefinoa10anni;ilritirodelpassaportoperisospetti; reato ad hoc per punire chi organizza viaggi di combattenti; possibilità di oscurare siti webjihadisti;strettasugliesplosivie procura nazionale antiterrorismo. Della sua istituzione parla Orlando a Montecitorio. Sarebbe sull’esempio di quella antimafia o proprio allargando questa, per rendere più specializzate ed efficaci le indagini. E per il ministro serve anche una procuraalivelloeuropeo,percoordinare le azioni antiterrorismo degli Stati Ue. «Sul piano dellaefficaciadeglistrumentidi repressione-diceOrlando-,apparecondivisaematural’ideadi introdurre strumenti centralizzati di coordinamento delle in- vestigazioniinmateriaditerrorismo». Dopo la strage di Parigi, il ministroavevaspiegatocheilgovernopensa,comepuntodipartenza, al ddl presentato alla Camera dall’onorevole Stefano Dambruoso, già magistrato espertoinquestocampo,perattribuire alla procura nazionale antimafia anche competenze antiterrorismo. Sembra che si duazione di un interlocutore unitario ed adeguatamente informatosulfrontedellacooperazione giudiziaria internazionale». Lalottacontroorganizzazioni come Isis e Al Qaida, ma anche controisolatigruppiperilJihad, rende necessario uno sforzo congiuntodeiPaesidelVecchio continente. Le resistenze alla MINISTRO Andrea Orlando, titolare della Giustizia, ha annunciato un giro di vite nei confronti dei militanti islamisti in Italia PRIVACY O SICUREZZA Lotta a Strasburgo per consentire il controllo delle liste passeggeri vada, dunque, verso il raddoppio dei poteri della Dna guidata da Franco Roberti, che ieri ha raccomandato: «Tenere alta la guardia». «Una scelta di questo tipo-spiegailGuardasigilli-appareanchefunzionaleall’indivi- l’inchiesta cessionedibranidisovranitànazionale e di privacy personale nonmancanoeinfattidal2011è fermaall’EuroparlamentoladirettivaPassenger namerecord, che istituisce un database sui viaggiatoridellecompagnieaeree. Ieri i ministri degli Esteri Ue ne hanno sollecitato lo sblocco e l’alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini ha parlato di«forteappello»all’Europarlamento.L’Italia, conferma Gentiloni,spingeperlo«scambiodi informazioni tra l'intelligence dei Paesi Ue». Ma anche con i Paesimusulmani«sensibili»comeTurchiaedEgitto, precisala Mogherini. Non sarebbe in discussione il trattato di Schengen perla liberacircolazione in Europa: «Invece - dice il ministro - bisogna rafforzare i controlliallefrontiereesterneeuropee». LO RIVELA «PANORAMA» Rispedito in Pakistan Fingeva di essere un «analista» L’unico pachistano fra i nove sospetti jihadisti espulsi dalla fine dell’anno dal ministro dell'Interno, viveva in una zona vicina a Bolzano. Il suo nome è Rayen Khan e si spacciava per «analista» del Medio Oriente. Gli agenti della Digos lo hanno accompagnato nei giorni scorsi all’aeroporto di Malpensa imbarcandolo su un volo verso il Pakistan. Nel numero di «Panorama» in edicola si rivela che Khan commentava così, in rete, con un italiano non perfetto, gli attacchi del terrore in Francia: «Non centra Isis o al Qaeda ma dei musulmani che si son sentiti provati dalla (…) blasfemia di questi pazzi che continuano a offendere il profeta con la scusa del libertà di espressione». E sulla sua pagina Facebook usava come copertina la bandiera nera dell'Isis giustificando il Califfato. Un fenomeno sottostimato Le italiane di Allah che inneggiano alle stragi Fausto Biloslavo Un’altra musulmana naturalizzata nel nostro Paese avrebbeaderitoallaguerrasanta in Siria, ma su Facebook sono decine le «jihadiste» d’Italia, almeno a parole. Estremiste,nonterroriste,pronteapubblicare la faccia di Hitler con una frase sullo sterminio degli ebrei lodandola in nome di Allahoppurelafotodiaitantimilizianiislamiciarmatiesorridenti, che raccolgono tanti «ti piace». E 14, in gran parte donne, apprezzanolafotodiunneonatoconlabandananeradell’Isis. LaprocuradiMilanostaindagando non solo su Maria Luisa Sergio, alias Fatima, la prima convertitaitalianapartitaperla Siria. Il quotidiano la Stampa ha rivelato che ci sarebbe una seconda lady Jihad o aspirante tale.In realtà nonsi tratterebbe diun’excristiana,madiunagiovane ventenne di origini arabe, naturalizzatainItalia.Laragazzinasiè«convertita»alradicalismoislamicoostentandolonel- PROPAGANDA 24 ORE AL GIORNO Il Califfato lancia la sua tv on-line: ci sarà il reporter inglese prigioniero Unpalinsestofatto direportagee programmidireclutamento: èl’ultima iniziativa dello Stato Islamico (Isis) che, nell’ambito della sua aggressiva strategia mediatica, ha annunciato il lancio di un canale televisivo online di informazione. Gli jihadisti manderanno in onda alcuniserviziapuntategiratidall’ostaggiobritannicoJohnCantliee il programma settimanale «Tempo per reclutare». Come ha riferito il quotidiano«Independent»larete,dicui giàgiraunpromo,dovrebbe trasmettere24oresu 24e chiamarsi«Emittente delCaliffatoIslamico». Gli jihadistisunniti di Abu Bakr al-Baghdadi già gestiscono «alBayan», stazione radiofonica che trasmette da Mosul, e la stazione televisiva satellitare «Tawheed» in Libia, ma finora non si erano mai cimentati in un notiziario rivolto a un pubblico internazionale. Sono decine tra immigrate e convertite: mandano baci ai guerriglieri e lodano Hitler NAZISMO ISLAMICO Un ritratto con citazione di Adolf Hitler, apprezzato in quanto sterminatore di ebrei Nella immagine piccola, la bandana dell’Isis sulla fronte di un neonato l’abbigliamentoenelleabitudini. E sarebbe partita dalla zona di Milano verso il Califfato. Non solo gli uomini sono prontiallaguerrasanta,ma anche numerose donne che vivono da noi, comprese diverse convertite. In rete nemmeno nascondanolaloroderiva jihadista.IlnumeroinedicoladiPanorama pubblica un post agghiacciante di Naima Ahmeti, che secondo il profilo FacebookvivrebbeaSanDonatoMilanese. «Spero con tutto il cuore che Allah accolga nella sua grandissima misericordia i nostri 3 fratelli uccisi in Francia» scriveil10gennaio,inbuonitaliano, poche ore dopo la morte dei terroristi di Parigi. E imploraAllahche«proteggatuttiinostrijihadisti»contantodicuoricini fra le parole, come riporta Panorama. All’uscita del settimanale il postèstatocancellato,masulla sua pagina Naima, postava lo scorso luglio, il faccione di Hit- lerconunafrasetremendaattribuitaaldittatoretradottaintraballante italiano: «Avrei ucciso tutti gli ebrei del mondo ma ho tenutounpo’permostrareperché li ho uccisi». KhalifaEladlascrivenellanostralingua«infatti hafattomoltobene» eNaima, chesi propone con il volto coperto dal velo, rispondeinarabo«sialodatoAllah». Layla Noor, che sarebbe di Crema, risponde: «Io sono la prima che ucciderei con le mie mani ognuna delle bestie che stasterminandolenostrefamiglie» e poi incolpa gli israeliani sionisti. Sulle pagine Facebook delle musulmane radicali vengono postate immagini di ragazzoni sorridenticonilfucilemitraglia- tore in mano, che combattono su qualche fronte della guerra santa.Uno vestitodi neropiace a diverse donne come Alessia Gervasi, che vive a Roma, o la giovanissima Ikram Tajiri, almeno nella foto su Facebook. La ragazzina ieri scriveva in buon italiano sulla sua pagina: «Fratelli e Sorelle diAllah (cuoricino) per un qualche motivo che nemmeno io conosco la mia pagina “Tutti insieme verso Al-Jannah” (il giardino del paradiso islamico, nda) è stata rimossa... dicono che non accettaglistandard(sull’estremismo di Facebook, nda) anche se io e un'altra ragazza pubblicavamo solo Ahadith (frasi e azioni del Profeta, nda) cmq oranehofattaunanuovaconlo SU FACEBOOK Fioccano i «like» per la foto del neonato con la bandana del Califfato PREGHIERA «Allah accolga nella sua misericordia i nostri tre fratelli uccisi a Parigi» stesso nome». Un altro «mi piace» al guerrigliero islamico arriva da Rahma Bellabes, che scrive in perfettoitaliano,maadessovivrebbe a Londra. Il 16 ottobre aveva postato la foto di un neonato con una bandana dell’Isis riscuotendo 14like, in gran parte dadonnemusulmaneconvertite e non che stanno in Italia. DianaKauther,daParigi,che pubblicalabandieradelCaliffato, si è scatenata contro l’Occidente nei giorni dell’attacco a Charlie Hebdo. «Unici fascisti e criminali siete voi che andate inaltri paesi(ad)ammazzarela gente con la scusa più schifosa almondodella“democraziaelibertà!!!! - scrive in italiano rispondendo a chi prevede lo scontro di civiltà - Al suo posto non sarei così contento della guerra che arriverà e che purtroppo per la sua ignoranza i musulmanivincono,legailQuran così avrà paura dei tempi che arriveranno».