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Come contrastare il
declino del sistema
universalistico provocato
dalla spending review?
pagina 11
Tra dossier formativo
e bonus: le novità
del sistema Ecm
pagina 17
Il contributo degli specialisti
ambulatoriali alla rete
ospedaliera della Campania
pagina 19
Anno XIV numero 6| 2014
6
Bimestrale d’informazione
2014
SOCIETÀ ITALIANA
DI FORMAZIONE PERMANENTE
PER LA MEDICINA SPECIALISTICA
medicalnetwork
Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma
L A R I V I S TA D E L M E D I C O S P E C I A L I S TA A M B U L AT O R I A L E
GIURISPRUDENZA
Riconosciuto il diritto ad un emolumento
forfetario aggiuntivo per lo svolgimento
dell’attività esterna
Lo stabilisce con sentenza il giudice del lavoro di Bologna, accogliendo il ricorso di una
dottoressa contro la sua Ausl, applicando quanto disposto dall’articolo 32 dell’Acn
indice
EDITORIALE
ATTUALITÀ
Lala: “Futuro del Ssn è incerto. Manca la programmazione”
a cura della redazione
“Per lo svolgimento dell’attività esterna lo specialista ambulatoriale
ha diritto ad un emolumento forfetario aggiuntivo”
Come contrastare il declino del sistema universalistico
provocato dalla spending review?
a cura di Margherita Rizzato, Christian Cugini,
Federica Fiorese, Francesco Rocco
La salute oltre il muro
di Angelica Franzoso
Tra dossier formativo e bonus: le novità del sistema Ecm
di Antonello Sanò
È nata la Guida ai Servizi Sumai Assoprof
di Piero Bergamo
Il contributo degli specialisti ambulatoriali
alla rete ospedaliera della Campania
a cura di Luigi Sodano, Vincenzo Tammaro
Tram del cuore
a cura della redazione
La signora della lampada
di Vincenzo Ciruzzi
Progetto per la diagnosi e la cura delle sordità infantili in Perù
di Riccardo Gabriele Ferretti
info
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medicalnetwork
LA RIVISTA DEL MEDICO
SPECIALISTA AMBULATORIALE
4
Direttore responsabile
Roberto Lala
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Consulenza redazionale
Edizioni Health Communication Srl
Via Vittore Carpaccio 18, 00147 Roma
Telefono 06.594461 Fax 06.59446228
e-mail: [email protected]
Coordinatore editoriale
Stefano Simoni
Hanno collaborato
Luciano Fassari, Giuseppe Nielfi,
Paolo Quarto, Stefano Simoni,
Luigi Sodano
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Impaginazione
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Editore
Sumai - Via Lamaro, 13 00173 - Roma
Telefono 06.2329121 - fax 06.23219168
Pubblicità
Edizioni Health Communication Srl,
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Registrazione al Tribunale di Roma
n.446 del 22.10.2001 Roma
Sped. abb. post. - DL 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1,
comma 1, DCB Roma
Diritto alla riservatezza: “Medical Network”
garantisce la massima riservatezza dei dati
forniti dagli abbonati nel rispetto della
legge 675/96
Stampa: Union Printing - Viterbo
Finito di stampare
nel mese di dicembre 2014
Costo copia € 2,00
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medical network 2 | 2008
editoriale
I più e i meno
di un 2014 dalla
doppia faccia
ROBERTO LALA
Segretario Generale Sumai
ari colleghi,
l’anno che ci lasciamo alle spalle, per la sanità, ha avuto a mio
avviso due facce, da un lato, nella prima parte, ci sono stati importanti
passi in avanti, come per esempio la sottoscrizione del Patto per la
Salute e l’apertura delle trattative per il rinnovo dell’Accordo collettivo
nazionale, negli ultimi mesi, invece, il dipinto ha preso dei colori
opachi che hanno oscurato i risultati raggiunti del primo semestre. In
prima battuta penso all’ennesimo intervento economico sulla sanità
nella Legge di Stabilità. A prescindere dalle cifre, altri tagli non so
quanto siano ancora sopportabili dal sistema, anche perché come ben
sapete il nostro Ssn ha bisogno come non mai d’investimenti, penso al
personale, alle strutture, alle nuove tecnologie solo per fare alcuni
macro esempi. Ma, soprattutto, stiamo vedendo già oggi i risultati
negativi delle decurtazioni degli scorsi anni: persone che non si curano
più o si rivolgono al privato, zero programmazione, personale
demotivato e preoccupato, con il precariato che ormai è una prassi.
Come dicevo, il filo del dialogo tra Governo e Regioni, che sembrava
essersi riannodato grazie al lavoro fatto sul Patto, ha invece subìto una
brusca frenata con la Legge di Stabilità e ciò ha comportato, nei fatti,
una paralisi. I provvedimenti sul Patto procedono infatti, a rilento, o
sono fermi, e l’attività parlamentare è praticamente ridotta a lumicino
(per esempio mi viene in mente il ddl sulla Responsabilità professionale
di cui si sono perse le tracce). E la stessa situazione purtroppo si
registra sul tavolo del rinnovo dell’Acn dove in questi mesi non è stato
il dialogo costruttivo a farla da padrone. In questo scenario desidero
anche ricordare, con sdegno, quanto accaduto durante gli ultimi test
per le scuole di specializzazione. Un caos che sicuramente non
rappresenta un buon biglietto da visita per tutti i giovani colleghi che
si avviano alla professione. Un evento caotico, dunque, che segnala
ancora una volta come sia urgente mettere mano alla questione della
formazione medica. In questi mesi abbiamo denunciato e analizzato gli
scenari futuri rispetto al fabbisogno dei medici specialisti nei prossimi
anni (se continua così rischiano di mancare all’appello nei prossimi 5
anni almeno 5.000 professionisti) e, sul tema della convenzione,
abbiamo elaborato le nostre linee guida su Uccp e su Aft. Una grande
accelerazione, poi, è stata data anche a tutto il pacchetto di servizi
(raccolti in una vera e propria guida ad hoc) per gli iscritti SumaiAssoprof (dalle consulenze, all’Ecm, passando per le convenzioni sulla
Rc professionale e la nuova applicazione per smartphone e tablet).
Inoltre, desidero anche segnalarvi come sia partito il progetto Sumai
Giovani allo scopo di affrontare, di petto, le problematiche e le criticità
che riguardano i giovani specialisti ambulatoriali.
C
medical network 6 | 2014
3
SPECIALE POST CONGRESSO
SPECIALE POST CONGRESSO
attualità
a cura
della redazione
4
Lala: “Futuro del Ssn è incerto.
Manca la programmazione”
“Per difenderlo occorre cambiarlo, il Servizio sanitario, a
partire dallo sviluppo del territorio e non con i soliti tagli”.
Questo il senso dell’intervento del Segretario generale del
Sumai, Roberto Lala, durante i lavori del 47° congresso
nazionale svoltosi a Perugia
A
Perugia si è svolto il 47°
Congresso nazionale del Sumai-Assoprof con sullo
sfondo la domanda “quale futuro
per la sanità?”. A quest’interrogativo
ha cercato di dare una risposta il segretario generale del sindacato, Roberto Lala, il quale nella sua consueta relazione ha affermato che “se
vogliamo essere realistici e intellettualmente onesti dobbiamo dire che
il futuro appare difficile, incerto,
minacciato da troppi carichi che un
sistema minato in più punti difficilmente riuscirà a sopportare, a meno
che non si intervenga con decisione,
scegliendo di difenderlo”
Per Roberto Lala difendere il Ssn
pubblico vuol dire inevitabilmente
“cambiarlo, adeguarlo alle nuove
priorità, renderlo più efficiente: l’indirizzo, unanimemente riconosciuto,
è nello sviluppo dell’assistenza sul
territorio, anche se ancora troppo
poco è stato realizzato”.
Cambiamento su cui si è detta d’accordo anche la ministra della Salute,
Beatrice Lorenzin, la quale in un
messaggio inviato al Congresso ha
ribadito che la sanità “si trova in
medical network 6 | 2014
una fase di profondi mutamenti e –
nel quadro generale – le tematiche
in questione rivestono una fondamentale importanza come l’esigenza
di percorsi assistenziali nuovi, basati
su un approccio multidisciplinare
del paziente, volto a promuovere
meccanismi di integrazione delle
prestazioni sanitarie e sociali, al fine
di garantire l’efficacia della continuità delle cure”.
Primo cambiamento di carattere
strategico è quello del ruolo dell’ospedale “che – ha aggiunto Lorenzin – dovrà perdere le caratteristiche di generalismo per diventare
sempre di più specializzato e tecnologicamente attrezzato per la cura
delle malattie acute”.
Dunque l’obiettivo, sempre secondo la ministra “è quello di costruire e garantire un’offerta adeguata
sul territorio, il più vicino possibile
al domicilio, in grado di rispondere
ai nuovi bisogni di assistenza e di
agire come strumento di controllo
sulle eventuali riacutizzazioni o
complicanze, spesso causa di inappropriati accessi a servizi di urgenza”.
Perché, sono sempre le parole della
ministra le cure primarie “rappresentano il primo livello di contatto
delle persone, della famiglia e della
comunità con il Servizio sanitario
nazionale, che ha un ruolo centrale
nel promuovere e tutelare la salute
del nostro Paese. Sono certa che
l’occasione potrà rappresentare
un’opportunità utile, dalla quale
emergeranno in merito interessanti
argomentazioni”.
IL CAMBIAMENTO NECESSITA DI
PROGRAMMAZIONE
Quindi cambiamento del Ssn per
difenderlo a partire dal territorio.
Ma il cambiamento affinché sia sostenibile, essendo in presenza di un
sistema complesso come la sanità,
ha sottolineato ancora il segretario
del Sumai-Assoprof, è necessaria,
anzi essenziale “la programmazione, che comporta di utilizzare al
meglio le risorse disponibili, riducendo gli sprechi. Sappiamo, ormai
da anni, che la nostra popolazione
sta complessivamente invecchiando
e che dunque questo cambia la domanda di salute. Ora però non si
può più aspettare, perché una risposta sbagliata comporta un insostenibile spreco di risorse, che non
ci possiamo più permettere. Alla
cronicità si risponde al meglio con
una rete territoriale, nella quale gli
specialisti ambulatoriali, come ampiamente dimostrato in numerose
realtà, possono dare un apporto essenziale, garantendo standard qualitativi avanzati in condizioni di
prossimità”.
“Per centrare questo obiettivo –
ha specificato Lala - in sede di rinnovo dell’Accordo Nazionale siamo pronti a sostenere la nostra
parte di sacrifici anche se siamo
certi che un ulteriore blocco dei
contratti rappresenti esclusivamente l’ennesima soluzione tampone necessaria a rimediare agli
innumerevoli sprechi dovuti a
scelte sbagliate”.
TITOLARITÀ DELLE SCELTE IN
SANITÀ
Ma il problema per Lala è anche
su chi ha oggi la titolarità delle
scelte in sanità. “La possiede lo
Stato centrale o le Regioni? Può,
un piccolo Paese come il nostro,
rinunciare ad una programmazione
su scala nazionale in materia di sanità? Chi definisce il numero di
medici da formare nelle diverse
specializzazioni, il numero di posti
necessari nelle strutture di eccellenza, i parametri per il sistema dei
servizi territoriali? Affidarsi in maniera esclusiva alla dimensione regionale si è rivelato per alcuni
aspetti un errore. Se infatti le amministrazioni locali hanno il vantaggio di essere più aderenti al territorio e alle sue peculiarità, la
mancanza di un quadro nazionale
di riferimento produce fatalmente
duplicazioni o carenze, comunque
diseconomie assolutamente insostenibili”.
INVESTIRE IN TECNOLOGIA E
RISORSE UMANE
“La situazione economica del Paese
– ha concluso - è grave: come sempre, si fa appello alla responsabilità
dei professionisti chiedendo loro di
fare i sacrifici necessari ad affrontarla.
Si dimentica però che il Servizio
sanitario nazionale è stato sottoposto negli anni a inefficaci e deleteri interventi che lo hanno portato sull’orlo del collasso: cosa è
stato fatto se non tagliare le prestazioni e i posti letto, bloccare il
turnover e aumentare i ticket? Non
credo siano questi gli strumenti per
risolvere il problema. Al contrario
si deve investire in tecnologia e risorse umane. E le risorse umane
non possono certo essere professionisti precari, giovani e non più
giovani, costretti a lavorare troppo
spesso in condizioni indecorose.
Vogliamo credere e confidare in
quanto indicato nel Patto per la salute. Il nostro impegno è chiaro,
non tanto nelle mie parole, quanto
nel lavoro che abbiamo svolto negli anni come sindacato: concrete
azioni che non mirano unicamente
alla difesa della categoria ma che
strategicamente puntano a costruire un futuro certo per la nostra sanità, per i milioni di cittadini che
vi si rivolgono e per le migliaia di
professionisti che, con grande fatica, vi operano”.
medical network 6 | 2014
SPECIALE POST CONGRESSO
attualità
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SPECIALE POST CONGRESSO
attualità
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ENPAM “NUMERI SONO IN
SICUREZZA, MA DAL PROSSIMO
ANNO AGIREMO SULLA LEVA
CONTRIBUTIVA”
Di natura diversa, e non poteva
esser altrimenti, l’intervento di Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, il quale parlando dell’ente di
previdenza ha subito teso a rassicurare dicendo che i “numeri sono
in sicurezza, ma dal prossimo anno agiremo sulla leva contributiva”. Oliveti è passato quindi a fare
una carrellata delle iniziative che
la Fondazione da lui presieduta sta
portando avanti. Il senso del suo
intervento, come detto, ha teso a
tranquillizzare sulla tenuta dell’Enpam esponendo dati sul bilancio rassicuranti ricordando però
anche la necessità dell’aumento
contributivo a partire dal prossimo
anno.
“Grazie al lavoro di squadra – ha
spiegato– abbiamo ottenuto vinto
la difficile battaglia di autonomia.
Ottenendo una riforma che ci consente la sostenibilità per i prossimi
50 anni. Dal prossimo anno però –
ha aggiunto – dovremo agire sulla
leva dei contributi aumentando la
quota. Lo faremo però rispettando
le regole e lo faremo in autonomia”.
Quell’autonomia che per il presidente Enpam “ci ha permesso di mantenere il patrimonio”.
I numeri del patrimonio: “il portafoglio gestisce quasi 17 miliardi di
euro, con una redditività pari al
5,6% a fronte di una previsione iniziale del 5% per fine anno. La riserva legale è tale che per i prossimi
12 anni potremmo pagare le pensioni anche senza nuovi introiti.
Facciamo dunque numeri in sicurezza”.
Oliveti ha parlato quindi della riforma dello Statuto e del “Progetto
quadrifoglio”, che si declina in
medical network 6 | 2014
quattro iniziative ovvero la “previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa, copertura
assicurativa e accesso e sostegno
al credito. In particolare su questo
ultimo punto sono stati stanziati
100 mln per i mutui per i giovani
medici”.
FOCUS SUMAI-CA’ FOSCARI:
"NEI PROSSIMI 5 ANNI
RISCHIANO DI MANCARE
ALL’APPELLO CIRCA 4 MILA
SPECIALISTI AMBULATORIALI"
La stima, illustrata a Perugia, nel
corso del 47 Congresso nazionale
del Sumai, emerge dall’ampia ricerca svolta dall’Università Ca’ Foscari per conto del Sumai-Assoprof
sullo stato e le prospettive della
specialistica ambulatoriale interna.
Blocco del turnover in metà delle
Regioni e precariato galoppante tra
i più giovani, combinate al fatto
che il 36% dei professionisti over
60 andrà in pensione nei prossimi
5 anni sono le ragioni principali di
questo possibile scenario se non
s’invertirà la rotta, ma soprattutto
la fotografia di una professione che
sta vivendo sulla propria pelle il
serio problema del mancato ricambio generazionale con il rischio che
a pagarne le conseguenze siano
prima di tutto i cittadini. Ma veniamo ai numeri.
SPECIALISTI AMBULATORIALI: IL
54% HA PIÙ DI 55 ANNI
All’indagine hanno preso parte
circa 2.000 specialisti sui 17.000
totali (di cui 12mila iscritti al Sumai). La distribuzione per età degli
Sai è così risultata: il 7,6% dei rispondenti ha 40 anni o meno, il
38,4% ha un’età compresa fra i 41
e i 55 anni, mentre il restante 54%
ha più di 55 anni. Riguardo al genere, si nota nei rispondenti una
leggera prevalenza maschile (54%
vs. 46%): considerando, però, l’effetto delle classi di età si nota che
fra i più giovani (soggetti con meno di 40 anni) a prevalere sono le
donne (60%); nella fascia di età
41-55 anni vi è un sostanziale
equilibrio (le donne sono il 49%),
mentre negli ultra 55enni il dato
sulla rappresentanza femminile
cala al 38% in linea con i dati sulla presenza femminile nell’ambito
delle professioni mediche che è
andata via via crescendo in questi
ultimi anni.
I RAPPORTI DI LAVORO
La quasi totalità degli intervistati
(92,7%) lavora esclusivamente per
una (o più) Azienda Sanitaria/Ospedaliera (94,4% secondo i dati Enpam), il 2% è impiegato presso
l’Inail (4,2% secondo i dati Enpam),
mentre il restante 4,8% dichiara di
lavorare in entrambe le tipologie di
Enti (Azienda Sanitaria/Ospedaliera
e Inail /Altro Ente Pubblico).
Inoltre il 65% dei Sai, in linea con
l’età media dei rispondenti, lavora
come Specialista Ambulatoriale Interno da più di 10 anni, il 21% da
5 a 10 anni e il 14% da meno di 5
anni.
I CONTRATTI
Tra gli under 40 uno su due è
precario.
Per quanto riguarda l’aspetto contrattuale, troviamo una netta maggioranza di Sai che dichiara di avere un contratto a tempo indeterminato (l’89,5% dei rispondenti) mentre il restante 10,5% ha un contratto che potremmo definire “precario”, con soluzioni a tempo determinato o di altro tipo. Questi dati,
chiaramente indicativi di una tendenza generale, nascondono, però,
al loro interno alcune differenze
40 anni) si abbassa notevolmente
negli Sai più giovani fino ad arrivare al 57%. Vediamo quindi che il
fattore età influenza in maniera importante la forma contrattuale degli
Sai. La questione delle diverse for-
me contrattuali sembra essere quindi un problema prettamente generazionale: coloro che hanno fatto
ingresso nel mondo del lavoro
nell’ultimo decennio vedono, rispetto ai loro colleghi più anziani,
Mozione finale del 47°Congresso Nazionale SUMAI ASSOPROF
L’assemblea del 47° Congresso Nazionale SUMAI Assoprof
Perugia dal 6 al 10 ottobre 2014
UDITA
La Relazione del Segretario Generale
L’APPROVA E DA MANDATO
Alla Segreteria Nazionale del SUMAI Assoprof di:
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Promuovere al prossimo rinnovo contrattuale:
la definizione del ruolo e della funzione della specialistica ambulatoriale interna per la valorizzazione e
riconoscimento delle professionalità esistenti e delle competenze acquisite;
• il superamento dell’attuale regime di incompatibilità ai sensi dell’art.7 della 412/1991 in ragione dell’orario
complessivo di lavoro anche prevedendo la partecipazione della specialistica ambulatoriale interna alle
nuove forme organizzative delle cure primarie;
• il mantenimento del monte ore e la copertura dei turni da assegnare direttamente a tempo indeterminato
ai sensi della L. 189/2012 che modifica l’art. 8 comma 1 DL 502/92 e l’art. 1 commi 3, 4 e 6 della stessa
502/92 per quanto concerne l’attribuzione di incarichi direttivi (UOS – UOC);
• congiuntamente agli altri sindacati lo sblocco degli aumenti contrattuali previsti anche per il 2015;
• l’adeguamento dei contenuti dell’art. 37 dell’ACN riguardanti la legge 104 e la protezione della gravidanza
a rischio anche per gli incarichi a tempo determinato;
• l’approvazione sollecita dei diversi disegni di legge sulla responsabilità professionale.
Vigilare affinchè la prevista razionalizzazione ed il trasferimento di competenze avvenga senza
pregiudizio per i medici e i professionisti attualmente operanti nei poliambulatori SASN.
Impegnarsi per la valorizzazione delle specificità proprie delle differenti Aree della Medicina Veterinaria
in considerazione delle diversità delle attività professionali che le contraddistinguono.
Potenziare l’assistenza psicologica in particolare per la crescente richiesta di intervento psicoterapeutico a
favore di minori, di adolescenti, di famiglie con conflittualità separative in presenza di figli minori, della
popolazione detenuta, e prevedere anche la modifica l’art.45 dell’ACN chiarendo che l’attività di psicoterapeuta
è direttamente connessa alle necessità cliniche individuate dal professionista o dallo specialista che la richiede.
Impegnarsi per il superamento dei rapporti di lavoro anomali, in quanto svincolati dal quadro normativo
nazionale, nell’ambito della riforma del lavoro in corso di esame da parte del Governo e del Parlamento.
Prevedere per la Dirigenza Medica e Veterinaria l’urgenza dell’apertura delle trattative per il nuovo
contratto, il superamento e l’eliminazione del precariato e lo sblocco del turn-over nonché la modifica
delle modalità formative con maggior attenzione alla specifica professionalità. Inoltre porre attenzione alla
posizione pensionistica per i colleghi transitati alla dipendenza e che hanno optato per l’ENPAM.
Supportare a tutti i livelli di contrattazione istituzionale le istanze del settore della Medicina Generale ,
essendo il relativo ACN, punto di partenza per il rinnovo convenzionale di tutto il comparto.
Valorizzare, all’interno delle AFT e delle UCCP, l’attività dei Biologi nelle attività previste dalla legge
396/64 al fine di una sana educazione alimentare.
Valorizzare i giovani specialisti ambulatoriali proponendo loro un ruolo propulsivo nei mutamenti in
corso nel mondo della sanità attraverso il diretto coinvolgimento nell’attività sindacale.
Supportare i componenti degli organi statutari dell'ENPAM impegnati nella approvazione conclusiva
del primo regolamento organico della tutela della genitorialità ed i rappresentanti dei medici veterinari,
biologi, chimici e psicologi nel ottenere l'estensione di tali tutele alle casse previdenziali di appartenenza.
Vigilare sulle iniziative messe in atto dall’INAIL per la riduzione del monte ore storico degli specialisti a seguito
della spending review promuovendo la verifica dei dati, per evitare provvedimenti penalizzanti per i colleghi.
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attualità
SPECIALE POST CONGRESSO
piuttosto marcate rispetto alla dimensione anagrafica: mentre la
percentuale degli Sai con più di 40
anni che hanno un contratto a tempo indeterminato raggiunge il 90%,
la stessa percentuale (con meno di
7
SPECIALE POST CONGRESSO
attualità
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la formulazione di contratti che offrono una minore stabilità nel tempo. Si tratta di una prima evidenza
di quanto il fattore anagrafico giochi un ruolo fondamentale nel differenziare gli Specialisti ambulatoriali.
mente valorizzata: una percentuale,
quest’ultima, non certamente trascurabile che sale addirittura (e coerentemente) al 61% per gli Sai che
lavorano all’interno delle strutture
ospedaliere (in reparto, pronto soccorso etc).
LE MOTIVAZIONI
Analizzando le motivazioni che
hanno inizialmente orientato i medici alla scelta professionale di diventare Specialista Ambulatoriale
Interno si evidenzia che i due
aspetti che hanno influito maggiormente sulle scelte lavorative:
il 53,9% dei rispondenti ha, infatti,
affermato di aver scelto di diventare Sai “Perché voleva lavorare
nelle strutture pubbliche”, mentre
il 47,1% (89% anziani oltre i 55
anni, prossimi alla pensione) “Per
una maggiore libertà nell’esercizio
dell’attività”. Non mancano le
scelte più o meno residuali, come
“E’ il primo lavoro che ho trovato”
(15,9%), “Per via del buon rapporto tra lavoro e guadagno (10,4%),
“Per un miglior rapporto con le altre figure professionali” (9,3%), “E’
stato il primo concorso che ho fatto” (8,9%) e “Perché non ho trovato un altro tipo di lavoro”
(7,2%), con percentuali di risposta
più alte nelle fasce di età più giovani soprattutto per gli ultimi due
item citati (rispettivamente 13,6%
vs. 8,9% e 22,8% vs. 7,2% nella
fascia di età degli Sai con meno
di 40 anni).
IL FATTORE IDENTITARIO
In sede di indagine è stato chiesto
agli Sai di indicare, su una scala da
1 a 5, rispettivamente, quanto ritenessero importante (1= per nulla importante 5= molto importante) e fattibile nel proprio contesto lavorativo
(1= per nulla fattibile 5= molto fattibile) ogni singolo fattore di identità
dello Sai, allo scopo di comprendere
quanto il profilo di identità idealmente definito sia condiviso dagli
Specialisti e quanto possa essere
realisticamente implementato nella
pratica lavorativa.
Il fattore di identità che ha avuto
il punteggio più alto per l’importanza è “Costruire un rapporto fiduciario e continuativo con il paziente” che ha una media dei giudizi corrispondente a 4,7 (dev.
std.=0,8), seguito da “Assicurare il
raccordo con la struttura ospedaliera per i casi complessi che necessitano di un ricovero o di accesso al P.S” e “Formazione Continua”,
che hanno ottenuto un valore medio di 4,6 (dev std=0,9). I fattori
che invece hanno avuto punteggi
più bassi sono quelli relativi alla
“Flessibilità della sede di lavoro”
(media= 3; dev. std.=1,5), “Svolgere
prestazioni specialistiche presso altre strutture” e al “Partecipare alle
ammissioni e dimissioni protette”
che hanno ottenuto una media di
3,2 (dev.std.=1,5).
SODDISFAZIONE
PROFESSIONALE
Il 56% dei rispondenti dichiara che
la figura professionale del Sai è decisamente o abbastanza valorizzata
nel proprio contesto professionale,
mentre il restante 44% pensa che
non sia particolarmente o assolutamedical network 6 | 2014
IL FATTORE ANAGRAFICO
Il 36% degli over 60 andrà in pensione nei prossimi 5 anni.
Il fattore anagrafico è quello che
maggiormente concorre a determinare le differenze riscontrate nell’indagine, come ben sintetizzato attraverso la cluster analysis: gli Specialisti Ambulatoriali Interni più
giovani, infatti, presentano una situazione di maggiore precarietà lavorativa (contratti a tempo determinato), spesso con occupazioni
“improprie” rispetto alla figura (in
reparti ospedalieri), con un maggiore
utilizzo anche nei giorni festivi e
nelle ore notturne.
Questa constatazione è strettamente
connessa con altre due che riguardano sempre la variabile età, con
particolare riguardo alle classi di
età più avanzate. La prima è relativa alla forte asimmetria della distribuzione per età degli Specialisti
Ambulatoriali Interni: le età più
avanzate sono numericamente più
consistenti di quelle giovani. A
questa si unisce una seconda considerazione relativa al fatto che la
maggior parte di ultra 65-enni
(76%) e una buona parte degli ultra
60-enni (36%) intende andare in
pensione nei prossimi cinque anni
(in totale 4 mila medici). Il combinato disposto di questi elementi
apre un interrogativo sul futuro della continuità di una qualificata assistenza specialistica sul territorio
mettendo in evidenza che nonostante i dispositivi legislativi Balduzzi 189/2012 e Patto della Salute
2014/2016 che professano un potenziamento del territorio e dei medici convenzionati in Aft e Uccp
molte regioni by-passano il blocco
del turn-over ospedaliero con l’utilizzo di specialisti convenzionati distraendo risorse economiche, già
destinate al territorio, verso l’ospedale e quindi in piena contraddizione sui principi e le leggi sopra
ricordate.
GIURISPRUDENZA
Lo stabilisce con sentenza il giudice del lavoro di Bologna,
accogliendo il ricorso di una dottoressa contro la sua Ausl,
applicando quanto disposto dall’articolo 32 dell’Acn.
L’azienda deve risarcire la ricorrente con 12mila euro
L
a sentenza in commento (che
riportiamo di seguito) si inserisce nel fecondo e sempre
attuale dibattito intorno allo svolgimento di prestazioni lavorative
esterne (rectius, sopralluoghi) da
parte di medici ambulatoriali interni.
Ha pregio premettere che la disciplina normativa della materia è contenuta in un accordo sindacale di
settore, ossia l’Accordo Collettivo
Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali interni, medici veterinari
ed altre professionalità sanitarie. In
questo senso, la pronuncia merita
senza dubbio una particolare considerazione, andando a rischiarare
un panorama giurisprudenziale
estremamente arido ed acerbo.
Nella vicenda in esame, il Giudice
della Sezione Lavoro del tribunale
di Bologna viene chiamato a dirimere una controversia che vede
contrapposte due parti: un medico
del lavoro e un’Azienda Usl. Il caso
origina da una vicenda retributiva:
nel dettaglio, la Dott.ssa ricorrente
chiede il riconoscimento del proprio
diritto alla retribuzione per gli anni
2007-2012, ai sensi dell’art. 32
dell’Accordo Collettivo Nazionale
dei medici ambulatoriali interni, ossia per lo svolgimento di attività
esterna. Agisce, di conseguenza, per
la condanna della Ausl al pagamento degli emolumenti arretrati per
una somma di euro 12.000,00. Parte
resistente contesta le domande attoree, chiedendone il rigetto. Il Giudice del Lavoro, con sentenza pronunciata all’udienza del 16 aprile
2014, riconosce la fondatezza della
pretesa attrice, accogliendo dunque
il ricorso della Dott.ssa. Nel ricostruire la fattispecie a equo, egli afferma che la domanda attorea trova
piena giustificazione nel disposto
dell’art.32 dell’accordo collettivo,
il quale attribuisce allo specialista
ambulatoriale un emolumento forfetario aggiuntivo per lo svolgimento di attività esterna. Difatti, prosegue, sussistono tutti i presupposti
per l’applicazione della suddetta
norma: non solo il contratto di incarico della Dott.ssa è riferito ad attività ambulatoriale, ma è altresì
pacifico che la ricorrente abbia
svolto sopralluoghi esterni su incarico della resistente Ausl. In particolare, l’art. 32, comma 5 dell’Acn
stabilisce che “Per lo svolgimento
di attività esterna durante l’orario
di servizio e per incarichi conferiti
in via esclusiva per tale attività, allo
specialista ambulatoriale è attribuito
un emolumento forfetario aggiuntivo calcolato sul compenso orario
dovuto ai sensi dell’art. 42, lettera
A, commi 1 e 2, rapportato al
tempo di esecuzione di 60 minuti
per ciascuna prestazione. Qualora
in occasione di un singolo acces-
medical network 6 | 2014
attualità
GIURISPRUDENZA
“Per lo svolgimento dell’attività
esterna lo specialista ambulatoriale
ha diritto ad un emolumento
forfetario aggiuntivo”
9
REPUBBLICA ITALIANA
SENT. N. 354/2014
Sentenza pronunciata all’udienza del 16/04/2014
GIURISPRUDENZA
attualità
10
so vengano eseguite ulteriori prestazioni, previa autorizzazione
aziendale, per ciascuna prestazione successiva alla prima il tempo
di esecuzione è determinato in 20
minuti”.
Alla luce delle predette argomentazioni, il Giudice conferma la piena
illegittimità del diniego opposto dalla
Ausl alla richiesta di pagamento degli
emolumenti arretrati, riconoscendo
dunque la responsabilità dell’azienda
ospedaliera per mancata corresponsione della retribuzione dovuta. Conseguentemente, condanna la parte
resistente a corrispondere alla Dott.
ssa una somma complessiva ammontante a 12.000,00 euro (oltre interessi
legali), nonché al pagamento delle
spese di lite, liquidate in 5.131,00 euro (oltre alle spese generali, Iva, e
Cpa, da distrarsi).
Non vi è chi non veda la estrema linearità e chiarezza di siffatta decisione, nella quale il Giudice incaricato riconosce la piena fondatezza
della pretesa attrice, essendo essa
radicata su una base giuridico-normativa assolutamente incontestabile. È, infatti, chiaro che lo svolgimento di sopralluoghi esterni da
parte di un medico del lavoro, dipendente di quella stessa struttura
sanitaria che gli ha attribuito l’incarico, rappresenta un’attività lavorativa, che alla stregua delle prestazioni professionali che il medico
svolge all’interno dell’azienda sanitaria, deve essere retribuita ai sensi
dell’art. 32 dell’Acn. Ogni rifiuto opposto alla corresponsione di tali
emolumenti, essendo affetto da illegittimità, verrà presto sanzionato
in via giudiziaria e potrà, altresì, essere posto alla base di un’azione di
responsabilità contrattuale in forza
del combinato disposto degli art.
1218 c.c. e 32, co. 5 dell’accordo
collettivo di settore.
medical network 6 | 2014
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL GIUDICE DEL TRIBUNALE DI BOLOGNA
DOTT. FILIPPO PALLADINO
della sezione per le controversie di lavoro,
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nella controversia n.1352/2013, promossa da:
(...Omissis)
contro
Azienda Usl di Imola
Convenuta
Oggetto: retribuzione
Ragioni della decisione
Parte ricorrente chiede riconoscersi il suo diritto alla retribuzione per
gli anni 2007-2012 ai sensi dell’art. 32 dell’accordo collettivo
nazionale dei medici ambulatoriali interni e conseguentemente
condannarsi la Ausl di Imola al pagamento degli emolumenti dovuti,
pari ad Euro 12.000,00.
La resistente ha contestato le domande avversarie e ne ha chiesto il
rigetto.
La domanda attorea è fondata e deve essere accolta.
Il contratto di incarico della dott.ssa è riferito all’attività
ambulatoriale. È pacifico che ella abbia svolto anche sopralluoghi
esterni, su incarico della resistente, ed è per questa attività che la
ricorrente agisce in giudizio. La sua domanda trova piena
giustificazione nel disposto dell’art. 32 dell’accordo collettivo, il quale
attribuisce allo specialista ambulatoriale un emolumento forfetario
aggiuntivo per lo svolgimento di attività esterna.
Le spese seguono la soccombenza e vengono liquidate come da
dispositivo.
P.Q.M.
Il Giudice,
1) Condanna l’Ausl di Imola a corrispondere alla ricorrente Euro
12.000,00, oltre interessi legali.
2) Condanna l’Ausl di Imola alle spesa di lite, che liquida in Euro
5.131,00, oltre spese generali, IVA, CPA, da distrarsi.
3) Fissa il termine di sessanta giorni per il deposito della
motivazione.
Bologna, 16 aprile 2014
IL GIUDICE
QUALITÀ E WELFARE
Strumenti di Integrazione sanitaria e indicatori di processo
nell'Azienda Ulss 9 Treviso
I
l tema della qualità dei servizi
sanitari rappresenta uno degli
elementi chiave nella valutazione del più generale tema del benessere e in questo senso appare come
problematica di stringente attualità.
Ne è prova l'attenzione ad essa rivolta dall'Istat che ha recentemente
attivato, di concerto con il Consiglio
Nazionale Economia e Lavoro, il
“progetto Bes: benessere equo e sostenibile”. Tale progetto si inquadra
nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”, alimentato dalla
consapevolezza che i parametri sui
quali valutare il progresso di una
società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma
debbano tenere conto anche delle
fondamentali dimensioni sociali e
ambientali del benessere, corredate
da misure di diseguaglianza e sostenibilità.
Il legame tra disponibilità di servizi
e benessere dei cittadini si fonda su
un approccio interpretativo in cui
gli investimenti pubblici di qualità
migliorano le condizioni generali
di contesto in cui vivono e operano
i cittadini e le loro articolazioni sociali ed economiche. La scelta dei
servizi da prendere a riferimento
dipende da due distinti ordini di
considerazioni, relativi a cosa qualifichi come essenziale un servizio
nello specifico contesto di una politica, e a quali requisiti debbano
essere soddisfatti affinché la fissazione di obiettivi sia fattibile. Ovviamente servizi inadeguati aggravano direttamente le condizioni di
marginalità e di esclusione dei cittadini e dunque ogni intervento
volto a migliorare la qualità dei servizi contribuisce direttamente alla
riduzione dell’esclusione sociale e
della povertà.
All'interno degli indicatori scelti
dall'Istat per la misura del Bes il
tema della salute occupa il primo
posto, credo non casualmente. Tuttavia abbiamo ben presente il riflesso negativo della crisi economica sul finanziamento del Ssn
(Servizio sanitario nazionale), circostanza che sembra prefigurare
ALL'INTERNO DEGLI
INDICATORI SCELTI
DALL'ISTAT PER LA
MISURA DEL BES IL
TEMA DELLA SALUTE
OCCUPA IL PRIMO
POSTO, CREDO NON
CASUALMENTE
addirittura l'ipotesi di un progressivo declino del sistema universalistico ispirato al principio di solidarietà (di cui al secondo comma
dell'Art 2 Costituzione Italiana) a
favore di un sistema assicurativoprivatistico, mettendo così a repentaglio la possibilità di tutelare la
salute, diritto fondamentale di ogni
persona (Art. 32 Costituzione Italiana). Ora, dal momento che il problema non è la sostenibilità finanziaria del Ssn, ma quella politica
e culturale (contributo della
Prof.ssa Nerina Dirindin al Convegno Il conflitto di interessi – Bologna 26 giugno 2014), appare necessario fornire strumenti per compiere
la spending review – e più in generale ogni azione di razionalizzazione
– non certamente attraverso tagli
lineari, ma grazie a una seria clinical
governance che veda attivi protagonisti proprio le Aziende Sanitarie
con investimenti di risorse economiche e professionali nella costruzione di Percorsi Clinici condivisi,
ricerca di corretti Indicatori di Processo ed Esito e la costante e reale
misurazione di questi. Perciò, la tutela della salute richiede un impegno
continuo e speciale da parte di ogni
persona e la partecipazione attiva
medical network 6 | 2014
attualità
QUALITÀ E WELFARE
Come contrastare il declino
del sistema universalistico
provocato dalla spending review?
a cura di
Margherita Rizzato,
Endocrinologo
Specialista
Ambulatoriale –
UOC Specialistica
Ambulatoriale
Azienda ULSS 9
Treviso;
Christian Cugini,
Radiologo –
Servizio Radiologia
Azienda ULSS 9
Treviso;
Federica Fiorese,
Ingegnere – NOVE
Servizi Azienda
ULSS 9 Treviso;
dr. Francesco Rocco,
Direttore – UOC
Specialistica
Ambulatoriale
Azienda ULSS 9
Treviso
11
QUALITÀ E WELFARE
attualità
12
dei medici ai processi di miglioramento della qualità dell'assistenza
sanitaria.
L'Uoc Specialistica Ambulatoriale
dell'Azienda Ulss 9 di Treviso diretta dal dr. Francesco Rocco nel
2012 ha promosso ed elaborato un
Pdta (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per il paziente
con Nodulo Tiroideo, seguendo lo
specifico framework prodotto dal
Gimbe ( Position Statement GIMBE®
- Il Governo Clinico nelle Aziende
Sanitarie - febbraio 2009 disponibile a: www.gimbe.org/gimbe/statement/ps_gc.htm). Nella realizzazione di questo importante strumento di clinical governance sono
intervenuti tutti gli attori coinvolti
nella gestione del paziente con questo problema di salute (rappresentanti di medici di assistenza primaria, endocrinologi, radiologi, anatomo-patologi, medici nucleari, endocrinochirurghi) della nostra Ulss
e delle strutture convenzionate con
la nostra Azienda (Ospedale San Camillo di Treviso e Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier). Il Pdta
è stato condiviso con tutti i medici
del nostro territorio attraverso una
Formazione sul Campo, sostenuta
dal Servizio Formazione e Aggiornamento dell'Azienda Ulss 9, realizzatasi con sei incontri mensili
nell'arco del 2013.
Tra gli obiettivi regionali previsti
dalla Dgrv 2533/2013 per l'area “E)
Liste di Attesa” c'è la “piena implementazione delle modalità organizzative ed erogative per il contenimento dei tempi di attesa secondo
le disposizioni della Dgrv 320/2013”.
Gli indicatori sono:
• rispetto dei tempi di attesa per
classe di priorità;
• apertura degli ambulatori in orario serale e nei giorni di sabato e
domenica.
Altro obiettivo della delibera regionale veneta di fine 2013 è l'“ottimizzazione del numero di prestazione per abitante” con l'indicatore:
• mantenimento o riduzione del numero di prestazioni per abitante
al di sotto di 4.
Purtroppo, come nella precedente
Dgrv 3140/2010 il termine appropriatezza viene semplicisticamente
associato a un “volume di prestazioni”, con rilevanza limitata allo
strumento che invece può realizzare
l'appropriatezza e qualità dell'assistenza sanitaria, cioè il Percorso
Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) condiviso e definito con
i Medici di Assistenza Primaria.
Attualmente non ci sono corretti
indicatori per misurare l'appropriatezza prescrittiva ed erogativa di
prestazioni specialistiche in campo
endocrinologico e non sono previste
Schede di Prioritarizzazione per la
Visita Endocrinologica; pertanto
non è possibile realizzare una cor-
retta verifica dell'appropriatezza
della richiesta di Visita Endocrinologica nelle classi di priorità A, B e
C. Il controllo a campione, previsto
dalla Dgrv n. 3444/2010 al comma
6.1.2 e dalla successiva Dgrv
320/2013, rivolto a verificare se c'è
congruenza tra classe di priorità
biffata e sospetto diagnostico si trasforma quindi in un fittizio controllo di appropriatezza, se non è stata
stabilito quale quesito diagnostico
va associato al codice di priorità.
Inoltre, la verifica non dovrebbe limitarsi a controllare se c'è il codice
di priorità biffato e il quesito diagnostico ma estendersi a un controllo più profondo con tracer-methodology del reale motivo di richiesta della prestazione specialistica. Ovviamente, la verifica di
congruenza tra codice di esenzione
e prestazione richiesta ed erogata
certamente non è una misura dell'appropriatezza prescrittiva ma il
controllo di una coerenza tra codice
di esenzione e richiesta di prestazione.
In assenza di un'analisi corretta del
bisogno di visita endocrinologica
nella nostra regione e in particolare
nel territorio dell'Ulss 9 Treviso abbiamo condotto un'analisi nell'autunno 2013 che ha evidenziato come il problema di salute “nodulo tiroideo” costituisca nel 23% dei casi
motivo di richiesta di Visita Endocrinologica (prestazione codice
Tabella 1 - Set indicatori di processo per il PDTA del paziente con nodulo tiroideo
Appropriata Richiesta di Visita Endocrinologica per
paziente con nodulo tiroideo di primo riscontro
Appropriata Richiesta di Anticorpi tiroidei
Numeratore = N° richieste appropriate di visite
Denominatore = Totale richieste di visite endocrinologiche
Numeratore = N° richieste appropriate di Ac tiroidei
Denominatore = Totale richieste di Ac tiroidei
Richiesta di Tireoglobulina per il paziente con nodulo Numeratore = N° richieste di tireoglobulina
tiroideo di primo riscontro
Denominatore = Totale pazienti con nodulo tiroideo
Appropriata Richiesta di Calcitonina
Numeratore = N° richieste appropriate di calcitonina
Denominatore = Totale richieste di calcitonina
Appropriata Refertazione Ecografia Collo
Numeratore = N° referti ecografici del collo appropriati
Denominatore = Totale referti ecografici del collo
medical network 6 | 2014
paziente per “nodulo tiroideo di
primo riscontro” inserivano i dati
relativi agli Indicatori scelti. La misurazione di questi indicatori (alcuni riportati in Tab. 1) aveva cadenza trimestrale e ogni dato inserito nel database veniva verificato
e controllato da parte di un medico
addetto alla rilevazione (Endocrinologo – dr.ssa Margherita Rizzato)
utilizzando la “tracer methodology”, ossia seguendo il percorso clinico del paziente attraverso l'analisi
della documentazione clinica reperibile dall'archivio informatico
aziendale (referti ecografici, esiti
Grafico 1 - Richieste di visita endocrinologica
“nodulo tiroideo di primo riscontro”
I° tri mestre
II° tri mestre
III° tri mestre
IV° tri mestre
60
50
40
59
30
56
43
35
20
10
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico riporta il numero di richieste di visita specialistica nell'anno 2013
suddiviso per trimestre per nodulo tiroideo di primo riscontro
Grafico 3 - Richiesta di tireoglobulina in percentuale I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard
(appropriatezza prescrittiva = 0 %)
I° tr i mestr e
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
IV° tr i mestr e
Standar d
7%
6%
5%
Grafico 2 - Appropriata richiesta in
percentuale di visita endocrinologica
I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard
I° tr i mestr e
100%
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
90%
IV° tr i mestr e
80%
Standar d
70%
60%
98%
50%
40%
67%
54% 51%
30%
38%
20%
10%
0%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico, evidenziando un trend in controtendenza rispetto allo standard,
suggerisce che il tema dell'appropriata richiesta di visita endocrinologica
costituisce tuttora una criticità verso la quale porsi obiettivi di miglioramento
Grafico 4 - Richiesta di calcitonina in percentuale
I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard
(appropriatezza prescrittiva = 100%)
I° tr i mestr e
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
IV° tr i mestr e
Standar d
100%
90%
80%
70%
60%
4%
7%
98%
50%
6%
3%
5%
2%
1%
degli esami di laboratorio o di altre
indagini diagnostiche, referti delle
visite endocrinologiche relativi a
ciascun paziente).
L'analisi dei dati rilevati, come si
evince dai grafici (cfr. fig. 1,...,7),
mostra una dinamica evolutiva
complessa che, pur offrendo ancora importanti margini di miglioramento sul fronte del conseguimento di standard di appropriatezza,
sembra mostrare segnali degni di
attenzione.
Da un lato, come sottolinea l'analisi
dello specifico indicatore di processo scelto nel Pdta, la richiesta di
attualità
QUALITÀ E WELFARE
89.7A.8) sia in classe A sia in classe
B (codice di priorità B e D).
La nostra scelta ha inteso puntare
a misurare l'appropriatezza, migliore indicatore di performance dell'assistenza sanitaria, attraverso la
scelta di alcuni Indicatori di Processo sulla base dei quali è stato
realizzato un database clinico; tale
organizzazione dei dati è avvenuta
con la collaborazione degli ingegneri Federica Fiorese di Noveservizi e Stefano Antoniolli di Insiel
Mercato.
Nel database gli Endocrinologi della nostra Azienda che visitavano il
40%
30%
2%
10%
0%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Nel grafico lo Standard è = 0 perché la prescrizione di tireoglobulina nella
valutazione del paziente con tireopatie nodulari è sempre inappropriata
37%
20%
43%
38%
21%
0%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico evidenzia una complessiva crescita dell'indicatore, anche se il
conseguimento dello standard rimane un obiettivo lontano
medical network 6 | 2014
13
QUALITÀ E WELFARE
attualità
visita endocrinologica è piuttosto
inappropriata; motivi di inappropriatezza sono in parte deducibili
dall'analisi degli altri indicatori (richiesta inappropriata di tireoglobulina, mancata valutazione della
calcitonina da parte del medico di
Assistenza Primaria per poter compiere una corretta stratificazione del
rischio neoplastico del paziente con
nodulo tiroideo, refertazione ecografica incompleta che induce ulteriori prestazioni inappropriate,
mancata valutazione clinica del paziente - comprensiva di anamnesi
ed esame obiettivo - da parte del
medico di Assistenza Primaria).
Dall'altro lato segnali incoraggianti
sono offerti dall'incremento della
refertazione ecografica del collo e
della richiesta di valutazione della
calcitonina da parte dei medici di
assistenza primaria.
La precisazione della sequenza delle
azioni basate sull'evidenza scientifica,
del setting assistenziale, dei ruoli e delle responsabilità, insieme ad un referto-guida per eco-collo, redatto dai radiologi (particolare il contributo del
dr. Christian Cugini) e condiviso da
Grafico 5 - Richiesta di anticorpi tiroidei in
percentuale - I° - II° - III° - IV° trimestre 2013
I° tr i mestr e
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
IV° tr i mestr e
60%
50%
40%
57%
30%
20%
37%
55%
39%
10%
%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico riporta il numero di richieste di anticorpi tiroidei nell'anno 2013
suddiviso per trimestre per nodulo tiroideo di primo riscontro
Grafico 6 - Appropriata richiesta di anticorpi
tiroidei in percentuale
I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
I° tr i mestr e
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
IV° tr i mestr e
Standar d
Grafico 7 - Appropriata refertazione ecografiacollo in percentuale
I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard
I° tr i mestr e
II° tr i mestr e
III° tr i mestr e
IV° tr i mestr e
Standar d
100%
90%
80%
70%
60%
98%
88%
80%
68%
61%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico evidenzia un'incostante appropriata richiesta degli anticorpi tiroidei.
14
tutti gli erogatori di eco-collo del nostro territorio, rappresentano un valido
antidoto a stili diagnostici inappropriati che possono determinare cure
improprie e spreco di risorse.
È in corso nella nostra Azienda un
percorso di condivisione con i medici
di Assistenza primaria e gli altri specialisti per diffondere e implementare
l'uso di questo Pdta e la realizzazione
in fieri del Pdta per il paziente con
disfunzione tiroidea e la gestione del
distiroidismo in gravidanza o con
progetto di gravidanza.
In conclusione, crediamo doveroso
sottolineare come l'approccio sperimentale e innovativo avviato, pur
impegnativo e insufficientemente
sostenuto da scelte di programmazione e investimenti di risorse, possa
offrire una strategia per gli obiettivi
aziendali in grado di integrare positivamente, e talora superare decisamente, quelli stabiliti dalla Regione, progredendo, con tenacia e pazienza, nella direzione di una attuazione consapevole e attenta delle finalità costituzionali – oltre che dei
valori umani e civili – che rappresentano il riferimento non solo ideale, ma anche operativo per il Sistema Sanitario del nostro Paese.
medical network 6 | 2014
50%
40%
91%
72%
77%
98%
86%
30%
20%
10%
0%
(Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato)
Il grafico evidenzia il progressivo avvicinarsi allo standard stabilito dal PDTA
PSICOLOGIA
La salute oltre il muro
C
ome è noto, il Decreto Legislativo 230 del 22 giugno
1999, in merito al riordino
della medicina penitenziaria, assegna
al Ssn il compito di assicurare alle
persone detenute o internate interventi di prevenzione, diagnosi e cura
e riabilitazione. Tale incarico poggia
essenzialmente su un principio rilevante: l’utente, anche se ristretto, non
perde il diritto di
poter ricevere lo
stesso trattamento
garantito al cittadino che si trova in
stato di libertà. Pertanto, le funzioni
sanitarie svolte fino
ad allora dall’amministrazione penitenziaria vengono di
fatto trasferite al
Ssn. Più in particolare, con il decreto
si stabilisce che ai
detenuti tossicodipendenti vanno
erogati gli stessi livelli di assistenza
previsti per i tossicodipendenti liberi.
Si assegna quindi ai
competenti uffici
dell’Asl l’autorità di “predisporre gli
atti consequenziali per la definizione
dell'intera problematica, tesa ad assicurare la continuità delle attività
assistenziali”.
L'impatto di una così decisa presa di
posizione è certamente forte: il principio cui si ispira ha un carattere
quasi rivoluzionario. Il confine fra
dentro e fuori è reso più labile e il
silenzio che avvolgeva la persona
una volta al di là del muro non è più
così pesante. Il cittadino pertanto
non perde il diritto alla salute e, perciò stesso, gli viene garantita la continuità di un piano terapeutico.
In un successivo Decreto Interministeriale del 10 aprile 2002 (ministero
della Salute e ministero della Giustizia), veniva individuato, ai fini citati,
“il personale operante negli Istituti
Penitenziari, nei
settori della prevenzione e dell'assistenza ai detenuti e
agli internati tossicodipendenti”.
Il ministero di Giustizia, con nota nr.
86/8 del 27 dicembre
2012, dichiarava la
data di termine dei
rapporti convenzionali con il personale
che operava presso i
Presidi Sanitari Penitenziari per i detenuti
tossicodipendenti e
con
nota
n°
02764230-2003 rimedical network 6 | 2014
PSICOLOGIA
attualità
Un articolo per ripercorrere la normativa che dal ministero della
Giustizia ha trasferito la medicina penitenziaria in capo alla
Salute secondo il principio per cui “l’utente, anche se ristretto,
non perde il diritto di poter ricevere lo stesso trattamento
garantito al cittadino che si trova in stato di libertà”
di Angelica Franzoso,
Psicologa e
Psicoterapeuta
ambulatoriale area
penale Asl Na1
15
PSICOLOGIA
attualità
16
badiva che i rapporti convenzionali
con gli operatori del Presidio per i detenuti tossicodipendenti si intendono
trasferiti alle Asl competenti per territorio a far data dal 1° luglio 2003.
La Asl NA1, in attuazione alla Dgrc
n° 2545 del 6 agosto 2003, predisponeva una apposita deliberazione con
la quale ha in pratica provveduto alla
presa d'atto del trasferimento del personale addetto all'assistenza dei detenuti tossicodipendenti dell'Amministrazione Penitenziaria e, a far data
dal 1° luglio 2003 recepiva detto personale allo scopo di garantire il prosieguo della assistenza, nel rispetto
delle norme di sicurezza e del vigente
Ordinamento Penitenziario. Sono stati
quindi individuati specifici e transitori
accordi individuali con i Medici e gli
Psicologi ambulatoriali trasferiti alla
Asl per effetto dell'art. 8 DL 230/99,
affidando un impegno orario pari a
38 ore settimanali per il personale dirigente e 36 ore per il personale del
comparto.
A questo punto manca l’ultimo tassello che arriva con la deliberazione
nr. 104 dell'8 febbraio 2005, essa stabilisce la validità dei suddetti accordi
individuali e precisa che sarà cura
dei competenti uffici Asl la definizione dell’intera problematica.
Di supporto, il nuovo Accordo Collettivo Nazionale per la Specialistica
Ambulatoriale, al comma 1 dell'art.
13 prevede, tra i campi di applicazione, le categorie dei medici specialisti
e degli psicologi provenienti dal Ministero di Grazia e Giustizia.
Gli operatori interessati, dopo la stipula di un contratto a tempo determinato, dal 1° gennaio 2009 sono
stati in definitiva inseriti in una
contrattazione a tempo indeterminato, sancendo di fatto la necessità
di un servizio all'interno degli istituti di pena continuativo e nello
stesso tempo tempestivo rispetto alle
medical network 6 | 2014
problematiche presentate dai detenuti tossicodipendenti.
Allo stato attuale la Uot. Ser.T. Area
Penale, Asl NA 1, suddivisa nelle
due equipe di Secondigliano e di
Poggioreale, provvede all'assistenza,
diagnosi, cura e riabilitazione della
popolazione detenuta riconosciuta
come dipendente da sostanze stupefacenti. L’incidenza mediamente
stimata è di circa un trenta per cento
rispetto la totalità delle persone sottoposte a restrizione.
Il servizio dell'Area Penale deve pertanto garantire a tale fetta di ristretti
le stesse identiche prestazioni previste nelle strutture territoriali ed
inoltre utilizzare al meglio la posizione privilegiata che si ritrova ad
avere nei confronti sia del territorio
che del particolare momento esistenziale in cui si ritrovano coloro
che incontra nell’espletamento delle
proprie funzioni.
Nello specifico, il servizio è tenuto
ad assicurare la prima accoglienza,
formulare la diagnosi dello stato di
tossicodipendenza (in sinergia con
il servizio di competenza distrettuale), garantire la continuità o l’immissione dell’utente in un programma terapeutico che contempli le previste terapie farmacologiche specifiche, sostitutive e non.
Inoltre deve eseguire il monitoraggio
clinico e laboratoristico, occuparsi
della prevenzione e della partecipazione alla cura delle patologie correlate all'uso di sostanze.
Di essenziale preminenza è l’offerta di
attività di sostegno e di “counseling”.
Tali interventi hanno l’obiettivo di favorire la focalizzazione delle personali
problematiche così da promuovere la
modificazione degli stili di vita e l’acquisizione di comportamenti autonomi
rispetto alla sostanza.
La privazione della propria libertà
comporta necessariamente nella per-
sona ristretta una fase di grave frustrazione e di dolorosa riflessione
su di sé e la propria vita.
Diventa quindi particolarmente rilevante in tale frangente un’opera di stimolazione e di orientamento terapeutico volta a promuovere una decisa e
forte motivazione al cambiamento. A
questo punto è possibile l’elaborazione
di un progetto di riabilitazione che, in
molti casi, prevede il coinvolgimento
anche dei familiari.
Il servizio psicologico è interessato
ad offrire inoltre una consulenza sociale tramite l’assistenza e l’accompagnamento al processo di individuazione ed esecuzione delle misure
alternative alla detenzione.
Tali opportunità possono essere rivolte all’utente solo utilizzando un
lavoro di rete che colloca l’Area Penale al centro di tutte le azioni. Il
coinvolgimento di ogni Agenzia interessata alla realizzazione del progetto terapeutico è l’unica vera garanzia che può limitare i possibile
rischi di insuccesso o di fallimento.
Inoltre il nostro servizio, soprattutto
nel suo versante psicosociale, riveste
l’importantissimo ruolo di tramite,
esso agisce da ponte fra il dentro e
il fuori, fra ieri e oggi, fra il passato
e il futuro. Tale funzione, che può
definirsi “cuscinetto”, era senz’altro
da sempre auspicabile, ed oggi finalmente realizzata.
Ciò appare di evidente valore, tenuto
conto del territorio non sempre all’avanguardia, tenuto conto che il
servizio Area Penale dell’Asl NA 1
è stata la prima realtà italiana maggiormente strutturata e stabile, fortemente voluta dal dirigente del settore Dipendenze e non solo, consapevoli tutti della significativa importanza da assegnare ad una opportunità di tale spessore, oltretutto
destinata ad un contesto spesso così
povero di luce.
ECM
Analisi della nuova determina dell’Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali, entrata recentemente in vigore che
definisce, in via prioritaria, i principi e le linee guida validi,
per il triennio formativo 2014-2016, per i professionisti
sanitari e le aziende che aderiscono alla fase di
sperimentazione attualmente in corso
I
medici italiani ormai da qualche anno possono contare su
uno strumento straordinario
costituito dall'Educazione continua
in medicina (Ecm) la cui affermazione, dopo un inizio non privo di
difficoltà, si è ormai consolidata.
Un segno tangibile della validità di
un sistema che, nel suo percorso,
ha mostrato e mostra possibilità di
apprendimento e di sviluppo sempre più ampie. Ma l'Ecm opera in
un ambito più vasto del proprio
settore di riferimento, ovvero quello
della politica della salute, in cui la
qualità delle prestazioni fornite è
strettamente connessa alla qualificazione del personale sanitario il
quale, a questo scopo, è soggetto a
periodici cicli di formazione specifica. L'Ecm è poi anche la naturale
risposta alla necessità di adeguarsi,
con tutte le risorse disponibili, all'innovazione scientifica e tecnologica, frutto di una volontà di ricerca, senza la quale si andrebbe
incontro ad un rapido invecchiamento delle conoscenze e, quindi,
ad un inarrestabile declino del sapere da cui difficilmente ci si po-
trebbe risollevare. E proprio a testimonianza di un sistema in continuo movimento, è entrata recentemente in vigore una nuova determina dell’Agenzia nazionale per
i servizi sanitari regionali (Agenas)
che definisce, in via prioritaria, i
principi e le linee guida validi, per
il triennio formativo 2014-2016,
per i professionisti sanitari e le
aziende che aderiscono alla fase di
sperimentazione attualmente in
corso. Tra le novità introdotte dalla
determina vi sono alcuni aggiornamenti in merito alla nuova fase
di sperimentazione del Dossier Formativo (DF) che, è bene ricordarlo,
è creato e gestito solo su supporto
informatizzato e può essere individuale o di gruppo, a seconda che
sia il singolo o l'ente a programmare, tramite l'articolazione degli
obiettivi prescelti, il fabbisogno di
formazione triennale. La determina
passa poi a specificare gli elementi
utili per la costruzione del DF, quali, ad esempio, l'erogazione di un
bonus (15 crediti che avranno validità nel triennio successivo) per
il professionista che accede alla
sperimentazione e la possibilità di
collegarsi al portale del Cogeaps
per verificare o modificare (una sola volta l'anno) il proprio dossier.
Questi sono solo alcuni dei temi
che sono stati ripresi dalla 6° Conferenza nazionale Ecm che ha dedicato un'intera sessione a "Il dossier formativo: al via la fase operativa", ponendo in evidenza l'attualità dell'argomento, anche alla
luce dell'esperienza maturata dai
diversi soggetti istituzionali coinvolti. Tuttavia, uno degli obiettivi
principali della manifestazione è
stato quello di verificare l'operatività del sistema Ecm nelle sue molteplici componenti e sulla base del
percorso effettuato fin ad ora, per
individuare criticità e trame che
possano essere da spunto per i necessari interventi di miglioramento.
Dall'esame delle varie criticità riscontrate, è stata evidenziata quella
della difficoltà nel valutare la qualità della formazione erogata dai
numerosi provider accreditati. E
proprio su questo punto Agenas ha
informato che sono già in corso
numerose verifiche.
medical network 6 | 2014
attualità
ECM
Tra dossier formativo e bonus:
le novità del sistema Ecm
di Antonello Sanò
dirigente
amministrativo
17
SUMAI ASSOPROF
SUMAI ASSOPROF
attualità
di Piero Bergamo,
Direttore centro
servizi
18
È nata la Guida ai Servizi
Sumai Assoprof
Diversi i servizi a disposizione degli iscritti. La Guida offre la
possibilità di aggiornarsi con i nuovi servizi che andranno ad
aggiungersi nel futuro. Consultazione sulla home page del
sito web nazionale
L
a Guida ai servizi, presentata
in occasione del 47° Congresso Nazionale svoltosi a Perugia, offre numerosi servizi per gli
iscritti al Sumai. Al fine di meglio
diffonderne la conoscenza e quindi
la fruibilità è stata creata una guida
in forma sinottica che sarà diffusa
sia in forma cartacea che in consultazione diretta sul sito web nazionale
del Sumai. Ogni socio potrà prenderne visione valutando l’insieme delle
opportunità che l’iscrizione al nostro
sindacato mette a disposizione. Questo a dimostrazione della continua
attenzione che la nostra organizzazione pone anche nell’offerta di servizi di tutela individuale che vanno
dalle varie tipologie di consulenze
(previdenziali, legali, assicurative, finanziarie), fino all’offerta di opportunità di aggiornamento professionale (corsi aggiornamento Sifop, aggiornamento on line Fad con la Rivista Medica Italiana).
Sfogliando la Guida si passerà dall’introduzione di benvenuto del nostro segretario generale, Roberto Lala, alla presentazione e agli scopi
istituzionali del nostro sindacato. A
seguire i capitoli “Chi si può iscrivere”, con un’appendice al termine
della guida con le modalità di iscrizione al Sumai e il relativo modulo,
medical network 6 | 2014
e “I Settori e le Aree di competenza”
con l’elenco delle aree di intervento
del nostro sindacato nella tutela dei
medici e dei professionisti operanti
nel Ssn.
La Guida entra poi nel vivo con
l’elenco dei servizi offerti e con la
loro dettagliata disamina. Di
particolare
interesse per
l’iscritto l’accesso riservato
ai siti web nazionale e locali
con informazioni aggiornate in
tempo reale, la
possibilità della
casella di posta
elettronica e di posta elettronica certificata Pec e, ultima arrivata tra i
servizi, ma di estremo interesse nelle
sue possibilità di sviluppo di nuovi
servizi l’App per smart phone e tablet. Da consultare, con particolare
attenzione, la parte dedicata alle offerte formative sia con l’attività della Sifop, nell’organizzazione di corsi
Ecm nazionali, regionali e provinciali, che con l’aggiornamento on
line gratuitamente offerto ai nostri
iscritti con la registrazione alla Rivista Medica Italiana, che consente
ogni anno di soddisfare il fabbisogno formativo previsto dalla vigente
normativa.
Da valutare attentamente anche la
gamma di offerte nel campo delle
polizze assicurative che grazie alle
convenzioni stipulate dal Sumai ci
garantiscono condizioni molto interessanti. La guida si conclude
con l’elenco dettagliato delle
sezioni sindacali, le segreterie regionali e
provinciali,
con indirizzi e riferimenti telefonici, fax, indirizzi mail
per consentire una rapida possibilità
di contatto con i segretari regionali
e provinciali del Sumai. Una guida
di servizio dunque con la prerogativa
della possibilità di aggiornarsi con
i nuovi servizi che andranno ad aggiungersi nel futuro nella continua
attenzione che il Sumai pone alle
esigenze dei propri iscritti. Un invito
dunque a consultare la Guida ai Servizi anche nell’ottica di fornire suggerimenti per nuovi servizi che potrebbero andare a completare la
gamma dell’offerta attuale.
SCUOLA QUADRI
Un convegno per fare il punto sulle attività svolte dagli
specialisti e sulla loro integrazione nella realtà ospedaliera,
confrontandosi anche con le autorità regionali ed i Dg
sull’appropriatezza della presenza dei Sumaisti negli Ospedali
I
l 14 Novembre 2014 il Sumai
Napoli ha organizzato, con gli
Specialisti Ambulatoriali che lavorano negli ospedali della Regione
Campania, il convegno dal titolo:
“Il contributo degli specialisti ambulatoriali alla rete ospedaliera della
Campania: oggi una valida opportunità – il futuro?”.
Lo scopo della manifestazione era duplice: fare il punto sulle attività svolte
dagli Specialisti e sulla loro integrazione nella realtà ospedaliera, e confrontarsi con le autorità regionali ed
i direttori generali sull’appropriatezza
della presenza dei Sumaisti negli
ospedali. Spunto per questa ultima
riflessione è stato anche un carteggio
tra la Regione ed il Ministero relativamente all’impiego degli specialisti
in ambito ospedaliero.
Il convegno è stato suddiviso in due
parti, una scientifica ed una Tavola
rotonda di discussione ed analisi del
fenomeno.
Grazie alla capillare ed ormai numerosa presenza degli specialisti nella
quasi totalità degli ospedali campani
è stato doveroso praticare una sele-
zione preventiva rispetto alla numerosissima richiesta di partecipazione,
va però sottolineato il contributo rilevante dei delegati aziendali e/o
ospedalieri del Sumai, ognuno dei
quali ad inizio sessione ha presentato
una breve relazione sul ruolo degli
specialisti sumaisti nelle diverse realtà: Maria Cristina Boccia per l’Aorn
dei Colli, Ludovico Bronzone per il
P.O. Incurabili (Napoli), Massimo De
Santis per il P.O. San Gennaro (Napoli), Antonio Ferrara per P.O. S. Giovanni di Dio di Frattamaggiore, Ilaria
Giglio per il P.O. Loreto Mare (Napoli), Luigi Lavorgna per l’Aou S.U.N.,
Giovanni Montecatino per gli Osp.
Riuniti Area Nolana, Luca Moscillo
per il P.O. La Schiana di Pozzuoli,
Gianluca Muto per il P.O. San Giovanni Bosco (Napoli), Attilio Perrotta
per il P.O. Pellegrini (Napoli), Gio-
vanni Saggiomo per l’Aorn pediatrica
Santobono, Salvatore Savino per il
P.O. San Paolo (Napoli), Luciano
Strollo per il P.O. Ascalesi (Napoli),
Vincenzo Tammaro per l’AOU Federico II, Giuseppe De Nicola per l’AOU
San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno.
I lavori sono stati introdotti dal Luigi Sodano, Direttore Nazionale della
scuola quadri del SUMAI, che ha ricordato: “Era l'anno 2000 e il Sumai
prospettò alla politica regionale di
poter risolvere il problema della carenza di personale medico nelle
strutture ospedaliere ed universitarie, sfruttando la flessibilità ed il dinamismo di applicazione previsti
dall'accordo nazionale della categoria”. Un modello non solo accolto
in Campania, ma sviluppatosi anche
in altre regioni d’Italia.
attualità
SCUOLA QUADRI
Il contributo degli specialisti
ambulatoriali alla rete
ospedaliera della Campania
a cura di
Luigi Sodano,
Direttore Nazionale
Scuola Quadri
Sumai;
Vincenzo Tammaro,
Specialista
ambulatoriale
chirurgo AOU
Federico II
Responsabile
scientifico evento
LO SCOPO DELLA MANIFESTAZIONE ERA DUPLICE: FARE IL
PUNTO SULLE ATTIVITÀ SVOLTE DAGLI SPECIALISTI E
SULLA LORO INTEGRAZIONE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA,
E CONFRONTARSI CON LE AUTORITÀ REGIONALI ED I
DIRETTORI GENERALI SULL’APPROPRIATEZZA DELLA
PRESENZA DEI SUMAISTI NEGLI OSPEDALI
medical network 6 | 2014
19
SCUOLA QUADRI
attualità
20
Sono stati selezionati e presentati 16
argomenti di interesse scientifico che
vari relatori, tutti rigorosamente specialisti ambulatoriali, hanno illustrato in modo brillante ed esaustivo nel
contesto di un vero e proprio corso
di formazione multidisciplinare, sul
modello che il Sumai Napoli organizza da anni in collaborazione con
la Sifop nazionale.
Alla relativa discussione, moderata
da Vincenzo Tammaro responsabile
scientifico dell’evento, hanno partecipato, oltre ai delegati prima
menzionati, numerosi relatori che
hanno fatto emergere con forza che
gli Specialisti non solo sono ormai
una realtà conclamata nell’ambito
del panorama ospedaliero Campano,
ma che il loro contributo è anche
qualitativamente rilevante svolgendo attività di eccellenza che sono
ormai a quasi totale appannaggio
degli Specialisti stessi. È solo grazie
al contributo dei Sumaisti che molte
attività di fondamentale importanza
per la popolazione campana continuano ad esistere, ad esempio la Terapia Intensiva Neonatale, i Trapianti di Cornea, la Chirurgia della Mano, i Trapianti di Rene, l’IVG, per
citarne solo alcuni, a cui va aggiunta l’area d’urgenza, in particolare la
chirurgia, di quasi tutti gli ospedali
campani.
Aspetti condivisi dai partecipanti
alla tavola rotonda successiva: Gabriele Peperoni, Vicepresidente Nazionale del Sumai, Ferdinando Romano, Direttore del Dipartimento
Salute della Regione Campania, Ernesto Esposito, Direttore Generale
della Asl Napoli 1 centro sul cui territorio ricadono la maggior parte
degli ospedali che utilizzano specialisti ambulatoriali, Gaetano
D’Onofrio, Direttore Sanitario dell’Azienda Universitaria Federico II°
dove sono più numerosi gli specialisti ancora con i contratti a tempo
determinato, Alfredo Savarese dell’Arsan Campania, Agenzia che segue con particolare attenzione la
problematica.
Gabriele Peperoni ha sottolineato
che, concordata a suo tempo la promedical network 6 | 2014
posta di impiegare gli specialisti ambulatoriali negli ospedali, “da allora
gran parte delle carenze di personale
medico sono state gradualmente risolte assegnando, attraverso regolari
e rapidi concorsi per titoli, come previsto dalla convenzione nazionale,
turni di specialistica ambulatoriale
specificamente per le strutture ospedaliere ed universitarie. Fin quando
nel 2010 un decreto commissariale
bloccò tali assunzioni facendo ripiombare le strutture sanitarie regionali in carenza di personale medico qualificato. Oggi sono circa 700
in tutta la regione gli specialisti ambulatoriali che lavorano nelle strutture ospedaliere e, con orgoglio, possiamo affermare che ciò ha consentito a tanti giovani medici di esercitare la loro professione nella regione di appartenenza senza dover
emigrare in altre aree del Paese o addirittura all'estero.”
Nell’ambito della discussione sono
emerse le luci e le ombre relative
all’inserimento degli specialisti negli
ospedali, infatti nonostante il riconoscimento del notevole contributo
degli Specialisti, essi spesso non
vengono utilizzati allo stesso modo
dei dirigenti medici con l’attribuzione di turni disagiati o di maggiore complessità quale l’urgenza.
In quest’ambito è stato lodato il lavoro svolto presso l’Aou Federico II
in cui con la stipula di due accordi
aziendali decentrati si sono omogeneizzate, nell’ambito del possibile, le
attività degli specialisti con quelle
dei dirigenti. Si è forse dovuto rinunciare a qualche prerogativa prettamente territoriale del proprio contratto ottenendo dall’altro il riconoscimento dei alcuni diritti di chi svolge un attività di tipo ospedaliera.
Si è poi discusso dell’annoso problema del passaggio a tempo indeterminato per colleghi che ormai da
molti anni (tra i 5 e gli 8) lavorano
presso strutture ospedaliere ricoprendo anche attività delicate e di responsabilità ma che sono a tutt’oggi
a tempo determinato. Passaggio richiesto con forza dai rappresentanti
Sumai. Gabriele Peperoni ha affer-
mato che nel mettere un punto fermo alla situazione si dovrà tener
conto di quanto contenuto “nella
circolare, dell'agosto 2014, del ministero della Salute che conferma
che lo specialista può espletare la
propria attività nel regime ospedaliero nell'ambito delle competenze
specialistiche. Adesso è arrivato il
momento di fare il punto della situazione e di riconoscere il giusto
valore ad un fenomeno che è diventato fondamentale per la corretta ed
efficace attività delle strutture ospedaliere”. Vincenzo Tammaro da coordinatore dei medici specialisti all'Università Federico II°, dichiarando
auspicabile il passaggio a tempo indeterminato dei tanti specialisti ambulatoriali ospedalieri ha aggiunto
“I medici specialisti in seguito alla
circolare del Ministero, sono a pieno
titolo all'interno degli ospedali e,
pertanto, è indifferibile che passino
a tempo indeterminato sia per una
gratificazione etica, ma anche perché
ciò comporterebbe un risparmio al
sistema sanitario regionale''.
Ferdinando Romano ha sottolineato
come la circolare del ministero della
Salute ha definitivamente sancito
l’appropriatezza della presenza degli
specialisti negli ospedali e considerando raggiunto il pareggio di bilancio nella sanità campana, ha
ipotizzato un “passaggio degli specialisti da tempo determinato a tempo indeterminato” in tempi ragionevolmente brevi con meccanismi
analoghi a quelli vigenti in altre regioni.
Infine Esposito e D’Onofrio, che non
si sono sottratti alle domande dell’uditorio, hanno confermato la loro
personale valutazione positiva sull’apporto degli specialisti ambulatoriali nelle strutture ospedaliere e
universitarie da loro dirette. Un convegno di indubbio successo scientifico e sindacale che ha confermato
il ruolo odierno degli specialisti
nell’ambito della rete ospedaliera
Campana, ma che ha anche contribuito a rasserenare circa il futuro
lavorativo di questi professionisti
nella rete ospedaliera stessa.
CARDIOLOGIA
Tram del cuore
O
ggi le malattie cardiovascolari rappresentano la
prima causa di morte nei
Paesi occidentali ed una delle soluzioni è rappresentata proprio da
una corretto stile di vita, una corretta alimentazione ed un immediato riconoscimento dei sintomi
d’allarme.
Un tram del cuore sui binari della
città per sensibilizzare i romani alla
prevenzione delle malattie cardiovascolari. L’iniziativa, voluta dall’azienda di trasporto capitolina
Atac, dopolavoro Atac e dall’Agenzia di ricerca ed educazione sanitaria (Ares) con la collaborazione di
“Il cuore siamo noi” (Fondazione
Italiana Cuore e Circolazione) ed
Ares 118, si è svolta lo scorso 31 ottobre.
La manifestazione è iniziata con
un dibattito moderato dalla giornalista Maria Concetta Mattei del
TG2 relativo al ruolo del cittadino
nella prevenzione delle malattie
cardiovascolari. È stato evidenziato
come sia necessaria una corretta
informazione per il cittadino che
deve conoscere sia i fattori di rischio cardiovascolari, al fine di
avere un corretto stile di vita, sia
le manovre di rianimazione cardiopolmonare e disostruzione delle
vie aeree che possono veramente
fare la differenza nei pochi minuti
a disposizione per il soccorso di
una persona colpita da Arresto
Cardiaco.
L’evento è stato patrocinato da Roma Capitale – Omceo Ordine dei
medici di Roma – Sumai Assoprof
– Università degli studi di Roma
“Foro Italiaco”– Bayer – Giec – Ivsitalia.com.
Sono stati allestiti 2 gazebo, uno in
zona Piramide, e il secondo a viale
Palmiro Togliatti, dove sono state
eseguite simulazioni di rianimazione
cardiopolmonare, disostruzione corpo estraneo nell’adulto e nel bambino e consegnati materiali informativi riguardo la prevenzione
delle malattie cardiovascolari.
Il Sumai ha sostenuto
totalmente l’iniziativa
nella convinzione che
il ruolo dello specialista nel territorio rappresenti un vero e proprio “faro” di riferimento per il paziente
dal punto di vista
scientifico ed umano.
Spesso infatti il paziente è disorientato e chie-
de risposte efficaci ai propri bisogni;
nella maggior parte dei casi è proprio lo specialista del territorio che
riesce a darle.
Lo Specialista a fianco del cittadino
è la parola d’ordine per una concreta risposta ai bisogni della popolazione.
Testimonial dell’evento è stato l’attore Giorgio Marchesi, che si è prestato con grande generosità ad effettuare le manovre di disostruzione
delle vie aeree ed anche la rianimazione cardiopolmonare.
In considerazione del successo dell’iniziativa l’anno prossimo sarà ripetuta.
medical network 6 | 2014
CARDIOLOGIA
attualità
A Roma si è svolta una manifestazione per sensibilizzare i cittadini
alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il tram ha effettuato
un piccolo viaggio attraverso la città per informare i cittadini circa i
principali fattori di rischio di morte improvvisa. Sponsor
dell’iniziativa il Sumai e l’azienda capitolina di trasporti Atac
di Giancarlo Roscio -
Cardiologo
specialista
ambulatoriale ASL
RMC
21
STORIA DELLA MEDICINA
La signora della lampada
STORIA DELLA MEDICINA
attualità
di Vincenzo Ciruzzi,
specialista
ambulatoriale
cardiologo presso le
ASL Na1 centro e
ASL Na2 nord
22
Ovvero la storia di Florence Nightingale l’infermiera che nella
metà dell’800 durante la guerra di Crimea, con la sua azione
di assistenza ai malati e di miglioramento delle condizioni
igieniche, ispirò la fondazione della Croce rossa
F
lorence Nightingale nacque
da antica e benestante famiglia inglese che, secondo il
costume dell’epoca, amava i viaggi
culturali e di rango. Infatti Florence
nacque durante uno di questi viaggi
nel 1820 a Firenze e fu perciò chiamata in tal modo. La sorella maggiore era nata a Napoli e fu chiamata Partenope. Il padre aveva anche eccentricamente mutato il cognome originale Shore in quello più
romantico di Nightingale (usignolo).
Florence apparteneva quindi all’alta
borghesia inglese con tutti i pregi e
i difetti che in piena epoca Vittoriana, tale condizione le imponeva. Vi
era una netta distinzione tra il ruolo
socio-culturale dell’uomo e quello
della donna, alla quale competeva
soprattutto il compito di “angelo del
focolare”, dedita esclusivamente alla
procreazione e all’educazione dei figli, dipendente in tutto e per tutto
dal marito anche dal punto di vista
economico. Florence si ribellò a tutto ciò, pubblicando anche un volu-
DA GIOVANE COMINCIA A
RIBELLARSI AL RUOLO CHE
FAMIGLIA E SOCIETÀ LE
ASSEGNANO E
CONCEPISCE L’IDEA DI
DIVENTARE INFERMIERA E
DEDICARSI AGLI ALTRI
medical network 6 | 2014
metto “Cassandra” (recentemente ripubblicato), in cui dà una visione
un po’ pessimistica della condizione
della donna in età Vittoriana, donna
che sogna, ma quasi mai realizza
una vita diversa dal matrimonio,
dall’educazione dei figli e dalla rigida vita di società. Florence tentò
sin da piccola di affrancarsi dalle
rigide regole sociali della famiglia
e in ciò fu aiutata anche dai numerosi viaggi all’estero che le aprirono
la mente e le fecero conoscere realtà
sociali diverse; tutto ciò la spinse
ad abbandonare gli stereotipi di cui
era imbevuta e ad agire in prima
persona per realizzare le proprie
aspirazioni, cioè dedicarsi tout court
delle autorità sanitarie, a visitare
Ospedali e via dicendo. Nel 1853 la
svolta: la Russia invade la Turchia
e scoppia la cosiddetta guerra di Crimea, così chiamata, perché la guerra
si svolse quasi del tutto in questa
penisola. Francia, Gran Bretagna e
Sardegna scendono in campo a fianco della Turchia. Al di là delle vicende belliche, la situazione sanitaria
è disastrosa. Negli ospedali manca
di tutto, soprattutto l’assistenza e
l’igiene; infatti i soldati oltre che dalle ferite sono afflitti da promiscuità
e da malattie infettive come malaria,
colera, pediculosi. Florence ottiene
dal governo inglese di organizzare
una spedizione di infermiere volontarie con le quali si reca in Crimea.
Qui la sua azione si svolge nell’assistenza ai malati e soprattutto nel
miglioramento delle condizioni igieniche. Nasce l’appellativo, poi diventato leggenda, “La signora della
lampada”. Infatti l’instancabile Florence ha l’abitudine, di notte, con
una lampada in mano a constatare
le condizioni dei malati e a confortarli. Purtroppo anche lei si ammala,
forse Brucellosi, malattia che l’accompagnerà per tutta la vita. Finita
la guerra (1856) e ritornata in patria
è accolta come un’eroina, osannata
dal popolo e onorata dal governo e
medical network 6 | 2014
attualità
STORIA DELLA MEDICINA
all’assistenza ed alla cura dei malati,
essendole precluso l’accesso alla facoltà di medicina per una legge
dell’epoca. Le scoperte della medicina, seppur lentamente, avanzavano con un miglioramento sia della
diagnosi sia della terapia, ma quello
che era quasi totalmente assente era
l’assistenza infermieristica, affidata
solo alle opere di carità di pochi volontari ed agli ordini religiosi, così
come in epoca medioevale. Florence
volle, invece, creare un’infermiera
colta, preparata e con una sua dignità professionale.
Secondo lei l’infermiera non doveva
sposarsi, doveva affrancarsi dalla
schiavitù domestica e soprattutto doveva istruirsi. Per far ciò lei doveva
abbattere un insieme di pregiudizi,
credenze, che alimentate dall’ignoranza erano sopravvissute nei secoli.
Dopo questa succinta premessa sull’epoca in cui Florence visse e operò,
entriamo più specificamente nella
sua vita e nella sua missione. Da giovane comincia, come detto, a ribellarsi al ruolo che famiglia e società
le assegnano e concepisce l’idea di
diventare infermiera e dedicarsi agli
altri. Dopo una non piccola resistenza il padre le dà l’assenso. Comincia
quindi a leggere testi di medicina, a
consultare i rapporti e i documenti
dalla corona. Nonostante
la salute cagionevole, non
smette di lavorare, organizzando anche con statistiche e grafici l’igiene
ospedaliera, perfezionando
la pulizia, l’areazione e l’illuminazione dei locali di
degenza e lo smaltimento
dei rifiuti, migliorando così
la profilassi. Nel 1860 pubblicò “Notes of nursing” e
“Notes on hospitals”, che
ebbero subito un enorme
successo e che contenevano dei principi di profilassi e di assistenza validi tutt’oggi. Aprì la prima scuola per infermiere e compilò
il Giuramento dell’infermiera. La
professione infermieristica fino ad
allora poco e mal considerata assunse uno status proprio e guadagnò rispetto e riconoscenza. Durante la
guerra civile americana il ministro
degli Stati Uniti le chiese aiuto e
consigli per l’organizzazione degli
ospedali militari. La regina Vittoria
nel 1873 le conferì la Croce Rossa
Reale in segno di riconoscimento per
la sua opera. Era diventata ormai
un’autorità indiscussa nel campo
dell’assistenza infermieristica tanto
che Henri Dunant, fondatore della
Croce Rossa Internazionale, dichiarò
di essere stato molto influenzato dai
principi e dall’opera di Florence.
Molte nazioni stamparono francobolli con la sua effigie. Si spense ormai cieca e totalmente invalida nel
1910 e fu sepolta per suo volere, nella tomba di famiglia con una semplice lapide su cui è stata incisa solo
la data di nascita e di morte. In suo
onore a Londra è stato istituito un
museo e a Istanbul ben quattro
Ospedali sono a lei dedicati. Infine
ricordiamo che nella Basilica di S.
Croce a Firenze c’è una statua che
la raffigura.
23
OTORINOLARINGOIATRIA
OTORINOLARINGOIATRIA
attualità
di Riccardo
Gabriele Ferretti,
Specialista
Ambulatoriale Orl
presso la Ulss 12
Veneziana
24
Progetto per la diagnosi e la cura
delle sordità infantili in Perù
Uno specialista ambulatoriale vince il primo premio per le
iniziative umanitarie in campo sanitario 2013. Il Premio, nato
nel 2010 e intitolato ad Ignazio Basile, è istituito dall’Ordine
dei Medici ed Odontoiatri di Padova e si svolge annualmente
I
l “Progetto Umanitario per la
diagnosi e la cura delle sordità
infantili” nasce nel 2010 da
un’idea di Riccardo Gabriele Ferretti,
specialista in otorinolaringoiatria e
in audiologia, e di Massimo Spanio,
specialista in otorinolaringoiatria e
chirurgia cervico facciale, in collaborazione con l’Associazione per la
Cooperazione Italo Peruviana di
Trieste.
Il Progetto è rivolto alla popolazione peruviana più bisognosa di cure
e povera della zona di Piura, città
capoluogo dell’omonima regione
situata nel nord del Perù e dei
quartieri più poveri della capitale
Lima.
Queste aree geografiche, come molte
altre in tutto il Perù, sono caratterizzate da forti contrasti socio economici, con la presenza alla periferia
di agglomerati urbani di fortuna in
cui vivono numerose persone in
condizioni di estrema povertà e disagio sociale.
Le prestazioni sanitarie in Perù, anche quelle offerte dalle strutture
pubbliche, non sono quasi mai gratuite, se si eccettua una sparuta minoranza di persone che ne ha diritto
(dipendenti delle forze armate, dei
medical network 6 | 2014
ministeri, delle grandi aziende nazionali o internazionali).
Le persone più povere, quindi, non
sono in grado di rivolgersi alle strutture mediche per le cure anche di
base o, se vi ricorrono, lo fanno solamente in casi estremi.
Il progetto umanitario per la diagnosi e la cura delle sordità infantili
quindi, rappresenta un evento unico
e molto importante per parecchi
strati della popolazione locale che,
altrimenti, mai avrebbero la possibilità di usufruire di cure gratuite e
di avvicinarsi alle strutture sanitarie
specialistiche.
La mancanza di investimenti adeguati e la distribuzione ineguale del-
le risorse destinate ai servizi sanitari
fanno sì che in Perù vi sia una altissima incidenza di sordità infantili
nella popolazione.
LA PRIMA MISSIONE
UMANITARIA
Nel maggio 2009, Riccardo Ferretti
insieme a Massimo Spanio hanno
soggiornato a Piura, prestando volontariamente e, naturalmente, gratuitamente, la loro opera presso l’Hospital Santa Rosa, visitando e
operando pazienti di tutte le età che
presentavano patologie otorinolaringoiatriche.
Durante la Missione hanno svolto
una intensa attività ambulatoriale
e chirurgica eseguendo in totale
oltre 300 visite specialistiche gratuite ed effettuando complessivamente 32 interventi chirurgici
gratuiti, venendo inoltre coinvolti
in alcune prestazioni chirurgiche
in urgenza, richieste dai Colleghi
del Dipartimento di Emergenza
ed in prestazioni di consulenza
per vari Reparti dell’Ospedale
Santa Rosa.
NASCE IL PROGETTO
Nel 2010 nasce il Progetto per la
Diagnosi e la Cura delle Sordità Infantili, concepito sull’esperienza fatta nel 2009. Il riscontro di una altissima percentuale di pazienti in
età pediatrica affetti da sordità, rilevata durante l’attività clinica e
ambulatoriale, ha fatto nascere
l’idea di concentrare specificamente
su questa patologia infantile, l’impegno umanitario e gli sforzi economici.
L’osservazione di moltissimi bambini affetti da sordità, che non erano
mai stati sottoposti neanche ad un
esame audiometrico e che non avevano potuto e non possono affrontare, con le loro famiglie, le spese
mediche per le cure necessarie, e il
rilievo che una alta percentuale di
questi pazienti in età pediatrica, ed
anche più grandi, avrebbero potuto
essere reinseriti in una vita sociale,
familiare e scolastica normale, me-
ANALISI SOCIO SANITARIA
In Perù vi è una incidenza molto
elevata di sordità infantili, sicuramente molto più elevata che in Europa o nell’America del Nord, sia
per le condizioni di povertà in cui
versa una gran parte della popolazione sia per l’assenza di un sistema
sanitario pubblico. Anche se la rosolia appare in calo perché la vaccinazione obbligatoria è stata introdotta da qualche anno, malattie
IL RISCONTRO DI UNA
ALTISSIMA PERCENTUALE
DI PAZIENTI IN ETÀ
PEDIATRICA AFFETTI DA
SORDITÀ, RILEVATA
DURANTE L’ATTIVITÀ
CLINICA E
AMBULATORIALE, HA
FATTO NASCERE L’IDEA DI
CONCENTRARE
SPECIFICAMENTE SU
QUESTA PATOLOGIA
INFANTILE, L’IMPEGNO
UMANITARIO E GLI SFORZI
ECONOMICI
attualità
come meningiti o otiti medie continuano a colpire la popolazione più
povera che non ha le risorse economiche per rivolgersi a medici e
curarsi. D’altra parte i bambini nati
prematuri vengono ancora spesso
trattati con antibiotici ototossici,
come la gentamicina e la kanamicina.
I bambini ipoacusici sono generalmente inviati a collegi speciali dove viene insegnato loro il linguaggio dei segni. Molti di loro potrebbero essere recuperati ad una vita
familiare, sociale e scolastica normale, ma diventano invece permanentemente degli handicappati
gravi.
Il progetto consiste nel recupero dei
bambini definiti molto spesso assai
grossolanamente “sordi”, e quindi
sordomuti. La fase iniziale, determinante, è rappresentata dalla corretta definizione diagnostica della
patologia uditiva. La seconda fase
è quella della individuazione delle
possibilità terapeutiche e della loro
attuabilità: in moltissimi casi è sufficiente attuare una adeguata protesizzazione acustica. L’ultima lunga
e delicata fase è quella della riabilitazione logopedica acustico-verbale.
OTORINOLARINGOIATRIA
Il dott. Riccardo Gabriele Ferretti,
Specialista Ambulatoriale ,
iscritto al SUMAI di Venezia
diante una appropriata protesizzazione acustica, hanno rivelato la necessità e l’importanza di dar vita a
questo progetto. Sia a Piura che nella capitale del Paese sudamericano
Lima.
Il Progetto è realizzato in collaborazione con la Widex, azienda leader danese nella ricerca, produzione
e sviluppo delle protesi acustiche
con tecnologia digitale. Questa
Azienda, fondata nel 1956 dalle famiglie Tøpholm and Westermann
che ancora oggi possiedono e gestiscono la Società, sensibile alle problematiche sanitarie infantili dei
Paesi in via di sviluppo, partecipa
al Progetto fornendo le protesi acustiche digitali a “prezzi umanitari”.
medical network 6 | 2014
25
Un momento della premiazione: il
dott. Ferretti con la sig.ra Basile
e il dott. Benato, Presidente
dell’Ordine di Padova.
OTORINOLARINGOIATRIA
attualità
26
FASE REALIZZATIVA
La realizzazione del Progetto comporta:
1) una prima fase di visita medica
specialistica ed indagine audiologica strumentale (Audiometria
tonale, Impedenzometria, Audiometria con giocattoli, Abr etc.)
per la selezione dei pazienti, per
la caratterizzazione del tipo di
ipoacusia e della protesizzazione
acustica da attuare;
2) una seconda fase di acquisto delle protesi acustiche necessarie;
3) una terza fase di preparazione
alla applicazione protesica: presa
dell’impronta del meato acustico
esterno, preparazione delle
chiocciole su misura, taratura
delle protesi acustiche;
4) una quarta fase di applicazione
delle protesi acustiche;
5) una quinta fase di riabilitazione
logopedica audio-fonetica;
6) la verifica costante dei risultati
protesici e la ottimizzazione della
performance protesica;
7) Verifica costante della performance discriminativa del bambino.
ANALISI DEI COSTI E
SOSTENIBILITÀ DEL PROGETTO
I costi maggiori per la realizzazione
del progetto, sono rappresentati dal
costo delle protesi acustiche. Ogni
protesi acustica digitale ci viene
venduta a “prezzo umanitario” dalla
medical network 6 | 2014
casa produttrice danese Widex: il
prezzo è di 100 Euro per protesi
acustica. La manutenzione delle
protesi acustiche è garantita da Audioprotesisti peruviani che collaborano al progetto. La riabilitazione
audio-fonetica è gestita da Logopediste peruviane che collaborano
al progetto.
RISULTATI
Dal 2010 al Maggio 2013 SONO STATI PROTESIZZATI COMPLESSIVAMENTE 212 bambini. Nel 2010 a Lima sono stati protesizzati bilateralmente 35 bambini di età compresa
tra i 3 e i 12 anni, mentre a Piura sono stati protesizzati 28 bambini di
età compresa tra i 4 e i 9 anni.
In conclusione nel 2010 sono stati
protesizzati in totale 63 bambini. Nel
2011 si sono svolte due missioni. La
prima in maggio a Lima e a Piura. A
Lima sono stati controllati i bambini
che erano già stati protesizzati nel
2010, a Piura sono stati protesizzati
16 bambini del Colegio Nuestra Senora de la Paz. La seconda missione
in novembre. A Lima sono stati protesizzati 33 bambini e ricontrollati i
bambini già protesizzati nel 2010, a
Piura sono stati protesizzati altri 24
bambini del Colegio Nuestra Senora
de la Paz e controllati i bambini già
protesizzati a maggio. In conclusione
nel 2011 sono stati protesizzati in totale 73 bambini.
Nel 2012 nelle due missioni di aprile e di novembre sono stati
protesizzati
bilateralmente
36 bambini a
Lima di età
compresa fra
3 e 11 anni,
mentre a Piura sono stati
protesizzati 22
bambini di età compresa fra 4 e 9
anni. In conclusione nel 2012 sono
stati protesizzati in totale 58 bambini. Missione 2013: 10 bambini
protesizzati a Lima + 8 bambini
protesizzati a Piura. In totale 18
bambini.
ALTRI RISULTATI OTTENUTI IN
QUESTO TRIENNIO
1) A conclusione di una nostra
pressante iniziativa, che ha coinvolto anche Deputati del Parlamento Peruviano, nel 2012 è stata varata la Prima Legge sull’obbligatorietà dello Screening Uditivo Neonatale.
2) Poiché in Perù non esiste nelle
Facoltà di Medicina e Chirurgia, un corso di Specializzazione in Audiologia, nel 2011 abbiamo realizzato a Lima, presso
il Centro Culturale Italiano
dell’Ambasciata Italiana in Perù, il Primo Corso di Audiologia
Infantile, relatori Edoardo Arslan direttore del Servizio di
Audiologia e Foniatria dell’Università di Padova e il prof. Pedro Berruecos direttore del Centro di Audiologia e Foniatria
dell’Università di Città del Messico e Presidente delle Società
Panamericana di Audiologia. Il
corso ha avuto la durata di 2
giorni (17 ore totali con 1 credito formativo rilasciato dall’Universidad Mayor de San
Marcos e dal Colegio Medico
del Perù).
Questo Progetto è risultato vincitore nel 2013, del Primo Premio
per le Iniziative Umanitarie in
campo sanitario, intitolato ad
Ignazio Basile e istituito dall’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Padova. Dal 2014 il Progetto è stato
esteso anche alla città di Arequipa,
nel sud del Perù.
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nascita sono 1.467
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