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Come contrastare il declino del sistema universalistico provocato dalla spending review? pagina 11 Tra dossier formativo e bonus: le novità del sistema Ecm pagina 17 Il contributo degli specialisti ambulatoriali alla rete ospedaliera della Campania pagina 19 Anno XIV numero 6| 2014 6 Bimestrale d’informazione 2014 SOCIETÀ ITALIANA DI FORMAZIONE PERMANENTE PER LA MEDICINA SPECIALISTICA medicalnetwork Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma L A R I V I S TA D E L M E D I C O S P E C I A L I S TA A M B U L AT O R I A L E GIURISPRUDENZA Riconosciuto il diritto ad un emolumento forfetario aggiuntivo per lo svolgimento dell’attività esterna Lo stabilisce con sentenza il giudice del lavoro di Bologna, accogliendo il ricorso di una dottoressa contro la sua Ausl, applicando quanto disposto dall’articolo 32 dell’Acn indice EDITORIALE ATTUALITÀ Lala: “Futuro del Ssn è incerto. Manca la programmazione” a cura della redazione “Per lo svolgimento dell’attività esterna lo specialista ambulatoriale ha diritto ad un emolumento forfetario aggiuntivo” Come contrastare il declino del sistema universalistico provocato dalla spending review? a cura di Margherita Rizzato, Christian Cugini, Federica Fiorese, Francesco Rocco La salute oltre il muro di Angelica Franzoso Tra dossier formativo e bonus: le novità del sistema Ecm di Antonello Sanò È nata la Guida ai Servizi Sumai Assoprof di Piero Bergamo Il contributo degli specialisti ambulatoriali alla rete ospedaliera della Campania a cura di Luigi Sodano, Vincenzo Tammaro Tram del cuore a cura della redazione La signora della lampada di Vincenzo Ciruzzi Progetto per la diagnosi e la cura delle sordità infantili in Perù di Riccardo Gabriele Ferretti info 3 medicalnetwork LA RIVISTA DEL MEDICO SPECIALISTA AMBULATORIALE 4 Direttore responsabile Roberto Lala 9 11 15 17 18 19 21 22 24 Consulenza redazionale Edizioni Health Communication Srl Via Vittore Carpaccio 18, 00147 Roma Telefono 06.594461 Fax 06.59446228 e-mail: [email protected] Coordinatore editoriale Stefano Simoni Hanno collaborato Luciano Fassari, Giuseppe Nielfi, Paolo Quarto, Stefano Simoni, Luigi Sodano Progetto grafico Giancarlo D’Orsi Impaginazione Daniele Lucia, Barbara Rizzuti Editore Sumai - Via Lamaro, 13 00173 - Roma Telefono 06.2329121 - fax 06.23219168 Pubblicità Edizioni Health Communication Srl, Roma - Telefono 06.594461 Registrazione al Tribunale di Roma n.446 del 22.10.2001 Roma Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma Diritto alla riservatezza: “Medical Network” garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati nel rispetto della legge 675/96 Stampa: Union Printing - Viterbo Finito di stampare nel mese di dicembre 2014 Costo copia € 2,00 2 medical network 2 | 2008 editoriale I più e i meno di un 2014 dalla doppia faccia ROBERTO LALA Segretario Generale Sumai ari colleghi, l’anno che ci lasciamo alle spalle, per la sanità, ha avuto a mio avviso due facce, da un lato, nella prima parte, ci sono stati importanti passi in avanti, come per esempio la sottoscrizione del Patto per la Salute e l’apertura delle trattative per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale, negli ultimi mesi, invece, il dipinto ha preso dei colori opachi che hanno oscurato i risultati raggiunti del primo semestre. In prima battuta penso all’ennesimo intervento economico sulla sanità nella Legge di Stabilità. A prescindere dalle cifre, altri tagli non so quanto siano ancora sopportabili dal sistema, anche perché come ben sapete il nostro Ssn ha bisogno come non mai d’investimenti, penso al personale, alle strutture, alle nuove tecnologie solo per fare alcuni macro esempi. Ma, soprattutto, stiamo vedendo già oggi i risultati negativi delle decurtazioni degli scorsi anni: persone che non si curano più o si rivolgono al privato, zero programmazione, personale demotivato e preoccupato, con il precariato che ormai è una prassi. Come dicevo, il filo del dialogo tra Governo e Regioni, che sembrava essersi riannodato grazie al lavoro fatto sul Patto, ha invece subìto una brusca frenata con la Legge di Stabilità e ciò ha comportato, nei fatti, una paralisi. I provvedimenti sul Patto procedono infatti, a rilento, o sono fermi, e l’attività parlamentare è praticamente ridotta a lumicino (per esempio mi viene in mente il ddl sulla Responsabilità professionale di cui si sono perse le tracce). E la stessa situazione purtroppo si registra sul tavolo del rinnovo dell’Acn dove in questi mesi non è stato il dialogo costruttivo a farla da padrone. In questo scenario desidero anche ricordare, con sdegno, quanto accaduto durante gli ultimi test per le scuole di specializzazione. Un caos che sicuramente non rappresenta un buon biglietto da visita per tutti i giovani colleghi che si avviano alla professione. Un evento caotico, dunque, che segnala ancora una volta come sia urgente mettere mano alla questione della formazione medica. In questi mesi abbiamo denunciato e analizzato gli scenari futuri rispetto al fabbisogno dei medici specialisti nei prossimi anni (se continua così rischiano di mancare all’appello nei prossimi 5 anni almeno 5.000 professionisti) e, sul tema della convenzione, abbiamo elaborato le nostre linee guida su Uccp e su Aft. Una grande accelerazione, poi, è stata data anche a tutto il pacchetto di servizi (raccolti in una vera e propria guida ad hoc) per gli iscritti SumaiAssoprof (dalle consulenze, all’Ecm, passando per le convenzioni sulla Rc professionale e la nuova applicazione per smartphone e tablet). Inoltre, desidero anche segnalarvi come sia partito il progetto Sumai Giovani allo scopo di affrontare, di petto, le problematiche e le criticità che riguardano i giovani specialisti ambulatoriali. C medical network 6 | 2014 3 SPECIALE POST CONGRESSO SPECIALE POST CONGRESSO attualità a cura della redazione 4 Lala: “Futuro del Ssn è incerto. Manca la programmazione” “Per difenderlo occorre cambiarlo, il Servizio sanitario, a partire dallo sviluppo del territorio e non con i soliti tagli”. Questo il senso dell’intervento del Segretario generale del Sumai, Roberto Lala, durante i lavori del 47° congresso nazionale svoltosi a Perugia A Perugia si è svolto il 47° Congresso nazionale del Sumai-Assoprof con sullo sfondo la domanda “quale futuro per la sanità?”. A quest’interrogativo ha cercato di dare una risposta il segretario generale del sindacato, Roberto Lala, il quale nella sua consueta relazione ha affermato che “se vogliamo essere realistici e intellettualmente onesti dobbiamo dire che il futuro appare difficile, incerto, minacciato da troppi carichi che un sistema minato in più punti difficilmente riuscirà a sopportare, a meno che non si intervenga con decisione, scegliendo di difenderlo” Per Roberto Lala difendere il Ssn pubblico vuol dire inevitabilmente “cambiarlo, adeguarlo alle nuove priorità, renderlo più efficiente: l’indirizzo, unanimemente riconosciuto, è nello sviluppo dell’assistenza sul territorio, anche se ancora troppo poco è stato realizzato”. Cambiamento su cui si è detta d’accordo anche la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale in un messaggio inviato al Congresso ha ribadito che la sanità “si trova in medical network 6 | 2014 una fase di profondi mutamenti e – nel quadro generale – le tematiche in questione rivestono una fondamentale importanza come l’esigenza di percorsi assistenziali nuovi, basati su un approccio multidisciplinare del paziente, volto a promuovere meccanismi di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali, al fine di garantire l’efficacia della continuità delle cure”. Primo cambiamento di carattere strategico è quello del ruolo dell’ospedale “che – ha aggiunto Lorenzin – dovrà perdere le caratteristiche di generalismo per diventare sempre di più specializzato e tecnologicamente attrezzato per la cura delle malattie acute”. Dunque l’obiettivo, sempre secondo la ministra “è quello di costruire e garantire un’offerta adeguata sul territorio, il più vicino possibile al domicilio, in grado di rispondere ai nuovi bisogni di assistenza e di agire come strumento di controllo sulle eventuali riacutizzazioni o complicanze, spesso causa di inappropriati accessi a servizi di urgenza”. Perché, sono sempre le parole della ministra le cure primarie “rappresentano il primo livello di contatto delle persone, della famiglia e della comunità con il Servizio sanitario nazionale, che ha un ruolo centrale nel promuovere e tutelare la salute del nostro Paese. Sono certa che l’occasione potrà rappresentare un’opportunità utile, dalla quale emergeranno in merito interessanti argomentazioni”. IL CAMBIAMENTO NECESSITA DI PROGRAMMAZIONE Quindi cambiamento del Ssn per difenderlo a partire dal territorio. Ma il cambiamento affinché sia sostenibile, essendo in presenza di un sistema complesso come la sanità, ha sottolineato ancora il segretario del Sumai-Assoprof, è necessaria, anzi essenziale “la programmazione, che comporta di utilizzare al meglio le risorse disponibili, riducendo gli sprechi. Sappiamo, ormai da anni, che la nostra popolazione sta complessivamente invecchiando e che dunque questo cambia la domanda di salute. Ora però non si può più aspettare, perché una risposta sbagliata comporta un insostenibile spreco di risorse, che non ci possiamo più permettere. Alla cronicità si risponde al meglio con una rete territoriale, nella quale gli specialisti ambulatoriali, come ampiamente dimostrato in numerose realtà, possono dare un apporto essenziale, garantendo standard qualitativi avanzati in condizioni di prossimità”. “Per centrare questo obiettivo – ha specificato Lala - in sede di rinnovo dell’Accordo Nazionale siamo pronti a sostenere la nostra parte di sacrifici anche se siamo certi che un ulteriore blocco dei contratti rappresenti esclusivamente l’ennesima soluzione tampone necessaria a rimediare agli innumerevoli sprechi dovuti a scelte sbagliate”. TITOLARITÀ DELLE SCELTE IN SANITÀ Ma il problema per Lala è anche su chi ha oggi la titolarità delle scelte in sanità. “La possiede lo Stato centrale o le Regioni? Può, un piccolo Paese come il nostro, rinunciare ad una programmazione su scala nazionale in materia di sanità? Chi definisce il numero di medici da formare nelle diverse specializzazioni, il numero di posti necessari nelle strutture di eccellenza, i parametri per il sistema dei servizi territoriali? Affidarsi in maniera esclusiva alla dimensione regionale si è rivelato per alcuni aspetti un errore. Se infatti le amministrazioni locali hanno il vantaggio di essere più aderenti al territorio e alle sue peculiarità, la mancanza di un quadro nazionale di riferimento produce fatalmente duplicazioni o carenze, comunque diseconomie assolutamente insostenibili”. INVESTIRE IN TECNOLOGIA E RISORSE UMANE “La situazione economica del Paese – ha concluso - è grave: come sempre, si fa appello alla responsabilità dei professionisti chiedendo loro di fare i sacrifici necessari ad affrontarla. Si dimentica però che il Servizio sanitario nazionale è stato sottoposto negli anni a inefficaci e deleteri interventi che lo hanno portato sull’orlo del collasso: cosa è stato fatto se non tagliare le prestazioni e i posti letto, bloccare il turnover e aumentare i ticket? Non credo siano questi gli strumenti per risolvere il problema. Al contrario si deve investire in tecnologia e risorse umane. E le risorse umane non possono certo essere professionisti precari, giovani e non più giovani, costretti a lavorare troppo spesso in condizioni indecorose. Vogliamo credere e confidare in quanto indicato nel Patto per la salute. Il nostro impegno è chiaro, non tanto nelle mie parole, quanto nel lavoro che abbiamo svolto negli anni come sindacato: concrete azioni che non mirano unicamente alla difesa della categoria ma che strategicamente puntano a costruire un futuro certo per la nostra sanità, per i milioni di cittadini che vi si rivolgono e per le migliaia di professionisti che, con grande fatica, vi operano”. medical network 6 | 2014 SPECIALE POST CONGRESSO attualità 5 SPECIALE POST CONGRESSO attualità 6 ENPAM “NUMERI SONO IN SICUREZZA, MA DAL PROSSIMO ANNO AGIREMO SULLA LEVA CONTRIBUTIVA” Di natura diversa, e non poteva esser altrimenti, l’intervento di Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, il quale parlando dell’ente di previdenza ha subito teso a rassicurare dicendo che i “numeri sono in sicurezza, ma dal prossimo anno agiremo sulla leva contributiva”. Oliveti è passato quindi a fare una carrellata delle iniziative che la Fondazione da lui presieduta sta portando avanti. Il senso del suo intervento, come detto, ha teso a tranquillizzare sulla tenuta dell’Enpam esponendo dati sul bilancio rassicuranti ricordando però anche la necessità dell’aumento contributivo a partire dal prossimo anno. “Grazie al lavoro di squadra – ha spiegato– abbiamo ottenuto vinto la difficile battaglia di autonomia. Ottenendo una riforma che ci consente la sostenibilità per i prossimi 50 anni. Dal prossimo anno però – ha aggiunto – dovremo agire sulla leva dei contributi aumentando la quota. Lo faremo però rispettando le regole e lo faremo in autonomia”. Quell’autonomia che per il presidente Enpam “ci ha permesso di mantenere il patrimonio”. I numeri del patrimonio: “il portafoglio gestisce quasi 17 miliardi di euro, con una redditività pari al 5,6% a fronte di una previsione iniziale del 5% per fine anno. La riserva legale è tale che per i prossimi 12 anni potremmo pagare le pensioni anche senza nuovi introiti. Facciamo dunque numeri in sicurezza”. Oliveti ha parlato quindi della riforma dello Statuto e del “Progetto quadrifoglio”, che si declina in medical network 6 | 2014 quattro iniziative ovvero la “previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa, copertura assicurativa e accesso e sostegno al credito. In particolare su questo ultimo punto sono stati stanziati 100 mln per i mutui per i giovani medici”. FOCUS SUMAI-CA’ FOSCARI: "NEI PROSSIMI 5 ANNI RISCHIANO DI MANCARE ALL’APPELLO CIRCA 4 MILA SPECIALISTI AMBULATORIALI" La stima, illustrata a Perugia, nel corso del 47 Congresso nazionale del Sumai, emerge dall’ampia ricerca svolta dall’Università Ca’ Foscari per conto del Sumai-Assoprof sullo stato e le prospettive della specialistica ambulatoriale interna. Blocco del turnover in metà delle Regioni e precariato galoppante tra i più giovani, combinate al fatto che il 36% dei professionisti over 60 andrà in pensione nei prossimi 5 anni sono le ragioni principali di questo possibile scenario se non s’invertirà la rotta, ma soprattutto la fotografia di una professione che sta vivendo sulla propria pelle il serio problema del mancato ricambio generazionale con il rischio che a pagarne le conseguenze siano prima di tutto i cittadini. Ma veniamo ai numeri. SPECIALISTI AMBULATORIALI: IL 54% HA PIÙ DI 55 ANNI All’indagine hanno preso parte circa 2.000 specialisti sui 17.000 totali (di cui 12mila iscritti al Sumai). La distribuzione per età degli Sai è così risultata: il 7,6% dei rispondenti ha 40 anni o meno, il 38,4% ha un’età compresa fra i 41 e i 55 anni, mentre il restante 54% ha più di 55 anni. Riguardo al genere, si nota nei rispondenti una leggera prevalenza maschile (54% vs. 46%): considerando, però, l’effetto delle classi di età si nota che fra i più giovani (soggetti con meno di 40 anni) a prevalere sono le donne (60%); nella fascia di età 41-55 anni vi è un sostanziale equilibrio (le donne sono il 49%), mentre negli ultra 55enni il dato sulla rappresentanza femminile cala al 38% in linea con i dati sulla presenza femminile nell’ambito delle professioni mediche che è andata via via crescendo in questi ultimi anni. I RAPPORTI DI LAVORO La quasi totalità degli intervistati (92,7%) lavora esclusivamente per una (o più) Azienda Sanitaria/Ospedaliera (94,4% secondo i dati Enpam), il 2% è impiegato presso l’Inail (4,2% secondo i dati Enpam), mentre il restante 4,8% dichiara di lavorare in entrambe le tipologie di Enti (Azienda Sanitaria/Ospedaliera e Inail /Altro Ente Pubblico). Inoltre il 65% dei Sai, in linea con l’età media dei rispondenti, lavora come Specialista Ambulatoriale Interno da più di 10 anni, il 21% da 5 a 10 anni e il 14% da meno di 5 anni. I CONTRATTI Tra gli under 40 uno su due è precario. Per quanto riguarda l’aspetto contrattuale, troviamo una netta maggioranza di Sai che dichiara di avere un contratto a tempo indeterminato (l’89,5% dei rispondenti) mentre il restante 10,5% ha un contratto che potremmo definire “precario”, con soluzioni a tempo determinato o di altro tipo. Questi dati, chiaramente indicativi di una tendenza generale, nascondono, però, al loro interno alcune differenze 40 anni) si abbassa notevolmente negli Sai più giovani fino ad arrivare al 57%. Vediamo quindi che il fattore età influenza in maniera importante la forma contrattuale degli Sai. La questione delle diverse for- me contrattuali sembra essere quindi un problema prettamente generazionale: coloro che hanno fatto ingresso nel mondo del lavoro nell’ultimo decennio vedono, rispetto ai loro colleghi più anziani, Mozione finale del 47°Congresso Nazionale SUMAI ASSOPROF L’assemblea del 47° Congresso Nazionale SUMAI Assoprof Perugia dal 6 al 10 ottobre 2014 UDITA La Relazione del Segretario Generale L’APPROVA E DA MANDATO Alla Segreteria Nazionale del SUMAI Assoprof di: 1 Promuovere al prossimo rinnovo contrattuale: la definizione del ruolo e della funzione della specialistica ambulatoriale interna per la valorizzazione e riconoscimento delle professionalità esistenti e delle competenze acquisite; • il superamento dell’attuale regime di incompatibilità ai sensi dell’art.7 della 412/1991 in ragione dell’orario complessivo di lavoro anche prevedendo la partecipazione della specialistica ambulatoriale interna alle nuove forme organizzative delle cure primarie; • il mantenimento del monte ore e la copertura dei turni da assegnare direttamente a tempo indeterminato ai sensi della L. 189/2012 che modifica l’art. 8 comma 1 DL 502/92 e l’art. 1 commi 3, 4 e 6 della stessa 502/92 per quanto concerne l’attribuzione di incarichi direttivi (UOS – UOC); • congiuntamente agli altri sindacati lo sblocco degli aumenti contrattuali previsti anche per il 2015; • l’adeguamento dei contenuti dell’art. 37 dell’ACN riguardanti la legge 104 e la protezione della gravidanza a rischio anche per gli incarichi a tempo determinato; • l’approvazione sollecita dei diversi disegni di legge sulla responsabilità professionale. Vigilare affinchè la prevista razionalizzazione ed il trasferimento di competenze avvenga senza pregiudizio per i medici e i professionisti attualmente operanti nei poliambulatori SASN. Impegnarsi per la valorizzazione delle specificità proprie delle differenti Aree della Medicina Veterinaria in considerazione delle diversità delle attività professionali che le contraddistinguono. Potenziare l’assistenza psicologica in particolare per la crescente richiesta di intervento psicoterapeutico a favore di minori, di adolescenti, di famiglie con conflittualità separative in presenza di figli minori, della popolazione detenuta, e prevedere anche la modifica l’art.45 dell’ACN chiarendo che l’attività di psicoterapeuta è direttamente connessa alle necessità cliniche individuate dal professionista o dallo specialista che la richiede. Impegnarsi per il superamento dei rapporti di lavoro anomali, in quanto svincolati dal quadro normativo nazionale, nell’ambito della riforma del lavoro in corso di esame da parte del Governo e del Parlamento. Prevedere per la Dirigenza Medica e Veterinaria l’urgenza dell’apertura delle trattative per il nuovo contratto, il superamento e l’eliminazione del precariato e lo sblocco del turn-over nonché la modifica delle modalità formative con maggior attenzione alla specifica professionalità. Inoltre porre attenzione alla posizione pensionistica per i colleghi transitati alla dipendenza e che hanno optato per l’ENPAM. Supportare a tutti i livelli di contrattazione istituzionale le istanze del settore della Medicina Generale , essendo il relativo ACN, punto di partenza per il rinnovo convenzionale di tutto il comparto. Valorizzare, all’interno delle AFT e delle UCCP, l’attività dei Biologi nelle attività previste dalla legge 396/64 al fine di una sana educazione alimentare. Valorizzare i giovani specialisti ambulatoriali proponendo loro un ruolo propulsivo nei mutamenti in corso nel mondo della sanità attraverso il diretto coinvolgimento nell’attività sindacale. Supportare i componenti degli organi statutari dell'ENPAM impegnati nella approvazione conclusiva del primo regolamento organico della tutela della genitorialità ed i rappresentanti dei medici veterinari, biologi, chimici e psicologi nel ottenere l'estensione di tali tutele alle casse previdenziali di appartenenza. Vigilare sulle iniziative messe in atto dall’INAIL per la riduzione del monte ore storico degli specialisti a seguito della spending review promuovendo la verifica dei dati, per evitare provvedimenti penalizzanti per i colleghi. 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 medical network 6 | 2014 attualità SPECIALE POST CONGRESSO piuttosto marcate rispetto alla dimensione anagrafica: mentre la percentuale degli Sai con più di 40 anni che hanno un contratto a tempo indeterminato raggiunge il 90%, la stessa percentuale (con meno di 7 SPECIALE POST CONGRESSO attualità 8 la formulazione di contratti che offrono una minore stabilità nel tempo. Si tratta di una prima evidenza di quanto il fattore anagrafico giochi un ruolo fondamentale nel differenziare gli Specialisti ambulatoriali. mente valorizzata: una percentuale, quest’ultima, non certamente trascurabile che sale addirittura (e coerentemente) al 61% per gli Sai che lavorano all’interno delle strutture ospedaliere (in reparto, pronto soccorso etc). LE MOTIVAZIONI Analizzando le motivazioni che hanno inizialmente orientato i medici alla scelta professionale di diventare Specialista Ambulatoriale Interno si evidenzia che i due aspetti che hanno influito maggiormente sulle scelte lavorative: il 53,9% dei rispondenti ha, infatti, affermato di aver scelto di diventare Sai “Perché voleva lavorare nelle strutture pubbliche”, mentre il 47,1% (89% anziani oltre i 55 anni, prossimi alla pensione) “Per una maggiore libertà nell’esercizio dell’attività”. Non mancano le scelte più o meno residuali, come “E’ il primo lavoro che ho trovato” (15,9%), “Per via del buon rapporto tra lavoro e guadagno (10,4%), “Per un miglior rapporto con le altre figure professionali” (9,3%), “E’ stato il primo concorso che ho fatto” (8,9%) e “Perché non ho trovato un altro tipo di lavoro” (7,2%), con percentuali di risposta più alte nelle fasce di età più giovani soprattutto per gli ultimi due item citati (rispettivamente 13,6% vs. 8,9% e 22,8% vs. 7,2% nella fascia di età degli Sai con meno di 40 anni). IL FATTORE IDENTITARIO In sede di indagine è stato chiesto agli Sai di indicare, su una scala da 1 a 5, rispettivamente, quanto ritenessero importante (1= per nulla importante 5= molto importante) e fattibile nel proprio contesto lavorativo (1= per nulla fattibile 5= molto fattibile) ogni singolo fattore di identità dello Sai, allo scopo di comprendere quanto il profilo di identità idealmente definito sia condiviso dagli Specialisti e quanto possa essere realisticamente implementato nella pratica lavorativa. Il fattore di identità che ha avuto il punteggio più alto per l’importanza è “Costruire un rapporto fiduciario e continuativo con il paziente” che ha una media dei giudizi corrispondente a 4,7 (dev. std.=0,8), seguito da “Assicurare il raccordo con la struttura ospedaliera per i casi complessi che necessitano di un ricovero o di accesso al P.S” e “Formazione Continua”, che hanno ottenuto un valore medio di 4,6 (dev std=0,9). I fattori che invece hanno avuto punteggi più bassi sono quelli relativi alla “Flessibilità della sede di lavoro” (media= 3; dev. std.=1,5), “Svolgere prestazioni specialistiche presso altre strutture” e al “Partecipare alle ammissioni e dimissioni protette” che hanno ottenuto una media di 3,2 (dev.std.=1,5). SODDISFAZIONE PROFESSIONALE Il 56% dei rispondenti dichiara che la figura professionale del Sai è decisamente o abbastanza valorizzata nel proprio contesto professionale, mentre il restante 44% pensa che non sia particolarmente o assolutamedical network 6 | 2014 IL FATTORE ANAGRAFICO Il 36% degli over 60 andrà in pensione nei prossimi 5 anni. Il fattore anagrafico è quello che maggiormente concorre a determinare le differenze riscontrate nell’indagine, come ben sintetizzato attraverso la cluster analysis: gli Specialisti Ambulatoriali Interni più giovani, infatti, presentano una situazione di maggiore precarietà lavorativa (contratti a tempo determinato), spesso con occupazioni “improprie” rispetto alla figura (in reparti ospedalieri), con un maggiore utilizzo anche nei giorni festivi e nelle ore notturne. Questa constatazione è strettamente connessa con altre due che riguardano sempre la variabile età, con particolare riguardo alle classi di età più avanzate. La prima è relativa alla forte asimmetria della distribuzione per età degli Specialisti Ambulatoriali Interni: le età più avanzate sono numericamente più consistenti di quelle giovani. A questa si unisce una seconda considerazione relativa al fatto che la maggior parte di ultra 65-enni (76%) e una buona parte degli ultra 60-enni (36%) intende andare in pensione nei prossimi cinque anni (in totale 4 mila medici). Il combinato disposto di questi elementi apre un interrogativo sul futuro della continuità di una qualificata assistenza specialistica sul territorio mettendo in evidenza che nonostante i dispositivi legislativi Balduzzi 189/2012 e Patto della Salute 2014/2016 che professano un potenziamento del territorio e dei medici convenzionati in Aft e Uccp molte regioni by-passano il blocco del turn-over ospedaliero con l’utilizzo di specialisti convenzionati distraendo risorse economiche, già destinate al territorio, verso l’ospedale e quindi in piena contraddizione sui principi e le leggi sopra ricordate. GIURISPRUDENZA Lo stabilisce con sentenza il giudice del lavoro di Bologna, accogliendo il ricorso di una dottoressa contro la sua Ausl, applicando quanto disposto dall’articolo 32 dell’Acn. L’azienda deve risarcire la ricorrente con 12mila euro L a sentenza in commento (che riportiamo di seguito) si inserisce nel fecondo e sempre attuale dibattito intorno allo svolgimento di prestazioni lavorative esterne (rectius, sopralluoghi) da parte di medici ambulatoriali interni. Ha pregio premettere che la disciplina normativa della materia è contenuta in un accordo sindacale di settore, ossia l’Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali interni, medici veterinari ed altre professionalità sanitarie. In questo senso, la pronuncia merita senza dubbio una particolare considerazione, andando a rischiarare un panorama giurisprudenziale estremamente arido ed acerbo. Nella vicenda in esame, il Giudice della Sezione Lavoro del tribunale di Bologna viene chiamato a dirimere una controversia che vede contrapposte due parti: un medico del lavoro e un’Azienda Usl. Il caso origina da una vicenda retributiva: nel dettaglio, la Dott.ssa ricorrente chiede il riconoscimento del proprio diritto alla retribuzione per gli anni 2007-2012, ai sensi dell’art. 32 dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici ambulatoriali interni, ossia per lo svolgimento di attività esterna. Agisce, di conseguenza, per la condanna della Ausl al pagamento degli emolumenti arretrati per una somma di euro 12.000,00. Parte resistente contesta le domande attoree, chiedendone il rigetto. Il Giudice del Lavoro, con sentenza pronunciata all’udienza del 16 aprile 2014, riconosce la fondatezza della pretesa attrice, accogliendo dunque il ricorso della Dott.ssa. Nel ricostruire la fattispecie a equo, egli afferma che la domanda attorea trova piena giustificazione nel disposto dell’art.32 dell’accordo collettivo, il quale attribuisce allo specialista ambulatoriale un emolumento forfetario aggiuntivo per lo svolgimento di attività esterna. Difatti, prosegue, sussistono tutti i presupposti per l’applicazione della suddetta norma: non solo il contratto di incarico della Dott.ssa è riferito ad attività ambulatoriale, ma è altresì pacifico che la ricorrente abbia svolto sopralluoghi esterni su incarico della resistente Ausl. In particolare, l’art. 32, comma 5 dell’Acn stabilisce che “Per lo svolgimento di attività esterna durante l’orario di servizio e per incarichi conferiti in via esclusiva per tale attività, allo specialista ambulatoriale è attribuito un emolumento forfetario aggiuntivo calcolato sul compenso orario dovuto ai sensi dell’art. 42, lettera A, commi 1 e 2, rapportato al tempo di esecuzione di 60 minuti per ciascuna prestazione. Qualora in occasione di un singolo acces- medical network 6 | 2014 attualità GIURISPRUDENZA “Per lo svolgimento dell’attività esterna lo specialista ambulatoriale ha diritto ad un emolumento forfetario aggiuntivo” 9 REPUBBLICA ITALIANA SENT. N. 354/2014 Sentenza pronunciata all’udienza del 16/04/2014 GIURISPRUDENZA attualità 10 so vengano eseguite ulteriori prestazioni, previa autorizzazione aziendale, per ciascuna prestazione successiva alla prima il tempo di esecuzione è determinato in 20 minuti”. Alla luce delle predette argomentazioni, il Giudice conferma la piena illegittimità del diniego opposto dalla Ausl alla richiesta di pagamento degli emolumenti arretrati, riconoscendo dunque la responsabilità dell’azienda ospedaliera per mancata corresponsione della retribuzione dovuta. Conseguentemente, condanna la parte resistente a corrispondere alla Dott. ssa una somma complessiva ammontante a 12.000,00 euro (oltre interessi legali), nonché al pagamento delle spese di lite, liquidate in 5.131,00 euro (oltre alle spese generali, Iva, e Cpa, da distrarsi). Non vi è chi non veda la estrema linearità e chiarezza di siffatta decisione, nella quale il Giudice incaricato riconosce la piena fondatezza della pretesa attrice, essendo essa radicata su una base giuridico-normativa assolutamente incontestabile. È, infatti, chiaro che lo svolgimento di sopralluoghi esterni da parte di un medico del lavoro, dipendente di quella stessa struttura sanitaria che gli ha attribuito l’incarico, rappresenta un’attività lavorativa, che alla stregua delle prestazioni professionali che il medico svolge all’interno dell’azienda sanitaria, deve essere retribuita ai sensi dell’art. 32 dell’Acn. Ogni rifiuto opposto alla corresponsione di tali emolumenti, essendo affetto da illegittimità, verrà presto sanzionato in via giudiziaria e potrà, altresì, essere posto alla base di un’azione di responsabilità contrattuale in forza del combinato disposto degli art. 1218 c.c. e 32, co. 5 dell’accordo collettivo di settore. medical network 6 | 2014 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL GIUDICE DEL TRIBUNALE DI BOLOGNA DOTT. FILIPPO PALLADINO della sezione per le controversie di lavoro, ha pronunciato la seguente SENTENZA nella controversia n.1352/2013, promossa da: (...Omissis) contro Azienda Usl di Imola Convenuta Oggetto: retribuzione Ragioni della decisione Parte ricorrente chiede riconoscersi il suo diritto alla retribuzione per gli anni 2007-2012 ai sensi dell’art. 32 dell’accordo collettivo nazionale dei medici ambulatoriali interni e conseguentemente condannarsi la Ausl di Imola al pagamento degli emolumenti dovuti, pari ad Euro 12.000,00. La resistente ha contestato le domande avversarie e ne ha chiesto il rigetto. La domanda attorea è fondata e deve essere accolta. Il contratto di incarico della dott.ssa è riferito all’attività ambulatoriale. È pacifico che ella abbia svolto anche sopralluoghi esterni, su incarico della resistente, ed è per questa attività che la ricorrente agisce in giudizio. La sua domanda trova piena giustificazione nel disposto dell’art. 32 dell’accordo collettivo, il quale attribuisce allo specialista ambulatoriale un emolumento forfetario aggiuntivo per lo svolgimento di attività esterna. Le spese seguono la soccombenza e vengono liquidate come da dispositivo. P.Q.M. Il Giudice, 1) Condanna l’Ausl di Imola a corrispondere alla ricorrente Euro 12.000,00, oltre interessi legali. 2) Condanna l’Ausl di Imola alle spesa di lite, che liquida in Euro 5.131,00, oltre spese generali, IVA, CPA, da distrarsi. 3) Fissa il termine di sessanta giorni per il deposito della motivazione. Bologna, 16 aprile 2014 IL GIUDICE QUALITÀ E WELFARE Strumenti di Integrazione sanitaria e indicatori di processo nell'Azienda Ulss 9 Treviso I l tema della qualità dei servizi sanitari rappresenta uno degli elementi chiave nella valutazione del più generale tema del benessere e in questo senso appare come problematica di stringente attualità. Ne è prova l'attenzione ad essa rivolta dall'Istat che ha recentemente attivato, di concerto con il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, il “progetto Bes: benessere equo e sostenibile”. Tale progetto si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”, alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Il legame tra disponibilità di servizi e benessere dei cittadini si fonda su un approccio interpretativo in cui gli investimenti pubblici di qualità migliorano le condizioni generali di contesto in cui vivono e operano i cittadini e le loro articolazioni sociali ed economiche. La scelta dei servizi da prendere a riferimento dipende da due distinti ordini di considerazioni, relativi a cosa qualifichi come essenziale un servizio nello specifico contesto di una politica, e a quali requisiti debbano essere soddisfatti affinché la fissazione di obiettivi sia fattibile. Ovviamente servizi inadeguati aggravano direttamente le condizioni di marginalità e di esclusione dei cittadini e dunque ogni intervento volto a migliorare la qualità dei servizi contribuisce direttamente alla riduzione dell’esclusione sociale e della povertà. All'interno degli indicatori scelti dall'Istat per la misura del Bes il tema della salute occupa il primo posto, credo non casualmente. Tuttavia abbiamo ben presente il riflesso negativo della crisi economica sul finanziamento del Ssn (Servizio sanitario nazionale), circostanza che sembra prefigurare ALL'INTERNO DEGLI INDICATORI SCELTI DALL'ISTAT PER LA MISURA DEL BES IL TEMA DELLA SALUTE OCCUPA IL PRIMO POSTO, CREDO NON CASUALMENTE addirittura l'ipotesi di un progressivo declino del sistema universalistico ispirato al principio di solidarietà (di cui al secondo comma dell'Art 2 Costituzione Italiana) a favore di un sistema assicurativoprivatistico, mettendo così a repentaglio la possibilità di tutelare la salute, diritto fondamentale di ogni persona (Art. 32 Costituzione Italiana). Ora, dal momento che il problema non è la sostenibilità finanziaria del Ssn, ma quella politica e culturale (contributo della Prof.ssa Nerina Dirindin al Convegno Il conflitto di interessi – Bologna 26 giugno 2014), appare necessario fornire strumenti per compiere la spending review – e più in generale ogni azione di razionalizzazione – non certamente attraverso tagli lineari, ma grazie a una seria clinical governance che veda attivi protagonisti proprio le Aziende Sanitarie con investimenti di risorse economiche e professionali nella costruzione di Percorsi Clinici condivisi, ricerca di corretti Indicatori di Processo ed Esito e la costante e reale misurazione di questi. Perciò, la tutela della salute richiede un impegno continuo e speciale da parte di ogni persona e la partecipazione attiva medical network 6 | 2014 attualità QUALITÀ E WELFARE Come contrastare il declino del sistema universalistico provocato dalla spending review? a cura di Margherita Rizzato, Endocrinologo Specialista Ambulatoriale – UOC Specialistica Ambulatoriale Azienda ULSS 9 Treviso; Christian Cugini, Radiologo – Servizio Radiologia Azienda ULSS 9 Treviso; Federica Fiorese, Ingegnere – NOVE Servizi Azienda ULSS 9 Treviso; dr. Francesco Rocco, Direttore – UOC Specialistica Ambulatoriale Azienda ULSS 9 Treviso 11 QUALITÀ E WELFARE attualità 12 dei medici ai processi di miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria. L'Uoc Specialistica Ambulatoriale dell'Azienda Ulss 9 di Treviso diretta dal dr. Francesco Rocco nel 2012 ha promosso ed elaborato un Pdta (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per il paziente con Nodulo Tiroideo, seguendo lo specifico framework prodotto dal Gimbe ( Position Statement GIMBE® - Il Governo Clinico nelle Aziende Sanitarie - febbraio 2009 disponibile a: www.gimbe.org/gimbe/statement/ps_gc.htm). Nella realizzazione di questo importante strumento di clinical governance sono intervenuti tutti gli attori coinvolti nella gestione del paziente con questo problema di salute (rappresentanti di medici di assistenza primaria, endocrinologi, radiologi, anatomo-patologi, medici nucleari, endocrinochirurghi) della nostra Ulss e delle strutture convenzionate con la nostra Azienda (Ospedale San Camillo di Treviso e Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier). Il Pdta è stato condiviso con tutti i medici del nostro territorio attraverso una Formazione sul Campo, sostenuta dal Servizio Formazione e Aggiornamento dell'Azienda Ulss 9, realizzatasi con sei incontri mensili nell'arco del 2013. Tra gli obiettivi regionali previsti dalla Dgrv 2533/2013 per l'area “E) Liste di Attesa” c'è la “piena implementazione delle modalità organizzative ed erogative per il contenimento dei tempi di attesa secondo le disposizioni della Dgrv 320/2013”. Gli indicatori sono: • rispetto dei tempi di attesa per classe di priorità; • apertura degli ambulatori in orario serale e nei giorni di sabato e domenica. Altro obiettivo della delibera regionale veneta di fine 2013 è l'“ottimizzazione del numero di prestazione per abitante” con l'indicatore: • mantenimento o riduzione del numero di prestazioni per abitante al di sotto di 4. Purtroppo, come nella precedente Dgrv 3140/2010 il termine appropriatezza viene semplicisticamente associato a un “volume di prestazioni”, con rilevanza limitata allo strumento che invece può realizzare l'appropriatezza e qualità dell'assistenza sanitaria, cioè il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) condiviso e definito con i Medici di Assistenza Primaria. Attualmente non ci sono corretti indicatori per misurare l'appropriatezza prescrittiva ed erogativa di prestazioni specialistiche in campo endocrinologico e non sono previste Schede di Prioritarizzazione per la Visita Endocrinologica; pertanto non è possibile realizzare una cor- retta verifica dell'appropriatezza della richiesta di Visita Endocrinologica nelle classi di priorità A, B e C. Il controllo a campione, previsto dalla Dgrv n. 3444/2010 al comma 6.1.2 e dalla successiva Dgrv 320/2013, rivolto a verificare se c'è congruenza tra classe di priorità biffata e sospetto diagnostico si trasforma quindi in un fittizio controllo di appropriatezza, se non è stata stabilito quale quesito diagnostico va associato al codice di priorità. Inoltre, la verifica non dovrebbe limitarsi a controllare se c'è il codice di priorità biffato e il quesito diagnostico ma estendersi a un controllo più profondo con tracer-methodology del reale motivo di richiesta della prestazione specialistica. Ovviamente, la verifica di congruenza tra codice di esenzione e prestazione richiesta ed erogata certamente non è una misura dell'appropriatezza prescrittiva ma il controllo di una coerenza tra codice di esenzione e richiesta di prestazione. In assenza di un'analisi corretta del bisogno di visita endocrinologica nella nostra regione e in particolare nel territorio dell'Ulss 9 Treviso abbiamo condotto un'analisi nell'autunno 2013 che ha evidenziato come il problema di salute “nodulo tiroideo” costituisca nel 23% dei casi motivo di richiesta di Visita Endocrinologica (prestazione codice Tabella 1 - Set indicatori di processo per il PDTA del paziente con nodulo tiroideo Appropriata Richiesta di Visita Endocrinologica per paziente con nodulo tiroideo di primo riscontro Appropriata Richiesta di Anticorpi tiroidei Numeratore = N° richieste appropriate di visite Denominatore = Totale richieste di visite endocrinologiche Numeratore = N° richieste appropriate di Ac tiroidei Denominatore = Totale richieste di Ac tiroidei Richiesta di Tireoglobulina per il paziente con nodulo Numeratore = N° richieste di tireoglobulina tiroideo di primo riscontro Denominatore = Totale pazienti con nodulo tiroideo Appropriata Richiesta di Calcitonina Numeratore = N° richieste appropriate di calcitonina Denominatore = Totale richieste di calcitonina Appropriata Refertazione Ecografia Collo Numeratore = N° referti ecografici del collo appropriati Denominatore = Totale referti ecografici del collo medical network 6 | 2014 paziente per “nodulo tiroideo di primo riscontro” inserivano i dati relativi agli Indicatori scelti. La misurazione di questi indicatori (alcuni riportati in Tab. 1) aveva cadenza trimestrale e ogni dato inserito nel database veniva verificato e controllato da parte di un medico addetto alla rilevazione (Endocrinologo – dr.ssa Margherita Rizzato) utilizzando la “tracer methodology”, ossia seguendo il percorso clinico del paziente attraverso l'analisi della documentazione clinica reperibile dall'archivio informatico aziendale (referti ecografici, esiti Grafico 1 - Richieste di visita endocrinologica “nodulo tiroideo di primo riscontro” I° tri mestre II° tri mestre III° tri mestre IV° tri mestre 60 50 40 59 30 56 43 35 20 10 (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico riporta il numero di richieste di visita specialistica nell'anno 2013 suddiviso per trimestre per nodulo tiroideo di primo riscontro Grafico 3 - Richiesta di tireoglobulina in percentuale I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard (appropriatezza prescrittiva = 0 %) I° tr i mestr e II° tr i mestr e III° tr i mestr e IV° tr i mestr e Standar d 7% 6% 5% Grafico 2 - Appropriata richiesta in percentuale di visita endocrinologica I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard I° tr i mestr e 100% II° tr i mestr e III° tr i mestr e 90% IV° tr i mestr e 80% Standar d 70% 60% 98% 50% 40% 67% 54% 51% 30% 38% 20% 10% 0% (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico, evidenziando un trend in controtendenza rispetto allo standard, suggerisce che il tema dell'appropriata richiesta di visita endocrinologica costituisce tuttora una criticità verso la quale porsi obiettivi di miglioramento Grafico 4 - Richiesta di calcitonina in percentuale I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard (appropriatezza prescrittiva = 100%) I° tr i mestr e II° tr i mestr e III° tr i mestr e IV° tr i mestr e Standar d 100% 90% 80% 70% 60% 4% 7% 98% 50% 6% 3% 5% 2% 1% degli esami di laboratorio o di altre indagini diagnostiche, referti delle visite endocrinologiche relativi a ciascun paziente). L'analisi dei dati rilevati, come si evince dai grafici (cfr. fig. 1,...,7), mostra una dinamica evolutiva complessa che, pur offrendo ancora importanti margini di miglioramento sul fronte del conseguimento di standard di appropriatezza, sembra mostrare segnali degni di attenzione. Da un lato, come sottolinea l'analisi dello specifico indicatore di processo scelto nel Pdta, la richiesta di attualità QUALITÀ E WELFARE 89.7A.8) sia in classe A sia in classe B (codice di priorità B e D). La nostra scelta ha inteso puntare a misurare l'appropriatezza, migliore indicatore di performance dell'assistenza sanitaria, attraverso la scelta di alcuni Indicatori di Processo sulla base dei quali è stato realizzato un database clinico; tale organizzazione dei dati è avvenuta con la collaborazione degli ingegneri Federica Fiorese di Noveservizi e Stefano Antoniolli di Insiel Mercato. Nel database gli Endocrinologi della nostra Azienda che visitavano il 40% 30% 2% 10% 0% (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Nel grafico lo Standard è = 0 perché la prescrizione di tireoglobulina nella valutazione del paziente con tireopatie nodulari è sempre inappropriata 37% 20% 43% 38% 21% 0% (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico evidenzia una complessiva crescita dell'indicatore, anche se il conseguimento dello standard rimane un obiettivo lontano medical network 6 | 2014 13 QUALITÀ E WELFARE attualità visita endocrinologica è piuttosto inappropriata; motivi di inappropriatezza sono in parte deducibili dall'analisi degli altri indicatori (richiesta inappropriata di tireoglobulina, mancata valutazione della calcitonina da parte del medico di Assistenza Primaria per poter compiere una corretta stratificazione del rischio neoplastico del paziente con nodulo tiroideo, refertazione ecografica incompleta che induce ulteriori prestazioni inappropriate, mancata valutazione clinica del paziente - comprensiva di anamnesi ed esame obiettivo - da parte del medico di Assistenza Primaria). Dall'altro lato segnali incoraggianti sono offerti dall'incremento della refertazione ecografica del collo e della richiesta di valutazione della calcitonina da parte dei medici di assistenza primaria. La precisazione della sequenza delle azioni basate sull'evidenza scientifica, del setting assistenziale, dei ruoli e delle responsabilità, insieme ad un referto-guida per eco-collo, redatto dai radiologi (particolare il contributo del dr. Christian Cugini) e condiviso da Grafico 5 - Richiesta di anticorpi tiroidei in percentuale - I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 I° tr i mestr e II° tr i mestr e III° tr i mestr e IV° tr i mestr e 60% 50% 40% 57% 30% 20% 37% 55% 39% 10% % (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico riporta il numero di richieste di anticorpi tiroidei nell'anno 2013 suddiviso per trimestre per nodulo tiroideo di primo riscontro Grafico 6 - Appropriata richiesta di anticorpi tiroidei in percentuale I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% I° tr i mestr e II° tr i mestr e III° tr i mestr e IV° tr i mestr e Standar d Grafico 7 - Appropriata refertazione ecografiacollo in percentuale I° - II° - III° - IV° trimestre 2013 vs standard I° tr i mestr e II° tr i mestr e III° tr i mestr e IV° tr i mestr e Standar d 100% 90% 80% 70% 60% 98% 88% 80% 68% 61% (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico evidenzia un'incostante appropriata richiesta degli anticorpi tiroidei. 14 tutti gli erogatori di eco-collo del nostro territorio, rappresentano un valido antidoto a stili diagnostici inappropriati che possono determinare cure improprie e spreco di risorse. È in corso nella nostra Azienda un percorso di condivisione con i medici di Assistenza primaria e gli altri specialisti per diffondere e implementare l'uso di questo Pdta e la realizzazione in fieri del Pdta per il paziente con disfunzione tiroidea e la gestione del distiroidismo in gravidanza o con progetto di gravidanza. In conclusione, crediamo doveroso sottolineare come l'approccio sperimentale e innovativo avviato, pur impegnativo e insufficientemente sostenuto da scelte di programmazione e investimenti di risorse, possa offrire una strategia per gli obiettivi aziendali in grado di integrare positivamente, e talora superare decisamente, quelli stabiliti dalla Regione, progredendo, con tenacia e pazienza, nella direzione di una attuazione consapevole e attenta delle finalità costituzionali – oltre che dei valori umani e civili – che rappresentano il riferimento non solo ideale, ma anche operativo per il Sistema Sanitario del nostro Paese. medical network 6 | 2014 50% 40% 91% 72% 77% 98% 86% 30% 20% 10% 0% (Fonte: dati raccolti ed elaborati da Margherita Rizzato) Il grafico evidenzia il progressivo avvicinarsi allo standard stabilito dal PDTA PSICOLOGIA La salute oltre il muro C ome è noto, il Decreto Legislativo 230 del 22 giugno 1999, in merito al riordino della medicina penitenziaria, assegna al Ssn il compito di assicurare alle persone detenute o internate interventi di prevenzione, diagnosi e cura e riabilitazione. Tale incarico poggia essenzialmente su un principio rilevante: l’utente, anche se ristretto, non perde il diritto di poter ricevere lo stesso trattamento garantito al cittadino che si trova in stato di libertà. Pertanto, le funzioni sanitarie svolte fino ad allora dall’amministrazione penitenziaria vengono di fatto trasferite al Ssn. Più in particolare, con il decreto si stabilisce che ai detenuti tossicodipendenti vanno erogati gli stessi livelli di assistenza previsti per i tossicodipendenti liberi. Si assegna quindi ai competenti uffici dell’Asl l’autorità di “predisporre gli atti consequenziali per la definizione dell'intera problematica, tesa ad assicurare la continuità delle attività assistenziali”. L'impatto di una così decisa presa di posizione è certamente forte: il principio cui si ispira ha un carattere quasi rivoluzionario. Il confine fra dentro e fuori è reso più labile e il silenzio che avvolgeva la persona una volta al di là del muro non è più così pesante. Il cittadino pertanto non perde il diritto alla salute e, perciò stesso, gli viene garantita la continuità di un piano terapeutico. In un successivo Decreto Interministeriale del 10 aprile 2002 (ministero della Salute e ministero della Giustizia), veniva individuato, ai fini citati, “il personale operante negli Istituti Penitenziari, nei settori della prevenzione e dell'assistenza ai detenuti e agli internati tossicodipendenti”. Il ministero di Giustizia, con nota nr. 86/8 del 27 dicembre 2012, dichiarava la data di termine dei rapporti convenzionali con il personale che operava presso i Presidi Sanitari Penitenziari per i detenuti tossicodipendenti e con nota n° 02764230-2003 rimedical network 6 | 2014 PSICOLOGIA attualità Un articolo per ripercorrere la normativa che dal ministero della Giustizia ha trasferito la medicina penitenziaria in capo alla Salute secondo il principio per cui “l’utente, anche se ristretto, non perde il diritto di poter ricevere lo stesso trattamento garantito al cittadino che si trova in stato di libertà” di Angelica Franzoso, Psicologa e Psicoterapeuta ambulatoriale area penale Asl Na1 15 PSICOLOGIA attualità 16 badiva che i rapporti convenzionali con gli operatori del Presidio per i detenuti tossicodipendenti si intendono trasferiti alle Asl competenti per territorio a far data dal 1° luglio 2003. La Asl NA1, in attuazione alla Dgrc n° 2545 del 6 agosto 2003, predisponeva una apposita deliberazione con la quale ha in pratica provveduto alla presa d'atto del trasferimento del personale addetto all'assistenza dei detenuti tossicodipendenti dell'Amministrazione Penitenziaria e, a far data dal 1° luglio 2003 recepiva detto personale allo scopo di garantire il prosieguo della assistenza, nel rispetto delle norme di sicurezza e del vigente Ordinamento Penitenziario. Sono stati quindi individuati specifici e transitori accordi individuali con i Medici e gli Psicologi ambulatoriali trasferiti alla Asl per effetto dell'art. 8 DL 230/99, affidando un impegno orario pari a 38 ore settimanali per il personale dirigente e 36 ore per il personale del comparto. A questo punto manca l’ultimo tassello che arriva con la deliberazione nr. 104 dell'8 febbraio 2005, essa stabilisce la validità dei suddetti accordi individuali e precisa che sarà cura dei competenti uffici Asl la definizione dell’intera problematica. Di supporto, il nuovo Accordo Collettivo Nazionale per la Specialistica Ambulatoriale, al comma 1 dell'art. 13 prevede, tra i campi di applicazione, le categorie dei medici specialisti e degli psicologi provenienti dal Ministero di Grazia e Giustizia. Gli operatori interessati, dopo la stipula di un contratto a tempo determinato, dal 1° gennaio 2009 sono stati in definitiva inseriti in una contrattazione a tempo indeterminato, sancendo di fatto la necessità di un servizio all'interno degli istituti di pena continuativo e nello stesso tempo tempestivo rispetto alle medical network 6 | 2014 problematiche presentate dai detenuti tossicodipendenti. Allo stato attuale la Uot. Ser.T. Area Penale, Asl NA 1, suddivisa nelle due equipe di Secondigliano e di Poggioreale, provvede all'assistenza, diagnosi, cura e riabilitazione della popolazione detenuta riconosciuta come dipendente da sostanze stupefacenti. L’incidenza mediamente stimata è di circa un trenta per cento rispetto la totalità delle persone sottoposte a restrizione. Il servizio dell'Area Penale deve pertanto garantire a tale fetta di ristretti le stesse identiche prestazioni previste nelle strutture territoriali ed inoltre utilizzare al meglio la posizione privilegiata che si ritrova ad avere nei confronti sia del territorio che del particolare momento esistenziale in cui si ritrovano coloro che incontra nell’espletamento delle proprie funzioni. Nello specifico, il servizio è tenuto ad assicurare la prima accoglienza, formulare la diagnosi dello stato di tossicodipendenza (in sinergia con il servizio di competenza distrettuale), garantire la continuità o l’immissione dell’utente in un programma terapeutico che contempli le previste terapie farmacologiche specifiche, sostitutive e non. Inoltre deve eseguire il monitoraggio clinico e laboratoristico, occuparsi della prevenzione e della partecipazione alla cura delle patologie correlate all'uso di sostanze. Di essenziale preminenza è l’offerta di attività di sostegno e di “counseling”. Tali interventi hanno l’obiettivo di favorire la focalizzazione delle personali problematiche così da promuovere la modificazione degli stili di vita e l’acquisizione di comportamenti autonomi rispetto alla sostanza. La privazione della propria libertà comporta necessariamente nella per- sona ristretta una fase di grave frustrazione e di dolorosa riflessione su di sé e la propria vita. Diventa quindi particolarmente rilevante in tale frangente un’opera di stimolazione e di orientamento terapeutico volta a promuovere una decisa e forte motivazione al cambiamento. A questo punto è possibile l’elaborazione di un progetto di riabilitazione che, in molti casi, prevede il coinvolgimento anche dei familiari. Il servizio psicologico è interessato ad offrire inoltre una consulenza sociale tramite l’assistenza e l’accompagnamento al processo di individuazione ed esecuzione delle misure alternative alla detenzione. Tali opportunità possono essere rivolte all’utente solo utilizzando un lavoro di rete che colloca l’Area Penale al centro di tutte le azioni. Il coinvolgimento di ogni Agenzia interessata alla realizzazione del progetto terapeutico è l’unica vera garanzia che può limitare i possibile rischi di insuccesso o di fallimento. Inoltre il nostro servizio, soprattutto nel suo versante psicosociale, riveste l’importantissimo ruolo di tramite, esso agisce da ponte fra il dentro e il fuori, fra ieri e oggi, fra il passato e il futuro. Tale funzione, che può definirsi “cuscinetto”, era senz’altro da sempre auspicabile, ed oggi finalmente realizzata. Ciò appare di evidente valore, tenuto conto del territorio non sempre all’avanguardia, tenuto conto che il servizio Area Penale dell’Asl NA 1 è stata la prima realtà italiana maggiormente strutturata e stabile, fortemente voluta dal dirigente del settore Dipendenze e non solo, consapevoli tutti della significativa importanza da assegnare ad una opportunità di tale spessore, oltretutto destinata ad un contesto spesso così povero di luce. ECM Analisi della nuova determina dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, entrata recentemente in vigore che definisce, in via prioritaria, i principi e le linee guida validi, per il triennio formativo 2014-2016, per i professionisti sanitari e le aziende che aderiscono alla fase di sperimentazione attualmente in corso I medici italiani ormai da qualche anno possono contare su uno strumento straordinario costituito dall'Educazione continua in medicina (Ecm) la cui affermazione, dopo un inizio non privo di difficoltà, si è ormai consolidata. Un segno tangibile della validità di un sistema che, nel suo percorso, ha mostrato e mostra possibilità di apprendimento e di sviluppo sempre più ampie. Ma l'Ecm opera in un ambito più vasto del proprio settore di riferimento, ovvero quello della politica della salute, in cui la qualità delle prestazioni fornite è strettamente connessa alla qualificazione del personale sanitario il quale, a questo scopo, è soggetto a periodici cicli di formazione specifica. L'Ecm è poi anche la naturale risposta alla necessità di adeguarsi, con tutte le risorse disponibili, all'innovazione scientifica e tecnologica, frutto di una volontà di ricerca, senza la quale si andrebbe incontro ad un rapido invecchiamento delle conoscenze e, quindi, ad un inarrestabile declino del sapere da cui difficilmente ci si po- trebbe risollevare. E proprio a testimonianza di un sistema in continuo movimento, è entrata recentemente in vigore una nuova determina dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che definisce, in via prioritaria, i principi e le linee guida validi, per il triennio formativo 2014-2016, per i professionisti sanitari e le aziende che aderiscono alla fase di sperimentazione attualmente in corso. Tra le novità introdotte dalla determina vi sono alcuni aggiornamenti in merito alla nuova fase di sperimentazione del Dossier Formativo (DF) che, è bene ricordarlo, è creato e gestito solo su supporto informatizzato e può essere individuale o di gruppo, a seconda che sia il singolo o l'ente a programmare, tramite l'articolazione degli obiettivi prescelti, il fabbisogno di formazione triennale. La determina passa poi a specificare gli elementi utili per la costruzione del DF, quali, ad esempio, l'erogazione di un bonus (15 crediti che avranno validità nel triennio successivo) per il professionista che accede alla sperimentazione e la possibilità di collegarsi al portale del Cogeaps per verificare o modificare (una sola volta l'anno) il proprio dossier. Questi sono solo alcuni dei temi che sono stati ripresi dalla 6° Conferenza nazionale Ecm che ha dedicato un'intera sessione a "Il dossier formativo: al via la fase operativa", ponendo in evidenza l'attualità dell'argomento, anche alla luce dell'esperienza maturata dai diversi soggetti istituzionali coinvolti. Tuttavia, uno degli obiettivi principali della manifestazione è stato quello di verificare l'operatività del sistema Ecm nelle sue molteplici componenti e sulla base del percorso effettuato fin ad ora, per individuare criticità e trame che possano essere da spunto per i necessari interventi di miglioramento. Dall'esame delle varie criticità riscontrate, è stata evidenziata quella della difficoltà nel valutare la qualità della formazione erogata dai numerosi provider accreditati. E proprio su questo punto Agenas ha informato che sono già in corso numerose verifiche. medical network 6 | 2014 attualità ECM Tra dossier formativo e bonus: le novità del sistema Ecm di Antonello Sanò dirigente amministrativo 17 SUMAI ASSOPROF SUMAI ASSOPROF attualità di Piero Bergamo, Direttore centro servizi 18 È nata la Guida ai Servizi Sumai Assoprof Diversi i servizi a disposizione degli iscritti. La Guida offre la possibilità di aggiornarsi con i nuovi servizi che andranno ad aggiungersi nel futuro. Consultazione sulla home page del sito web nazionale L a Guida ai servizi, presentata in occasione del 47° Congresso Nazionale svoltosi a Perugia, offre numerosi servizi per gli iscritti al Sumai. Al fine di meglio diffonderne la conoscenza e quindi la fruibilità è stata creata una guida in forma sinottica che sarà diffusa sia in forma cartacea che in consultazione diretta sul sito web nazionale del Sumai. Ogni socio potrà prenderne visione valutando l’insieme delle opportunità che l’iscrizione al nostro sindacato mette a disposizione. Questo a dimostrazione della continua attenzione che la nostra organizzazione pone anche nell’offerta di servizi di tutela individuale che vanno dalle varie tipologie di consulenze (previdenziali, legali, assicurative, finanziarie), fino all’offerta di opportunità di aggiornamento professionale (corsi aggiornamento Sifop, aggiornamento on line Fad con la Rivista Medica Italiana). Sfogliando la Guida si passerà dall’introduzione di benvenuto del nostro segretario generale, Roberto Lala, alla presentazione e agli scopi istituzionali del nostro sindacato. A seguire i capitoli “Chi si può iscrivere”, con un’appendice al termine della guida con le modalità di iscrizione al Sumai e il relativo modulo, medical network 6 | 2014 e “I Settori e le Aree di competenza” con l’elenco delle aree di intervento del nostro sindacato nella tutela dei medici e dei professionisti operanti nel Ssn. La Guida entra poi nel vivo con l’elenco dei servizi offerti e con la loro dettagliata disamina. Di particolare interesse per l’iscritto l’accesso riservato ai siti web nazionale e locali con informazioni aggiornate in tempo reale, la possibilità della casella di posta elettronica e di posta elettronica certificata Pec e, ultima arrivata tra i servizi, ma di estremo interesse nelle sue possibilità di sviluppo di nuovi servizi l’App per smart phone e tablet. Da consultare, con particolare attenzione, la parte dedicata alle offerte formative sia con l’attività della Sifop, nell’organizzazione di corsi Ecm nazionali, regionali e provinciali, che con l’aggiornamento on line gratuitamente offerto ai nostri iscritti con la registrazione alla Rivista Medica Italiana, che consente ogni anno di soddisfare il fabbisogno formativo previsto dalla vigente normativa. Da valutare attentamente anche la gamma di offerte nel campo delle polizze assicurative che grazie alle convenzioni stipulate dal Sumai ci garantiscono condizioni molto interessanti. La guida si conclude con l’elenco dettagliato delle sezioni sindacali, le segreterie regionali e provinciali, con indirizzi e riferimenti telefonici, fax, indirizzi mail per consentire una rapida possibilità di contatto con i segretari regionali e provinciali del Sumai. Una guida di servizio dunque con la prerogativa della possibilità di aggiornarsi con i nuovi servizi che andranno ad aggiungersi nel futuro nella continua attenzione che il Sumai pone alle esigenze dei propri iscritti. Un invito dunque a consultare la Guida ai Servizi anche nell’ottica di fornire suggerimenti per nuovi servizi che potrebbero andare a completare la gamma dell’offerta attuale. SCUOLA QUADRI Un convegno per fare il punto sulle attività svolte dagli specialisti e sulla loro integrazione nella realtà ospedaliera, confrontandosi anche con le autorità regionali ed i Dg sull’appropriatezza della presenza dei Sumaisti negli Ospedali I l 14 Novembre 2014 il Sumai Napoli ha organizzato, con gli Specialisti Ambulatoriali che lavorano negli ospedali della Regione Campania, il convegno dal titolo: “Il contributo degli specialisti ambulatoriali alla rete ospedaliera della Campania: oggi una valida opportunità – il futuro?”. Lo scopo della manifestazione era duplice: fare il punto sulle attività svolte dagli Specialisti e sulla loro integrazione nella realtà ospedaliera, e confrontarsi con le autorità regionali ed i direttori generali sull’appropriatezza della presenza dei Sumaisti negli ospedali. Spunto per questa ultima riflessione è stato anche un carteggio tra la Regione ed il Ministero relativamente all’impiego degli specialisti in ambito ospedaliero. Il convegno è stato suddiviso in due parti, una scientifica ed una Tavola rotonda di discussione ed analisi del fenomeno. Grazie alla capillare ed ormai numerosa presenza degli specialisti nella quasi totalità degli ospedali campani è stato doveroso praticare una sele- zione preventiva rispetto alla numerosissima richiesta di partecipazione, va però sottolineato il contributo rilevante dei delegati aziendali e/o ospedalieri del Sumai, ognuno dei quali ad inizio sessione ha presentato una breve relazione sul ruolo degli specialisti sumaisti nelle diverse realtà: Maria Cristina Boccia per l’Aorn dei Colli, Ludovico Bronzone per il P.O. Incurabili (Napoli), Massimo De Santis per il P.O. San Gennaro (Napoli), Antonio Ferrara per P.O. S. Giovanni di Dio di Frattamaggiore, Ilaria Giglio per il P.O. Loreto Mare (Napoli), Luigi Lavorgna per l’Aou S.U.N., Giovanni Montecatino per gli Osp. Riuniti Area Nolana, Luca Moscillo per il P.O. La Schiana di Pozzuoli, Gianluca Muto per il P.O. San Giovanni Bosco (Napoli), Attilio Perrotta per il P.O. Pellegrini (Napoli), Gio- vanni Saggiomo per l’Aorn pediatrica Santobono, Salvatore Savino per il P.O. San Paolo (Napoli), Luciano Strollo per il P.O. Ascalesi (Napoli), Vincenzo Tammaro per l’AOU Federico II, Giuseppe De Nicola per l’AOU San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno. I lavori sono stati introdotti dal Luigi Sodano, Direttore Nazionale della scuola quadri del SUMAI, che ha ricordato: “Era l'anno 2000 e il Sumai prospettò alla politica regionale di poter risolvere il problema della carenza di personale medico nelle strutture ospedaliere ed universitarie, sfruttando la flessibilità ed il dinamismo di applicazione previsti dall'accordo nazionale della categoria”. Un modello non solo accolto in Campania, ma sviluppatosi anche in altre regioni d’Italia. attualità SCUOLA QUADRI Il contributo degli specialisti ambulatoriali alla rete ospedaliera della Campania a cura di Luigi Sodano, Direttore Nazionale Scuola Quadri Sumai; Vincenzo Tammaro, Specialista ambulatoriale chirurgo AOU Federico II Responsabile scientifico evento LO SCOPO DELLA MANIFESTAZIONE ERA DUPLICE: FARE IL PUNTO SULLE ATTIVITÀ SVOLTE DAGLI SPECIALISTI E SULLA LORO INTEGRAZIONE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA, E CONFRONTARSI CON LE AUTORITÀ REGIONALI ED I DIRETTORI GENERALI SULL’APPROPRIATEZZA DELLA PRESENZA DEI SUMAISTI NEGLI OSPEDALI medical network 6 | 2014 19 SCUOLA QUADRI attualità 20 Sono stati selezionati e presentati 16 argomenti di interesse scientifico che vari relatori, tutti rigorosamente specialisti ambulatoriali, hanno illustrato in modo brillante ed esaustivo nel contesto di un vero e proprio corso di formazione multidisciplinare, sul modello che il Sumai Napoli organizza da anni in collaborazione con la Sifop nazionale. Alla relativa discussione, moderata da Vincenzo Tammaro responsabile scientifico dell’evento, hanno partecipato, oltre ai delegati prima menzionati, numerosi relatori che hanno fatto emergere con forza che gli Specialisti non solo sono ormai una realtà conclamata nell’ambito del panorama ospedaliero Campano, ma che il loro contributo è anche qualitativamente rilevante svolgendo attività di eccellenza che sono ormai a quasi totale appannaggio degli Specialisti stessi. È solo grazie al contributo dei Sumaisti che molte attività di fondamentale importanza per la popolazione campana continuano ad esistere, ad esempio la Terapia Intensiva Neonatale, i Trapianti di Cornea, la Chirurgia della Mano, i Trapianti di Rene, l’IVG, per citarne solo alcuni, a cui va aggiunta l’area d’urgenza, in particolare la chirurgia, di quasi tutti gli ospedali campani. Aspetti condivisi dai partecipanti alla tavola rotonda successiva: Gabriele Peperoni, Vicepresidente Nazionale del Sumai, Ferdinando Romano, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Campania, Ernesto Esposito, Direttore Generale della Asl Napoli 1 centro sul cui territorio ricadono la maggior parte degli ospedali che utilizzano specialisti ambulatoriali, Gaetano D’Onofrio, Direttore Sanitario dell’Azienda Universitaria Federico II° dove sono più numerosi gli specialisti ancora con i contratti a tempo determinato, Alfredo Savarese dell’Arsan Campania, Agenzia che segue con particolare attenzione la problematica. Gabriele Peperoni ha sottolineato che, concordata a suo tempo la promedical network 6 | 2014 posta di impiegare gli specialisti ambulatoriali negli ospedali, “da allora gran parte delle carenze di personale medico sono state gradualmente risolte assegnando, attraverso regolari e rapidi concorsi per titoli, come previsto dalla convenzione nazionale, turni di specialistica ambulatoriale specificamente per le strutture ospedaliere ed universitarie. Fin quando nel 2010 un decreto commissariale bloccò tali assunzioni facendo ripiombare le strutture sanitarie regionali in carenza di personale medico qualificato. Oggi sono circa 700 in tutta la regione gli specialisti ambulatoriali che lavorano nelle strutture ospedaliere e, con orgoglio, possiamo affermare che ciò ha consentito a tanti giovani medici di esercitare la loro professione nella regione di appartenenza senza dover emigrare in altre aree del Paese o addirittura all'estero.” Nell’ambito della discussione sono emerse le luci e le ombre relative all’inserimento degli specialisti negli ospedali, infatti nonostante il riconoscimento del notevole contributo degli Specialisti, essi spesso non vengono utilizzati allo stesso modo dei dirigenti medici con l’attribuzione di turni disagiati o di maggiore complessità quale l’urgenza. In quest’ambito è stato lodato il lavoro svolto presso l’Aou Federico II in cui con la stipula di due accordi aziendali decentrati si sono omogeneizzate, nell’ambito del possibile, le attività degli specialisti con quelle dei dirigenti. Si è forse dovuto rinunciare a qualche prerogativa prettamente territoriale del proprio contratto ottenendo dall’altro il riconoscimento dei alcuni diritti di chi svolge un attività di tipo ospedaliera. Si è poi discusso dell’annoso problema del passaggio a tempo indeterminato per colleghi che ormai da molti anni (tra i 5 e gli 8) lavorano presso strutture ospedaliere ricoprendo anche attività delicate e di responsabilità ma che sono a tutt’oggi a tempo determinato. Passaggio richiesto con forza dai rappresentanti Sumai. Gabriele Peperoni ha affer- mato che nel mettere un punto fermo alla situazione si dovrà tener conto di quanto contenuto “nella circolare, dell'agosto 2014, del ministero della Salute che conferma che lo specialista può espletare la propria attività nel regime ospedaliero nell'ambito delle competenze specialistiche. Adesso è arrivato il momento di fare il punto della situazione e di riconoscere il giusto valore ad un fenomeno che è diventato fondamentale per la corretta ed efficace attività delle strutture ospedaliere”. Vincenzo Tammaro da coordinatore dei medici specialisti all'Università Federico II°, dichiarando auspicabile il passaggio a tempo indeterminato dei tanti specialisti ambulatoriali ospedalieri ha aggiunto “I medici specialisti in seguito alla circolare del Ministero, sono a pieno titolo all'interno degli ospedali e, pertanto, è indifferibile che passino a tempo indeterminato sia per una gratificazione etica, ma anche perché ciò comporterebbe un risparmio al sistema sanitario regionale''. Ferdinando Romano ha sottolineato come la circolare del ministero della Salute ha definitivamente sancito l’appropriatezza della presenza degli specialisti negli ospedali e considerando raggiunto il pareggio di bilancio nella sanità campana, ha ipotizzato un “passaggio degli specialisti da tempo determinato a tempo indeterminato” in tempi ragionevolmente brevi con meccanismi analoghi a quelli vigenti in altre regioni. Infine Esposito e D’Onofrio, che non si sono sottratti alle domande dell’uditorio, hanno confermato la loro personale valutazione positiva sull’apporto degli specialisti ambulatoriali nelle strutture ospedaliere e universitarie da loro dirette. Un convegno di indubbio successo scientifico e sindacale che ha confermato il ruolo odierno degli specialisti nell’ambito della rete ospedaliera Campana, ma che ha anche contribuito a rasserenare circa il futuro lavorativo di questi professionisti nella rete ospedaliera stessa. CARDIOLOGIA Tram del cuore O ggi le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali ed una delle soluzioni è rappresentata proprio da una corretto stile di vita, una corretta alimentazione ed un immediato riconoscimento dei sintomi d’allarme. Un tram del cuore sui binari della città per sensibilizzare i romani alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. L’iniziativa, voluta dall’azienda di trasporto capitolina Atac, dopolavoro Atac e dall’Agenzia di ricerca ed educazione sanitaria (Ares) con la collaborazione di “Il cuore siamo noi” (Fondazione Italiana Cuore e Circolazione) ed Ares 118, si è svolta lo scorso 31 ottobre. La manifestazione è iniziata con un dibattito moderato dalla giornalista Maria Concetta Mattei del TG2 relativo al ruolo del cittadino nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. È stato evidenziato come sia necessaria una corretta informazione per il cittadino che deve conoscere sia i fattori di rischio cardiovascolari, al fine di avere un corretto stile di vita, sia le manovre di rianimazione cardiopolmonare e disostruzione delle vie aeree che possono veramente fare la differenza nei pochi minuti a disposizione per il soccorso di una persona colpita da Arresto Cardiaco. L’evento è stato patrocinato da Roma Capitale – Omceo Ordine dei medici di Roma – Sumai Assoprof – Università degli studi di Roma “Foro Italiaco”– Bayer – Giec – Ivsitalia.com. Sono stati allestiti 2 gazebo, uno in zona Piramide, e il secondo a viale Palmiro Togliatti, dove sono state eseguite simulazioni di rianimazione cardiopolmonare, disostruzione corpo estraneo nell’adulto e nel bambino e consegnati materiali informativi riguardo la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il Sumai ha sostenuto totalmente l’iniziativa nella convinzione che il ruolo dello specialista nel territorio rappresenti un vero e proprio “faro” di riferimento per il paziente dal punto di vista scientifico ed umano. Spesso infatti il paziente è disorientato e chie- de risposte efficaci ai propri bisogni; nella maggior parte dei casi è proprio lo specialista del territorio che riesce a darle. Lo Specialista a fianco del cittadino è la parola d’ordine per una concreta risposta ai bisogni della popolazione. Testimonial dell’evento è stato l’attore Giorgio Marchesi, che si è prestato con grande generosità ad effettuare le manovre di disostruzione delle vie aeree ed anche la rianimazione cardiopolmonare. In considerazione del successo dell’iniziativa l’anno prossimo sarà ripetuta. medical network 6 | 2014 CARDIOLOGIA attualità A Roma si è svolta una manifestazione per sensibilizzare i cittadini alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il tram ha effettuato un piccolo viaggio attraverso la città per informare i cittadini circa i principali fattori di rischio di morte improvvisa. Sponsor dell’iniziativa il Sumai e l’azienda capitolina di trasporti Atac di Giancarlo Roscio - Cardiologo specialista ambulatoriale ASL RMC 21 STORIA DELLA MEDICINA La signora della lampada STORIA DELLA MEDICINA attualità di Vincenzo Ciruzzi, specialista ambulatoriale cardiologo presso le ASL Na1 centro e ASL Na2 nord 22 Ovvero la storia di Florence Nightingale l’infermiera che nella metà dell’800 durante la guerra di Crimea, con la sua azione di assistenza ai malati e di miglioramento delle condizioni igieniche, ispirò la fondazione della Croce rossa F lorence Nightingale nacque da antica e benestante famiglia inglese che, secondo il costume dell’epoca, amava i viaggi culturali e di rango. Infatti Florence nacque durante uno di questi viaggi nel 1820 a Firenze e fu perciò chiamata in tal modo. La sorella maggiore era nata a Napoli e fu chiamata Partenope. Il padre aveva anche eccentricamente mutato il cognome originale Shore in quello più romantico di Nightingale (usignolo). Florence apparteneva quindi all’alta borghesia inglese con tutti i pregi e i difetti che in piena epoca Vittoriana, tale condizione le imponeva. Vi era una netta distinzione tra il ruolo socio-culturale dell’uomo e quello della donna, alla quale competeva soprattutto il compito di “angelo del focolare”, dedita esclusivamente alla procreazione e all’educazione dei figli, dipendente in tutto e per tutto dal marito anche dal punto di vista economico. Florence si ribellò a tutto ciò, pubblicando anche un volu- DA GIOVANE COMINCIA A RIBELLARSI AL RUOLO CHE FAMIGLIA E SOCIETÀ LE ASSEGNANO E CONCEPISCE L’IDEA DI DIVENTARE INFERMIERA E DEDICARSI AGLI ALTRI medical network 6 | 2014 metto “Cassandra” (recentemente ripubblicato), in cui dà una visione un po’ pessimistica della condizione della donna in età Vittoriana, donna che sogna, ma quasi mai realizza una vita diversa dal matrimonio, dall’educazione dei figli e dalla rigida vita di società. Florence tentò sin da piccola di affrancarsi dalle rigide regole sociali della famiglia e in ciò fu aiutata anche dai numerosi viaggi all’estero che le aprirono la mente e le fecero conoscere realtà sociali diverse; tutto ciò la spinse ad abbandonare gli stereotipi di cui era imbevuta e ad agire in prima persona per realizzare le proprie aspirazioni, cioè dedicarsi tout court delle autorità sanitarie, a visitare Ospedali e via dicendo. Nel 1853 la svolta: la Russia invade la Turchia e scoppia la cosiddetta guerra di Crimea, così chiamata, perché la guerra si svolse quasi del tutto in questa penisola. Francia, Gran Bretagna e Sardegna scendono in campo a fianco della Turchia. Al di là delle vicende belliche, la situazione sanitaria è disastrosa. Negli ospedali manca di tutto, soprattutto l’assistenza e l’igiene; infatti i soldati oltre che dalle ferite sono afflitti da promiscuità e da malattie infettive come malaria, colera, pediculosi. Florence ottiene dal governo inglese di organizzare una spedizione di infermiere volontarie con le quali si reca in Crimea. Qui la sua azione si svolge nell’assistenza ai malati e soprattutto nel miglioramento delle condizioni igieniche. Nasce l’appellativo, poi diventato leggenda, “La signora della lampada”. Infatti l’instancabile Florence ha l’abitudine, di notte, con una lampada in mano a constatare le condizioni dei malati e a confortarli. Purtroppo anche lei si ammala, forse Brucellosi, malattia che l’accompagnerà per tutta la vita. Finita la guerra (1856) e ritornata in patria è accolta come un’eroina, osannata dal popolo e onorata dal governo e medical network 6 | 2014 attualità STORIA DELLA MEDICINA all’assistenza ed alla cura dei malati, essendole precluso l’accesso alla facoltà di medicina per una legge dell’epoca. Le scoperte della medicina, seppur lentamente, avanzavano con un miglioramento sia della diagnosi sia della terapia, ma quello che era quasi totalmente assente era l’assistenza infermieristica, affidata solo alle opere di carità di pochi volontari ed agli ordini religiosi, così come in epoca medioevale. Florence volle, invece, creare un’infermiera colta, preparata e con una sua dignità professionale. Secondo lei l’infermiera non doveva sposarsi, doveva affrancarsi dalla schiavitù domestica e soprattutto doveva istruirsi. Per far ciò lei doveva abbattere un insieme di pregiudizi, credenze, che alimentate dall’ignoranza erano sopravvissute nei secoli. Dopo questa succinta premessa sull’epoca in cui Florence visse e operò, entriamo più specificamente nella sua vita e nella sua missione. Da giovane comincia, come detto, a ribellarsi al ruolo che famiglia e società le assegnano e concepisce l’idea di diventare infermiera e dedicarsi agli altri. Dopo una non piccola resistenza il padre le dà l’assenso. Comincia quindi a leggere testi di medicina, a consultare i rapporti e i documenti dalla corona. Nonostante la salute cagionevole, non smette di lavorare, organizzando anche con statistiche e grafici l’igiene ospedaliera, perfezionando la pulizia, l’areazione e l’illuminazione dei locali di degenza e lo smaltimento dei rifiuti, migliorando così la profilassi. Nel 1860 pubblicò “Notes of nursing” e “Notes on hospitals”, che ebbero subito un enorme successo e che contenevano dei principi di profilassi e di assistenza validi tutt’oggi. Aprì la prima scuola per infermiere e compilò il Giuramento dell’infermiera. La professione infermieristica fino ad allora poco e mal considerata assunse uno status proprio e guadagnò rispetto e riconoscenza. Durante la guerra civile americana il ministro degli Stati Uniti le chiese aiuto e consigli per l’organizzazione degli ospedali militari. La regina Vittoria nel 1873 le conferì la Croce Rossa Reale in segno di riconoscimento per la sua opera. Era diventata ormai un’autorità indiscussa nel campo dell’assistenza infermieristica tanto che Henri Dunant, fondatore della Croce Rossa Internazionale, dichiarò di essere stato molto influenzato dai principi e dall’opera di Florence. Molte nazioni stamparono francobolli con la sua effigie. Si spense ormai cieca e totalmente invalida nel 1910 e fu sepolta per suo volere, nella tomba di famiglia con una semplice lapide su cui è stata incisa solo la data di nascita e di morte. In suo onore a Londra è stato istituito un museo e a Istanbul ben quattro Ospedali sono a lei dedicati. Infine ricordiamo che nella Basilica di S. Croce a Firenze c’è una statua che la raffigura. 23 OTORINOLARINGOIATRIA OTORINOLARINGOIATRIA attualità di Riccardo Gabriele Ferretti, Specialista Ambulatoriale Orl presso la Ulss 12 Veneziana 24 Progetto per la diagnosi e la cura delle sordità infantili in Perù Uno specialista ambulatoriale vince il primo premio per le iniziative umanitarie in campo sanitario 2013. Il Premio, nato nel 2010 e intitolato ad Ignazio Basile, è istituito dall’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Padova e si svolge annualmente I l “Progetto Umanitario per la diagnosi e la cura delle sordità infantili” nasce nel 2010 da un’idea di Riccardo Gabriele Ferretti, specialista in otorinolaringoiatria e in audiologia, e di Massimo Spanio, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale, in collaborazione con l’Associazione per la Cooperazione Italo Peruviana di Trieste. Il Progetto è rivolto alla popolazione peruviana più bisognosa di cure e povera della zona di Piura, città capoluogo dell’omonima regione situata nel nord del Perù e dei quartieri più poveri della capitale Lima. Queste aree geografiche, come molte altre in tutto il Perù, sono caratterizzate da forti contrasti socio economici, con la presenza alla periferia di agglomerati urbani di fortuna in cui vivono numerose persone in condizioni di estrema povertà e disagio sociale. Le prestazioni sanitarie in Perù, anche quelle offerte dalle strutture pubbliche, non sono quasi mai gratuite, se si eccettua una sparuta minoranza di persone che ne ha diritto (dipendenti delle forze armate, dei medical network 6 | 2014 ministeri, delle grandi aziende nazionali o internazionali). Le persone più povere, quindi, non sono in grado di rivolgersi alle strutture mediche per le cure anche di base o, se vi ricorrono, lo fanno solamente in casi estremi. Il progetto umanitario per la diagnosi e la cura delle sordità infantili quindi, rappresenta un evento unico e molto importante per parecchi strati della popolazione locale che, altrimenti, mai avrebbero la possibilità di usufruire di cure gratuite e di avvicinarsi alle strutture sanitarie specialistiche. La mancanza di investimenti adeguati e la distribuzione ineguale del- le risorse destinate ai servizi sanitari fanno sì che in Perù vi sia una altissima incidenza di sordità infantili nella popolazione. LA PRIMA MISSIONE UMANITARIA Nel maggio 2009, Riccardo Ferretti insieme a Massimo Spanio hanno soggiornato a Piura, prestando volontariamente e, naturalmente, gratuitamente, la loro opera presso l’Hospital Santa Rosa, visitando e operando pazienti di tutte le età che presentavano patologie otorinolaringoiatriche. Durante la Missione hanno svolto una intensa attività ambulatoriale e chirurgica eseguendo in totale oltre 300 visite specialistiche gratuite ed effettuando complessivamente 32 interventi chirurgici gratuiti, venendo inoltre coinvolti in alcune prestazioni chirurgiche in urgenza, richieste dai Colleghi del Dipartimento di Emergenza ed in prestazioni di consulenza per vari Reparti dell’Ospedale Santa Rosa. NASCE IL PROGETTO Nel 2010 nasce il Progetto per la Diagnosi e la Cura delle Sordità Infantili, concepito sull’esperienza fatta nel 2009. Il riscontro di una altissima percentuale di pazienti in età pediatrica affetti da sordità, rilevata durante l’attività clinica e ambulatoriale, ha fatto nascere l’idea di concentrare specificamente su questa patologia infantile, l’impegno umanitario e gli sforzi economici. L’osservazione di moltissimi bambini affetti da sordità, che non erano mai stati sottoposti neanche ad un esame audiometrico e che non avevano potuto e non possono affrontare, con le loro famiglie, le spese mediche per le cure necessarie, e il rilievo che una alta percentuale di questi pazienti in età pediatrica, ed anche più grandi, avrebbero potuto essere reinseriti in una vita sociale, familiare e scolastica normale, me- ANALISI SOCIO SANITARIA In Perù vi è una incidenza molto elevata di sordità infantili, sicuramente molto più elevata che in Europa o nell’America del Nord, sia per le condizioni di povertà in cui versa una gran parte della popolazione sia per l’assenza di un sistema sanitario pubblico. Anche se la rosolia appare in calo perché la vaccinazione obbligatoria è stata introdotta da qualche anno, malattie IL RISCONTRO DI UNA ALTISSIMA PERCENTUALE DI PAZIENTI IN ETÀ PEDIATRICA AFFETTI DA SORDITÀ, RILEVATA DURANTE L’ATTIVITÀ CLINICA E AMBULATORIALE, HA FATTO NASCERE L’IDEA DI CONCENTRARE SPECIFICAMENTE SU QUESTA PATOLOGIA INFANTILE, L’IMPEGNO UMANITARIO E GLI SFORZI ECONOMICI attualità come meningiti o otiti medie continuano a colpire la popolazione più povera che non ha le risorse economiche per rivolgersi a medici e curarsi. D’altra parte i bambini nati prematuri vengono ancora spesso trattati con antibiotici ototossici, come la gentamicina e la kanamicina. I bambini ipoacusici sono generalmente inviati a collegi speciali dove viene insegnato loro il linguaggio dei segni. Molti di loro potrebbero essere recuperati ad una vita familiare, sociale e scolastica normale, ma diventano invece permanentemente degli handicappati gravi. Il progetto consiste nel recupero dei bambini definiti molto spesso assai grossolanamente “sordi”, e quindi sordomuti. La fase iniziale, determinante, è rappresentata dalla corretta definizione diagnostica della patologia uditiva. La seconda fase è quella della individuazione delle possibilità terapeutiche e della loro attuabilità: in moltissimi casi è sufficiente attuare una adeguata protesizzazione acustica. L’ultima lunga e delicata fase è quella della riabilitazione logopedica acustico-verbale. OTORINOLARINGOIATRIA Il dott. Riccardo Gabriele Ferretti, Specialista Ambulatoriale , iscritto al SUMAI di Venezia diante una appropriata protesizzazione acustica, hanno rivelato la necessità e l’importanza di dar vita a questo progetto. Sia a Piura che nella capitale del Paese sudamericano Lima. Il Progetto è realizzato in collaborazione con la Widex, azienda leader danese nella ricerca, produzione e sviluppo delle protesi acustiche con tecnologia digitale. Questa Azienda, fondata nel 1956 dalle famiglie Tøpholm and Westermann che ancora oggi possiedono e gestiscono la Società, sensibile alle problematiche sanitarie infantili dei Paesi in via di sviluppo, partecipa al Progetto fornendo le protesi acustiche digitali a “prezzi umanitari”. medical network 6 | 2014 25 Un momento della premiazione: il dott. Ferretti con la sig.ra Basile e il dott. Benato, Presidente dell’Ordine di Padova. OTORINOLARINGOIATRIA attualità 26 FASE REALIZZATIVA La realizzazione del Progetto comporta: 1) una prima fase di visita medica specialistica ed indagine audiologica strumentale (Audiometria tonale, Impedenzometria, Audiometria con giocattoli, Abr etc.) per la selezione dei pazienti, per la caratterizzazione del tipo di ipoacusia e della protesizzazione acustica da attuare; 2) una seconda fase di acquisto delle protesi acustiche necessarie; 3) una terza fase di preparazione alla applicazione protesica: presa dell’impronta del meato acustico esterno, preparazione delle chiocciole su misura, taratura delle protesi acustiche; 4) una quarta fase di applicazione delle protesi acustiche; 5) una quinta fase di riabilitazione logopedica audio-fonetica; 6) la verifica costante dei risultati protesici e la ottimizzazione della performance protesica; 7) Verifica costante della performance discriminativa del bambino. ANALISI DEI COSTI E SOSTENIBILITÀ DEL PROGETTO I costi maggiori per la realizzazione del progetto, sono rappresentati dal costo delle protesi acustiche. Ogni protesi acustica digitale ci viene venduta a “prezzo umanitario” dalla medical network 6 | 2014 casa produttrice danese Widex: il prezzo è di 100 Euro per protesi acustica. La manutenzione delle protesi acustiche è garantita da Audioprotesisti peruviani che collaborano al progetto. La riabilitazione audio-fonetica è gestita da Logopediste peruviane che collaborano al progetto. RISULTATI Dal 2010 al Maggio 2013 SONO STATI PROTESIZZATI COMPLESSIVAMENTE 212 bambini. Nel 2010 a Lima sono stati protesizzati bilateralmente 35 bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni, mentre a Piura sono stati protesizzati 28 bambini di età compresa tra i 4 e i 9 anni. In conclusione nel 2010 sono stati protesizzati in totale 63 bambini. Nel 2011 si sono svolte due missioni. La prima in maggio a Lima e a Piura. A Lima sono stati controllati i bambini che erano già stati protesizzati nel 2010, a Piura sono stati protesizzati 16 bambini del Colegio Nuestra Senora de la Paz. La seconda missione in novembre. A Lima sono stati protesizzati 33 bambini e ricontrollati i bambini già protesizzati nel 2010, a Piura sono stati protesizzati altri 24 bambini del Colegio Nuestra Senora de la Paz e controllati i bambini già protesizzati a maggio. In conclusione nel 2011 sono stati protesizzati in totale 73 bambini. Nel 2012 nelle due missioni di aprile e di novembre sono stati protesizzati bilateralmente 36 bambini a Lima di età compresa fra 3 e 11 anni, mentre a Piura sono stati protesizzati 22 bambini di età compresa fra 4 e 9 anni. In conclusione nel 2012 sono stati protesizzati in totale 58 bambini. Missione 2013: 10 bambini protesizzati a Lima + 8 bambini protesizzati a Piura. In totale 18 bambini. ALTRI RISULTATI OTTENUTI IN QUESTO TRIENNIO 1) A conclusione di una nostra pressante iniziativa, che ha coinvolto anche Deputati del Parlamento Peruviano, nel 2012 è stata varata la Prima Legge sull’obbligatorietà dello Screening Uditivo Neonatale. 2) Poiché in Perù non esiste nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, un corso di Specializzazione in Audiologia, nel 2011 abbiamo realizzato a Lima, presso il Centro Culturale Italiano dell’Ambasciata Italiana in Perù, il Primo Corso di Audiologia Infantile, relatori Edoardo Arslan direttore del Servizio di Audiologia e Foniatria dell’Università di Padova e il prof. Pedro Berruecos direttore del Centro di Audiologia e Foniatria dell’Università di Città del Messico e Presidente delle Società Panamericana di Audiologia. Il corso ha avuto la durata di 2 giorni (17 ore totali con 1 credito formativo rilasciato dall’Universidad Mayor de San Marcos e dal Colegio Medico del Perù). Questo Progetto è risultato vincitore nel 2013, del Primo Premio per le Iniziative Umanitarie in campo sanitario, intitolato ad Ignazio Basile e istituito dall’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Padova. Dal 2014 il Progetto è stato esteso anche alla città di Arequipa, nel sud del Perù. Dopo un anno dalla nascita sono 1.467 gli iscritti. Indice di gradimento all’85% Modalità di iscrizione Per iscriversi a La Rivista Medica Italiana è sufficiente compilare il FORM presente sul sito: www.larivistamedicaitaliana.it La rivista è aperta ai vostri contributi. Chi volesse inviare i suoi articoli può farlo utilizzando l’indirizzo email: [email protected] s Grati ritti c s i i l g per UMAI al S on line o n a i d i t o u q o a sanità ll e d Il prim o d n o m l icato a d e d e t n e m a r e int Oltre 28.000 visitatori unici giornalieri* *Fonte: Google Analytics quotidianosanità.it Scienza, medicina, farmaci, politica nazionale e regionale, economia e legislazione. 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