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289 Le aziende che trattano i RAEE, come la

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289 Le aziende che trattano i RAEE, come la
L’Isola che non c’è
Le aziende che trattano i RAEE, come la Tred, la Vallone, la Scrap, la Citiraya etc.,
per adesso, si stanno, come visto dalle varie visite e dai vari siti, scervellando a
trovare sistemi di raccolta e sistemi di gestione movimento rifiuti. Affrontano,
all’oggi, un problema del tutto aperto col cittadino, mentre si sforzano a ritirare e a
farsi chiamare dalle aziende con ampi dismessi in magazzino. Ma i RAEE dei
cittadini? I RAEE della gente, le migliaia di tonnellate di RAEE senza destinazione
rinchiuse nei cassetti o impolverate negli studi delle case?
A prescindere dalla grande questione sul chi paga queste aziende - anche se presto i
vettori che pagheranno saranno ben chiari, presto le classi che, come le PWB, si
pagano da sole si amplieranno - qual beneficio sarebbe, per gli organismi di raccolta
di queste imprese, se sapessero dove e quando andare a ritirare le caterve di BDD,
già pronti per il carico senza intermediari?
La questione, in effetti, è molto complicata ed in fieri; ma continuiamo.
•Grossi incentivi di vendita previi accordi col produttore/importatore
•Abbattimento problema ritiro vecchio/usato sull’acquisto del nuovo
•Abbattimento rischio multe per conferimento in discariche vecchio/usato
Negozi
Dettaglianti
Rivenditori
Elettronica/
elettrotecnica
Figura 9-8 Movimento Isola - rivenditori
Che c’entrano i negozi? C’entrano, eccome! Ora come ora alcuni ritirano l’usato
vendendo il nuovo cercando, molto limitatamente, di spingere il mercato e le pale del
proprio mulino; ma per quanto riguarda il fenomeno dismesso la cosa è un poco
grave.
Nella maggior parte dei casi questo usato o rifiuto rimane invenduto, inutilizzato,
dato all’azienda municipalizzata che, alla fine, lo porta in discarica…altre volte è
proprio il rivenditore che, servendosi dei suoi mercenari trasportatori, lo sbatte in
discarica, e sappiamo cosa sono e come sono le discariche.
Altre volte, il rifiuto viene abbandonato vicino a dei bidoni dei RSU.
Poche volte arrivano multe (quali, se non c’è una buona Normativa?); sempre, più
per un commerciante che per una catena di vendita, la questione diventa un problema
che va a sommarsi agli altri .
E se la gente portasse l’usato tecnologico in un’isola?
289
L’Isola che non c’è
Forte riduzione inquinamento
Sollevamento dal problema dei metalli pesanti,
delle emissioni da incenerimento,
degli effluenti tossici che vanno nelle acque,
nella terra, nei mari, nell’atmosfera, etc.
Forte riduzione delle discariche
A
M
B
I
E
N
T
E
Spazi, terreni, pazienza totali
Figura 9-9 Movimenti Isola - Ambiente
L’Ambiente c’era prima dell’uomo e ci sarà dopo, ci ha messo a disposizione tutto,
non sarebbe meglio cominciare a rispettarlo? Che valore ha una scoperta se distrugge
la Natura? Ma a parte questi discorsi: non potrebbe, l’Isola, aiutare noi a tenere il
nostro habitat migliore?
Sollevamento
problema del fumo (di Pb?) negli occhi,
delle
chimere di occupazione
→ incubo sfruttamento
&
inquinamento
Paesi in via di sviluppo
Figura 9-10 Movimento Isola – Paesi invia di sviluppo
290
L’Isola che non c’è
Abbiamo parlato del problema rifiuti Hi-Tech per i Paesi in via di sviluppo
ampiamente in un capitolo precedente. L’Isola potrebbe, insieme a mille altre cose,
sia chiaro, contribuire a sanare la questione contro-Basilea ed, indirettamente, a
evitare che migliaia di persone perdano la salute davanti a quell’immondizia e che
migliaia di tonnellate di immondizia rovinino le loro risorse naturali. Un piccolo
contributo; il più grande dovrebbe provenire dai governi e dalle coscienze.
L’Isola Hi-Tech dovrebbe accogliere i beni durevoli dimessi
• ad alta tecnologia e
• di una certa dimensione,
vale a dire elettrodomestici contenenti chip, PWB, memorie, sistemi di
comunicazione e telecomunicazione etc. ma non potrebbero essere portati, in
Isola, grossi elettrodomestici ed elettrodomestici difficili e delicati da portare; è
il caso di frigoriferi, condizionatori, congelatori, CRT di grosse dimensioni…
per 2 motivi:
• l’Isola deve favorire e rendere comodo, quasi piacevole il conferimento
da parte dei cittadini, non è il caso dei grossi elettrodomestici;
• alcuni AEE, come quelli del freddo ed i CRT di grosse dimensioni, sono
molto delicati ed è pericoloso rischiare di far loro perdere le sostanze
pericolose per negligenza o incapacità.
Ecco uno schema chiarificatore.
Figura 9-11 Schema dell’Isola per conferimento
L’Isola dovrebbe accogliere, in sezioni separate, una vasta tipologia di
elettrodomestici e BDD Hi-Tech, progettando a priori i contenitori.
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L’Isola che non c’è
Naturalmente, più è disassemblato un apparecchio migliore è il conferimento.
Per esempio, per un PC:
Come portare in Isola un PC
considerando che chi usa un PC possiede anche le minime capacità di “primo
smontaggio”
Chassis
schede
Lettori/ scrittori FD
monitor
Lettori/ scrittori CD
tastiere
Lettori/ scrittori DVD
stampanti
CPU
casse audio
scanner
mouse
Cavi
Ventole
Pannelli di Al
Plastica
Altro …
Figura 9-12 PC in Isola
“Considerando che chi usa un PC possiede anche le minime capacità di primo
smontaggio” vuol dire che, non chiunque ma quasi, oggigiorno sa smontare uno
chassis ed estrarre gli elementi più macroscopici; ma di questo se ne potrebbe e se ne
dovrebbe discutere.
Il CENSIS ci fornisce, per il 2001, una valida tabella della presenza dei media nelle
case degli Italiani, questo vuol dire media elettrici, elettronici, ma anche media in
generale, che ci danno una informazione preziosa sul grado di benessere, stile di vita,
cultura, informazione e tutto ciò che è correlato.
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L’Isola che non c’è
Famiglie
con
TV
Radio
Libri
Quotidiani
Videoregistratori
Settimanali
/mensili
Computer
Internet
Decoder
1
Componente
97.4
89.3
62.7
54.9
41.8
42.9
21.5
13.3
8.2
2
Componenti
98.4
91.1
76.7
70.4
63.8
57.2
29.2
22.2
13.2
3-4
Componenti
99.5
98.1
81.8
76.9
82.0
65.8
53.8
38.7
16.4
Oltre 4
componenti
99.2
100.0
88.9
82.5
82.5
67.5
66.7
46.8
24.6
Fonte: CENSIS 2001
Figura 9-13 Media nelle case degli Italiani
Il problema della diffusione e della densità di tali Isole non è indifferente, anzi è
fondamentale.
Infatti, per i contenitori della carta, del vetro etc. che sono presenti ora nelle nostre
città, la densità e la scelta dei luoghi strategici è stata basilare per la riuscita e,
purtroppo nella maggioranza dei casi, non riuscita del progetto.
Ciò che frega la gente e gli enti, infatti, è la mala organizzazione, come è successo
per la raccolta differenziata: se i bidoni non ci sono e quelli esistenti vengono
svuotati una volta al mese, che si fa? Si getta il riciclabile nei RSU o nell’Ambiente.
Questo, almeno, per gli irresponsabili e gli ignoranti.
La stessa cosa non deve avvenire per un’Isola Hi-Tech, che dovrà avere una sua ben
definita locazione ed una sua precisata densità.
Mentre per i raccoglitori di carta, pile, etc. non c’è mai stata una definizione di
questa natura, o non è mai stata rispettata (il che è lo stesso), per un’Isola Hi-Tech
sarà obbligatoriamente stabilita sulla carta demografica.
La persona che vive in una città munita di Isole Hi-Tech non dovrà, come l’amico
dell’esempio sopra, fare 2 Km per raggiungerla, o 3 per trovarla.
L’utente ne potrà fare anche 5, o 8, o 10, ma dovrà sapere che ad aspettarlo ci sarà
un’Isola in grado di accogliere i suoi dismessi e di regalargli soddisfazione,
coscienza… ed un bel bonus con un bel gruzzolo di EURO!
Il sistema Bonus potrebbe funzionare con una scheda magnetica che si carica e si
scarica, come una carta di credito ecologica da caricare quando si conferisce il bene
e da scaricare quando si ritira il contante o si acquista un nuovo bene.
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L’Isola che non c’è
Oppure si potrebbe ritirare uno scontrino, come succede al supermercato o al
distributore di benzina.
Lo scontrino, o la carta magnetica, potrebbe caricarsi dopo aver inserito un codice
relativo al prodotto conferito.
Infatti ogni prodotto ha una sua carta d’identità:
• il codice IMEI per un cellulare
• i codici a barre
• altri codici di identificazione.
Immettendo il codice tramite tastiera o facendo leggere il codice tramite un lettore
elettronico, come quello delle farmacie o dei supermercati, verrebbero calcolati:
• anno di produzione,
• marca,
• modello,
• Paese di importazione e/o di costruzione,
• altri dati .
A questo punto la macchinetta emetterebbe un “responso bonus”, caricherebbe la
scheda o emetterebbe uno scontrino che permetterebbero:
• un bonus sull’acquisto del nuovo della stessa classe merceologica,
• un bonus sull’acquisto del nuovo su diversa classe merceologica,
• un bonus per ritirare, in banca o alle poste, per esempio, dei contanti
corrispondenti.
Si potrebbe pensare ad un sistema di conferimento
• controllato,
• totalmente automatizzato,
• parzialmente automatizzato.
Quello controllato funzionerebbe come le attuali Isole Ecologiche, ma con personale
qualificato ed ammaestrato alla procedura di accoglimento uomo e BDD.
Potrebbe essere allestito, molto probabilmente, un sistema misto, con alta
automatizzazione ma controllata dall’uomo, e questo è sicuramente ciò che accadrà.
Non si disdegna, comunque, in questa sede, di “disegnare” un sistema ad un più alto
grado di automazione.
Si potrebbe pensare ad un sistema raccoglitore, per ogni tipo di RAEE, simile a
quello usato già per altre categorie merceologiche.
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L’Isola che non c’è
Sistema di ammortizzazione
Inserimento
Codice o
scheda
magnetica
Deve chiudersi
ermeticamente
Sistema di verifica
RAEE ed
emissione bonus
nuova
apparecchiatura
Oppure di lettura e
caricamento
scheda magnetica
Lo sportello si
apre, poi si chiude
automaticamente
Ritiro scontrino
O
Maniglia
Scheda magnetica
Figura 9-14 Schema singolo contenitore e relativa macchina a schede magnetiche o
a emissione scontrino Bonus
Naturalmente si dovrà pensare ad un sistema di informazione e pubblicità molto
importante. Esso dovrebbe coinvolgere gli enti preposti, i produttori, gli importatori,
i distributori e, ovviamente, i mezzi di comunicazione. Il cittadino dovrebbe essere
coinvolto solo dopo essere stato interessato dalle argomentazioni, dagli intenti o
dagli ami dell’interesse; in questo modo ne sarebbero attratti sia i cittadini
coscienziosi, sia quelli che pensano all’Ambiente come al posto che calpestano.
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L’Isola che non c’è
Governo
Regione
Provincia
Comune
Solo informazione
Aziende trattamento RAEE
Giornali → da Nazionali a Comunali
Radio
Internet → anche banner
TV → Tg
Trasmissioni ambiente
Pubblicità progresso
Produttori/importatori
Cittadino
Dialogo di
organizzazione e
gestione costi Isole
e
Preparazione e
gestione:
•sconti,
Negozi elettronica/elettrotecnica
•validità e valenza
scontrini,
•preparazione e
incentivi dettaglianti
e
•tipo di AEE
sostitute
Figura 9-15 Sistema di informazione, pubblicità e comunicazione tra attori
L’Isola Hi-Tech, l’Isola che non c’è, dovrà essere costruita con grandi accortezze
tecniche,
• di protezione BDD,
• di alimentazione raccoglitori e
• con sistemi di caricamento vettori.
Una profonda elettronica ed un profondo studio a livello di software dovrà, inoltre,
venire incontro alle esigenze di riconoscimento/catalogazione delle apparecchiature e
a occorrenze monetarie.
L’Isola Hi-Tech non potrà accumulare i RAEE oltre il suo limite e farli ammucchiare
al di fuori dei raccoglitori, come succede oggi per la maggior parte dei contenitori
per il vetro, la plastica etc.; in un sistema avanzato dovranno essere progettati ed
installati
• sensori a gravità per segnalare il riempimento direttamente collegati con
i sistemi di raccolta e trasporto,
• un apparato d’allarme silenzioso per i pirati elettronici attratti da
cotante risorse.
Si potrebbe anche dire che dovrà essere
• coperta,
• almeno di 500 m2
e che
• ci dovranno essere dei parcheggi generosi.
L’Isola Hi-Tech, però, deve, e qui useremo il presente,
accogliere,
ospitare,
rasserenare chi la visita.
296
L’Isola che non c’è
I colori dominanti devono essere
il verde,
l’azzurro,
il giallo.
Ci deve essere una fortissima spinta d’immagine:
•
essa deve richiamare all’ecologia, alla pulizia, all’ordine, alla Natura
incontaminata,
• deve essere quasi un momento di gioia,
• deve essere un’isola talmente “pura” da richiamare l’attenzione dei
bambini,
• deve assolutamente entrare nelle persone come isola verde, come
modello.
Dovrà, inoltre, essercene 1 per ogni, circa, 15.000 abitanti o per ogni Comune.
Per i soldi si useranno quelli di tutti noi consumatori, va bene; oppure, fra qualche
tempo il sistema comincerà anche ad auto-finanziarsi… ma dobbiamo agire, e l’Isola
sarebbe un ottimo inizio!
9.5.2 L’UOMO
Il problema è l’uomo.
Il sistema avanzato si trova, si è sempre trovato; le tecnologie non mancano e
neanche le menti rivolte ad essa.
Bisogna, però, attirare l’attenzione di tutti su questo problema e spingere le menti
pensanti ad usare gli ingegni e a pensare la tecnologia in un certo modo, con la
priorità del rispetto di chi, quella tecnologia, la permette.
E’ questo l’epilogo di questo lavoro: un grande monito su ciò che sta accadendo, una
preghiera infinita agli ingegni perché si sforzino a costruire tecnologia sostenibile,
una richiesta ai pensanti di rimuovere, nei limiti dell’umano, il setaccio degli
interessi per entrare in armonia con il vero vincolo della ricerca: la Natura.
Mi rivolgo, ora, a Chi è consapevole del motivo di questo lavoro affinché trasformi
quel motivo in destinazione e conduca il mio lavoro futuro solamente se nel rispetto
del mondo che ha creato.
297
Conclusioni
Conclusioni
“Questo è un argomento vasto, un soggetto che sfugge da ogni parte”, mi disse, un
giorno, il mio relatore. Non penso ci sia una espressione, oggigiorno, migliore di
questa in relazione alla materia che abbiamo affrontato. Pur tuttavia ci si è sforzati
molto nel compito di avvicinarsi sensibilmente alla questione, si è approfondito il
problema della distinzione tra le apparecchiature, quello dell’utilizzo e della
produzione, quello della conseguente, contemporanea e successiva produzione di
esausto. Si sono collocate le conoscenze in una dimensione quantitativa. Si è fatta
una panoramica a livello mondiale, toccando anche dei temi strazianti sia per l’uomo
che per il nostro Ambiente, a livello Europeo e Nazionale. Si è esaminato il problema
normativo e gestionale riguardo al mondo dell’Hi-Tech, non senza entrare nel merito
aziendale.
A questo punto la trattazione si è spinta nell’analisi degli impianti e del trattamento,
rispettando ma anche criticando l’attuale know-how. Si è entrati nel dettaglio
separando e distinguendo le tecniche ed i trattamenti per la più rilevante gamma di
apparecchiature conosciute senza dimenticare di dare grande risalto al tema della
termovalorizzazione.
Nel corso dell’intera stesura si è dato, non meno, un grande rilievo al problema
dell’inquinamento derivato dal non trattamento… ma anche dal trattamento, più o
meno oculato, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Ciò che è stato studiato, scritto, proposto si è in ogni modo sviluppato con un certo
colore gestionale, di potenzialità e atti, di proposte e norme, di intenti e di fattibilità,
di progetti e di realizzabilità.
Tutto questo ci ha condotti a progettare, e quindi illustrare, un sistema tecnicogestionale in grado di coordinare il problema del conferimento, della raccolta, del
trasporto dell’elettronico dismesso, confrontando il valore e il peso delle parti, in
maniera sì appassionata, ma anche attenta all’attualità degli intenti, agli interessi e
capacità degli attori e alla forza della tecnologia.
A volte, nel far questo, ci si è fermati sui dossi, ad esempio riconoscendo l’unicità
delle schede elettroniche, ora come ora, nel crearsi intorno riciclo accurato e finanze
sicure; a volte, questi dossi, si sono superati senza incertezze, come quando si è
previsto che il nostro paese potesse arrivare a certi livelli di termovalorizzazione in
breve tempo o quando si è pensato ad un circuito “idraulicamente” funzionante tra
produzione, utilizzo, conferimento e trattamento del dismesso.
Una cosa, in ogni caso, è certa: si è agito, nell’analisi e nella ricerca, con impegno,
determinazione e audacia e si è consegnata al lettore una idea gestionale che si
sviluppa un po’ come avvertimento, un po’ come esortazione, infine come strumento
di legame tra i mezzi e gli uomini.
E come vincolo tra la gestione del RAEE e le coscienze.
298
Glossario
GLOSSARIO
AEA: American Electronics Association - Associazione Elettronica Americana.
AEE: Apparecchiatura elettrica e/o elettronica.
Aerobico: processo che avviene in presenza di ossigeno. Un esempio è la
decomposizione aerobica dei rifiuti umidi a opera di microorganismi, attraverso la
quale possiamo ottenere il compost.
Batteria d'avviamento: accumulatore normalmente utilizzato per i servizi combinati
di avviamento ed illuminazione di veicoli con motore a scoppio.
Batteria per trazione: batteria impiegata per l’utilizzo in veicoli elettrici, carrelli
elevatori, trans-pallets.
Batteria sigillata: batteria che non necessita dell’aggiunta di elettrolita acido.
Batteria stazionaria: accumulatore utilizzato per assicurare l’alimentazione dei
circuiti in condizioni di emergenza. E’ presente nei gruppi di continuità dei grandi
centri di calcolo, ospedali, centrali telefoniche.
Batterie industriali: utilizzate per esigenze industriali e commerciali, si dividono in
batterie per trazione e batterie stazionarie.
Batterie primarie: sono tutte le batterie “usa e getta”, rappresentate dalle pile zincocarbone, alcaline, argento etc..
Biodegradabilità: caratteristica dei materiali che possono essere decomposti dai
microrganismi.
Biogas: Gas che si genera dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici, in
discarica in appositi impianti, composto per circa da metano e per il resto da azoto,
anidride carbonica e vapor d’acqua.
Camera di post-combustione: camera a valle del forno di incenerimento di rifiuti
solidi urbani (o ospedalieri) nella quale viene completata la combustione dei gas
generati dal trattamento termico dei rifiuti.
Carbone attivo: polvere ultrafine di carbone che, grazie ad una elevatissima
superficie specifica, è in grado di fissare sulle sue particelle, trattenendole, alcune
sostanze con le quali queste vengono in contatto..
Catalizzatori: sostanze che, in piccole quantità, sono in grado di aumentare la
velocità delle reazioni chimiche senza prendervi apparentemente parte in quanto alla
fine del processo si trovano chimicamente inalterate.
299
Glossario
CCC: Clean Computer Campaign, campagna per il computer pulito; campagna di
informazione critica, battaglia politica ed istituzionale sul tema dei rifiuti elettronici
negli USA.
CDR: Con il termine CDR si identifica il combustibile derivato da rifiuti, utilizzabile
in regime semplificato in impianti (dedicati e non) rispondenti ai requisiti ed alle
prescrizioni di cui al DM 5 febbraio 1998, che vengono sinteticamente riportate di
seguito:
Potere calorifico, kJ/kg min. 15000 (3600 kcal/kg ca.),
Umidità, % in peso max 25,
Ceneri, % in peso sul secco max. 20.
CER: Codici Europei dei Rifiuti.
Clean Production Action: azione per una produzione pulita.
Cogenerazione: Generazione in un unico impianto di forme diverse di energia, per
esempio elettrica (corrente) e termica (calore). Spesso l’energia termica si ottiene ad
un costo aggiuntivo minimo, sfruttando i fluidi caldi residui (vapore a bassa
pressione) dopo la produzione di elettricità.
Compost: prodotto della decomposizione delle sostanze organiche contenute nei
rifiuti. Ottimo come concime per orti e giardini.
Compostaggio: decomposizione aerobica della parte umida dei rifiuti da parte di
microorganismi (batteri, funghi), insetti e lombrichi.
Compostaggio: fermentazione controllata, in appositi impianti, della frazione
organica contenuta nei rifiuti, al fine di ottenere un ammendante utilizzabile in
agricoltura.
Composti organici clorurati: composti organici che contengono nella loro molecola
uno o più atomi di cloro.
COV o VOC: Composti Organici Volatili o Volatile Organic Compounds , composti
organici volatili. Composti organici volatili sono, a rigore, tutte le sostanze organiche
che, quando vengono esposte all’aria, abbandonano lo stato fisico liquido o solido in
cui si trovano, passando allo stato aeriforme. Nella pratica, vengono incluse tra i
VOC anche tutte le sostanze organiche che si presentano allo stato aeriforme a
temperatura ambiente. Questa classe di inquinanti raggruppa molecole contenenti
principalmente atomi di carbonio e di idrogeno, ma anche di ossigeno, cloro, fluoro,
fosforo e zolfo, di metalli e altri metalloidi. Esempi di COV sono l’acetone, gli
idrocarburi (tra cui il benzene) e i clorofluorocarburi. L’attenzione nei loro
confronti è essenzialmente legata al loro ruolo nelle reazioni che conducono alla
produzione degli inquinanti fotochimici.
300
Glossario
Deacidificazione: neutralizzazione dell'acidità. Succede a valle di alcuni forni per
rifiuti dove viene prodotto HCl, e prima dell’entrata in turbina; a valle di questi l’HCl
o altri acidi vengono neutralizzati da forti basi come potassa (KOH) o soda (NaOH).
Decomposizione: scomposizione di una sostanza complessa nei suoi elementi di
base.
Diossine, tossicità equivalente (TEQ): è la somma dei Fattori equivalenti tossici per
la concentrazione di ciascun isomero presente nella miscela delle diossine. Ogni
isomero ha una sua tossicità; assegnando il Fattore di tossicità 1 alla diossina 2,3,7,8
TCDD (la diossina di Seveso, la più tossica) a tutti gli altri isomeri (o congeneri)
PCDDs e PCDFs viene assegnato un Fattore equivalente <1 per definirne la tossicità
in confronto a quella della 2,3,7,8 TCDD.
Discarica di 1^ categoria: impianto per lo smaltimento nel terreno, protetto con
opportuni accorgimenti, dei rifiuti urbani (domestici) che vengono appunto
"interrati".
Discarica di 2^ categoria: impianto per lo smaltimento nel terreno, protetto con
opportuni accorgimenti, dei rifiuti speciali, prodotti da industrie, commerci ed
agricoltura.
Discarica: luogo in cui i rifiuti sono ammassati e ricoperti di terra. Nelle discariche
controllate vengono seguite regole di sicurezza e tutela dell’ambiente, al contrario di
quanto avviene nelle discariche incontrollate (vedi impermeabilizzazione).
EIA: Electronics Industry Alliance - alleanza delle industrie elettroniche.
EMAS: Environmental Management and Audit Scheme: regolamento del Consiglio
della Comunità Europea n.1836/93, abrogato e sostituito dal regolamento n.761/01,
contenente uno standard per l’adesione volontaria da parte delle organizzazioni ad un
sistema comunitario di ecogestione ed audit.
EPA: Environmental Protection Agency.
Fermentazione: trasformazione chimica per opera di microorganismi che porta alla
decomposizione.
Filtri a maniche: filtri di forma tubolare, costituiti da speciali tessuti, attraverso i
quali passano i fumi che debbono essere depurati dalle particelle solide (polveri) in
essi contenute.
FOS: Frazione Organica Stabilizzata.
Frazione compostabile: frazione dei rifiuti che, attraverso decomposizione
biochimica, può essere trasformata in un fertilizzante.
301
Glossario
Frazione secca: parte non decomponibile e a bassa umidità dei rifiuti solidi urbani e
altri.
Frazione umida: materiabili decomponibili con alto tasso di umidità presenti nei
rifiuti solidi urbani e altri.
Fritta: il termine fritta o polvere di vetro è usato con diversi significati: in ceramica
indica gli elementi che costituiscono lo smalto vetroso, nel mondo del vetro viene
usato sia la composizione di elementi per ottenere l’impasto vitreo, sia il vetro già
allo stato solido, quando, dopo la cottura ed il raffreddamento, viene macinato. E’
questo il senso che noi daremo ora al termine.La fritta viene utilizzata per lavori in
termofusione ed in pasta di vetro. Vi sono diversi metodi, industriali ed artigianali,
per ottenere la polverizzazione. La sequenza mostra una tra le tecniche più
immediate. Prima di ogni cosa bisogna sempre scegliere vetri simili (compatibili tra
loro). Questi verranno macinati con un mortaio di acciaio e passati al setaccio, in
modo da ottenere una polvere omogenea. È possibile che alcune particelle di metallo
penetrino nella fritta. Anche se la quantità è irrisoria, al momento della cottura,
darebbe al vetro una colorazione verdastra. Per ovviare all’inconveniente, dopo la
polverizzazione, la fritta può essere lavata o vi si può passare sopra una calamita. Per
colorare il vetro macinato si usano ossidi metallici che, allo stato secco ed in polvere,
vengono mischiati al vetro e fusi ad una temperatura superiore a 900 °C. La
percentuale di ossido dovrà essere molto più bassa rispetto a quella della fritta. Le
reali proporzioni sono da testare, in quanto variano da vetro a vetro e, soprattutto, in
base alle caratteristiche degli ossidi. In commercio esistono fritte colorate già testate
e compatibili tra di loro. A differenza delle fritte macinate e colorate artigianalmente,
hanno maggiore uniformità, in quanto l’ossido è nella struttura stessa della materia.
Queste fritte sono inoltre compatibili con lastre dello stesso tipo (o della stessa casa
produttrice, normalmente americana). La combinazione tra lastra e polveri permette
interessanti effetti decorativi.
GATT: General Agreement on Tariffs and Trade - accordo generale sulle tariffe e
gli scambi commerciali.
Goretex microporoso: speciale tessuto sintetico caratterizzato da eccellenti
proprietà meccaniche e di termoresistenza e da pori molto piccoli, utilizzato nella
fabbricazione di filtri a maniche.
Gorgogliatori di lavaggio: recipienti di forma particolare contenenti un liquido di
lavaggio che vengono attraversati da fumi che devono essere depurati.
Impianto a cicloni: impianto consistente in una sezione cilindrica nella quale viene
immesso radialmente un fluido contenente particelle solide in sospensione e da una
sezione conica. In questo impianto si effettua la separazione delle particelle solide,
che vengono estratte dal fondo del cono, dal fluido che viene estratto dalla parte
superiore della sezione cilindrica.
Impianto elettrostatico: impianto costituito da piastre metalliche mantenute sotto
tensione con una differenza di potenziale tra file alterne. Serve a separare le
302
Glossario
particelle di polvere che, elettrizzandosi, aderiscono alle piastre e precipitano sul
fondo dal quale vengono estratte.
Inceneritore: impianto in cui vengono bruciati i rifiuti per smaltirli, a volte con
recupero del calore o produzione di energia elettrica.
Inquinamento: alterazione non desiderata delle caratteristiche chimiche, fisiche e
biologiche di acqua, aria e terra, con potenziali rischi per la vita dell’uomo e delle
altre specie.
International Campaign for Responsible Technology: campagna internazionale
per una tecnologia responsabile.
IPCC: International Panel on Climate Change: è stato fondato da WMO e UNEP per
stabilire informazioni di natura scientifica, tecnica e socio-economica rilevanti per la
comprensione del cambiamento di clima, del suo potenziale impatto e delle opinioni
sull’adattamento e la mitigazione. L’Ente è aperto a tutti i membri delle Nazioni
Unite e del WMO.
ISO 14000: serie di norme sulla gestione ambientale pubblicate dall'International
Organization for Standardization nel settembre del 1996. Tali standard costituiscono
il riferimento più avanzato per le imprese che vogliano dotarsi di un Sistema di
Gestione Ambientale per le proprie attività produttive.
ISO 9000: serie di norme emanate dall’International
Standardization per l’introduzione di un sistema qualità.
Organization
for
Lisciviazione: estrazione mediante solventi di sostanze solubili da una massa di
sostanze insolubili.
Macroinquinanti: inquinanti contenuti in quantità elevate.
Materia prima: materiale di base nelle produzioni industriali.
Materia seconda: materiale ricavato dal riciclaggio dei rifiuti.
Microinquinanti : inquinanti contenuti in piccole quantità.
Microinquinanti organo-clorurati: sostanze organiche contenenti cloro,
considerate come inquinanti, contenute in tracce nella massa esaminata (per es. aria,
acqua, suolo etc.).
Microrganismi: presenti nel terreno, sono di origine animale o vegetale: batteri,
miceti (funghi), alghe. Insieme agli insetti intervengono nella degradazione dei rifiuti
organici.
MUD: Modello Unico di Dichiarazione ambientale.
303
Glossario
NOx: ossidi di azoto a diverso grado di ossidazione.
Ossido di calcio ventilato: ossido di calcio con una granulometria particolarmente
ridotta e costante ottenuta mediante separazione in corrente d'aria delle particelle più
fini da quelle più grosse.
Particelle carboniose: particelle provenienti da processi di combustione incompleti,
costituite prevalentemente da carbonio a struttura grafitica.
Particolato: particelle solide in sospensione nei fumi, costituite da ossidi metallici,
particelle carboniose incombuste ecc..
PCDD/PCDF: Policlorodibenzodiossine e Policlorodibenzo-furani.
PCP: pentaclorofenolo.
Percolato: liquame carico di sostanze inquinanti che si forma in una discarica per
effetto della putrefazione dei rifiuti umidi e delle infiltrazioni di acque meteoriche
nella massa dei rifiuti.
Piattaforma di raccolta: centro di raccolta comunale o intercomunale dove possono
essere conferite molte tipologie di rifiuti.
Piattaforma Ecologica: impianto integrato per il ricevimento e lo smaltimento (o il
carico su mezzi di trasporto a lungo raggio) di differenti tipologie di rifiuti, come per
esempio le varie frazioni recuperabili di rifiuti urbani, diverse classi di rifiuti
pericolosi o, come nel nostro intento, i RAEE.
Precursori clorurati: in riferimento alla formazione di "diossine" nei processi di
combustione, vengono definite "precursori" quelle sostanze (generalmente già
contenenti cloro, nelle loro molecole) che, per la loro struttura chimica, possono
trasformarsi facilmente e rapidamente in diossine (per es. clorofenoli,
policlorobifenili).
PST (Particolato Sospeso Totale): composizione molto varia di particelle di
materia di dimensioni estremamente ridotte (molto meno di un millesimo di
millimetro) tali da rimanere, anche per molto tempo, in sospensione in aria prima di
depositarsi al suolo. La pericolosità del particolato è in funzione della sua
composizione e delle dimensioni delle particelle che, se inferiori a 10 micron,
possono superare le vie aeree superiori arrivando agli alveoli polmonari.
Raccoglitore incaricato: persona fisica o giuridica in possesso di idonei requisiti
tecnici ed autorizzativi e, comunque, in regola con la vigente normativa in materia
che, in virtù di un contratto di incarico assegnato dal COBAT in aree geografiche
definite, si impegna ad effettuare la raccolta residuale, a titolo gratuito, su chiamata
presso i singoli detentori.
304
Glossario
Raccolta differenziata: i rifiuti sono raccolti in contenitori differenti a seconda del
tipo di materiale (carta, vetro, alluminio, plastiche etc.).
RAEE: Rifiuti da Apparecchiature Elettriche e Elettroniche.
RDF: Refuse Derived Fuel, ovvero combustibile derivato dai rifiuti.
Recupero: riduzione della quantità di rifiuti tramite il riutilizzo o il riciclaggio.
Registro di carico e scarico: registro su cui sono annotate le quantità e le tipologie
di rifiuti prodotti, ricevuti, trasportati o commercializzati.
Resource concepts Incorporation: associazione dei concetti di risorsa.
Rete di raccolta: complesso degli operatori incaricati dal COBAT, in possesso di
idonei requisiti tecnici ed autorizzativi e, comunque, in regola con la vigente
normativa in materia, preposti alla raccolta, stoccaggio ed, eventualmente, trasporto
agli impianti di smaltimento mediante riciclaggio, oggi come oggi in modo
preminente, delle batterie al piombo esauste.
Riciclaggio: raccogliere, rielaborare, commercializzare e usare materiale considerato
rifiuto (ANPA); lavorazione dei materiali raccolti in maniera differenziata, per
produrre nuovi oggetti con risparmio economico ed energetico.
Rifiuti: residui di attività domestiche e di lavorazioni, oggetti rotti e materiali
considerati non riutilizzabili. Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nell'allegato A
del decreto legislativo n.22/97 e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia
l'obbligo di disfarsi.
RSU: Rifiuti solidi urbani, rifiuti provenienti da fabbricati e insediamenti urbani;
comprendono i rifiuti pericolosi e i rifiuti ingombranti.
RSUA: Rifiuti Solidi Urbani Assimilabili: rifiuti prodotti da attività lavorative, ma
simili ai rifiuti urbani e trattati assieme a questi.
Rifiuti ingombranti: mobili, elettrodomestici e altri rifiuti di grandi dimensioni.
RUP: Rifiuti urbani pericolosi, rifiuti contenenti sostanze tossiche e nocive per
l'uomo e per l'ambiente (pile, neon, medicinali, oli etc.).
Rifiuto pericoloso: è pericoloso qualsiasi rifiuto non domestico di cui all'allegato D
del Decreto Legislativo n.22/97 sulla base degli allegati G, H ed I.
Riutilizzo o Riuso: gli oggetti o i materiali sono utilizzati nuovamente per lo stesso
uso iniziale (es. vuoti a rendere) o per nuovi usi.
ROHS: Restriction Of Hazardous Substances.
305
Glossario
RSU: Rifiuti solidi urbani.
RU: Rifiuti urbani.
Sfrido: il calo che subiscono prodotti, merci e materiali vari durante la lavorazione ,
il magazzinaggio, il carico e lo scarico; complesso di residui o cascami di
lavorazione di materiali o prodotti vari. Dal lat. Volg. Frividus, appartenente alla
famiglia di frivolus, ridotto in frammenti.
Sinterizzazione: processo di agglomerazione in una massa solida di particelle
(metalliche e/o ceramiche) senza raggiungere il loro punto di fusione.
Sintesi de novo: si intende con questa definizione il processo di formazione di
PCDDs e PCDFs partendo da particelle carboniose a struttura grafitica parzialmente
demolita, cloro, vapor d'acqua ed ossigeno in presenza di ossidi metallici che
agiscono da catalizzatori.
Smaltimento: allontanamento definitivo dei rifiuti, tramite incenerimento o in
discarica.
Sospensione acquosa: dispersione di particelle solide o liquide in acqua.
Sostanze volatili: sostanze che tendono ad evaporare con facilità a causa della loro
elevata tensione di vapore.
SOx: ossidi di zolfo a diversi livelli di ossidazione.
Stazione di trasferimento: Impianto in cui i rifiuti vengono scaricati dagli
automezzi usati per la raccolta (solitamente piccoli) e ricaricati su mezzi di trasporto
a lungo raggio (p. es. autotreni, vagoni ferroviari, ecc.) per il trasferimento agli
impianti in cui si effettua lo smaltimento finale.
Stoccaggio: Immagazzinamento (anche dei rifiuti, quindi) a carattere temporaneo,
con opportune precauzioni (stoccaggio provvisorio). Per l’accumulo a tempo lungo o
anche indeterminato si usa più frequentemente il termine "confinamento".
Stoccaggio di rifiuti: accumulo, in appositi spazi, di rifiuti in attesa di trattamento
finale. Ai sensi della normativa vigente (DLgs 22/97), lo stoccaggio prende il nome
di “messa in riserva” quando il deposito precede un’operazione di recupero e di
“deposito preliminare” quando precede un’operazione di smaltimento. E’ invece
definito deposito temporaneo quello effettuato dal produttore stesso del rifiuto, nel
luogo di produzione, in attesa dell’invio al sistema di trattamento.
SVTC: Silicon Valley Toxic Coalition.
TBT: agreement on Technical Barriers to Trade - accordo sulle barriere tecniche agli
scambi commerciali.
306
Glossario
Tenore in cloro: quantità in peso di cloro contenuto in una determinata sostanza.
Tep: Tonnellate equivalenti di petrolio: unità di misura convenzionalmente utilizzata
per la determinazione dell'energia primaria contenuta nelle diverse fonti tenendo
conto del potere calorifico delle stesse. Un tep è pari a 41.868 MJ.
Termodistruzione: incenerimento dei rifiuti in appositi forni.
Termoriduzione: riduzione del volume dei rifiuti conseguente all’incenerimento in
appositi impianti in cui il materiale tal quale viene ridotto a scorie e ceneri.
Termoutilizzazione dei rifiuti: recupero e utilizzo di energia dai rifiuti sfruttando il
calore dei fumi derivanti dall’incenerimento ed evitando che vada disperso in
atmosfera.
Termovalorizzazione dei rifiuti: particolare forma di termoutilizzazione dei rifiuti
in cui il recupero di energia dell’incenerimento produce un ricavo maggiore dei costi
di captazione e trasformazione del calore, sicché questa forma di smaltimento
diventa economicamente più conveniente rispetto a quelle impiegate di solito (p. es.
la discarica) . In tal caso, ferma restando la tariffa di smaltimento corrente,
l’imprenditore che effettua la termovalorizzazione ottiene un guadagno ovvero, se i
benefici vanno a favore degli utenti, la tariffa stessa diminuisce.
Total Equivalent: si veda sopra, Diossine, Tossicità equivalente (TEQ).
Turbolenza dei fumi: moto irregolare dei fumi.
UNEP: United Nations Environmental Program.
VIA: Valutazione Impatto Ambientale.
WEEE: Waste form Electrical and Electronic Equipment, rifiuti delle
apparecchiature elettriche ed elettroniche.
WMO: World Meteorological Organization.
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Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
Per fortuna, ogni impresa che produce o ha a che fare con rifiuti e imballaggi ha
l’obbligo di dichiarare ciò che ha generato.
Questo viene fatto attraverso il MUD.
Vediamolo meglio.
I Modello di Dichiarazione Ambientale
Ogni anno, le imprese che producono o gestiscono rifiuti, e quelle che producono,
immettono sul mercato e riutilizzano imballaggi, devono presentare il modello unico
di dichiarazione ambientale, detto MUD.
La normativa vigente è quella introdotta dal D.P.C.M.1 24/12/02 pubblicato sul
Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficiale del 4/1/03.
Il DPCM pubblicato sul Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficiale del 27/2/03,
pubblicando integralmente le schede per la dichiarazione MUD 2003 mette in grado
le aziende di presentare la dichiarazione.
Le novità introdotte con il nuovo D.P.C.M. sono le seguenti:
1. integrazione al MUD della “comunicazione IPPC”
2. possibilità di invio telematico del MUD
3. semplificazione della compilazione dei MUD presentati su supporto cartaceo dai
“piccoli produttori”.
Si deve inoltre ricordare che ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva 09/04/2002
nel 2003 il MUD dovrà essere presentato utilizzando la nuova classificazione CER.
Tale disposizione viene ribadita dal D.P.C.M. 24/12/2002.
A seguito dei pareri del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Attività
Produttive la data di scadenza del MUD risulta fissata al 27 giugno 2003.
1. Integrazione al MUD della “comunicazione IPPC”
L’integrazione al MUD della “comunicazione IPPC” è prevista dall’articolo 10,
comma 5, del D.Lgs. 372/1999 e dell’articolo 6, comma 1, del decreto 23/11/2001.
Tale comunicazione, che era già dovuta l’anno passato, è inerente ai dati caratteristici
relativi alle emissioni in aria ed acqua e deve essere effettuata da parte dei gestori
degli impianti in esercizio di cui all'allegato I del D.Lgs. n. 372/1999, ai fini della
costituzione dell’inventario delle principali emissioni e loro fonti.
Il formato ed i dati della “comunicazione IPPC” sono stati definiti con il decreto
23/11/2001, come modificato dal decreto 26 aprile 2002, ed il nuovo MUD, per
quanto riguarda il capitolo emissioni, rimanda a tali norme.
La presentazione del capitolo emissioni del MUD (cioè della “comunicazione IPPC”)
dovrà avvenire esclusivamente per via telematica, come previsto dall’articolo 4,
comma 4, del D.M. 23/11/2001.
Per informazioni le aziende possono essere indirizzate al sito
www.dichiarazioneines.it .
1
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
A1
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
2. Possibilità di invio telematico del MUD
Viene previsto l’invio telematico del MUD, in rapporto alla progressiva diffusione
delle firme digitali distribuite dalle Camere di Commercio.
In pratica i soggetti obbligati alla presentazione del MUD potranno inviare i dati
secondo le seguenti opzioni:
- Capitolo 1 – rifiuti
a) se produttori: su carta o su supporto magnetico o telematicamente
b) se gestori: su supporto magnetico o telematicamente
- Capitolo 2 – emissioni (“comunicazione IPPC”):
solo telematicamente.
3. Semplificazione della compilazione dei MUD presentati su supporto
cartaceo
Con il nuovo MUD è stata inserita una nuova scheda estremamente semplificata che
consente, ai produttori che non producano più di 3 rifiuti e che per ogni rifiuto
prodotto non utilizzano più di tre trasportatori e più di tre destinatari, di adempiere
all’obbligo compilando solo 2 fogli (salvo non ricorrano anche le condizioni di cui
all’articolo 37, comma 2, del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, nel qual caso dovranno
compilare inoltre le pertinenti schede della SEZIONE IMBALLAGGI).
.
Rispetto al 2002 rimangono inalterati:
•
•
soggetti tenuti all’adempimento [1]
le modalità di presentazione e i diritti di segreteria [2]
Viene ritoccata
•
la modulistica cartacea [3]
[1] SOGGETTI OBBLIGATI
La comunicazione rifiuti riguarda gli obblighi e i soggetti previsti:
· dall’articolo 11 e dall’articolo 19 comma 4-bis del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n° 22 come
modificato dal decreto legislativo 8 novembre 1997, n° 389;
· dall’articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n° 22 come
modificato dal decreto
legislativo 8 novembre 1997, n° 389.
In particolare i soggetti tenuti alla presentazione della comunicazione rifiuti sono:
A2
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
o per quanto riguarda la gestione e la produzione dei rifiuti speciali (compresi i
rifiuti di
imballaggio):
· i soggetti che effettuano a titolo professionale attività di raccolta e di trasporto
rifiuti,
· i soggetti che svolgono le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti,
· i commercianti e gli intermediari di rifiuti,
· le imprese e gli enti che producono rifiuti pericolosi,
· le imprese agricole con un volume di affari annuo superiore a lire 15 milioni
limitatamente ai soli
rifiuti pericolosi.
· le imprese e gli enti che producono:
- rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali e artigianali (escluse le
imprese artigiane con
un numero di dipendenti inferiore o uguale a tre),
- rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti,
- i fanghi prodotti:
a) dalla potabilizzazione delle acque,
b) da altri trattamenti delle acque,
c) dalla depurazione delle acque reflue,
d) dall’abbattimento di fumi,
o per quanto riguarda le attività di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti ad essi
assimilati:
· i comuni,
· i consorzi di comuni,
· le comunità montane,
· le aziende speciali con finalità di smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati
o per quanto riguarda i rifiuti prodotti dalle navi e da queste consegnati nei porti:
· le autorità portuali, ove istituite, o le autorità marittime
o per quanto riguarda i rifiuti non assimilati conferiti al servizio pubblico di
raccolta in base a
convenzione:
· i gestori del servizio pubblico,
o per quanto riguarda gli imballaggi immessi sul mercato ed esportati:
· i produttori di imballaggi vuoti che effettuano, nel territorio nazionale, la prima
cessione ad un
utilizzatore sul mercato interno secondo il regolamento del Consorzio Nazionale
Imballaggi (CONAI)
di cui all’art. 31 del D.M. 29 ottobre 1997 relativo allo statuto del CONAI,
· gli autoproduttori di imballaggi così come definiti dal sopracitato regolamento
CONAI,
· gli importatori di imballaggi vuoti e pieni,
· gli esportatori di imballaggi vuoti e pieni;
o per quanto riguarda gli imballaggi riutilizzati:
· i riutilizzatori.
[2] MODALITÀ DI PRESENTAZIONE
A3
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
La comunicazione rifiuti, completa in tutte le sue parti, deve essere presentata,
unitamente all'attestazione di
versamento dei diritti di segreteria, alla Camera di Commercio competente per
territorio.
La Camera di Commercio competente per territorio è quella della provincia in cui ha
sede l'unità locale cui si
riferisce la comunicazione rifiuti.
La presentazione alla Camera di Commercio può avvenire:
· mediante spedizione postale a mezzo di raccomandata senza avviso di ricevimento;
· mediante consegna diretta alla sede della Camera stessa;
· mediante invio telematico.
MODALITÀ DI COMPILAZIONE
La comunicazione rifiuti si può compilare:
· su supporto cartaceo;
· su supporto informatico.
Coloro che eseguono attività di gestione dei rifiuti, comprese le attività di
commercio ed
intermediazione, devono presentare la comunicazione rifiuti esclusivamente su
supporto
informatico.
VERSAMENTO DEL DIRITTO DI SEGRETERIA
La Legge 70/1994 prevede il versamento di un diritto di segreteria alla Camera di
Commercio per
l'espletamento dei compiti previsti dalla legge medesima. Tale diritto è fissato con
apposito decreto del
Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e vale € 10
per ogni Scheda Anagrafica contenuta nelle denunce presentate su supporto
magnetico, € 15 per le
denunce presentate su supporto cartaceo (non è consentita la presentazione di
denunce multiple su
supporto cartaceo).
Il diritto di segreteria spettante alla Camera di Commercio potrà essere versato
utilizzando un bollettino di
conto corrente postale indicando nella causale di versamento il codice fiscale del
dichiarante e la dicitura
"DIRITTI DI SEGRETERIA MUD – COMUNICAZIONE RIFIUTI (legge 70/1994)
".
Il numero di conto corrente da utilizzare relativo alla Camera di Commercio
competente per territorio sarà
reso pubblico a cura della Camera di Commercio stessa.
In caso di dichiarazioni multiple su supporto magnetico, il soggetto che presenta la
dichiarazione, per conto
A4
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
dei dichiaranti (di seguito definito compilatore), effettua il versamento dei diritti di
segreteria relativo
all’insieme di comunicazioni rifiuti presentate, per ciascun plico inviato, in un’unica
soluzione, utilizzando un
unico bollettino di pagamento di importo pari alla somma dell’importo dei diritti di
ogni singola comunicazione
rifiuti contenuta nella dichiarazione multipla.
In caso di invio telematico permane la possibilità di pagamento cumulativo di cui
sopra, da effettuarsi
mediante l’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici sicuri (ad esempio carta di
credito, Telepay, Telemaco,
ecc.) e/o con altre modalità concordate dalle associazioni di categoria e dagli studi di
consulenza con la
Camera di Commercio territorialmente competente.
PRESENTAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE O INTEGRAZIONI
Eventuali modifiche o integrazioni alla comunicazione rifiuti potranno essere
comunicate unicamente
attraverso la presentazione di una nuova comunicazione rifiuti completa anche dei
dati già dichiarati. Sulla
busta contenente tale nuova dichiarazione andrà riportata la dicitura “ANNULLA E
SOSTITUISCE LA
PRECEDENTE DEL GG/MM/AAAA”. Le eventuali modifiche o integrazioni alle
comunicazioni rifiuti inviate
telematicamente saranno gestite in maniera analoga e dovranno essere effettuate
secondo le procedure
messe a disposizione nell’apposito sito. La presentazione della nuova dichiarazione è
sottoposta al nuovo
pagamento dei diritti di segreteria e, nel caso sia presentata oltre il termine di
scadenza, alle sanzioni
previste dal primo comma dell’art.52 del D.Lgs. 22/1997 e successive integrazioni e
modifiche.
[3] COMPILAZIONE SU SUPPORTO CARTACEO
Per la compilazione su supporto cartaceo si può utilizzare la modulistica distribuita
dalla Camere di
Commercio o sua riproduzione su fogli bianchi, formato A4.
La modulistica deve essere compilata con inchiostro nero, preferibilmente a
macchina o in alternativa a
mano con caratteri "stampatello", senza cancellature, abrasioni o scritte aggiuntive
rispetto a quanto già
riportato nella modulistica, avendo cura di rimanere all’interno degli appositi spazi,
separando le parole e
partendo da sinistra.
A5
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
Tutte le quantità numeriche riportate nella dichiarazione devono essere espresse nelle
unità di misura
indicate nelle istruzioni e nella modulistica. Ove necessario approssimare alla
seconda o alla terza cifra
decimale arrotondandole all’unità superiore se la terza o la quarta cifra decimale
sono superiori a 5 (es.
22,516 diventa 22,52 e 22,4515 diventa 22,451).
Si ricorda che la modulistica che deve essere utilizzata è quella prevista dal D.P.C.M.
24/12/2002; non
devono essere utilizzate modulistiche diverse.
In caso di compilazione della comunicazione rifiuti su supporto cartaceo, essa dovrà
essere spedita o
consegnata in busta chiusa, sulla quale si dovranno riportare i dati identificativi della
dichiarazione come da
schema riportato nell'Allegato 3; ogni busta deve contenere la dichiarazione relativa
ad un'unica unità locale
e la relativa attestazione di versamento dei diritti di segreteria.
Per maggiori informazioni si rimanda all’area informativa sul MUD accessibile da
questa pagina Web, dalla
quale è possibile scaricare la modulistica in vigore.
Per la compilazione e presentazione del MUD 2002 su supporto magnetico è stato
realizzato il software MUD 2002.
NON può essere utilizzato il software di compilazione del MUD utilizzato l'anno
passato.
Il MUD va presentato alla Camera di Commercio e deve essere accompagnato
dall'attestazione del pagamento del diritto di segreteria di 10 Euro (se si utilizza il
supporto magnetico), o di 15 Euro (se si utilizzano i moduli di carta); ma, attenzione,
l'uso del supporto magnetico è obbligatorio per i soggetti che effettuano la gestione
dei rifiuti (ma non per i produttori).
I dischetti contenenti il programma per la presentazione su supporto magnetico
possono essere prelevati facendo un click sulle icone poste in fondo a questa pagina,
i moduli sono in formato PDF, per leggerli è necessario il programma Acrobat
Reader, che si può scaricare gratuitamente; si possono inoltre richiedere alla Camera
di
Commercio
della
propria
provincia.
Utilizzare il software comporta diversi vantaggi: il diritto di segreteria ha un costo
ridotto, sono presenti alcuni controlli di congruità, che rendono più difficile
commettere errori nella compilazione, si elimina la possibilità che siano commessi
errori da parte della Pubblica Amministrazione in fase di informatizzazione dei dati .
Nel MUD sono contenute:
A6
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
•
•
•
la denuncia annuale dei rifiuti a carico delle imprese che producono e
gestiscono rifiuti pericolosi di qualsiasi provenienza e rifiuti non pericolosi
provenienti da attività industriali e artigianali;
la dichiarazione annuale dei rifiuti urbani raccolti e trattati a carico dei
comuni;
la dichiarazione annuale degli imballaggi prodotti, immessi sul mercato e
riutilizzati
I soggetti obbligati sono stabiliti dal Decreto Legislativo 22/97 (articolo 11, commi 3
e 4, per quanto riguarda i rifiuti; articolo 37, comma 2, per quanto riguarda gli
imballaggi); sono inoltre specificati nelle istruzioni scaricabili da questa pagina. Ogni
dichiarazione segue la propria normativa di riferimento, sia come contenuto
dell'obbligo sia come sanzioni, ma tutte sono presentate con un unico modulo, alla
stessa scadenza, allo stesso sportello (la Camera di Commercio), che provvederà a
trasmettere le singole parti della dichiarazione alle amministrazioni di competenza.
Per risolvere ulteriori dubbi sulle modalità di compilazione ci si può rivolgere alla
propria Camera di Commercio o alla propria Associazione di Categoria. Ma molte
risposte si possono trovare anche in rete: ad esempio Ecocerved, società specializzata
del sistema camerale in materia ambientale, pubblica nel suo sito internet i quesiti
più frequenti, con le relative risposte.
I dati raccolti attraverso il MUD sono sottoposti ad un attento processo di correzione
statistica e successivamente trasmessi agli organismi competenti; i principali dati
aggregati, a livello nazionale e regionale sono disponibili sul sito di Infocamere, la
società consortile informatica della Camera di Commercio.
A7
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
II MUD 2003
A8
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A9
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A10
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A11
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A12
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A13
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A14
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A15
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A16
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A17
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A18
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A19
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A20
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A21
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A22
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A23
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A24
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A25
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A26
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A27
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A28
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A29
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A30
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A31
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A32
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A33
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A34
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
A35
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
III Codice Europeo dei Rifiuti
III.I Vecchi e nuovi codici CER
L’Italia ha messo ordine nei nuovi Codici europei dei rifiuti (Cer) come definiti dalla
decisione 2000/532/Ce e successive modifiche. La decisione Ue vige dal 1° gennaio
2002, ma a renderla compatibile con il pregresso sistema di codifica è stato un
decreto con il quale il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli (di concerto con
Attività produttive, Salute e Politiche agricole) ha sciolto i dubbi operativi di
produttori e gestori dei rifiuti. Operatori che, alle prese con il nuovo sistema
comunitario, rischiavano di subire un vero e proprio fermo operativo dovuto a
incertezze e ambiguità di corrispondenza tra il "vecchio" e il "nuovo" sistema.
Il CER 2002 sostituisce non solo il CER originario, a suo tempo introdotto con la
decisione 93/3/CE e riprodotto nell’allegato A2 del D.Lgs. N. 22/1997, ma anche
l’elenco Europeo dei rifiuti pericolosi approvato con la decisione 94/904/CE e
recepito dall’allegato D del medesimo D.Lgs.
A differenza del CER originario, il CER 2002 incorpora l’elenco dei rifiuti
pericolosi, sostituendolo.
Sono tenuti ad avviare un processo di ricodifica non solo i soggetti che effettuano
attività di gestione dei rifiuti la cui classificazione è stata modificata, ma tutti gli
operatori del settore e tutte le imprese produttrici di rifiuti che non possono essere
affidati al servizio pubblico di raccolta.
A seguito della comunicazione all’autorità competente dell’avvenuta ricodifica
effettuata dagli operatori, prima del 1° Gennaio 2002 tutti i produttori di rifiuti
speciali non assimilati hanno dovuto:
•
•
•
•
A36
valutare la necessità di procedere a una nuova attribuzione del codice
identificativo, anche in considerazione del fatto che al catalogo europeo sono
stati aggiunti ben 470 nuovi codici identificativi a fronte della eliminazione di
270 prima in uso;
verificare, anche per mezzo di analisi di laboratorio, che rifiuti in precedenza
classificati come non pericolosi non siano divenuti pericolosi; se la verifica
precedente ha dato esito positivo, effettuare l’attribuzione dei codici
seguendo il percorso concettuale definito dalla Commissione Europea;
nel caso in cui sia mutata la classificazione dei rifiuti (non
pericolosi/pericolosi), accettare l’eventuale sussistenza di nuovi adempimenti
(registri di carico e scarico, modalità di deposito temporaneo dei rifiuti presso
il luogo nel quale sono stati prodotti);
appurare che, a seguito della nuova attribuzione dei codici o della mutata
classificazione, i fornitori di servizi di gestione dei rifiuti continuino ad
essere adeguati alle esigenze delle imprese (verifica delle iscrizioni e delle
abilitazioni all’esercizio di attività di recupero o smaltimento).
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
III.II Processo di codifica
Ricodifica, non trascodifica
CER originario
ma comunque
codificati
CER 2002
codici
mantenuti
codici
mantenuti
codici
soppressi
codici
sostitutivi
rifiuti non
considerati
codici residuali
(XX XX 99)
codici
integrativi
codici residuali
(XX XX 99)
Diagramma A-1 Processo di (ri)codifica nuovi codici CER
III.III Il processo di attribuzione dei Codici
1)Identificare la fonte che genera il rifiuto consultando i titoli dei capitoli da 01 a 12
o da 17 a 20 per risalire al codice a sei cifre riferito al rifiuto in questione, ad
eccezione dei codici dei codici del suddetto capitolo che terminano con le cifre 99. E’
possibile che un determinato impianto o stablimento debba classificare le proprie
attività riferendosi capitoli diversi. Nota: i rifiuti di imballaggio oggetto di raccolta
differenziata (comprese combinazioni di diversi materiali di imballaggio) vanno
classificati alla voce 15.01 e non alla voce 20.01.
2) Se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si presta per la
classificazione di un determinato rifiuto, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 per
identificare il codice corretto.
3) Se nessuno di questi codici risulta adeguato, occorre definire il rifiuto utilizzando i
codici di cui al capitolo 16.
A37
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
4) Se un determinato rifiuto no è classificabile neppure mediante codici del capitolo
16, occorre utilizzare il codice 99 (rifiuti non altrimenti specificati) preceduto dalle
cifre del capitolo che corrisponde all’attività identificata al precedente punto
1.
Il processo di attribuzione codici
Appartiene ad
Una “famiglia”
da 01 a 12 o da
17 a 20?
Il rifiuto
da catalogare
si
no
no
no
Appartiene ad una
delle “famiglie”
13, 14 o 15?
Ricominciare da capo
considerando anche
i codici XX XX 99
E’ possibile attribuirgli
un codice appropriato
(esclusi XX XX 99)
si
E’ possibile attribuirgli
un codice appropriato
(esclusi XX XX 99)
no
E’ possibile attribuirgli
un codice appropriato
della “famiglia” 16
Diagramma A-2 Processo di attribuzione codici CER
A38
no
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
III.IV Schematizzazione di riconoscimento per i rifiuti pericolosi
Criteri per l’individuazione dei rifiuti pericolosi
10 10 03
Scorie di fusione
Codici
Senza asterisco
C E R 2002
Il rifiuto non
è pericoloso
Codici
con asterisco
I rifiuti
Domestici
Sono
Non
Pericolosi
16 06 06*Elettroliti da batterie
di accumulatori,
oggetto di raccolta differenziata
Il rifiuto
è pericoloso
Descrizione del rifiuto
Con riferimento a
sostanze pericolose
Il rifiuto non
è pericoloso
Gli deve essere
attribuito un altro
codice
entro i limiti
dell’art. 2 della
dec. 2000/532/CE
11 01 11*
Soluzioni acquose di
lavaggio,
cont. sost. Pericolose
………11 01 12
Senza riferimento
A sostanze pericolose
06 08 02*
Rifiuti contenenti
clorosilano pericoloso
06 03 11*
Sali e loro soluzioni,
contenenti cianuri
analisi
Oltre i limiti
dell’art. 2 della
dec. 2000/532/CE
08 04 11*
Fanghi e adesivi sigillanti
contenenti solventi
organici……. 08 04 12
Il rifiuto
è pericoloso
Diagramma A-3 Diagramma a flusso per l’individuazione dei rifiuti pericolosi
La distinzione fra pericolosi e non pericolosi ha effetto su:
• Deposito temporaneo (nel luogo di produzione)
pericolosi 2 mesi – 10 M3
non pericolosi 3 mesi – 20 M3
• Regimi autorizzativi di smaltimento, recupero e VIA
E’ prevista l’iscrizione all’Albo se si effettua il trasporto di rifiuti pericolosi in conto
proprio
• Obblighi di registrazione e comunicazione
• Divieto di miscelazione
• Sistema sanzionatorio
Con i suoi cinque allegati, il Dm effettua una ricognizione dei codici Ue:
-allegato A: Elenco dei rifiuti istituito conformemente all’articolo 1, lettera a), della
direttiva 75/442/CEE relativa ai rifiuti e all’articolo 1, paragrafo 4, della direttiva
91/689/CEE relativa ai rifiuti pericolosi;
A39
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
-allegato B: Schema di trasposizione dai codici CER di cui agli allegati del Decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, ai codici dell'elenco dei rifiuti di cui alla Decisione
2000/532/CE come modificata dalle decisioni 2001/118/CE, 2001/119/CE e
2001/573/CE;
-allegato C: Schema di trasposizione dei codici CER nei codici dell'Elenco dei
Rifiuti (Dec. 2000/532/CE e successive modifiche ed integrazioni;
-allegato D: Tipologie
(elenco esemplificativo);
di
rifiuti
sanitari
e
loro
classificazione
-allegato E: Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.
Trattare tutti i codici CER e tutti gli allegati, in questa sede, diventerebbe pesante,
inoltre si ha illustrato il processo di individuazione e codifica attraverso i grafici
……..; tuttavia è utile e giusto illustrare codici e specificazioni che interessano
propriamente le apparecchiature elettriche ed elettroniche descrivendo, nel
particolare, l’allegato A.
L’allegato A ci informa, in sintesi, di quanto segue.
L’elenco armonizzato di rifiuti verrà rivisto periodicamente, sulla base delle nuove
conoscenze ed in particolare di quelle prodotte dall’attività di ricerca, e se necessario
modificato; l’inclusione di un determinato materiale nell’elenco non significa tuttavia
che tale materiale sia un rifiuto in ogni circostanza. La classificazione del materiale
come rifiuto si applica solo se il materiale risponde alla definizione di cui all’articolo
1, lettera a), della direttiva 75/442/CEE. È possibile che un determinato impianto o
stabilimento debba classificare le proprie attività riferendosi a capitoli diversi. Per
esempio un fabbricante di automobili può reperire i rifiuti che produce sia nel
capitolo 12 (rifiuti dalla lavorazione e dal trattamento superficiale di metalli), che nel
capitolo 11 (rifiuti inorganici contenenti metalli provenienti da trattamento e
ricopertura di metalli) o ancora nel capitolo 08 (rifiuti da uso di rivestimenti), in
funzione delle varie fasi della produzione. Questo può succedere anche per i RAEE.
Nota: I rifiuti di imballaggio oggetto di raccolta differenziata (comprese
combinazioni di diversi materiali di imballaggio) vanno classificati alla voce 15 01 e
non alla voce 20 01.
I rifiuti contrassegnati nell’elenco con un asterisco “*” sono rifiuti pericolosi
Si ritiene che tali rifiuti presentino una o più caratteristiche indicate nell’Allegato III
della direttiva 91/689/CEE e, in riferimento ai codici da H3 a H8, H10 e H11 del
medesimo allegato, una o più delle seguenti caratteristiche:
• punto di infiammabilità ≤ 55 °C,
• una o più sostanze classificate come molto tossiche in concentrazione
totale ≥ 0,1%,
• una o più sostanze classificate come tossiche in concentrazione totale ≥
3%,
• una o più sostanze classificate come nocive in concentrazione totale ≥
25%,
• una o più sostanze corrosive classificate come R35 in concentrazione
totale ≥ 1%,
A40
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
•
una o più sostanze corrosive classificate come R34 in concentrazione
totale ≥ 5%,
• una o più sostanze irritanti classificate come R41 in concentrazione totale
≥ 10%,
• una o più sostanze irritanti classificate come R36, R37 e R38 in
concentrazione totale ≥ 20%,
• una sostanza riconosciuta come cancerogena (categorie 1 o 2) in
concentrazione ≥ 0,1%,
• una sostanza riconosciuta come cancerogena (categoria 3) in
concentrazione ≥ 1%,
• una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo riproduttivo (categorie
1 o 2) classificata come R60 o R61 in concentrazione ≥ 0,5%,
• una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo riproduttivo (categoria
3) classificata come R62 o R63 in concentrazione ≥ 5%,
• una sostanza mutagena della categoria 1 o 2 classificata come R46 in
concentrazione ≥ 0,1%,
• una sostanza mutagena della categoria 3 classificata come R40 in
concentrazione ≥ 1%;
Ai fini del presente Allegato per “sostanza pericolosa” si intende qualsiasi sostanza
che è o sarà classificata come pericolosa ai sensi della direttiva 67/548/CEE e
successive modifiche; per “metallo pesante” si intende qualunque composto di
antimonio, arsenico, cadmio, cromo (VI), rame, piombo, mercurio, nichel, selenio,
tellurio, tallio e stagno, anche quando tali metalli appaiono in forme metalliche
classificate come pericolose.
Occorre riconoscere che le caratteristiche delle leghe sono tali che la determinazione
precisa delle loro proprietà mediante i metodi convenzionali attualmente disponibili
può risultare impossibile: le disposizioni di cui al punto 1 non trovano dunque
applicazione per le leghe di metalli puri (ovvero non contaminati da sostanze
pericolose). Ciò in attesa dei risultati di ulteriori attività che la Commissione e gli
Stati membri si sono impegnati ad avviare per studiare uno specifico approccio di
classificazione delle leghe. Per la numerazione delle voci contenute nell'elenco sono
state applicate le seguenti regole: per i rifiuti rimasti invariati sono stati utilizzati i
numeri specificati nella decisione 94/3/CE della Commissione, mentre i codici dei
rifiuti che hanno subito modifiche sono stati cancellati e rimangono inutilizzati per
evitare confusioni dopo l'adozione del nuovo elenco. Ai rifiuti che sono stati aggiunti
è stato attribuito un codice non ancora utilizzato nella decisione della Commissione
94/3/CE, né nella decisione della Commissione 2000/532/CE.
III.V Capitoli CER
Capitoli dell'elenco
01
02
Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal
trattamento fisico o chimico di minerali
Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e
pesca, trattamento e preparazione di alimenti
A41
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili,
polpa, carta e cartone
Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce e dell'industria tessile
Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e
trattamento pirolitico del carbone
Rifiuti dei processi chimici inorganici
Rifiuti dei processi chimici organici
Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti
(pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa
Rifiuti dell'industria fotografica
Rifiuti provenienti da processi termici
Rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di
metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa
Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico
superficiale di metalli e plastica
Oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili, 05 e 12)
Solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (tranne le voci 07 e 08)
Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti
protettivi (non specificati altrimenti)
Rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco
Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno
proveniente da siti contaminati)
Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca
collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione che non derivino
direttamente da trattamento terapeutico)
Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento
delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla
sua preparazione per uso industriale
Rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali
e industriali nonché dalle
istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta
differenziata
III.VI Codici CER che interessano i rifiuti da apparecchiature elettriche ed
elettroniche
06
RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI INORGANICI
06 01
06 01 01*
06 01 02*
06 01 03*
06 01 04*
06 01 05*
06 01 06*
06 01 99
06 02
06 02 01*
A42
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di acidi
acido solforico ed acido solforoso
acido cloridrico
acido fluoridrico
acido fosforico e fosforoso
acido nitrico e acido nitroso
altri acidi
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di basi
idrossido di calcio
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
06 02 03* idrossido di ammonio
06 02 04* idrossido di sodio e di potassio
06 02 05* altre basi
06 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di sali, loro soluzioni e
ossidi metallici
06 03 11*
06 03 13*
06 03 14
06 03 15*
06 03 16
06 03 99
06 04
06 04 03*
06 04 04*
06 04 05*
06 04 99
06 06
sali e loro soluzioni, contenenti cianuri
sali e loro soluzioni, contenenti metalli pesanti
sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 06 03 11 e 06 03 13
ossidi metallici contenenti metalli pesanti
ossidi metallici, diversi da quelli di cui alla voce 06 03 15
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti contenenti metalli, diversi da quelli di cui alla voce 06 03
rifiuti contenenti arsenico
rifiuti contenenti mercurio
rifiuti contenenti altri metalli pesanti
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti
chimici contenenti zolfo, dei processi chimici dello zolfo e dei processi di
desolforazione
06 06 02* rifiuti contenenti solfuri pericolosi
06 06 03 rifiuti contenenti solfuri, diversi da quelli di cui alla voce 06 06 02
06 06 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 07
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti
alogeni e dei processi chimici degli alogeni
06 07 01*
06 07 02*
06 07 03*
06 07 04*
06 07 99
06 08
rifiuti dei processi elettrolitici, contenenti amianto
carbone attivato dalla produzione di cloro
fanghi di solfati di bario, contenenti mercurio
soluzioni ed acidi, ad es. acido di contatto
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso del silicio e dei
suoi derivati
06 08 02* rifiuti contenenti clorosilano
06 08 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 09
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti
fosforosi e dei processi chimici del fosforo
A43
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
06 09 02 scorie fosforose
06 09 03* rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio contenenti o contaminati da
sostanze pericolose
06 09 04 rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio, diversi da quelli di cui alla
voce 06 09 03
06 09 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 11
rifiuti dalla produzione di pigmenti inorganici ed opacificanti
06 11 01 rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio nella produzione di diossido di
titanio
06 11 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 13
rifiuti di processi chimici inorganici non specificati altrimenti
06 13 01* prodotti fitosanitari, agenti conservativi del legno ed altri biocidi
inorganici
06 13 02* carbone attivato esaurito (tranne 06 07 02)
06 13 03 nerofumo
06 13 04* rifiuti della lavorazione dell'amianto
06 13 05* fuliggine
06 13 99 rifiuti non specificati altrimenti
07
RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI
07 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici
organici di base
07 01 01*
07 01 03*
07 01 04*
07 01 07*
07 01 08*
07 01 09*
07 01 10*
07 01 11*
07 01 12
07 01 99
07 02
soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri
solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
fondi e residui di reazione, alogenati
altri fondi e residui di reazione
residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 07 01 11
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) di
plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali
07 02 01*
07 02 03*
07 02 04*
07 02 07*
07 02 08*
A44
soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri
solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
fondi e residui di reazione, alogenati
altri fondi e residui di reazione
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
07 02 09* residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 02 10* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 02 11* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
07 02 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 07 02 11
07 02 13 rifiuti plastici
07 02 14* rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose
07 02 15 rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 14
07 02 16* rifiuti contenenti silicone pericoloso
07 02 17 rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce 07 02 16
07 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
07 03
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e
pigmenti organici (tranne 06 11)
07 03 01*
07 03 03*
07 03 04*
07 03 07*
07 03 08*
07 03 09*
07 03 10*
07 03 11*
07 03 12
07 03 99
07 07
soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri
solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
fondi e residui di reazione alogenati
altri fondi e residui di reazione
residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati
altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 07 03 11
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti
della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altrimenti
07 07 01*
07 07 03*
07 07 04*
07 07 07*
07 07 08*
07 07 09*
07 07 10*
07 07 11*
07 07 12
07 07 99
soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri
solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
fondi e residui di reazione, alogenati
altri fondi e residui di reazione
residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 07 07 11
rifiuti non specificati altrimenti
A45
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
08
RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO
DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADESIVI,
SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA
08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di
pitture e vernici
08 01 11* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze
pericolose
08 01 12 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 08 01 11
08 01 13* fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre
sostanze pericolose
08 01 14 fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01
13
08 01 15* fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o
altre sostanze pericolose
08 01 16 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla
voce 08 01 15
08 01 17* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi
organici o altre sostanze pericolose
08 01 18 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui
alla voce 08 01 17
08 01 19* sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi
organici o altre sostanze pericolose
08 01 20 sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, diverse da quelle di cui
alla voce 08 01 19
08 01 21* residui di vernici o di sverniciatori
08 01 99 rifiuti non specificati altrimenti
08 02
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di altri
rivestimenti (inclusi materiali ceramici)
08 02 01
08 02 02
08 02 03
08 02 99
08 03
polveri di scarto di rivestimenti
fanghi acquosi contenenti materiali ceramici
sospensioni acquose contenenti materiali ceramici
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchiostri
per stampa
08 03 07 fanghi acquosi contenenti inchiostro
08 03 08 rifiuti liquidi acquosi contenenti inchiostro
08 03 12* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 13 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 12
08 03 14* fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 15 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 14
A46
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
08 03 16*
08 03 17*
08 03 18
08 03 19*
08 03 99
08 04
residui di soluzioni chimiche per incisione
toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose
toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17
oli dispersi
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di adesivi e
sigillanti (inclusi i prodotti impermeabilizzanti)
08 04 09* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze
pericolose
08 04 10 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 09
08 04 11* fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze
pericolose
08 04 12 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 11
08 04 13* fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici
o altre sostanze pericolose
08 04 14 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla
voce 08 04 13
08 04 15* rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi
organici o altre sostanze pericolose
08 04 16 rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di
cui alla voce 08 04 15
08 04 17* olio di resina
08 04 99 rifiuti non specificati altrimenti
08 05
rifiuti non specificati altrimenti alla voce 08
08 05 01* isocianati di scarto
10
RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI
10 01 rifiuti prodotti da centrali termiche ed altri impianti termici (tranne 19)
10 01 01
10 01 02
10 01 03
10 01 04*
10 01 05
10 01 07
10 01 09*
10 01 13*
10 01 14*
10 01 15
ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di
cui alla voce 10 01 04)
ceneri leggere di carbone
ceneri leggere di torba e di legno non trattato
ceneri leggere di olio combustibile e polveri di caldaia
rifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di
desolforazione dei fumi
rifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di
desolforazione dei fumi
acido solforico
ceneri leggere prodotte da idrocarburi emulsionati usati come carburante
ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento,
contenenti sostanze pericolose
ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento,
diverse da quelli di cui alla voce 10 01 14
A47
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
10 01 16* ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, contenenti sostanze
pericolose
10 01 17 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla
voce 10 01 16
10 01 18* rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, contenenti sostanze pericolose
10 01 19 rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, diversi da quelli di cui alle
voci 10 01 05, 10 01 07 e 10 01 18
10 01 20* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
10 01 21 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 10 01 20
10 01 22* fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, contenenti sostanze
pericolose
10 01 23 fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, diversi da quelli di cui
alla voce 10 01 22
10 01 24 sabbie dei reattori a letto fluidizzato
10 01 25 rifiuti dell'immagazzinamento e della preparazione del combustibile delle
centrali termoelettriche a carbone
10 01 26 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento
10 01 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 02
rifiuti dell'industria del ferro e dell'acciaio
10 02 01 rifiuti del trattamento delle scorie
10 02 02 scorie non trattate
10 02 07* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze
pericolose
10 02 08 rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce
10 02 07
10 02 10 scaglie di laminazione
10 02 11* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenti oli
10 02 12 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 02 11
10 02 13* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi,
contenenti sostanze pericolose
10 02 14 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da
quelli di cui alla voce 10 02 13
10 02 15 altri fanghi e residui di filtrazione
10 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 03
rifiuti della metallurgia termica dell'alluminio
10 03 02 frammenti di anodi
10 03 04* scorie della produzione primaria
10 03 05 rifiuti di allumina
10 03 08* scorie saline della produzione secondaria
10 03 09* scorie nere della produzione secondaria
10 03 15* schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas
infiammabili in quantità pericolose
10 03 16 schiumature diverse da quelle di cui alla voce 10 03 15
10 03 17* rifiuti contenenti catrame della produzione degli anodi
A48
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
10 03 18
10 03 19*
10 03 20
10 03 21*
10 03 22
10 03 23*
10 03 24
10 03 25*
10 03 26
10 03 27*
10 03 28
10 03 29*
10 03 30
10 03 99
10 04
10 04 01*
10 04 02*
10 04 03*
10 04 04*
10 04 05*
10 04 06*
10 04 07*
10 04 09*
10 04 10
10 04 99
10 05
10 05 01
10 05 03*
10 05 04
10 05 05*
10 05 06*
10 05 08*
rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli
di cui alla voce 10 03 17
polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose
polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 10 03
19
altre polveri e particolati (comprese quelle prodotte da mulini a palle),
contenenti sostanze pericolose
altre polveri e particolati (comprese quelle prodotte da mulini a palle),
diverse da quelle di cui alla voce 10 03 21
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze
pericolose
rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce
10 03 23
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi,
contenenti sostanze pericolose
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da
quelli di cui alla voce 10 03 25
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 03 27
rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, contenenti
sostanze pericolose
rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, diversi da
quelli di cui alla voce 10 03 29
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della metallurgia termica del piombo
scorie della produzione primaria e secondaria
impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria
arsenato di calcio
polveri dei gas di combustione
altre polveri e particolato
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 04 09
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della metallurgia termica dello zinco
scorie della produzione primaria e secondaria
polveri dei gas di combustione
altre polveri e particolato
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
A49
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
10 05 09
10 05 10*
10 05 11
10 05 99
10 06
10 06 01
10 06 02
10 06 03*
10 06 04
10 06 06*
10 06 07*
10 06 09*
10 06 10
10 06 99
10 07
10 07 01
10 07 02
10 07 03
10 07 04
10 07 05
10 07 07*
10 07 08
10 07 99
10 08
10 08 04
10 08 08*
10 08 09
10 08 10*
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 05 08
scorie e schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con
l'acqua, gas infiammabili in quantità pericolose
scorie e schiumature diverse da quelle di cui alla voce 10 05 10
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della metallurgia termica del rame
scorie della produzione primaria e secondaria
impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria
polveri dei gas di combustione
altre polveri e particolato
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 06 09
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della metallurgia termica di argento, oro e platino
scorie della produzione primaria e secondaria
impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
altre polveri e particolato
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 07 07
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti della metallurgia termica di altri minerali non ferrosi
polveri e particolato
scorie salate della produzione primaria e secondaria
altre scorie
impurità e schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con
l'acqua, gas infiammabili in quantità pericolose
10 08 11 impurità e schiumature diverse da quelle di cui alla voce 10 08 10
10 08 12* rifiuti contenenti catrame derivante dalla produzione degli anodi
10 08 13 rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli
di cui alla voce 10 08 12
10 08 14 frammenti di anodi
10 08 15* polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose
10 08 16 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 10 08
15
10 08 17* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi,
contenenti sostanze pericolose
10 08 18 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da
quelli di cui alla voce 10 08 17
A50
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
10 08 19* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti
oli
10 08 20 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da
quelli di cui alla voce 10 08 19
10 08 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 09
rifiuti della fusione di materiali ferrosi
10 09 03 scorie di fusione
10 09 05* forme e anime da fonderia non utilizzate, contenenti sostanze pericolose
10 09 06 forme e anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla
voce 10 09 05
10 09 07* forme e anime da fonderia utilizzate, contenenti sostanze pericolose
10 09 08 forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10
09 07
10 09 09* polveri dei gas di combustione contenenti sostanze pericolose
10 09 10 polveri dei gas di combustione diverse da quelle di cui alla voce 10 09 09
10 09 11* altri particolati contenenti sostanze pericolose
10 09 12 altri particolati diversi da quelli di cui alla voce 10 09 11
10 09 13* scarti di leganti contenenti sostanze pericolose
10 09 14 scarti di leganti diversi da quelli di cui alla voce 10 09 13
10 09 15* scarti di prodotti rilevatori di crepe, contenenti sostanze pericolose
10 09 16 scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce 10
09 15
10 09 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 10
rifiuti della fusione di materiali non ferrosi
10 10 03 scorie di fusione
10 10 05* forme e anime da fonderia non utilizzate, contenenti sostanze pericolose
10 10 06 forme e anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla
voce 10 10 05
10 10 07* forme e anime da fonderia utilizzate, contenenti sostanze pericolose
10 10 08 forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10
10 07
10 10 09* polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose
10 10 10 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 10 10
09
10 10 11* altri particolati contenenti sostanze pericolose
10 10 12 altri particolati diversi da quelli di cui alla voce 10 10 11
10 10 13* scarti di leganti contenenti sostanze pericolose
10 10 14 scarti di leganti diversi da quelli di cui alla voce 10 10 13
10 10 15* scarti di prodotti rilevatori di crepe, contenenti sostanze pericolose
10 10 16 scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce 10
10 15
10 10 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 11
rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro
10 11 03 scarti di materiali in fibra a base di vetro
10 11 05 polveri e particolato
10 11 09* scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, contenenti
sostanze pericolose
A51
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
10 11 10
scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, diverse da quelle
di cui alla voce 10 11 09
10 11 11* rifiuti di vetro in forma di particolato e polveri di vetro contenenti metalli
pesanti (provenienti ad es. da tubi a raggi catodici)
10 11 12 rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 10 11 11
10 11 13* lucidature di vetro e fanghi di macinazione, contenenti sostanze
pericolose
10 11 14 lucidature di vetro e fanghi di macinazione, diversi da quelli di cui alla
voce 10 11 13
10 11 15* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze
pericolose
10 11 16 rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce
10 11 15
10 11 17* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi,
contenenti sostanze pericolose
10 11 18 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da
quelli di cui alla voce 10 11 17
10 11 19* rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti
sostanze pericolose
10 11 20 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da
quelli di cui alla voce 10 11 19
10 11 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 12 rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e
materiali da costruzione
10 12 01
10 12 03
10 12 05
10 12 06
10 12 08
scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico
polveri e particolato
fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
stampi di scarto
scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione
(sottoposti a trattamento termico)
10 12 09* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze
pericolose
10 12 10 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla
voce 10 12 09
10 12 11* rifiuti delle operazioni di smaltatura, contenenti metalli pesanti
10 12 12 rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce 10
12 11
10 12 13 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
10 12 99 rifiuti non specificati altrimenti
11
RIFIUTI PRODOTTI DAL TRATTAMENTO CHIMICO SUPERFICIALE E
DAL RIVESTIMENTO DI METALLI ED ALTRI MATERIALI; IDROMETALLURGIA
NON FERROSA
A52
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
11 01 rifiuti prodotti dal trattamento e ricopertura di metalli (ad esempio, processi
galvanici, zincatura, decapaggio, pulitura elettrolitica, fosfatazione, sgrassaggio con
alcali, anodizzazione)
11 01 05*
11 01 06*
11 01 07*
11 01 08*
11 01 09*
11 01 10
11 01 11*
11 01 12
11 01 13*
11 01 14
11 01 15*
11 01 16*
11 01 98*
11 01 99
11 02
11 02 02*
11 02 03
11 02 05*
11 02 06
11 02 07*
11 02 99
11 03
11 03 01*
11 03 02*
11 05
11 05 01
11 05 02
11 05 03*
11 05 04*
11 05 99
12
acidi di decappaggio
acidi non specificati altrimenti
basi di decappaggio
fanghi di fosfatazione
fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose
fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce 11 01 09
soluzioni acquose di lavaggio, contenenti sostanze pericolose
soluzioni acquose di lavaggio, diverse da quelle di cui alla voce 10 01 11
rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose
rifiuti di sgrassaggio diversi da quelli di cui alla voce 11 01 13
eluati e fanghi di sistemi a membrana e sistemi a scambio ionico,
contenenti sostanze pericolose
resine a scambio ionico saturate o esaurite
altri rifiuti contenenti sostanze pericolose
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti prodotti dalla lavorazione idrometallurgica di metalli non
ferrosi
rifiuti della lavorazione idrometallurgica dello zinco (compresi jarosite,
goethite)
rifiuti della produzione di anodi per processi elettrolitici acquosi
rifiuti della lavorazione idrometallurgica del rame, contenenti sostanze
pericolose
rifiuti della lavorazione idrometallurgica del rame, diversi da quelli della
voce 11 02 05
altri rifiuti contenenti sostanze pericolose
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti solidi e fanghi prodotti da processi di rinvenimento
rifiuti contenenti cianuro
altri rifiuti
rifiuti prodotti da processi di galvanizzazione a caldo
zinco solido
ceneri di zinco
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
fondente esaurito
rifiuti non specificati altrimenti
RIFIUTI PRODOTTI DALLA LAVORAZIONE E DAL TRATTAMENTO
FISICO E MECCANICO SUPERFICIALE DI METALLI E PLASTICA
A53
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
12 01 rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico
superficiale di metalli e plastiche
12 01 01
12 01 02
12 01 03
12 01 04
12 01 05
12 01 06*
12 01 07*
12 01 08*
12 01 09*
12 01 10*
12 01 12*
12 01 13
12 01 14*
12 01 15
12 01 16*
12 01 17
12 01 18*
12 01 19*
12 01 20*
12 01 21
12 01 99
12 03
limatura e trucioli di materiali ferrosi
polveri e particolato di materiali ferrosi
limatura e trucioli di materiali non ferrosi
polveri e particolato di materiali non ferrosi
limatura e trucioli di materiali plastici
oli minerali per macchinari, contenenti alogeni (eccetto emulsioni e
soluzioni)
oli minerali per macchinari, non contenenti alogeni (eccetto emulsioni e
soluzioni)
emulsioni e soluzioni per macchinari, contenenti alogeni
emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti alogeni
oli sintetici per macchinari
cere e grassi esauriti
rifiuti di saldatura
fanghi di lavorazione, contenenti sostanze pericolose
fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 14
materiale abrasivo di scarto, contenente sostanze pericolose
materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 12 01 16
fanghi metallici (fanghi di rettifica, affilatura e lappatura) contenenti olio
oli per macchinari, facilmente biodegradabili
corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, contenenti sostanze
pericolose
corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla
voce 12 01 20
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti prodotti da processi di sgrassatura ad acqua e vapore (tranne 11)
12 03 01* soluzioni acquose di lavaggio
12 03 02* rifiuti prodotti da processi di sgrassatura a vapore
13
OLI ESAURITI E RESIDUI DI COMBUSTIBILI LIQUIDI (tranne oli
commestibili ed oli di cui ai capitoli 05, 12 e 19)
13 01
13 01 01*
13 01 04*
13 01 05*
13 01 09*
13 01 10*
13 01 11*
13 01 12*
13 01 13*
A54
scarti di oli per circuiti idraulici
oli per circuiti idraulici contenenti PCB (1)
emulsioni clorurate
emulsioni non clorurate
oli minerali per circuiti idraulici, clorurati
oli minerali per circuiti idraulici, non clorurati
oli sintetici per circuiti idraulici
oli per circuiti idraulici, facilmente biodegradabili
altri oli per circuiti idraulici
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
(1) La definizione di PCB adottata nel presente elenco di rifiuti è quella contenuta
nella direttiva 96/59/CE.
13 02
scarti di olio motore, olio per ingranaggi e oli lubrificanti
13 02 04* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati
13 02 05* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non
clorurati
13 02 06* scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione
13 02 07* olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile
13 02 08* altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
13 03
oli isolanti e termoconduttori di scarto
13 03 01* oli isolanti e termoconduttori, contenenti PCB
13 03 06* oli minerali isolanti e termoconduttori clorurati, diversi da quelli di cui
alla voce 13 03 01
13 03 07* oli minerali isolanti e termoconduttori non clorurati
13 03 08* oli sintetici isolanti e termoconduttori
13 03 09* oli isolanti e termoconduttori, facilmente biodegradabili
13 03 10* altri oli isolanti e termoconduttori
13 04
oli di sentina
13 04 01* oli di sentina della navigazione interna
13 04 02* oli di sentina delle fognature dei moli
13 04 03* altri oli di sentina della navigazione
13 05
prodotti di separazione olio/acqua
13 05 01* rifiuti solidi delle camere a sabbia e di prodotti di separazione olio/acqua
13 05 02* fanghi di prodotti di separazione olio/acqua
13 05 03* fanghi da collettori
13 05 06* oli prodotti dalla separazione olio/acqua
13 05 07* acque oleose prodotte dalla separazione olio/acqua
13 05 08* miscugli di rifiuti delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione
olio/acqua
13 07
rifiuti di carburanti liquidi
13 07 01* olio combustibile e carburante diesel
13 07 02* petrolio
13 07 03* altri carburanti (comprese le miscele)
13 08
rifiuti di oli non specificati altrimenti
13 08 01* fanghi ed emulsioni prodotti dai processi di dissalazione
13 08 02* altre emulsioni
13 08 99* rifiuti non specificati altrimenti
14
SOLVENTI ORGANICI, REFRIGERANTI E PROPELLENTI DI SCARTO
(tranne 07 e 08)
14 06
solventi organici, refrigeranti e propellenti di schiuma/aerosol di
scarto
14 06 01* clorofluorocarburi, HCFC, HFC
14 06 02* altri solventi e miscele di solventi, alogenati
14 06 03* altri solventi e miscele di solventi
A55
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
14 06 04* fanghi o rifiuti solidi, contenenti solventi alogenati
14 06 05* fanghi o rifiuti solidi, contenenti altri solventi
16
RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL'ELENCO
16 01 veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le
macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori
uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, 16 06 e 16 08)
16 01 08*
16 01 09*
16 01 10*
16 01 22
16 01 99
16 02
16 02 09*
16 02 10*
componenti contenenti mercurio
componenti contenenti PCB
componenti esplosivi (ad esempio “air bag”)
componenti non specificati altrimenti
rifiuti non specificati altrimenti
scarti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche
trasformatori e condensatori contenenti PCB
apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse
da quelle di cui alla voce 16 02 09
16 02 11* apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC
16 02 12* apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere
16 02 13* apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi (2) diversi
da quelli di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 12
16 02 14 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a
16 02 13
16 02 15* componenti pericolosi rimossi da apparecchiature fuori uso
16 02 16 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui
alla voce 16 02 15
(2) Possono rientrare fra i componenti pericolosi di apparecchiature elettriche ed
elettroniche gli accumulatori e le batterie di cui alle voci 16 06 contrassegnati
come pericolosi, i commutatori a mercurio, i vetri di tubi a raggi catodici ed altri
vetri radioattivi, ecc.
16 03
prodotti fuori specifica e prodotti inutilizzati
16 03 03* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose
16 03 04 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03
16 03 05* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose
16 03 06 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05
16 06
16 06 01*
16 06 02*
16 06 03*
16 06 04
16 06 05
16 06 06*
16 09
16 09 01*
A56
batterie ed accumulatori
batterie al piombo
batterie al nichel-cadmio
batterie contenenti mercurio
batterie alcaline (tranne 16 06 03)
altre batterie ed accumulatori
elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata
sostanze ossidanti
permanganati, ad esempio permanganato di potassio
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
16 09 02* cromati, ad esempio cromato di potassio, dicromato di potassio o di sodio
16 09 03* perossidi, ad esempio perossido d'idrogeno
16 09 04* sostanze ossidanti non specificate altrimenti
17
RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE
(COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)
17 09
altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione
17 09 01* rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, contenenti mercurio
17 09 02* rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, contenenti PCB (ad
esempio sigillanti contenenti PCB, pavimentazioni a base di resina
contenenti PCB, elementi stagni in vetro contenenti PCB, condensatori
contenenti PCB)
17 09 03* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti
misti) contenenti sostanze pericolose
17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di
cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03
19
RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI,
IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO, NONCHÉ
DALLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER
USO INDUSTRIALE
19 01
19 01 02
19 01 05*
19 01 06*
19 01 07*
19 01 10*
19 01 11*
19 01 12
19 01 13*
19 01 14
19 01 15*
19 01 16
19 01 17*
19 01 18
19 01 19
19 01 99
rifiuti da incenerimento o pirolisi di rifiuti
materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti
residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
rifiuti liquidi acquosi prodotti dal trattamento dei fumi e di altri rifiuti
liquidi acquosi
rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi
carbone attivo esaurito, impiegato per il trattamento dei fumi
ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose
ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 11
ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose
ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 13
ceneri di caldaia, contenenti sostanze pericolose
polveri di caldaia, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 15
rifiuti della pirolisi, contenenti sostanze pericolose
rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 19 01 17
sabbie dei reattori a letto fluidizzato
rifiuti non specificati altrimenti
A57
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
19 02 rifiuti prodotti da specifici trattamenti chimico-fisici di rifiuti industriali
(comprese decromatazione, decianizzazione, neutralizzazione)
19 02 03 miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi
19 02 04* miscugli di rifiuti contenenti almeno un rifiuto pericoloso
19 02 05* fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, contenenti sostanze
pericolose
19 02 06 fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla
voce 19 02 05
19 02 07* oli e concentrati prodotti da processi di separazione
19 02 08* rifiuti combustibili liquidi, contenenti sostanze pericolose
19 02 09* rifiuti combustibili solidi, contenenti sostanze pericolose
19 02 10 rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci 19 02 08 e 19 02 09
19 02 11* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose
19 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
19 03
rifiuti stabilizzati/solidificati (4)
19 03 04* rifiuti contrassegnati come pericolosi, parzialmente (5) stabilizzati
19 03 05 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04
19 03 06* rifiuti contrassegnati come pericolosi, solidificati
19 03 07 rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 06
(4) I processi di stabilizzazione modificano la pericolosità delle sostanze contenute
nei rifiuti e trasformano i rifiuti pericolosi in rifiuti non pericolosi. I processi di
solidificazione influiscono esclusivamente sullo stato fisico dei rifiuti (dallo
stato liquido a quello solido, ad esempio) per mezzo di appositi additivi senza
modificare le proprietà chimiche dei rifiuti stessi.
(5) Un rifiuto è considerato parzialmente stabilizzato se le sue componenti
pericolose, che non sono state completamente trasformate in sostanze non
pericolose grazie al processo di stabilizzazione, possono essere disperse
nell'ambiente nel breve, medio o lungo periodo.
19 04
rifiuti vetrificati e rifiuti di vetrificazione
19 04 01 rifiuti vetrificati
19 04 02* ceneri leggere ed altri rifiuti dal trattamento dei fumi
19 04 03* fase solida non vetrificata
19 04 04 rifiuti liquidi acquosi prodotti dalla tempra di rifiuti vetrificati
19 05
rifiuti prodotti dal trattamento aerobico di rifiuti solidi
19 05 01 parte di rifiuti urbani e simili non compostata
19 05 02 parte di rifiuti animali e vegetali non compostata
19 05 03 compost fuori specifica
19 05 99 rifiuti non specificati altrimenti
19 06
rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti
19 06 03 liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani
19 06 04 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani
19 06 05 liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o
vegetale
A58
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
19 06 06
19 06 99
19 07
19 07 02*
19 07 03
19 10
19 10 01
19 10 02
19 10 03*
19 10 04
19 10 05*
19 10 06
19 11
19 11 01*
19 11 02*
19 11 03*
19 11 04*
19 11 05*
19 11 06
19 11 07*
19 11 99
19 12
digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale
o vegetale
rifiuti non specificati altrimenti
percolato di discarica
percolato di discarica, contenente sostanze pericolose
percolato di discarica, diverso da quello di cui alla voce 19 07 02
rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti
metallo
rifiuti di ferro e acciaio
rifiuti di metalli non ferrosi
fluff - frazione leggera e polveri, contenenti sostanze pericolose
fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10
03
altre frazioni, contenenti sostanze pericolose
altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05
rifiuti prodotti dalla rigenerazione dell'olio
filtri di argilla esauriti
catrami acidi
rifiuti liquidi acquosi
rifiuti prodotti dalla purificazione di carburanti tramite basi
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze
pericolose
fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di
cui alla voce 19 11 05
rifiuti prodotti dalla purificazione dei fumi
rifiuti non specificati altrimenti
rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (ad esempio
selezione, triturazione, compattazione, riduzione in pellet) non specificati
altrimenti
19 12 01
19 12 02
19 12 03
19 12 04
19 12 05
19 12 06*
19 12 07
19 12 08
19 12 09
19 12 10
19 12 11*
19 12 12
carta e cartone
metalli ferrosi
metalli non ferrosi
plastica e gomma
vetro
legno contenente sostanze pericolose
legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06
prodotti tessili
minerali (ad esempio sabbia, rocce)
rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti)
altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico
dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose
altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico
dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11
A59
Allegato A
Generazione di rifiuti, come si svelano le aziende
20
RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA
ATTIVITÀ COMMERCIALI E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTITUZIONI)
INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
20 01 frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01)
20 01 02
20 01 13*
20 01 14*
20 01 15*
20 01 17*
20 01 21*
20 01 23*
20 01 25
20 01 26*
20 01 27*
20 01 28
vetro
solventi
acidi
sostanze alcaline
prodotti fotochimici
tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio
apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi
oli e grassi commestibili
oli e grassi diversi da quelli di cui alla voce 20 01 25
vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose
vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 20 01
27
20 01 33* batterie e accumulatori di cui alle voci 16 06 01, 16 06 02 e 16 06 03
nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie
20 01 34 batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33
20 01 35* apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di
cui alla voce 20 01 21 e 20 01 23, contenenti componenti pericolosi (6)
20 01 36 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di
cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35
20 01 37* legno, contenente sostanze pericolose
20 01 38 legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37
20 01 39 plastica
20 01 40 metallo
20 01 99 altre frazioni non specificate altrimenti
(6) Possono rientrare fra i componenti pericolosi di apparecchiature elettriche ed
elettroniche gli accumulatori e le batterie di cui alle voci 16 06
contrassegnati come pericolosi, i commutatori a mercurio, i vetri di tubi a
raggi catodici ed altri vetri radioattivi, ecc.»
A60
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tech in Italia
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tech in Italia
I I più importanti
Verranno di seguito elencate le aziende, gli enti, i consorzi che si occupano,
attualmente in Italia, di gestione dei beni durevoli a fine vita e dei BDD high-tech.
Prima di tutto si cita il più grande e importante organo ufficiale: il Ministero
dell’Ambiente.
All’interno di esso troviamo: l’ ONR -Osservatorio Nazionale Rifiuti- e il Comitato
Nazionale Albo Gestori Rifiuti.
ONR: Osservatorio Nazionale Rifiuti
E' costituito con decreto del Ministro dell'Ambiente, di concerto con il Ministro
dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, ed è composto da nove membri
scelti tra persone esperte in materia.
Le funzioni dell'Osservatorio sono:
vigila sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;
provvede all'elaborazione e all'aggiornamento permanente di criteri e
specifici obiettivi d'azione, nonché un quadro di riferimento sulla prevenzione e
gestione dei rifiuti;
ƒ esprime il proprio parere sul Programma generale di prevenzione di cui
all'art.42 del D.L. 29/97 e lo trasmette per l'adozione definitiva al Ministro
dell'Ambiente e al Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato;
predispone lo stesso qualora il Consorzio Nazionale Imballaggi non provveda nei
termini previsti e ne verifica l'attuazione;
ƒ verifica i costi di recupero e smaltimento;
ƒ verifica i livelli di qualità dei servizi erogati;
ƒ predispone un rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e
dei rifiuti di imballaggi e ne cura la trasmissione ai Ministri dell'ambiente,
dell'industria, del commercio e dell'artigianato e della Sanità.
ƒ
ƒ
L'Osservatorio ha sede presso l' Ufficio di Gabinetto del Ministro dell'Ambiente.
Comitato Nazionale Albo Gestori Rifiuti
Le imprese che svolgono a titolo professionale di raccolta e trasporto di rifiuti e
le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi, anche se da esse
prodotti, nonché le imprese che intendono effettuare attività di bonifica dei beni
contenenti amianto, di commercio ed intermediazione dei rifiuti, di gestione di
impianti di smaltimento e di recupero di titolarità di terzi, e di gestione di
impianti mobili di smaltimento e di recupero di rifiuti, devono essere iscritte
all'Albo.
B1
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
L'iscrizione deve essere rinnovata ogni cinque anni e sostituisce l'autorizzazione
all'esercizio delle attività di raccolta, di trasporto, di commercio e di
intermediazione dei rifiuti; per le altre attività l'iscrizione abilita alla gestione
degli impianti il cui esercizio sia stato autorizzato ai sensi del Decreto Legislativo
22/97.
In particolare l’Ente:
•
•
•
•
svolge, sviluppa, valorizza e promuove la ricerca e l'innovazione, anche
tramite la realizzazione di impianti dimostrativi e di progetti pilota, per le
finalità e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, nel quadro del programma
nazionale della ricerca ed in linea con gli impegni scaturenti dalla
partecipazione italiana all'Unione Europea e alle altre organizzazioni
internazionali in tema di energia, ambiente e innovazione tecnologica;
sostiene i processi di innovazione del sistema produttivo, in particolare delle
piccole e medie imprese, anche promuovendo la domanda di ricerca e di
tecnologia in conformità ai principi dello sviluppo sostenibile;
favorisce il processo di trasferimento tecnologico e delle esperienze positive
in campo energetico ed ambientale alle imprese, in particolare di piccola e
media dimensione e alle pubbliche amministrazioni nell'ambito degli indirizzi
nazionali e dell'Unione Europea;
fornisce, a richiesta, nei settori di sua competenza e nell'ambito di accordi di
programma con i Ministeri dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato,
dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e dell'Ambiente,
nonché con altre amministrazioni pubbliche, supporto tecnico specialistico ed
organizzativo alle amministrazioni competenti per le azioni pubbliche, in
ambito nazionale ed internazionale, alle regioni e agli enti locali.
II Enti e consorzi
ENEA
l’Ente:
•
•
B2
svolge, sviluppa, valorizza e promuove la ricerca e l'innovazione, anche
tramite la realizzazione di impianti dimostrativi e di progetti pilota, per le
finalità e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, nel quadro del programma
nazionale della ricerca ed in linea con gli impegni scaturenti dalla
partecipazione italiana all'Unione Europea e alle altre organizzazioni
internazionali in tema di energia, ambiente e innovazione tecnologica;
sostiene i processi di innovazione del sistema produttivo, in particolare delle
piccole e medie imprese, anche promuovendo la domanda di ricerca e di
tecnologia in conformità ai principi dello sviluppo sostenibile;
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
•
•
favorisce il processo di trasferimento tecnologico e delle esperienze positive
in campo energetico ed ambientale alle imprese, in particolare di piccola e
media dimensione e alle pubbliche amministrazioni nell'ambito degli indirizzi
nazionali e dell'Unione Europea;
fornisce, a richiesta, nei settori di sua competenza e nell'ambito di accordi di
programma con i Ministeri dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato,
dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e dell'Ambiente,
nonché con altre amministrazioni pubbliche, supporto tecnico specialistico ed
organizzativo alle amministrazioni competenti per le azioni pubbliche, in
ambito nazionale ed internazionale, alle regioni e agli enti locali.
ANPA – Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente- , ora APAT Associazione per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici Istituita con Legge 21.1.1994 n. 61 "Disposizioni urgenti sulla riorganizzazione dei
controlli ambientali e istituzione dell’Agenzia nazionale per la protezione dell’
ambiente".
Si propone :
•
•
•
attività tecnico-scientifiche di interesse nazionale in materia di protezione
dell’ambiente
attività di indirizzo e coordinamento tecnico nei confronti delle Agenzie
regionali e delle Province autonome per la protezione dell’ambiente (ARPA),
istituite con Legge 61/94, art. 03
attività di consulenza e supporto tecnico-scientifico al Ministero
dell’Ambiente e, tramite convenzioni, ad altre Amministrazioni ed Enti
pubblici
Attività tecnico- scientifiche:
•
•
•
•
•
•
•
•
promozione della ricerca di base e applicata sulle forme di tutela degli
ecosistemi
raccolta sistematica e diffusione dei dati sullo stato dell’ambiente
(realizzazione del sistema informativo nazionale ambientale
promozione di programmi di informazione e formazione in materia
ambientale
formulazione di proposte e pareri ad autorità amministrative centrali e
periferiche
cooperazione con organizzazioni internazionali, con l’Agenzia europea
dell’ambiente e con EUROSTAT
promozione della ricerca e diffusione di tecnologie ecocompatibili, di
prodotti e sistemi a ridotto impatto ambientale (concessione del marchio CEE
di qualità ecologica e attività di auditing ambientale)
supporto agli organi preposti alla valutazione e prevenzione dei rischi
industriali
studi e attività di supporto alla valutazione di impatto ambientale
B3
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
•
controlli ambientali delle attività connesse all’uso pacifico dell’energia
nucleare
E’ presente capillarmente nelle Regioni con l’acronimo ARPA: Agenzia Regionale
per la Protezione dell’Ambiente.
CONAI
CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi – è il consorzio privato senza fini di
lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire
gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio previsti dalla
legislazione europea e recepiti in Italia attraverso il Decreto Ronchi.
CONAI è l’organismo che il Decreto ha delegato per garantire il passaggio da un
sistema di gestione basato sulla discarica a un sistema integrato di gestione basato sul
recupero e sul riciclo dei rifiuti di imballaggio.
CONAI è il più grande consorzio d’Europa con circa 1.400.000 aziende iscritte,
chiara testimonianza di una massiccia adesione del mondo imprenditoriale agli
obiettivi di recupero dei materiali riciclabili e al modello scelto per raggiungere
questi obiettivi.
COMIECO
Comieco è il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base
Cellulosica. La sua finalità è il riciclo e il recupero energetico degli imballaggi di
origine cellulosica. I Soci di Comieco sono produttori, importatori e trasformatori di
materiale e di imballaggi cellulosici. Possono aderire anche i recuperatori. Il
Consorzio stipula con le Amministrazioni locali convenzioni per la raccolta
differenziata, e gestisce volontariamente, d'intesa con CONAI, il sistema della
raccolta e dell'avvio a riciclo di carta e cartone provenienti dalla raccolta comunale.
UNIECO è un'impresa generale di costruzioni profondamente radicata sul territorio
reggiano, con esperienza e vocazioni imprenditoriali che la proiettano su tutto il
mercato nazionale. Si avvale di oltre 500 addetti e conta più di 300 Soci lavoratori.
Unieco si dirama in 5 settori: costruzioni, immobiliare, ambiente, laterizi e
ferroviario.
III Unieco Ambiente
Opera per la realizzazione di impianti di depurazione, trattamento rifiuti, bonifiche,
discariche e gestisce servizi di smaltimento rifiuti per conto terzi. In modo diretto ha
raggiunto nel 2001 circa 25 milioni di Euro di fatturato. A questa attività vanno
aggiunte significative presenze in società di scopo in campo ambientale.
Le società partecipate:
B4
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
ASA - Azienda Servizi Ambientali S.p.a.
E' una società a capitale misto pubblico privato che ha in proprietà e gestisce
direttamente un impianto discarica per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, non
tossico nocivi non putrescibili, di Seconda categoria tipo "B Super".
La discarica è destinata allo smaltimento delle scorie prodotte dall'incenerimento di
RU ed allo smaltimento di altri rifiuti speciali, prodotti prevalentemente all'interno
del territorio romagnolo.
BARRICALLA S.p.a.
E' una società che ha in proprietà e gestisce direttamente un impianto discarica di
Seconda
categoria
tipo
"C".
L'attività della società consiste nello smaltimento in sicurezza, attraverso
interramento controllato, di rifiuti solidi pericolosi, provenienti dal comparto
industriale e produttivo e da attività di bonifica ambientale.
MANDURIA AMBIENTE S.p.a.
Costituita in data 10.07.2001 a rogito Notaio Aldo Gargano in Manduria ai sensi
dell'art. 37-quinquies della legge 11.01.1994 n° 109, la società ha quale oggetto la
progettazione, acquisizione delle aree, costruzione e gestione di una piattaforma e di
una discarica controllata di 1° categoria in località "La Chianca" per lo smaltimento
dei rifiuti urbani, dei rifiuti speciali assimilati agli urbani e dei fanghi residui da
impianti
di
depurazione
delle
acque
reflue
civili.
Dopo aver ottenuto, nel corso dei primi mesi dell'esercizio 2002 tutti i necessari
nullaosta, la società ha iniziato nel mese di Maggio 2002 la costruzione del primo
lotto della discarica, unitamente all'impianto di trattamento rifiuti.
NUOVA GEOVIS S.p.a.
Nuova Geovis spa è una società di Seabo spa di Bologna e Unieco s.c.r.l. di Reggio
Emilia, imprese che si occupano, entrambe, di ambiente e corretta gestione del
territorio.
L'impianto polifunzionale di trattamento e smaltimento di rifiuti solidi urbani e
speciali non pericolosi, sito in s. Agata Bolognese, è finalizzato alla stabilizzazione
biologica di scarti organici, sia derivanti dai rifiuti solidi urbani tal quali che da rifiuti
organici raccolti separatamente, nonché alla produzione di C.D.R. (combustibile
derivato dai rifiuti) a norma del decreto del 5 febbraio 98, per le frazioni a più alto
valore
energetico.
L'impianto di discarica è solo al servizio dell'impianto di trattamento, finalizzato cioè
unicamente allo smaltimento dei rifiuti che residuano dall'impianto di trattamento
medesimo.
L'impianto di Ozzano dell'Emilia si occupa prevalentemente di compostare rifiuti
lignocellulosici, scarti del verde urbano e da altre attività agricole, florovivaistiche e
giardinaggio.
Nell'impianto di Ozzano dell' Emilia Nuova Geovis sta realizzando moderne linee di
B5
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
confezionamento e valorizzazione dei prodotti ottenuti nei due impianti di
produzione.
L'impianto di Nuova Geovis è inserito nel Piano Infraregionale di Smaltimento dei
Rifiuti
Solidi
Urbani
e
Speciali
della
Provincia
di
Bologna.
Le potenzialità di trattamento degli impianti sono le seguenti:
a. Rifiuti urbani indifferenziati e fanghi : 94.500 tons/anno di cui 90.000
sono di rifiuti urbani indifferenziati e 4.500 di fanghi biologici.
b. Trattamento per C.D.R. : 50.000 ton/anno di sovvallo da preselezionare
c. Rifiuti organici differenziati: 25.500 ton/anno comprensiva di rifiuti urbani
raccolti in modo differenziato e di rifiuti speciali non pericolosi a base
organica tra cui anche materiali lignocellulosici , per l'impianto di Sant'Agata
Bolognese.
L'ammendante compostato misto, prodotto dai rifiuti selezionati alla fonte , viene
totalmente commercializzato a fini agricoli e florovivaistici, mentre il compost
derivato da selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani trova applicazione in
ripristini ambientali e ricoprimenti di discariche.
REFRI s.r.l
Refri è l'azienda con cui il gruppo UNIECO è attivo nel settore del recupero e
riciclaggio dei rifiuti, un settore in continua evoluzione che rappresenta l'unica
soluzione possibile alla gestione dell'enorme quantità di rifiuti che la società produce.
Refri, attraverso una rete di impianti opportunamente dislocati sul territorio
nazionale, può far fronte in modo efficace alle richieste dei clienti.
La
tecnologia
REFRI
è
nata
nel
Il sistema REFRI è composto dalle seguenti tre società:
1994
ad
Isernia.
TRED CARPI S.r.l.
Tred Carpi srl è una Società mista costituita da AIMAG, azienda pubblica
multiservizi dell'area nord - modenese e da REFRI, Società detentrice della
tecnologia
italiana
per
il
trattamento
dei
frigoriferi
dismessi.
Essa nasce da una iniziativa del Consorzio Intercomunale Smaltimento Rifiuti
(C.S.R.) di Carpi che, nell'ambito di un protocollo d'intesa Ministero Ambiente Ministro del Lavoro - ANCI - Cispel - Federambiente, ha avviato nel 1997 un
progetto di L.S.U., imperniato su attività di "smaltimento ecologico" dei frigoriferi
dismessi, poi proseguito come progetto L.P.U. e concluso nel 1999.
Dal 1 gennaio 2000 è dunque pienamente operativa una vera e propria impresa
industriale che impiega stabilmente, come dipendenti, tutti i lavoratori (per lo più
donne) già impegnati nel progetto di Lavori di Pubblica Utilità e che ha sviluppato ed
esteso la propria attività all'intera gamma dei Beni Durevoli Dismessi di cui all'art.
44 del Decreto Ronchi.
Per la
B6
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
TRED LIVORNO S.r.l. Livorno
e la
TRED SUD S.r.l. Sessano di Molise (IS)
valgono gli stessi commenti di Tred Carpi.
STA - Società Toscana Ambiente S.p.a.
La società è stata costituita nel corso dell’esercizio 1999, con l’obiettivo di riunire e
rendere omogenei all’interno della stessa azienda tutti gli investimenti fatti dai
singoli
Soci
in
Toscana
nel
settore
ambientale.
L’attività della società si svolge principalmente mediante:
•
partecipazione alla società mista C.S.A. SpA proprietaria di impianti
discarica di 1° e 2° categoria
• partecipazione alla Società Produrre Pulito SpA (piattaforma di stoccaggio di
rifiuti speciali, tossico e nocivi e discarica per rifiuti speciali);
• partecipazione alla Società Siena Ambiente SpA (gestione di discariche,
impianti di depurazione e forno di incenerimento) mediante C.T.C. di
Firenze;
• partecipazione alla Società Valdisieve S.cons. a r.l. per la detenzione unitaria
della partecipazione alla AER SpA (Azienda municipalizzata di Pontassieve);
• gestione della discarica di 1° categoria in località “Il Bonello” - Pienza;
• organizzazione del servizio di smaltimento dell’impianto discarica sito in
“Podere Rota” - Terranuova Bracciolini.
CSA - Centro Servizi Ambiente S.p.a.
Compagine sociale:
•
•
•
Comune di Terranuova Bracciolini del 59% del capitale sociale;
Comune di Loro Ciuffenna in misura dell'1% del capitale sociale;
Ecosistema in misura del 40% del capitale sociale (a sua volta con un capitale
sociale così composto:
o La Castelnuovese S.c.r.l. in misura pari all'1%;
o S.T.A. - Società Toscana Ambiente S.p.A. in misura pari al 99%, così
composto:
ƒ Unieco S.c.r.l. in misura pari al 37,5%;
ƒ La Castelnuovese S.c.r.l in misura pari al 37,5%;
ƒ Cooplat S.c.r.l. in misura pari al 10%;
ƒ Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. in misura pari al 15%.
"C.S.A. S.p.A." è stata costituita il 30/07/1997 a seguito della delibera del Comune di
Terranuova
Bracciolini
n°
86
del
13/09/1996.
La società è proprietaria e gestisce direttamente un impianto discarica di Prima e
Seconda categoria tipo "B", in località di Terranuova Bracciolini - Località "Podere
Rota".
B7
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
SEI - Servizi Ecologici Integrati S.p.a.
La società "S.E.I.. S.p.A." è stata costituita il 31/07/1997 a seguito di delibera del
Comune
di
Castiglion
Fibocchi.
Nel corso del 1998, la società, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie
all'esercizio dell'attività di smaltimento rifiuti, ha iniziato ad operare sul mercato dei
rifiuti gestendo la discarica, sita in località "Il Pero".
PRODURRE PULITO S.p.a.
L'attività della società a capitale misto pubblico-privato, si articola su due aree
distinte:
•
•
il centro destinato allo stoccaggio temporaneo rifiuti e al trattamento di reflui
liquidi sorge su un'area in diritto di superficie di durata pari a 50 anni, come
da Atto di costituzione di diritto di superficie del 16/05/88;
la discarica, sita il Loc. Palastreto - Sesto Fiorentino (FI), è destinata a
ricevere rifiuti speciali e rifiuti assimilabili agli urbani ed è stata realizzata in
una vecchia cava in località Palastreto (FI).
SIENA AMBIENTE S.p.a.
L'attività della società si concentra sul mercato ambientale con particolare
riferimento a:
•
•
gestione del servizio smaltimento e trattamento di rifiuti urbani e speciali
mediante le discariche di Sinalunga, Castelnuovo Berardenga, Monteroni
d'Arbia, Monticiano, Abbadia San Salvatore e Chianciano Terme, il forno di
incenerimento e l'impianto di compostaggio;
raccolta dei rifiuti urbani in 22 Comuni per circa 100.000 abitanti e raccolta
differenziata di carta, vetro, pile, medicinali, cimiteriali, ospedalieri in
Comuni della provincia di Siena, Arezzo, Grosseto.
VISANO - Societa' trattamento reflui S. cons r.l.
VISANO Società Trattamento Reflui s.cons. a r.l. è titolare di una concessione
trentennale per la gestione del sistema di collettamento e trattamento dei reflui
zootecnici (100.000 capi suini equivalenti) del comprensorio sud est della provincia
di
Brescia.
L'impianto è sito in comune di Visano (BS); la rete di collettamento si estende
attraverso i territorio del comune di Visano e di altri comuni limitrofi (Isorella,
Calvisano, ecc.) con immissione dei reflui direttamente da 23 allevamenti mediante
altrettante stazioni di sollevamento e numerosi altri mediante conferimento da
autobotte.
UNIPROJECT S.r.l.
B8
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
La società gestisce in concessione l'impianto industriale di trattamento chimico-fisico
(D9) e trattamento biologico (D8) di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non
pericolosi,
provenienti
da
attività
produttive
e
di
servizio.
Gli impianti di depurazione hanno una portata autorizzata di oltre 400 mc giorno.
UNIRECUPERI S.r.l.
La maggiore attenzione rivolta dall'opinione pubblica ai problemi ambientali,
unitamente all'introduzione di una normativa ispirata a criteri di riduzione del ruolo
delle discariche e di incremento della quantità di rifiuti recuperati e avviati al
riutilizzo, hanno contribuito allo sviluppo del mercato del recupero incentivando,
soprattutto in questi due ultimi anni, la nascita di attività imprenditoriali la cui
caratteristica prevalente consiste nel selezionare e valorizzare la frazione
recuperabile presente nei rifiuti da raccolta differenziata e nei rifiuti speciali
assimilabili
agli
urbani.
L'esperienza di UNIRECUPERI, società controllata da UNIECO, si inserisce in
questo
contesto.
UNIRECUPERI è proprietaria di una piattaforma di circa 7.000 mq (di cui 700
coperti) inserita nella zona Piccola Media Industria situata a circa 1 Km dall'uscita
autostradale
di
Ferrara
Nord.
Tale piattaforma è autorizzata ad effettuare le attività di stoccaggio provvisorio,
cernita e trattamento di 29.000 ton/anno di rifiuti speciali assimilabili prodotti da
terzi.
I rifiuti ritirati e trattati sono essenzialmente costituiti da miscele indifferenziate di
scarti d'imballaggio, composte generalmente da carta, cartone, nylon, legno, gomma,
imbottiture,
tessuti,
pannelli,
metalli
vari,
ecc.
I materiali recuperabili risultanti dalla selezione e cernita (carta, cartone, plastiche,
legnami, metalli, ecc.) vengono poi conferiti agli impianti autorizzati per la loro
"raffinazione" o per il loro definitivo recupero; vale a dire cartiere, fonderie e aziende
produttrici di materie prime secondarie per l'industria delle materie plastiche o per
l'industria
del
pannello
di
legno.
Le tecnologie e le modalità gestionali adottate permettono ad UNIRECUPERI di
offrire e i propri servizi a prezzi competitivi. Tali servizi, oltre a quelli già citati,
comprendono anche il noleggio di container scarrabili, il trasporto e la consulenza in
materia di gestione amministrativa dei rifiuti assimilabili.
Ecosistema S.r.l
La società "Ecosistema S.r.l." ha iniziato la propria attività sul mercato ambientale
specializzandosi in opere di progettazione, realizzazione e gestione di impianti per lo
smaltimento dei rifiuti; in particolare gestendo, fino al 31.12.1998, in regime di
concessione la discarica di 1° e 2° categoria nel Comune di Terranuova Bracciolini,
la discarica di 1° categoria nel Comune di Castiglion Fibocchi e, dall'esercizio 1998,
la
discarica
di
Pienza.
Dall'esercizio 1999, a seguito della costituzione delle due società miste a prevalente
capitale pubblico locale, "C.S.A. S.p.A." con il Comune di Terranuova Bracciolini e
"S.E.I. S.p.A." con il Comune di Castiglion Fibocchi, la società è entrata, mediante la
collaborazione con gli enti pubblici in modo stabile nell'attività di gestione e
B9
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
smaltimento
di
rifiuti.
Nel corso del 1998, la società ha attivato e perfezionato il rapporto con la collegata
"Centro Servizi Ambiente S.p.A." ai fini dello smaltimento nell'impianto discarica di
seconda categoria Tipo B per rifiuti speciali, per conto della quale la società effettua
servizi
di
smaltimento.
Alla data odierna, la società Ecosistema mantiene, quali cardini dell'attività
caratteristica, il rapporto con la collegata "Centro Servizi Ambiente S.p.A." ai fini
dello smaltimento nell'impianto 2B "Podere Rota", per conto della quale la società
effettua l'organizzazione del servizio di smaltimento, la progettazione, costruzione e
gestione di impianti di smaltimento anche per conto terzi e la gestione della discarica
di 1° categoria in Località "Il Bonello".
IV Consorzio TECNOIMPRESE
Consorzio
di
per associazioni e gruppi di imprese
servizi
e
attività
Tecnoimprese ha per oggetto la gestione di associazioni e i relativi servizi, in
particolare:
comunicazione
e
consulenza
dedicate alle imprese di elettronica e Ict (Information Communication
Technologies)
internazionalizzazione
per
le
PMI
elettroniche
e
ambiente
per i vendor di hardware informatico, tramite i programmi pluriennali
gestiti
a
livello
nazionale
in
accordo con Confederazioni, Uniocamere, Assessorati e Ministeri
competenti.
Nel settore dell'elettronica industriale Tecnoimprese è la principale realtà in Italia ad
essere promotrice e riferimento operativo su progetti pianificati tra Enti, Associazioni
e Imprese.
Il Consorzio Tecnoimprese è attivo nel settore ambientale con importanti iniziative
volte a risolvere le esigenze delle aziende che operano nel settore dell'Information
Technology ed Elettronico.
Tabella B-1 Elenco dei soci Tecnoimprese
3M
ACAL
ACTEL
B10
ITALIA
ITALIA
GCI
GEI
GRAFOS
EUROPE
GROUP
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
ADECOM
HITACHI
ADELCO
HYPERTAC
ADELSY
IDT
ADES
INFINEON
TECHNOLOGIES
ADIMPEX
INTEL DIVISIONE CESSG
ADREL
INTERNATIONAL RECTIFIER
ADREL
ALFA
ITALWEBER
ADREL
HELLIS
ITT
CANNON
ADREL - LA TECNIKA DUE (TO)
JAMPEL
ADREL - TECNIKA DUE (MI)
JST
ITALIA
ADREL - TECNIKA DUE (TV)
KEVIN
SCHURTER
ADREL
WELT
KONTEK
COMATEL
ADVECO
LARCET
ALHOF
M.E.C.
ALTERA
MALPASSI
AMPHENOL
MARELCOM
ARCOTRONICS
MATSUSHITA
ARIZONA
MICROCHIP
MECTRONIC
ARROW
ITALY
CLAITRON
MELCHIONI
ARROW
ITALY
INTESI
MEMEC ITALIA - IMPACT
ARROW ITALY - LASI ELETTRONICA
MEMEC ITALIA - INSIGHT
ARROW ITALY - SILVERSTAR CELDIS
MEMEC ITALIA - UNIQUE
ATMEL
ITALIA
MICROELIT
AVX
MICROTOUCH
SYSTEMS
B.C.E.
MITSUBISHI
BC
COMPONENTS
MOLEX
BELCO
MOS
BERTON
GIANBRUNO
MOTOROLA
BFI
OPTILAS
MURATA
BOURNS
NATIONAL
CEFRA
SEMICONDUCTOR
CIMEE
NL
INDUSTRIES
COMAPEL GROUP - BOLOGNA
OMEGA
FUSIBILI
COMAPEL
GROUP
MILANO
OMP
DISTRIBUZIONE
COMAREL
OMRON
COMELEC
OPTELEK
COMESTERO
SISTEMI
ORVEM
COMTEC
80
PANASONIC
INDUSTRIAL
CONSORTIUM
EUROPE
CONSORTIUM
ALTA
PEIRS
CONSORTIUM
COGEDIS
PHILIPS SEMICONDUCTORS
CONSORTIUM - ELECTRONIC POINT
POWER
ONE
CONSORTIUM
ELTECO
POWERBOX
CONSORTIUM
GIAMPER
RAFI
CONSORTIUM
JOHNVOX
REBOSIO
CONSYSTEM
REC
COVEL
REPCOM
B11
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
CYPRESS
RICHCO
DAE
WON
EUROPA
RS
COMPONENTS
DASA
SACCHI
ELETTRONICA
DCD
SDE
DELTA
CONTROL
SYSTEMS
SEI NORDSTAR AN AVNET
DISTAR
COMPANY
DISTRELEC
SGE
SYSCOM
DSPM
SHARP
EBV
ELEKTRONIK
SIRI
ELETTRONICA
ECC
ABACUS
SKYLAB
ELCART
SOCO
ELCO
SPECIAL
IND
ELCOMI
STELVIO
CHIAPPONI
ELETTROMECCANICA
ECC
STMICROELECTRONICS
ELMAX
SUMIDA
ELPACK
TCE
ELSAP
TDK ELECTRONICS EUROPE
EMCO
TEAM
EPCOS
TECHNOLASA ELETTRONICA
ESCO
ITALIANA
TECHNOPARTNER
ESPRINET
DIVISIONE
COMPREL
TEKNITRONICA
ETRI
TOSHIBA
EURODIS
TOTEM
ELECTRO
EUROTRONIKS
TT
ELECTRONICS
FAIRCHILD
SEMICONDUCTORS
TTI
ITALY
FARNELL ITALIAN DIPARTIMENT
TYCO ELECTRONICS - AMP
FCI
ITALIA ITALIA
FITRE
UMEC
FITTINGS
VARITRONIX
FUJITSU
VECTOR
ELECTRONIC
FUTURA
VEMATRON
FUTURE
ELECTRONICS
VICOR
G.P. TECNO
VISHAY
VISTO
WBC
YAMAICHI ELECTRONICS
IV.I Consorzio Certo e Qualificazione Eco&Tech
IV.I.I Award Ecohitech Information Technologies & Ambiente
Promosso da Consorzio Tecnoimprese su iniziativa delle Associazioni Asso.It ed
Ecoqual'It (costituite dai maggiori produttori di apparecchiature di Information
Technology) e sotto il patrocinio di vari Enti Pubblici, del Ministero dell'Ambiente e
della
Presidenza
del
Consiglio
dei
Ministri.
L'Award è il riconoscimento alle imprese che si sono distinte per i prodotti, le attività
B12
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
produttive e servizi realizzati nel rispetto dell'ambiente e con ridotto impiego di
risorse
naturali.
IV.I.II Servizi Consulenziali
I servizi professionali nel settore ambientale attualmente svolti dalla Divisione
Consulting del Consorzio Tecnoimprese sono studiati per risolvere le esigenze delle
aziende che operano nel settore dell'Information Technology ed Elettronico.
Il Consorzio Certo (Consorzio Nazionale Eco Trattamento Rifiuto Tecnologico) è
stato costituito il 13 Giugno 2002 tra imprese che operano nel recupero, trattamento,
smaltimento e servizi del fine vita dei prodotti tecnologici, qualificate ECO&TECH.
I principi operativi del Consorzio (estratto dallo Statuto)
"Il Consorzio ha per oggetto l'espletamento di attività e servizi a favore
dell'ambiente, degli utenti e delle imprese produttrici, importatrici e distributrici di
apparecchiature elettroniche, elettrotecniche, energetiche e più in generale hi-tech.
Tra
le
attività
del
Consorzio,
risultano
prioritarie:
l'analisi e gli interventi richiesti dai prodotti Hi-tech a fine vita
l'elaborazione, l'attivazione e il coordinamento di piani di raccolta e recupero di
beni
a
fine
vita
in
accordo
con
le
autorità
competenti
l'applicazione delle Leggi nazionali e delle Direttive UE in merito alla promozione
ed allo sviluppo di tecnologie pulite, all'immissione sul mercato di prodotti
ecocompatibili, allo sviluppo di tecnologie appropriate per l'eliminazione delle
sostanze pericolose contenute nei rifiuti Hi-tech, al recupero dei rifiuti mediante
riciclo,
reimpiego
e
riutilizzo".
Obiettivo del Consorzio è dare certezza al mercato (produttori, operatori, utenti
pubblici e privati) sui criteri attuativi conformi alle normative ed ai parametri
nazionali
e
comunitari,
con
lo
scopo
di:
identificare
e
selezionare
operatori
sul
territorio
nazionale
garantire la qualità del Consorzio e degli operatori con un processo continuo di
monitoraggio,
informazione
e
formazione
degli
associati
definire un listino prezzi di riferimento nazionale coerente con la qualità degli
interventi necessari promuovere la comunicazione sui servizi offerti dal Consorzio e
dai suoi associati; valorizzare l'impegno e la correttezza degli associati e le garanzie
del pieno rispetto delle leggi vigenti partecipare, come Consorzio, a gare nazionali
private e pubbliche rappresentare e tutelare le aziende associate e il mercato in base
alle modalità operative concordate, anche a livello legislativo e giudiziale.
IV.I.III Qualificazione ECO&TECH
Ripetiamo (prima era stato fatto nel capitolo sulla Legislazione) la importante
descrizione di questa qualificazione, che sta cercando di unire aziende che operano
B13
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
nel settore BDD e che sta riuscendo a saldare coscienze ed impegni per uno sviluppo
sostenibile. Questo documento interessa gli operatori che desiderino qualificarsi per
gestire il fine vita hi-tech. Contiene le motivazioni di tipo ambientale e di mercato, i
passi per qualificarsi e lo stato dell'arte sull'argomento.
La qualificazione avviene sotto il marchio ECO&TECH e con essa gli Operatori
qualificati possono entrare a far parte del Consorzio CERTO (Consorzio Nazionale
Eco-Trattamento Rifiuto Tecnologico). A seguito della richiesta di moltiGestori fine
vita, Utenti, Vendor e Produttori di apparecchiature elettroniche ed informatiche,
(questi ultimi associati in ASSOIT ed ECOQUALIT), si è deciso, all'inizio del 2000,
di lanciare un processo di:
Censimento delle aziende operanti nella raccolta, conferimento, trattamento,
recupero e smaltimento delle apparecchiature informatiche a fine vita sul territorio
nazionale.
Qualificazione delle aziende stesse, secondo una procedura che rispecchi un
criterio oggettivo di ottimale differenziazione delle diverse fasi del ciclo di
smaltimento delle apparecchiature, intese come rifiuti tecnologici, nonché di corretto
espletamento delle fasi medesime intese come servizi suddivisibili in otto classi di
servizi:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
B14
Analisi/Classificazione bene/rifiuto
Ritiro, trasporto e conferimento Stoccaggio
Pretrattamento: smontaggio e cernita
Riciclo e reimpiego
Trattamento e separazione per recupero materie prime e seconde
Smaltimento finale materie irrecuperabili
Vendita usato revisionato o per assistenza tecnica
Il Processo di Qualificazione, suddiviso in due Parti, prevede una Parte I Regolamento, appositamente creato allo scopo, tramite cui vengono
verificati in azienda gli aspetti organizzativi, gestionali, economici, strutturali
e di risorse umane con cui correttamente può essere eseguita l'attività di
raccolta, stoccaggio, conferimento, trattamento, recupero e smaltimento di
apparecchiature informatiche a fine vita. Detto Regolamento fa poi
riferimento a sua volta ad una specifica Parte II - Norma, denominata
EEWM-QM/2000 (Electric and Electronic Waste Management - Quality
Mark / 2000), anch'essa creata allo scopo, nella quale sono stati raccolti ed
integrati tutti gli attuali requisiti tecnici e gestionali dettati dalla UE,
dall'ANPA, dall'AIPA, etc. che una azienda deve possedere per espletare
correttamente l'attività di cui sopra nel settore della ICT.
Il Regolamento e la Norma sono il risultato di mesi-lavoro di un Gruppo di
esperti delle categorie coinvolte a partire dagli inizi del 2000. La Norma è
stata anche sottoposta all'UNI e poi al CEI mediante l'istituzione di una
apposita Commissione di Lavoro, coordinata dal Consorzio ECOQUAL'IT,
per poterla far ufficializzare come standard di settore, non esistendo altro
riferimento normativo per i requisiti tecnico-gestionali sui rifiuti tecnologici
nel cosiddetto "grigio" (i Quaderni dell'ANPA, le disposizioni dell'AIPA, le
indicazioni nelle Direttive ed i suggerimenti delle Associazioni di categoria
sono sempre stati troppo settoriali e/o tecnici e poco esaustivi per gli aspetti
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
organizzativi,
gestionali
e
comportamentali).
La Norma EEWM - QM/2000, revisionata dalla suddetta Commissione, è
stata sintetizzata poi sotto forma di Linee Guida, dal titolo:
"Gestione del fine vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche
provenienti da attività di lavoro - Linee Guida CEI 308 - 2".
La Linea Guida CEI è disponibile dal giugno2002 ed è l'unica attualmente nel
settore
ET/ICT.
La norma EEWM - QM / 2000 resta comunque in forma
9. integrale come Parte II del Processo d Qualificazione ed in essa si fa
specificatamente
riferimento
alle
Linee
Guida
CEI
308-2.
Queste ultime raccolgono per la prima volta, in modo integrato, la
terminologia e tutte le informazioni tecniche, giuridiche ed organizzative, di
carattere operativo, (ovvero con gli opportuni rimandi per i dettagli) in
materia
di
gestione
del
fine
vita
delle
apparecchiature
elettroniche/informatiche a beneficio di produttori, catene di distribuzione,
operatori dei rifiuti, Enti Pubblici ed utenti non domestici
IV.I.IV Passi per qualificarsi
Il Processo di Qualificazione, per la cui attuazione in azienda l'impegno economico
risulta contenuto ed il tempo occorrente di poco superiore ad un mese-lavoro,
prevede un audit aziendale, svolto da un Verificatore professionista che ispeziona e
confronta le varie attività di lavoro dell'impresa richiedente al fine di accertarne la
conformità almeno alle suddette Linee Guida, nonché una sorveglianza periodica, al
fine di garantire all'utenza il mantenimento dei requisiti richiesti alle aziende nel
tempo.
L'elenco delle aziende qualificate viene poi sistematicamente inviato almeno ai
Produttori, agli Enti Locali ed agli Organismi Pubblici, alle catene di distribuzione ed
alle Associazioni di Utenti dell'area business; viene altresì pubblicato sulle
principali testate editoriali del settore "gestione fine vita apparecchiature" e viene
periodicamente promosso in occasione di fiere, convegni, seminari, etc...
La Qualificazione, rilasciata da un apposito Comitato di Qualificazione (CdQ)
composto da nove membri (almeno cinque) rappresentanti dei settori coinvolti ma al
di sopra delle parti (in carica per cinque anni), deve essere intesa, dalle Aziende
operanti nel settore dei rifiuti tecnologici, come una specifica "attestazione di
mestiere" (del tutto autonoma da eventuali preesistenti certificazioni aziendali del
tipo ISO 9000 e/o ISO 14000), cioè come un distintivo di garanzia con cui farsi
conoscere in maniera commercialmente più incisiva sul mercato e, dalle Aziende
utenti, come riferimento selettivo per valutare le modalità comportamentali (livelli
di tariffazione, qualità delle prestazioni, etc.) nel momento comune del fine vita, in
cui vendor e operatore gestione rifiuti "vivono" in contemporanea interessi
convergenti sul prodotto (apparecchiatura) detenuto come rifiuto dall'utente.
La Qualificazione viene ratificata dal CdQ solo dopo che il Verificatore, che presenta
di volta in volta l'Azienda richiedente al CdQ medesimo, ha valutato positivamente
la conformità ai requisiti ( obbligatori ) imposti dal Regolamento del Processo in
questione.
B15
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
IV.I.V Stato dell'arte
Il Processo è stato avviato in Lombardia, ma si sta estendendo a livello nazionale
alle altre Regioni Italiane (Lazio, Puglia, Veneto, Piemonte, EmiliaRomagna, etc.)
ed
in
altri
settori
(telefonia,strumentazione,etc.).
Fino ad ora si sono volontariamente sottoposte al suddetto processo di Qualificazione
diciannove Aziende operanti nella gestione del fine vita di apparecchiature della
ICT (Information Communication Technology) e della ET (Electronic Technology).
Molte delle Aziende qualificate si sono raggruppate ed hanno poi dato vita al
Consorzio CERTO (Consorzio Nazionale Eco-trattamento Rifiuto Tecnologico),
aperto a chiunque abbia i requisiti, il cui fine è quello di uniformare e divulgare verso
l'utenza uno "standard comportamentale" degli Operatori gestione del fine vita,
basato prioritariamente sulla garanzia qualitativa di ogni tipo di prestazione (servizi)
espletata da questi ultimi, garanzia offerta dal Processo di Qualificazione di cui
sopra, tramite il quale chi vuole aderire al Consorzio deve obbligatoriamente passare.
Ciò distingue sul mercato gli Operatori di CERTO e dà chiarezza alla committenza
per
le
proprie
decisioni
commerciali
in
merito
ai
rifiuti.
Attualmente i Consorziati a CERTO sono distribuiti su tutto il territorio nazionale,
con prevalenza al centro-nord, ma con buone prospettive di maggiore espansione
anche al sud e nelle isole principali, viste le verifiche in atto (non ancora concluse)
presso Operatori gestione fine vita dell'area meridionale.
Il Consorzio è aperto a tutte le imprese qualificate che svolgono una o più delle
attività di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento di beni tecnologici a fine
vita.
Per poter entrare a far parte del Consorzio Certo, le aziende devono essere dotate di
alcuni requisiti fondamentali. E' indispensabile che l'impresa sia stata qualificata,
ossia che abbia superato un processo di analisi e verifica finalizzato ad accertare la
corretta esecuzione delle attività (servizi di fine vita) dalla medesima dichiarati ed
espletati.
Il processo di qualificazione è proprio l’Eco&Tech ed è stato promosso dal
Consorzio Tecnoimprese su iniziativa delle Associazioni Asso.it ed Ecoqual’It, con il
patrocinio di diverse Istituzioni, dal Ministero dell'Ambiente alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, e con il coinvolgimento di diversi Enti di settore.
V Asso.it
Associazione Nazionale Fornitori Apparecchiature Information Technology
Asso.IT esprime oggi l'evoluzione di Assoprint, associazione che dal 1991 raggruppa
a livello nazionale i maggiori vendor (produttori e fornitori) di periferiche, sistemi di
stampa e data processing.
B16
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
La sua attività è rivolta a informare e formare tutti coloro che fornendo informatica,
partecipano allo sviluppo tecnologico del Paese. Consapevole che è nell'esperienza di
tutti il primo passo per il successo di ognuno.
Tabella B-1 Elenco dei produttori e fornitori aderenti ad Asso.it
ADI
ITALIA
LASERCOM
ADOBE SYSTEMS ITALIA
LEXMARK
INTERNATIONAL
AMERICAN
DATALINE
LG
ELECTRONICS
ITALIA
AVERY DENNISON OFFICE
MACCHINGRAF
PRODUCTS
ITALIA
MINOLTA
ITALIA
AVNET
APPLIED
MITSUBISHI
ELECTRIC
EUROPE
COMPUTING
MULTITECNIC
BOWE
SYSTEC
MWCR
DIV.
OLYTALIA
BROTHER
OFFICE
NEC
ITALIA
EQUIPMENT
NETFLOW
BURGO
DISTRIBUZIONE
NEW
OFFICE
C/O
CPM
(GROUP
1
NPO
SISTEMI
SOFTWARE
ITALY)
NRG
ITALIA
CANON
ITALIA
OKI
SYSTEMS
ITALIA
COMPUPRINT-FINMEK
OLIVETTI
TECNOST
CPF
PHILIPS
DAEWOO
ELECTRONICS
PITNEY
BOWES
ITALIA
ITALIA
RICOH
ITALIA
DANKA
ITALIA
RIGOLI
FIME
DGV
RISOGRAPH
ITALIA
DHI
HYUNDAI
SADI
EFI
ELECTRONICS
FOR
SAMSUNG
ELECTRONICS
ITALIA
SCITEX
IMAGING
ITALIA
EPSON
ITALIA
SHARP
ITALIA
FORGRAF
SHAZAM
INFORMATION
FUJITSU
ITALIA TECHNOLOGIES
HEWLETT
PACKARD
SONY
ITALIA
ITALIANA
STIELOW
ITALIANA
HITACHI
EUROPE
TALLY
HT HIGH TECHNOLOGIES
TELEKOM ASSIST EUROPE (FACIT)
IBM
ITALIA
TOSHIBA
TEC
ID&CM
TRASMA
IFIN
SISTEMI
VIEWSONIC
EUROPE
ITALIA
IMATION
NATIONAL
SEMICONDUCTOR
INDIGO
ITALIA
WAITEC
ISIS
PAPYRUS
(APA)
XEROX
KONICA
BUSINESS
MACHINES
ITALIA
KYOCERA MITA ITALIA
LANIER ITALIA
B17
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
VI Ecoqual'It
Ecoqual'It è il Consorzio volontario nazionale per la tutela della qualità in tutte le fasi
di produzione, uso, raccolta e smaltimento dei materiali di consumo e degli accessori
per
le
apparecchiature
informatiche
e
per
l'ufficio.
Ecoqual'It, che fa parte di Federinformatica (Federazione aderente a
Confcommercio), nasce il 5 maggio 1994 per iniziativa di alcuni tra i maggiori
produttori
e
rivenditori
di
Information
Technology.
Ecoqual'It si occupa principalmente delle problematiche connesse al rapporto tra
ambiente ed Information & Communication Technology (I&CT).
Le Attività e le Iniziative
Ecoqual'It ha promosso e gestito, dal 1996 al 1998, il programma comunitario
ambientale Life denominato ITER (Information Technology Environment Recovery)
per la raccolta, il recupero e lo smaltimento delle cartucce toner esauste.
Ecoqual'It partecipa al Gruppo di lavoro europeo WEEE (Waste Electric and
Electronic Equipments) ed ha partecipato attivamente ai lavori per la realizzazione
dell'Accordo Volontario di Programma sui beni durevoli (articolo 44 del "Decreto
Ronchi").
Ha concordato, con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e con il
Ministero delle Attività Produttive, l'Accordo Volontario di Programma per la
raccolta, a mezzo Poste Italiane, di cartucce esauste toner, ink jet e bubble jet degli
utenti
SOHO
(Small
Office
Home
Office).
Inoltre:
•
•
•
collabora con Istituzioni e Ministeri al fine di sviluppare accordi di
programma per un recupero eco-efficiente di beni durevoli del comparto
I&CT
promuove ed organizza l'AWARD ECOHITECH (nel 2001, alla quarta
edizione) assegnato ad imprese che si distinguono per il loro impegno nella
produzione e gestione del ciclo di vita dei beni
realizza il VADEMECUM HI-TECH & AMBIENTE, pubblicazione
annuale di particolare rilievo per promuovere il concetto dell'eco-efficienza, il
nuovo modello di management adottato dalle aziende più competitive, più
innovative e più responsabili nei confronti dell'ambiente.
Tabella B-3 Soci Ecoqual’It
BROTHER OFFICE EQUIPMENT
CANON
ITALIA
DANKA
ITALIA
EPSON
ITALIA
ERICSSON
TELECOMUNICAZIONI
COMPUPRINT-FINMEK
B18
LG
ELECTRONICS
MINOLTA
NRG
OKI
SYSTEMS
OLIVETTI
RICOH
SHARP
ITALIA
ITALIA
ITALIA
ITALIA
TECNOST
ITALIA
ITALIA
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
FUJITSU
ITALIA
HEWLETT PACKARD ITALIANA
KONICA BUSINESS MACHINES
ITALIA
KYOCERA
MITA
ITALIA
LANIER
ITALIA
LEXMARK INTERNATIONAL
TALLY
TOSHIBA
XEROX
TEC
VII Borsa telematica del recupero
la Borsa del Recupero è un servizio che le Camere di Commercio italiane mettono a
disposizione delle aziende al fine di favorire la crescita del mercato del recupero, con
l'obiettivo di promuovere l’incontro della domanda e dell’offerta di materiali
recuperabili e di attività e operazioni di gestione dei rifiuti, di recupero, smaltimento
in conformità alla normativa vigente. Sono scambiati all’interno della Borsa
Telematica del recupero:
• rifiuti definiti dal codice CER
• rifiuti recuperabili come previsti dal DM 5/2/98
• materie, prodotti e materie prime seconde derivanti da processi di recupero e
riciclaggio
• beni a fine vita
Sono oggetto di negoziazione all'interno della BTR i seguenti servizi: Recupero
• smaltimento
• trattamento
• trasporto
VIII Associazioni
Associazione Nazionale fornitori elettronica
Assodel è il riferimento istituzionale della Distribuzione Elettronica e, più in
generale, di quanto è Electronics Trade. La sua attività è rivolta ad informare e
formare tutti coloro che fornendo elettronica partecipano allo sviluppo tecnologico
del Paese. Consapevole, come associazione, che è nell'esperienza di tutti il primo
passo per il successo di ognuno.
Associazione Italiana progettazione elettronica
Assipe si rivolge a tutti coloro che, come impresa o a titolo personale, esercitano
un'attività di progettazione e d'innovazione tecnologica nel settore elettronico.
Obiettivo primario dell'Associazione è lo sviluppo e l'incentivazione delle attività di
progettazione elettronica rivolte all'industria italiana. L'Associazione si pone quale
B19
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
punto d'incontro tra mondo accademico e le imprese per lo sviluppo delle capacità
progettuali e l'incremento della produttività delle aziende elettroniche italiane.
IX Altre aziende
Chimet
Chimet è la maggiore azienda in Italia sia nel recupero e nell’affinazione di metalli
preziosidi metalli preziosi, che nei prodotti di chimica fine a base di oro, argento,
platino, palladio, rodio, rutenio ed iridio.
I suoi stabilimenti si trovano ad Arezzo, nel distretto industriale orafo ed argentiero
tra i più importanti del mondo.
La Chimet ha messo a punto i migliori processi produttivi per trattare, recuperare e
smaltire i residui e gli scarti delle lavorazioni industriali contenenti metalli preziosi.
Vallone
Vallone è stata costituita nel 1984 e da allora opera nel settore del trattamento teso al
recupero di rifiuti.
Vallone è una struttura integrata in grado di offrire una soluzione completa per lo
smaltimento di tutte le apparecchiature elettroniche dismesse, dal ritiro su chiamata
all'espletamento di tutte le incombenze amministrative; è stata la prima azienda in
Italia ad inviare il tubo catodico all'effettivo recupero.
Con la propria struttura tecnica, offre un valido supporto di consulenza e
progettazione.
Le strutture della Vallone si trovano ad Anagni (FR) e Canino (VT).
IX.I Aziende menzionate dal Vademecum HI-TECH & AMBIENTE 20021.
Arcc – Mirec
E’ un’azienda di recente costituzione, nata per rispondere alla crescente richiesta di
come gestire le apparecchiature elettriche ed elettroniche obsolete (Direttiva WEEE).
L’azienda fa capo al gruppo Mirec, leader nel settore del riciclaggio elettronico e
presente in 9 paesi Europei, con 50 anni di esperienza in una vasta gamma di servizi
(consulenza, recupero, ricondizionamento, riciclaggio).
I processi sono progettati ed implementati da specialisti, avendo come obiettivo l’alta
percentuale di riciclo e la resa ottimale dei materiali ottenuti. E’ in grado, inoltre, di
seguire il remarketing di sistemi o prodotti obsoleti.
1
Consorzio Ecoqual’It, Vademecum HI-TECH & AMBIENTE 2002, 2002.
B20
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
Riciclo
reimpiego
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
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X
X
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X
X
X
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X
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X
X
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X
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X
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X
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X
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X
X
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X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
MIREC
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
→
10.000
C.A. Demolizioni snc
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Riciclo
reimpiego
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
X
X
X
X
X
X
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
X
X
e
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
CA Demolizioni
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
C.A. è un’impresa dinamica che ha consolidato sul campo un’esperienza di oltre
vent’anni di attività e gode di un know how per gestire un processo produttivo di
recupero quasi totale.
X
B21
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
→ 3.000
Chibo srl
B22
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
X
X
X
X
X
X
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Riciclo
reimpiego
X
X
X
X
X
X
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
X
X
Stoccaggio
X
X
X
X
X
X
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Azienda
Chibo
Ambiente
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Chibo Group è broker di computer usati e rigenerati; da oltre vent’anni opera nel
campo dell’IT e sposa l’impegno ambientale. La società svolge un servizio di
raccolta e recupero di rifiuti speciali pericolosi e non, come PC, stampanti, monitor,
fax ed elettrodomestici.
La sfida imprenditoriale di Chibo ambiente è partita nel 2000, tramite una rete di
franchisee “Chibo Ambiente Point”, per operare sul territorio Nazionale. Gode anche
delle certificazioni Iso 9003 e ECO&TECH.
X
X
X
X
X
X
X
→ 60.000
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Citiraya Italia
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Riciclo
reimpiego
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Stoccaggio
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Azienda
Citiraya
Electronic Recycling
Specialist
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
Citiraya Italia è una società specializzata nel riciclaggio di materiale elettronico e
provvede alla completa distruzione e riciclaggio dei rifiuti senza rivendere nessuna
parte o componente. Con avanzati processi chimico - fisici si produce una
percentuale di materia destinata alla discarica equivalente a meno del 5% dei volumi
dei materiali immessi nel processo. Si distingue per il recupero dei metalli preziosi.
Con sede centrale a Singapore, opera in Italia dal 2001, in particolar modo per lo
smaltimento del materiale obsoleto, scraps di produzione, apparecchiature
elettroniche a fine vita, e quanto altro caratterizza il problema dello smaltimento del
waste elettronico.
→ 50.000
(da notare che le attività segnate fanno riferimento all’inizio attività in Italia, cioè da poco più di un
anno, mentre il commento fa riferimento alle attività dell’azienda nel mondo)
EMS Electronic Metal Scraping srl
EMS è una società di trattamento e distinzione di apparecchiature elettroniche
obsolete, servizi, trasporti e smaltimento rifiuti pericolosi e non. Propone soluzioni
varie che vanno dallo studio di fattibilità di Riverse Logistic al recupero di materiale
obsoleto.
B23
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
Riciclo
reimpiego
X
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
Stoccaggio
X
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Azienda
EMS srl
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
X
X
X
X
X
X
→ 1.500
Eredi Papini Osvaldo snc
B24
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Riciclo
reimpiego
X
X
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
X
X
X
X
e
X
X
X
X
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
Eredi Papini
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Nel 1996 l’azienda è stata autorizzata dalla Regione Lombardia allo stoccaggio e alla
cernita dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. L’impianto può ritirare una
gamma diversificata di materiali provenienti da insediamenti produttivi, attività
commerciali artigianali e da raccolte differenziate.
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
→ 30.000
ESO Ecological Services Outsourcing
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
e
Riciclo
reimpiego
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
Stoccaggio
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
ESO
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Assicura il trattamento di tutti i rifiuti industriali e da ufficio. ESO garantisce il
recupero e il riciclaggio dei materiali raccolti , evitando di ricorrere alla discarica e
realizzando significative economie di materie prime , energia e riduzione
dell’impatto ambientale. ESO Industry provvede alla raccolta, alla messa in sicurezza
e al trattamento di rifiuti industriali. Solo una minima parte dei dei rifiuti
consumabili da ufficio che vengono ritirati finiscono la loro vita negli impianti di
combustione autorizzati con recupero di energia.
Le lampade al neon, ritirate appositamente da “ESO BOX” che ne assicura
l’integrità, vengono trattate per il recupero dei gas, vengono trattate per il recupero
dei gas di mercurio, reimpiegati nelle nuove lampade, del metallo e del vetro. Anche
la carta e gli archivi vengono mandati al riciclo. Computer vecchi, periferiche,
telefonini e apparecchiature varie vengono recuperati al 90%.
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
B25
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
→
Relight srl
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
X
X
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Riciclo
reimpiego
X
X
X
X
X
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
X
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
Relight
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Gestisce un impianto per il recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Partner di Relight dal 1997 è Philips Lighting Italia. Partecipa al Consorzio “Eback”, grazie al quale è in costante contatto con le realtà Europee nel campo del
recupero di materiale informatico.
X
X
→ 1.500
Sapi srl
PC/CPU/Tastiere/Mouse
B26
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
e
Riciclo
reimpiego
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
Stoccaggio
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
Sapi
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Sapi ha cominciato la sua attività alla fine del 1993, rigenerando nastri per le allora
usuali stampanti ad aghi. Poi, nel 1994, è nata anche l’attività di rigenerazione delle
cartucce per stampanti laser. Sapi è il primo produttore di cartucce compatibili in
Italia.
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
→ 200
Scrap srl
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
X
X
X
X
X
X
Stoccaggio
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Riciclo
reimpiego
X
X
X
X
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Azienda
SCRAP
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
La Scrap è un’azienda che si propone di gestire, con un forte impegno ecologico, il
fine vita dei prodotti tecnologici quali computer, monitor, stampanti, telefoni fissi e
mobili, centralini telefonici etc.. Ha la capacità di recuperare e riciclare un’elevata
percentuale di componenti e materie prime e seconde, che nel caso dei PC arriva al
90% del loro peso, destinando quindi allo smaltimento vero e proprio solo una parte
minima dei prodotti. Per la realizzazione delle operazioni di raccolta e lavorazione
(riverse manufacturing),la Scrap ha costituito una join venture operativa con la ben
nota ditta logistica Sioli & Fontana, che è specializzata nel movimento e stoccaggio
di beni Hi-Tech ed è attiva da circa un decennio in quello dei rifiuti collegati.
X
X
X
X
X
B27
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
→ 300
Siat srl
Sirmet srl
B28
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
Riciclo
reimpiego
X
X
X
X
X
X
X
Stoccaggio
X
X
X
X
X
X
X
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Azienda
Siat
Società
Italiana
Ambiente e Territorio
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
Nel 1989 l’azienda ha ottenuto il primo provvedimento di autorizzazione regionale a
“smaltire tramite recupero indiretto” apparecchiature elettroniche e loro accessori.
Da allora il suo impianto si è evoluto tecnologicamente. Oggi il gruppo Siat,
arricchito organicamente dalle consociate ES Logistica, Siat Brescia e Siat Bergamo,
ha raggiunto una certa posizione nel settore specifico del recupero e smaltimento
delle apparecchiature. Ha ottenuto la certificazione Iso 9001 e Iso 14001; è in corso
la convalidazione Emas.
→ 3.000
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Riciclo
reimpiego
X
X
e
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
SIRMET
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Sirmet, Società Italiana Recupero Materiali Elettro-Telefonici, opera nel settore del
riciclaggio di rifiuti elettronici. La sua gestione consente che il materiale dismesso
non diventi immediatamente rifiuto, ma una “risorsa” riciclabile.
I rifiuti Hi-Tech sono, per l’azienda, un bene da valorizzare nel rispetto per
l’ambiente. La società è specializzata nello smontaggio, trasporto, stoccaggio
provvisorio, demolizione, cernita, riduzione volumetrica e recupero di: centrali
telefoniche, ponti radio, centri elaborazione dati, sale energia, apparati e parti di
apparati elettronici, schede elettroniche, PC e componenti elettronici obsoleti. Tutte
le apparecchiature vengono smontate e i materiali risultanti avviati al recupero.
X
X
X
X
X
X
X
→ 1.000
TME srl
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
X
X
X
X
X
X
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
X
X
X
e
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
Riciclo
reimpiego
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
TME
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Si occupa dello smaltimento dei rifiuti elettronici, operando direttamente sulla
selezione dei materiali recuperabili per un corretto sviluppo ecologico.
B29
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
→ 600
Tred Carpi
B30
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Riciclo
reimpiego
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
TRED CARPI
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Della Tred si è parlato ampiamente, ma vediamo le tabelle per Carpi e Sessano del
Molise.
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
→ 2.000
Tred Sud
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Riciclo
reimpiego
Vendita usato
revisionato o
per assistenza
tecnica
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Smaltimento
finale materie
irrecuperabili
Trattamento e
separazione
per recupero
materie 1° e
2°
Pretrattament
o:
smontaggio e
cernita
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
e
Stoccaggio
PC/CPU/Tastiere/Mouse
Monitor e Display
Stampanti/Copiatrici/Fax/Scanner
Altre Periferiche – Add In – Add on
Schede elettroniche
Alimentatori
Cartucce/Toner
Cartucce Ink Jet
Nastri inchiostrati
Floppy/CD/Nastri magnetici
Pellicole e carte
Inchiostri di stampa
Batterie
Registratori di cassa
Telefonia fissa e centralini
Telefonia mobile ed accessori
Apparecchi multimediali
TV,
Hi-Fi,
videoregistratori,
telecamere
Strumentazioni medicali
Motori elettrici, Cavi, Interruttori
Linee ed apparecchi di processo
Altro…..
Convenzioni con altre società
Nord
Centro
Sud
Iso 9000:2000
Iso 14000
Qualificazione Emas II
Qualificazione ECO&TECH
Capacità autorizzata trattamento /
anno [t/anno]
Ritiro,
trasporto
e
conferimento
Azienda
TRED SUD
Analisi/Classi
ficazione del
bene/rifiuto
Oltre alle attività di recupero e trattamento specifiche della Tred, Tred Sud è stata
riconosciuta come piattaforma autorizzata per la raccolta e recupero di imballaggi in
plastica, legno e carta dai maggiori consorzi di filiera : COREPLA (plastica),
RILEGNO (legno), COMIECO (imballaggi di carta, cartone).
Inoltre, ha attivato il servizio per i toner, la carta, le lampade al neon.
X
X
→ 1.000
Sono attive altre aziende altrettanto efficienti ed importanti; naturalmente ci si è
basati sulle fonti disponibili e, forse, non tutte le aziende sono state allo stesso
modo evidenziate, così come alcune aziende, molto probabilmente, non saranno
state menzionate.
Per questo ci si scusa con le società non riportate in questo lavoro e si sottolinea la
totale buona fede con cui si sono raccolti i dati.
Citiamo altri impianti ed altre informazioni utili sia per gli addetti ai lavori, sia per
gli utenti attuali e potenziali.
B31
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
IX.II Aziende menzionate da Fise e da FederAmbiente
FISE Assoambiente - Impianti per il trattamento dei BDD
(1)
Tipologia di beni trattati
IMPIANTO LOCALITA’
Frigoriferi/Congelat Televisori
ori/Surgelatori
Monitor
– Computer
Lavastoviglie
Lavatrici
Condizio
natori
X
Ciclo
Pre
bonifica( completo
2)
BOZ
CARTA
S. Vito al
Tagliamento
(PN)
DTV
Pomezia
(RM)
ECOEL
Cornedo
Vicentino
(VI)
(3)
X
X
X
ECOSYST Pomezia
EM
(RM)
X
X
X
X
X
X
X
X
X
FALCK
AMBIEN
TE
Sesto
S.
Giovanni
(MI)
FERMET
AL SUD
Francavilla
Fontana
(BR)
X
MF
Vinchiaturo
(CB)
X
ORIM
Macerata
X
X
X
X
X
RESAPEL Castelfranco X
di Sotto (PI)
RESIT
Caserta
X
RETTON
DINI
Angiari (VR)
X
SIRA
Fossò (VE)
X
SPORT.I Arzano (NA)
NN
(4)
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
(1) Sono esclusi quanti svolgono raccolta e stoccaggio.
(2) I soggetti che svolgono attività di pre bonifica, associati e non, devono assicurare
contrattualmente il successivo conferimento delle parti contenenti CFC agli impianti
autorizzati al trattamento finale.
(3) Per la potenzialità degli impianti di trattamento frigoriferi, v. tabella "Rapporto
2000".
(4) Impianto mobile.
B32
Allegato B
Enti e aziende che trattano attualmente l’Hi-Tec in Italia
FEDERAMBIENTE - Impianti per il trattamento dei BDD
IMPIA LOCAL
ITA'
NTI
Frigoriferi
congelatori
Televisor Computer
i
Monitors
Lavastov Condizi Lavatrici
onatori
iglie
Ciclo
Pre
trattame comple
to
nto
AMIAT
TBD
S.r.l
IDEAL
SERVI
CE
Scarl
AMAGE
ST
S.p.A.
TRED
Carpi
S.r.l.
AMSA
2 S.r.l
CSA
Spolet
o
ECOPO
LIS
2000
S.r.l.
Consor
zio SA
2
Messin
ambie
nte
S.p.A
Eurode
molizio
ni S.r.l.
C.I.R.S
.U.
S.Maur (TO)
o T.se
X
X
X
X
X
X
S.Giorgi (UD)
o
di
Nogaro
X
X
X
X
X
X
Roma
X
X
X
X
(RM)
Fossoli (MO)
di Carpi
Milano
X
(MI)
X
Spoleto (PG)
X
Crispian (TA)
o
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
(SA)
X
(ME)
X
(OR)
Oristan
o
Roseto (TE)
degli
Abruzzi
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Salerno
Pace
del
Mela
B33
Allegato C
L’EFFETTO SERRA
Allegato C
L’effetto serra
L’EFFETTO SERRA
L’L’effetto
I L’effetta serra naturale
L’effetto serra è il fenomeno naturale determinato dalla capacità dell’atmosfera di
trattenere sotto forma di calore parte dell’energia che proviene dal Sole.
Come aveva intuito Fourier, il fenomeno è dovuto alla presenza nell’atmosfera di
alcuni gas, detti “gas serra”, che “intrappolano” la radiazione termica che viene
emessa dalla superficie terrestre riscaldata dal Sole.
Proprio come i vetri di una serra, infatti, l’atmosfera è “trasparente” alla radiazione
solare che proviene dal Sole, mentre è parzialmente “opaca” a quella termica emessa
dalla superficie terrestre. Grazie a questo fenomeno, la temperatura media della terra
si mantiene intorno ai 15°C, contro i -19°C che si avrebbero in assenza dei “gas
serra”.
Effetto serra su base 100
Dalle radiazioni solari entranti solo il 45% viene assorbito dalla terra: infatti il 25%
viene riflesso dall’atmosfera, il 5% dalle superfici riflettenti della Terra (ghiacciai,
oceani),
mentre il 25% viene assorbito dall’atmosfera che lo rimette sotto forma di
radiazione infrarossa (calore). Anche la Terra emette energia come radiazione
infrarossa, di questa il 4% viene irradiata direttamente nello spazio, il 100% viene
invece assorbita dai gas serra e viene poi re-radiata dall’atmosfera terrestre (88%).
Quest’ultimo valore rappresenta l’effetto serra.
La superficie della Terra emette energia anche attraverso l’evaporazione 24% e le
correnti termiche 5%; questa energia viene assorbita dall’atmosfera e poi rimessa
sottoforma di radiazione infrarossa.
C1
Allegato C
L’effetto serra
Figura C-1 Disegno efficace sul processo che porta all’effetto serra
I gas maggiormente responsabili di questo fenomeno, oltre il vapore acqueo, che è il
principale gas serra naturale, sono la CO2, il metano, l’NO2 (protossido di azoto).
L’anidride carbonica (CO2), uno dei principali composti del carbonio, è presente in
natura in quattro grandi “serbatoi”:
• La biosfera, nella quale il carbonio è presente nelle molecole organiche (lipidi,
glucidi, ecc.) (3.100 miliardi di tonnellate o gigatonnellate);
• Gli oceani, nei quali il carbonio è disciolto sotto forma di carbonati e bicarbonati
(40.000 gigatonnellate);
• La geosfera, dove il carbonio si presenta essenzialmente sotto forma di calcare e di
combustibili fossili (rispettivamente 40.000 e 12.000 gigatonnellate);
• L’atmosfera, dove il carbonio è presente sotto forma di CO2 (600 gigatonnellate).
Questi serbatoi sono legati tra loro da importanti scambi che nel loro insieme
costituiscono il “ciclo del carbonio”:
• Gli organismi vegetali utilizzano la CO2 atmosferica per produrre materia organica
attraverso la fotosintesi clorofilliana; la quantità di carbonio così fissata ogni anno è
notevole (100 gigatonnellate per anno); il carbonio è poi riemesso dagli ecosistemi
attraverso la respirazione di piante e animali;
• La CO2 atmosferica entra negli oceani per diffusione e viene convertita in forme
diverse; ad esempio viene fissata da alcuni organismi che la utilizzano per costruire i
propri gusci che, alla morte dell’animale, si depositano sul fondo degli oceani a
formare vasti depositi di materiale calcareo;
• Gli organismi vegetali ed animali decomponendosi in condizioni anaerobiche
hanno formato grandi depositi di combustibili fossili. Il carbone, il petrolio e il gas
naturale sono infatti essenzialmente formati da composti del carbonio.
In breve, la fotosintesi sottrae anidride carbonica all’atmosfera facendo passare il
carbonio dall'ambiente abiotico agli organismi viventi. Da questi ultimi ritorna
all'acqua od all'atmosfera attraverso la respirazione cellulare, la combustione e
C2
Allegato C
L’effetto serra
l’erosione. Il bilancio naturale del ciclo del carbonio, in assenza di attività dell’uomo,
è pressoché in pareggio.
Il metano (CH4) si produce dalla degradazione di materiale organico in assenza di
ossigeno (anossia). Esso viene naturalmente emesso da mangrovie e paludi, mentre le
emissioni dovute alle attività umane provengono essenzialmente dalle perdite di gas
naturale e di altri combustibili fossili durante l’estrazione e il trasporto, dalla
combustione di biomasse, dall’agricoltura e dalla zootecnica, ed infine dalle
discariche.
Il protossido di azoto (NO2) è un gas serra molto potente e con un tempo di
permanenza in atmosfera piuttosto elevato (120 anni), ma con una bassa
concentrazione; le principali fonti antropiche di emissione derivano dai fertilizzanti
azotati usati in agricoltura e in alcune produzioni industriali.
CFC, HFC, CF4, sono dei composti chimici a base di carbonio che contengono
cloro, fluoro, iodio o bromo. Con il Protocollo di Montreal (1987) è stato vietato
l’uso di una serie di sostanze tra le quali i clorofluoro - CFC - carburi (responsabili
del buco nell’ozono) e quindi si è arrivati ad una diminuzione della loro
concentrazione; ma anche i prodotti sostitutivi (HFL e CF4) sono potenti gas serra.
II L’effetto serra antropogenico
Con le emissioni in atmosfera di grandi quantità di gas serra, le attività umane stanno
generando un effetto serra aggiuntivo a quello naturale, che tende ad alterare tutti gli
equilibri del sistema climatico.
L’uomo, infatti, modifica costantemente la composizione dell’atmosfera,
introducendo nuove sorgenti di gas serra ed interferendo con i serbatoi naturali;
Le emissioni derivano per la maggior parte dal consumo e dalla combustione di fonti
fossili, altre vengono da alcune produzioni industriali, dall’agricoltura,
dall’allevamento e dalla gestione dei rifiuti.
La diminuzione degli assorbitori di gas serra dipende invece dalla riduzione, per
distruzione
o
per
cambiamento
d’uso,
delle superfici forestali
che hanno la proprietà
di assorbire la CO2.
III Le emissioni di
gas serra
Nel 1995 l’82% delle
emissioni di gas serra
sono state di CO2.
Seguono il metano 12%,
l’NO2 4%; il rimanente
Grafico C-1 Percentuali delle “responsabilità” dei vari gas
dell’effetto serra
C3
Allegato C
L’effetto serra
2% è dato dalla somma delle emissioni dei HCFC e PCF.
Per valutare il contributo all’effetto serra dei differenti gas, bisogna prendere in
considerazione tre parametri:
• La loro concentrazione in atmosfera;
• Il forcing radiattivo di ciascun gas, ovvero la diversa capacità di intrappolare
l’energia che va dalla Terra verso lo spazio;
• Il tempo medio per il quale un certo gas rimane in atmosfera, ovvero la persistenza
(ovviamente se un gas serra rimane in atmosfera per poco tempo avrà un effetto
minore di un gas serra che rimane in atmosfera molto a lungo).
Per poter rendere possibile il confronto tra gas con differenti caratteristiche è stato
sviluppato un metodo che permette di valutare i diversi gas evidenziando il loro
potenziale di riscaldamento globale (GWP), tenendo dunque conto del tempo di
permanenza in atmosfera, della concentrazione e del forcing radiattivo; il GWP è una
misura dell’effetto serra relativo di un gas utilizzando come gas di riferimento
l’anidride carbonica.
Il Segretariato delle
Nazioni Unite sui
Tabella C-1 Livelli di concentrazione e persistenza in
atmosfera per i più determinanti gas serra
cambiamenti climatici
(UNFCCC) svolge
un’importante
funzione di raccolta
e
di
omogeneizzazione
dei dati relativi alle
emissioni di gas
serra offrendo in
questo modo una
visione di insieme
delle emissioni dei
paesi
industrializzati,
oltreché paese per
paese.
Secondo l’UNFCCC, nel 1998 la maggior fonte di emissione proviene dall’uso di
fonti di energia fossile (96,7%). All’interno di questa categoria sono le industrie
energetiche ad occupare la quota più importante (39,1%), segue poi il settore dei
trasporti (26,7%).
L’anidride carbonica è dunque il principale gas ad effetto serra di origine
antropogenica, ed il principale responsabile delle emissioni di gas serra è il settore
energetico. Le emissioni di CO2 legate al settore energetico dipendono sia dal livello
della domanda di energia, che dalle fonti utilizzate. Infatti, non tutti i combustibili
emettono la stessa quantità di CO2 (ad esempio a parità di energia termica prodotta,
il gas naturale emette quasi la metà del carbone).
C4
Allegato C
L’effetto serra
Il grafico qui sotto mostra la crescita costante della concentrazione di CO2 in
Grafico C-2 Crescita livello di CO2 negli ultimi 50 anni
atmosfera: negli ultimi 40 anni, del 16%; con un incremento annuo dello 0,5%.
Ogni anno l’uomo immette in atmosfera 7 gigatonnellate di carbonio; confrontando
questo dato con l’entità dei flussi che legano l’atmosfera e la biosfera (100
gigatonnellate di carbonio all’anno) si nota che, pur essendo molto piccole rispetto
alle emissioni totali, le emissioni antropiche sono sufficienti a spostare l’equilibrio
del ciclo e a provocare un aumento delle concentrazioni di CO2 in atmosfera.
IV Effetti sull’uomo e sull’Ambiente1
L’aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale provocato
dall’incremento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera può comportare sia
effetti
diretti
che
indiretti
per
la
salute
dell’uomo.
Le temperature estremamente calde aumentano soprattutto i rischi fisici a carico delle
persone che presentano problemi cardiaci. Questi soggetti sono più vulnerabili
perché in condizioni termiche più elevate il sistema cardiovascolare deve lavorare in
modo maggiore per mantenere la temperatura corporea stabile. Il clima più caldo
comporterebbe inoltre una maggiore frequenza dei colpi di calore ed un aumento
della
diffusione
dei
problemi
respiratori.
Le temperature più elevate aumentano inoltre la concentrazione dell’ozono a livello
del suolo, favorendone la formazione. Le statistiche sulla mortalità e sui ricoveri
ospedalieri dimostrano chiaramente che la frequenza delle morti aumenta nei giorni
particolarmente caldi, in modo particolare fra le persone molto anziane e fra i malati
di
asma.
In ogni luogo della Terra, la presenza e la diffusione delle malattie sono fortemente
influenzate dal clima locale. In effetti molte malattie infettive potenzialmente mortali
1
Studio di Davide Compagnin, dal sito http://www.nonsoloaria.com, 2003.
C5
Allegato C
L’effetto serra
sono diffuse solamente nelle aree più calde del pianeta. Malattie come la malaria, la
febbre dengue, la febbre gialla e l’encefalite potrebbero aumentare la loro diffusione
se le zanzare e gli altri insetti che le diffondono trovassero delle condizioni
climatiche
più
favorevoli
alla
loro
diffusione.
Le temperature più elevate possono anche favorire l’aumento dell’inquinamento
biologico delle acque, favorendo la proliferazione dei vari organismi infestanti.
Molti ricercatori ritengono anche che l’inasprirsi dell’effetto serra comporterebbe un
aumento del fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque, con tutti i danni biologici,
economici e sanitari che questo comporterebbe.
Tutti questi problemi sarebbero di difficile soluzione anche per i Paesi Occidentali
che dispongono di un patrimonio economico ed industriale enorme. Molti degli
impatti del cambiamento climatico potrebbero comunque essere risolti tramite
l’organizzazione ed il mantenimento di adeguati programmi a difesa dell’ambiente e
della salute pubblica. Invece, nei Paesi del Terzo (e Quarto) Mondo, l’inasprimento
delle condizioni ambientali provocherebbe delle situazioni sanitarie e sociali
insostenibili. L’aumento delle malattie, delle carestie e degli scontri sociali per la
crescente povertà e precarietà della vita comporterà delle conseguenze
inimmaginabili che finiranno per ricadere anche sui paesi più civilizzati,
probabilmente a giusta condanna delle colpe di cui si sono macchiati nel corso di
questi ultimi secoli.
L’incremento della temperatura della Terra, lo osserviamo nel grafico C-32, può
provocare una serie di effetti ambientali di notevoli proporzioni.
L’aumento del calore e quindi dell’evaporazione dai grandi bacini idrici comporta un
aumento corrispondente della quantità d’acqua in atmosfera e quindi un aumento
delle precipitazioni.
Alcuni ricercatori ritengono che queste siano cresciute di circa l’uno per cento su
tutti i continenti nell’ultimo
secolo. Le aree poste ad
altitudini
più
elevate
dimostrano incrementi più
consistenti, al contrario le
precipitazioni
sono
diminuite in molte aree
tropicali. In ogni caso si
nota una maggiore intensità
delle piogge e dei fenomeni
meteorologici più violenti
Grafico C-3 Variazione della T del Pianeta negli ultimi
(come le tempeste e gli 120 anni (dal 1880 al 2000) in °F
uragani) con un conseguente
aumento delle inondazioni e delle erosioni a carico del terreno.
2
Massimo Marchetti, http://www.meteo89.it .
C6
Allegato C
L’effetto serra
Il riscaldamento globale comporta anche una diminuzione complessiva delle
superfici glaciali. Le grandi masse di ghiaccio della Groenlandia e dei ghiacciai
continentali stanno arretrando notevolmente; al contrario sembra che i ghiacci
dell’Antartide stiano aumentando.
L’aumento del volume oceanico a causa della temperatura più alta e lo scioglimento
dei ghiacci provocano anche l’innalzamento del livello medio del mare. Negli ultimi
cento anni è cresciuto approssimativamente di 15-20 cm.
Inoltre, in molte zone tropicali già si assiste ad una riduzione dell’umidità del suolo
che comporta una diminuzione nella resa agricola; molte aree, anche in Europa, sono
a rischio di desertificazione.
Tutti questi effetti sono già scientificamente evidenti per i molti dati ottenuti a
riguardo e si ipotizza un inasprimento della situazione attuale nel caso in cui le
concentrazioni dei gas serra aumentassero. Lo scenario che si può ipotizzare è
impressionante: i deserti potrebbero espandersi in terre ora semiaride; le foreste, i
polmoni della terra, diminuirebbero ulteriormente nella loro estensione; intere
popolazioni, ora in regime di sussistenza, non avrebbero più risorse idriche a
disposizione; città costiere e numerose isole scomparirebbero nel mare.
C7
Allegato D
IL BUCO DELL’OZONO
Allegato D
Il buco dell’Ozono
IL BUCO DELL’OZONO1
I Il buco dell’Ozono
La formazione della maggior parte dell’ozono della stratosfera avviene a più di 30
Km di altezza, in corrispondenza della zona equatoriale dove risulta più rilevante
l’irraggiamento solare. Le radiazioni UV con una lunghezza d’onda inferiore ai 242
nm dissociano l’ossigeno molecolare in ossigeno atomico che, per la sua reattività, si
combina rapidamente con una molecola di ossigeno originando l’ozono
(O+O2 —> O3). A loro volta le molecole di ozono che si formano nel corso di questa
reazione assorbono le radiazioni solari con lunghezza d’onda compresa fra 240 e 340
nm, e questo ne provoca la fotolisi che libera un atomo ed una molecola di ossigeno
(O3—>O2+O).
In definitiva questi processi instaurano un equilibrio dinamico che mantiene la
concentrazione del gas ozono pressochè costante (e che permette di schermare per
assorbimento gran parte dei raggi UV). Si ritiene che la produzione globale di ozono
attraverso questo meccanismo ammonti a circa 4000 tonnellate al secondo. Dalle
zone equatoriali l’ozono viene trasportato verso i poli dai venti stratosferici associati
con le aree cicloniche (i vortici polari) che si trovano sopra i poli stessi.
Le osservazioni da satellite e dalla terra hanno permesso di valutare la distribuzione
media dell’ozono totale sia in funzione della latitudine che della stagione. L’ozono
viene solitamente misurato come ozono colonnare, cioè come l’ozono presente in
una colonna d’aria che si estende dalla superficie terrestre fino all’apice
dell’atmosfera; viene misurato in Unità Dobson (DU). Per avere un’idea delle
quantità in gioco basti considerare questo: se si portassero 100 DU di ozono sulla
superficie della terra si formerebbe uno strato spesso 1 millimetro. A livello dei
tropici i livelli di ozono nel corso dell’anno sono tipicamente fra 250 e 300 DU; il
valore si mantiene pressoché costante perché l’attività fotochimica rimane invariata
durante tutto il corso dell’anno a causa dell’intensità costante dell’irraggiamento
solare. A latitudini diverse le concentrazioni sono più soggette a variazioni. I valori
massimi di concentrazione si trovano alle latitudini medio-alte. Per quanto riguarda
le variazioni temporali il valore massimo assoluto si verifica all’inizio della
primavera alle alte latitudini. In estate si osserva una diminuzione dell’ozono fino a
raggiungere un minimo in autunno. Le piccole variazioni che si possono presentare
nella distribuzione longitudinale sono essenzialmente dovute all’alternarsi delle terre
emerse e dei mari.
1
Studio di Davide Compagnin, dal sito http://www.nonsoloaria.com, 2003.
D1
Allegato D
Il buco dell’Ozono
Figura D-1 Elaborazione grafica realizzata dal Royal Netherlands Meteorological Institute
(RNMI) e che rappresenta la distribuzione dell'ozono il giorno 06-11-2002.
La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta di ozono, un
gas costituito da tre atomi di ossigeno (O3) e che rappresenta un vero e proprio
schermo
nei
confronti
delle
pericolose radiazioni ultraviolette
(raggi UV) provenienti dal sole.
Ogni anno, durante la primavera
dell’emisfero
australe,
la
concentrazione
dell’ozono
stratosferico nell’area situata in
prossimità del Polo Sud diminuisce a
causa
di
variazioni
naturali.
Purtroppo, a causa degli inquinanti
rilasciati in atmosfera, sin dalla metà
degli anni settanta questa periodica
diminuzione è diventata sempre più
grande, tanto da indurre a parlare del
fenomeno
come
del
“buco
dell’ozono”. Recentemente si è
comunque
individuato
un
assottigliamento della fascia di
ozono anche in una piccola zona al
polo Nord, sopra il Mare Artico,
fatto che
Figura D-2 Rappresentazione a tre dimensioni
del buco dell'ozono; è stata realizzata sulla base
dei dati di concentrazione dell'ozono
stratosferico dal Goddard Space Flight Center
della NASA. In primo piano in penombra è
visibile il Sud America.
potrebbe preludere alla formazione di un altro buco dalla parte opposta.
In effetti il fenomeno non rappresenta nient’altro che l’aspetto più evidente della
generale e graduale diminuzione dell’ozono nella stratosfera. Il problema è
D2
Allegato D
Il buco dell’Ozono
estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono
comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della
Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del
rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA
delle cellule epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione
parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e,
nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono
anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della
catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico
degli ecosistemi oceanici.
Come già accennato in precedenza, la quantità dell’ozono stratosferico può variare
anche di molto, sia per cause naturali (cicliche od occasionali) che per l’azione degli
inquinanti
prodotti
dall’uomo.
Esiste una variazione ciclica pluriennale legata all’attività solare che viene definita
ciclo solare; dura circa 11 anni e comporta una fluttuazione dell’ozono pari all’1-2%.
La QBO è un’oscillazione legata all’alternarsi dei venti stratosferici nella fascia
intertropicale da ovest e da est, è quasi biennale e provoca una variazione
quantitativa
dell’ordine
del
2-4%.
Notevoli oscillazioni annuali (anche il 40%) sono legate alla variabilità naturale
intrinseca, mentre fenomeni casuali, come le eruzioni vulcaniche, possono
provocare variazioni anche del 10%.
Infine, in tutto il corso dell’anno, possono avvenire delle variazioni della durata di
pochi giorni a causa delle particolari condizioni meteorologiche. Queste variazioni
possono
essere
dell’ordine
del
30-50%.
In ogni caso, l’azione degli inquinanti originati dalle attività umane è stata
chiaramente documentata: a prescindere dalla naturali variazioni cicliche, questi
inquinanti stanno causando in tutto il globo una graduale diminuzione dell’ozono
stratosferico.
A partire dal 1979, alle latitudini più popolate del globo si è osservata una
diminuzione annuale dell’ozono colonnare pari al 5% ogni 10 anni.
Nel periodo inverno-primavera nella fascia dell’emisfero settentrionale fra i 60° e gli
80° di latitudine la diminuzione è stata superiore del 7,5% ogni dieci anni. Le zone
equatoriali hanno invece registrato solo una riduzione decennale dell’1,8%,
probabilmente a causa degli effetti dell’eruzione del Monte Pinatubo (1991).
Il cosiddetto “buco dell’ozono” situato sopra l’Antartide si ripresenta
periodicamente all’inizio della primavera, nel periodo settembre-ottobre, e consiste
in un brusco assottigliamento (anche del 60%) che dura per un paio di mesi;
purtroppo dopo questo periodo il buco non si richiude totalmente ed in genere ogni
anno si ripresenta di dimensioni ancora maggiori. L’assottigliamento risulta più
marcato in questa zona del globo soprattutto per l’azione determinante che ha il
freddo nei meccanismi di degradazione dell’ozono (vedi il paragrafo specifico).
D3
Allegato D
Il buco dell’Ozono
Grafico D-1 Variazione della dimensione del buco dell’Ozono sull’Antartide (milioni di Km2),
1980-1998.
Il continuo e graduale impoverimento dell’ozono della stratosfera può essere
senz’altro ricondotto alla presenza in atmosfera di un gran numero di composti
chimici in grado di attaccare l’ozono. Queste sostanze vengono anche definite ODS,
Ozone Depleting Substances (sostanze che riducono l’ozono). Gli ODS sono
generalmente molto stabili nella troposfera e si degradano solamente per l’intensa
azione della luce ultravioletta nella stratosfera; quando si spezzano, rilasciano atomi
di
cloro
e
di
bromo
che
danneggiano
l’ozono.
Per avere un’idea quantitativa degli effetti causati dai composti ODS è stato
concepito il potenziale di eliminazione dell’ozono (ODP, Ozone Depleting
Potential), un numero che si riferisce all’ammontare della riduzione dell’ozono
causata da un composto ODS.
Per la precisione l’ODP viene determinato sulla base del numero di atomi di cloro e
di bromo presenti nella molecola, dalla “vita” atmosferica del composto (il tempo
totale di permanenza nell’atmosfera, che varia da pochi mesi a migliaia di anni) e
dagli specifici meccanismi implicati nella sua degradazione. L’ODP è il rapporto tra
l’impatto sull’ozono di un composto chimico e l’impatto causato dal CFC-11 avente
la stessa massa della sostanza presa in considerazione. Così, l’ODP del CFC-11 è
definito pari a 1.
Le sostanze più implicate nel fenomeno del buco dell’ozono e più in generale nella
riduzione dell’ozono stratosferico sono i Clorofluorocarburi (CFC). I CFC sono
composti costituiti da Cloro, Fluoro e Carbonio. Questi composti sono comunemente
utilizzati come refrigeranti, solventi ed agenti propellenti. I più comuni CFC sono i
CFC-11, CFC-12, CFC-113, CFC-114 e il CFC-115. Il potenziale di danno all’ozono
(ODP) per ognuno dei CFC citati è rispettivamente: 1; 1; 0,8; 1 e 0,6. La produzione
dei CFC è stata abbandonata in base ad accordi internazionali.
Altri composti implicati nel fenomeno sono gli HCFC (Idroclorofluorocarburi),
una classe di composti chimici che vengono utilizzati temporaneamente per
rimpiazzare i CFC. Contengono cloro e per questo sono in grado di deteriorare la
fascia di ozono nella stratosfera, ma molto meno efficacemente dei CFC. Hanno un
D4
Allegato D
Il buco dell’Ozono
ODP che varia a seconda dei composti fra 0,01 e 0,1. Anche la produzione di HCFC
dovrà essere abbandonata (nel 2020 nelle nazioni occidentali e nel 2040 nei Paesi in
via
di
sviluppo).
I gas Halon, anche conosciuti come Bromofluorocarburi, sono composti costituiti
da bromo, fluoro e carbonio. Gli halon sono utilizzati come agenti estinguenti del
fuoco sia in sistemi fissi che in estintori portatili. Causano la riduzione della fascia di
ozono perché contengono il bromo (che è molte volte più efficace nella distruzione
della fascia di ozono di quanto possa esserlo il cloro). Il potenziale di eliminazione
dell’ozono del halon 1301 e del 1211 sono rispettivamente 10 e 3, anche se recenti
studi
scientifici
riportano
13
e
4.
N.B. tecnicamente tutti i composti che contengono carbonio e fluoro e/o cloro sono
halon.
Anche altre sostanze sono implicate nella degradazione dell’ozono: per esempio il
metilcloroformio ed il tetracloruro di carbonio (comuni solventi industriali) ed in
definitiva tutti quei composti volatili che comprendono nella loro struttura atomi di
cloro o bromo, come il bromuro di metile, una sostanza chimica molto utilizzata in
agricoltura come fumigante per eliminare i parassiti.
La presenza dei vari inquinanti prodotti dall’uomo ha profondamente alterato i
naturali meccanismi di formazione e degrazione dell’ozono stratosferico. I composti
ODS nell’alta atmosfera causano infatti una lenta ma graduale degradazione
dell’ozono, in modo particolarmente vistoso nell’area sopra l’Antartide. In questa
zona durante l’inverno australe (in Maggio-Giugno) il Polo Sud si trova
completamente immerso nelle tenebre. Nella media e bassa stratosfera si rende così
evidente l’azione di una forte corrente circumpolare chiamata vortice polare. Questo
vortice isola le grandi masse d’aria posizionate sopra il polo che per l’assenza dei
raggi solari e per la mancanza di scambi termici con altre masse d’aria diventano
sempre più fredde. Quando la temperatura raggiunge gli 80°C sotto lo zero si
formano delle nubi di acido nitrico triidrato e di acqua ad alto contenuto di acido
nitrico (normalmente presente in fase gassosa) chiamate nubi stratosferiche polari
(PSC, Polar Stratospheric Clouds). Queste nubi costituiscono la superficie catalitica
ideale per la formazione di tutta una complicata serie di reazioni che comporta la
degradazione dei vari composti ODS e la liberazione di molecole biatomiche di
Cloro (Cl2) e Bromo (Br2). All’insorgere della Primavera australe (OttobreNovembre) l’azione dei raggi del sole provoca la dispersione delle nubi stratosferiche
polari e la scissione delle molecole biatomiche di cloro e bromo in singoli atomi
altamente reattivi. L’improvvisa comparsa e liberazione di questi atomi provoca
l’inizio di una catena di reazioni catalitiche che comporta la degradazione dell’ozono
e la comparsa del cosiddetto “buco dell’ozono”. Gli atomi degli alogeni (cloro o
bromo) agiscono come catalizzatori, combinandosi a ripetizione con molecole di
ozono e formando una molecola di ossigeno e un monossido (ad es. Cl+O3 —>
O2+ClO). Il monossido si combina poi con un atomo di ossigeno liberando ossigeno
molecolare e un atomo dell’alogeno che ricomincia il processo (ClO+O —> O2+Cl).
Con questo ciclo ripetitivo un singolo atomo di cloro o bromo può distruggere
centinaia di molecole di ozono prima di venire neutralizzato (da sostanze come il
metano, il perossido di idrogeno o l’idrogeno molecolare). Da notare che il bromo,
pur essendo meno presente del cloro, è più reattivo; infatti le molecole volatili che
D5
Allegato D
Il buco dell’Ozono
contengono questo elemento hanno solitamente un potenziale di eliminazione
dell’ozono relativamente più alto di altre sostanze come i CFC.
L’azione distruttiva delle sostanze ODS, pur essendo presente in ogni parte del
globo, diventa particolarmente evidente proprio nella zona antartica per la
formazione di queste nubi stratosferiche polari; in ogni caso è bene sottolineare che
l’azione degli ODS si verifica dovunque nella stratosfera, seppure in maniera meno
vistosa, perché l’azione dei raggi solari stratosferici comporta sempre la liberazione
degli atomi di cloro e di bromo che fungono da catalizzatori nella degradazione
dell’ozono.
Figura D-3 Rappresentazione del buco dell'ozono realizzata dal Royal Netherlands
Meteorological Institute (RNMI); l'immagine si riferisce alla giornata del 18 settembre 2001.
Il buco dell’ozono ed in generale la diminuzione dell’ozono stratosferico non
rappresentano al momento un rischio immediato per la salute dell’uomo. Questo,
comunque, se le dimensioni del fenomeno non sono destinate a crescere
ulteriormente, nel qual caso la situazione potrebbe diventare drammatica. L’ozono
agisce infatti schermando la maggior parte delle pericolose radiazioni UV-B
provenienti dal sole ed un drastico aumento delle radiazioni ultraviolette anche nelle
zone popolate della terra potrebbe causare danni impensabili. Alcuni studi teorizzano
che una diminuzione dell’1% dell’ozono colonnare possa comportare un aumento
delle radiazioni ultraviolette a livello del suolo pari all’1,2%. I raggi UV-B sono in
grado di attaccare e danneggiare molecole come il DNA e l’RNA, così se
l’esposizione a questi raggi diviene eccessiva, si possono sviluppare sia dei
melanomi che altri tipi di cancro della pelle. Un altro possibile effetto consiste nella
creazione di varie interferenze nella regolazione dei meccanismi di difesa
immunitaria; il tutto contribuisce all’aumento delle malattie a causa delle minori
potenzialità difensive naturali di ogni persona. L’effetto più evidente e diretto è
invece legato all’azione che i raggi UV esercitano sulla retina dell’occhio, dove
provocano danni che possono rapidamente portare alla cecità. In effetti in Patagonia
D6
Allegato D
Il buco dell’Ozono
ed in Nuova Zelanda, regioni vicine al Polo Sud e quindi alla zona più colpita dalla
diminuzione dell’ozono stratosferico, sono sempre più frequenti i casi di cecità fra le
greggi
di
pecore.
In definitiva bisogna ricordare che è sempre importante proteggersi contro i raggi
UV-B, anche a prescindere dalla riduzione della fascia di ozono, portando cappelli,
occhiali da sole e utilizzando creme solari; in ogni modo, tutte queste precauzioni
diventeranno sempre più indispensabili con l’aumentare della riduzione dell’ozono
stratosferico e con l’allargarsi del famigerato “Buco dell’ozono”.
La presenza di una graduale diminuzione dell’ozono stratosferico comporta
inevitabili danni anche a carico della fauna e della flora, anche se l’assorbimento
delle radiazioni UV varia molto da un organismo ad un altro. Dato che la riduzione
maggiore è presente, per il momento, in aree pressochè disabitate, gli effetti non sono
ancora particolarmente gravi, almeno per gli animali superiori. Questi effetti si
possono comunque sempre ricondurre all’azione dei raggi UV e più specificamente
ai
raggi
UV-B.
Diversi organismi viventi hanno sviluppato particolari meccanismi di protezione
dall’azione dei raggi UV-B: limitano la loro esposizione (alcuni organismi acquatici
fermano la loro attività verso metà giornata, quando l’azione dei raggi UV è più
intensa); alcuni si proteggono con dei pigmenti; altri possiedono dei meccanismi di
riparazione del DNA o riparano i tessuti danneggiati (dalle scottature). In ogni caso,
per la maggior parte degli organismi questi meccanismi diventano insufficienti
quando
aumentano
i
livelli
di
irradiazione
UV-B.
Dato che queste radiazioni vengono assorbite da pochi strati di cellule (logicamente
quelle più superficiali), gli organismi di dimensioni maggiori sono più protetti degli
esseri più piccoli, come quelli unicellulari. In effetti gli organismi marini che
costituiscono il fitoplancton e lo zooplancton e che giocano un ruolo cruciale nella
catena alimentare marina, sono estremamente sensibili. Sulla base di alcune ricerche
sembra che diverse specie di plancton siano al limite della massima tolleranza nei
confronti delle radiazioni UV. Così, anche un piccolo aumento nei livelli degli UV-B
potrebbe comportare un cambiamento estremamente negativo nella varietà e nella
quantità degli organismi presenti nelle acque superficiali e di conseguenza, avere
ripercussioni
su
tutta
la
comunità
presente
nelle
acque.
Sulle piante le radiazioni UV comportano in genere un rallentamento della crescita a
causa di un effetto limitante nella crescita della superficie fogliare e quindi dell’area
deputata alla cattura dell’energia solare. In piante irradiate da raggi UV si verifica
sempre un decadimento generale ed una riduzione nel peso secco. In ogni caso, non
sono comunque disponibili delle informazioni scientifiche accurate sugli effetti
causati dai raggi UV per tutti gli ecosistemi vegetali, in quanto finora sono stati
studiati accuratamente solamente gli effetti su foreste temperate, praterie, tundra,
zone alpine e soprattutto aree coltivate. Sulla base di questi studi sono state formulate
diverse previsioni negative: tanto per fare un esempio, si ritiene che ad una
diminuzione del 25% della concentrazione dell’ozono stratosferico corrisponda una
percentuale equivalente di riduzione nella resa della soia. Bisogna sottolineare, però,
che la maggior parte degli studi fanno riferimento a pochi esemplari coltivati in serra,
e diverse ricerche indicano che almeno i due terzi delle piante presentano diversi
gradi di resistenza all’azione dei raggi ultravioletti; inoltre molte specie selvatiche
D7
Allegato D
Il buco dell’Ozono
presentano una resistenza maggiore ai raggi UV-B delle corrispondenti specie
coltivate.
D8
Grazie a Mamma e a Papà.
Grazie a Fernanda, ad Aurora, a Lina e ad Antonio.
Grazie a Gianna.
Grazie anche a quei Professori che mi sono stati vicini e che sono stati grandi.
In fondo, ce ne sono eccome.
E grazie a tutte le persone che mi sono state vicine e che hanno creduto in me.
Per questo lavoro un ringraziamento particolare va a (in ordine alfabetico):
On.
Ing.
Ing.
Dott.
Ing.
Sig.
Sig.
Dott.
Ing.
Ing.
S. Apuzzo di ECOQUAL’IT
A. Barboni e Colleghi di RIFIUTILAB
P. Comolli
S. Contini
R. Corridori di ANIE
E. Guidetti della TRED Carpi
G. Moretti della SCRAP s.r.l.
B. Pinotti della TRED Carpi
G. Pirillo del Consorzio TECNOIMPRESE
F. Stanca di SCRAP s.r.l.
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