1 “Mentre in tutte le altre civiltà gli uomini appartengono prima di
by user
Comments
Transcript
1 “Mentre in tutte le altre civiltà gli uomini appartengono prima di
“Mentre in tutte le altre civiltà gli uomini appartengono prima di tutto a una gens, a un clan, a una tribù, a un’etnia, a una religione, gli europei, a partire dal Mille, appartengono prima di tutto a una civitas, una comunità di cittadini tali in quanto proprietari della loro casa. ” M. Romano “Costruire le città” 2004 1. I CARATTERI DELLA CITTÀ EUROPEA 1.1 “Né le città, nel senso economico del termine, né le fortezze, i cui abitanti erano subordinati a strutture politico-amministrative straordinarie, costituivano necessariamente dei “comuni”. La “comunità” urbana, nel senso pieno del termine è apparsa, come fenomeno massiccio solo in Occidente”. La polis antica ed il Comune medioevale non hanno un corrispondente fuori dell’Occidente. Soltanto in esso si sono determinate le condizioni indispensabili al suo sorgere, vale a dire “le fortificazioni, un mercato, un tribunale proprio, ed una legislazione almeno parzialmente propria, il carattere di gruppo sociale e, di conseguenza, un’autonomia e autocefalia almeno parziale, con un’amministrazione da parte di organi ed autorità alla cui nomina partecipassero in qualche modo i cittadini in quanto tali”. Nella sua intuizione più profonda, Max Weber, il fondatore della sociologia urbana, ai primi del XX secolo, osserva che tutto ciò è potuto accadere per la confluenza di processi peculiari non riscontrabili in altre parti del mondo e cioè la scomparsa di funzioni politiche dei gruppi parentali, e l’affermarsi di nuove forme associative del tutto spontanee, substrato di un ceto cittadino con propri interessi ; la successiva contrapposizione fra cittadini e cittadini, fondatrice di una “politica” che non fosse solo mera gestione del decentramento, la conseguente “pretesa” di volersi sottrarre il più possibile dalla dipendenza da poteri estranei. Nella Civitas medioevale dell’Occidente è nato così il concetto di diritto di cittadinanza e quindi l’appartenenza al ceto 1 cittadino è divenuta prevalente rispetto all’appartenenza non solo ad una schiatta, ma anche ad una corporazione; che anzi, non è la città a poggiare sulla corporazione, ma sono queste a trovare la loro base e il loro terreno di sviluppo nell’autonomia cittadina. Ma se ciò ha comportato la nascita del Comune, tale realtà viene anche a spiegare perché questo sia il regno della diversità e del conflitto: l’ ‘ “affratellamento” che Weber pone a base del Comune, inteso come principio (rivoluzionario) di parificazione giuridica dei cittadini, non vuol dire appiattimento, ma significa legame comune che non esclude la concorrenza fra i cittadini e la lotta politica a tutela dei vari interessi economico- sociali fra i gruppi, che via via si formano. E’ così allora che si forma anche “l’immagine” della città europea, dove, nel substrato comune, si evidenziano i “segni” dei gruppi sociali in concorrenza fra di loro: la Cattedrale, col “foro” religioso, il Palazzo dei consoli e poi quello della signoria, per indicare le varie forme che il potere civile ha assunto nel tempo, le sedi delle arti e dei mestieri, orgogliose rivendicazioni delle varie realtà economiche, e poi i palazzi delle confraternite religione, prime spontanee forme di assistenza ai poveri ed ai diseredati, con i loro ospizi ed ospedali. Cogliere quindi l’unità nella diversità (tanto per usare uno slogan abbondantemente usurato) è ciò che permette di vedere ancora oggi le nostre città come un unico assolutamente inscindibile, ed al tempo stesso un conglomerato di “poli” connessi e talvolta contrapposti fra di loro. Compito pertanto di coloro che presiedono allo sviluppo della città, nel rispetto della sua storia e dei caratteri formali e di immagine, frutti ormai di mille anni di sviluppo, sarà proprio quello di saper cogliere quel solido filo unificante che l’avvolge e la percorre, esaltandone, al tempo stesso, i vari momenti autonomi ed i vari poli individui che si sono storicamente coagulati. 2 2. I FONDI STRUTTURALI 2007-2013 2.1 La Commissione Europea, a seguito dell’approvazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) dell’Italia, il 1 agosto 2007 ha approvato il Programma Operativo Regionale (POR) “Competitività e occupazione” per gli anni 20072013 della Toscana, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Una parte delle disponibilità che l’Europa ha riservato per la nuova programmazione dei fondi strutturali a gestione regionale per il periodo 20072013 è stata orientata a promuovere il rafforzamento della competitività del territorio e del sistema produttivo regionale, per metterlo in grado di sostenere la competitività internazionale, mediante l’attivazione di processi di crescita economica sostenibile, perché fondata sulla valorizzazione delle risorse specifiche, ma in una direzione di costruzione di una determinata competitività del sistema metropolitano o urbano oggetto di intervento. Per la realizzazione di questo percorso di sviluppo, la Regione Toscana ha inteso avvalersi dello strumento della “progettazione integrata”, sviluppato attraverso varie sperimentazioni e occasioni a partire dal 1997 a livello comunitario e a partire dalla metà degli anni ’90 in Italia attraverso i programmi urbani complessi stimolati e cofinanziati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti. 3. IL POR CREO 3.1 Il POR CREO della Regione Toscana prevede, fra i 6 assi di intervento nei quali si articola, un apposito Asse dedicato allo sviluppo delle risorse endogene dei territori, da attuare principalmente attraverso uno specifico strumento denominato “Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile” (PIUSS) riservato alle città della Toscana con almeno 20. 000 abitanti. 4. I PIUSS 4.1 I Piani Integrati Urbani di Sviluppo Sostenibile sono strumenti d’attuazione del Programma Regionale per la Competitività e l’Occupazione, cofinanziati 3 per la Regione Toscana dai fondi strutturali comunitari, da fondi nazionali e dalla stessa Regione, e vengono definiti un insieme coordinato di interventi pubblici e privati - per la realizzazione, in un’ottica di sostenibilità, di obiettivi di sviluppo socio-economico attraverso il miglioramento della qualità urbana ed ambientale e una razionale utilizzazione dello spazio urbano. La finalità è quella di incrementare l’attrattività e la competitività urbana facendo leva sugli elementi di distinzione e le caratteristiche peculiari dei territori coinvolti. Il Piano può intervenire in una porzione omogenea dell’ambito urbano secondo un approccio integrato e intersettoriale di diversi tipi di operazioni e attraverso una modalità di progettazione complessa e partecipata, per contribuire a realizzare obiettivi di sviluppo economico locale e di rigenerazione urbana. L’integrazione è prevista su più livelli: - negli obiettivi (miglioramento della qualità urbana, sviluppo sociale ed economico, sostenibilità); - nelle valenze strategiche (competitività, cultura, coesione); - nel finanziamento degli interventi; - nelle operazioni (operazioni integrate nel settore delle infrastrutture, materiali ed immateriali), - in un processo di elaborazione di una proposta di trasformazione strategica. Infatti, il piano ha la finalità dichiarata di includere in un finanziamento opere materiali con l’ambizione che queste producano risultati immateriali, di sviluppo sostenibile e di competitività, attraverso la realizzazione di progetti che facciano leva sulla qualità urbana ed ambientale e su una più razionale utilizzazione dello spazio urbano. L’elaborazione del master-plan, che costituisce il cuore del PIUSS, non si esaurisce nella collazione di progetti d’investimento e nella redazione degli elaborati tecnici, ma coincide con la fase di attivazione delle risorse sociali ed economiche della città, e degli attori potenzialmente coinvolgibili nella costruzione di un processo di cambiamento a partire da una nuova idea della città stessa. In sostanza, il PIUSS non è solo uno strumento tecnico della programmazione dei fondi strutturali, ma la base di una riflessione sulle strategie di sviluppo della città nel suo insieme. 4 5. CONTENUTO DEL PIUSS 5.1 Le attività e le linee d’intervento del POR CREO. Le attività e le linee di intervento del POR CREO attuabili attraverso il PIUSS sono: Linea di intervento 5.1: Interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente urbano e delle aree per insediamenti produttivi finalizzati alla creazione e al miglioramento di aree da destinare a spazi e servizi a fruizione collettiva, al terziario avanzato, nonché alla realizzazione di infrastrutture di servizi alla persona. • Linea di intervento 5.1a: Infrastrutture per lo sviluppo economico: centri servizi alle imprese, centri di competenza PMI, infrastrutture per insediamenti produttivi e per il terziario avanzato, infrastrutture per lo sviluppo socioeconomico in aree urbane • Linea di intervento 5.1b: Interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente urbano e delle aree per insediamenti produttivi finalizzati a fruizione collettiva. Infrastrutture per il turismo e centri commerciali naturali. • Linea di intervento 5.1c: Costruzione, recupero e riqualificazione di strutture per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. • Linea di intervento 5.1d: Realizzazione strutture per asili nido e servizi integrativi prima infanzia. • Attività 5 2: Interventi di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale nei contesti urbani funzionali alla fruizione di un turismo sostenibile. 6. I RIFERIMENTI PROGRAMMATORI E STRATEGICI 6.1 La proposta di PIUSS si è formata e si è definita attraverso un attento esame di tutta la documentazione di programmazione e di elaborazione strategica della Regione Toscana e della Provincia di Lucca. Per quanto riguarda i riferimenti di programmazione regionale il primo elemento di riferimento è stato il Piano d’Indirizzo Territoriale (PIT). 6.2 Nel documento di Piano del PIT viene indicato il “1° metaobiettivo Integrare 5 e qualificare la Toscana come “città policentrica” attorno ad uno “statuto” condiviso. ” viene indicato come prioritario che “ i Comuni toscani garantiscano il valore durevole e costituivo delle rispettive “centralità” urbane: centralità intese come corrispondenza fisica e simbolica tra la centralità spaziale e storica dei luoghi e le funzioni di rilevanza identitaria che essi rivestono per la collettività”. Questo metaobiettivo può essere tradotto in azioni tese a mantenere e rigenerare la città con la valorizzazione delle strutture portanti e generatrici della città stessa, tramite anche interventi tesi a “ perseguire e salvaguardare il permanere di funzioni socialmente e culturalmente pubbliche negli edifici, nei complessi architettonici e urbani, nelle aree di rilevanza storico- architettonica e nel patrimonio immobiliare che con una titolarità e funzionalità pubblica hanno storicamente coinciso. Occorre, in particolare, evitare che interventi di rigenerazione fisica e funzionale che riguardino immobili di pubblico rilievo per il significato storico o simbolico, culturale o funzionale che rivestono per la comunità urbana “comportino mutamenti alla loro funzionalità pubblica” . 6.3 Questa “manutenzione continua della città” si può raggiungere come indicato nello stesso documento regionale con una esplicita esortazione: “ occorre che i Comuni toscani provvedano al consolidamento, al ripristino e all’incremento dello spazio pubblico che li caratterizza e identifica fisicamente come luoghi di cittadinanza e di integrazione civile. Uno spazio pubblico inteso nella sua configurazione sistemica, dunque come spazio sia costruito che non costruito; come spazio che combina e integra “pietra” e “verde” e che assume - e vede riconosciuto come tale - il proprio valore fondativo dello statuto della “città”. Uno spazio in cui si correlino centralità, multidimensionalità, significatività formale intrinseca e ruolo morfogenetico rispetto all’insieme del contesto urbano; connessione visibile, funzionale, e ambientale con il contesto paesaggistico prossimo e con le risorse e le reti ecologiche che lo caratterizzano. Uno spazio costituito, pertanto, da una gamma di attributi identitari e di buone pratiche amministrative (a cominciare da quelle pianificatorie) che configuri la città come un insieme organico e dinamico di luoghi attrattivi e preordinati all’esercizio di una pluralità di pratiche di cittadinanza, di esperienza civile e religiosa, di relazioni 6 sociali ed economiche, di stimolo e sostegno a una fertile convivenza pluralistica e interculturale. E come un corpo vivo e salubre, che sa studiare, programmare e sperimentare, con appropriate pratiche amministrative e partecipative, le condizioni ambientali ed estetiche - dunque paesaggistiche e architettoniche, energetiche e climatiche - della propria integrità fisica e sociale”. 6.4 Queste precise indicazioni pianificatorie e programmatorie individuano non solo modalità d’intervento, ma soprattutto significati precisi a concetti come “spazio urbano”, “processo identitario e fondativo della città stessa”. 6.5 In particolare il PIT tramite la elaborazione di specifico Master Plan dei Porti (MPP) ha previsto per il porto di Viareggio definite linee programmatiche, linee recepite nella proposta di PIUSS che prevede una specifica azione denominata “Riqualificazione dell’area portuale”. 6.6 La recente elaborazione di integrazione del PIT per la definizione del Piano Paesistico a seguito dell’intesa con il Ministero dei Beni Culturali ha previsto per il Comune di Viareggio una particolare priorità relativa alla Passeggiata a Mare. 6.7 Il Piano della Cultura della Regione Toscana ha previsto l’intervento regionale ha sostegno degli interventi di recupero del patrimonio storico pubblico, in questo senso la proposta PIUSS ha elaborato una specifica operazione relativa alla valorizzazione delle risorse culturali lette come fattore d’integrazione sociale. 6.8 A partire dall’emanazione della legge regionale n. 26 del 17 Marzo 2000, e soprattutto il Piano Regionale dello sviluppo economico 2007-2010 con la linea di Intervento 4. 1 “rendere più efficaci le politiche pubbliche e più funzionale il rapporto tra azione pubblica ed esigenze delle imprese turistiche e commerciali”, l’Azione 3 “trasferimento dell’innovazione alle PMI commerciali” e l’Intervento B “Centri Commerciali naturali e/o reti costituite in forma di consorzi e/o associazioni” individua la necessità di sostenere l’attività dei Centri Commerciali naturali (come definiti al Capo XIII della LR 28 del 7 Febbraio 2005), tra i quali quello del Comune di Viareggio ubicato in P. zza Cavour. Da questa ulteriore indicazione programmatica la proposta PIUSS prevede una specifica operazione denominata la “valorizzazione della scacchiera”. 7 7. IL TURISMO CONGRESSUALE 7.1 La Regione con l’approvazione del Piano regionale dello sviluppo economico 2007-2010 - Indirizzi per l’attuazione delle Linee di intervento: 2. 1. “Promozione economica”, 2. 2. “Marketing di destinazione” e 4. 1. “Osservatorio regionale del turismo”, relativamente agli interventi per la qualificazione dell’offerta congressuale della Toscana -Toscana for Events - con delibera n. 968 del 2411-2008 favorisce le “ iniziative di stimolo alla crescita qualitativa dell’offerta regionale e alla promozione di questa sui mercati strategici di riferimento”. 7.2 La Toscana si colloca ai primi posti in Italia rispetto all’offerta di strutture congressuali e per le varie tipologie di eventi che caratterizzano il cosiddetto MICE (Meeting Incentives Conference & Events). Sono infatti oltre 700 i contenitori congressuali attivi nella nostra Regione, ma dal 2008 è stata attivata una sorta di mappatura delle strutture di elevata qualità rispetto agli standard internazionali e rispetto a questi parametri il numero delle sedi congressuali è ridotto a 430. Tali strutture determinano una offerta di 1244 sale per convegni e meeting distribuite in 56 centri congressuali e 374 strutture ricettive. La capacità media di questi spazi di qualità è di 154 posti per sala. 7.3 Per la maggior parte si tratta di strutture ricettive alberghiere, mentre sono oltre 180 le strutture congressuali (centri congressi e sale di vario genere). 7.4 La disponibilità di aree espositive di supporto all’attività congressuale è sempre più strategica, in Toscana dispongono di tali spazi circa 120 strutture con un totale di circa 200 aree espositive attrezzate per circa 34.000 mq. 7.5 In termini di sale congressuali s’individua al primo posto per dotazione Firenze (25%), poi Siena (10%), seguono con un peso simile (7/8%) Arezzo, la Versilia, Montecatini, Grosseto. Rispetto alla disponibilità di sale Firenze si distingue maggiormente (32%) con un forte distacco dalle altre realtà: Siena (9%), Arezzo e Pisa (8%), Montecatini e Versilia (6%). 7.6 Gli obiettivi che la Regione Toscana ha indicato nascono dal riconoscimento del “Sistema congressuale” come importantissimo segmento dell’offerta turistica toscana con un valore strategico. Pertanto emerge con forza la necessità di aumentare: 8 Il complesso di Piazza Puccini Il Centro Congressi 9 • l’attrazione di flussi turistici qualificati verso la Toscana, • la destagionalizzazione del movimento turistico, • l’entità e qualità dell’indotto economico e occupazionale che il settore è in grado di attivare, • la fondamentale funzione di accreditamento dell’immagine dell’offerta toscana rispetto a target e mercati strategici per un migliore e ulteriore posizionamento dell’offerta turistica di qualità espressa dalle destinazioni turistiche toscane. 7.7 L’azione di indirizzo strategico al settore congressuale individua specifiche priorità, tra le quali particolari misure “ per il sostegno finanziario ai Soggetti pubblici per la realizzazione e qualificazione delle infrastrutture pubbliche collegate ”. 7.8 Inoltre il documento della regione Toscana individua delle particolari “Destinazioni congressuali di eccellenza” ritenute le più vocate e dotate di una offerta relativamente qualificata in quel momento storico: Firenze, Montecatini Terme e Versilia. Queste strutture però necessitano di rispondere a nuove esigenze e riuscire ad ottenere un prodotto all’altezza della richiesta congressuale. In questo quadro viene proposta una definizione “ di Prodotto Congressuale Completo” inteso come l’integrazione fra le seguenti dotazioni: • Centro Congressi, con adeguati requisiti qualitativi e quantitativi, • ricettività alberghiera (camere in alberghi di categoria 5–4–3 stelle), in quantità almeno equivalente alla capienza della sala plenaria e spazi per la ristorazione, con capienza almeno uguale a quella della sala plenaria, • ricettività alberghiera (3/4 stelle), anche non dotata di sale congressuali o aree espositive, ma localizzate nel comprensorio congressuale, per la sola ricettività a servizio dell’utenza congressuale, • servizi di progettazione e organizzazione di eventi e servizi accessori quali: trasporto di persone, allestimenti, servizi tecnici, catering interpretariato, assistenza congressuale, ecc. 7.9 Sempre la programmazione regionale individua “il rilancio delle destinazioni congressuali della Toscana, attraverso un più forte coinvolgimento delle istituzioni pubbliche locali a fianco delle imprese delle Destinazioni Congressuali di Firenze, 10 Arezzo, Chianciano, Lucca, Montecatini, Siena, Versilia/Costa Apuana.” 7.10 Questa forte azione di supporto dovrà trovare la forza operativa in progetti locali di “Destinazione Congressuale” al fine di proseguire e qualificare ulteriormente le azioni si supporto e sostegno delle Destinazioni congressuali di eccellenza della Toscana. Questo passaggio, indicato dalla Regione Toscana, come una condizione essenziale può avvenire tramite il rafforzamento del “ ruolo e la partecipazione attiva delle istituzioni locali, con particolare riferimento alle Province, ai Comuni e alle Camere di Commercio”. 7.11 I Progetti locali di Destinazione congressuale. Questi progetti devono essere intesi come un“insieme di interventi per la qualificazione e promozione dell’offerta congressuale che si configurino come un sistema coordinato e condiviso di iniziative tipiche dei Convention & Visitors Bureau. ” 7.12 Con specifiche determine dirigenziali, la Regione Toscana sta sostenendo i nuovi “Progetti locali di Destinazione congressuale riferiti alle Destinazioni congressuali di eccellenza ”. Questa scelta e forte indicazione programmatoria rende la struttura del Centro Congressi di Viareggio (struttura di proprietà del Comune) una naturale sede di riqualificazione ed adeguamento per il miglioramento dell’offerta congressuale. 7.13 Infine per quanto riguarda la Destinazione Versilia/Costa Apuana la Regione prescrive che “il progetto sarà presentato congiuntamente dalle Province di Lucca e Massa Carrara e sarà realizzato dall’ APT nella quale avrà sede la Struttura tecnica permanente”. 7.14 Nel documento di Piano del PIT il 3° metaobiettivo “Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana” e il 2° obiettivo “ tutelare il valore del patrimonio costiero della Toscana” è raggiunto adottando un preciso indirizzo nello stesso Piano: “ salvo che per i porti, . . . non si urbanizza a mare”. Questa azione viene definita tramite l’attenzione verso “una portualità in cui l’offerta turistico-diportistica adotti una nuova selettività: sia sul piano della qualità che della quantità degli interventi modificativi. Una selettività, in particolare, che sia comunque ancorata alla filiera cantieristica e manutentiva della industria nautica toscana e alle sue dislocazioni territoriali”. Una scelta che la Regione 11 Toscana intende perseguire tramite l’interruzione delle attività meramente orientate alla valorizzazione immobiliare e alla conseguente speculazione di breve periodo e “ privilegiare – invece - chiari e innovativi disegni imprenditoriali, capaci di far sistema con un’offerta turistica organizzata e integrata nella chiave di servizi plurimodali e coordinati. E che, al centro della sua attrattività, abbia un paesaggio costiero integro e pienamente riconoscibile nella varietà dei suoi fattori estetici, storici e funzionali”. L’indicazione della Regione Toscana è precisa, indicando priorità e modalità di attuazione tramite azioni tese a “ incoraggiare le potenzialità attrattive connesse allo sviluppo di un armonioso waterfront che investa l’insieme del patrimonio costiero toscano e, mediante attente progettualità coordinate di conservazione attiva e di neoqualificazione funzionale, ponga in armoniosa relazione - pur nella salvaguardia della discontinuità urbana - il fascino delle città e dei borghi di toscani, la suggestione dei porti, nelle loro infrastrutture demaniali così come nelle loro passeggiate a mare, entro una trama paesistica in cui centri urbani ed entroterra costiero acquisiscano, nella piena riconoscibilità delle loro componenti insediative ed evitando qualunque logica di conurbazione, una nuova vitalità nell’abitare e nell’intraprendere”. Ma la tutela e la valorizzazione del patrimonio costiero toscano ha anche il volto di una grande e specifica politica pubblica che persegue l’innovazione profonda del patrimonio territoriale della nostra Regione e delle sue potenzialità competitive e attrattive. Si tratta di quella “piattaforma logistica toscana” che occupa uno spazio cruciale nell’agenda del Piano regionale di sviluppo”. Il documento di Piano continua indicando alcuni Sistemi Funzionali: il primo riguarda la “Toscana dell’ attrattività e dell’accoglienza”. “ Attrazione e accoglienza sono insieme, ed in maniera complementare, due concetti che si rifanno direttamente all’obiettivo del Prs di “aprire” la Toscana verso il mondo. Attrarre significa avere specificità, risorse e qualità che hanno un valore riconoscibile nel resto del mondo; significa non solo essere competitivi sul mercato delle merci, dei servizi e degli investimenti, ma anche visibili nell’area della cultura, dell’ambiente, del paesaggio, della società e della politica e, più in generale, delle diverse aree dell’agire umano, non solo a fini economici e produttivi.” 12 7.15 Queste indicazioni programmatiche sono l’asse portante della verifica e della progettualità contenute nella proposta di PIUSS di Viareggio, in particolare per alcune operazioni relative alla nascita della città balneare, allo sviluppo delle attività della congressista ed al supporto delle attività alberghiere. 7.16 Ancora dal Documento di Piano emergono preziose indicazioni relative alle potenzialità presenti nel territorio di Viareggio, in particolare la necessità di sviluppare azioni per aumentare l’attrazione. “ L’attrazione è quindi non solo una politica di rilievo economico, sia che si riferisca ai turisti o agli investitori stranieri, ai compratori di prodotti e servizi locali o agli studenti e ricercatori delle università e dei centri di eccellenza, ai lavoratori e alle famiglie straniere, ma è una politica globale che punta a fare della Toscana un luogo di eccellenza, di qualità e di vivibilità. ” 7.17 Per quanto riguarda questa necessità il documento di Piano insiste sull’urgenza, a proposito delle azioni nel campo turistico, di incrementare la “capacità di far convergere flussi di turismo”. In questa strategia viene sottolineato che “per i turisti sarà di particolare rilievo la qualità dei servizi culturali e di benessere insieme ad un sistema ricettivo e di ristorazione capace di sviluppare personalizzazione e ricercatezza a fronte di un prezzo affidabile ed adeguato”. L’attrattività delle singole realtà locali deve coniugarsi a specifiche strategie per l’accoglienza. Non si può puntare sull’attrattività, sull’apertura verso il mondo e poi sviluppare atteggiamenti di chiusura e l’ incapacità di accoglienza di tutto ciò che è diverso e di tutto ciò che “viene da fuori”. Accogliere significa riconoscere le differenze, cercare di comprenderle e sviluppare un atteggiamento positivo di interscambio e di apertura. Significa essere disposti a fare i conti con le “novità” e aumentare le sedi e le occasioni di vero confronto, escludendo nel contempo, come fenomeni di uno stesso difetto di approccio, eccessi di subalternità o di superiorità che non facilitano il confronto culturale. Sposando quel punto di vista e prevedendo esigenze strutturali, di servizio e di supporto che emergono da parte di chi non vive ed opera abitualmente nel contesto locale o di chi, pur interessato a farlo per un periodo più o meno lungo, non si è ancora inserito in maniera stabile. 13 7.18 Seguendo queste ultime indicazioni, la proposta di PIUSS è stata impostata affinché attrattivà e accoglienza siano facce diverse di una stessa medaglia, o meglio immagini e servizi di una stessa città. In questo quadro la proposta PIUSS ha cercato di “integrare” nella stessa area (o nelle stesse aree) esigenze e linee diverse, da quelle legate al commercio e al turismo con quella della cittadinanza sociale e dell’assistenza sociale. Il territorio deve quindi diventare attrattivo e accogliente favorendo e supportando così quell’apertura della Toscana che rappresenta un obiettivo primario per il recupero di dinamismo e di qualità nel nuovo contesto competitivo a scala globale. 8. VIAREGGIO: COMMERCIO E TURISMO BALNEARE 8.1 Dall’”Atlante delle Attività Commerciali” redatto e pubblicato dalla Regione Toscana nel 2007, emerge un quadro di analisi, di verifica e di riflessione sul rapporto tra attività commerciali e turismo balneare di particolare rilevanza per la definizione delle linee d’intervento. “La Versilia, intendendo come tale la fascia di litorale che da Viareggio, attraverso Lido di Camaiore, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi, ecc. si protende fino a Marina di Carrara, è la zona della Toscana dove il turismo balneare celebra i suoi fasti maggiori. ” “La pianificazione urbana dei comuni versiliesi ha da sempre puntato a coniugare turismo e commercio in una comune cornice di sviluppo. Viareggio rappresenta un caso esemplare in tal senso. ”Concordando con l’intero documento regionale, riteniamo opportuno riportare i passaggi principali di questa ricerca che rappresentano gli elementi su cui l’intera proposta di progetto integrato ha raccolto proficue indicazioni, in particolare per le operazioni relative al turismo e alle attività commerciali. In previsione della stesura del Piano Strutturale, il Comune di Viareggio ha proceduto alla verifica della conformità degli strumenti urbanistici vigenti per valutare gli elementi innovativi della disciplina del commercio. La Conferenza Unificata Stato Regioni e Stato città del 1999 aveva stabilito i limiti a cui devono sottostare, negli strumenti urbanistici comunali, le aree da destinare agli insediamenti commerciali, ed in particolare quelle nelle 14 quali consentire l’insediamento delle medie e delle grandi strutture di vendita al dettaglio, in relazione alle tutele artistiche e ambientali, e ai vincoli di natura urbanistica con particolare riguardo alla disponibilità delle aree di sosta in relazione alle diverse strutture ricettive. Da ciò fu attivata una verifica relativa alla consistenza e alla localizzazione della rete commerciale, alla valutazione del dimensionamento e dell’efficacia dell’attuale presenza delle strutture di vendita con la valutazione della capacità attrattiva e aggregativa delle aree in cui tali strutture sono collocate e delle risultanze in termini di accessibilità, mobilità, traffico e inquinamento. L’obiettivo di tale verifica era quello di cercare nelle sommatorie delle valutazioni, oltre al miglioramento del servizio commerciale, quello relativo alla qualità urbana conseguita con un razionale sviluppo della rete distributiva. Dopo tali valutazioni il Piano Strutturale, in ragione della situazione di varietà delle funzioni della città di Viareggio, individua (come unico parametro e limite per l’insediamento delle strutture commerciali) la presenza della dotazione di parcheggi previsti dal DM n. 1444/68 e dalla legislazione regionale. La variante di adeguamento alla disciplina commerciale ha codificato i rapporti tra strutture commerciali e standard di parcheggio. Il Piano Strutturale ha individuato i criteri per la verifica delle vigenti localizzazioni delle strutture e delle aree da dichiarare non soddisfacenti e quindi oggetto di adeguamento o di rilocalizzazione in sede di stesura di Regolamento Urbanistico. I parametri relativi alle limitazioni per gli insediamenti commerciali di media e grande distribuzione sono i seguenti: non possono essere localizzati in aree facenti parte delle invarianti strutturali definite dallo statuto dei luoghi; non possono essere localizzati in aree prive di adeguate zone a parcheggio previste dalla normativa vigente. La domanda di spazi per utilizzazione a servizi per il consumo finale privato (commercio al dettaglio, pubblici esercizi, ecc. ) è stimata dal PTC con riferimento alle prevedibili propensioni ai consumi. Il PS conferma l’indirizzo di favorire il mantenimento e il consolidamento della struttura commerciale della città con il limite di insediamenti commerciali fino e non oltre i 1. 500 mq di superficie utile di vendita. Il PS inoltre prevede la riutilizzazione ed il recupero di spazi urbani ed edifici degradati (nonché nuove costruzioni collegate 15 funzionalmente con la residenza) per complessivi 545. 000 mq di superfici per insediamenti commerciali. Il Piano Strutturale individua quindi nella “difesa della varietà commerciale” una caratteristica di attrazione e promozione commerciale. La città di Viareggio risulta organizzata in un tessuto di relazioni, di rapporti e di presenze commerciali, da tutelare e valorizzare. In questo senso il PS prescrive il diniego dell’apertura di nuove strutture commerciali di grande distribuzione. Prima di descrivere le previsioni legate alla proposta di Regolamento urbanistico vale la pena ricordare due strumenti connessi con la salvaguardia della vivacità e dell’identità commerciale della città: il piano dell’arredo urbano della città e il piano particolareggiato della passeggiata (Piano Rogers). 8.2 Il piano dell’arredo urbano della città. Il piano di arredo urbano (2000-2002) è finalizzato ad attivare un generale processo di continuità ed integrazione tra città e centro storico, promuovendo processi di riqualificazione del centro e bloccando i fenomeni di banalizzazione dei luoghi. Il Piano, costituito da un sistema di obiettivi primari e da un insieme coordinato di progetti urbani, si fonda su due principi: quello economico, che mira alla salvaguardia dell’identità di un luogo trattenendo la funzione produttiva e commerciale in termini di qualità e di valore, integrandola al significato artistico e storico dell’ambiente locale; quello del primato della cultura, per cui il fondamentale diritto di abitare l’ambiente comporta un’etica della manutenzione del patrimonio, che pone l’identità culturale come diritto e risorsa di ogni cittadino e di ogni comunità. Gli obiettivi del Piano dell’arredo urbano sono tesi alla promozione dello sviluppo locale sostenibile: qualificare la funzione residenziale, elevare la qualità e la tipologia dei servizi della città, promuovere le attività commerciali, definire specifici progetti urbani per zone nodali, organizzare i beni culturali per un’offerta a sistema, ampliare il sistema di accoglienza per il turista, ottenere maggiore visibilità nazionale ed internazionale. Il progetto indica il centro storico come nuova polarità, e si apre a sud attraverso la riqualificazione del canale e la riattivazione dell’asse territoriale del Viale dei Tigli, che rappresenta il collegamento tra il parco naturale, la città e la pineta di ponente. Nella zona ad est del centro si valorizza l’area 16 della stazione ferroviaria concentrando attorno ad essa una serie di servizi per la città e trasformando tale area come polo scambiatore di modalità di trasporto, un ponte tra centro e periferie orientali. Attorno alla stazione si concentrano parcheggi per auto, parcheggi per cicli e motocicli, si incrociano piste ciclabili di percorrenza nord-sud e est-ovest, si attestano i terminal autobus per le linee sia urbane che extraurbane. La ristrutturazione dei giardini della stazione dona migliore accessibilità sia alle attività commerciali lungo la Piazza Dante che al sistema a pettine delle strade che connettono, attraversando il centro storico, la zona del mercato centrale alla passeggiata a mare. Nell’ambito del piano sono stati inoltre elaborati alcuni progetti per la rivitalizzazione del centro storico della città attraverso un rilancio dell’attività commerciale: fra questi quelli che riguardano la spina centrale del commercio (via Fratti-via Battisti), i viali della stazione, gli ambiti urbani di via Garibaldi e via San Francesco. 8.3 Il piano particolareggiato della passeggiata. Il piano particolareggiato interessa lo spazio pubblico più significativo della città di Viareggio: i viali a mare. Lunghi circa tre chilometri e larghi circa cinquanta metri, essi hanno subito negli ultimi anni un processo di degrado non tanto fisico, quanto piuttosto a carattere funzionale, determinato dalla progressiva rarefazione delle funzioni e dei servizi commerciali che fino a trent’anni fa si localizzavano pressoché esclusività sul lungomare. Carenza di aree per la sosta, banalizzazione degli spazi commerciali, impoverimento delle attività collettive ed altro hanno spinto l’Amministrazione comunale a promuovere, nel 1998, la redazione di un piano particolareggiato della passeggiata. Il Piano, improntato a principi di pianificazione sostenibile e partecipata, affida la riqualificazione più al coordinamento e alla sinergia di interventi. 8.4 Le diverse fasi del piano sono state discusse con la cittadinanza e le categorie, attraverso incontri e dibattiti che in alcuni casi hanno portato a modifiche sostanziali fino all’adozione del piano nel Giugno del 2003. Per bilanciare l’esigenza di conservazione di questa invariante strutturale e insieme l’urgenza di rinnovamento, il piano individua punti di riferimento visivi e funzionali che intensificano le connessioni tra la passeggiata e altre importanti polarità della 17 città: un centro di servizi e di informazioni, un polo congressuale presso lo stabilimento balneare Principe di Piemonte, un centro termale e per il tempo libero in corrispondenza dell’Hotel Royal, una grande Agorà per eventi pubblici presso la Piazza Mazzini, un polo di nuove attrezzature (alberghi, centri divertimenti, ecc. ) attorno alla piazza D’Azeglio, altre attrezzature. Il piano, oltre alla riqualificazione funzionale, propone una riorganizzazione morfologica della sezione urbana della passeggiata. Riduce gli spazi carrabili e ridistribuisce gli spazi pedonali e della ricreazione. Lo spazio pubblico viene attualizzato con la partecipazione attiva degli operatori privati. Per i nuovi elementi di arredo vengono coinvolti artisti e progettisti del carnevale. Al fine di connettere la zona commerciale della passeggiata con le altre polarità urbane sono previste nuove piste ciclabili scoraggiando l’uso dell’auto. Viene incentivata anche la connessione con la zona del porto e delle marine turistiche, che rappresentano due componenti chiavi della città. Si promuove il disegno di nuovi ponti per migliorare il collegamento ciclo-pedonale con la zona del lungo canale e del porto, stimolando ulteriori e spontanei futuri sviluppi. 9. INDIRIZZI DELLE POLITICHE SOCIALI 9.1 Le Politiche Sociali del Comune di Viareggio da anni sono programmate sulla base della rilevazione statistica che viene effettuata tramite strumenti specifici adottati con l’informatizzazione del servizio. L’organizzazione dei Servizi Sociali, realizzata attraverso l’accesso informatizzato al Segretariato Sociale, consente di selezionare l’utenza e definire fin dal primo approccio interventi mirati ed appropriati. Conoscere in modo analitico la realtà sociale cittadina, le condizioni di vita ed i bisogni delle persone consente quindi di definire gli obiettivi strategici dell’intervento sociale. La realtà che emerge è un quadro di povertà diffusa che interessa soggetti particolarmente a rischio come gli anziani, i giovani in cerca di prima occupazione, donne e immigrati regolari, fino a lambire quelle fasce di popolazione che storicamente sono meno esposte agli effetti negativi della crisi 18 economica e occupazionale in cui da alcuni anni versa l’intero Paese. Le politiche sociali del Comune sono rivolte in particolare a quelle categorie di cittadini che, a diverso titolo, necessitano di supporto per affrontare i disagi legati alla vecchiaia e conseguente non autosufficienza, crisi occupazionale, alti mutui e affitti, prezzi improponibili per l’acquisto di immobili ad uso abitativo. 9.2 Settori delle Politiche Sociali del Comune Le Politiche Sociali dell’Ente hanno diretto il loro intervento su 5 principali settori: • Contributi economici • Anziani • Emergenza abitativa • Minori • Immigrati Contributi economici I contributi economici, sulla base di quanto dettato dal Regolamento dei contributi economici di cui è dotato il Servizio, sono erogati a famiglie con reddito al di sotto della soglia del minimo vitale, a persone sole in difficoltà e ad anziani con redditi pensionistici insufficienti a soddisfare le esigenze di sopravvivenza. Nel 2007 gli interventi di minimo vitale per garantire la soglia di sopravvivenza sono stati 416 per un valore percentuale del 28, 63% nell’ambito della macroarea contributi e ricoveri (i dati statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007). Anziani Uno dei più rilevanti settori di disagio è legato alla popolazione anziana: spesso l’avanzare dell’età, pur in presenza degli standards di autosufficienza, comporta una fragilità dell’anziano sotto il profilo economico, relazionale e dell’autonomia globale. La complessità di questi fattori e, spesso, la loro concomitanza inducono la necessità di inserire la persona in strutture residenziali o l’attivazione di un supporto domiciliare. Il fenomeno della longevità della vita determina sempre più spesso la non 19 autosufficienza e, nell’impossibilità di mantenere la persona presso il proprio ambiente di vita, il ricorso al ricovero in residenze sanitarie assistite idonee a garantire l’assistenza e le cure necessarie all’anziano. Nell’anno 2007 gli interventi di ricovero in R. S. A. sono stati 121 per un valore percentuale del 8, 33% nell’ambito della macroarea contributi e ricoveri (i dati statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007). Per situazioni di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti sono stati anche attivati interventi domiciliari sotto forma di prestazione diretta, tramite l’invio di un’assistente domiciliare nell’abitazione dell’anziano (per igiene personale, mantenimento dell’igiene ambientale, spesa, preparazione pasti, ecc. a seconda dei singoli casi), o interventi indiretti tramite la corresponsione di un assegno mensile ai familiari per prestare assistenza al congiunto. Gli interventi di assistenza domiciliare diretta nel 2007 sono stati 123 e quelli di assistenza domiciliare indiretta, 173, per un valore percentuale dell’11, 91% nell’ambito della macroarea dei contributi e ricoveri (i dati statistici sono contenuti nel Rapporto Sociale 2007). Emergenza abitativa Subito dopo gli interventi di contributo economico il settore maggiormente impegnativo per le Politiche Sociali dell’Ente è quello dell’emergenza abitativa. Nell’anno 2007 sono stati attivati 328 interventi di emergenza abitativa per un valore percentuale del 22, 57% nell’ambito della macroarea dei contributi e ricoveri (i dati statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007). Gli interventi di emergenza abitativa hanno coinvolto non solo la casistica in situazione di vita estremamente degradata e marginale, ma anche le persone con sfratto esecutivo. I numerosi sfratti hanno dato luogo ad una sacca di numerosi nuclei anche con anziani e minori, sprovvisti di abitazione e di soluzioni personali al problema dell’alloggio. Il fenomeno è stato ulteriormente aggravato dall’alto costo degli affitti, dalla difficoltà di reperire alloggi con regolare contratto di locazione, dall’impossibilità per la maggioranza delle famiglie di accedere a mutui per l’acquisto di immobili ad uso abitativo. 20 Immigrati Negli anni 2007/2008 sul territorio comunale si è verificata una consistente immigrazione di massa di persone provenienti dalla Romania ed in particolare di etnia ROM. Questa tipologia di migranti ha assunto la consistenza di un fenomeno di emergenza-urgenza per la presenza di intere famiglie con anziani e minori sprovviste di tutto. L’Amministrazione comunale ha predisposto un programma straordinario di interventi per la protezione dell’infanzia, per il sostegno abitativo e per l’avviamento al lavoro in via temporanea di alcuni capofamiglia. Per le caratteristiche di città costiera Viareggio fa parte di quelle zone della Toscana dove l’immigrazione dal Nord Africa e dai Paesi dell’ex blocco sovietico è stata ed è particolarmente intensa e con caratteristiche di precarietà a seguito delle scarse opportunità lavorative che offre il territorio del nostro Comune. Lo Sportello Nuovi Cittadini, realizzato dai Servizi Sociali, fornisce consulenza e supporto agli immigrati che intendono regolarizzare la loro posizione, ottenere un ricongiungimento familiare o avere assistenza e orientamento. Il collegamento dello Sportello con la Questura, l’ambulatorio medico e il servizio docce, ha consentito l’avvio di molti utenti ad un percorso di sostegno all’inserimento e alla legalità. 10. IL PTC DELLA PROVINCIA DI LUCCA 10.1 Per quanto riguarda la pianificazione e programmazione provinciale la redazione della proposta di PIUSS ha tenuto conto delle indicazioni e direttive contenute nel PTC della Provincia di Lucca. L’art. 15 individua “gli Obiettivi per la Versilia” e tra le prime indicazioni emerge “la necessità di una risistemazione dei corsi d’acqua principali, privilegiando il recupero degli spazi necessari alle dinamiche fluviali, la messa in sicurezza delle situazioni di rischio, la riqualificazione delle aree di pertinenza fluviale, facendo riferimento alle relazioni territoriali tra l’area costiera e l’entroterra” tra i quali “ il sistema dei fossi e dei canali che dal bacino 21 di Massaciuccoli confluisce nel canale Burlamacca a Viareggio”. Da questa prescrittiva indicazione la proposta del PIUSS di Viareggio ha elaborato una specifica “operazione” denominata “riqualificazione del Canale Burlamacca”, con un insieme sistematico di opere e interventi tesi alla riscoperta del percorso d’acqua storico e matrice della stessa città. La lettera d) dell’art.15 del PTC della Provincia di Lucca prescrive “ il mantenimento, l’arricchimento e la valorizzazione dei «vuoti» e delle «discontinuità urbane», cioè del «sistema del verde residuo» riconoscibile nel tessuto insediativo continuo e diffuso della fascia costiera, contenendo drasticamente l’offerta di eventuali nuovi insediamenti all’interno degli attuali limiti urbani”. A questo proposito l’intera progettazione del PIUSS si è mantenuta non solo nel limite urbano, ma a sua volta ha individuato una zona più ristretta al suo interno (vedi perimetrazione PIUSS). Inoltre risulta di particolare congruità con l’elaborazione del PIUSS la lettera e) dell’art 15 quando stabilisce il “riconoscimento, la riqualificazione e la valorizzazione dei diversificati tessuti insediativi riconoscibili nel territorio(...) della fascia costiera, attraverso la individuazione dei limiti urbani al cui interno attivare azioni di riqualificazione e ridisegno degli ambiti urbani”. Questa indicazione appare di particolare valore essendo tesa a sollecitare e favorire quei processi di rigenerazione urbana a cui i Progetti Integrati tendono. Ancora la lettera h) dell’art.15 del PTC integra la prescrizione sopra ricordata sottolineando come “la valorizzazione delle specifiche identità e degli aspetti paesaggistici e ambientali propri dei centri (...)”, si ottenga “salvaguardando e valorizzando le loro relazioni con i propri territori, e promuovendo interventi che producano una tutela attiva dei valori ambientali e civili di tali luoghi”. Sempre l’art 15 del PTC e più precisamente alla lettera l) individua il “rafforzamento dell’identità turistica dell’intero territorio versiliese, facendo riferimento alla valorizzazione e alla tutela delle risorse storiche, architettoniche e ambientali”, che accompagnato al successivo comma lettera m) “la salvaguardia, il recupero e la riqualificazione del viale litoraneo anche attraverso una classificazione che escluda il disimpegno del traffico a lunga percorrenza” diventa un approccio metodologico progettuale. Questo approccio individuato e prescritto dal PTC ha generato nell’elaborazione del PIUSS una 22 apposita “operazione” che individua nel “fulcro” di Pza M. Luisa, Pza Puccini, il Centro Congressi, il sistema dei Grandi Alberghi, una occasione fondante dell’intera operazione di progetto integrato. Il richiamo ad un’ “integrazione dell’area con il sistema dei Parchi regionali (...) Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli, anche con l’individuazione di percorsi e circuiti di valenza storico-ambientale che uniscano montagna, collina, pianura e area litoranea” è contenuto nello specifico progetto presentato dall’Ente Parco MSM. Passando a specifiche definizioni ed indicazioni progettuali, l’art 60 del PTC individua le aree di pertinenza fluviale al punto 9 definendo compatibili le seguenti utilizzazioni “attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio; realizzazione, cura e fruizione di sistemazioni vegetali, finalizzate anche alla realizzazione di: parchi fluviali urbani e territoriali. ” Per quanto riguarda le indicazioni per gli insediamenti storici l’art 74 del PTC individua come priorità delle amministrazioni pubbliche la “conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo degli elementi fisici in cui, e per quanto, esse siano riconoscibili e significative.” Il 6° comma dell’art.74 del PTC individua come un’azione importante per la tutela e la conservazione anche “ la ricostituzione degli aspetti alterati in termini incompatibili o incongrui rispetto alle identificate caratteristiche e regole conformative, del sistema degli spazi scoperti, dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati, degli essenziali connotati dimensionali e formali dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti”. L’art.76 del PTC “Viabilità storica” dispone “che siano mantenuti nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato, la giacitura, e, se non sussistono particolari esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali”. Infine l’art 83 relativo a “Le aree urbane storiche ” contiene un pressante invito a prescrivere la conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo degli elementi fisici in cui, e per quanto, esse siano riconoscibili e significative, oltre che “prescrivere il ripristino delle predette caratteristiche, mediante trasformazioni degli elementi fisici, in cui, e per quanto, esse siano state alterate”. Ed ancora l’art 83, 8° comma del PTC individua che il “complesso dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti costituenti 23 ogni area urbana storica sia attribuito un insieme di funzioni che comporti un carico urbanistico totale eccedente quello presumibilmente sopportato dall’area urbana storica stessa al momento della conclusione della vicenda storica della sua conformazione”. Questa particolare e significativa prescrizione è stata tradotta in una “azione “ contenuta dal PIUSS denominata “la Passeggiata”, dove il recupero del Teatro Eden alla sua funzione originaria di “Teatro della città”, con la valorizzazione della passeggiata a mare, delle sue funzioni commerciali, di svago e tempo libero, rappresenta un ulteriore elemento progettuale di particolare valore. 11. IL PIANO TRIENNALE DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI LUCCA 2007-09 11.1 Le prospettive del turismo. Lo scenario del turismo resta comunque critico, nonostante tra gli operatori delle strutture ricettive si registri un grande fermento. Molte imprese hanno avviato programmi e offerte a prezzi differenziati, oppure hanno modificato le strategie aziendali intensificando le azioni promocommerciali o hanno arricchito l’offerta. Per quanto i progetti strategici siano disparati, però una frammentazione delle iniziative aziendali e la mancanza di una programmazione di “sistema”, soprattutto in quelle aree e per quei prodotti consolidati che pensano di poter contare su una “rendita di posizione”. Ancora oggi molte sono le segnalazioni critiche nel nostro sistema turistico. Il principale ostacolo per la vendita del prodotto “Toscana” sui diversi mercati rimane quello dei prezzi elevati e della competitività. Per quanto riguarda le previsioni di sviluppo, in quasi tutti i Paesi assistiamo ad uno spostamento della domanda verso i prodotti di “nicchia”. Il mercato del turismo organizzato ha già colto il fenomeno delle “nicchie” e lo dimostra l’aumento di proposte specifiche, ma anche l’affermazione di operatori specializzati. Gli incrementi maggiori sono attesi quindi per i pacchetti delle vacanze attive, per le proposte di ricettività in appartamento o in ville di campagna, per il benessere-wellness, per le varie forme di turismo sportivo, l’enogastronomia, il golf e i bed & breakfast. 24 In aumento anche le richieste di pacchetti per le città/centri d’arte, di breve durata e associati ad eventi culturali, generalmente arricchiti con percorsi di conoscenza e approfondimenti. Si tratta, in sostanza, di una possibilità per interpretare i nuovi orientamenti della domanda, che per essere sfruttata richiede un riadattamento dei prodotti alle esigenze del mercato e un superamento della strategia di marketing indifferenziato, che ha caratterizzato le azioni di una parte degli operatori pubblici e privati della Toscana. Un’altra novità è il cambiamento dei contenuti dei pacchetti turistici. Emerge un bisogno di proposte che non si caratterizzano solamente per la tipologia delle destinazioni, ma sempre più per le attività che si propongono nei pacchetti. Possono essere iniziative culturali, di animazione, corsi, incontri o pratica di sport, tali da rispondere ad un comportamento dinamico della clientela. Insomma un turista curioso culturalmente, giovane nel comportamento, che vuole dalla vacanza un giusto dosaggio tra relax e attività. 11.2 L’offerta turistica ricettiva. La Versilia, con 471 esercizi e 34.411 posti letto, rappresenta l’area provinciale con la più alta capacità ricettiva (il 79% dei posti letto complessivi). Sono presenti 381 esercizi alberghieri, per un totale di 18. 497 p. l. (il 52% situati in esercizi a tre stelle), e 90 strutture complementari con quasi 16 mila p. l. (circa il 90% della capacità extralberghiera è offerta dai campeggi e dai villaggi turistici). La Versilia, con 5, 0 giorni di media, rappresenta l’area dove i turisti si soffermano per più tempo; seguono la Garfagnana e la Valle del Serchio, con una permanenza media intorno ai 4 giorni, e l’area lucchese dove i turisti si fermano in media 2, 3 giorni. E’ evidente che questi dati risentono anche dei segmenti prevalenti in ciascun ambito territoriale; dove cresce l’incidenza del turismo legato all’offerta balneare e rurale aumenta la durata media dei soggiorni, dove invece prevalgono i flussi legati al turismo di arte e di affari i soggiorni risultano più brevi. In Versilia gli italiani effettuano soggiorni mediamente più lunghi degli stranieri; nell’area lucchese le differenze tra le due componenti tendono ad annullarsi. I flussi turistici provinciali si concentrano prevalentemente nei comuni costieri: con oltre 2, 6 milioni di presenze la Versilia occupa il 75% 25 della quota di mercato (in ordine di importanza si segnalano i comuni di Viareggio con 1, 2 milioni di presenze, e a seguire Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi con un numero di presenze compreso tra le 400-500 mila unità). L’area lucchese, con oltre mezzo milione di presenze, raccoglie il 15% dei pernottamenti della provincia, in larga parte concentrati nel comune di Lucca. La Valle del Serchio e la Garfagnana, rispettivamente con 193 mila e 128 mila presenze, si spartiscono il rimanente 10% del mercato; ad eccezione di Barga, dove nel 2005 si sono avute quasi 140 mila presenze, le altre località delle due aree appaiono piuttosto marginali da un punto di vista dei flussi (non si superano i 35 mila pernottamenti). 11.3 La Versilia, che può essere definita oggi un prodotto turistico maturo e di antica vocazione, offre una immagine consolidata e allo stesso tempo è riuscita a non far “invecchiare” la propria offerta. Nel periodo 2001 - 2005 è stata soprattutto la clientela italiana a rafforzare le presenze turistiche sulla costa. Il 2006 ha visto un recupero anche delle presenze straniere ed in particolare di nuovi mercati che stanno progressivamente sostituendo il mercato tedesco. La Versilia è naturalmente il punto di forza del turismo provinciale: realizza quasi l’80% delle presenze turistiche di tutta la provincia. La risorsa prevalente e quasi esclusiva è quella balneare, i movimenti turistici sono concentrati nell’arco della stagione estiva. La ricettività si basa su alberghi e campeggi di medie dimensioni, ma con una forte offerta di case ed appartamenti. 11.4 Gli obiettivi della strategia di sviluppo turistico. Gli obiettivi generali posti alla base della strategia di sviluppo turistico sono di diversa natura. Da una parte vi è l’esigenza di promuovere un corretto uso del patrimonio ambientale – storico – artistico – culturale, dall’altra vi è la necessità di far diventare il turismo uno dei settori trainanti l’economia locale. Affinché lo sviluppo turistico che si intende avviare raggiunga appieno i propri risultati occorre evidenziare alcuni parametri essenziali. Il primo fa riferimento alla cosiddetta “sostenibilità”, vale a dire l’esigenza di adottare politiche di sviluppo che tengano conto del rapporto costi – benefici, non solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale. 26 Il secondo vincolo da considerare riguarda la necessità di arrivare alla creazione di un vero e proprio “sistema integrato”, attraverso la definizione di un programma condiviso dai diversi soggetti presenti sul territorio, pubblici e privati, e che si sviluppi con l’integrazione fra più settori produttivi della provincia: turismo – commercio - agricoltura- artigianato. La strategia di valorizzazione turistica elaborata, per il prossimo triennio, individua azioni incentrate su più fattori: 11.5 Qualità ed innovazione: innalzare il livello qualitativo dell’offerta territoriale ed il rapporto prezzo/qualità del prodotto, puntando alla soddisfazione ed alla fidelizzazione del cliente. Sostenere gli investimenti pubblici e privati, nell’ottica della sostenibilità; sviluppare i servizi di accoglienza sul territorio attraverso la creazione di club di prodotti specifici, puntando ad una forma di ospitalità selezionata e alla qualificazione di alcuni elementi del patrimonio produttivo provinciale. Incrementare le azioni per la formazione e l’aggiornamento delle figure professionali. 11.6 Diversificazione: ampliare la composizione della domanda turistica del territorio; finalizzare maggiormente le iniziative di commercializzazione dei prodotti turistici; rafforzare la promozione e la commercializzazione mirata ai vari target di domanda; difendere i mercati tradizionali e ricercare nuovi mercati per evitar rischi derivanti dalla dipendenza di una sola tipologia di domanda. 11.7 Destagionalizzazione: predisporre azioni per sviluppare nuovi turismi, come componenti dell’offerta generale e come segmenti specializzati (le Reti pubblicoprivate dell’offerta); sviluppare integrazioni fra attrazioni forti e risorse meno conosciute: risorse culturali, della terra, dell’artigianato, eventi. 11.8 Integrazione: assicurare la compattezza del sistema, presentandosi sui mercati con un prodotto integrato grazie allo sviluppo di sinergie a livello territoriale e produttivo; migliorare le relazioni interne attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione; dare organicità ai molti eventi/manifestazioni organizzati sul territorio, perseguendo l’obiettivo della programmazione anticipata; sviluppare un’ottica di “reinterpretazione” e rivitalizzazione del prodotto turistico provinciale, con un arricchimento ed una maggiore flessibilità delle proposte ai turisti. Sulla base di queste considerazioni occorre puntare a proposte operative che 27 presentino una forte dinamicità della destinazione, l’incremento dell’attività e la specializzazione e l’integrazione delle aree territoriali. 11.9 Definizione, identificazione ed organizzazione dei prodotti turistici provinciali. La segmentazione della domanda turistica si traduce nella necessità di innescare un processo antitetico alla standardizzazione del servizio. Il riferimento a mercati di nicchia o a mercati emergenti, con riguardo sia alle motivazioni/comportamenti che alle diverse tipologie di vacanza, richiede sempre più un approccio diversificato, efficace e dinamico. Tutto questo permette di identificare sul territorio un prodotto turistico costituito da più segmenti turistici; dal turismo balneare al benessere, dal turismo rurale al turismo culturale, dal turismo naturalistico a quello sportivo. Impostare lo sviluppo turistico di un territorio significa, quindi, scegliere innanzitutto quali prodotti offrire sul mercato o, in altri termini, quali tipologie di bisogni di vacanza devono essere soddisfatti. Turismo d’arte e cultura L’aumento di turisti interessati ai beni culturali ha comportato una domanda più articolata ed esigente, che ricerca nella fruizione dell’arte una forma di vacanza: occasioni di intrattenimento, socializzazione e svago, oltre che il soddisfacimento di bisogni intellettuali e di conoscenza. L’individuazione dei profili dei consumatori culturali è un passo fondamentale per la creazione dei prodotti; in particolare, possiamo distinguere vari segmenti di visitatori culturali: • il turista culturale tipo che soggiorna nelle località di visita • il visitatore escursionista che arriva da una località di vacanza limitrofa • il visitatore per eventi che arriva per visitare mostre o per assistere a manifestazioni culturali di vario genere • il turista alla ricerca dei centri minori, delle tradizioni più tipiche, ecc. 11.11 Ognuno di questi consuma un prodotto composto da elementi diversi, che si collocano trasversalmente tra comprensori e che permettono di distribuire sul territorio i flussi e di integrare le risorse maggiori con quelle meno note. Ne deriva una necessità di strumenti di informazione turistica, trasporto pubblico, di servizi di accoglienza particolari, oltre che di promozione e di valorizzazione. Il turismo culturale è difficilmente riconducibile ad una rigida definizione in 28 quanto abbraccia una gamma differenziata di mete, di contenuti, di modalità di esecuzione che generano modelli di consumo estremamente articolati. Sulla base di questi elementi la promozione di una destinazione culturale comporta un mix di accoglienza, di ospitalità, di strutture, di eventi e servizi, senza trascurare che l’applicazione dei modelli di marketing dovrà far riferimento in primo luogo alle caratteristiche del prodotto culturale a cui la destinazione si riferisce. Sicuramente il territorio è in grado di offrire una serie di itinerari storico artistici e proposte turistico-commerciali, sviluppando un possibile club di prodotto collegato ad autori famosi del nostro territorio come Pascoli e Puccini, ai percorsi della VIA FRANCIGENA, ai percorsi della FEDE. Questi prodotti propongono percorsi grazie ai quali il viaggiatore esplora l’arte e la cultura in tutte le sue sfumature, che lo porta a spingersi in luoghi meno affermati, approfondire gli usi e i costumi delle diverse aree, conoscere i gusti gastronomici locali sulla base di un filo conduttore. Una particolare attenzione deve essere rivolta ai numerosi grandi eventi, agli spettacoli, alle manifestazioni e alle importanti mostre artistiche e culturali che ogni anno avvengono sul territorio: poter disporre con sufficiente anticipo del calendario delle manifestazioni e degli avvenimenti, al fine di attuare interventi di valorizzazione e commercializzazione anche in periodi di cosiddetta “bassa stagione”. In sostanza è auspicabile la definizione di un vero e proprio “protocollo di intesa” fra operatori turistici, operatori culturali, congressuali e Amministrazioni Comunali per avviare un processo di programmazione tramite un Coordinamento degli eventi finalizzato, in una prospettiva di medio periodo, alla possibile costituzione di un vero e proprio Distretto turistico culturale. 11.12 Turismo naturalistico – Ambientale. Secondo il 4° rapporto Ecotour sono oltre 76 milioni le presenze turistiche legate a questo fenomeno, di cui il 65% italiani ed il 35% stranieri, con 8, 14 miliardi di euro di fatturato. Gli operatori italiani specializzati in ecoturismo e in turismo naturalistico si dividono tra un alto numero di piccoli operatori specializzati e un numero ristretto di grandi Tour Operators tradizionali; di questi, circa due terzi dichiara un aumento, negli ultimi 3 anni, del volume di affari. Alla luce di tutto questo cresce anche la consapevolezza che il numero dei visitatori non può essere considerato un valido 29 indicatore del successo turistico di una area. Invece, la sostenibilità del turismo è diventata un elemento critico per molte aree: questo nuovo approccio considera lo sviluppo del turismo come un importante strumento per lo sviluppo locale, fino a che esso ha un impatto positivo sull’economia e sulla comunità locale, purché riesca a preservare le risorse naturali e culturali. Ciò comporta: l’abbandono di una strategia di offerta indifferenziata; l’individuazione di target potenziali sensibili all’offerta di aree naturalistiche; una forte integrazione del sistema di offerta di tutto il territorio provinciale; un forte orientamento del prodotto, del territorio, della comunicazione e promozione verso i target potenzialmente disponibili. Con l’offerta naturalistica e ambientale intendiamo una serie di prodotti legati alle esperienze di scoperta di autenticità e di conoscenza dell’ambiente che si possono vivere nel territorio provinciale. Ciò significa, da un lato, uno sviluppo sostenibile nelle zone a forte valenza ambientale, come le aree protette e i parchi, con promozione adeguata e proposte di visita corredate da varie attività e possibilità di approfondimenti (laboratori didattico - ambientali, ecomusei, ecc.); dall’altro, la diffusione dei flussi turistici in aree rurali, dove l’azione dell’uomo abbia agito sul paesaggio in maniera armonica e originale. Si tratta in questo caso di far emergere una nuova tipologia di prodotto, lavorando su target ben definiti anche se di nicchia, sia locali che provenienti da altre regioni e dall’estero. La chiave di lettura “del turismo ambientale” potrà interpretare quindi sia i prodotti del turismo, sia di vacanza attiva collegati allo sport (trekking, mountain bike, ippoturismo, sci), con una valorizzazione dei prodotti tradizionali quali enogastronomia, parchi e aree protette. Già da qualche anno l’Amministrazione Provinciale, come del resto molte Amministrazioni Comunali, ha cercato di valorizzare le risorse ambientali (il sistema Underground provinciale ai primi posti in Toscana ed in Italia – Grotta del Vento, Grotte di Bagni Caldi, Grotta dell’Onda e Antro del Corchia - il sistema dei parchi provinciali con il parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, i parchi regionali dell’Alpi Apuane e di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, le ANPIL, il progetto Inter. eco. tur) individuando ed attrezzando i percorsi naturali, pubblicando apposite guide per soddisfare la richiesta di questo tipo di turismo sempre più ricercato anche dalle giovani 30 generazioni, oltre che dagli stranieri. In generale è un segmento in crescita, per il quale occorre “calibrare” in modo corretto la diffusione dell’immagine e la creazione di prodotti specifici (club di prodotto Natura e Ambiente) rivolgendo l’attenzione ai target specifici. 11.13 Turismo congressuale. In connessione ai segmenti lavoro/affari per l’area di Lucca, e come segmento interessante per la destagionalizzazione sull’area costiera, è opportuno tenere conto del ruolo del turismo congressuale. Per tutta la provincia di Lucca, il capoluogo e in particolare per la Versilia, questo segmento resta un’opzione importante. Secondo dati ISTAT, il turismo d’affari è invece prevalente tra l’autunno e la primavera: la quota dei viaggi di lavoro/ congressi raggiunge il massimo tra ottobre e dicembre con quasi il 22%. L’incidenza del turismo d’affari/congressuale sul complessivo fatturato alberghiero italiano è del 21, 1%, collocandosi al terzo posto in ordine di grandezza dopo il turismo balneare e culturale (dati Istat). Le principali esigenze della domanda congressuale, cui fornire risposte adeguate sono: capacità ricettiva, sedi e servizi congressuali adeguati; facile accessibilità; collegamenti efficienti anche con altre risorse che ne costituiscono parte integrante; valenze turistiche di tipo accessorio (ricreative, sportive e culturali); ruolo dei Convention Bureau. I nuovi mercati della domanda congressuale sono però fondamentalmente diversi da quelli tradizionali e richiedono rilevanti innovazioni, in particolare dal lato dell’offerta: nuove infrastrutture e competenze manageriali idonee a gestire il cambiamento in atto. Sicuramente per cogliere le opportunità che già si intravedono nel comparto è necessario avviare investimenti in moderni centri congressuali. Sul piano quantitativo, il segmento congressuale consente di compensare le flessioni della domanda di segmenti più maturi; dal lato qualitativo il segmento congressuale ha caratteristiche che favoriscono l’innovazione dell’offerta turistica e la distribuzione temporale dell’attività su tutto l’arco dell’anno. Per questo è importante, progettare un ulteriore club di prodotto Affari, Congressi e Incentive, dove dar seguito a tutta una serie di iniziative volte a favorire lo sviluppo di attività congressuale nel nostro territorio. Sicuramente una delle azioni prioritarie è quella di promuovere un vero e proprio coordinamento fra i Convention Bureau 31 esistenti sulla nostra provincia. 11.14 Turismo balneare. Questo segmento è considerato ancora oggi come la principale manifestazione del turismo di massa. Tuttavia, sotto il profilo della competitività del prodotto, l’Italia ha ormai perso da anni la leadership in tale settore, sostanzialmente per due motivi: la difficoltà di adeguare la propria offerta ad una domanda che ha mutato radicalmente le proprie esigenze, persistendo in un modello parzialmente superato; la scarsa capacità di penetrazione del mercato dovuta all’individualismo di tante piccole imprese, accanto ad una sorta di difficoltà a costituire qualsiasi forma di cooperazione/aggregazione, che ha portato ad affidarsi prevalentemente ad una clientela tradizionale. Il mercato attuale è composto prevalentemente da gruppi di matrice familiare, per molti dei quali assume un peso non trascurabile la variabile costo; è caratterizzato da una tendenziale e progressiva riduzione della durata media della permanenza e si assiste ad una crescente concorrenza da parte dei paesi in via di sviluppo. Su questo scenario i comportamenti prevalenti della domanda sono: diventa sempre meno esclusivo il riferimento al trinomio “sole – spiaggia – mare”; una ricerca sempre più esplicita di una personalizzazione dell’offerta; la richiesta di molteplici soluzioni ricettive, oltre quelle tradizionali, e in generale di una adeguata qualità della ricettività; la maggior sensibilità all’insieme dei servizi e delle infrastrutture, oltre che al canale della intermediazione turistica per la domanda estera. Lo sviluppo competitivo di una nuova forma di turismo balneare sul nostro territorio richiede un piano di interventi incentrato in particolare sui: prodotti turistici collegati al prodotto mare; i prodotti turistici collegati all’entroterra, in particolar modo alle risorse culturali e ambientali, che richiedono pertanto di essere coerentemente integrati nel sistema del prodotto balneare; quelli a matrice trasversale che consentono di diversificare la propria offerta, oltre che di arricchire con nuovi stimoli anche i segmenti tradizionali, in modo da evitare il rischio di perdere quote di mercato, perché tenacemente legati a modelli turistici ormai superati anziché offrire un prodotto in linea con le esigenze odierne della domanda; la diversificazione e la qualificazione della ricettività, con particolare attenzione al sistema ricettivo delle seconde case; l’adozione di appropriate 32 politiche di prezzo; la realizzazione di opportunità per lo sport ed il tempo libero; l’attivazione di nuove reti formalizzate di cooperazione tra operatori di diversi settori produttivi. Sicuramente il livello alto di stagionalità rappresenta uno dei temi di maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione e degli operatori economici. È certo che il territorio può sostenere flussi turistici oltre le punte stagionali, però occorre progettare offerte mirate, incentivi al soggiorno nei periodi di bassa e media stagione, mediante una adeguata promozione e commercializzazione. 11.15 Turismo nautico. La nautica da diporto è un segmento che merita l’attenzione di tutti i soggetti interessati allo sviluppo turistico dell’area. La presenza di uno dei principali porti turistici della nostra Costa, la presenza di un sistema logistico in espansione rendono il nostro comprensorio particolarmente idoneo allo sviluppo di questo comparto. 11.16 Pescaturismo. E’ un fenomeno che è sempre esistito, ma in modo molto marginale. Oggi tale attività è divenuta impresa commerciale che in alcuni casi ha assunto maggior valenza rispetto alla pesca tradizionale. Il bacino di utenza per questo tipo di offerta nel 2005 è stimato in circa 300. 000 clienti, con un tasso di crescita valutato intorno al 20%. Il forte sviluppo del fenomeno, che resta ancora una nicchia di mercato, è riconducibile a specifiche attività di comunicazione. Il pescaturista-tipo ha tra i 30 e 40 anni; abita in città dove è di solito impiegato in una azienda; è appassionato di prodotti biologici; rifugge il turismo di massa; abitua ed educa i figli al rispetto della cultura del mare e alla riscoperta dei prodotti della pesca artigianale. Per un passaggio in barca spende in media dai 30 ai 50 euro. Nel prezzo sono compresi anche - a seconda delle località e delle condizioni del mare - battute di pesca sportiva o immersioni per gli amanti dei fondali, corsi di educazione ambientale che avviino i bambini alla conoscenza del mare e al rispetto della natura ed escursioni naturalistiche nella macchia mediterranea. 33 12. LA STRATEGIA REGIONALE IN MATERIA DI BENI CULTURALI 12.1 La Regione Toscana con la delibera 1 del 6 Maggio 2005 ha approvato il Programma Pluriennale degli interventi strategici nel settore beni culturali per gli anni 2006 e 2008 relativi al programma di Governo 2005 -2010. Nel III° capitolo per quanto riguarda gli Obiettivi del nuovo programma viene confermata la volontà di “ proseguire l’azione intrapresa dal precedente programma, del quale costituisce continuazione e completamento, al fine di proseguire nella qualificazione dell’offerta culturale locale e nell’incentivazione dello sviluppo dei sistemi economici locali”. Gli obiettivi sono rivolti a: • garantire il diritto alla cultura ed alla fruizione consapevole dell’enorme patrimonio di conoscenza che il passato ci ha tramandato potenziando la funzione educativa dei musei. • potenziare la conservazione e la fruizione dei beni culturali attraverso interventi di valorizzazione del patrimonio culturale storico architettonico e paesaggistico anche in forma integrata al fine di aumentarne l’attrattività e migliorare la vita dei cittadini mediante anche lo sviluppo di reti territoriali esistenti di musei ed ecomusei; • aumentare la dotazione di spazi dedicati alla produzione ed alla fruizione di cultura, ma anche alla sua conservazione e documentazione attraverso specifiche banche dati. 12.2 In ragione delle indicazioni della Regione Toscana il PIUSS ha elaborato una precisa strategia progettuale relativa: al potenziamento della funzione educativa dei musei, con la esplicitazione di una proposta centrale della costituzione di una “rete museale”, che per le sue caratteristiche si snoda e si valorizza nella struttura urbana. Alcuni edifici rappresentano più di ogni altro il senso della identità storica. Il loro restauro anche testimoniale rappresenta un recupero identitario, che si fonda nel processo di valorizzazione a cui tende il progetto integrato. Altri progetti culturali completano il processo ed il progetto d’integrazione con particolare riferimento allo studio della città, delle sue potenzialità e delle sue testimonianze, ma anche dei processi di “evoluzione” architettonica ed ambientale 34 12.3 Il programma strategico evidenzia la necessità di sostenere iniziative tese a: • l’adeguamento dei musei agli standard museali concordati fra Regioni e Ministero per i beni e le attività culturali relativamente alla messa a norma degli impianti, alla prevenzione incendi e all’abbattimento delle barriere architettoniche (Ambito V dell’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei Musei approvato con D. M. 10/5/2001). • la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali mediante restauro e riqualificazione architettonica e paesaggistica di aree pubbliche e/o di uso pubblico di rilevante interesse storico artistico e di contenitori storici attrezzati per attività espositive e dello spettacolo, la realizzazione, l’ampliamento, la ristrutturazione e la riqualificazione funzionale di: musei, collezioni e raccolte di beni culturali aperti al pubblico, sedi espositive, ecomusei, percorsi culturali ed itinerari tematici e strutture con finalità didattiche, formative e documentarie, centri servizi e strutture con ruoli di coordinamento di reti e sistemi culturali territoriali, aree e parchi di rilevante interesse culturale e/o archeologico, biblioteche, archivi e mediateche, teatri, auditorium, strutture per lo spettacolo anche all’aperto. 13. IL PIANO OPERATIVO REGIONALE (POR) 13.1 Il POR rappresenta il quadro di riferimento complessivo a cui ogni singola azione, progetto ed iniziativa deve trovare il necessario raccordo. In particolare dal POR emergono analisi della situazione sociale ed economica della Toscana, con l’evidenziazione di criticità di particolare rilevanza. Oggi la tenuta di questo modello sembra essere messa in crisi dalle tensioni provenienti sia dal versante demografico che da quello economico. In relazione al primo aspetto, l’invecchiamento della popolazione, i mutamenti del costume familiare (separazioni, nascite fuori dal matrimonio, lavoro femminile, ad esempio) e la quota crescente di immigrati, fa lievitare il bisogno di infrastrutture educative e servizi per l’infanzia nonché per gli anziani soprattutto in particolari aree. 35 Riguardo alle tensioni di tipo economico, dall’inizio di questo ultimo decennio il sistema produttivo regionale sembra entrato in una preoccupante fase di declino, testimoniato dall’evoluzione negativa dei principali indicatori economici, che sembra sollecitare l’adozione di interventi (economici ed infrastrutturali) che siano in grado di incidere in profondità sulle principali criticità. 14. DAR 14.1 Obiettivi generali. Promuovere il rafforzamento della competitività del territorio e del sistema produttivo regionale, per metterlo in grado di sostenere la competitività internazionale, di creare occupazione qualificata, e di garantire lo sviluppo sostenibile. Obiettivo Specifico dell’ Asse prioritario (Asse V) e la valorizzare delle risorse endogene e la qualificazione dei sistemi urbani e metropolitani per favorire lo sviluppo sostenibile, l’attrattività e la competitività sui mercati internazionali. 14.2 Obiettivi specifici. Promuovere il recupero e la riqualificazione dell’ambiente fisico e favorire la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse naturali e culturali nei sistemi urbani e metropolitani. Interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente urbano e delle aree per insediamenti produttivi finalizzati alla creazione e al miglioramento di aree da destinare a spazi e servizi a fruizione collettiva, al terziario avanzato, nonché alla realizzazione di infrastrutture di servizi alla persona. Interventi di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e dei contesti urbani funzionali alla fruizione di un turismo sostenibile. Attivazione di iniziative mirate di marketing finalizzate a promuovere le risorse endogene e ad attrarre investimenti esteri nei settori avanzati. Sostenere il superamento delle difficoltà delle zone svantaggiate mediante lo sviluppo delle attività economiche, la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse naturali e culturali, ai fini dello sviluppo di un turismo sostenibile. Sostegno per lo sviluppo di attività economiche e per la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse naturali e culturali ai fini dello sviluppo di un turismo sostenibile nelle aree di svantaggio geografico. Attivazione 36 di iniziative di promozione del patrimonio culturale e ambientale a fini di un turismo sostenibile. 15 I PIANI DI URBANI INTEGRATI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (PIUSS) E LA STRATEGIA LOCALE 15.1 Una delle caratteristiche del PIUSS è che devono essere “ formulati sulla base di una strategia di sviluppo territoriale definita a livello locale, al fine di assicurare una maggiore efficienza ed efficacia degli interventi anche in termini di miglioramento della qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini toscani coinvolti” (DAR Toscana 14 gennaio 2008). Il Progetto Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile si inserisce nell’attuazione del Piano Strutturale del Comune di Viareggio approvato sia dalla Provincia di Lucca che dalla Regione Toscana. Gli obiettivi generali definiti nel Piano Strutturale riguardano un insieme di azioni, programmi, iniziative, non solo di pianificazione, tesi al miglioramento sociale, economico e complessivo dei sistemi territoriali presenti nel territorio del Comune di Viareggio. La natura stessa del Piano Strutturale, individua nell’insieme di regole, indicazioni, prescrizioni ed obiettivi, la novità principale ed innovativa di nuove forme di “Governo del Territorio”. Il PIUSS, pertanto diventa strumento di attuazione degli obiettivi del Piano Strutturale. 37 16. CREATIVITÀ “l’immaginazione è più importante della conoscenza” Einstein 16.1 Ogni anno l’UE sceglie un tema per una campagna di sensibilizzazione su un argomento specifico. Il 2009 sarà dedicato alla creatività e all’innovazione. L’UE ha individuato nella creatività la vera chiave del successo nell’era della globalizzazione. L’innovazione è infatti un elemento essenziale del pacchetto proposto dalla Commissione per combattere i cambiamenti climatici e per rilanciare l’economia dell’Unione, che oggi attraversa la peggiore recessione degli ultimi decenni. La campagna contribuirà all’elaborazione del programma dell’UE riguardante la cooperazione tra gli Stati membri nel campo dell’istruzione e della cultura. Essa influenzerà le politiche anche in altri settori, tra cui quello delle imprese e dell’occupazione. 16.2 “Immaginare - creare – innovare”. Scopo dell’iniziativa vuole essere quello di promuovere approcci creativi e innovativi in vari campi dell’attività umana. Nei prossimi 12 mesi la Commissione si attiverà per accrescere in tutti gli Stati membri la consapevolezza dell’importanza della creatività e dell’innovazione intese come competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico. “La creatività e la capacità di innovare sono qualità umane fondamentali” – ha detto il commissario Ján Figel’ – “Esse albergano in ognuno di noi e ad esse ricorriamo in numerose situazioni ed occasioni, consapevolmente e non. Con questo anno europeo, vorrei far sì che i cittadini europei comprendano che promuovendo i talenti umani e la capacità umana di innovare, si può dar vita a un’Europa migliore e aiutarla a sviluppare tutto il suo potenziale sia economico che sociale”. 16.3 European Year of Innovation and Creativity – EYCI. Sottolineando la creatività e l’innovazione, l’UE mira a dar forma al futuro dell’Europa in un contesto di concorrenza globale stimolando in tutti noi il potenziale creativo e innovativo. L’EYCI è un’iniziativa orizzontale che si riallaccia e coinvolge vari 38 aspetti: oltre a quelli riguardanti l’istruzione e la cultura, esso comprende le politiche d’impresa, quelle regionali e della ricerca. Le linee principali su cui si svolgeranno le iniziative sono essenzialmente: • La creatività e l’innovazione nel settore pubblico • La diversità culturale come base per la creatività e l’innovazione • Istruzione per la creatività e l’innovazione • La creatività e l’innovazione e la società della conoscenza • La creatività e l’innovazione e lo sviluppo sostenibile 16.4 Creative Industries e le arti. Queste linee di lavoro e dibattito sono state indicate al fine di suggerire e richiedere – anche agli enti locali- interventi ed azioni tese: • alla promozione artistica e alle altre forme di creatività attraverso la prescuola, l’istruzione primaria e secondaria compresi i flussi di formazione professionale, per mantenere l’impegno creativo con le forme di autoespressione in tutta la vita adulta; • la diversità culturale come fonte di creatività e l’innovazione; • le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come supporti per autoespressione creativa, garantendo che, la scienza e la tecnologia promuovano un contributo attivo, una mentalità innovativa; • lo sviluppo di una più ampia comprensione del processo di innovazione e un atteggiamento più imprenditoriale, come prerequisiti per il benessere; • la promozione dell’innovazione in quanto percorso per lo sviluppo sostenibile regionale e le strategie di sviluppo locale; • la partecipazione di industrie culturali e creative, con la proposta di una progettazione mirata dove l’estetica e la situazione economica coincidono con l’innovazione nei servizi pubblici e privati. 16.5 Il riferimento all’ ”Anno della Creatività” è diretto a far sì che un’iniziativa di presentazione della proposta PIUSS di Viareggio venga inserita nel programma Europeo. In particolare si propone che dopo la presentazione della domanda e dell’esito favorevole, l’intera fase di progettazione dei singoli interventi (dal 39 preliminare al definitivo ed alla realizzazione) trovi uno specifico momento di presentazione all’interno dell’Anno della Creatività. 16.6 In particolare viene presentata un’azione che leghi le iniziative nel campo culturale, il Carnevale, al mondo della scuola nel sistema indicato dalla Commissione come “occasione di osservazione di variegate soluzioni creative e innovative che nelle varie parti d’Italia, nei settori educativi, sociali, economici e produttivi si sono attuati o sono in corso di realizzazione. Se infatti l’ obiettivo primario è quello di mettere in evidenza l’identità italiana in confronto e in relazione a quella europea, rendendo visibile il ruolo della creatività e dell’innovazione nello sviluppo delle identità locali facendo emergere tradizione e originalità. Un’iniziativa per mettere in luce le soluzioni di eccellenza cogliendone gli aspetti di non episodicità, di stretto legame e ricaduta territoriale e sociale, nonché di formazione lungo tutto l’arco della vita”. 40 17. LA CARTA DELLE CITTÀ SOSTENIBILI 17.1 Nel 1994 la Conferenza europea sulle città sostenibili tenutasi ad Aalborg, Danimarca, ha approvato la Carta delle Città Sostenibili. In questa carta sono presenti molte indicazioni programmatiche e risoluzioni utili in tutti i processi di progettazione integrata e di rigenerazione urbana. In particolare il “Ruolo delle città Europee” individua la necessità di arrivare ad un modello di vita sostenibile con il coinvolgimento delle collettività locali e soprattutto viene riconosciuto il ruolo “dell’amministrazione locale che si colloca ad un livello prossimo a quello in cui vengono percepiti i problemi ambientali e il più vicino ai cittadini, e condivide a tutti i livelli con i governi le responsabilità del benessere dei cittadini e della conservazione della natura”. Dalla Carta delle Città Europee emerge l’indicazione di avviare “un processo locale per la ricerca dell’equilibrio” in cui la “sostenibilità non rappresenta uno stato né una visione immutabili ma piuttosto un processo locale creativo e volto a raggiungere l’equilibrio che abbraccia tutti i campi del processo decisionale. Esso genera una continua verifica nella gestione delle città per individuare le attività che spingono il sistema urbano verso l’equilibrio (. . ). Costruendo la gestione della città sulle informazioni raccolte attraverso tale processo, si comprende che la città funziona come un tutto organico e gli effetti di tutte le attività significative divengono manifesti. Grazie a tale processo la città e i cittadini possono effettuare scelte razionali. Una procedura di gestione che si fondi sulla sostenibilità consente di prendere decisioni non solo sulla base degli interessi degli attuali fruitori, ma anche delle generazioni future”. 18 URBACT II 18.1 Il Comune di Viareggio fa parte del network Urbact II che vede il Comune di Obidos (Portogallo) come capofila per il Progetto Creative Cluster. Questo progetto europeo attivato a partire dal mese di novembre del 2008, prevede un particolare lavoro di analisi e sviluppo di approfondimenti e studi tesi alla redazione della carta europea della “Creatività”. Ma l’importanza del progetto 41 risiede anche nell’introduzione di una metodologia di lavoro per le Pubbliche Amministrazioni che comporta innovazioni nelle modalità di formazione dei progetti urbani. La costituzione di specifici gruppi di azione locale, da una parte, e la redazione di “Piani di Azione Locale” sui temi individuati dal progetto, si sono intrecciati nell’elaborazione del progetto integrato. I temi scelti dal progetto europeo hanno visto l’individuazione di quattro tematismi che sono una parte saliente del progetto integrato. La questione del rilancio della cantieristica, dello sfruttamento delle potenzialità della struttura portuale, si sono intrecciate nello sviluppo del progetto del Polo Tecnologico per il Distretto della Nautica: ma anche gli altri progetti in corso di realizzazione, rappresentano delle enormi occasioni per un rilancio dell’intero comparto industriale per uno sviluppo durevole e sostenibile. Le iniziative attivate per una migliore e moderna Passeggiata, sono gli elementi per uno specifico “Piano di Azione Locale” che dovrà intrecciare ed integrare gli obiettivi per il settore commerciale e turistico. La presenza della “Cittadella del Carnevale” rappresenta un luogo unico dove esperienze di creatività, nuove forme artistiche, possono trovare la possibilità di realizzarsi. Analogamente la realizzazione del Nuovo Gran Teatro all’aperto dedicato a G. Puccini, rappresenta una spinta ed un impegno a consolidare tutte le forme artistiche ivi presenti, che possono espandersi nell’intero territorio comunale. Quindi tra il progetto “Creative Cluster” ed il progetto Integrato PIUSS è nato un rapporto biunivoco di reciproca alimentazione progettuale, incrementato da una nuova metodologia che prevede appuntamenti di approfondimento e precisazione delle strategie locali. 19. IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL PIUSS DI VIAREGGIO 19.1 La scelta di partecipare alla presentazione di un progetto integrato secondo le indicazioni e l’avviso pubblico della Regione Toscana ha avuto inizio con la Delibera della GM del 15 Giugno 2008. 42 A partire da questa data si è costituito un gruppo di progettazione incentrato sull’Ufficio Urbanistica e Ambiente a cui si sono affiancati i responsabili dell’Ufficio Lavori Pubblici, dell’ Ufficio Cultura, dell’Ufficio Turismo e del Servizio Sociale. La preparazione del Documento di Orientamento Strategico (DOS) ha comportato un lavoro di studio del materiale della Regione Toscana, alla documentazione relativa alla programmazione strategica, e soprattutto al materiale già presente nei vari uffici. In data 8 Luglio 2008 il Sindaco ed il Presidente della Provincia hanno indetto la prima riunione di concertazione da svolgere il 25 Luglio 2008 con la presentazione del DOS alle categorie economiche, alle associazioni del volontariato e alle forze politiche. Il DOS viene allegato alla presente relazione. A partire dal 25 Luglio 2008 fino al 15 Settembre 2008, l’ufficio ha curato ed assistito la presentazione delle domande da parte di tutte le realtà presenti nel territorio. Per agevolare la conoscenza del materiale di riferimento l’Ufficio ha predisposto una specifica sezione del sito del Comune interamente dedicato alla formazione del Progetto Integrato. Le domande presentate. A seguito di Avviso pubblico, inserito anche sul sito del Comune alla voce PIUSS, in cui è stata indicata la scadenza del 15 Settembre 2008 per presentare i progetti da inserire nella proposta di PIUSS. Sono stati presentati n. 53 progetti dai settori interni e da Enti e Associazioni: • n. 22 progetti dai settori interni; • n. 18 progetti da Enti partecipati e da Associazioni non profit; • n. 13 progetti da Enti vari. I suddetti progetti sono stati suddivisi secondo le 5 linee di intervento previste dal PIUSS: a. linea 5.1a (sviluppo economico: almeno progetto preliminare; il definitivo entro giugno 2009; acquisto terreni e immobili fino al 10%; escluso manutenzione ordinaria e straordinaria; è necessario un piano esecutivo di gestione): 43 settore interno: • Via Matteotti –Polo Tecnologico (acquisto, da fare progetto preliminare); • Polo tecnologico “Arengo”(da fare progetto preliminare); • Polo tecnologico (da fare progetto preliminare); • Polo tecnologico “ Finanza”(comodato dal demanio, da fare progetto preliminare); altro: • Università di Firenze- Fashion Promenade(contro la contraffazione); • ANCI- scuola di formazione per la pubblica amministrazione Previsti progetti per 4.330.000, 00 (al di sotto del valore stabilito dalla Linea 51a pari ad euro 6.470.000, 00; b. linea 5.1b (infrastrutture per il turismo e il commercio: per il turismo progetti da 500. 000, 00 ad euro 3.000.000,00; per il commercio progetti da euro 50.000,00 ad euro 500.000,00; le società non economiche devono essere totalmente pubbliche; è necessario di un piano esecutivo di gestione): settore interno: • Mercato coperto di Piazza Cavour (chioschi) (da approvare progetto definitivo); • Motonave Burlamacca (da fare progetto preliminare) • Parte di Passeggiata ( dalla passerella al Caffè Margherita) (da fare progetto preliminare); • Piazza Maria Luisa (da fare progetto preliminare); • Piazza Puccini (da fare progetto preliminare); • Centro Congressi Principe di Piemonte (da fare progetto prelimoinare); • pannelli e punti informativi (da fare progetto preliminare); inoltre sono stati inseriti i lavori in esecuzione (liquidati dall’1. 1. 2007), in quanto fanno corpo funzionale ai progetti presentati e concorrono ad aumentare il contributo europeo: • riqualificazione via Garibaldi; • arredo urbano: rastrelliere portabiciclette; 44 • progetto “bici in centro”; • pubblica illuminazione Via Andolfini; Modena, Piazza Pacini e Pea; • pubblica illuminazione: Via Cavallotti; San Francesco; • sistemazione Piazza Santa Maria; • sistemazione Piazza Shelley; • Piazza Margherita (inserita nel piano degli investimenti) (da fare progetto preliminare); altri: • CESIT (Consorzio pescatori): pescaturismo (progetto gestionale). Previsti progetti per euro 15.964. 229 00 (leggermente al di sopra del valore stabilito dalla linea 5.1b pari ad euro 15.840.000,00; c. linea 5.1c (cittadinanza sociale: cantierabilità del progetto entro 10 mesi; progetto di almeno 200.000,00 euro): settore interno:0 altri: • ASP Viareggio- residenza per anziani - ex Ospedale Tabarracci (progetto definitivo); • Associazione Sacro Cuore - immobile casa di riposo poveri vecchi (progetto rendicontabile); • Misericordia Viareggio- centro diurno malati Parkinson (progetto rendicontabile); • Misericordia Viareggio- Centro interculturale (progetto preliminare); Previsti interventi per euro 7.534.077, leggermente al di sotto del valore stabilito dalla linea 5.1c pari ad euro 7.545.000, 00; d. 5.1d (asili nido: progetto almeno preliminare): settore interno: • Via Matteotti – asilo nido e giardino (acquisto immobile, da fare progetti preliminari); • Via Virgilio Darsena- classe aggiuntiva Nido di Infanzia (progetto rendicontabile); 45 • altri: • Misericordia Viareggio- accoglienza infanzia “ Colzi”(progetto rendicontabile); • Misericordia Viareggio- accoglienza infanzia “ Ricci” (progetto rendicontabile); • Misericordia Viareggio- accoglienza per minori (progetto esecutivo); • Misericordia Viareggio – nido di infanzia in via delle Catene (progetto preliminare); • Università degli studi di Firenze- parco dei diritti (parco giochi per bambini) (progetto preliminare) Previsti progetti per euro 3.638.267, 00 leggermente al di sotto del valore stabilito dalla linea 5.1d pari ad euro 3.660.000,00; e. Linea 5.2 (patrimonio culturale: progetto almeno preliminare, progetto di almeno euro 300.000,00; è necessario di un piano esecutivo di gestione): settore interno: • Mercato coperto di Piazza Cavour (loggiato) (da fare progetto preliminare); • Restauro Torre Matilde (da fare progetto preliminare); • Villa Puccini ( fare accordo con la proprietà, da fare progetto preliminare); • Parco Cittadella del Carnevale (da fare progetto preliminare); • Teatro Eden (da fare progetto preliminare); • Osservatorio sulla città (progetto gestionale); • Arredi atelier-GAMC (da fare progetto preliminare); • sistema museale (progetto gestionale – progetto rendicontabile); inoltre è stato inserito l’allestimento museo della Marineria, in quanto progetto eseguito rendicontabile; altri: • Fondazione Carnevale- statue (progetto rendicontabile- progetto preliminare); • Istituto Matteucci – programma culturale integrato (progetto definitivo); • Ente Parco Migliarino:- percorsi naturalistici (progetto preliminare); • Provincia di Lucca- Villa Argentina (progetto preliminare). Previsti interventi per 15. 810. 612 inferiori al valore stabilito dalla linea 5 2 pari ad euro 16. 485. 000, 00-. Non sono stati accolti i seguenti progetti e/o idee progettuali: 46 • Servizi sociali- realizzazione di una casa di accoglienza temporanea per donne in difficoltà – presso l’ex ospedale Tabarracci (lato Ovest) (idea progettuale); • Servizi sociali- centro abitativo e ricreativo per anziani (scheda fattibilità); • Servizi sociali- centro di aggregazione per anziani autosufficienti (idea progettuale); • Servizi sociali- centro di pronta accoglienza per minori (idea progettuale); • Pubblica Istruzione- Nido d’infanzia “ Puettino”- Via Repaci- Marco Polo (progetto esecutivo- fuori zona PIUSS); • Pubblica Istruzione- nido d’infanzia per n. 25 bambini a Td. L. (idea progettuale- fuori zona PIUSS); • Pubblica Istruzione- la casa di Sirio- centro servizi per la famiglia (tensostruttura) (idea progettuale- necessita di variante al PRG); • Pubblica Istruzione- Giardino nido d’infanzia Snoopy- Via Pistoia Marco Polo (idea progettuale- fuori zona PIUSS); • Coop. Primavera- nuovi spazi (idea progettuale); • Coop. Primavera- la città creativa (idea progettuale); • Cultura- villa Borbone (progetto di gestione- spese rendicontabili - fuori zona PIUSS); • Attività Portuali- valorizzazione del canale Burlamacca per la nautica minore (idea progettuale); • Attività Portuali- qualità sociale della nautica da diporto (idea progettuale); • Viareggio Porto spa (società economica); • Mover spa- realizzazione parcheggio a 2 piani nell’area ex gasometro (non rientra nelle spese ammissibili PIUSS); • ASP Viareggio- cimitero comunale Viareggio-(non rientra nelle spese ammissibili PIUSS); • ASP Viareggio- cimitero comunale T. d. L. - fuori zona PIUSS; • Croce Verde Viareggio- bambini e sport, una scelta (campo sportivo Basalari (gradinate)- Via Aurelia- Marco Polo- fuori zona PIUSS; 47 • Croce Verde Viareggio- centro di riabilitazione complessa c/o Mercato ItticoViale Europa- necessita di variante al PRG); • Navigo srl (idea progettuale e Società commerciale) 19. 3 Il lavoro principale di formazione del progetto integrato ha riguardato, oltre alle indicazioni progettuali contenute nel DOS, ad un’attenta verifica delle proposte pervenute, la loro definizione e verifica di rispondenza alle prescrizioni regionali. 19. 4 Per rendere il lavoro più agevole sono stati nominati, per ogni linea del Bando regionale, un funzionario responsabile, che oltre alla verifica dei progetti dell’Amministrazione Comunale ha curato i rapporti con i proponenti tramite l’istituzione di specifici tavoli di lavoro. 19.5 ELENCO DEI TAVOLI DI LAVORO La Giunta Comunale con deliberazione n. 391 del 25.6.08, ha incaricato il settore n. 5 urbanistica di elaborare la proposta PIUSS. Il Dirigente del Settore n. 5 ha organizzato la struttura nel seguente modo: - ha nominato un coordinatore PIUSS con l’incarico di raccordare il gruppo di lavoro interno, d’intesa con gli Enti/Società/Associazioni/categorie esterne: - il coordinatore ha promosso sistematici incontri con i settori interni e con enti esterni; si elencano i primi incontri, a cui hanno fatto seguito numerosi altri incontri di aggiornamento e verifica: • Settore turismo (5.8.08), • Fondazione Carnevale (1.8.08); • Settore servizi sociali (1.8.08); • Settore Lavori Pubblici (4.08.08); • Navigo scarl (4.08.08); • Settore pubblica istruzione (4.08.08); • Versilia Centro Congressi (6. 8. 08); • Viareggio Porto spa (6. 8. 08); • Istituto Sacro Cuore (7. 8. 08); • ASP (7. 8. 08); • Settore Attività Museali (8. 8. 08); • Misericordia (8. 8. 08); 48 • Settore Attività Portuali (31. 7. 08); • Settore Cultura (31. 7. 08). sono stati promossi incontri con i rappresentanti della Giunta comunale, in particolare: • con la Giunta Comunale (23. 12. 08); • con gli Assessori interessati (20. 10. 08); • con il direttore generale (20. 11. 08); - ha costituito un gruppo di lavoro composto dai tecnici del settore urbanistica e ha designato un tecnico referente per le 5 linee di intervento (arch. Fruzza linea 5.1a; geom. Valentini linea 5.1b; dr. Lumbrici linea 5.1c; geom. Tomei linea 5.1d; arch. Berrugi linea 5.2) . sono stati promossi i primi incontri (9.7.08; 22.7.08; 1.9.08); . successivamente sono stati promossi incontri sistematici una volta a settimana (il lunedì) presso il dirigente del settore; . il 1° aggiornamento del gruppo di lavoro si è svolto presso Villa Borbone in data 28. 8. 08, alla presenza dei rappresentanti della Giunta Comunale, dove è stato illustrato il Documento di Orientamento Strategico (DOS) e la proposta portante del PIUSS; . il 2° aggiornamento del gruppo di lavoro si è svolto presso il Centro Congressi Principe di Piemonte in data 30.31 ottobre 2008 in occasione del workshop “Progetti Integrati Urbani, Rigenerazione Urbana ed Ecosostenibilità”, organizzato proprio per conoscere e confrontarsi con realtà che hanno già avviato significativi programmi di riqualificazione. In questa occasione le diverse città europee intervenute hanno presentato i loro progetti e i loro piani di rigenerazione urbana, tra queste le città di Rotterdam (Paesi Bassi), Brasiv (Romania), Obidos (Portogallo) Bakù (Repubblica dell’Azerbaijan), oltre a città italiane quali Venezia, Torino, Pisa, Palermo e Carrara. Nell’occasione sono stati rilevanti gli interventi di docenti universitari, tecnici esperti della Regione Toscana, della Regione Emilia Romagna e provenienti da imprese di consulenza del settore. 49 ha designato i tecnici incaricati ad elaborare il masterplan e nominato n. 2 esperti di supporto alla struttura per elaborare indagini socio-economiche, per elaborare i piani economici di gestione dei singoli progetti, e per attività di supporto ai tecnici incaricati ad elaborare i progetti PIUSS. - Ha inoltre organizzato i seguenti tavoli di lavoro: • Tavolo relativo alla linea sviluppo tecnologico: a questo tavolo, oltre alla proposta del Polo Tecnologico per il Distretto della Nautica, hanno lavorato i rappresentanti della Società Viareggio Porto (società partecipata del Comune), il Consorzio Navigo, l’ANCI Toscana. • Tavolo relativo alla linea turismo e commercio: a questo tavolo, hanno partecipato, oltre alle società del Comune (Viareggio Patrimonio, Centro Congressi) i rappresentanti dei Centri Commerciali Naturali, la Confesercenti, l’Ascom, il Consorzio Toscana Produce, l’Ente Regionale Parco S. Rossore, Migliarino e Massaciuccoli. • Tavolo relativo alla linea cittadinanza sociale: la cospicua presenza di molte associazioni cittadine, ha contraddistinto il lavoro di definizione delle varie proposte relative all’aumento della presenza del volontariato, tra queste la soc. ASP, l’Auser, la Crea, la Misericordia di Viareggio, la Croce Verde di Viareggio, l’Istituto Sacro Cuore. • Il quarto tavolo relativo agli asili nido: anche questo tavolo è stato contraddistinto dalla presenza degli uffici comunali, ma anche dei rappresentanti dell’associazionismo e dell’Università di Firenze. • Il quinto tavolo relativo alla cultura: anche se a questo tavolo la presenza degli uffici comunali è stata predominante, sono da segnalare significative presenze come l’Istituto Matteucci di Viareggio e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. - Il lavoro si è sviluppato in un rapporto costante tra la definizione dei singoli progetti e l’elaborazione della proposta del progetto integrato unificante. - La seconda conferenza di concertazione si è svolta il 9 Gennaio 2009, con la relazione del Sindaco e la presentazione della proposta di complessiva di Progetto Integrato. - La terza conferenza di concertazione del 26 Febbraio 2009 ha rappresentato 50 il momento di presentazione dei singoli progetti facenti parte del PIUSS e del Master Plan. 20. GLI OBIETTIVI DEL PIUSS 20.1 Gli obiettivi a cui il PIUSS tende e che rappresentano un importante momento di attuazione e verifica sono: La città bella. In cui l’arte, l’architettura ed il paesaggio stimolino l’immaginazione e lo spirito tramite la riduzione delle aree di “degrado” a partire dalle aree pubbliche, agli immobili di proprietà dell’ente locale, iniziative edilizie essenzialmente riconducibili alla categoria d’intervento del restauro per valorizzare il patrimonio edilizio e immobiliare pubblico. Questo obiettivo comporta il rispetto di criteri per la tutela del paesaggio, la difesa del patrimonio arboreo, la trasformazione di aree pubbliche a verde in Giardini e Parchi Pubblici. • La città compatta e policentrica. Tramite “l’equilibrata distribuzione dei servizi e delle funzioni tra le varie aree del Comune per favorire un’organizzazione diffusa della vita civile, la facilità delle relazioni e una mobilità sostenibile”. In particolare è da sottolineare che l’art 10 del PS prevede la “distribuzione equilibrata dei servizi e dalla facilità del loro raggiungimento all’interno dei quartieri cittadini, l’incremento del verde pubblico”. Lo stesso articolo del PS prevede azioni mirate e congruenti di “Miglioramento delle Architetture e delle gestioni delle piazze e delle pinete, come condizione essenziale per favorire modi diffusi e non concentrati nel vivere la città”. • La città creativa. Una città in cui “apertura mentale e sperimentazione siano capaci di mobilitare il pieno potenziale delle risorse umane permettendo rapide risposte al cambiamento”. Al tempo stesso saper “garantire la flessibilità e la varietà delle conoscenze, delle modalità di incontro e di socialità della città e delle sue parti” • La città della storia e delle bellezze riconoscibili. Una città nella quale sia agevole “il godimento dell’ambiente collettivo, delle bellezze del paesaggio, dell’arte, dell’architettura e segno di riconoscimento della storia comune”. A 51 questo proposito gli indirizzi di base del PS riguardano la “liberazione della sosta di automezzi con la realizzazione di un sistema organico di parcheggi filtro agli ingressi, di parcheggi in sotterraneo e in nuove aree di superficie”. Il PS individua come esigenza prioritaria la “Riqualificazione delle aree di degrado ambientale, delle aree dismesse, situazioni di disordine e di precarietà ambientale ed edilizia” ed in particolare la “Tutela del patrimonio edilizio storico di particolare pregio e significato”. • La città dell’apprendimento diffuso. L’ art. 12 del PS individua la “Piena copertura dei fabbisogni delle scuole per l’infanzia” come obiettivo prioritario. La messa a disposizione di adeguati contenitori per i progetti possibili dell’istituzione universitaria in materia di decentramento della didattica e della ricerca. La “Diffusione e qualificazione delle sedi dell’offerta culturale (musica, teatro, luoghi della lettura, dell’autonoma espressività artistica) in particolare dei giovani”, capaci di un’offerta crescente e qualificata di servizi formativi e culturali per ogni settore della popolazione. Ancora l’art. 12 del PS prevede espressamente la “Realizzazione della Rete Museale (Pinacoteca, Museo del Carnevale, Museo della Marineria)” e di “strutture culturali ed espositive dei luoghi pucciniani e l’esposizione delle principali collezioni cittadine”. La diffusione di “ esperienze formative ricercando condizioni di nuove aperture al territorio come le istituzioni scolastiche e sanitarie”. Sempre l’art. 12 del PS prevede una “permanente particolare attenzione, in tutte le azioni precedenti, alla specifica garanzia di accessibilità e di coinvolgimento dei cittadini portatori di handicap”. • La città ecologica. Una città capace di rendere minimo l’impatto ecologico, in cui il paesaggio e le forme costruite siano in equilibrio ed in cui costruzioni e infrastrutture siano sicure ed ecologicamente efficienti. La riduzione degli inquinamenti atmosferici, ambientali, elettromagnetici e idrici. La mitigazione degli effetti ambientali indotti dalle funzioni presenti nella città con aumento degli standard a verde e parcheggi. La partecipazione dei cittadini agli obiettivi della sostenibilità ambientale. L’attivazione delle certificazioni ambientali per il miglioramento della produzione. 52 • La città giusta. Il PS individua come obiettivi prioritari le azioni e i programmi tesi a favorire i processi della giustizia, intesa come equa distribuzione delle risorse e delle opportunità. Tutelare le attività, gli spazi, le forme di comunicazione dei bambini, in particolare riconoscendo alle aree scolastiche, agli edifici e ai luoghi della cultura e dello spettacolo, alle piazze e alle strade, alle pinete e agli arenili, la funzione di luoghi privilegiati delle relazioni dei bambini tra loro e con gli adulti. Il riconoscimento del Diritto al lavoro stabile e sicuro tramite “ la razionalizzazione ed espansione della cantieristica navale, favorendo processi di innovazione tecnologica e promozione dei prodotti di distretto; il sostegno alla crescita delle attività turistiche, specializzazione tipologica, ampliamento della stagione, turismo congressuale e aumento della base nautica del diporto. Il “Diritto degli anziani a vivere in condizioni di socialità e di adeguata assistenza, aiutando le famiglie e incrementando i luoghi della socializzazione e le residenze collettive specifiche”. • La città varia. In cui una vasta gamma di attività che si sovrappongono possono animare l’ambiente, ispirandolo e stimolando una vita pubblica vivace. Questo obiettivo può essere raggiunto tramite il “superamento della Mono-funzionalità nelle Zone Urbane” garantendo la pluralità di attività, la distribuzione dei servizi e delle opportunità, lo sviluppo delle azioni e dei progetti di valorizzazione culturale e teatrale della città, con nuovi musei, parchi culturali e il Parco del Carnevale, ed il sostegno alle iniziative musicali come la lirica. • La città della partecipazione responsabile. Una città nella quale i comportamenti della partecipazione alla tutela del patrimonio collettivo, del volontariato e dell’associazionismo siano favoriti, soprattutto al fine di superare una rigida separazione tra le funzioni pubbliche e la cittadinanza dei singoli, dei gruppi e delle famiglie. 20.2 Il raggiungimento degli obiettivi del PS tramite una innovativa politica del governo del territorio è anche l’occasione reale e concreta di una partecipazione della comunità di Viareggio ad aumentare ed innovare la competitività regionale. 53 Una delle chiavi di volta di questa prospettiva è stata individuata nell’integrazione delle sinergie derivanti dalla riqualificazione dell’area portuale, nell’individuazione di processi di innovazione tecnologica a supporto della produzione di eccellenza della cantieristica, il potenziamento dell’attrazione commerciale, la tutela paesaggistica della passeggiata a mare tramite l’adeguamento dell’offerta turistica, il rilancio dell’immagine di città balneare, di capitale turismo della costa toscana. L’idea trae origine dalla consapevolezza di disporre sul territorio comunale non solo dell’azione dell’ente locale, ma di specifici soggetti pubblici o a prevalente partecipazione pubblica. L’obiettivo è quello di individuare nel sistema economico esistente, la rete di relazione per innovare le forma classica di turismo, facendo leva sulla centenaria capacità di attrazione turistica e le nuove sfide della globalizzazione. Questa singolare concentrazione di ricchezza a livello di offerta turistica, deve ritornare ad essere elemento trainante e contraddistintivo sia a livello nazionale che internazionale, prevedendo iniziative promozionali inserite in un progetto di promozione sistematica. 21. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA DEL COMUNE DI VIAREGGIO 21.1 La proposta di Progetto Integrato si è snodata ed evoluta con una costante: tutte le proposte risultano conformi alla disciplina urbanistica vigente. Tutti i progetti risultano conformi sia alla normativa di piano generale che agli strumenti attuativi, con particolare riferimento agli interventi del Polo Tecnologico e al Centro Congressi. Il Piano Strutturale. La vigenza del Piano Strutturale rende conforme anche tutte le previsioni urbanistiche in forza della disposizione previste dal PS che espressamente conferma le disposizioni urbanistiche contenute nella cd Variante PRG del 1997. 54 22. LA PROPOSTA PORTANTE DEL PROGETTO INTEGRATO URBANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE 22.1 I segnali di crisi che abbiamo registrato, pongono le questioni della ripresa, e dello sviluppo in nuovo contesto. Le difficoltà e le criticità dei sistemi urbani sul piano economico (e non solo), richiedono per la loro natura, nuove risposte che sappiamo confrontarsi con le modifiche globali. Nuove progettualità e nuovi disegni che per la loro necessità impongo di abbandonare gli approcci tradizionali, questi ultimi basati su separazioni tra urbanistica ed ambiente, tra previsioni e realizzazioni, tra verifica di incidenza o di impatto e concretezza economica. 22.2 Il Progetto Integrato si pone l’obiettivo di una vera integrazione progettuale e di realizzazione: un’integrazione non solo di destinazioni o di settori di competenza, ma di una capacità d’intervento che sappia amalgamare le vari linee d’intervento, capace d’integrare gli interventi delle società pubbliche, il mondo dell’associativismo sociale, ma soprattutto i vari interventi privati nei settori trainanti quali la cantieristica, il turismo, il commercio. Il lavoro di progettazione ha comportato la verifica di molti casi europei e di progetti integrati che rappresentano livelli di progettazione riconosciuti dalla Commissione Europea. La stessa definizione di Progetto Integrato richiede alcune puntualizzazioni necessarie. Riteniamo che per Progetto Integrato s’intenda un processo che realizza e definisce un progetto come un “complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo – aggiungiamo sostenibile - del territorio”. Un progetto di “Rigenerazione Urbana”. Il progetto Integrato è essenzialmente un progetto di rigenerazione urbana. Nella scelta di “quale” progetto sono state accantonate ipotesi di semplice recupero di immobili o aree abbandonate, in quanto non è evidente se questi interventi abbiano la capacità di rispondere con efficacia ai problemi di “nuova competitività delle città”, non essendo altro che progetti di valorizzazione fondiaria e di crescita immobiliare. In molti casi europei questi progetti hanno paradossalmente creato nuovi problemi di disagio ed estraneazione degli abitanti. Gli effetti a medio e lungo periodo hanno aggravato 55 i problemi di mobilità, di aumento del carico urbanistico, non affrontando, se non superficialmente, i problemi del “mantenimento della competitività” della città. La proposta avanzata nel PIUSS di Viareggio è quella di ritornare ad individuare nei percorsi matrice, che hanno generato la “città nuova”, la chiave interpretativa e progettuale di un processo di riqualificazione e rigenerazione urbana. Un progetto che individua, nel “matenimento” della struttura urbana portante, l’elemento propulsivo sia in termini di nuova progettualità, che di evidenziazione di risorse e potenzialità. Ritrovare nella propria storia “fondativa” gli elementi di identità e di forza di attrazione. Il “percorso” diviene il legame dei vari episodi costitutivi della “nuova città”. 22.3 La strada ed il canale. Dall’intersezione con la via “da e per Lucca” si crea il legame con l’entroterra, con le produzioni agricole, con il principale centro amministrativo. Il tratto finale con il canale ripropone il rapporto non solo con il mare e il suo porto, ma anche con il mondo “acquatico” del lago di Massaciuccoli. 22.4 La Via Regia. La strada che da sud collega con Pisa, attraverso la macchia mediterranea delle tenute dei Salviati e di S. Rossore, e da nord con i centri della Versilia (Camaiore, Pietrasanta, verso la Lunigiana e la Liguria), rappresenta un elemento contraddistintivo e di “matrice” della nuova città. Su questo percorso nasce la “nuova città”. 22.5 Il percorso matrice e la “scacchiera”. Dall’intersezione dei principali “percorsi”, nasce la scacchiera. La successione di aggiunte è la caratteristica principale di una crescita e di uno sviluppo urbano che nel 19° secolo definisce la città di Viareggio. La scacchiera non è solo motivo ordinatore di fondazione della “nuova città”, ma nella particolare inclinazione geografica, individua il miglior asse eliotermico, che permette alle tipologie edilizie di evolversi e dare il miglior rendimento energetico. 23. LA RISCOPERTA DEL PERCORSO MATRICE 23.1 La posizione geografica di Viareggio e delle sue marine in rapporto al resto della Toscana e alle vie di comunicazione, merita di essere rilevata. Viareggio è insediamento costiero che, ai vantaggi della marittimità, unisce quelli di raccordo 56 idroviario e stradale con la pianura alluvionale retrostante ubicata tra i fiumi Versilia-Camaiore e Serchio, trovandosi allo sbocco della cosiddetta Foce, vale a dire il fosso e porto-canale realizzato con sistemazione del basilare binomio idrografico Selice-Burlamacca, che drena le acque di larga parte del piano e delle colline tra Camaiore, Massarosa e Massaciuccoli, e serve anche da canale emissario della grande zona umida di Massaciuccoli. Carattere comune al litorale toscano, e non solo a quello a nord del Serchio comprensivo della Versilia, fino almeno alla seconda metà del XVIII secolo, fu l’estrema rarefazione della maglia insediativa e quindi del popolamento. Per secoli, fino alla gemmazione quasi urbana di Viareggio avvenuta dalla seconda metà del XVIII secolo in avanti, la costa ospitava solo il sistema a maglie larghe delle torri e degli altri punti di approdo commerciale e controllo marittimo, mentre centri e popolazioni che fruivano delle più svariate risorse del territorio litoraneo punteggiavano sistematicamente i sistemi collinari del vicino entroterra. Nonostante questa indubbia arretratezza territoriale, almeno da quando le cartografie sono sufficientemente attendibili e precise nella restituzione dell’assetto territoriale, si osserva come il territorio delle marine lucchesi divenne sempre più solcato da corsi d’acqua canalizzati da canali artificiali. Tutti questi corsi d’acqua consentirono, per secoli, la navigazione interna che metteva in collegamento i paesi dell’esteso retroterra piano-collinare compreso tra Camaiore, Mommio e Massaciuccoli con lo scalo marittimo viareggino. Porti interni erano presenti non solo sul lago di Massaciuccoli ma anche in corrispondenza dei brevi canali, quasi sempre navigabili con piccole imbarcazioni, che collegavano le zone umide minori agli emissari del lago e agli altri autonomi corsi d’acqua defluenti poi nella Foce di Viareggio. Il rapporto tra il territorio versiliese e le infrastrutture presentava una facilità nelle comunicazioni stradali presenti nella pianura costiera con andamento parallelo al mare e quindi con direzione Nord-Sud. Tale funzione fu comunque garantita da due strade fino a tutto il XVIII secolo, una più distante dal litorale, la via Francesca di Montramito-Massarosa-Massaciuccoli lungo i monti, e corrispondente più o meno all’antica consolare Emilia Scauri, e l’altra più propriamente marittima e precisamente tra la costa e le paludi, la Pietrasanta57 Motrone-Viareggio-Malaventre-Pisa, detta via Romana, e corrispondente alla via Aurelia novecentesca. Le due arterie costituivano le direttrici obbligate del traffico terrestre di uomini e merci tra il Nord e il Centro-Sud della Toscana e non solo (Pianta di parte della frontiera di Toscana di verso Tramontana con tutte le sue strade carreggiabili e incarreggiabili e distinte disegnata e con diligenza ricorretta nell’estate dell’anno MDCCXLVI). Il porto di Viareggio è sempre stato collegato con l’interno mediante un’arteria trasversale di raccordo, la via Regia, detta allora Lucchese, con innesto a Montramito sulla via Francesca. Tale strada costruita nonostante le difficoltà date dai terreni paludosi e facilmente inondabili, serviva a mettere in comunicazione il porto e le sue marine non solo con i tanti paesi piano-collinari della sub regione Versilia, ma anche e soprattutto con Lucca, tramite la via di Massarosa, Quiesa e Maggiano. Nel caso dell’area Versiliese si dispone di numerose rappresentazioni cartografiche in considerazione della rilevanza strategica e dell’importanza produttiva della costa, seppure spesso allo stato potenziale. L’analisi della cartografia storica è indispensabile per una conoscenza consapevole ai fini della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e paesaggistico del territorio della Versilia. Questa vasta produzione, oltre a riguardare i campi applicativi più svariati, terrilogi, martilogi, progetti di bonifica, demarcazioni di confine e architetture urbane, tentativi di fortificazione e apertura di nuovi tracciati viari, testimonia il processo di rinnovamento che ha interessato il settore, a partire dalla seconda metà del Quattrocento alla fine del Settecento, conseguentemente all’uso sistematico del metodo della triangolazione. Le distorsioni ottiche ed ideologiche, rilevabili nel prodotto cartografico, esprimono con chiarezza la tipologia di percezione della realtà spaziale posseduta dall’autore. Lucca, peraltro, si adeguò in ritardo ai tentativi di rilevazione sistematica del territorio fatti nella vicina Toscana, con Pietro Leopoldo dapprima e poi con i granduchi; solo nel 1829 infatti, per volere dell’ultimo duca Carlo Ludovico di Borbone, fu dato avvio alla riforma del Catasto, il cui regolamento era stato sottoposto alla revisione di Giovanni Inghirami. L’antica Repubblica oligarchica non possedeva una rilevazione catastale anteriore a quella ottocentesca, anche se da sempre agrimensori 58 La Piazza del Mercato La Torre Matilde 59 e periti si affaccendarono a disegnare gli spazi del Ducato, generando un patrimonio cartografico tra i più preziosi e complessi della Toscana. Occorre attendere una carta della sola Lucchesia, la prima che si conosca, redatta a mano per il governo repubblicano dall’ingegnere militare Alessandro Resta nel 1569 e rimasta evidentemente sconosciuta ai cartografi commerciali italiani ed europei (come di regola accadeva per i prodotti ufficiali), perché si possa disporre di una prima rappresentazione topografica abbastanza dettagliata delle marine lucchesi. Tali rappresentazioni generali del Lucchese dovevano rimanere praticamente ineguagliate fino alla cartografia derivata dal catasto particellare lucchese dei primi decenni del XIX secolo, coordinato dal padre Michele Bestini, anche se – sul piano geometrico – qualche prodotto tardo-settecentesco fa registrare significativi passi in avanti per la restituzione della configurazione d’insieme del Viareggino. È il caso, ad esempio della grande carta a stampa disegnata da Michele Flosi sotto la direzione di Leonardo Ximenes, legata alla progettazione del nuovo canale navigabile ed emissario del lago di Bientina. Molto più importante appare la Carta della marina lucchese disegnata nel 1722 da Ambrini e Masseangeli, in occasione del progettato taglio del Serchio a Filettole, perché contiene vari contenuti topografici di rilievo. Tale prodotto anticipa una nutrita serie di figure lucchesi o granducali del comprensorio gravitante sul lago di Massaciuccoli e soprattutto della sua parte meridionale di confine fra i due Stati, che almeno in determinati casi contribuiscono a rendere più precisa e particolareggiata la rappresentazione delle marine lucchesi. Fra queste figure, sono da ricordare: La Mappa della Marina di Viareggio da Mare a Monte di Giuseppe Natalini del 1756, la Pianta dimostrativa il territorio parte lucchese e parte pisano contenuto tra Serchio, mare, Strada di Viareggio detta di Montramito fino al Rio di Confine detto di Castiglioncello del 1769. Ad esse va ad aggiungersi la poco più tarda Pianta del Lago di Maciuccoli e sue adiacenze, disegnata nel 1772-73 per la visita fatta in quel tempo al territorio pisano dal granduca Pietro Leopoldo, che inquadra l’area costiera fra il Fiume di Camaiore e il Serchio, con le due strade longitudinali - la Francesca e la costiera Romanae con la rappresentazione d’uso della pianura, ora ancora largamente occupata 60 dall’incolto, ossia palustre. 23.2 Nel 1513 con il definitivo passaggio a Firenze del territorio di Pietrasanta con la marina e porto di Motrone, Lucca rivolse una continua attenzione a Viareggio, come unico sbocco a mare, e alle sue marine, punteggiate di ampie zone umide. Furono avviati così una serie di provvedimenti urbanistici e soprattutto di sistemazione fluviale e bonifica idraulica, anche in funzione della valorizzazione agricola della pianura per rifornire di cereali la città. La foce di Viareggio fu gradualmente organizzata in un porto-canale intorno alla nuova Torre e ai nuovi magazzini costruiti dalle varie magistrature statali. Tuttavia il problema dell’agevole navigabilità del porto-canale non poté mai essere risolto a causa del processo di continuo interramento della Foce, che richiese continui lavori di sbancamento e di difesa delle due sponde del canale, mediante palificate lignee e solidi muri in pietra per proteggere la bocca del corso d’acqua dai marosi. Quando papa Leone X stabilì che Pietrasanta e Motrone venissero assegnata a Firenze, Viareggio divenne infatti per lo Stato di Lucca l’unico porto in grado di assicurare lo svolgimento delle attività di scambio marittimo. La decisione medicea determinava la necessità per Lucca di attrezzare e fortificare il solo prezioso scalo a mare rimastole e costituito dalla fossa Selice - attuale Burlamacca - dove già sorgeva dal 1172 “il castellaccio, una massiccia torre rotonda circondata da mura e da un fossato”, che ormai si trovava troppo distante dalla spiaggia per assolvere le originarie funzioni difensive. In quest’area, denominata Viareggio dal nome della Via Regia che collegava il Castellaccio con Montramito e Lucca, nasce il primo nucleo abitativo con Delibera del 5 giugno 1534 di erigere una nuova torre sulla riva del mare e adiacente al canale, e in seguito (1546) di costruire “la casa che gode il signor commissario di spiaggia”, collegata alla torre con un loggiato sopraelevato. Inizia così la prima fase di costruzione del borgo di Viareggio con l’insediamento, intorno alla torre difensiva, di un gruppo di fabbriche costituite prevalentemente da magazzini pubblici - depositi di grano e sale -, disposti in senso parallelo alla riva ed allineati con la torre medesima e la casa del Commissario in modo da formare una barriera alle fabbriche retrostanti orientate in senso mare-monti. Il 61 Pianta Urbanistica di Viareggio, 1686, ASL Marine, 1659, Archivio di Stato di Lucca 62 Progetto per fortificazione di Viareggio, 1704, Archivio di Stato di Lucca 63 Costa delle marine, XVII sec, Archivio di Stato di Lucca Piano della città, 1748, Archivio di Stato di Lucca 64 Mappa delle Marine di Viareggio, 1756, Archivio di Stato di Lucca 65 Carta di Viareggio 1:25.000, 1878, Archivio storico IGM Mappa di Viareggio, 1906, Centro documentario Storico Viareggio 66 Piano Regolatore di Viareggio, 1910, Centro documentario Storico Viareggio Mappa di Viareggio, 1923, Centro documentario Storico Viareggio 67 primo abitato di Viareggio si configura in questi anni come un piccolo nucleo di edifici sorti in prossimità della foce del porto-canale, con la torre costiera, la casa del Commissario, la schiera a mare e i magazzini retrostanti, lo sciorinatoio per il soleggiamento dei grani, la chiesa di S. Pietro (1559), la cisterna per l’approvvigionamento idrico (1592), l’osteria situata nelle vicinanze della Via Regia e alcune abitazioni. La disposizione di tali strutture segue l’allineamento lungo costa e lungo il canale, che fungono da assi coordinanti di un sistema distributivo che costituisce la matrice dell’impianto urbano. Le planimetrie in questa fase visualizzano un impianto rettangolare chiuso verso Nord, attraversato dalle arterie di scorrimento - la via per Lucca, parallela al canale, e la via per Pietrasanta parallela alla costa - con una struttura generatrice indirizzata dalle vie d’acqua e dalle strade di comunicazione con l’entroterra, che ne individuano gli assi di sviluppo o percorsi di impianto edilizio. La configurazione di questo primo nucleo è la matrice e forma urbis di Viareggio. Al periodo compreso tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo risalgono alcune ipotesi di progetto finalizzate alla fortificazione del borgo di Viareggio, tra cui quella redatta presumibilmente da Ginese Bresciani ingegnere degli estensi, chiamato a Lucca nel 1589, che prevedeva la realizzazione di un pentagono fortificato con baluardi e pontili a mare. Accantonate le proposte di fortificazione per l’eccessivo onere finanziario, si assiste a una seconda fase di costruzione, che si protrarrà per tutto il XVII secolo, attraverso l’espansione edilizia nell’area a monte della schiera dei magazzini. Oltre al completamento di detta schiera vengono edificate nuove abitazioni all’interno del borgo, tra cui “una casa con bottega ad uso di speziale” e una “casa a due appartamenti e due botteghe”, l’edificio adibito a Ufficio della Foce affiancato a un magazzino, la chiesa e il convento di S. Francesco (1622). Questo nucleo, delimitato a settentrione dal complesso conventuale, andava lentamente completandosi con nuove e più prestigiose residenze, quali casa Guinigi e casa Buonvisi, affiancate da un’edilizia residenziale modesta, voluta dallo stesso Ufficio della Foce, simboleggiante la tipologia base dello sviluppo edilizio viareggino. Durante la prima fase di sviluppo urbano inizia ad affermarsi il procedimento di aggregazione seriale di unità di 68 abitazione, incontrando i principi informativi della residenza collettiva presenti anche nella tipologia del complesso conventuale. Le case a schiera e l’alloggio collettivo rappresentano i due prototipi di residenza che, corrispondendo a modi diversi di abitare, costituiscono per Viareggio il modello di sviluppo tipologicoinsediativo. Nonostante il persistente pericolo della malaria il piccolo abitato di Viareggio continua a crescere, come si desume dalla richiesta inoltrata dall’Ufficio della Foce il 10 aprile 1682 al Consiglio di Lucca per la concessione di terreni nella parte a mare della torre, emersa a seguito delle variazioni geofisiche della fascia litoranea, al fine di erigervi “abitazioni anche di qualche apparenza. . . qualche negozio” e alcuni magazzini. L’Ufficio della Foce incaricò allora l’ingegner Giovanni Azzi di redigere un piano per regolare la concessione dei terreni, approvato il 23 ottobre 1682. Il Piano, in cui è stabilita l’ampiezza dei lotti fabbricativi e la dimensione delle arterie stradali, esprime una tendenza alla geometrizzazione nell’impostazione di una struttura a scacchiera con vie rettilinee disposte ortogonalmente. Si delinea così una città non obbligata da cinte murarie, ma caratterizzata da uno schema reticolare che lascia prevedere un’urbanizzazione progressiva e consente una continua evoluzione estensiva, una struttura programmata in cui si afferma il concetto dell’addizione per moduli, ovvero l’organizzazione dello spazio urbano in ragione della quantità di terreno “assegnato”. L’impostazione di questa “griglia” andrà a costituire il principio guida anche per i Piani successivi che regolamenteranno lo sviluppo del tessuto urbano. L’obiettivo dello sviluppo urbano e della migliore utilizzazione idroviaria della Foce di Viareggio, era anche tra le preoccupazioni del matematico veneto Bernardino Zendrini, quando nel 1735 progettò per la Repubblica la costruzione di una cateratta a bilico sulla Burlamacca, per impedire la mescolanza delle acque dolci lacustri e di quelle salse marine, ritenuta una dei fattori della malsanìa. Nonostante i lavori di sistemazione e bonifica idraulica eseguiti soprattutto nel XVI secolo, ancora intorno alla metà del XVIII secolo i viaggiatori – come dimostra il resoconto di uno scienziato naturalista sempre attento alla puntuale restituzione delle caratteristiche ambientali e umane del territorio quale Giovanni Targioni Tozzetti – descrivono le marine come uno spazio prettamente 69 maremmano, dominato dall’acqua stagnante, dall’incolto e dal bosco, con le strade in abbandono e percorribili solo a cavallo. Tali caratteri furono dovuti anche al fatto che la macchia di marina era stata assoggettata a tutela rigorosa fin dal 1470, sia per finalità sanitarie, contro la malaria che imperversava nella pianura, e sia per finalità di protezione dell’entroterra dagli impetuosi venti marini; il vincolismo non impediva tagli periodici che però dovevano essere debitamente autorizzati con obbligo di reimpianto degli alberi abbattuti. Come è noto, solo con la Relazione che concerne il miglioramento dell’aria, e la riforma di quel Porto redatta dal già citato idraulico Bernardino Zendrini nel 1735, si crearono le premesse all’abbattimento di buona parte della macchia – che ebbe infatti inizio negli anni ’40, anche perché venne allora ritenuta uno dei principali fattori della corruzione dell’aria – e alla moderna trasformazione territoriale del Viareggino: trasformazione che (con le operazioni della bonifica e colonizzazione agraria) avrebbe richiesto molti decenni per divenire processo diffuso e consolidato. La rapida conquista dei terreni litoranei segue il procedere delle opere di bonifica e di risanamento, ma l’ampliamento di Viareggio avanza con fatica fino alla metà del XVIII secolo, essendo ai primi del Settecento poco più di un piccolo quartiere portuale con solo 330 abitanti. In quel periodo fu redatto un piano dall’architetto lucchese Valentino Valentini, incaricato dall’Offizio della Foce di regolare la crescita dell’insediamento “per dar norma e regola propri, conveniente alle fabbriche che si faranno in avvenire, per comodo ed ornamento maggiore del paese”. Il Piano del Valentini evidenzia come la linea magazzinitorre-convento separi dalla zona di nuova espansione verso mare, la porzione a monte, urbanizzata fino alla quasi totale occupazione dei lotti disponibili. Le nuove aree seguono i tracciati viari esistenti, privilegiando ancora l’asse lungo la Burlamacca e l’arteria viaria per Lucca, articolata in tratti perpendicolari. Nel progetto la ripartizione del reticolato principale avviene secondo criteri quantitativamente non omogenei, determinando successivamente un’orditura differenziata del reticolo base come conseguenza del processo di privatizzazione e lottizzazione dei terreni bonificati, operazioni gestite dal patriziato lucchese, che si ripartì i terreni ridotti a coltura, dividendoli in “chiuse”. Il lento sviluppo 70 urbano non registra interventi rilevanti di edilizia residenziale fino al XVIII secolo, quando, in coincidenza con il processo di appoderamento dei terreni bonificati, si arriva alla formalizzazione di un piano organizzativo della crescita insediativa e a una sistematica programmazione urbana, voluta e incentivata direttamente dal governo lucchese. Fino a questa fase programmatoria, la morfologia dell’insediamento è sostanzialmente motivata da necessità difensive che inducono ad accorpare gli edifici per formare una sorta di cortina compatta, indirizzando il tipo di aggregazione edilizia che caratterizza il repertorio edilizio viareggino. Il Piano del Valentini manterrà poi la sua validità fino alla fine del secolo, tanto che alcune richieste di concessione ancora riferibili al 1797 ne fanno menzione, e con la sua definizione di quadrati regolari, con il rapporto indicato tra edificio e strada e con le licenze vincolate alla costruzione di case con orti murati, determinerà l’aspetto caratteristico dell’edilizia viareggina. L’attenzione al rapporto tra edilizia e impianto urbano disciplina infatti costantemente il meccanismo di uso del suolo, come già si desume dal piano del 1748 e poi da quello del Nottolini agli esordi della città balneare, che nella precisazione delle dimensioni dei lotti individua il reticolo della maglia urbana (processo di lottizzazione). 23.3 Gli altri assi principali. Dall’intersezione con i principali percorsi matrice si definisce la “strada lungo il canale” che si evolverà nella “strada del porto”. La successione delle Darsene (Lucca, Toscana, Italia) porterà alla definizione dell’area portuale con il bacino principale. (PRP del 1966). Un porto che nasce nella città, e mantiene con la città rapporti e relazioni. “Un porto turistico è, per sua natura, uno “spazio di relazione”, ha le caratteristiche di una“piazza”, dove anche chi non dispone di un ormeggio può ricercare funzioni commerciali collegate alla pesca, o a servizi pubblici e collettivi che costituiscono una vera estensione di servizi urbani. ”Dall’altra parte, verso nord, il nuovo percorso matrice darà vita al principale evento urbanistico di caratterizzazione della città: la Passeggiata. La costruzione delle ville, degli alberghi, delle strutture di ristoro e commerciali e soprattutto gli stabilimenti balneari, definiscono un ambito urbano altamente qualificato, che nella sua vocazione turistica, rappresenta una 71 potenzialità di rango regionale, se non addirittura nazionale ed internazionale. 24. IL PATRIMONIO CULTURALE COME STRUMENTO D’INTEGRAZIONE SOCIALE 24.1 In che modo i beni e le attività culturali sono strumento nel processo di rigenerazione urbana? L’ assetto delle città contemporanee è caratterizzato da nuovi modelli di crescita e di sviluppo che intendono modificare la tradizionale antinomia tra centro e periferia, per cui al centro si addensano i servizi sociali e culturali, proliferano attività culturali e numerosi e diversificati sono gli spazi aggregativi, mentre le periferie sono aree sgraziate, prive di servizi e di risorse economiche e afflitte da condizioni di disagio sociale. Le politiche urbane più avanzate tendono, oggi, a invertire di questa tendenza e in molte città italiane e straniere l’ attenzione si è spostata sulle periferie. L’ obiettivo è quello di creare città policentriche, partendo dal presupposto che ogni quartiere è dotato di proprie specificità, identità, opportunità, risorse umane, economiche e culturali da valorizzare, perchè rappresentano una ricchezza per tutta la città. Uno dei tratti messi in rilievo da questa analisi è la trasformazione delle periferie da un punto di vista spaziale, sociale, economico, culturale per un recupero non solo fisico dei luoghi ma anche per attivare processi di rigenerazione complessiva in grado di favorire un miglioramento della qualità della vita. Nei processi di pianificazione strategica e di rigenerazione urbana emerge l’ esigenza di interventi integrati che mirano non solo ad un riqualificazione edilizia ma anche a una valorizzazione del patrimonio, promuovendo una variegata serie di attività culturali mirate a creare nuove forme di sviluppo non solo economico, ma anche e soprattutto sociale. L’opera d’ arte, in questo contesto, è finalizzata al raggiungimento del benessere sociale e prevede un coinvolgimento diretto dei cittadini anche nella fase della sua progettazione e realizzazione. Si sta affermando una nuova modalità di intervento del settore pubblico, che vede una maggiore integrazione delle politiche e delle azioni tra i diversi livelli di governo, con una partecipazione anche dei destinatari. Principale obiettivo della ricerca è stato quello di 72 realizzare un’analisi multidiscplinare in grado di cogliere, interpretare e valutare le dinamiche e i meccanismi con cui sono gestiti i progetti culturali inseriti in iniziative di carattere sociale. L’ analisi ha preso in considerazione nel dettaglio il contesto istituzionale, i bisogni socio-economici, le politiche culturali e le politiche urbane, gli attori coinvolti, gli obiettivi specifici, il partenariato, la partecipazione, la valutazione, le strutture organizzative e le modalità con cui il patrimonio e le attività culturali sono state organicamente inserite in più ampi programmi di rigenerazione urbana. 25. LA FORMAZIONE DEL PIUSS 25.1 La formazione del PIUSS ha seguito due strade diverse ma convergenti. La prima è stata quella dell’ascolto e del sostegno alle proposte che sono emerse e pervenute all’Ufficio Comunale del PIUSS. Tramite questo lavoro si sono delineati gli attori, i protagonisti e le azioni su cui affinare le proposte progettuali. La seconda linea è stata quella che contemporaneamente e sulla base delle proposte pervenute, ha proceduto ad un’elaborazione della proposta portante. Il territorio è stato inizialmente suddiviso in un area concentrata e definita da una prima perimetrazione, successivamente al suo interno sono stati individuati cinque ambiti di approfondimento. 25.2 Dagli ambiti alle azioni. La proposta di Piano Integrato ha avuto una sua evoluzione progettuale: dopo la verifica delle proposte e l’analisi dei singoli progetti si è “territorializzata” in alcuni ambiti, anche in base ai parametri economici-sociali derivanti dalla perimetrazione. La definizione di “ambiti” ha permesso di verificare il grado di integrazione della proposta complessiva e al gruppo di progettazione di definire nel dettaglio la valenza e l’importanza delle iniziative che costituiscono il progetto Integrato. Gli ambiti sono stati uno strumento progettuale: il primo quello riguardante l’area portuale, il secondo quello lungo il canale Burlamacca, il terzo la Passeggiata, il quarto il centro storico antico, il quinto l’ambito lungo la Fossa dell’Abate fino Cittadella del Carnevale. 73 Panorama della città di Viareggio, 1910 circa Panorama della città di Viareggio, 1910 circa 74 A. Belluomini, Peschiera Mercato Piazza Cavour, 1922, Centro documentario Storico Viareggio V. Pilotti, Villa Puccini, 1919, Centro documentario Storico Viareggio 75 • Il primo ambito è quello riguardante l’area portuale e il quartiere Darsena. Uno dei cuori e degli elementi portanti dell’identità di Viareggio. In particolare il nuovo PRG del Porto, (approvato in via definitiva dalla Regione Toscana nel Maggio del 2007) ha definito le principali iniziative per il Porto di Viareggio. • Il secondo ambito riguarda il Canale Burlamacca, che se per il suo ultimo tratto è la cerniera tra l’ambito portuale e la città storica, per il tratto che va dalla Ferrovia verso il Lago rappresenta uno dei temi di riqualificazione più sentiti nella città. Infatti in questo luogo, sede delle porte vinciane, trovano posto insediamenti lineari e specialistici. La riscoperta e la riappropriazione di questi spazi diventa un elemento non solo necessario ma di supporto ed integrazione all’intero progetto. • Il terzo ambito interessa la zona più famosa di Viareggio: la Passeggiata. Il luogo dove è nata la città balneare. • Il quarto ambito comprende il centro storico antico. La piazza S.Maria, la Torre Matilde, la zona delle intersezioni delle vie terresti e quelle fluviali (i Canali). • Il quinto ed ultimo ambito riguarda la porta Nord. La zona che corre lungo il Fosso dell’Abate (margine superiore della città), che lega gli ultimi stabilimenti balneari con la Cittadella del Carnevale. 25.3 Questi cinque ambiti rappresentano uno stadio elaborativo del Progetto Integrato. La necessità di avere elaborato questa fase progettuale è giustificata dalla richiesta che i singoli progetti presentati o presenti nell’AC, venissero investiti da un “effettivo” processo di integrazione. 25.4 Il valore dell’Integrazione. Dall’analisi della documentazione regionale emerge con estrema chiarezza che la proposta progettuale di PIUSS deve articolarsi su cinque linee d’intervento definite e indicate dalla Regione Toscana, ed al tempo stesso il progetto deve contenere una elevata caratteristica d’integrazione. La migliore definizione che è stata trovata è custodita nei vocabolari della lingua italiana, che alla voce integrato riporta: “che con altre parti costituisce una totalità”. Dalla questa riflessione, il gruppo progettuale ha maturato una precisa volontà affinchè ogni singolo progetto o proposta trovasse, tramite un processo 76 di affinamento e precisazione, una propria posizione nel progetto unitario. Sicuramente un progetto parziale sia per estensione territoriale, si per tematiche affrontate, ma costituito da varie e diverse azioni tutte definibili in un preciso arco di tempo (2007-2013), e tutte tese ad obiettivi certi e definiti. Il successivo passaggio metodologico si è caratterizzato per un approfondimento progettuale, verificando innanzitutto che le proposte presentate fossero ammissibili secondo le prescizioni contenute nel DAR della Regione Toscana. L’analisi dei singoli ambiti ha fatto emergere la necessità di far tendere le singole “parti” o “azioni” verso ad una maggiore integrazione, anche attraverso la verifica dell’esistenza di azioni già presenti e operanti sul territorio. Questo progetto di “integrazione” ha messo in luce come la presenza anche di progetti diversi, ma riconducibili alle finalità generali, avesse una propria valenza e importanza, e soprattutto rappresenta la conferma dell’importanza di azioni a prevalente carattere pubblico come supporto alle attività economiche, sociali ed culturali. Da questa consapevolezza è emersa la necessità di assemblare le singole operazioni, in “azioni”, riscoprendo il significato antico ma vero della parola: azioni che si prefiggono “uno scopo, che tendono a produrre un effetto”. Da questo processo progettuale il PIUSS di Viareggio trova la sua articolazione in 9 azioni. 26 ANALISI DI CONTESTO 26.1 Il quadro generale della popolazione e dell’economia comunale Premessa Il modello di sviluppo del Comune di Viareggio - fondato su un nucleo industriale di alta tecnologia centrato su poche, ma significative, presenze imprenditoriali di livello internazionale e su un indotto produttivo di piccole e medie imprese, da un lato; dall’altro, su un sistema terziario ampio e variegato, fortemente radicato sulle risorse paesaggistiche e ambientali (turismo, commercio, beni culturali), rivolto in prevalenza ad una domanda dei consumatori - ha consentito negli ultimi decenni un discreto ritmo di crescita e di diffusione della ricchezza privata e collettiva e l’affermazione di un sistema di relazioni sociali a forte contenuto partecipativo e di 77 cooperazione fra imprese e istituzioni locali. Nel corso di questo processo di crescita in Viareggio non si è verificata una rottura degli equilibri sociali e lo sviluppo si è adattato, più che altrove, alla cultura della popolazione. La comunità si è organizzata seguendo un modello di coesione sociale e di cooperazione attiva che richiama i principi dell’eguaglianza delle opportunità e della solidarietà fra territorio, classi e persone singole. Il sistema di welfare che si è venuto sviluppando ha contribuito al mantenimento della stabilità sociale, pur a fronte di meccanismi e processi economici particolarmente dinamici e flessibili, e ha contribuito a sostenere una cultura solidale e cooperativa che è attualmente alla base dei principali caratteri distintivi del modello sociale viareggino. In altre parole, una città espressione di socialità, edificata sulle relazioni tra istanze sociali, contenuti culturali e valori condivisi dagli abitanti. Oggi la tenuta di questo modello sembra essere messa in crisi dalle tensioni provenienti sia dal versante demografico che da quello economico. In relazione al primo aspetto, come viene indicato sotto, l’invecchiamento della popolazione, i mutamenti del costume familiare (separazioni, nascite fuori dal matrimonio, lavoro femminile, ad esempio) e la quota crescente di immigrati, fa lievitare il bisogno di infrastrutture educative e servizi per l’infanzia nonché per gli anziani soprattutto in particolari aree. Riguardo alle tensioni di tipo economico, va sottolineato che, dall’inizio di questo ultimo decennio il sistema produttivo comunale sembra entrato in una fase contraddittoria, di transizione, dove segnali di declino si accompagnano all’emergere di nuove potenzialità, la quale, comunque, sembra sollecitare l’adozione di interventi (economici ed infrastrutturali), pubblici e privati, che siano in grado di incidere in profondità sulle principali criticità e riconnettere, riqualificare, ricostituire un tessuto sociale della città degli abitanti. 26.1 - Popolazione Contrariamente a quanto avviene a livello regionale, la tendenza demografica comunale segnala un incremento costante - seppur rallentato rispetto a quello, tumultuoso, dal dopoguerra fino agli anni 80 del secolo scorso – e un indice di 78 crescita totale ampiamente positivo. Il saldo negativo del bilancio demografico naturale è largamente compensato dal tasso di crescita migratoria, e la popolazione residente raggiungerà entro breve tempo i 65.000 abitanti. L’analisi della struttura della popolazione e della sua dinamica, anche in rapporto alle altre suddivisioni territoriali di cui il Comune di Viareggio è parte (il S.E.L. Versilia, la provincia, la regione, il dato nazionale), evidenzia alcuni elementi precipui: un’altissima densità di popolazione che conferma Viareggio fra i comuni più densamente popolati d’Italia, con un rapporto residenti/superficie territoriale più di 10 volte superiore al dato nazionale e più di 12 volte superiore al dato regionale; la diminuzione della dimensione media del nucleo familiare, con conseguente significativo aumento del numero di famiglie (al ritmo di 300 l’anno); sensibili differenze a livello sub-comunale; rispetto agli altri aggregati territoriali di comparazione sovra-comunali emergono, inoltre, altri fattori: una crescita della popolazione residente percentualmente superiore; una grandezza media delle famiglie percentualmente inferiore; una più accentuata tendenza all’invecchiamento. Questi andamenti avranno effetti rilevanti sul sistema assistenziale, che dovrebbe essere sottoposto ad una crescente domanda, e sul mercato del lavoro, in cui la componente migratoria potrebbe compensare la caduta di offerta di lavoro della componente autoctona. 26.2 – Dimensione territoriale Viareggio può considerarsi, quindi, un comune ad alta densità di popolazione specie se confrontato con gli altri comuni della regione; ciò deriva dalla natura del suo territorio, geograficamente ridotto e in larga misura occupato dalle pinete, nonché dalla sua vocazione economica che ne fa un polo d’attrazione. Gli insediamenti residenziali e, ancor più, quelli produttivi risultano, infatti, fortemente concentrati in porzioni ridotte del territorio. Il centro cittadino (circa il 32% del territorio comunale), raccoglie il 77,5% della popolazione e concentra oltre l’85% delle attività economiche (e degli addetti). È in questa porzione del territorio comunale che sono maggiormente presenti i segni dell’industrializzazione, ed è sempre all’interno di questa area che sono 79 concentrate le principali attività produttrici dei servizi terziari più avanzati e, in larga misura, anche di quelli commerciali e turistici. Tale zona, pertanto, da un lato presenta notevoli caratteristiche che, se opportunamente valorizzate, sono in grado di qualificarla come “convettore del sapere” (sia in senso tecnologico che culturale) e, dall’altro, mostra notevoli bisogni in termini di servizi sociali. È in questa parte del comune, in altre parole, che si forma la quota più rilevante della capacità produttiva di Viareggio: le aree aperte - siano queste industriali, urbane, commerciali o turistiche - stanno soprattutto in questa parte. A fianco di questa Viareggio, caratterizzata dalla forte densità di attività produttive e residenziali, vi è una ben più vasta porzione del territorio comunale che affianca un sistema territoriale urbano (quello di Torre del Lago Puccini) ad aree spiccatamente rurali, e con una significativa presenza - come, peraltro, anche nel centro cittadino - del sistema delle pinete; una ruralità, tuttavia, che risulta parzialmente diffusa anche all’interno della zona sin qui richiamata – quella, cioè, della Viareggio centrale - in cui assieme a zone fortemente urbanizzate continuano a convivere aree rurali, seppur a basso livello di integrità ambientale e paesaggistica. Il sistema territoriale urbano di Torre del Lago Puccini (meno del 7% del territorio comunale) raccoglie quasi il 19% della popolazione, ma concentra solo il 9% delle attività economiche (e il 7% degli addetti). Si configura, quindi, come sistema prevalentemente residenziale, con una larga componente di “seconde case” destinate al flusso turistico, ad altissima densità di popolazione (superiore a quella del centro cittadino), ma carente di attività produttive e, parimenti, di offerta di servizi. Tale area, pertanto, presenta caratteristiche tipiche degli insediamenti a pendolarità giornaliera e, dall’altro, mostra notevoli bisogni in termini di servizi, compresi quelli turistici (anche se il nuovo teatro apre opportunità che, se valorizzate, potrebbero essere in grado di rilanciarla come polo culturale). Come accennavamo sopra, il carattere rurale di Viareggio registra la compresenza di aspetti urbani e rurali: aree dove risulta significativa l’importanza dell’agricoltura (in particolare nel settore florivivaistico) la quale se opportunamente orientata e specializzata, potrebbe rappresentare una 80 significativa componente nell’ambito della filiera produttiva sia in termini di valore aggiunto che di occupazione; aree dove giocano ruoli importanti il settore turistico e ambientale e culturale che può appoggiarsi a risorse naturalistiche, storicoculturali ed ambientali di assoluta eccellenza; aree rurali residenziali che si sono sviluppate in prossimità dei centri urbani e/o delle aree industrializzate nelle quali il carattere di ruralità si unisce, spesso, a quello di sviluppo urbano. Le aree tipologiche in cui può essere suddivisa la Viareggio di oggi presentano evidenti differenze in termini di specializzazione produttiva. Da questo punto di vista, le specializzazioni prevalenti riflettono ovviamente le definizioni attribuite ai diversi sistemi, con una prevalenza, nelle aree strettamente produttive, di funzioni industriali e terziarie (specie servizi alle imprese), ed una maggiore presenza di attività connesse al commercio e al turismo nelle aree più specificatamente urbane. La concentrazione delle attività produttive e residenziali su una porzione ridotta dello spazio comunale ha contribuito a tessere un’armatura urbana rappresentata da un centro denso e compatto, nodo di riferimento, sia dal punto di vista della base occupazionale che della rete di servizi alla persona e all’impresa. Negli anni recenti il processo insediativo sopra richiamato si è ulteriormente consolidato, confermando la maggiore attrattività di alcune aree del sistema urbano. In quest’ultimo ambito, si accentua, inoltre, il fenomeno della periurbanizzazione, con il rafforzamento del movimento degli abitanti e delle abitazioni dalla polarità urbana verso i quartieri di cintura urbana di secondo livello e lungo le principali direttrici che connettono al centro. Questo particolare comportamento è sostenuto dal fatto che il centro attrattore continua a mantenere la prevalenza della base economica -e quindi degli addetti sugli attivi- mentre avviene il contrario per i quartieri periferici ove la funzione residenziale tende a prevalere su quella produttiva - più attivi che addetti. Ciò è evidenziato anche dall’incremento del patrimonio edilizio che mostra una dinamica maggiore nei quartieri limitrofi al centro, e dove rischia di divenire problematica la situazione legata alla pressione delle dinamiche insediative e della mobilità connessa, in un sistema infrastrutturale e di accessibilità che tende 81 a divenire inadeguato. Il fenomeno suddetto, comunque, non implica uno svuotamento del centro storico, il quale, anzi, sia per il mantenimento di funzionalità sociale e, soprattutto, abitativa - per quanto strettamente legato all’incremento del costo delle abitazioni e ai fenomeni derivanti dalla presenza di un terziario di servizi qualificati (finanza, società consulenza, pubblica amministrazione), sia per la sua vocazione turistica e, infine, per la presenza di un sistema strutturato e riconoscibile di rapporti interni conserva la sua attrattività. Questo dipende tanto dalla qualità media della città, quanto dagli effetti dell’organizzazione urbanisticoterritoriale, che coniugando un uso razionale del suolo ad una discreta capacità di organizzazione dei servizi ha consentito efficienti modalità di articolazione produttiva ed insediativa, attraverso un mix di decentramento di funzioni e di aggregazione in un sistema di carattere e natura cittadina, in cui vi è una compresenza di un’alta concentrazione insediativa, di funzioni terziarie superiori e di piattaforme produttive. Una Viareggio, dunque, in cui urbanità e territorio si mescolano, pur mantenendo una elevata qualità ambientale anche nelle aree di maggiore insediamento produttivo. 26.3 – Struttura economica Il tessuto produttivo, malgrado la flessione e crisi verificatasi durante gli anni ’80 e ’90 e la parziale riconversione con l’affermazione di nuove attività (anche di successo, per es. la cantieristica da diporto), presenta numerose aziende ed attività di punta in diversi settori, dalla cantieristica di diporto, appunto, all’informatica. A queste caratteristiche va aggiunta una buona dotazione di infrastrutture che rende il territorio particolarmente importante per la proiezione verso l’Europa ed il Mediterraneo. Ad esso si affianca un altro asse, quello del turismo, che negli ultimi decenni pur in modo discontinuo, a volte disordinato - ha avuto una espansione senza precedenti, in un habitat ricco di risorse naturali, paesaggistiche e culturali che, malgrado gli effetti dello sviluppo, ha saputo mantenere una qualità ambientale 82 che è oggi una risorsa di per sé, ma che lo è anche come fonte di reddito, data l’importanza rivestita dalla domanda di turismo sostenibile. 26.3.1 – L’industria Dal punto di vista strettamente produttivo, Viareggio si caratterizza per una presenza industriale che è inferiore a quella osservata in altre aree sia della provincia che della regione, anche se superiore alle rispettive medie. Anche qui, comunque, continua nell’ultimo decennio quel processo di trasformazione della struttura produttiva che, in linea con quanto accadde nelle economie più sviluppate, vede il graduale ridimensionamento dell’industria a favore del terziario e, all’interno dell’industria, la perdita di peso delle produzioni più tradizionali. Il modello più tipico è certamente quello legato alla presenza di variegati sistemi di piccola impresa (circa il 90% ha meno di 10 addetti) - molti dei quali specializzati nella produzione di beni di consumo durevole legati in larga misura alla nautica da diporto - così articolati e localizzati da costituire un vero e proprio distretto. Per converso, molto ridotta è la presenza nel tessuto produttivo comunale di imprese medie e grandi (il 9,5% ha un’occupazione compresa tra i 10 e i 49 addetti e solo 7 imprese hanno un’occupazione superiore ai 49 addetti), anche se spesso, nella cantieristica da diporto, sono leaders a livello mondiale. La perdita di competitività che negli ultimi anni ha interessato il sistema economico toscano e italiano nel suo complesso, tra le altre cose, ha portato a riconsiderare gli elementi di competitività del modello organizzativo distrettuale. Molti degli studi condotti in tal senso hanno mostrato come, nonostante la avversa situazione congiunturale dei settori tipici della manifattura italiana, i distretti italiani hanno evidenziato, rispetto ai sistemi non distrettuali, performances migliori in termini di tenuta occupazionale e di crescita delle attività terziarie, perlomeno sino agli inizi del nuovo millennio. L’andamento del distretto della nautica da diporto a Viareggio ha ricalcato in buona sostanza quella registrata per il complesso dei distretti italiani, evidenziando peraltro come la contrazione occupazionale registrata a carico di altri settori, sia stata contrastata dalla crescente incidenza assunta dalla cantieristica da diporto 83 e da altri settori, in genere connessi, più aperti all’innovazione tecnologica. Il complesso delle imprese operanti nella filiera nautica appare tipologicamente assai diversificato per aree di business, il che rende difficile la loro rilevazione e una loro chiara collocazione quantitativa, produttiva ed occupazionale all’interno della filiera. L’appartenenza al settore appare più facilmente accertabile sul piano qualitativo, se si considera la natura delle relazioni produttive, tecnologiche, professionali e commerciali che collegano fra loro le imprese. Una specie di rete che nel tempo si è consolidata grazie ad un contesto di imprenditorialità e professionalità diffuse che ha portato ad uno sviluppo enorme di piccole imprese locali che dispongono di un marchio proprio e che sono andate concentrando al proprio interno funzioni che vanno dalla progettazione alle attività commerciali ed amministrative, dai servizi alla produzione alla manutenzione e al refitting. L’analisi delle dinamiche di un tale sviluppo permettono di distinguere alcuni punti di forza e di debolezza della filiera: tra i primi troviamo sicuramente l’eccellenza delle maestranze viareggine che è riconosciuta in tutto il mondo ed il prestigio internazionale della città che risulta leader nel segmento della produzione di megayacht. Tra i punti di debolezza, invece, abbiamo sicuramente la scarsità di spazi adeguati per la produzione e movimentazione delle imbarcazioni, sia in prossimità del mare che nell’entroterra, un’offerta di manodopera specializzata nettamente inferiore rispetto alla domanda e la bassa profondità dell’imboccatura del porto che non permette un agevole accesso delle motonavi, seppur di piccola stazza. Quest’ultimo aspetto ha ripercussioni negative sia sul fronte delle attività legate alla cantieristica quali rimessaggio, trasporto, manutenzione, etc., sia sul versante dell’attività turistico-ricreativa (turismo nautico) con un impatto negativo sui flussi, anche giornalieri. Tra le componenti strategiche che le imprese della filiera nautica considerano determinanti per il mantenimento e miglioramento della loro posizione e per lo sviluppo competitivo del comparto troviamo il mercato e le competenze professionali. Per quanto riguarda il primo fattore, si deve dire che il mercato della nautica toscana è decisamente orientato all’export e che agli imprenditori viareggini è riconosciuto il primato mondiale nella costruzione di grandi yacht. Tra i fattori determinanti per il mantenimento di 84 una tale posizione competitiva, assume grande rilievo l’innovazione di prodotto, l’affidabilità ed il design, seguiti da fattori quali il marketing, la distribuzione ed i servizi post-vendita. Riguardo, invece, all’analisi delle competenze professionali, si rileva l’esigenza di intervenire su tre livelli e segmenti del fabbisogno formativo: l’aggiornamento dei mestieri operativi tradizionali, lo sviluppo di nuove competenze tecnico-manageriali e lo sviluppo del reclutamento e della formazione degli equipaggi. Alle mancanza di professionalità tradizionali si aggiunge anche la necessità di nuove professionalità legate alle innovazioni di prodotto e di nuove figure manageriali soprattutto nelle imprese più piccole della filiera e soprattutto di quelle appaltatrici. Fondamentale per il settore appare quindi garantire percorsi stabili di formazione continua che permettano l’arricchimento professionale e l’adattamento alle nuove tecnologie di processo e di prodotto unitamente a serie di programmi formativi incentrati su competenze professionali specifiche collegate alle diverse attività di settore e, nell’ambito di queste, alle differenti fasi di lavorazione. Nel complesso è quindi lecito affermare che sebbene il sistema della nautica goda, globalmente, di uno stato di salute più che buono, esistono inevitabilmente alcuni punti di criticità, sui quali è necessario lavorare allo scopo di garantire la sostenibilità della filiera. Le aree d’intervento di maggior criticità sono sicuramente date dall’innovazione, la competitività del sistema di subfornitura, l’internazionalizzazione e l’apertura settoriale del sistema, l’associazionismo e l’identità di sistema. Quanto detto fino adesso sembra evidenziare come le imprese che operano all’interno dell’organizzazione distrettuale della nautica da diporto siano in grado di sviluppare in maniera più efficiente le strategie di differenziazione verticale del prodotto e di innovazione del processo, necessarie a superare la competizione proveniente dai sistemi produttivi a basso costo del lavoro. In prospettiva, tuttavia, ciò non toglie che la piccola dimensione relativa delle imprese viareggine posso divenire un elemento di debolezza. Gli andamenti dell’economia distrettuali dell’ultimo quinquennio, hanno portato a sostenere in particolare come la piccola dimensione costituisca un limite relativamente alla capacità a innovare, di rapportarsi con proprie strategie sui mercati internazionali, di accedere al credito, 85 di commercializzare i prodotti realizzati. E’ pur vero che la presenza all’interno del distretto della nautica da diporto di capacità imprenditoriali e organizzative diffuse in grado garantire un elevato pregio alle loro produzioni potrebbe contraddire la precedente interpretazione, facendo dipendere le difficoltà più dalla specializzazione e dalle complessità derivanti dall’adeguamento alle nuove richieste poste dal mercato che dalla dimensioni e dalla forma organizzativa delle imprese, e, in effetti, le imprese che hanno intrapreso percorsi selettivi di innovazione sono riuscite a riposizionarsi sui mercati internazionali. In ogni caso, centrale diviene un processo di ammodernamento dell’apparato terziario del sistema produttivo ancora oggi troppo ancorato alla prestazione di servizi tradizionali e con notevoli limiti sul fronte della produzione immateriale, oggi sempre più importante, attraverso il rafforzamento e la qualificazione di quel complesso di servizi al servizio della capacità di lavorazione presenti. E altrettanto fondamentale si palesa la presenza di un sistema amministrativo pubblico (in primo luogo, il Comune) attivo nel disegno di interventi di sostegno in materia di formazione e di innovazione tecnologica al fine di promuovere, con un “effetto leva”, un orientamento positivo dell’attività di ricerca e di sviluppo, favorendo la creazione di centri di ricerca specifica “sul campo”, di poli tecnologici, di laboratori, incubatori e reti di imprese (mettendo a disposizione idonei strumenti operativi e realizzando/potenziando attività di servizio per sostenere i processi, e anche introducendo, per quanto di competenza, forme di incentivazione degli investimenti privati destinati alla formazione e alla ricerca), in grado di stimolare il trasferimento delle tecnologie innovative dall’ambito della ricerca al settore produttivo e dei servizi, di incentivare la loro acquisizione, di creare piattaforme tecnologiche. Questi processi di ammodernamento dovranno necessariamente realizzarsi nei luoghi maggiormente deputati ad accogliere servizi avanzati per le persone e per le imprese, sollecitando il recupero e la riqualificazione dell’ambiente fisico nel sistema urbano, all’interno di una progettazione integrata complementare e sinergica e in un’ottica di sviluppo territoriale sostenibile, dove la promozione di modelli di produzione compatibili, tramite progetti di qualificazione delle risorse 86 endogene che mirino a interconnettere le diverse filiere produttive del contesto locale, si connetta ai contenuti ed ai fabbisogni economici e sociali e ad interventi per la valorizzazione sostenibile delle aree di particolare pregio naturale, culturale e artistico (tutela dei paesaggi tipici, promozione dei prodotti tipici, valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali, ecoturismo e turismo sostenibile, etc.). Torna, quindi, di nuovo centrale il ruolo della città che ha subito negli anni profonde trasformazioni: all’evoluzione demografica si è accompagnata una evoluzione urbanistica, rivolta ad un processo di cambiamento e concentrazione di funzioni urbane - centri commerciali e ricreativi, spazi per il tempo liberodestinati ad ampliare il bacino di utenza al di fuori degli spazi cittadini. La dimensione della città è tuttavia tale da impedire l’emergere di una vera e propria area metropolitana; tuttavia le significative relazioni che intercorrono tra le diverse zone della città consentono di individuare potenziali reti di quartieri e territori funzionalmente integrate. Affinché ciò accada è necessario che tra i diversi nodi della potenziale rete vi siano relazioni di una certa entità che oggi in parte esistono, ma vanno certamente rafforzate, attraverso soprattutto il potenziamento delle infrastrutture di comunicazione. 26.3.2 – Il commercio Come appena detto, l’industria manifatturiera viareggina risulta caratterizzata dalle attività del comparto della cantieristica da diporto, che concentrano nel loro insieme più di un terzo delle imprese manifatturiere (il 5% del totale delle imprese) e quasi il 60% dell’occupazione industriale totale (più del 18% sul totale degli addetti). Un ulteriore 10% di addetti (e il 17,5% delle imprese) è attivo nel settore delle costruzioni. Il sistema produttivo comunale appare, invece, relativamente sottodimensionato in alcune attività che producono importanti servizi alle imprese (servizi professionali, informatica), mentre rilevantissimo è il peso delle attività commerciali (il 30% delle imprese totali e il 22% del totale degli addetti) e di quelle legate al turismo (l’8,5% delle imprese totali e il 12% del totale degli 87 addetti) Anche nel terziario tendono a modificarsi alcune tradizionali specializzazioni a favore di altre (credito, intermediazione finanziaria e immobiliare), mentre si conferma l’elevata specializzazione nel commercio, alberghi e pubblici esercizi. Per quanto concerne il commercio, negli ultimi anni anche a Viareggio sono stati subiti gli effetti della modesta crescita dei consumi che ha caratterizzato l’andamento economico nazionale, accompagnati da un ulteriore riduzione del commercio di vicinato, con rischi di tenuta dell’intero tessuto commerciali e di chiusura per numerose imprese. Secondo i dati più recenti del Registro delle imprese della locale C.C.I.A.A., in un solo semestre (il primo 2008) hanno cessato 85 imprese commerciali (il 4% del totale), con una diminuzione sensibile di addetti. Questa scenario, manifestatasi negli ultimi anni, contrasta con l’andamento del periodo 2001/2005; in quegli anni, infatti, il commercio viareggino, pur accusando i contraccolpi della profonda trasformazione del panorama distributivo che interessava l’intera regione a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso, aveva manifestato una capacità di reazione e di adattamento superiori alla media. Le grandi strutture di vendita in Versilia, stabili come numero di esercizi, avevano ampliato molto la superficie di vendita, sia nel settore alimentare che nel no-food. Nel resto della Versilia, quest’impennata non era rimasta priva di conseguenze nel comparto del piccolo commercio di vicinato, determinando una brusca riduzione del loro numero, delle superfici di vendita, degli addetti, specie nell’alimentare; a Viareggio, invece, il commercio di vicinato era riuscito a mantenere ferme le sue dimensioni, senza significativi spostamenti e redistribuzioni fra il settore alimentare e quello no-food. Dal 2006, al contrario, la situazione è profondamente mutata, e i dati sopra riportati riferiti al primo semestre 2008 illustrano di per loro la pesantezza del quadro. Sicuramente le ragioni prime di questo mutamento sono da imputarsi a fattori esogeni, di carattere nazionale ed internazionale (gli esiti della crisi economica; l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime; la stagnazione salariale; l’aumento dell’esposizione debitoria degli individui e delle famiglie; la riduzione della quantità di reddito a disposizione per le spese ed i consumi; 88 etc.), il cui effetto combinato ha determinato una minore disponibilità di spesa e una contrazione della domanda e dei consumi in generale; accanto a questi, comunque, emergono limiti ben precisi di carattere cittadino che rimandano alle scelte dell’Amministrazione locale: la mancata realizzazione di un progetto integrato turismo-commercio; l’inadeguato sviluppo di centri commerciali naturali; l’inesistenza di piani di indirizzo commerciale; la scarsa valorizzazione dei mercati cittadini; i ritardi nell’attuazione e nella realizzazione di piani urbanistici particolareggiati per le zone a maggiore vocazione commerciale; la fatiscenza delle strutture del commercio ambulante; l’aumento dei costi degli affitti dei fondi commerciali; il mancato sviluppo di reti di esercizi di vicinato; un’inadeguata dotazione infrastrutturale di parcheggi in prossimità delle aree commerciali; carenze nel sistema di trasporto pubblico e in quello scambiatore; il mancato ampliamento delle aree pedonali e i limiti della rete di piste ciclabili; più in generale, l’assenza di un progetto, organico e complessivo, di cura e abbellimento della città, di pulizia quotidiana, del rifacimento di strade e marciapiedi, di valorizzazione dell’ambiente e del verde pubblico. 26.3.3 – Il turismo Nell’ultimo decennio, l’offerta turistica regionale è stata interessata da un processo di riqualificazione (aumento della dimensione delle strutture alberghiere in termini di numero di posti letto, incremento delle strutture extra-alberghiere, significativo sviluppo dell’agriturismo) anche se le dimensioni medie delle tipologie ricettive che si situano nelle alte categorie sono significativamente inferiori a quelle del Centro e dell’intero Paese. Nonostante tale fenomeno positivo, non si registra un robusto dinamismo economico del comparto. Negli ultimi anni, infatti, le presenze turistiche subiscono un andamento altalenante (dopo un biennio – 2005 e 2006 – di crescita sostenuta, nel 2007 la Toscana attenua di molto il ritmo della sua corsa, riuscendo, comunque, a capitalizzare un piccolo incremento delle presenze turistiche complessive), impattando conseguentemente sul valore aggiunto prodotto nel 89 settore. Peraltro, le dinamiche di breve periodo debbono essere lette alla luce di quanto occorso negli anni precedenti, e senza dimenticare i vari elementi di preoccupazione che affliggono in modo strutturale – sia pure in misura minore rispetto ad altre realtà – il sistema turistico della regione, e i possibili effetti di un peggioramento del quadro macro-economico , i cui esiti combinati possono determinare una perdita di competitività, almeno nei confronti di alcuni target. Su questo fronte, Viareggio, al contrario, ha recuperato e superato nel 2007 le presenze e gli arrivi del 2000, anche se con una diminuzione della durata dei giorni di permanenza ed il calo, oramai quasi strutturale, nel segmento della ricettività secondaria. Tuttavia, permangono - e per certi versi si accentuano – una serie di difficoltà strutturali, a partire dal fenomeno dell’accentuata stagionalità (circa i ¾ dei flussi totali, sia in termine di presenze che di arrivi, si concentra nel periodo estivo), del rapporto qualità-prezzo delle prestazioni, dell’offerta di servizi diversi e aggiuntivi rispetto al turismo balneare. Negli ultimi anni, la domanda turistica si è sensibilmente modificata: le maggiori facilità di spostamento; la maggiore quantità di informazioni e conoscenze disponibili, la possibilità di effettuare con facilità paragoni e comparazioni fra più destinazioni, l’emergere di forme di turismo “alternativo” (naturalistico, eno-gastronomico, sportivo, congressuale, etc.), un atteggiamento più maturo e selettivo nelle scelte di consumo, la particolare attenzione prestata alla qualità, etc. delineano una domanda turistica qualitativamente diversa rispetto al passato, molto elastica, in continuo cambiamento, afferente di nuovi bisogni, che impone un ripensamento complessivo, strategico, dell’offerta turistica cittadina e un progetto complessivo di sviluppo e qualificazione. Ciò appare particolarmente evidente sia considerando che il comparto del turismo, a Viareggio, è strettamente legato al patrimonio naturale ed ambientale, sia perché rappresenta, oltre che un fondamentale fattore dell’economia, anche un importante canale di apertura internazionale. Bisogna prendere atto, comunque, che il turismo balneare tradizionale è un segmento in difficoltà e che è necessario innovare e qualificare l’offerta, agevolando lo sviluppo di nuovi segmenti emergenti o in espansione (turismo nautico, eno-gastronomico, del benessere, culturale, 90 congressuale) e, nel contempo, valorizzando e tutelando lo stretto legame con il patrimonio naturale ed ambientale in un’ottica di turismo sostenibile. Dovranno essere implementate azioni di promozione turistica e marketing territoriale (comarketing tra turismo ed altre attività presenti sul territorio), in modo da innescare un processo virtuoso tendente ad una diversificazione e qualificazione della ricettività, all’adozione di appropriate politiche di prezzo, all’attrazione di flussi anche in bassa stagione, all’attivazione di servizi diversificati e qualificati, all’affermarsi di un’immagine integrata fra destinazione e prodotto, alla realizzazione di maggiori opportunità per una vacanza attiva, all’attivazione di reti formalizzate di cooperazione tra i diversi operatori (ricettività e servizi all’utenza). In questo ambito, una riflessione particolare è sicuramente quello riferita al turismo congressuale, concentrato soprattutto nel periodo tra l’autunno e la primavera (con punte in ottobre ed aprile) e caratterizzato dalla presenza di soggetti con reddito e cultura medio-alta, attenti alle novità in termini di servizi e qualità ambientale, con una capacità di spesa più elevata del turista medio, con esigenze maggiori in termini di servizi e tecnologie di comunicazione più avanzate. Un turismo, quindi, che ha caratteristiche particolari che vanno sviluppate in un’ottica di sistema integrato di offerta di servizi congressuali a livello di costa, con possibilità di promuovere pacchetti differenziati interessanti per target diversi di utenza. Più in generale, la valorizzazione delle varie tipologie di turismo presenti nel territorio deve necessariamente diventare una convinzione strategica e realizzarsi attraverso una forte integrazione del sistema di offerta di tutte le componenti produttive esistenti. Il ruolo dell’Ente locale diviene essenziale e gli interventi messi in campo in questo settore fondamentali per orientare positivamente la crescita e lo sviluppo dell’intera città. Le priorità da perseguire sono: approntare un progetto organico e integrato di sviluppo e riqualificazione turistica; porre in essere tutte le iniziative volte ad incrementare l’attrattività del territorio, potenziare e/o realizzare le infrastrutture necessarie, favorire il recupero ed il risanamento delle strutture ricettive, implementare la diversificazione dell’offerta turistica, valorizzare l’integrazione fra territorio, aziende, città, rilanciare l’immagine di Viareggio come luogo del divertimento e 91 dell’intrattenimento, durante tutto l’anno. 26.3.4 – Le attività agricole Una sommaria analisi merita, infine, il mondo agricolo-rurale. Secondo i dati più recenti del Registro delle imprese presso la C.C.I.A.A. di Lucca, sul territorio del Comune di Viareggio operano più di 250 aziende agricole (con un totale di 450 addetti), di cui i ¾ florovivaistiche. Si tratta, nel complesso, di una realtà importante, anche se molto frammentata e con microdimensionamenti di impresa, che va supportata attraverso l’azione collettiva e la cooperazione tra i diversi soggetti operanti sul territorio, sia incoraggiando gli interventi di promozione e valorizzazione dei prodotti di qualità ed incentivando l’attività del distretto floricolo; sia stimolando il ricambio generazionale con misure specifiche a sostegno dei giovani imprenditori (finanziamenti, snellimento pratiche amministrativo/ burocratiche, servizi vari) e favorendo la multifunzionalità col dare la possibilità di diversificare le attività aziendali (per es., l’agriturismo). In questa logica appare fondamentale, inoltre, che i piani urbanistici contengano adeguate norme di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e delle strutture agrarie, cercando soprattutto di agevolare lo sviluppo degli insediamenti agricoli ed evitando fenomeni di urbanizzazione “selvaggia” a scapito delle aree agricole esistenti. Si tratta, in sintesi, di riconoscere concretamente il ruolo e l’importanza del mondo rurale, anche nel contributo da esso apportato nel miglioramento della qualità della vita della collettività e nella salvaguardia delle risorse primarie (alimenti, aria, acqua), del paesaggio e della stabilità idrogeologica. 92 Figura 1 - Localizzazione dei poco istruiti Figura 2 - Localizzazione dei disoccupati in cerca di nuova occupazione Figura 3 - Localizzazione degli anziani Figura 4 - Localizzazione degli adetti nel terziario avanzato Figura 5 - Localizzazione degli adetti di sesso maschile Figura 6 - Localizzazione della popolazione 0-3 anni 27. PERIMETRAZIONE DEL PIUSS 27.1 Descrizione territoriale dell’unità territoriale di intervento sulla base degli indicatori previsti dalla procedura PIUSS L’area urbana delimitata ai fini della candidatura al PIUSS rappresenta circa il 16, 5% del territorio comunale. In particolare, come si può vedere dalla tab. 1, la zonizzazione per il PIUSS coinvolge principalmente il territorio delle Utoe “Cittadella del Carnevale”, “Città giardino”, “Città storica”, “Passeggiata”, “Porto Darsena”, “Varignano” e “Migliarina-Terminetto”. Il perimetro dell’area PIUSS non sempre si sovrappone a quello delle singole sezioni censuarie (unità di analisi utilizzata per l’elaborazione dei dati), di conseguenza i valori degli indicatori sono da riferirsi all’intera area delle sezioni che totalmente o parzialmente sono incluse nel perimetro. Tab. 1 – Superficie dell’area PIUSS per Utoe (valori %) Utoe Città storica Porto darsena Passeggiata Pineta di ponente Varignano Migliarina - Zona non PIUSS 0,41 0,97 0,87 0,00 2,36 Zona PIUSS 26,03 21,96 13,16 12 28 11,05 Totale 4,44 4,27 2,80 1,93 3,73 terminetto Cittadella del 6,31 5,31 6,15 carnevale Città giardino Marco polo Campo d’aviazione Comparini Bicchio Sistema territoriale 0,45 0,31 2,83 2,87 3,26 1,20 4,27 3,93 2,02 0,00 0,00 0,00 1,05 0,88 2,70 2,42 2,75 1,01 Lago Sistema agricolo 8,06 0,00 6,79 (sottosistema a) 10,34 0,00 8,72 urbano di Torre del 99 Sistema agricolo (sottosistema b) Altro Totale 25,74 34, 02 100, 00 0, 00 0, 00 100, 00 21, 70 28, 67 100, 00 Fonte: Comune di Viareggio Si tratta di un’area densamente popolata, sia per quanto riguarda il numero di abitanti residenti per ettaro (39, 75), sia se consideriamo il numero di addetti per ettaro (31, 15). Il dato sulla densità insediativa (cfr. Tabella 2) indica che in quest’area più di un quinto del territorio è costituito da edifici, mentre quello sulla dotazione di servizi indica che l’area destinata a soddisfare gli interessi pubblici e generali della collettività di cui ogni cittadino fruisce è in media pari a 13, 61 mq. Si tratta dei servizi di quartiere (che comprendono le attrezzature per l’istruzione inferiore, le attrezzature collettive, pubbliche e private di uso pubblico e religioso, i parcheggi e il verde di quartiere) nonché di quelli urbani (che comprendono le attrezzature per l’istruzione superiore, le attrezzature ospedaliere e sanitarie, i parchi urbani e territoriali e le strutture per lo sport e per lo spettacolo). Per quanto in modo approssimativo e parziale questo indicatore dà un’indicazione del grado di soddisfazione dei bisogni sociali collettivi espressi dalla città e permette di valutare l’effettiva distribuzione sul territorio di tale dotazione, in ragione del carico di residenti presente nell’area urbana. Gli interventi previsti dal PIUSS incidendo positivamente su tale dotazione produrranno di conseguenza un aumento dell’indicatore. Tab. 2 – Indicatori obbligatori e facoltativi richiesti dal Masterplan Indicatori Densità popolazione residente Densità insediativa Densità addetti Dotazione di servizi Localizzazione degli anziani Localizzazione degli addetti nel terziario avanzato 100 Valori 39, 75 22, 07 31, 15 13, 61 755, 74 580, 40 Localizzazione dei disoccupati in cerca di nuova occupazione Localizzazione della popolazione 0-3 51, 45 -300, 84 anni Localizzazione dei poco istruiti -425, 38 Localizzazione addetti di sesso maschile -536, 70 Fonti: Comune di Viareggio – Censimento della popolazione e delle abitazioni, e dell’industria e dei servizi 2001; Basi territoriali Censimenti 2001; Rilevazione mensile del movimento e calcolo della popolazione residente (giugno 2008) Viareggio Patrimonio s. r. l. – Sistema Informativo Territoriale L’area PIUSS si caratterizza per una tendenza all’invecchiamento della popolazione. In quest’area si concentra infatti il 36, 38% degli ultrasessantaquattrenni residenti nel comune, mentre la quota di persone di età inferiore a 65 anni è pari al 28, 82%. Una situazione ribaltata si riscontra per i bambini: quelli che vivono nell’area PIUSS rappresentano il 27, 67% del totale comunale, a fronte del 30, 68% dei residenti con età superiore ai tre anni. Il rafforzamento della dotazione di servizi nell’area PIUSS, soprattutto degli asili nido, da un lato, e la riqualificazione dell’area portuale, dall’altro, sono elementi della strategia di intervento in grado di influire su questa tendenza demografica e residenziale, invertendola in virtù di una mobilità residenziale di abitanti più giovani. Ciò può essere favorito anche dal fatto che nell’area PIUSS sono diffuse, in termini relativi, le abitazioni non occupate: secondo il Censimento della popolazione del 2001 queste ammontavano al 31, 81% delle abitazioni presenti nell’area, mentre nella restante parte del comune la percentuale era di dieci punti inferiore. L’area PIUSS si differenzia poco dal resto del comune per quanto riguarda la presenza di persone che cercano una nuova occupazione. La differenza tra la quota di disoccupati e quella di occupati residenti nell’area, rispetto ai corrispondenti totali comunali, è inferiore all’1%, segno che nel territorio le 101 dinamiche economiche che riguardano il mercato del lavoro non insistono in modo specifico su zone delimitate e che l’esclusione lavorativa non si manifesta come segregazione residenziale. Questo è di per sé un dato positivo e si ritiene che gli interventi previsti dal PIUSS andranno nella direzione di attenuare questa lieve differenza. Differenze più marcate le riscontriamo sul piano del capitale umano presente nell’area, dato che in questa tendono a localizzarsi residenti con titoli di studio medio-alti (diploma o laurea). Si osserva inoltre che, se da una parte chi lavora in quest’area tende ad essere occupato in settori del terziario avanzato (capitale umano che esprime quindi capacità coerenti agli obiettivi del PIUSS), dall’altra si rileva una tendenza alla femminilizzazione delle occupazioni in qualifiche medio-basse, un fenomeno da contrastare. La lettura della strategia di intervento del PIUSS evidenzia tuttavia come l’ampio e qualificato partenariato abbia chiaramente rilevato e incluso negli interventi un serie di azioni tese a modificare questo fenomeno. Per meglio cogliere la configurazione di alcuni fenomeni sociali al livello di unità territoriali urbane - le sezioni di censimento del Comune di Viareggio presentiamo di seguito sei mappe. Per la loro costruzione abbiamo usato il differenziale di localizzazione, già applicato nella costruzione degli indicatori di localizzazione previsti dal Disciplinare. Le mappe rappresentano la tendenza degli isolati, quartieri, gruppi di strade (in ogni caso blocchi o singole sezioni di censimento), ad attrarre o a respingere residenti con particolari caratteristiche. Le dimensioni rappresentate nelle mappe mostrano le tendenze localizzative dei residenti anziani, bambini, addetti al terziario avanzato, poco istruiti, addetti e persone in cerca di nuova occupazione. Le mappe mostrano dunque alcune delle caratteristiche delle varie parti del tessuto urbano e, all’interno di questo, evidenziano le differenze tra l’area PIUSS e il resto della Città, che abbiamo descritto in precedenza commentando gli indici. Le sezioni di censimento sono classificate come ad alta, media, bassa, esclusione oppure attrazione dei residenti. 102 28. LA PRIMA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE PORTUALE 28.1 Le città più dinamiche del futuro prossimo saranno sempre più gateway cities, città porta/porto con l’ambizione, le capacità e le risorse di essere connesse al network di città-nodo. Città creative e creatici, ambiziose protagoniste del “secolo urbano”, in cui megalopoli e città, micropoli e conurbazioni competeranno sempre meno per dimensione demografica o spaziale e sempre più per ruolo, capacità di commutazione e connettività. In questi anni si è sviluppata una vasta bibliografia e si sono concretizzati esempi di trasformazione urbana che hanno avuto nel termine Water-Front un paragdima comune. Sono diverse e molteplici le città che tramite una progettualità basata sul ridisegno urbano del porto hanno tentato o praticato processi di rigenerazione urbana. Esempi di progettualità che a partire dal porto o dalle aree portuali hanno cercato di innescare “una scintilla di rigenerazione urbana”. La proposta che abbiamo elaborato cerca di superare alcune ambiguità presenti in questa categoria progettuale: in primo luogo non pensando il water-front come un’ “area chiusa” o una “linea”, ma “una rete di luoghi, di funzioni, di innesti e ricuciture” fra la linea del mare e la città “tra il porto e le attività urbane”. Il water-front che perde il suo significato di nodo locale, ma si trasforma e si ridefinisce come “incrocio di fasci infrastrutturali (marini e terrestri) che lo attraversano, che lo alimentano: nodo di una rete sempre più planetaria di energie relazionali” “ma non solo nodo, è soprattutto un luogo formato dall’intersezione di usi, di funzioni, di flussi: sintesi di spazio e di comunità. Da queste esperienze nasce il tentativo di spingere le progettualità addirittura ad un capovolgimento della stessa concezione di linea, di prospetto e di stessa visione bidimensionale. Il percorso diventa il punto di vista principale. I percorsi diventano gli elementi portanti della percezione dello spazio urbano, sia esso destinato alle funzioni urbane proprie, o a quello della produzione, o del commercio, o dello svago e del piacere. In questo susseguirsi di intrecci di percorsi, di visioni, di prospettive, di forme urbane che si susseguono, il processo di rigenerazione urbana trova nell’intervento diffuso, nel potenziamento delle possibilità presenti, nel vasto ventaglio di opportunità l’elemento caratterizzante l’esperienza progettuale. La progettazione integrata “non è solo storia e non è 103 la Porta Nord N. operazione 37 AZIONE 8 la SCACCHIER Denominazione dell’intervento N. operazione Arredo Cittadella del Carnevale Denominazione d 4 Realizzazione Chioschi Piazza Ca 11 Pubblica Illuminazione via Cavallotti, 12 Pannelli e Punti Informativi 13 Banca Dati Settore Florovivaistico 16 Residenza per Anziani 17 Casa Riposo Anziani 18 Centro diurno malati di Parkinson 19 Comunità a dimensione familiare 20 Centro Interculturale “La Torre di B 21 Comunità a dimensione familiare min 22 Comunità a dimensione familiare min 23 “Insieme Per..” Centro Auser 29 Mercato Coperto di Piazza Cavou 35 Completamento Atelier d’Arte Mod 36 Sistema Multimediale Viareggio M 39 Restauro Villa Argentina AZIONE 3 il CENTRO CONGRESSI 8 > la Porta Nord 3 > il Centro Congressi 2 > la Passeggiata N. operazione 6 > la Scacchiera 5 > il Cuore Antico Denominazione dell’intervento 8 Area Fieristico Espositiva Principe di Piemonte 9 Sistemazione di Piazza Puccini 14 Un Nuovo Centro Congressi 33 Villa Puccini 7 > il Canale Burlamacca la PASSEGGIATA N. operazione 7 1 > il Porto e la Darsena 104 AZION Denominazione dell’intervento Centro Commerciale Naturale PASSEGGIATA 10 Pubblica Illuminazione via Modena, P.zza Pacini e Pea, vi 12 Pannelli e Punti Informativi 32 Teatro Eden 38 Istituto Matteucci _Allestimento Sede Promozion e Realizzazione Programma Culturale AZIONE 6 RA dell’intervento avour Matteotti, san Francesco o AZIONE 5 il CUORE ANTICO N. operazione 1 3 7 Denominazione dell’intervento AZIONE 7 il canale BURLAMACCA N. operazione Denominazione dell’intervento Centro Polivalente “Arengo” Scuola dei Comuni Toscani 5 Percorso Turistico Canale Burlamacca Centro Commerciale Naturale Passeggiata (via Garibaldi) 6 Rigenerazione Urbana Canale Burlamacca 34 Osservatorio della Città (Scuola Superiore S.Anna) 24 La Cultura del Confronto - Croce Verde 28 Nido d’Infanzia via delle Catene 30 Restauro Conservativo Torre Matilde 31 Sistemazione Piazza Santa Maria n minori 6-18 anni Babele” nori 0-3 anni “F.Colzi” nori 0-3 anni “S.Ricci” ur derna GAMC Musei AZIONE 1 il PORTO e la DARSENA N. operazione Denominazione dell’intervento 2 Realizzazione Polo Tecnologico - Distretto della Nautica 12 Pannelli e Punti Informativi 15 Valorizzazione Ambiente Dunale 25 Capannone: Laboratorio delle Differenze 26 Asilo Nido e Giardino “Lungo Canale Est” 27 Parco gioco dei diritti (Università di Firenze) NE 2 ia Andolfini ne 105 solo futuro, ma è sintesi feconda di storia e prospettive: è un luogo in cui la sapiente conoscenza storica alimenta le visioni per il futuro, e in cui l’ambizione delle strategie produce un’efficace interpretazione del passato”. La riqualificazione portuale è l’obiettivo che soggiace a tutti gli atti di pianificazione e programmazione che riguardano quest’area. La regione toscana con il PIT riserva al porto di Viareggio un ruolo centrale e di primaria importanza nel quadro infrastrutturale. Nell’appendice I del Master Plan dei Porti (MPP) -Disciplina la Regione ricorda che “Per garantire la qualità degli interventi in aree portuali sotto il profilo dell’accessibilità e dell’organizzazione funzionale e degli spazi, è necessario che gli ambiti urbani e portuali siano concepiti come un’unica struttura complessa da valorizzare attraverso progetti capaci di affrontare in maniera integrata gli aspetti formali e funzionali della relazione città-porto. (MPP disciplina pag. 236). Con l’approvazione del MPP allegato del PIT della Regione Toscana, è stato evidenziato come il comparto della nautica rappresenti una delle particolari risorse economiche regionali. “In Toscana il 9% del Pil è costituito dall’economia del mare fra cui il diportismo. L’occupazione cresce di 1 addetto ogni 5-6 posti barca. Questo dipende dalla lunghezza e dall’importanza delle barche. “ (pag. 39 Master Plan dei Porti). L’azione trainante della cantieristica viene evidenziata per l’intera Regione, e soprattutto per aree come quella di Viareggio, la forza attrattiva e di produzione di un largo indotto è un dato di grande evidenza. Il MPP sottolinea questa tendenza economica “integrata” sostenendo che “è forte l’occupazione e il reddito che cresce per ristoranti, alberghi, visite turistiche, negozi commerciali di forniture nautiche, riparazioni, rimessaggi etc. Il tutto rispettando il più possibile il prezioso ambiente della Toscana. In sostanza il business del diporto che abbraccia anche i cantieri che producono le barche, quelli che le riparano, i rimessaggi etc sono una grande fonte di reddito per la Regione. Riparazioni e ripristini possono costituire business autonomi rispetto alla produzione ma sono spesso legati ai cantieri produttori sia di grandi che di piccole dimensioni compresi quelli che producono barche da pesca. ”(pag 39 del MPP). La caratteristica della organizzazione industriale del “comparto cantieristica” è ripresa dal MPP che rileva come “ In tutti i paesi del 106 Laboratorio delle differenze Punto info “la Pesa” Museo della Marineria Polo Tecnologico Nido infanzia via Virgilio Nido infanzia Lungo Canale Est Naturalizzazione sistema dunale Azione 1: le operazioni nell’area Porto e Darsena Il Polo Tecnologico del comparto Nautica 107 mondo troviamo la presenza di diversi grandi cantieri che tendono ad una concentrazione sempre maggiore: anche in Italia i cantieri dominanti sono solo due: Azimut-Benetti e Ferretti ambedue presenti a Viareggio. La competitività fra i grandi in Italia e all’estero è altissima in una lotta commerciale e tecnologica acerrima sia per la conquista del mercato nazionale che internazionale. I grandi cantieri tendono ad essere sempre più concentrati e ad assorbire i piccoli. Ma la presenza dei numerosi piccoli cantieri come delle numerose imprese di accessoristi che forniscono beni e servizi è determinante per lo sviluppo della nautica nel suo insieme.” (MPP pag. 40). Questa specifica organizzazione del comparto cantieristica può diventare una vera e propria risorsa, in special mondo in fasi di crisi come l’attuale. Giustamente il MPP della Regione Toscana evidenzia come “La nautica (ed anche i grandi cantieri) per svilupparsi ha bisogno di quell’humus culturale che è garantito solo dalla presenza capillare sulle coste del mare, dei laghi e dei fiumi dei numerosissimi accessoristi e piccoli cantieri di costruzione, riparazione e rimessaggio che da una parte mantengono una cultura, un modo di vitalizzare e supportare il settore, di renderlo ‘friendly’ agli utenti con la loro presenza, dall’altra sono informati circa le nuove tecnologie inserite nelle barche, offrono servizi, fanno da supporto informativo, costituiscono una presenza ed un punto di riferimento.” (MPP, pag. 40). Il MPP prosegue indicando le priorità da parte della Regione Toscana come quello di “supportare nei modi opportuni i piccoli cantieri come gli accessoristi che, ricordiamolo, forniscono anche i porti da diporto, le singole barche, i gommoni, i grandi e piccoli produttori di barche italiani ed esteri e, infine, i superyachts”. Questa indicazione programmatica è stata la linea sulla quale il Comune di Viareggio, insieme alla Provincia di Lucca, la Regione Toscana e la Capitaneria di porto di Viareggio, dal 2001, hanno dato vita ad un percorso amministrativo che si è concluso con il nuovo PRP di Viareggio. L’insieme delle iniziative e delle “opportunità” ivi presenti rappresentano la risposta alle questione evidenziate dal MPP. Ancora la Regione Toscana ritiene che “I superyachts sono la maggiore produzione italiana e vedono in Toscana un polo di eccellenza a Viareggio. Per la cantieristica da diporto in generale una notevole parte delle innovazioni e del know-how nasce 108 dai megayacht, che necessariamente devono porsi ai massimi livelli. La produzione di megayacht conferisce prestigio anche alle altre barche costruite nello stesso paese.” (MPP pag 40). La presenza di questo effetto plurimo e di scambio di informazione, di produzione di qualità fanno di Viareggio, e soprattutto dell’area della Darsena un territorio di eccellenza. Un territorio che comunque richiede sostegno. Un sostegno che deve risultare appropriato e utile alle caratteristiche della cantieristica viareggina. Se da una parte anche il MPP riconosce la “ forte la ricaduta tecnologica che i megayacht alimentano anche per tutta l’industria dalle navi e delle barche: dai materiali di avanguardia ai metodi per l’insonorizzazione e contro il rollio etc. . (Fonte, 2005, Struttura e problemi dei cantieri commerciali e da diporto, Angeli). Il problema che si pone è quale tipo di “Polo Tecnologico” serve a questa complessa realtà, ed non secondariamente, il ruolo dell’azione degli enti pubblici. Alcune indicazioni del MPP della Regione Toscana risultano ancora di particolare rilevanza, e devono essere recepite nella progettazione di questa operazione. In particolare il MPP si sofferma nella necessità di assicurare la presenza di “moltiplicatori della produzione e dell’occupazione (che) per questo settore sono particolarmente significativi ed i più alti in assoluto tra quelli dei vari comparti dell’attività marittima. E’ fondamentale far sì che le barche prodotte in Italia vengano utilizzate in Italia. E’ poi fondamentale, cioè, che il ‘consumo’ di barche in Italia cresca, mentre ancora lo si considera troppo un consumo di lusso anche per piccole barche o per le barche da pesca che in tutto il mondo sono usate spesso dalle famiglie aumentando la confidenza e l’uso’ del mare da parte della popolazione. In sostanza conviene incentivare al massimo l’amore per la barca, la sua produzione, il suo uso, occorre che sia incentivato il turismo nautico ed in particolare i turisti esteri perché sono fonte di forti guadagni (MPP pag. 41). In altre parole il MPP invita ad una progettazione urbanistica che superi il classico sistema di “zooning” o “di aree specialistiche”, stimolando “l’integrazione” anche a livello di funzioni, di servizi, per garantire una pluralità di risposte e di opportunità. Le preziose indicazioni del MPP riprendono anche le caratteristiche che i Porti Regionali come quello di Viareggio devono avere, ovvero “disporre di: 109 • disponibilità di porti, approdi e posti barca; • servizi; • una natura attraente, parchi marini, santuari, isole ben attrezzate; • una viabilità che agevoli l’uso dei porti da diporto senza interferenze con le cittadine ove sono ubicati ma che, in egual misura, agevoli l’accesso ad alberghi, luoghi di svago e di acquisti di alto livello” (MPP pag 41). I porti turistici si inseriscono nell’economia della costa ognuno con “sfaccettature” e “varietà di imprese”. In questa articolazione territoriale ed economica la Regione Toscana tramite il MPP riconosce nel porto di Viareggio “un solo porto da diporto, un tempo dedicato alla pesca e ai commerci, ora in gran parte al servizio dei megayachts che sono costruiti sulle sue sponde o lì vengono varati” (MPP pag. 132). Il MPP ribadisce il ruolo di centralità e attrazione dell’infrastruttura portuale a cui viene riconosciuta una valenza regionale ed interregionale. Lo stesso MPP afferma che “Viareggio è caratterizzata da cantieri per la produzione di megayacht famosi in tutto il mondo. Viareggio lavora sia per costruire gli yachts che per ripararli, ripristinarli, fare lavori di rimessaggio ogni anno e perciò ha bisogno di spazi anche in porto. Per i megayacht il lavoro annuale di refitting è stimato valere circa il 7% del valore della barca. Il mercato per quanto riguarda le barche da 24 metri in su è, mondialmente, relativamente ristretto e la stampa specializzata ed in particolare quella statunitense riconosce Viareggio come fosse un marchio. Poiché il grande yacht è un prodotto di assemblaggio sono conosciutissimi anche i produttori di accessori viareggini e molti di loro hanno un export anche del 100%. ” (MPP pag 132). Inoltre il MPP a proposito del porto di Viareggio riconosce come “ la presenza di un porto abbia nel tempo sviluppato business straordinari come quello di Viareggio. Non tutti i porti possono, naturalmente, arrivare a tanto, ma è evidente che la stessa presenza di un porto da diporto magnetizza una rete di attività che favoriscono ricchezza ed occupazione. ”. (MPP pag 133). L’allegato 5 del PIT, Master Plan dei Porti – Disciplina, e più precisamente all’art.2.1 individua i porti di interesse regionale e interregionale quali “Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo Stefano (Valle), Porto Azzurro, Giglio”. Mentre all’art. 3.1 attribuisce alla rete 110 dei porti toscani un ruolo centrale per l’organizzazione della mobilità di merci e persone ed assume come obiettivo strategico lo sviluppo della piattaforma logistica costiera come sistema economico multisettoriale, rete di realtà urbane attrattive, poli infrastrutturali con funzioni di apertura internazionale verso il mare e verso le grandi metropoli europee. Il citato Articolo 3 (Obiettivi strategici per la portualità) sancisce “relativamente ai porti turistici” i seguenti obiettivi strategici: a. Qualificazione del sistema della portualità esistente al fine di creare una rete fondata sulle piccole dimensioni a basso impatto ambientale, con un forte legame con il livello locale attraverso il miglioramento dell’accessibilità e dotazione di standard per il diporto al fine di raggiungere livelli qualitativi e di servizi definiti dal presente piano per i porti e gli approdi turistici; b. Sviluppo delle potenzialità e rilancio di alcuni porti turistici con un elevato potenziale di eccellenza quali risorse capaci di presentare il sistema portuale toscano attraverso la valorizzazione dei waterfront, l’integrazione città-mare e la cantieristica; c. Completamento della rete dei porti e approdi turistici al fine di garantire un sistema di servizi per la nautica da diporto organicamente distribuito lungo la costa toscana coerente con la filiera produttiva legata ai poli nautici toscani e sostenibile per le risorse territoriali ed ambientali. L’art 6 individua tra le azioni strategiche il mantenimento e la qualificazione dei porti e approdi turistici esistenti. Infine nella parte relativa alla qualità architettonica degli interventi, viene riconosciuta la necessità della “ valorizzazione del fronte portuale con interventi di interesse pubblico (terminal marittimi, istituti di ricerca, hotel, centri congressi) capaci di rafforzare l’immagine del porto per facilitarne l’attrattività;” (MPP Disciplina Appendice II pag 238). Altre linee d’intervento richieste dalla regione Toscana riguardano il recupero e l’integrazione del “fronte d’acqua urbano” con gli interventi di potenziamento delle infrastrutture per il diporto nautico. 28.2 Il rapporto con la pesca. Il PR Portuale, conformemente alle indicazioni contenute nel MPP della Regione Toscana, individua un’area da destinare alla costruzione del nuovo Mercato Ittico. Questa nuova struttura dovrà 111 prender le funzioni dell’attuale struttura sovradimensionata per le esigenze del comparto pesca. Dallo stesso MPP della Regione Toscana emergono preziose indicazioni per tale struttura, (approvata con delibera GC di Viareggio e con risorse della Regione Toscana). In particolare la necessità di valorizzare “la pesca locale, che è strettamente legata al potenziamento e alla qualificazione degli spazi presenti nei porti destinati a tale attività (posti barca e banchine riservate) e alla dotazione di strutture e servizi di supporto alle operazioni di carico, scarico, trattamento e conservazione del pescato.” (MPP pag. 44). Ma la raccomandazione di maggior rilievo riguarda una nuova visione della stessa attività di pesca. In particolare nel MPP si afferma che “La pesca è strumento di attrattività turistica legato alla tradizione dei luoghi”(MPP pag. 44). Anche se alcuni rischi possono insorgere nella scelta di rafforzamento di queste strutture elevando livelli di conflittualità tra i diversi comparti produttivi. In ragione di queste tensioni il MPP ritiene necessario che specifiche “ politiche regionali in materia di pianificazione delle aree portuali dovranno pertanto integrarsi fortemente con quelle dello sviluppo dell’attività di pesca al fine di coordinare ed orientare la programmazione degli spazi a terra e a mare dei porti coniugando le esigenze delle popolazioni locali dedite alla pesca senza pregiudicare l’attrattività dei porti turistici. E tenendo presente che la pesca turismo e’ un fattore importante del diporto gestito spesso dai pescatori stessi. ” (MPP pag. 44). 28.3 Il nuovo PRP del porto di Viareggio. Il nuovo PR Portuale rappresenta l’articolazione degli obiettivi indicati nel MPP della Regione Toscana, in ragione della diretta approvazione finale effettuata dal Consiglio Regionale Toscano avvenuta in data 14/02/ 2007. Il Nuovo PRP contiene tra i suoi principali obiettivi la riqualificazione dei luoghi di lavoro. Un processo che vede la realizzazione di nuove strutture produttive corrispondenti alle nuove esigenze della lavorazione, in stretto legame con la sicurezza nei luoghi di lavoro. (Per ulteriori infomazioni si rimanda alla Scheda Porto di Viareggio Master Plan). 112 29. LA SECONDA AZIONE: IL PRIMO TRATTO DELLA PASSEGGIATA: L’INIZIO DELLA CITTÀ BALNEARE 29.1 Ben prima del periodo Borbonico, Viareggio si offriva quale meta di villeggiature per gran parte della nobiltà lucchese, che “nel mese di novembre, quando cominciano i primi geli e le piogge purificano l’aria” si trasferiva qui per “godere l’aria fresca di mare”, secondo le parole di George Christoph Martini riportate nel suo Viaggio in Toscana (1725-1745). La testimonianza del pittore sassone è preceduta di qualche anno da quella poco onorevole lasciata da Jean Baptiste Labat, domenicano francese missionario nelle Antille, che nel viaggio via mare verso Roma, superato il golfo della Spezia, Portovenere e la Palmaria, approda “a Via Regia, altrimenti detta Via Regi, villaggio di venti o trenta case, appartenente alla Repubblica di Lucca. È il solo porto di mare che ella abbia, se si può chiamare porto l’imboccatura di due piccoli corsi d’acqua che si uniscono insieme a un mezzo miglio al disopra del villaggio”. La città si offriva come un piccolo insediamento che “giace a dieci miglia dalla città sulla riva del mare” e insiste su di un terreno in buona parte “piatto e paludoso e poco coltivato, perciò nei sei mesi d’estate l’aria è così poco salubre che vi restano quei pochi che proprio non hanno dove andare, e speso vi perdono la salute e la vita”. Certo di fronte a questo quadro sembrerebbe poco comprensibile il motivo per cui la città ospitasse edifici di un certo valore “per lo più di proprietà delle famiglie lucchesi”, che si recavano in questa località per villeggiare. Se non fosse solo per godere del clima temperato e dell’aria di mare, sulla scorta delle indicazioni mediche che imperversavano ormai in quasi tutta Europa, bisogna aggiungere che, fuori dalla città di Lucca, non venivano rispettate le leggi suntuarie che obbligavano le donne, al di sopra dei quindici anni, a vestirsi rigorosamente di nero e a non portare gioielli. La scoperta di terre nuove come le marine, dove la villeggiatura nel corso del Settecento si svolgeva tra l’autunno e l’inverno in alternanza con quella in campagna e alle terme, alimenta tra l’altro la volontà di misurare innovazioni linguistiche, in campo architettonico, con un ambito meno restrittivo di quello cittadino. Così sulle marine cominciano a proliferare ville e palazzi promossi da famiglie notabili lucchesi, come a Viareggio “le ville di Alessandro 113 Guinigi e Cesare Santini con giardini prospettanti il fosso [. . . ] il palazzo di Teresa Gigli passato poi nè Montecatini” e ancora il palazzo dei Partiti, dei Fanucci, dei Bernardini o dei Cittadella. In questo quadro acquistano particolare rilievo i progetti per un palazzo o villa da costruirsi a Viareggio, conservati al Metropolitan Museum di New York, elaborati da Flippo Juvarra tra il 1714 e il 1716, se rapportati al processo di sviluppo urbano che si misura con la particolare situazione ambientale della città costiera nascente. A illustrare la tipologia dei palazzi realizzati nei primi decenni del Settecento è la veduta prospettica contenuta nel piano del Valentini del 1748, che mostra edifici dai volumi compatti, inclini al rigore funzionale e al decoro urbano consono alla cultura architettonica di metà Settecento. In realtà siamo a circa un secolo dall’esordio di Viareggio come città nuova, voluta e legittimata da Maria Luisa di Borbone. Sarà solo al momento del decollo della città balneare, che l’insediamento si specializzerà e svilupperà privilegiando l’asse litoraneo rispetto al canale, dove si snodano i palazzi settecenteschi dell’oligarchia lucchese, che lentamente perderanno di valore a favore delle strutture “più prossime al mare”. L’estensione della struttura urbana a nord del canale, lungo la linea di costa, è sancita dai piani regolatori dell’Ottocento e del Novecento, che hanno eletto il potenziamento della passeggiata a mare, creando nuove gerarchie urbane, secondo una logica organizzativa che ha del tutto disatteso le matrici dell’originario sviluppo urbano, attestate su due coordinate strutturali strettamente interconnesse: il canale e il mare. Viareggio può essere sicuramente individuata come il primo degli insediamenti distribuiti sulla costa della Versilia ad affermarsi come località di villeggiatura balneare nel panorama internazionale. Il modello per la città di vacanze, come già la città “specializzata del lavoro”, segue da una parte parametri utopici – l’evasione, la bergerie settecentesca e il naturalismo romantico – mentre dall’altra è legata strutturalmente ai rapporti di produzione della città urbano-industriale. Così le più celebri città di vacanze create dalla ricca borghesia urbana, soprattutto dopo la metà del XIX secolo, come Ostenda, Baden-Baden, Montecarlo, possono essere considerate vere e proprie succursali metropolitane. Il carattere selettivo e aristocratico delle località di villeggiatura si 114 Passeggiata Centro Matteucci Centro Commerciale naturale Teatro EDEN Punto info “la Zattera” Azione 2: le operazioni Il recupero del Teatro Eden 115 mantiene almeno fino alla prima guerra mondiale, opponendo resistenza all’invasione delle nuove classi emergenti. Resistenza che verrà poi meno a partire dagli anni Venti, momento in cui si avrà un’evoluzione graduale verso una destinazione borghese e poi di massa, che modificherà definitivamente l’assetto urbano di queste località. Dal punto di vista morfologico tra le città di maggiore interesse possono essere annoverate, come modelli per l’organizzazione della città balneare, la capofila Brighton, con Scarborough e Bournemouth in Inghilterra, o Blackpool sul mar d’Irlanda. In Francia la casistica si arricchisce ulteriormente, qui infatti l’industria balneare si distribuisce lungo fasce preferenziali: a nord, sulla Manica, nei pressi del Pas-de-Calais, Deauville, Trouville e altri centri minori; sulla costa atlantica con i nuclei di Concarneau e La Baule in Bretagna. Arcachon nei pressi di Bordeaux, Biarritz quasi al confine con la Spagna; nel Meditteraneo, con la riviera da Saint Tropez a Montecarlo e i fastosi centri di Cannes e Nizza. In Italia Viareggio ha rappresentato indubbiamente un modello di città balneare a cui fare riferimento nel panorama internazionale. La città versiliese sulla costa Toscana contende il suo primato di località di villeggiatura balneare solo a Livorno. La stessa Viareggio si sviluppa, partendo dal canale che rappresenta la linea di espansione del primo impianto, come realtà urbana aperta sul tracciato del rettifilo costiero, poi modellato in maniera unitaria fino a Bocca di Magra. E se la passeggiata sintetizza e qualifica i contenuti urbanistici della città cresciuta linearmente fin dai primi tracciati pianificatori sei e settecenteschi, la dilatazione lineare dell’insediamento è un fenomeno che, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento si sviluppa a scala territoriale e trova riferimenti nel quadro delle politiche internazionali di costruzione di città specializzate per la villeggiatura. La costruzione della città plasir si avvia intorno agli anni Venti dell’Ottocento, quando la principessa Paolina Bonaparte Borghese, sorella di Napoleone, decide di farsi costruire a Viareggio una villa sulla spiaggia, che può a buon diritto rappresentare il significante esordio della dimora per la villeggiatura balneare e dello sviluppo litoraneo della stessa città. In quegli stessi anni la piccola comunità di Viareggio, già dal Settecento meta di soggiorno dei notabili lucchesi, conosce un notevole 116 sviluppo edilizio, grazie soprattutto alle agevolazioni concesse da Maria Luisa di Borbone. La duchessa di Lucca con un decreto del 30 maggio 1820 infatti aveva concesso gratuitamente lotti di terreno edificabile, a “chiunque si determinerà di fabbricare nuove abitazioni”. Il provvedimento dette i suoi frutti stando al confronto tra la pianta del Valentini del 1748 e la planimetria della città perfezionata da Lorenzo Nottolini nel 1824. Ricorda Cesare Sardi in Viareggio dal 1740 al 1820, che fino ad allora le abitazioni a Viareggio erano raggruppate principalmente verso il canale Burlamacca e “parve temerario il pensiero della Principessa Paolina Borghese quand’essa costruì una villa molto remota dall’abitato presso la riva del mare tra le solitudini della spiaggia e del bosco”. In quegli stessi anni l’aristocrazia e la ricca borghesia non solo lucchese, ma anche italiana e straniera, avevano in Viareggio una delle sue mete privilegiate durante i mesi estivi, ricreando sul litorale la consuetudine degli incontri mondani cittadini dei mesi invernali. L’incremento dei forestieri richiamati dalle proprietà terapeutiche dei bagni di mare, porta ad una ulteriore spinta nel processo di espansione della città, favorito sicuramente dalla politica lungimirante dei Borbone, che mira da una parte a favorire le attività economiche dall’altra a valorizzare la marina con appositi provvedimenti. Tutto era nato con la fine dell’avventura Napoleonica e la creazione a Duchessa di Lucca di Maria Luisa di Borbone, figlia del Re di Spagna Carlo IV. Lanciandosi nell’impresa con tutto l’entusiasmo che ancora le rimaneva, con Decreti del 30 maggio 1820 e 7 giugno 1820 la sovrana elevava Viareggio al rango di “Città “, come tale equiparata a Lucca, e la dotava di un piano regolatore. Il progetto era veramente grandioso, e se completato, avrebbe trasformato il piccolo borgo di allora in un tutt’uno con la Reggia prevista al posto del già esistente Palazzo di Ferrante Cittadella. Lo sviluppo edilizio veniva così definito dal piano regolatore redatto da Lorenzo Nottolini che prevede ampi rettilinei, suddivisione a scacchiera delle superfici edificabili, ampie porzioni di terreni di pertinenza delle abitazioni. E se nel piano regolatore pensato per Viareggio, il progettista non introduce particolari innovazioni in realtà assecondando l’embrionale struttura a scacchiera della città, suggerita dalle direttrici naturali della Burlamacca e della spiaggia, di spiccata 117 inventiva fu il piano per la sistemazione della pineta con la dimora per i reggenti. Ben lontana dalla severa e rigorosa architettura della Villa Paolina è la reggia che Maria Luisa di Borbone desiderava far costruire nella nascente città litoranea. La città iniziava a specializzarsi proseguendo la sua espansione lungo gli assi del Burlamacca e del mare, proprio verso quell’area che aveva avuto in Villa Paolina il nucleo della colonizzazione litoranea. La crescita della città rispondeva ad un indirizzo politico organico e complesso che si articolava in una sommatoria di provvedimenti, di imprese, di iniziative. Nel programma dei Borbone è chiara l’idea che la piccola località possa assurgere al ruolo e alla dignità di città. A questo fine si indirizzano i numerosi progetti redatti negli anni del Ducato, si sollecitano da un lato le attività marittimo-commercaili e industriali capaci di stabilire i fondamenti materiali per lo sviluppo della città, dall’altro si punta alla valorizzazione della marina. Risale al 1822 la regolamentazione dell’uso pubblico della spiaggia e al 1828 la costruzione dei primi stabilimenti balneari. L’impianto delle prime attrezzature balneari e il diffondersi della moda per la villeggiatura marina, favoriscono il processo di rapida crescita della città, che viene orientato e disciplinato secondo le direttrici del piano del Nottolini. Con il piano del 1824 l’architetto definisce una serie di progetti a scala microurbana, le zone di estensione della città e le aree differenziate per lo sviluppo. Il nuovo tracciato modellato, sull’assetto settecentesco, indirizza il sistema di espansione della città, in cui l’asse litoraneo sancisce definitivamente la vocazione territoriale e lo sviluppo balneare gioca un ruolo determinante. Viareggio si genera e si costruisce città in maniera pensata e coordinata. I caratteri di omogeneità urbanistica e architettonica persistono negli sviluppi successivi della morfologia urbana, poiché la crescita programmata e la progettazione organica costituiscono elementi costanti e specifici della città anche quando l’asse litoraneo diviene il principale fattore di localizzazione dell’insediamento. La città dei bagni, al suo esordio modellata sulla città termale di più antica memoria, è configurata sul principio della cura e sugli espedienti per esorcizzarla, e trova nello stabilimento per i bagni e nel casinò gli archetipi del suo sviluppo. In linea con la tradizione della ville d’eaux, anche a Viareggio la costruzione delle attrezzature balneari è 118 abbinata alla fondazione del teatro e del casinò per i pubblici divertimenti: queste strutture insieme alle locande e alle residenze destinate all’ospitalità dei forestieri, sanciscono il decollo della città specializzata per la villeggiatura. La pratica delle bagnature in realtà si era diffusa a Viareggio già intorno agli anni Dieci dell’800, se nel febbraio del 1812 il Maire di Viareggio scriveva al Ministro dell’Interno dello Stato di Lucca per protestare contro una disposizione sanitaria che proibiva la frequentazione della spiaggia, perché il divieto “risultava odioso per i villeggianti e per la stagione balneare”. I primi provvedimenti Borbonici per la disciplina delle bagnature risalgono agli anni Venti, quando per tutelare la pubblica “decenza” i reggenti imposero regole per lo svolgimento della pratica delle bagnature. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento in tutta Europa la città di mare scopre, emancipandosi dalle forme e dal modello delle villes d’eaux, specificità e requisiti per una moderna pratica del bagno. Sono gli esponenti della borghesia emergente a innovare ritmi e stili di vita della villeggiatura balneare, che inizia così, anche nelle marine della Versilia, ad aprirsi a un panorama sociale più vasto. Dalla seconda metà dell’Ottocento saranno i mezzi di locomozione a suggellare questo nuovo connubio, accorciando le distanze, allargando i confini e le possibilità delle vacanze. La città balneare decolla, con il viatico delle più recenti teorie mediche diffuse dai manuali, configurandosi come un mondo artificiale totalmente pensato e costruito in funzione del tempo libero: è una “cittàcolonia”, diretta emanazione della metropoli produttiva. Per Viareggio la metà del secolo rappresenta un momento di grande espansione edilizia, soprattutto per il fiorire di nuove attrezzature balneari e ricettive. Ai primi stabilimenti balneari e alle capanne di paglia e falasco, si affiancano le grandi strutture su palafitte, come il Teti, il Balena, il Nettuno o il Felice Barsella, costruiti quasi totalmente in mare e impostati spesso su pianta ad “U”. Intanto il tessuto urbano si arricchiva di “case tutte basse e d’un solo piano, come si vedono nelle città americane, al Messico, nel Chili, nel Perù e nell’Uruguay”, mentre il “mare lambiva le prime case e le palazzine”. Le strutture ricettive e di svago formano un insieme linearmente disposto lungo l’asse litoraneo, mentre gli spazi per la residenza dei villeggianti si distribuiscono dalle ville sul lungomare alle strade interne della città. 119 Stabilimenti balneari, 1905 Lungocanale e faro, 1910 120 I padiglioni della Passeggiata, anni 30 Stabilimenti balneari, anni 30 121 La pianta del 1879, disegnata dall’ingegner Eugenio Del Prete, confrontata con quella del 1837, mostra chiaramente lo sviluppo balneare e l’estensione del tessuto urbano, dovuto anche all’avanzamento della linea di costa che ha guadagnato in pochi decenni nuovi terreni. La pianta mostra anche la presenza dell’Ospizio Marino voluto da Barellai, che andrà a contraddistinguere una zona della città, l’attuale piazza Mazzini, individuata come punto di cesura tra lo sviluppo ottocentesco e quello novecentesco dell’insediamento costiero. Se sul litorale si concentrava la vita ludica e mondana, a sud la linea del canale Burlamacca demarca la separazione tra la città della vacanza e i luoghi del lavoro, le darsene e la cantieristica navale. La realizzazione poi della linea ferroviaria, con la stazione in corrispondenza della darsena voluta da Maria Luisa, definisce a monte i confini della città costruita e le aree di possibile espansione. L’impianto urbano è delineato dal rigoroso ordinamento dei lotti costruiti, intervallati dal disegno delle piazze e dell’ippodromo verso il quale gravita, in posizione centrale con le sue bordure alberate, la via parallela al mare – attuale via Foscolo. A Viareggio con il crescente impulso turistico, alle grandi strutture ricettive e mondane riservate alla élite internazionale si accompagnano i luoghi di ritrovo sul litorale; tra questi la gelateria Napoletana, il caffè Nereo, la pasticceria Margherita e i locali per gli spettacoli, come il Politeama. La stagione estiva si svolge principalmente sul lungomare e la spiaggia attrezzata ormai con numerosi stabilimenti balneari. I piani regolatori redatti tra il 1910 ed il 1920 si occupano principalmente di organizzare l’area litoranea come spazio attrezzato con finalità turistico-residenziali, stabilendo una scala gerarchica nello sviluppo dell’intero territorio comunale. Lo stesso piano del 1910 firmato dall’ingegnere comunale Goffredo Fantini progetta l’espansione litoranea a Nord, con la previsione di realizzare un segmento costiero continuo ma caratterizzato da aree con funzionalità diverse. Il piano regolatore del 1920 elaborato da un altro tecnico comunale, l’ingegnere Carlo Riccomini, sembra accordarsi con le previsioni urbanistiche del Fantini e individua con maggiore dettaglio le zone per attività terziarie, commerciali, pubbliche e private, nonché i nuovi quartieri di “città-giardino” localizzati all’estremità nord del viale a mare, ritenuta di 122 “particolare gradimento dei forestieri. In questa distinzione geografica tra luoghi deputati al pubblico divertimento e quartieri residenziali sul modello anglosassone della garden town, si avverte chiaramente l’assenza di una qualsiasi riflessione progettuale sull’area situata oltre il limite del canale Burlamacca, dove trovavano una giusta e confinata collocazione le attività connesse alla nautica e alla pesca. Alla griglia geometrica propria del tessuto edilizio viareggino e alla tipologia abitativa locale, si affianca nelle nuova idea urbanistica per la città un modello residenziale alternativo, immerso nel verde ed isolato dal rimanente contesto urbano. Al generale sviluppo della città lungo il litorale nel primo ventennio del Novecento, si affianca la progettazione nel 1922 del nuovo mercato generale di piazza Cavour ad opera dell’architetto Alfredo Belluomini. L’edificio sistemato in posizione arretrata nei pressi della pineta di ponente assolve alla funzione di cerniera tra le nuove zone di espansione e gli isolati storici, e rappresenta insieme ai coevi interventi di viabilità una prima apertura verso una concreta visione unitaria della città. Le previsioni urbanistiche degli anni Venti, come poi quelle del decennio successivo, sono ben lontane da una qualsiasi gestione razionale del territorio urbano, privilegiando una visione gerarchica nella distribuzione dei servizi e delle infrastrutture, ma soprattutto favorendo la formazione di aree periferiche oltre la ferrovia. Nelle deliberazioni comunali è ben marcato l’esclusivo interesse per le problematiche inerenti lo sviluppo dell’area litoranea, come sottolinea l’iniziativa connessa alla definizione del 1923 di un nuovo Piano Regolatore con l’obiettivo di “conferire la maggiore decorosità e comodità alla parte a mare della città”, che guida la ricostruzione del lungomare e il prolungamento dello steso da piazza Mazzini alla via Marco Polo. A tale scopo viene indetto un concorso di idee per la “progettazione architettonica della passeggiata”, presieduto da figure di spicco nel panorama della cultura come Puccini, Chini, Giusti e Viner. In quell’occasione lo stesso Ugo Giusti elabora un progetto di massima per la sistemazione dell’area, redatto tra il 1925 ed il 1926 in collaborazione con Galileo Chini, proponendo un allineamento di padiglioni monumentali alternati a giardini, rotonde e fontane. Né l’idea del Giusti né il concorso ebbero seguito e la ricostruzione della passeggiata proseguì 123 conciliando esiti disparati, affidata quasi interamente all’iniziativa dei privati. Al volgere degli anni Venti sono ormai pochissimi gli stabilimenti effimeri che “si inoltrano nel mare sopra impalcature di pini piantati nella rena in forma rotonda” , poiché nonostante l’intervento privato sia subordinato ai caratteri dell’autorizzazione temporanea, l’asse litoraneo viene a configurarsi in maniera tutt’altro che precaria. Nel 1928 ancora nell’attesa di attuare “la sistemazione della proprietà comunale secondo il progetto dell’ingegner Giusti”, viene adottato un “piano regolatore provvisorio”, che interessa ancora una volta la sola zona a mare della città. Non ebbe attuazione nemmeno un altro progetto del 1929 dell’architetto Angelo Crippa, per la costruzione di un sullivaniano “Lido di Lusso” in ampliamento dello stabilimento Barsanti, che avrebbe sicuramente indirizzato lo sviluppo urbanistico della città verso soluzioni più ardite di stampo internazionale. E’ ancora il decorativismo di stampo eclettico, tra ammiccamenti classicheggianti e riferimenti all’oriente, caratterizza i padiglioni pensati per Viareggio fino al 1930 circa, come si evince dalla varietà delle forme del Supercinema, inaugurato il 2 giugno del 1929, e dai preziosismi profusi sulle membrature del Gran Caffè Margherita, entrambi su progetto di Alfredo Belluomini, che in collaborazione con Galileo Chini sarà tra i protagonisti della scena viareggina. Lo sviluppo in verticale ed una certa razionalizzazione emergono nel disegno del Belluomini per lo chalet Balena del 1931, che può ben rappresentare il momento di passaggio alla futura stagione linguistica dei nuovi protagonisti formatisi soprattutto alla scuola fiorentina, come Raffaello Brizzi, Giovanni Michelucci, Aurelio Cetica, Pietro Porcinai e il romano Giuseppe Quaroni, impegnati non solo a Viareggio, ma anche nella vicina Forte dei Marmi e in tutta la costa versiliese. La ricostruzione del lungomare s’inserisce nel processo di edificazione che ha interessato tutta la fascia litoranea della Versilia, e che ha contribuito a formare un area costiera omogenea formata oltre che da Viareggio, da Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi, come confermato dall’attivazione della linea tranviaria tra Viareggio e Forte dei Marmi del 1913. Il passaggio dal fronte del professionismo locale, protagonista della progettazione della passeggiata nel tratto compreso tra il canale Burlamacca e la piazza 124 Mazzini, al gruppo capitanato dal montecatinese Brizzi, è immediatamente percepibile nell’accostamento dell’eclettismo di forme “tronfie e grottesche dello stile floreale da padiglione internazionale principio secolo” al razionalismo di ”solide e leggere costruzioni giustamente spaziate, omogenee nella varietà delle linee e dei colori, con un che di marino nei piatti terrazzi dalle curve ringhiere che evocano sagome di ponti da transatlantici; linde costruzioni tutte aria e luce, sorridenti nei rossi, nei verdi, nei gialli. Nei bianchi dei loro intonaci”. Negli anni Trenta del Novecento, la pianificazione dell’area litoranea ad opera di Raffaello Brizzi e supervisionata da Marcello Piacentini, quale membro del “Consiglio superiore delle Antichità e Belle Arti” e dal 1930 parte della “Giunta direttiva” dell’Istituto nazionale di Urbanistica, è perfettamente in linea con i parametri cui si modellano le città balneari nel panorama internazionale. Gli interessi del regime fascista nei confronti della riviera versiliese si concretizzarono non solo nella vasta attività di propaganda promozionale, che garantisse un immediato decollo del turismo di massa, favorito anche dalla progettazione della moderna arteria autostradale Firenze-mare, ma anche nella attenzione rivolta alla programmazione urbanistica dell’area da parte del Ministero dell’Educazione Nazionale. Numerosi furono gli interventi perpetrati per incrementare le potenzialità della riviera, come la realizzazione dell’acquedotto e delle fognature, e migliorarne la viabilità, principalmente con il trasferimento della stazione ferroviaria oltre il canale Burlamacca e la costruzione del necessario cavalcaferrovia. Se la politica urbanistica del primo ventennio del Novecento aveva suggellato il ruolo turistico-balneare della città di Viareggio, rivolgendosi quasi esclusivamente al rinnovamento e ampliamento della fascia costiera, gli anni del regime diversificarono gli interventi distribuendoli in un’area urbana più ampia. Alla sistemazione della passeggiata ed alla previsione di un nuovo quartiere residenziale, si affiancò negli anni Trenta la necessità di adeguare le infrastrutture viarie, di predisporre moderne strutture ricettive e ricreative, oltre che rivitalizzare i nodi urbani strategici. Raffaello Brizzi lavorò al piano regolatore per Viareggio a partire dal 1931 fino a tutto il 1942, uniformandosi all’idea di codificare in un unico piano territoriale l’intera area costiera. La sua attività non si 125 limitò alla sola sistemazione del lungomare e alla previsione di un nuovo quartiere a nord di Viareggio, ma fornì anche una serie di idee progettuali – un viale di accesso dalla stazione al mare, un grande teatro pucciniano a Torre del Lago, un nuovo ippodromo e campi da golf nella Pineta di Ponente – presentate alla rassegna urbanistica del 1938 allestita presso il “kursaal” e contenute nella tavola generale del 1935. Nel 1931 il podestà di Viareggio, seguendo le disposizioni del Ministro delle Comunicazioni per la sistemazione della spiaggia, nominò un’apposita Commissione incaricata di giudicare gli edifici di nuova costruzione, composta dagli scultori Maraini e Dazzi, dal pittore Conti, dagli ingegneri Donzelli, Giovannozzi e Bosio, cui si aggiunsero Poggi - sovrintendente per l’Arte medievale e moderna di Firenze - Castelfranco – ispettore della zona di Viareggio – e l’architetto Lusini. La Commissione divise il lungomare in tre aree omogenee secondo criteri connessi alla presunta “storicizzazione”: il primo tratto contemplava gli isolati a mare tra il molo e la piazza Principe Amedeo, il secondo tra la stessa piazza e la via Marco Polo e il terzo tra la via Marco Polo e la Fossa dell’Abate. Per favorire questa attività di controllo fu invitata la Reale Scuola di Architettura di Firenze affinché si confrontasse con una serie di progetti per gli isolati compresi tra le via Giotto e Saffi. I progetti per i prototipi dei padiglioni vennero seguiti personalmente dal direttore della Scuola, Brizzi, e dai collaboratori Giovanni Michelucci ed Enrico Miniati, ma quelli effettivamente realizzati, per quanto fedeli ai progetti, non assolsero mai al loro ruolo di modelli. Negli anni successivi si perfezionò la costruzione dei padiglioni localizzati nel rimanente tratto della passeggiata da piazza Principe Amedeo a via Marco Polo, secondo il progetto di massima elaborato dalla Reale Scuola di Architettura di Firenze e sotto l’attenta supervisione dell’architetto Brizzi. I concessionari dei lotti una volta approvato il disegno dell’edificio erano costretti a firmare un accordo sulle modalità di esecuzione dei lavori, per rispettare le indicazioni suggerite dal Comune circa i materiali e le tecnologie da adottare. Non fu però possibile applicare gli stessi criteri al tratto compreso tra il molo e la piazza Principe Amedeo, dove il legame con le tipologie architettoniche della “prima” passeggiata rimaneva fortemente saldo. La Commissione sancì anche la sistemazione di 126 quattro piazze sul mare in corrispondenza con le vie Garibaldi, Mazzini, Marco Polo e la Fossa dell’Abate. Lo stesso Brizzi si occupò della futura piazza Mazzini, “che rientra nel quadro della generale sistemazione della spiaggia, già in gran parte realizzato dalla ferrea volontà del Podestà Duca Salviati”, pensata con una grande vasca ottagonale circondata da aiuole geometriche di palmizi, “giardini modernissimi, ariosi ed eleganti”, che fu inaugurata nell’ottobre del 1938. Nello stesso anno si assiste all’apertura del Select, lo stabilimento di fronte al Principe di Piemonte realizzato su progetto dell’architetto fiorentino Aldo Castelfranco, un organismo balneare dalle molteplici funzioni, definito all’epoca “uno dei più completi e accoglienti, non solo delle spiagge italiane, ma anche delle più note stazioni estere”. Brizzi portava avanti nello stesso periodo la definizione del piano regolatore generale, concentrandosi sull’ampliamento ed il completamento delle aree già urbanizzate, sul nuovo quartiere a nord e sul mantenimento di una zona filtro, costituita dalla pineta ora attrezzata con nuove strutture, a separazione tra la fascia costiera e quella di nuova espansione. La città di Viareggio era oggetto al contempo di una radicale riorganizzazione, attraverso la realizzazione di un nuovo calvalcaferrovia, con la conseguente demolizione dell’insediamento cinquecentesco in quella zona, e la costruzione di una nuova stazione centrale ad opera dell’architetto Roberto Narducci. Per questo “monumento della modernità” fu ideato da Raffaello Brizzi un piacentiniano viale di collegamento con il lungomare, mai realizzato, ma accolto con sommo plauso da parte dell’opinione pubblica locale, che nella “progettata costruzione del Viale centrale tra le due strade via Mazzini e via XX Settembre” dagli indubbi “pregi urbanistici e panoramici” non intravede altro che l’elevazione di Viareggio a “prima stazione balneare d’Italia”. 29.2 In particolare la proposta di Piano Paesaggistico presentato della Regione Toscana nel 2008, nella sezione Atlante sistemi territoriali del PIT – Toscana della costa e dell’Arcipelago, evidenzia i “Caratteri strutturali identificativi del paesaggio”. Al punto 5 ritroviamo “il lungomare di Viareggio caratterizzato da una cortina edilizia con edifici liberty di interesse storico architettonico che costituisce 127 30. LA TERZA AZIONE: UNA NUOVA ZONA PER UN NUOVO CENTRO CONGRESSI 30.1 La Passeggiata a mare trova nell’intersezione con Piazza M. Luisa e Piazza Puccini un punto focale di particolare rilevanza e suggestione. Da una parte l’interruzione creata da Piazza M.Luisa consente la visione della spiaggia e della zona a mare, dall’altra la piazza G. Puccini congiunge la zona alberghiera con la Pineta di Ponente. Un luogo suggestivo, e di particolare valore urbano. In questo luogo si combinano gli stabilimenti balneari, i negozi, i ristoranti, i più grandi bar con gli alberghi prestigiosi, la struttura del Centro Congressi e lo stabilimento balneare del Principe di Piemonte, e inaspettativamente, con la Villa di Puccini. 30.2 Questa zona della città contiene una pluralità di funzioni urbane e di servizio, di immobili prestigiosi soggetti a vincolo monumentale. La città balneare qui ha trovato la sua espansione, tra mantenimento delle forme tradizionali e innovazione. La terza azione ha qui la sua motivazione. Il restauro dello stabilimento balneare Principe di Piemonte, da destinarsi ad un progetto di sviluppo della Congressistica, inizia con l’approvazione del Piano di recupero e la riscoperta di un’architettura moderna esempio della scuola Toscana. Le funzioni previste sono plurime: la struttura nasce sia per attività balneari, che per iniziative culturali e per il divertimento. Questa caratteristica di plurifunzionalismo viene mantenuta e garantita dallo strumento attuativo. L’intervento su questa struttura ha come diretta conseguenza il recupero dell’intera area prospiciente da destinarsi anche ad attività espositive ed a eventi come la recente esperienza del “Festival della Salute”. 30.3 “Un nuovo Centro Congressi” Il progetto prevede interventi di ristrutturazione della struttura Centro Congressi tesi a ricavare una sala per una capienza di minimo 800 posti, la riqualificazione delle dotazioni di accoglienza, funzionamento delle attività congressuali, conformemente al piano di recupero vigente. 30.4 Area fieristica espositiva Principe di Piemonte. Il progetto tende alla riqualificazione degli spazi aperti intorno al Centro Congressi, per incrementare la possibilità di ospitare eventi, manifestazioni fieristiche ed espositive. Questo 128 Centro Congressi Principe di Piemonte Area Fieristico-Espositiva Principe di Piemonte Sistemazione Piazza Puccini Punto Info “La Terrazza” Museo Villa Puccini Azione 3: le operazioni Un nuovo Centro Congressi 129 Piazza Puccini, anni 20 Piazza Puccini e il Centro Congressi, 2008 130 I padiglioni della Passeggiata, anni 20 I padiglioni della Passeggiata, anni 20 131 intervento diviene essenziale a garantire al Centro Congressi gli spazi necessari ad ospitare eventi di tipo “fieristico” ed “espositivo”, collegati funzionalmente e inscindibilmente all’attività congressuale. 30.5 Il “restauro” di Piazza M. Luisa e di Piazza G. Puccini si configura come intervento di supporto e di “sussidiarietà” agli interventi già attuati di restauro e recupero delle strutture alberghiere (Esplanade- Principe di Piemonte) e alle più che probabili potenzialità relative al restauro dell’albergo. 31. LA QUARTA AZIONE. IL SISTEMA MUSEALE CITTADINO: LA CITTÀ COME MUSEO 31.1 La proposta che viene presentata riguarda la valorizzazione dell’insieme delle testimonianze storiche presenti nella città di Viareggio. Le testimonianze storiche sono articolate in vari gradi di fruibilità: al livello più alto troviamo gli edifici destinati alle attività museali ed espositive. Quegli stessi edifici che in questi anni con interventi sia del Comune, che della Regione e di enti privati, sono stati recuperati (il Palazzo delle Muse, il Museo della Marineria, Palazzo Paolina, Villa Borbone); il futuro sistema museale, oltre ai suddetti contenitori già restaurati si comporrà di Villa Argentina e della Torre Matilde. La proposta prevede inoltre di incrementare l’offerta culturale, con particolare valenza turistica, aggiungendo anche Villa Puccini, e soprattutto costituendo una rete di queste strutture. A questo sistema si affiancheranno altri edifici, sia pubblici che privati che hanno le stesse funzioni: l’Istituto Matteucci, il Villino Boileau, il Caffè Margherita, che per diverse caratteristiche mantengono un enorme valore testimoniale architettonico e culturale. La stretta interconnessione tra queste strutture è poi garantita dal cosidetto “patrimonio diffuso”, tutto quell’insieme di testimonianze architettoniche e artistiche presenti all’interno del tessuto urbano e che costituiscono l’identità stessa della città. Da questa consapevolezza nasce la quarta operazione che tende ad mettere in rete non solo il singolo edificio o esperienza culturale, ma la città tutta tracciando percorsi di conoscenza e di cultura. Ancora una volta il percorso matrice diventa un percorso che permette di generare innovazione, di 132 luogo di aggregazione e di eventi; non si ha una altrettanto significativa connotazione di fronte urbano nel lato a mare”. L’insieme della passeggiata è quindi un prodotto storico di varie e diversificate azioni, nate per rispondere a varie problematicità. Da una parte gli insediamenti balneari, che hanno creato la prima grande attrazione, cui ha seguito la realizzazione di alberghi, negozi, contenitori di divertimento e svago. In particolare la costruzione dei Teatri e successivamente dei Cinema contraddistingue i viali a mare. La residenza si è subito intrecciata alle destinazioni specialistiche, trovando un mix di funzioni, servizi, destinazioni, che rendono il “modello” della passeggiata suggestivo e al tempo stesso unico. Potremo definire la “passeggiata a mare” essa stessa un progetto integrato sviluppatosi nell’arco di un secolo. 29.3 Gli interventi “privati” di riqualificazione. La ex Galleria Nettuno è stata recuperata e restituita a funzioni commerciali. Il famoso Caffè Margherita oggi è sede di una “Libreria” e relativo bar. Altri interventi di privati da segnalare sono indicativi di una duplice metodologia d’intervento che sia il Piano Attuativo della Passeggiata, sia il Piano Strutturale prevedono: per gli edifici di particolare rilevanza storica ed architettonica, il restauro (Bagno Felice, ed altri) per edifici di minor importanza l’evoluzione tipologica e l’innovazione delle forme (Bagno Balena). Mentre le 7 strutture destinate ai Cinema e Teatri continuano a soffrire una crisi definita di “collocazione economica”, non riuscendo a innescare processi di inversione di tendenza o di sperimentazione di nuove forme di “spettacolo”. 29.4 Il Teatro Eden. La proposta relativa all’azione tesa al recupero della forza della città balneare presuppone proprio un intervento relativo al Teatro Eden (in parte di proprietà del Comune) e alla sistemazione del primo tratto della Passeggiata. La proposta è quella di puntare ad un’azione sinergica di attrazione di visitatori, a partire da una rinnovata produzione culturale, che dovrà trovare nel Nuovo Teatro Eden, il centro propulsivo. La sistemazione ambientale esterna è tesa a sottolineare una nuova centralità ed una nuova polarità urbana. Le possibilità di gestione futura sono collocabili ancora nel campo della produzione teatrale, o della sperimentazione cinematografica (Europa-Cinema). 133 sperimentare nuove modalità di percezione e di suggestione, puntando a far si che la città possa offrire l’insieme delle sue potenzialità. 31.2 La città dei musei – il museo della città. Il progetto prevede che l’attuale dotazione di palazzi storici con destinazione museale rappresenti una grande occasione di ampliamento dell’offerta turistica. La proposta di una Rete di Musei, permetterà non solo al turista, ma ai cittadini, agli studiosi e ricercatori di attraversare epoche, apprendere informazioni, godere dell’arte e della cultura. Attualmente sono presenti le seguenti strutture: Palazzo Paolina (residenza Napoleonica), la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea presso il Palazzo delle Muse (piazza Mazzini), il Museo della Marineria, Villa Argentina (Centro Liberty e Nuova sede APT), il Museo della Cartapesta nella zona della Cittadella del Carnevale. 31.3 Il progetto caratterizzante questa azione è il “Sistema Multimediale Viareggio Musei”. A completamento del più ampio progetto di ristrutturazione dei palazzi storici oggi adibiti a sedi museali (Musei Civici di Villa Paolina, Museo della Marineria, Museo del Carnevale e GAMC) iniziato anni fa dall’Amministrazione Comunale e finalizzato alla creazione di un Sistema Museale Integrato “Viareggio Musei”, s’intende dotare i quattro musei del Sistema di un nuovo allestimento multimediale (touch screen, pannelli per visite virtuali, schermi e postazioni didattiche multimediali, audio guide, biglietteria con rilevatore fiscale e possibilità di vendita on-line, ecc. ), provvedendo al contempo a rinnovare gli allestimenti esistenti del Museo Archeologico C.Blanc e del Museo del Carnevale e una migliore offerta culturale. 31.4 Di supporto a questa iniziativa il Comune di Viareggio propone anche il completamento dell’Atelier della GAMC. L’atelier nasce come appendice esterna della nuova Galleria d’Arte Moderna e contemporanea (GAMC) situato nel giardino interno di Palazzo delle Muse. Il progetto prevede il completamento della costituenda struttura prefabbricata atta ad ospitare un atelier per artisti, uno spazio monovolumetrico di notevoli dimensioni, dotato della massima flessibilità espositiva. 31.5 L’altro progetto di particolare rilevanza che si andrà a sommare all’offerta 134 turistica della città, aggiungendosi al sistema museale, è la proposta progettuale del Restauro della Villa Puccini a Viareggio. Il Comune di Viareggio (facente parte della Fondazione G. Puccini di Lucca), insieme alla Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago, propone il restauro della Villa Puccini per dedicarla a Museo. La Villa si pone tra l’altro sulla piazza Puccini, di cui la proposta PIUSS prevede la nuova sistemazione. 31.6 L’offerta culturale è completata dal progetto presentato dal Centro Matteucci per l’Arte Moderna – C.MAM: “ Allestimento sede, promozione e realizzazione programma culturale, costituzione e ordinamento archivi ”. Il Centro Matteucci per l’Arte Moderna –C. MAM svolgerà la propria opera di studio, ricerca, approfondimento e promozione dell’arte italiana del XIX e XX secolo nei rinnovati ambienti della palazzina Gori-Tomei la cui ristrutturazione potrà dirsi conclusa con l’allestimento degli ambienti destinati alle varie attività e la riqualificazione dell’area urbana circostante. Obiettivo del Centro è la diffusione e la valorizzazione del patrimonio artistico di quel periodo, attraverso un programma culturale svolto su più fronti: conferenze, dibattiti, corsi didattici etc. Nell’intento di valorizzare Viareggio e la Versilia come itinerario d’arte e di cultura, particolare impegno sarà profuso nella realizzazione d’importanti eventi espositivi concertati tra gli altri con: Comune di Viareggio, Provincia di Lucca, Regione Toscana, Soprintendenze ai Beni Artistici e Architettonici, Musei Nazionali, Fondazioni ed altre Istituzioni pubbliche e private. A integrazione di tali iniziative sarà predisposto un archivio informatico, unico nel suo genere, finalizzato ad un vero e proprio censimento ragionato del patrimonio figurativo nazionale e non solo. 31.7 Villa Argentina (progetto della Provincia di Lucca). Il progetto prevede il completamento del restauro e la destinazione a scopi turistico-culturali della stessa struttura di particolare rilevanza architettonica. Nei programmi della Amministrazione Provinciale e del Comune di Viareggio, la struttura restaurata potrà ospitare la sede dell’APT Versilia e del centro Liberty. Il progetto non richiede finanziamenti regionali. 135 Riqualificazione via Garibaldi Centro Polivalente Arengo Sistemazione Piazza Santa Maria Restauro conservativo Torre Matilde Nido d’infanzia Misericordia Azione 5: le operazioni Piazza Santa Maria 136 La Cultura del Confronto Croce Verde 32. LA QUINTA AZIONE: IL CUORE ANTICO DELLA CITTÀ 32.1 Il Progetto Integrato di Sviluppo Sostenibile ha come ulteriore punto focale, “il cuore antico della città”. La zona da cui prese vita la città di Viareggio. Il luogo in cui, dalla semplice arteria della “Via Regia”, si è creata la città di Viareggio. La torre Matilde è il simbolo della nascita della città. Il progetto prevede la riqualificazione dell’intera area a partire proprio dalla “piazza” del primo mercato. 32.2 Il progetto unitario prevede la riqualificazione del cuore antico della città e il restauro della “Torre Matilde” con valenza testimoniale. In Via delle catene il Comune, con specifico Piano di Recupero, ha recuperato un volume per destinarlo a residenza sociale (fuori PIUSS). Nelle immediate vicinanze vi è la proposta di un Asilo Nido da parte della Misericordia teso ad aumentare la dotazione di questo servizio in un parte importante della città. Il percorso continua con il Restauro del “Palazzo Cittadella” (fuori PIUSS) che si lega con il processo di riqualificazione e riscoperta del percorso. 33. LA SESTA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE DELLA SCACCHIERA 33.1 La scacchiera. Il processo formativo urbanistico prende forza grazie al ripetersi degli assi viari che danno vita alla “scacchiera”, che lega le residenze, i servizi, i palazzi storici, le attività commerciali. I singoli episodi, sono “tenuti” vivi da un insieme di relazioni di funzioni, destinazioni ed attività, che grazie alla “scacchiera” assumono maggiore rilevanza. 33.2 Il Mercato di Piazza Cavour. L’attuale mercato di Pza Cavuor rappresenta oltre ad una testimonianza storica di particolare valore, uno degli elementi commerciali identitari della città. L’AC, è da anni impegnata nel restauro della struttura, privilegiando, il restauro dei mercati coperti (Calzature, Verdura e Pesce) con interventi finanziari consistenti. L’obiettivo è quello del completamento dell’opera di restauro, e in particolare del Loggiato Storico, e una nuova sistemazione dei chioschi. Il progetto prevede la riqualificazione della struttura storica del mercato con destinazioni e funzioni tese al miglioramento della competitività commerciale della struttura complessiva mercatale. Le destinazioni previste sono 137 plurime, tese ad individuare uno spazio polifunzionale, per eventi, manifestazioni, culturali, di valorizzazione della struttura stessa. 33.3 Il progetto prevede un intervento di riqualificazione ambientale, architettonica e commerciale di particolare valenza. Si propone la sostituzione di tutti i banchi oggi presenti nel complesso mercatale di piazza Cavuor. La realizzazione di nuovi banchi, oltre a garantire problemi di sicurezza nei luoghi di lavoro, rivitalizza il sistema commerciale minuto presente storicamente in questa parte della città (che tra le prime nella Regione ha dato vita al Consorzio Centro Commerciale Naturale). 33.4 La zona del Tabaracci. Con specifico Piano di Recupero è stato attivato il processo di rigenerazione e riqualificazione di un’area di particolare importanza, a seguito dello spostamento dei servizi sanitari all’Ospedale Unico della Versilia. Il Comune ha per questo scopo acquistato alcune parti della proprietà ASL per mantenere la proprietà pubblica del complesso. Il Piano di recupero prevede la realizzazione di oltre 50 alloggi di edilizia residenziale sociale (fuori PIUSS), il mantenimento del presidio sanitario nella parte storica del complesso (fuori PIUSS), la destinazione terziaria di parte dell’edificio (fuori PIUSS). 33.5 La realizzazione di una RSA da parte ASP (dentro PIUSS) 33.6 La seconda RSA (Istituto del Sacro Cuore) rappresenta un’altra parte importante del tessuto della scacchiera. 33.7 Le Pinete. Le pinete rappresentano un’occasione irripetibile di dotare la città compatta di veri e propri parchi urbani. A Sud il Parco regionale lambisce i confini della città e del quartiere darsena, ponendo questa zona in una situazione di eccellenza per la vicinanza di tale potenzialità ambientale. A Nord la Pineta rappresenta la “ripetizione” di grandi parchi urbani come Parigi o Londra. 33.8 Progetto “Consorzio Toscana Produce”. Nel corso dell’ “Indagine sulle superfici e produzioni florovivaistiche 2005” commissionata dal MIPAAF al Consorzio lta e realizzata in stretta collaborazione con la Regione Toscana sulle superfici e le produzioni della filiera, sono state censite, per l’intera Regione, 3.505 aziende florovivaistiche con una superficie totale investita nel settore di 7.695 ettari. Gli altri numeri che caratterizzano la floricoltura toscana sono: 138 Azione 6: le operazioni Il Mercato di Piazza Cavour 139 • 80 milioni di euro la produzione vendibile (4% della produzione agricola totale della nostra regione). • 983 le aziende floricole con più di 1. 000 ettari di superficie e 1. 343 lavoratori agricoli. • 93% sono a conduzione familiare e il 45% della forza lavoro è femminile. • 70% è la vendita a grossisti e dettaglianti che ha nei due mercati di Viareggio e Pescia i principali punti di riferimento. • 22% delle aziende floricole conferisce in cooperative. • 2/3 delle aziende floricole possiedono serre, con impianti di riscaldamento quasi tutti alimentati a gasolio. • 1.000 le aziende, di cui la metà agricole, complessivamente presenti nei mercati di Pescia e Viareggio. Le due Province di Lucca e Pistoia rimangono i due poli di concentrazione: nelle due province sono localizzate il 71% di aziende e superfici. La superficie florovivaistica media delle aziende oggetto dell’indagine è di circa 2 ettari. La Toscana ha nel suo territorio due mercati di rilievo per la contrattazione dei prodotti floricoli e delle piante ornamentali: il Comicent di Pescia e il Mercato dei Fiori di Viareggio. Il Centro di commercializzazione dei Fiori dell’Italia Centrale (Comicent), con sede a Pescia, è attualmente il mercato floricolo all’ingrosso Italiano tra i più importanti per quantità e valore della produzione commercializzata di fiori e fronde recisi e di piante ornamentali in vaso. Nell’ottica di cui sopra è da tenere in evidenza del “Distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia”, la Regione Toscana, sulla base della legge Regionale della Toscana 5 aprile 2004, n. 21 ”Disciplina dei distretti rurali”, con D.D. n. 5002/06 ha riconosciuto il Distretto floricolo interprovinciale Lucca – Pistoia e D.D.n. 5001/06 il “Distretto Rurale vivaistico-ornamentale” provincia di Pistoia. Ormai da quattro anni viene condiviso sul territorio dai diversi soggetti che gravitano intorno al mondo della floricoltura un percorso all’interno del quale c’è la consapevolezza piena che per il rilancio del settore è indispensabile fare sistema. I compiti di un “Distretto” sono, essenzialmente, due: il primo è fornire indicazioni e stimoli agli Enti Pubblici che agiscono sul 140 territorio al fine di coordinare le loro politiche di settore, il secondo è quello di favorire le iniziative pubbliche e private indirizzate alla promozione del prodotto. Com’è noto l’area geografica di riferimento del distretto è costituita da un lungo corridoio di circa 1.00 Kmq che collega la Versilia alla Val di Nievole con condizioni pedo-climatiche simili e soprattutto favorevoli per la coltivazione del fiore, ricca peraltro di storia ed attrattive turistiche. La produzione nazionale di fiori recisi nel 2006 si è attestata sui 1. 232 mil. di euro, di cui 60 milioni sono stati destinati all’esportazione. Se ai residui 1.172 mil. di € si aggiungono i 162 milioni di import possiamo ritenere che il mercato dei fiori in Italia ha raggiunto nel 2006 il valore di 1.334 mil. di €, con un consumo pro-capite di 23 €. I paesi di destinazione delle nostre esportazioni sono, oltre ai nostri tradizionali clienti che dimostrano di apprezzare da sempre le particolari peculiarità delle nostre tipiche produzioni mediterranee, anche nuovi paesi con i quali abbiamo instaurato buone relazioni commerciali. E’ interessante notare che i primi cinque paesi, esclusa l’Olanda per ovvie ragioni, da soli assorbono il 67% delle nostre esportazioni. Quindi, in linea teorica, si potrebbe sostenere che con una più attiva politica commerciale di penetrazione, supportata da più efficaci campagne promozionali, si potrebbero avere buone chance di aumentare le nostre attuali quote di mercato. Data la crescente competizione esistente nel mercato interno a causa di maggiori importazioni, si rende necessario intraprendere una politica di sostegno alle imprese toscane nell’avvio di una diversificazione del mercato per le specialità in cui si riesce ancora a mantenere una indiscussa leadership europea. E’ il momento assoluto, per gli imprenditori, di elevarsi culturalmente ed intraprendere una nuova politica di conoscenza come segue: delle strategie, del marketing, delle analisi dei mercati nazionali ed internazionali, di corsi di formazione, di programmazione di produzione, di condivisione di logistiche per affrontare nuovi sbocchi commerciali. La conoscenza sta nella loro trasparenza e nel fornire i dati per elaborare un meccanismo aggiornato, efficace ed efficiente che gli stessi possono consultare liberamente. Il Comune di Viareggio di concerto con il Consorzio Toscana Produce, a seguito dell’esperienza maturata nei vari settori economici esistenti sul nostro territorio, vuole intraprendere, per 141 tutti gli imprenditori della Toscana ed in particolare per i distretti maggiormente rappresentativi, la raccolta di ogni tipo di informazione per creare una banca dati online. Il progetto prevede specifiche iniziative quali: raccordo con le Camere di Commercio della Toscana e Regione Toscana per creare un metodo di lavoro unico; raccordo con le associazioni di categoria, cooperative ed altre forme di associazionismo per divulgare la formazione della banca dati; banca dati nei tempi e nei modi da convenire stabilirà delle priorità che le aziende dovranno nel tempo adeguarsi per facilitare i dati, come i mq. messi a produzione in serra e pieno campo e per tipo di specie, di misura vaso e altri dati tecnici il quantitativo raccolto, la classificazione, la qualità, il biologico, i mercati di vendita per le medie dei prezzi e dei quantitativi. 34. LA SETTIMA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE DEL CANALE BURLAMACCA 34.1 La città oltre a formarsi lungo il percorso della “Via Regia” si sviluppa lungo altre arterie; da una parte la Via di Montramito, verso Massarosa e le colline, dall’altra lungo i canali, verso il Lago e verso l’Aurelia. I canali sono dei percorsi “ vitali”. I percorsi terreste e lacuali, nonché quello proveniente dal mare, ma soprattutto la ferrovia, qui trovano un punto di totale convergenza. Lo spazio urbanistico è un intreccio di interventi che si sono sovrapposti per tutto il secolo scorso. Da presenze e testimonianze di “archeologia industriale” (ex Montecatini) ad ormai “storici” interventi di case popolari, a presenze di nuova architettura, ad una sommatoria di altri interventi di minor valore, l’area attraverso la lettura delle proprie origini ritrova una sua identità. E’ da notare che proprio questa area vede la realizzazione di progetti facenti parte di “accordi di programma” tra Comune e Regione Toscana tesi alla riqualificazione dell’intera zona. 34.2 Il percorso d’acqua. Il progetto prevede la riqualificazione ambientale della zona storica delle darsene (di proprietà della Regione Toscana), la riattivazione del percorso tramite la motonave “Burlamacca” da Viareggio a Torre del Lago (con stazioni intermedie e l’ultima quella per il Nuovo Gran Teatro) attraverso i canali del Parco Regionale. L’intervento si pone come supporto e valorizzazione 142 Rigenerazione urbana canale Percorso Turistico Canale Burlamacca Osservatorio della città e istituto superiore Sant’Anna Azione 7: le operazioni Il percorso turistico lungo il canale Burlamacca 143 dei processi di riqualificazione lungo il tratto del Canale verso il Lago. Il progetto prevede la realizzazione di un percorso turistico- naturalistico e storico. Dalla ricerca attivata dal Comune è emerso che il Canale è un corso Navigale (Viareggio-Vecchiano) di competenza dell’Amministrazione Provinciale. Il Comune risulta proprietario della Nave 1T/1044 ed il progetto prevede la valorizzazione di questa risorsa, e la riscoperta di un percorso fluviale di particolare valenza ambientale e paesaggistica. 34.3 Esterni al PIUSS in quanto progetti finanziati da specifiche risorse, l’area del Canale prevede interventi di restauro e recupero delle “Porte Vinciane” da parte della Amministrazione Provinciale, e del Casello Idraulico da parte dell’Autorità di Bacino del Fiume Serchio. 34.4 Il progetto di realizzazione del percorso turistico è connesso inscindibilmente a specifiche azioni in corso di realizzazione. In particolare è da evidenziare la realizzazione del Parco della Vetraia che si pone sulla riva meridionale del Canale, la realizzazione di un arena teatrale (fuori PIUSS perchè finanziato con risorse specificatamente destinate) la realizzazione di una viabilità di raccordo per migliorare l’area di largo Risorgimento con particolari criticità ambientali. 34.5 Il progetto si compone di una specifica azione di riqualificazione urbana, con la costituzione di una sede per l’ Osservatorio della città”. Questa struttura ha da diversi anni una propria attività di ricerca e collaborazione con l’Università di Pisa, l’Università di Firenze, il Politecnico di Torino ed ultimamente con la Scuola Superiore di S. Anna di Pisa. L’obiettivo dell’Osservatorio riguarda la ricerca e lo studio di particolari fenomeni urbani, e si configura soprattutto come una struttura a supporto della progettazione urbanistica. La proposta prevede, sull’esempio degli “Urban Centre” a livello Europeo, di dare una sede stabile all’Osservatorio per implementare le ricerche e l’innovazione informatica applicata alle esperienze di progettazione urbanistica. La sede prevista è lo stabilimento in fase di recupero della ex Montecatini, mirabile esempio di archeologia industriale. 144 35. LA OTTAVA AZIONE: LA PORTA NORD DELLA CITTÀ 35.1 Con la conclusione della passeggiata, un altro percorso verso est definisce il limite amministrativo della città. Costeggiando la Fossa dell’Abate, si incontra di nuovo la strada Aurelia, con la Porta Nord della città e la Cittadella del Carnevale. La nuova struttura di produzione, progettazione e di vita delle attività del Carnevale, necessita del completamento con la previsione del Parco del Carnevale. 35.2 Il progetto della Fondazione Carnevale. Il progetto della Fondazione Carnevale denominato “Arredo cittadella del Carnevale” prevede la sistemazione di n. 14 statue alla sommità della struttura con creazione di idonee coperture, la sistemazione urbana del perimetro cittadella e opere complementari. 35.3 Il percorso che collega la Cittadella del carnevale alla zona balneare (congiungendosi con il percorso della Passeggiata a mare) si configura nella realizzazione della nuova rotatoria, la messa in sicurezza del canale, il parcheggio su Viale Einaudi, la costruzione di un nuovo albergo (tutti interventi fuori PIUSS) per arrivare alla zona del Caprice. 36. LA NONA AZIONE: IL PROTAGONISMO DEL TERZO SETTORE 36.1 Tramite questa specifica azione il progetto integrato acquista una particolare valenza e forza propositiva, contenendo particolari azioni dell’associazionismo teso al soddisfacimento di esigenze sociali rilevanti per la collettività cittadina. In questa azione viene concretizzata non solo l’azione di integrazione caratteristica della proposta del progetto ma anche e soprattutto vien data attuazione concreta e verificabile del principio di sussidiarietà. L’associazionismo con proprie risorse interviene a rendere l’offerta dei servizi sociali più ampia e qualificata, garantendo autonomia propositiva, gestionale e propositiva. 36.2 Azienda Speciale Pluriservizi: “Residenza per anziani”. Conformemente al piano di recupero vigente del complesso ex-Tabaracci, la società del Comune di Viareggio realizzerà una struttura di residenze per anziani. 36.3 Casa di Riposo Sacro Cuore: Casa Riposo Anziani. Il progetto della 145 associazione non profit “Sacro Cuore” prevede la ristrutturazione e messa a norma del vecchio fabbricato sito in via Pucci e il suo ampliamento dal lato Via Zanardelli. 36.4 Misericordia di Viareggio. “Centro diurno malati Parkinson”. Il progetto prevede la manutenzione straordinaria di un immobile da adibire a centro diurno dove persone affette da malattia di Parkinson possano socializzare ed effettuare attività fisica di sostegno alla riabilitazione. 36.5 Misericordia di Viareggio: “Comunità a dimensione familiare per Minori da 6 a 18 anni”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da destinare all’accoglienza di minori in situazione di disagio personale o familiare inviati dalle autorità competenti. 36.6 Misericordia di Viareggio: Centro interculturale “ La torre di Babele”. Il progetto prevede un intervento di allestimento di locali da destinare allo scambio culturale, alla informazione e alla formazione di cittadini stranieri e non, al fine di favorire l’integrazione reciproca. 36.7 Misericordia di Viareggio: Comunità a dimensione familiare per minori da 0 a 3 anni “Francesco Colzi”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da destinare all’accoglienza di minori, di età compresa tra 0 e 3 anni, in situazione di disagio personale o familiare assegnati alla struttura dalle autorità competenti. La comunità ospiterà prevalentemente minori in età compresa tra 0 e 36 mesi. 36.8 Misericordia di Viareggio: Comunità a dimensione familiare per minori da 0 a 3 anni “Sauro Ricci”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da destinare all’accoglienza di minori, di età compresa tra 0 e 3 anni, in situazione di disagio personale o familiare assegnati alla struttura dalle autorità competenti. La comunità ospiterà prevalentemente minori in età compresa tra 0 e 36 mesi. 36.9 AUSER Viareggio: “ Insieme per………”. Il progetto prevede la creazione di percorso accessibile (assistito) che consenta di raggiungere parti delle città. 36.10 Croce Verde di Viareggio : “La cultura del confronto”. Il progetto prevede l’ampliamento e la riorganizzazione degli spazi interni dell’attuale sede sociale, con un sostanziale intervento di recupero e ristrutturazione, al fine di utilizzare al meglio il nuovo complesso edilizio oltre che dotarlo di strumenti anche 146 multimediali per avere una “finestra aperta sul mondo”. 36.11 CREA: di Viareggio “ Capannone-Laboratorio delle differenze”. Il progetto prevede la realizzazione degli spazi necessari al funzionamento della struttura, tramite la ristrutturazione nonché il recupero delle volumetrie esterne. 36.12 Misericordia di Viareggio: Via delle Catene-Nido d’infanzia. Il progetto prevede la realizzazione di un Asilo Nido in una zona. 37. IL MASTER PLAN 37.1 Lo scopo del progetto integrato di rigenerazione e riqualificazione urbana è quello di sviluppare una serie di azioni che possano ottenere, in modo ordinato, gli obiettivi individuati nell’intento complessivo di unire e ordinare la città valorizzando la sua ricchezza culturale, le diversità e l’eccezionale bellezza naturale. La proposta si offre come strumento funzionale al mantenimento e all’arricchimento dei caratteri identitari di Viareggio, caratteri urbani, ambientali, produttivi, sociali e culturali. Un progetto che ritrova nella storia della città e nei suoi “PERCORSI MATRICE” la chiave interpretativa e i riferimenti progettuali. Tra questi la valorizzazione del percorso matrice quale principio ordinatore della crescita urbana, individuato attraverso due arterie: una più distante dal litorale, la via Francesca di Montramito-Massarosa-Massaciuccoli lungo i monti, e corrispondente più o meno all’antica consolare Emilia Scauri, e l’altra più propriamente marittima e precisamente tra la costa e le paludi, la PietrasantaMotrone-Viareggio-Malaventre-Pisa, detta via Romana, e corrispondente alla via Aurelia novecentesca. Il primo nucleo di Viareggio infatti risulta collegato con l’interno mediante un’arteria trasversale di raccordo, la via Regia, detta allora Lucchese, con innesto a Montramito sulla via Francesca. Quelle stesse arterie che sono andate a costituire le direttrici obbligatorie per lo sviluppo e l’espansione della città. I caratteri identitari del tessuto urbano divengono, assunti come elementi di riconoscibilità civica, i riferimenti fondamentali per attivare un programma di interventi coordinato e condiviso. Un progetto che renda più VIVIBILE la città di Viareggio, attraverso un migliore funzionamento a livello 147 complessivo della struttura fisica della città, ma soprattutto riconoscendone la forte identità ambientale e urbana quale valore e risorsa. Un piano che fa proprie le indicazioni della programmazione Regionale e provinciale, assumendo in particolare come riferimenti strategici: il PIT con il Masterplan dei Porti e il PTC della Provincia di Lucca. Tutti i progetti della proposta portante risultano conformi alla strumentazione urbanistica vigente e soprattutto agli obiettivi del Piano Strutturale, non comportando nuovi strumenti attuativi è garantita l’immediata eseguibilità dell’intero progetto (di cui il 25% è attualmente in esecuzione). La proposta PIUSS si basa anche su una risorsa propria del Comune di Viareggio: il significativo e ricco patrimonio di progettazione urbana attuativa, costituito dagli ambiti areali urbani pianificati per iniziativa pubblica e dagli interventi puntuali di progettazione privata. Viareggio risulta così essere una città che non ha bisogno di interventi forti e strutturanti, essendo la città già strutturata: ha una propria struttura portante ben riconoscibile, articolata in differenti sistemi funzionali che presentano un buon livello di efficienza urbana. La funzionalità complessiva dell’area e dei singoli sistemi può essere migliorata da un insieme strategico di azioni puntuali. Azioni puntuali strategicamente integrate e finalizzate a moltiplicare e rivitalizzare la funzionalità e la qualità della città (interventi di agopuntura urbana). Il sistema di interventi attiva una serie di “azioni-reazioni urbane” che integrandosi ne incrementano ATTRATTIVITA’, COMPETITIVITA’, COESIONE e SVILUPPO SOSTENIBILE (Propagazione e relazione). LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA. La proposta Piuss è il risultato di un processo concertato e partecipato grazie al coinvolgimento di ampie parti economiche e sociali della città. La partecipazione di soggetti privati (Enti Territoriali, Associazioni, fondazioni, Università...) si configura nei 20 progetti selezionati e recepiti per rafforzare il Piano stesso. La proposta PIUSS si articola così in 39 progetti, coinvolgendo 16 attori, che si integrano in 9 azioni. Le 9 azioni, distribuite su aree strutturanti il territorio, raggruppano e razionalizzano i 39 interventi previsti. Le 9 azioni sinergiche si integrano per riconfigurare la città in un insieme organico e ordinato di luoghi destinati all’esercizio di una pluralità di pratiche di cittadinanza. 148 37.2 AZIONE 1: Il porto e la darsena. Il progetto PIUSS interviene in quest’area con azioni puntuali per il consolidamento delle componenti strategiche dell’area.Tra queste il Polo Tecnologico del distretto della Nautica interviene ad assicurare informazione, supporto e conoscenza al sistema produttivo garantendo un processo di innovazione e alta formazione al comparto portuale-cantieristico. Una struttura per accrescere la COMPETIVITA’ del sistema portuale viareggino nel contesto nazionale e internazionale. 37.3 AZIONE 2: La Passeggiata. Il tratto della Passeggiata dal canale Burlamacca a Piazza Mazzini segna, anche storicamente, l’inizio della città balneare. Un tratto caratterizzato da una forte concentrazione di attività commerciali e di contenitori per lo svago e il divertimento (Cinema, teatri). Il PIUSS interviene sull’area con l’obiettivo di rafforzarne i caratteri identitari attraverso la valorizzazione del Centro Commerciale Naturale della Passeggiata e il restauro del teatro Eden quale struttura culturale a servizio della città e nuova “attrazione” della Passeggiata. 37.3 AZIONE 3: Il Centro Congressi. Piazza Maria Luisa con il complesso del Principe di Piemonte e piazza Puccini unitamente al sistema alberghiero qui localizzato sono un significativo punto focale della città di Viareggio. Questo tratto è da un lato la testata della Passeggiata e dall’altro l’inizio di un significativo episodio urbano qual’è la Terrazza della Repubblica, oltre a essere uno dei principali accessi alla città balneare. Il PIUSS interviene rafforzando la funzione di “FOCUS” propria dell’area. Si propone il POTENZIAMENTO del Centro Congressi Principe di Piemonte con annessa Area Fieristico-Espositiva e la sistemazione di Piazza Puccini, quale significativa “porta di accesso” alla città, e il restauro di Villa Puccini. La riorganizzazione e il potenziamento del Centro Congressi avrà pertanto ricadute positive sul sistema ricettivo della passeggiata e della città. 37.4 AZIONE 4: Il Sistema Museale. La proposta PIUSS riconosce al patrimonio culturale la funzione di strumento in integrazione sociale. Il progetto articola e struttura il ricco patrimonio culturale in una “rete museale”, che si snoda nella struttura urbana venendo a interessare, valorizzandoli, specifici “luoghi” che testimoniano l’identità storica della città. Un Sistema rivolto a qualificare l’offerta 149 culturale e al momento stesso promuovere la funzione educativa dei Musei. 37.5 AZIONE 5: Il cuore antico. Il Cuore Antico imperniato intorno alla via Regia è elemento fondativo e “matrice” della nuova città. Il PIUSS prevede interventi per valorizzare gli elementi identificativi e testimoniali presenti nell’area, collegandosi ad interventi già presenti per qualificare l’ambiente urbano con il riordino e la valorizzazione di strade e piazze e la RIAPPROPRIAZIONE di spazi urbani in una ottica di rendere più vivibile la città. Gli interventi previsti dal PIUSS nella Rete dei servizi sociali e per la promozione e il sostegno dell’economia locale tendono a configurare il “Cuore Antico” come centro pulsante di una città più accogliente, più giusta, e che offre più opportunità di intraprendere ai propri cittadini. 37.6 AZIONE 6: La scacchiera. La Scacchiera è elemento generatore della città e Piazza Cavour è un elemento primario di percezione e fruizione della città. Il PIUSS interviene in questa area con azioni che si prefiggono lo scopo di esaltare, far lievitare e crescere l’effetto città: una parte di città a servizio della città tutta. Tra le propste quella di Restauro del Mercato Coperto e la riorganizzazione dell’area mercatale VALORIZZA un elemento identificativo dell’area. Un progetto che si integra con il Centro Commerciale Naturale imperniato su via Battisti e via Fratti. L’integrazione che si attua tra tutti gli interventi progettati rivitalizza un sistema di assi portanti a sostegno delle attività COMMERCIALI. 37.7 AZIONE 7: Il canale Burlamacca. Il Canale Burlamacca con i suoi rapporti con il mare e il suo Porto da un lato, e con il mondo “acquatico” dell’entroterra e il Lago di Massaciuccoli dall’altro, è elemento fondativo della città. Il Canale attraverso diversi e differenziati luoghi, aree a prevalente carattere ambientale e naturalistico, aree testimoniali di archeologia industriale, aree interessate da insediamenti lineari e specialistici, risulta elemento identitario della struttura urbana. Il PIUSS, con uno specifico progetto, tende a recuperare e valorizzare il percorso turistico del Canale Burlamacca. La riscoperta e la riappropriazione di questi spazi localizzati nell’entroterra e la loro integrazione con i luoghi consolidati del turismo balneare costituisce un elemento necessario per configurare un progetto integrato ed ecologicamente sostenibile. In questo progetto l’attivazione 150 della motonave Burlamacca e soprattutto la banchina del battello, non è solo il punto di partenza di un itinerario ma anche l’occasione per dare concreta operatività alla riqualificazione delle risorse ambientali dell’entroterra e per sviluppare modi e forme di turismo eco-sostenibile. 37.8 AZIONE 8: La porta Nord. L’area a Nord della città imperniata sulla Cittadella del Carnevale è una realtà tuttora in formazione. La proposta PIUSS contribuisce a consolidare e integrare questa nuova realtà nel tessuto urbano ed economico di Viareggio. 37.9 AZIONE 9: La rete dei servizi sociali. La Rete dei Servizi Sociali si distribuisce sull’intera area urbana con l’obiettivo di rafforzare il sistema dei servizi alla persona volti a rendere la città più GIUSTA, SOLIDALE, ACCOGLIENTE. A questo scopo il progetto propone una serie di interventi che garantiscano una maggiore qualità della città, grazie soprattutto al protagonismo delle Associazioni di Volontariato e alle Onlus. 37.10 RELAZIONE E INTEGRAZIONE sono gli assi portanti della proposta, attraverso un’equilibrata distribuzione degli interventi come supporto alle attività economiche, culturali e sociali della città compatta e policentrica. Il progetto PIUSS agisce sulla struttura urbana esistente attraverso un insieme coordinato e integrato di operazioni intersettoriali strettamente coerenti e integrate tra loro. Le operazioni, nel loro complesso, costituiscono una “proposta portante” per rigenerare la città facendo leva sulle energie interne e sulle potenzialità proprie e specifiche della città stessa. 151 152 Punti di forza Dimensione della città che favorisce fattore di attrazione per la qualità della vita, la disponibilità dei servizi, la buona accessibilità e i collegamenti esterni. Centro ciittadino che svolge funzione di “convettore del sapere” dove sono concentrate le principali attività produttrici dei servizi terziari più avanzati e, in larga misura, anche di quelli commerciali e turistici. Presenza di aree spiccatamente rurali, e con una significativa presenza - come, peraltro, anche nel centro cittadino - del sistema delle pinete. Un habitat ricco di risorse naturali e paesaggistiche Reti di quartieri e territori funzionalmente integrate. Presenza di aree naturali protette. Punti di debolezza Pressioni ambientali derivate dalle attività produttive del territorio. Problemi strutturali nell’imboccatura del porto. Aree urbane a rischio degrado che richiedono interventi di riqualificazione. Centri di accoglienza per infanzia e anziani che necessitano rilevanti interventi di ampliamento, ristrutturazione e messa in sicurezza. Minacce Effetti rilevanti dell’invecchiamento sul sistema assistenziale, che sarà sottoposto ad una crescente domanda. Opportunità Integrazione sociale e miglioramento competenze dei cittadini stranieri. Territorio, ambiente e qualità della vita Punti di debolezza Tendenza all’invecchiamento della popolazione naturale. Sensibili differenze a livello sub-comunale nella densità di popolazione. Punti di forza Alta densità di popolazione, che conferma Viareggio fra i comuni più densamente popolati d’Italia. Trend di crescita della popolazione totale ampiamente positivo grazie a immigrazione. Popolazione ANALISI SWOT 153 Punti di debolezza Presenza industriale inferiore a quella osservata in altre aree sia della provincia. Scarsità di spazi adeguati per produzione e movimentazione delle imbarcazioni, sia in prossimità del mare che nell’entroterra. Bassa offerta di manodopera specializzata Mancanza di professionalità tradizionali. Necessità di nuove professionalità legate alle innovazioni di prodotto e di nuove figure manageriali. Sistema produttivo ancora oggi troppo ancorato alla prestazione di servizi tradizionali e con notevoli limiti sul fronte della produzione immateriale e di servizi alle imprese. Minacce Perdita di attrattività del patrimonio urbanistico ambientale. Inadeguato spazio di approdo turistico Accoglienza insufficiente o non adeguata per infanzia e anziani Inadeguata offerta di percorsi formativi di alta formazione Opportunità Minacce Proiezione verso l’Europa ed il Mediterraneo Perdita di specializzazione del commercio di vicinato Presenza di aree urbane dove svolgere interventi di Perdita di competività del territorio a favore di altre aree Punti di forza Presenza di un distretto di eccellenza nel settore della cantieristica da diporto. Primato mondiale di Viareggio nella costruzione di grandi yacht. Dinamicità innovativa e tecnologica del settore produttivo nautico. Rete commerciale diffusa. Turismo in rilevante espansione turistica negli ultimi anni. Significativa rilevanza del settore florivivaistico (¾ del totale 250 aziende agricole). Economia Opportunità Riqualificazione urbana come leva per incrementare l’attrattività, lo sviluppo e la qualità della vita dell’area. Realizzazione di percorsi formativi di alta formazione Presenza significativa di centri di accoglienza, asili nido e sedi associative 154 Punti di debolezza Offerta culturale discontinua alimentata dalla forte stagionalità dei flussi turistici. Esigenza di una maggiore dotazione di pannelli informativi turistici e multilingua Minacce Perdità di attrattività culturale a livello internazionale. Punti di forza Presenza di manifestazioni culturali di richiamo nazionale ed internazionale. Opportunità Elaborazione di strategie di marketing culturale innovativo. Migliorata informazione e accoglienza turistica culturale. Possibilità di incrementare forme di turismo culturale e non balneare. Cultura rivitalizzazione e/o di recupero urbano come leve per maggiormente orientate alla fornitura di servizi innovativi incrementare il potenziale di sviluppo. Trend negativo per i settori produttivi di riferimento a Creazione di un coordinamento che integri e superi la causa dell’aggravarsi della crisi economico- finanziaria. segmentazione dell’offerta commerciale. Tassi costanti di crescita del movimento turistico mondiale legato ai segmenti del turismo ambientale e culturale. 155 Problemi strutturali nell’imboccatura del porto Dimensione della città che favorisce fattore di attrazione per la qualità della vita, la disponibilità dei servizi, la buona accessibilità e i collegamenti esterni Centri di accoglienza per infanzia e anziani che necessitano rilevanti interventi di ampliamento, ristrutturazione e messa in sicurezza. Elaborazione di strategie di marketing culturale innovativo. Tassi costanti di crescita del movimento turistico mondiale legato ai segmenti del turismo ambientale e culturale. superi la nautico condizionato Perdità di attrattività culturale a livello internazionale Inadeguata offerta di percorsi formativi di alta formazione Accoglienza insufficiente o non adeguata per infanzia e anziani Inadeguato spazio di approdo turistico Perdita di attrattività del patrimonio urbanistico ambientale. Trend economico del settore dall’aggravarsi della crisi finanziaria. Presenza di aree urbane dove svolgere interventi di rivitalizzazione e/o di recupero urbano come leve per incrementare il potenziale di sviluppo. Creazione di un coordinamento che integri e segmentazione dell’offerta commerciale. Minacce Forte stagionalità turistica Opportunità Presenza di manifestazioni culturali di richiamo nazionale ed internazionale. Significativa rilevanza del settore florivivaistico Sistema produttivo dotato di scarsi servizi alle imprese Scarsità di spazi produttivi. nella costruzione di grandi Limitata dimensione delle imprese. Turismo in rilevante espansione turistica. Primato mondiale di Viareggio yacht. Presenza di un distretto di eccellenza internazionale nel settore della cantieristica da diporto e rete commerciale diffusa Elevata attrattività dei beni ambientali e culturali. Invecchiamento della popolazione naturale. Alta densità urbana Aree urbane a rischio degrado che richiedono interventi di riqualificazione. Punti di debolezza Punti di forza SINTESI ANALISI SWOT Vocabolario Lingua Italiana Zanichelli. PIT Documento di Piano pag. 42 PIT Documento di Piano pag. 46 PL Cervellati “La manutenzione della città PIT Documento di Piano pag. 47 PIT Documento di Piano pag. 56 PIT Documento di Piano pag. 60 PIT Documento di Piano pag. 60 PIT Documento di Piano pag. 60 PIT Documento di Piano pag. 61 Cfr. F. Sani, A. Magnier, La riqualificazione della città portuale. Il caso Marsiglia, Progetto integrato regionale di cui al § 1. 8 del Prs (pp. 53 ss. ). PIT Documento di Piano pag 68. PIT Documento di Piano pag. 68 PIT Documento di Piano pag. 69 PIT Documento di Piano pag. 69 PIT Documento di Piano pag. 70 PIT Documento di Piano pag. 70 PIT Documento di Piano pag. 70 PIT Documento di Piano pag. 69. Atlante delle Attività Commerciali Regione Toscana 2007 Atlante delle Attività Commerciali Regione Toscana 2007 Documento di Orientamento Strategico progetto Vesevo 2001. Sulla Torre Matilde, cfr. P. Fornaciari, 156 Da Master Plan dei porti regione Toscana 2007. pag 41. N. Zingarelli Vocabolario della Lingua Italiana Le modalità tecniche adottate sono quelle descritte in: Massimo Bressan e Massimiliano Radini, “Indicazioni per l’individuazione dei criteri di perimetrazione urbana nel caso dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile (PIUSS) del POR Toscana”; Regione Toscana – DG Sviluppo Economico (Documento di lavoro), Firenze 2008 Questa differenza è in parte da attribuirsi dalla presenta nell’area PIUSS di seconde abitazioni ad uso turistico. Il differenziale di localizzazione rileva, per ogni sezione censuaria, la differenza tra il tasso di abitanti (per ogni 10. 000 residenti), rispetto al totale dei residenti nel Comune, dell’aggregato sociale considerato. Esso assume sia valori positivi che negativi. I valori possono essere interpretati come la quota di residenti facenti parte dell’aggregato considerato che dovrebbero affluire nella sezione o defluire per appianare le differenze di localizzazione rispetto all’aggregato complementare. Un valore positivo indica la forza con cui un particolare tipo di residenti viene attratto nella sezione di censimento i-esima. Viceversa, un valore negativo segnala la forza con cui sono esclusi dalla sezione i-esima. La classificazione è stata realizzata ripartendo la distribuzione delle sezioni con valori negativi in tre terzili: le sezioni rientranti nel primo terzile sono state etichettate come ad alta esclusione, quelle nel secondo a media esclusione, infine, quelle nell’ultimo a bassa esclusione; allo stesso modo abbiamo operato per la distribuzione dei valori positivi: le sezioni rientranti nel primo terzile sono state etichettate come a bassa attrazione, quelle nel secondo a media attrazione, infine, quelle nell’ultimo ad alta esclusione. M. Carta Waterfront Palermo . un manifesto -progetto per la nuova città 157