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1 “Mentre in tutte le altre civiltà gli uomini appartengono prima di
“Mentre in tutte le altre civiltà gli uomini
appartengono prima di tutto a una gens, a un clan,
a una tribù, a un’etnia, a una religione, gli europei,
a partire dal Mille, appartengono prima di tutto a
una civitas, una comunità di cittadini tali in quanto
proprietari della loro casa. ”
M. Romano “Costruire le città” 2004
1. I CARATTERI DELLA CITTÀ EUROPEA
1.1 “Né le città, nel senso economico del termine, né le fortezze, i cui abitanti
erano subordinati a strutture politico-amministrative straordinarie, costituivano
necessariamente dei “comuni”. La “comunità” urbana, nel senso pieno
del termine è apparsa, come fenomeno massiccio solo in Occidente”. La
polis antica ed il Comune medioevale non hanno un corrispondente fuori
dell’Occidente. Soltanto in esso si sono determinate le condizioni indispensabili
al suo sorgere, vale a dire “le fortificazioni, un mercato, un tribunale proprio,
ed una legislazione almeno parzialmente propria, il carattere di gruppo
sociale e, di conseguenza, un’autonomia e autocefalia almeno parziale, con
un’amministrazione da parte di organi ed autorità alla cui nomina partecipassero
in qualche modo i cittadini in quanto tali”. Nella sua intuizione più profonda, Max
Weber, il fondatore della sociologia urbana, ai primi del XX secolo, osserva che
tutto ciò è potuto accadere per la confluenza di processi peculiari non riscontrabili
in altre parti del mondo e cioè la scomparsa di funzioni politiche dei gruppi
parentali, e l’affermarsi di nuove forme associative del tutto spontanee, substrato
di un ceto cittadino con propri interessi ; la successiva contrapposizione fra
cittadini e cittadini, fondatrice di una “politica” che non fosse solo mera gestione
del decentramento, la conseguente “pretesa” di volersi sottrarre il più possibile
dalla dipendenza da poteri estranei. Nella Civitas medioevale dell’Occidente
è nato così il concetto di diritto di cittadinanza e quindi l’appartenenza al ceto
1
cittadino è divenuta prevalente rispetto all’appartenenza non solo ad una schiatta,
ma anche ad una corporazione; che anzi, non è la città a poggiare sulla
corporazione, ma sono queste a trovare la loro base e il loro terreno di sviluppo
nell’autonomia cittadina. Ma se ciò ha comportato la nascita del Comune, tale
realtà viene anche a spiegare perché questo sia il regno della diversità e del
conflitto: l’ ‘ “affratellamento” che Weber pone a base del Comune, inteso come
principio (rivoluzionario) di parificazione giuridica dei cittadini, non vuol dire
appiattimento, ma significa legame comune che non esclude la concorrenza
fra i cittadini e la lotta politica a tutela dei vari interessi economico- sociali fra i
gruppi, che via via si formano. E’ così allora che si forma anche “l’immagine”
della città europea, dove, nel substrato comune, si evidenziano i “segni” dei
gruppi sociali in concorrenza fra di loro: la Cattedrale, col “foro” religioso, il
Palazzo dei consoli e poi quello della signoria, per indicare le varie forme che
il potere civile ha assunto nel tempo, le sedi delle arti e dei mestieri, orgogliose
rivendicazioni delle varie realtà economiche, e poi i palazzi delle confraternite
religione, prime spontanee forme di assistenza ai poveri ed ai diseredati, con i
loro ospizi ed ospedali. Cogliere quindi l’unità nella diversità (tanto per usare
uno slogan abbondantemente usurato) è ciò che permette di vedere ancora
oggi le nostre città come un unico assolutamente inscindibile, ed al tempo stesso
un conglomerato di “poli” connessi e talvolta contrapposti fra di loro. Compito
pertanto di coloro che presiedono allo sviluppo della città, nel rispetto della sua
storia e dei caratteri formali e di immagine, frutti ormai di mille anni di sviluppo,
sarà proprio quello di saper cogliere quel solido filo unificante che l’avvolge e la
percorre, esaltandone, al tempo stesso, i vari momenti autonomi ed i vari poli
individui che si sono storicamente coagulati.
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2. I FONDI STRUTTURALI 2007-2013
2.1 La Commissione Europea, a seguito dell’approvazione del Quadro Strategico
Nazionale (QSN) dell’Italia, il 1 agosto 2007 ha approvato il Programma
Operativo Regionale (POR) “Competitività e occupazione” per gli anni 20072013 della Toscana, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
(FESR). Una parte delle disponibilità che l’Europa ha riservato per la nuova
programmazione dei fondi strutturali a gestione regionale per il periodo 20072013 è stata orientata a promuovere il rafforzamento della competitività del
territorio e del sistema produttivo regionale, per metterlo in grado di sostenere
la competitività internazionale, mediante l’attivazione di processi di crescita
economica sostenibile, perché fondata sulla valorizzazione delle risorse
specifiche, ma in una direzione di costruzione di una determinata competitività
del sistema metropolitano o urbano oggetto di intervento. Per la realizzazione
di questo percorso di sviluppo, la Regione Toscana ha inteso avvalersi
dello strumento della “progettazione integrata”, sviluppato attraverso varie
sperimentazioni e occasioni a partire dal 1997 a livello comunitario e a partire
dalla metà degli anni ’90 in Italia attraverso i programmi urbani complessi
stimolati e cofinanziati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti.
3. IL POR CREO
3.1 Il POR CREO della Regione Toscana prevede, fra i 6 assi di intervento nei quali
si articola, un apposito Asse dedicato allo sviluppo delle risorse endogene dei
territori, da attuare principalmente attraverso uno specifico strumento denominato
“Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile” (PIUSS) riservato alle città della
Toscana con almeno 20. 000 abitanti.
4. I PIUSS
4.1 I Piani Integrati Urbani di Sviluppo Sostenibile sono strumenti d’attuazione
del Programma Regionale per la Competitività e l’Occupazione, cofinanziati
3
per la Regione Toscana dai fondi strutturali comunitari, da fondi nazionali e
dalla stessa Regione, e vengono definiti un insieme coordinato di interventi pubblici e privati - per la realizzazione, in un’ottica di sostenibilità, di obiettivi di
sviluppo socio-economico attraverso il miglioramento della qualità urbana ed
ambientale e una razionale utilizzazione dello spazio urbano. La finalità è quella
di incrementare l’attrattività e la competitività urbana facendo leva sugli elementi
di distinzione e le caratteristiche peculiari dei territori coinvolti. Il Piano può
intervenire in una porzione omogenea dell’ambito urbano secondo un approccio
integrato e intersettoriale di diversi tipi di operazioni e attraverso una modalità di
progettazione complessa e partecipata, per contribuire a realizzare obiettivi di
sviluppo economico locale e di rigenerazione urbana.
L’integrazione è prevista su più livelli:
- negli obiettivi (miglioramento della qualità urbana, sviluppo sociale ed
economico, sostenibilità);
- nelle valenze strategiche (competitività, cultura, coesione);
- nel finanziamento degli interventi;
- nelle operazioni (operazioni integrate nel settore delle infrastrutture, materiali ed
immateriali),
- in un processo di elaborazione di una proposta di trasformazione strategica.
Infatti, il piano ha la finalità dichiarata di includere in un finanziamento opere
materiali con l’ambizione che queste producano risultati immateriali, di sviluppo
sostenibile e di competitività, attraverso la realizzazione di progetti che facciano
leva sulla qualità urbana ed ambientale e su una più razionale utilizzazione
dello spazio urbano. L’elaborazione del master-plan, che costituisce il cuore
del PIUSS, non si esaurisce nella collazione di progetti d’investimento e nella
redazione degli elaborati tecnici, ma coincide con la fase di attivazione delle
risorse sociali ed economiche della città, e degli attori potenzialmente coinvolgibili
nella costruzione di un processo di cambiamento a partire da una nuova idea
della città stessa. In sostanza, il PIUSS non è solo uno strumento tecnico della
programmazione dei fondi strutturali, ma la base di una riflessione sulle strategie
di sviluppo della città nel suo insieme.
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5. CONTENUTO DEL PIUSS
5.1 Le attività e le linee d’intervento del POR CREO. Le attività e le linee di
intervento del POR CREO attuabili attraverso il PIUSS sono:
Linea di intervento 5.1: Interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente
urbano e delle aree per insediamenti produttivi finalizzati alla creazione e al
miglioramento di aree da destinare a spazi e servizi a fruizione collettiva, al
terziario avanzato, nonché alla realizzazione di infrastrutture di servizi alla
persona.
• Linea di intervento 5.1a: Infrastrutture per lo sviluppo economico: centri
servizi alle imprese, centri di competenza PMI, infrastrutture per insediamenti
produttivi e per il terziario avanzato, infrastrutture per lo sviluppo socioeconomico in aree urbane
• Linea di intervento 5.1b: Interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente
urbano e delle aree per insediamenti produttivi finalizzati a fruizione collettiva.
Infrastrutture per il turismo e centri commerciali naturali.
• Linea di intervento 5.1c: Costruzione, recupero e riqualificazione di strutture
per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale.
• Linea di intervento 5.1d: Realizzazione strutture per asili nido e servizi
integrativi prima infanzia.
• Attività 5 2: Interventi di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio
culturale nei contesti urbani funzionali alla fruizione di un turismo sostenibile.
6. I RIFERIMENTI PROGRAMMATORI E STRATEGICI
6.1 La proposta di PIUSS si è formata e si è definita attraverso un attento esame di
tutta la documentazione di programmazione e di elaborazione strategica della
Regione Toscana e della Provincia di Lucca. Per quanto riguarda i riferimenti
di programmazione regionale il primo elemento di riferimento è stato il Piano
d’Indirizzo Territoriale (PIT).
6.2 Nel documento di Piano del PIT viene indicato il “1° metaobiettivo Integrare
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e qualificare la Toscana come “città policentrica” attorno ad uno “statuto”
condiviso. ” viene indicato come prioritario che “ i Comuni toscani garantiscano
il valore durevole e costituivo delle rispettive “centralità” urbane: centralità
intese come corrispondenza fisica e simbolica tra la centralità spaziale e
storica dei luoghi e le funzioni di rilevanza identitaria che essi rivestono per la
collettività”. Questo metaobiettivo può essere tradotto in azioni tese a mantenere
e rigenerare la città con la valorizzazione delle strutture portanti e generatrici
della città stessa, tramite anche interventi tesi a “ perseguire e salvaguardare
il permanere di funzioni socialmente e culturalmente pubbliche negli edifici, nei
complessi architettonici e urbani, nelle aree di rilevanza storico- architettonica
e nel patrimonio immobiliare che con una titolarità e funzionalità pubblica
hanno storicamente coinciso. Occorre, in particolare, evitare che interventi
di rigenerazione fisica e funzionale che riguardino immobili di pubblico rilievo
per il significato storico o simbolico, culturale o funzionale che rivestono per la
comunità urbana “comportino mutamenti alla loro funzionalità pubblica” .
6.3 Questa “manutenzione continua della città” si può raggiungere come indicato
nello stesso documento regionale con una esplicita esortazione: “ occorre che
i Comuni toscani provvedano al consolidamento, al ripristino e all’incremento
dello spazio pubblico che li caratterizza e identifica fisicamente come luoghi
di cittadinanza e di integrazione civile. Uno spazio pubblico inteso nella sua
configurazione sistemica, dunque come spazio sia costruito che non costruito;
come spazio che combina e integra “pietra” e “verde” e che assume - e vede
riconosciuto come tale - il proprio valore fondativo dello statuto della “città”. Uno
spazio in cui si correlino centralità, multidimensionalità, significatività formale
intrinseca e ruolo morfogenetico rispetto all’insieme del contesto urbano;
connessione visibile, funzionale, e ambientale con il contesto paesaggistico
prossimo e con le risorse e le reti ecologiche che lo caratterizzano. Uno spazio
costituito, pertanto, da una gamma di attributi identitari e di buone pratiche
amministrative (a cominciare da quelle pianificatorie) che configuri la città come
un insieme organico e dinamico di luoghi attrattivi e preordinati all’esercizio di una
pluralità di pratiche di cittadinanza, di esperienza civile e religiosa, di relazioni
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sociali ed economiche, di stimolo e sostegno a una fertile convivenza pluralistica
e interculturale. E come un corpo vivo e salubre, che sa studiare, programmare
e sperimentare, con appropriate pratiche amministrative e partecipative, le
condizioni ambientali ed estetiche - dunque paesaggistiche e architettoniche,
energetiche e climatiche - della propria integrità fisica e sociale”.
6.4 Queste precise indicazioni pianificatorie e programmatorie individuano non solo
modalità d’intervento, ma soprattutto significati precisi a concetti come “spazio
urbano”, “processo identitario e fondativo della città stessa”.
6.5 In particolare il PIT tramite la elaborazione di specifico Master Plan dei Porti
(MPP) ha previsto per il porto di Viareggio definite linee programmatiche, linee
recepite nella proposta di PIUSS che prevede una specifica azione denominata
“Riqualificazione dell’area portuale”.
6.6 La recente elaborazione di integrazione del PIT per la definizione del Piano
Paesistico a seguito dell’intesa con il Ministero dei Beni Culturali ha previsto per il
Comune di Viareggio una particolare priorità relativa alla Passeggiata a Mare.
6.7 Il Piano della Cultura della Regione Toscana ha previsto l’intervento regionale ha
sostegno degli interventi di recupero del patrimonio storico pubblico, in questo
senso la proposta PIUSS ha elaborato una specifica operazione relativa alla
valorizzazione delle risorse culturali lette come fattore d’integrazione sociale.
6.8 A partire dall’emanazione della legge regionale n. 26 del 17 Marzo 2000, e
soprattutto il Piano Regionale dello sviluppo economico 2007-2010 con la linea
di Intervento 4. 1 “rendere più efficaci le politiche pubbliche e più funzionale il
rapporto tra azione pubblica ed esigenze delle imprese turistiche e commerciali”,
l’Azione 3 “trasferimento dell’innovazione alle PMI commerciali” e l’Intervento
B “Centri Commerciali naturali e/o reti costituite in forma di consorzi e/o
associazioni” individua la necessità di sostenere l’attività dei Centri Commerciali
naturali (come definiti al Capo XIII della LR 28 del 7 Febbraio 2005), tra i quali
quello del Comune di Viareggio ubicato in P. zza Cavour. Da questa ulteriore
indicazione programmatica la proposta PIUSS prevede una specifica operazione
denominata la “valorizzazione della scacchiera”.
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7. IL TURISMO CONGRESSUALE
7.1 La Regione con l’approvazione del Piano regionale dello sviluppo economico
2007-2010 - Indirizzi per l’attuazione delle Linee di intervento: 2. 1. “Promozione
economica”, 2. 2. “Marketing di destinazione” e 4. 1. “Osservatorio regionale
del turismo”, relativamente agli interventi per la qualificazione dell’offerta
congressuale della Toscana -Toscana for Events - con delibera n. 968 del 2411-2008 favorisce le “ iniziative di stimolo alla crescita qualitativa dell’offerta
regionale e alla promozione di questa sui mercati strategici di riferimento”.
7.2 La Toscana si colloca ai primi posti in Italia rispetto all’offerta di strutture
congressuali e per le varie tipologie di eventi che caratterizzano il cosiddetto
MICE (Meeting Incentives Conference & Events). Sono infatti oltre 700 i
contenitori congressuali attivi nella nostra Regione, ma dal 2008 è stata attivata
una sorta di mappatura delle strutture di elevata qualità rispetto agli standard
internazionali e rispetto a questi parametri il numero delle sedi congressuali è
ridotto a 430. Tali strutture determinano una offerta di 1244 sale per convegni e
meeting distribuite in 56 centri congressuali e 374 strutture ricettive. La capacità
media di questi spazi di qualità è di 154 posti per sala.
7.3 Per la maggior parte si tratta di strutture ricettive alberghiere, mentre sono oltre
180 le strutture congressuali (centri congressi e sale di vario genere).
7.4 La disponibilità di aree espositive di supporto all’attività congressuale è sempre
più strategica, in Toscana dispongono di tali spazi circa 120 strutture con un
totale di circa 200 aree espositive attrezzate per circa 34.000 mq.
7.5 In termini di sale congressuali s’individua al primo posto per dotazione Firenze
(25%), poi Siena (10%), seguono con un peso simile (7/8%) Arezzo, la Versilia,
Montecatini, Grosseto. Rispetto alla disponibilità di sale Firenze si distingue
maggiormente (32%) con un forte distacco dalle altre realtà: Siena (9%), Arezzo
e Pisa (8%), Montecatini e Versilia (6%).
7.6 Gli obiettivi che la Regione Toscana ha indicato nascono dal riconoscimento del
“Sistema congressuale” come importantissimo segmento dell’offerta turistica
toscana con un valore strategico. Pertanto emerge con forza la necessità di
aumentare:
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Il complesso di Piazza Puccini
Il Centro Congressi
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• l’attrazione di flussi turistici qualificati verso la Toscana,
• la destagionalizzazione del movimento turistico,
• l’entità e qualità dell’indotto economico e occupazionale che il settore è in
grado di attivare,
• la fondamentale funzione di accreditamento dell’immagine dell’offerta toscana
rispetto a target e mercati strategici per un migliore e ulteriore posizionamento
dell’offerta turistica di qualità espressa dalle destinazioni turistiche toscane.
7.7 L’azione di indirizzo strategico al settore congressuale individua specifiche
priorità, tra le quali particolari misure “ per il sostegno finanziario ai Soggetti
pubblici per la realizzazione e qualificazione delle infrastrutture pubbliche
collegate ”.
7.8 Inoltre il documento della regione Toscana individua delle particolari “Destinazioni
congressuali di eccellenza” ritenute le più vocate e dotate di una offerta
relativamente qualificata in quel momento storico: Firenze, Montecatini Terme
e Versilia. Queste strutture però necessitano di rispondere a nuove esigenze e
riuscire ad ottenere un prodotto all’altezza della richiesta congressuale. In questo
quadro viene proposta una definizione “ di Prodotto Congressuale Completo”
inteso come l’integrazione fra le seguenti dotazioni:
• Centro Congressi, con adeguati requisiti qualitativi e quantitativi,
• ricettività alberghiera (camere in alberghi di categoria 5–4–3 stelle), in
quantità almeno equivalente alla capienza della sala plenaria e spazi per la
ristorazione, con capienza almeno uguale a quella della sala plenaria,
• ricettività alberghiera (3/4 stelle), anche non dotata di sale congressuali o
aree espositive, ma localizzate nel comprensorio congressuale, per la sola
ricettività a servizio dell’utenza congressuale,
• servizi di progettazione e organizzazione di eventi e servizi accessori quali:
trasporto di persone, allestimenti, servizi tecnici, catering interpretariato,
assistenza congressuale, ecc.
7.9 Sempre la programmazione regionale individua “il rilancio delle destinazioni
congressuali della Toscana, attraverso un più forte coinvolgimento delle istituzioni
pubbliche locali a fianco delle imprese delle Destinazioni Congressuali di Firenze,
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Arezzo, Chianciano, Lucca, Montecatini, Siena, Versilia/Costa Apuana.”
7.10 Questa forte azione di supporto dovrà trovare la forza operativa in progetti locali
di “Destinazione Congressuale” al fine di proseguire e qualificare ulteriormente
le azioni si supporto e sostegno delle Destinazioni congressuali di eccellenza
della Toscana. Questo passaggio, indicato dalla Regione Toscana, come
una condizione essenziale può avvenire tramite il rafforzamento del “ ruolo e
la partecipazione attiva delle istituzioni locali, con particolare riferimento alle
Province, ai Comuni e alle Camere di Commercio”.
7.11 I Progetti locali di Destinazione congressuale. Questi progetti devono essere
intesi come un“insieme di interventi per la qualificazione e promozione dell’offerta
congressuale che si configurino come un sistema coordinato e condiviso di
iniziative tipiche dei Convention & Visitors Bureau. ”
7.12 Con specifiche determine dirigenziali, la Regione Toscana sta sostenendo
i nuovi “Progetti locali di Destinazione congressuale riferiti alle Destinazioni
congressuali di eccellenza ”. Questa scelta e forte indicazione programmatoria
rende la struttura del Centro Congressi di Viareggio (struttura di proprietà
del Comune) una naturale sede di riqualificazione ed adeguamento per il
miglioramento dell’offerta congressuale.
7.13 Infine per quanto riguarda la Destinazione Versilia/Costa Apuana la Regione
prescrive che “il progetto sarà presentato congiuntamente dalle Province di Lucca
e Massa Carrara e sarà realizzato dall’ APT nella quale avrà sede la Struttura
tecnica permanente”.
7.14 Nel documento di Piano del PIT il 3° metaobiettivo “Conservare il valore del
patrimonio territoriale della Toscana” e il 2° obiettivo “ tutelare il valore del
patrimonio costiero della Toscana” è raggiunto adottando un preciso indirizzo
nello stesso Piano: “ salvo che per i porti, . . . non si urbanizza a mare”. Questa
azione viene definita tramite l’attenzione verso “una portualità in cui l’offerta
turistico-diportistica adotti una nuova selettività: sia sul piano della qualità che
della quantità degli interventi modificativi. Una selettività, in particolare, che
sia comunque ancorata alla filiera cantieristica e manutentiva della industria
nautica toscana e alle sue dislocazioni territoriali”. Una scelta che la Regione
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Toscana intende perseguire tramite l’interruzione delle attività meramente
orientate alla valorizzazione immobiliare e alla conseguente speculazione di
breve periodo e “ privilegiare – invece - chiari e innovativi disegni imprenditoriali,
capaci di far sistema con un’offerta turistica organizzata e integrata nella chiave
di servizi plurimodali e coordinati. E che, al centro della sua attrattività, abbia un
paesaggio costiero integro e pienamente riconoscibile nella varietà dei suoi fattori
estetici, storici e funzionali”. L’indicazione della Regione Toscana è precisa,
indicando priorità e modalità di attuazione tramite azioni tese a “ incoraggiare
le potenzialità attrattive connesse allo sviluppo di un armonioso waterfront che
investa l’insieme del patrimonio costiero toscano e, mediante attente progettualità
coordinate di conservazione attiva e di neoqualificazione funzionale, ponga
in armoniosa relazione - pur nella salvaguardia della discontinuità urbana - il
fascino delle città e dei borghi di toscani, la suggestione dei porti, nelle loro
infrastrutture demaniali così come nelle loro passeggiate a mare, entro una trama
paesistica in cui centri urbani ed entroterra costiero acquisiscano, nella piena
riconoscibilità delle loro componenti insediative ed evitando qualunque logica di
conurbazione, una nuova vitalità nell’abitare e nell’intraprendere”. Ma la tutela e
la valorizzazione del patrimonio costiero toscano ha anche il volto di una grande
e specifica politica pubblica che persegue l’innovazione profonda del patrimonio
territoriale della nostra Regione e delle sue potenzialità competitive e attrattive.
Si tratta di quella “piattaforma logistica toscana” che occupa uno spazio cruciale
nell’agenda del Piano regionale di sviluppo”. Il documento di Piano continua
indicando alcuni Sistemi Funzionali: il primo riguarda la “Toscana dell’ attrattività
e dell’accoglienza”. “ Attrazione e accoglienza sono insieme, ed in maniera
complementare, due concetti che si rifanno direttamente all’obiettivo del Prs di
“aprire” la Toscana verso il mondo. Attrarre significa avere specificità, risorse e
qualità che hanno un valore riconoscibile nel resto del mondo; significa non solo
essere competitivi sul mercato delle merci, dei servizi e degli investimenti, ma
anche visibili nell’area della cultura, dell’ambiente, del paesaggio, della società
e della politica e, più in generale, delle diverse aree dell’agire umano, non solo a
fini economici e produttivi.”
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7.15 Queste indicazioni programmatiche sono l’asse portante della verifica e della
progettualità contenute nella proposta di PIUSS di Viareggio, in particolare per
alcune operazioni relative alla nascita della città balneare, allo sviluppo delle
attività della congressista ed al supporto delle attività alberghiere.
7.16 Ancora dal Documento di Piano emergono preziose indicazioni relative alle
potenzialità presenti nel territorio di Viareggio, in particolare la necessità di
sviluppare azioni per aumentare l’attrazione. “ L’attrazione è quindi non solo una
politica di rilievo economico, sia che si riferisca ai turisti o agli investitori stranieri,
ai compratori di prodotti e servizi locali o agli studenti e ricercatori delle università
e dei centri di eccellenza, ai lavoratori e alle famiglie straniere, ma è una politica
globale che punta a fare della Toscana un luogo di eccellenza, di qualità e di
vivibilità. ”
7.17 Per quanto riguarda questa necessità il documento di Piano insiste
sull’urgenza, a proposito delle azioni nel campo turistico, di incrementare
la “capacità di far convergere flussi di turismo”. In questa strategia viene
sottolineato che “per i turisti sarà di particolare rilievo la qualità dei servizi
culturali e di benessere insieme ad un sistema ricettivo e di ristorazione capace
di sviluppare personalizzazione e ricercatezza a fronte di un prezzo affidabile ed
adeguato”. L’attrattività delle singole realtà locali deve coniugarsi a specifiche
strategie per l’accoglienza. Non si può puntare sull’attrattività, sull’apertura verso
il mondo e poi sviluppare atteggiamenti di chiusura e l’ incapacità di accoglienza
di tutto ciò che è diverso e di tutto ciò che “viene da fuori”. Accogliere significa
riconoscere le differenze, cercare di comprenderle e sviluppare un atteggiamento
positivo di interscambio e di apertura. Significa essere disposti a fare i conti
con le “novità” e aumentare le sedi e le occasioni di vero confronto, escludendo
nel contempo, come fenomeni di uno stesso difetto di approccio, eccessi di
subalternità o di superiorità che non facilitano il confronto culturale. Sposando
quel punto di vista e prevedendo esigenze strutturali, di servizio e di supporto che
emergono da parte di chi non vive ed opera abitualmente nel contesto locale o
di chi, pur interessato a farlo per un periodo più o meno lungo, non si è ancora
inserito in maniera stabile.
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7.18 Seguendo queste ultime indicazioni, la proposta di PIUSS è stata impostata
affinché attrattivà e accoglienza siano facce diverse di una stessa medaglia,
o meglio immagini e servizi di una stessa città. In questo quadro la proposta
PIUSS ha cercato di “integrare” nella stessa area (o nelle stesse aree) esigenze
e linee diverse, da quelle legate al commercio e al turismo con quella della
cittadinanza sociale e dell’assistenza sociale. Il territorio deve quindi diventare
attrattivo e accogliente favorendo e supportando così quell’apertura della
Toscana che rappresenta un obiettivo primario per il recupero di dinamismo e di
qualità nel nuovo contesto competitivo a scala globale.
8. VIAREGGIO: COMMERCIO E TURISMO BALNEARE
8.1 Dall’”Atlante delle Attività Commerciali” redatto e pubblicato dalla Regione
Toscana nel 2007, emerge un quadro di analisi, di verifica e di riflessione sul
rapporto tra attività commerciali e turismo balneare di particolare rilevanza
per la definizione delle linee d’intervento. “La Versilia, intendendo come tale
la fascia di litorale che da Viareggio, attraverso Lido di Camaiore, Marina di
Pietrasanta, Forte dei Marmi, ecc. si protende fino a Marina di Carrara, è la
zona della Toscana dove il turismo balneare celebra i suoi fasti maggiori. ” “La
pianificazione urbana dei comuni versiliesi ha da sempre puntato a coniugare
turismo e commercio in una comune cornice di sviluppo. Viareggio rappresenta
un caso esemplare in tal senso. ”Concordando con l’intero documento
regionale, riteniamo opportuno riportare i passaggi principali di questa ricerca
che rappresentano gli elementi su cui l’intera proposta di progetto integrato ha
raccolto proficue indicazioni, in particolare per le operazioni relative al turismo
e alle attività commerciali. In previsione della stesura del Piano Strutturale, il
Comune di Viareggio ha proceduto alla verifica della conformità degli strumenti
urbanistici vigenti per valutare gli elementi innovativi della disciplina del
commercio. La Conferenza Unificata Stato Regioni e Stato città del 1999 aveva
stabilito i limiti a cui devono sottostare, negli strumenti urbanistici comunali, le
aree da destinare agli insediamenti commerciali, ed in particolare quelle nelle
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quali consentire l’insediamento delle medie e delle grandi strutture di vendita
al dettaglio, in relazione alle tutele artistiche e ambientali, e ai vincoli di natura
urbanistica con particolare riguardo alla disponibilità delle aree di sosta in
relazione alle diverse strutture ricettive. Da ciò fu attivata una verifica relativa
alla consistenza e alla localizzazione della rete commerciale, alla valutazione del
dimensionamento e dell’efficacia dell’attuale presenza delle strutture di vendita
con la valutazione della capacità attrattiva e aggregativa delle aree in cui tali
strutture sono collocate e delle risultanze in termini di accessibilità, mobilità,
traffico e inquinamento. L’obiettivo di tale verifica era quello di cercare nelle
sommatorie delle valutazioni, oltre al miglioramento del servizio commerciale,
quello relativo alla qualità urbana conseguita con un razionale sviluppo della
rete distributiva. Dopo tali valutazioni il Piano Strutturale, in ragione della
situazione di varietà delle funzioni della città di Viareggio, individua (come unico
parametro e limite per l’insediamento delle strutture commerciali) la presenza
della dotazione di parcheggi previsti dal DM n. 1444/68 e dalla legislazione
regionale. La variante di adeguamento alla disciplina commerciale ha codificato
i rapporti tra strutture commerciali e standard di parcheggio. Il Piano Strutturale
ha individuato i criteri per la verifica delle vigenti localizzazioni delle strutture e
delle aree da dichiarare non soddisfacenti e quindi oggetto di adeguamento o
di rilocalizzazione in sede di stesura di Regolamento Urbanistico. I parametri
relativi alle limitazioni per gli insediamenti commerciali di media e grande
distribuzione sono i seguenti: non possono essere localizzati in aree facenti parte
delle invarianti strutturali definite dallo statuto dei luoghi; non possono essere
localizzati in aree prive di adeguate zone a parcheggio previste dalla normativa
vigente. La domanda di spazi per utilizzazione a servizi per il consumo finale
privato (commercio al dettaglio, pubblici esercizi, ecc. ) è stimata dal PTC con
riferimento alle prevedibili propensioni ai consumi. Il PS conferma l’indirizzo
di favorire il mantenimento e il consolidamento della struttura commerciale
della città con il limite di insediamenti commerciali fino e non oltre i 1. 500
mq di superficie utile di vendita. Il PS inoltre prevede la riutilizzazione ed il
recupero di spazi urbani ed edifici degradati (nonché nuove costruzioni collegate
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funzionalmente con la residenza) per complessivi 545. 000 mq di superfici per
insediamenti commerciali. Il Piano Strutturale individua quindi nella “difesa della
varietà commerciale” una caratteristica di attrazione e promozione commerciale.
La città di Viareggio risulta organizzata in un tessuto di relazioni, di rapporti e di
presenze commerciali, da tutelare e valorizzare. In questo senso il PS prescrive
il diniego dell’apertura di nuove strutture commerciali di grande distribuzione.
Prima di descrivere le previsioni legate alla proposta di Regolamento urbanistico
vale la pena ricordare due strumenti connessi con la salvaguardia della vivacità
e dell’identità commerciale della città: il piano dell’arredo urbano della città e il
piano particolareggiato della passeggiata (Piano Rogers).
8.2 Il piano dell’arredo urbano della città. Il piano di arredo urbano (2000-2002)
è finalizzato ad attivare un generale processo di continuità ed integrazione tra
città e centro storico, promuovendo processi di riqualificazione del centro e
bloccando i fenomeni di banalizzazione dei luoghi. Il Piano, costituito da un
sistema di obiettivi primari e da un insieme coordinato di progetti urbani, si fonda
su due principi: quello economico, che mira alla salvaguardia dell’identità di un
luogo trattenendo la funzione produttiva e commerciale in termini di qualità e di
valore, integrandola al significato artistico e storico dell’ambiente locale; quello
del primato della cultura, per cui il fondamentale diritto di abitare l’ambiente
comporta un’etica della manutenzione del patrimonio, che pone l’identità culturale
come diritto e risorsa di ogni cittadino e di ogni comunità. Gli obiettivi del Piano
dell’arredo urbano sono tesi alla promozione dello sviluppo locale sostenibile:
qualificare la funzione residenziale, elevare la qualità e la tipologia dei servizi
della città, promuovere le attività commerciali, definire specifici progetti urbani
per zone nodali, organizzare i beni culturali per un’offerta a sistema, ampliare
il sistema di accoglienza per il turista, ottenere maggiore visibilità nazionale
ed internazionale. Il progetto indica il centro storico come nuova polarità, e si
apre a sud attraverso la riqualificazione del canale e la riattivazione dell’asse
territoriale del Viale dei Tigli, che rappresenta il collegamento tra il parco naturale,
la città e la pineta di ponente. Nella zona ad est del centro si valorizza l’area
16
della stazione ferroviaria concentrando attorno ad essa una serie di servizi per
la città e trasformando tale area come polo scambiatore di modalità di trasporto,
un ponte tra centro e periferie orientali. Attorno alla stazione si concentrano
parcheggi per auto, parcheggi per cicli e motocicli, si incrociano piste ciclabili
di percorrenza nord-sud e est-ovest, si attestano i terminal autobus per le linee
sia urbane che extraurbane. La ristrutturazione dei giardini della stazione dona
migliore accessibilità sia alle attività commerciali lungo la Piazza Dante che al
sistema a pettine delle strade che connettono, attraversando il centro storico,
la zona del mercato centrale alla passeggiata a mare. Nell’ambito del piano
sono stati inoltre elaborati alcuni progetti per la rivitalizzazione del centro storico
della città attraverso un rilancio dell’attività commerciale: fra questi quelli che
riguardano la spina centrale del commercio (via Fratti-via Battisti), i viali della
stazione, gli ambiti urbani di via Garibaldi e via San Francesco.
8.3 Il piano particolareggiato della passeggiata. Il piano particolareggiato
interessa lo spazio pubblico più significativo della città di Viareggio: i viali a mare.
Lunghi circa tre chilometri e larghi circa cinquanta metri, essi hanno subito negli
ultimi anni un processo di degrado non tanto fisico, quanto piuttosto a carattere
funzionale, determinato dalla progressiva rarefazione delle funzioni e dei servizi
commerciali che fino a trent’anni fa si localizzavano pressoché esclusività sul
lungomare. Carenza di aree per la sosta, banalizzazione degli spazi commerciali,
impoverimento delle attività collettive ed altro hanno spinto l’Amministrazione
comunale a promuovere, nel 1998, la redazione di un piano particolareggiato
della passeggiata. Il Piano, improntato a principi di pianificazione sostenibile
e partecipata, affida la riqualificazione più al coordinamento e alla sinergia di
interventi.
8.4 Le diverse fasi del piano sono state discusse con la cittadinanza e le categorie,
attraverso incontri e dibattiti che in alcuni casi hanno portato a modifiche
sostanziali fino all’adozione del piano nel Giugno del 2003. Per bilanciare
l’esigenza di conservazione di questa invariante strutturale e insieme l’urgenza
di rinnovamento, il piano individua punti di riferimento visivi e funzionali che
intensificano le connessioni tra la passeggiata e altre importanti polarità della
17
città: un centro di servizi e di informazioni, un polo congressuale presso lo
stabilimento balneare Principe di Piemonte, un centro termale e per il tempo
libero in corrispondenza dell’Hotel Royal, una grande Agorà per eventi pubblici
presso la Piazza Mazzini, un polo di nuove attrezzature (alberghi, centri
divertimenti, ecc. ) attorno alla piazza D’Azeglio, altre attrezzature. Il piano, oltre
alla riqualificazione funzionale, propone una riorganizzazione morfologica della
sezione urbana della passeggiata. Riduce gli spazi carrabili e ridistribuisce gli
spazi pedonali e della ricreazione. Lo spazio pubblico viene attualizzato con
la partecipazione attiva degli operatori privati. Per i nuovi elementi di arredo
vengono coinvolti artisti e progettisti del carnevale. Al fine di connettere la
zona commerciale della passeggiata con le altre polarità urbane sono previste
nuove piste ciclabili scoraggiando l’uso dell’auto. Viene incentivata anche la
connessione con la zona del porto e delle marine turistiche, che rappresentano
due componenti chiavi della città. Si promuove il disegno di nuovi ponti per
migliorare il collegamento ciclo-pedonale con la zona del lungo canale e del
porto, stimolando ulteriori e spontanei futuri sviluppi.
9. INDIRIZZI DELLE POLITICHE SOCIALI
9.1 Le Politiche Sociali del Comune di Viareggio da anni sono programmate sulla
base della rilevazione statistica che viene effettuata tramite strumenti specifici
adottati con l’informatizzazione del servizio.
L’organizzazione dei Servizi Sociali, realizzata attraverso l’accesso informatizzato
al Segretariato Sociale, consente di selezionare l’utenza e definire fin dal primo
approccio interventi mirati ed appropriati. Conoscere in modo analitico la realtà
sociale cittadina, le condizioni di vita ed i bisogni delle persone consente quindi di
definire gli obiettivi strategici dell’intervento sociale.
La realtà che emerge è un quadro di povertà diffusa che interessa soggetti
particolarmente a rischio come gli anziani, i giovani in cerca di prima
occupazione, donne e immigrati regolari, fino a lambire quelle fasce di
popolazione che storicamente sono meno esposte agli effetti negativi della crisi
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economica e occupazionale in cui da alcuni anni versa l’intero Paese.
Le politiche sociali del Comune sono rivolte in particolare a quelle categorie di
cittadini che, a diverso titolo, necessitano di supporto per affrontare i disagi legati
alla vecchiaia e conseguente non autosufficienza, crisi occupazionale, alti mutui e
affitti, prezzi improponibili per l’acquisto di immobili ad uso abitativo.
9.2 Settori delle Politiche Sociali del Comune
Le Politiche Sociali dell’Ente hanno diretto il loro intervento su 5 principali settori:
• Contributi economici
• Anziani
• Emergenza abitativa
• Minori
• Immigrati
Contributi economici
I contributi economici, sulla base di quanto dettato dal Regolamento dei contributi
economici di cui è dotato il Servizio, sono erogati a famiglie con reddito al di sotto
della soglia del minimo vitale, a persone sole in difficoltà e ad anziani con redditi
pensionistici insufficienti a soddisfare le esigenze di sopravvivenza.
Nel 2007 gli interventi di minimo vitale per garantire la soglia di sopravvivenza
sono stati 416 per un valore percentuale del 28, 63% nell’ambito della macroarea
contributi e ricoveri (i dati statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007).
Anziani
Uno dei più rilevanti settori di disagio è legato alla popolazione anziana: spesso
l’avanzare dell’età, pur in presenza degli standards di autosufficienza, comporta
una fragilità dell’anziano sotto il profilo economico, relazionale e dell’autonomia
globale. La complessità di questi fattori e, spesso, la loro concomitanza inducono
la necessità di inserire la persona in strutture residenziali o l’attivazione di un
supporto domiciliare.
Il fenomeno della longevità della vita determina sempre più spesso la non
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autosufficienza e, nell’impossibilità di mantenere la persona presso il proprio
ambiente di vita, il ricorso al ricovero in residenze sanitarie assistite idonee a
garantire l’assistenza e le cure necessarie all’anziano.
Nell’anno 2007 gli interventi di ricovero in R. S. A. sono stati 121 per un valore
percentuale del 8, 33% nell’ambito della macroarea contributi e ricoveri (i dati
statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007).
Per situazioni di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti sono stati
anche attivati interventi domiciliari sotto forma di prestazione diretta, tramite l’invio
di un’assistente domiciliare nell’abitazione dell’anziano (per igiene personale,
mantenimento dell’igiene ambientale, spesa, preparazione pasti, ecc. a seconda
dei singoli casi), o interventi indiretti tramite la corresponsione di un assegno
mensile ai familiari per prestare assistenza al congiunto.
Gli interventi di assistenza domiciliare diretta nel 2007 sono stati 123 e quelli
di assistenza domiciliare indiretta, 173, per un valore percentuale dell’11, 91%
nell’ambito della macroarea dei contributi e ricoveri (i dati statistici sono contenuti
nel Rapporto Sociale 2007).
Emergenza abitativa
Subito dopo gli interventi di contributo economico il settore maggiormente
impegnativo per le Politiche Sociali dell’Ente è quello dell’emergenza abitativa.
Nell’anno 2007 sono stati attivati 328 interventi di emergenza abitativa per un
valore percentuale del 22, 57% nell’ambito della macroarea dei contributi e
ricoveri (i dati statistici si riferiscono al Rapporto Sociale 2007).
Gli interventi di emergenza abitativa hanno coinvolto non solo la casistica in
situazione di vita estremamente degradata e marginale, ma anche le persone
con sfratto esecutivo. I numerosi sfratti hanno dato luogo ad una sacca di
numerosi nuclei anche con anziani e minori, sprovvisti di abitazione e di soluzioni
personali al problema dell’alloggio. Il fenomeno è stato ulteriormente aggravato
dall’alto costo degli affitti, dalla difficoltà di reperire alloggi con regolare contratto
di locazione, dall’impossibilità per la maggioranza delle famiglie di accedere a
mutui per l’acquisto di immobili ad uso abitativo.
20
Immigrati
Negli anni 2007/2008 sul territorio comunale si è verificata una consistente
immigrazione di massa di persone provenienti dalla Romania ed in particolare
di etnia ROM. Questa tipologia di migranti ha assunto la consistenza di un
fenomeno di emergenza-urgenza per la presenza di intere famiglie con anziani
e minori sprovviste di tutto. L’Amministrazione comunale ha predisposto un
programma straordinario di interventi per la protezione dell’infanzia, per il
sostegno abitativo e per l’avviamento al lavoro in via temporanea di alcuni
capofamiglia.
Per le caratteristiche di città costiera Viareggio fa parte di quelle zone della
Toscana dove l’immigrazione dal Nord Africa e dai Paesi dell’ex blocco sovietico
è stata ed è particolarmente intensa e con caratteristiche di precarietà a seguito
delle scarse opportunità lavorative che offre il territorio del nostro Comune.
Lo Sportello Nuovi Cittadini, realizzato dai Servizi Sociali, fornisce consulenza e
supporto agli immigrati che intendono regolarizzare la loro posizione, ottenere un
ricongiungimento familiare o avere assistenza e orientamento. Il collegamento
dello Sportello con la Questura, l’ambulatorio medico e il servizio docce, ha
consentito l’avvio di molti utenti ad un percorso di sostegno all’inserimento e alla
legalità.
10. IL PTC DELLA PROVINCIA DI LUCCA
10.1 Per quanto riguarda la pianificazione e programmazione provinciale la redazione
della proposta di PIUSS ha tenuto conto delle indicazioni e direttive contenute
nel PTC della Provincia di Lucca. L’art. 15 individua “gli Obiettivi per la Versilia”
e tra le prime indicazioni emerge “la necessità di una risistemazione dei corsi
d’acqua principali, privilegiando il recupero degli spazi necessari alle dinamiche
fluviali, la messa in sicurezza delle situazioni di rischio, la riqualificazione delle
aree di pertinenza fluviale, facendo riferimento alle relazioni territoriali tra l’area
costiera e l’entroterra” tra i quali “ il sistema dei fossi e dei canali che dal bacino
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di Massaciuccoli confluisce nel canale Burlamacca a Viareggio”. Da questa
prescrittiva indicazione la proposta del PIUSS di Viareggio ha elaborato una
specifica “operazione” denominata “riqualificazione del Canale Burlamacca”,
con un insieme sistematico di opere e interventi tesi alla riscoperta del percorso
d’acqua storico e matrice della stessa città. La lettera d) dell’art.15 del PTC della
Provincia di Lucca prescrive “ il mantenimento, l’arricchimento e la valorizzazione
dei «vuoti» e delle «discontinuità urbane», cioè del «sistema del verde residuo»
riconoscibile nel tessuto insediativo continuo e diffuso della fascia costiera,
contenendo drasticamente l’offerta di eventuali nuovi insediamenti all’interno
degli attuali limiti urbani”. A questo proposito l’intera progettazione del PIUSS
si è mantenuta non solo nel limite urbano, ma a sua volta ha individuato una
zona più ristretta al suo interno (vedi perimetrazione PIUSS). Inoltre risulta di
particolare congruità con l’elaborazione del PIUSS la lettera e) dell’art 15 quando
stabilisce il “riconoscimento, la riqualificazione e la valorizzazione dei diversificati
tessuti insediativi riconoscibili nel territorio(...) della fascia costiera, attraverso
la individuazione dei limiti urbani al cui interno attivare azioni di riqualificazione
e ridisegno degli ambiti urbani”. Questa indicazione appare di particolare valore
essendo tesa a sollecitare e favorire quei processi di rigenerazione urbana a
cui i Progetti Integrati tendono. Ancora la lettera h) dell’art.15 del PTC integra
la prescrizione sopra ricordata sottolineando come “la valorizzazione delle
specifiche identità e degli aspetti paesaggistici e ambientali propri dei centri (...)”,
si ottenga “salvaguardando e valorizzando le loro relazioni con i propri territori,
e promuovendo interventi che producano una tutela attiva dei valori ambientali
e civili di tali luoghi”. Sempre l’art 15 del PTC e più precisamente alla lettera
l) individua il “rafforzamento dell’identità turistica dell’intero territorio versiliese,
facendo riferimento alla valorizzazione e alla tutela delle risorse storiche,
architettoniche e ambientali”, che accompagnato al successivo comma lettera
m) “la salvaguardia, il recupero e la riqualificazione del viale litoraneo anche
attraverso una classificazione che escluda il disimpegno del traffico a lunga
percorrenza” diventa un approccio metodologico progettuale. Questo approccio
individuato e prescritto dal PTC ha generato nell’elaborazione del PIUSS una
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apposita “operazione” che individua nel “fulcro” di Pza M. Luisa, Pza Puccini,
il Centro Congressi, il sistema dei Grandi Alberghi, una occasione fondante
dell’intera operazione di progetto integrato. Il richiamo ad un’ “integrazione
dell’area con il sistema dei Parchi regionali (...) Migliarino, S.Rossore,
Massaciuccoli, anche con l’individuazione di percorsi e circuiti di valenza
storico-ambientale che uniscano montagna, collina, pianura e area litoranea” è
contenuto nello specifico progetto presentato dall’Ente Parco MSM. Passando a
specifiche definizioni ed indicazioni progettuali, l’art 60 del PTC individua le aree
di pertinenza fluviale al punto 9 definendo compatibili le seguenti utilizzazioni
“attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio; realizzazione,
cura e fruizione di sistemazioni vegetali, finalizzate anche alla realizzazione
di: parchi fluviali urbani e territoriali. ” Per quanto riguarda le indicazioni per gli
insediamenti storici l’art 74 del PTC individua come priorità delle amministrazioni
pubbliche la “conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la
manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo degli elementi fisici in
cui, e per quanto, esse siano riconoscibili e significative.” Il 6° comma dell’art.74
del PTC individua come un’azione importante per la tutela e la conservazione
anche “ la ricostituzione degli aspetti alterati in termini incompatibili o incongrui
rispetto alle identificate caratteristiche e regole conformative, del sistema degli
spazi scoperti, dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati,
degli essenziali connotati dimensionali e formali dei manufatti edilizi e degli
spazi scoperti”. L’art.76 del PTC “Viabilità storica” dispone “che siano mantenuti
nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato, la giacitura, e, se non sussistono
particolari esigenze, le caratteristiche dimensionali essenziali”. Infine l’art 83
relativo a “Le aree urbane storiche ” contiene un pressante invito a prescrivere
la conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la manutenzione, il
restauro e il risanamento conservativo degli elementi fisici in cui, e per quanto,
esse siano riconoscibili e significative, oltre che “prescrivere il ripristino delle
predette caratteristiche, mediante trasformazioni degli elementi fisici, in cui, e
per quanto, esse siano state alterate”. Ed ancora l’art 83, 8° comma del PTC
individua che il “complesso dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti costituenti
23
ogni area urbana storica sia attribuito un insieme di funzioni che comporti un
carico urbanistico totale eccedente quello presumibilmente sopportato dall’area
urbana storica stessa al momento della conclusione della vicenda storica della
sua conformazione”. Questa particolare e significativa prescrizione è stata
tradotta in una “azione “ contenuta dal PIUSS denominata “la Passeggiata”, dove
il recupero del Teatro Eden alla sua funzione originaria di “Teatro della città”,
con la valorizzazione della passeggiata a mare, delle sue funzioni commerciali,
di svago e tempo libero, rappresenta un ulteriore elemento progettuale di
particolare valore.
11. IL PIANO TRIENNALE DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI
LUCCA 2007-09
11.1 Le prospettive del turismo. Lo scenario del turismo resta comunque critico,
nonostante tra gli operatori delle strutture ricettive si registri un grande fermento.
Molte imprese hanno avviato programmi e offerte a prezzi differenziati,
oppure hanno modificato le strategie aziendali intensificando le azioni promocommerciali o hanno arricchito l’offerta. Per quanto i progetti strategici siano
disparati, però una frammentazione delle iniziative aziendali e la mancanza di
una programmazione di “sistema”, soprattutto in quelle aree e per quei prodotti
consolidati che pensano di poter contare su una “rendita di posizione”. Ancora
oggi molte sono le segnalazioni critiche nel nostro sistema turistico. Il principale
ostacolo per la vendita del prodotto “Toscana” sui diversi mercati rimane quello
dei prezzi elevati e della competitività. Per quanto riguarda le previsioni di
sviluppo, in quasi tutti i Paesi assistiamo ad uno spostamento della domanda
verso i prodotti di “nicchia”. Il mercato del turismo organizzato ha già colto il
fenomeno delle “nicchie” e lo dimostra l’aumento di proposte specifiche, ma
anche l’affermazione di operatori specializzati. Gli incrementi maggiori sono
attesi quindi per i pacchetti delle vacanze attive, per le proposte di ricettività
in appartamento o in ville di campagna, per il benessere-wellness, per le
varie forme di turismo sportivo, l’enogastronomia, il golf e i bed & breakfast.
24
In aumento anche le richieste di pacchetti per le città/centri d’arte, di breve
durata e associati ad eventi culturali, generalmente arricchiti con percorsi di
conoscenza e approfondimenti. Si tratta, in sostanza, di una possibilità per
interpretare i nuovi orientamenti della domanda, che per essere sfruttata richiede
un riadattamento dei prodotti alle esigenze del mercato e un superamento della
strategia di marketing indifferenziato, che ha caratterizzato le azioni di una parte
degli operatori pubblici e privati della Toscana. Un’altra novità è il cambiamento
dei contenuti dei pacchetti turistici. Emerge un bisogno di proposte che non
si caratterizzano solamente per la tipologia delle destinazioni, ma sempre
più per le attività che si propongono nei pacchetti. Possono essere iniziative
culturali, di animazione, corsi, incontri o pratica di sport, tali da rispondere
ad un comportamento dinamico della clientela. Insomma un turista curioso
culturalmente, giovane nel comportamento, che vuole dalla vacanza un giusto
dosaggio tra relax e attività.
11.2 L’offerta turistica ricettiva. La Versilia, con 471 esercizi e 34.411 posti letto,
rappresenta l’area provinciale con la più alta capacità ricettiva (il 79% dei posti
letto complessivi). Sono presenti 381 esercizi alberghieri, per un totale di 18. 497
p. l. (il 52% situati in esercizi a tre stelle), e 90 strutture complementari con quasi
16 mila p. l. (circa il 90% della capacità extralberghiera è offerta dai campeggi
e dai villaggi turistici). La Versilia, con 5, 0 giorni di media, rappresenta l’area
dove i turisti si soffermano per più tempo; seguono la Garfagnana e la Valle del
Serchio, con una permanenza media intorno ai 4 giorni, e l’area lucchese dove i
turisti si fermano in media 2, 3 giorni. E’ evidente che questi dati risentono anche
dei segmenti prevalenti in ciascun ambito territoriale; dove cresce l’incidenza del
turismo legato all’offerta balneare e rurale aumenta la durata media dei soggiorni,
dove invece prevalgono i flussi legati al turismo di arte e di affari i soggiorni
risultano più brevi. In Versilia gli italiani effettuano soggiorni mediamente più
lunghi degli stranieri; nell’area lucchese le differenze tra le due componenti
tendono ad annullarsi. I flussi turistici provinciali si concentrano prevalentemente
nei comuni costieri: con oltre 2, 6 milioni di presenze la Versilia occupa il 75%
25
della quota di mercato (in ordine di importanza si segnalano i comuni di Viareggio
con 1, 2 milioni di presenze, e a seguire Camaiore, Pietrasanta e Forte dei
Marmi con un numero di presenze compreso tra le 400-500 mila unità). L’area
lucchese, con oltre mezzo milione di presenze, raccoglie il 15% dei pernottamenti
della provincia, in larga parte concentrati nel comune di Lucca. La Valle del
Serchio e la Garfagnana, rispettivamente con 193 mila e 128 mila presenze, si
spartiscono il rimanente 10% del mercato; ad eccezione di Barga, dove nel 2005
si sono avute quasi 140 mila presenze, le altre località delle due aree appaiono
piuttosto marginali da un punto di vista dei flussi (non si superano i 35 mila
pernottamenti).
11.3 La Versilia, che può essere definita oggi un prodotto turistico maturo e di antica
vocazione, offre una immagine consolidata e allo stesso tempo è riuscita a non
far “invecchiare” la propria offerta. Nel periodo 2001 - 2005 è stata soprattutto la
clientela italiana a rafforzare le presenze turistiche sulla costa. Il 2006 ha visto
un recupero anche delle presenze straniere ed in particolare di nuovi mercati
che stanno progressivamente sostituendo il mercato tedesco. La Versilia è
naturalmente il punto di forza del turismo provinciale: realizza quasi l’80% delle
presenze turistiche di tutta la provincia. La risorsa prevalente e quasi esclusiva
è quella balneare, i movimenti turistici sono concentrati nell’arco della stagione
estiva. La ricettività si basa su alberghi e campeggi di medie dimensioni, ma con
una forte offerta di case ed appartamenti.
11.4 Gli obiettivi della strategia di sviluppo turistico. Gli obiettivi generali posti
alla base della strategia di sviluppo turistico sono di diversa natura. Da una
parte vi è l’esigenza di promuovere un corretto uso del patrimonio ambientale –
storico – artistico – culturale, dall’altra vi è la necessità di far diventare il turismo
uno dei settori trainanti l’economia locale. Affinché lo sviluppo turistico che si
intende avviare raggiunga appieno i propri risultati occorre evidenziare alcuni
parametri essenziali. Il primo fa riferimento alla cosiddetta “sostenibilità”, vale a
dire l’esigenza di adottare politiche di sviluppo che tengano conto del rapporto
costi – benefici, non solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale.
26
Il secondo vincolo da considerare riguarda la necessità di arrivare alla creazione
di un vero e proprio “sistema integrato”, attraverso la definizione di un programma
condiviso dai diversi soggetti presenti sul territorio, pubblici e privati, e che si
sviluppi con l’integrazione fra più settori produttivi della provincia: turismo –
commercio - agricoltura- artigianato. La strategia di valorizzazione turistica
elaborata, per il prossimo triennio, individua azioni incentrate su più fattori:
11.5 Qualità ed innovazione: innalzare il livello qualitativo dell’offerta territoriale
ed il rapporto prezzo/qualità del prodotto, puntando alla soddisfazione ed alla
fidelizzazione del cliente. Sostenere gli investimenti pubblici e privati, nell’ottica
della sostenibilità; sviluppare i servizi di accoglienza sul territorio attraverso
la creazione di club di prodotti specifici, puntando ad una forma di ospitalità
selezionata e alla qualificazione di alcuni elementi del patrimonio produttivo
provinciale. Incrementare le azioni per la formazione e l’aggiornamento delle
figure professionali.
11.6 Diversificazione: ampliare la composizione della domanda turistica del
territorio; finalizzare maggiormente le iniziative di commercializzazione dei
prodotti turistici; rafforzare la promozione e la commercializzazione mirata ai vari
target di domanda; difendere i mercati tradizionali e ricercare nuovi mercati per
evitar rischi derivanti dalla dipendenza di una sola tipologia di domanda.
11.7 Destagionalizzazione: predisporre azioni per sviluppare nuovi turismi, come
componenti dell’offerta generale e come segmenti specializzati (le Reti pubblicoprivate dell’offerta); sviluppare integrazioni fra attrazioni forti e risorse meno
conosciute: risorse culturali, della terra, dell’artigianato, eventi.
11.8 Integrazione: assicurare la compattezza del sistema, presentandosi sui mercati
con un prodotto integrato grazie allo sviluppo di sinergie a livello territoriale e
produttivo; migliorare le relazioni interne attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti
di comunicazione; dare organicità ai molti eventi/manifestazioni organizzati sul
territorio, perseguendo l’obiettivo della programmazione anticipata; sviluppare
un’ottica di “reinterpretazione” e rivitalizzazione del prodotto turistico provinciale,
con un arricchimento ed una maggiore flessibilità delle proposte ai turisti.
Sulla base di queste considerazioni occorre puntare a proposte operative che
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presentino una forte dinamicità della destinazione, l’incremento dell’attività e la
specializzazione e l’integrazione delle aree territoriali.
11.9 Definizione, identificazione ed organizzazione dei prodotti turistici
provinciali. La segmentazione della domanda turistica si traduce nella necessità
di innescare un processo antitetico alla standardizzazione del servizio. Il
riferimento a mercati di nicchia o a mercati emergenti, con riguardo sia alle
motivazioni/comportamenti che alle diverse tipologie di vacanza, richiede sempre
più un approccio diversificato, efficace e dinamico. Tutto questo permette di
identificare sul territorio un prodotto turistico costituito da più segmenti turistici;
dal turismo balneare al benessere, dal turismo rurale al turismo culturale, dal
turismo naturalistico a quello sportivo. Impostare lo sviluppo turistico di un
territorio significa, quindi, scegliere innanzitutto quali prodotti offrire sul mercato o,
in altri termini, quali tipologie di bisogni di vacanza devono essere soddisfatti.
Turismo d’arte e cultura L’aumento di turisti interessati ai beni culturali ha
comportato una domanda più articolata ed esigente, che ricerca nella fruizione
dell’arte una forma di vacanza: occasioni di intrattenimento, socializzazione
e svago, oltre che il soddisfacimento di bisogni intellettuali e di conoscenza.
L’individuazione dei profili dei consumatori culturali è un passo fondamentale per
la creazione dei prodotti; in particolare, possiamo distinguere vari segmenti di
visitatori culturali:
• il turista culturale tipo che soggiorna nelle località di visita
• il visitatore escursionista che arriva da una località di vacanza limitrofa
• il visitatore per eventi che arriva per visitare mostre o per assistere a
manifestazioni culturali di vario genere
• il turista alla ricerca dei centri minori, delle tradizioni più tipiche, ecc.
11.11 Ognuno di questi consuma un prodotto composto da elementi diversi, che
si collocano trasversalmente tra comprensori e che permettono di distribuire
sul territorio i flussi e di integrare le risorse maggiori con quelle meno note. Ne
deriva una necessità di strumenti di informazione turistica, trasporto pubblico,
di servizi di accoglienza particolari, oltre che di promozione e di valorizzazione.
Il turismo culturale è difficilmente riconducibile ad una rigida definizione in
28
quanto abbraccia una gamma differenziata di mete, di contenuti, di modalità di
esecuzione che generano modelli di consumo estremamente articolati. Sulla
base di questi elementi la promozione di una destinazione culturale comporta un
mix di accoglienza, di ospitalità, di strutture, di eventi e servizi, senza trascurare
che l’applicazione dei modelli di marketing dovrà far riferimento in primo luogo
alle caratteristiche del prodotto culturale a cui la destinazione si riferisce.
Sicuramente il territorio è in grado di offrire una serie di itinerari storico artistici e
proposte turistico-commerciali, sviluppando un possibile club di prodotto collegato
ad autori famosi del nostro territorio come Pascoli e Puccini, ai percorsi della
VIA FRANCIGENA, ai percorsi della FEDE. Questi prodotti propongono percorsi
grazie ai quali il viaggiatore esplora l’arte e la cultura in tutte le sue sfumature,
che lo porta a spingersi in luoghi meno affermati, approfondire gli usi e i costumi
delle diverse aree, conoscere i gusti gastronomici locali sulla base di un filo
conduttore. Una particolare attenzione deve essere rivolta ai numerosi grandi
eventi, agli spettacoli, alle manifestazioni e alle importanti mostre artistiche e
culturali che ogni anno avvengono sul territorio: poter disporre con sufficiente
anticipo del calendario delle manifestazioni e degli avvenimenti, al fine di attuare
interventi di valorizzazione e commercializzazione anche in periodi di cosiddetta
“bassa stagione”. In sostanza è auspicabile la definizione di un vero e proprio
“protocollo di intesa” fra operatori turistici, operatori culturali, congressuali e
Amministrazioni Comunali per avviare un processo di programmazione tramite un
Coordinamento degli eventi finalizzato, in una prospettiva di medio periodo, alla
possibile costituzione di un vero e proprio Distretto turistico culturale.
11.12 Turismo naturalistico – Ambientale. Secondo il 4° rapporto Ecotour sono
oltre 76 milioni le presenze turistiche legate a questo fenomeno, di cui il 65%
italiani ed il 35% stranieri, con 8, 14 miliardi di euro di fatturato. Gli operatori
italiani specializzati in ecoturismo e in turismo naturalistico si dividono tra un
alto numero di piccoli operatori specializzati e un numero ristretto di grandi
Tour Operators tradizionali; di questi, circa due terzi dichiara un aumento, negli
ultimi 3 anni, del volume di affari. Alla luce di tutto questo cresce anche la
consapevolezza che il numero dei visitatori non può essere considerato un valido
29
indicatore del successo turistico di una area. Invece, la sostenibilità del turismo è
diventata un elemento critico per molte aree: questo nuovo approccio considera
lo sviluppo del turismo come un importante strumento per lo sviluppo locale, fino
a che esso ha un impatto positivo sull’economia e sulla comunità locale, purché
riesca a preservare le risorse naturali e culturali. Ciò comporta: l’abbandono di
una strategia di offerta indifferenziata; l’individuazione di target potenziali sensibili
all’offerta di aree naturalistiche; una forte integrazione del sistema di offerta di
tutto il territorio provinciale; un forte orientamento del prodotto, del territorio,
della comunicazione e promozione verso i target potenzialmente disponibili.
Con l’offerta naturalistica e ambientale intendiamo una serie di prodotti legati
alle esperienze di scoperta di autenticità e di conoscenza dell’ambiente che si
possono vivere nel territorio provinciale. Ciò significa, da un lato, uno sviluppo
sostenibile nelle zone a forte valenza ambientale, come le aree protette e i
parchi, con promozione adeguata e proposte di visita corredate da varie attività
e possibilità di approfondimenti (laboratori didattico - ambientali, ecomusei, ecc.);
dall’altro, la diffusione dei flussi turistici in aree rurali, dove l’azione dell’uomo
abbia agito sul paesaggio in maniera armonica e originale. Si tratta in questo
caso di far emergere una nuova tipologia di prodotto, lavorando su target ben
definiti anche se di nicchia, sia locali che provenienti da altre regioni e dall’estero.
La chiave di lettura “del turismo ambientale” potrà interpretare quindi sia i
prodotti del turismo, sia di vacanza attiva collegati allo sport (trekking, mountain
bike, ippoturismo, sci), con una valorizzazione dei prodotti tradizionali quali
enogastronomia, parchi e aree protette. Già da qualche anno l’Amministrazione
Provinciale, come del resto molte Amministrazioni Comunali, ha cercato di
valorizzare le risorse ambientali (il sistema Underground provinciale ai primi posti
in Toscana ed in Italia – Grotta del Vento, Grotte di Bagni Caldi, Grotta dell’Onda
e Antro del Corchia - il sistema dei parchi provinciali con il parco nazionale
dell’Appennino Tosco-Emiliano, i parchi regionali dell’Alpi Apuane e di Migliarino
San Rossore Massaciuccoli, le ANPIL, il progetto Inter. eco. tur) individuando
ed attrezzando i percorsi naturali, pubblicando apposite guide per soddisfare
la richiesta di questo tipo di turismo sempre più ricercato anche dalle giovani
30
generazioni, oltre che dagli stranieri. In generale è un segmento in crescita,
per il quale occorre “calibrare” in modo corretto la diffusione dell’immagine e la
creazione di prodotti specifici (club di prodotto Natura e Ambiente) rivolgendo
l’attenzione ai target specifici.
11.13 Turismo congressuale. In connessione ai segmenti lavoro/affari per l’area
di Lucca, e come segmento interessante per la destagionalizzazione sull’area
costiera, è opportuno tenere conto del ruolo del turismo congressuale. Per
tutta la provincia di Lucca, il capoluogo e in particolare per la Versilia, questo
segmento resta un’opzione importante. Secondo dati ISTAT, il turismo d’affari
è invece prevalente tra l’autunno e la primavera: la quota dei viaggi di lavoro/
congressi raggiunge il massimo tra ottobre e dicembre con quasi il 22%.
L’incidenza del turismo d’affari/congressuale sul complessivo fatturato alberghiero
italiano è del 21, 1%, collocandosi al terzo posto in ordine di grandezza dopo il
turismo balneare e culturale (dati Istat). Le principali esigenze della domanda
congressuale, cui fornire risposte adeguate sono: capacità ricettiva, sedi e servizi
congressuali adeguati; facile accessibilità; collegamenti efficienti anche con altre
risorse che ne costituiscono parte integrante; valenze turistiche di tipo accessorio
(ricreative, sportive e culturali); ruolo dei Convention Bureau. I nuovi mercati
della domanda congressuale sono però fondamentalmente diversi da quelli
tradizionali e richiedono rilevanti innovazioni, in particolare dal lato dell’offerta:
nuove infrastrutture e competenze manageriali idonee a gestire il cambiamento
in atto. Sicuramente per cogliere le opportunità che già si intravedono nel
comparto è necessario avviare investimenti in moderni centri congressuali.
Sul piano quantitativo, il segmento congressuale consente di compensare le
flessioni della domanda di segmenti più maturi; dal lato qualitativo il segmento
congressuale ha caratteristiche che favoriscono l’innovazione dell’offerta turistica
e la distribuzione temporale dell’attività su tutto l’arco dell’anno. Per questo è
importante, progettare un ulteriore club di prodotto Affari, Congressi e Incentive,
dove dar seguito a tutta una serie di iniziative volte a favorire lo sviluppo di attività
congressuale nel nostro territorio. Sicuramente una delle azioni prioritarie è
quella di promuovere un vero e proprio coordinamento fra i Convention Bureau
31
esistenti sulla nostra provincia.
11.14 Turismo balneare. Questo segmento è considerato ancora oggi come la
principale manifestazione del turismo di massa. Tuttavia, sotto il profilo della
competitività del prodotto, l’Italia ha ormai perso da anni la leadership in tale
settore, sostanzialmente per due motivi: la difficoltà di adeguare la propria offerta
ad una domanda che ha mutato radicalmente le proprie esigenze, persistendo
in un modello parzialmente superato; la scarsa capacità di penetrazione del
mercato dovuta all’individualismo di tante piccole imprese, accanto ad una sorta
di difficoltà a costituire qualsiasi forma di cooperazione/aggregazione, che ha
portato ad affidarsi prevalentemente ad una clientela tradizionale. Il mercato
attuale è composto prevalentemente da gruppi di matrice familiare, per molti
dei quali assume un peso non trascurabile la variabile costo; è caratterizzato da
una tendenziale e progressiva riduzione della durata media della permanenza
e si assiste ad una crescente concorrenza da parte dei paesi in via di sviluppo.
Su questo scenario i comportamenti prevalenti della domanda sono: diventa
sempre meno esclusivo il riferimento al trinomio “sole – spiaggia – mare”; una
ricerca sempre più esplicita di una personalizzazione dell’offerta; la richiesta
di molteplici soluzioni ricettive, oltre quelle tradizionali, e in generale di una
adeguata qualità della ricettività; la maggior sensibilità all’insieme dei servizi
e delle infrastrutture, oltre che al canale della intermediazione turistica per la
domanda estera. Lo sviluppo competitivo di una nuova forma di turismo balneare
sul nostro territorio richiede un piano di interventi incentrato in particolare sui:
prodotti turistici collegati al prodotto mare; i prodotti turistici collegati all’entroterra,
in particolar modo alle risorse culturali e ambientali, che richiedono pertanto
di essere coerentemente integrati nel sistema del prodotto balneare; quelli a
matrice trasversale che consentono di diversificare la propria offerta, oltre che
di arricchire con nuovi stimoli anche i segmenti tradizionali, in modo da evitare il
rischio di perdere quote di mercato, perché tenacemente legati a modelli turistici
ormai superati anziché offrire un prodotto in linea con le esigenze odierne della
domanda; la diversificazione e la qualificazione della ricettività, con particolare
attenzione al sistema ricettivo delle seconde case; l’adozione di appropriate
32
politiche di prezzo; la realizzazione di opportunità per lo sport ed il tempo libero;
l’attivazione di nuove reti formalizzate di cooperazione tra operatori di diversi
settori produttivi. Sicuramente il livello alto di stagionalità rappresenta uno dei
temi di maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione e degli operatori
economici. È certo che il territorio può sostenere flussi turistici oltre le punte
stagionali, però occorre progettare offerte mirate, incentivi al soggiorno nei
periodi di bassa e media stagione, mediante una adeguata promozione e
commercializzazione.
11.15 Turismo nautico. La nautica da diporto è un segmento che merita l’attenzione
di tutti i soggetti interessati allo sviluppo turistico dell’area. La presenza di uno
dei principali porti turistici della nostra Costa, la presenza di un sistema logistico
in espansione rendono il nostro comprensorio particolarmente idoneo allo
sviluppo di questo comparto.
11.16 Pescaturismo. E’ un fenomeno che è sempre esistito, ma in modo molto
marginale. Oggi tale attività è divenuta impresa commerciale che in alcuni
casi ha assunto maggior valenza rispetto alla pesca tradizionale. Il bacino di
utenza per questo tipo di offerta nel 2005 è stimato in circa 300. 000 clienti,
con un tasso di crescita valutato intorno al 20%. Il forte sviluppo del fenomeno,
che resta ancora una nicchia di mercato, è riconducibile a specifiche attività di
comunicazione. Il pescaturista-tipo ha tra i 30 e 40 anni; abita in città dove è di
solito impiegato in una azienda; è appassionato di prodotti biologici; rifugge il
turismo di massa; abitua ed educa i figli al rispetto della cultura del mare e alla
riscoperta dei prodotti della pesca artigianale. Per un passaggio in barca spende
in media dai 30 ai 50 euro. Nel prezzo sono compresi anche - a seconda delle
località e delle condizioni del mare - battute di pesca sportiva o immersioni per
gli amanti dei fondali, corsi di educazione ambientale che avviino i bambini alla
conoscenza del mare e al rispetto della natura ed escursioni naturalistiche nella
macchia mediterranea.
33
12. LA STRATEGIA REGIONALE IN MATERIA DI BENI CULTURALI
12.1 La Regione Toscana con la delibera 1 del 6 Maggio 2005 ha approvato il
Programma Pluriennale degli interventi strategici nel settore beni culturali per
gli anni 2006 e 2008 relativi al programma di Governo 2005 -2010. Nel III°
capitolo per quanto riguarda gli Obiettivi del nuovo programma viene confermata
la volontà di “ proseguire l’azione intrapresa dal precedente programma, del
quale costituisce continuazione e completamento, al fine di proseguire nella
qualificazione dell’offerta culturale locale e nell’incentivazione dello sviluppo dei
sistemi economici locali”. Gli obiettivi sono rivolti a:
• garantire il diritto alla cultura ed alla fruizione consapevole dell’enorme
patrimonio di conoscenza che il passato ci ha tramandato potenziando la
funzione educativa dei musei.
• potenziare la conservazione e la fruizione dei beni culturali attraverso
interventi di valorizzazione del patrimonio culturale storico architettonico e
paesaggistico anche in forma integrata al fine di aumentarne l’attrattività e
migliorare la vita dei cittadini mediante anche lo sviluppo di reti territoriali
esistenti di musei ed ecomusei;
• aumentare la dotazione di spazi dedicati alla produzione ed alla fruizione
di cultura, ma anche alla sua conservazione e documentazione attraverso
specifiche banche dati.
12.2 In ragione delle indicazioni della Regione Toscana il PIUSS ha elaborato una
precisa strategia progettuale relativa: al potenziamento della funzione educativa
dei musei, con la esplicitazione di una proposta centrale della costituzione di una
“rete museale”, che per le sue caratteristiche si snoda e si valorizza nella struttura
urbana. Alcuni edifici rappresentano più di ogni altro il senso della identità
storica. Il loro restauro anche testimoniale rappresenta un recupero identitario,
che si fonda nel processo di valorizzazione a cui tende il progetto integrato.
Altri progetti culturali completano il processo ed il progetto d’integrazione
con particolare riferimento allo studio della città, delle sue potenzialità e delle
sue testimonianze, ma anche dei processi di “evoluzione” architettonica ed
ambientale
34
12.3 Il programma strategico evidenzia la necessità di sostenere iniziative tese a:
• l’adeguamento dei musei agli standard museali concordati fra Regioni e
Ministero per i beni e le attività culturali relativamente alla messa a norma
degli impianti, alla prevenzione incendi e all’abbattimento delle barriere
architettoniche (Ambito V dell’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e
sugli standard di funzionamento e sviluppo dei Musei approvato con D. M.
10/5/2001).
• la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali mediante restauro e
riqualificazione architettonica e paesaggistica di aree pubbliche e/o di uso
pubblico di rilevante interesse storico artistico e di contenitori storici attrezzati
per attività espositive e dello spettacolo, la realizzazione, l’ampliamento, la
ristrutturazione e la riqualificazione funzionale di: musei, collezioni e raccolte
di beni culturali aperti al pubblico, sedi espositive, ecomusei, percorsi
culturali ed itinerari tematici e strutture con finalità didattiche, formative e
documentarie, centri servizi e strutture con ruoli di coordinamento di reti e
sistemi culturali territoriali, aree e parchi di rilevante interesse culturale e/o
archeologico, biblioteche, archivi e mediateche, teatri, auditorium, strutture
per lo spettacolo anche all’aperto.
13. IL PIANO OPERATIVO REGIONALE (POR)
13.1 Il POR rappresenta il quadro di riferimento complessivo a cui ogni singola
azione, progetto ed iniziativa deve trovare il necessario raccordo. In particolare
dal POR emergono analisi della situazione sociale ed economica della Toscana,
con l’evidenziazione di criticità di particolare rilevanza. Oggi la tenuta di
questo modello sembra essere messa in crisi dalle tensioni provenienti sia
dal versante demografico che da quello economico. In relazione al primo
aspetto, l’invecchiamento della popolazione, i mutamenti del costume familiare
(separazioni, nascite fuori dal matrimonio, lavoro femminile, ad esempio) e la
quota crescente di immigrati, fa lievitare il bisogno di infrastrutture educative
e servizi per l’infanzia nonché per gli anziani soprattutto in particolari aree.
35
Riguardo alle tensioni di tipo economico, dall’inizio di questo ultimo decennio il
sistema produttivo regionale sembra entrato in una preoccupante fase di declino,
testimoniato dall’evoluzione negativa dei principali indicatori economici, che
sembra sollecitare l’adozione di interventi (economici ed infrastrutturali) che siano
in grado di incidere in profondità sulle principali criticità.
14. DAR
14.1 Obiettivi generali. Promuovere il rafforzamento della competitività del
territorio e del sistema produttivo regionale, per metterlo in grado di sostenere
la competitività internazionale, di creare occupazione qualificata, e di garantire
lo sviluppo sostenibile. Obiettivo Specifico dell’ Asse prioritario (Asse V) e
la valorizzare delle risorse endogene e la qualificazione dei sistemi urbani e
metropolitani per favorire lo sviluppo sostenibile, l’attrattività e la competitività sui
mercati internazionali.
14.2 Obiettivi specifici. Promuovere il recupero e la riqualificazione dell’ambiente
fisico e favorire la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse
naturali e culturali nei sistemi urbani e metropolitani. Interventi di recupero e
riqualificazione dell’ambiente urbano e delle aree per insediamenti produttivi
finalizzati alla creazione e al miglioramento di aree da destinare a spazi e
servizi a fruizione collettiva, al terziario avanzato, nonché alla realizzazione
di infrastrutture di servizi alla persona. Interventi di tutela, valorizzazione e
promozione del patrimonio culturale e dei contesti urbani funzionali alla fruizione
di un turismo sostenibile. Attivazione di iniziative mirate di marketing finalizzate
a promuovere le risorse endogene e ad attrarre investimenti esteri nei settori
avanzati. Sostenere il superamento delle difficoltà delle zone svantaggiate
mediante lo sviluppo delle attività economiche, la tutela, la valorizzazione e la
promozione delle risorse naturali e culturali, ai fini dello sviluppo di un turismo
sostenibile. Sostegno per lo sviluppo di attività economiche e per la tutela,
la valorizzazione e la promozione delle risorse naturali e culturali ai fini dello
sviluppo di un turismo sostenibile nelle aree di svantaggio geografico. Attivazione
36
di iniziative di promozione del patrimonio culturale e ambientale a fini di un
turismo sostenibile.
15 I PIANI DI URBANI INTEGRATI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (PIUSS) E LA
STRATEGIA LOCALE
15.1 Una delle caratteristiche del PIUSS è che devono essere “ formulati sulla
base di una strategia di sviluppo territoriale definita a livello locale, al fine di
assicurare una maggiore efficienza ed efficacia degli interventi anche in termini di
miglioramento della qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini toscani
coinvolti” (DAR Toscana 14 gennaio 2008). Il Progetto Integrato Urbano di
Sviluppo Sostenibile si inserisce nell’attuazione del Piano Strutturale del Comune
di Viareggio approvato sia dalla Provincia di Lucca che dalla Regione Toscana.
Gli obiettivi generali definiti nel Piano Strutturale riguardano un insieme di azioni,
programmi, iniziative, non solo di pianificazione, tesi al miglioramento sociale,
economico e complessivo dei sistemi territoriali presenti nel territorio del Comune
di Viareggio. La natura stessa del Piano Strutturale, individua nell’insieme di
regole, indicazioni, prescrizioni ed obiettivi, la novità principale ed innovativa di
nuove forme di “Governo del Territorio”. Il PIUSS, pertanto diventa strumento di
attuazione degli obiettivi del Piano Strutturale.
37
16. CREATIVITÀ
“l’immaginazione è più importante della conoscenza”
Einstein
16.1 Ogni anno l’UE sceglie un tema per una campagna di sensibilizzazione su
un argomento specifico. Il 2009 sarà dedicato alla creatività e all’innovazione.
L’UE ha individuato nella creatività la vera chiave del successo nell’era della
globalizzazione. L’innovazione è infatti un elemento essenziale del pacchetto
proposto dalla Commissione per combattere i cambiamenti climatici e per
rilanciare l’economia dell’Unione, che oggi attraversa la peggiore recessione degli
ultimi decenni. La campagna contribuirà all’elaborazione del programma dell’UE
riguardante la cooperazione tra gli Stati membri nel campo dell’istruzione e della
cultura. Essa influenzerà le politiche anche in altri settori, tra cui quello delle
imprese e dell’occupazione.
16.2 “Immaginare - creare – innovare”. Scopo dell’iniziativa vuole essere quello
di promuovere approcci creativi e innovativi in vari campi dell’attività umana.
Nei prossimi 12 mesi la Commissione si attiverà per accrescere in tutti gli Stati
membri la consapevolezza dell’importanza della creatività e dell’innovazione
intese come competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico.
“La creatività e la capacità di innovare sono qualità umane fondamentali” – ha
detto il commissario Ján Figel’ – “Esse albergano in ognuno di noi e ad esse
ricorriamo in numerose situazioni ed occasioni, consapevolmente e non. Con
questo anno europeo, vorrei far sì che i cittadini europei comprendano che
promuovendo i talenti umani e la capacità umana di innovare, si può dar vita a
un’Europa migliore e aiutarla a sviluppare tutto il suo potenziale sia economico
che sociale”.
16.3 European Year of Innovation and Creativity – EYCI. Sottolineando la
creatività e l’innovazione, l’UE mira a dar forma al futuro dell’Europa in un
contesto di concorrenza globale stimolando in tutti noi il potenziale creativo e
innovativo. L’EYCI è un’iniziativa orizzontale che si riallaccia e coinvolge vari
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aspetti: oltre a quelli riguardanti l’istruzione e la cultura, esso comprende le
politiche d’impresa, quelle regionali e della ricerca. Le linee principali su cui si
svolgeranno le iniziative sono essenzialmente:
• La creatività e l’innovazione nel settore pubblico
• La diversità culturale come base per la creatività e l’innovazione
• Istruzione per la creatività e l’innovazione
• La creatività e l’innovazione e la società della conoscenza
• La creatività e l’innovazione e lo sviluppo sostenibile
16.4 Creative Industries e le arti. Queste linee di lavoro e dibattito sono state
indicate al fine di suggerire e richiedere – anche agli enti locali- interventi ed
azioni tese:
• alla promozione artistica e alle altre forme di creatività attraverso la prescuola, l’istruzione primaria e secondaria compresi i flussi di formazione
professionale, per mantenere l’impegno creativo con le forme di autoespressione in tutta la vita adulta;
• la diversità culturale come fonte di creatività e l’innovazione;
• le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come supporti per autoespressione creativa, garantendo che, la scienza e la tecnologia promuovano
un contributo attivo, una mentalità innovativa;
• lo sviluppo di una più ampia comprensione del processo di innovazione e un
atteggiamento più imprenditoriale, come prerequisiti per il benessere;
• la promozione dell’innovazione in quanto percorso per lo sviluppo sostenibile
regionale e le strategie di sviluppo locale;
• la partecipazione di industrie culturali e creative, con la proposta di una
progettazione mirata dove l’estetica e la situazione economica coincidono con
l’innovazione nei servizi pubblici e privati.
16.5 Il riferimento all’ ”Anno della Creatività” è diretto a far sì che un’iniziativa di
presentazione della proposta PIUSS di Viareggio venga inserita nel programma
Europeo. In particolare si propone che dopo la presentazione della domanda
e dell’esito favorevole, l’intera fase di progettazione dei singoli interventi (dal
39
preliminare al definitivo ed alla realizzazione) trovi uno specifico momento di
presentazione all’interno dell’Anno della Creatività.
16.6 In particolare viene presentata un’azione che leghi le iniziative nel campo
culturale, il Carnevale, al mondo della scuola nel sistema indicato dalla
Commissione come “occasione di osservazione di variegate soluzioni creative
e innovative che nelle varie parti d’Italia, nei settori educativi, sociali, economici
e produttivi si sono attuati o sono in corso di realizzazione. Se infatti l’
obiettivo primario è quello di mettere in evidenza l’identità italiana in confronto
e in relazione a quella europea, rendendo visibile il ruolo della creatività e
dell’innovazione nello sviluppo delle identità locali facendo emergere tradizione e
originalità. Un’iniziativa per mettere in luce le soluzioni di eccellenza cogliendone
gli aspetti di non episodicità, di stretto legame e ricaduta territoriale e sociale,
nonché di formazione lungo tutto l’arco della vita”.
40
17. LA CARTA DELLE CITTÀ SOSTENIBILI
17.1 Nel 1994 la Conferenza europea sulle città sostenibili tenutasi ad Aalborg,
Danimarca, ha approvato la Carta delle Città Sostenibili. In questa carta sono
presenti molte indicazioni programmatiche e risoluzioni utili in tutti i processi di
progettazione integrata e di rigenerazione urbana. In particolare il “Ruolo delle
città Europee” individua la necessità di arrivare ad un modello di vita sostenibile
con il coinvolgimento delle collettività locali e soprattutto viene riconosciuto
il ruolo “dell’amministrazione locale che si colloca ad un livello prossimo a
quello in cui vengono percepiti i problemi ambientali e il più vicino ai cittadini, e
condivide a tutti i livelli con i governi le responsabilità del benessere dei cittadini
e della conservazione della natura”. Dalla Carta delle Città Europee emerge
l’indicazione di avviare “un processo locale per la ricerca dell’equilibrio” in cui la
“sostenibilità non rappresenta uno stato né una visione immutabili ma piuttosto
un processo locale creativo e volto a raggiungere l’equilibrio che abbraccia
tutti i campi del processo decisionale. Esso genera una continua verifica nella
gestione delle città per individuare le attività che spingono il sistema urbano
verso l’equilibrio (. . ). Costruendo la gestione della città sulle informazioni
raccolte attraverso tale processo, si comprende che la città funziona come un
tutto organico e gli effetti di tutte le attività significative divengono manifesti.
Grazie a tale processo la città e i cittadini possono effettuare scelte razionali.
Una procedura di gestione che si fondi sulla sostenibilità consente di prendere
decisioni non solo sulla base degli interessi degli attuali fruitori, ma anche delle
generazioni future”.
18 URBACT II
18.1 Il Comune di Viareggio fa parte del network Urbact II che vede il Comune di
Obidos (Portogallo) come capofila per il Progetto Creative Cluster. Questo
progetto europeo attivato a partire dal mese di novembre del 2008, prevede
un particolare lavoro di analisi e sviluppo di approfondimenti e studi tesi alla
redazione della carta europea della “Creatività”. Ma l’importanza del progetto
41
risiede anche nell’introduzione di una metodologia di lavoro per le Pubbliche
Amministrazioni che comporta innovazioni nelle modalità di formazione dei
progetti urbani. La costituzione di specifici gruppi di azione locale, da una parte,
e la redazione di “Piani di Azione Locale” sui temi individuati dal progetto, si
sono intrecciati nell’elaborazione del progetto integrato. I temi scelti dal progetto
europeo hanno visto l’individuazione di quattro tematismi che sono una parte
saliente del progetto integrato.
La questione del rilancio della cantieristica, dello sfruttamento delle potenzialità
della struttura portuale, si sono intrecciate nello sviluppo del progetto del Polo
Tecnologico per il Distretto della Nautica: ma anche gli altri progetti in corso di
realizzazione, rappresentano delle enormi occasioni per un rilancio dell’intero
comparto industriale per uno sviluppo durevole e sostenibile.
Le iniziative attivate per una migliore e moderna Passeggiata, sono gli elementi
per uno specifico “Piano di Azione Locale” che dovrà intrecciare ed integrare gli
obiettivi per il settore commerciale e turistico.
La presenza della “Cittadella del Carnevale” rappresenta un luogo unico dove
esperienze di creatività, nuove forme artistiche, possono trovare la possibilità di
realizzarsi.
Analogamente la realizzazione del Nuovo Gran Teatro all’aperto dedicato a G.
Puccini, rappresenta una spinta ed un impegno a consolidare tutte le forme
artistiche ivi presenti, che possono espandersi nell’intero territorio comunale.
Quindi tra il progetto “Creative Cluster” ed il progetto Integrato PIUSS è nato un
rapporto biunivoco di reciproca alimentazione progettuale, incrementato da una
nuova metodologia che prevede appuntamenti di approfondimento e precisazione
delle strategie locali.
19. IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL PIUSS DI VIAREGGIO
19.1 La scelta di partecipare alla presentazione di un progetto integrato secondo
le indicazioni e l’avviso pubblico della Regione Toscana ha avuto inizio con la
Delibera della GM del 15 Giugno 2008.
42
A partire da questa data si è costituito un gruppo di progettazione incentrato
sull’Ufficio Urbanistica e Ambiente a cui si sono affiancati i responsabili dell’Ufficio
Lavori Pubblici, dell’ Ufficio Cultura, dell’Ufficio Turismo e del Servizio Sociale. La
preparazione del Documento di Orientamento Strategico (DOS) ha comportato
un lavoro di studio del materiale della Regione Toscana, alla documentazione
relativa alla programmazione strategica, e soprattutto al materiale già presente
nei vari uffici.
In data 8 Luglio 2008 il Sindaco ed il Presidente della Provincia hanno
indetto la prima riunione di concertazione da svolgere il 25 Luglio 2008 con
la presentazione del DOS alle categorie economiche, alle associazioni del
volontariato e alle forze politiche.
Il DOS viene allegato alla presente relazione.
A partire dal 25 Luglio 2008 fino al 15 Settembre 2008, l’ufficio ha curato ed
assistito la presentazione delle domande da parte di tutte le realtà presenti nel
territorio.
Per agevolare la conoscenza del materiale di riferimento l’Ufficio ha predisposto
una specifica sezione del sito del Comune interamente dedicato alla formazione
del Progetto Integrato.
Le domande presentate.
A seguito di Avviso pubblico, inserito anche sul sito del Comune alla voce PIUSS,
in cui è stata indicata la scadenza del 15 Settembre 2008 per presentare i
progetti da inserire nella proposta di PIUSS. Sono stati presentati n. 53 progetti
dai settori interni e da Enti e Associazioni:
• n. 22 progetti dai settori interni;
• n. 18 progetti da Enti partecipati e da Associazioni non profit;
• n. 13 progetti da Enti vari.
I suddetti progetti sono stati suddivisi secondo le 5 linee di intervento previste dal
PIUSS:
a. linea 5.1a (sviluppo economico: almeno progetto preliminare; il definitivo entro
giugno 2009; acquisto terreni e immobili fino al 10%; escluso manutenzione
ordinaria e straordinaria; è necessario un piano esecutivo di gestione):
43
settore interno:
• Via Matteotti –Polo Tecnologico (acquisto, da fare progetto preliminare);
• Polo tecnologico “Arengo”(da fare progetto preliminare);
• Polo tecnologico (da fare progetto preliminare);
• Polo tecnologico “ Finanza”(comodato dal demanio, da fare progetto
preliminare);
altro:
• Università di Firenze- Fashion Promenade(contro la contraffazione);
• ANCI- scuola di formazione per la pubblica amministrazione
Previsti progetti per 4.330.000, 00 (al di sotto del valore stabilito dalla Linea 51a
pari ad euro 6.470.000, 00;
b. linea 5.1b (infrastrutture per il turismo e il commercio: per il turismo progetti da
500. 000, 00 ad euro 3.000.000,00; per il commercio progetti da euro 50.000,00
ad euro 500.000,00; le società non economiche devono essere totalmente
pubbliche; è necessario di un piano esecutivo di gestione):
settore interno:
• Mercato coperto di Piazza Cavour (chioschi) (da approvare progetto
definitivo);
• Motonave Burlamacca (da fare progetto preliminare)
• Parte di Passeggiata ( dalla passerella al Caffè Margherita) (da fare progetto
preliminare);
• Piazza Maria Luisa (da fare progetto preliminare);
• Piazza Puccini (da fare progetto preliminare);
• Centro Congressi Principe di Piemonte (da fare progetto prelimoinare);
• pannelli e punti informativi (da fare progetto preliminare);
inoltre sono stati inseriti i lavori in esecuzione (liquidati dall’1. 1. 2007), in quanto
fanno corpo funzionale ai progetti presentati e concorrono ad aumentare il
contributo europeo:
• riqualificazione via Garibaldi;
• arredo urbano: rastrelliere portabiciclette;
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• progetto “bici in centro”;
• pubblica illuminazione Via Andolfini; Modena, Piazza Pacini e Pea;
• pubblica illuminazione: Via Cavallotti; San Francesco;
• sistemazione Piazza Santa Maria;
• sistemazione Piazza Shelley;
• Piazza Margherita (inserita nel piano degli investimenti) (da fare progetto
preliminare);
altri:
• CESIT (Consorzio pescatori): pescaturismo (progetto gestionale).
Previsti progetti per euro 15.964. 229 00 (leggermente al di sopra del valore
stabilito dalla linea 5.1b pari ad euro 15.840.000,00;
c. linea 5.1c (cittadinanza sociale: cantierabilità del progetto entro 10 mesi;
progetto di almeno 200.000,00 euro):
settore interno:0
altri:
• ASP Viareggio- residenza per anziani - ex Ospedale Tabarracci (progetto
definitivo);
• Associazione Sacro Cuore - immobile casa di riposo poveri vecchi (progetto
rendicontabile);
• Misericordia Viareggio- centro diurno malati Parkinson (progetto
rendicontabile);
• Misericordia Viareggio- Centro interculturale (progetto preliminare);
Previsti interventi per euro 7.534.077, leggermente al di sotto del valore stabilito
dalla linea 5.1c pari ad euro 7.545.000, 00;
d. 5.1d (asili nido: progetto almeno preliminare):
settore interno:
• Via Matteotti – asilo nido e giardino (acquisto immobile, da fare progetti
preliminari);
• Via Virgilio Darsena- classe aggiuntiva Nido di Infanzia (progetto
rendicontabile);
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• altri:
• Misericordia Viareggio- accoglienza infanzia “ Colzi”(progetto rendicontabile);
• Misericordia Viareggio- accoglienza infanzia “ Ricci” (progetto rendicontabile);
• Misericordia Viareggio- accoglienza per minori (progetto esecutivo);
• Misericordia Viareggio – nido di infanzia in via delle Catene (progetto
preliminare);
• Università degli studi di Firenze- parco dei diritti (parco giochi per bambini)
(progetto preliminare)
Previsti progetti per euro 3.638.267, 00 leggermente al di sotto del valore stabilito
dalla linea 5.1d pari ad euro 3.660.000,00;
e. Linea 5.2 (patrimonio culturale: progetto almeno preliminare, progetto di
almeno euro 300.000,00; è necessario di un piano esecutivo di gestione):
settore interno:
• Mercato coperto di Piazza Cavour (loggiato) (da fare progetto preliminare);
• Restauro Torre Matilde (da fare progetto preliminare);
• Villa Puccini ( fare accordo con la proprietà, da fare progetto preliminare);
• Parco Cittadella del Carnevale (da fare progetto preliminare);
• Teatro Eden (da fare progetto preliminare);
• Osservatorio sulla città (progetto gestionale);
• Arredi atelier-GAMC (da fare progetto preliminare);
• sistema museale (progetto gestionale – progetto rendicontabile);
inoltre è stato inserito l’allestimento museo della Marineria, in quanto progetto
eseguito rendicontabile;
altri:
• Fondazione Carnevale- statue (progetto rendicontabile- progetto preliminare);
• Istituto Matteucci – programma culturale integrato (progetto definitivo);
• Ente Parco Migliarino:- percorsi naturalistici (progetto preliminare);
• Provincia di Lucca- Villa Argentina (progetto preliminare).
Previsti interventi per 15. 810. 612 inferiori al valore stabilito dalla linea 5 2 pari
ad euro 16. 485. 000, 00-.
Non sono stati accolti i seguenti progetti e/o idee progettuali:
46
• Servizi sociali- realizzazione di una casa di accoglienza temporanea per
donne in difficoltà – presso l’ex ospedale Tabarracci (lato Ovest) (idea
progettuale);
• Servizi sociali- centro abitativo e ricreativo per anziani (scheda fattibilità);
• Servizi sociali- centro di aggregazione per anziani autosufficienti (idea
progettuale);
• Servizi sociali- centro di pronta accoglienza per minori (idea progettuale);
• Pubblica Istruzione- Nido d’infanzia “ Puettino”- Via Repaci- Marco Polo
(progetto esecutivo- fuori zona PIUSS);
• Pubblica Istruzione- nido d’infanzia per n. 25 bambini a Td. L. (idea
progettuale- fuori zona PIUSS);
• Pubblica Istruzione- la casa di Sirio- centro servizi per la famiglia
(tensostruttura) (idea progettuale- necessita di variante al PRG);
• Pubblica Istruzione- Giardino nido d’infanzia Snoopy- Via Pistoia Marco Polo
(idea progettuale- fuori zona PIUSS);
• Coop. Primavera- nuovi spazi (idea progettuale);
• Coop. Primavera- la città creativa (idea progettuale);
• Cultura- villa Borbone (progetto di gestione- spese rendicontabili - fuori zona
PIUSS);
• Attività Portuali- valorizzazione del canale Burlamacca per la nautica minore
(idea progettuale);
• Attività Portuali- qualità sociale della nautica da diporto (idea progettuale);
• Viareggio Porto spa (società economica);
• Mover spa- realizzazione parcheggio a 2 piani nell’area ex gasometro (non
rientra nelle spese ammissibili PIUSS);
• ASP Viareggio- cimitero comunale Viareggio-(non rientra nelle spese
ammissibili PIUSS);
• ASP Viareggio- cimitero comunale T. d. L. - fuori zona PIUSS;
• Croce Verde Viareggio- bambini e sport, una scelta (campo sportivo Basalari
(gradinate)- Via Aurelia- Marco Polo- fuori zona PIUSS;
47
• Croce Verde Viareggio- centro di riabilitazione complessa c/o Mercato ItticoViale Europa- necessita di variante al PRG);
• Navigo srl (idea progettuale e Società commerciale)
19. 3 Il lavoro principale di formazione del progetto integrato ha riguardato, oltre alle
indicazioni progettuali contenute nel DOS, ad un’attenta verifica delle proposte
pervenute, la loro definizione e verifica di rispondenza alle prescrizioni regionali.
19. 4 Per rendere il lavoro più agevole sono stati nominati, per ogni linea del
Bando regionale, un funzionario responsabile, che oltre alla verifica dei progetti
dell’Amministrazione Comunale ha curato i rapporti con i proponenti tramite
l’istituzione di specifici tavoli di lavoro.
19.5 ELENCO DEI TAVOLI DI LAVORO
La Giunta Comunale con deliberazione n. 391 del 25.6.08, ha incaricato il settore
n. 5 urbanistica di elaborare la proposta PIUSS. Il Dirigente del Settore n. 5 ha
organizzato la struttura nel seguente modo:
- ha nominato un coordinatore PIUSS con l’incarico di raccordare il gruppo di
lavoro interno, d’intesa con gli Enti/Società/Associazioni/categorie esterne:
- il coordinatore ha promosso sistematici incontri con i settori interni e con enti
esterni; si elencano i primi incontri, a cui hanno fatto seguito numerosi altri
incontri di aggiornamento e verifica:
• Settore turismo (5.8.08),
• Fondazione Carnevale (1.8.08);
• Settore servizi sociali (1.8.08);
• Settore Lavori Pubblici (4.08.08);
• Navigo scarl (4.08.08);
• Settore pubblica istruzione (4.08.08);
• Versilia Centro Congressi (6. 8. 08);
• Viareggio Porto spa (6. 8. 08);
• Istituto Sacro Cuore (7. 8. 08);
• ASP (7. 8. 08);
• Settore Attività Museali (8. 8. 08);
• Misericordia (8. 8. 08);
48
• Settore Attività Portuali (31. 7. 08);
• Settore Cultura (31. 7. 08).
sono stati promossi incontri con i rappresentanti della Giunta comunale, in
particolare:
• con la Giunta Comunale (23. 12. 08);
• con gli Assessori interessati (20. 10. 08);
• con il direttore generale (20. 11. 08);
- ha costituito un gruppo di lavoro composto dai tecnici del settore urbanistica e
ha designato un tecnico referente per le 5 linee di intervento (arch. Fruzza linea
5.1a; geom. Valentini linea 5.1b; dr. Lumbrici linea 5.1c; geom. Tomei linea 5.1d;
arch. Berrugi linea 5.2)
. sono stati promossi i primi incontri (9.7.08; 22.7.08; 1.9.08);
. successivamente sono stati promossi incontri sistematici una volta a settimana
(il lunedì) presso il dirigente del settore;
. il 1° aggiornamento del gruppo di lavoro si è svolto presso Villa Borbone in data
28. 8. 08, alla presenza dei rappresentanti della Giunta Comunale, dove è stato
illustrato il Documento di Orientamento Strategico (DOS) e la proposta portante
del PIUSS;
. il 2° aggiornamento del gruppo di lavoro si è svolto presso il Centro Congressi
Principe di Piemonte in data 30.31 ottobre 2008 in occasione del workshop
“Progetti Integrati Urbani, Rigenerazione Urbana ed Ecosostenibilità”, organizzato
proprio per conoscere e confrontarsi con realtà che hanno già avviato significativi
programmi di riqualificazione. In questa occasione le diverse città europee
intervenute hanno presentato i loro progetti e i loro piani di rigenerazione
urbana, tra queste le città di Rotterdam (Paesi Bassi), Brasiv (Romania), Obidos
(Portogallo) Bakù (Repubblica dell’Azerbaijan), oltre a città italiane quali Venezia,
Torino, Pisa, Palermo e Carrara. Nell’occasione sono stati rilevanti gli interventi
di docenti universitari, tecnici esperti della Regione Toscana, della Regione Emilia
Romagna e provenienti da imprese di consulenza del settore.
49
ha designato i tecnici incaricati ad elaborare il masterplan e nominato n. 2 esperti
di supporto alla struttura per elaborare indagini socio-economiche, per elaborare i
piani economici di gestione dei singoli progetti, e per attività di supporto ai tecnici
incaricati ad elaborare i progetti PIUSS.
- Ha inoltre organizzato i seguenti tavoli di lavoro:
• Tavolo relativo alla linea sviluppo tecnologico: a questo tavolo, oltre alla
proposta del Polo Tecnologico per il Distretto della Nautica, hanno lavorato
i rappresentanti della Società Viareggio Porto (società partecipata del
Comune), il Consorzio Navigo, l’ANCI Toscana.
• Tavolo relativo alla linea turismo e commercio: a questo tavolo, hanno
partecipato, oltre alle società del Comune (Viareggio Patrimonio, Centro
Congressi) i rappresentanti dei Centri Commerciali Naturali, la Confesercenti,
l’Ascom, il Consorzio Toscana Produce, l’Ente Regionale Parco S. Rossore,
Migliarino e Massaciuccoli.
• Tavolo relativo alla linea cittadinanza sociale: la cospicua presenza di molte
associazioni cittadine, ha contraddistinto il lavoro di definizione delle varie
proposte relative all’aumento della presenza del volontariato, tra queste la
soc. ASP, l’Auser, la Crea, la Misericordia di Viareggio, la Croce Verde di
Viareggio, l’Istituto Sacro Cuore.
• Il quarto tavolo relativo agli asili nido: anche questo tavolo è stato
contraddistinto dalla presenza degli uffici comunali, ma anche dei
rappresentanti dell’associazionismo e dell’Università di Firenze.
• Il quinto tavolo relativo alla cultura: anche se a questo tavolo la presenza degli
uffici comunali è stata predominante, sono da segnalare significative presenze
come l’Istituto Matteucci di Viareggio e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
- Il lavoro si è sviluppato in un rapporto costante tra la definizione dei singoli
progetti e l’elaborazione della proposta del progetto integrato unificante.
- La seconda conferenza di concertazione si è svolta il 9 Gennaio 2009, con
la relazione del Sindaco e la presentazione della proposta di complessiva di
Progetto Integrato.
- La terza conferenza di concertazione del 26 Febbraio 2009 ha rappresentato
50
il momento di presentazione dei singoli progetti facenti parte del PIUSS e del
Master Plan.
20. GLI OBIETTIVI DEL PIUSS
20.1 Gli obiettivi a cui il PIUSS tende e che rappresentano un importante momento di
attuazione e verifica sono:
La città bella. In cui l’arte, l’architettura ed il paesaggio stimolino l’immaginazione
e lo spirito tramite la riduzione delle aree di “degrado” a partire dalle aree
pubbliche, agli immobili di proprietà dell’ente locale, iniziative edilizie
essenzialmente riconducibili alla categoria d’intervento del restauro per
valorizzare il patrimonio edilizio e immobiliare pubblico. Questo obiettivo
comporta il rispetto di criteri per la tutela del paesaggio, la difesa del patrimonio
arboreo, la trasformazione di aree pubbliche a verde in Giardini e Parchi Pubblici.
• La città compatta e policentrica. Tramite “l’equilibrata distribuzione dei servizi
e delle funzioni tra le varie aree del Comune per favorire un’organizzazione
diffusa della vita civile, la facilità delle relazioni e una mobilità sostenibile”. In
particolare è da sottolineare che l’art 10 del PS prevede la “distribuzione
equilibrata dei servizi e dalla facilità del loro raggiungimento all’interno dei
quartieri cittadini, l’incremento del verde pubblico”. Lo stesso articolo del PS
prevede azioni mirate e congruenti di “Miglioramento delle Architetture e delle
gestioni delle piazze e delle pinete, come condizione essenziale per favorire
modi diffusi e non concentrati nel vivere la città”.
•
La città creativa. Una città in cui “apertura mentale e sperimentazione siano
capaci di mobilitare il pieno potenziale delle risorse umane permettendo
rapide risposte al cambiamento”. Al tempo stesso saper “garantire la
flessibilità e la varietà delle conoscenze, delle modalità di incontro e di
socialità della città e delle sue parti”
• La città della storia e delle bellezze riconoscibili. Una città nella quale sia
agevole “il godimento dell’ambiente collettivo, delle bellezze del paesaggio,
dell’arte, dell’architettura e segno di riconoscimento della storia comune”. A
51
questo proposito gli indirizzi di base del PS riguardano la “liberazione della
sosta di automezzi con la realizzazione di un sistema organico di parcheggi
filtro agli ingressi, di parcheggi in sotterraneo e in nuove aree di superficie”.
Il PS individua come esigenza prioritaria la “Riqualificazione delle aree
di degrado ambientale, delle aree dismesse, situazioni di disordine e di
precarietà ambientale ed edilizia” ed in particolare la “Tutela del patrimonio
edilizio storico di particolare pregio e significato”.
• La città dell’apprendimento diffuso. L’ art. 12 del PS individua la “Piena
copertura dei fabbisogni delle scuole per l’infanzia” come obiettivo prioritario.
La messa a disposizione di adeguati contenitori per i progetti possibili
dell’istituzione universitaria in materia di decentramento della didattica e della
ricerca. La “Diffusione e qualificazione delle sedi dell’offerta culturale (musica,
teatro, luoghi della lettura, dell’autonoma espressività artistica) in particolare
dei giovani”, capaci di un’offerta crescente e qualificata di servizi formativi e
culturali per ogni settore della popolazione. Ancora l’art. 12 del PS prevede
espressamente la “Realizzazione della Rete Museale (Pinacoteca, Museo
del Carnevale, Museo della Marineria)” e di “strutture culturali ed espositive
dei luoghi pucciniani e l’esposizione delle principali collezioni cittadine”. La
diffusione di “ esperienze formative ricercando condizioni di nuove aperture
al territorio come le istituzioni scolastiche e sanitarie”. Sempre l’art. 12 del PS
prevede una “permanente particolare attenzione, in tutte le azioni precedenti,
alla specifica garanzia di accessibilità e di coinvolgimento dei cittadini portatori
di handicap”.
• La città ecologica. Una città capace di rendere minimo l’impatto ecologico,
in cui il paesaggio e le forme costruite siano in equilibrio ed in cui costruzioni
e infrastrutture siano sicure ed ecologicamente efficienti. La riduzione degli
inquinamenti atmosferici, ambientali, elettromagnetici e idrici. La mitigazione
degli effetti ambientali indotti dalle funzioni presenti nella città con aumento
degli standard a verde e parcheggi. La partecipazione dei cittadini agli
obiettivi della sostenibilità ambientale. L’attivazione delle certificazioni
ambientali per il miglioramento della produzione.
52
• La città giusta. Il PS individua come obiettivi prioritari le azioni e i programmi
tesi a favorire i processi della giustizia, intesa come equa distribuzione
delle risorse e delle opportunità. Tutelare le attività, gli spazi, le forme di
comunicazione dei bambini, in particolare riconoscendo alle aree scolastiche,
agli edifici e ai luoghi della cultura e dello spettacolo, alle piazze e alle strade,
alle pinete e agli arenili, la funzione di luoghi privilegiati delle relazioni dei
bambini tra loro e con gli adulti. Il riconoscimento del Diritto al lavoro stabile e
sicuro tramite “ la razionalizzazione ed espansione della cantieristica navale,
favorendo processi di innovazione tecnologica e promozione dei prodotti di
distretto; il sostegno alla crescita delle attività turistiche, specializzazione
tipologica, ampliamento della stagione, turismo congressuale e aumento
della base nautica del diporto. Il “Diritto degli anziani a vivere in condizioni
di socialità e di adeguata assistenza, aiutando le famiglie e incrementando i
luoghi della socializzazione e le residenze collettive specifiche”.
• La città varia. In cui una vasta gamma di attività che si sovrappongono
possono animare l’ambiente, ispirandolo e stimolando una vita pubblica
vivace. Questo obiettivo può essere raggiunto tramite il “superamento della
Mono-funzionalità nelle Zone Urbane” garantendo la pluralità di attività, la
distribuzione dei servizi e delle opportunità, lo sviluppo delle azioni e dei
progetti di valorizzazione culturale e teatrale della città, con nuovi musei,
parchi culturali e il Parco del Carnevale, ed il sostegno alle iniziative musicali
come la lirica.
• La città della partecipazione responsabile. Una città nella quale i
comportamenti della partecipazione alla tutela del patrimonio collettivo,
del volontariato e dell’associazionismo siano favoriti, soprattutto al fine di
superare una rigida separazione tra le funzioni pubbliche e la cittadinanza dei
singoli, dei gruppi e delle famiglie.
20.2 Il raggiungimento degli obiettivi del PS tramite una innovativa politica del
governo del territorio è anche l’occasione reale e concreta di una partecipazione
della comunità di Viareggio ad aumentare ed innovare la competitività regionale.
53
Una delle chiavi di volta di questa prospettiva è stata individuata nell’integrazione
delle sinergie derivanti dalla riqualificazione dell’area portuale, nell’individuazione
di processi di innovazione tecnologica a supporto della produzione di eccellenza
della cantieristica, il potenziamento dell’attrazione commerciale, la tutela
paesaggistica della passeggiata a mare tramite l’adeguamento dell’offerta
turistica, il rilancio dell’immagine di città balneare, di capitale turismo della
costa toscana. L’idea trae origine dalla consapevolezza di disporre sul territorio
comunale non solo dell’azione dell’ente locale, ma di specifici soggetti pubblici
o a prevalente partecipazione pubblica. L’obiettivo è quello di individuare nel
sistema economico esistente, la rete di relazione per innovare le forma classica
di turismo, facendo leva sulla centenaria capacità di attrazione turistica e le
nuove sfide della globalizzazione. Questa singolare concentrazione di ricchezza
a livello di offerta turistica, deve ritornare ad essere elemento trainante e
contraddistintivo sia a livello nazionale che internazionale, prevedendo iniziative
promozionali inserite in un progetto di promozione sistematica.
21. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA DEL COMUNE DI VIAREGGIO
21.1 La proposta di Progetto Integrato si è snodata ed evoluta con una costante: tutte
le proposte risultano conformi alla disciplina urbanistica vigente. Tutti i progetti
risultano conformi sia alla normativa di piano generale che agli strumenti attuativi,
con particolare riferimento agli interventi del Polo Tecnologico e al Centro
Congressi.
Il Piano Strutturale. La vigenza del Piano Strutturale rende conforme anche
tutte le previsioni urbanistiche in forza della disposizione previste dal PS che
espressamente conferma le disposizioni urbanistiche contenute nella cd Variante
PRG del 1997.
54
22. LA PROPOSTA PORTANTE DEL PROGETTO INTEGRATO URBANO DI
SVILUPPO SOSTENIBILE
22.1 I segnali di crisi che abbiamo registrato, pongono le questioni della ripresa,
e dello sviluppo in nuovo contesto. Le difficoltà e le criticità dei sistemi urbani
sul piano economico (e non solo), richiedono per la loro natura, nuove risposte
che sappiamo confrontarsi con le modifiche globali. Nuove progettualità e
nuovi disegni che per la loro necessità impongo di abbandonare gli approcci
tradizionali, questi ultimi basati su separazioni tra urbanistica ed ambiente, tra
previsioni e realizzazioni, tra verifica di incidenza o di impatto e concretezza
economica.
22.2 Il Progetto Integrato si pone l’obiettivo di una vera integrazione progettuale
e di realizzazione: un’integrazione non solo di destinazioni o di settori di
competenza, ma di una capacità d’intervento che sappia amalgamare le vari linee
d’intervento, capace d’integrare gli interventi delle società pubbliche, il mondo
dell’associativismo sociale, ma soprattutto i vari interventi privati nei settori
trainanti quali la cantieristica, il turismo, il commercio. Il lavoro di progettazione
ha comportato la verifica di molti casi europei e di progetti integrati che
rappresentano livelli di progettazione riconosciuti dalla Commissione Europea.
La stessa definizione di Progetto Integrato richiede alcune puntualizzazioni
necessarie. Riteniamo che per Progetto Integrato s’intenda un processo che
realizza e definisce un progetto come un “complesso di azioni intersettoriali,
strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune
obiettivo di sviluppo – aggiungiamo sostenibile - del territorio”. Un progetto di
“Rigenerazione Urbana”. Il progetto Integrato è essenzialmente un progetto di
rigenerazione urbana. Nella scelta di “quale” progetto sono state accantonate
ipotesi di semplice recupero di immobili o aree abbandonate, in quanto non
è evidente se questi interventi abbiano la capacità di rispondere con efficacia
ai problemi di “nuova competitività delle città”, non essendo altro che progetti
di valorizzazione fondiaria e di crescita immobiliare. In molti casi europei
questi progetti hanno paradossalmente creato nuovi problemi di disagio ed
estraneazione degli abitanti. Gli effetti a medio e lungo periodo hanno aggravato
55
i problemi di mobilità, di aumento del carico urbanistico, non affrontando, se non
superficialmente, i problemi del “mantenimento della competitività” della città. La
proposta avanzata nel PIUSS di Viareggio è quella di ritornare ad individuare
nei percorsi matrice, che hanno generato la “città nuova”, la chiave interpretativa
e progettuale di un processo di riqualificazione e rigenerazione urbana. Un
progetto che individua, nel “matenimento” della struttura urbana portante,
l’elemento propulsivo sia in termini di nuova progettualità, che di evidenziazione
di risorse e potenzialità. Ritrovare nella propria storia “fondativa” gli elementi di
identità e di forza di attrazione. Il “percorso” diviene il legame dei vari episodi
costitutivi della “nuova città”.
22.3 La strada ed il canale. Dall’intersezione con la via “da e per Lucca” si crea
il legame con l’entroterra, con le produzioni agricole, con il principale centro
amministrativo. Il tratto finale con il canale ripropone il rapporto non solo con il
mare e il suo porto, ma anche con il mondo “acquatico” del lago di Massaciuccoli.
22.4 La Via Regia. La strada che da sud collega con Pisa, attraverso la macchia
mediterranea delle tenute dei Salviati e di S. Rossore, e da nord con i centri della
Versilia (Camaiore, Pietrasanta, verso la Lunigiana e la Liguria), rappresenta un
elemento contraddistintivo e di “matrice” della nuova città. Su questo percorso
nasce la “nuova città”.
22.5 Il percorso matrice e la “scacchiera”. Dall’intersezione dei principali “percorsi”,
nasce la scacchiera. La successione di aggiunte è la caratteristica principale
di una crescita e di uno sviluppo urbano che nel 19° secolo definisce la città
di Viareggio. La scacchiera non è solo motivo ordinatore di fondazione della
“nuova città”, ma nella particolare inclinazione geografica, individua il miglior
asse eliotermico, che permette alle tipologie edilizie di evolversi e dare il miglior
rendimento energetico.
23. LA RISCOPERTA DEL PERCORSO MATRICE
23.1 La posizione geografica di Viareggio e delle sue marine in rapporto al resto
della Toscana e alle vie di comunicazione, merita di essere rilevata. Viareggio è
insediamento costiero che, ai vantaggi della marittimità, unisce quelli di raccordo
56
idroviario e stradale con la pianura alluvionale retrostante ubicata tra i fiumi
Versilia-Camaiore e Serchio, trovandosi allo sbocco della cosiddetta Foce, vale
a dire il fosso e porto-canale realizzato con sistemazione del basilare binomio
idrografico Selice-Burlamacca, che drena le acque di larga parte del piano e
delle colline tra Camaiore, Massarosa e Massaciuccoli, e serve anche da canale
emissario della grande zona umida di Massaciuccoli. Carattere comune al litorale
toscano, e non solo a quello a nord del Serchio comprensivo della Versilia,
fino almeno alla seconda metà del XVIII secolo, fu l’estrema rarefazione della
maglia insediativa e quindi del popolamento. Per secoli, fino alla gemmazione
quasi urbana di Viareggio avvenuta dalla seconda metà del XVIII secolo in
avanti, la costa ospitava solo il sistema a maglie larghe delle torri e degli altri
punti di approdo commerciale e controllo marittimo, mentre centri e popolazioni
che fruivano delle più svariate risorse del territorio litoraneo punteggiavano
sistematicamente i sistemi collinari del vicino entroterra. Nonostante questa
indubbia arretratezza territoriale, almeno da quando le cartografie sono
sufficientemente attendibili e precise nella restituzione dell’assetto territoriale,
si osserva come il territorio delle marine lucchesi divenne sempre più solcato
da corsi d’acqua canalizzati da canali artificiali. Tutti questi corsi d’acqua
consentirono, per secoli, la navigazione interna che metteva in collegamento
i paesi dell’esteso retroterra piano-collinare compreso tra Camaiore, Mommio
e Massaciuccoli con lo scalo marittimo viareggino. Porti interni erano presenti
non solo sul lago di Massaciuccoli ma anche in corrispondenza dei brevi canali,
quasi sempre navigabili con piccole imbarcazioni, che collegavano le zone
umide minori agli emissari del lago e agli altri autonomi corsi d’acqua defluenti
poi nella Foce di Viareggio. Il rapporto tra il territorio versiliese e le infrastrutture
presentava una facilità nelle comunicazioni stradali presenti nella pianura costiera
con andamento parallelo al mare e quindi con direzione Nord-Sud. Tale funzione
fu comunque garantita da due strade fino a tutto il XVIII secolo, una più distante
dal litorale, la via Francesca di Montramito-Massarosa-Massaciuccoli lungo i
monti, e corrispondente più o meno all’antica consolare Emilia Scauri, e l’altra più
propriamente marittima e precisamente tra la costa e le paludi, la Pietrasanta57
Motrone-Viareggio-Malaventre-Pisa, detta via Romana, e corrispondente alla
via Aurelia novecentesca. Le due arterie costituivano le direttrici obbligate del
traffico terrestre di uomini e merci tra il Nord e il Centro-Sud della Toscana e non
solo (Pianta di parte della frontiera di Toscana di verso Tramontana con tutte
le sue strade carreggiabili e incarreggiabili e distinte disegnata e con diligenza
ricorretta nell’estate dell’anno MDCCXLVI). Il porto di Viareggio è sempre stato
collegato con l’interno mediante un’arteria trasversale di raccordo, la via Regia,
detta allora Lucchese, con innesto a Montramito sulla via Francesca. Tale strada
costruita nonostante le difficoltà date dai terreni paludosi e facilmente inondabili,
serviva a mettere in comunicazione il porto e le sue marine non solo con i tanti
paesi piano-collinari della sub regione Versilia, ma anche e soprattutto con Lucca,
tramite la via di Massarosa, Quiesa e Maggiano. Nel caso dell’area Versiliese
si dispone di numerose rappresentazioni cartografiche in considerazione della
rilevanza strategica e dell’importanza produttiva della costa, seppure spesso
allo stato potenziale. L’analisi della cartografia storica è indispensabile per una
conoscenza consapevole ai fini della tutela e della valorizzazione del patrimonio
storico-architettonico e paesaggistico del territorio della Versilia. Questa vasta
produzione, oltre a riguardare i campi applicativi più svariati, terrilogi, martilogi,
progetti di bonifica, demarcazioni di confine e architetture urbane, tentativi
di fortificazione e apertura di nuovi tracciati viari, testimonia il processo di
rinnovamento che ha interessato il settore, a partire dalla seconda metà del
Quattrocento alla fine del Settecento, conseguentemente all’uso sistematico
del metodo della triangolazione. Le distorsioni ottiche ed ideologiche, rilevabili
nel prodotto cartografico, esprimono con chiarezza la tipologia di percezione
della realtà spaziale posseduta dall’autore. Lucca, peraltro, si adeguò in ritardo
ai tentativi di rilevazione sistematica del territorio fatti nella vicina Toscana,
con Pietro Leopoldo dapprima e poi con i granduchi; solo nel 1829 infatti, per
volere dell’ultimo duca Carlo Ludovico di Borbone, fu dato avvio alla riforma
del Catasto, il cui regolamento era stato sottoposto alla revisione di Giovanni
Inghirami. L’antica Repubblica oligarchica non possedeva una rilevazione
catastale anteriore a quella ottocentesca, anche se da sempre agrimensori
58
La Piazza del Mercato
La Torre Matilde
59
e periti si affaccendarono a disegnare gli spazi del Ducato, generando un
patrimonio cartografico tra i più preziosi e complessi della Toscana. Occorre
attendere una carta della sola Lucchesia, la prima che si conosca, redatta a
mano per il governo repubblicano dall’ingegnere militare Alessandro Resta nel
1569 e rimasta evidentemente sconosciuta ai cartografi commerciali italiani
ed europei (come di regola accadeva per i prodotti ufficiali), perché si possa
disporre di una prima rappresentazione topografica abbastanza dettagliata delle
marine lucchesi. Tali rappresentazioni generali del Lucchese dovevano rimanere
praticamente ineguagliate fino alla cartografia derivata dal catasto particellare
lucchese dei primi decenni del XIX secolo, coordinato dal padre Michele Bestini,
anche se – sul piano geometrico – qualche prodotto tardo-settecentesco fa
registrare significativi passi in avanti per la restituzione della configurazione
d’insieme del Viareggino. È il caso, ad esempio della grande carta a stampa
disegnata da Michele Flosi sotto la direzione di Leonardo Ximenes, legata alla
progettazione del nuovo canale navigabile ed emissario del lago di Bientina.
Molto più importante appare la Carta della marina lucchese disegnata nel
1722 da Ambrini e Masseangeli, in occasione del progettato taglio del Serchio
a Filettole, perché contiene vari contenuti topografici di rilievo. Tale prodotto
anticipa una nutrita serie di figure lucchesi o granducali del comprensorio
gravitante sul lago di Massaciuccoli e soprattutto della sua parte meridionale di
confine fra i due Stati, che almeno in determinati casi contribuiscono a rendere
più precisa e particolareggiata la rappresentazione delle marine lucchesi. Fra
queste figure, sono da ricordare: La Mappa della Marina di Viareggio da Mare
a Monte di Giuseppe Natalini del 1756, la Pianta dimostrativa il territorio parte
lucchese e parte pisano contenuto tra Serchio, mare, Strada di Viareggio detta
di Montramito fino al Rio di Confine detto di Castiglioncello del 1769. Ad esse va
ad aggiungersi la poco più tarda Pianta del Lago di Maciuccoli e sue adiacenze,
disegnata nel 1772-73 per la visita fatta in quel tempo al territorio pisano dal
granduca Pietro Leopoldo, che inquadra l’area costiera fra il Fiume di Camaiore
e il Serchio, con le due strade longitudinali - la Francesca e la costiera Romanae con la rappresentazione d’uso della pianura, ora ancora largamente occupata
60
dall’incolto, ossia palustre.
23.2 Nel 1513 con il definitivo passaggio a Firenze del territorio di Pietrasanta con
la marina e porto di Motrone, Lucca rivolse una continua attenzione a Viareggio,
come unico sbocco a mare, e alle sue marine, punteggiate di ampie zone
umide. Furono avviati così una serie di provvedimenti urbanistici e soprattutto di
sistemazione fluviale e bonifica idraulica, anche in funzione della valorizzazione
agricola della pianura per rifornire di cereali la città. La foce di Viareggio fu
gradualmente organizzata in un porto-canale intorno alla nuova Torre e ai
nuovi magazzini costruiti dalle varie magistrature statali. Tuttavia il problema
dell’agevole navigabilità del porto-canale non poté mai essere risolto a causa
del processo di continuo interramento della Foce, che richiese continui lavori
di sbancamento e di difesa delle due sponde del canale, mediante palificate
lignee e solidi muri in pietra per proteggere la bocca del corso d’acqua dai
marosi. Quando papa Leone X stabilì che Pietrasanta e Motrone venissero
assegnata a Firenze, Viareggio divenne infatti per lo Stato di Lucca l’unico porto
in grado di assicurare lo svolgimento delle attività di scambio marittimo. La
decisione medicea determinava la necessità per Lucca di attrezzare e fortificare
il solo prezioso scalo a mare rimastole e costituito dalla fossa Selice - attuale
Burlamacca - dove già sorgeva dal 1172 “il castellaccio, una massiccia torre
rotonda circondata da mura e da un fossato”, che ormai si trovava troppo distante
dalla spiaggia per assolvere le originarie funzioni difensive. In quest’area,
denominata Viareggio dal nome della Via Regia che collegava il Castellaccio con
Montramito e Lucca, nasce il primo nucleo abitativo con Delibera del 5 giugno
1534 di erigere una nuova torre sulla riva del mare e adiacente al canale, e in
seguito (1546) di costruire “la casa che gode il signor commissario di spiaggia”,
collegata alla torre con un loggiato sopraelevato.
Inizia così la prima fase di costruzione del borgo di Viareggio con l’insediamento,
intorno alla torre difensiva, di un gruppo di fabbriche costituite prevalentemente
da magazzini pubblici - depositi di grano e sale -, disposti in senso parallelo alla
riva ed allineati con la torre medesima e la casa del Commissario in modo da
formare una barriera alle fabbriche retrostanti orientate in senso mare-monti. Il
61
Pianta Urbanistica di Viareggio, 1686, ASL
Marine, 1659, Archivio di Stato di Lucca
62
Progetto per fortificazione di Viareggio, 1704,
Archivio di Stato di Lucca
63
Costa delle marine, XVII sec, Archivio di Stato di Lucca
Piano della città, 1748, Archivio di Stato di Lucca
64
Mappa delle Marine di Viareggio, 1756, Archivio di Stato di Lucca
65
Carta di Viareggio 1:25.000, 1878, Archivio storico IGM
Mappa di Viareggio, 1906, Centro documentario Storico Viareggio
66
Piano Regolatore di Viareggio, 1910, Centro documentario Storico Viareggio
Mappa di Viareggio, 1923, Centro documentario Storico Viareggio
67
primo abitato di Viareggio si configura in questi anni come un piccolo nucleo
di edifici sorti in prossimità della foce del porto-canale, con la torre costiera, la
casa del Commissario, la schiera a mare e i magazzini retrostanti, lo sciorinatoio
per il soleggiamento dei grani, la chiesa di S. Pietro (1559), la cisterna per
l’approvvigionamento idrico (1592), l’osteria situata nelle vicinanze della Via
Regia e alcune abitazioni. La disposizione di tali strutture segue l’allineamento
lungo costa e lungo il canale, che fungono da assi coordinanti di un sistema
distributivo che costituisce la matrice dell’impianto urbano.
Le planimetrie in questa fase visualizzano un impianto rettangolare chiuso verso
Nord, attraversato dalle arterie di scorrimento - la via per Lucca, parallela al
canale, e la via per Pietrasanta parallela alla costa - con una struttura generatrice
indirizzata dalle vie d’acqua e dalle strade di comunicazione con l’entroterra,
che ne individuano gli assi di sviluppo o percorsi di impianto edilizio. La
configurazione di questo primo nucleo è la matrice e forma urbis di Viareggio. Al
periodo compreso tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo risalgono alcune
ipotesi di progetto finalizzate alla fortificazione del borgo di Viareggio, tra cui
quella redatta presumibilmente da Ginese Bresciani ingegnere degli estensi,
chiamato a Lucca nel 1589, che prevedeva la realizzazione di un pentagono
fortificato con baluardi e pontili a mare. Accantonate le proposte di fortificazione
per l’eccessivo onere finanziario, si assiste a una seconda fase di costruzione,
che si protrarrà per tutto il XVII secolo, attraverso l’espansione edilizia nell’area
a monte della schiera dei magazzini. Oltre al completamento di detta schiera
vengono edificate nuove abitazioni all’interno del borgo, tra cui “una casa con
bottega ad uso di speziale” e una “casa a due appartamenti e due botteghe”,
l’edificio adibito a Ufficio della Foce affiancato a un magazzino, la chiesa e il
convento di S. Francesco (1622). Questo nucleo, delimitato a settentrione dal
complesso conventuale, andava lentamente completandosi con nuove e più
prestigiose residenze, quali casa Guinigi e casa Buonvisi, affiancate da un’edilizia
residenziale modesta, voluta dallo stesso Ufficio della Foce, simboleggiante la
tipologia base dello sviluppo edilizio viareggino. Durante la prima fase di sviluppo
urbano inizia ad affermarsi il procedimento di aggregazione seriale di unità di
68
abitazione, incontrando i principi informativi della residenza collettiva presenti
anche nella tipologia del complesso conventuale. Le case a schiera e l’alloggio
collettivo rappresentano i due prototipi di residenza che, corrispondendo a modi
diversi di abitare, costituiscono per Viareggio il modello di sviluppo tipologicoinsediativo. Nonostante il persistente pericolo della malaria il piccolo abitato di
Viareggio continua a crescere, come si desume dalla richiesta inoltrata dall’Ufficio
della Foce il 10 aprile 1682 al Consiglio di Lucca per la concessione di terreni
nella parte a mare della torre, emersa a seguito delle variazioni geofisiche
della fascia litoranea, al fine di erigervi “abitazioni anche di qualche apparenza.
. . qualche negozio” e alcuni magazzini. L’Ufficio della Foce incaricò allora
l’ingegner Giovanni Azzi di redigere un piano per regolare la concessione dei
terreni, approvato il 23 ottobre 1682. Il Piano, in cui è stabilita l’ampiezza dei
lotti fabbricativi e la dimensione delle arterie stradali, esprime una tendenza
alla geometrizzazione nell’impostazione di una struttura a scacchiera con vie
rettilinee disposte ortogonalmente. Si delinea così una città non obbligata da
cinte murarie, ma caratterizzata da uno schema reticolare che lascia prevedere
un’urbanizzazione progressiva e consente una continua evoluzione estensiva,
una struttura programmata in cui si afferma il concetto dell’addizione per moduli,
ovvero l’organizzazione dello spazio urbano in ragione della quantità di terreno
“assegnato”. L’impostazione di questa “griglia” andrà a costituire il principio
guida anche per i Piani successivi che regolamenteranno lo sviluppo del tessuto
urbano. L’obiettivo dello sviluppo urbano e della migliore utilizzazione idroviaria
della Foce di Viareggio, era anche tra le preoccupazioni del matematico veneto
Bernardino Zendrini, quando nel 1735 progettò per la Repubblica la costruzione
di una cateratta a bilico sulla Burlamacca, per impedire la mescolanza delle
acque dolci lacustri e di quelle salse marine, ritenuta una dei fattori della
malsanìa. Nonostante i lavori di sistemazione e bonifica idraulica eseguiti
soprattutto nel XVI secolo, ancora intorno alla metà del XVIII secolo i viaggiatori
– come dimostra il resoconto di uno scienziato naturalista sempre attento alla
puntuale restituzione delle caratteristiche ambientali e umane del territorio quale
Giovanni Targioni Tozzetti – descrivono le marine come uno spazio prettamente
69
maremmano, dominato dall’acqua stagnante, dall’incolto e dal bosco, con le
strade in abbandono e percorribili solo a cavallo. Tali caratteri furono dovuti
anche al fatto che la macchia di marina era stata assoggettata a tutela rigorosa
fin dal 1470, sia per finalità sanitarie, contro la malaria che imperversava nella
pianura, e sia per finalità di protezione dell’entroterra dagli impetuosi venti marini;
il vincolismo non impediva tagli periodici che però dovevano essere debitamente
autorizzati con obbligo di reimpianto degli alberi abbattuti. Come è noto, solo
con la Relazione che concerne il miglioramento dell’aria, e la riforma di quel
Porto redatta dal già citato idraulico Bernardino Zendrini nel 1735, si crearono le
premesse all’abbattimento di buona parte della macchia – che ebbe infatti inizio
negli anni ’40, anche perché venne allora ritenuta uno dei principali fattori della
corruzione dell’aria – e alla moderna trasformazione territoriale del Viareggino:
trasformazione che (con le operazioni della bonifica e colonizzazione agraria)
avrebbe richiesto molti decenni per divenire processo diffuso e consolidato.
La rapida conquista dei terreni litoranei segue il procedere delle opere di
bonifica e di risanamento, ma l’ampliamento di Viareggio avanza con fatica
fino alla metà del XVIII secolo, essendo ai primi del Settecento poco più di un
piccolo quartiere portuale con solo 330 abitanti. In quel periodo fu redatto un
piano dall’architetto lucchese Valentino Valentini, incaricato dall’Offizio della
Foce di regolare la crescita dell’insediamento “per dar norma e regola propri,
conveniente alle fabbriche che si faranno in avvenire, per comodo ed ornamento
maggiore del paese”. Il Piano del Valentini evidenzia come la linea magazzinitorre-convento separi dalla zona di nuova espansione verso mare, la porzione
a monte, urbanizzata fino alla quasi totale occupazione dei lotti disponibili. Le
nuove aree seguono i tracciati viari esistenti, privilegiando ancora l’asse lungo
la Burlamacca e l’arteria viaria per Lucca, articolata in tratti perpendicolari.
Nel progetto la ripartizione del reticolato principale avviene secondo criteri
quantitativamente non omogenei, determinando successivamente un’orditura
differenziata del reticolo base come conseguenza del processo di privatizzazione
e lottizzazione dei terreni bonificati, operazioni gestite dal patriziato lucchese,
che si ripartì i terreni ridotti a coltura, dividendoli in “chiuse”. Il lento sviluppo
70
urbano non registra interventi rilevanti di edilizia residenziale fino al XVIII
secolo, quando, in coincidenza con il processo di appoderamento dei terreni
bonificati, si arriva alla formalizzazione di un piano organizzativo della crescita
insediativa e a una sistematica programmazione urbana, voluta e incentivata
direttamente dal governo lucchese. Fino a questa fase programmatoria, la
morfologia dell’insediamento è sostanzialmente motivata da necessità difensive
che inducono ad accorpare gli edifici per formare una sorta di cortina compatta,
indirizzando il tipo di aggregazione edilizia che caratterizza il repertorio edilizio
viareggino. Il Piano del Valentini manterrà poi la sua validità fino alla fine del
secolo, tanto che alcune richieste di concessione ancora riferibili al 1797 ne fanno
menzione, e con la sua definizione di quadrati regolari, con il rapporto indicato
tra edificio e strada e con le licenze vincolate alla costruzione di case con orti
murati, determinerà l’aspetto caratteristico dell’edilizia viareggina. L’attenzione
al rapporto tra edilizia e impianto urbano disciplina infatti costantemente il
meccanismo di uso del suolo, come già si desume dal piano del 1748 e poi
da quello del Nottolini agli esordi della città balneare, che nella precisazione
delle dimensioni dei lotti individua il reticolo della maglia urbana (processo di
lottizzazione).
23.3 Gli altri assi principali. Dall’intersezione con i principali percorsi matrice si
definisce la “strada lungo il canale” che si evolverà nella “strada del porto”. La
successione delle Darsene (Lucca, Toscana, Italia) porterà alla definizione
dell’area portuale con il bacino principale. (PRP del 1966). Un porto che nasce
nella città, e mantiene con la città rapporti e relazioni. “Un porto turistico è,
per sua natura, uno “spazio di relazione”, ha le caratteristiche di una“piazza”,
dove anche chi non dispone di un ormeggio può ricercare funzioni commerciali
collegate alla pesca, o a servizi pubblici e collettivi che costituiscono una vera
estensione di servizi urbani. ”Dall’altra parte, verso nord, il nuovo percorso
matrice darà vita al principale evento urbanistico di caratterizzazione della città:
la Passeggiata. La costruzione delle ville, degli alberghi, delle strutture di ristoro
e commerciali e soprattutto gli stabilimenti balneari, definiscono un ambito
urbano altamente qualificato, che nella sua vocazione turistica, rappresenta una
71
potenzialità di rango regionale, se non addirittura nazionale ed internazionale.
24. IL PATRIMONIO CULTURALE COME STRUMENTO D’INTEGRAZIONE
SOCIALE
24.1 In che modo i beni e le attività culturali sono strumento nel processo di
rigenerazione urbana? L’ assetto delle città contemporanee è caratterizzato da
nuovi modelli di crescita e di sviluppo che intendono modificare la tradizionale
antinomia tra centro e periferia, per cui al centro si addensano i servizi sociali
e culturali, proliferano attività culturali e numerosi e diversificati sono gli spazi
aggregativi, mentre le periferie sono aree sgraziate, prive di servizi e di risorse
economiche e afflitte da condizioni di disagio sociale. Le politiche urbane più
avanzate tendono, oggi, a invertire di questa tendenza e in molte città italiane
e straniere l’ attenzione si è spostata sulle periferie. L’ obiettivo è quello di
creare città policentriche, partendo dal presupposto che ogni quartiere è dotato di
proprie specificità, identità, opportunità, risorse umane, economiche e culturali da
valorizzare, perchè rappresentano una ricchezza per tutta la città. Uno dei tratti
messi in rilievo da questa analisi è la trasformazione delle periferie da un punto
di vista spaziale, sociale, economico, culturale per un recupero non solo fisico dei
luoghi ma anche per attivare processi di rigenerazione complessiva in grado di
favorire un miglioramento della qualità della vita. Nei processi di pianificazione
strategica e di rigenerazione urbana emerge l’ esigenza di interventi integrati che
mirano non solo ad un riqualificazione edilizia ma anche a una valorizzazione
del patrimonio, promuovendo una variegata serie di attività culturali mirate a
creare nuove forme di sviluppo non solo economico, ma anche e soprattutto
sociale. L’opera d’ arte, in questo contesto, è finalizzata al raggiungimento del
benessere sociale e prevede un coinvolgimento diretto dei cittadini anche nella
fase della sua progettazione e realizzazione. Si sta affermando una nuova
modalità di intervento del settore pubblico, che vede una maggiore integrazione
delle politiche e delle azioni tra i diversi livelli di governo, con una partecipazione
anche dei destinatari. Principale obiettivo della ricerca è stato quello di
72
realizzare un’analisi multidiscplinare in grado di cogliere, interpretare e valutare
le dinamiche e i meccanismi con cui sono gestiti i progetti culturali inseriti in
iniziative di carattere sociale. L’ analisi ha preso in considerazione nel dettaglio il
contesto istituzionale, i bisogni socio-economici, le politiche culturali e le politiche
urbane, gli attori coinvolti, gli obiettivi specifici, il partenariato, la partecipazione,
la valutazione, le strutture organizzative e le modalità con cui il patrimonio e
le attività culturali sono state organicamente inserite in più ampi programmi di
rigenerazione urbana.
25. LA FORMAZIONE DEL PIUSS
25.1 La formazione del PIUSS ha seguito due strade diverse ma convergenti. La
prima è stata quella dell’ascolto e del sostegno alle proposte che sono emerse
e pervenute all’Ufficio Comunale del PIUSS. Tramite questo lavoro si sono
delineati gli attori, i protagonisti e le azioni su cui affinare le proposte progettuali.
La seconda linea è stata quella che contemporaneamente e sulla base delle
proposte pervenute, ha proceduto ad un’elaborazione della proposta portante.
Il territorio è stato inizialmente suddiviso in un area concentrata e definita da
una prima perimetrazione, successivamente al suo interno sono stati individuati
cinque ambiti di approfondimento.
25.2 Dagli ambiti alle azioni. La proposta di Piano Integrato ha avuto una sua
evoluzione progettuale: dopo la verifica delle proposte e l’analisi dei singoli
progetti si è “territorializzata” in alcuni ambiti, anche in base ai parametri
economici-sociali derivanti dalla perimetrazione. La definizione di “ambiti” ha
permesso di verificare il grado di integrazione della proposta complessiva e
al gruppo di progettazione di definire nel dettaglio la valenza e l’importanza
delle iniziative che costituiscono il progetto Integrato. Gli ambiti sono stati uno
strumento progettuale: il primo quello riguardante l’area portuale, il secondo
quello lungo il canale Burlamacca, il terzo la Passeggiata, il quarto il centro
storico antico, il quinto l’ambito lungo la Fossa dell’Abate fino Cittadella del
Carnevale.
73
Panorama della città di Viareggio, 1910 circa
Panorama della città di Viareggio, 1910 circa
74
A. Belluomini, Peschiera Mercato Piazza Cavour, 1922, Centro documentario Storico Viareggio
V. Pilotti, Villa Puccini, 1919, Centro documentario Storico Viareggio
75
• Il primo ambito è quello riguardante l’area portuale e il quartiere Darsena.
Uno dei cuori e degli elementi portanti dell’identità di Viareggio. In particolare
il nuovo PRG del Porto, (approvato in via definitiva dalla Regione Toscana nel
Maggio del 2007) ha definito le principali iniziative per il Porto di Viareggio.
•
Il secondo ambito riguarda il Canale Burlamacca, che se per il suo ultimo
tratto è la cerniera tra l’ambito portuale e la città storica, per il tratto che va
dalla Ferrovia verso il Lago rappresenta uno dei temi di riqualificazione più
sentiti nella città. Infatti in questo luogo, sede delle porte vinciane, trovano
posto insediamenti lineari e specialistici. La riscoperta e la riappropriazione
di questi spazi diventa un elemento non solo necessario ma di supporto ed
integrazione all’intero progetto.
•
Il terzo ambito interessa la zona più famosa di Viareggio: la Passeggiata. Il
luogo dove è nata la città balneare.
•
Il quarto ambito comprende il centro storico antico. La piazza S.Maria, la
Torre Matilde, la zona delle intersezioni delle vie terresti e quelle fluviali (i
Canali).
•
Il quinto ed ultimo ambito riguarda la porta Nord. La zona che corre lungo il
Fosso dell’Abate (margine superiore della città), che lega gli ultimi stabilimenti
balneari con la Cittadella del Carnevale.
25.3 Questi cinque ambiti rappresentano uno stadio elaborativo del Progetto
Integrato. La necessità di avere elaborato questa fase progettuale è giustificata
dalla richiesta che i singoli progetti presentati o presenti nell’AC, venissero
investiti da un “effettivo” processo di integrazione.
25.4 Il valore dell’Integrazione. Dall’analisi della documentazione regionale emerge
con estrema chiarezza che la proposta progettuale di PIUSS deve articolarsi su
cinque linee d’intervento definite e indicate dalla Regione Toscana, ed al tempo
stesso il progetto deve contenere una elevata caratteristica d’integrazione. La
migliore definizione che è stata trovata è custodita nei vocabolari della lingua
italiana, che alla voce integrato riporta: “che con altre parti costituisce una
totalità”. Dalla questa riflessione, il gruppo progettuale ha maturato una precisa
volontà affinchè ogni singolo progetto o proposta trovasse, tramite un processo
76
di affinamento e precisazione, una propria posizione nel progetto unitario.
Sicuramente un progetto parziale sia per estensione territoriale, si per tematiche
affrontate, ma costituito da varie e diverse azioni tutte definibili in un preciso
arco di tempo (2007-2013), e tutte tese ad obiettivi certi e definiti. Il successivo
passaggio metodologico si è caratterizzato per un approfondimento progettuale,
verificando innanzitutto che le proposte presentate fossero ammissibili secondo le
prescizioni contenute nel DAR della Regione Toscana. L’analisi dei singoli ambiti
ha fatto emergere la necessità di far tendere le singole “parti” o “azioni” verso ad
una maggiore integrazione, anche attraverso la verifica dell’esistenza di azioni
già presenti e operanti sul territorio. Questo progetto di “integrazione” ha messo
in luce come la presenza anche di progetti diversi, ma riconducibili alle finalità
generali, avesse una propria valenza e importanza, e soprattutto rappresenta la
conferma dell’importanza di azioni a prevalente carattere pubblico come supporto
alle attività economiche, sociali ed culturali. Da questa consapevolezza è
emersa la necessità di assemblare le singole operazioni, in “azioni”, riscoprendo
il significato antico ma vero della parola: azioni che si prefiggono “uno scopo,
che tendono a produrre un effetto”. Da questo processo progettuale il PIUSS di
Viareggio trova la sua articolazione in 9 azioni.
26 ANALISI DI CONTESTO
26.1 Il quadro generale della popolazione e dell’economia comunale
Premessa
Il modello di sviluppo del Comune di Viareggio - fondato su un nucleo industriale
di alta tecnologia centrato su poche, ma significative, presenze imprenditoriali di
livello internazionale e su un indotto produttivo di piccole e medie imprese, da un
lato; dall’altro, su un sistema terziario ampio e variegato, fortemente radicato sulle
risorse paesaggistiche e ambientali (turismo, commercio, beni culturali), rivolto in
prevalenza ad una domanda dei consumatori - ha consentito negli ultimi decenni
un discreto ritmo di crescita e di diffusione della ricchezza privata e collettiva e
l’affermazione di un sistema di relazioni sociali a forte contenuto partecipativo e di
77
cooperazione fra imprese e istituzioni locali.
Nel corso di questo processo di crescita in Viareggio non si è verificata una
rottura degli equilibri sociali e lo sviluppo si è adattato, più che altrove, alla
cultura della popolazione. La comunità si è organizzata seguendo un modello di
coesione sociale e di cooperazione attiva che richiama i principi dell’eguaglianza
delle opportunità e della solidarietà fra territorio, classi e persone singole.
Il sistema di welfare che si è venuto sviluppando ha contribuito al mantenimento
della stabilità sociale, pur a fronte di meccanismi e processi economici
particolarmente dinamici e flessibili, e ha contribuito a sostenere una cultura
solidale e cooperativa che è attualmente alla base dei principali caratteri distintivi
del modello sociale viareggino.
In altre parole, una città espressione di socialità, edificata sulle relazioni tra
istanze sociali, contenuti culturali e valori condivisi dagli abitanti.
Oggi la tenuta di questo modello sembra essere messa in crisi dalle tensioni
provenienti sia dal versante demografico che da quello economico. In relazione
al primo aspetto, come viene indicato sotto, l’invecchiamento della popolazione, i
mutamenti del costume familiare (separazioni, nascite fuori dal matrimonio, lavoro
femminile, ad esempio) e la quota crescente di immigrati, fa lievitare il bisogno di
infrastrutture educative e servizi per l’infanzia nonché per gli anziani soprattutto
in particolari aree. Riguardo alle tensioni di tipo economico, va sottolineato che,
dall’inizio di questo ultimo decennio il sistema produttivo comunale sembra
entrato in una fase contraddittoria, di transizione, dove segnali di declino si
accompagnano all’emergere di nuove potenzialità, la quale, comunque, sembra
sollecitare l’adozione di interventi (economici ed infrastrutturali), pubblici e privati,
che siano in grado di incidere in profondità sulle principali criticità e riconnettere,
riqualificare, ricostituire un tessuto sociale della città degli abitanti.
26.1 - Popolazione
Contrariamente a quanto avviene a livello regionale, la tendenza demografica
comunale segnala un incremento costante - seppur rallentato rispetto a quello,
tumultuoso, dal dopoguerra fino agli anni 80 del secolo scorso – e un indice di
78
crescita totale ampiamente positivo. Il saldo negativo del bilancio demografico
naturale è largamente compensato dal tasso di crescita migratoria, e la
popolazione residente raggiungerà entro breve tempo i 65.000 abitanti. L’analisi
della struttura della popolazione e della sua dinamica, anche in rapporto alle
altre suddivisioni territoriali di cui il Comune di Viareggio è parte (il S.E.L.
Versilia, la provincia, la regione, il dato nazionale), evidenzia alcuni elementi
precipui: un’altissima densità di popolazione che conferma Viareggio fra i
comuni più densamente popolati d’Italia, con un rapporto residenti/superficie
territoriale più di 10 volte superiore al dato nazionale e più di 12 volte superiore
al dato regionale; la diminuzione della dimensione media del nucleo familiare,
con conseguente significativo aumento del numero di famiglie (al ritmo di 300
l’anno); sensibili differenze a livello sub-comunale; rispetto agli altri aggregati
territoriali di comparazione sovra-comunali emergono, inoltre, altri fattori: una
crescita della popolazione residente percentualmente superiore; una grandezza
media delle famiglie percentualmente inferiore; una più accentuata tendenza
all’invecchiamento. Questi andamenti avranno effetti rilevanti sul sistema
assistenziale, che dovrebbe essere sottoposto ad una crescente domanda, e
sul mercato del lavoro, in cui la componente migratoria potrebbe compensare la
caduta di offerta di lavoro della componente autoctona.
26.2 – Dimensione territoriale
Viareggio può considerarsi, quindi, un comune ad alta densità di popolazione
specie se confrontato con gli altri comuni della regione; ciò deriva dalla natura
del suo territorio, geograficamente ridotto e in larga misura occupato dalle pinete,
nonché dalla sua vocazione economica che ne fa un polo d’attrazione.
Gli insediamenti residenziali e, ancor più, quelli produttivi risultano, infatti,
fortemente concentrati in porzioni ridotte del territorio. Il centro cittadino (circa il
32% del territorio comunale), raccoglie il 77,5% della popolazione e concentra
oltre l’85% delle attività economiche (e degli addetti).
È in questa porzione del territorio comunale che sono maggiormente presenti i
segni dell’industrializzazione, ed è sempre all’interno di questa area che sono
79
concentrate le principali attività produttrici dei servizi terziari più avanzati e, in
larga misura, anche di quelli commerciali e turistici. Tale zona, pertanto, da un
lato presenta notevoli caratteristiche che, se opportunamente valorizzate, sono in
grado di qualificarla come “convettore del sapere” (sia in senso tecnologico che
culturale) e, dall’altro, mostra notevoli bisogni in termini di servizi sociali.
È in questa parte del comune, in altre parole, che si forma la quota più rilevante
della capacità produttiva di Viareggio: le aree aperte - siano queste industriali,
urbane, commerciali o turistiche - stanno soprattutto in questa parte.
A fianco di questa Viareggio, caratterizzata dalla forte densità di attività produttive
e residenziali, vi è una ben più vasta porzione del territorio comunale che
affianca un sistema territoriale urbano (quello di Torre del Lago Puccini) ad aree
spiccatamente rurali, e con una significativa presenza - come, peraltro, anche
nel centro cittadino - del sistema delle pinete; una ruralità, tuttavia, che risulta
parzialmente diffusa anche all’interno della zona sin qui richiamata – quella,
cioè, della Viareggio centrale - in cui assieme a zone fortemente urbanizzate
continuano a convivere aree rurali, seppur a basso livello di integrità ambientale e
paesaggistica.
Il sistema territoriale urbano di Torre del Lago Puccini (meno del 7% del territorio
comunale) raccoglie quasi il 19% della popolazione, ma concentra solo il 9%
delle attività economiche (e il 7% degli addetti). Si configura, quindi, come
sistema prevalentemente residenziale, con una larga componente di “seconde
case” destinate al flusso turistico, ad altissima densità di popolazione (superiore a
quella del centro cittadino), ma carente di attività produttive e, parimenti, di offerta
di servizi. Tale area, pertanto, presenta caratteristiche tipiche degli insediamenti
a pendolarità giornaliera e, dall’altro, mostra notevoli bisogni in termini di servizi,
compresi quelli turistici (anche se il nuovo teatro apre opportunità che, se
valorizzate, potrebbero essere in grado di rilanciarla come polo culturale).
Come accennavamo sopra, il carattere rurale di Viareggio registra la
compresenza di aspetti urbani e rurali: aree dove risulta significativa
l’importanza dell’agricoltura (in particolare nel settore florivivaistico) la quale
se opportunamente orientata e specializzata, potrebbe rappresentare una
80
significativa componente nell’ambito della filiera produttiva sia in termini di valore
aggiunto che di occupazione; aree dove giocano ruoli importanti il settore turistico
e ambientale e culturale che può appoggiarsi a risorse naturalistiche, storicoculturali ed ambientali di assoluta eccellenza; aree rurali residenziali che si sono
sviluppate in prossimità dei centri urbani e/o delle aree industrializzate nelle quali
il carattere di ruralità si unisce, spesso, a quello di sviluppo urbano.
Le aree tipologiche in cui può essere suddivisa la Viareggio di oggi presentano
evidenti differenze in termini di specializzazione produttiva.
Da questo punto di vista, le specializzazioni prevalenti riflettono ovviamente
le definizioni attribuite ai diversi sistemi, con una prevalenza, nelle aree
strettamente produttive, di funzioni industriali e terziarie (specie servizi alle
imprese), ed una maggiore presenza di attività connesse al commercio e al
turismo nelle aree più specificatamente urbane.
La concentrazione delle attività produttive e residenziali su una porzione ridotta
dello spazio comunale ha contribuito a tessere un’armatura urbana rappresentata
da un centro denso e compatto, nodo di riferimento, sia dal punto di vista della
base occupazionale che della rete di servizi alla persona e all’impresa.
Negli anni recenti il processo insediativo sopra richiamato si è ulteriormente
consolidato, confermando la maggiore attrattività di alcune aree del sistema
urbano. In quest’ultimo ambito, si accentua, inoltre, il fenomeno della
periurbanizzazione, con il rafforzamento del movimento degli abitanti e delle
abitazioni dalla polarità urbana verso i quartieri di cintura urbana di secondo
livello e lungo le principali direttrici che connettono al centro.
Questo particolare comportamento è sostenuto dal fatto che il centro attrattore
continua a mantenere la prevalenza della base economica -e quindi degli addetti
sugli attivi- mentre avviene il contrario per i quartieri periferici ove la funzione
residenziale tende a prevalere su quella produttiva - più attivi che addetti.
Ciò è evidenziato anche dall’incremento del patrimonio edilizio che mostra una
dinamica maggiore nei quartieri limitrofi al centro, e dove rischia di divenire
problematica la situazione legata alla pressione delle dinamiche insediative e
della mobilità connessa, in un sistema infrastrutturale e di accessibilità che tende
81
a divenire inadeguato.
Il fenomeno suddetto, comunque, non implica uno svuotamento del centro
storico, il quale, anzi, sia per il mantenimento di funzionalità sociale e,
soprattutto, abitativa - per quanto strettamente legato all’incremento del costo
delle abitazioni e ai fenomeni derivanti dalla presenza di un terziario di servizi
qualificati (finanza, società consulenza, pubblica amministrazione), sia per la
sua vocazione turistica e, infine, per la presenza di un sistema strutturato e
riconoscibile di rapporti interni conserva la sua attrattività. Questo dipende tanto
dalla qualità media della città, quanto dagli effetti dell’organizzazione urbanisticoterritoriale, che coniugando un uso razionale del suolo ad una discreta capacità
di organizzazione dei servizi ha consentito efficienti modalità di articolazione
produttiva ed insediativa, attraverso un mix di decentramento di funzioni e
di aggregazione in un sistema di carattere e natura cittadina, in cui vi è una
compresenza di un’alta concentrazione insediativa, di funzioni terziarie superiori
e di piattaforme produttive.
Una Viareggio, dunque, in cui urbanità e territorio si mescolano, pur mantenendo
una elevata qualità ambientale anche nelle aree di maggiore insediamento
produttivo.
26.3 – Struttura economica
Il tessuto produttivo, malgrado la flessione e crisi verificatasi durante gli anni
’80 e ’90 e la parziale riconversione con l’affermazione di nuove attività (anche
di successo, per es. la cantieristica da diporto), presenta numerose aziende
ed attività di punta in diversi settori, dalla cantieristica di diporto, appunto,
all’informatica. A queste caratteristiche va aggiunta una buona dotazione di
infrastrutture che rende il territorio particolarmente importante per la proiezione
verso l’Europa ed il Mediterraneo.
Ad esso si affianca un altro asse, quello del turismo, che negli ultimi decenni pur in modo discontinuo, a volte disordinato - ha avuto una espansione senza
precedenti, in un habitat ricco di risorse naturali, paesaggistiche e culturali che,
malgrado gli effetti dello sviluppo, ha saputo mantenere una qualità ambientale
82
che è oggi una risorsa di per sé, ma che lo è anche come fonte di reddito, data
l’importanza rivestita dalla domanda di turismo sostenibile.
26.3.1 – L’industria
Dal punto di vista strettamente produttivo, Viareggio si caratterizza per una
presenza industriale che è inferiore a quella osservata in altre aree sia della
provincia che della regione, anche se superiore alle rispettive medie. Anche
qui, comunque, continua nell’ultimo decennio quel processo di trasformazione
della struttura produttiva che, in linea con quanto accadde nelle economie più
sviluppate, vede il graduale ridimensionamento dell’industria a favore del terziario
e, all’interno dell’industria, la perdita di peso delle produzioni più tradizionali.
Il modello più tipico è certamente quello legato alla presenza di variegati
sistemi di piccola impresa (circa il 90% ha meno di 10 addetti) - molti dei quali
specializzati nella produzione di beni di consumo durevole legati in larga misura
alla nautica da diporto - così articolati e localizzati da costituire un vero e proprio
distretto. Per converso, molto ridotta è la presenza nel tessuto produttivo
comunale di imprese medie e grandi (il 9,5% ha un’occupazione compresa tra i
10 e i 49 addetti e solo 7 imprese hanno un’occupazione superiore ai 49 addetti),
anche se spesso, nella cantieristica da diporto, sono leaders a livello mondiale.
La perdita di competitività che negli ultimi anni ha interessato il sistema
economico toscano e italiano nel suo complesso, tra le altre cose, ha portato a
riconsiderare gli elementi di competitività del modello organizzativo distrettuale.
Molti degli studi condotti in tal senso hanno mostrato come, nonostante la
avversa situazione congiunturale dei settori tipici della manifattura italiana,
i distretti italiani hanno evidenziato, rispetto ai sistemi non distrettuali,
performances migliori in termini di tenuta occupazionale e di crescita delle
attività terziarie, perlomeno sino agli inizi del nuovo millennio. L’andamento del
distretto della nautica da diporto a Viareggio ha ricalcato in buona sostanza
quella registrata per il complesso dei distretti italiani, evidenziando peraltro
come la contrazione occupazionale registrata a carico di altri settori, sia stata
contrastata dalla crescente incidenza assunta dalla cantieristica da diporto
83
e da altri settori, in genere connessi, più aperti all’innovazione tecnologica. Il
complesso delle imprese operanti nella filiera nautica appare tipologicamente
assai diversificato per aree di business, il che rende difficile la loro rilevazione e
una loro chiara collocazione quantitativa, produttiva ed occupazionale all’interno
della filiera. L’appartenenza al settore appare più facilmente accertabile sul piano
qualitativo, se si considera la natura delle relazioni produttive, tecnologiche,
professionali e commerciali che collegano fra loro le imprese. Una specie di
rete che nel tempo si è consolidata grazie ad un contesto di imprenditorialità e
professionalità diffuse che ha portato ad uno sviluppo enorme di piccole imprese
locali che dispongono di un marchio proprio e che sono andate concentrando al
proprio interno funzioni che vanno dalla progettazione alle attività commerciali
ed amministrative, dai servizi alla produzione alla manutenzione e al refitting.
L’analisi delle dinamiche di un tale sviluppo permettono di distinguere alcuni punti
di forza e di debolezza della filiera: tra i primi troviamo sicuramente l’eccellenza
delle maestranze viareggine che è riconosciuta in tutto il mondo ed il prestigio
internazionale della città che risulta leader nel segmento della produzione di
megayacht. Tra i punti di debolezza, invece, abbiamo sicuramente la scarsità
di spazi adeguati per la produzione e movimentazione delle imbarcazioni, sia in
prossimità del mare che nell’entroterra, un’offerta di manodopera specializzata
nettamente inferiore rispetto alla domanda e la bassa profondità dell’imboccatura
del porto che non permette un agevole accesso delle motonavi, seppur di
piccola stazza. Quest’ultimo aspetto ha ripercussioni negative sia sul fronte
delle attività legate alla cantieristica quali rimessaggio, trasporto, manutenzione,
etc., sia sul versante dell’attività turistico-ricreativa (turismo nautico) con un
impatto negativo sui flussi, anche giornalieri. Tra le componenti strategiche che
le imprese della filiera nautica considerano determinanti per il mantenimento e
miglioramento della loro posizione e per lo sviluppo competitivo del comparto
troviamo il mercato e le competenze professionali. Per quanto riguarda il primo
fattore, si deve dire che il mercato della nautica toscana è decisamente orientato
all’export e che agli imprenditori viareggini è riconosciuto il primato mondiale
nella costruzione di grandi yacht. Tra i fattori determinanti per il mantenimento di
84
una tale posizione competitiva, assume grande rilievo l’innovazione di prodotto,
l’affidabilità ed il design, seguiti da fattori quali il marketing, la distribuzione ed i
servizi post-vendita. Riguardo, invece, all’analisi delle competenze professionali,
si rileva l’esigenza di intervenire su tre livelli e segmenti del fabbisogno
formativo: l’aggiornamento dei mestieri operativi tradizionali, lo sviluppo di
nuove competenze tecnico-manageriali e lo sviluppo del reclutamento e della
formazione degli equipaggi. Alle mancanza di professionalità tradizionali si
aggiunge anche la necessità di nuove professionalità legate alle innovazioni
di prodotto e di nuove figure manageriali soprattutto nelle imprese più piccole
della filiera e soprattutto di quelle appaltatrici. Fondamentale per il settore
appare quindi garantire percorsi stabili di formazione continua che permettano
l’arricchimento professionale e l’adattamento alle nuove tecnologie di processo
e di prodotto unitamente a serie di programmi formativi incentrati su competenze
professionali specifiche collegate alle diverse attività di settore e, nell’ambito di
queste, alle differenti fasi di lavorazione. Nel complesso è quindi lecito affermare
che sebbene il sistema della nautica goda, globalmente, di uno stato di salute più
che buono, esistono inevitabilmente alcuni punti di criticità, sui quali è necessario
lavorare allo scopo di garantire la sostenibilità della filiera. Le aree d’intervento
di maggior criticità sono sicuramente date dall’innovazione, la competitività del
sistema di subfornitura, l’internazionalizzazione e l’apertura settoriale del sistema,
l’associazionismo e l’identità di sistema.
Quanto detto fino adesso sembra evidenziare come le imprese che operano
all’interno dell’organizzazione distrettuale della nautica da diporto siano in grado
di sviluppare in maniera più efficiente le strategie di differenziazione verticale del
prodotto e di innovazione del processo, necessarie a superare la competizione
proveniente dai sistemi produttivi a basso costo del lavoro. In prospettiva,
tuttavia, ciò non toglie che la piccola dimensione relativa delle imprese viareggine
posso divenire un elemento di debolezza. Gli andamenti dell’economia distrettuali
dell’ultimo quinquennio, hanno portato a sostenere in particolare come la piccola
dimensione costituisca un limite relativamente alla capacità a innovare, di
rapportarsi con proprie strategie sui mercati internazionali, di accedere al credito,
85
di commercializzare i prodotti realizzati. E’ pur vero che la presenza all’interno
del distretto della nautica da diporto di capacità imprenditoriali e organizzative
diffuse in grado garantire un elevato pregio alle loro produzioni potrebbe
contraddire la precedente interpretazione, facendo dipendere le difficoltà più
dalla specializzazione e dalle complessità derivanti dall’adeguamento alle nuove
richieste poste dal mercato che dalla dimensioni e dalla forma organizzativa
delle imprese, e, in effetti, le imprese che hanno intrapreso percorsi selettivi di
innovazione sono riuscite a riposizionarsi sui mercati internazionali.
In ogni caso, centrale diviene un processo di ammodernamento dell’apparato
terziario del sistema produttivo ancora oggi troppo ancorato alla prestazione di
servizi tradizionali e con notevoli limiti sul fronte della produzione immateriale,
oggi sempre più importante, attraverso il rafforzamento e la qualificazione di quel
complesso di servizi al servizio della capacità di lavorazione presenti.
E altrettanto fondamentale si palesa la presenza di un sistema amministrativo
pubblico (in primo luogo, il Comune) attivo nel disegno di interventi di sostegno
in materia di formazione e di innovazione tecnologica al fine di promuovere,
con un “effetto leva”, un orientamento positivo dell’attività di ricerca e di
sviluppo, favorendo la creazione di centri di ricerca specifica “sul campo”, di poli
tecnologici, di laboratori, incubatori e reti di imprese (mettendo a disposizione
idonei strumenti operativi e realizzando/potenziando attività di servizio per
sostenere i processi, e anche introducendo, per quanto di competenza, forme di
incentivazione degli investimenti privati destinati alla formazione e alla ricerca),
in grado di stimolare il trasferimento delle tecnologie innovative dall’ambito della
ricerca al settore produttivo e dei servizi, di incentivare la loro acquisizione, di
creare piattaforme tecnologiche.
Questi processi di ammodernamento dovranno necessariamente realizzarsi nei
luoghi maggiormente deputati ad accogliere servizi avanzati per le persone e
per le imprese, sollecitando il recupero e la riqualificazione dell’ambiente fisico
nel sistema urbano, all’interno di una progettazione integrata complementare e
sinergica e in un’ottica di sviluppo territoriale sostenibile, dove la promozione di
modelli di produzione compatibili, tramite progetti di qualificazione delle risorse
86
endogene che mirino a interconnettere le diverse filiere produttive del contesto
locale, si connetta ai contenuti ed ai fabbisogni economici e sociali e ad interventi
per la valorizzazione sostenibile delle aree di particolare pregio naturale, culturale
e artistico (tutela dei paesaggi tipici, promozione dei prodotti tipici, valorizzazione
della cultura e delle tradizioni locali, ecoturismo e turismo sostenibile, etc.).
Torna, quindi, di nuovo centrale il ruolo della città che ha subito negli anni
profonde trasformazioni: all’evoluzione demografica si è accompagnata una
evoluzione urbanistica, rivolta ad un processo di cambiamento e concentrazione
di funzioni urbane - centri commerciali e ricreativi, spazi per il tempo liberodestinati ad ampliare il bacino di utenza al di fuori degli spazi cittadini. La
dimensione della città è tuttavia tale da impedire l’emergere di una vera e propria
area metropolitana; tuttavia le significative relazioni che intercorrono tra le diverse
zone della città consentono di individuare potenziali reti di quartieri e territori
funzionalmente integrate. Affinché ciò accada è necessario che tra i diversi
nodi della potenziale rete vi siano relazioni di una certa entità che oggi in parte
esistono, ma vanno certamente rafforzate, attraverso soprattutto il potenziamento
delle infrastrutture di comunicazione.
26.3.2 – Il commercio
Come appena detto, l’industria manifatturiera viareggina risulta caratterizzata
dalle attività del comparto della cantieristica da diporto, che concentrano nel
loro insieme più di un terzo delle imprese manifatturiere (il 5% del totale delle
imprese) e quasi il 60% dell’occupazione industriale totale (più del 18% sul totale
degli addetti).
Un ulteriore 10% di addetti (e il 17,5% delle imprese) è attivo nel settore delle
costruzioni.
Il sistema produttivo comunale appare, invece, relativamente sottodimensionato
in alcune attività che producono importanti servizi alle imprese (servizi
professionali, informatica), mentre rilevantissimo è il peso delle attività
commerciali (il 30% delle imprese totali e il 22% del totale degli addetti) e di
quelle legate al turismo (l’8,5% delle imprese totali e il 12% del totale degli
87
addetti)
Anche nel terziario tendono a modificarsi alcune tradizionali specializzazioni
a favore di altre (credito, intermediazione finanziaria e immobiliare), mentre si
conferma l’elevata specializzazione nel commercio, alberghi e pubblici esercizi.
Per quanto concerne il commercio, negli ultimi anni anche a Viareggio sono
stati subiti gli effetti della modesta crescita dei consumi che ha caratterizzato
l’andamento economico nazionale, accompagnati da un ulteriore riduzione
del commercio di vicinato, con rischi di tenuta dell’intero tessuto commerciali
e di chiusura per numerose imprese. Secondo i dati più recenti del Registro
delle imprese della locale C.C.I.A.A., in un solo semestre (il primo 2008)
hanno cessato 85 imprese commerciali (il 4% del totale), con una diminuzione
sensibile di addetti. Questa scenario, manifestatasi negli ultimi anni, contrasta
con l’andamento del periodo 2001/2005; in quegli anni, infatti, il commercio
viareggino, pur accusando i contraccolpi della profonda trasformazione del
panorama distributivo che interessava l’intera regione a partire dall’ultimo
decennio del secolo scorso, aveva manifestato una capacità di reazione e di
adattamento superiori alla media. Le grandi strutture di vendita in Versilia, stabili
come numero di esercizi, avevano ampliato molto la superficie di vendita, sia
nel settore alimentare che nel no-food. Nel resto della Versilia, quest’impennata
non era rimasta priva di conseguenze nel comparto del piccolo commercio di
vicinato, determinando una brusca riduzione del loro numero, delle superfici di
vendita, degli addetti, specie nell’alimentare; a Viareggio, invece, il commercio
di vicinato era riuscito a mantenere ferme le sue dimensioni, senza significativi
spostamenti e redistribuzioni fra il settore alimentare e quello no-food. Dal
2006, al contrario, la situazione è profondamente mutata, e i dati sopra riportati
riferiti al primo semestre 2008 illustrano di per loro la pesantezza del quadro.
Sicuramente le ragioni prime di questo mutamento sono da imputarsi a fattori
esogeni, di carattere nazionale ed internazionale (gli esiti della crisi economica;
l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime; la stagnazione
salariale; l’aumento dell’esposizione debitoria degli individui e delle famiglie;
la riduzione della quantità di reddito a disposizione per le spese ed i consumi;
88
etc.), il cui effetto combinato ha determinato una minore disponibilità di spesa
e una contrazione della domanda e dei consumi in generale; accanto a questi,
comunque, emergono limiti ben precisi di carattere cittadino che rimandano
alle scelte dell’Amministrazione locale: la mancata realizzazione di un progetto
integrato turismo-commercio; l’inadeguato sviluppo di centri commerciali
naturali; l’inesistenza di piani di indirizzo commerciale; la scarsa valorizzazione
dei mercati cittadini; i ritardi nell’attuazione e nella realizzazione di piani
urbanistici particolareggiati per le zone a maggiore vocazione commerciale; la
fatiscenza delle strutture del commercio ambulante; l’aumento dei costi degli
affitti dei fondi commerciali; il mancato sviluppo di reti di esercizi di vicinato;
un’inadeguata dotazione infrastrutturale di parcheggi in prossimità delle aree
commerciali; carenze nel sistema di trasporto pubblico e in quello scambiatore;
il mancato ampliamento delle aree pedonali e i limiti della rete di piste ciclabili;
più in generale, l’assenza di un progetto, organico e complessivo, di cura
e abbellimento della città, di pulizia quotidiana, del rifacimento di strade e
marciapiedi, di valorizzazione dell’ambiente e del verde pubblico.
26.3.3 – Il turismo
Nell’ultimo decennio, l’offerta turistica regionale è stata interessata da un
processo
di riqualificazione (aumento della dimensione delle strutture alberghiere in termini
di numero di posti letto, incremento delle strutture extra-alberghiere, significativo
sviluppo dell’agriturismo) anche se le dimensioni medie delle tipologie ricettive
che si situano nelle alte categorie sono significativamente inferiori a quelle del
Centro e dell’intero Paese. Nonostante tale fenomeno positivo, non si registra
un robusto dinamismo economico del comparto. Negli ultimi anni, infatti, le
presenze turistiche subiscono un andamento altalenante (dopo un biennio – 2005
e 2006 – di crescita sostenuta, nel 2007 la Toscana attenua di molto il ritmo della
sua corsa, riuscendo, comunque, a capitalizzare un piccolo incremento delle
presenze turistiche complessive), impattando conseguentemente sul valore
aggiunto prodotto nel
89
settore. Peraltro, le dinamiche di breve periodo debbono essere lette alla luce
di quanto occorso negli anni precedenti, e senza dimenticare i vari elementi di
preoccupazione che affliggono in modo strutturale – sia pure in misura minore
rispetto ad altre realtà – il sistema turistico della regione, e i possibili effetti di
un peggioramento del quadro macro-economico , i cui esiti combinati possono
determinare una perdita di competitività, almeno nei confronti di alcuni target.
Su questo fronte, Viareggio, al contrario, ha recuperato e superato nel 2007 le
presenze e gli arrivi del 2000, anche se con una diminuzione della durata dei
giorni di permanenza ed il calo, oramai quasi strutturale, nel segmento della
ricettività secondaria. Tuttavia, permangono - e per certi versi si accentuano
– una serie di difficoltà strutturali, a partire dal fenomeno dell’accentuata
stagionalità (circa i ¾ dei flussi totali, sia in termine di presenze che di arrivi,
si concentra nel periodo estivo), del rapporto qualità-prezzo delle prestazioni,
dell’offerta di servizi diversi e aggiuntivi rispetto al turismo balneare. Negli ultimi
anni, la domanda turistica si è sensibilmente modificata: le maggiori facilità di
spostamento; la maggiore quantità di informazioni e conoscenze disponibili, la
possibilità di effettuare con facilità paragoni e comparazioni fra più destinazioni,
l’emergere di forme di turismo “alternativo” (naturalistico, eno-gastronomico,
sportivo, congressuale, etc.), un atteggiamento più maturo e selettivo nelle
scelte di consumo, la particolare attenzione prestata alla qualità, etc. delineano
una domanda turistica qualitativamente diversa rispetto al passato, molto
elastica, in continuo cambiamento, afferente di nuovi bisogni, che impone un
ripensamento complessivo, strategico, dell’offerta turistica cittadina e un progetto
complessivo di sviluppo e qualificazione. Ciò appare particolarmente evidente
sia considerando che il comparto del turismo, a Viareggio, è strettamente
legato al patrimonio naturale ed ambientale, sia perché rappresenta, oltre
che un fondamentale fattore dell’economia, anche un importante canale di
apertura internazionale. Bisogna prendere atto, comunque, che il turismo
balneare tradizionale è un segmento in difficoltà e che è necessario innovare
e qualificare l’offerta, agevolando lo sviluppo di nuovi segmenti emergenti o
in espansione (turismo nautico, eno-gastronomico, del benessere, culturale,
90
congressuale) e, nel contempo, valorizzando e tutelando lo stretto legame con il
patrimonio naturale ed ambientale in un’ottica di turismo sostenibile. Dovranno
essere implementate azioni di promozione turistica e marketing territoriale
(comarketing tra turismo ed altre attività presenti sul territorio), in modo da
innescare un processo virtuoso tendente ad una diversificazione e qualificazione
della ricettività, all’adozione di appropriate politiche di prezzo, all’attrazione
di flussi anche in bassa stagione, all’attivazione di servizi diversificati e
qualificati, all’affermarsi di un’immagine integrata fra destinazione e prodotto,
alla realizzazione di maggiori opportunità per una vacanza attiva, all’attivazione
di reti formalizzate di cooperazione tra i diversi operatori (ricettività e servizi
all’utenza). In questo ambito, una riflessione particolare è sicuramente quello
riferita al turismo congressuale, concentrato soprattutto nel periodo tra l’autunno
e la primavera (con punte in ottobre ed aprile) e caratterizzato dalla presenza di
soggetti con reddito e cultura medio-alta, attenti alle novità in termini di servizi
e qualità ambientale, con una capacità di spesa più elevata del turista medio,
con esigenze maggiori in termini di servizi e tecnologie di comunicazione più
avanzate. Un turismo, quindi, che ha caratteristiche particolari che vanno
sviluppate in un’ottica di sistema integrato di offerta di servizi congressuali a
livello di costa, con possibilità di promuovere pacchetti differenziati interessanti
per target diversi di utenza. Più in generale, la valorizzazione delle varie
tipologie di turismo presenti nel territorio deve necessariamente diventare una
convinzione strategica e realizzarsi attraverso una forte integrazione del sistema
di offerta di tutte le componenti produttive esistenti. Il ruolo dell’Ente locale
diviene essenziale e gli interventi messi in campo in questo settore fondamentali
per orientare positivamente la crescita e lo sviluppo dell’intera città. Le priorità
da perseguire sono: approntare un progetto organico e integrato di sviluppo e
riqualificazione turistica; porre in essere tutte le iniziative volte ad incrementare
l’attrattività del territorio, potenziare e/o realizzare le infrastrutture necessarie,
favorire il recupero ed il risanamento delle strutture ricettive, implementare
la diversificazione dell’offerta turistica, valorizzare l’integrazione fra territorio,
aziende, città, rilanciare l’immagine di Viareggio come luogo del divertimento e
91
dell’intrattenimento, durante tutto l’anno.
26.3.4 – Le attività agricole
Una sommaria analisi merita, infine, il mondo agricolo-rurale. Secondo i dati più
recenti del Registro delle imprese presso la C.C.I.A.A. di Lucca, sul territorio
del Comune di Viareggio operano più di 250 aziende agricole (con un totale di
450 addetti), di cui i ¾ florovivaistiche. Si tratta, nel complesso, di una realtà
importante, anche se molto frammentata e con microdimensionamenti di impresa,
che va supportata attraverso l’azione collettiva e la cooperazione tra i diversi
soggetti operanti sul territorio, sia incoraggiando gli interventi di promozione e
valorizzazione dei prodotti di qualità ed incentivando l’attività del distretto floricolo;
sia stimolando il ricambio generazionale con misure specifiche a sostegno
dei giovani imprenditori (finanziamenti, snellimento pratiche amministrativo/
burocratiche, servizi vari) e favorendo la multifunzionalità col dare la possibilità
di diversificare le attività aziendali (per es., l’agriturismo). In questa logica appare
fondamentale, inoltre, che i piani urbanistici contengano adeguate norme di
salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e delle strutture agrarie, cercando
soprattutto di agevolare lo sviluppo degli insediamenti agricoli ed evitando
fenomeni di urbanizzazione “selvaggia” a scapito delle aree agricole esistenti. Si
tratta, in sintesi, di riconoscere concretamente il ruolo e l’importanza del mondo
rurale, anche nel contributo da esso apportato nel miglioramento della qualità
della vita della collettività e nella salvaguardia delle risorse primarie (alimenti,
aria, acqua), del paesaggio e della stabilità idrogeologica.
92
Figura 1 - Localizzazione dei poco istruiti
Figura 2 - Localizzazione dei disoccupati in cerca
di nuova occupazione
Figura 3 - Localizzazione degli anziani
Figura 4 - Localizzazione degli adetti nel terziario avanzato
Figura 5 - Localizzazione degli adetti di sesso maschile
Figura 6 - Localizzazione della popolazione 0-3 anni
27. PERIMETRAZIONE DEL PIUSS
27.1 Descrizione territoriale dell’unità territoriale di intervento sulla base degli
indicatori previsti dalla procedura PIUSS
L’area urbana delimitata ai fini della candidatura al PIUSS rappresenta circa il
16, 5% del territorio comunale. In particolare, come si può vedere dalla tab. 1,
la zonizzazione per il PIUSS coinvolge principalmente il territorio delle Utoe
“Cittadella del Carnevale”, “Città giardino”, “Città storica”, “Passeggiata”, “Porto
Darsena”, “Varignano” e “Migliarina-Terminetto”. Il perimetro dell’area PIUSS non
sempre si sovrappone a quello delle singole sezioni censuarie (unità di analisi
utilizzata per l’elaborazione dei dati), di conseguenza i valori degli indicatori sono
da riferirsi all’intera area delle sezioni che totalmente o parzialmente sono incluse
nel perimetro.
Tab. 1 – Superficie dell’area PIUSS per Utoe (valori %)
Utoe
Città storica
Porto darsena
Passeggiata
Pineta di ponente
Varignano
Migliarina -
Zona non PIUSS
0,41
0,97
0,87
0,00
2,36
Zona PIUSS
26,03
21,96
13,16
12 28
11,05
Totale
4,44
4,27
2,80
1,93
3,73
terminetto
Cittadella del
6,31
5,31
6,15
carnevale
Città giardino
Marco polo
Campo d’aviazione
Comparini
Bicchio
Sistema territoriale
0,45
0,31
2,83
2,87
3,26
1,20
4,27
3,93
2,02
0,00
0,00
0,00
1,05
0,88
2,70
2,42
2,75
1,01
Lago
Sistema agricolo
8,06
0,00
6,79
(sottosistema a)
10,34
0,00
8,72
urbano di Torre del
99
Sistema agricolo
(sottosistema b)
Altro
Totale
25,74
34, 02
100, 00
0, 00
0, 00
100, 00
21, 70
28, 67
100, 00
Fonte: Comune di Viareggio
Si tratta di un’area densamente popolata, sia per quanto riguarda il numero di
abitanti residenti per ettaro (39, 75), sia se consideriamo il numero di addetti
per ettaro (31, 15). Il dato sulla densità insediativa (cfr. Tabella 2) indica che in
quest’area più di un quinto del territorio è costituito da edifici, mentre quello sulla
dotazione di servizi indica che l’area destinata a soddisfare gli interessi pubblici e
generali della collettività di cui ogni cittadino fruisce è in media pari a 13, 61 mq.
Si tratta dei servizi di quartiere (che comprendono le attrezzature per l’istruzione
inferiore, le attrezzature collettive, pubbliche e private di uso pubblico e religioso,
i parcheggi e il verde di quartiere) nonché di quelli urbani (che comprendono le
attrezzature per l’istruzione superiore, le attrezzature ospedaliere e sanitarie, i
parchi urbani e territoriali e le strutture per lo sport e per lo spettacolo).
Per quanto in modo approssimativo e parziale questo indicatore dà
un’indicazione del grado di soddisfazione dei bisogni sociali collettivi espressi
dalla città e permette di valutare l’effettiva distribuzione sul territorio di tale
dotazione, in ragione del carico di residenti presente nell’area urbana. Gli
interventi previsti dal PIUSS incidendo positivamente su tale dotazione
produrranno di conseguenza un aumento dell’indicatore.
Tab. 2 – Indicatori obbligatori e facoltativi richiesti dal Masterplan
Indicatori
Densità popolazione residente
Densità insediativa
Densità addetti
Dotazione di servizi
Localizzazione degli anziani
Localizzazione degli addetti nel terziario
avanzato
100
Valori
39, 75
22, 07
31, 15
13, 61
755, 74
580, 40
Localizzazione dei disoccupati in cerca
di nuova occupazione
Localizzazione della popolazione 0-3
51, 45
-300, 84
anni
Localizzazione dei poco istruiti
-425, 38
Localizzazione addetti di sesso maschile -536, 70
Fonti: Comune di Viareggio – Censimento della popolazione e delle abitazioni,
e dell’industria e dei servizi 2001; Basi territoriali Censimenti 2001; Rilevazione
mensile del movimento e calcolo della popolazione residente (giugno 2008)
Viareggio Patrimonio s. r. l. – Sistema Informativo Territoriale
L’area PIUSS si caratterizza per una tendenza all’invecchiamento
della popolazione. In quest’area si concentra infatti il 36, 38% degli
ultrasessantaquattrenni residenti nel comune, mentre la quota di persone di età
inferiore a 65 anni è pari al 28, 82%. Una situazione ribaltata si riscontra per i
bambini: quelli che vivono nell’area PIUSS rappresentano il 27, 67% del totale
comunale, a fronte del 30, 68% dei residenti con età superiore ai tre anni.
Il rafforzamento della dotazione di servizi nell’area PIUSS, soprattutto degli asili
nido, da un lato, e la riqualificazione dell’area portuale, dall’altro, sono elementi
della strategia di intervento in grado di influire su questa tendenza demografica
e residenziale, invertendola in virtù di una mobilità residenziale di abitanti più
giovani.
Ciò può essere favorito anche dal fatto che nell’area PIUSS sono diffuse,
in termini relativi, le abitazioni non occupate: secondo il Censimento della
popolazione del 2001 queste ammontavano al 31, 81% delle abitazioni presenti
nell’area, mentre nella restante parte del comune la percentuale era di dieci punti
inferiore.
L’area PIUSS si differenzia poco dal resto del comune per quanto riguarda
la presenza di persone che cercano una nuova occupazione. La differenza
tra la quota di disoccupati e quella di occupati residenti nell’area, rispetto ai
corrispondenti totali comunali, è inferiore all’1%, segno che nel territorio le
101
dinamiche economiche che riguardano il mercato del lavoro non insistono in
modo specifico su zone delimitate e che l’esclusione lavorativa non si manifesta
come segregazione residenziale. Questo è di per sé un dato positivo e si ritiene
che gli interventi previsti dal PIUSS andranno nella direzione di attenuare questa
lieve differenza.
Differenze più marcate le riscontriamo sul piano del capitale umano presente
nell’area, dato che in questa tendono a localizzarsi residenti con titoli di studio
medio-alti (diploma o laurea).
Si osserva inoltre che, se da una parte chi lavora in quest’area tende ad essere
occupato in settori del terziario avanzato (capitale umano che esprime quindi
capacità coerenti agli obiettivi del PIUSS), dall’altra si rileva una tendenza alla
femminilizzazione delle occupazioni in qualifiche medio-basse, un fenomeno da
contrastare. La lettura della strategia di intervento del PIUSS evidenzia tuttavia
come l’ampio e qualificato partenariato abbia chiaramente rilevato e incluso negli
interventi un serie di azioni tese a modificare questo fenomeno.
Per meglio cogliere la configurazione di alcuni fenomeni sociali al livello di
unità territoriali urbane - le sezioni di censimento del Comune di Viareggio presentiamo di seguito sei mappe. Per la loro costruzione abbiamo usato il
differenziale di localizzazione, già applicato nella costruzione degli indicatori di
localizzazione previsti dal Disciplinare. Le mappe rappresentano la tendenza
degli isolati, quartieri, gruppi di strade (in ogni caso blocchi o singole sezioni di
censimento), ad attrarre o a respingere residenti con particolari caratteristiche.
Le dimensioni rappresentate nelle mappe mostrano le tendenze localizzative dei
residenti anziani, bambini, addetti al terziario avanzato, poco istruiti, addetti e
persone in cerca di nuova occupazione.
Le mappe mostrano dunque alcune delle caratteristiche delle varie parti del
tessuto urbano e, all’interno di questo, evidenziano le differenze tra l’area PIUSS
e il resto della Città, che abbiamo descritto in precedenza commentando gli
indici. Le sezioni di censimento sono classificate come ad alta, media, bassa,
esclusione oppure attrazione dei residenti.
102
28. LA PRIMA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE PORTUALE
28.1 Le città più dinamiche del futuro prossimo saranno sempre più gateway cities,
città porta/porto con l’ambizione, le capacità e le risorse di essere connesse al
network di città-nodo. Città creative e creatici, ambiziose protagoniste del “secolo
urbano”, in cui megalopoli e città, micropoli e conurbazioni competeranno sempre
meno per dimensione demografica o spaziale e sempre più per ruolo, capacità di
commutazione e connettività. In questi anni si è sviluppata una vasta bibliografia
e si sono concretizzati esempi di trasformazione urbana che hanno avuto nel
termine Water-Front un paragdima comune. Sono diverse e molteplici le città che
tramite una progettualità basata sul ridisegno urbano del porto hanno tentato o
praticato processi di rigenerazione urbana. Esempi di progettualità che a partire
dal porto o dalle aree portuali hanno cercato di innescare “una scintilla di
rigenerazione urbana”. La proposta che abbiamo elaborato cerca di superare
alcune ambiguità presenti in questa categoria progettuale: in primo luogo non
pensando il water-front come un’ “area chiusa” o una “linea”, ma “una rete di
luoghi, di funzioni, di innesti e ricuciture” fra la linea del mare e la città “tra il porto
e le attività urbane”. Il water-front che perde il suo significato di nodo locale, ma
si trasforma e si ridefinisce come “incrocio di fasci infrastrutturali (marini e
terrestri) che lo attraversano, che lo alimentano: nodo di una rete sempre più
planetaria di energie relazionali” “ma non solo nodo, è soprattutto un luogo
formato dall’intersezione di usi, di funzioni, di flussi: sintesi di spazio e di
comunità. Da queste esperienze nasce il tentativo di spingere le progettualità
addirittura ad un capovolgimento della stessa concezione di linea, di prospetto e
di stessa visione bidimensionale. Il percorso diventa il punto di vista principale. I
percorsi diventano gli elementi portanti della percezione dello spazio urbano, sia
esso destinato alle funzioni urbane proprie, o a quello della produzione, o del
commercio, o dello svago e del piacere. In questo susseguirsi di intrecci di
percorsi, di visioni, di prospettive, di forme urbane che si susseguono, il processo
di rigenerazione urbana trova nell’intervento diffuso, nel potenziamento delle
possibilità presenti, nel vasto ventaglio di opportunità l’elemento caratterizzante
l’esperienza progettuale. La progettazione integrata “non è solo storia e non è
103
la Porta Nord
N.
operazione
37
AZIONE 8
la SCACCHIER
Denominazione dell’intervento
N.
operazione
Arredo Cittadella del Carnevale
Denominazione d
4
Realizzazione Chioschi Piazza Ca
11
Pubblica Illuminazione via Cavallotti,
12
Pannelli e Punti Informativi
13
Banca Dati Settore Florovivaistico
16
Residenza per Anziani
17
Casa Riposo Anziani
18
Centro diurno malati di Parkinson
19
Comunità a dimensione familiare
20
Centro Interculturale “La Torre di B
21
Comunità a dimensione familiare min
22
Comunità a dimensione familiare min
23
“Insieme Per..” Centro Auser
29
Mercato Coperto di Piazza Cavou
35
Completamento Atelier d’Arte Mod
36
Sistema Multimediale Viareggio M
39
Restauro Villa Argentina
AZIONE 3
il CENTRO CONGRESSI
8 > la Porta Nord
3 > il Centro Congressi
2 > la Passeggiata
N.
operazione
6 > la Scacchiera
5 > il Cuore Antico
Denominazione dell’intervento
8
Area Fieristico Espositiva Principe di Piemonte
9
Sistemazione di Piazza Puccini
14
Un Nuovo Centro Congressi
33
Villa Puccini
7 > il Canale Burlamacca
la PASSEGGIATA
N.
operazione
7
1 > il Porto e la Darsena
104
AZION
Denominazione dell’intervento
Centro Commerciale Naturale PASSEGGIATA
10
Pubblica Illuminazione via Modena, P.zza Pacini e Pea, vi
12
Pannelli e Punti Informativi
32
Teatro Eden
38
Istituto Matteucci _Allestimento Sede Promozion
e Realizzazione Programma Culturale
AZIONE 6
RA
dell’intervento
avour
Matteotti, san Francesco
o
AZIONE 5
il CUORE ANTICO
N.
operazione
1
3
7
Denominazione dell’intervento
AZIONE 7
il canale BURLAMACCA
N.
operazione
Denominazione dell’intervento
Centro Polivalente “Arengo”
Scuola dei Comuni Toscani
5
Percorso Turistico Canale Burlamacca
Centro Commerciale Naturale Passeggiata (via Garibaldi)
6
Rigenerazione Urbana Canale Burlamacca
34
Osservatorio della Città (Scuola Superiore S.Anna)
24
La Cultura del Confronto - Croce Verde
28
Nido d’Infanzia via delle Catene
30
Restauro Conservativo Torre Matilde
31
Sistemazione Piazza Santa Maria
n
minori 6-18 anni
Babele”
nori 0-3 anni “F.Colzi”
nori 0-3 anni “S.Ricci”
ur
derna GAMC
Musei
AZIONE 1
il PORTO e la DARSENA
N.
operazione
Denominazione dell’intervento
2
Realizzazione Polo Tecnologico - Distretto della Nautica
12
Pannelli e Punti Informativi
15
Valorizzazione Ambiente Dunale
25
Capannone: Laboratorio delle Differenze
26
Asilo Nido e Giardino “Lungo Canale Est”
27
Parco gioco dei diritti (Università di Firenze)
NE 2
ia Andolfini
ne
105
solo futuro, ma è sintesi feconda di storia e prospettive: è un luogo in cui la
sapiente conoscenza storica alimenta le visioni per il futuro, e in cui l’ambizione
delle strategie produce un’efficace interpretazione del passato”. La
riqualificazione portuale è l’obiettivo che soggiace a tutti gli atti di pianificazione e
programmazione che riguardano quest’area. La regione toscana con il PIT
riserva al porto di Viareggio un ruolo centrale e di primaria importanza nel quadro
infrastrutturale. Nell’appendice I del Master Plan dei Porti (MPP) -Disciplina la
Regione ricorda che “Per garantire la qualità degli interventi in aree portuali sotto
il profilo dell’accessibilità e dell’organizzazione funzionale e degli spazi, è
necessario che gli ambiti urbani e portuali siano concepiti come un’unica struttura
complessa da valorizzare attraverso progetti capaci di affrontare in maniera
integrata gli aspetti formali e funzionali della relazione città-porto. (MPP disciplina
pag. 236). Con l’approvazione del MPP allegato del PIT della Regione Toscana,
è stato evidenziato come il comparto della nautica rappresenti una delle
particolari risorse economiche regionali. “In Toscana il 9% del Pil è costituito
dall’economia del mare fra cui il diportismo. L’occupazione cresce di 1 addetto
ogni 5-6 posti barca. Questo dipende dalla lunghezza e dall’importanza delle
barche. “ (pag. 39 Master Plan dei Porti). L’azione trainante della cantieristica
viene evidenziata per l’intera Regione, e soprattutto per aree come quella di
Viareggio, la forza attrattiva e di produzione di un largo indotto è un dato di
grande evidenza. Il MPP sottolinea questa tendenza economica “integrata”
sostenendo che “è forte l’occupazione e il reddito che cresce per ristoranti,
alberghi, visite turistiche, negozi commerciali di forniture nautiche, riparazioni,
rimessaggi etc. Il tutto rispettando il più possibile il prezioso ambiente della
Toscana. In sostanza il business del diporto che abbraccia anche i cantieri che
producono le barche, quelli che le riparano, i rimessaggi etc sono una grande
fonte di reddito per la Regione. Riparazioni e ripristini possono costituire business
autonomi rispetto alla produzione ma sono spesso legati ai cantieri produttori sia
di grandi che di piccole dimensioni compresi quelli che producono barche da
pesca. ”(pag 39 del MPP). La caratteristica della organizzazione industriale del
“comparto cantieristica” è ripresa dal MPP che rileva come “ In tutti i paesi del
106
Laboratorio delle
differenze
Punto info
“la Pesa”
Museo della
Marineria
Polo Tecnologico
Nido infanzia
via Virgilio
Nido infanzia
Lungo Canale Est
Naturalizzazione
sistema dunale
Azione 1: le operazioni nell’area Porto e Darsena
Il Polo Tecnologico del comparto Nautica
107
mondo troviamo la presenza di diversi grandi cantieri che tendono ad una
concentrazione sempre maggiore: anche in Italia i cantieri dominanti sono solo
due: Azimut-Benetti e Ferretti ambedue presenti a Viareggio. La competitività fra
i grandi in Italia e all’estero è altissima in una lotta commerciale e tecnologica
acerrima sia per la conquista del mercato nazionale che internazionale. I grandi
cantieri tendono ad essere sempre più concentrati e ad assorbire i piccoli. Ma la
presenza dei numerosi piccoli cantieri come delle numerose imprese di
accessoristi che forniscono beni e servizi è determinante per lo sviluppo della
nautica nel suo insieme.” (MPP pag. 40). Questa specifica organizzazione del
comparto cantieristica può diventare una vera e propria risorsa, in special mondo
in fasi di crisi come l’attuale. Giustamente il MPP della Regione Toscana
evidenzia come “La nautica (ed anche i grandi cantieri) per svilupparsi ha
bisogno di quell’humus culturale che è garantito solo dalla presenza capillare
sulle coste del mare, dei laghi e dei fiumi dei numerosissimi accessoristi e piccoli
cantieri di costruzione, riparazione e rimessaggio che da una parte mantengono
una cultura, un modo di vitalizzare e supportare il settore, di renderlo ‘friendly’
agli utenti con la loro presenza, dall’altra sono informati circa le nuove tecnologie
inserite nelle barche, offrono servizi, fanno da supporto informativo, costituiscono
una presenza ed un punto di riferimento.” (MPP, pag. 40). Il MPP prosegue
indicando le priorità da parte della Regione Toscana come quello di “supportare
nei modi opportuni i piccoli cantieri come gli accessoristi che, ricordiamolo,
forniscono anche i porti da diporto, le singole barche, i gommoni, i grandi e piccoli
produttori di barche italiani ed esteri e, infine, i superyachts”. Questa indicazione
programmatica è stata la linea sulla quale il Comune di Viareggio, insieme alla
Provincia di Lucca, la Regione Toscana e la Capitaneria di porto di Viareggio, dal
2001, hanno dato vita ad un percorso amministrativo che si è concluso con il
nuovo PRP di Viareggio. L’insieme delle iniziative e delle “opportunità” ivi
presenti rappresentano la risposta alle questione evidenziate dal MPP. Ancora la
Regione Toscana ritiene che “I superyachts sono la maggiore produzione italiana
e vedono in Toscana un polo di eccellenza a Viareggio. Per la cantieristica da
diporto in generale una notevole parte delle innovazioni e del know-how nasce
108
dai megayacht, che necessariamente devono porsi ai massimi livelli. La
produzione di megayacht conferisce prestigio anche alle altre barche costruite
nello stesso paese.” (MPP pag 40). La presenza di questo effetto plurimo e di
scambio di informazione, di produzione di qualità fanno di Viareggio, e soprattutto
dell’area della Darsena un territorio di eccellenza. Un territorio che comunque
richiede sostegno. Un sostegno che deve risultare appropriato e utile alle
caratteristiche della cantieristica viareggina. Se da una parte anche il MPP
riconosce la “ forte la ricaduta tecnologica che i megayacht alimentano anche
per tutta l’industria dalle navi e delle barche: dai materiali di avanguardia ai
metodi per l’insonorizzazione e contro il rollio etc. . (Fonte, 2005, Struttura e
problemi dei cantieri commerciali e da diporto, Angeli). Il problema che si pone è
quale tipo di “Polo Tecnologico” serve a questa complessa realtà, ed non
secondariamente, il ruolo dell’azione degli enti pubblici. Alcune indicazioni del
MPP della Regione Toscana risultano ancora di particolare rilevanza, e devono
essere recepite nella progettazione di questa operazione. In particolare il MPP si
sofferma nella necessità di assicurare la presenza di “moltiplicatori della
produzione e dell’occupazione (che) per questo settore sono particolarmente
significativi ed i più alti in assoluto tra quelli dei vari comparti dell’attività
marittima. E’ fondamentale far sì che le barche prodotte in Italia vengano
utilizzate in Italia. E’ poi fondamentale, cioè, che il ‘consumo’ di barche in Italia
cresca, mentre ancora lo si considera troppo un consumo di lusso anche per
piccole barche o per le barche da pesca che in tutto il mondo sono usate spesso
dalle famiglie aumentando la confidenza e l’uso’ del mare da parte della
popolazione. In sostanza conviene incentivare al massimo l’amore per la barca,
la sua produzione, il suo uso, occorre che sia incentivato il turismo nautico ed in
particolare i turisti esteri perché sono fonte di forti guadagni (MPP pag. 41). In
altre parole il MPP invita ad una progettazione urbanistica che superi il classico
sistema di “zooning” o “di aree specialistiche”, stimolando “l’integrazione” anche a
livello di funzioni, di servizi, per garantire una pluralità di risposte e di opportunità.
Le preziose indicazioni del MPP riprendono anche le caratteristiche che i Porti
Regionali come quello di Viareggio devono avere, ovvero “disporre di:
109
• disponibilità di porti, approdi e posti barca;
• servizi;
• una natura attraente, parchi marini, santuari, isole ben attrezzate;
• una viabilità che agevoli l’uso dei porti da diporto senza interferenze con
le cittadine ove sono ubicati ma che, in egual misura, agevoli l’accesso ad
alberghi, luoghi di svago e di acquisti di alto livello” (MPP pag 41).
I porti turistici si inseriscono nell’economia della costa ognuno con “sfaccettature”
e “varietà di imprese”. In questa articolazione territoriale ed economica la
Regione Toscana tramite il MPP riconosce nel porto di Viareggio “un solo porto
da diporto, un tempo dedicato alla pesca e ai commerci, ora in gran parte al
servizio dei megayachts che sono costruiti sulle sue sponde o lì vengono
varati” (MPP pag. 132). Il MPP ribadisce il ruolo di centralità e attrazione
dell’infrastruttura portuale a cui viene riconosciuta una valenza regionale ed
interregionale. Lo stesso MPP afferma che “Viareggio è caratterizzata da cantieri
per la produzione di megayacht famosi in tutto il mondo. Viareggio lavora sia
per costruire gli yachts che per ripararli, ripristinarli, fare lavori di rimessaggio
ogni anno e perciò ha bisogno di spazi anche in porto. Per i megayacht il lavoro
annuale di refitting è stimato valere circa il 7% del valore della barca. Il mercato
per quanto riguarda le barche da 24 metri in su è, mondialmente, relativamente
ristretto e la stampa specializzata ed in particolare quella statunitense riconosce
Viareggio come fosse un marchio. Poiché il grande yacht è un prodotto di
assemblaggio sono conosciutissimi anche i produttori di accessori viareggini e
molti di loro hanno un export anche del 100%. ” (MPP pag 132). Inoltre il MPP
a proposito del porto di Viareggio riconosce come “ la presenza di un porto abbia
nel tempo sviluppato business straordinari come quello di Viareggio. Non tutti
i porti possono, naturalmente, arrivare a tanto, ma è evidente che la stessa
presenza di un porto da diporto magnetizza una rete di attività che favoriscono
ricchezza ed occupazione. ”. (MPP pag 133). L’allegato 5 del PIT, Master Plan
dei Porti – Disciplina, e più precisamente all’art.2.1 individua i porti di interesse
regionale e interregionale quali “Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo
Stefano (Valle), Porto Azzurro, Giglio”. Mentre all’art. 3.1 attribuisce alla rete
110
dei porti toscani un ruolo centrale per l’organizzazione della mobilità di merci
e persone ed assume come obiettivo strategico lo sviluppo della piattaforma
logistica costiera come sistema economico multisettoriale, rete di realtà urbane
attrattive, poli infrastrutturali con funzioni di apertura internazionale verso il mare
e verso le grandi metropoli europee. Il citato Articolo 3 (Obiettivi strategici per la
portualità) sancisce “relativamente ai porti turistici” i seguenti obiettivi strategici:
a.
Qualificazione del sistema della portualità esistente al fine di creare una rete
fondata sulle piccole dimensioni a basso impatto ambientale, con un forte legame
con il livello locale attraverso il miglioramento dell’accessibilità e dotazione di
standard per il diporto al fine di raggiungere livelli qualitativi e di servizi definiti dal
presente piano per i porti e gli approdi turistici;
b. Sviluppo delle potenzialità e rilancio di alcuni porti turistici con un elevato
potenziale di eccellenza quali risorse capaci di presentare il sistema portuale
toscano attraverso la valorizzazione dei waterfront, l’integrazione città-mare e la
cantieristica;
c. Completamento della rete dei porti e approdi turistici al fine di garantire un
sistema di servizi per la nautica da diporto organicamente distribuito lungo la
costa toscana coerente con la filiera produttiva legata ai poli nautici toscani e
sostenibile per le risorse territoriali ed ambientali.
L’art 6 individua tra le azioni strategiche il mantenimento e la qualificazione
dei porti e approdi turistici esistenti. Infine nella parte relativa alla qualità
architettonica degli interventi, viene riconosciuta la necessità della “
valorizzazione del fronte portuale con interventi di interesse pubblico (terminal
marittimi, istituti di ricerca, hotel, centri congressi) capaci di rafforzare l’immagine
del porto per facilitarne l’attrattività;” (MPP Disciplina Appendice II pag 238).
Altre linee d’intervento richieste dalla regione Toscana riguardano il recupero e
l’integrazione del “fronte d’acqua urbano” con gli interventi di potenziamento delle
infrastrutture per il diporto nautico.
28.2 Il rapporto con la pesca. Il PR Portuale, conformemente alle indicazioni
contenute nel MPP della Regione Toscana, individua un’area da destinare
alla costruzione del nuovo Mercato Ittico. Questa nuova struttura dovrà
111
prender le funzioni dell’attuale struttura sovradimensionata per le esigenze del
comparto pesca. Dallo stesso MPP della Regione Toscana emergono preziose
indicazioni per tale struttura, (approvata con delibera GC di Viareggio e con
risorse della Regione Toscana). In particolare la necessità di valorizzare “la
pesca locale, che è strettamente legata al potenziamento e alla qualificazione
degli spazi presenti nei porti destinati a tale attività (posti barca e banchine
riservate) e alla dotazione di strutture e servizi di supporto alle operazioni di
carico, scarico, trattamento e conservazione del pescato.” (MPP pag. 44). Ma
la raccomandazione di maggior rilievo riguarda una nuova visione della stessa
attività di pesca. In particolare nel MPP si afferma che “La pesca è strumento
di attrattività turistica legato alla tradizione dei luoghi”(MPP pag. 44). Anche se
alcuni rischi possono insorgere nella scelta di rafforzamento di queste strutture
elevando livelli di conflittualità tra i diversi comparti produttivi. In ragione di
queste tensioni il MPP ritiene necessario che specifiche “ politiche regionali
in materia di pianificazione delle aree portuali dovranno pertanto integrarsi
fortemente con quelle dello sviluppo dell’attività di pesca al fine di coordinare ed
orientare la programmazione degli spazi a terra e a mare dei porti coniugando le
esigenze delle popolazioni locali dedite alla pesca senza pregiudicare l’attrattività
dei porti turistici. E tenendo presente che la pesca turismo e’ un fattore
importante del diporto gestito spesso dai pescatori stessi. ” (MPP pag. 44).
28.3 Il nuovo PRP del porto di Viareggio. Il nuovo PR Portuale rappresenta
l’articolazione degli obiettivi indicati nel MPP della Regione Toscana, in ragione
della diretta approvazione finale effettuata dal Consiglio Regionale Toscano
avvenuta in data 14/02/ 2007. Il Nuovo PRP contiene tra i suoi principali obiettivi
la riqualificazione dei luoghi di lavoro. Un processo che vede la realizzazione di
nuove strutture produttive corrispondenti alle nuove esigenze della lavorazione,
in stretto legame con la sicurezza nei luoghi di lavoro. (Per ulteriori infomazioni si
rimanda alla Scheda Porto di Viareggio Master Plan).
112
29. LA SECONDA AZIONE: IL PRIMO TRATTO DELLA PASSEGGIATA: L’INIZIO
DELLA CITTÀ BALNEARE
29.1 Ben prima del periodo Borbonico, Viareggio si offriva quale meta di villeggiature
per gran parte della nobiltà lucchese, che “nel mese di novembre, quando
cominciano i primi geli e le piogge purificano l’aria” si trasferiva qui per “godere
l’aria fresca di mare”, secondo le parole di George Christoph Martini riportate nel
suo Viaggio in Toscana (1725-1745). La testimonianza del pittore sassone è
preceduta di qualche anno da quella poco onorevole lasciata da Jean Baptiste
Labat, domenicano francese missionario nelle Antille, che nel viaggio via mare
verso Roma, superato il golfo della Spezia, Portovenere e la Palmaria, approda
“a Via Regia, altrimenti detta Via Regi, villaggio di venti o trenta case,
appartenente alla Repubblica di Lucca. È il solo porto di mare che ella abbia, se
si può chiamare porto l’imboccatura di due piccoli corsi d’acqua che si uniscono
insieme a un mezzo miglio al disopra del villaggio”. La città si offriva come un
piccolo insediamento che “giace a dieci miglia dalla città sulla riva del mare” e
insiste su di un terreno in buona parte “piatto e paludoso e poco coltivato, perciò
nei sei mesi d’estate l’aria è così poco salubre che vi restano quei pochi che
proprio non hanno dove andare, e speso vi perdono la salute e la vita”. Certo di
fronte a questo quadro sembrerebbe poco comprensibile il motivo per cui la città
ospitasse edifici di un certo valore “per lo più di proprietà delle famiglie lucchesi”,
che si recavano in questa località per villeggiare. Se non fosse solo per godere
del clima temperato e dell’aria di mare, sulla scorta delle indicazioni mediche che
imperversavano ormai in quasi tutta Europa, bisogna aggiungere che, fuori dalla
città di Lucca, non venivano rispettate le leggi suntuarie che obbligavano le
donne, al di sopra dei quindici anni, a vestirsi rigorosamente di nero e a non
portare gioielli. La scoperta di terre nuove come le marine, dove la villeggiatura
nel corso del Settecento si svolgeva tra l’autunno e l’inverno in alternanza con
quella in campagna e alle terme, alimenta tra l’altro la volontà di misurare
innovazioni linguistiche, in campo architettonico, con un ambito meno restrittivo di
quello cittadino. Così sulle marine cominciano a proliferare ville e palazzi
promossi da famiglie notabili lucchesi, come a Viareggio “le ville di Alessandro
113
Guinigi e Cesare Santini con giardini prospettanti il fosso [. . . ] il palazzo di
Teresa Gigli passato poi nè Montecatini” e ancora il palazzo dei Partiti, dei
Fanucci, dei Bernardini o dei Cittadella. In questo quadro acquistano particolare
rilievo i progetti per un palazzo o villa da costruirsi a Viareggio, conservati al
Metropolitan Museum di New York, elaborati da Flippo Juvarra tra il 1714 e il
1716, se rapportati al processo di sviluppo urbano che si misura con la particolare
situazione ambientale della città costiera nascente. A illustrare la tipologia dei
palazzi realizzati nei primi decenni del Settecento è la veduta prospettica
contenuta nel piano del Valentini del 1748, che mostra edifici dai volumi compatti,
inclini al rigore funzionale e al decoro urbano consono alla cultura architettonica
di metà Settecento. In realtà siamo a circa un secolo dall’esordio di Viareggio
come città nuova, voluta e legittimata da Maria Luisa di Borbone. Sarà solo al
momento del decollo della città balneare, che l’insediamento si specializzerà e
svilupperà privilegiando l’asse litoraneo rispetto al canale, dove si snodano i
palazzi settecenteschi dell’oligarchia lucchese, che lentamente perderanno di
valore a favore delle strutture “più prossime al mare”. L’estensione della struttura
urbana a nord del canale, lungo la linea di costa, è sancita dai piani regolatori
dell’Ottocento e del Novecento, che hanno eletto il potenziamento della
passeggiata a mare, creando nuove gerarchie urbane, secondo una logica
organizzativa che ha del tutto disatteso le matrici dell’originario sviluppo urbano,
attestate su due coordinate strutturali strettamente interconnesse: il canale e il
mare. Viareggio può essere sicuramente individuata come il primo degli
insediamenti distribuiti sulla costa della Versilia ad affermarsi come località di
villeggiatura balneare nel panorama internazionale. Il modello per la città di
vacanze, come già la città “specializzata del lavoro”, segue da una parte
parametri utopici – l’evasione, la bergerie settecentesca e il naturalismo
romantico – mentre dall’altra è legata strutturalmente ai rapporti di produzione
della città urbano-industriale. Così le più celebri città di vacanze create dalla
ricca borghesia urbana, soprattutto dopo la metà del XIX secolo, come Ostenda,
Baden-Baden, Montecarlo, possono essere considerate vere e proprie succursali
metropolitane. Il carattere selettivo e aristocratico delle località di villeggiatura si
114
Passeggiata
Centro Matteucci
Centro Commerciale naturale
Teatro EDEN
Punto info
“la Zattera”
Azione 2: le operazioni
Il recupero del Teatro Eden
115
mantiene almeno fino alla prima guerra mondiale, opponendo resistenza
all’invasione delle nuove classi emergenti. Resistenza che verrà poi meno a
partire dagli anni Venti, momento in cui si avrà un’evoluzione graduale verso una
destinazione borghese e poi di massa, che modificherà definitivamente l’assetto
urbano di queste località. Dal punto di vista morfologico tra le città di maggiore
interesse possono essere annoverate, come modelli per l’organizzazione della
città balneare, la capofila Brighton, con Scarborough e Bournemouth in
Inghilterra, o Blackpool sul mar d’Irlanda. In Francia la casistica si arricchisce
ulteriormente, qui infatti l’industria balneare si distribuisce lungo fasce
preferenziali: a nord, sulla Manica, nei pressi del Pas-de-Calais, Deauville,
Trouville e altri centri minori; sulla costa atlantica con i nuclei di Concarneau e La
Baule in Bretagna. Arcachon nei pressi di Bordeaux, Biarritz quasi al confine con
la Spagna; nel Meditteraneo, con la riviera da Saint Tropez a Montecarlo e i
fastosi centri di Cannes e Nizza. In Italia Viareggio ha rappresentato
indubbiamente un modello di città balneare a cui fare riferimento nel panorama
internazionale. La città versiliese sulla costa Toscana contende il suo primato di
località di villeggiatura balneare solo a Livorno. La stessa Viareggio si sviluppa,
partendo dal canale che rappresenta la linea di espansione del primo impianto,
come realtà urbana aperta sul tracciato del rettifilo costiero, poi modellato in
maniera unitaria fino a Bocca di Magra. E se la passeggiata sintetizza e qualifica
i contenuti urbanistici della città cresciuta linearmente fin dai primi tracciati
pianificatori sei e settecenteschi, la dilatazione lineare dell’insediamento è un
fenomeno che, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento si
sviluppa a scala territoriale e trova riferimenti nel quadro delle politiche
internazionali di costruzione di città specializzate per la villeggiatura. La
costruzione della città plasir si avvia intorno agli anni Venti dell’Ottocento, quando
la principessa Paolina Bonaparte Borghese, sorella di Napoleone, decide di farsi
costruire a Viareggio una villa sulla spiaggia, che può a buon diritto rappresentare
il significante esordio della dimora per la villeggiatura balneare e dello sviluppo
litoraneo della stessa città. In quegli stessi anni la piccola comunità di Viareggio,
già dal Settecento meta di soggiorno dei notabili lucchesi, conosce un notevole
116
sviluppo edilizio, grazie soprattutto alle agevolazioni concesse da Maria Luisa di
Borbone. La duchessa di Lucca con un decreto del 30 maggio 1820 infatti aveva
concesso gratuitamente lotti di terreno edificabile, a “chiunque si determinerà di
fabbricare nuove abitazioni”. Il provvedimento dette i suoi frutti stando al
confronto tra la pianta del Valentini del 1748 e la planimetria della città
perfezionata da Lorenzo Nottolini nel 1824. Ricorda Cesare Sardi in Viareggio
dal 1740 al 1820, che fino ad allora le abitazioni a Viareggio erano raggruppate
principalmente verso il canale Burlamacca e “parve temerario il pensiero della
Principessa Paolina Borghese quand’essa costruì una villa molto remota
dall’abitato presso la riva del mare tra le solitudini della spiaggia e del bosco”. In
quegli stessi anni l’aristocrazia e la ricca borghesia non solo lucchese, ma anche
italiana e straniera, avevano in Viareggio una delle sue mete privilegiate durante i
mesi estivi, ricreando sul litorale la consuetudine degli incontri mondani cittadini
dei mesi invernali. L’incremento dei forestieri richiamati dalle proprietà
terapeutiche dei bagni di mare, porta ad una ulteriore spinta nel processo di
espansione della città, favorito sicuramente dalla politica lungimirante dei
Borbone, che mira da una parte a favorire le attività economiche dall’altra a
valorizzare la marina con appositi provvedimenti. Tutto era nato con la fine
dell’avventura Napoleonica e la creazione a Duchessa di Lucca di Maria Luisa di
Borbone, figlia del Re di Spagna Carlo IV. Lanciandosi nell’impresa con tutto
l’entusiasmo che ancora le rimaneva, con Decreti del 30 maggio 1820 e 7 giugno
1820 la sovrana elevava Viareggio al rango di “Città “, come tale equiparata a
Lucca, e la dotava di un piano regolatore. Il progetto era veramente grandioso, e
se completato, avrebbe trasformato il piccolo borgo di allora in un tutt’uno con la
Reggia prevista al posto del già esistente Palazzo di Ferrante Cittadella. Lo
sviluppo edilizio veniva così definito dal piano regolatore redatto da Lorenzo Nottolini che prevede ampi rettilinei, suddivisione a scacchiera delle superfici
edificabili, ampie porzioni di terreni di pertinenza delle abitazioni. E se nel piano
regolatore pensato per Viareggio, il progettista non introduce particolari
innovazioni in realtà assecondando l’embrionale struttura a scacchiera della città,
suggerita dalle direttrici naturali della Burlamacca e della spiaggia, di spiccata
117
inventiva fu il piano per la sistemazione della pineta con la dimora per i reggenti.
Ben lontana dalla severa e rigorosa architettura della Villa Paolina è la reggia che
Maria Luisa di Borbone desiderava far costruire nella nascente città litoranea. La
città iniziava a specializzarsi proseguendo la sua espansione lungo gli assi del
Burlamacca e del mare, proprio verso quell’area che aveva avuto in Villa Paolina
il nucleo della colonizzazione litoranea. La crescita della città rispondeva ad un
indirizzo politico organico e complesso che si articolava in una sommatoria di
provvedimenti, di imprese, di iniziative. Nel programma dei Borbone è chiara
l’idea che la piccola località possa assurgere al ruolo e alla dignità di città. A
questo fine si indirizzano i numerosi progetti redatti negli anni del Ducato, si
sollecitano da un lato le attività marittimo-commercaili e industriali capaci di
stabilire i fondamenti materiali per lo sviluppo della città, dall’altro si punta alla
valorizzazione della marina. Risale al 1822 la regolamentazione dell’uso
pubblico della spiaggia e al 1828 la costruzione dei primi stabilimenti balneari.
L’impianto delle prime attrezzature balneari e il diffondersi della moda per la
villeggiatura marina, favoriscono il processo di rapida crescita della città, che
viene orientato e disciplinato secondo le direttrici del piano del Nottolini. Con il
piano del 1824 l’architetto definisce una serie di progetti a scala microurbana, le
zone di estensione della città e le aree differenziate per lo sviluppo. Il nuovo
tracciato modellato, sull’assetto settecentesco, indirizza il sistema di espansione
della città, in cui l’asse litoraneo sancisce definitivamente la vocazione territoriale
e lo sviluppo balneare gioca un ruolo determinante. Viareggio si genera e si
costruisce città in maniera pensata e coordinata. I caratteri di omogeneità
urbanistica e architettonica persistono negli sviluppi successivi della morfologia
urbana, poiché la crescita programmata e la progettazione organica costituiscono
elementi costanti e specifici della città anche quando l’asse litoraneo diviene il
principale fattore di localizzazione dell’insediamento. La città dei bagni, al suo
esordio modellata sulla città termale di più antica memoria, è configurata sul
principio della cura e sugli espedienti per esorcizzarla, e trova nello stabilimento
per i bagni e nel casinò gli archetipi del suo sviluppo. In linea con la tradizione
della ville d’eaux, anche a Viareggio la costruzione delle attrezzature balneari è
118
abbinata alla fondazione del teatro e del casinò per i pubblici divertimenti: queste
strutture insieme alle locande e alle residenze destinate all’ospitalità dei forestieri,
sanciscono il decollo della città specializzata per la villeggiatura. La pratica delle
bagnature in realtà si era diffusa a Viareggio già intorno agli anni Dieci dell’800,
se nel febbraio del 1812 il Maire di Viareggio scriveva al Ministro dell’Interno dello
Stato di Lucca per protestare contro una disposizione sanitaria che proibiva la
frequentazione della spiaggia, perché il divieto “risultava odioso per i villeggianti e
per la stagione balneare”. I primi provvedimenti Borbonici per la disciplina delle
bagnature risalgono agli anni Venti, quando per tutelare la pubblica “decenza” i
reggenti imposero regole per lo svolgimento della pratica delle bagnature. A
partire dalla seconda metà dell’Ottocento in tutta Europa la città di mare scopre,
emancipandosi dalle forme e dal modello delle villes d’eaux, specificità e requisiti
per una moderna pratica del bagno. Sono gli esponenti della borghesia
emergente a innovare ritmi e stili di vita della villeggiatura balneare, che inizia
così, anche nelle marine della Versilia, ad aprirsi a un panorama sociale più
vasto. Dalla seconda metà dell’Ottocento saranno i mezzi di locomozione a
suggellare questo nuovo connubio, accorciando le distanze, allargando i confini e
le possibilità delle vacanze. La città balneare decolla, con il viatico delle più
recenti teorie mediche diffuse dai manuali, configurandosi come un mondo
artificiale totalmente pensato e costruito in funzione del tempo libero: è una “cittàcolonia”, diretta emanazione della metropoli produttiva. Per Viareggio la metà del
secolo rappresenta un momento di grande espansione edilizia, soprattutto per il
fiorire di nuove attrezzature balneari e ricettive. Ai primi stabilimenti balneari e
alle capanne di paglia e falasco, si affiancano le grandi strutture su palafitte,
come il Teti, il Balena, il Nettuno o il Felice Barsella, costruiti quasi totalmente in
mare e impostati spesso su pianta ad “U”. Intanto il tessuto urbano si arricchiva
di “case tutte basse e d’un solo piano, come si vedono nelle città americane, al
Messico, nel Chili, nel Perù e nell’Uruguay”, mentre il “mare lambiva le prime
case e le palazzine”. Le strutture ricettive e di svago formano un insieme
linearmente disposto lungo l’asse litoraneo, mentre gli spazi per la residenza dei
villeggianti si distribuiscono dalle ville sul lungomare alle strade interne della città.
119
Stabilimenti balneari, 1905
Lungocanale e faro, 1910
120
I padiglioni della Passeggiata, anni 30
Stabilimenti balneari, anni 30
121
La pianta del 1879, disegnata dall’ingegner Eugenio Del Prete, confrontata con
quella del 1837, mostra chiaramente lo sviluppo balneare e l’estensione del
tessuto urbano, dovuto anche all’avanzamento della linea di costa che ha
guadagnato in pochi decenni nuovi terreni. La pianta mostra anche la presenza
dell’Ospizio Marino voluto da Barellai, che andrà a contraddistinguere una zona
della città, l’attuale piazza Mazzini, individuata come punto di cesura tra lo
sviluppo ottocentesco e quello novecentesco dell’insediamento costiero. Se sul
litorale si concentrava la vita ludica e mondana, a sud la linea del canale
Burlamacca demarca la separazione tra la città della vacanza e i luoghi del
lavoro, le darsene e la cantieristica navale. La realizzazione poi della linea
ferroviaria, con la stazione in corrispondenza della darsena voluta da Maria
Luisa, definisce a monte i confini della città costruita e le aree di possibile
espansione. L’impianto urbano è delineato dal rigoroso ordinamento dei lotti
costruiti, intervallati dal disegno delle piazze e dell’ippodromo verso il quale
gravita, in posizione centrale con le sue bordure alberate, la via parallela al mare
– attuale via Foscolo. A Viareggio con il crescente impulso turistico, alle grandi
strutture ricettive e mondane riservate alla élite internazionale si accompagnano i
luoghi di ritrovo sul litorale; tra questi la gelateria Napoletana, il caffè Nereo, la
pasticceria Margherita e i locali per gli spettacoli, come il Politeama. La stagione
estiva si svolge principalmente sul lungomare e la spiaggia attrezzata ormai con
numerosi stabilimenti balneari. I piani regolatori redatti tra il 1910 ed il 1920 si
occupano principalmente di organizzare l’area litoranea come spazio attrezzato
con finalità turistico-residenziali, stabilendo una scala gerarchica nello sviluppo
dell’intero territorio comunale. Lo stesso piano del 1910 firmato dall’ingegnere
comunale Goffredo Fantini progetta l’espansione litoranea a Nord, con la
previsione di realizzare un segmento costiero continuo ma caratterizzato da aree
con funzionalità diverse. Il piano regolatore del 1920 elaborato da un altro
tecnico comunale, l’ingegnere Carlo Riccomini, sembra accordarsi con le
previsioni urbanistiche del Fantini e individua con maggiore dettaglio le zone per
attività terziarie, commerciali, pubbliche e private, nonché i nuovi quartieri di
“città-giardino” localizzati all’estremità nord del viale a mare, ritenuta di
122
“particolare gradimento dei forestieri. In questa distinzione geografica tra luoghi
deputati al pubblico divertimento e quartieri residenziali sul modello anglosassone
della garden town, si avverte chiaramente l’assenza di una qualsiasi riflessione
progettuale sull’area situata oltre il limite del canale Burlamacca, dove trovavano
una giusta e confinata collocazione le attività connesse alla nautica e alla pesca.
Alla griglia geometrica propria del tessuto edilizio viareggino e alla tipologia
abitativa locale, si affianca nelle nuova idea urbanistica per la città un modello
residenziale alternativo, immerso nel verde ed isolato dal rimanente contesto
urbano. Al generale sviluppo della città lungo il litorale nel primo ventennio del
Novecento, si affianca la progettazione nel 1922 del nuovo mercato generale di
piazza Cavour ad opera dell’architetto Alfredo Belluomini. L’edificio sistemato in
posizione arretrata nei pressi della pineta di ponente assolve alla funzione di
cerniera tra le nuove zone di espansione e gli isolati storici, e rappresenta
insieme ai coevi interventi di viabilità una prima apertura verso una concreta
visione unitaria della città. Le previsioni urbanistiche degli anni Venti, come poi
quelle del decennio successivo, sono ben lontane da una qualsiasi gestione
razionale del territorio urbano, privilegiando una visione gerarchica nella
distribuzione dei servizi e delle infrastrutture, ma soprattutto favorendo la
formazione di aree periferiche oltre la ferrovia. Nelle deliberazioni comunali è
ben marcato l’esclusivo interesse per le problematiche inerenti lo sviluppo
dell’area litoranea, come sottolinea l’iniziativa connessa alla definizione del 1923
di un nuovo Piano Regolatore con l’obiettivo di “conferire la maggiore decorosità
e comodità alla parte a mare della città”, che guida la ricostruzione del lungomare
e il prolungamento dello steso da piazza Mazzini alla via Marco Polo. A tale
scopo viene indetto un concorso di idee per la “progettazione architettonica della
passeggiata”, presieduto da figure di spicco nel panorama della cultura come
Puccini, Chini, Giusti e Viner. In quell’occasione lo stesso Ugo Giusti elabora un
progetto di massima per la sistemazione dell’area, redatto tra il 1925 ed il 1926 in
collaborazione con Galileo Chini, proponendo un allineamento di padiglioni
monumentali alternati a giardini, rotonde e fontane. Né l’idea del Giusti né il
concorso ebbero seguito e la ricostruzione della passeggiata proseguì
123
conciliando esiti disparati, affidata quasi interamente all’iniziativa dei privati. Al
volgere degli anni Venti sono ormai pochissimi gli stabilimenti effimeri che “si
inoltrano nel mare sopra impalcature di pini piantati nella rena in forma rotonda” ,
poiché nonostante l’intervento privato sia subordinato ai caratteri
dell’autorizzazione temporanea, l’asse litoraneo viene a configurarsi in maniera
tutt’altro che precaria. Nel 1928 ancora nell’attesa di attuare “la sistemazione
della proprietà comunale secondo il progetto dell’ingegner Giusti”, viene adottato
un “piano regolatore provvisorio”, che interessa ancora una volta la sola zona a
mare della città. Non ebbe attuazione nemmeno un altro progetto del 1929
dell’architetto Angelo Crippa, per la costruzione di un sullivaniano “Lido di Lusso”
in ampliamento dello stabilimento Barsanti, che avrebbe sicuramente indirizzato
lo sviluppo urbanistico della città verso soluzioni più ardite di stampo
internazionale. E’ ancora il decorativismo di stampo eclettico, tra ammiccamenti
classicheggianti e riferimenti all’oriente, caratterizza i padiglioni pensati per
Viareggio fino al 1930 circa, come si evince dalla varietà delle forme del
Supercinema, inaugurato il 2 giugno del 1929, e dai preziosismi profusi sulle
membrature del Gran Caffè Margherita, entrambi su progetto di Alfredo
Belluomini, che in collaborazione con Galileo Chini sarà tra i protagonisti della
scena viareggina. Lo sviluppo in verticale ed una certa razionalizzazione
emergono nel disegno del Belluomini per lo chalet Balena del 1931, che può ben
rappresentare il momento di passaggio alla futura stagione linguistica dei nuovi
protagonisti formatisi soprattutto alla scuola fiorentina, come Raffaello Brizzi,
Giovanni Michelucci, Aurelio Cetica, Pietro Porcinai e il romano Giuseppe
Quaroni, impegnati non solo a Viareggio, ma anche nella vicina Forte dei Marmi e
in tutta la costa versiliese. La ricostruzione del lungomare s’inserisce nel
processo di edificazione che ha interessato tutta la fascia litoranea della Versilia,
e che ha contribuito a formare un area costiera omogenea formata oltre che da
Viareggio, da Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi, come confermato
dall’attivazione della linea tranviaria tra Viareggio e Forte dei Marmi del 1913. Il
passaggio dal fronte del professionismo locale, protagonista della progettazione
della passeggiata nel tratto compreso tra il canale Burlamacca e la piazza
124
Mazzini, al gruppo capitanato dal montecatinese Brizzi, è immediatamente
percepibile nell’accostamento dell’eclettismo di forme “tronfie e grottesche dello
stile floreale da padiglione internazionale principio secolo” al razionalismo di
”solide e leggere costruzioni giustamente spaziate, omogenee nella varietà delle
linee e dei colori, con un che di marino nei piatti terrazzi dalle curve ringhiere che
evocano sagome di ponti da transatlantici; linde costruzioni tutte aria e luce,
sorridenti nei rossi, nei verdi, nei gialli. Nei bianchi dei loro intonaci”. Negli anni
Trenta del Novecento, la pianificazione dell’area litoranea ad opera di Raffaello
Brizzi e supervisionata da Marcello Piacentini, quale membro del “Consiglio
superiore delle Antichità e Belle Arti” e dal 1930 parte della “Giunta direttiva”
dell’Istituto nazionale di Urbanistica, è perfettamente in linea con i parametri cui si
modellano le città balneari nel panorama internazionale. Gli interessi del regime
fascista nei confronti della riviera versiliese si concretizzarono non solo nella
vasta attività di propaganda promozionale, che garantisse un immediato decollo
del turismo di massa, favorito anche dalla progettazione della moderna arteria
autostradale Firenze-mare, ma anche nella attenzione rivolta alla
programmazione urbanistica dell’area da parte del Ministero dell’Educazione
Nazionale. Numerosi furono gli interventi perpetrati per incrementare le
potenzialità della riviera, come la realizzazione dell’acquedotto e delle fognature,
e migliorarne la viabilità, principalmente con il trasferimento della stazione
ferroviaria oltre il canale Burlamacca e la costruzione del necessario
cavalcaferrovia. Se la politica urbanistica del primo ventennio del Novecento
aveva suggellato il ruolo turistico-balneare della città di Viareggio, rivolgendosi
quasi esclusivamente al rinnovamento e ampliamento della fascia costiera, gli
anni del regime diversificarono gli interventi distribuendoli in un’area urbana più
ampia. Alla sistemazione della passeggiata ed alla previsione di un nuovo
quartiere residenziale, si affiancò negli anni Trenta la necessità di adeguare le
infrastrutture viarie, di predisporre moderne strutture ricettive e ricreative, oltre
che rivitalizzare i nodi urbani strategici. Raffaello Brizzi lavorò al piano regolatore
per Viareggio a partire dal 1931 fino a tutto il 1942, uniformandosi all’idea di
codificare in un unico piano territoriale l’intera area costiera. La sua attività non si
125
limitò alla sola sistemazione del lungomare e alla previsione di un nuovo
quartiere a nord di Viareggio, ma fornì anche una serie di idee progettuali – un
viale di accesso dalla stazione al mare, un grande teatro pucciniano a Torre del
Lago, un nuovo ippodromo e campi da golf nella Pineta di Ponente – presentate
alla rassegna urbanistica del 1938 allestita presso il “kursaal” e contenute nella
tavola generale del 1935. Nel 1931 il podestà di Viareggio, seguendo le
disposizioni del Ministro delle Comunicazioni per la sistemazione della spiaggia,
nominò un’apposita Commissione incaricata di giudicare gli edifici di nuova
costruzione, composta dagli scultori Maraini e Dazzi, dal pittore Conti, dagli
ingegneri Donzelli, Giovannozzi e Bosio, cui si aggiunsero Poggi - sovrintendente
per l’Arte medievale e moderna di Firenze - Castelfranco – ispettore della zona di
Viareggio – e l’architetto Lusini. La Commissione divise il lungomare in tre aree
omogenee secondo criteri connessi alla presunta “storicizzazione”: il primo tratto
contemplava gli isolati a mare tra il molo e la piazza Principe Amedeo, il secondo
tra la stessa piazza e la via Marco Polo e il terzo tra la via Marco Polo e la Fossa
dell’Abate. Per favorire questa attività di controllo fu invitata la Reale Scuola di
Architettura di Firenze affinché si confrontasse con una serie di progetti per gli
isolati compresi tra le via Giotto e Saffi. I progetti per i prototipi dei padiglioni
vennero seguiti personalmente dal direttore della Scuola, Brizzi, e dai
collaboratori Giovanni Michelucci ed Enrico Miniati, ma quelli effettivamente
realizzati, per quanto fedeli ai progetti, non assolsero mai al loro ruolo di modelli.
Negli anni successivi si perfezionò la costruzione dei padiglioni localizzati nel
rimanente tratto della passeggiata da piazza Principe Amedeo a via Marco Polo,
secondo il progetto di massima elaborato dalla Reale Scuola di Architettura di
Firenze e sotto l’attenta supervisione dell’architetto Brizzi. I concessionari dei lotti
una volta approvato il disegno dell’edificio erano costretti a firmare un accordo
sulle modalità di esecuzione dei lavori, per rispettare le indicazioni suggerite dal
Comune circa i materiali e le tecnologie da adottare. Non fu però possibile
applicare gli stessi criteri al tratto compreso tra il molo e la piazza Principe
Amedeo, dove il legame con le tipologie architettoniche della “prima” passeggiata
rimaneva fortemente saldo. La Commissione sancì anche la sistemazione di
126
quattro piazze sul mare in corrispondenza con le vie Garibaldi, Mazzini, Marco
Polo e la Fossa dell’Abate. Lo stesso Brizzi si occupò della futura piazza
Mazzini, “che rientra nel quadro della generale sistemazione della spiaggia, già in
gran parte realizzato dalla ferrea volontà del Podestà Duca Salviati”, pensata con
una grande vasca ottagonale circondata da aiuole geometriche di palmizi,
“giardini modernissimi, ariosi ed eleganti”, che fu inaugurata nell’ottobre del 1938.
Nello stesso anno si assiste all’apertura del Select, lo stabilimento di fronte al
Principe di Piemonte realizzato su progetto dell’architetto fiorentino Aldo
Castelfranco, un organismo balneare dalle molteplici funzioni, definito all’epoca
“uno dei più completi e accoglienti, non solo delle spiagge italiane, ma anche
delle più note stazioni estere”. Brizzi portava avanti nello stesso periodo la
definizione del piano regolatore generale, concentrandosi sull’ampliamento ed il
completamento delle aree già urbanizzate, sul nuovo quartiere a nord e sul
mantenimento di una zona filtro, costituita dalla pineta ora attrezzata con nuove
strutture, a separazione tra la fascia costiera e quella di nuova espansione. La
città di Viareggio era oggetto al contempo di una radicale riorganizzazione,
attraverso la realizzazione di un nuovo calvalcaferrovia, con la conseguente
demolizione dell’insediamento cinquecentesco in quella zona, e la costruzione di
una nuova stazione centrale ad opera dell’architetto Roberto Narducci. Per
questo “monumento della modernità” fu ideato da Raffaello Brizzi un
piacentiniano viale di collegamento con il lungomare, mai realizzato, ma accolto
con sommo plauso da parte dell’opinione pubblica locale, che nella “progettata
costruzione del Viale centrale tra le due strade via Mazzini e via XX Settembre”
dagli indubbi “pregi urbanistici e panoramici” non intravede altro che l’elevazione
di Viareggio a “prima stazione balneare d’Italia”.
29.2 In particolare la proposta di Piano Paesaggistico presentato della Regione
Toscana nel 2008, nella sezione Atlante sistemi territoriali del PIT – Toscana
della costa e dell’Arcipelago, evidenzia i “Caratteri strutturali identificativi del
paesaggio”. Al punto 5 ritroviamo “il lungomare di Viareggio caratterizzato da una
cortina edilizia con edifici liberty di interesse storico architettonico che costituisce
127
30. LA TERZA AZIONE: UNA NUOVA ZONA PER UN NUOVO CENTRO
CONGRESSI
30.1 La Passeggiata a mare trova nell’intersezione con Piazza M. Luisa e Piazza
Puccini un punto focale di particolare rilevanza e suggestione. Da una parte
l’interruzione creata da Piazza M.Luisa consente la visione della spiaggia e della
zona a mare, dall’altra la piazza G. Puccini congiunge la zona alberghiera con
la Pineta di Ponente. Un luogo suggestivo, e di particolare valore urbano. In
questo luogo si combinano gli stabilimenti balneari, i negozi, i ristoranti, i più
grandi bar con gli alberghi prestigiosi, la struttura del Centro Congressi e lo
stabilimento balneare del Principe di Piemonte, e inaspettativamente, con la Villa
di Puccini.
30.2 Questa zona della città contiene una pluralità di funzioni urbane e di servizio,
di immobili prestigiosi soggetti a vincolo monumentale. La città balneare
qui ha trovato la sua espansione, tra mantenimento delle forme tradizionali
e innovazione. La terza azione ha qui la sua motivazione. Il restauro dello
stabilimento balneare Principe di Piemonte, da destinarsi ad un progetto di
sviluppo della Congressistica, inizia con l’approvazione del Piano di recupero
e la riscoperta di un’architettura moderna esempio della scuola Toscana. Le
funzioni previste sono plurime: la struttura nasce sia per attività balneari, che per
iniziative culturali e per il divertimento. Questa caratteristica di plurifunzionalismo
viene mantenuta e garantita dallo strumento attuativo. L’intervento su questa
struttura ha come diretta conseguenza il recupero dell’intera area prospiciente da
destinarsi anche ad attività espositive ed a eventi come la recente esperienza del
“Festival della Salute”.
30.3 “Un nuovo Centro Congressi” Il progetto prevede interventi di ristrutturazione
della struttura Centro Congressi tesi a ricavare una sala per una capienza di
minimo 800 posti, la riqualificazione delle dotazioni di accoglienza, funzionamento
delle attività congressuali, conformemente al piano di recupero vigente.
30.4 Area fieristica espositiva Principe di Piemonte. Il progetto tende alla
riqualificazione degli spazi aperti intorno al Centro Congressi, per incrementare
la possibilità di ospitare eventi, manifestazioni fieristiche ed espositive. Questo
128
Centro Congressi
Principe di Piemonte
Area Fieristico-Espositiva
Principe di Piemonte
Sistemazione Piazza Puccini
Punto Info
“La Terrazza”
Museo Villa Puccini
Azione 3: le operazioni
Un nuovo Centro Congressi
129
Piazza Puccini, anni 20
Piazza Puccini e il Centro Congressi, 2008
130
I padiglioni della Passeggiata, anni 20
I padiglioni della Passeggiata, anni 20
131
intervento diviene essenziale a garantire al Centro Congressi gli spazi necessari
ad ospitare eventi di tipo “fieristico” ed “espositivo”, collegati funzionalmente e
inscindibilmente all’attività congressuale.
30.5 Il “restauro” di Piazza M. Luisa e di Piazza G. Puccini si configura come
intervento di supporto e di “sussidiarietà” agli interventi già attuati di restauro e
recupero delle strutture alberghiere (Esplanade- Principe di Piemonte) e alle più
che probabili potenzialità relative al restauro dell’albergo.
31. LA QUARTA AZIONE. IL SISTEMA MUSEALE CITTADINO: LA CITTÀ COME
MUSEO
31.1 La proposta che viene presentata riguarda la valorizzazione dell’insieme delle
testimonianze storiche presenti nella città di Viareggio. Le testimonianze storiche
sono articolate in vari gradi di fruibilità: al livello più alto troviamo gli edifici
destinati alle attività museali ed espositive. Quegli stessi edifici che in questi
anni con interventi sia del Comune, che della Regione e di enti privati, sono stati
recuperati (il Palazzo delle Muse, il Museo della Marineria, Palazzo Paolina, Villa
Borbone); il futuro sistema museale, oltre ai suddetti contenitori già restaurati si
comporrà di Villa Argentina e della Torre Matilde. La proposta prevede inoltre
di incrementare l’offerta culturale, con particolare valenza turistica, aggiungendo
anche Villa Puccini, e soprattutto costituendo una rete di queste strutture. A
questo sistema si affiancheranno altri edifici, sia pubblici che privati che hanno le
stesse funzioni: l’Istituto Matteucci, il Villino Boileau, il Caffè Margherita, che per
diverse caratteristiche mantengono un enorme valore testimoniale architettonico
e culturale. La stretta interconnessione tra queste strutture è poi garantita dal
cosidetto “patrimonio diffuso”, tutto quell’insieme di testimonianze architettoniche
e artistiche presenti all’interno del tessuto urbano e che costituiscono l’identità
stessa della città. Da questa consapevolezza nasce la quarta operazione che
tende ad mettere in rete non solo il singolo edificio o esperienza culturale, ma
la città tutta tracciando percorsi di conoscenza e di cultura. Ancora una volta il
percorso matrice diventa un percorso che permette di generare innovazione, di
132
luogo di aggregazione e di eventi; non si ha una altrettanto significativa
connotazione di fronte urbano nel lato a mare”. L’insieme della passeggiata è
quindi un prodotto storico di varie e diversificate azioni, nate per rispondere a
varie problematicità. Da una parte gli insediamenti balneari, che hanno creato
la prima grande attrazione, cui ha seguito la realizzazione di alberghi, negozi,
contenitori di divertimento e svago. In particolare la costruzione dei Teatri e
successivamente dei Cinema contraddistingue i viali a mare. La residenza si
è subito intrecciata alle destinazioni specialistiche, trovando un mix di funzioni,
servizi, destinazioni, che rendono il “modello” della passeggiata suggestivo e al
tempo stesso unico. Potremo definire la “passeggiata a mare” essa stessa un
progetto integrato sviluppatosi nell’arco di un secolo.
29.3 Gli interventi “privati” di riqualificazione. La ex Galleria Nettuno è stata
recuperata e restituita a funzioni commerciali. Il famoso Caffè Margherita oggi
è sede di una “Libreria” e relativo bar. Altri interventi di privati da segnalare
sono indicativi di una duplice metodologia d’intervento che sia il Piano Attuativo
della Passeggiata, sia il Piano Strutturale prevedono: per gli edifici di particolare
rilevanza storica ed architettonica, il restauro (Bagno Felice, ed altri) per edifici
di minor importanza l’evoluzione tipologica e l’innovazione delle forme (Bagno
Balena). Mentre le 7 strutture destinate ai Cinema e Teatri continuano a soffrire
una crisi definita di “collocazione economica”, non riuscendo a innescare processi
di inversione di tendenza o di sperimentazione di nuove forme di “spettacolo”.
29.4 Il Teatro Eden. La proposta relativa all’azione tesa al recupero della forza della
città balneare presuppone proprio un intervento relativo al Teatro Eden (in parte
di proprietà del Comune) e alla sistemazione del primo tratto della Passeggiata.
La proposta è quella di puntare ad un’azione sinergica di attrazione di visitatori,
a partire da una rinnovata produzione culturale, che dovrà trovare nel Nuovo
Teatro Eden, il centro propulsivo. La sistemazione ambientale esterna è tesa a
sottolineare una nuova centralità ed una nuova polarità urbana. Le possibilità
di gestione futura sono collocabili ancora nel campo della produzione teatrale, o
della sperimentazione cinematografica (Europa-Cinema).
133
sperimentare nuove modalità di percezione e di suggestione, puntando a far si
che la città possa offrire l’insieme delle sue potenzialità.
31.2 La città dei musei – il museo della città. Il progetto prevede che l’attuale
dotazione di palazzi storici con destinazione museale rappresenti una grande
occasione di ampliamento dell’offerta turistica. La proposta di una Rete di
Musei, permetterà non solo al turista, ma ai cittadini, agli studiosi e ricercatori di
attraversare epoche, apprendere informazioni, godere dell’arte e della cultura.
Attualmente sono presenti le seguenti strutture: Palazzo Paolina (residenza
Napoleonica), la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea presso il Palazzo
delle Muse (piazza Mazzini), il Museo della Marineria, Villa Argentina (Centro
Liberty e Nuova sede APT), il Museo della Cartapesta nella zona della Cittadella
del Carnevale.
31.3 Il progetto caratterizzante questa azione è il “Sistema Multimediale Viareggio
Musei”. A completamento del più ampio progetto di ristrutturazione dei palazzi
storici oggi adibiti a sedi museali (Musei Civici di Villa Paolina, Museo della
Marineria, Museo del Carnevale e GAMC) iniziato anni fa dall’Amministrazione
Comunale e finalizzato alla creazione di un Sistema Museale Integrato “Viareggio
Musei”, s’intende dotare i quattro musei del Sistema di un nuovo allestimento
multimediale (touch screen, pannelli per visite virtuali, schermi e postazioni
didattiche multimediali, audio guide, biglietteria con rilevatore fiscale e possibilità
di vendita on-line, ecc. ), provvedendo al contempo a rinnovare gli allestimenti
esistenti del Museo Archeologico C.Blanc e del Museo del Carnevale e una
migliore offerta culturale.
31.4 Di supporto a questa iniziativa il Comune di Viareggio propone anche il
completamento dell’Atelier della GAMC. L’atelier nasce come appendice esterna
della nuova Galleria d’Arte Moderna e contemporanea (GAMC) situato nel
giardino interno di Palazzo delle Muse. Il progetto prevede il completamento
della costituenda struttura prefabbricata atta ad ospitare un atelier per artisti, uno
spazio monovolumetrico di notevoli dimensioni, dotato della massima flessibilità
espositiva.
31.5 L’altro progetto di particolare rilevanza che si andrà a sommare all’offerta
134
turistica della città, aggiungendosi al sistema museale, è la proposta progettuale
del Restauro della Villa Puccini a Viareggio. Il Comune di Viareggio (facente
parte della Fondazione G. Puccini di Lucca), insieme alla Fondazione Festival
Pucciniano di Torre del Lago, propone il restauro della Villa Puccini per dedicarla
a Museo. La Villa si pone tra l’altro sulla piazza Puccini, di cui la proposta PIUSS
prevede la nuova sistemazione.
31.6 L’offerta culturale è completata dal progetto presentato dal Centro Matteucci
per l’Arte Moderna – C.MAM: “ Allestimento sede, promozione e realizzazione
programma culturale, costituzione e ordinamento archivi ”. Il Centro Matteucci
per l’Arte Moderna –C. MAM svolgerà la propria opera di studio, ricerca,
approfondimento e promozione dell’arte italiana del XIX e XX secolo nei rinnovati
ambienti della palazzina Gori-Tomei la cui ristrutturazione potrà dirsi conclusa
con l’allestimento degli ambienti destinati alle varie attività e la riqualificazione
dell’area urbana circostante. Obiettivo del Centro è la diffusione e la
valorizzazione del patrimonio artistico di quel periodo, attraverso un programma
culturale svolto su più fronti: conferenze, dibattiti, corsi didattici etc. Nell’intento
di valorizzare Viareggio e la Versilia come itinerario d’arte e di cultura, particolare
impegno sarà profuso nella realizzazione d’importanti eventi espositivi concertati
tra gli altri con: Comune di Viareggio, Provincia di Lucca, Regione Toscana,
Soprintendenze ai Beni Artistici e Architettonici, Musei Nazionali, Fondazioni
ed altre Istituzioni pubbliche e private. A integrazione di tali iniziative sarà
predisposto un archivio informatico, unico nel suo genere, finalizzato ad un vero e
proprio censimento ragionato del patrimonio figurativo nazionale e non solo.
31.7 Villa Argentina (progetto della Provincia di Lucca). Il progetto prevede il
completamento del restauro e la destinazione a scopi turistico-culturali della
stessa struttura di particolare rilevanza architettonica. Nei programmi della
Amministrazione Provinciale e del Comune di Viareggio, la struttura restaurata
potrà ospitare la sede dell’APT Versilia e del centro Liberty. Il progetto non
richiede finanziamenti regionali.
135
Riqualificazione via Garibaldi
Centro Polivalente Arengo
Sistemazione
Piazza Santa Maria
Restauro conservativo
Torre Matilde
Nido d’infanzia
Misericordia
Azione 5: le operazioni
Piazza Santa Maria
136
La Cultura del Confronto
Croce Verde
32. LA QUINTA AZIONE: IL CUORE ANTICO DELLA CITTÀ
32.1 Il Progetto Integrato di Sviluppo Sostenibile ha come ulteriore punto focale, “il
cuore antico della città”. La zona da cui prese vita la città di Viareggio. Il luogo
in cui, dalla semplice arteria della “Via Regia”, si è creata la città di Viareggio.
La torre Matilde è il simbolo della nascita della città. Il progetto prevede la
riqualificazione dell’intera area a partire proprio dalla “piazza” del primo mercato.
32.2 Il progetto unitario prevede la riqualificazione del cuore antico della città e
il restauro della “Torre Matilde” con valenza testimoniale. In Via delle catene
il Comune, con specifico Piano di Recupero, ha recuperato un volume per
destinarlo a residenza sociale (fuori PIUSS). Nelle immediate vicinanze vi
è la proposta di un Asilo Nido da parte della Misericordia teso ad aumentare
la dotazione di questo servizio in un parte importante della città. Il percorso
continua con il Restauro del “Palazzo Cittadella” (fuori PIUSS) che si lega con il
processo di riqualificazione e riscoperta del percorso.
33. LA SESTA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE DELLA SCACCHIERA
33.1 La scacchiera. Il processo formativo urbanistico prende forza grazie al ripetersi
degli assi viari che danno vita alla “scacchiera”, che lega le residenze, i servizi,
i palazzi storici, le attività commerciali. I singoli episodi, sono “tenuti” vivi da
un insieme di relazioni di funzioni, destinazioni ed attività, che grazie alla
“scacchiera” assumono maggiore rilevanza.
33.2 Il Mercato di Piazza Cavour. L’attuale mercato di Pza Cavuor rappresenta oltre
ad una testimonianza storica di particolare valore, uno degli elementi commerciali
identitari della città. L’AC, è da anni impegnata nel restauro della struttura,
privilegiando, il restauro dei mercati coperti (Calzature, Verdura e Pesce) con
interventi finanziari consistenti. L’obiettivo è quello del completamento dell’opera
di restauro, e in particolare del Loggiato Storico, e una nuova sistemazione
dei chioschi. Il progetto prevede la riqualificazione della struttura storica del
mercato con destinazioni e funzioni tese al miglioramento della competitività
commerciale della struttura complessiva mercatale. Le destinazioni previste sono
137
plurime, tese ad individuare uno spazio polifunzionale, per eventi, manifestazioni,
culturali, di valorizzazione della struttura stessa.
33.3 Il progetto prevede un intervento di riqualificazione ambientale, architettonica
e commerciale di particolare valenza. Si propone la sostituzione di tutti i banchi
oggi presenti nel complesso mercatale di piazza Cavuor. La realizzazione di
nuovi banchi, oltre a garantire problemi di sicurezza nei luoghi di lavoro, rivitalizza
il sistema commerciale minuto presente storicamente in questa parte della città
(che tra le prime nella Regione ha dato vita al Consorzio Centro Commerciale
Naturale).
33.4 La zona del Tabaracci. Con specifico Piano di Recupero è stato attivato il
processo di rigenerazione e riqualificazione di un’area di particolare importanza,
a seguito dello spostamento dei servizi sanitari all’Ospedale Unico della Versilia.
Il Comune ha per questo scopo acquistato alcune parti della proprietà ASL per
mantenere la proprietà pubblica del complesso. Il Piano di recupero prevede
la realizzazione di oltre 50 alloggi di edilizia residenziale sociale (fuori PIUSS),
il mantenimento del presidio sanitario nella parte storica del complesso (fuori
PIUSS), la destinazione terziaria di parte dell’edificio (fuori PIUSS).
33.5 La realizzazione di una RSA da parte ASP (dentro PIUSS)
33.6 La seconda RSA (Istituto del Sacro Cuore) rappresenta un’altra parte
importante del tessuto della scacchiera.
33.7 Le Pinete. Le pinete rappresentano un’occasione irripetibile di dotare la città
compatta di veri e propri parchi urbani. A Sud il Parco regionale lambisce i confini
della città e del quartiere darsena, ponendo questa zona in una situazione di
eccellenza per la vicinanza di tale potenzialità ambientale. A Nord la Pineta
rappresenta la “ripetizione” di grandi parchi urbani come Parigi o Londra.
33.8 Progetto “Consorzio Toscana Produce”. Nel corso dell’ “Indagine sulle superfici
e produzioni florovivaistiche 2005” commissionata dal MIPAAF al Consorzio lta
e realizzata in stretta collaborazione con la Regione Toscana sulle superfici e le
produzioni della filiera, sono state censite, per l’intera Regione, 3.505 aziende
florovivaistiche con una superficie totale investita nel settore di 7.695 ettari. Gli
altri numeri che caratterizzano la floricoltura toscana sono:
138
Azione 6: le operazioni
Il Mercato di Piazza Cavour
139
• 80 milioni di euro la produzione vendibile (4% della produzione agricola totale
della nostra regione).
• 983 le aziende floricole con più di 1. 000 ettari di superficie e 1. 343 lavoratori
agricoli.
• 93% sono a conduzione familiare e il 45% della forza lavoro è femminile.
• 70% è la vendita a grossisti e dettaglianti che ha nei due mercati di Viareggio
e Pescia i principali punti di riferimento.
• 22% delle aziende floricole conferisce in cooperative.
• 2/3 delle aziende floricole possiedono serre, con impianti di riscaldamento
quasi tutti alimentati a gasolio.
• 1.000 le aziende, di cui la metà agricole, complessivamente presenti nei
mercati di Pescia e Viareggio.
Le due Province di Lucca e Pistoia rimangono i due poli di concentrazione:
nelle due province sono localizzate il 71% di aziende e superfici. La superficie
florovivaistica media delle aziende oggetto dell’indagine è di circa 2 ettari.
La Toscana ha nel suo territorio due mercati di rilievo per la contrattazione
dei prodotti floricoli e delle piante ornamentali: il Comicent di Pescia e il
Mercato dei Fiori di Viareggio. Il Centro di commercializzazione dei Fiori
dell’Italia Centrale (Comicent), con sede a Pescia, è attualmente il mercato
floricolo all’ingrosso Italiano tra i più importanti per quantità e valore della
produzione commercializzata di fiori e fronde recisi e di piante ornamentali in
vaso. Nell’ottica di cui sopra è da tenere in evidenza del “Distretto floricolo
interprovinciale Lucca-Pistoia”, la Regione Toscana, sulla base della legge
Regionale della Toscana 5 aprile 2004, n. 21 ”Disciplina dei distretti rurali”,
con D.D. n. 5002/06 ha riconosciuto il Distretto floricolo interprovinciale
Lucca – Pistoia e D.D.n. 5001/06 il “Distretto Rurale vivaistico-ornamentale”
provincia di Pistoia. Ormai da quattro anni viene condiviso sul territorio dai
diversi soggetti che gravitano intorno al mondo della floricoltura un percorso
all’interno del quale c’è la consapevolezza piena che per il rilancio del settore
è indispensabile fare sistema. I compiti di un “Distretto” sono, essenzialmente,
due: il primo è fornire indicazioni e stimoli agli Enti Pubblici che agiscono sul
140
territorio al fine di coordinare le loro politiche di settore, il secondo è quello di
favorire le iniziative pubbliche e private indirizzate alla promozione del prodotto.
Com’è noto l’area geografica di riferimento del distretto è costituita da un
lungo corridoio di circa 1.00 Kmq che collega la Versilia alla Val di Nievole con
condizioni pedo-climatiche simili e soprattutto favorevoli per la coltivazione del
fiore, ricca peraltro di storia ed attrattive turistiche. La produzione nazionale di
fiori recisi nel 2006 si è attestata sui 1. 232 mil. di euro, di cui 60 milioni sono
stati destinati all’esportazione. Se ai residui 1.172 mil. di € si aggiungono i 162
milioni di import possiamo ritenere che il mercato dei fiori in Italia ha raggiunto
nel 2006 il valore di 1.334 mil. di €, con un consumo pro-capite di 23 €. I
paesi di destinazione delle nostre esportazioni sono, oltre ai nostri tradizionali
clienti che dimostrano di apprezzare da sempre le particolari peculiarità delle
nostre tipiche produzioni mediterranee, anche nuovi paesi con i quali abbiamo
instaurato buone relazioni commerciali. E’ interessante notare che i primi cinque
paesi, esclusa l’Olanda per ovvie ragioni, da soli assorbono il 67% delle nostre
esportazioni. Quindi, in linea teorica, si potrebbe sostenere che con una più
attiva politica commerciale di penetrazione, supportata da più efficaci campagne
promozionali, si potrebbero avere buone chance di aumentare le nostre attuali
quote di mercato. Data la crescente competizione esistente nel mercato interno
a causa di maggiori importazioni, si rende necessario intraprendere una politica
di sostegno alle imprese toscane nell’avvio di una diversificazione del mercato
per le specialità in cui si riesce ancora a mantenere una indiscussa leadership
europea. E’ il momento assoluto, per gli imprenditori, di elevarsi culturalmente
ed intraprendere una nuova politica di conoscenza come segue: delle strategie,
del marketing, delle analisi dei mercati nazionali ed internazionali, di corsi di
formazione, di programmazione di produzione, di condivisione di logistiche per
affrontare nuovi sbocchi commerciali. La conoscenza sta nella loro trasparenza
e nel fornire i dati per elaborare un meccanismo aggiornato, efficace ed efficiente
che gli stessi possono consultare liberamente. Il Comune di Viareggio di
concerto con il Consorzio Toscana Produce, a seguito dell’esperienza maturata
nei vari settori economici esistenti sul nostro territorio, vuole intraprendere, per
141
tutti gli imprenditori della Toscana ed in particolare per i distretti maggiormente
rappresentativi, la raccolta di ogni tipo di informazione per creare una banca dati
online. Il progetto prevede specifiche iniziative quali: raccordo con le Camere
di Commercio della Toscana e Regione Toscana per creare un metodo di lavoro
unico; raccordo con le associazioni di categoria, cooperative ed altre forme di
associazionismo per divulgare la formazione della banca dati; banca dati nei
tempi e nei modi da convenire stabilirà delle priorità che le aziende dovranno nel
tempo adeguarsi per facilitare i dati, come i mq. messi a produzione in serra e
pieno campo e per tipo di specie, di misura vaso e altri dati tecnici il quantitativo
raccolto, la classificazione, la qualità, il biologico, i mercati di vendita per le
medie dei prezzi e dei quantitativi.
34. LA SETTIMA AZIONE: LA RIQUALIFICAZIONE DEL CANALE BURLAMACCA
34.1 La città oltre a formarsi lungo il percorso della “Via Regia” si sviluppa lungo
altre arterie; da una parte la Via di Montramito, verso Massarosa e le colline,
dall’altra lungo i canali, verso il Lago e verso l’Aurelia. I canali sono dei percorsi
“ vitali”. I percorsi terreste e lacuali, nonché quello proveniente dal mare, ma
soprattutto la ferrovia, qui trovano un punto di totale convergenza. Lo spazio
urbanistico è un intreccio di interventi che si sono sovrapposti per tutto il secolo
scorso. Da presenze e testimonianze di “archeologia industriale” (ex Montecatini)
ad ormai “storici” interventi di case popolari, a presenze di nuova architettura, ad
una sommatoria di altri interventi di minor valore, l’area attraverso la lettura delle
proprie origini ritrova una sua identità. E’ da notare che proprio questa area vede
la realizzazione di progetti facenti parte di “accordi di programma” tra Comune e
Regione Toscana tesi alla riqualificazione dell’intera zona.
34.2 Il percorso d’acqua. Il progetto prevede la riqualificazione ambientale della
zona storica delle darsene (di proprietà della Regione Toscana), la riattivazione
del percorso tramite la motonave “Burlamacca” da Viareggio a Torre del Lago
(con stazioni intermedie e l’ultima quella per il Nuovo Gran Teatro) attraverso i
canali del Parco Regionale. L’intervento si pone come supporto e valorizzazione
142
Rigenerazione
urbana canale
Percorso Turistico
Canale Burlamacca
Osservatorio della città
e istituto superiore Sant’Anna
Azione 7: le operazioni
Il percorso turistico lungo il canale Burlamacca
143
dei processi di riqualificazione lungo il tratto del Canale verso il Lago. Il progetto
prevede la realizzazione di un percorso turistico- naturalistico e storico. Dalla
ricerca attivata dal Comune è emerso che il Canale è un corso Navigale
(Viareggio-Vecchiano) di competenza dell’Amministrazione Provinciale. Il
Comune risulta proprietario della Nave 1T/1044 ed il progetto prevede la
valorizzazione di questa risorsa, e la riscoperta di un percorso fluviale di
particolare valenza ambientale e paesaggistica.
34.3 Esterni al PIUSS in quanto progetti finanziati da specifiche risorse, l’area del
Canale prevede interventi di restauro e recupero delle “Porte Vinciane” da parte
della Amministrazione Provinciale, e del Casello Idraulico da parte dell’Autorità di
Bacino del Fiume Serchio.
34.4 Il progetto di realizzazione del percorso turistico è connesso inscindibilmente
a specifiche azioni in corso di realizzazione. In particolare è da evidenziare
la realizzazione del Parco della Vetraia che si pone sulla riva meridionale del
Canale, la realizzazione di un arena teatrale (fuori PIUSS perchè finanziato con
risorse specificatamente destinate) la realizzazione di una viabilità di raccordo
per migliorare l’area di largo Risorgimento con particolari criticità ambientali.
34.5 Il progetto si compone di una specifica azione di riqualificazione urbana, con
la costituzione di una sede per l’ Osservatorio della città”. Questa struttura ha
da diversi anni una propria attività di ricerca e collaborazione con l’Università di
Pisa, l’Università di Firenze, il Politecnico di Torino ed ultimamente con la Scuola
Superiore di S. Anna di Pisa. L’obiettivo dell’Osservatorio riguarda la ricerca e lo
studio di particolari fenomeni urbani, e si configura soprattutto come una struttura
a supporto della progettazione urbanistica. La proposta prevede, sull’esempio
degli “Urban Centre” a livello Europeo, di dare una sede stabile all’Osservatorio
per implementare le ricerche e l’innovazione informatica applicata alle esperienze
di progettazione urbanistica. La sede prevista è lo stabilimento in fase di
recupero della ex Montecatini, mirabile esempio di archeologia industriale.
144
35. LA OTTAVA AZIONE: LA PORTA NORD DELLA CITTÀ
35.1 Con la conclusione della passeggiata, un altro percorso verso est definisce il
limite amministrativo della città. Costeggiando la Fossa dell’Abate, si incontra
di nuovo la strada Aurelia, con la Porta Nord della città e la Cittadella del
Carnevale. La nuova struttura di produzione, progettazione e di vita delle attività
del Carnevale, necessita del completamento con la previsione del Parco del
Carnevale.
35.2 Il progetto della Fondazione Carnevale. Il progetto della Fondazione Carnevale
denominato “Arredo cittadella del Carnevale” prevede la sistemazione di n.
14 statue alla sommità della struttura con creazione di idonee coperture, la
sistemazione urbana del perimetro cittadella e opere complementari.
35.3 Il percorso che collega la Cittadella del carnevale alla zona balneare
(congiungendosi con il percorso della Passeggiata a mare) si configura
nella realizzazione della nuova rotatoria, la messa in sicurezza del canale, il
parcheggio su Viale Einaudi, la costruzione di un nuovo albergo (tutti interventi
fuori PIUSS) per arrivare alla zona del Caprice.
36. LA NONA AZIONE: IL PROTAGONISMO DEL TERZO SETTORE
36.1 Tramite questa specifica azione il progetto integrato acquista una particolare
valenza e forza propositiva, contenendo particolari azioni dell’associazionismo
teso al soddisfacimento di esigenze sociali rilevanti per la collettività cittadina. In
questa azione viene concretizzata non solo l’azione di integrazione caratteristica
della proposta del progetto ma anche e soprattutto vien data attuazione concreta
e verificabile del principio di sussidiarietà. L’associazionismo con proprie risorse
interviene a rendere l’offerta dei servizi sociali più ampia e qualificata, garantendo
autonomia propositiva, gestionale e propositiva.
36.2 Azienda Speciale Pluriservizi: “Residenza per anziani”. Conformemente al
piano di recupero vigente del complesso ex-Tabaracci, la società del Comune di
Viareggio realizzerà una struttura di residenze per anziani.
36.3 Casa di Riposo Sacro Cuore: Casa Riposo Anziani. Il progetto della
145
associazione non profit “Sacro Cuore” prevede la ristrutturazione e messa a
norma del vecchio fabbricato sito in via Pucci e il suo ampliamento dal lato
Via Zanardelli.
36.4 Misericordia di Viareggio. “Centro diurno malati Parkinson”. Il progetto prevede
la manutenzione straordinaria di un immobile da adibire a centro diurno dove
persone affette da malattia di Parkinson possano socializzare ed effettuare
attività fisica di sostegno alla riabilitazione.
36.5 Misericordia di Viareggio: “Comunità a dimensione familiare per Minori da 6
a 18 anni”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da destinare
all’accoglienza di minori in situazione di disagio personale o familiare inviati dalle
autorità competenti.
36.6 Misericordia di Viareggio: Centro interculturale “ La torre di Babele”. Il progetto
prevede un intervento di allestimento di locali da destinare allo scambio culturale,
alla informazione e alla formazione di cittadini stranieri e non, al fine di favorire
l’integrazione reciproca.
36.7 Misericordia di Viareggio: Comunità a dimensione familiare per minori da 0 a 3
anni “Francesco Colzi”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da
destinare all’accoglienza di minori, di età compresa tra 0 e 3 anni, in situazione di
disagio personale o familiare assegnati alla struttura dalle autorità competenti. La
comunità ospiterà prevalentemente minori in età compresa tra 0 e 36 mesi.
36.8 Misericordia di Viareggio: Comunità a dimensione familiare per minori da 0 a
3 anni “Sauro Ricci”. Il progetto prevede la ristrutturazione di un immobile da
destinare all’accoglienza di minori, di età compresa tra 0 e 3 anni, in situazione
di disagio personale o familiare assegnati alla struttura dalle autorità competenti.
La comunità ospiterà prevalentemente minori in età compresa tra 0 e 36 mesi.
36.9 AUSER Viareggio: “ Insieme per………”. Il progetto prevede la creazione di
percorso accessibile (assistito) che consenta di raggiungere parti delle città.
36.10 Croce Verde di Viareggio : “La cultura del confronto”. Il progetto prevede
l’ampliamento e la riorganizzazione degli spazi interni dell’attuale sede sociale,
con un sostanziale intervento di recupero e ristrutturazione, al fine di utilizzare
al meglio il nuovo complesso edilizio oltre che dotarlo di strumenti anche
146
multimediali per avere una “finestra aperta sul mondo”.
36.11 CREA: di Viareggio “ Capannone-Laboratorio delle differenze”. Il progetto
prevede la realizzazione degli spazi necessari al funzionamento della
struttura, tramite la ristrutturazione nonché il recupero delle volumetrie esterne.
36.12 Misericordia di Viareggio: Via delle Catene-Nido d’infanzia. Il progetto prevede
la realizzazione di un Asilo Nido in una zona.
37. IL MASTER PLAN
37.1 Lo scopo del progetto integrato di rigenerazione e riqualificazione urbana è
quello di sviluppare una serie di azioni che possano ottenere, in modo ordinato,
gli obiettivi individuati nell’intento complessivo di unire e ordinare la città
valorizzando la sua ricchezza culturale, le diversità e l’eccezionale bellezza
naturale. La proposta si offre come strumento funzionale al mantenimento e
all’arricchimento dei caratteri identitari di Viareggio, caratteri urbani, ambientali,
produttivi, sociali e culturali. Un progetto che ritrova nella storia della città e nei
suoi “PERCORSI MATRICE” la chiave interpretativa e i riferimenti progettuali.
Tra questi la valorizzazione del percorso matrice quale principio ordinatore
della crescita urbana, individuato attraverso due arterie: una più distante dal
litorale, la via Francesca di Montramito-Massarosa-Massaciuccoli lungo i monti,
e corrispondente più o meno all’antica consolare Emilia Scauri, e l’altra più
propriamente marittima e precisamente tra la costa e le paludi, la PietrasantaMotrone-Viareggio-Malaventre-Pisa, detta via Romana, e corrispondente alla
via Aurelia novecentesca. Il primo nucleo di Viareggio infatti risulta collegato
con l’interno mediante un’arteria trasversale di raccordo, la via Regia, detta
allora Lucchese, con innesto a Montramito sulla via Francesca. Quelle stesse
arterie che sono andate a costituire le direttrici obbligatorie per lo sviluppo e
l’espansione della città. I caratteri identitari del tessuto urbano divengono, assunti
come elementi di riconoscibilità civica, i riferimenti fondamentali per attivare
un programma di interventi coordinato e condiviso. Un progetto che renda più
VIVIBILE la città di Viareggio, attraverso un migliore funzionamento a livello
147
complessivo della struttura fisica della città, ma soprattutto riconoscendone la
forte identità ambientale e urbana quale valore e risorsa. Un piano che fa proprie
le indicazioni della programmazione Regionale e provinciale, assumendo in
particolare come riferimenti strategici: il PIT con il Masterplan dei Porti e il PTC
della Provincia di Lucca. Tutti i progetti della proposta portante risultano conformi
alla strumentazione urbanistica vigente e soprattutto agli obiettivi del Piano
Strutturale, non comportando nuovi strumenti attuativi è garantita l’immediata
eseguibilità dell’intero progetto (di cui il 25% è attualmente in esecuzione). La
proposta PIUSS si basa anche su una risorsa propria del Comune di Viareggio: il
significativo e ricco patrimonio di progettazione urbana attuativa, costituito dagli
ambiti areali urbani pianificati per iniziativa pubblica e dagli interventi puntuali di
progettazione privata. Viareggio risulta così essere una città che non ha bisogno
di interventi forti e strutturanti, essendo la città già strutturata: ha una propria
struttura portante ben riconoscibile, articolata in differenti sistemi funzionali che
presentano un buon livello di efficienza urbana. La funzionalità complessiva
dell’area e dei singoli sistemi può essere migliorata da un insieme strategico
di azioni puntuali. Azioni puntuali strategicamente integrate e finalizzate a
moltiplicare e rivitalizzare la funzionalità e la qualità della città (interventi di
agopuntura urbana). Il sistema di interventi attiva una serie di “azioni-reazioni
urbane” che integrandosi ne incrementano ATTRATTIVITA’, COMPETITIVITA’,
COESIONE e SVILUPPO SOSTENIBILE (Propagazione e relazione).
LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA. La proposta Piuss è il risultato di un
processo concertato e partecipato grazie al coinvolgimento di ampie parti
economiche e sociali della città. La partecipazione di soggetti privati (Enti
Territoriali, Associazioni, fondazioni, Università...) si configura nei 20 progetti
selezionati e recepiti per rafforzare il Piano stesso. La proposta PIUSS si articola
così in 39 progetti, coinvolgendo 16 attori, che si integrano in 9 azioni. Le 9
azioni, distribuite su aree strutturanti il territorio, raggruppano e razionalizzano i
39 interventi previsti. Le 9 azioni sinergiche si integrano per riconfigurare la città
in un insieme organico e ordinato di luoghi destinati all’esercizio di una pluralità di
pratiche di cittadinanza.
148
37.2 AZIONE 1: Il porto e la darsena. Il progetto PIUSS interviene in quest’area con
azioni puntuali per il consolidamento delle componenti strategiche dell’area.Tra
queste il Polo Tecnologico del distretto della Nautica interviene ad assicurare
informazione, supporto e conoscenza al sistema produttivo garantendo un
processo di innovazione e alta formazione al comparto portuale-cantieristico. Una
struttura per accrescere la COMPETIVITA’ del sistema portuale viareggino nel
contesto nazionale e internazionale.
37.3 AZIONE 2: La Passeggiata. Il tratto della Passeggiata dal canale Burlamacca a
Piazza Mazzini segna, anche storicamente, l’inizio della città balneare. Un tratto
caratterizzato da una forte concentrazione di attività commerciali e di contenitori
per lo svago e il divertimento (Cinema, teatri). Il PIUSS interviene sull’area con
l’obiettivo di rafforzarne i caratteri identitari attraverso la valorizzazione del Centro
Commerciale Naturale della Passeggiata e il restauro del teatro Eden quale
struttura culturale a servizio della città e nuova “attrazione” della Passeggiata.
37.3 AZIONE 3: Il Centro Congressi. Piazza Maria Luisa con il complesso del
Principe di Piemonte e piazza Puccini unitamente al sistema alberghiero qui
localizzato sono un significativo punto focale della città di Viareggio. Questo
tratto è da un lato la testata della Passeggiata e dall’altro l’inizio di un significativo
episodio urbano qual’è la Terrazza della Repubblica, oltre a essere uno dei
principali accessi alla città balneare. Il PIUSS interviene rafforzando la funzione
di “FOCUS” propria dell’area. Si propone il POTENZIAMENTO del Centro
Congressi Principe di Piemonte con annessa Area Fieristico-Espositiva e la
sistemazione di Piazza Puccini, quale significativa “porta di accesso” alla città,
e il restauro di Villa Puccini. La riorganizzazione e il potenziamento del Centro
Congressi avrà pertanto ricadute positive sul sistema ricettivo della passeggiata e
della città.
37.4 AZIONE 4: Il Sistema Museale. La proposta PIUSS riconosce al patrimonio
culturale la funzione di strumento in integrazione sociale. Il progetto articola e
struttura il ricco patrimonio culturale in una “rete museale”, che si snoda nella
struttura urbana venendo a interessare, valorizzandoli, specifici “luoghi” che
testimoniano l’identità storica della città. Un Sistema rivolto a qualificare l’offerta
149
culturale e al momento stesso promuovere la funzione educativa dei Musei.
37.5 AZIONE 5: Il cuore antico. Il Cuore Antico imperniato intorno alla via Regia è
elemento fondativo e “matrice” della nuova città. Il PIUSS prevede interventi per
valorizzare gli elementi identificativi e testimoniali presenti nell’area, collegandosi
ad interventi già presenti per qualificare l’ambiente urbano con il riordino e la
valorizzazione di strade e piazze e la RIAPPROPRIAZIONE di spazi urbani in
una ottica di rendere più vivibile la città. Gli interventi previsti dal PIUSS nella
Rete dei servizi sociali e per la promozione e il sostegno dell’economia locale
tendono a configurare il “Cuore Antico” come centro pulsante di una città più
accogliente, più giusta, e che offre più opportunità di intraprendere ai propri
cittadini.
37.6 AZIONE 6: La scacchiera. La Scacchiera è elemento generatore della città e
Piazza Cavour è un elemento primario di percezione e fruizione della città. Il
PIUSS interviene in questa area con azioni che si prefiggono lo scopo di esaltare,
far lievitare e crescere l’effetto città: una parte di città a servizio della città tutta.
Tra le propste quella di Restauro del Mercato Coperto e la riorganizzazione
dell’area mercatale VALORIZZA un elemento identificativo dell’area. Un progetto
che si integra con il Centro Commerciale Naturale imperniato su via Battisti e
via Fratti. L’integrazione che si attua tra tutti gli interventi progettati rivitalizza un
sistema di assi portanti a sostegno delle attività COMMERCIALI.
37.7 AZIONE 7: Il canale Burlamacca. Il Canale Burlamacca con i suoi rapporti
con il mare e il suo Porto da un lato, e con il mondo “acquatico” dell’entroterra
e il Lago di Massaciuccoli dall’altro, è elemento fondativo della città. Il Canale
attraverso diversi e differenziati luoghi, aree a prevalente carattere ambientale
e naturalistico, aree testimoniali di archeologia industriale, aree interessate da
insediamenti lineari e specialistici, risulta elemento identitario della struttura
urbana. Il PIUSS, con uno specifico progetto, tende a recuperare e valorizzare il
percorso turistico del Canale Burlamacca. La riscoperta e la riappropriazione di
questi spazi localizzati nell’entroterra e la loro integrazione con i luoghi consolidati
del turismo balneare costituisce un elemento necessario per configurare un
progetto integrato ed ecologicamente sostenibile. In questo progetto l’attivazione
150
della motonave Burlamacca e soprattutto la banchina del battello, non è solo
il punto di partenza di un itinerario ma anche l’occasione per dare concreta
operatività alla riqualificazione delle risorse ambientali dell’entroterra e per
sviluppare modi e forme di turismo eco-sostenibile.
37.8 AZIONE 8: La porta Nord. L’area a Nord della città imperniata sulla Cittadella
del Carnevale è una realtà tuttora in formazione. La proposta PIUSS contribuisce
a consolidare e integrare questa nuova realtà nel tessuto urbano ed economico di
Viareggio.
37.9 AZIONE 9: La rete dei servizi sociali. La Rete dei Servizi Sociali si distribuisce
sull’intera area urbana con l’obiettivo di rafforzare il sistema dei servizi alla
persona volti a rendere la città più GIUSTA, SOLIDALE, ACCOGLIENTE. A
questo scopo il progetto propone una serie di interventi che garantiscano una
maggiore qualità della città, grazie soprattutto al protagonismo delle Associazioni
di Volontariato e alle Onlus.
37.10 RELAZIONE E INTEGRAZIONE sono gli assi portanti della proposta,
attraverso un’equilibrata distribuzione degli interventi come supporto alle attività
economiche, culturali e sociali della città compatta e policentrica. Il progetto
PIUSS agisce sulla struttura urbana esistente attraverso un insieme coordinato
e integrato di operazioni intersettoriali strettamente coerenti e integrate tra loro.
Le operazioni, nel loro complesso, costituiscono una “proposta portante” per
rigenerare la città facendo leva sulle energie interne e sulle potenzialità proprie e
specifiche della città stessa.
151
152
Punti di forza
Dimensione della città che favorisce fattore di attrazione
per la qualità della vita, la disponibilità dei servizi, la
buona accessibilità e i collegamenti esterni.
Centro ciittadino che svolge funzione di “convettore del
sapere” dove sono concentrate le principali attività
produttrici dei servizi terziari più avanzati e, in larga
misura, anche di quelli commerciali e turistici.
Presenza di aree spiccatamente rurali, e con una
significativa presenza - come, peraltro, anche nel centro
cittadino - del sistema delle pinete.
Un habitat ricco di risorse naturali e paesaggistiche
Reti di quartieri e territori funzionalmente integrate.
Presenza di aree naturali protette.
Punti di debolezza
Pressioni ambientali derivate dalle attività produttive del
territorio.
Problemi strutturali nell’imboccatura del porto.
Aree urbane a rischio degrado che richiedono interventi
di riqualificazione.
Centri di accoglienza per infanzia e anziani che
necessitano
rilevanti
interventi
di
ampliamento,
ristrutturazione e messa in sicurezza.
Minacce
Effetti rilevanti dell’invecchiamento sul sistema
assistenziale, che sarà sottoposto ad una crescente
domanda.
Opportunità
Integrazione sociale e miglioramento competenze dei
cittadini stranieri.
Territorio, ambiente e qualità della vita
Punti di debolezza
Tendenza all’invecchiamento della popolazione naturale.
Sensibili differenze a livello sub-comunale nella densità di
popolazione.
Punti di forza
Alta densità di popolazione, che conferma Viareggio fra i
comuni più densamente popolati d’Italia.
Trend di crescita della popolazione totale ampiamente
positivo grazie a immigrazione.
Popolazione
ANALISI SWOT
153
Punti di debolezza
Presenza industriale inferiore a quella osservata in altre
aree sia della provincia.
Scarsità
di
spazi
adeguati
per
produzione
e
movimentazione delle imbarcazioni, sia in prossimità del
mare che nell’entroterra.
Bassa offerta di manodopera specializzata
Mancanza di professionalità tradizionali.
Necessità di nuove professionalità legate alle innovazioni
di prodotto e di nuove figure manageriali.
Sistema produttivo ancora oggi troppo ancorato alla
prestazione di servizi tradizionali e con notevoli limiti sul
fronte della produzione immateriale e di servizi alle
imprese.
Minacce
Perdita di attrattività del patrimonio urbanistico
ambientale.
Inadeguato spazio di approdo turistico
Accoglienza insufficiente o non adeguata per infanzia e
anziani
Inadeguata offerta di percorsi formativi di alta
formazione
Opportunità
Minacce
Proiezione verso l’Europa ed il Mediterraneo
Perdita di specializzazione del commercio di vicinato
Presenza di aree urbane dove svolgere interventi di Perdita di competività del territorio a favore di altre aree
Punti di forza
Presenza di un distretto di eccellenza nel settore della
cantieristica da diporto.
Primato mondiale di Viareggio nella costruzione di grandi
yacht.
Dinamicità innovativa e tecnologica del settore produttivo
nautico.
Rete commerciale diffusa.
Turismo in rilevante espansione turistica negli ultimi
anni.
Significativa rilevanza del settore florivivaistico (¾ del
totale 250 aziende agricole).
Economia
Opportunità
Riqualificazione urbana come leva per incrementare
l’attrattività, lo sviluppo e la qualità della vita dell’area.
Realizzazione di percorsi formativi di alta formazione
Presenza significativa di centri di accoglienza, asili nido e
sedi associative
154
Punti di debolezza
Offerta culturale discontinua alimentata dalla forte
stagionalità dei flussi turistici.
Esigenza di una maggiore dotazione di pannelli
informativi turistici e multilingua
Minacce
Perdità di attrattività culturale a livello internazionale.
Punti di forza
Presenza di manifestazioni culturali di richiamo nazionale
ed internazionale.
Opportunità
Elaborazione di strategie di marketing culturale
innovativo.
Migliorata informazione e accoglienza turistica culturale.
Possibilità di incrementare forme di turismo culturale e
non balneare.
Cultura
rivitalizzazione e/o di recupero urbano come leve per maggiormente orientate alla fornitura di servizi innovativi
incrementare il potenziale di sviluppo.
Trend negativo per i settori produttivi di riferimento a
Creazione di un coordinamento che integri e superi la causa dell’aggravarsi della crisi economico- finanziaria.
segmentazione dell’offerta commerciale.
Tassi costanti di crescita del movimento turistico
mondiale legato ai segmenti del turismo ambientale e
culturale.
155
Problemi strutturali nell’imboccatura del porto
Dimensione della città che favorisce fattore di attrazione per la
qualità della vita, la disponibilità dei servizi, la buona
accessibilità e i collegamenti esterni
Centri di accoglienza per infanzia e anziani che necessitano
rilevanti interventi di ampliamento, ristrutturazione e messa in
sicurezza.
Elaborazione di strategie di marketing culturale innovativo.
Tassi costanti di crescita del movimento turistico mondiale
legato ai segmenti del turismo ambientale e culturale.
superi la
nautico
condizionato
Perdità di attrattività culturale a livello internazionale
Inadeguata offerta di percorsi formativi di alta formazione
Accoglienza insufficiente o non adeguata per infanzia e anziani
Inadeguato spazio di approdo turistico
Perdita di attrattività del patrimonio urbanistico ambientale.
Trend
economico
del
settore
dall’aggravarsi della crisi finanziaria.
Presenza di aree urbane dove svolgere interventi di
rivitalizzazione e/o di recupero urbano come leve per
incrementare il potenziale di sviluppo.
Creazione di un coordinamento che integri e
segmentazione dell’offerta commerciale.
Minacce
Forte stagionalità turistica
Opportunità
Presenza di manifestazioni culturali di richiamo nazionale ed
internazionale.
Significativa rilevanza del settore florivivaistico
Sistema produttivo dotato di scarsi servizi alle imprese
Scarsità di spazi produttivi.
nella costruzione di grandi Limitata dimensione delle imprese.
Turismo in rilevante espansione turistica.
Primato mondiale di Viareggio
yacht.
Presenza di un distretto di eccellenza internazionale nel
settore della cantieristica da diporto e rete commerciale
diffusa
Elevata attrattività dei beni ambientali e culturali.
Invecchiamento della popolazione naturale.
Alta densità urbana
Aree urbane a rischio degrado che richiedono interventi di
riqualificazione.
Punti di debolezza
Punti di forza
SINTESI ANALISI SWOT
Vocabolario Lingua Italiana Zanichelli.
PIT Documento di Piano pag. 42
PIT Documento di Piano pag. 46
PL Cervellati “La manutenzione della città
PIT Documento di Piano pag. 47
PIT Documento di Piano pag. 56
PIT Documento di Piano pag. 60
PIT Documento di Piano pag. 60
PIT Documento di Piano pag. 60
PIT Documento di Piano pag. 61
Cfr. F. Sani, A. Magnier, La riqualificazione della città portuale. Il caso
Marsiglia,
Progetto integrato regionale di cui al § 1. 8 del Prs (pp. 53 ss. ).
PIT Documento di Piano pag 68.
PIT Documento di Piano pag. 68
PIT Documento di Piano pag. 69
PIT Documento di Piano pag. 69
PIT Documento di Piano pag. 70
PIT Documento di Piano pag. 70
PIT Documento di Piano pag. 70
PIT Documento di Piano pag. 69.
Atlante delle Attività Commerciali Regione Toscana 2007
Atlante delle Attività Commerciali Regione Toscana 2007
Documento di Orientamento Strategico progetto Vesevo 2001.
Sulla Torre Matilde, cfr. P. Fornaciari,
156
Da Master Plan dei porti regione Toscana 2007. pag 41.
N. Zingarelli Vocabolario della Lingua Italiana
Le modalità tecniche adottate sono quelle descritte in: Massimo Bressan e
Massimiliano Radini, “Indicazioni per l’individuazione dei criteri di perimetrazione
urbana nel caso dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile (PIUSS) del POR
Toscana”; Regione Toscana – DG Sviluppo Economico (Documento di lavoro),
Firenze 2008
Questa differenza è in parte da attribuirsi dalla presenta nell’area PIUSS di seconde
abitazioni ad uso turistico.
Il differenziale di localizzazione rileva, per ogni sezione censuaria, la differenza
tra il tasso di abitanti (per ogni 10. 000 residenti), rispetto al totale dei residenti
nel Comune, dell’aggregato sociale considerato. Esso assume sia valori positivi
che negativi. I valori possono essere interpretati come la quota di residenti facenti
parte dell’aggregato considerato che dovrebbero affluire nella sezione o defluire per
appianare le differenze di localizzazione rispetto all’aggregato complementare. Un
valore positivo indica la forza con cui un particolare tipo di residenti viene attratto
nella sezione di censimento i-esima. Viceversa, un valore negativo segnala la forza
con cui sono esclusi dalla sezione i-esima.
La classificazione è stata realizzata ripartendo la distribuzione delle sezioni con
valori negativi in tre terzili: le sezioni rientranti nel primo terzile sono state etichettate
come ad alta esclusione, quelle nel secondo a media esclusione, infine, quelle
nell’ultimo a bassa esclusione; allo stesso modo abbiamo operato per la distribuzione
dei valori positivi: le sezioni rientranti nel primo terzile sono state etichettate come a
bassa attrazione, quelle nel secondo a media attrazione, infine, quelle nell’ultimo ad
alta esclusione.
M. Carta Waterfront Palermo . un manifesto -progetto per la nuova città
157
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