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Chiamò i Dodici e li mandò a due a due» (Mc 6,7
Vita diocesana Agenda del Vescovo e n o i Il Laboratorio z a form permanente di Pastorale 2012 A Como, al mattino, in Vescovado, udienze e colloqui personali. Da sabato 14 a lunedì 23 luglio Fuori sede per un breve periodo di vacanza. don Andrea Stabellini è nominato Vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano monsignor Andrea Meloni è nominato Canonico del Capitolo della Basilica Cattedrale monsignor Saverio Xeres è nominato Canonico del Capitolo della Basilica Cattedrale in ricordo del canonico sosio Nel centenario della ordinazione sacerdotale, conferitagli il 14 luglio 1912, don Giambattista Levi ricorda con devoti sentimenti fondatore e primo direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano, che guidò con grande competenza e fedeltà dopo gli anni di servizio nel seminario di Sant’Abbondio a insegnare matematica e a Buglio in Monte come parroco, svolgendo, insieme, un fecondo ministero sacerdotale carico di affetto spirituale nella Casa delle Suore di Valduce. Dopo le prime due esperienze, quest’anno la proposta ha assunto la struttura di ciclo triennale: si è partiti con l’Iniziazione Cristiana Q DALLA CANCELLERIA NOMINE E PROVVEDIMENTI di Semogo 11 Quattro giorni di formazione residenziale a Livigno dal 12 al 15 luglio. Giovedì 12 luglio il canonico Andrea Sosio Sabato, 14 luglio 2012 uattro giorni di formazione residenziale, dal 12 al 15 luglio, a Livigno, danno inizio al terzo anno consecutivo del Laboratorio permanente di pastorale offerto ai responsabili e agli animatori dell’iniziazione cristiana, della liturgia, dell’oratorio, dei cammini di fede per giovani e adulti. Dopo le prime due esperienze, quest’anno la proposta ha assunto la struttura di un ciclo di tre anni che prevede: un primo anno (quello che si sta avviando) su “Iniziazione Cristiana: celebrazione e accompagnamento”; un secondo su “Una catechesi a dimensione missionaria”, attento in particolare al primo annuncio della fede; un terzo su “La Parola anima della comunità cristiana”. Altra novità di quest’anno è l’offerta di due edizioni in due zone diverse della Diocesi, per facilitare la partecipazione di un maggior numero di persone: la proposta di Livigno, quindi, verrà replicata a Tavernerio in settembre (sabato 8 pomeriggio, domenica 9, lunedì 10 sera). Per una formazione che porti a “Rinnovare l’Iniziazione cristiana delle nostre comunità” sono stati preparati 4 laboratori: sull’accompagnamento dei genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli e l’educazione religiosa nella fascia 0-6 anni; sul percorso di completamento dell’Iniziazione cristiana dei ragazzi; sulla mistagogia per i preadolescenti dopo la celebrazione dei Sacramenti; sull’accompagnamento degli adulti nel catecumenato. A Livigno, tenendo conto delle esigenze dei partecipanti, saranno sviluppati i primi due laboratori (0-6 anni e completamento IC), mentre a Tavernerio saranno sviluppati tutti i temi. La parola “laboratorio” indica il metodo scelto: i partecipanti, dopo aver ascoltato le relazioni di don Italo Mazzoni, vicario episcopale per la pastorale, e don Battista Rinaldi, direttore dell’Ufficio per la catechesi, che introdurranno e preciseranno il significato di segni, simboli, gesti umani e Sacramenti della Chiesa, saranno impegnati nell’elaborazione di precisi progetti che rispondano alle necessità di chi è impegnato nel settore e delle comunità da cui sono inviati. A guidare i laboratori saranno gli stessi relatori insieme con collaboratori degli Uffici per la Liturgia e per la Catechesi. Quest’anno è cresciuta la risposta dei Vicariati all’iniziativa: l’esigenza di formazione è sempre più avvertita nelle comunità; perciò molti partecipano con l’intento di animare poi nel Vicariato dei percorsi differenziati e graduali. L’esperienza del Laboratorio Pastorale è anche un momento significativo per far maturare un senso più vero di comunità Diocesana. La provenienza da differenti punti della Diocesi e la convivenza per qualche giorno permette di stabilire conoscenze e relazioni che risultano significative in vista di un percorso comune anche se diverso per situazioni ed esperienze. La rilevanza della proposta formativa di quest’anno è evidente: ormai il percorso diocesano per l’iniziazione cristiana dei ragazzi (dalla richiesta del Battesimo da parte dei genitori fino alla celebrazione di Cresima e Eucaristia e alla successiva mistagogia), così come quello di catecumenato dei ragazzi e degli adulti, si è definito nei suoi contenuti, nei suoi passaggi principali e anche rispetto alle modalità. Diventa pertanto urgente Conferenza episcopale lombarda Lo scorso venerdì 6 luglio presso il Santuario di Montecastello a Tignale (Bs), al termine degli esercizi spirituali predicati dal cardinale Dionigi Tettamanzi, si è svolta la sessione estiva della Conferenza Episcopale Lombarda. I vescovi si sono confrontati, tra i vari temi affrontati, anche sui contenuti dell’Anno della Fede. Monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova, ha illustrato la situazione nella sua Diocesi, molto colpita dal sisma di maggio. Per riaprire al culto entro Natale circa 40 chiese ora inagibili ha chiesto l’aiuto delle Chiese lombarde. Infine il nostro vescovo monsignor Diego Coletti è stato nominato delegato regionale per Ecumenismo e Dialogo. iniziare a “camminare” lungo questi percorsi, per poterne valorizzare le potenzialità: non si tratta, infatti, di “complicazioni” che si aggiungono ai problemi delle comunità, ma di un aiuto a concentrarsi sull’essenziale, a far sì che le comunità si mobilitino con la ricchezza della loro vita, fatta di annuncio, celebrazione e testimonianza, in vista del loro compito fondamentale di generare nuovi cristiani e farli crescere verso una fede adulta. Con almeno due attenzioni importanti, che emergono in modo trasversale in tutto il triennio del Laboratorio permanente di pastorale. La prima è quella di investire decisamente sul coinvolgere e accompagnare gli adulti, le famiglie, la comunità nel suo insieme: non basta un buon lavoro con i bambini e i ragazzi, è dal “camminare insieme” con le famiglie che può nascere un cammino di iniziazione cristiana capace di radicare la fede nella vita. La seconda è l’attenzione missionaria: le nostre comunità non possono limitarsi a “mantenere” quello che c’è, ma sono chiamate a proporre un “primo annuncio” che sia in grado di incrociare gli uomini nelle loro situazioni di vita per aprirli alla speranza, secondo lo stile di Gesù e delle prime comunità cristiane. ANTONELLO SIRACUSA ■ Il Vangelo della domenica: 15 luglio - XV domenica del tempo ordinario «Chiamò i Dodici e li mandò a due a due» (Mc 6,7-13) Prima Lettura: Am 7, 12-15 Seconda Lettura: Ef 1, 3-14 CHIAMATI Già da tempo i Dodici stavano con Gesù, ma c’era bisogno di tenerseli vicini prima di mandarli nei villaggi. “Chiamò a sé i Dodici”; proprio come un maestro con gli alunni, un allenatore con i suoi atleti, una guida alpina con gli escursionisti prima di una scalata. Vicini a Gesù, i Dodici ricevono potere sugli spiriti impuri e istruzioni su come andare (poveri, con bastone e sandali, simboli del cammino); da chi andare (famiglie e ammalati da ungere con l’olio) e su cosa dire (la conversione). Insomma, all’inizio c’è sempre l’iniziativa di Dio. Era capitato così anche al profeta Amos che all’invettiva “vattene” del sacerdote Amasia, contrappone il comando ricevuto dal Signore il giorno della sua chiamata “Và, profetizza al mio popolo”. Meraviglioso anche il cantico di apertura della lettere agli Efesini che benedice (dice bene) Dio perché ci ha benedetti, scelti, predestinati. PER ESSERE MANDATI Il dono della Fede che abbiamo ricevuto, la verità del Vangelo che ci è stata annunciata, l’amore stupendo con il quale Dio quotidianamente ci avvolge, sono dati a noi perché a nostra volta sappiamo donarli agli altri. Nasce da qui l’impegno per tutti nelle Chiese di essere missionari. Riporto al riguardo una frase dell’Esortazione Apostolica “Verbum Domini” (n° 94): “Poiché il Popolo di Dio è un popolo inviato, la missione di annunciare la Parola di Dio è compito di tutti i discepoli di Gesù come conseguenza del Battesimo. Questa consapevolezza va ridestata in ogni famiglia, parrocchia, comunità, associazione e movimento ecclesiale”. Il documento del Papa ringrazia anche chi già annuncia il vangelo con un accenno particolare alle donne! A DUE A DUE Entro in una famiglia e la padrona di casa mi riferisce una frase mai sentita: “è meglio un marito di paglia che un figlio d’oro”. Al momento non capisco; mi faccio spiegare. Il detto popolare si riferisce al fatto che ad una certa età, per le donne la presenza del marito, è più preziosa e consolante dei figli, che, cresciuti, vanno per la loro strada. Il detto rivela anche la solitudine di tante donne rimaste vedove. Insomma un marito è sempre prezioso, fosse pure di paglia, purché ci sia. “A due a due” gli apostoli sono stati mandati nelle case della Galilea. “Li mandò a due a due” è il filo conduttore del percorso proposto dal Vescovo ai fidanzati in preparazione al Matrimonio. Il segreto per essere entrambi preziosi - fidanzati oggi, sposi domani - ce lo ricorda la preghiera di colletta: “Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio”. Se Gesù è loro caro, allora sia lui che lei saranno per sempre oro e non paglia. don ALFONSO ROSSI