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Fateci sognare
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI La voce degli 8 Comuni l’Altopiano www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 313 - ANNO XII - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 6 FEBBRAIO 2010 Fateci sognare Fabris e Stefani a Vancouver a caccia di medaglie, ma non sono i soli altopianesi in Canada… LUSIANA La chiesetta a Villa Sant’Angelo è già una bella realtà Pagine 14 e 15 ENEGO Pag.18 Il Comitato per le regole: “Nessuno può insegnaci come si vive in montagna” GALLIO Pino Rossi è in corsa per le regionali Pag.12 SCUOLA Pag.4 Ad Asiago si progettano un liceo sportivo e un indirizzo turistico E’ nata l’associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” Pag.12 Pagina 16 SANTIA’ Ortigara Appello del comitato ai candidati regionali “I nostri ospedali tra le vostre priorità” I pannelli verranno spostati Pagina 7 Pag.2 pagina 17 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 2 LA REPLICA ATTUALITA’ “In primavera sposteremo i pannelli” Vittorio Corà, coordinatore del Progetto Tutela e valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale sulle Prealpi Vicentine, risponde alle proteste delle associazioni storiche. “In Primavera, d’intesa con Onorcaduti e Ana, cercheremo per i pannelli sull’Ortigara una eventuale diversa e più consona sistemazione”. La dichiarazione, all’indomani della pubblicazione sul nostro giornale delle proteste dell’associazioni storiche per i pan- nelli informativi posti sulla Cima sacra agli Alpini che, secondo unanime parere “deturpano questo luogo così importante e così caro a molti per il sacrificio di tante giovani vite” arriva dall’architetto Vittorio Corà, coordinatore del Progetto Tutela e Recuperanti moderni: un dibattito a Thiene “Cimeli della Grande Guerra il Veneto e i suoi collezionisti” è il titolo dell’incontro che si terrà sabato 13 febbraio a Thiene, presso l’Auditorium Città di Thiene – Fonato, si tratta di un’occasione per discutere le problematiche che interessano e investono neorecuperanti, collezionisti ed appassionati, inoltre sarà trattata la riqualificazione del loro ruolo e l’operato nell’ambito della ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico della Grande guerra. “Il Veneto è disseminato di raccolte e collezioni private di cimeli della Grande guerra –annuncia il comunicato che introduce il simposio - i collezionisti e i ricercatori hanno conservato un patrimonio che, diversamente, sarebbe irrimediabilmente stato distrutto e disperso. Pressoché in ogni abitazione sono ancora oggi conservati ricordi familiari di excombattenti, cimeli e reperti rinvenuti in cantine e soffitte, oggetti raccolti sui campi di battaglia del fronte terrestre, ma anche acquistati alle fiere di militaria. Nella sola provincia di Vicenza questi appassionati sono diverse migliaia, ma si calcola che nella regione del Veneto superino le ventimila unità. In questi ultimi anni, si è resa evidente l’importanza di valorizzare il patrimonio storico del Primo Conflitto Mondiale a fini storici, turistici e culturali, includendovi anche i reperti mobili e cimeli. Molte iniziative e progetti sono stati avviati da pubbliche amministrazioni, ma raramente questi considerano come soggetti attivi i neorecuperanti ed i collezionisti, la cui collaborazione diviene invece fondamentale per il successo di ogni iniziativa. E’quindi urgente un disciplinare regionale che garantisca loro autonomia e riconoscimento delle attività di ricerca e nella libera detenzione delle raccolte e collezioni, con regole semplici e applicabili. La proposta di legge PdL n. 198 Disciplina dell’attività di raccolta dei cimeli e reperti mobili della Grande guerra, espressa dai Consiglieri regionali Flavio Tosi, Daniele Stival e Vittorino Cenci, muoveva in tale direzione, ma è stata osteggiata da altre forze che ne hanno reso impossibile la promulgazione in legge in tempi brevi”. Questo convegno quindi si pone l’obiettivo di riaccendere i riflettori su questa tematica: il presidente dell’ass.ne storico-culturale Il Piave 1915-1918, Alfredo Tormen, espone le molte domande e perplessità del mondo degli appassionati, presentando nel contempo le attività svolte dagli associati. Intervengono inoltre il dott. Andrea Galassi responsabile del progetto della Provincia di Vicenza per il recupero corretto dei resti dei caduti della Grande guerra eAlessandro Maroso Presidente dell’Ass.ne Ricercatori e amici della storia di Marostica. Partecipano al dibattito, illustrando l’iter legislativo e relativi aggiornamenti, Marino Finozzi presidente del Consiglio regionale della Regione del Veneto, Flavio Tosi Sindaco di Verona nonché proponente del PdL n. 198, Vittorino Cenci Consigliere regionale e firmatario del PdL n. 198. Lì appuntamento è a Thiene, Auditorium Città di Thiene – Fonato, via Carlo del Prete n.36, sabato 13 febbraio 2010, ore 16.00, ingresso libero G.D.F: valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale sulle Prealpi Vicentine. “I pannelli dell’Ortigara – spiega Corà in una nota – misurano 100x53 cm e sono posizionati su supporti in acciaio la cui altezza non supera mediamente i 100 – 110 cm fuori terra. Il sito è stato inizialmente scelto in quanto, pur assicurando una vista ottimale sulla grande Dolina e il terreno retrostante, rimaneva al di sotto della piattaforma sommitale dell’Ortigara, lungo il sentiero di salita, ma in posizione ben defilata rispetto alla Colonna posta sulla Cima”. “A tale riguardo – continua Corà – non posso non rilevare come la foto pubblicata enfatizzi volutamente le dimensioni e la reale percezione che si essi si coglie salendo a piedi dal passo di Val Caldiera”. “Nessuna velleità di “arreda- La proposta di legge Una fondazione per la tutela della memoria Roberto Ciambetti, consigliere regionale, assieme a tutto il gruppo della Lega, ha presentato una proposta di legge per istituire una fondazione per gestire il patrimonio lasciato dalla Grande Guerra e coordinare le attività di divulgazione sulla storia del Primo Conflitto Mondiale. Una struttura dove possono aderire Province, Comuni, Ministeri e fondazioni bancarie nonché altri soggetti pubblici e privati quali musei, archivi e collezioni. Una fondazione la cui finalità viene spiegata dal presidente del Gruppo Lega Nord e primo firmatario del progetto di legge, Roberto Ciambetti. “Si tratta di una proposta che vuole porre rimedio ai ritardi accumulati nel campo della tutela, divulgazione e promozione culturale, della memoria della Grande Guerra, che ha visto il primo intervento legislativo moderno solo nella legge del 2001 chiamata proprio di “Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale”. “La necessità di un organismo capace di coordinare le varie iniziative nel territorio veneto è lampante – continua Ciambetti - Gli importanti recuperi e le molte azioni avviate negli anni richiedono promozione, divulgazione e sostegno per mantenere la memoria degli eventi, diffondere una cultura di pace, attivare flussi culturali, scolastici, formativi e turistici che assicurino anche in futuro la piena tutela dei luoghi, come accade già in Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Belgio”. Roberto Ciambetti re” l’Ortigara – conclude Corà - ma sempre l’impegno a trasmettere il ricordo di quei drammatici avvenimenti preservan- done la sacralità, convinti che il rispetto per questi luoghi può diffondersi solo attraverso la conoscenza della loro storia”. Centenario della Grande Guerra Al vicentino spetterà solo la promozione degli eventi Nel 2014 inizieranno le celebrazioni del Centenario dell’inizio della Grande Guerra. Una commemorazione che la Comunità Europea sta già avvertendo prevedendo cospicui finanziamenti che la commissione inter provinciale di Venezia, Treviso, Belluno e Vicenza dovrà richiedere e gestire. Nel programma di coordinamento alla Provincia di Vicenza viene riservato il ruolo di propagandare le manifestazioni. Un po’ poco secondo il sindaco di Asiago Andrea Gios, che commenta: “D’altronde se la Provincia di Vicenza non si presenta agli incontri non ci si può attendere altro”. Infatti pare che all’incontro tra le province per decidere come organizzare il coordinamento quella vicentina non si sia fatta vedere. “Sono amareggiato per la poca considerazione del vicentino che con il Pasubio, il Grappa e l’Altopiano ha una posizione centrale nella storia del fronte italiano della Grande Guerra – dice Gios – Inoltre è nel vicentino che è presente il maggior numero di manufatti risalenti al periodo bellico e, in particolare, è sull’Altopiano che è stata realizzata buona parte dei recuperi, mentre verso il Piave di resti del primo conflitto mondiale ce ne sono pochi”. Gli uffici dell’assessorato al Turismo provinciale non accettano le accuse spiegando invece che la decisione della spartizione di competenze era già stata definita e, pur ammettendo che all’incontro l’assessore Dino Secco non ha potuto esserci per problemi tecnici, sottolineano l’importanza del ruolo di promotore degli eventi. Promozione specifica che potrà gettare le basi per progetti futuri. Per esempio proprio nella valorizzazione turistica dei manufatti ristrutturati con il progetto dell’Ecomuseo della Grande Guerra. Non è per una questione “di campanile” che il sindaco esprime il suo disappunto, ma per una logica anche geografica. “Il confine di allora, ovvero l’attuale confine trentino, è a pochi chilometri dall’Altopiano quindi, qualora il Trentino decidesse di fare manifestazioni per il centenario questi sarebbero concentrati a Lavarone, Folgaria e Luserna cioè la continuazione geografica dell’Altopiano – conclude Gios – In ogni modo l’Altopiano si farà trovare pronto per l’occasione, ha sempre dimostrato capacità organizzative e ha sempre gestito bene progetti a largo raggio. Basta vedere quanto la Comunità Montana ha fatto con l’Ecomuseo con ben 19 progetti completati”. Gerardo Rigoni 8 Sabato 6 febbraio 2010 ATTUALITA’ l’Altopiano 3 La Provincia risponde all’appello dei referendari Dal consigliere provinciale Gattolin un invito formale alla Regione “Sindaci dell’Altopiano se ci siete battete un colpo.” L’esortazione era arrivata dal Comitato referendario per il passaggio dell’Altopiano a Trento dopo che, nonostante le sollecitazioni, i sindaci altopianesi non avevano ancora deliberato per invitare la Regione Veneto ad esprimere il suo parere sul passaggio dell’Altopiano alla Provincia autonoma di Trento. Perché l’iter proceda, la Regione Veneto deve esprimere un parere, anche negativo, ma a Palazzo Balbi si temporeggia ed intanto il tempo passa. Per ora i sindaci non hanno risposto all’appello, anzi ha deliberato il consiglio comunale di Enego, mentre il sindaco di Lusiana Antonella Corradin ha promesso di portare la questione davanti alla consulta dei sindaci, ma poi basta. Ad inviare un sollecito ci ha pensato invece il consigliere provinciale Francesco Gattolin con un invito formale alla Giunta e il Consiglio Regionale, invito firma- to anche dai consiglieri Bortolino Sartore ed Enzo Sambugaro. “Il Viminale giustifica la mancata sottoposizione del disegno di legge al Consiglio dei Ministri, nonostante la scadenza del termine, in quanto la Presidenza della Repubblica ha espresso perplessità sull’opportunità di presentare il disegno di legge senza la preventiva acquisizione dei pareri dei Consigli regionali – spiega Gattolin – E’ evidente la volontà della Giunta e del Consiglio Regionale di non procedere all’emissione del prescritto parere, di fatto impedendo l’attuazione delle previsioni costituzionali e ordinarie in materia e ponendo nel limbo la potestà legislativa del Parlamento di valutare la richiesta. Risulta paradossale questa espropriazione delle competenze legislative del Parlamento attraverso una “non espressione” del prescritto parere violando la democrazia diretta, con il cui esercizio attraverso il referendum si sono espressi i cittadini interessati”. G.R. dall’auditel, dagli indici di gradimento e dal torbido inseguimento della gloria s’è smarrito il loro vocabolario e delle loro grida rimangono solo le foto sui giornali quando la notizia è già stata battuta. “Urlatelo al mondo che così non va!” conclude quella ragazza. Che altro non è se non la diagnosi pietosa e ripugnante dei nostri giorni, di un’epoca che ha svuotato la dimensione religiosa della realtà, il “nodo divino che lega le cose” come scrisse l’aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry. Fino a convincersi che la strada la si trova strada facendo: la più assurda tra tutte le indicazioni di percorso sopratutto se inferta ad anime giovani e indecisa sul percorso.Qualcuno non accetterà questa verità, ma un ragazzo che si suicida è un ragazzo che scrive semplicemente la fine di una storia, il cui contenuto - spesso in maniera subdola ed esperta - era già stato svuotato dal suo mondo. La lettera coraggiosa di quella ragazzina non diventerà una scritta sulla sabbia del mare (dove anche le canzoni d’amore scompaiono per la marea del mattino) se solo incrocerà la passione di chi saprà scommettere su una vecchia formula pedagogica: formare la mente educando il cuore. Per non rimpiangere d’aver costruito un’occasione che ha spezzato il volo giovane di un pensiero ferito. A meno che non siamo tutti discepoli o discendenti di Caifa, il sommo sacerdote che aveva consigliato ai Giudei: “E’ meglio che un uomo solo perisca per il popolo” (Gv 18,14). Non siamo molto distanti: una ragazza ce l’ha elegantemente rinfacciato. Sapor d'acqua natìa “La sindrome di Caifa” Finalmente una ragazza liceale milanese di IV^ superiore - dopo il suicidio di un compagno di scuola ha preso la carta, la penna e il coraggio tra le mani e l’ha rinfacciato alla sua città distratta: “Aprite gli occhi, aprite il cuore perchè perdiamo la vita”. Stava seduto a tavola, chiede di andare al bagno, sentono il botto sull’asfalto, vedono il corpo straziato: tutto semplice, apparentemente lineare, drammaticamente reale. Peccato sia l’ennesimo suicidio archiviato come causa della crescita degli ormoni e non ci s’accorga che queste urla strozzate sono gigantesche richieste d’aiuto gridate ad una società distratta, strafottente e disinteressata dei drammi dei loro figli. Quel corpo dilaniato ricorda all’uomo distratto che gli sbadigli hanno fatto più male nella storia di tutte le polveri da sparo: gli sbadigli sonnolenti di chi, magari preposto alla loro educazione (e quindi doppiamente colpevole) ha risposto ad una tristezza con un “prendi qua e taci”, un “ci siamo passati tutti”, un deficiente “sono cose che capitano” o un malsano e diseducato “è una fase della vita”. Nulla di tutto questo, ma la sconfitta di una società su tutti i fronti: sconfitta della mia Chiesa che al rischio del giocare in perdita con loro preferisce la stanca sonnolenza di quattro bans all’ombra del campanile, sconfitta della scuola incapace di leggere tra le increspature di un volto l’aurora di un suicidio, sconfitta della politica che si cura sempre meno delle angosce giovani. E’ una sconfitta generale - anche se pochi se ne inquieteranno perchè ai ragazzi stiamo mostrando un mondo rovinato e fregiato che fa loro paura: paura che mette ansia nel loro cuore, timore di non essere all’altezza di ciò che si richiede, voglia di farla finita pur di non fallire in mondovisione. Allora meglio buttarsi dalla finestra e rinfacciare al mondo un’angoscia indecifrabile.Fossimo onesti questi sarebbero “omicidi premeditati plurimi” da addebitarci volontariamente perchè non siamo riusciti a trasmettere loro la passione della vita, il prezzo del sacrificio, l’onesta costruzione di un cuore ordinato ed educato. Strapazzati da mibtel, nasdaq e consigli d’amministrazione, torturati don Marco Pozza Partita la raccolta firme per Veneto RegioneAutonoma Veneto Regione Autonoma a Statuto Speciale. Ovvero come il Friuli Venezia Giulia, come la Valle d’Aosta, come i nostri amati ed invidiati vicini del Trentino Alto Adige. “Se lo vuoi si può” è lo slogan del Comitato promotore che chiede ai cittadini veneti elettori di recarsi al proprio ufficio anagrafe per firmare la petizione. Un petizione che chiede di modificare l’articolo 116 della Costituzione per far inserire il Veneto tra le Regioni a statuto speciale. “Credo che si chieda un gesto veramente poco impegnativo agli elettori veneti – dice Bortolino Sartore consigliere provinciale vicentino della Liga Veneta Repubblica e tra i proponenti della proposta di legge d’iniziativa popolare – Servono due minuti, basta recarsi all’ufficio anagrafe del proprio Comune con un documento di riconoscimento e chiedere di firmare la proposta. Una proposta di legge tra l’altro che non fa altro che cogliere le difficoltà del popolo veneto, chiuso tra due Regioni a Statuto Speciale, nel far fronte alla sperequazione”. “E’ in definitiva la base di partenza del federalismo iniziando dal popolo – aggiunge consigliere provinciale della Democrazia Cristiana Veneto Enzo Sambugaro – Noi abbiamo appoggiato la proposta fin da subito perché incarna lo spirito autonomo insito nel Veneto stesso”. “E’ più che altro un atto dovuto, un atto che pone fine ad un trattamento di Regioni di serie A e di serie B che non ha senso né giustificazione – conclude il consigliere provinciale altopianese Francesco Gattolin – E’ vero servono “solo” 50 mila firme ma è chiaro che più siamo meglio è, lanciamo un segnale sia al Parlamento sia al Consiglio Regionale che non vuole esprimere un giudizio sul referendum secessionista per non far procedere l’iter legislativo. Prendiamoci due minuti e andiamo a firmare”. G.R. 8 Sabato 6 febbraio 2010 ASIAGO l’Altopiano 4 Nuovi indirizzi scolastici al liceo e all’istituto tecnico commerciale I Comuni stanno lavorando con Provincia e Regione per realizzare una propria riforma Il servizio bus per Trento in vigore per tutto il 2010 Da alcuni anni a questa parte, con sempre maggior frequenza, studenti universitari dell’Altopiano si iscrivono all’Ateneo di Trento: purtroppo mancano collegamenti ferro-tranviari diretti, tra l’Altopiano e quella Città, in modo da permettere anche agli studenti altopianesi, in assenza di propri mezzi di trasporto, di poter comunque effettuare in quella sede il loro ciclo di studi universitari. Gli studenti, privi di mezzi autonomi, per poter frequentare le lezioni, fin dal lunedì mattina, nel corso degli ultimi anni, sono sempre stati costretti, con notevoli disagi, a recarsi in autobus da Asiago a Bassano, già nella domenica pomeriggio precedente, per risalire successivamente in treno tutta la Valsugana fino a Trento e viceversa, al loro rientro a casa, il venerdì pomeriggio. Per colmare questa carenza e venire incontro alle loro esigenze, verso la fine del 2008, la Giunta Comunale di Asiago, in collaborazione con la Provincia di Vicenza e la Società Ferro Tranvie Vicentine (FTV), ha posto in essere una linea di collegamento, con partenza da Asiago, ogni lunedì mattina alle 5,20, in coincidenza a Monterovere, con un altro pullman della Società Trentino Trasporti, alle 6,09, proveniente da Luserna, che li avrebbe poi trasportati fino a Trento. Analogamente, al ritorno, ogni venerdì sul tardo pomeriggio, gli studenti venivano, a loro volta, trasportati, dalla società trentina fino a Cappella di Lavarone, dove li avrebbe attesi nuovamente altro pullman delle FTV per il loro rientro in Altopiano. Tale servizio è rimasto in vigore per circa sei mesi, dal 16 gennaio al 30 giugno 2009. Le spese di gestione, quantificabili globalmente in circa 7.843 euro, sono state assunte, per il 50% circa dai due Enti provinciali e per la parte restante, pari ad 3.921,50 euro, poi ridotto ad 3.665,10 euro, dal solo Comune di Asiago. Nel primo semestre 2009, al lunedì mattina, gli studenti altopianesi, che hanno usufruito del mezzo, sono stati in totale 124, mentre al venerdì pomeriggio, in occasione del loro rientro, sono stati invece 100, per un totale quindi di 224 utenti (46 viaggi utili circa ed una media quindi, a corsa, di quasi 5 utenti). Anche questi ultimi hanno contribuito, sia pur in minima parte, alla copertura della spesa, versando alla Società FTV una quota di 5,00 euro, per ogni singola corsa individuale effettuata, per un totale 719,80 euro. Pertanto, preso atto che la somma globale effettivamente spesa, defalcati gli introiti, è stata di 7.123,20 euro ciascun utente, per l’intero semestre, è costato agli enti pubblici preposti circa 31,80 euro. Quindi, tenuto conto della scarsa affluenza, su un mezzo di circa cinquanta posti a sedere, da un lato ed al contrario del notevole costo del servizio nel suo complesso, dall’altro, sia la Provincia, che le FTV, hanno espresso la loro volontà di non voler più aderire in futuro a questa iniziativa. Tuttavia, nell’autunno 2009, la Giunta Comunale, sollecitata anche dalle famiglie degli studenti interessati, ha ritenuto opportuno ripristinare comunque il servizio. Per questo motivo, l’Ufficio Servizi Sociali e Pubblica Istruzione, nel mese di ottobre, ha esperito una trattativa privata, invitando alcune ditte locali, a presentare la loro migliore offerta su due opzioni, la prima con le stesse modalità di collegamento del primo semestre del 2009, cioè con cambio a Monterovere al lunedì ed a Cappella di Lavarone al venerdì ed una seconda che prevedesse invece l’istituzione di una linea diretta da Gallio a Trento e ritorno. L’offerta migliore, ritenuta più idonea dalla Commissione Comunale di Gara, è stata presentata dalla Ditta Bonomo Bus snc di Asiago, la quale prevede, con l’uso di un pulmino di 16 posti a sedere, l’istituzione settimanale di una linea diretta, Gallio Asiago Trento, ogni lunedì alle 06,00 a.m., per l’andata ed una al venerdì con partenza invece da Trento stazione alle 17, per il ritorno, al costo, per ogni singola corsa, di 198 euro (iva compresa). La ditta prescelta, quindi, è stata incaricata di effettuare tale servizio per un bimestre sperimentale dal 16 novembre al 23 dicembre 2009. Durante tale periodo, sono state effettuate in totale n. 13 corse, per una spesa complessiva di 2.574 euro. In quei due mesi, sono stati trasportati 111 utenti (46 a novembre e 65 a dicembre), i quali hanno versato al Comune di Asiago 555 euro, riducendo pertanto la spesa complessiva a carico del Comune di Asiago a 2.019 euro cioè 18,20 euro per ciascuno studente trasportato. Visto il lusinghiero successo del bimestre sperimentale 2009, la Giunta Comunale ha ritenuto opportuno proseguire nell’iniziativa, incaricando la medesima ditta di attivare il servizio in forma stabile e continuativa per tutto l’anno solare in corso. Per tale motivo, sono state programmate novanta corse, delle quali sessanta tra gennaio e luglio e trenta invece tra settembre e dicembre. Nel mese di gennaio, gli utenti, che, nel corso delle otto corse previste, hanno utilizzato il mezzo comunale, sono stati cinquantadue. Mario Basso Liceo sportivo, perito turistico, la ragioneria che prende il posto della segretaria d’azienda. Sono solo alcune proposte per il futuro delle scuole altopianesi fatte in vista della riforma Gelmini della scuola superiore. Indirizzi scolastici che abbracciano le necessità del territorio e le richieste delle categorie economiche sempre comunque con la massima attenzione alla formazione culturale dei ragazzi. Già l’indirizzo turistico è stato inserito nell’Istituto superiore asiaghese, novità annunciata recentemente dall’assessore provinciale all’Istruzione Morena Martini. Ma l’assessorato alla Pubblica Istruzione di Asiago vuole portare la rivoluzione un passo oltre: trasformare l’attuale istituto tecnico commerciale in istituto tecnico turistico, diplomando periti turistici, e istituire un liceo scientifico sportivo. Il liceo scientifico sportivo sarebbe rivolto sia a giovani promettenti atleti che non vogliono trascurare la loro formazione scolastica pur necessitando di tempi e spazi per gli allenamenti sia a quanti vorranno continuare gli studi nel campo della preparazione atletica e sportiva. Il programma scolastico seguirebbe quello di un normale liceo scientifico con l’aggiunta di corsi inerenti alla cultura sportiva come anatomia, fisiologia, scienza dell’alimentazione ed in più del- le ore dedicate allo sport individuale e collettivo. Un plesso che richiamerebbe studenti anche da fuori altopiano e vicentino. Tra le difficoltà da risolvere invece la creazione di una sorta di convitto per ospitare i ragazzi. Un progetto comunque seguito attentamente sia dall’assessorato provinciale alla Scuola e dall’assessorato regionale alla Formazione che nei prossimi anni potrebbe diventare realtà divenendo altresì il punto di partenza per eventuali futuri sviluppi qua- li l’insediamento sul territorio altopianese di centri federali sportivi o di centri sportivi legati a società sportive. Per il cambiamento dell’istituto tecnico commerciale in tecnico turistico si pensa ad allargare la proposta formativa alle lingue, a tecniche di marketing, all’accoglienza, all’organizzazione di tutto ciò che compone il concetto di turismo, dalle manifestazioni alla partecipazione a fiere. Gerardo Rigoni Portare aiuto a chi non ha nulla Portare dell’aiuto a chi non ha praticamente nulla. E’ stato questo il tema della serata conviviale tenutasi tra Lions Asiago Altopiano, Highway Truck Team e l’onlus “Dell’energia e sorrisi”. Una serata che è stata anche occasione perché il gruppo benefico assieme all’onlus “Dell’energia e sorrisi” presenti il libro “Cuore Touareg” nonché il filmato di Massimo Belluzzo del loro viaggio “sportivo e umanitario” nel deserto del Marocco arricchito da alcuni aneddoti su questa avventura. Il libro “Cuore Touareg” di Luigino Del Pozzo, corredato da 120 foto di Luciano Covolo, è stato definito uno dei cinque migliori libri fotografici pubblicati lo scorso autunno. Libro che sarà possibile acquistare durante la serata il cui ricavato andrà a finanziare la prossima spedizione umanitaria. Le pagine di “Cuore Tuareg” accompagnano il lettore in Marocco a Marzouga sotto la Grande Dun, da oltre 10 anni scenario di uno dei più importanti e difficili rally motociclistici, il Tuareg Rallye. Quando il Team di Energia e Sorrisi insieme al Highway Truck Team, parteciparono anni fa a questa gara, rimasero affascinati dalla magia dei luoghi visitati, ma soprattutto dal calore della gente e dal sorriso dei bimbi. E così nelle edizioni successive, la partecipazione al rally è diventata anche occasione per far giungere in questi luoghi aiuti di prima necessità e materiale scolastico in collaborazione con una Onlus locale. G.erardo Rigoni 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 5 Comunicato stampa Abbiamo letto con stupore, e non senza una punta di disappunto, l’articolo comparso nell’edizione del 23 gennaio 2010 de “L’Altopiano” a firma di Stefania Longhini. Reputiamo necessario precisare che, per quanto riguarda “LE PETIT BISTROT”, il rispetto delle disposizioni comunali, dei Carabinieri e della Polizia Locale sono alla base della nostra attività. La mescita all’esterno del nostro locale cessa inderogabilmente alle ore 24. La chiusura del locale avviene inderogabilmente alle ore 2. Questo in ottemperanza alle disposizioni degli organi sopracitati. Oltre a ciò, è nostra somma cura far sì che la nostra attività e il comportamento dei nostri clienti si svolgano all’insegna del massimo rispetto dei vicini, della quiete pubblica e del decoro di Asiago, oltre che della via Monte Valbella. L’episodio citato nell’articolo relativamente al lancio di palle di neve da parte di persone alterate dall’alcool (come citato nell’articolo) ci vede del tutto estranei al fatto, e con noi i nostri clienti, come risulta dalla dichiarazione giurata, e confortata da testimoni, rilasciata alla Polizia Locale. Precisiamo altresì che anche la cura del decoro all’esterno del nostro locale è oggetto della massima attenzione da parte nostra come risulta sicuramente agli operatori della nettezza urbana. Reputiamo inoltre che la vita di Asiago, anche per la sua vocazione turistica, debba avere delle realtà di richiamo e di aggregazione sociale e composta come la nostra. Ovviamente, ripetiamo, nel pieno rispetto dell’etica comportamentale. Gli accanimenti fuori luogo, se a noi indirizzati, andrebbero vagliati con più obiettività e senza alcun contenuto di prevaricazione e/o generalizzazione. Teniamo molto alla nostra immagine ed a quella del contesto in cui viviamo ed operiamo. Ci auguriamo che cessi questo continuo stillicidio fuori luogo e pretestuoso e che, vicinato e cittadinanza, spendano anche qualche parola di solidarietà e di riconoscimento nei confronti di chi, come noi, ha investito risorse e dedizione nella finalità di contribuire a promuovere Asiago, la sua immagine e il suo turismo. Cesare Velasquez Marco Carli Le Petit Bistrot Sas - Via Monte Valbella, 5/7 Asiago 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 6 Asiago 7 Comuni a Falun ATTUALITA’ Asiago 7 Comuni ha già dimostrato in passato di avere tutte le caratteristiche per poter essere la sede ideale di competizioni internazionali e manifestazioni sportive di altissimo livello. La bellezza e la ricchezza del suo territorio, le piste che si articolano per chilometri e chilometri tra paesaggi suggestivi, la comodità con cui si possono raggiungere i luoghi di gara e la professionalità delle strutture ricettive fanno del nostro Altopiano la perfetta cornice per eventi agonistici di portata e prestigio rilevanti. Ecco perché oggi Asiago 7 Comuni si candida con orgoglio ad ospitare i Mondiali Master di sci nordico per l’anno 2013. Si tratta di In occasione dei Mondiali Master di sci nordico, una rappresentanza altopianese sarà in Svezia per promuovere la candidatura dell’Altopiano per l’edizione del 2013. un’occasione importantissima, non solo dal punto di vista strettamente sportivo ma anche, e soprattutto, turistico-promozionale: ospitare un simile evento, infatti, significa concretamente accogliere un flusso ingente di visitatori provenienti da tutto il mondo; significa, di conseguenza, far conoscere la straordinarietà della nostra offerta turistica ad un’utenza vastissima e del tutto nuova. Al fine di promuovere la candidatura di Asiago per l’assegnazione dei Mondiali Master 2013, una rappresentanza del comitato MWC ASIAGO 2013 (che unisce membri del Gruppo Sportivo Alpini Asiago e dell’Unione Sportiva Asiago Sci) parteciperà con un proprio stand ai Mondiali Master 2010 di Falun (Svezia), in programma dal 19 al 27 feb- braio. L’iniziativa, che è coordinata con il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, è supportata dai fondi stanziati nell’ambito nel progetto “Piano d’azione strategica per la promozione turistica delle Dolomiti e della Montagna Veneta”. Per l’occasione, è stato realizzato un pieghevole che illustra, con immagini e descrizioni, le bellezze, la storia, le capacità r i c e t t i v e dell’Altopiano. Presso lo stand, inoltre, saranno allestite esposizioni e degustazioni dei nostri prodotti tipici, verranno distribuiti gadget e materiale informativo fornito dal Consorzio, e saranno proposte offerte turistiche sotto forma di “pacchetti” creati ad hoc . La Commissione WMA ( Wo r l d Master Association) si pronuncerà, poi, a settembre 2010 in Germania: allora sapremo se Asiago 7 Comuni avrà avuto la meglio sulla concorrente austriaca St. Ulrich am Pillersee. Qualunque sarà l’esito, l’esperienza potrà essere comunque considerata una riprova dell’impegno e della capacità organizzativa che contraddistinguono da sempre Asiago 7 Comuni. Giulia Scaggiari Un week end magico con “Asiago... Fiocchi di Luce” Ghiaccio e fuoco. Due elementi che in natura si escludono ma che Asiago fonde assieme per farli diventare parti vive di un programma turistico originale. Dopo le sculture freddissime e trasparenti ammirate domenica scorsa, ecco ora infatti ritornare “Asiago...Fiocchi di Luce”, la suggestiva manifestazione di fuochi d’artificio in musica che tanto successo ha riscontrato nelle tre edizioni precedenti. E ritornare con la terza edizione del concorso piromusicale che per tre giorni, da venerdì 12 a domenica 14 febbraio, trasformerà l’altopiano in una fiabesca tela di suoni e colori grazie alla sapiente maestria di tre fra le maggiori ditte pirotecniche di Italia, Spagna e Canada e sotto l’attenta regia dell’amministrazione comunale. “Dopo la parentesi dello scorso anno – sottolinea il vicesindaco Roberto Rigoni – dedicata alle celebrazioni dei 100 anni di turismo nel nostro territorio, torniamo a riproporre un’iniziativa che per qualità e suggestione è diventata oramai un appuntamento atteso da parte del pubblico e dei turisti. Abbiamo richieste di informazioni da tutta Italia e questo a significare la vasta eco ed il sicuro gradimento da essa riscontrati”. Tre se- rate che ancora una volta avranno in alcune località asiaghesi un anfiteatro naturale di sicuro effetto, capaci come sono di accogliere le migliaia di auto e di partecipanti attesi per questo week-end unico nel suo fascino. “Sperando che il tempo ci sia amico, le esibizioni dureranno 25 minuti ciascuna. Venerdì alle 21 all’aeroporto “R.Sartori” si comincia con l’animazione di Radio Company e poi alle 22 spettacolo della ditta spagnola Caballer, seguita dal designer José Lora Zamorano; sabato al Bellocchio alle 21 esibizioni di salto con gli sci e snowboard, Kopa Karukkola – tradizionale gara di sci in maschera molto in voga fino a 20 anni fa – e fiaccolata della scuola Sci di Asiago, mentre alle 22 sarà la volta dei rodigini P a r e n t e Fireworks con il designer Antonio Parente. Domenica, infine si torna in aeroporto e dopo Radio Company sarà la volta della canadese Apogée Fireworks”. Tutto gratuito, come “Fiocchi di Gusto”, ovvero le degustazioni gastronomiche che alcuni spon- sor altopianesi offriranno a turisti e spettatori. A corredo anche un concorso fotografico (www.asiago.to) ed il bacio di S.Valentino. “Un grazie ai nostri commercianti, alla Regione Veneto a alla Provincia di Vicenza”. Provincia che per bocca del vicepresidente Dino Secco sottolinea: “Asiago è l’unica realtà montana del Veneto che ha saputo incrementare e di molto (+30%) sia gli arrivi che le presenze turistiche. Questo non può essere ascritto al clima, ma va attribuito all’intelligente azione di promozione turistica dell’amministrazione locale che si sta caratterizzando per la capacità di saper creare eventi legandoli alla stagionalità anche in quei periodi di scarsa affluenza turistica”. Con Olmi e Stella ilConcerto per Haiti SABATO 6 FEBBRAIO DELOREAN 80 SABATO 13 FEBBRAIO THE NOON MARTEDI’ 16 FEBBRAIO FESTA DI CARNEVALE CON I MIDNIGHT SPAGHETTI SABATO 20 FEBBRAIO TERAPIA INTENSIVA Sabato 6 febbraio alle 21, nel duomo di Asiago, si terrà il “Concerto per Haiti”. In occasione della serata, a ingresso libero, si raccoglieranno offerte da devolvere ai terremotati di Haiti, tramite la Charitas Diocesana. Il concerto sarà aperto dalla cantante Cristina Damian. Parteciperanno e proporranno 5 brani ciascuno, il Gruppo Corale Altopiano diretto da Francesco Allegrini, La Schola Cantorum San Matteo diretta da Andrea Pinaroli e il Coro Asiago diretto da Elio Caldieraro. Ospiti speciali della serata saranno l’opinionista del Corriere della sera e scrittore Gian Antonio Stella e il regista Ermanno Olmi.SiringrazianoilComunediAsiago, la Parrocchia San Matteo e la Rigoni di Asiago Spa. 8 Sabato 6 febbraio 2010 ATTUALITA’ l’Altopiano 7 Il Comitato ai candidati regionali “Attenzione alta sulla nostra sanità” A chi corre per un posto in Regione si chiede di portare avanti i progetti per la realizzazione del nuovo ospedale di Asiago e per la riapertura dell’Istituto di Mezzaselva Mantenere alta l’attenzione sulla sanità altopianese e sulle necessità degli altopianesi. E’ quanto chiede il Comitato tutela sanità dell’Altopiano a tutti i prossimi candidati consiglieri regionali. “Serve raccogliere l’eredità progettuale per l’Istituto di Mezzaselva e di portarlo avanti con impegno. Serve consolidare ed assicurare il piano di rinnovo dell’ospedale di Asiago. Bisogna rendere le due strutture poli d’eccellenza per toglierle dalla precarietà e dall’insicurezza. Il nostro patrimonio ospedaliero e le nostre risor- se professionali possono ancora offrire molto a chi soffre”. Il presidente del Comitato Lucio Spagnolo non ha dubbi: chiunque siederà nei banchi del consiglio regionale non dovrà pensare che “l’emergenza” sanità in Altopiano sia passata; molto è stato proposto, ora questi proponimenti devono diventare realtà. Tra i consiglieri incontrati recentemente c’è il componente della commissione regionale Sanità Claudio Rizzato che ha dichiarato: “In campo sociale la Regione deve farsi carico dell’aumento dei costi per non gravare sulle famiglie di persone non autosufficienti. Per la sanità invece il vicentino ha già dato la sua parte per la riorganizzazione della rete ospedaliera per la riduzione dei costi e per una maggior organizzazione sanitaria. Ora si deve investire e non più tagliare”. “L’Ulss 3 è parzialmente montana grazie al territorio altopianese ricevendo così maggior fondi e finanziamenti – spiega Spagnolo – Noi vorremo che queste maggiori elargizioni siano spese qui e non spalmati sull’intera Ulss, almeno fino a quando la sanità altopianese non diventi di eccellenza”. Un’affermazione che mette i puntini sulle i, ovvero i 20 milioni di euro, 19 milioni dello Stato e un milione dalla Regione, destinati all’Ulss 3 sono per l’adeguamento dell’ospedale asiaghese. Una ristrutturazione che deve essere vista non solo come la costruzione di un edificio nuovo ma come base per creare servizi di ec- Una cyclette computerizzata per la riabilitazione cardiologica cellenza e delle specificità che assicurino un futuro più roseo rispetto ad anni addietro quando il Comitato lottava contro la chiusura dell’ospedale stesso. Specificità che possano assicurare anche un’utenza da fuori Ulss come con il centro di riabilitazione cardiologica organizzato egregiamente dal primario Enzo Appolloni e da subi- to sostenuto dal direttore generale Valerio Alberti. Un centro che ora attende l’approvazione regionale definitiva. Per quanto riguarda l’Istituto di Mezzaselva il Comitato sottolinea la sua importanza quale centro socio sanitario. “Anche recentemente la Regione ha ribadito l’errore della sua chiusura – spiega il vicepresidente del Comitato Manuel Baù – Un plesso che può dare risposte quasi immediate alle tante richieste che arrivano dal mondo delle disabilità. Lo dimostrano le proposte contenute nel concorso di idee appena conclusosi, proposte ricche di idee e soluzioni arrivate anche dallo stesso nostro territorio”. Gerardo Rigoni Le tante novità del Salone Michela di Gallio Un dono della Compagnia del Trivelin di Cesuna acquistato con l’incasso degli spettacoli estivi Ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati il progetto portato avanti dalla Compagnia del Trivelin di Cesuna, con la messa in scena dello spettacolo “El tempo de…un cafè” a cura dei giovanissimi e debuttanti attori “I Trivelini”. I ragazzi hanno portato a termine in modo positivo e costruttivo i loro impegni, prima nel partecipare al laboratorio teatrale e dopo nel realizzare lo spettacolo, occupandosene sotto ogni punto di vista, con un calendario fitto di rappresentazioni che hanno toccato diversi paesi dell’altopiano. Un’esperienza con la quale hanno acquisito capacità organizzative, senso di responsabilità, rispetto e autocontrollo, sviluppando inoltre senso di autogestione, condivisione e risoluzione delle problematiche che si affrontano durante la messa in opera di uno spettacolo. Con il loro entusiasmo sono riusciti a coinvolgere e divertire il pubblico che ha dimostrato interesse ad ogni rappresentazione. Motivo d’orgoglio è stato poi il riscontro oggettivo della beneficienza che con il ricavato degli spettacoli sono riusciti a fare, uno stimolo per continuare ad impegnarsi in futuro, consapevoli che, con il loro lavoro, hanno contribuito alla divulgazione di principi quali la solidarietà e la coesione. Con il ricavato ottenuto dagli spettacoli estivi, è stato possibile acquistare una cyclette computerizzata per la ginnastica passiva, già entrata in funzione presso il nuovo reparto di riabilitazione cardiologica dell’ospedale di Asiago. La Compagnia del Trivelin continua così sulla strada intrapresa anni fa, quando con l’incasso degli spettacoli aveva già avuto modo di aiutare la struttura che stava prendendo forma, acquistando altra attrezzatura utile, su consiglio del dottor Apolloni e della dottoressa Sforza. Una bella soddisfazione per il gruppo di volontari che, grazie alla grande passione per il teatro, riesce, divertendosi e facendo divertire, a dare un importante contributo a una realtà così apprezzabile per il nosocomio asiaghese. E per tutto ciò, desiderano ringraziare il pubblico che ha assistito alle rappresentazioni, i genitori dei ragazzi, tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita del progetto, tra cui gli sponsor Ferramenta Magnabosco e S.R. Pubblicità. Silvana Bortoli Il Salone Michela di Gallio si è recentemente trasferito da via Valbella a via Monsignor Liviero, proponendo numerose novità. Innanzitutto un negozio più confortevole ed ampio, nel quale c’è un nuovo spazio riservato alla profumeria e cosmetica con i prodotti dei marchi più qualificati del settore, tra cui Armani, Dolce & Gabbana, Dior e Calvin Klein: un punto di riferimento anche per idee regalo sempre gradite e attuali. Michela, grazie al costante aggiornamento presso l’Hair Team Orchidea di Bassano, è in grado di offrire sempre le ultime tendenze della moda e rispondere alle esigenze più attuali della clientela, sia in fatto di tagli e acconciature, che per quanto riguarda nuovi prodotti. Particolare attenzione è rivolta a chi ha necessità di usare prodotti naturali, come le tinte che possono essere applicate anche in gravidanza. Il salone è aperto dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19, il sabato con orario continuato dalle 8.30 alle 19; per informazioni potete anche telefonare al n. 347 91.29.536. Michela vi aspetta, a Gallio in Via Monsignor Liviero, nelle vicinanze dell’ufficio postale. Servizio redazionale 8 Sabato 6 febbraio 2010 ATTUALITA’ l’Altopiano 8 “La famiglia, i giovani, il lavoro e il sociale al centro della nostra politica non partitica” Seconda parte del resoconto dell’attività della “Lista Civica per Asiago” Piano casa: “Ribadiamo la nostra posizione critica Consiglio del 3 novembre 2009 Il Sindaco aveva fatto trovare sui banchi dei consiglieri copia della Ordinanza del TAR Veneto depositata il 30 Ottobre 2009 con la quale è stato rigettato il ricorso di alcune società Immobiliari relativo al piano di lottizzazione “Colonie”. Il sindaco ha poi commentato la decisione del Comune di Cortina di non applicare il piano casa. Ha evidenziato che, per quanto riguarda il nostro comune, si è cercato di fare il meglio possibile, ribadendo la scarsa rilevanza attribuita alla circolare regionale che invece ha chiarito le modalità di applicazione della legge regionale. Di questo comunque abbiamo già scritto. Ribadiamo la nostra posizione critica rispetto ad una scelta frettolosa. Va aggiunto anche che l’assessore regionale Marangon ha dichiarato testualmente: «Andremo dal giudice contro tutte le delibere restrittive». Per quanto riguarda l’esempio di Cortina la Regione ricorrerà al Tar perché il Comune ampezzano ha votato contro il Piano veneto. Sono stati quindi approvati i verbali della seduta del 29 Settembre, ratificata la delibera di Giunta n. 182 al fine di finanziare la spesa per la progettazione della ciclo pista degli altipiani e la delibera n. 196 relativa ad una maggior spesa del personale per euro 28.096,61. Si è quindi passati a discutere l’ennesima variazione del bilancio di previsione per l’esercizio 2009.Abbiamo chiesto chiarimenti su queste variazioni: proventi dello stadio del ghiaccio - 40.000 euro; assistenza domiciliare a persone anziane e bisognose: - 2.500 euro; nuove povertà: - 457,92 euro; altri contributi di natura sociale: - 2.000 euro; servizio per conto terzi: + 50.000 euro. Alle nostre richieste hanno risposto l’assessore alle Finanze ed il Sindaco, il quale si è soffermato sulla critica situazione dello stadio del ghiaccio dove le entrate sono in continuo calo, mentre le spese aumentano in continuazione. E’ in corso una verifica per capire cosa succede. E’ stato approvato a maggioranza il regolamento di polizia urbana: l’assessore Guido Carli aveva illustrato gli emendamenti al testo approvato in commissione; il capogruppo di minoranza Paolo Finco ha dichiarato di non aver nulla da eccepire sugli emendamenti, anche se sarebbe stato più corretto riportare il testo in commissione per valutare le modifiche proposte. Approvato a maggioranza anche il regolamento per la disciplina della videosorveglianza sul territorio comunale. Il capogruppo della Lista per Asiago ha ringraziato l’ing. Antonio Lobbia che, durante il precedente mandato amministrativo, aveva collaborato in modo significativo alla predisposizione dei regolamenti citati. “Preoccupazione per il futuro dell’aeroporto” Consiglio del 30 novembre 2009 Il Sindaco illustra gli ultimi eventi che riguardano l’aeroporto di Asiago. Nell’ultimo incontro erano assenti la Camera di Commercio di Vicenza ed il Comune di Roana. Ricorda che nell’ultimo bilancio sono state evidenziate perdite per 340.000 euro e ci sono altri 206.000 euro utilizzati per spese di gestione corrente derivanti da un fondo statale che doveva essere utilizzato per il completamento della palazzina servizi. Ricorda che in nove anni di gestione l’aeroporto ha perso quasi 1 milione di euro! Mentre i soci stanno ancora riflettendo su cosa fare, ed in particolare se avviare un’azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori per distrazione di fondi pubblici. Il sindaco si è detto più sereno per il futuro dell’aeroporto: sembra infatti che la Camera di Commercio pagherà i debiti, come pure la Provincia, anche se da tempo si chiede un piano industriale serio sul futuro di questa struttura. Intanto la Federazione Italiana Volo a vela ha chiesto un incontro per definire le modalità di un eventuale trasferimento della propria sede ad Asiago, chiedendo però una serie di garanzie tra le quali il completamento della palazzina servizi! In merito alla variazione al bilancio di previsione per il 2009, il Comune non riesce a vendere l’area edificabile in località Ekar, per la cessione della quale era prevista una entrata di 900.000 euro. Da qui la necessità di eliminare tutti quegli interventi che erano stati programmati grazie a questa entrata quali interventi sulla viabilità, sulla pubblica illuminazione, ecc. Abbiamo chiesto chiarimenti sul balletto di cifre relative ai proventi dello stadio del ghiaccio, diminuiti nella precedente variazione di bilancio e ora riproposti in entrata per 25.000 euro; sul taglio dei contributi alle scuole materne per euro 7.522,90; sul contributo straordinario di euro 50.000 a favore dell’Hockey Asiago per lavori fatti allo stadio del ghiaccio per una spesa di 50.000 euro; sulla eliminazione dei 140.000 euro iscritti a bilancio per la sistemazione esterna della Casa di Riposo. Ma sicuramente il dato più significativo della variazione di bilancio è stata la spesa inserita in uscita pari a euro 125.000 per coprire le perdite dell’aeroporto. In sede di dichiarazione di voto il Capogruppo Finco ha dichiarato di non condividere la variazione di bilancio proposta: sull’aeroporto in particolare ha manifestato forte preoccupazione ed ha dichiarato il voto contrario della Lista per Asiago. Si è quindi passati all’esame del regolamento comunale relativo al canone di occupazione del suolo pubblico. In commissione avevamo sollevato alcuni problemi legati all’applicazione del canone e su alcune norme eccessivamente penalizzanti per le categorie economiche. Dai nostri rilievi sono nati alcuni incontri di approfondimento con le categorie, per cui si è giunti ad un testo migliorato e più equilibrato; per questi motivi abbiamo votato a favore. Abbiamo votato a favore per l’atto di conciliazione con l’ULSS n. 3 in ordine alla definizione della proprietà dei terreni interessati dalle pertinenze dell’Ospedale diAsiago e di quelle necessarie per il progetto di adeguamento dell’ospedale medesimo. Si trattava di riconoscere la piena proprietà all’ULSS n. 3 di alcuni terreni soggetti ad uso civico, dando così avvio al relativo procedimento di sclassificazione. Il tutto si è reso necessario ed urgente per non perdere il cospicuo contributo disponibile per i lavori di adeguamento dell’Ospedale di Asiago, costituente un’opera pubblica indispensabile per tutta la collettività e che pertanto non comporta corresponsione di indennizzi, intendendosi questi assorbiti dal costo di realizzazione delle opere pubbliche ospedaliere. “il nostro voto a favore per il programma delle opere pubbliche” Consiglio del 29 dicembre 2009 E’ stata data comunicazione della delibera di giunta n. 240 del 22.12.2009 con la quale sono state prelevate dal fondo di riserva le seguenti somme: euro 9.372,74 per finanziare la maggior spesa per la copertura delle perdite della società Aeroporto di Asiago Spa; euro 7.500 per spese di energia elettrica presso lo stadio del ghiaccio; euro 3.000 per incarico professionale sui costi di gestione energetica presso lo stadio del ghiaccio; euro 1.000 per acquisto strumenti di lavoro per l’Ufficio Segreteria; euro 4.251 per il verde pubblico; euro 2.000 a titolo di contributo per sostegno economico alla candidatura “mondiali master di sci nordico”. Abbiamo votato a favore del programma triennale e dell’elenco annuale dei lavori pubblici; si tratta del programma dei lavori pubblici che il Comune intende realizzare nei prossimi tre anni. Naturalmente le cose che il Comune si propone di fare sono tante, ma bisognerà valutare la reale capacità di spesa, alla luce dei progetti che dovranno essere approvati e alle risorse disponibili. Si è quindi passati all’esame e alla approvazione del bilancio annuale di previsione per il 2010. Va detto preliminarmente che questo rappresenta il momento di programmazione più importante per il Comune, con il quale si prevedono le risorse disponibili per l’Ente e si decide la politica di spesa, quali settori privilegiare rispetto ad altri e quindi quali strategie il Comune intende perseguire nell’ambito degli indirizzi che la maggioranza si è data all’inizio del mandato amministrativo. Il bilancio di previsione per il 2010 era stato illustrato nella commissione del 17 dicembre scorso dall’assessore Baù: in quella sede egli ci aveva fatto presente le difficoltà nella gestione del bilancio per la parte corrente, con molte entrate in diminuzione e con la necessità quindi di contenere o diminuire la spesa su molti capitoli. In quella sede il capogruppo Paolo Finco aveva sollevato delle perplessità su alcuni aspetti del bilancio, nella parte in cui si prevedono tagli sui contributi al sociale, a favore della Casa di Riposo e degli Asili; se bisogna fare dei sacrifici, ha detto ancora Finco, sicuramente non devono essere a carico delle persone più bisognose e di quelle realtà che in modo maggiore stanno vivendo il difficile momento legato alla crisi economica in atto. Le osservazioni del consigliere Finco hanno trovato l’unanime approvazione degli altri membri della Commissione, tant’è che si è convenuto con l’assessore la presentazione di un emendamento in comune tra maggioranza e minoranza. Il sindaco si è soffermato sulle difficoltà di gestione del bilancio, conseguenti al fatto che le risorse continuano a diminuire. Si è ormai creata, ha detto, una non più accettabile disparità di trattamento tra Comuni come il nostro e altri del vicino Trentino, che possono contare su risorse maggiori che consentono loro, anche sul fronte del turismo, di vendere i propri prodotti a prezzi per noi insostenibili e ciò grazie agli aiuti che la Provincia o la Regione elargisce. Ha concluso affermando che solo con il federalismo fiscale si potrà risolvere il problema. Si è quindi passati alla discussione degli emendamenti presentati: emendamento n. 1, presentato dalla lista per Asiago e dalla lista Progetto Viva Asiago, con il quale si propone di aumentare di euro 10.000 il contributo alle scuole materne, di euro 15.000 il contributo per le rette di ricovero di anziani bisognosi, di euro 30.000 il contributo a favore della Casa di Riposo; l’emendamento è stato approvato al’unanimità. Emendamento n. 2, presentato dalla Lista per Asiago: si propone di realizzare un marciapiede di accesso alla località Kaberlaba: il ragioniere e il revisore dei conti avevano dato parere tecnico negativo sull’emendamento, sostenendo che nella proposta non si era previsto di inserire nel bilancio pluriennale le quote di ammortamento del mutuo. Il capogruppo Finco ha dichiarato che, nella sostanza, si tratta di un tecnicismo, in quanto nell’emendamento si era chiesto comunque di operare le conseguenti modifiche alla relazione previsionale e programmatica e al bilancio triennale. Il sindaco ha dichiarato che la maggioranza condivide tutti gli emendamenti presentati, in particolare, per quanto riguarda quest’ultimo, ha dichiarato di aver già dato mandato all’assessore Sella di verificare la possibilità di realizzare anche una pista ciclabile per accedere alla zona del Kaberlaba ed ha invitato il consigliere Finco, visti i pareri contrari, a ritirare l’emendamento. Il capogruppo della Lista per Asiago, sentite le dichiarazioni del Sindaco, preso atto che quest’opera rientra nei programmi del Comune e che la maggioranza non intende votare contro all’emendamento presentato, ha acconsentito al suo ritiro. Emendamento n.3, presentato dalla Lista per Asiago: si propone di aumentare le risorse correnti del settore sociale di euro 10.000 per sostenere le politiche giovanili con riferimento alla riduzione dell’abuso di alcool: approvato all’unanimità. Emendamento n.4, presentato dalla Lista per Asiago: si propone l’investimento di euro 10.000 per finanziare in parte le opera di manutenzione della Chiesetta di Contrada Bosco: approvato all’unanimità. Considerato che, nella sostanza, tutti i nostri emendamenti sono stati approvati, abbiamo deciso di votare a favore del bilancio di previsione, considerato anche l’atteggiamento di attenzione che la maggioranza ha avuto rispetto alle nostre proposte. Il sindaco, da parte sua, ci ha ringraziati per la collaborazione data su questo argomento. E’ stato quindi approvato all’unanimità il mantenimento/aggiornamento del piano comunale di Protezione Civile e una variante al piano di lottizzazione artigianale Morar che prevede la realizzazione di due nuovi accessi a due lotti. L’ultimo argomento riguardava il finanziamento delle perdite di esercizio dell’aeroporto di Asiago. Di questo argomento si sta discutendo da mesi, ma non ci sono novità di rilievo per quanto riguarda il futuro di questa struttura; l’unico dato certo è che ci sono ingenti perdite da coprire , ma i soci al momento stanno a guardare. Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito che, fintantoché non verrà presentato un piano industriale serio, intendiamo mantenere una posizione critica e, come già abbiamo fatto in passato, abbiamo votato contro. Lista Civica per Asiago: Mattea Stella, Paolo Finco, Corrado Paganin, Giovanni Bordin, Claudio Mantese 8 l’Altopiano Sabato 6 febbraio 2010 9 “La stufa non è un inceneritore” RIFIUTI Alla salvaguardia del mondo in cui viviamo può contribuire anche la consapevolezza che molti dei piccoli gesti che quotidianamente compiamo possono avere gravi conseguenze per l’ambiente e per la nostra salute. Come l’abitudine, abbastanza diffusa, di usare il proprio riscaldamento a legna come un inceneritore di rifiuti. Un errore che probabilmente molti fanno senza sapere che è vietato dalla legge italiana, visto che eliminando i rifiuti in questo modo nuociono all’ambiente, ai Bruciando in casa i rifiuti si nuoce all’ambiente e alla salute. Ecco cosa bisogna sapere per un corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento a legna propri simili e a se stessi; infatti il deposito e la combustione di rifiuti non eseguiti secondo le prescrizioni provocano l’inquinamento del suolo e l’emissione di sostanze nocive nell’aria, che agiscono soprattutto nelle immediate vicinanze. Per non inquinare, e per preservare il proprio impianto a legna, sono necessari alcuni semplici accorgimenti: ne parliamo con Valentino Vellar, che dal 2002 di mestiere fa lo spazzacamino, lavoro che svolge volentieri e con passione. “A volte – dice –pulendo le canne fumarie delle cucine economiche, di caminetti e stufe, trovo residui di rifiuti, come incartamenti di merendine, l’alluminio del tetrapak di succhi, o altro. In questo caso lo faccio notare al cliente, spiegando come stufe e caminetti non sono inceneritori, ma impianti per scaldare: se vi si bruciano rifiuti questi sprigionano diossina che poi va a finire nell’aria che tutti respiriamo. Da noi sono in molti a scaldarsi con la legna, se tutti vi bruciano insieme rifiuti, anche in piccole quantità, si può ben im- Iva sulle bollette rifiuti? Si continua ad applicare I Comuni soci di Etra e la Direzione della società hanno discusso giovedì scorso con il consulente tributario di Federambiente la complessa questione dell’Iva applicata alla Tariffa Igiene Ambientale (o TIA): si è convenuto di attivare un tavolo tecnico per l’approfondimento della materia e di continuare nel frattempo ad applicare l’imposta sul valore aggiunto nell’emissione delle bollette per il servizio rifiuti, in attesa di un intervento legislativo chiarificatore. A far emergere numerosi interrogativi è stata una sentenza del luglio 2009, in cui la Corte Costituzionale ha stabilito che la Tariffa Igiene Ambientale, a dispetto del nome, non è una tariffa ma una vera tassa, esattamente come la vecchia tassa sui rifiuti (Tarsu). Questo perché secondo la Corte essa non si configura come corrispettivo di una prestazione, ma si paga a prescindere dal servizio erogato (è dovuta per esempio anche nel caso in cui l’immobile non sia occupato). Ma dall’esatta qualificazione giuridica discende un diverso regime fiscale: sulla tariffa si applica l’Iva (attualmente il 10% per la Tia), sulla tassa no. Da qui le domande su come comportarsi in futuro (nelle prossime bollette dovrà essere calcolata ancora l’Iva?) e su come gestire il passato: gli utenti hanno diritto al rimborso dell’Iva versata negli scorsi anni? E da chi è dovuto? Interrogativi che riguardano Etra da vicino, poiché l’azienda gestisce la tariffa per 38 Comuni (circa 380 mila abitanti). Etra sta approfondendo il tema sotto ogni profilo, partecipando a tutti gli incontri sul tema, chiedendo pareri e confrontandosi con leAssociazioni di categoria. A Rubano ha voluto coinvolgere tutti i Comuni in un incontro formativo con il dott. Maggiore, responsabile tributario di Federambiente (la federazione italiana che associa gran parte dei gestori dei servizi di igiene ambientale), per giungere a una linea condivisa. «L’approfondita analisi svolta – dichiara Roberto Cupellaro, direttore generale di Etra – ha portato a concludere che sia opportuno attivare un gruppo di lavoro che affronti sia le problematiche tecniche in capo ai Comuni, sia le conseguenze per gli utenti del servizio. Da quanto è emerso finora esiste infatti il forte rischio che considerare la TIA come una tassa comporti degli aumenti a carico dei cittadini, dovuti esclusivamente a ragioni tributarie, indipendentemente dal costo reale del servizio». «La maggioranza dei Comuni presenti – continua Cupellaro – e il Consorzio Bacino di Padova Uno (titolare di un contratto che raggruppa 26 Comuni) hanno inoltre condiviso la scelta di Etra di continuare ad applicare l’Iva sulle bollette, fino a che non interverranno provvedimenti legislativi che lo escludano esplicitamente». I gestori del servizio rifiuti infatti incassano l’Iva per conto dello Stato, a cui devono poi versarla. Il mancato versamento, in assenza di un quadro normativo chiaro, configurerebbe il reato di evasione fiscale. Se gli attesi provvedimenti chiarificatori dovessero stabilire che il pagamento dell’Iva è effettivamente indebito, e quindi da restituire agli utenti del servizio rifiuti, lo Stato dovrebbe sborsare milioni di euro per i rimborsi. Potrebbe farlo ad esempio riconoscendo un credito d’imposta nell’ambito della dichiarazione dei redditi (è stato presentato un emendamento in questo senso). Oppure attraverso i gestori del servizio, come Etra, che sarebbero quindi soltanto degli intermediari nell’operazione di rimborso. Il Governo ha preso tempo e sta approfondendo la delicata questione. Per il momento, in attesa di indicazioni chiare da parte del legislatore, Etra non potrà che continuare ad applicare l’Iva sulle bollette. Qualora le autorità competenti decidessero di affidare l’operazione di rimborso ai gestori del servizio e comunicassero le relative istruzioni operative, Etra si impegna a procedere alla restituzione degli importi dovuti a tutti gli utenti del servizio rifiuti, a prescindere dal fatto che abbiano presentato una richiesta o meno. Non è dunque necessario presentare istanze per la richiesta di rimborso. Se il legislatore stabilirà che gli importi vanno restituiti, sarà fatto d’ufficio per tutti. maginare il danno che ne deriva e visto che il mondo in cui viviamo è già molto inquinato, è necessario evitare di farlo ulteriormente, anche per preservare il futuro dei nostri figli. Per accendere il fuoco si deve usare una piccola dose di accendi fuoco del tipo ecologico, più naturale, un foglio di giornale di quotidiano (non di riviste patinate) con pezzi di legna appositamente tagliata fina. Poi si deve bruciare solo legna ben secca e naturale: nella stufa non deve finire neppure legno di imballaggi come casse, palette e tantomeno ricavato da vecchi mobili, finestre, porte, pavimenti, rivestimenti e travi. I rifiuti vanno correttamente differenziati e collocati negli appositi contenitori, certo che per favorire i giusti comportamenti ci vorrebbe anche da noi un ecocentro, al quale fare riferimento per lo smaltimento di tutte quei materiali che non vanno nelle campane della differenziata e nei cassonetti del non riciclabile”. Un giusto uti- lizzo degli impianti serve anche a farli funzionare meglio e durare di più. “Per ottimizzare il funzionamento degli impianti a legna e non deteriorarli, innanzitutto è necessario porre molta attenzione già in fase di progettazione delle canne fumarie, valutando tutti quei fattori necessari a costruirli funzionali e sicuri, oltre che nella posizione più idonea. Una buona manutenzione con regolare pulizia, insieme all’uso di legna secca, tagliata in pezzi regolari che brucia bene, fa il resto. Importante è anche disporre del posto giusto dove tenere la legna, riporla in garage non è certo l’ideale per avere legna ben asciutta”. Silvana Bortoli Piccolo decalogo di cosa fare e cosa non fare Cosa fare Negli impianti a legna a carica manuale può essere bruciata solo legna in pezzi, allo stato naturale e asciutta. Per l’accensione è permesso usare piccole quantità di carta, per lo smaltimento di carta e cartoni si raccomanda perciò la raccolta separata. La cenere derivante dalla combustione di legna allo stato naturale può essere utilizzata, in piccole quantità, come fertilizzante per il giardino. La cenere in eccesso è da smaltire con i rifiuti dell’economia domestica. Cosa non fare? Non bruciare alcun genere di rifiuti,in modo particolare: carta, cartoni e materiale sintetico di imballaggi, cartoni del latte e simili; scarti di legno trattato o con residui di colla da falegnamerie, carpenterie e fabbriche di mobili; legno usato ricavato da demolizioni, risanamenti e rinnovamenti di edifici (mobili, finestre, porte, pavimenti, rivestimenti e travi) come pure legno di imballaggi (casse, palette, ecc.). Travi, listelli, palette e casse possono essere trattate chimicamente, anche se questo non è visibile in superficie. Con un piccolo sforzo si possono avere grandi risultati Uno smaltimento corretto riduce in modo rilevante l’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera: le analisi dimostrano che la combustione di rifiuti in caminetti o in stufe a legna libera nell’aria una quantità di diossina 1000 volte superiore rispetto a quanto avverrebbe negli impianti di incenerimento dei rifiuti. Le stufe a legna non sopportano a lungo i rifiuti. La combustione di rifiuti nelle stufe a legna genera dei gas aggressivi che provocano la corrosione di singoli elementi dell’impianto, i cui costi di risanamento possono essere elevati. Più costose sono anche manutenzione pulizia, a causa delle incrostazioni che si formano all’interno della stufa. 8 Sabato 6 febbraio 2010 ROANA l’Altopiano Discarica abusiva sul Verena condanna per Elio Frigo Le feste di Carnevale a Roana Sabato 13 febbraio, presso il palazzetto dello sport di Roana, si svolgerà il 14° Carnevale roanese. La festa, che inizierà alle 15, è consigliata a tutti i bambini dai 3 ai 12 anni ed è gratuita. Nell’ampia struttura sportiva verranno allestiti colorati gonfiabili giganti che ripropongono le fiabe più famose e scenari da far west, dove i bambini potranno correre, saltare e divertirsi con le loro maschere preferite. I giochi saranno animati da un’équipe professionale e sarà anche servito un ricco buffet carnevalesco con crostoli, caramelle e bibite. Contemporaneamente a Cesuna sfileranno alcuni carri mascherati dal piazzale della chiesa fino al centro paese. Inizierà, così, il 3° Carnevale dell’Amicizia fra La Spezia e Cesuna con la partecipazione delle Bande Musicali Monte Lèmerle, di Chiuppano e il Gruppo Folk di Vezzano Ligure. L’evento a Cesuna, indicato per i maggiori di 12 anni, proseguirà con spettacoli, giochi vari e con un buffet di prodotti liguri aperto a tutti. Ritorna il Carnevaletto a Camporevere Mercoledì 17 febbraio, a Camporovere, organizzata dal Comune di Roana e dalla Pro Camporovere, torna dopo tanti anni la gara di Carnevaletto. La competizione di fondo si terrà a partire dalle 14 sulle piste di fronte il campo di pattinaggio. Tutti i 10 partecipanti saranno premiati con una medaglia ricordo e gadget vari. Un premio particolare verrà dato all’atleta mascherato più originale. Le iscrizioni, aperte a tutti, si ricevono entro il 16 febbraio presso il Bar al Campetto di Camporovere o anche al momento della partenza il giorno della gara. Per informazioni telefonare al numero 335.7415870. E nel rispetto della migliore tradizione, si ricorda che in tutti i ristoranti del paese si potrà degustare il tipico piatto polenta e baccalà. Responsabile di avere creato con una «condotta ripetuta» una discarica di rifiuti non autorizzata, coltivata per anni in un luogo paesaggistico di pregio come il monte Verena con l’interramento di rifiuti tanto per fare un esempio due cingoli di “gatto delle nevi” e materiale ferroso di vario genere - nascosti sotto 4-5metri di terra, in pieno comprensorio sciistico. Per questo motivo il giudice Deborah De Stefano, del Tribunale di Bassano, ha con- dannato Elio Frigo, 75 anni, di Roana, località Verenetta, gestore della società “Roana Verena 2000 srl”, a 1 anno di arresto e 25 mila euro di ammenda. La pena è stata il doppio di quando aveva chiesto la procura: 6 mesi di arresto. Inoltre, De Stefano ha ordinato la confisca di due mappali dai quali il Nipaf del Corto Forestale di Vicenza, nell’estate del 2006, ha portato in superficie tutto il materiale ingombrante che avrebbe dovuto essere smal- tito in discarica. Perciò, oltre che per la discarica abusiva, l’imputato, che era difeso dall’avv. Piercarlo Mantovani, è stato ritenuto colpevole anche del reato ambientale. Frigo ha fatto appello. Assemblea per gli Alpini di Cesuna Si è tenuta presso la trattoria “Al Cacciatore” l’annuale assemblea del Gruppo Alpini Cesuna. Durante la serata ai 62 soci iscritti e ai numerosi simpatizzanti convenuti è stato relazionato il computo delle Amici del Chievo Il Club Amici del Chievo Cesuna ricorda ai suoi associati che sono aperte le iscrizioni per il 2010. Il direttivo annuncia inoltre che è in programma la presenza dell’associazione al Gran Galà del Chievo che si terrà in data 18 marzo. La festa vedrà tutti giocatori della squadra gialloblù presenti alla cena con i tifosi. Per il tesseramento e le adesioni alla gita contattare il 3334553787. attività svolte nell’anno appena concluso. Il rinnovo delle cariche sociali ha visto confermato il presidente Giancarlo Rossi, che dal 1979 rappresenta le locali Penne Nere, della nomina di cassiere è stato in- vestito Americo Spiller. I consiglieri durante il 2010 saranno Gianluca Guida, Loris Valente, Mariano Corà e Angelo Valente, l’incarico di consigliere sezionale spetterà a Giorgio Valente. Vaccinazione antirabbia In ottemperanza alle misure sanitarie per contrastare la diffusione della rabbia silvestre, tutti i cittadini del Comune di Roana che possiedono uno o più cani e che non abbiano già provveduto privatamente alla vaccinazione antirabbica pre-contagio, sono obbligati a recarsi con i propri animali al guinzaglio e con museruola presso la sede della Protezione Civile Comune di Roana, via Milano 32 a Canove, nei giorni e nelle modalità predisposte a partire da lunedì 8 febbraio (info presso la Polizia Locale allo 0424 – 692490). Le vaccinazioni saranno effettuate a cura dei servizi Sanitari dell’Azienda ULSS n. 3 di Bassano del Grappa. Saranno richiesti certificato di iscrizione in anagrafe canina e libretto delle vaccinazioni; il costo è di 5,00 euro per cane. Le sanzioni per gli inadempienti ammontano ad un importo compreso fra 1.500 euro ed 6.000 euro. Invenzioni pazze Nasce lo snowboard a motore Oramai sulle piste innevate c’eravamo abituati a vedere di tutto, dai grossi e neri gommoni per auto ai tricicli con le tavole al posto delle ruote, dai quad cingolati modello Lem della Nasa, alle motoslitte stile guerre stellari, ma sullo snowboard a motore non ci eravamo mai imbattuti. La novità è frutto dell’inventiva di Carlo Grotto, scledense D.O.C. con la passione per le pit bike, ovvero motociclette lillipuziane a due ruote che da qualche anno a questa parte vediamo guidate più da adulti che da ragazzini. Ebbene, Grotto ha unito la passione per le corse su pista con quella per gli sport invernali. Il risultato: la classica tavola da discesa spinta da un motore di 38 centimetri cubici “Made in China”. L’idea sulle prime può sembrare strampalata, tuttavia a vedere il nostro inventore girare in Altopiano su prati e pendii con dislivelli non impegnativi, dissipa tutti i dubbi sul divertimento che l’uso del mezzo procura. “È da anni che meditavo questo trabiccolo – dice grotto – poi, con l’amico meccanico Marco Savio abbiamo messo a punto le soluzioni per superare non pochi ostacoli tecnici. Fondamentale il propulsore di una minimoto, leggero e a basso consumo. Per l’acceleratore è bastato il classico filo metallico ancorato nel carburatore e infilato in una guaina freno/frizione, il “pilota” lo impugna dosando la velocità dei giri. Ad essere sincero credevo poco controllabile un simile aggeggio, però è bastata un po’ di pratica per domare il mezzo. Certo la potenza non permette di superare grandi salite, ma su un anello ideale rappresentato da stradine e pascoli innevati, tutto funziona che è una meraviglia”. A giudicare dai testimoni oculari che hanno ammirato la rivoluzionaria invenzione a Roana e Lavarone, la “Boardmoto” cammina anche sulla neve fresca. Aspettiamoci quindi una nuova diavoleria per gli sport invernali, nella speranza che alla marmitta si applichi un ottimale silenziatore. Giovanni Dalle Fusine 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 11 “Viviamo sell’Altopiano più bello e meno conosciuto al mondo” pagina a Cura di Claudio Savelli Dopo gli incoraggianti segnali provenienti dalle delibere del Consorzio della Cattedra per la realizzazione di due impianti fotovoltaici da 1 megawatt ciascuno, vorrei mantenere viva l’attenzione su altri due progetti strategici per l’altopiano: l’impianto di risalita di Gallio e il parco turistico ambientale della Marcesina. Ne parliamo questa volta con Domenico de Guio, presidente del nostro Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, che attraverso le sue considerazioni vuole contribuire a supportare ed alimentare un sano dibattito, portando sul tavolo della discussione anche tematiche più inerenti allo sviluppo turistico. Voglio ricordare i recenti articoli apparsi sul vari quotidiani regionali in cui si evidenziava il considerevole aumento della presenza turistica nel nostro comprensorio. Questo testimonia che il “mercato” turistico è presente, vivo e sebbene martoriato da questa tangibile crisi, desideroso di esprimersi in località che possano dare quei servizi turistici basati su un’offerta turistica indirizzata alla salvaguardia, alla scoperta e al rispetto dell’ambiente. Presidente, andiamo subito al punto, qual è la sua opinione istituzionale relativamente al progetto del Sindaco di Gallio, Pino Rossi, di costruire una nuova seggiovia che colleghi il paese con la Longara? “Volevo fare una premessa, partendo da una riflessione che deve essere fatta a livello generale in quanto molte volte si incappa nell’ errore di considerare come turistici, progetti che sono al servizio di turisti, cioè persone che soggiornano, ma anche dei visitatori o pendolari. Sarebbe opportuno valutare più opportunità di risoluzione con interventi di questo spessore, ma alle volte per la fretta di agire non vengono prese in considerazione ulteriori opportunità, non me ne voglia nessuno; è già apprezzabile il loro impegno, ma il pianificare in maniera comprensoriale gli interventi sarebbe molto d’aiuto per un omogeneo sviluppo del territorio. La riflessione sul progetto della nuova funivia che dovrebbe servire il comprensorio delle Melette, dovrebbe essere preso in considerazione per armonizzare fin da subito il lavoro di coordinamento tra i rappresentanti dell’intero altopiano. Mi piace l’idea, si tornerebbe ad avere un’eccellenza perduta costruita dalla nostra gente oltre cinquant’anni fa. Una stazione di arroccamento in paese farebbe cambiare totalmente una località, elevandola nella qualità del servizio, senza che necessariamente deve esser garantita la discesa in paese con gli sci. Trovo però non idoneo il punto di partenza e il voler costruire i parcheggi a mezzacosta dietro all’abitato. Vedrei molto bene invece la partenza all’inizio del paese, alla Camona con la costruzione di parcheggi magari sotterranei e di una viabilità di circonvallazione verso il Sisemol; il paese non soffrirebbe cosi l’intasamento dovuto al flusso dei giornalieri provenienti da Asiago o Bassano. Gallio non dovrebbe perdere con questo progetto l’opportunità di sistemare tutta la viabilità Un laboratorio per il marketing turistico Dopo aver letto l’opinione del presidente del Consorzio Turistico, sentiamo anche l’opinione di Andrea Cunico Jegary, fondatore della Liberaconsulta7C. Cunico, prima di tutto, cos’è la Liberaconsulta7C ? Se ti interroghi su chi si occupi di tracciare un futuro responsabile e sostenibile di questo nostro territorio ad alta vocazione turistica la domanda resta inevitabilmente sospesa. Il solo tentare di parlarne non è facile, l’argomento non piace, implica analisi, infastidisce le istituzioni. Non si possono trovare risposte perché questo territorio per definizione vocato al turismo, non ha un governo territoriale del turismo. Un sindaco che rispetto e che di certo ci sta leggendo mi ha risposto: «lapalissiano», io torno a ripetergli «no, kafkiano», una situazione paradossale, angosciante nella misura in cui implica l’impossibilità di reazione. Ci sono le otto singole municipalità, c’è la Comunità Montana, c’è il Consorzio Turismo, c’è il GAL Montagna Vicentina, ma non c’è un governo del turismo. E si vede. Leggendo recentemente il presidente De Guio sulla stampa locale, riconosco una sensibilità e una visione generale che appartengono alla mia cultura. Cosa aggiungere allora se non che questo nuovo approccio sistemico è la strada giusta. Affrontiamo una buona volta il passaggio obbligato verso la competitività. Da dove si parte? Come sempre, da un’idea-sfida. Quella della Liberaconsulta7C è «l’Altopiano7C come unica grande azienda socialmente impegnata nella conservazione e valorizzazione turistica del territorio, suo patrimonio collettivo». Questa grande azienda diffusa sul territorio, qualora realmente unita attorno ad un progetto univoco ed incisivo, rappresenterebbe un rilevante Distretto Turistico montano con formidabili potenzialità tuttora inespresse. Tralascio, solo per motivi di spazio, l’analisi dell’attuale mancanza di competitività, limitandomi a rigettare l’alibi “pochi schei”. Chiediamoci piuttosto cosa caratterizzi il pensiero delle persone che lavorano nelle aziende non innovative, non competitive, alla deriva… è l’ostinazione dei decisori a fare ciò che essi presumono saper fare meglio, è l’ ostinazione a non voler mettersi in discussione e confrontarsi verso l’interno (tavolo di consulta) e verso l’esterno (altri protagonisti del mercato). Fatalmente, è la fotografia del nostro attuale sistema turismo, incapace di interrogarsi sulle priorità, sulle aspettative e sui bisogni dei clienti-ospiti acquisiti e potenziali. Cosa fare allora? Liberaconsulta7C nasce per sensibilizzare il territorio su una precisa urgenza: far si che la nostra gente ritrovi un orgoglio di appartenenza oggi frustrato e “pretenda” l’avvio di una rifondazione del Sistema Turismo Altopiano. Sottolineo rifondazione, non “rilancio”. Come abitanti o come foresti legati a questa terra dobbiamo “pretendere” uno sviluppo turistico competitivo, diffuso, responsabile e sostenibile. E’ alla nostra reale portata, basta valorizzare quello che già abbiamo, basta superare una fase storica “artigianale” oggi insopportabile per la dignità stessa dell’altopianese o di chi decide di fare dell’altopiano la sua casa. Liberaconsulta7C vuole contribuire ad accellerare verso una cultura del turismo che oggi, in un mercato di dinamiche fortemente innovative, significa inevitabilmente partire dall’eccellenza in marketing e comunicazione. Solo da questa partenza si può tradurre l’impareggiabile unicità di una tradizione secolare che assieme all’ambiente e al vantaggio logistico offerto della prossimità costituiscono il nostro vero patrimonio comune. Parliamo ora di infrastrutture come l’impianto della Longara e la rivalutazione di Marcesina: qual’è la sua posizione in merito? Impianto Gallio-Longara, rivalutazione Piana di Marcesina, nuova dorsale ciclopedonabile da Folgaria, rete di Mobilità Dolce, golf, aeroporto… sono tutti “strumenti” utilissimi ad elevare la qualità e quindi la competitività. Ma solo nell’ottica di rifondazione di cui sopra, mai più quindi dovranno rappresentare episodi scollegati. E’ proprio quanto sia vitale e strategica questa visione più vasta e allo stesso tempo univoca di Sistema Turismo, è questo dare un nuovo senso alle cose, è questa una nuova dimensione turistica più ampia che anche De Guio spiega. Questa rifondazione può partire solo da: A) eccellenza di un piano di attività di marketing e comunicazione univoco; B) coesione in un patto di marketing territoriale tra gli otto comuni; C) adozione di un disciplinare che accolga urgentemente sotto un unico marchio “ad ombrello” le sinergie del territorio. Che, davvero, non sono poi poche. Facile immaginare anche per Marcesina, ad esempio, uno scenario completamente diverso dove l’entità che “firmerà” il sito fisico, poi quello web, poi la segnaletica, poi la cataloghistica, poi le uniformi degli addetti sarà Comune di Enego, non Altopiano 7C. recuperando spazi da dedicare ai pedoni e ciclisti, nonché ai parcheggi rendendo il paese un vero centro turistico con servizi eccellenti, disponibili prima di tutto ai residenti. Per fare un bel salto in avanti nella qualità del servizio offerto bisognerebbe proporre un piano urbano del traffico almeno fatto per i tre comuni della conca centrale ove si preveda di affiancare alla viabilità dei veicoli una viabilità ciclopedonale in sicurezza. Se ci guardiamo intorno cosa stano facendo altre amministrazioni o guardiamo indietro per imparare dal 1900 quando furono costruite le strade sull’altopiano erano larghe sufficientemente da far circolare tre torpedoni affiancati, era tutto in previsione del conflitto mondiale è vero, ma è giusto considerare che tipo di servizio venne offerto a quei tempi quando già avere un paio di scarpe ai piedi era un lusso! con il tempo e l’aumento nelle misure dei veicoli tutti gli spazi necessari alla circolazione di veicoli sono stati tolti ai pedoni, inoltre c’è da dire che i pochi marciapiedi esistenti raramente garantiscono una larghezza sufficiente e hanno prevalentemente la funzione di deposito neve nella stagione invernale e di aree a parcheggio in quella estiva, nonché la funzione di posteggio dei vari cassonetti per le immondizie provate a pensarci! Il tema della viabilità seppur poco sentito, cambierebbe la qualità della vita del nostro territorio, votato al turismo, ma che rischia ora di proporre al turista servizi minori di quelli che trova nelle città dove abita. Come fare? Un PUT a prevalenza di sensi unici con nuovi tracciati di congiunzione magari sfruttando viabilità ora secondaria, il recupero quindi di spazi esistenti da destinare alla viabilità ciclopedonale come han già fatto paesi turistici di montagna come Davos in Svizzera o Melbourne Livigno. Il vantaggio? Solo così oltre 100 km di viabilità pedonale in sicurezza all’interno dei centri abitati, non mi sembra poco! L’ostacolo per ora è solo quello di cominciare a parlarne per non perdere un’altra opportunità di essere tra i primi. Parliamo ora di Marcesina e dell’ambizioso progetto del Sindaco di Enego, Igor Rodeghiero. Qual è la sua posizione ? “Il progetto di Marcesina, secondo me va nella giusta direzione, pecca di mancanza di condivisione da parte del territorio. La condivisione nel progetto singolo dovrebbe essere generale, non solo da parte dell’ amministrazione a cui si riferiscono, poichè riveste importanza comprensoriale. Progetti come questi vanno portati avanti e proposti in tutto il territorio, in particolar modo nella zona nord la quale riveste particolare interesse storico e ambientale, mi riferisco a località come Campolongo a Rotzo, Campomulo a Gallio ed altre che potrebbero diventare i punti di parcheggio d’alta quota assieme alle zone a ridosso delle malghe dove viene eseguita la lavorazione del latte o praticato l’agriturismo dove organizzare poi un servizio di trasporto per i visitatori come succede sulle Dolomiti e un po’ su tutto l’arco alpino. Concordo nel pensiero del Sindaco di Enego, certamente progetti di questa valenza ambientale hanno bisogno di interventi ulteriori per esaltarne il risultato come la creazione di aree di rispetto e didattiche piuttosto che servizi di viabilità dolce ecc.,i quali permetterebbero l’accesso anche da parte delle persone con difficoltà o portatori di handicap possono solo essere un esempio per la programmazione comune. Attraverso progetti con applicazione di sensibilità verso i più bisognosi di attenzione, ecocompatibili e l’inserimento di tematiche come quelle della storia e della natura possiamo proporre un’emozione nuova per trascorrere una vacanza sull’Altopiano più bello e meno conosciuto del Mondo o per sentire più rispettate le nostre proprietà collettive, ma i primi ad esserne convinti dobbiamo essere noi.” 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 12 Pino Rossi in corsa per la Regione GALLIO Candidato unico, la necessità di “piazzare” un altopianese nelle stanze dei bottoni, il bisogno di far quadrato attorno una persona e portarla negli enti superiori, (Provincia, Regione, Stato) perché faccia gli interessi dell’Altopiano. Quante volte si sono sentiti questi discorsi per poi vedere, alla resa dei conti (ovvero allo spoglio delle schede), una dispersione di voti verso esponenti politici che, appena eletti anche con preferenze altopianesi, svaniscono, evaporano, si dissolvono. Una nota esponente politica vicentina una volta mi disse questa precisa frase: “L’Altopiano? Dividi e conquista”. Ovvero basta far litigare gli altopianesi tra loro, cosa tra l’altro non di difficile “Mi candido alle elezioni di fine marzo. Un’eventuale mia elezione in Regione sarebbe sicuramente più vantaggiosa non solo per Gallio, ma per tutto l’Altopiano”. attuazione, e poi fai quello che vuoi. Una frase detta molti anni fa, ma che mi rimase impressa e della quale constatiamo la veridicità spesso, troppo spesso. Ora si avvicinano le elezioni regionali, ovvero si rinnova il consiglio regionale dove, di fatto, vengono prese le decisioni che più ci toccano da vicino, vengono distribuiti i finanziamenti più evidenti, viene ipotizzato il futuro nostro e dei nostri figli. Senza entrare nel merito se il consiglio uscente abbia agito bene o male, soprattutto per quanto riguarda l’Altopiano, si presenta nuovamente la possibilità di “piazzare” politici vicini alla nostra realtà. Nomi noti e meno noti ma che comunque hanno un legame con la nostra terra, anche qui senza entrare nel merito se il legame è pulito o spinto da interessi forti. Tra i candidati che si presenteranno alle elezioni c’è l’attuale sindaco di Gallio Pino Rossi che ha accettato la candidatura propostagli dall’Udc. Una decisione “sofferta” perché una sua eventuale elezione comporterebbe il commissariamento del Comune di Gallio per quasi un anno fino a nuove elezioni. “La decisione è stata presa assieme al mio gruppo consigliare e a chi mi aveva sostenuto durante la campagna elettorale delle scorse amministrative – spiega Rossi – Un in- contro dibattuto durato un paio di ore. Da una parte c’era chi sosteneva che la mia presenza quale sindaco assieme al gruppo consigliare, era più utile per il futuro di Gallio. Altri invece affermavano che un’eventuale mia elezione in Regione sarebbe sicuramente più vantaggiosa non solo per Gallio, ma per tutto l’Altopiano. Alla fine è prevalsa quest’ultima linea”. “Una candidatura accettata con un presupposto – continua – Che io possa sostenere politiche favorevoli all’Altopiano anche se il partito è di altro avviso. Cioè mi sono assicurato la massima libertà in questioni inerenti il nostro territorio perché il mio interesse è l’altopiano non certo i giochini di bottega. Tra l’altro l’appartenere ad una formazione di centro aiuta anche a votare la persona lasciando da parte le proprie simpatie politiche; oppure si può sempre esprimere un voto disgiunto”. Adesso i giochi sono aperti; già nella precedente tornata elettorale, nel 2005, Rossi aveva raccolto oltre 3.400 voti. Pochi per entrare nella stanza dei bottoni, ma Rossi ci crede. E per quanto riguarda Gallio assicura, “Se sarò eletto ci ripresenteremo con la stessa squadra, cambiando solo il candidato sindaco. Come si dice, squadra che vince no si cambia”. Gerardo Rigoni zione di una borsa di studio che valorizzi gli studenti che riescono a distinguersi in ambito sia sportivo che scolastico. “Avremo in mente anche la riqualificazione di un parco a Gallio!” Non solo opere di bene dunque, ma anche qualcosa che lasci il segno in paese. “Appena saputo della nascita dell’associazione – ci spiegano i ragazzi - molte persone hanno dimostrato entusiasmo e disponibilità”. L’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” verrà presentata ufficialmente con una serata, ancora in fase di orga- nizzazione, che si terrà presso l’Auditorium di Gallio. “La voglia di guardare avanti è tanta - continuano i ragazzi - e già stiamo pensando a nuovi progetti perché siamo convinti che ciò che si fa di bene non passa mai. Resta per sempre. Come l’amicizia. Vogliamo infine ringraziare dal profondo del cuore tutte le persone che ci hanno sostenuto in vari modi in tutti questi anni”. Per qualsiasi ulteriore informazione si può inviare una mail all’indirizzo [email protected] Stefania Longhini Cena di beneficenza E’ nata l’associazione benefica “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” La storia dell’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” è la storia di un’amicizia. Si nasce nello stesso paese senza sapere bene perché: quasi per caso ci si trova sugli stessi banchi di scuola, poi in patronato tutti i pomeriggi e al campo sportivo nelle sere d’estate. Ci si trova a crescere insieme e quando la vita non è più solo un gioco, allora ci si sceglie e l’amicizia non è più casualità… diventa qualcosa di profondo, un legame che niente può spezzare. Un fiore rosso con tre petali a forma di cuore. E’ il logo della neonata associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta”. Un simbolo che richiama tutto l’amore che lega i fondatori della onlus a queste tre ragazze galliesi, le cui vite sono state spezzate da due tragici incidenti. Il 20 luglio 2001 la macchina su cui viaggiano, insieme ad amici, Lisa e Silvia, esce di strada e per le due giovani non c’è niente da fare. Il 7 aprile dello scorso anno, Roberta durante un corso di sci, incorre in una caduta fatale. Quel fiore rosso dai petali a forma di cuore indica anche tutto il bene che in nome e in ricordo di queste tre amiche si intende fare germogliare e moltiplicare. Già dopo la scomparsa di Lisa e Silvia, in occasione del primo anniversario del tragico evento (luglio 2002), si è dato avvio a Gallio ad un torneo di pallavolo che puntuale è tornato ogni anno con una partecipazione e un interesse sempre crescenti. Un’iniziativa il “Memorial Silvia e Lisa” finalizzata alla raccolta di fondi con i quali si è prima di tutto dato corso ad adozioni a distanza di bambini in Kenya. Si è poi contribuito al sostegno di un orfanotrofio a Kiev, all’attività della Casa del Pastore di Asiago, al restauro del campanile del Santuario della Madonna del Buso, all’attività del patronato di Gallio e all’acquisto di strumenti di completamento per le mammografie e per la diagnosi precoce dei tumori all’utero per l’ospedale di Asiago. “Con l’iscrizione ufficiale all’album delle onlus, avvenuta il 14 gennaio scorso – spiegano i fondatori – si è concretizzata l’idea nata subito dopo la morte di Roberta, che insieme a noi organizzava sempre il torneo di pallavolo. In mente abbiamo un sacco di progetti che con la collaborazione di tutti vogliamo via via realizzare”. Una prima iniziativa “sponsorizzata” dall’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” organizzata con lo Sci Club Gallio si è già tenuta sabato 30 gennaio. Una gara di sci denominata “Memorial Roberta e Silvia” svoltasi alle Melette, con la speciale partecipazione, come apripista, della campionessa di slalom gigante Giulia Gianesini, cugina delle due ragazze. Un evento dedicato allo sci e alla neve, vista la passione per questo sport che aveva Roberta, sciatrice e maestra di sci, non poteva certo mancare. Tra i progetti per il prossimo futuro c’è la crea- Il Ristorante “La Tana” e lo “Sporting Residence Hotel” di Asiago organizzano una cena di beneficenza a favore dell’associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” in programma giovedì 25 febbraio 2010. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso il ristorante osteria “La Tana” ad Asiago, il bar “Commercio” a Gallio e la pasticceria gelateria “La Piazzetta” a Gallio. Il 13 e 14 febbraio c’è la Festa di San Valentino In programma gara di salto e combinata nordica, serata di liscio all’Auditorium con gara di ballo, il carnevale sulla neve e la cena degli innamorati Far rivivere a Gallio alcuni grandi appuntamenti di un tempo, che richiamavano gente da ogni parte dell’Altopiano: fra gli obiettivi della locale Pro Loco c’è anche questo, cercare di ritrovare spensierati e allegri momenti di divertimento che un tempo avevano fatto sì che si dicesse “Gallio è sempre in festa”. E se non sarà possibile ricreare proprio quella che era l’atmosfera speciale di certi eventi aggregativi, ci si può arrivare vicino, prendendo spunto da ciò che avveniva un tempo e adattandolo ai giorni nostri. Per il secondo anno la Pro Gallio organizza la Festa di San Valentino, considerato il patrono invernale del paese: un tempo, si dice fino agli anni ’60, la ricorrenza si festeggiava due l’anno, non solo il 14 febbraio, ma pure l’ultima domenica di luglio, per fare partecipare alla festa paesana anche i pastori che salivano quassù durante la stagione estiva. La gente arrivava da tutti i paesi dell’altopiano, portava qualcosa da mangiare, e si ritrovava a pasteggiare e brindare insieme nei locali del paese. Ed è nel ricordo di questa unione di abitanti di paesi diversi, che tutti gli altopianesi sono invitati a partecipare all’edizione 2010 della Festa, che si snoderà con un ricchissimo programma nei giorni 13 e 14 febbraio. Sabato 13 si t e r r à i l 1 ° Tro f e o S a n Valentino con la gara di salto presso i trampolini del Pakstall alle 9.00 e la gara di fondo alle 14.30 in località Ove; la sera dalle ore 21.30 presso l’Auditorium serata di ballo liscio con l’orchestra romagnola Luca Zaccaria durante la quale avrà luogo la gara di ballo. Domenica 14 “Carnevale sulla neve” presso le pi- ste del Sisemol, a partire dalle ore 14, con il ritrovo delle maschere, la gara a tempo di slitte e bob, la premiazione della slitta più caratteristica. Alle 18 si terrà la s. Messa, quindi, a partire dalle 20.30 è in programma la Cena degli Innamorati, presso i ristoranti Concordia, Gaarten, La Lepre Bianca e Valbella, con prenotazione obbligatoria entro giovedì 11 febbraio presso i ristoranti stessi. Per informazioni si può chiamare il n. 347 1032282. Silvana Bortoli 8 l’Altopiano Sabato 6 febbraio 2010 13 Altopianesi a cinque cerchi Una piccola mostra fotografica organizzata da “L’Altopiano” sarà aperta dal 12 febbraio nella nostra sede in Via Monte Sisemol. Un omaggio a tutti i nostri atleti alle Olimpiadi dal ’36 ad oggi. Massimo Rigoni Mario Gios, Gianfranco Stella, Giovanni Gloder, Michele Strazzabosco, Floriano Martello, Lucio Topatigh, Loris Vellar, Bruno Caneva, Giovanni Paganin, Tito Tolin, Giorgio Paganin, Massimo Rigoni, Maurizio Carnino, Guidina Dal Sasso, Enrico Fabris, Giorgio Spiller, Daniele Munari. Sono i nomi degli altopianesi che hanno partecipato da atleti ai varie edizioni delle Olimpiadi, dal ’36 ai giochi torinesi di quattro anni fa. Settant’anni di storia sportiva, settant’anni che hanno appassionato, tenuto sulle spine, indotto a invocazioni e sup- Lucio Topatigh Tito Tolin Aldo, Gianfranco e Roberto Stella pliche e anche a qualche imprecazione tra gli altopianesi che cercavano in ogni modo di sospingere i loro beniamini verso la meta, verso l’arrivo, serbando nel cuore la speranza del colpaccio. Sperando di vedere arrivare tra i nostri paesi e le nostre contrade quelle medaglie olimpiche ambi- te, sognate, desiderate dagli atleti di tutto il mondo. Nomi scolpiti per sempre nell’Olimpo, o forse più semplicemente nei nostri cuori, che rappresentano anche tutti quelli che, nonostante la fatica, nonostante il sudore, nonostante il sacrificio, non sono stati chiamati a vestire i colori azzurri nella mani- festazione dei cinque cerchi. Sacrificio, sudore e sangue che non sono stati però spesi invano perché le loro fatiche hanno sospinto gli olimpionici a fare meglio, ad allenarsi di più, a spingere il loro corpo oltre i limiti. E’ per questi campioni, e come auspicio a Enrico Fabris e Luca Stefani, che il nostro giornale sta organizzando una mostra fotografica. Pochi scatti per rendere omaggio agli eroi del passato, a chi ci ha emozionato, fatto ridere, piangere, sperare. A chi ci ha fatti sentire uniti, fatti sentire altopianesi. La mostra verrà allestita nella sede del nostro giornale in via Monte Sisemol, 9 (la casetta gialla davanti alla sede del distretto socio sanitario). L’apertura sarà il 12 febbraio quando i nostri nuovi eroi scenderanno nell’arena olimpica, per se stessi, ma anche per noi. Impossibile dimenticare le emozioni delle medaglie di Enrico Fabris che hanno scosso l’Altopiano quattro anni fa. Così come è impossibile non immaginare come fosse vibrante l’Altopiano quando, in tempi meno mediatici, si cercava notizie dei nostri “eroi”, del piazzamento, di come “che xè andà la gara”. Persone che hanno portato alto il nome di un territorio e di un popolo e mostrato al mondo di che stoffa siamo fatti. Di un popolo forgiato dal sacrificio, dalla fatica e dal duro lavoro. Un popolo in pieno stile olimpico. Gerardo Rigoni 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 14 Fabris e Stefani a caccia di medaglie Re Enrico alle Olimpiadi con quattro anni in più d’età, ma anche di esperienza. “Sono tranquillo e consapevole che la preparazione fatta è buona ma, soprattutto, ho voglia di combattere e di divertirmi sui pattini” – Luca Stefani, nella staffetta, può senz’altro dire la sua. Cosa ti ha cambiato la vita? “Le Olimpiadi di Torino”. A dirlo, con ragione, è Enrico Fabris alla vigilia della partenza per il Canada dove sarà chiamato a difendere ben due medaglie d’oro, 1500 metri e staffetta, ed una di bronzo: quella sui 5mila. Impossibile dimenticare quanto accaduto sull’altopiano nel febbraio del 2006 mano a mano che da Torino l’Enrico “dei Toccoli” si faceva strada a suon di risultati rivelandosi alla pubblica opinione in Italia e all’intero mondo sportivo. Un baillame mediatico senza precedenti: lui assediato letteralmente da stampa, radio e tv con i giornalisti a caccia di qualche collega che ne sapesse un po’ sul suo conto. Non erano molti in grado di rispondere a tono, nemmeno in Italia: forse due o tre. Chi scrive fra questi perché nel mini-mondo della pista lunga e di chi la raccontava si aveva la sensazione di avere finalmente trovato l’uomo da medaglia. Mai nessun italiano era riuscito nell’impresa in ottanta e passa anni di “giochi”. Toccò ad Enrico Fabris spezzare l’incanto col bronzo sui 5mila per poi “dilagare” coi 1500 firmando in conclusione l’oro di maggior prestigio, quello della gara a squadre, con Matteo Anesi ed Ippolito Sanfratello. Ricordato il tutto è indispensabile guardare avanti puntando l’attenzione su Vancouver. “Certo – dice il “poliziotto” di Roana - le Olimpiadi di Torino mi hanno cambiato la vita. Sia economicamente, perché mi hanno consentito di comprar casa in altopiano e di firmare contratti con gli sponsor, fatto impensabile prima dei “giochi” per noi del pattinaggio. Quel che più conta però – prosegue – riguarda quanto le gare di Torino mi hanno regalato in termini sportivi nel senso che mi hanno regalato un posto di prestigio nel contesto dello sport italiano. Come conseguenza positiva è arrivata anche un po’ di popolarità, soprattutto nel mio territorio, che, tuttavia, mai si è dimostrata un peso semmai un motivo di soddisfazione ed una forma di gratifica per la fatica e gli sforzi richiesti dal pattinaggio ad alto livello”. C’è anche dell’altro? “Cer- to. L’exploit olimpico - sottolinea ancora - mi ha garantito sicurezza e determinazione per dare il massimo anche nelle stagioni successive tant’è che il mio obiettivo primario è sempre rimasto quello di restare ai vertici anche nella fase post-olimpica. A tal proposito - prosegue – posso dire di esserci riuscito ottenendo diversi podi ai Campionati Mondiali, a quelli Europei ed in Coppa del Mondo. Non è stato facile ma ho imparato una cosa….” Quale? “E’ molto più difficile confermarsi dopo aver raggiunto il top: ho vissuto periodi poco brillanti con performance al di sotto del mio livello dovute al fatto che non sempre son riuscito a “coltivare” per bene la fame di vittoria. Ora, ad un passo da questi “giochi” posso dire di star bene. Sono tranquillo e consapevole che la preparazione fatta è buona ma, soprattutto, ho voglia di combattere e di diver- tirmi sui pattini fattori, questi indispensabili per dare il meglio di sé in ogni sport”. Dunque niente pronostici da parte sua: forse è meglio così perché gli avversari sinora incontrati in stagione sono stati tanti ed alcuni di loro si sono anche “mimetizzati” per essere al top dal 12 al 28 febbraio quando sarà tempo di medaglie da assegnare. Sul piano tecnico la concorrenza in Canada sarà superiore a quella di Torino 2006. Lì lui era stato la sorpresa, ora deve confermarsi. Contesto completamente diverso ma Enrico Fabris è ancora…Enrico Fabris con quattro anni in più d’età, ma anche d’esperienza per cui vietato vietare, all’interessato come a chi lo stima, di pensare al podio. C’è poi il discorso-staffetta e qui subentra Luca Stefani. L’asiaghese è alla sua prima esperienza a cinque cerchi del resto fra i due vi sono sei anni di differenza e, fra l’altro, lo stesso Luca compirà 23 anni proprio in Canada essendo nato il 20 di febbraio dell’87. Sbarca a Vancouver con alle spalle una stagione in crescendo di risultati ed è sicuramente una colonna per la gara a squadre oltre a manifestarsi sempre più competitivo sulle distanze medio-lunghe. Vuole migliorarsi e l’occasione olimpica è quella giusta per farlo. Certo nel pattinaggio in pista lunga non bastano tanto lavoro alle spalle e “phisique du ròle” bagagli, questi ultimi, già a sua disposizione. Servono esperienza, condizione fisica ottimale il giorno della gara e…buona sorte. In generale come nei sorteggi pre-gara. Lui non si sbilancia sull’esito della trasferta in riva al Pacifico però in staffetta… Renato Angonese Gli uomini delle scioline e dei materiali delle squadre di salto speciale e combinata nordica Federico Rigoni e Pietro Frigo, da Asiago due skimen a Vancouver La neve hanno imparato a conoscerla da atleti. Un’esperienza diretta fondamentale alla quale si sono aggiunti negli anni appositi studi e tante sperimentazioni che oggi hanno permesso loro di diventare gli skimen delle squadre nazionali di salto speciale e combinata nordica. Gli asiaghesi Federico Rigoni e Pietro Frigo, in questa veste, faranno parte della spedizione italiana a Vancouver. Il loro lavoro è quello di valutare tutte le caratteristiche del manto nevoso e le condizioni meteorologiche e tradurle in giusto uso di scioline e materiali. Un lavoro oscuro quello degli skimen, ma di grande responsabilità perché se ci azzecchi e tutto va bene, ok, ma se canni di brutto puoi compromettere l’esito della gara anche dell’atleta più formidabi- le. I materiali sono importantissimi, si sa. A parità di forze rappresentano il particolare che fa la differenza e in gare secche come quelle olimpiche avere ai piedi degli sci superlativi conta ancora di più. A Vancouver, come dappertutto, gli skimen saranno i primi a svegliarsi e a popolare i campi gara. Durante e dopo le prove, se piangeranno o rideranno, nessuno o quasi se ne renderà conto e sui podi non saliranno anche se delle vittorie, se arriveranno, saranno veri e propri artefici insieme agli atleti. Ci vuol passione, tanta. Una dote nella quale sia Federico che Pietro non difettano. Volano in Canada con entusiasmo, convinti che le loro squadre possano fare bene, ma attenti a non chiedere loro dei pronostici, non si fa. Quante le cose che, per scaramanzia, non si dicono: si spera in silenzio, così come si lavora. “Per quanto riguarda il salto speciale – dice Federico – la squadra, almeno finora, è composta da tre atleti. Non ci sono altopianesi. Per Michael Lunardi, come per altri, serve un lavoro in prospettiva. Il talento c’è, va coltivato nel giusto modo”. A Vancouver dunque saranno in gara Andrea Morassi (Forestale), Sebastian Colloredo (Fiamme Gialle) e Roberto Dallasega (Fiamme Gialle) guidati da Roberto Cecon (Fiamme Gialle) allenatore responsabile, Jacub Jurutek allenatore e Federico Rigoni, aiuto allenatore e, appunto, skiman. “Tengo a sottolineare – dice Federico - anche il lavoro di preparazione delle strutture-impronte degli sci per il salto speciale che è stato eseguito, con grandissima professionalità, da Giacomo Zaupa (Zaupa Moda) di Malo, al quale ci appoggiamo, con grande soddisfazione, vista la sua serietà e preparazione, da tre anni”. Pietro Frigo invece ci presenta la squadra di combinata, della quale è lo skiman, composta da: Alessandro Pittin (Fiamme Gialle), Giuseppe Michielli (Fiamme Oro), Luca Rungalldier e Armin Bauer. Allenatore responsabile della squadra di combinata è Romed Moroder, l’allenatore per il fondo è Giuseppe Cheneti (Fiamme Oro), mentre per il salto è l’austriaco Harry Rodlauer. “Pittin è senz’altro l’atleta di punta, ha vinto i mondiali junior per due anni di fila e ai mondiali senior l’anno scorso è arrivato 6°. Ma anche gli altri non scherzano”. A proposito di Pittin, c’è un particolare simpatico che riguarda questo atleta: guardate bene il casco che indosserà a Vancouver perché è made in Asiago, opera dell’artista dei caschi Villi Povoledo. Sia Federico che Pietro respi- reranno per la prima volta in assoluto l’aria della competizione a cinque cerchi. Pronti e carichi, sono certi che sarà una bella esperienza, comunque andrà. “La possibilità di fare buoni piazzamenti c’è, chissà che al ritorno possiamo festeggiare qualche bel successo”. Stefania Longhini 8 l’Altopiano Sabato 6 febbraio 2010 15 Comunque vada, vada, sarà sarà un un successo! successo! Comunque Pagina a cura di Silvana Bortoli Ci siamo: il conto alla rovescia è quasi finito, si sta per aprire il sipario sulle Olimpiadi di Vancouver. La sensazione è che siano proprio volati i quattro anni passati da quei fantastici giorni di Torino 2006, quando l’Altopiano e l’Italia tutta si sono ritrovati improvvisamente a condividere magici momenti di euforia e gioia. Emozioni intense, impensabili alla vigilia: le meravigliose immagini di Enrico Fabris che scivola velocissimo e impeccabile sul ghiaccio, che si china emozionato mentre gli infilano le medaglie al collo, sono ancora vive nei nostri occhi, ed è già tempo di una nuova olimpiade. Sull’Altopiano cresce la trepida- “Enrico, vai... e spacca tutto!” Una settimana prima della partenza di Enrico per Vancouver il suo Fan Club ha organizzato presso il bar Maya di Roana un brindisi per augurargli “In bocca al lupo”: a festeggiarlo una cinquantina di persone, tra cui alcuni turisti. Lui è apparso tranquillo e felice dell’affetto che i suoi paesani,e non solo, gli hanno ancora una volta dimostrato. “Enrico, facci sognare!” hanno scritto i fedelissimi su un manifesto appositamente preparato, ma cosa si aspettano i suoi sostenitori?. “Ci auguriamo che possa darci ancora tante belle soddisfazioni - commenta Consuelo Martello, presidente del Fan Club - puntiamo naturalmente sulla “sua” gara, quella dei 1500 metri. Cosa potevamo dirgli, se non “Enrico, vai… e spacca tutto!” Sono dodici le persone che voleranno a Vancouver con il viaggio organizzato dal Fan Club, dal 19 al 28 febbraio, per incitare dal vivo Enrico e Luca, fra cui il papà di Enrico, Valerio, il fratello Nicola, la fidanzata Anne, don Romeo e altri due zii paterni. “Non è stato facile organizzare la trasferta – commenta Valerio Fabris - tra prenotazioni di biglietti aerei, biglietti per lo stadio e l’alloggio, anche se abbiamo iniziato a pensarci con largo anticipo, dando come scadenza d’iscrizione il termine di un anno prima dell’evento. Ma ora è tutto a posto e non ci resta che partire!” Non è stato facile in questi quattro anni neppure tenere in vita il Fan Club, nato spontaneamente proprio nei giorni delle grandi conquiste di Torino: dopo l’entusiasmo iniziale con tanta gente che sembrava disponibile a collaborare, a “lavorare” si sono ritrovati in pochissimi, ciò nonostante, sono sempre riusciti a organizzare nel migliore dei modi trasferte per assistere a gare e varie feste, tra cui quelle riuscitissime al Palatenda di Roana, con bellissimi momenti di celebrazione dello sport, soprattutto altopianese, sotto varie forme. Per tifare insieme, se- guendo in compagnia le gare olimpiche, il Fan Club ha stilato un calendario con tappe in vari locali: il 13 febbraio alle ore 21 il ritrovo sarà al Bar Centrale per assistere alla gara dei 5.000 metri; sabato 20, per la lunga notte e la gara più attesa, quella dei 1.500 mt, si è pensato di cenare insieme alle ore 20 alla Baita Laghetto e godere poi della musica dei Midnight Spaghetti in attesa dell’inizio della competizione; il 23 febbraio alle ore 21 il ritrovo sarà al bar Alpi per “la lunga marcia dei 10.000” e il 26 febbraio alle ore 21 al bar Alla Posta e al bar Maya per assistere all’inseguimento a squadre. Non mancherà poi, grazie ad internet, un costante contatto tra i tifosi “sul campo” e quelli a casa, con scambio di filmati, foto ed emozioni in rete. zione, pur nella consapevolezza che quelle emozioni resteranno uniche e irripetibili, proprio perché inaspettate, travolgenti, fulminee, come l’incedere di Enrico sul ghiaccio. Ma le aspettative sono ugualmente tante, anche se per scaramanzia pochi le esprimono. Chi è stato vicino ad Enrico in questi quattro anni sa che si è preparato alla sua terza olimpiade nel miglior modo possibile, e che è più che lecito sperare che ci regali nuovi entusiasmanti risultati. Tutti pronti per tifare, dunque, e non solo per Enrico, perché assieme a lui ci sarà anche Luca Stefani, la cui partecipazione all’ olimpiade è per noi ulteriore motivo di orgoglio. Le impressioni dei familiari, gli auguri dei tifosi Se i fan di Enrico sono ormai belli carichi e azzardano pronostici, ci va molto cauto invece Valerio Fabris, e c’è da capirlo, sbilanciarsi stavolta è davvero difficile. “Prima di Torino nessuno si aspettava nulla, oggi è completamente diverso, le aspettative si sono moltiplicate, ci sono i precedenti risultati da difendere, la pressione la sentiamo anche noi familiari. Io so quello che ha fatto Enrico in questi quattro anni, nell’ultimo in particolare: si è preparato come doveva, va per fare meglio che può, puntando al podio come tutti gli atleti che partecipano all’olimpiade, ci crede, e questo è importante. Ha avuto qualche momento di crisi, è normale aver bisogno di tirare il fiato, ma ora è partito pronto e con le giuste motivazioni, non dimentichiamoci però che ci vuole anche un po’ di fortuna, credo che a giocarsi il podio saranno in quattro o cinque, tutti su un livello molto simile. Comunque la partecipazione a un’olimpiade è già una grande conquista di per sé, le gare sembrano come tutte le altre, ma è il resto che dà sensazioni bellissime, anche da spettatori, sono cose che non si possono capire se non si vivono. Cos’ho detto ad Enrico quando l’ho salutato al momento della partenza? Niente di particolare, solo <tu sai quello che vai a fare e devi fare, siamo tutti con te>”. E in casa Stefani? I genitori di Luca non saranno a Vancouver, dicono che inizialmente, anche un po’ per scaramanzia, non si erano preoccupati di cercare i biglietti, ed ora non si trovano più (anche se ci pare di capire che …. non sia ancora detta l’ultima parola!). In più Andrea, che pratica lo stesso sport del fratello maggiore, è stato convocato per il 27 e 28 febbraio per partecipare alla gara internazionale Viking Race in Olanda, il che significa che mamma Lorena e papà Giuseppe di trepidazioni ne avranno un bel po’ in questo mese di febbraio. “Non ci rendiamo ancora bene conto di quel che stiamo per affrontare – commenta mamma Lorena – Luca è partito sereno, felice e bello carico, ma è un impegno non indifferente, un’occasione che non arriva tutti gli anni, come può essere per altre gare, dunque l’imperativo è dare il meglio. Per noi è una grande gioia, non so dire se siamo più tesi o commossi, o tante cose insieme”. In prima linea a tifare per Luca ci saranno poi i nonni Lucia, Bepi e Piero, gli zii e cugini e naturalmente tutti gli atleti della Sportivi Ghiaccio Roana, con il fratello Andrea in testa, che assieme a Giulia, Federico, Cristian e Nicola hanno posato per la foto che pubblichiamo, prima di partire per Pinè dove si allenano. Ma sono tantissimi a pronunciare parole di augurio per i nostri atleti: al Bar Centrale di Roana un gruppetto di paesani dicono “Fateci onore!”, con la dichiarata speranza di veder replicati i successi di 4 anni fa. C’è poi chi avrebbe voluto vedere Enrico nel ruolo di portabandiera per l’Italia, e chi sostiene che va benissimo così, già l’esserci, a Vancouver, è un grande traguardo. Altro “quartier generale” degli appassionati del pattinaggio velocità è alla Moda Tal, dove non mancano poster e copertine dedicate ai nostri atleti, come mostrano Orietta e Diego, che dicono di aver già ordinato i rotoli di bandiera tricolore! E Diego, sempre disponibile quando c’è necessità di sistemare le asole dei pattini dei nostri campioni, aggiunge di essere pronto a fare la valigia e partire per il Canada in quattro e quattr’otto, se solo riuscirà a trovare i biglietti per assistere alle gare. Non poteva mancare l’augurio dei nostri sportivi, in particolare dell’hockeista Michele Strazzabosco, già olimpionico a Torino. “Quest’anno la responsabilità di rappresentare l’Altopiano – dice – spetta a meno persone, ma visto il successo di Enrico 4 anni fa, i tifosi altopianesi saranno ancor più uniti e coinvolti.ALuca, al quale noi dell’hockey ci siamo particolarmente affezionati nel vederlo allo stadio che, seguendo la sua passione per la fotografia, immortala le nostre azioni, vorrei dire che gli auguro di portarci qualche importante foto in cui sia lui il protagonista. Ad Enrico dico invece di essere sereno, perché anche se sente la pressione delle tante aspettative che si possono avere nei suoi confronti, lui la storia l’ha già fatta, quindi tutto quello che riuscirà a fare ancora sarà qualcosa in più”. 8 Sabato 6 febbraio 2010 Solidarietà, generosità, professionalità, operosità, amicizia. Nel progetto, portato brillantemente a termine dalla comunità di Lusiana, per la costruzione della chiesetta per il nuovo villaggio di Villa Sant’Angelo, il paese abruzzese più colpito, dopo Onna, dal terremoto del 6 aprile 2009, troviamo tutto questo. La solidarietà che nasce spontanea in occasione di grandi sciagure, che spinge tutti a fare qualcosa per aiutare; la generosità nel donare tempo, fondi ed energie; la professionalità che solitamente si esprime nell’occupazione quotidiana messa a servizio di chi è stato sfortunato; l’operosità instancabile nella concretizzazione del progetto; l’amicizia, forse la cosa più importante, che poi resta tra chi ha dato e chi ha ricevuto. Nel racconto dei volontari che sono partiti da Lusiana e nella terra martoriata d’Abruzzo, lavorando duramente sotto un tempo inclemente, hanno montato in tem- l’Altopiano LUSIANA 16 Una chiesetta tra le macerie Realizzata a Villa Sant’Angelo, nel progetto “Ricostruzione Abruzzo” grazie alla generosità e all’impegno della comunità di Lusiana po record il prefabbricato realizzato nella sede di Campomezzavia dalla ditta Janco Sas costruzioni in legno e bioedilizia di Passuello G. e T., si percepisce ancora una grande emozione. L’emozione data soprattutto dal contatto con la gente del posto, dal vedere da vicino ciò che mostrano i telegiornali, ma soprattutto ciò che non mostrano, nel toccare con mano il dolore di chi ha perso casa e magari anche qualche persona cara, nel trovarsi in mezzo alla desolazione di borghi distrutti e abbandonati. Ma c’è anche lo stupore nel trovare comunque grande calore e ospitalità. E l’orgoglio e la soddisfazione di guardare quella chiesetta in cima al colle e poter dire: “L’abbiamo fatta noi!” Thomas Passuello questa chiesetta l’ha vista nascere sulla carta e ne ha seguito la realizzazione passo passo. Una volta che Alpini e Protezione Civile di Lusiana gli hanno commissionato il lavoro, ci si è buttato corpo e anima. Il progetto definitivo è nato da uno scambio continuo di mail tra lui e l’architetto Vincenzo Tarquini. L’ingegner Angelo Passuello si è occupato del calcolo statico. Tutti gli elementi del prefabbricato, una volta pronti, sono stati caricati su camion e trasportati a Villa Sant’Angelo, a 625 chilometri da Lusiana. “Siamo arrivati lì il 27 novembre e abbiamo cominciato la costruzione il giorno dopo per terminarla la sera del 4 dicembre, lavorando alacremente sotto la direzione del caposquadra carpentiere David Passuello. Non ci hanno fermato né il freddo, né la pioggia, che in quei giorni non ci hanno dato tregua”. L’impianto elettrico è stato eseguito dalla ditta Ronzani Impianti, c’è stato poi l’intervento del lattoniere Renzo Ronzani, mentre i serramenti sono stati a cura della falegnameria di Mauro Cerato. Nelle immagini che riportiamo in questa pagina, si possono vedere i nostri all’opera in alcune delle fasi della costruzione. La chiesetta è stata inaugurata, con la partecipazione anche di una delegazione lusianese, il 20 dicembre. “E’ stata un’esperienza molto faticosa, ma molto bella – dice Maurizio Passuello, zio di Thomas e consigliere del gruppo alpini, membro di questa spedizione – I ricordi di quei giorni ci resteranno nel cuore. Tutti co- loro che hanno contribuito alla realizzazione pratica di questo progetto vanno ringraziati”. Grazie allora a Thomas Passuello, Maurizio Passuello, Giovanni Passuello, David Passuello, Oliviero Baù, Gianluca Stella, Terenzio Soardi, Egidio Silvestri, Lucio Maino, Giacomo Scarsella, Renzo Ronzani, Samuel Ronzani, Davide Lupato, Giuliano Basso, Osvaldo Schivo, Igor Passuello, Ivan Passuello, Alessandro Ronzani. “E – conclude Thomas – un grazie a chi ci ha ospitato a Villa Sant’Angelo e ci ha dato una mano, a Fabio Passadoro con il quale prosegue l’amicizia e che verrà a trovarmi con la famiglia a Lusiana a San Valentino, a Pierluigi Biondi e Adamo De Michele”. Stefania Longhini 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano LUSIANA La documentazione arriva troppo tardi la minoranza chiede il rinvio del consiglio La seduta del consiglio comunale che doveva svolgersi il 28 gennaio à stata annullata su richiesta del gruppo consiliare di minoranza “Percorsi nuovi” che aveva rilevato una irregolarità nei termini di avviso alle forze politiche sulla riunione. Poiché i documenti ufficiali erano arrivati il 25 e non 5 giorni prima, come stabilito dallo statuto comunale, la minoranza ha rilevato un vizio di forma che ha fatto addossare la colpa ai dipendenti comunali. Il gruppo di minoranza ravvisa anche che solo il giorno 26 gennaio è stato possibile leggere gli elaborati inseriti al punto “3” dell’ordine del giorno e relativi all’approvazione del piano comunale di Protezione civile che, si afferma in un comunicato, doveva prima essere approvato dall’associazione che avrebbe così avuto la possibilità di apportare eventuali modifiche e migliorie. “A tal proposito – si legge nel comunicato – per rimediare alla mancata consultazione da parte della maggioranza, abbiamo invitato in forma scritta i responsabili dell’Associazione di Protezione civile di Lusiana, regolarmente iscritti all’albo regionale, ad un incontro. L’intenzione è presentare loro gli elaborati costituenti il piano, chiedendone il loro parere ed eventuali suggerimenti migliorativi nel caso ne fosse bisogno”. Il Consiglio è stato convocato per venerdì 5 febbraio e all’ordine del giorno non appare l’approvazione del Piano di protezione civile che sarà probabilmente discusso prossimamente. Gli altri argomenti inseriti nell’ordine del giorno riguardano la nomina dei revisori del conto consuntivo 2009 e 2010, l’approvazione di un ordine del giorno sulla fusione delle scuole e un ordine del giorno proposto dall’Uncem. Egidio Zampese Rinnovato il consiglio della Pro Lusiana Incontro con l’autore La Pro Lusiana ha rinnovato il consiglio direttivo. Presidente è stata riconfermata Silvia Savio che aveva assunto la massima carica mesi orsono dopo le dimissioni di Fabio Ronzani. Segretari sono stati eletti Claudia Frello e Antonello Fornasetti. Consiglieri sono: Jenny Giolo, Franco Busa, Paolo Pivotto, Fabio Dall’Olio, Davide Pozza, Maria Grazia Pozza, e Monica Stella. E.Z. Venerdì 12 febbraio alle 20,30 al Palazzon è in programma, per la serie di “Incontri con l’autore” promosso dal gruppo “Albatros” della biblioteca comunale, la presentazione del libro di Giovanni Rattini “C’era una volta il trenino dell’altopiano”. Interverrà Antonio Brazzale dei Paoli. Il libro fa rivivere la storia della ferrovia a cremagliera che collegava Piovene Rocchette ad Asiago. E.Z. 17 Perchè non succeda ancora Serata culturale a Lusiana per ricordare lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Le amministrazioni comunali di Lusiana e di Conco quest’anno hanno voluto commemorare insieme il “Giorno della memoria”, organizzando in collaborazione con il Gruppo Biblioteca Albatros venerdì scorso, 29 gennaio, un incontro pubblico presso la sala del Cinema Comunale di Lusiana. All’incontro, nonostante il tempo inclemente, ha partecipato un gremito pubblico che ha seguito la presentazione con interventi e applausi di apprezzamento. La relazione introduttiva è stata affidata al prof. Vittorio Andolfatto, ex insegnante di storia e filosofia al Liceo classico di Bassano, che ha presentato un cortometraggio realizzato nel 2006 dagli studenti della Classe 2^ B del Liceo “G.B. Brocchi” di Bassano del Grappa. Il video, intitolato “E invece no…”, è risultato vincitore del concorso nazionale, indetto dal Presidente della Repubblica, “I giovani ricordano la Shoah”. In pochi densi minuti, gli studenti sono riusciti a rendere il senso della Memoria, personificata da una giovane violinista che osserva sogni, desideri e diritti che accomunano ragazzi di oggi e di ieri cui invece questi sogni, desideri e diritti sono stati negati dalla Storia. Così scrivono gli studenti : “Giovani come noi, nipoti di quanti sono passati tristemente alla storia con il nome di “razza ebrea”, avrebbero potuto ora correre liberi sui prati, sorridere con gli amici, festeggiare lo Shabat in famiglia, pregare nella sinagoga, amare ed avere figli. E invece no…Tutto ciò non è stato possibile”. La memoria, come hanno dimostrato questi studenti, è anche la capacità di riconoscersi e immedesimarsi nelle vittime cui è stato negato il diritto alla vita in ogni sua espressione e, in questo modo, provare, sentire quasi sulla propria pelle, tutta l’assurdità di una tragedia che potrebbe accadere di nuovo, come ci ricorda Primo Levi. Egidio Zampese Alessandro Ballan, il Campione di ciclismo con origini Altopianesi Altezza importante, fisico asciuttissimo con muscolatura segnata e, soprattutto, un sorriso aperto e spontaneo: è così che ti sorprende Alessandro Ballan, Campione del Mondo su strada 2008. Gli appassionati di ciclismo, ed anche gli sportivi tutti, sicuramente ricordano le braccia alzate al cielo e il suo entusiasmo quando, a Varese, vinceva il titolo iniziando una fuga strepitosa e inarrestabile a tre km. dall’arrivo, sorprendendo tutti i migliori atleti del mondo presenti al prestigioso appuntamento. Quasi 30" inflitti al secondo arrivato, (per la cronaca ricordiamo un altrettanto strepitoso Cunego che vinse la volata del gruppo), sono un vantaggio d’altri tempi in un appuntamento così importante . Una vittoria che ha cambiato letteralmente la vita di questo ragazzo, serio e genuino che, forse, cela dietro quel sorriso un po’ di sana “timidezza”, ma che è sempre disponibile verso il suo pubblico e si propone ai numerosissimi ammiratori con garbo e pacatezza. E’ sulla bici che “Ale” si trasforma e scatena una prorompente forza fisica supportata da grinta, coraggio, determinazione. D’altra parte, non è il ciclismo uno sport adatto a colui che non è propenso alla fatica e a volte , anche alla sofferenza; non si addice nemmeno a chi non è pronto nelle scelte tattiche e non è disposto a rischiare e a buttarsi nella “mischia” di una volata. E poi, pensiamo alla difficoltà di correre alle alte velocità raggiunte oggigiorno a volte sotto la pioggia, oppure al freddo, e sotto la neve, situazioni ambientali avverse che si incontrano a volte durante le tappe Dolomitiche del giro d’Italia! E’ uno sport per duri insomma; e per coraggiosi. Ho incontrato Alessandro Ballan qualche giorno prima di Natale, alla Baita al Fungo, dove la Signora Olga e il marito Severino, assieme agli amici ciclisti di Lusiana, hanno organizzato una cena , esaudendo il desiderio di molti sportivi che desideravano, da tempo, conoscere il Campione. Sì, perché in Altopiano Alessandro ha molti fans nonché amici e parenti, visto le sue origini : la mamma infatti è della famiglia Rossi in contrada Mori di Sasso di Asiago. Spesso, nella bella stagione, sale in allenamento fin sulla Terra dei 7 Comuni e si ferma al Fungo per un veloce saluto e per riempire d’acqua la borraccia prosciugata durante la salita della Tortima. E’ stato un piacevolissimo incontro, con la compagnia discreta del Campione, che si è raccontato ed ha risposto alle domande degli appassionati presenti all’incontro. Mi ha accompagnata a questa serata una ciclista “doc”: Manuela Gheller, nata in Belgio ma originaria di Foza che ha praticato per quasi due decenni agonismo ad alto livello prima in terra natale e poi in Italia, vincendo tante gare su strada e a tappe fino al prestigioso e durissimo “Trofeo Coppi” Lei ha fatto parte della prima generazione di donne a cui è stata data la possibilità di cimentarsi in questo sport, fino agli anni 80 di esclusivo dominio maschile. Ora non gareggia più, è una apprezzata massaggiatrice sportiva in quel di Canove; sia lei sia Tiziana e Marco, i suoi figli, si sono emozionati e quasi commossi di fronte al campione in carne ed ossa; d’obbligo per loro, come per tutti i presenti, l’autografo sul calendario” Ballan 2010", in prima pagina Alessandro tiene fra le braccia le sue splendide bimbe Azzurra e Serena; poi ad ogni mese le foto delle vittorie più belle e delle salite più famose. Manuela si è informata su aspetti più tecnici riguardanti l’attrezzo bici, quantomai sofisticato e sempre più macchina da corsa, sulla durata degli allenamenti, i notevoli carichi di lavoro ed anche sull’alimentazione che, assicura Alessandro, è sempre abbondante e completa, specialmente durante le gare a tappe. Alessandro Ballan è nato a Castelfranco Veneto, il papà è un appassionato ciclista e indirizza il giovanissimo Alessandro e il fratello maggiore al ciclismo. Ma ad Ale piace anche correre e si cimenta in gare di atletica leggera. Sperimenta poi lo sci di fondo e viene spesso accompagnato a sciare sull’Altopiano al Centro Fondo Fontanella. Gli sci stretti gli piacciono, e il ragazzo li fa scivolare veloci; ma poi, anche per difficoltà geografiche, accantona lo sci per dedicarsi “all’unico sport che lo appassiona veramente”, diventando un tutt’uno con la sua bici. A 9 anni è già iscritto con l’U.C. Giorgione; partecipa a numerose gare prima nella Marca, poi fuori dai confini provinciali e regionali, sostenendo una buona attività a livello nazionale. Nel 2004 passa al professionismo con la squadra della LAMPRE e inizia a collezionare una serie di successi in gare prestigiose; la più bella, confessa il Campione, è la vittoria nel 2007 al Giro delle Fiandre e, nello stesso anno, anche il Gran Premio di Amburgo. Ballan è ovviamente, per fisico e preparazione, più un passista che uno scalatore ed è attratto anche emotivamente dalle grandi classiche del Nord, che hanno un fascino particolare, forse perché il popolo Belga e quello Olandese mangiano più pane e ciclismo che non pane e calcio; la partecipazione e il coinvolgimento del pubblico a queste gare, non trovano eguali.. Nel breve volgere di tre anni la sua carriera è diventata luminosa e culmina con la conquista del titolo mondiale; un titolo che già sognava ma che sembrava essere tropo bello per avverarsi Un assaggio della forma strepitosa Ale l’aveva avuto pochi giorni prima vincendo una Vuelta de Spagna e poi, il sogno si è concretizzato ed ha proiettato il “nostro” Campione nel firmamento dei grandi. Quest’anno Ballan è passato alla B.M.C., la squadra Americana in cui milita anche Cadel Evans il Campione del Mondo 2009 ; un passista ed uno scalatore appartenenti alla stessa società si troveranno quindi insieme a condividere fatica e giochi tattici al prossimo Giro d’Italia; c’è da scommettere che la cosa sarà interessante. Per lui in programma per la primavera 2010 c’è la Milano-Sanremo e poi quasi tutte le prestigiose classiche del Nord, dalle Fiandre alla Parigi.Roubex, alla Liegi-BastonLiegi Freccia Vallona, GandWewegen. In questo inizio di anno si trova in California per un periodo di ritiro in clima caldo, poi ai primi di febbraio si trasferirà nel Katar per partecipare a delle gare a tappe e per rifinire la preparazione in vista degli appuntamenti primaverili. Una considerazione va fatta: fino a qualche decennio fa il cuore del nostro inverno rappresentava per i ciclisti, un periodo di riposo attivo; ricordo con piacere Marino Basso e Gianni Battaglin che trascorrevano parte del mese di dicembre fino all’Epifania, mantenendosi in forma con gli sci di fondo proprio al Centro della Fontanella, aspettando che si calmassero i rigori dell’inverno pedemontano prima di rimettersi in sella. Ora si va a svernare nei Paesi Caldi e praticamente si sta sulla bici tutto l’anno. Ci piace pensare in questi giorni ad Alessandro sulle strade della assolata California ma con il pensiero che corre alla salita della Rosina, alla fresca acqua della baita al Fungo, alle strade di questa nostra Terra Cimbra e al verde dei suoi prati, a questo territorio che è meravigliosa palestra per corridori, fondisti e ciclisti . Vai Ale! Quando seguiremo le gare in diretta e ti inciteremo, ti sentiremo, con un po’ di presunzione, anche un po’nostro. Che anche la stagione ti sia propizia! Sonia Basso 8 l’Altopiano Sabato 6 febbraio 2010 18 Su Marcesina interviene anche il Comitato per le proprietà collettive di Enego ENEGO Non c’è peggior consiglio di quello non richiesto. E’ il sentirsi continuamente dire come si deve gestire la montagna da chi la montagna non la vive che sta un po’ sullo stomaco a Roberto Caregnato, presidente del Comitato per le proprietà collettive di Enego. Suo è il convincimento che solo il montanaro sa, capisce, sente quanto la sua terra necessiti. Quasi come il rapporto tra madre e figlio. Rapporto similare di quello del contadino con il suo campo, il marinaio o il pescatore con il mare. Troppo facile, secondo Caregnato, distribuire ammonimenti ed esortazioni la domenica per poi far ritorno nelle proprie città. La montagna bisogna viverla. A far saltare la mosca al naso a Caregnato è la con- “Non serve che vengano a dirci come dobbiamo gestire la montagna” tinua discordia che ruota attorno al progetto di riqualificazione ambientale, naturalistico, storico e turistico promosso dall’amministrazione comunale di Enego utilizzando fondi provenienti dal finanziamento previsto per i Comuni di confine dall’accordo tra Regione Veneto e Provincia autonoma di Trento. Una discordia che mette in contrapposizione l’amministrazione comunale e chi la sostiene e il Comitato “Enego e la sua Marcesina” che invece contrasta la parte del progetto in cui si ipotizza la realizzazione di numerosi parcheggi: chi dice 800, chi oltre 1200. Una discordia che sta inquinando l’atmosfera a Enego con lettere anonime, attacchi personali, la diffu- sione di maldicenze e calunnie. “ N e s s u n a cementificazione e nessun “meschino scopo” sta dietro al progetto. Su questo veglieranno i legittimi proprietari della Marcesina, ossia i discendenti degli antichi abitatori aventi diritto agli usi civici. Chi sostiene che il progetto, ancora in fase preliminare, per la riqualificazione e tutela della piana è un mega parcheggio o lo dice per interesse o è in malafede. Ci sono già in giro troppi perditempo ed amici di bacco che parlano a vanvera ben sapendo esattamente come stato le cose. Il “meschino scopo” è quello di regolamentare il parcheggio nella tanta decantata piana, ora sottoposta a parcheggio sel- vaggio, senza nessun controllo, con migliaia di persone che calpestano il sottobosco impedendo la crescita della flora, allontanando la fauna, depredandola di tutti i fiori e funghi che in essa vivono, lasciando per contro escrementi umani e rifiuti sparsi un po’ ovunque”. “ Vo r r e i r i c o r d a r e c h e questo territorio sconvolto dalla grande guerra è stato rimesso in vita con il duro lavoro dei montanari e conservato fino ai nostri tempi dagli stessi. N o n a b b i a m o bisogno quindi di sapientoni che ci vengano dire cosa fare, lo sappiamo benissimo e i fatti lo dimostrano. Chi vuole visitare queste terre godendosi l’aria fresca ed ammirando il panorama è il ben venuto basta che la rispet- ti, che si porti a casa i propri rifiuti che lascino nel bosco i fiori e i funghi e soprattutto non pretendano di insegnare ai montanari cosa devono fare delle loro montagne”. Gerardo Rigoni Finanziaria 2010 Le opportunità per i comuni di confine Prosegue a pieno ritmo la preparazione dell’edizione numero 38 della Marciabianca, l’evento che nella passata stagione ha ripreso vita e slancio con un nuovo pool organizzativo guidato dallo Studio Rx di Marostica, dall’Amministrazione comunale cittadina e dall’asd B-Sport. Confermato l’impianto base proposto nella passata stagione e che ha riscosso un notevole consenso tra i partecipanti: doppio tracciato di 25 e 50 km, un gran numero di servizi e finale con pasta party, premiazioni ed intrattenimento nel cuore di Enego. Un rilancio quello del 2009 che ha permesso l’ingresso nel circuito Master Tour come ultima prova del calendario a tecnica libera. Oltre al rinomato circuito italiano, tra le novità di questa stagione da segnalare un nuovo evento che insieme alla Sportful Sprint dei primi di gennaio e alla Marciabianca Kids inserita quest’anno nel campionato provinciale FISI, fa parte del programma di avvicinamento. Domenica 14 febbraio, giorno di San Valentino sarà l’occasione per amare e vivere la splendida Piana di Marcesina in un modo tutto nuovo: le ciaspole. Dalle ore 9.30 con partenza dal Centro Fondo Enego prenderà il via la prima Ciaspolada in Marcesina, evento non competitivo inserito nel programma della FIASP. Con la quota d’iscrizione di soli 2 euro (8 con il noleggio delle ciaspole) si potrà passeggiare tra la neve nell’anello previsto dei 8 km. Per tutti il ristoro lungo il percorso e finale. La ciaspolada è aperta a tutti con un’età minima di 6 anni (per i bambini sino a 12 anni l’iscrizione è gratuita). Le iscrizioni già aperte si ricevono inviando tramite mail ( [email protected] ) o sms (338.2746007) i propri dati e numero di ciaspole da noleggiare. I percorsi saranno percorribili sino alle ore 15, questo per permettere a tutti di vivere in tranquillità l’esperienza delle ciaspole. Nel pomeriggio poi tutti ad Enego per la festa in piazza di carnevale. Info su www.marciabianca.com. Se ne è discusso a Enego. Toniolo: “Un incontro importante tra diversi livelli istituzionali che hanno convenuto sulla necessità di fare squadra e seguire da vicino l’evoluzione e gli aspetti applicativi di questa novità normativa”. Circa 40 milioni di euro per i comuni di confine. E’ quanto prevede la legge finanziaria per cercare di ridurre lo sperequazione tra Comuni, in particolare di montagna, di Regioni a statuto ordinario e le Provincie autonome. Una vera boccata di ossigeno per i piccoli comuni montani e di valle che possono così sperare di realizzare opere e progetti che altrimenti non potrebbero vedere la luce. Progetti ed investimenti che servono soprattutto a far sì che i montanari possano continuare a vivere in montagna arginando quell’abbandono antropologico che è alla base poi di numerose problematiche, dal dissesto i d r o g e o l o g i c o all’inselvatichimento delle aree montane. Di questo e di altro si è discusso ad Enego nell’incon- tro organizzato dalla Provincia di Vicenza e dal Comune altopianese sul tema “Progetti finalizzati allo sviluppo economico e sociale delle aree svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale”. Al convegno hanno partecipato, oltre a numerosi sindaci vicentini e bellunesi di Comuni confinanti, l’assessore provinciale Costantino Toniolo, l’on. Marino Zorzato della commissione bilancio della Camera, Gino Pante dell’Anci veneto e Bruno Scalzeri, portavoce dei comuni vicentini di confine. “E’ comunque una conquista questa voce nella finanziaria – ha spiegato Marino Zorzato – Solo qualche anno fa era impensabile che la legge finanziaria considerasse con un capitolato specifico le zone di confine con le province autonome. Poi si è vi- sta una prima apertura con una previsione di 10 milioni di euro destinati a queste aree per poi arrivare agli attuali 40 milioni”. “Soldi, tanti, che necessitano di un ancor maggiore coordinamento tra i Comuni perché non vengano sprecati, e tanto meno perché i piccoli comuni di montagna non vengano travolti da una progettualità calata dall’alto” ha però ammonito Gino Pante, dell’Anci veneto. Un ruolo di coordinamento che la Provincia di Vicenza ha assunto immediatamente delegando all’assessore Costantino Toniolo il compito di coordinare lo sforzo dei comuni e mettendo loro a disposizione gli uffici provinciali per consulenze e assistenze nello stilare i progetti. “E’ essenziale procedere uniti per cogliere le opportunità offerte, anzi i nuovi ambiti di finanziamento prevedono una sempre maggior sinergia tra i comuni di qua e di là del confine – ha illustrato Toniolo – E’ comunque ironico il fatto che da una protesta forte come quella dei referendum per il passaggio a Trento siano scaturite progettualità e collaborazioni tra i Comuni, cooperazioni che in passato sono mancate con difficoltà oggettive per i piccoli centri”. “E’ chiaro che il coordinamento è arrivato appena è giunto lo stimolo – ha concluso il sindaco di Enego Igor Rodeghiero – Anche perché credo che siamo spinti dallo stesso spirito, quello di permettere ai montanari di continuare a vivere in montagna”. Gerardo Rigoni 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 19 Un concerto per San Valentino CULTURA In occasione della festa degli innamorati, torna ad esibirsi a Canove la pianista Alessandra Fornasa. L’appuntamento, organizzato da Artemusica, si terrà in sala consiliare alle 17.30 Il suo è stato uno dei concerti più apprezzati d e l l a s t a g i o n e e s t i v a 2 0 0 9 o rg a n i z z a t a sull’Altopiano da Artemusica. Questa volta Alessandra Fornasa è chiamata a dimostrare tutto il suo amore per la musica proprio nella giornata unanimemente dedicata agli innamorati. Per farlo la giovane artista si cimenterà con le musiche di Mozart, Liszt, Schumann, Debussy e Scriabin. L’appuntamento per tutti gli “innamorati della musica” è per domenica 14 febbraio alle 17.30 nella sala consiliare del Municipio di Canove. Nata nel 1981 Alessandra Fornasa ha iniziato lo studio del pianoforte a otto anni, diplomandosi con lode al Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza. Presso lo stesso istituto ha frequentato anche il corso di Didattica della Musica ottenendo nel 2005 il Novità in libreria Il difensore della val d’Astico: il forte di Punta Corbin Il nuovo libro di libro di Leonardo Malatesta sviluppa la storia costruttiva e bellica del forte di Punta Corbin, una tra le numerose opere permanenti della grande guerra che ancora si ergono nel settore degli altipiani, tuttavia una delle poche ad aver subito un ottimale restauro conservativo ad opera di privati proprietari. Il volume, con le prefazioni del generale Enrico Pino, Comandante del Comando Militare Esercito Veneto, del generale Carlo Maria Magnani Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro e del direttore di Uniformi e Armi Furio Lazzarini, tratta della storia del forte italiano. Il libro, 2° della collana storica Le Sentinelle di Pietra, analizza nel dettaglio i piani operativi, l’evoluzione dell’architettura militare attraverso i secoli, soffermandosi sul modello costruttivo Rocchi utilizzato, la costruzione utilizzando documentazione dello spionaggio austroungarico, infine la prova del fuoco durante il conflitto mondiale. Il capitolo centrale è quello delle operazioni belliche, spiegando giorno per giorno i colpi sparati dalla batteria nel periodo maggio – luglio 1915, il periodo successivo e l’occupazione austroungarica del maggio 1916, quando nel corso della battaglia del Cengio, ci fu la morte in un combattimento dell’irredento triestino Carlo Stuparich, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. A corredo della ricerca, ci sono molto cartine e schizzi inediti che seguono lo sviluppo dei lavori di costruzione della fortificazione, ma anche le operazioni militari e della vita dei militari all’interno di Punta Corbin. (Edizioni Temi, Trento p. 328, • 25). G.D.F. diploma con il massimo dei voti. Insegna pianoforte dall’età di 17 anni, approfondendo su se stessa e con i suoi allievi la prassi esecutiva e le problematiche della tecnica pianistica. Ha suonato in numerose formazioni cameristiche, dal duo al quintetto. In duo col violino si è esibita tra l’altro per la Società del Quartetto di Vicenza, al Teatro Olimpico e per gli Amici della Musica di Bassano del Grappa. Sempre in duo col violino sta attualmente curando il proprio repertorio con il M° Dejan Bogdanovic. Come sempre l’ingresso al concerto sarà libero e al termine di questo verrà offerto un piccolo rinfresco. Gi.Ra. NOTIZIE DAL MUSEO DELL’ACQUA Nuova pubblicazione sulla Grande Guerra Esce in questi giorni una nuova rivista sulla Grande Guerra. La pubblicazione trimestrale si dedicherà soprattutto all’aspetto storico militare del primo conflitto mondiale, su tutti i fronti, in Italia, in Europa e nel mondo, nelle montagne come in pianura, nell’aria e sul mare. Già dal primo numero si nota che il settore degli altipiani è ben rappresentato, con due approfondimenti: il primo tratta il diario storico dell’alpino Grendene, che concluse la guerra in località Ghertele; il secondo studia i fatti del 3 giugno 1916, con i Granatieri di Sardegna nella difesa di Monte Cengio. Il sommario del primo numero: Fronte mediterraneo, La Seconda Squadra Speciale navale giapponese nel Mediterraneo Alberto Galazzetti. Biografie, La strana guerra del sergenteAndré Maginot, F-Xavier Bernard. Fronte italiano, Dal diario di Massimiliano Grendene alpino del Btg. “Vicenza”, Giovanni Dalle Fusine. 30 maggio - 3 giugno 1916: i Granatieri di Sardegna nella difesa di Monte Cengio, Luigi Cortelletti. 1917: i 7 fucilati a San Vito di Leguzzano ora hanno un nome, Giovanni Dalle Fusine. Germania, La Landsturm tedesca nella prima guerra mondiale, Filippo Lombardi. Rubriche: Brevi dalla Grande Guerra, Bibliofilia della Grande Guerra, Portfolio fotografico. Hanno collaborato: Ilaria Panozzo, Marino Perissinotto, Angelo L. Pirocchi. Febbraio al Museo naturalistico Per il mese di febbraio il Museo Naturalistico “Patrizio Rigoni” di Asiago propone una serie di interessanti iniziative. Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14, nel pomeriggio dalle 15 alle 18 si terranno visite tematiche “Natura e neve”. Lunedì 15. Martedì 16 e mercoledì 17, al mattino, dalle 9 alle 12, escursioni con ciaspole alla scoperta dell’ambiente innevato. Per le escursioni è necessario disporre di auto propria per gli spostamenti e presentarsi muniti di ciaspole e bastoncini. Mercoledì 17, dalle 14 alle 16, verrà proposta un’altra visita tematica. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’Ufficio Turismo del Comune di Asiago in Piazza Carli. Telefono: 0424/ 464081. a cura del Gruppo Speleologico Settecomuni A.A.A. “Avventurosi” cercasi A cura del Gruppo Speleologico Settecomuni Il Museo dell’Acqua è gestito dal Gruppo Speleologico Settecomuni. Oggi sappiamo che è diventato una realtà che funziona ma, noi del Gruppo, sappiamo anche che ci impegna costantemente. Infatti, la nostra visione del museo, che fin dalla sua ideazione è stato “programmato” come un luogo vivo e ricco di attività ed eventi, non ci consente di fermarci ad ammirarlo, ma lo vogliamo in continua evoluzione. Durante il mese di gennaio abbiamo iniziato la prima ristrutturazione, cercando di ottimizzare gli spazi interni, spostando ed allargando le varie sezioni museali. Stiamo inserendo nuovi materiali espositivi con diverse ambientazioni e, cosa non indifferente per noi, stiamo spendendo gli ultimi euro a disposizione. Ci vogliamo presentare in una veste più completa, più idonea ad una domanda che, dopo la prima esperienza del 2009, possiamo dire stimolante. Naturalmente i lavori al museo vengono fatti nel nostro tempo libero che, in verità, non è mai molto, ma non vogliamo fermarci per strada; un po’ alla volta, passo dopo passo, ma dobbiamo continuare non solo per migliorare le sale, ma per realizzare concretamente le attività e gli eventi. Questa proiezione al futuro ci interroga anche sulle nostre future forze e ci chiediamo quindi se, al di fuori del GSS, ci possa essere qualche persona, per così dire di “buona volontà”, che voglia collaborare con noi. Gli argomenti trattati dal museo sono molti ed anche molto diversi tra loro; solo il filo conduttore dell’Acqua li tiene uniti e questo permette, anche a coloro che non hanno conoscenze specifiche, di rendersi utili. L’esperienza della crescita di un museo vivo può essere interessante sia per lo studente che per il pensionato e, forse, c’è proprio qualcuno alla ricerca di un impegno materiale ma soprattutto culturale, al quale dare il proprio apporto. Quindi, se qualche lettore di queste righe fosse intenzionato ad intraprendere questa “avventura”, venga a visitare il museo: potrebbe essere l’occasione che aspettava. Corrado Corradin IL MUSEO DELL’ACQUA RIAPRE SABATO 6 FEBBRAIO CON I SEGUENTI ORARI : sabato e domenica dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,00 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale ETICHETTE. ILMADE IN ITALY E’ DAVVERO REALIZZATO IN ITALIA? Mai come oggi, data la massiccia importazione di prodotti da paesi esteri e dato lo stabilimento di molti impianti di produzione di ditte italiane all’estero, è importante saper leggere con attenzione le etichette dei prodotti che si vanno acquistando per rendersi conto consapevolmente di ciò che si indossa, si mangia o si dà da giocare ai nostri figli. Limitiamoci, in questa occasione, alla normativa relativa al settore tessile. La normativa italiana impone che l’etichetta di tali prodotti debba essere redatta in italiano, oltre che essere chiara e ben leggibile. Vi deve, infatti, essere riportata, oltre alla ragione sociale del venditore od il marchio registrato del prodotto, la denominazione delle fibre che li compongono in ordine decrescente, nonché le disposizioni sulla loro manutenzione. Quanto alle informazioni sulla composizione si ricorda che vengono qualificati prodotti “misti” i prodotti composti da più fibre. Se almeno una fibra raggiunge l’85% in etichetta potrà essere indicata solo questa, con la dicitura “minimo 85%” o con la sua percentuale in peso. In alternativa potrà essere riportata la composizione completa del prodotto (per esempio: cotone 85%, elastame 15%). Se nessuna delle fibre componenti raggiunge l’85% sarà necessario indicare in etichetta la denominazione e la percentuale di almeno due delle fibre presenti in maggior quantità. Le altre eventuali fibre potranno, invece, essere indicate anche senza percentuale. Quanto alla manutenzione ed al lavaggio dei capi la legge 126/91 (poi confluita nel Codice del Consumo), dispone che nelle etichette debbano apparire istruzioni ed eventuali precauzioni d’uso utili alla fruizione ed alla sicurezza del prodotto. Per il Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato ciò implica che sulle etichette dei capi di abbigliamento debbano apparire indicazioni anche relative al lavaggio, indicazioni da dare in conformità alle disposizioni europee (si veda la circolare ministeriale del 7/2/2001 che fa riferimento alla norma tecnica europea EN 23758/93). La normativa europea suddetta, infatti, impone l’utilizzo di cinque simboli: per il lavaggio ad umido la vaschetta (barrata se il prodotto non sopporta il lavaggio umido) con indicazione della temperatura massima di lavaggio o del lavaggio a mano; per il candeggio con cloro il triangolo (barrato se il prodotto non sopporta il candeggio); per la stiratura: sagoma di un ferro da stiro (barrato se il prodotto non sopporta stiratura) con indicazione della temperatura massima di stiratura; per il lavaggio a secco il cerchio (barrato se il prodotto non sopporta il lavaggio a secco) con indicazioni sul tipo di lavaggio; e per l’asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo un cerchio inscritto in un quadrato (barrato se il prodotto non sopporta l’asciugatura) con indicazioni sulla temperatura massima utilizzabile. Sulla cosiddetta “etichetta di origine”, invece, la legge pare essere piuttosto carente e confusa. Il Codice del Consumo imporrebbe a tutti i beni posti in vendita l’indicazione del Paese di origine in etichetta, quando questo fosse fuori dall’Unione Europea. L’applicazione di tale disposizione (art.6 comma 1 lettera c), però, ad oggi rimane sospesa fino all’emanazione del decreto attuativo, con la conseguenza che, di fatto, non esiste un reale obbligo di indicare il Paese ove il prodotto è stato effettivamente realizzato, sia esso comunitario o meno. Per quanto riguarda il “made in Italy”, attualmente l’unico parametro a cui far riferimento è la normativa doganale europea (Regolamento CE 2913/92), secondo la quale “una merc e a l l a c u i p ro d u z i o n e hanno contribuito due o più Paesi è originaria del Paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata ed effettuata in un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo od abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione”. Pertanto, pare evidente che -salvo casi particolari- l’indicazione di origine potrebbe essere meramente indicativa, in quanto un prodotto “Made in Italy” potrebbe benissimo esser stato realizzato in più Paesi (salvo, ovviamente, la certificazione del prodotto “interamente fabbricato in Italia”, oggi opzionale). Va detto, però, che la legge italiana punisce chi usa la dicitura “Made in Italy” in modo improprio, rispetto al criterio detto sopra, o comunque chi dà indicazioni ingannevoli sul luogo di provenienza dei prodotti. Il D.L. 135/2009, infatti, ha introdotto, accanto alla tutela della dicitura “Made in Italy” una dicitura riservata a prodotti interamente fabbricati in Italia (dalla progettazione alla realizzazione) prevedendo sanzioni penali per chi la dovesse utilizzare indebitamente. Si tratta dei marchi “100% Made in Italy”, “100% Italia” e “Tutto Italiano”, utilizzabili - a differenza del classico e semplice “Made in Italy”- solo se tutta la realizzazione è realmente avvenuta in Italia. Vi è, inoltre, all’esame del Parlamento un disegno di legge che si propone di ridefinire l’indicazione “Made in Italy”, permettendone l’uso unicamente per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione “hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e in particolare se almeno due delle fasi di lavorazione sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le rimanenti fasi e’ verificabile la tracciabilità”. Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” 20 LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Fare del bene richiede preparazione: le tre anime del volontario Approfitto di questo numero del giornale per sintetizzare e aggiungere qualche osservazione sul breve incontro che mi ha visto come illustratore del Progetto “Pronti…via!” di Avis Altopiano per i volontari del Patronato di Asiago, svoltosi pochi giorni fa negli accoglienti nuovi spazi del bar. L’incontro con i protagonisti della vita associativa parrocchiale è servito per stimolare e far riflettere i numerosi presenti sui bisogni formativi e sul ruolo educativo del volontario al cospetto dell’importante incarico di creare relazioni significative con ragazzi preadolescenti e adolescenti. Il mio esordio ha voluto essere leggermente provocatorio, chiedendo che spazio mi era concesso. Alla proposta di vedermi dedicata mezz’ora, il mormorio generale mi ha immediatamente suggerito di chiedere quanto tempo i volontari dedicassero ai bisogni dei propri ragazzi; calato il silenzio, ognuno sembrava per un attimo intento a riflettere sulla propria reale disponibilità all’ascolto. Interrompo l’imbarazzo offrendo un nuovo spunto, il logo che rappresenta il progetto. È il classico omino stilizzato che corre, tipico delle icone olimpiche. Sottolineo che troppo spesso il volontario è persona che non ha sufficiente tempo per fermarsi a riflettere, tende ad essere imbrigliato nella dimensione del fare, perdendo quella dell’essere; eppure, nel ruolo di educatori, il momento della crescita personale e del contatto con se stessi è imprescindibile punto di partenza. Chi corre troppo può perdere di vista gli obiettivi educativi, le finalità del proprio compito, diventando mani al servizio del bene, senza che ci sia, a monte, un cervello pensante. Non fraintendetemi, so per esperienza personale che il fine ultimo del volontario è vedere i frutti del proprio impegno; altrimenti non ci sarebbe un senso compiuto nel dedicare così tanto di sé al prossimo. Tuttavia, ritengo che la formazione personale è un elemento essenziale per qualificare il volontario. Sempre di più infatti gli studi sociologici e psicologici dimostrano che il mondo del’associazionismo solidale sta cambiando tanto da chiedere sempre più alle persone di acquisire competenze e abilità per essere all’altezza della situazione. Non confondiamoci; i ruoli rimangono netti e non devono dare adito a una non corretta “professionalizzazione” nella presa in carico di situazioni di disagio; tuttavia, il volontario spesso rientra in quel gran calderone di attività che hanno a che fare con la relazione d’aiuto. Inoltre, molto spesso i volontari che lavorano con bambini e ragazzi costituiscono dei punti di riferimento im- portantissimi per loro perché entrano nelle trame della loro vita, ne condividono l’intimità, le fragilità, le incertezze, le potenzialità. Chi è educatore, animatore, catechista, capo scout, si assume una responsabilità educativa enorme, tanto che il rapporto che s’instaura con il preadolescente e l’adolescente può diventare tanto profondo e coinvolgente da costituire un’alternativa (non sostitutiva) a quello genitoriale. Vista l’importanza del ruolo, appare auspicabile dedicare del tempo al formare la propria persona perché essa stessa strumento educativo attraverso cui si fa del bene. Le relazioni d’aiuto e il volontariato passano attraverso il nostro sentire, la nostra storia, la nostra identità, il nostro sistema di valori. Considero il volontario un essere con tre anime. La prima anima è la persona; l’uomo o la donna dietro la veste del benefattore. È l’entità che accetta il compito di darsi agli altri, con energia, pulsione, fame di amore. È la parte energetica, la somma delle emozioni e delle motivazioni che costituiscono il motore del volontario. Guai ad esaurire quella vena feconda, guai a perdere le motivazioni originarie che ci hanno spinti ad intraprendere la strada del far del bene al prossimo, pena l’esaurimento o, peggio ancora, il burn out. Far crescere quest’anima appare compito evolutivo connaturato con le nostre potenzialità e le nostre finalità ultime. Diventare persone migliori implica incontrare, conoscere, pensare, muoverci (ricordate l’omino?) continuamente dalle nostre posizioni. È un compito esistenziale dal quale il volontario non può esimersi. La seconda anima è quella relazionale, è l’insieme di capacità e di atteggiamenti che si mettono in gioco nell’area sociale dei rapporti con gli altri. Del resto, si è volontari (non si fa volontariato) perché si vuole propendere verso il prossimo. Affinare la capacità di sintonizzarsi con gli altri, migliorare le capacità empatiche e di ascolto, saper affrontare temi difficili con persone che soffrono o che incuriosite si affacciano alla vita è essenziale per chi vuol far del bene. Molte sono le possibilità di acquisire nuove competenze a riguar- do, attraverso esperienze, lezioni, esercitazioni, attività guidate. La terza anima è la più concreta. Riguarda i mezzi e gli strumenti con cui si cerca di realizzare obiettivi. Sono le abilità apprese, gli espedienti, le tecniche, i comportamenti finalizzati che arricchiscono “la cassetta degli attrezzi” del volontario e lo distinguono dal neofita alle prime armi. Dicendola all’anglosassone, è il know-how che permette di essere efficaci, preparati, esperti in quello che si vuol portare a termine. Ovviamente, incrementare le competenze tecniche passa attraverso lo studio, la messa alla prova, il confronto, la documentazione, lo scambio informativo, l’utilizzo di materiale didattico, eccetera. Detto questo, non mi resta che concludere con una riflessione personale. La mia esperienza in qualità di volontario mi ha fatto capire come le motivazioni, le capacità, le diversità delle persone che si incontrano in questo così ampio mondo sono talmente numerose che il rischio è proprio quello di perdere identità e di non riconoscersi l’un l’altro. La formazione, la condivisione di conoscenze e di tecniche, la riflessione personale può costituire in questi casi un collante fondamentale per poter collaborare e rendere efficaci i nostri sforzi. Credo perciò sia importante valorizzare le differenze ma allo stesso modo partire con una base comune per non rischiare di frammentarci e di rimanere soli senza un disegno d’insieme. D’altro canto, essere volontari significa anche, e sempre, rimanere aperti verso il prossimo. Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] 8 Sabato 6 febbraio 2010 INLINE pagina a cura di Stefano Angonese Si può essere secondi in classifica e non essere tranquilli? Se la squadra si chiama Rigoni di Asiago Vipers la risposta è sì. La scoppola presa contro la capolista Edera Trieste, unitamente al fisiologico calo che la squadra altopianese paga dopo le feste natalizie e a qualche nervosismo e malumore di troppo all’interno dello spogliatoio, hanno complicato non poco il cammino in queste ultime settimane, in cui, comunque, sono arrivate due preziose vittorie ai danni di Civitavecchia (6-3) e Vicenza (2-6). l’Altopiano Asiago Vipers: sempre al secondo posto, ma il periodo non è semplice Nel primo caso, tuttavia, il successo aveva lasciato soprattutto una scia di perplessità ed interrogativi sul reale stato di salute dei campioni d’Italia, molto a corrente alternata sul piano del gioco ed assolutamente negativi nell’atteggiamento. Campanelli d’allarme in piena regola che, alla vigilia di un altro delicato appuntamento (il derby con Vicenza), avevano anche indotto il presidente-allenatore Fabio Forte a valutare l’ipotesi di farsi da parte (come tecnico) nell’eventualità di un’altra prestazione sotto il minimo sindacale. « Se non dovessi riscontrare una minima reazione a questo brutto periodo nemmeno contro Vicenza, lo intenderei come un segnale di poca fiducia nei miei confronti da parte della squadra; non credo convenga a nessuno dei due (allenatore e squadra) cambiare in questo momento della stagione, ma a mali estremi... ». Così si era espresso attraverso il sito internet ufficiale dalla società. Fatto sta che i Vipers hanno reagito, superando indenni la sfida con i Diavoli, fermati anche dalla troppa imprecisione sotto porta e da un Penko vecchia maniera che ha dato sicurezza ai compagni, protagonisti di una prova, nonostante le numerose assenze, tutto sommato positiva ed in cui le individualità hanno fatto la differenza. Nulla di clamoroso, sia Hockey Inline Serie A2 Il Padova del “Maro” in vetta Probabilmente non voleva essere da meno del suo amico, e compagno di colazione ogni mattina, Cristian Rela, in testa alla Serie A1 con l’Edera Trieste. Battute a parte, in questo momento merita attenzione anche il campionato di Serie A2, orfano quest’anno di una compagine altopianese in seguito al forfait del “farm team” Vipers, ma guidato, in beata ed inaspettata solitudine, dal Padova allenato da Riccardo Marobin. Lui, che nelle ultime due stagioni aveva diretto la seconda squadra di casa Vipers ad altrettante promozioni nella massima serie, senza però vederle poi concretizzate. In estate la scelta di interrompere il rapporto con la società di inline più titolata d’Italia e la decisione di scendere in pianura, a Padova, e vivere una nuova esperienza come tecnico della compagine di A2 con una supervisione sull’attività giovanile dove l’Under 20 è sotto la 21 sua ala. « Sono al settimo cielo in questo momento – racconta il “Maro” –. Ho preso in mano una squadra che nell’ultima stagione aveva stazionato appena sopra la linea della salvezza. La società, molto presente e vicina a tutti noi, mi ha dato fin da subito carta bianca, lasciandomi la possibilità di lavorare, svecchiando l’organico ed inserendo in pianta stabile i nostri ragazzi. Abbiamo una terza linea giovanissima. La risposta è stata oltre le aspettative ed i risultati di conseguenza. Credo che uno dei segreti sia il “fare gruppo”. E’ quello che ho imparato negli anni trascorsi con i Vipers e l’ho portato con me in questa avventura. A Padova sto portando avanti quel famoso progetto-giovani che ho sempre sognato. L’impegno è notevole (tre volte la settimana, ndr), ma ne vale la pena ». Nell’ultimo turno la formazione di Marobin ha espugnato la pista di Empoli, confermandosi in vetta da sola. In questo fine settimana il turno di riposo; poi al rientro sarà sfida-verità sulla pista del Cittadella (a trazione altopianese vista la presenza delle ex “vipere” Lamonaca, Strazzabosco e Pertile). Serie A2 – classifica: Padova * punti 22; Cittadella * 19; Empoli e Montebelluna * 16; Latina 12; Spinea 8; Massa 6; Catania * 0. * una partita in più. Coppa del Mondo Veterani: l’Altopiano potrebbe pattinare in prima linea. Lucio Topatigh, Franco Vellar, Riccardo Marobin, Stefano Segafredo, Riki Tessari, Fabio Rigoni e la lista potrebbe continuare ancora. Una vita, sportivamente parlando, passata a giocare ad hockey, ghiaccio prima, inline in seguito. E proprio la passione per questa disciplina, che non tramonta mai nemmeno quando si diventa più maturi (con buona pace soprattutto delle mogli), potrebbe spingere alcuni di questi giocatori altopianesi (unitamente ad altri sparsi nell’Italia hockeistica) a scendere in pista ancora una volta per difendere i colori azzurri nella prima edizione della “Coppa del Mondo veterani”, in programma a Bisley (Inghilterra) dal 28 al 30 maggio prossimi. Un evento dedicato rigorosamente ai maggiori di 38 anni, questa l’età minima per poter partecipare, a cui la selezione italiana vorrebbe prendere parte. In queste settimane un gruppo di persone sta lavorando per rendere possibile la presenza della squadra alla manifestazione, cercando di verificare disponibilità dei giocatori, del tecnico (nel mirino ci sarebbe Cristian Rela, attuale allenatore dell’Edera Trieste) e dello staff al seguito, i costi dell’intera operazione (autofinanziata, almeno in gran parte) e pianificare le tappe di avvicinamento. Ed Asiago (e lo stadio Odegar), in quest’ottica, sarebbe, insieme alla piemontese Monleale, una delle sedi individuate dai promotori per ospitare in maggio uno dei raduni in vista del viaggio oltre Manica. chiaro, ma la squadra è tornata più “operaia” ed umile. Una vittoria importante per eliminare Vicenza come concorrente per uno dei primi due posti e naturalmente per restare nella scia dell’Edera, che in questa fase ha un calendario davvero morbido. Una vittoria che ridà serenità all’ambiente, ma che dovrà essere confermata anche nelle prossime partite in programma: sabato 6 febbraio in casa con il temibile Arezzo ed una settimana dopo nella trasferta di Milano, che all’andata impose il pari alle “vipere”. Probabilmente le ultime due salite, a cui si aggiungono la trasferta di Ferrara e l’insidioso recupero a Roma con il Civitavecchia, prima di una ripida discesa fino al termine della regular season. « Arezzo arriverà per giocarsi l’ultima chance di rientrare nella lotta per il secondo posto – dice Fabio Forte – e per questo l’incontro di sabato potrebbe rivelarsi complicato, ma il derby mi ha dato comunque risposte confortanti. Siamo tornati efficaci, anche se mi auguro che non ci siano cali d’intensità; sarà mio compito motivare i ragazzi e tener vivo l’aspetto caratteriale esibito contro Vicenza ». In Serie B prosegue il dominio degli Asiago Vipers, gli “Amatori”, che nell’ultimo turno hanno vinto (4-8) anche il derbyssimo di ritorno, “in casa” degli Asiago Black Vipers. Partita che si era aperta nel segno dei “men in black” (2-0 dopo 1’20"), ma alla distanza è uscita la maggior qualità della capolista, che, trascinata dalle giocate di capitan Francesco Rigoni, ha ben presto rivoltato l’incontro, portandosi avanti già all’intervallo (2-4) e quindi fin sul 2-8 prima di subire, nel finale, il parziale ritorno degli avversari. Alla fine, comunque, “terzo tempo” di festa come nella migliore tradizione Vipers. Nel weekend impegno senza patemi per la formazione leader del girone, che ospiterà il fanalino di coda Padova; di ben altro spessore, invece, l’appuntamento per i Black, attesi dalla decisiva trasferta di Verona. LE CLASSIFICHE. Serie A1. Edera Trieste punti 36; Rigoni di Asiago Vipers * 31; Arezzo ** 26; Milano 24 Quanta 25; Caoduro Diavoli Vicenza * 23; Civitavecchia *** 21; Ferrara 17; Monleale e Modena 10; Polet Trieste 7; Torino * 6. (* una partita in meno; ** due partite in meno; *** tre partite in meno) Serie B (girone “C”). Asiago Vipers punti 18; Asiago Black Vipers e Verona 12; Aquile Bassano 9; Caoduro Diavoli Vicenza 3; Ghosts Padova 0. 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 22 Giulia e la sua stagione che verrà SCI Dopo l’esclusione dalle Olimpiadi, l’atleta di Gallio si concentra sulla Coppa Europa e cerca di preparare al meglio gli assoluti di marzo, con chiari obiettivi in testa per l’anno prossimo. Memorial “Roberta e Silvia” nel segno dell’Us Asiago Sci Tanti amici e molti conoscenti di Roberta e Silvia Gianesini sono arrivati a Gallio anche da molto lontano per ricordarle come a loro sarebbe senz’altro piaciuto. Sull’Altopiano ad accoglierli una splendida giornata oltre un buon numero di sciatori locali. Questo lo spirito con cui una settantina di concorrenti si sono impegnati sulla pista “Salto degliAlpini” alle Melette in un “gigante” a manche unica organizzato dallo Sc Gallio a ricordo delle sorelle di Gallio entrambe vittime di un destino più che mai crudele. Silvia è scomparsa qualche anno fa in un incidente d’auto, mentre Roberta la scorsa primavera sulla pista bolognese di Corno alle Scale ha perso la vita per un banale quanto tragico incidente sciistico. L’azzurra Guila Gianesini loro cugina e particolarmente legata a Roberta (si allenavano spesso assieme) è scesa come apripista dando quindi il via ad una manifestazione per la quale si prospetta già una migliore e più importante collocazione per la stagione prossima. La gara è stata vinta da Nicole Dal Pozzo (US Asiago Sci), secondo posto per Julia Villanova (Sci Club Lusiana Monte Corno), terza Giulia Da Corte (S.C. Croce D’Aune). R.A. Olimpiadi Masters Martini fa incetta di medaglie Le prime Olimpiadi Masters, si sono svolte dal 25 al 31 gennaio scorso, in un Altopiano davvero incantevole, a due passi dall’Italia, in Slovenia ed esattamente a Bled. A rappresentare non solo i 7 comuni, ma l’Italia, c’erano: Ceccato padre e figlio di Enego, Roberto Martini, Alessandro Rigoni e Giannantonio Strazzabosco di Asiago, solo i primi tre tuttavia hanno guadagnato podi. Ceccato padre, ovvero Gino, del 1952, ci ha abituato a risultati meravigliosi, in questa occasione però anche il giovane Mirko, classe 1976, non ha voluto essere da meno e, solcando degnamente le orme del padre, si è aggiudicato anche uno splendido oro. Con senso di reverenza tuttavia i Ceccato riconoscono all’asiaghese Roberto Martini il posto di protagonista in queste prime Olimpiadi Masters. Un dovere riconoscere un posto di spicco al grande Martini, loro caro amico; Gino gareggia con lui fin dal 97, quando in Svizzera, sono iniziate le gare Masters. Un Martini, classe 1941, che ormai si trova a competere con ragazzi che potrebbero essergli nipoti, ma che di lui non riescono ancora ad avere ragione. Si arrabbiano i giovani “nipoti”, ma poi, con lo spirito solidale che contraddistingue i fondisti, si inchinano e ammirano quella sua tenacia, il suo fisico sicuramente aiutato dalla natura , ma anche molto ben allenato, il suo entusiasmo che sa contagiare chi gli sta intorno. Un verbo poco frequente nel linguaggio corrente e soprattutto sportivo, che si addice però al grande atleta masters asiaghese, me lo suggerisce con affetto proprio Gino Ceccato, un’espressione che, più calzante e migliore, per rendere l’idea, non c’è: “Quando vince, Martini giubila e non si può che giubilare con lui!” Questo atletico giovanotto di quasi settanta anni, 5 volte nonno, uno che si gode lo sport e che dà la forza anche ai più giovani, simbolo del Gruppo Sportivo Alpini diAsiago, ha saputo fare man bassa di medaglie: bronzo nella 5 Km tecnica classica, argento nella 10 Km tecnica Libera, come nella 20 Km TL e nella staffetta 3 x 5 Km. Insomma una trasferta, una partecipazione sicuramente importantissima sotto il profilo umano, come spesso nello sport più sano avviene, perché ha consolidato amicizie e legami, ma anche sotto il profilo sportivo non è stata certo da meno. I nostri fondisti hanno saputo aprire ancora una volta una breccia nell’incontrastato dominio degli atleti russi e scandinavi. Gli eneghesi Gino e Mirko Ceccato, portabandiera del Centro sportivo Bassano diretto da Sergio Rigoni , hanno anche loro raggiunto risultati importanti, successi dal sapore ancora più dolce perché inaspettati, fino all’ultimo infatti i nostri atleti non sapevano se partire, se partecipare, il dubbio sulla preparazione, l’eccessiva modestia, che a volte rischia di far perdere occasioni. Ed invece la partecipazione c’è stata, il viaggio è stato intrapreso ed i risultati sono fioccati più abbondanti e preziosi cha mai! Gino, categoria M6, in queste Olimpiadi ha collezionato 3 fantastici argenti: nella 15 Km TL , nella 30 km sempre a tecnica Libera e nella staffetta 3x5 con il veronese Guido Masiero (che nella cat. M5 ha conquistato un oro sia nella 15 Km Tl che nella 30 Km TL, classificandosi al 3° posto assoluto di categoria) e l’inossi- dabile Martini. Anche per Mirko questa esperienza olimpionica è stata ottima, nella categoria M1 ha vinto uno splendido oro nella 30 Km tecnica libera, mentre nella 15 Km, sempre a tecnica libera, si è aggiudicato l’argento. Come spiega Gino: “Siamo partiti all’ultimo, sempre incerti, avevamo paura per la stanchezza accumulata nelle gare del Master Tour…” Ceccato senior, è infatti in testa alla classifica M4 del Mastertour, che raccoglie le 11 migliori granfondo d’Italia, fino ad ora ne ha fatte 5, ed aspetta con trepidazione la Marciabianca di Marcesina, che da quest’anno è appunto entrata a far parte di questo circuito. E’ tale l’attesa e la voglia di partecipare a questa gara “di casa”, che i Ceccato quest’anno hanno deciso di rinunciare ai Mondiali Masters che si svolgeranno in Svezia, proprio a fine febbraio. Nel frattempo però non si può non riflettere sul fatto che un’esperienza così come descritta, andrebbe divulgata, fatta conoscere ai giovani, dalla viva voce dei protagonisti, i giovani dovrebbero sentirsi raccontare queste storie di Sport, fatica, soddisfazione, forza fisica, tenacia. Ascoltare questi racconti emoziona, coinvolge, anche se chi lo fa è di una modestia incredibile, e quasi con un filo di voce riporta esperienze che pochi hanno il piacere e la fortuna di vivere. Sono signori che dovrebbero essere d’esempio a tutti gli sportivi e soprattutto per i più giovani. Hanno una volontà ed un entusiasmo, che vanno veramente invidiati! Stefania Simi “Non ho nulla da rimproverarmi, ho dato il massimo”. Così Giulia Gianesini al termine della sua splendida prova messa a segno nel “gigante” di Cortina dello scorso 17 gennaio ultima gara di Coppa del Mondo valida ai fini della qualificazione olimpica. Pur col miglior risultato in carriera intascato proprio sotto le Tofane, nono posto, la Giulia da Gallio resta tuttavia esclusa dalla chanche canadese. Il suo Fan Club arrivato dall’Altopiano per sostenerla però la festeggia ugualmente assieme a mamma e papà. Un vero peccato comunque questa mancata convocazione perché sul piano tecnico la sua stagione non faceva una grinza. Sei “giganti” di Coppa del Mondo altrettante prove condotte a temine entro le prime venti della classe: una continuità che sinora la venticinquenne delle Fiamme Oro non aveva mai conosciuto e che testimonia del tutto la sua raggiunta maturazione psicofisica. Giulia Gianesini con papà Gastone A livello tecnico sono prevalse altre scelte e dopo alcuni giorni di meritato riposo la nostra miglior sciatrice di sempre torna sull’argomento…. “Sono contenta della mia attuale stagione. – attacca - I progressi sono evidenti. Solitamente partivo con un pettorale attorno al 40 ora mi assegnano il 16…..Certo il rammarico per la mancata convocazione è chiaro che c’è. Il sogno di ogni atleta è l’Olimpiade…..però le decisioni sul mio conto sono state altre e non entro nel merito. Ora – prosegue – l’importante è guardare avanti con fiducia a programmare bene gli impegni”. Cosa farai? “ Dalla settimana prossima riprendo con le gare. Penso di dedicarmi alla Coppa Europa ed anche al super-g. In sostanza voglio preparare al meglio i Campionati Italiani “assoluti” di fine marzo poi sarà tempo di bilanci definitivi e di progetti per l’anno prossimo. Ho già qualcosa in mente…” Non lo dice, ma forse si può immaginarlo: un bel podio in Coppa del Mondo. Da regalarsi e da regalare ai suoi fan. Anche perché proseguendo sull’attuale abbrivio ha la reale possibilità di centrarlo. Renato Angonese Jacopo Giardina si impone nel campionato regionale Anche quest’anno i fondisti di tutte le categorie si sono ritrovati per l’appuntamento fisso con il Campionato Regionale e la Coppa Italia alla Golf Arena di Asiago. Le gare, organizzate dall’U.S.Asiago Sci, hanno visto la partecipazione di numerosi atleti, con soddisfazioni per quelli di casa, supportati da una buona presenza di tifo nelle salite più impegnative. Da sottolineare il grande impegno da parte degli organizzatori per la preparazione della pista, e non solo, e dei tecnici nel provare il materiale. Nell’invidiabile bellezza del centro fondo, che, vicinissimo al centro di Asiago, dispone di 45 chilometri di piste immerse in un panorama da sogno, il Campionato Regionale, si è svolto domenica 21 gennaio, in una giornata soleggiata ma fredda con una temperatura mattutina intorno ai 10 gradi. La pista era in ottima condizione e, anche se molto impegnativa, la presenza di una neve veloce l’ha un po’ alleg- gerita. Risultati molto positivi in ambito sia maschile che femminile per gli atleti di casa: la miglior prestazione di giornata è stata nella categoria Ragazzi maschile sulla distanza di 5km in skating, con il tempo di 15’23.9 realizzato da Jacopo Giardina dell’U.S.Asiago Sci che, con una prestazione veramente da incorniciare, si è aggiudicato il primo posto. Nella categoria Allievi maschile hanno trovato spazio al sesto posto Marco Mosele, all’ottavo Simone Bertacco, all’undicesimo Giuseppe Pilati e al ventiduesimo Alessandro Carli. Ottimi risultati anche nella categoria Allievi femminile, dove altre due atlete dell’U.S.Asiago Sci, Deborah Rosa e Brenda Pangrazio, hanno chiuso rispettivamente in quarta e quinta posizione, diciassettesima invece Denise Cera. Ora la preparazione continua in vista del prossimo appuntamento il 14 febbraio a Passo Cereda, sperando in ulteriori risultati positivi per gli alteti dell’U.S.Asiago Sci. Morena Turetta 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 23 Canove s’allontana dalla vetta CALCIO Un periodo non brillante per la squadra di mister Dalle Carbonare. Per sperare di poter lottare per i play off, bisogna assolutamente vincere. Servono più cinismo e determinazione. Calcio - Terza categoria Asiago in cerca di vittoria Neve-Terza categoria 2-0. Dopo il primo “gol” messo a segno lo scorso 19 dicembre, quando l’intera 14a giornata di andata era stata rinviata al 21 febbraio prossimo, nell’ultimo fine settimana è arrivato anche il raddoppio, che ha costretto giocoforza la F.I.G.C. ad un nuovo rinvio che causerà qualche difficoltà nell’individuare una data utile per il recupero del 3° turno del girone di ritorno. Poco da segnalare, dunque, nello scorcio conclusivo di un gennaio gratificante solo per il GLC (girone Bassano), che, dopo il 2-1 al fotofinish sul Tezze Brenta, è riuscito a dare un po’ di continuità al proprio torneo prolungando la mini-serie positiva grazie al pirotecnico pareggio (3-3) sul campo del Facca al termine di un incontro che aveva visto la formazione altopianese fare (avanti 2-0) e disfare (poi sotto 2-3) fino al gol in extremis del solito Loris Baù. All’orizzonte, però, c’è l’improbo scontro con lo schiacciasassi Eurocalcio: 15 vittorie su 16 incontri, miglior attacco (44 gol) e miglior difesa (8 gol). Ancora “in bianco” nel nuovo anno, invece, l’Asiago Calcio Altopiano (girone “B”), che non riesce più a vincere dal 6 dicembre scorso e, dato ancora più allarmante, vanta una striscia negativa lunga quattro incontri. Nell’ultima partita disputata, che nelle speranze di capitan Mosele doveva essere quella della svolta per riprendere a fare punti, i giallorossi sono stati superati, in rimonta, dall’Union Centrale Thiene per 4-2, sprofondando così a -7 dalla zona playoff. Serve assolutamente ritrovare fiducia nei propri mezzi e naturalmente anche un risultato utile che possa smuovere classifica e morale. Il prossimo ostacolo, il Giavenale, sembra fatto apposta per riprendere la marcia. Forza ragazzi! Stefano Angonese Le classifiche. Girone “B”: Molina punti 34; Cogollo e Galvanauto Motta 32; Silva 1950 e Monte di Malo 30; S. Paolo 27; U.C. Thiene 26; Novoledo Villaverla 25; Siggi Schio 24; Asiago 23; Arsiero e Faizanè 18; Valli 16; Zugliano 9; Rozzampia 4; Giavenale 2. * tutte le squadre hanno due partite in meno Girone Bassano: Eurocalcio punti 45; Cresole 36; Aurora S. Giuseppe 33; Villaggio S. Lazzaro 28; Virtus Colceresa, Real Stroppari e Pall. Vigardolo 24; Facca e Arsenal Cusinati 21; S. Pietro Rosà 18; Montecchio Precalcino 16; Tezze Brenta 15; Fellette e GLC 13; SST e Marchesane 10. * tutte le squadre hanno due partite in meno Prossimo turno. Girone “B”: domenica 6 febbraio (ore 15) Giavenale-Asiago. Girone “Bassano”: domenica 6 febbraio (ore 15) Eurocalcio-GLC. Nota: le gare delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo. Calcio a 5 Il Lusiana primo dell’interregionale Dopo un periodo scoppiettante, che lo ha portato a ridosso delle prime posizioni in classifica, il Canove Calcio sta lentamente perdendo quota piazzandosi all’ottavo posto in graduatoria a ben 18 punti dalla prima della classe Mussolente. Anche nell’ultima partita, giocata il 24 gennaio (l’incontro contro l’Isola non è stato giocato per impraticabilità del campo), il Canove ha lasciato tre punti in casa dell’Azzurra Sandrigo. Una partita dove non si possono accusare i ragazzi di mister Dalle Carbonare di aver giocato male o di non aver cercato di portare a casa almeno un punto. Ma quando la traversa, colpita al 26’ da una bordata di Pertile, quando per prodezze del portiere avversario, vedi la respinta dell’estremo del Sandrigo su tiro di Benetti al 65’, resta il fatto che i gialloblu non stanno attraversando un periodo brillante, anzi il Canove fa fatica proprio a vincere. Un sintomo molto preoccupante perché in questo periodo del campionato serve cinismo, determinazione e portare a casa il risultato per non perdere contato con la vetta della classifica e per così parte- cipare ai playoff. Servirà che mister Dalle Carbonare aggiusti l’aggiustabile, ricordando ai ragazzi il loro valore perché possano presentarsi nuovamente sul campo amico, dove il Canove da tempo non può giocare e che sta sicuramente pesando sul rendimento, con ancora le speranze di lottare nei playoff. Forza ragazzi, forza Canove. Gerardo Rigoni Classifica prima categoria girone “C”. Mussolente punti 40; Pove 34; Azzurra Sandrigo 29; Sarcedo 25; Alto Astico * 24; Carmenta e Scledum 23; Borso S. Eusebio e Canove 22; Dueville 21; Travettore 20; Malo e Summania 19; S. Fortunato 17; Isola * 11; Poleo Aste 10. * una partita in più Prossimo turno. domenica 6 febbraio (ore 15) CanoveIsola (da stabilire la sede dell’incontro). FUN ICE ITALY 2010 - 14 Febbraio Asiago I “Maggiolini” in gara sull’Altopiano Ritorna, dopo due anni di interruzione, la serie di gare endurance su ghiaccio con i simpatici “Maggiolini”, un minicampionato di tre appuntamenti di un’ora ciascuno con il format classico delle gare di durata con cambio piloti obbligatorio farà quindi tappa ad Asiago. Il torneo è partito alcune settimane fa a Pragelato per ripetersi al 31 gennaio e chiudere il 14 Febbraio ad Asiago. L’iniziativa sta riscuotendo un notevole successo, tanto è vero che già una diecina di equipaggi italiani ed un paio di team tedeschi e belgi hanno aderito alle preiscrizioni. Tra i piloti che hanno già confernato la propria partecipazione ci sono neo-campioni Fun Cup 2009 Bergamaschi e Nale, Caprotti, Cassera, Bianchet, Gianniacovo, Guazzini, Pozzi, Pindari, Cocconi ed i belgi Piron e Delrex. Meccanicamente i “Maggiolini” in configurazione Fun Ice differiscono da quelli che corrono in pista soltanto per l’assetto rialzato e ammorbidito e per una vistosa protezione frontale del radiatore. Saranno in pista sia le vetture a benzina che le nuove turbo-diesel. Monogomma, infine, anche nel Fun Ice: in questo caso si tratta dei Continental ContiWinterViking 2 di misura 175/65R14 dotati ciascuno di 110 chiodi al tungsteno di tipo scandinavo sporgenti 4 mm sulla superficie del battistrada per fare maggior presa sul ghiaccio. Il tutto per una “race gelata” di vero spettacolo. G.D.F. I campionati lusianesi di sci nordico La squadra del Lusiana del torneo interregionale di calcio a 5 è prima in graduatoria a poche giornate dalla conclusione del torneo. La compagine lusianese, allenata da Renato Cantele, condivide il primato con il Nove. In terza posizione troviamo l’Immobiliare berica, quarto è il Meeting Schiavon, quinto il Montecchio Precalcino. In sesta fila è sistemato il Creazzo, seguito dal Castelgomberto in settima posizione. L’ottavo, il nono e il decimo posto sono occupati da I.F.K. Schiavon, Rabaltà di Altavilla e Dueville. E.Z. Il gruppo alpini “Cantele Gabrile”, il Comune e la Pro loco organizzano per sabato 6 febbraio, con inizio alle 14,30 a Monte Corno i campionati lusianesi di sci nordico, 2° trofeo “Cantele Gabriele”, gare di sci da fondo a cronometro a tenica libera. Per le categorie maschile e femminile degli anni 1999, 2000 e 2001, il percorso è di un chilometro e mezzo. Per le altre categorie il percorso è di due chilometri e mezzo. E’ prevista anche una gara di staffetta a coppie a tecnic a libe ra maschile e femminil su un percorso di un chilometro e mezzo da ripetersi 5 volte. Alle 14,30 il via alle gare, alle 17, alla baita Monte Corno si svolgeranno le premiazioni. E.Z. 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 24 Volley Asiago Altopiano VOLLEY A caccia del titolo provinciale U16 L’accesso al Master Round per la squadra di capitan Veronica Galante è ormai conquistato. In crescita il gruppo Under 13 guidato dal duo Gatti-Plebs Tempo di bilanci in casa Volley Asiago Altopiano alla vigilia degli ultimi match di Regular Season prima di entrare nelle fase “calda” di Master Round, Play Off e Play Out. Al suo secondo anno di attività la società asiaghese dai colori bianco-blu può ritenersi soddisfatta sia per i risultati che sta ottenendo, sia per la crescita, in termini numerici, degli atleti che partecipano alla stagione agonistica 2009-2010: rispetto all’anno scorso il numero è cresciuto del 25% e cio’ ha permesso alla dirigenza asiaghese di iscriversi a due campionati AICS di categoria Under 16 e Under 13 e di mettere insieme un nutrito gruppetto di piccoli atleti taglia “scuole elementari” per partecipare alle manifestazioni di Mini-Volley e Gioca-Volley. Ma veniamo ai risultati, iniziando proprio dalle vicecampionesse in carica della categoria Under 16 che quest’anno cercheranno di scrollarsi di dosso quel fastidioso secondo posto attenuto nella finale dell’anno scorso al tie break contro le pari eta’ del Perlena. L’accesso al Master Round per la squadra di capitan Veronica Galante è ormai conquistato, ma la compagine asiaghese dovrà fare i conti in questa fase con altre cinque agguerritissime avversarie per accedere alle semifinali e mirare poi alla finalissima. Il morale è alto, la squadra si è tatticamente riorganizzata dopo alcune modifiche resesi necessarie per il passaggio a palleggiatrice unica, ruolo rivestito quest’anno da un’ottima Deborah Rigoni, e coach Ulisse Munari ha l’aria di non voler concedere niente a nessuno, esattamente come sabato scorso in cui il Volley Asiago ha inflitto un secco 3 a 0 alle pari età del PVO Montebello. Al termine del match abbiamo intervistato proprio coach Munari, visibilmente soddisfatto per il risultato ottenuto e consapevole di avere anche quest’anno una squadra di ottimo livello tecnico: “In realtà non c’è molto da dire su questa partita, troppo grande la differenza di gioco tra le due squadre, ancora di più di quanto non dica il punteggio perchè almeno la metà dei punti avversari sono stati ottenuti su errori nostri “cercati”, nel senso di andare a provare cose molto rischiose per fare esperienza in una partita dall’esito gia’ scritto e seminare sicurezza per il proseguo del campionato su cose più semplici. Qualche nostro errore in battuta è stato causato dalla difficoltà di trovare comunque motivazioni in una partita di questo tipo, cosa assolutamente giustificabile…Ben diverso è stato l’andamento nella battaglia di domenica scorsa contro l’Antares, finita 3-2 e con pesanti assenze da parte nostra, dove la concentrazione delle mie ragazze era tale che non c’è stato nessun nostro errore in battuta.” Volley Cesuna: il carattere è di scena Per Caseificio Pennar e Immobiliare La Bussola importanti punti classifica Ottime prove per le formazioni della P.G.S. Pallavolo Cesuna – Polisportiva Comune di Roana nelle ultime partite dei rispettivi campionati. In seconda Divisione maschile il Caseificio Pennar, nella prima di ritorno nel girone B, si aggiudica la sfida con il Volley Rosà approdando così al secondo posto in classifica. Al Palazzetto dello Sport di Roana nello scorso weekend il Cesuna è chiamato ad invertire il risultato della partita di andata quando il fattore campo era stato decisivo per il Rosà che si era imposto per 3 a 1. Dopo un inizio piuttosto equilibrato ci pensa capitan De Guio, col proprio turno in battuta, a rompere il break acquisendo quei tre/quattro punti di vantaggio che il Cesuna porterà fino a fine set chiudendo 25 a 22. Il secondo parziale continua nel segno dell’entusiasmo con il Cesuna che vuole chiudere anzitempo la partita; nel finale, però, la squadra passa un infelice momento di concentrazione tanto da trovarsi dal temporaneo vantaggio 21 a 17, a dover subire la rimonta del Rosà che conclude 21-25. Il Cesuna ritrova poi la necessaria compattezza di squadra riuscendo a tenere a bada i propositi del Rosà; nel terzo e quarto set, parziali di 25-16 e 25-18, netta la prevalenza dei padroni di casa che con la vittoria sorpassano in classifica il Rosà fermo a 10 punti e si porta a quota 12, tre dietro la capolista Cornedo che incontrerà a Roana sabato 6 febbraio alle 20,30. Grande orgoglio anche per l’Immobiliare La Bussola in prima Divisione femminile: nelle due sfide consecutive contro dirette avversarie in classifica la squadra getta il cuore oltre la rete ponendo il sigillo “Tigers” su entrambe le partite. Contro lo Sporting Alto Vicentino (il 21 gennaio), anche se il prologo sembrava assomigliare ad altre partite già viste, con il passare del tempo la squadra prende sempre più coscienza e fiducia dei propri mezzi. Nonostante il primo set vada a favore dello Sporting 25 a 23, in quelli successivi il Cesuna si dimostra estremamente concreto, mirando dritto verso l’obiettivo finale: la vittoria contro un avversario ostico già affrontato negli anni di militanza in seconda divisione. In effetti, malgrado i tentativi delle ragazze del Chiampo di resistere alle bordate della compagine gui- data da mister Pesavento, la partita assume una piega che si consolida punto su punto. È la grinta la protagonista della serata, qualità che si spera accompagni le “Tigers” per il resto del campionato: nei set successivi, terminati con i parziali di 18-25, 1725 e 20-25, il Cesuna impone il proprio ritmo marcando sul cartellino i tre punti che valgono la vittoria. Dopo questa prima priva di carattere, c’era grande attesa per la sfida che opponeva il Cesuna con la squadra del Montecchio Maggiore: era necessario riconfermarsi, ma le “Tigers” sono andate oltre! Nella migliore prestazione fin qui offerta dal Cesuna, entrambe le squadre si affrontano a viso aperto regalando forti emozioni al numeroso pubblico accorso. Nel primo set, malgrado le ospiti sembrino avere una marcia in più, le due formazioni procedono alla pari fino al 20 pari quando il Cesuna ottiene il break chiudendo 25 a 21 con Leyla Martello indiscussa protagonista in attacco. Il secondo parziale veste invece i colori giallo-blu con il Cesuna che domina incontrastato in attacco grazie alle bordate incontenibili del centrale Barbara Stella o t t i m o rifinitore delle azioni d’attacco: 25 a 19 il fina- le di set. Nel terzo set, quando ormai tutto sembra presagire alla vittoria delle padrone di casa, si risveglia ancora il Montecchio che riesce ad imporre il proprio ritmo questa volta fino alla fine del parziale che si aggiudica 20 a 25. Quarto set, infine, ancora nel segno del Cesuna che conduce fino a tre/quarti di gara: solo allora il Montecchio cerca di accelerare per rimettere tutto in gioco al tie-break. Tocca allora ad Alessia Salmaso, palleggiatrice, dar fondo alle proprie abilità nel confondere la difesa avversaria riuscendo a sfruttare gli attacchi più proficui per portare il finale a favore del Cesuna 25 a 23. Con questo risultato il Cesuna scavalca il Montecchio in classifica raggiungendo in settima posizione a 12 punti lo SportingAltoVicentino. Ad una gara dal termine del girone di andata, il girone B è guidato dall’Angarano a quota 29, seguita dall’Argine Vicenza con 26 punti all’attivo. Epilogo incolore per la Calce Barattoni Volley Cesuna nel campionato U18 dove, purtroppo, il carattere non è di casa. Le molte ombre e pochi sprazzi di luce, merito in gran parte di Laura Frigo, palleggiatrice, e dell’ottimo centrale Victoria Cantele, segnano il percorso dell’U18 in un campionato il cui obiettivo primario era quello di acquisire esperienza migliorando via via l’approccio con l’agonismo di alto livello. C’è sicuramente ancora molto da lavorare per l’allenatrice Laura Scapin, ripartendo dai pur presenti aspetti positivi. Cala il sipario anche per il Fruit Club Volley Cesuna nel campionato U16 con la conquista, alla prima occasione, di un incoraggiante quarto posto, risultato di una miscela di prestazioni che hanno delineato potenzialità e limiti del gruppo. Ora spetta al tecnico Bruno Frigo studiare il sistema per dare più continuità alle prestazioni della squadra. Un discorso a parte meritano le ragazzine dell’Under 13. Tutte loro infatti, per l’eta’ che hanno, potrebbero tranquillamente giocare in Under 11, ma la sfortuna ha voluto che quest’anno non ci fosse il numero sufficiente, per l’AICS, per creare né Under 11, né Under 12, e così, lancia in resta, si va a fare l’Under 13. Lo scotto da pagare è stato piuttosto duro, soprattutto a inizio stagione, dato che, oltre alla “troppo” giovane età, si deve aggiungere che circa la metà di loro si è avvicinata al mondo della pallavolo soltanto da quest’anno. Ma la crescita di questo gruppo guidato dal duo Gatti-Plebs è stata sbalorditiva, non soltanto da un punto di vista puramente tecnico, ma anche a livello di spogliatoio, di amicizia, di valori che, soprattutto a questa giovane età, vanno di gran lunga al di là dei risultati. Ma anche questi non sono poi così lontani dall’arrivare. Sabato scorso le Under 13 si sono dignitosamente battute contro la Pol. Grumolo e, anche se il risultato non è stato di certo tra i più favorevoli (una sconfitta per 0-3) le parole di Mister Petronio Gatti sono piuttosto esplicative: “Piccole atlete crescono, e in fretta! Questa è a mio avviso la sintesi di un incontro in cui abbiamo dovuto subire ancora una sconfitta per 0 a 3, con parziali però che lasciano un po’ di amaro in bocca ma tanta fiducia per il futuro. Direi che per la prima volta la mia squadra ha dimostrato non solo di avere tanto carattere, e si sapeva, ma anche un gioco sufficientemente organizzato. Solo un pizzico di concentrazione in più, di fiducia nei propri mezzi e si portava a casa un risultato migliore. Io direi che torniamo dalla trasferta con la consapevolezza che in questi mesi è stata fatta una buona semina, anche se il tempo del raccolto non è ancora arrivato”. Alessandro Siviero Continua il buon momento dello Slegar Volley Club Vincono l’Under 14 e l’Under 18. Iniziano gli impegni per il Giocavolley e Minivolley. Ancora positive conferme nelle ultime partite disputate dalla Slegar Volley nel campionato provinciale Aics. Come da pronostico, l´Under 14 il giorno 23 gennaio ha vinto l´incontro con la squadra dell´ A.S. Valli con il risultato di 3-1 (25-15 / 21-25 / 25-8 / 25-15), concedendo solamente il secondo set alle avversarie. Nella settimana seguente, la partita in programma per domenica 31 gennaio, è stata rinviata a causa delle avverse condizioni atmosferiche che hanno impedito alla formazione ospite dell´ Asd Volley Nove di raggiungere l´Altopiano. Continua la positiva crescita della formazione Under 16 che pur cedendo il passo agli avversari nelle ultime due partite di campionato, nella giornata di sabato 23 gennaio contro l´ U.s. Astico per 3-1 (20-25 / 25-12 / 25-12 / 25-20) e di domenica 31 gennaio contro la Polisportiva Grumolo Pedemonte 3-0 (25-12 / 25-18 / 25-14), ha dimostrato un netto miglioramento negli schemi e nell´impostazione del gioco. Sono giunte due vittorie in altrettante gare per l´ Under 18, che nella giornata di campionato del 24 gennaio ha prevalso sulla squadra del Molina Volley per 3-0 (25-14 / 25-12 / 25-13) e successivamente nel giorno 30 gennaio contro l´ U.s. Altair di Vicenza per 0-3 (20-25 / 22-25 / 17-25). Continua nel frattempo l´attività del Giocavolley e del Minivolley riservata alle ragazzine delle scuole elementari che si apprestano, dopo aver appreso i primi rudimenti dai nostri bravi allenatori, a partecipare alle prime manifestazioni non agonistiche, effettuate allo scopo di avvicinarle al mondo del volley. Renato Stona Prossimi impegni casalinghi c/o palestra IPSIA di Asiago Sabato 6 febbraio alle ore 18.00 Vs. A.s.d Real Recoaro - Under 18 Domenica 7 febbraio alle ore 11.00 Vs. Pallavolo Arzignano A.s.d - Under 16 Sabato 13 febbraio alle ore 16.00 Vs. P.c.g. Santorso - Under 14 Sabato 20 febbraio alle ore 18.00 Vs. San Paolo - Under 18 Sabato 27 febbraio alle ore 16.00 Vs. O Sole Mio - Under 14 8 Sabato 6 febbraio 2010 “I luoghi della Grande Guerra appartengono a tutti noi italiani” Gentile Direttore, devo esprimere grande soddisfazione per l’avvenuta modifica delle decisioni riguardanti i pannelli posti sull’Ortigara in virtù dell’opera di sensibilizzazione e di apertura alla partecipazione al dibattito da parte di singoli ed associazioni. Io vivo lontano, in Calabria, ma mi occupo del recupero della memoria della Grande Guerra per evitare che si disperda assieme al senso ed al significato che ebbe la partecipazione di giovani di tutto il Paese a quel conflitto che concluse, come ha sottolineato di recente anche il Presidente Napolitano e prima il Presidente Ciampi, le battaglie risorgimentali per l’unità d’Italia. Attraverso la stampa veneta, friulana o nazionale apprendo di tante iniziative che si progettano e/o si realizzano sul quasi centenario fronte degli scontri con l’ esercito austro-ungarico. Oggi si guarda a quei luoghi ed ai ricordi che sollecitano con spirito diverso e comunitario ma senza chiedere la rinuncia di ciascun paese e di ogni suo cittadino alla propria identità storica e culturale che si mostra anche nei riferimenti ambientali. Questo, per me e per molti altri, significa che le zone interessate dagli eventi del 1915-18 appartengono a tutti noi italiani e che quello che si fa per modificare, recuperare o realizzare ex novo ci riguarda dalle Alpi a Capo Passero. Non credo che le iniziative possano essere lasciate unicamente agli enti territoriali senza una supervisione Centrale che dovrebbe, penso, essere regolata da una normativa garante del principio che le zone Sacre appartengono al Paese intero. Non sono in grado di esprimere valutazioni nel merito né conosco le eventuali norme locali. Mi auguro, se non è così, che si realizzi un organismo nazionale che stabilisca le condizioni per dare vita ai vari interventi nel rispetto del territorio e della storia comune. Credo che ci sia una tendenza che non produce effetti interamente apprezzabili: quella del turismo di “guerra”, del cercare reperti in maniera indiscriminata che rispondono solo ad alcune esigenze economiche che devono essere ben inquadrate in norme garanti della comunità nella quale tutti viviamo. Chi viene lassù porta in sé ben altri sentimenti e credo che quello che ha fatto il Suo giornale Li abbia difesi ottimamente. Mario Saccà Catanzaro l’Altopiano 25 Non servono le barricate campanilistiche Ho letto nell’ultimo numero de Il Giornale dell’Altopiano di sabato 23 gennaio scorso una replica del Sindaco di Rotzo, secondo il quale se si deve fare un accorpamento delle scuole elementari di Rotzo e di Roana, dovranno essere gli alunni di Roana a trasferirsi a Rotzo, in quanto, dice il Sindaco, gli alunni frequentanti la scuola di Rotzo sono 44 e quelli di Roana 34. Credo che questa proposta sia fuori di ogni logica, poiché Roana resterebbe completamente privata dell’unica scuola, mentre come ho già scritto nel mio articolo sullo stesso giornale di sabato 9 gennaio 2010, a Rotzo è già da molti anni funzionante una scuola dell’infanzia statale. Pertanto non è pensabile che a Rotzo continuino a funzionare due scuole statali e che invece la frazione di Roana ne sia completamente sprovvista: la cosa non sta in piedi. Evidentemente il Sindaco si sofferma sui dati numerici dello status quo, ma non guarda oltre in prospettiva futura. Infatti le proiezioni della popolazione scolastica di Rotzo e di Roana potrebbero cambiare nel tempo e la situazione potrebbe anche rovesciarsi. Non sono i numeri a fare la qualità del servizio scolastico, ma l’organizzazione sul piano didattico, che sicuramente, come ho già scritto, favorirebbe una migliore qualità del servizio. Resto infatti del parere che le piccole scuole sottodimensionate non siano in grado di produrre una buona qualità del servizio scolastico a favore degli alunni per le ragioni che ho già esposto, in quanto vengono a mancare le opportunità di una migliore socializzazione, scambi di esperienze, ecc ecc. Tra l’atro ho fatto questa analisi sulla base della mia lunga esperienza prima di insegnante poi di dirigente scolastico e ho fatto tutto il possibile affinché vengano accorpati i plessi scolastici di Sasso e Stoccareddo, nonché i plessi di Tresché Conca e Cesuna a Canove. Pertanto alzare le barricate in questo campo solo per veterocampanilismi a mio avviso non giova al sistema scolastico, che deve essere esclusivamente rivolto agli alunni, i quali hanno diritto di fruire della migliore qualità del servizio. Tra l’altro come ho già sottolineato, il trasporto scolastico da Roana a Rotzo e viceversa non presenta alcuna difficoltà, considerata la breve distanza e una strada in ottime condizioni, anche nel periodo invernale. Tra l’altro mi consta che lo scuolabus di Rotzo trasporta diversi alunni di Roana e di Mezzaselva alla scuola di Rotzo, in particolar modo alla scuola dell’infanzia. Credo pertanto che sia necessario guardare avanti, poiché nel terzo millennio le nuove generazioni devono poter acquisire conoscenze, competenze e abilità che soltanto una scuola con classi mediamente dimensionate può offrire. Edoardo Sartori Giù le mani dal formaggio Asiago Asiago 31.01.010 - Notizia sconvolgente: Mc Donald’s fa prigioniero il formaggio Asiago. Manovra chiara e perversa peraltro tentata in tutto il mondo - e’ la globalizzazione! Chi ci guadagna e’ il goffo panetto (1) ( si chiamera’ Mcasiago?) e chi ci perde - ovviamente - e’ il formaggio. Giu’ le mani dal formaggio Asiago. Sarebbe come mettere una vergine nelle mani di kingkong. Paolo Lorenzi (1) Per quelli che mangio io potrebbero farli anche con le “stebe & saldame” I RACCONTI DEI LETTORI Si chiama Bruno Frigo ed è nato nel 1923 a Tresché Conca di Roana dove abita ed è conosciuto da tutti col soprannome Baleti. I ragazzi del ‘22 furono gli ultimi a partire per il fronte russo e lui, essendo nato un anno dopo, avrebbe potuto ritenersi fortunato, ma non fu così. Ormai gli italiani avevano capito come sarebbe finita la guerra e dopo l’8 settembre del ‘43 molti giovani rifiutarono l’arruolamento per il timore d’essere spediti all’inutile macello. Questi giovani si rifugiavano nei boschi e nei casolari per sfuggire ai rastrellamenti congiunti di fascisti e tedeschi che presidiavano il nord dell’Italia. Nel territorio dell’Alto-piano dei Sette Comuni i nascondigli non mancavano. Bruno passava le notti ai margini del paese e si sentiva sicuro perché poteva rifugiarsi nel Bosco Nero in pochi minuti, alle prime avvisaglie di pericolo. Un giorno, nella primavera del ‘44, scendendo da un fienile, gli partì inavvertitamente un colpo dalla pistola che teneva nella Bruno Baleti cintola e rimase ferito ad una gamba. In quelle condizioni non poteva scappare e fu arrestato, insieme al padre Luigi, da Bruno Caneva. Era il 14 maggio del 1944 e li portarono ad Asiago nei pressi del campo d’aviazione. Furono interrogati al comando tedesco e poi trasferiti alle carceri di Asiago. Due giorni dopo furono portati al comando tedesco di Vicenza assieme ad altri dieci ostaggi. Li interrogarono tutti con minacce e percosse, poi li trasferirono al carcere di San Biagio. Dopo qualche giorno furono spediti nel campo di raduno per deportati di Fossoli, in provincia di Modena, nel quale confluivano migliaia di persone destinate ai campi di sterminio. Rimasero diversi giorni nei carri bestiame alla stazione ferroviaria di Carpi, in quaranta persone per vagone, ma padre e figlio furono separati. La lunga sosta permise alle donne del paese di dare qualcosa da mangiare ai prigionieri. Dalla cittadina emiliana i treni partirono per la Germania, ma dovettero sostare qualche giorno a Bolzano per evitare i bombardamenti degli aerei alleati sul valico del Brennero. Ritornata la calma i convogli partirono per la loro meta finale. Arrivati alla stazione ferroviaria di Mauthausen i prigionieri furono presi in consegna da un plotone delle SS e portati al campo di concentramento. Dopo tre mesi di umiliazioni, botte e fame cominciarono a portarli fuori dal recinto per i lavori forzati. Chi si ammalava spariva dal campo; i carcerieri dicevano che li portavano in un lazzaretto per curarli ma finivano prima nelle camere a gas, e poi nei forni crematori. In quell’inferno con gli italiani c’era gente di tutta Europa: francesi, russi, ucraini polacchi, lituani ed ebrei. Tutti gli internati erano contrassegnati con un triangolo rosso, tranne gli ebrei, per i quali il colore del triangolo era nero. Gli americani entrarono a Mauthausen nel maggio del 1945 ma i deportati dovettero aspettare, fino alla fine dello smistamento delle migliaia di prigionieri che si concluse a settembre, prima di rientrare in patria. Bruno tornò a casa insieme ad Attilio Panozzo, che poi emigrò in Australia. Erano in cinque di Roana nel famigerato campo di sterminio tedesco. Giovanni Panozzo detto Veluto, Luigi Frigo, padre di Bruno, e Matteo Panozzo, detto Tile, non ce la fecero. Oggi Bruno vive a Tresché Conca in una casa immersa nel verde sulla sponda sinistra della Val d’Assa. Ogni tanto qualcuno gli ricorda il passato e lui si fa serio. Toglie da un mobile una tessera col numero 4457. È un documento rilasciatogli dall’associazione nazionale ex deportati nei campi di concentramento nazisti. Renzo Capozzo 8 Sabato 6 febbraio 2010 Almanacco per 15 giorni Da sabato 6 a venerdì 19 febbraio 2010 l’Altopiano 26 a cura di Giovanni Dalle Fusine Il 6 febbraio è il 37° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 328 giorni alla fine del 2010 Sabato 6 febbraio S. Paolo Miki Domenica 7 S. Teodoro Lunedì 8 S. Girolamo Martedì 9 S. Apollonia Mercoledì 10 S. Scolastica Giovedì 11 B.V. Maria di Lourdes Venerdì 12 S. Eulalia Sabato 13 S. Maura Domenica 14 S. Valentino Lunedì 15 SS. Faustino e Giovita Martedì 16 S. Giuliana Mercoledì 17 le Sacre Ceneri Giovedì 18 S. Costanza Venerdì 19 S. Mansueto Un santo per volta: Santa Eulalia. Vergine e martire in Spagna, 12 febbraio, sec. III-IV Secondo il racconto del vescovo Quirico, Eulalia abitava a Barcellona durante la persecuzione del prefetto Daziano. La fanciulla, che per protezione il padre aveva portato fuori città, sembra si sia presentata spontaneamente dinanzi al tribunale e abbia rimproverato Daziano per aver dato l’avvio alla persecuzione. Il prefetto, mosso a compassione per la sua giovane età, avrebbe tentato di convincerla ad adorare gli idoli ma, alla fine, sarebbe stato costretto a condannarla al rogo. Etimologia: Eulalia = donna eloquente, ben parlante, dal greco. Emblema: Giglio, Palma Possiamo udire i versi che un poeta moderno, Federico Garcia Lorca, ha dedicato alla Santa: Nel gemere, la santa bambina Spezza il cristallo delle coppe. La ruota affila coltelli E uncini di curva acuta. Un flotto di vene verdi Sboccia dalla sua gola. Per terra, ormai senza guida, Soltanto le sue mani tagliate Che ancora possono incrociarsi . In tenue preghiera decapitata. Perciò, in Spagna, nella poetica e quasi sensuale fantasia del popolo devoto, Sant’Eulalia è restata la Martire tutta bianca, macchiata di rosso: due colori netti e insostituibili, quello della purezza e quello dell’amore, tra i tanti che compongono l’arcobaleno della santità. Successe tanti anni fa: La beffa di Buccari. Si svolse nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, si parla di beffa proprio perché non fu una vera e propria azione militare eclatante dal punto di vista del danno inflitto al nemico, ma piuttosto ebbe una grande rilevanza dal punto di vista psicologico. In effetti, l’Italia della prima guerra mondiale, in quel periodo, era moralmente a terra dopo la disfatta di Caporetto: questa azione la risollevò nell’animo. In pratica, una flotta composta da 30 uomini su tre motoscafi anti sommergibili (M.A.S. - in uno dei quali vi era Gabriele D’Annunzio), ed altre imbarcazioni di supporto capitanate da Costanzo Ciano e Luigi Rizzo, riuscirono ad entrare nella baia di Buccari (ove sostavano unità austriache sia mercantili che militari), beffando le difese austriache (per oltre 80 Km), e sparando 6 siluri contro alcune di quelle navi. Solo un siluro esplose (gli altri vennero intercettati dalle reti di protezione), ma nell’incredulità dei soldati austriaci posti in difesa del porto, la squadra italiana riuscì a riprendere il largo senza che un solo colpo fosse sparato contro di loro. Questo perché le difese austriache non riuscirono a capire come il nemico fosse riuscito ad entrare, scambiandolo così per flottiglia amica. In seguito Gabriele D’Annunzio scrisse un libro su questo fatto, dando così una risonanza nazionale all’accaduto. È da abbinare a questa azione anche il famoso motto (sempre coniato dal poeta Gabriele D’Annunzio): “Memento Audere Semper”, ovvero: “Ricorda di osare sempre”. Febbraio in cucina: “Torta al buro e sucaro”. Una leccornia d’altri tempi per questo dolce davvero casereccio e semplice da preparare. Ingredienti:250 gr di farina, 200 gr di panna da cucina, 10 gr di lievito di birra fresco, zucchero di canna, 20 gr di zucchero semolato, 175 gr di burro, 2 uova, 1 tuorlo sale Preparazione: far fondere 125 gr di burro e lasciarlo raffreddare. Lavorare la farina con un pizzico di sale, le due uova, il burro fuso, lo zucchero semolato e il lievito, sciolto in 2 cucchiai di acqua tiepida. Fare lievitare l’impasto al caldo per un’ora. Mettere la pasta in uno stampo (va benissimo anche quello da plumcake in silicone), spennellare la superficie con un tuorlo e far lievitare al caldo per un’altra ora. Coprire la superficie con abbondante zucchero di canna ed il resto del burro a fiocchi ed infornare a 180º per 30 minuti. Versare la panna da cucina sulla superficie e cuocere per altri 6 minuti. Frasi celebri su ricchezza e… povertà: “Se fatto con onesta umiltà, il perverso mestiere dell’economista accorda la memoria ai numeri, e alla più pacata ragione. (Geminello Alvi) L’accrescimento dell’annua riproduzione debb’essere lo scopo della Economia Politica: questo non può ottenersi se non col facile e pronto sfogo di tutta la porzione eccedente i bisogni interni dello Stato” (Pietro Verri). “Ho paura della ricchezza come della felicità. Tutti questi soldi mi scombussolano, mi fanno quasi sentire in colpa. Da un lato ho paura di gettarli via, perché m’è rimasto il ricordo vivissimo di quand’ero povero, dall’altro temo sempre di scoprirmi avaro (Elton John). “I fallimenti allontanano, la paura fa passare la voglia di riprovarci e genera altra paura, e intanto la vita scorre via. E nel frattempo bisogna continuare a pensare, ma Héctor non aveva voglia di leccarsi le ferite, preferiva brontolare fra sé aspettando che la tortilla finisse di cuocere (Paco Ignacio Taibo II). “Io amo i poveri, e soffrirei in un mondo senza poveri; i poveri sono le brioches dell’anima” (Giorgio Manganelli) “La vita è una cella un po’ fuori dell’ordinario, più uno è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione” (Vasco Pratolini). “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio” (Samuel Beckett). “Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare” (Oreste Benzi). “C’è vera condivisione solo nella povertà. C’è vera ricchezza solo nella condivisione” (Roger Etchegaray) ARIETE I cambiamenti che avete in mente da qualche tempo, ma che tuttora incontrano ostacoli, sono finalmente alla vostra portata, se vi applicherete al massimo. Nel sesso e nell’amore non tiratevi indietro, soprattutto se avete appena fatto un incontro importante, che potrebbe anche risultare decisivo. Nel lavoro sono possibili nuovi sviluppi. TORO Il destino vi presenta nuove proposte, da vagliare con la massima attenzione, specie se riguardano l’amore o acquisti impegnativi, su cui conviene riflettere prima di agire. Solo così riuscirete a non sprecare il favore di Giove e di Nettuno, che possono anche dar adito a qualche illusione: meglio capirlo in tempo, prima di lanciarsi in iniziative spericolate. GEMELLI Siete in grado di modificare con successo l’organizzazione del lavoro, che può subire un deciso miglioramento, grazie all’acquisto di nuovi strumenti tecnologici. Quanto all’amore, Plutone ormai quasi stabile nel vostro segno, suggerisce l’opportunità di una “ristrutturazione” di tutto ciò che è ormai superato. CANCRO Con prudenza potete cominciare a fare qualche progetto, specie nell’amore: se avete qualche dubbio chiari telo, affrontando con il sorriso eventuali incomprensioni con un partner che, specie se Gemelli, potrebbe tentare di sfuggirvi. Nel lavoro raccogliete le energie, e le prove della vostra efficienza e affidabilità, sostenendo senza timore le vostre ragioni. LEONE Sole e Mercurio hanno appena fatto il loro ingresso sfolgorante nel vostro segno: i più sensibili se ne saranno già accorti, dato il miglioramento del clima generale. Non sottovalutate, però, il quadrato di Marte, che potrebbe porre qualche ostacolo al raggiungimento di un obiettivo ambizioso d’amore, di sesso o anche finanziario: riuscirete a superarlo, se eviterete polemiche. VERGINE Saturno sta per entrare nel vostro segno e l’amore ne risente, sia in positivo che in negativo. Chi ha vissuto una rottura può analizzare, con cautela, i propri torti, ponendovi rimedio per recuperare ciò che più gli sta a cuore. Lo stesso si può dire se la crisi ha investito il fisico: ci si può riprendere con una certa facilità, magari affrontando una spesa imprevista. BILANCIA Nell’amore state in guardia: se non avete ancora fatto un incontro “fatale” questo è il momento più favorevole. Non appesantite il destino cercando di mantenere a tutti i costi lo status quo, ormai superato. Chi ha stretto una relazione importante nell’ultimo anno può cominciare a fare progetti, e lo stesso vale per chi ha rotto un equilibrio superato. SCORPIONE Giove e Nettuno, da tempo opposti al vostro segno, suggeriscono di mettere ordine nei settori che avete trascurato: potete dedicarvi all’organizzazione pratica e risolvere eventuali conflitti, non solo d’amore, con iniziative capaci di sbloccare un meccanismo inceppato. Maggiore chiarezza vi aiuterà a non perdere tempo e denaro in inutili ricerche. SAGITTARIO Finalmente il destino vi sorride benevolo: Venere in aspetto più che positivo, apre non solo all’amore e al sesso, ma anche a miglioramenti nella vita quotidiana, attraverso qualche saggio acquisto nel settore dell’arredamento, dell’organizzazione del lavoro e perfino dell’attrezzatura per cucinare, attività molto favorita da Venere. CAPRICORNO Via siete già accorti degli ostacoli che dovrete superare per andare avanti: Urano vi presenta il conto, per fortuna non troppo oneroso. Nell’amore vi manca un maggiore coinvolgimento, che potrebbe rendere più stabile il rapporto. I single potranno vivere le sollecitazioni uraniane attraverso nuove esperienze. ACQUARIO Avrete modo di constatare un deciso miglioramento del vostro tono, su tutti i fronti, se siete sportivi potete aspirare a riconoscimenti lusinghieri. Se invece volete che le vicende celesti aiutino gli affetti, puntate ad accendere un sentimento che finora avete vissuto con distacco. Non è escluso qualche piccolo affare in vista di qualcosa di interessante. PESCI Cominciate a prendere coscienza di quello che avete dovuto o voluto trascurare: è giusto il momento per l’approfondimento che finora è mancato. Soprattutto nell’amore, se volete arricchire la vita di relazione, o se state attraversando un periodo di relativa calma. Se invece volete sfruttare il favore di Marte nel lavoro, impegnatevi per superare un equivoco. Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarleall’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. Dalle ore 8.45 di sabato 6 alle ore 8.45 di sabato 13 febbraio GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – via Prestinari 34 Dalle ore 8.45 di sabato 13 alle ore 8.45 di sabato 20 febbraio ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – viale Matteotti In periodo stagionale (fino al 28 febbraio) la chiusura festiva è facoltativa. Riportiamo di seguito i distributori in turno di apertura. Domenica 7 febbraio ASIAGO: IP Via Rendola 54 Domenica 14 febbraio GALLIO: OMV Via Camona 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano ALPINI DI STOCCAREDDO IN FESTA Grande serata alpina venerdì 22 gennaio al Bar Col del Rosso di Stoccareddo. Il Gruppo Alpini, si è riunito per il rinnovo del tesseramento 2010 e la cena sociale con il tradizionale menù a base di “musso”. Per l’occasione è stato ospite d’eccezione il gruppo folk “El Canfin” che si è ben presto unito agli alpini stocarechi in canti tradizionali della nostra terra. Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli 27 Grazie a tutti per la bella festa “I coscritti del 1991 di Treschè Conca ringraziano don Stefano, gli accompagnatori Edèr, Andrea “Squicci”, Andreone, Alessandro, Massimo e Morgan, l’autista Luca, il fisarmonicista Graziano, i genitori, i proprietari dei locali, i gruppi musicali...e soprattutto i compaesani per l’ospitalità e per aver contribuito a rendere indimenticabile il weekend di festa dal 14 al 17 gennaio!” In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Claudio Savelli, Virginia Gianello, Aurora Carli, Serena Baù, Stefano Rigoni, Renato Angonese, Morena Turetta, Corrado Corradin, Alessandro Siviero, Renato Stona, Mario Basso, Sonia Basso, Ilario De Guio, Giulia Scaggiari Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale Grafica Altopiano Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova A Mezzaselva di Roana, in zona panoramica, esposto al sole, affittasi annualmente appartamento trilocale. Riscaldamento a metano. Luce ed acqua indipendenti. 400 euro al mese. Telefonare per informazioni ai numeri 041.423898 335.8046908 8 Sabato 6 febbraio 2010 l’Altopiano 28