Relazione - Facoltà Teologica dell`Italia Settentrionale
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Relazione - Facoltà Teologica dell`Italia Settentrionale
Il metropolita di Pergamo Ioannis (Zizioulas) L'avvio di questo sobrio intervento consta di un duplice richiamo, esplicitato in modalità diversa, di due scritti del Metropolita Ioannis. Il primo è una citazione da un articolo, divenuto celebre e spesso citato: Le mystère de l'Église dans la tradition orthodoxe1, che si apre in questo modo: «Ogni volta che debbo trattare un tema dal "punto di vista ortodosso" mi trovo in grande difficoltà. Cos'è il "punto di vista ortodosso"? come determinarlo? su quali basi e a partire da quali fonti? Gli ortodossi non hanno un Vaticano II a cui poter attingere. Non hanno una loro Confessione augustana e mancano dell'equivalente di un Lutero o di un Calvino per attribuire loro una precisa identità confessionale. Le sole fonti che possiedono in fatto di autorità sono loro comuni con il resto dei cristiani: la Bibbia e i Padri. Come si può, allora, determinare una posizione che sia specificatamente ortodossa sulla base di ciò che è comune con i non ortodossi?». Il secondo è soltanto la ripresa di una significativa occorrenza terminologica nell'esteso lemma Ortodossia, redatto dal Metropolita per l'italiana Enciclopedia del Novecento2, nel quale delinea la situazione odierna della Chiesa ortodossa, tenendo conto contemporaneamente sia delle nuove realtà storiche che hanno segnato la storia dell'ortodossia in questo secolo, sia dei criteri teologici che l'ortodossia sta elaborando per affrontare i nuovi sviluppi. Intendo segnalare il ribadito auspicio alla imprescindibile creatività, elaborazione creativa (e simili) che il Metropolita formula: «Elaborare creativamente una teologia ortodossa in grado di rispondere ai bisogni del movimento ecumenico. Questo significa per la teologia ortodossa odierna di cessare di essere il frutto ‛esotico' di un mondo totalmente ‛altro', per mettersi al servizio dell'intera Chiesa cattolica del nostro tempo». «Rispondere creativamente al nostro tempo o, almeno, alla questione della particolare identità dell'ortodossia di fronte al resto della cristianità oggi». «Quanto oggi ci sia bisogno di un'elaborazione creativa mirante a una sintesi della dimensione cristologica e di quella pneumatologica nella teologia». «L'ecclesiologia eucaristica va nella giusta direzione, verso una sana concezione della Chiesa; essa apre però nel contempo la via a una quantità di problemi che richiedono un'elaborazione creativa da parte della teologia ortodossa odierna». «È necessario, quindi, che la teologia ortodossa s'impegni creativamente nel tentativo di situare la gnoseologia e le acquisizioni a questo riguardo tratte dallo studio dei Padri mistici e ascetici nel contesto dell'ecclesiologia. Invece di continuare in questo modo conviene richiamare quanto scrive introducendo il lemma Ortodossia: «Di fronte alle realtà e alle richieste del nostro secolo, l'ortodossia è stata obbligata a riflettere sulle proprie radici storiche e teologiche, per trarne ispirazione e guida. Ciò ha portato a una rinascita del pensiero patristico e a una rinnovata considerazione, sotto tutti gli aspetti, delle condizioni effettive dell'ortodossia. Nuove impostazioni teologiche, che mettono l'accento sulla fedeltà al vecchio ἔϑος patristico, tentano di fornire i criteri di questa considerazione. E benché la ‛nuova teologia' sia tuttora in formazione e la Chiesa ufficiale non sembri tenerne molto conto nella prassi, diventa ognora più chiaro che il futuro dell'ortodossia è strettamente legato a questi sviluppi»3. Già questa introduzione lascia intravedere l'obiettivo perseguito dal Metropolita Ioannis, e questo gli va con gratitudine riconosciuto, col suo lavoro teologico: ritrovare la peculiare identità 1 In «Irénikon» 60 (1987) 323-335. Vol. V, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1980, 1-18. 3 Ivi, p. 1. 2 1 dell'ortodossia di fronte al resto della cristianità oggi, reinterpretando con genuinità la teologia, l'ecclesiologia e la spiritualità ortodosse, e, mantenendo aperto senza pregiudizi una fraterna relazione dialogica con essa, contribuire, arricchendola, alla missione improrogabile di porgere un correttivo al soggettivismo e all'individualismo del pensiero occidentale moderno e alla falsa concezione della persona che ne emana, promuovendo una comprensione autenticamente cristiana della persona umana, rendendola capace di affrontare la minaccia che fanno pesare su di essa, nel nostro tempo, l'individualismo da un lato e i totalitarismi politico, economico e tecnologico dall'altro. Si tratta di aspetti che affiorano senza sosta anche negli studi, solo in apparenza, squisitamente teologici. Tappe biografiche È legittima, a questo punto, una opportuna, non maldestra curiosità relativa alla sua persona, alla sua formazione, alla sua attività4. Nato nel 1931 a Kataphygion (letteralmente «il rifugio»), villaggio nella Macedonia greca, intraprende gli studi teologici nell'Università di Tessalonica nel 1950, li continua in quella di Atene dal 1952 al 1954. Ricorda, Ioannis Zizioulas, di questo periodo la formazione teologica d'impronta accademica e confessionale, connotata dai problemi teologici occidentali della neoscolastica e della riforma protestante. A consentirgli il primo, vero, contatto con l'Occidente è il corso accademico frequentato nel 1954-1955 presso l'Istituto ecumenico di Bossey, che gli permette pure un primo incontro con il movimento ecumenico, di cui diverrà una delle figure più eminenti in seguito. Completa, negli anni 1955-1957, la sua formazione accademica presso l'Università di Harvard, frequentando i corsi di patrologia dati da Georges Vasilievic Florovsky e di filosofia tenuti da Paul Tillich. Ad Harvard, inoltre, inizia due studi: il primo dedicato alla cristologia di Massimo il Confessore sotto la guida di Florovsky, il secondo che, diretto poi da Gerasimos Konidaris, diventa la sua tesi di laurea in Teologia, discussa nell'Università di Atene e pubblicata nel 1965 con il titolo L'unità della Chiesa nella divina Eucaristia e nel Vescovo durante i primi tre secoli5. Durante gli anni di formazione negli Stati Uniti d'America Zizioulas tiene corsi di storia della Chiesa nel Seminario russo ortodosso San Vladimir, a New York, ma soprattutto incontra e conosce John Meyendorff e Alexander Schmemann, discepoli presso l'Istituto ortodosso Saint Serge di Parigi di Nicolás Afanasiev, il primo a proporre la cosiddetta ecclesiologia eucaristica, che Zizioulas condivide, ma con significativi correttivi6. Per maggiori dettagli si vedano G. BAILLARGEON, Perspectives orthodoxes sur l'Église-Communion. L'oeuvre de Jean Zizioulas, Éditions Paulines & Médiaspaul, Montréal 1989, 27-58; J. FONTBONA I MISSÉ nella presentazione della traduzione spagnola dell'opera più nota di Zizioulas, El ser eclesial. Persona, comunión, Iglesia (Verdad e Imagen 162), Sígueme, Salamanca 2003, 1123; Y. SPITERIS, Joannis Zizioulas (1931-), «Credere Oggi» nr. 140 (2004) 131-142; B. PETRÀ, Zêzioulas, Iôannês, in A. PAVAN (ed.), Enciclopedia della persona nel XX secolo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2008, pp. 1142-1147 e ultimamente S. BORTNYK, Kommunion und Person. Die Theologie von John Zizioulas in systematischer Betrachtung [Forum Orthodoxe Theologie Bd. 13], LIT Verlag, Berlin et al. 2014, 15-20. 5 Riedita nel 1990 e, con aggiornamenti, nel 1993. Alla prima traduzione in francese L’Eucharistie,l’Évêque et l’Église durant les trois premiers siècles (Théophanie), Desclée de Brouwer, Paris 1994 ne è seguita una seconda per i tipi di Du Cerf nel 2011. 6 Cf. P. MCPARTLAN, The Eucharist Makes the Church. Henri de Lubac and John Zizioulas in Dialogue, T & T Clark, Edinburgh 1993, 227-235; J. FONTBONA I Missé, Comunión y sinodalidad. La eclesiología eucarística después de N. Afanasiev en I. Zizioulas y J.M.R. Tillard (Collectània sant Pacià 52), Facultat de Teologia de Catalunya-Herder, Barcelona-Roma 1994; P. NÈGRE, «Ceci est mon corps». Traversée de l'ecclésiologie eucharistiquea de Jean Zizioulas, «Nouvelle Revue Théologique» 130 (2008)194-219; V. ALEXANDROV, Remarques sur la critique de l'«ecclésiologie eucharistique» du père Nicolas Afanassieff, «Le Messager Orthodoxe» nr. 149 (2009) 18-34 (in traduzione inglese in «Sobornost» 31 [2009] 45-68); J.-M. VAN CANGH (dir.), L'Ecclésiologie eucharistique (Académie internationale des sciences religieuses), Cerf, Paris 2009. 4 2 Nel 1965, tornato ad Atene, diventa assistente del professor Konidaris nella locale università, distinguendosi, insieme a Panagiotis Nellas e Cristos Yannaras, per un impegno di profondo rinnovamento della teologia greca, sì che i tre avviano la Dekaetía tis Exinta – la generazione degli anni '60 – designazione divenuta abituale nella storia della teologia greca del XX secolo e talora sostituita da quella di Neo-ortodossia7. Obiettivo è dare impulso a un nuovo orientamento teologico in grado di rispondere alle sfide coeve, adottando un radicale ritorno alle fonti della propria tradizione – un ressourcement. Ne è testimonianza l'intervento di Zizioulas al Congresso di Tessalonica nell'agosto del 1966, dal titolo La vision eucharistique du monde et de l'homme contemporain8. Per Zizioulas inizia in questo periodo anche un vero impegno ecumenico, che lo vede presente, dal 1965 al 1968, a due gruppi di lavoro della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese: uno relativo allo sviluppo delle strutture conciliari, l'altro sull'Eucaristia. Entra a far parte in questo tempo del Segretariato della Commissione Fede e Costituzione ed è impegnato nella Commissione teologica "Cattolicità ed Apostolicità", creata dal Gruppo Misto di Lavoro della Chiesa cattolica romana e del Consiglio Ecumenico delle Chiese, cui contribuirà con il saggio La Communauté eucharistique et la Catholicité de l'Église9. Lascia Ginevra per la Scozia agli inizi degli anni '70: è docente di teologia sistematica prima a Edimburgo poi a Glasgow fino al 1987. Nel 1984 assumerà anche l'insegnamento nella Facoltà di Teologia di Tessalonica e nel 1989 nel King's College di Londra. L'anno 1986 segna una tappa importante per il teologo laico Zizioulas: il Sinodo Permanente del Patriarcato ecumenico lo elegge metropolita titolare di Pergamo e gli affida il compito di seguire il dialogo teologico interconfessionale e le relazioni ecclesiali ortodosse. Un compito che consolida la sua autorevolezza di teologo e consente di stringere amicizia con il domenicano Jean Marie Roger Tillard e, ancor prima dell'ordinazione episcopale, con il cardinale Ratzinger. Come Giovanni di Pergamo rappresenta il Patriarcato Ecumenico nei diversi incontri ecumenici ed è tuttora copresidente della Commissione mista internazionale per il dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa, il cui ultimo incontro risale all'agosto 2014 ad Amman, in Giordania. Prezioso in questo consesso è il suo apporto alla comprensione del ruolo singolare del Vescovo di Roma nella comunione delle Chiese e c'è chi ha scritto, al riguardo, che la caratteristica dell'approccio del metropolita Ioannis al problema del primato nella Chiesa è una ricerca di ragioni non nelle fonti storiche e canoniche ma nella teologia, precisamente nella triadologia, nella cristologia e nella teologia eucaristica10. È il teologo che, nel linguaggio di Thomas Kuhn, ha mutato il paradigma della ecclesiologia ortodossa. Il suo approccio innovativo consiste nel fatto che nel dibattito sul primato evita quello storico-canonico, dominante per lungo tempo nell'ecclesiologia ortodossa11. 7 Si veda l'ottima presentazione di P. KALAITZIDIS, From the “Return to the Fathers” to the Need for a Modern Orthodox Theology, «St Vladimir’s Theological Quarterly» 54 (2010) 5-36 e ID., New trends in Greek Orthodox theology: challenges in the movement towards a genuine renewal and Christian unity, «Scottish Journal of Theology» 67 (2014) 127-164. Per l'influsso di Florovsky cf. P.L. GAVRILYUK, Florovsky's Neopatristic Synthesis and the Future of Orthodox Theology, in G. DEMACOPOULOS-A. PAPANIKOLAOU (ed), Orthodox Constructions of the West, Fordham University Press, New York 2013, 102-124.302-308. 8 In «Contacts» 19 (1967) 83-92. 9 In «Istina» 14 (1969) 67-88. 10 J. ZIZIOULAS, L'Église et ses institutions. Textes réunis par G. Papathomas et H. Destivelle, Cerf, Paris 2011. 11 J. ZIZIOULAS, Primacy in the Church: An Orthodox Approach, in J. F. PUGLISI (ed.), Petrine Ministry and the Unity of the Church. Toward a Patient and fraternal Dialogue, A Symposium, Liturgical Press, Collegeville MI 1999, 115–125. Un'analisi di questa prospettiva in A. SHISHKOV, Metropolitan John Zizioulas on Primacy in the Church, «Internationale Kirchliche Zeitschrift» 104 (2014) 205-209 (con biblibliografia). 3 Due tratti caratteristici della sua riflessione teologica 1. Riflettere sulle proprie radici storiche e teologiche, per trarne ispirazione e guida rimane, a mio giudizio, il tratto distintivo dell'intera e consistente produzione storico-teologica, teologica ed ecumenica del Metropolita Ioannis12. Indica altresì la sua metodologia nella ricerca: considerare le proprie radici alla pari di nodi dinamici, per assumere intenzionalmente un imprestito da don Giovanni Moioli. Come nodi o radici sono riferimenti solidi, cui unirsi e restare uniti; dinamici perché hanno il vigore di attraversare come fermento la nostra esistenza. Talora egli dà un nome a queste radici: la sacra Scrittura, i Padri della Chiesa, di lingua greca in particolare, la liturgia eucaristica, nell'accezione della tradizione orientale atto in cui la chiesa vive la sua teologia, contempla l'essere di Dio e il proprio, percepisce di essere immagine degli eschata (in questa direzione il saggio Il mutamento di collocazione della prospettiva escatologica)13. Da tali radici scaturisce la verità principe della koinonia sinfonica o comunione e alterità o l'uno e i molti, titoli, questi ultimi, di raccolte di suoi saggi14, che costituisce l'insistente perno attorno al quale gravitano la triadologia, la pneumatocristologia, l'eucaristia, evento costitutivo dell'essere della chiesa e dell'ordinazione ai ministeri (su questo il contributo Cristologia, pneumatologia e istituzioni ecclesiastiche: un punto di vista ortodosso)15, il vissuto esistenziale ed esperienziale dell'ipostasi di esistenza ecclesiale – la persona vera secondo la maniera d'essere di Dio, quindi votata alla comunione16, rinata con il trascendimento della mera ipostasi biologica –. «Abbiamo qualificato come "ecclesiale" l'ipostasi conferita dal battesimo all'uomo. Infatti alla domanda: "in che modo questa nuova ipostasi non biologica, si realizza nella storia?", la risposta è: "nella chiesa e per mezzo di essa"»17. La chiesa, pertanto non è semplicemente una istituzione, bensì una modalità di esistenza, un modo di essere: come tale, se vuole poter offrire questa modalità di esistenza, la chiesa dev'essere una immagine della modalità secondo la quale Dio è. E l'intera sua struttura la deve esprimere. Questo chiede ad essa una fede retta, una visione corretta – ortodossa – dell'essere di Dio. Tale essere divino è spiegato con una paziente lettura delle testimonianze patristiche, a loro volta espressione di una scrutazione della rivelazione attestata impegnata a proporlo nella sua irrriducibilità alla pur autorevole elaborazione teodicea greca. In particolare è ai Cappadoci18 che Zizioulas tiene fermo lo sguardo: 12 Y. SPITERIS, La teologia ortodossa "riscopre" il suo passato. La teologia dei Padri riproposta all'uomo di oggi, in R. Gibellini (ed.), Prospettive teologiche per il XXI secolo, BTC 123, Queriniana, Brescia 2003, 275-307. In «Cristianesimo nella Storia» 5 (1984) 119-130. Communion and Otherness, T&T Clark, London 2006; G. EDWARDS (ed.), The One and the Many. Studies on God, Man, the Church, and the World Today, Sebastian Press, Alhambra CA, 2010; McPartlan, nella sua presentazione della raccolta dei saggi, definisce il loro autore «one of the architects of Orthodox-Catholic theological dialogue» (p. XIII). Un'interessante analisi dei saggi contenuti in quest'ultimo volume si può leggere in A. IH-REN MONG, The One and Many: An Examination of John Zizioulas’Ecclesiology, «The Canadian Journal of Orthodox Christianity» 9 (2014) 44-59. 15 In «Cristianesimo nella Storia» 2 (1981) 111-127. 16 Su questo aspetto si veda E.T. GROPPE, Creation Ex Nihilo and Ex Amore. Ontological Freedom in the Theologies of John Zizioulas and Catherine Mowry LaCugna, «Modern Theology» 21 (2005) 463-496. 17 Così il Metropolita Ioannis nel primo saggio contenuto nell'opera L'essere ecclesiale (Liturgia e vita), Qiqaion, Magnano (BI) 2007 (ed. orig. Genève 1981, 58s. In questa direzione viene presentato il pensiero di Zizioulas da Y. SPITERIS, La teologia ortodossa neo-greca (Collana studi religiosi), EDB, Bologna 1992, 363-416. 18 E. RUSSELL, Reconsidering Relational Anthropology. A Critical Assessment of John Zizioulas' Theological Anthropology, «International Journal of Systematic Theology» 5 (2003) 168-186. 13 14 4 «Per la natura divina, che è semplice, è nella koinonia della deità che risiede il principio di unità» (Basilio di Cesarea, Lo Spirito santo 18,45). «Ma quando dico "Dio" io intendo riferirmi al Padre, al Figlio e allo Spirito santo» (Gregorio di Nazianzo, Discorso 45,3). «L'essere di Dio, commenta ne L'essere ecclesiale (pp. 9-10), è un essere relazionale: senza il concetto di comunione non si potrebbe parlare dell'essere di Dio… Sarebbe impensabile parlare di un Dio uno prima di parlare del Dio che è comunione, cioè la Trinità… Così la comunione diventa nel pensiero patristico un concetto ontologico». 2. Nei suoi interventi più recenti il metropolita Ioannis svolge una riflessione che lo porta ad espandere il concetto di comunione, così come mostrato in Dio e nella sua immagine compiuta – l'ipostasi ecclesiale – alla ecologia. Il creato come eucaristia. Approccio teologico al problema dell’ecologia19; Sacerdoti della creazione: il servizio del Patriarcato Ecumenico per la protezione del creato 20 approdano a prospettare un'etica ecologica basata su un'etica di comunione21. La crisi ecologica è una crisi culturale, «una crisi – precisa Zizioulas – che ha a che fare con la perdita di sacralità della natura nella nostra cultura». Occorre recuperare una corretta azione ecologica, che manifesti con coerenza l'attuarsi della persona nel movimento direzionato verso la comunione, in un’ekstasis dell’essere, che va al di là dell’essere semplicemente fuori-di-sé e proietta questo essere-fuori verso la comunione. Secondo John Zizioulas e considerando il livello di comprensione di noi stessi come imago Dei, sarebbe questa nozione di ekstasis che non darebbe luogo a un’emanazione in senso neoplatonico ma a un autentico essere-altro. Un’etica ecologica ekstatica si poggia su un’antropologia relazionale, dove l’essere umano esiste in quanto si dona totalmente a un “altro” (incluso il mondo naturale). Partendo da questa antropologia, la conoscenza, la riflessione e la sensibilità che l’uomo sviluppa sull’ambiente che lo circonda contribuiscono allo sviluppo della sua stessa interiorità ekstatica, cioè di un’interiorità vissuta nell’esteriorità in virtù del dono-di-sé. Per concludere: Ioannis Zizioulas portavoce dell'Ortodossia contemporanea È divenuto consueto – quasi istintivo – ascoltarlo così, leggerlo con questa precomprensione22, percepire come la sua intelligenza teologica riesca a rintracciare contenuti della comune tradizione ecclesiale e a rielaborarli con formulazioni che non disdegnano di assumere, come frutto di un dialogo schietto, opportuni apporti filosofici e letterari. Una onestà intellettuale, questa, che sottrae al luogo comune che restringe la teologia ortodossa alla ripetizione atemporale di consumate parole. 19 Qiqajon, Magnano (BI) 1994. In L. D'AYALA VALVA, L. CREMASCHI E A. MAINARDI (cur.), L'uomo custode del creato. Atti del XX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, Bose, 5-8 settembre 2012, Qiqajon, Magnano (BI) 2013, 63-78. 20 21 Cf. K. GOSLER, Homo oecologicus, «Il Regno - Attualità» 54/2 (2009), 54-60; M. OLIVEIRA PANÃO, Un’etica ecologica basata su un’“ecologia di comunione”, «Nuova Umanità» 34 (2012) 67-82. 22 Cf. G. BAILLARGEON, Jean Zizioulas, porte-parole de l'Orthodoxie contemporaine, «Nouvelle Revue Théologique» 111(1989) 176193 e S. BORTNYK, Kommunion und Person. Die Theologie von John Zizioulas in systematischer Betrachtung [Forum Orthodoxe Theologie Bd. 13], LIT Verlag, Berlin et al. 2014, 20-21. 5 Al contrario, la crescente attenzione per i suoi scritti da parte di non pochi teologi occidentali, ancorché talora critici su alcune sue analisi e conclusioni23; il fatto di un incremento assiduo di lavori di dottorato poi editi su alcune tematiche che lo hanno reso noto ben oltre il perimetro della sua appartenenza ecclesiale24, dimostrano l'elevato livello della sua produzione teologica, la sua messa a fuoco di alcuni nuclei tematici da cui partire per un congruo ristabilimento della Chiesa indivisa, alla cui realizzazione non si giunge chiedendo uniformità bensì dando concretezza a quel concetto ontologico di comunione che rende gli esseri e la chiesa veri. Siamo partiti dal riferimento al lemma Ortodossia, vi ritorniamo per riconoscere un ultimo tratto dell'apertura d'animo e di mente del metropolita Ioannis. «Una delle caratteristiche più rilevanti del nuovo orientamento [teologico] nel suo insieme sta nel fatto che si è sviluppato quasi esclusivamente in campo non ortodosso. L'Occidente gli ha offerto ospitalità, qualche volta anche assegnando a teologi ortodossi cattedre in facoltà non ortodosse, mentre l'Oriente ortodosso si mostra incapace, o non vuole fare altrettanto. Agli occhi dell'osservatore laico ciò può sembrare un accidente storico. Ma a chi guardi la storia con occhio diverso la cosa appare provvidenziale; non solo, infatti, l'Occidente offre alla teologia ortodossa moderna una casa, ma anche un terreno reso fertile dai propri sinceri tentativi di elaborare una teologia significativa per la Chiesa e il mondo di oggi. E da quando la teologia ortodossa sta imparando che deve fedeltà non a una particolare confessione ma alla Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, può ben darsi che il suo sviluppo sul terreno occidentale sia una condizione per la sua stessa esistenza» (p. 9). Anche per questo Le spetta il riconoscimento solenne in atto oggi in questa Facoltà Teologica. Εἰς πολλὰ ἔτη. Σεβασμιώτατε! Antonio Zani 23 A titolo di esempio si segnala D.H. KNIGHT (ed.), The Theology of John Zizioulas. Personhood and the Church, Ashgate, Aldershot 2007: raccoglie in duecento pagine le valutazioni di dodici teologi anglicani, riformati, cattolici ed ortodossi. In lingua italiana sono di qualche interesse B. PETRÀ, La «libera» monarchia del Padre e le sue ambiguità. Considerazioni sulla dottrina trinitaria di Ioannis Zizioulas e G. CANOBBIO, Unità e Trinità nei suoi riflessi ecclesiologici, «PATH» 11 (2012) rispettivamente pp. 475-98 e 521-537. 24 Solo le più recenti: P. M. COLLINS, Trinitarian theology, West and East. Karl Barth, the Cappadocian Fathers, and John Zizioulas, Oxford University Press, Oxford 2001; J.G. JACKISCH, Der Geist, Christus und die Kirche. John Zizioulas, Georges Florovsky, Martin Luther und Johannes Calvin im Dialog, Books on Demand, Norderstedt 2003; D. MUNTEANU, Was ist der Mensch? Grundzüge und gesellschaftliche Relevanz einer ökumenischen Anthropologie anhand der Theologien von K. Rahner, W. Pannenberg und J. Zizioulas, Neukirchener Verlag, Neukirchen-Vluyn 2010; C.L. FISHER, Human significance in theology and the natural sciences. An Ecumenical Perspective with Reference to Pannenberg, Rahner, and Zizioulas (Princeton theological monograph series 128), Pickwick Publications, Eugene (OR.) 2010; S. BORTNYK, Kommunion und Person. Die Theologie von John Zizioulas in systematischer Betrachtung [Forum Orthodoxe Theologie Bd. 13], LIT Verlag, Berlin et al. 2014; D. GNAU, Person werden. Theologische Anthropologie im Werk der gegenwärtigen orthodoxen Theologen Panagiotis Nellas, Christos Yannaras und Ioannis Zizioulas, Echter Verlag, Würzburg 2015; in it. J. SYTY, Il primato nell'ecclesiologia ortodossa attuale. Il contributo dell'ecclesiologia eucaristica di Nicola Afanassieff e John Zizioulas, Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma 2002. 6