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Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale

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Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale
Festival Pianistico di Primavera
AUDITORIUM RAI “ARTURO TOSCANINI” DI TORINO
3° CONCERTO
giovedì 28 maggio 2015
ore 21
JOHN AXELROD direttore
HERBERT SCHUCH pianoforte
ISABEL BAYRAKDARIAN soprano
Ullmann
Górecki
3°
giovedì 28 maggio 2015
ore 21
JOHN AXELROD direttore
HERBERT SCHUCH pianoforte
ISABEL BAYRAKDARIAN soprano
Viktor Ullmann (1898-1944)
Concerto op. 25
per pianoforte e orchestra (1939)
Allegro con fuoco – Un poco tranquillo – Tempo I
Andante tranquillo – Largo [attacca]
Allegro – Vivo
Allegro molto – Comodo – più vivo – Quasi cadenza
[Durata: 19’ ca.]
Prima esecuzione Rai a Torino
Henryk Górecki (1933-2010)
Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi
per soprano e orchestra (1976)
(su testi di preghiere e canti popolari polacchi)
Lento. Sostenuto tranquillo ma cantabile
Lento e largo. Tranquillissimo, cantabilissimo, dolcissimo,
legatissimo
Lento. Cantabile semplice – Lento e largo
[Durata: 54’ ca.]
Prima esecuzione Rai a Torino
(nel 1993 è stata eseguita al Festival di Strasburgo dall’Orchestra di
Torino della Rai).
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto è trasmesso in collegamento diretto su Radio3
per il programma “Radio3 Suite”
Viktor Ullmann
Concerto op. 25 per pianoforte e orchestra
Il 15 marzo del 1939 la Germania nazista invadeva la Cecoslovacchia ed
entrava a Praga, con la conseguente costituzione del Protettorato di Boemia
e Moravia e l’introduzione nei territori occupati di dure leggi contro gli ebrei.
Viktor Ullmann, compositore di origine ebraica nato a Teschen (l’odierna
Tesín), una cittadina dell’impero austro-ungarico collocata in Slesia tra la
Cecoslovacchia e la Polonia, si trovava in quel momento a Praga, dopo che
i suoi tentativi di emigrare in Inghilterra o in Sud Africa erano miseramente
falliti. Nonostante il clima di terrore instaurato da Hitler e dal Reich, Ullmann
continuò a comporre musica, e risale proprio al 1939 il suo Concerto op. 25
per pianoforte e orchestra.
Prima di arrivare a Praga per la prima volta intorno agli anni ‘20, dove la
carriera artistica del compositore e direttore d’orchestra aveva raggiunto esiti
positivi soprattutto grazie al periodo come assistente del Direttore musicale
Alexander Zemlinsky al Nuovo Teatro Tedesco, Ullmann si era formato a
Vienna in ambito umanistico con Joseph Polnauer, Wilhelm Gerusalemme,
Heinrich Jalowetz ed Eduard Steuermann. Centrale per l’elaborazione di una
personale filosofia e teoria musicale fu l’incontro con Arnold Schönberg, suo
mentore nella capitale austriaca, così come importante fu la conoscenza dei
lavori di Alban Berg e Gustav Mahler.
Finché la situazione politica non iniziò a degenerare pesantemente nel
1933, con l’ascesa sempre più forte del potere nazista in Germania, Ullmann
aveva professionalmente definito in Europa la sua posizione come musicista,
compositore, direttore d’orchestra, critico musicale e docente. Ma da quel
momento in poi la sua vita fu segnata dall’avvicinarsi di un inesorabile
destino, di cui il Concerto op. 25 è in parte testimonianza vera.
Nel 1940 il Concerto venne pubblicato con dedica alla pianista Juliette Aranyi:
«Un lavoro dionisiaco per la venerabile signora del pianismo apollineo». Ma
Juliette non poté mai eseguirlo.
Alla pianista e al compositore toccò infatti la stessa terribile sorte: entrambi
furono deportati nel campo di concentramento di Theresienstadt (Terezín) a
nord di Praga e infine ad Auschwitz, dove morirono nel 1944.
Ullmann aveva strutturato il breve ma denso concerto pianistico in quattro
movimenti (ca. 19 minuti di musica) con l’idea di non buttarsi alle spalle
la tradizione del concerto classico (non mancano infatti l’Allegro di sonata
iniziale, la forma del Lied nel secondo movimento, il terzo tempo pensato
come uno Scherzo..) ma di ricollegarsi a quel mondo riesplorandone i
contenuti, e ciò è evidente soprattutto se pensiamo al tema di ragtime, agli
spostamenti d’accento e alle sonorità brusche del terzo movimento (Allegro
– Vivo), riferimento a un certo modernismo che brulicava allora in Germania
e in Cecoslovacchia.
Solo trentadue anni dopo la composizione, il 28 aprile del 1992, il mondo poté
ascoltare in prima assoluta a Stoccarda il Concerto op. 25 di Viktor Ullmann,
interpretato al pianoforte da Konrad Richter con la Staatsphilharmonie
Brünn diretta da Israel Yinon.
Henryk Górecki
Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi
per soprano e orchestra
Il 1992 è l’anno che consacra la notorietà della Terza Sinfonia op. 36 “Dei canti
lamentosi” per soprano e orchestra di Henryk Górecki, grazie all’incisione
realizzata dall’etichetta Elektra-Nonesuch (Warner) con la London Sinfonietta
diretta da David Zinman e con Dawn Upshaw come soprano solista.
Il successo del disco fu strepitoso e registrò vendite da capogiro per la musica
classica! La popolarità dell’opera diventò tale che molti musicisti e gruppi,
appartenenti a diversi stili e generi musicali, ne rielaborarono e ripresero alcuni
aspetti (melodici e armonici soprattutto). La Terza Sinfonia, poi, ha fatto da
colonna sonora al documentario “Chernobyl Heart” di Maryann DeLeo, che
vinse l’Oscar nel 2004.
Ma facciamo un passo indietro. Górecki, nato e vissuto prevaletemente in
Polonia, si accostò tardi alla composizione e studiò a Katowice, dove divenne
professore di musica all’Università, e a Parigi, dove si fece sentire forte
l’influenza di Anton Webern, Karlheinz Stockhausen e Olivier Messiaen. Difficile
è però incasellare l’arte compositiva del musicista polacco in un unico stile: molti
studiosi ravvisarono nelle sue prime opere una vicinanza con lo strutturalismo
di Pierre Boulez, ma se si guardano invece i lavori dagli anni ‘70 in poi, che
abbandonano progressivamente la dissonanza in favore della consonanza e
della semplicità armonica, vi si può ritrovare il “minimalismo sacro” alla Arvo
Pärt o alla John Tavener. È innegabile che la fonte di ispirazione principale per
Górecki fu sempre la sua fede cattolica e il rispetto per il patrimonio culturale
polacco, compresi gli elementi folklorici e i testi medievali. Il musicoloco Adrian
Thomas scrisse del compositore che « il passato musicale della Polonia, la sua
Chiesa e la sua cultura tradizionale sono i pilastri indistruttibili su cui sono
fondati la sua identità e le sue origini, così come quelle del suo paese ».
La Sinfonia n. 3 venne composta tra l’ottobre e il dicembre 1976 proprio mentre
Górecki si trovava a Katowice, ed eseguita il 4 aprile dell’anno seguente al
Festival Internazionale di Royan con Stefania Woytowicz come soprano solista e
Ernest Bour alla direzione dell’Orchestra Sinfonica della Radio Tedesca del SudOvest. La dedica dell’opera era per la moglie del compositore Jadwiga Rurańska.
Il sottotitolo “Dei canti lamentosi” rimanda alla tematica del testo che
accompagna i tre movimenti lenti della sinfonia e che parla di figli sottratti
alle madri e alla vita. Nel primo movimento la vergine Maria è di fonte alla
croce e la voce di soprano canta un poema polacco del XV secolo conosciuto
come il “Lamento della Santa Croce”. Un canone monumentale e complesso
agli archi, che Górecki impiegò moltissimo tempo a perfezionare, trova il
suo bilanciamento nell’ingresso del canto semplice e puro del soprano. Nel
secondo movimento la voce intona una preghiera scritta nel 1944 da Helena
Wanda Blazusiakówna, diciottenne prigioniera della Gestapo, sul muro 3 della
cella 3 di un carcere nazista a Zakopane, in Polonia. Il ritmo placido del canto,
che richiama la melodia del primo movimento, si mescola a pianti lamentosi
mentre viene pronunciata la parola “madre”. Nel terzo movimento una donna
piange il figlio ucciso in una rivolta, prega per lui e ne cerca il corpo cantando
una melodia ispirata a un canto popolare, composta da Górecki usando parte di
un inno ecclesiastico.
Nonostante il chiaro legame alle vicende politiche e agli eventi storici che
colpirono la Polonia, pare che Górecki non pensasse di spiegare la Sinfonia come
risposta a un evento politico o storico. Il lavoro è una evocazione dei legami tra
madre e figlio. Il compositore scrisse infatti: «Molti della mia famiglia morirono
nei campi di concentramento. Avevo un nonno che era a Dachau, una zia ad
Auschwitz. Si sa com’è tra polacchi e tedeschi. Ma Bach era anche lui tedesco –
e così Schubert e Strauss. Ognuno ha il proprio posto su questa piccola terra. Mi
sono lasciato tutto alle spalle. Quindi la Terza Sinfonia non parla della guerra;
non è un Dies Irae; è una normale Sinfonia “Dei canti lamentosi”».
Irene Sala
Henryk Górecki
Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi
Figlio mio, figlio adorato e prediletto,
Condividi con tua madre le tue ferite;
E poiché, figlio mio, ti ho sempre portato
nel cuore
E ti ho sempre servito fedelmente,
Parla con tua madre, e rendila felice,
Anche se mi stai già abbandonando, mia
dolce speranza.
Lamento del Monastero della Santa Croce, dalla
collezione dei “canti Lysagòra”
(Seconda metà del XV secolo)
No Madre, non piangere.
Immacolata Regina del Cielo
Sostienimi sempre.
Ave Maria.
My son, my chosen and beloved,
Share your wounds with your mother;
And because, dear son, I have always carried
you in my heart
And always served you faithfully,
Speak to your mother, to make her happy,
Although you are already leaving me, my
cherished hope.
Lamentation of the Holy Cross Monastery from the
“Łysagóra Songs” collection.
(Second half of the 15th century)
No, Mother, do not weep.
Most chaste Queen of Heaven
Support me always.
“Zdrowaś Mario” *.
(Preghiera incisa sul muro 3 della cella 3 nei
sotterranei del “Palazzo”, quartier generale
della Gestapo a Zokopane, porta la firma
di Helena Wanda Błazusiakówna e le parole
“18 anni, in carcere dal 25 settembre 1944”).
Prayer inscribed on wall 3 of cell no.3 in the
basement of ‘Palace’, the Gestapo’s headquarters
in Zakopane; beneath is the signature of Helena
Wanda Błażusiakówna, and the words ”18 years
old, imprisoned since 25 September 1944”.
* “Zdrowaś Mario” (Ave Maria) - l’introduzione della
preghiera polacca alla Santa Madre
* “Zdrowaś Mario” (Ave Maria) - the opening of the
Polish prayer to the Holy Mother
Dove sei finito
Mio amato figlio?
Forse ucciso dal nemico
Durante la ribellione.
Voi, persone malvagie,
In nome di Dio,
Ditemi, perche avete ucciso
Il mio figliolo?
Where has he gone
My dearest son?
Perhaps during the uprising
The cruel enemy killed him.
Ah, you bad people
In the name of God, the most Holy,
Tell me, why did you kill
My son?
Non avrò più
il suo sostegno
Per quanto possa dar sfogo
Ai miei vecchi occhi.
Quand’anche le mie amare lacrime
Ricreassero un nuovo fiume Oder
Non riporterebbero in vita
Il figlio mio.
Never again
Will I have his support
Even if I cry
My old eyes out.
Were my bitter tears
To create another River Oder
They would not restore to life
My son.
Giace nella sua tomba
E non so dove
Sebbene lo chieda
A chiunque incontri.
Forse quel povero fanciullo
Giace in un fosso fangoso
Mentre avrebbe potuto riposare
Nel tepore del suo letto.
He lies in his grave
And I know not where
Though I keep asking people
Everywhere.
Perhaps the poor child
Lies in a rough ditch
And instead he could have been
Lying in his warm bed.
Cantate per lui,
Uccellini del cielo
Poiché sua madre
Non riesce a trovarlo.
E voi, piccoli fiori del Signore
Sbocciate tutt’attorno a lui
Ché mio figlio
Riposi in pace.
Oh, sing for him
God’s little song-birds
Since his mother
Cannot find him.
And you, God’s little flowers,
May you blossom all around
So that my son
May sleep happily.
Canto tradizionale nel dialetto
della regione di Opole
Traduzione italiana: Evans Tonon
Folk song in the dialect
of the Opole region
Traduzione inglese: Krystyna Carter
JOHN AXELROD
Laureato alla Harvard University nel 1988 e formatosi nella tradizione di Bernstein,
ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin e ha partecipato al
programma dell’American Symphony Orchestra League. Dopo aver completato con
successo la carica quinquennale come Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica
di Lucerna e come Direttore musicale del Teatro di Lucerna, la posizione di Direttore
Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire e di Direttore principale
dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, nel 2014 John Axelrod viene nominato
Direttore principale e Direttore artistico della Real Orquesta Sinfónica de Sevilla
e mantiene la posizione di Direttore principale ospite dell’Orchestra Sinfonica di
Milano “G.Verdi”. Fra le orchestre con cui collabora regolarmente figurano anche la
Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, la NDR di Amburgo, la hr-Sinfonieorchester
di Francoforte, l’OSN Rai di Torino, la OSI di Lugano, la Camerata Salzburg, la ORF
Radio-Symphonieorchester Wien e Grazer Philharmonische Orchester. Ha diretto
nuove produzioni quali Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet e al Teatro alla
Scala, Flight di J. Dove per la Leipzig Oper e Tristano e Isotta ad Angers/Nantes.
Per il Festival di Lucerna ha diretto le nuove produzioni di Kaiser von Atlantis,
Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera da tre soldi, Idomeneo. Nel 2014
ha diretto Evgenij Onegin al San Carlo di Napoli e ha inaugurato il Festival di
Spoleto con il trittico Erwartung, La Dame de Monte Carlo e La Mort de Cléopâtre.
Prossimamente dirigerà una nuova produzione di Candide e la prima assoluta de
Lo specchio magico di Fabio Vacchi per il Maggio Musicale Fiorentino e la nuova
produzione di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny di Weill per l’Opera di Roma.
Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, collabora con
diverse orchestre giovanili professionali. Si ricordano le tournée con la Schleswig
Holstein Festival Orchestra al Festival di Salisburgo, l’Orchestra Giovanile Italiana
in Italia, l’Accademia della Scala a Muscat, la Nord Deutsche Junge Philharmonie
in Germania, la Sinfonia Iuventus in Polonia e la Vienna Jeunesse Orchester in
Austria. Incide regolarmente le etichette Sony Classical, Warner Classics, Ondine,
Universal, Naïve e Nimbus. L’ultimo progetto discografico Brahms Beloved per la
Telarc vede l’integrale delle Sinfonie di Brahms, con l’Orchestra Sinfonica di Milano
“G.Verdi”, abbinate ai Lieder di Clara Schumann.
HERBERT SCHUCH
Nato nel 1979 a Timisoara, in Romania, dopo aver iniziato gli studi di pianoforte
nella sua città natale, nel 1988 si è trasferito con la sua famiglia in Germania,
dove attualmente risiede. Ha proseguito gli studi sotto la guida di Kurt Hantsch
e di Karl-Heinz Kämmerling presso il Mozarteum di Salisburgo. I recenti incontri
e le collaborazioni con Alfred Brendel hanno influenzato la sua attività artistica.
Si è affermato sulla ribalta internazionale vincendo, nel giro di un solo anno, tre
importanti concorsi pianistici: il ‘Casagrande’, il ‘Concorso Pianistico Internazionale’
di Londra e il ‘Beethoven’ di Vienna. Da allora si è esibito con le più prestigiose
orchestre tra cui la Filarmonica di Londra, la NHK, la Camerata Salzburg, la
Residentie Orkest Den Haag, i Bamberger Symphoniker, le Orchestre Sinfoniche
delle Radio MDR, WDR e NDR di Hannover e DR (Radio Danese). È inoltre ospite
regolare di festival quali il Kissinger Sommer, il Festival Musicale di Rheingau, il
Festival Pianistico della Rhur e il Festival di Salisburgo. Collabora anche con direttori
d’orchestra del calibro di Pierre Boulez, Andrey Boreyko, Douglas Boyd, Olari Elts,
Lawrence Foster, Eivind Gullberg Jensen, Jakub Hrusa, Yannick Nézet-Séguin,
Jonathan Nott, Markus Poschner e Michael Sanderling. La stagione 2013/2014 lo
ha visto esibirsi in recital in sei diversi programmi con opere di Schubert e Janáček
in varie sale da concerto tra cui il Mozarteum di Salisburgo. Nel 2013 è stato
pubblicato il suo ultimo Album, il settimo realizzato per l’etichetta discografica
OehmsClassics, che comprende opere degli stessi autori. Schumann, Ravel e
Schubert sono i protagonisti delle incisioni Nachtstücke e Sehnsuchtswalzer,
mentre in altre registrazioni troviamo opere di Holliger e Lachenmann. Nel 2012 è
stato pubblicato un CD con il Terzo Concerto per pianoforte di Beethoven insieme al
Concerto per pianoforte di Viktor Ullmann, eseguiti con l’Orchestra Sinfonica WDR
diretta da Olari Elts, che ha ricevuto l’ECHO Klassik nella categoria ‘Registrazione
dell’Anno-Concerto (Musiche del XX e XXI secolo)’. Schuch aveva già ricevuto lo
stesso premio nella sezione ‘Miglior Incisione dell’Anno di Musica da Camera’
per il CD con i Quintetti per pianoforte ed archi di Beethoven e Mozart. Oltre ad
essere impegnato nell’attività concertistica, ha a lungo profuso grande impegno
nell’organizzazione “Rhapsody in School”, progetto fondato da Lars Vogt e volto alla
diffusione della musica classica nelle scuole.
ISABEL BAYRAKDARIAN
Vincitrice del concorso della “Metropolitan Opera” e prima classificata al concorso
“Operalia”, la cantante canadese-armena ha conseguito un “Honorary Doctorate”
dal Royal Conservatory of Music di Toronto e le medaglie “Golden and Diamond
Jubilee” dal Queen Elizabeth II. È inoltre laureata in Ingegneria Biomedica presso
l’Università di Toronto.
Sul palco dell’opera i suoi ruoli vanno da Mélisande nel Pelléas et Mélisande di
Debussy a Blanche in Dialogues des Carmélites di Poulenc a Vixen in Cunning
Little Vixen di Janáček. È ospite regolare del Metropolitan di New York, della Lyric
Opera di Chicago, della Canadian Opera Company, dell’Opéra de Paris, del Covent
Garden, dei teatri di Houston, Barcellona, Salisburgo, Los Angeles, del Maggio
Musicale Fiorentino e del Teatro alla Scala.
In ambito sinfonico ha collaborato con le orchestre di New York, Boston, Chicago,
Toronto, San Francisco, Los Angeles, Pittsburgh, Minnesota, Vancouver, Montreal
e con i direttori più prestigiosi. Collaborazioni recenti includono impegni con
Cincinnati Symphony, Indianapolis Symphony, Toronto Symphony e Tafelmusik
Baroque Orchestra.
I suoi recital sono applauditi per il repertorio eclettico e l’immancabile
padronanza comunicativa del linguaggio e dello stile.
Le sue incisioni discografiche sono state premiate con il Juno e il Grammy Award
e includono diversi progetti: dalle arie barocche su Cleopatra, alle canzoni
di Pauline Viardot-Garcia, nonché arie e duetti di Mozart, “Tango Notturno”,
opere del compositore armeno Gomidas Vartabed, la Sinfonia n. 3 di Górecki, la
Sinfonia n. 2 di Mahler, la colonna sonora de Il Signore degli Anelli: Le Due Torri.
Il suo disco più recente, Troubadour & the Nightingale, è stato nominato sia per
il premio Juno che per il Western Canada Music Award. Ha recentemente inciso
per Deutsche Grammophon.
PARTECIPANO AL CONCERTO
VIOLINI PRIMI
*Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi,
Constantin Beschieru, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer,
Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg.
TROMBE
*Roberto Rossi, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.
VIOLINI SECONDI
*Paolo Giolo, Enrichetta Martellono, Valentina Busso, Pietro Bernardin, Michal Ďuriš,
Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni,
Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carola Zosi.
TROMBONI BASSI
Gianfranco Marchesi, Antonello Mazzucco.
VIOLE
*Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giovanni Matteo Brasciolu, Giorgia Cervini,
Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo,
Davide Ortalli, Margherita Sarchini.
TIMPANI
*Maurizio Bianchini.
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Pietro Di Somma,
Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Gabriele Carpani, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli,
Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri.
FLAUTI
*Giampaolo Pretto, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli, Paolo Fratini.
TROMBONI
*Joseph Burnam, Devid Ceste.
TUBA
Daryl Smith.
PERCUSSIONI
Carmelo Giuliano Gullotto, Alberto Occhiena, Claudio Scolari.
ARPA
*Margherita Bassani.
BANJO
Salvatore Seminara.
PIANOFORTE
*Vittorio Rabagliati.
OTTAVINO
Fiorella Andriani, Paolo Fratini.
OBOI
*Francesco Pomarico, Franco Tangari.
CORNO INGLESE
Teresa Vicentini.
CLARINETTI
Enrico Maria Baroni, Franco Da Ronco, Graziano Mancini.
CLARINETTO PICCOLO
Franco Da Ronco.
CLARINETTO BASSO
Salvatore Passalacqua.
FAGOTTI
*Andrea Corsi, Cristian Crevena.
CONTROFAGOTTI
Bruno Giudice, Sabrina Pirola.
*prime parti ° concertini
CORNI
*Corrado Saglietti, Marco Panella, Emilio Mencoboni, Bruno Tornato.
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711,
generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al
venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
4° CONCERTO
giovedì 4 giugno 2015 ore 21
FILIPPO MARIA BRESSAN direttore
FEDERICO COLLI pianoforte
Louis Spohr
Sinfonia n. 6 in sol maggiore op. 116 Historische Sinfonie
Johannes Brahms
Concerto n. 1 in re minore op. 15
per pianoforte e orchestra
BIGLIETTERIA
Auditorium Rai “A. Toscanini” - via Rossini 15 - 10124 - Torino
Tel. 011/8104653 - 8104961 Fax 011/8170861
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