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Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale
Festival Pianistico di Primavera AUDITORIUM RAI “ARTURO TOSCANINI” DI TORINO 3° CONCERTO giovedì 28 maggio 2015 ore 21 JOHN AXELROD direttore HERBERT SCHUCH pianoforte ISABEL BAYRAKDARIAN soprano Ullmann Górecki 3° giovedì 28 maggio 2015 ore 21 JOHN AXELROD direttore HERBERT SCHUCH pianoforte ISABEL BAYRAKDARIAN soprano Viktor Ullmann (1898-1944) Concerto op. 25 per pianoforte e orchestra (1939) Allegro con fuoco – Un poco tranquillo – Tempo I Andante tranquillo – Largo [attacca] Allegro – Vivo Allegro molto – Comodo – più vivo – Quasi cadenza [Durata: 19’ ca.] Prima esecuzione Rai a Torino Henryk Górecki (1933-2010) Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi per soprano e orchestra (1976) (su testi di preghiere e canti popolari polacchi) Lento. Sostenuto tranquillo ma cantabile Lento e largo. Tranquillissimo, cantabilissimo, dolcissimo, legatissimo Lento. Cantabile semplice – Lento e largo [Durata: 54’ ca.] Prima esecuzione Rai a Torino (nel 1993 è stata eseguita al Festival di Strasburgo dall’Orchestra di Torino della Rai). Redazione a cura di Irene Sala Il concerto è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite” Viktor Ullmann Concerto op. 25 per pianoforte e orchestra Il 15 marzo del 1939 la Germania nazista invadeva la Cecoslovacchia ed entrava a Praga, con la conseguente costituzione del Protettorato di Boemia e Moravia e l’introduzione nei territori occupati di dure leggi contro gli ebrei. Viktor Ullmann, compositore di origine ebraica nato a Teschen (l’odierna Tesín), una cittadina dell’impero austro-ungarico collocata in Slesia tra la Cecoslovacchia e la Polonia, si trovava in quel momento a Praga, dopo che i suoi tentativi di emigrare in Inghilterra o in Sud Africa erano miseramente falliti. Nonostante il clima di terrore instaurato da Hitler e dal Reich, Ullmann continuò a comporre musica, e risale proprio al 1939 il suo Concerto op. 25 per pianoforte e orchestra. Prima di arrivare a Praga per la prima volta intorno agli anni ‘20, dove la carriera artistica del compositore e direttore d’orchestra aveva raggiunto esiti positivi soprattutto grazie al periodo come assistente del Direttore musicale Alexander Zemlinsky al Nuovo Teatro Tedesco, Ullmann si era formato a Vienna in ambito umanistico con Joseph Polnauer, Wilhelm Gerusalemme, Heinrich Jalowetz ed Eduard Steuermann. Centrale per l’elaborazione di una personale filosofia e teoria musicale fu l’incontro con Arnold Schönberg, suo mentore nella capitale austriaca, così come importante fu la conoscenza dei lavori di Alban Berg e Gustav Mahler. Finché la situazione politica non iniziò a degenerare pesantemente nel 1933, con l’ascesa sempre più forte del potere nazista in Germania, Ullmann aveva professionalmente definito in Europa la sua posizione come musicista, compositore, direttore d’orchestra, critico musicale e docente. Ma da quel momento in poi la sua vita fu segnata dall’avvicinarsi di un inesorabile destino, di cui il Concerto op. 25 è in parte testimonianza vera. Nel 1940 il Concerto venne pubblicato con dedica alla pianista Juliette Aranyi: «Un lavoro dionisiaco per la venerabile signora del pianismo apollineo». Ma Juliette non poté mai eseguirlo. Alla pianista e al compositore toccò infatti la stessa terribile sorte: entrambi furono deportati nel campo di concentramento di Theresienstadt (Terezín) a nord di Praga e infine ad Auschwitz, dove morirono nel 1944. Ullmann aveva strutturato il breve ma denso concerto pianistico in quattro movimenti (ca. 19 minuti di musica) con l’idea di non buttarsi alle spalle la tradizione del concerto classico (non mancano infatti l’Allegro di sonata iniziale, la forma del Lied nel secondo movimento, il terzo tempo pensato come uno Scherzo..) ma di ricollegarsi a quel mondo riesplorandone i contenuti, e ciò è evidente soprattutto se pensiamo al tema di ragtime, agli spostamenti d’accento e alle sonorità brusche del terzo movimento (Allegro – Vivo), riferimento a un certo modernismo che brulicava allora in Germania e in Cecoslovacchia. Solo trentadue anni dopo la composizione, il 28 aprile del 1992, il mondo poté ascoltare in prima assoluta a Stoccarda il Concerto op. 25 di Viktor Ullmann, interpretato al pianoforte da Konrad Richter con la Staatsphilharmonie Brünn diretta da Israel Yinon. Henryk Górecki Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi per soprano e orchestra Il 1992 è l’anno che consacra la notorietà della Terza Sinfonia op. 36 “Dei canti lamentosi” per soprano e orchestra di Henryk Górecki, grazie all’incisione realizzata dall’etichetta Elektra-Nonesuch (Warner) con la London Sinfonietta diretta da David Zinman e con Dawn Upshaw come soprano solista. Il successo del disco fu strepitoso e registrò vendite da capogiro per la musica classica! La popolarità dell’opera diventò tale che molti musicisti e gruppi, appartenenti a diversi stili e generi musicali, ne rielaborarono e ripresero alcuni aspetti (melodici e armonici soprattutto). La Terza Sinfonia, poi, ha fatto da colonna sonora al documentario “Chernobyl Heart” di Maryann DeLeo, che vinse l’Oscar nel 2004. Ma facciamo un passo indietro. Górecki, nato e vissuto prevaletemente in Polonia, si accostò tardi alla composizione e studiò a Katowice, dove divenne professore di musica all’Università, e a Parigi, dove si fece sentire forte l’influenza di Anton Webern, Karlheinz Stockhausen e Olivier Messiaen. Difficile è però incasellare l’arte compositiva del musicista polacco in un unico stile: molti studiosi ravvisarono nelle sue prime opere una vicinanza con lo strutturalismo di Pierre Boulez, ma se si guardano invece i lavori dagli anni ‘70 in poi, che abbandonano progressivamente la dissonanza in favore della consonanza e della semplicità armonica, vi si può ritrovare il “minimalismo sacro” alla Arvo Pärt o alla John Tavener. È innegabile che la fonte di ispirazione principale per Górecki fu sempre la sua fede cattolica e il rispetto per il patrimonio culturale polacco, compresi gli elementi folklorici e i testi medievali. Il musicoloco Adrian Thomas scrisse del compositore che « il passato musicale della Polonia, la sua Chiesa e la sua cultura tradizionale sono i pilastri indistruttibili su cui sono fondati la sua identità e le sue origini, così come quelle del suo paese ». La Sinfonia n. 3 venne composta tra l’ottobre e il dicembre 1976 proprio mentre Górecki si trovava a Katowice, ed eseguita il 4 aprile dell’anno seguente al Festival Internazionale di Royan con Stefania Woytowicz come soprano solista e Ernest Bour alla direzione dell’Orchestra Sinfonica della Radio Tedesca del SudOvest. La dedica dell’opera era per la moglie del compositore Jadwiga Rurańska. Il sottotitolo “Dei canti lamentosi” rimanda alla tematica del testo che accompagna i tre movimenti lenti della sinfonia e che parla di figli sottratti alle madri e alla vita. Nel primo movimento la vergine Maria è di fonte alla croce e la voce di soprano canta un poema polacco del XV secolo conosciuto come il “Lamento della Santa Croce”. Un canone monumentale e complesso agli archi, che Górecki impiegò moltissimo tempo a perfezionare, trova il suo bilanciamento nell’ingresso del canto semplice e puro del soprano. Nel secondo movimento la voce intona una preghiera scritta nel 1944 da Helena Wanda Blazusiakówna, diciottenne prigioniera della Gestapo, sul muro 3 della cella 3 di un carcere nazista a Zakopane, in Polonia. Il ritmo placido del canto, che richiama la melodia del primo movimento, si mescola a pianti lamentosi mentre viene pronunciata la parola “madre”. Nel terzo movimento una donna piange il figlio ucciso in una rivolta, prega per lui e ne cerca il corpo cantando una melodia ispirata a un canto popolare, composta da Górecki usando parte di un inno ecclesiastico. Nonostante il chiaro legame alle vicende politiche e agli eventi storici che colpirono la Polonia, pare che Górecki non pensasse di spiegare la Sinfonia come risposta a un evento politico o storico. Il lavoro è una evocazione dei legami tra madre e figlio. Il compositore scrisse infatti: «Molti della mia famiglia morirono nei campi di concentramento. Avevo un nonno che era a Dachau, una zia ad Auschwitz. Si sa com’è tra polacchi e tedeschi. Ma Bach era anche lui tedesco – e così Schubert e Strauss. Ognuno ha il proprio posto su questa piccola terra. Mi sono lasciato tutto alle spalle. Quindi la Terza Sinfonia non parla della guerra; non è un Dies Irae; è una normale Sinfonia “Dei canti lamentosi”». Irene Sala Henryk Górecki Sinfonia n. 3 op. 36 Dei canti lamentosi Figlio mio, figlio adorato e prediletto, Condividi con tua madre le tue ferite; E poiché, figlio mio, ti ho sempre portato nel cuore E ti ho sempre servito fedelmente, Parla con tua madre, e rendila felice, Anche se mi stai già abbandonando, mia dolce speranza. Lamento del Monastero della Santa Croce, dalla collezione dei “canti Lysagòra” (Seconda metà del XV secolo) No Madre, non piangere. Immacolata Regina del Cielo Sostienimi sempre. Ave Maria. My son, my chosen and beloved, Share your wounds with your mother; And because, dear son, I have always carried you in my heart And always served you faithfully, Speak to your mother, to make her happy, Although you are already leaving me, my cherished hope. Lamentation of the Holy Cross Monastery from the “Łysagóra Songs” collection. (Second half of the 15th century) No, Mother, do not weep. Most chaste Queen of Heaven Support me always. “Zdrowaś Mario” *. (Preghiera incisa sul muro 3 della cella 3 nei sotterranei del “Palazzo”, quartier generale della Gestapo a Zokopane, porta la firma di Helena Wanda Błazusiakówna e le parole “18 anni, in carcere dal 25 settembre 1944”). Prayer inscribed on wall 3 of cell no.3 in the basement of ‘Palace’, the Gestapo’s headquarters in Zakopane; beneath is the signature of Helena Wanda Błażusiakówna, and the words ”18 years old, imprisoned since 25 September 1944”. * “Zdrowaś Mario” (Ave Maria) - l’introduzione della preghiera polacca alla Santa Madre * “Zdrowaś Mario” (Ave Maria) - the opening of the Polish prayer to the Holy Mother Dove sei finito Mio amato figlio? Forse ucciso dal nemico Durante la ribellione. Voi, persone malvagie, In nome di Dio, Ditemi, perche avete ucciso Il mio figliolo? Where has he gone My dearest son? Perhaps during the uprising The cruel enemy killed him. Ah, you bad people In the name of God, the most Holy, Tell me, why did you kill My son? Non avrò più il suo sostegno Per quanto possa dar sfogo Ai miei vecchi occhi. Quand’anche le mie amare lacrime Ricreassero un nuovo fiume Oder Non riporterebbero in vita Il figlio mio. Never again Will I have his support Even if I cry My old eyes out. Were my bitter tears To create another River Oder They would not restore to life My son. Giace nella sua tomba E non so dove Sebbene lo chieda A chiunque incontri. Forse quel povero fanciullo Giace in un fosso fangoso Mentre avrebbe potuto riposare Nel tepore del suo letto. He lies in his grave And I know not where Though I keep asking people Everywhere. Perhaps the poor child Lies in a rough ditch And instead he could have been Lying in his warm bed. Cantate per lui, Uccellini del cielo Poiché sua madre Non riesce a trovarlo. E voi, piccoli fiori del Signore Sbocciate tutt’attorno a lui Ché mio figlio Riposi in pace. Oh, sing for him God’s little song-birds Since his mother Cannot find him. And you, God’s little flowers, May you blossom all around So that my son May sleep happily. Canto tradizionale nel dialetto della regione di Opole Traduzione italiana: Evans Tonon Folk song in the dialect of the Opole region Traduzione inglese: Krystyna Carter JOHN AXELROD Laureato alla Harvard University nel 1988 e formatosi nella tradizione di Bernstein, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin e ha partecipato al programma dell’American Symphony Orchestra League. Dopo aver completato con successo la carica quinquennale come Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Lucerna e come Direttore musicale del Teatro di Lucerna, la posizione di Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire e di Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, nel 2014 John Axelrod viene nominato Direttore principale e Direttore artistico della Real Orquesta Sinfónica de Sevilla e mantiene la posizione di Direttore principale ospite dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G.Verdi”. Fra le orchestre con cui collabora regolarmente figurano anche la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, la NDR di Amburgo, la hr-Sinfonieorchester di Francoforte, l’OSN Rai di Torino, la OSI di Lugano, la Camerata Salzburg, la ORF Radio-Symphonieorchester Wien e Grazer Philharmonische Orchester. Ha diretto nuove produzioni quali Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet e al Teatro alla Scala, Flight di J. Dove per la Leipzig Oper e Tristano e Isotta ad Angers/Nantes. Per il Festival di Lucerna ha diretto le nuove produzioni di Kaiser von Atlantis, Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera da tre soldi, Idomeneo. Nel 2014 ha diretto Evgenij Onegin al San Carlo di Napoli e ha inaugurato il Festival di Spoleto con il trittico Erwartung, La Dame de Monte Carlo e La Mort de Cléopâtre. Prossimamente dirigerà una nuova produzione di Candide e la prima assoluta de Lo specchio magico di Fabio Vacchi per il Maggio Musicale Fiorentino e la nuova produzione di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny di Weill per l’Opera di Roma. Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, collabora con diverse orchestre giovanili professionali. Si ricordano le tournée con la Schleswig Holstein Festival Orchestra al Festival di Salisburgo, l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, l’Accademia della Scala a Muscat, la Nord Deutsche Junge Philharmonie in Germania, la Sinfonia Iuventus in Polonia e la Vienna Jeunesse Orchester in Austria. Incide regolarmente le etichette Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naïve e Nimbus. L’ultimo progetto discografico Brahms Beloved per la Telarc vede l’integrale delle Sinfonie di Brahms, con l’Orchestra Sinfonica di Milano “G.Verdi”, abbinate ai Lieder di Clara Schumann. HERBERT SCHUCH Nato nel 1979 a Timisoara, in Romania, dopo aver iniziato gli studi di pianoforte nella sua città natale, nel 1988 si è trasferito con la sua famiglia in Germania, dove attualmente risiede. Ha proseguito gli studi sotto la guida di Kurt Hantsch e di Karl-Heinz Kämmerling presso il Mozarteum di Salisburgo. I recenti incontri e le collaborazioni con Alfred Brendel hanno influenzato la sua attività artistica. Si è affermato sulla ribalta internazionale vincendo, nel giro di un solo anno, tre importanti concorsi pianistici: il ‘Casagrande’, il ‘Concorso Pianistico Internazionale’ di Londra e il ‘Beethoven’ di Vienna. Da allora si è esibito con le più prestigiose orchestre tra cui la Filarmonica di Londra, la NHK, la Camerata Salzburg, la Residentie Orkest Den Haag, i Bamberger Symphoniker, le Orchestre Sinfoniche delle Radio MDR, WDR e NDR di Hannover e DR (Radio Danese). È inoltre ospite regolare di festival quali il Kissinger Sommer, il Festival Musicale di Rheingau, il Festival Pianistico della Rhur e il Festival di Salisburgo. Collabora anche con direttori d’orchestra del calibro di Pierre Boulez, Andrey Boreyko, Douglas Boyd, Olari Elts, Lawrence Foster, Eivind Gullberg Jensen, Jakub Hrusa, Yannick Nézet-Séguin, Jonathan Nott, Markus Poschner e Michael Sanderling. La stagione 2013/2014 lo ha visto esibirsi in recital in sei diversi programmi con opere di Schubert e Janáček in varie sale da concerto tra cui il Mozarteum di Salisburgo. Nel 2013 è stato pubblicato il suo ultimo Album, il settimo realizzato per l’etichetta discografica OehmsClassics, che comprende opere degli stessi autori. Schumann, Ravel e Schubert sono i protagonisti delle incisioni Nachtstücke e Sehnsuchtswalzer, mentre in altre registrazioni troviamo opere di Holliger e Lachenmann. Nel 2012 è stato pubblicato un CD con il Terzo Concerto per pianoforte di Beethoven insieme al Concerto per pianoforte di Viktor Ullmann, eseguiti con l’Orchestra Sinfonica WDR diretta da Olari Elts, che ha ricevuto l’ECHO Klassik nella categoria ‘Registrazione dell’Anno-Concerto (Musiche del XX e XXI secolo)’. Schuch aveva già ricevuto lo stesso premio nella sezione ‘Miglior Incisione dell’Anno di Musica da Camera’ per il CD con i Quintetti per pianoforte ed archi di Beethoven e Mozart. Oltre ad essere impegnato nell’attività concertistica, ha a lungo profuso grande impegno nell’organizzazione “Rhapsody in School”, progetto fondato da Lars Vogt e volto alla diffusione della musica classica nelle scuole. ISABEL BAYRAKDARIAN Vincitrice del concorso della “Metropolitan Opera” e prima classificata al concorso “Operalia”, la cantante canadese-armena ha conseguito un “Honorary Doctorate” dal Royal Conservatory of Music di Toronto e le medaglie “Golden and Diamond Jubilee” dal Queen Elizabeth II. È inoltre laureata in Ingegneria Biomedica presso l’Università di Toronto. Sul palco dell’opera i suoi ruoli vanno da Mélisande nel Pelléas et Mélisande di Debussy a Blanche in Dialogues des Carmélites di Poulenc a Vixen in Cunning Little Vixen di Janáček. È ospite regolare del Metropolitan di New York, della Lyric Opera di Chicago, della Canadian Opera Company, dell’Opéra de Paris, del Covent Garden, dei teatri di Houston, Barcellona, Salisburgo, Los Angeles, del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro alla Scala. In ambito sinfonico ha collaborato con le orchestre di New York, Boston, Chicago, Toronto, San Francisco, Los Angeles, Pittsburgh, Minnesota, Vancouver, Montreal e con i direttori più prestigiosi. Collaborazioni recenti includono impegni con Cincinnati Symphony, Indianapolis Symphony, Toronto Symphony e Tafelmusik Baroque Orchestra. I suoi recital sono applauditi per il repertorio eclettico e l’immancabile padronanza comunicativa del linguaggio e dello stile. Le sue incisioni discografiche sono state premiate con il Juno e il Grammy Award e includono diversi progetti: dalle arie barocche su Cleopatra, alle canzoni di Pauline Viardot-Garcia, nonché arie e duetti di Mozart, “Tango Notturno”, opere del compositore armeno Gomidas Vartabed, la Sinfonia n. 3 di Górecki, la Sinfonia n. 2 di Mahler, la colonna sonora de Il Signore degli Anelli: Le Due Torri. Il suo disco più recente, Troubadour & the Nightingale, è stato nominato sia per il premio Juno che per il Western Canada Music Award. Ha recentemente inciso per Deutsche Grammophon. PARTECIPANO AL CONCERTO VIOLINI PRIMI *Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Constantin Beschieru, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg. TROMBE *Roberto Rossi, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini. VIOLINI SECONDI *Paolo Giolo, Enrichetta Martellono, Valentina Busso, Pietro Bernardin, Michal Ďuriš, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carola Zosi. TROMBONI BASSI Gianfranco Marchesi, Antonello Mazzucco. VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giovanni Matteo Brasciolu, Giorgia Cervini, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Davide Ortalli, Margherita Sarchini. TIMPANI *Maurizio Bianchini. VIOLONCELLI *Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino. CONTRABBASSI *Cesare Maghenzani, Gabriele Carpani, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri. FLAUTI *Giampaolo Pretto, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli, Paolo Fratini. TROMBONI *Joseph Burnam, Devid Ceste. TUBA Daryl Smith. PERCUSSIONI Carmelo Giuliano Gullotto, Alberto Occhiena, Claudio Scolari. ARPA *Margherita Bassani. BANJO Salvatore Seminara. PIANOFORTE *Vittorio Rabagliati. OTTAVINO Fiorella Andriani, Paolo Fratini. OBOI *Francesco Pomarico, Franco Tangari. CORNO INGLESE Teresa Vicentini. CLARINETTI Enrico Maria Baroni, Franco Da Ronco, Graziano Mancini. CLARINETTO PICCOLO Franco Da Ronco. CLARINETTO BASSO Salvatore Passalacqua. FAGOTTI *Andrea Corsi, Cristian Crevena. CONTROFAGOTTI Bruno Giudice, Sabrina Pirola. *prime parti ° concertini CORNI *Corrado Saglietti, Marco Panella, Emilio Mencoboni, Bruno Tornato. Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano. Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539. CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". 4° CONCERTO giovedì 4 giugno 2015 ore 21 FILIPPO MARIA BRESSAN direttore FEDERICO COLLI pianoforte Louis Spohr Sinfonia n. 6 in sol maggiore op. 116 Historische Sinfonie Johannes Brahms Concerto n. 1 in re minore op. 15 per pianoforte e orchestra BIGLIETTERIA Auditorium Rai “A. Toscanini” - via Rossini 15 - 10124 - Torino Tel. 011/8104653 - 8104961 Fax 011/8170861 e-mail: [email protected] - www.osn.rai.it www.facebook.com/osnrai @OrchestraRai instagram.com/orchestrasinfonicarai