Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
NOTE RASSEGNE E Dietro le città invisibili Viktor Sklovskij, narratore di Roberto Ludovico Uno degli aspetti più affascinanti di un libro come Le città invisibili sta probabilmente nel rapporto che questo testo instaura con un pre-testo eccel- Come lente come to" personaggi di Kublai Kan e dello stesso Polo e deriva lantefatto, per i il Milione. così dire, dal quale il testo noto da esso Calvino "prende infatti, in presti- genera. si In proposito, presentando Le città invisibili in una intervista rilasciata a L'Espresso nel 1972, Calvino dichiarava: "Il libro è nato così, dallidea del rifacimento del MilioìW. In quel momento non m'interessavo, con alcuni amici, a forme letterarie narrative, e mi interessavo anche menti d'altre opere Icorsivo incominciato a scrivere il alle opere letterarie che sono nostro]. È rifaci- quello spirito che ho in capitolo introduttivo del libro con Marco Polo e Kublai Kan". Questa è l'ottica in cui la Del inserita. resto, a genesi del rapporto conferma tra i due testi di quegli interessi specifici cui dovrebbe essere si fa riferimento due anni prima una propria rilettura dell'Orlando Furiosoe che Storia di Orlando pazzo per amore e Stona di Astolfo sulla luna, sono titoli di due sezioni de nell'intervista, non va dimenticato che Calvino aveva già pubblicato i // castello dei destini incrociati. Calvino fossero i quali "rifacimenti" ai quali s'interessava in quegli anni, tuttavia, intento di questo studio è di esaminare invisibili non menziona esplicitamente ed il l'ipotesi Milione non fosse per cui diretto, ma il legame instaurato piuttosto mediato da tra un Le città "rifaci- mento", appunto, del libro di Marco Polo. Una rilettura del Milione, intitolata Marko Polo cata nel 1931, a Mosca, da "Viktor Sklovskij. Il razvedcik, era stata pubbli- testo, che fu edito in italiano da Mondadori proprio nel 1972 (stesso anno della pubblicazione delle Città invisibili), aveva già conosciuto due edizioni francesi datate 1938 e 1948, plausibilmente accessibili con una certa facilità a Calvino QUADERM d'italiamstica\ oìumc XX. No. 1-2, 1999 che dal 1967 Roberto Ludovico risiedeva a Parigi. Proprio l'attenzione per nome il del "formalista" Viktor Sklovskij negli anni attivi della scuola strutturalista francese, insieme alle due potrebbero diverse coincidenze e somiglianze riscontrabili tra i indurre a supporre che Calvino avesse conosciuto libro del russo nell'edi- zione parigina e che fosse proprio quello in mente quando padava "opere di il uno testo (o il testi, dei che avesse testi) che sono rifacimenti letterarie d'altre opere". Quella di Sklovskij è una riscrittura del nella quale suggestioni personali (la Polo) sommano ad una si Milione estremamente affascinante voce Il libro consiste di (da una a sei pagine mediamente, otto in Venezia. I i il grande capitoli un solo caso) più una appendice apre all'altezza cronologica delle origini della Marco approssimativamente dopo racconto lo segue non solo fino limiti quarantuno brevi città di personaggi di Matteo e Niccolò Polo vengono introdotti col terzo capitolo, quello di e alterna a quella di si puntuale ricontestualizzazione storica del raccon- to del viaggio del veneziano. in undici sezioni, e si di Sklovskij al capitolo dopo primo quarto ritorno a Venezia ma, cronologici dello stesso Milione, fino sensibilità, il alla un capitolo, di libro, andando oltre morte, tracciandone, con ritratto psicologico affasci- nante, evidentemente frutto dell'interpretazione personale di Sklovskij, suffragata Si da altre fonti come vedrà biografiche e storiche. alcuni dei propri del libro di Sklovskij ed assenti in tratti quello di Polo ritorneranno ne Le città legame importante questa ipotesi accenno è endosi tra non è i due stata e, Bibliotehèque Nationale con limitato all'influenza delle un saggio il alla luce, i con la rifer- "(sono fortuna di Sklovskij, pena ruolo del testo di Sklovskij mode gli suo il di seguire questa sia il Voyage descrizione delle cinquantacinque comincerà col Tartari, svolge e vi sia un di Sklovskij. contatti più diretti tra Le città invisibili e si da considerarsi oppure culturali di quegli anni, veneziano e l'imperatore dei si invisibili, scriveva: (102). Vale forse la saranno nei corsivi del libro di Calvino, dove loro complesso, unico breve del 1988 di Cario Ossola che, diretto tra Le città di Calvino e Naturalmente, Un esso, le miniature del Livre des Merveilles della [...])" taracela per determinare se cante sia stato possibile riscontrare, anni della composizione de Le città Voyage de Marco Polo facendo pensare ad un approfondita in maniera specifica. anni del resto nei quali torna legame più Per quanto testi. stato rintracciato in agli invisibili, che la il Marko Polo vicenda fa tra il da cornice meralla Da un confronto tra due testi nel notare come essi condividano scelte di città. i carattere stmtturale quale la suddivisione in capitoli relativamente brevi, oltre che una preferenza per un andamento paratattico della — 218 — sintassi, che dà Dietro le città inmsibiu Viktor Sklovskij, narratore m vita, in ed entrambi allusivo. comune ad uno Sono elementi piuttosto laconico, stile per abbondano anche modello certi tratti stilistici al estremamente "denso" che potrebbero avere una radice questi, tuttavia, nel Milione. Per altro, evidente è di rivolgersi, in cui casi, i Calvino la scelta esplicita di veneziano diretto del testo del descrizioni di città ("Di Samarcan" (51), "Di Pein" (54), le "Di Ciarcian" (55), "Di Lop" (56), "Di Camul" (58), solo per fare qualche esempio) di un capitolo ciascuna, mente paragonabili debbono Milione: per lunghezza, spesso approssimativa- e, alle singole sezioni de Le città invisibili. Per questo si inoltre notare molti degli incipit calviniani ricalcati su quelli del il primo di essi recita proprio "Partendosi di là e nate verso levante..." {.Le città invisibili 15), ma più oltre si andando tre gior- legge ancora "Di andando verso mezzodì, l'uomo s'incontra ad Anastasia..." (20), oppure "Ora dirò della città..." (41), "Di là dopo, sei giorni e sette notti, l'uomo arriva. .."(51), "Dopo aver marciato sette giorni attravercapo a tre giornate, so boscaglie..." (83), ecc. Tuttavia, nei corsivi Calvino inserisce una dimensione del lutto rispetto al testo medievale, nel quale, date le finalità divulgative ative del nuova ed inform- mercatante Polo, poco o nessuno spazio veniva lasciato alle descrizioni psicologiche degli uomini, ossia del Kan, o, in prima persona, dello stesso Polo, nonché al genere dei rapporti esistenti tra i due. Si sa invece dell'importanza di quest'aspetto nel libro di Calvino. Le città invisibili si apre con una la seguente constatazione: un momento che segue all'orgoglio per territori che abbiamo conquistato, alla Nella vita degli imperatori c'è l'ampiezza sterminata dei malinconi e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli. (13) Immediatamente viene impostato da: c'è "un certo delle conquiste momento" si il tono entro il quale si svolgerà nella vita degli imperatori, in cui azzarda un consuntivo. È un Kublai dopo la vicen- l'orgoglio Kan vecchio a sentire questa esigenza, e stanco di battaglie di elefanti e di conquiste, che vuole arrivare a comprendere, finalmente, il sa è l'immagine che dell'imperatore senso del proprio impero. Ben diver- ci offre il Milione, dedito alla caccia e all'amministrazione del proprio sterminato territorio. Marco Polo ne definisce l'età quando, nelle carceri genovesi, gli attribuisce ottantacinque anni nel 1298, senza sapere ch'egli era morto invece quattro anni prima. Sklovskij, al contrario, avvantaggiandosi di una ovviamente più profonda prospettiva storica, ripetutamente insiste, invece, sulla vecchiaia del Kan: 219 Roberto Ludovico "Koubilaï était déjà vieux, venait de remplacer le vin par le thé il un utensile en cuivre, dans lequel on faisait brûler du charbon de bois. Le Grand Khan parlait déjà de la vertu et faisait venir à sa Cour les disinfusé dans de l'eau bouillante et qu'on chauffait dans de Confucius." ile voyage de Marco Polo 173) ciples E poi, di seguito: "Ecoutant de joui En plus, le souverain, Marco Polo comprit que le grand Khan avait que sa fin était peut-être proche. vie jusqu'à la satiètè et la il apprit scope du prince que le chef des astrologues hésitait à établir l'horo- héritier. "(/^/^.) Le parole di Sklovskij suggeriscono un immagine del vecchio imperatore alquanto più simile a quella dell'uomo che Marco Polo ne Le manca inconia, né "è città invisibili. il sembrato la al ad ascoltare le descrizioni di quale non è sconosciuta la mal- consapevolezza della decadenza dell'impero: la momento Un uomo sta disperato in cui somma di tutte le si scopre che quest'impero che ci era meraviglie è uno sfacelo senza fine né forma, che la sua corruzione è troppo incancrenita perché il nostro scettro possa mettervi riparo, che il trionfo sui sovrani avversari ci ha fatto eredi della loro rovina. " (Ze città invisibili^) Marco Polo, diversamente da Calvino, nel Milione si era soffermato lungamente sugli strabilianti splendori dell'impero del Kan e sugli sfarzi della sua reggia. Nei dieci capitoli compresi tra r85 e il 94, il veneziano più volte indugia sulla grandiosità della corte, sui "sollazzi" e suir"allegrezza" dell'imperatore, preoccupandosi soltanto di fornire una descrizione che sorpren- desse il lettore con tono quasi fiabesco del racconto. È Sklovskij invece a il delineare con lucidità, dietro anche sole, la il lusso e potenza quasi la noia di chi ormai possiede tutto e perché si intitola: al mattino "Monsieur le si alzi. Il comanda su illimitata del tutto - compreso Governeur Marco Polo s'ennuie, mais "Kubilay souffrait de ne lui la le Grand Khan goutte, ses jambes lui faisaient mal, la viande convenaient pas. Les troupe n'étaient pas sûres, (Le voyage il ventiseiesimo capitolo del libro di Sklovskij s'ennuie également". Comincia così: et le vin Kan, la Cour ne de Marco Polo 170) — 220 l'était pas non plus." Dietro le città Di seguito legge si sale del palazzo con la invisibili Viktor Sklovskij, narratore descrizione degli ormai stanchi divertimenti nelle cui l'imperatore cercava di sollevare il proprio spirito: spettacoli di prestigiatori, giullari, saltimbanchi, giocolieri e maghi. notizia presa da Polo, secondo decisione di far di solita tutti cui il Kan. un bel giorno avrebbe preso la l'in- costoro un esercito e di mandarli a conquistare provincia di Mie. la Dalla corte noiosa e corrotta presentata da Sklovskij, è breve Calvino di 'certe sere in cui alle descrizioni di sul rci non [...] diverte più e si fine - il lo"(66) invité rivolge a si il Marco Polo, passo fino vapore ipocondriaco gira- ad esso dans la "filigrana"(14), "disegno di il "Marco Polo sotteso. Infatti, precisa Sklovskij, était cristal- souvent du Khan, et il lui racontait mille choses sur déserts où les chevaux s'embourbent dans la sable, tente de zibeline la vieux de piuttosto che a giocolieri e cuore, e cercare di comprendere meglio - alla senso nascosto dell'impero, Palestine, le Pamir, les le idi il cuore" (65) del Kan. L'imperatore, ormai vecchio e malinconico saltimbanchi, per alleggerirsi la Foi la montagne. "(134) Marco Polo, il mercante, era diventato ambasciatore tenuto in grande stima dal Kan e per questo invidiato dagli uomini toli come di fiducia dell'imperatore, Milione. del introduttivi descrizione dei rapporti Le médecin et tra i Ma è si apprende direttamente dai tuttavia Sklovskij a insistere altri capisulla due: Marco Polo étaient les confidents du Khan. Essia, chef des astrologues, inventa pour son ami une Marco Polo devait voyager à travers la Chine et tout observer [...]. Il était convenu que Marco Polo devait retourner régulièrement auprès du Khan pour lui faire un rapport sur ce qu'il venait de voir. charge spéciale: (134-135) E ancora, più parlando dei momenti avanti, di noia del Kan: Lorsque Koubila'i demanda aux marchands de raconter leur voyage, ils éprouvèrent certaine villes et rappeler tous les noms de tous les détails de leurs aventures, et se référèrent a Marco Polo. Le jeune pêtrer dans plaisir, difficulté à se car homme le tapis, il il rappelait tout. Il ne craignait point de s'em- parlait librement, et le Khan aimait "ou'ir des choses nouvelle et des lécoutait avec coutumes des diverses contrées." (121) È qui, sembrerebbe, che comincia a delinearsi Polo viaggiatore per Kan. in grado le il personaggio di un Marco contrade dell'impero ed intedocutore privilegiato dal di tenergli testa nella conversazione, — 221 — malgrado la sua scarsa Roberto Ludovico dimestichezza, specie in principio, con sembra proprio anticipare cessive, la descrizione di Sklovskij veneziano com'è ne Le lingua tartara. Nelle pagine suc- la "Vêtu città invisibili: comme un carattere del il marchand. Marco Polo avançait sans hâte"(137); "Marco Polo voyageait, parcourait l'Empire, observait, notait et rapportait"(139); pour tout explorer et Legata a magine di doppio filo personaggio al dialogo il desidera conoscere città. des renseignements"(144) Marco, ne Le di . città invisibili, è l'im- Venezia e l'importante funzione che essa ricopre nel per questo ricordare Kan requeillir "Marco Polo voyageait en Chine pour l'imperatore ed tra veneziano, nel quale il non ragione per cui Polo la libro. Basti parli mai il della propria La spiegazione di Marco sarà: "- Ogni volta che descrivo qualcosa di Venezia.'' Al che segue la una città dico Quando ti chiedo quando ti chiedo di replica del Kan: "- d'altre città, voglio sentirti dire di quelle. E di Venezia, Venezia" (Le città invisibili 94). In realtà eravamo già stati messi possedeva un modello dal quale "una al corrente da Calvino che Marco trarre le infinite città fatta solo d'eccezioni, preclusioni, sue descrizioni di città: contraddizioni, incongruenze e controsensi" (75). Tutto lascia pensare che Polo derivi questo modello dalla propria d'origine, città l'unica che effettivamente conosca e possegga davvero intimamente - quella Venezia della quale non parla mai per paura di perderne la memoria poco a poco, e che per sua stessa ammissione ognuna delle sue descrizioni. Questo argomento a giace in trasparenza dietro viene introdotto, ne Le mostra a Polo Ti è la città invisibili, magnifica mai accaduto proprio al momento in cui Quinsai: città di di vedere una città che assomiglia a questa? - mano chiedeva Kublai a Marco Polo sporgendo la inanellata fuori dal baldacchino di seta del bucintoro imperiale, a indicare che incurvano sui canali, si marmo s'immergono cupole, i si die campanili, i palazzi principeschi ponti cui soglie di le nell'acqua, l'andirivieni di battelli leggeri che volteggiano a zigzag spinti ceste di ortaggi i i da lunghi remi, le chiatte che scaricano piazze dei mercati, i balconi le altane, le giardini delle isole che verdeggiano nel grigio della laguna. L'imperatore, accompagnato dal suo dignitario forestiero, visitava Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incas- tonata nella corona del Gran Kan. - No, sire, esistere - una rispose Marco, - mai avrei immaginato che potesse città simile a questa. L'imperatore cercò di scrutarlo negli occhi. Lo straniero abbassò sguardo. Kublai restò silenzioso per tutto — 222 — il giorno. (93) lo Kublai Dietro le cnrA inmsibiu Viktor Sklovskij, narratore Così simile a Venezia, Quinsai è l'unica di invisibili, la città menzionata ne Le città che realmente compaia nel Milione; certamente lagunare rende più interessante per la la somiglianza con propositi di Calvino, i scelta potrebbe, tuttavia, essere stata determinata dall'enfasi posta Sklovskij sulle sezioni dedicate a questa infatti, RISSO il sofferma per due si un terzo consecutivo parie d'une ville ai città. la cui da Viktor Sulla descrizione di Quinsai, e interi capitoli successivi, accenna vi in due, che s'intitolano rispettivamente "Marco Polo majestueuse "(148) e "Ne pouvant pas quitter la ville de Marco Polo eri parie ancore'X\5l). La relazione tra due testi risulrafforzata ad un confronto diretto tra l'ultimo brano citato da Calvino ed Quinsai. ta città i alcuni passaggi di Sklovskij. Per esempio: "Trois jours par semaine, marche qui était dans cliacune de ces places, se tenait un fréquenté par quarante ou cinquante mille person- On y vendait toutes sortes de marchandises et de vivres t...]. Ces marchés étalaient en permanence toutes sortes de légumes et nes. de fruits". (152-153) E poi ancora proprio quei passi del Milione che il russo sceglie di citare direttamente: "Il y a dedans la cité un grand lac qui a bien trente mille de tour. il y a de très beaux palais et de très belles et Tout entour de ce lac riches maisons qui appartiennent aux gentilshommes de la cité. Il y a aussi beaucoup d'abbayes et d'églises des idolâtres. Au milieu de ce lac il y a deux îles, et sur chacune se truove un beau palais d'empereur" (149) ritrovano qui, Si piazze, dei mercati due quasi immutate, dove si vendevano la descrizione delle altre considerazione di Sklovskij secondo tait ortaggi in abbondanza, e poi delle isole lussureggianti nel lago. In più, modello per à son esprit comme une Venise che nella versione italiana in cui immagini calviniane delle stesse le anche città cui, la funzione di Venezia potrebbe trovare origine nella esplicitamente "Quinsai se présen- idéalisée" (157), ancora più incisivamente Polo "descrive ideale" (113). Nel francese infatti è usato il la città come una Venezia participio passato idéalisée, piut- tosto che l'aggettivo ideale, caratterizzando preferibilmente l'azione di percezione di Marco, rispetto della città. Ovviamente, questo ruolo quanto l'una come la qualità del- ad una qualità oggettiva (ideale) di centralità rivestito dalle riflesso idealizzato dell'altra, verrà due città in condotto ad imo stadio suc- cessivo e ribaltato nella rilettura calviniana, in cui l'immagine di Venezia è — 223 — Roberto Ludovico esplicitamente quella della materna" i. Nel dialogo col Kan questa "città immagine viene apparentemente "rimossa", pur tuttavia rimanendo per Marco imprescindeibile modello e punto di riferimento. Converrà inoltre menzionare un ultimo particolare utile a dare ulteriore plausibilità all'ipotesi avanzata da questo studio: nel sedicesimo capitolo del libro di Sklovskij, intitolato che ticolari il La cité de Cambaluc, Kan aveva voluto che la città si spiega con dovizia di par- venisse ricostruita interamente, secondo una pianta ideale, studiata appositamente per potervi mantenere l'ordine pubblico con maggiore facilità ed efficacia. Quando la nuova città fu realizzata, gli abitanti vi furono Cambaluc era anche capitolo che pubblicavano trasferiti in luogo il massa. in cui legge nello stesso studiava l'astronomia e si le deux astronomico nel quale il Kan impiegava cinquemila Qui sorgeva (125). grande osservatorio il studiosi ai quali era delicato compito di compilare gli almanacchi e redigere il si "almanacchi", detti più precisamente livre de la concor- gli dance perpétuelle avec affidato Si gli oro- scopi. La rilevanza data da Sklovskij a questo argomento pare ancor ta quando si piij marca- nota che ad esso egli dedica ancora un'intera sezione nell'ap- pendice del libro - Les astrologues de Cambaluc ^-, e che tra le pagine del sedicesimo capitolo, trova posto anche la riproduzione di un'incisione del 1750 dell'osservatorio edifìcato da Kublai nel 1279l'enfasi agli potrebbe pensare che Si posta da Sklovskij su questi temi, ne abbia accresciuta l'importanza occhi dell'ipotetico "lettore Calvino" che di lì potrebbe aver derivato materiale che, rielaborato in maniera personale, avrebbe dato vita all'idea ad una delle sue sottesa petua con invisibili celeste. i cieli"e 'serie' di città. Infatti, quello della nell'immagine della Questa cielo, le cui tema il sembrano fondersi ne Le città secondo una pianta d'ispirazione "città perfetta" città costruita particolarità rappresenta il conduttore de Le filo cinque sezioni sono, una ad una, basate su rispondenza - realizzata, mancata o capovolta lo ideale. Pertanto a Eudossia (Le città e il cui disegno riproduce la vera pianta della di un oracolo secondo duce a sua volta "la su cui ruotano esiste un'altra i cui uno forma che dei gli due città. Resta oggetti - dei diedero omonima tutta ed il il suo model- conserva un tappeto il incerta l'interpretazione la città o il tappeto - ripro- al cielo stellato città città e concetto di cor- tale tra la città cielo, 1) si mondi"(104). Di Bersabea (Le città "conordanza per- della e il e alle orbite cielo, 2) si sa che d'oro, argento e pietre preziose, cor- rispondente celeste dell'originale, cui ne corrisponde a sua volta una sotterranea è un fatta di rifiuti ed escrementi. Tecla (Le cantiere perpetuo. L'osservatore che — 224 città e il domadi quale — cielo, 3), a sia il sua volta, senso di questo Dietro le città i\msibiu Viktor Sklovskij, narratore continuo costruire e quale vede ta si e il indicare, dopo cielo, ancora, si Perinzia gli il sia il progetto seguito dai lavori, per tramonto, notte stellata. Per la legge "Chiamati a dettare astronomi stabilirono luogo e il cieli, come corso del sole e il deucmano e completamente il per la città e deformi. È incerto se chi gli plifica la mappa i osserva i umani più orrendi dei mostri rispec- la città nuova opera portata un nuovo fenomeno Andria (Le a termine stellare città e il che ne modi- che modifica legger- la città fusione dei temi di Sklovskij nelle cinque il ruotano realizzata la corrisponden- si sia del firmamento. È frose Perinzia come per Cambaluc, del cardo orien- l'armonia del firma- mostri dei. L'ultima città della serie, pare invece quella per cui meglio fichi la pianta si la aggirano si oppure accettare che za celeste, tanto che per ogni mente quale la posizione la l'asse attorno a cui riflettere di astronomi debbano ammettere di aver sbagliato loro calcoli i vero ordine degli cielo, 5) to, doveva ecc. "(150). Per questo Perinzia mento, invece è come l'altra fondazione la giorno secondo il delle stelle, tracciarono le linee incrociate del tate l'una quarta delle Città la norme per le tutta rispos- che meglio esem- città di Calvino in quan- suo progetto originale viene realizzato secondo un'espicito intento di perfezione. Non di meno le altre città della serie rap- presentano una variazione su questo stesso tema. In conclusione, sebbene non che nella dichiarazione mento proprio sia possibile affermare con assoluta certezza rilasciata a L'Espresso, al testo di Sklovskij, Calvino intendesse fare è tuttavia possibile, sulla base di certe evidenti specifiche corrispondenze tra i due testi, ipotizzare con probabilità che certe soluzioni adottate dallo scrittore, trovino diretto nell'opera del russo, la lettura della quale modo ispirato, pre-testo poliano nel testo di formalismo, ma questa un Viktor nella volta narratore-interprete del Milione di Brown una sorta di sufficiente un potrebbe averne o forse anche solo influenzato alcune fosse Le città invisibili troverebbe riferi- riscontro in qualche delle scelte. Se così intermediario ideale col Sklovskij, riconosciuto teorico del meno solita veste di raffinato Marco Polo. University NOTE Giuseppe Bonura in Le città invisibili' ovvero il colpo eli Calvino ha proposto una lettura psicoanalitica di questo aspetto del libro. Bonura nota che tutte le città portano nomi di donna e che "non sono che tanti travestimen' — 225 — Roberto Ludovico Segnato per sempre da quell'amore primigenio, l'uomo si porta dentro, ovunque vada, il corpo, gli occhi, e la voce della madre; e dovunque vada non vede che la sua città remota che sovrappone ti della città natale (Venezia). a quella presente, reale, storica." - Cfr. 236-9. L'anzidetta appendice non è stata riprodotta nell'edizione Mondadori del 1972. OPERE CITATE Orlando furioso raccontato da Italo Calvino, Torino: Eri, 1967. Successivamente ampliato in Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Ariosto, Ludovico. 1970 invisibili ovvero Italo Calvino, Torino: Einaudi, Bonura, Giuseppe. "Ze città il corpo di Calvino". Uomini e libri 9(1973): 28-29. Calvino, Italo. Il castello dei destini incrociati. Parma: Franco Maria Ricci, 1969. Successivamente Torino: Einaudi, 1973 Torino: Einaudi, 1972. "Intervista a Italo Calvino." L'Espresso, 5 novembre 1972, p. 11. Ossola, Cado. "Ze città invisibile in Figurato e rimosso, Bologna: Il Mulino, 1988 (già in Lettere Italiane 39. 2 (1987): 220-251. Polo, Marco. Il Milione. A cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso. Milano: Adelphi, • • 1994. Viktor. Le Voyage de Marco Polo, Paris: Successivamente ristampato nel 1983, 1990, 1993. Si zione del 1948. Marco Polo, Milano: Mondadori, 1972. Marko Polo razvedcik. Mosca, 1931- Sklovskij, • — 226 fa Payot, 1938 e 1948. qui riferimento all'edi-