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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
NOTE
RASSEGNE
E
Dietro le città
invisibili
Viktor Sklovskij, narratore
di
Roberto Ludovico
Uno
degli aspetti più affascinanti di
un
libro
come
Le città invisibili
sta
probabilmente nel rapporto che questo testo instaura con un pre-testo eccel-
Come
lente
come
to"
personaggi di Kublai Kan e dello stesso Polo e deriva lantefatto, per
i
il
Milione.
così dire, dal quale
il
testo
noto
da esso Calvino "prende
infatti,
in presti-
genera.
si
In proposito, presentando Le città invisibili in
una
intervista rilasciata a
L'Espresso nel 1972, Calvino dichiarava:
"Il
libro è nato così, dallidea del rifacimento del MilioìW. In quel
momento
non
m'interessavo, con alcuni amici, a forme letterarie
narrative, e
mi interessavo anche
menti d'altre opere Icorsivo
incominciato a scrivere
il
alle
opere letterarie che sono
nostro].
È
rifaci-
quello spirito che ho
in
capitolo introduttivo del libro
con Marco
Polo e Kublai Kan".
Questa è
l'ottica in cui la
Del
inserita.
resto, a
genesi del rapporto
conferma
tra
i
due
testi
di quegli interessi specifici cui
dovrebbe essere
si fa
riferimento
due anni
prima una propria rilettura dell'Orlando Furiosoe che Storia di Orlando
pazzo per amore e Stona di Astolfo sulla luna, sono titoli di due sezioni de
nell'intervista,
non va dimenticato che Calvino aveva
già pubblicato
i
//
castello dei destini incrociati. Calvino
fossero
i
quali
"rifacimenti" ai quali s'interessava in quegli anni, tuttavia, intento di
questo studio è di esaminare
invisibili
non menziona esplicitamente
ed
il
l'ipotesi
Milione non fosse
per cui
diretto,
ma
il
legame instaurato
piuttosto mediato da
tra
un
Le
città
"rifaci-
mento", appunto, del libro di Marco Polo.
Una
rilettura del
Milione, intitolata
Marko Polo
cata nel 1931, a Mosca, da "Viktor Sklovskij.
Il
razvedcik, era stata pubbli-
testo,
che
fu edito in italiano
da Mondadori proprio nel 1972 (stesso anno della pubblicazione delle Città
invisibili),
aveva già conosciuto due edizioni francesi datate 1938 e 1948,
plausibilmente accessibili con una certa
facilità
a Calvino
QUADERM d'italiamstica\ oìumc XX. No.
1-2,
1999
che dal 1967
Roberto Ludovico
risiedeva a Parigi. Proprio l'attenzione per
nome
il
del "formalista" Viktor
Sklovskij negli anni attivi della scuola strutturalista francese, insieme alle
due
potrebbero
diverse coincidenze e somiglianze riscontrabili tra
i
indurre a supporre che Calvino avesse conosciuto
libro del russo nell'edi-
zione parigina e che fosse proprio quello
in
mente quando padava
"opere
di
il
uno
testo (o
il
testi,
dei
che avesse
testi)
che sono rifacimenti
letterarie
d'altre
opere".
Quella di Sklovskij è una
riscrittura del
nella quale suggestioni personali (la
Polo)
sommano ad una
si
Milione estremamente affascinante
voce
Il
libro consiste di
(da una a sei pagine mediamente, otto in
Venezia.
I
i
il
grande
capitoli
un solo caso) più una appendice
apre all'altezza cronologica delle origini della
Marco approssimativamente dopo
racconto lo segue non solo fino
limiti
quarantuno brevi
città di
personaggi di Matteo e Niccolò Polo vengono introdotti col terzo
capitolo, quello di
e
alterna a quella di
si
puntuale ricontestualizzazione storica del raccon-
to del viaggio del veneziano.
in undici sezioni, e si
di Sklovskij
al
capitolo
dopo
primo quarto
ritorno a Venezia ma,
cronologici dello stesso Milione, fino
sensibilità,
il
alla
un
capitolo,
di libro,
andando
oltre
morte, tracciandone, con
ritratto
psicologico affasci-
nante, evidentemente frutto dell'interpretazione personale di Sklovskij, suffragata
Si
da
altre fonti
come
vedrà
biografiche e storiche.
alcuni dei
propri del libro di Sklovskij ed assenti in
tratti
quello di Polo ritorneranno ne Le città
legame importante
questa ipotesi
accenno è
endosi
tra
non è
i
due
stata
e,
Bibliotehèque Nationale
con
limitato all'influenza delle
un saggio
il
alla luce,
i
con
la
rifer-
"(sono
fortuna di Sklovskij,
pena
ruolo del testo di Sklovskij
mode
gli
suo
il
di seguire questa
sia
il
Voyage
descrizione delle cinquantacinque
comincerà col
Tartari,
svolge
e
vi sia
un
di Sklovskij.
contatti più diretti tra Le città invisibili e
si
da considerarsi
oppure
culturali di quegli anni,
veneziano e l'imperatore dei
si
invisibili, scriveva:
(102). Vale forse la
saranno nei corsivi del libro di Calvino, dove
loro complesso,
unico breve
del 1988 di Cario Ossola che,
diretto tra Le città di Calvino e
Naturalmente,
Un
esso, le miniature del Livre des Merveilles della
[...])"
taracela per determinare se
cante
sia stato possibile riscontrare,
anni della composizione de Le città
Voyage de Marco Polo
facendo pensare ad un
approfondita in maniera specifica.
anni del resto nei quali torna
legame più
Per quanto
testi.
stato rintracciato in
agli
invisibili,
che
la
il
Marko Polo
vicenda
fa
tra
il
da cornice
meralla
Da un confronto tra due testi nel
notare come essi condividano scelte di
città.
i
carattere stmtturale quale la suddivisione in capitoli relativamente brevi,
oltre
che una preferenza per un andamento paratattico della
—
218
—
sintassi,
che dà
Dietro le città inmsibiu Viktor Sklovskij, narratore
m
vita, in
ed
entrambi
allusivo.
comune
ad uno
Sono elementi
piuttosto laconico,
stile
per
abbondano
anche
modello
certi tratti stilistici al
estremamente "denso"
che potrebbero avere una radice
questi, tuttavia,
nel Milione. Per altro, evidente è
di rivolgersi,
in cui
casi,
i
Calvino
la scelta esplicita di
veneziano
diretto del testo del
descrizioni di città ("Di Samarcan" (51), "Di Pein" (54),
le
"Di Ciarcian" (55), "Di Lop" (56), "Di Camul" (58), solo per fare qualche
esempio)
di
un capitolo ciascuna,
mente paragonabili
debbono
Milione:
per lunghezza, spesso approssimativa-
e,
alle singole sezioni
de Le
città invisibili.
Per questo
si
inoltre notare molti degli incipit calviniani ricalcati su quelli del
il
primo
di essi recita proprio "Partendosi di là e
nate verso levante..."
{.Le città invisibili 15),
ma
più oltre
si
andando
tre gior-
legge ancora "Di
andando verso mezzodì, l'uomo s'incontra ad
Anastasia..." (20), oppure "Ora dirò della città..." (41), "Di là dopo, sei giorni
e sette notti, l'uomo arriva. .."(51), "Dopo aver marciato sette giorni attravercapo
a
tre
giornate,
so boscaglie..." (83), ecc.
Tuttavia, nei corsivi Calvino inserisce
una dimensione del
lutto
rispetto al testo medievale, nel quale, date le finalità divulgative
ative del
nuova
ed inform-
mercatante Polo, poco o nessuno spazio veniva lasciato
alle
descrizioni psicologiche degli uomini, ossia del Kan, o, in prima persona,
dello stesso Polo,
nonché
al
genere dei rapporti
esistenti tra
i
due.
Si sa
invece dell'importanza di quest'aspetto nel libro di Calvino. Le città invisibili
si
apre con una
la
seguente constatazione:
un momento che segue all'orgoglio per
territori che abbiamo conquistato, alla
Nella vita degli imperatori c'è
l'ampiezza sterminata dei
malinconi e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli
e a comprenderli. (13)
Immediatamente viene impostato
da: c'è "un certo
delle conquiste
momento"
si
il
tono entro
il
quale
si
svolgerà
nella vita degli imperatori, in cui
azzarda un consuntivo. È un Kublai
dopo
la
vicen-
l'orgoglio
Kan vecchio
a sentire
questa esigenza, e stanco di battaglie di elefanti e di conquiste, che vuole
arrivare a
comprendere, finalmente,
il
sa è l'immagine che dell'imperatore
senso del proprio impero. Ben diver-
ci offre
il
Milione, dedito alla caccia e
all'amministrazione del proprio sterminato territorio. Marco Polo ne definisce
l'età
quando, nelle carceri genovesi,
gli
attribuisce ottantacinque anni nel
1298, senza sapere ch'egli era morto invece quattro anni prima.
Sklovskij, al contrario, avvantaggiandosi di
una ovviamente più profonda
prospettiva storica, ripetutamente insiste, invece, sulla vecchiaia del Kan:
219
Roberto Ludovico
"Koubilaï était déjà vieux,
venait de remplacer le vin par le thé
il
un utensile
en cuivre, dans lequel on faisait brûler du charbon de bois. Le
Grand Khan parlait déjà de la vertu et faisait venir à sa Cour les disinfusé dans de l'eau bouillante et qu'on chauffait dans
de Confucius."
ile voyage de Marco Polo 173)
ciples
E
poi, di seguito:
"Ecoutant
de
joui
En
plus,
le
souverain,
Marco Polo comprit que le grand Khan avait
que sa fin était peut-être proche.
vie jusqu'à la satiètè et
la
il
apprit
scope du prince
que
le
chef des astrologues
hésitait à établir l'horo-
héritier. "(/^/^.)
Le parole di Sklovskij suggeriscono un immagine del vecchio imperatore
alquanto più simile a quella dell'uomo che
Marco Polo ne Le
manca
inconia, né
"è
città invisibili.
il
sembrato
la
al
ad ascoltare
le descrizioni di
quale non è sconosciuta
la
mal-
consapevolezza della decadenza dell'impero:
la
momento
Un uomo
sta
disperato in cui
somma
di tutte
le
si
scopre che quest'impero che ci era
meraviglie è
uno
sfacelo senza fine
né
forma, che la sua corruzione è troppo incancrenita perché il nostro
scettro possa mettervi riparo, che il trionfo sui sovrani avversari ci ha
fatto eredi della loro rovina.
"
(Ze città invisibili^)
Marco Polo, diversamente da Calvino, nel Milione si era soffermato lungamente sugli strabilianti splendori dell'impero del Kan e sugli sfarzi della sua
reggia. Nei dieci capitoli
compresi
tra
r85 e
il
94,
il
veneziano più volte
indugia sulla grandiosità della corte, sui "sollazzi" e suir"allegrezza" dell'imperatore, preoccupandosi soltanto di fornire una descrizione che sorpren-
desse
il
lettore
con
tono quasi fiabesco del racconto. È Sklovskij invece a
il
delineare con lucidità, dietro
anche
sole,
la
il
lusso e
potenza quasi
la
noia di chi ormai possiede tutto e
perché
si intitola:
al
mattino
"Monsieur
le
si alzi. Il
comanda su
illimitata del
tutto
- compreso
Governeur Marco Polo s'ennuie, mais
"Kubilay souffrait de
ne
lui
la
le
Grand Khan
goutte, ses jambes lui faisaient mal,
la
viande
convenaient pas.
Les troupe n'étaient pas sûres,
(Le voyage
il
ventiseiesimo capitolo del libro di Sklovskij
s'ennuie également". Comincia così:
et le vin
Kan,
la
Cour ne
de Marco Polo 170)
— 220
l'était
pas non plus."
Dietro le città
Di seguito
legge
si
sale del palazzo
con
la
invisibili
Viktor Sklovskij, narratore
descrizione degli ormai stanchi divertimenti nelle
cui l'imperatore cercava di sollevare
il
proprio
spirito:
spettacoli di prestigiatori, giullari, saltimbanchi, giocolieri e maghi.
notizia presa da Polo,
secondo
decisione di far di
solita
tutti
cui
il
Kan. un bel giorno avrebbe preso
la
l'in-
costoro un esercito e di mandarli a conquistare
provincia di Mie.
la
Dalla corte noiosa e corrotta presentata da Sklovskij, è breve
Calvino di 'certe sere in cui
alle descrizioni di
sul
rci
non
[...]
diverte più e
si
fine
-
il
lo"(66)
invité
rivolge a
si
il
Marco Polo,
passo fino
vapore ipocondriaco gira-
ad esso
dans
la "filigrana"(14),
"disegno di
il
"Marco Polo
sotteso. Infatti, precisa Sklovskij,
était
cristal-
souvent
du Khan, et il lui racontait mille choses sur
déserts où les chevaux s'embourbent dans la sable,
tente de zibeline
la
vieux de
piuttosto che a giocolieri e
cuore, e cercare di comprendere meglio - alla
senso nascosto dell'impero,
Palestine, le Pamir, les
le
idi
il
cuore" (65) del Kan. L'imperatore, ormai vecchio e malinconico
saltimbanchi, per alleggerirsi
la
Foi
la
montagne. "(134) Marco Polo,
il
mercante, era diventato
ambasciatore tenuto in grande stima dal Kan e per questo invidiato dagli
uomini
toli
come
di fiducia dell'imperatore,
Milione.
del
introduttivi
descrizione dei rapporti
Le médecin
et
tra
i
Ma
è
si
apprende direttamente dai
tuttavia
Sklovskij
a
insistere
altri
capisulla
due:
Marco Polo
étaient les confidents
du Khan.
Essia,
chef des astrologues, inventa pour son ami une
Marco Polo devait voyager à travers la Chine et tout observer [...]. Il
était convenu que Marco Polo devait retourner régulièrement
auprès du Khan pour lui faire un rapport sur ce qu'il venait de voir.
charge spéciale:
(134-135)
E ancora, più
parlando dei momenti
avanti,
di noia del
Kan:
Lorsque Koubila'i demanda aux marchands de raconter leur voyage,
ils
éprouvèrent certaine
villes et
rappeler tous les
noms de
tous les détails de leurs aventures, et se référèrent a Marco
Polo. Le jeune
pêtrer dans
plaisir,
difficulté à se
car
homme
le tapis,
il
il
rappelait tout.
Il
ne craignait point de s'em-
parlait librement, et le
Khan
aimait "ou'ir des choses nouvelle et des
lécoutait avec
coutumes des
diverses contrées." (121)
È qui, sembrerebbe, che comincia a delinearsi
Polo viaggiatore per
Kan.
in
grado
le
il
personaggio
di
un Marco
contrade dell'impero ed intedocutore privilegiato dal
di tenergli testa nella conversazione,
— 221 —
malgrado
la
sua scarsa
Roberto Ludovico
dimestichezza, specie in principio, con
sembra proprio anticipare
cessive, la descrizione di Sklovskij
veneziano com'è ne Le
lingua tartara. Nelle pagine suc-
la
"Vêtu
città invisibili:
comme un
carattere del
il
marchand. Marco
Polo avançait sans hâte"(137); "Marco Polo voyageait, parcourait l'Empire,
observait, notait et rapportait"(139);
pour
tout explorer et
Legata a
magine
di
doppio
filo
personaggio
al
dialogo
il
desidera conoscere
città.
des renseignements"(144)
Marco, ne Le
di
.
città invisibili, è l'im-
Venezia e l'importante funzione che essa ricopre nel
per questo ricordare
Kan
requeillir
"Marco Polo voyageait en Chine pour
l'imperatore ed
tra
veneziano, nel quale
il
non
ragione per cui Polo
la
libro. Basti
parli
mai
il
della propria
La spiegazione di Marco sarà: "- Ogni volta che descrivo
qualcosa di Venezia.'' Al che segue
la
una città dico
Quando ti chiedo
quando ti chiedo di
replica del Kan: "-
d'altre città, voglio sentirti dire di quelle.
E
di Venezia,
Venezia" (Le città invisibili 94).
In
realtà
eravamo
già
stati
messi
possedeva un modello dal quale
"una
al
corrente da Calvino che Marco
trarre le infinite
città fatta solo d'eccezioni, preclusioni,
sue descrizioni di
città:
contraddizioni, incongruenze
e controsensi" (75). Tutto lascia pensare che Polo derivi questo modello dalla
propria
d'origine,
città
l'unica
che effettivamente conosca e possegga
davvero intimamente - quella Venezia della quale non parla mai per paura
di
perderne
la
memoria
poco a poco, e che per sua stessa ammissione
ognuna delle sue descrizioni. Questo argomento
a
giace in trasparenza dietro
viene introdotto, ne Le
mostra a Polo
Ti è
la
città invisibili,
magnifica
mai accaduto
proprio
al
momento
in cui
Quinsai:
città di
di vedere
una
città
che assomiglia a questa? -
mano
chiedeva Kublai a Marco Polo sporgendo la
inanellata fuori
dal baldacchino di seta del bucintoro imperiale, a indicare
che
incurvano sui canali,
si
marmo s'immergono
cupole,
i
si die
campanili,
i
palazzi principeschi
ponti
cui soglie di
le
nell'acqua, l'andirivieni di battelli leggeri che
volteggiano a zigzag spinti
ceste di ortaggi
i
i
da lunghi
remi, le chiatte che scaricano
piazze dei mercati,
i
balconi
le altane,
le
giardini delle isole che verdeggiano nel grigio
della laguna.
L'imperatore,
accompagnato dal suo dignitario forestiero,
visitava
Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incas-
tonata nella corona del Gran Kan.
- No,
sire,
esistere
-
una
rispose
Marco, - mai avrei immaginato che potesse
città simile
a questa.
L'imperatore cercò di scrutarlo negli occhi. Lo straniero abbassò
sguardo. Kublai restò silenzioso per tutto
— 222 —
il
giorno. (93)
lo
Kublai
Dietro le cnrA inmsibiu Viktor Sklovskij, narratore
Così simile a Venezia, Quinsai è l'unica di
invisibili,
la città
menzionata ne Le
città
che realmente compaia nel Milione; certamente
lagunare
rende più interessante per
la
la
somiglianza con
propositi di Calvino,
i
scelta potrebbe, tuttavia, essere stata determinata dall'enfasi posta
Sklovskij sulle sezioni dedicate a questa
infatti,
RISSO
il
sofferma per due
si
un terzo consecutivo
parie d'une
ville
ai
città.
la
cui
da Viktor
Sulla descrizione di Quinsai,
e
interi capitoli successivi,
accenna
vi
in
due, che s'intitolano rispettivamente "Marco Polo
majestueuse "(148) e "Ne pouvant pas quitter
la ville
de
Marco Polo eri parie ancore'X\5l). La relazione tra due testi risulrafforzata ad un confronto diretto tra l'ultimo brano citato da Calvino ed
Quinsai.
ta
città
i
alcuni passaggi di Sklovskij. Per esempio:
"Trois jours par semaine,
marche qui
était
dans cliacune de ces places, se
tenait
un
fréquenté par quarante ou cinquante mille person-
On
y vendait toutes sortes de marchandises et de vivres t...].
Ces marchés étalaient en permanence toutes sortes de légumes et
nes.
de
fruits".
(152-153)
E poi ancora proprio quei passi del Milione che
il
russo sceglie di citare
direttamente:
"Il
y a dedans
la cité
un grand lac qui a bien trente mille de tour.
il y a de très beaux palais et de très belles et
Tout entour de ce lac
riches maisons qui appartiennent aux gentilshommes de la cité. Il y
a aussi beaucoup d'abbayes et d'églises des idolâtres. Au milieu de
ce lac il y a deux îles, et sur chacune se truove un beau palais d'empereur" (149)
ritrovano qui,
Si
piazze, dei mercati
due
quasi immutate,
dove
si
vendevano
la
descrizione delle altre
considerazione di Sklovskij secondo
tait
ortaggi in abbondanza, e poi delle
isole lussureggianti nel lago. In più,
modello per
à
son
esprit
comme une Venise
che nella versione
italiana in cui
immagini calviniane delle
stesse
le
anche
città
cui,
la
funzione di Venezia
potrebbe trovare origine nella
esplicitamente "Quinsai se présen-
idéalisée" (157), ancora più incisivamente
Polo "descrive
ideale" (113). Nel francese infatti è usato
il
la città
come una Venezia
participio passato idéalisée, piut-
tosto che l'aggettivo ideale, caratterizzando preferibilmente
l'azione di percezione di Marco, rispetto
della
città.
Ovviamente, questo ruolo
quanto l'una
come
la
qualità del-
ad una qualità oggettiva (ideale)
di centralità rivestito dalle
riflesso idealizzato dell'altra, verrà
due
città in
condotto ad imo stadio suc-
cessivo e ribaltato nella rilettura calviniana, in cui l'immagine di Venezia è
— 223 —
Roberto Ludovico
esplicitamente quella della
materna" i. Nel dialogo col Kan questa
"città
immagine viene apparentemente "rimossa", pur tuttavia rimanendo per
Marco imprescindeibile modello e punto di riferimento.
Converrà inoltre menzionare un ultimo particolare utile a dare ulteriore
plausibilità all'ipotesi
avanzata da questo studio: nel sedicesimo capitolo del
libro di Sklovskij, intitolato
che
ticolari
il
La
cité
de Cambaluc,
Kan aveva voluto che
la città
si
spiega con dovizia di par-
venisse ricostruita interamente,
secondo una pianta ideale, studiata appositamente per potervi mantenere
l'ordine pubblico con maggiore facilità ed efficacia. Quando la nuova città
fu realizzata, gli abitanti vi
furono
Cambaluc era anche
capitolo che
pubblicavano
trasferiti in
luogo
il
massa.
in cui
legge nello stesso
studiava l'astronomia e
si
le
deux
astronomico nel quale
il
Kan impiegava cinquemila
Qui sorgeva
(125).
grande osservatorio
il
studiosi ai quali era
delicato compito di compilare gli almanacchi e redigere
il
si
"almanacchi", detti più precisamente livre de la concor-
gli
dance perpétuelle avec
affidato
Si
gli
oro-
scopi.
La rilevanza data da Sklovskij a questo argomento pare ancor
ta
quando
si
piij
marca-
nota che ad esso egli dedica ancora un'intera sezione nell'ap-
pendice del libro - Les astrologues de Cambaluc ^-, e che tra le pagine del
sedicesimo capitolo, trova posto anche la riproduzione di un'incisione del
1750 dell'osservatorio edifìcato da Kublai nel 1279l'enfasi
agli
potrebbe pensare che
Si
posta da Sklovskij su questi temi, ne abbia accresciuta l'importanza
occhi dell'ipotetico "lettore Calvino" che di
lì
potrebbe aver derivato
materiale che, rielaborato in maniera personale, avrebbe dato vita all'idea
ad una delle sue
sottesa
petua con
invisibili
celeste.
i
cieli"e
'serie' di città. Infatti,
quello della
nell'immagine della
Questa
cielo, le cui
tema
il
sembrano fondersi ne Le città
secondo una pianta d'ispirazione
"città perfetta"
città costruita
particolarità rappresenta
il
conduttore de Le
filo
cinque sezioni sono, una ad una, basate su
rispondenza - realizzata, mancata o capovolta lo ideale. Pertanto a
Eudossia (Le
città
e
il
cui disegno riproduce la vera pianta della
di
un oracolo secondo
duce a sua
volta "la
su cui ruotano
esiste un'altra
i
cui
uno
forma che
dei
gli
due
città. Resta
oggetti
-
dei diedero
omonima
tutta
ed
il
il
suo model-
conserva un tappeto
il
incerta l'interpretazione
la città
o
il
tappeto - ripro-
al cielo stellato
città
città e
concetto di cor-
tale
tra la città
cielo, 1) si
mondi"(104). Di Bersabea (Le
città
"conordanza per-
della
e
il
e alle orbite
cielo, 2) si sa
che
d'oro, argento e pietre preziose, cor-
rispondente celeste dell'originale, cui ne corrisponde a sua volta una sotterranea
è
un
fatta di rifiuti
ed escrementi. Tecla (Le
cantiere perpetuo. L'osservatore che
—
224
città
e
il
domadi quale
—
cielo, 3), a
sia
il
sua volta,
senso di questo
Dietro le città i\msibiu Viktor Sklovskij, narratore
continuo costruire e quale
vede
ta si
e
il
indicare,
dopo
cielo, ancora, si
Perinzia
gli
il
sia
il
progetto seguito dai lavori, per
tramonto,
notte stellata. Per
la
legge "Chiamati a dettare
astronomi stabilirono
luogo e
il
cieli,
come
corso del sole e
il
deucmano e
completamente
il
per
la città
e deformi. È incerto se
chi
gli
plifica la
mappa
i
osserva
i
umani più orrendi
dei mostri rispec-
la città
nuova opera portata
un nuovo fenomeno
Andria (Le
a termine
stellare
città
e
il
che ne modi-
che modifica legger-
la città
fusione dei temi di Sklovskij nelle cinque
il
ruotano
realizzata la corrisponden-
si sia
del firmamento. È frose Perinzia
come per Cambaluc,
del cardo orien-
l'armonia del firma-
mostri
dei. L'ultima città della serie,
pare invece quella per cui meglio
fichi la pianta si
la
aggirano
si
oppure accettare che
za celeste, tanto che per ogni
mente
quale
la
posizione
la
l'asse attorno a cui
riflettere
di
astronomi debbano ammettere di aver sbagliato
loro calcoli
i
vero ordine degli
cielo, 5)
to,
doveva
ecc. "(150). Per questo Perinzia
mento, invece è
come
l'altra
fondazione
la
giorno secondo
il
delle stelle, tracciarono le linee incrociate del
tate l'una
quarta delle Città
la
norme per
le
tutta rispos-
che meglio esem-
città di
Calvino in quan-
suo progetto originale viene realizzato secondo
un'espicito intento di perfezione.
Non
di
meno
le altre città della serie rap-
presentano una variazione su questo stesso tema.
In conclusione,
sebbene non
che nella dichiarazione
mento proprio
sia possibile
affermare con assoluta certezza
rilasciata a L'Espresso,
al testo di Sklovskij,
Calvino intendesse fare
è tuttavia possibile, sulla base di certe
evidenti specifiche corrispondenze tra
i
due
testi,
ipotizzare
con
probabilità che certe soluzioni adottate dallo scrittore, trovino
diretto nell'opera del russo, la lettura della quale
modo
ispirato,
pre-testo poliano nel testo di
formalismo,
ma
questa
un Viktor
nella
volta
narratore-interprete del Milione di
Brown
una
sorta
di
sufficiente
un
potrebbe averne
o forse anche solo influenzato alcune
fosse Le città invisibili troverebbe
riferi-
riscontro
in
qualche
delle scelte. Se così
intermediario ideale col
Sklovskij, riconosciuto teorico del
meno
solita
veste
di
raffinato
Marco Polo.
University
NOTE
Giuseppe Bonura in Le città invisibili' ovvero il colpo eli Calvino ha proposto una lettura psicoanalitica di questo aspetto del libro. Bonura nota che
tutte le città portano nomi di donna e che "non sono che tanti travestimen'
—
225
—
Roberto Ludovico
Segnato per sempre da quell'amore primigenio, l'uomo si porta dentro, ovunque vada, il corpo, gli occhi, e la voce della
madre; e dovunque vada non vede che la sua città remota che sovrappone
ti
della città natale (Venezia).
a quella presente, reale, storica."
-
Cfr.
236-9. L'anzidetta
appendice non è
stata
riprodotta nell'edizione
Mondadori del 1972.
OPERE CITATE
Orlando furioso raccontato da Italo Calvino, Torino: Eri, 1967.
Successivamente ampliato in Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da
Ariosto, Ludovico.
1970
invisibili ovvero
Italo Calvino, Torino: Einaudi,
Bonura, Giuseppe. "Ze
città
il
corpo
di Calvino".
Uomini e
libri
9(1973): 28-29.
Calvino, Italo.
Il
castello dei destini incrociati.
Parma: Franco Maria
Ricci,
1969.
Successivamente Torino: Einaudi, 1973
Torino: Einaudi, 1972.
"Intervista a Italo Calvino." L'Espresso, 5 novembre 1972, p. 11.
Ossola, Cado. "Ze città invisibile in Figurato e rimosso, Bologna: Il Mulino, 1988 (già
in Lettere Italiane 39. 2 (1987): 220-251.
Polo, Marco. Il Milione. A cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso. Milano: Adelphi,
•
•
1994.
Viktor. Le Voyage de Marco Polo, Paris:
Successivamente ristampato nel 1983, 1990, 1993. Si
zione del 1948.
Marco Polo, Milano: Mondadori, 1972.
Marko Polo razvedcik. Mosca, 1931-
Sklovskij,
•
—
226
fa
Payot, 1938 e 1948.
qui riferimento all'edi-
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