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4 - Meccanismi di evasione delle difese immunitarie
Meccanismi di evasione delle difese immunitarie Lezione 4 Andrea Crisanti Risposta immunitaria Barriere Invasione e infezione Immunità innata + + Pelle e mucose Superfici che si rigenerano rapidamente, movimenti peristaltici, movimento delle ciglia, vomito, urina/lacrime, tosse Difese cellulari e umorali Lisozima, secrezioni sebacee e mucose, acidi gastrici, organismi commensali, proteine, fagocitosi, cellule NK Infiammazione Immunità adattativa Difese cellulari e umorali Anticorpi, citochine, cellule T-helper, cellule T citotossiche Meccanismi d’evasione degli agenti infettivi • Variazione antigenica – Deriva (rhinovirus, influenza) – Alterazione (influenza) – Variazione antigenica (batteri e parassiti) • Latenza – – – – Virus dell’Herpes (EBV, Herpes simplex I & II, CMV) Papillomavirus (HPV-6,11,16,18) Retrovirus (HIV) Plasmodium vivax • Evasione del sistema immunitario dell’ospite – Herpes, Poxvirus (vaccinia, vaiolo), Adenovirus – Tripanosomi africani e americani Alterazione e deriva antigenica Alterazione: un cambiamento improvviso nell’emagglutinina e/o geni virali quando un nuovo genoma dell’influenza compare improvvisamente (Influenza A) Deriva: un cambiamento graduale nell’emagglutinina e/o nei geni virali quando il virus attraversa una serie di mutazioni ed evolve nel tempo (Influenza A e B) Meccanismi di evasione immune Esempio: Virus dell’influenza Anticorpi neutralizzanti contro l’emagglutinina bloccano l’adesione alle cellule Mutazioni alterano gli epitopi dell’emagglutinina così da neutralizzare gli anticorpi Cambiamento antigenico avviene quando segmenti di RNA vengono scambiati tra ceppi virali in un ospite secondario Assenza di immunità contro il virus che esprime una nuova emagglutinina Virus dell’influenza: orthomyxoviridae Virus RNA: l’RNA è composto da 8 segmenti che possono mutare o ricombinarsi creando nuovi ceppi virali Virioni: sferici, ~200nm di diametro Capside: contiene delle “spine” rigide di emagglutinina e neuraminidase Classificazione del virus dell’influenza • Influenza A (esseri umani, suini, equini, animali marini, polli/volatili) – emagglutinina (H) • H1, H2, H3 – neuraminidase (N) • N1, N2 • Influenza B (esseri umani) • Influenza C (esseri umani, suini) ©2001 Trish Perl. All Rights Reserved. JHH Healthcare Epidemiology and Infection Control. Proteine: superficie emagglutinina: favorisce l’infezione neuraminidase: permette al virus di penetrare nelle secrezioni respiratorie Struttura/membrana: Proteine M: modificano l’ambiente (pH) per facilitare il rilascio del capside Sottotipi di antigeni dell’influenza A associati alle pandemie Anno 1889 1918 1957 1968 1977 Intervalli (anni) Sottotipo -29 39 11 9 H3N2 H1N1 H2N2 H2N2 H1N1 Modificazione antigenica ? H+++N+++ H+++N+++ H+++NH+++N+++ Severità moderata severa severa moderata leggera Caratteristiche del virus dell’influenza • Associata ad un’alta mortalità – Malattia severa associata all’influenza B negli anziani e nelle persone ad alto rischio • Modalita’ di trasmissione in epidemie o pandemie – Generalmente influenza A Pandemia influenzale: passato e presente 1 9 1 8 1918 cosa E WHAT HAP PNED Y AR E Anno accadde 1 miliardi . illio 8 nb 1.8 World p la oiot pn u Popolazione mondiale Tro o pnavi, ips s ,s hPrimary mo ddi e Vie primarie Truppe, railro a d s tra n rt s p a io otn ferrovie 2 cosa 0 0 0 2000 WHAT COULD potrebbe accadere HAP PN E 5 miliardi . illio 9 nb 5.9 o f Aerei J e t s trasporto 4 4mo n t h s TimeTempo r viru f dio s t o mesi circolazione circle t globale loh be e g d a y s 44giorni del virus GMascherine, a umaz se k , Pre v ivdi e en t Misure disin f e c t a n prevenzione me t s a res su disinfettanti B ered aspirina s t irin , Riposo, 2> + 0 mmilioni ionl l i 20 VVaccini a inc ec s a s Tre pTrattamenti a met n t s S Farmaci me o iviral aantivirali n dru t g s E tis m a de da Stime dited mortalità 6 milioni 0 on? m 60 ? i l l i IncidenzaIncidence clinica dell’influenza of Flu clinically livello meandipop anticorpi antibody nella vs HxNx popolazione virus PANDEMIA PERIODO INTERPANDEMICO EPIDEMIA EPIDEMIA EPIDEMIA EPIDEMIA 1 2 3 4 5 6 7 8 Introduzione del virus Leggera variazione significativa A A HxNx di HxNx.. 9 10 11 12 13 14 Introduzione del nuovo subtipo del virus A HyNy LIVELLO MEDIO DI ANTICORPI NELLA POPOLAZIONE PANDEMIA Ciclo vitale Capillare Pelle Mosca tzetze Fissione binaria Moltiplicazione nello stomaco Forma metaciclica Tripanosomiasi nell’ Africa Centrale Migliaia Globuli rossi Tripanosomi Molecole VSG Segnale peptidico N-terminale Regione variabile Regione d’omologia Coda idrofobica C-terminale Le molocle VSG sono ancorate alla membrana attraverso un residuo GPI Parassitemia (log parassiti/ml sangue) Variazione dei livelli di parassitemia nella malattia del sonno Settimane dalla probabile infezione “LEPTOSPIRA” La leptospirosi (o malattia di Weil) è una zoonosi causata da una specie patogena delle leptospira, Leptospira interrogans. Ceppi saprofitici sono L. biflexa. Caratteristiche: • Spirochete aerobica a forma di spirale • utilizzano l’energia ottenuta dalla β-ossidazione degli acidi grassi • possono essere cresciuti in terreni di coltura in presenza di siero Microscopia a campo scuro della Leptospira Febbre ricorrente: Borrelia 1. Caratteristiche • 4 -18 mm di lunghezza, 0.2-0.5 mm di larghezza • spirochete a spirale • alta motilità con 15-20 fibrille assiali • visibile con colorazione Giemsa in strisci di sangue • microaerofile che crescono in un terreno speciale 2. Patogenesi a. Infezione da pulce (febbre ricorrente epidemica) dovuta a Borrelia recurrentis; trasmessa da pulci corporee o da pidocchi (Pediculus humanis); un volta ingerita dalla pulce, la borrelia passa nell’emolinfa e nei gangli della pulce, infetta l’ospite successivo se la pulce è ferita b. Infezione da zecca (febbre ricorrente endemica) dovuta a Borrelia recurrentis (o B. hermsii o B. turicatae); trasmessa da zecche del genere Ornithodoros; se la zecca si nutre di sangue di un ospite infetto, la borrelia persiste nelle ghiandole salivari della zecca e viene trasmessa ad un altro ospite attraverso la saliva infetta al seguente pasto di sangue. Febbre ricorrente: Borrelia 3. Manifestazioni cliniche - dopo 7-10 giorni d’incubazione, c’è un’improvviso malessere; la spirochetemia è molto alta e causa rapidamente febbre alta che persiste fino alla crisi; i pazienti si lamentano di prostrazione, mal di testa, mialgie acute o artralgia; possono anche sviluppare nausea, vomito, diarrea, tosse e mal di gola; con la splenomegalia si osservano anche rush maculari o patechiali - 3-6 giorni dopo l’inizio del malessere, i sintomi diminuiscono, assieme ad una rapida diminuzione della febbre ed un aumento della sudorazione; 5-10 giorni senza febbre i pazienti hanno una ricaduta simile al periodo iniziale della malattia, tipicamente più corto e meno violento del primo - La ricaduta è dovuta alla variazione antigenica delle principali proteine variabili (VMP) – cambiamenti spontanei; il gene VMP è situato su un plasmide lineare, con diverse copie di geni silenti o geni espressi per ogni tipo di antigene; localizzazione dei geni entro i siti di espressione porta ad un’espressione di questo gene - La Borrelia è suscettibile all’azione di anticorpi e complemento; i pazienti si riprendono grazie alla risposta umorale e anticorpi specifici Meccanismo di evasione del sistema immunitario da parte della Borrelia; illustrata è la presenza di varianti antigeniche durante l’infezione. Malattia Ricaduta Anticorpo 1 Spirochete Antigene 1 Anticorpo 2 Spirochete Antigene 2 Giorni Ricaduta Anticorpo 3 Spirochete Antigene 3 Variazione antigenica 1. Il Microrganismo deve essere in grado di produrre un gran numero di antigeni immunodominanti che non condividono epitopi accessibili al fine di evadere il sistema immunitario per un lungo periodo di tempo; 2. Il parassita deve essere in grado di cambiare la “variante” dell’antigene esposto in una frazione della popolazione parassitica prima che gli anticorpi abbiano eliminato l’intera popolazione; 3. Gli antigeni di superficie devono essere prodotti in maniera coordinata nel tempo per evitare una grande eterogeneità della popolazione e indure anticorpi contro la frazione rilevante del repertorio antigenico. Struttura dell’HIV e del recettore del virus gp160 (gp120/gp41) Capsula nucleica Integrase Genoma RNA Protease Trascrittasi inversa Capsula Membrana cellulare Recettore delle chemochine La maggior parte degli individui infetti con HIV sviluppano l’AIDS dopo un periodo di svariati anni Percentuale delle persone senza AIDS Emofilici HIV- e omosessuali HIV- Maschi omosessuali HIV+ e emofilici >20 anni HIV+ Infezione con HIV Presente Previsti Tempo post-infezione (anni) Il virus dell’HIV risiede nelle cellule CD4+ allo stato latente grazie alla sua integrazione con il genoma dell’ospite Le particelle del virus aderiscono a recettori sulle cellule T Il capside virale si fonde con la membrana cellulare permettendo al genoma virale di penetrare nella cellula La trascrittasi inversa copia l’RNA del genoma virale in cDNA a doppia elica Il cDNA virale penetra nel nucleo e viene integrato nel DNA dell’ospite. Rimarrà silente fino all’attivazione delle cellule T RNA genomico virale cDNA virale Co-recettore citoplasma Membrana cellulare Nucleo DNA cromosomale provirus L’attivazione delle cellule T CD4+ infette induce la replicazione virale L’attivazione delle cellule T induce la trascrizione del provirus I trascritti dell’RNA sono processati più volte permettendo la traslazione di tat e rev Tat incrementa la trascrizione di RNA virale. Rev incrementa il trasporto di RNA virale nel citoplasma Le proteine Gag, Pol e Env sono tradotte ed assemblate in particelle virali Risposta immunitaria all’HIV Anticorpi diretti contro HIV Env CTL specifiche contro HIV Anticorpi diretti contro HIV p24 Virus infettivo nel plasma 4-8 settimane 2-12 anni 2-3 anni 0-1 anno infezione Decesso Sieroconversione Diminuzione delle cellule T CD4+ Media di ca. 10 anni 2-6 sett. Malattia simile all’influenza Fase asintomatica Fase sintomatica Risposta immunitaria all’HIV Anticorpi diretti contro HIV Env CTL specifiche contro HIV Anticorpi diretti contro HIV p24 Virus infettivo nel plasma 4-8 sett. 2-12 anni 2-3 anni 0-1 anno La perdita delle cellule T CD4+ porta alla deficienza immunitaria e l’inabilità di controllare l’infezione di HIV Aspetti fondamentali del meccanismo di soppressione della risposta immunitaria • Cellule T-helper CD4+ infette muoiono e sono eliminate – Le DC non interagiscono con le cellule T-helper CD4+ e non possono a loro volta attivare nuove cellule CD8 CTL – La risposta delle cellule CD8+ e delle B cellule diminuisce – La memoria delle cellule T-helper CD4+ è perduta • Le DC infette sono uccise dal virus o da CTL – Difetto nella presentazione dell’antigene – Inefficacia nell’attivare la memoria di CTL PERIODO DI LATENZA Quando un’infezione virale non si manifesta immediatamente. Piuttosto, il virus entra in uno stato latente durante il quale il genoma virale può venir incorporato nel genoma dell’ospite o mantenuto come elemento extracromosomale. I genomi di virus latenti vengono replicati passivamente assieme ai cromosomi dell’ospite. Non tutti i geni del virus rimangono silenti durante il periodo latente e vi possono essere cambiamenti percettibili nel fenotipo della cellula. Il genoma virale può essere riattivato, potenzialmente anche decenni dopo l’infezione iniziale. Herpes, papilloma, Hepadnaviruses: Forme latenti esistono come plasmidi (nucleari, elementi extra-cromosmali) Virus: Herpes simplex Varicella-zoster Epstein-Barr Papilloma Luogo di infezione latente: - neuroni sensoriali - gangli dorsali - linfociti B - epitelio basale Per esempio: virus dell’herpes dopo l’esposizione dell’ospite ad alte dosi di UV. Retrovirus: Forme latenti esistono come "proviruses" integrate nel cromosoma dell’ospite HTLV 1 - cellule T HIV - CD4+ cellule T, macrofagi. Herpesviridae • Alphaherpesvirinae (BHV-1, EHV-1,4, HV felino, HV canino) – Crescita rapida – Periodo di latenza nei neuroni sensoriali • Betaherpesvirinae – Citomegalovirus (grandi cellule simili a palloni) – Crescita lenta – Periodo di latenza nelle ghiandole salivari, reni, linfociti • Gammaherpesvirinae (malignant catarrhal fever virus) – Malattia linfoproliferativa – Periodo di latenza nelle cellule linfoidali Struttura Capside nucleico Involucro Tegumento Glicoproteine (gB, gC…gL) Infezioni produttive e latenti Ciclo riproduttivo vhs gC viral DNA DNA virale gD IEGeni genes IE EGeni genes E Replicazione del DNA DNA replication L LGeni genes gB Corpi inclusi tif Rilascio di virioni Periodo di latenza e riattivazione DNA virale Geni IE (regolatori) Geni E (enzimi) Geni L (strutturali) LAT riattivazione stress immunosopressione corticosteroidi cAMP Evasione del sistema immunitario: Latenza virale Il virus si sposta lungo Il virus dell’herpes simplex l’assone del neurone per poi infetta le cellule epiteliali della pelle, poi si espande ai neuroni infettare nuovamente le cellule sensoriali vicini area d’infezione. epiteliali. I neuroni hanno un basso contenuto di MHC La risposta immunitaria controlla l’infezione, ma il virus classe I e quindi non vengono attaccati da CTL. Questo li persiste nel nucleo dei neuroni rende un posto ideale per la in stato LATENTE (trascrizione persistenza di un’infezione inattiva), fino a quando non virale latente. viene riattivato.