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Fiume Reno completa - Comune di Casalecchio di Reno
IL FIUME RENO Il fiume Reno nasce dal Piano di Pratale, in provincia di Pistoia, a nord del passo delle Piastre nell’Appennino ToscoEmiliano. Nel suo primo tratto è chiamato Rio di Prunetta. Entra nella provincia di Bologna, tocca Porretta Terme, quindi Vergato e Marzabotto; fiancheggiando sempre la Porrettana arriva a casalecchio di Reno. Separa in due il paese, e si collega al canale del Reno; passa per Borgo Panigale, entra a tratti nella provincia di Ferrara, lambisce le valli di Comacchio, infine sfocia, attraverso l’alveo del Po di Primaro, nel mare Adriatico. Il suo percorso è lungo 211 km, ha un bacino di drenaggio pari a 4628kmq e la sua portata è perenne ma molto variabile. Nelle massime piene sono stati misurati, proprio all’idrometro di Casalecchio, 1800 metri cubi al secondo, per scendere poi in media a 43 metri cubi al secondo. Sui suoi versanti di sinistra e di destra, in alto rispetto al fiume tra Casalecchio e Monte Mariano, si possono osservare i famosi calanchi, che devono la loro origine all’azione erosiva che le acque di ruscellamento operano sui terreni argillosi e sabbiosi. Durante il suo corso raccoglie le acque di alcuni affluenti, quasi tutti torrenti: il Samoggia che passa per Bazzano, il Setta, con i torrentelli Silla, Vergatello e Venola che entra nel Reno presso Sasso Marconi, l’Idice e il Savena presso San Lazzaro, infine il Sillaro, il Santerno e il Senio. La natura geologica è essenzialmente di tipo sedimentario e alluvionale. Le rocce che affiorano lungo il suo percorso sono sabbie o argille depositate in ambiente marino, dove sono frequenti dei resti fossili, prevalentemente di conchiglie. La caratteristica rupe di Sasso Marconi è un esempio di roccia arenacea: un massiccio duro e resistente a cui l’erosione meteorica ha dato diverse forme e un aspetto particolare. Tra le sorgenti minerali più importanti sono da ricordare le acque termali solforose di Porretta. Dal dopoguerra in poi, specialmente nel ventennio 1951-1971, il Comune di Casalecchio ed altri limitrofi hanno subito un incremento demografico elevatissimo in relazione soprattutto all’industrializzazione del territorio. Il cosiddetto “boom economico” ha trascurato molti essenziali aspetti ecologici, per cui anche il fiume Reno, soprattutto nel tratto Porretta-Casalecchio, è stato inquinato dalle aziende artigiane e industriali e dalle fognature che scaricavano incontrollatamente scorie e rifiuti nel fiume. In particolar alcune grosse industrie, come la cartiera Rizzoli a Marzabotto, la cartiera del Maglio a Pontecchio Marconi, la Birreria Wűrer e la Hatù di Casalecchio con i loro scarichi inquinanti, avevano contribuito a trasformare il Reno, specialmente nei pressi del ponte, in una fogna tremendamente maleodorante con acque schiumose e torbide. A poco a poco, le leggi hanno obbligato le industrie ad utilizzare adeguati impianti di depurazione anche se, come riferisce l’Assessore all’ambiente, persistono altri “scarichi abusivi nelle ore notturne e nei giorni festivi per eludere controlli e fragranze”. Comunque oggi la situazione è nettamente migliorata, in particolare nel tratto di fiume che attraversa Casalecchio. L’amministrazione comunale intanto ha realizzato gradatamente diverse reti fognarie che convogliano le acque nere verso i principali collettori che portano il liquame al depuratore. L’importanza del Reno è legata inoltre alla fornitura di materiali ghiaiosi ai tanti cantieri edili del bolognese, mediante le moderne attrezzature della società S.A.P.A.B.A, che scava industrialmente fin dal 1939, nei pressi dell’antico Lido, anche se questi metodi estrattivi sono meno equilibrati di quelli antichi e determinano voragini abbastanza disarmoniche naturalisticamente. (Annamaria Dalmonte Polvani, Casalecchio di Reno, Percorsi e Immagini della sua civiltà, Pontenuovo Editrice Bologna, 1986, pp. 52-56)