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Gennaio - Sant`Ambrogio
UNAVOCtr dalle due torri InformatoredellaBasilicadi Sant'Ambrogioin Milano - Fax8693839 - E-mail: - N.C.C.P. PizzaSantrAmbrogio, 15- Tel.0786450895 [email protected] 26958207 ORARI SS. MESSE TNDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI Prefestive: S. Nicolao: ore17.30 in Basilica: ore18.30 Mons.ERMINIO DE SCALZI, AbateParroco PrazzaS. Ambrogio,15 Tel. 02.863866 Mons.BIAGIO PIZZI, Arciprete PiazzaS.Ambrogio,15 TeI.02.86451300 Festive: in Basilica: ore 7.30- 9.00- 10.00- 11.00(Capi- tolarein lingualatina)- 12.15- 18.001 9 . 0 0( l e m e s s ed e l l e1 1 . 0 0e 1 8 . 0 0 sonosospese in luglioe agosto) Feriali: in Basilica: ore 7.30 - 8.00 - 9.00 - 18.30 (la messadelle 8.00 è sospesail sabato) ORARI SS. CONFESSIONI Tutti i eiorni dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 17.00alle 19.00 Don ENRICO PAF.AZZOLL Assistente Oratorio PiazzaS. Ambrosio. 25 Tel.02.86450795 Mons. FRANCO VERZELERI. Abate emerito ViaLanzone, 13 Tel. 02.86451948 Mons. ERMANNO ALEMANI PiazzaS. Ambrogio,2l Diacono GIULIANO BERETTA Tel. 02.86450843 Tel. 02.89401063 CENNAIO2OO4 PEAISIERI DI INIZIO o Ho trovato negli scritti di S. Ambrogio una frase che, in questi primi giorni dell'anno, mi ha fatto pensare. Dice: "Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi". Questo scriveva S. Ambrogio nel IV secolo dopo Cristo, quasi a dire: "non lamentatevi dei tempi in cui Dio vi fa vivere, preoccupatevi solo di vivere bene il vostro tempo, così da cambiarlo". Mi pare questo un invito attualissimo: è tempo di vivere bene, di impegnarsi in prima persona e fare questo in armonia con gli altri. Il cambiamento del mondo non si produce automaticamente, non viene da una lamentosità ricorrente, si dà invece se ciascuno si impegna, per la sua parte, a cominciare dal cambiamento della propria vita personale. Tutti siamo chiamati a mettere in campo una dose più elevata di responsabilità, un ricupero di etica del lavoro, di moralità professionale e di riscoperta del valore della famiglia come luogo primario dell'educazione umana e cristiana delle nuove generazioni. o Non aspettare che la tua vita, nel nuovo anno, cambi per il sopraggiungere di grandi aweni- D'AAIAIO menti, ma sappi scorgere la novità nelle piccole cose di ogni giorno. La vita ti apparirà bella quando awai imparato a viverla nei suoi awenimenti di ogni giorno: accostati con bontà e semplicità alle piccole, umili realtà della vita di ogni giorno sapendo che esse nascondono in sé il miracolo eterno e silente di Dio motore proprio quando queste realtà restano se stesse. La giornata dell'uomo è piena di "cose di ogni giorno": queste sor'o capaci di renderci "poveri o ricchi" .Il nostro impegno non è di enfatizzare "le cose di ogni giorno" ma quello di lasciarle "cose di ogni giorno" e tuttavia scoprire in essela ricca profondità di ciascuna di loro in ordine al fine ultimo della nostravita, e alla loro capacità di dare senso alla nostra esistenza. Dice una canzone: "le gioie semplici sono le più belle!". o La fine di un anno e l'inizio di uno nuovo è tempo di bilanci e di verifiche. Se tutti dobbiamo fare una verifica della nostra vita, a noi credenti però spetta in particolare di fare una verifica della nostra vita di fede, del nostro rapporto con Dio. forse abbiamo smarrito il senso peculiare della vita cristiana come "esperienza di Dio, aNA VOCE dalle due toni relazione personale e continua con il Signore. Nella frenesia che accompagna la miriade di iniziative che abbiamo messo in campo, ci siamo allontanati dall'essenziale dando per scontata la fede. La fede, per molti, è rimasta come "sfondo generico del loro agire di credenti e il prevalere della dimensione attivistica ci ha fatto perdere l'essenziale, l'incontro con il mistero di Dio". Il primo e fondamentale debito che come chiesa abbiamo verso i fratelli che incontriamo è la testimonianza meno opaca possibile del primato del Signore Gesù e della sua parola nel proprio vissuto quotidiano, nella propria vita di famiglia... Proviamo in questi giorni a interrogarci sulla nostra fede, sul nostro rapporto personale con Dio, sulla nostra preghiera... r Per fare gli auguri per l'anno nuovo prendo a prestito le parole di santa Teresa D'Avila: "Niente ti turbi, Niente ti spaventi Tutto passa Solo Dio rimane. La pazienza tutto raggiunge Dio non manca di nulla Dio solo bastal" Buon Anno + Erminio De Scalzi APPUNTAMENTI PER IL MESE DI GENNAIO 2OO4 Martedì 13 GENNAIO Ore 2l: Inizio del cammino di preparazione dei fidanzati al Matrimonio. In oratorio: terzo incontro del percorso Genitori con Don Severino Pagani. Mercoledì 14 GENNAIO Ore 21: in sala capitolare Commissione Liturgica. Giovedì 15 GENNAIO Ore 18.30:in sala capitolare Commissione Famiglia. Ore 2l: in Basilica concefto dell'AssociazioneMusica Rara. In S. Sigismondo: adorazione eucaristica per i Giovani. Venerdì 16 GENNAIO Ore 2l: in S. Sigismondo: Corso Biblico con Don Franco Man:i: "Debolezzadella Chiesa e potenza di Dio: la Chiesasecondo la seconda lettera ai Corinzi". Domenica 18 GENNAIO Ore 10: in Basilica presentazione dei neocomunicandi. Seguirà l'incontro con i Genitori in Oratorio con aperitivo insieme. Inizia la settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani. Lunedì 19 GENNAIO Ore 2l: in sala capitolare: Consiglio PastoraleParrocchiale. Domenica 25 GENNAIO: FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA Ore 10: S. Messa, animazione in Oratorio e pranzo comunitario. Nel pomeriggio tombolata per tutti. Venerdì 30 GENNAIO Ore 10.30: nella cappella di Santa Savina S. Messa per I'Associazione di Santa Savina. Ore 2l: in cappellina dell'Oratorio Messa nella memoria di Don Bosco per Catechiste, Educatori. Allenatori e Collaboratori dell'Oratorio. UNA VOCE dalle due torri Axcou DAscoPRrRE IL CHIOSTRO DISAIITA MARIA MADDALEIIA ALCERCHIO rN vrA Cnppuccro7 Il chiostro sorge sull'area del circo romano, fatto costruire dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo d.C. La grande costruzione si estendeva nella zona oggi compresa tra corso Magenta e il Carrobbio e misurava 470 metri di lunshezza e 85 di larghezza. Nell'Alto Medio Evo sulle rovine del circo furono edificati diverse chiese e conventi, tra cui il Monastero Maggiore o San Maurizio, Santa Maria ad Circulum, Santa Maria Maddalena, Santa Marta, San Pietro alla Vigna, S. Maurilio - nomi che si ritrovano ancor oggi nella toponomastica del quafiiere. D o v e o g g i p a s s a l a v i a C i r c o , e s i s t e v aalmeno fino al 942 - la chiesa di Santa Maria ad Circulum, così chiamata per una pittura, ora perduta, che rappresentava la Vergine insieme a Gesù Bambino racchiuso in un cerchio luminoso, simbolo del rinnovamento e dell'eternità. Questa piccola chiesa fu poi inglobata nel convento di Santa Maria Maddalena al Cerchio, citato per la prima volta in alcuni documenti dell'inizio del XII secolo. I fondi per la costruzione del convento furono offerti da una nobile sisnora milanese per esaudireun voto. Le monache di Santa Maria Maddalena al Cerchio appartenevano all'ordine degli Umiliati, fondato nel 1019. Vestivano un abito bianco con un ampio cappuccio - da cui il nome della via in cui si trova oggi il chiostro - e appartenevano in gran parte alle famiglie nobili milanesi. Poco si sa della vita monastica, anche se nell'Archivio di Stato sono stati trovati documenti di acquisti e spesee note di vita quotidiana. All'inizio del XIX secolo, con l'arrivo di Napoleone in Italia, furono soppressi moltissimi monasteri, far cui quello di Santa Maria Maddalena. Ledificio fu venduto nel 1811 alla Società dei Classici Italiani e per più di un secolo subì continue e profonde manomissioni. La chiesa fu demolita, le pitture disperse, gli alloggi trasformati in abitazioni private. Il loggiato superiore del chiostro fu murato, le finestre ampliate o trasformate. Si progettava di trasformare l'intera area in un magazzino coperto. Nel 1915 il chiostro fu acquistatoda Guido Ucelli, che ne curò il restauro, ripristinando le str-utture originarie. Nel 1923 l'edificio è stato dichiarato monumento nazionale. Il chiostro è composto da un porticato a due ordini, formato da 34 colonne monolitiche in serizzo.Le snelle colonne del loggiato inferiore, del XV secolo, si ergono su semplici plinti collegati tra loro da un muretto in cotto e sono sormontate da capitelli a palmette. Il loggiato superiore, più tardo, è formato da colonne rastremate, sormontate da semplici capitelli ionici. Il sottotetto, conserva i cassettoni Ìignei originali, decorati con semplici disegni geometrici. È interessante notare I'evoluzione della struttura architettonica. Il porticato inferiore, medioevale nella struttura delle volte interne, risente di influssi bramanteschi negli archi a tutto tondo decorati in cotto. Il loggiato superiore è quasi sicuramente un rialzo del XVI secolo. Lungo le pareti del loggiato inferiore sono state collocate otto colonne in serizzo provenienti dal convento della Vettabbia. distrutto, presso piazza Vetra. La testa romana in marmo che rappresenta il sole è di provenienza ignota. Làncora e i cippi di timone decorati con teste di lupo e di leone sono copie di originali ritrovati sulle navi imperiali romane del lago di Nemi. Al recupero delle navi, awenuto nel 1930, partecipò Guido Ucelli. aNA VOCEdalle due totí ACAT MILANO AGAT MtLAt'to ASSOCIAZIOI{E CLUBALCOLISTIIN TRATTAMENTO Il Sindaco del Comune di Milano, il giorno di S. Ambrogio, 7 dicembre 2003, ha consegnato all'Associazione degli Alcolisti in Trattamento l'Attestato di Benemerertza Civica con la seguente motivazione: "Fondata nel1979, ha ottenuto il riconoscimento della Regione Lombardia. Garantendo discrezione e riservatezza, si adopera per la riabilitazione degli etilisti e per la prevenzione dei danni provocati dall'abuso di alcol. Tramite l'autoaiuto e l'aiuto reciproco, interviene spesso efficacemente laddor.e l'approccio medico-farmacologico tante volte fallisce. Mentre sostiene le persone impegnate nella dura battaglia per la disintossicazione, contribuisce a migliorare la qualità della vita di molte famiglie in difficoltà". Questa benemerenza è un incoraggiamento significativo per I'ACAT, che gode della nostra ospitalità presso la sede Caritas di Piazza S. Ambrogio 23 e opera sul territorio del centro della città. Al Sen,itore del CAT di S. Ambrogio, Franco Sabbadini, e a tutta l'Associazione le nostre più vive felicitazioni ed i nostri più fervidi auguri per il futuro della loro attività. I DUE SACERDOTI MILAI.{ESI VERSO GLIOTIORI DEGLI ALTARI Il 20 dicembre 2003, nella sala Clementina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha promulgato il decreto che proclama eroiche le virtù dei seni di Dio: Mons. Luigi Biraghi e Don Luigi Monza. Mons. Luigi Biraghi (1801-1879). Fu membro del Capitolo di S. Ambrogio. Fu un sacerdote di profonda spiritualità e vasta cultura, che profuse nei seminari, quale insegnante e direttore spirituale. Fu consigliere dei suoi Arcivescovi. Nominato dottore della Biblioteca Ambrosiana, coltivò studi di storia ecclesiastica, di archeologia cristiana e di teologia. Nel difficile trapasso della Lombardia dall'Austria al Regno d'Italia, fomentò il dialogo e la pacificazione. Per l'educazione cristiana delle giovani fondò l'Istituto delle Suore Marcelline. Don Luigi Monza (1898-1954). Nato a Cislago (Va), del clero milanese, visse il suo sacerdozio nel ministero pastorale. Fu parroco di S. Giovanni alla Castagna, alla periferia di Lecco. Servì la sua comunità con l'esempio della vita e con una intensa attività che aveva il suo centro nell'Eucarestia e nella catechesi. Fondò I'opera "La Nostra Famiglia, per diffondere nella società la carità della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme. Nell'ambito di questa fondazione dette vita all'Istituto delle Piccole Apostole della Carità, che svolgono una vasta attività educativa per i bambini in difficoltà. In attesa del decreto sul miracolo per la beaúficazione, preghiamo perché questo presto a\.venga. E ringraziamo il Signore che accompagna sempre la vita della Chiesa con il dono dei santi. Essi, con la loro santità, ci additano, fino all'ultimo giorno, "la misura alta della vita cristiana ordinaria", come dice il Papa nella Novo Millennio ineunte,3l. I I UNA VOCEdalle due torri CI HAl\ú 10 SCRITTO... Pubblichiamo questa lettera ricevuta in occasione della benedizionenatalizia dellefamiglie. Basta, da sola, a ripagarci della fatica del nostro passaredi casa in casa...Tktti vogliamo ringraziare per la gentile accoglienza. Cari sacerdoti, spero di riuscire a tornare a casa dal lavoro in tempo per vedervi e dire una preghiera insieme. Ma se non fosse cosi, lascio due righe per farvi gli auguri di Natale, perché soprattutto il messaggiodi Gesù continui a vivere tra noi e ci aiuti ad esseremigliori. Tante volte tra le difficoltà, la fatica e la frenesia della vita di oggi, è difficile fermarsi a riflettere su che cosa significhi oggi il Natale (sembra così lontano il Bambino della stalla), e sono felice perché trovate il tempo di venire a ricordarcelo, di porta in porta. Da parte mia credo sia un messaggio di speranza, e che ci ricordi che la nostra vita fugace ha un senso, solo se cerchiamo di dedicarci agli altri e se continuiamo a sognare un mondo migliore... Il mio bambino personale si chiama F...,ha un anno e cinque mesi ed è arrivato quando pensavoproprio che non awei mai avuto un figlio... un miracolo meraviglioso della fede, della preghiera e della speranza. Con F., con suo papà e con tutti i miei cari vi auguro di cuore Buon Natale e un 2004 ricco di gioia e di pace. Natale 2003. 15 dicembre. UN APPELLODAL CARCEREDI S. VITTORE Lo scorso novembre, invitato dal Consiglio Caritas, il Cappellano di San Vittore, Don Alberto, è venuto a parlarci del carcere, edificio tanto vicino a noi nella sua ubicazione, ma non altrettanto presente nel pensiero e nella consapevolezza della comunità di S. Ambrogio. Prendere coscienza delle realtà che quotidianamente si snodano in situazioni di drammatica difficoltà ci ha profondamente colpiti. A cominciare dal sovraffollamento, tanto che in molte celle se tutti i detenuti volessero stare in piedi contemporaneamente non ce ne sarebbe la possibilità; poi l'ozio forzato (il lavoro e la scuola sono infatti disponibili soltanto per una minoranza),la droga, la malattia, le condizioni igieniche, la difficilissima convivenza tra persone di origini e tradizioni diverse, molto spesso la più totale solitudine affettiva e la rnancanza di punti di riferimento. La maggioranza dei carcerati sconta pene per reati minori, quasi sempre causati da condizioni familiari impossibili; spesso sono giovani che non hanno mai avuto alle spalle una sia pur piccola sicurezza e che già da ragazzini hanno dovuto fare i conti con una vita di violenza e di abbandono. E quando poi finalmente la galera finisce e le porte si aprono di nuovo sul mondo, che cosa trovano questi infelici? Quasi niente che li possa aiutare; le strutture sono del tutto carenti e loro non sanno dove andare e cosa fare, così che spessoè di nuovo la strada l'unico posto in cui vagare bisognosi di tutto, senza un minimo di accoglienza e di orientamento. È un quadro sconvolgente quello che il Cappellano ci ha posto davanti agli occhi, cose che più o meno tutti sappiamo ma consideriamo lontane e spettanti ad altri, perché siamo sempre tentati di pensare che sono gli ALTRI che devono saper fare qualcosa. Ma non si può commuoversi e poi restare indifferenti. Come prima risposta abbiamo allora pensato di riunire in un foglio informazioni sulle mense, sulle Comunità dove sperare di trovare un posto letto (cosa sempre estremamente difficile), docce, assistenzamedica. Ci vorrebbero però molte altre cose, meno precarie e più risolutive; per questo facciamo appello alla nostra comunità perché anche i singoli si interroghino e collaborino in una comune ricerca di proposte e di iniziative che possano portare a individuare validi aiuti a chi da solo non ce la può fare. Per ora abbiamo fatto avere a Don Alberto materiale di cancelleria per la scuola, libri e indumenti da uomo di cui c'è una srande necèssità. 6 UNA VOCE dalle due torri MADRE MARIA MARGHERITA CAIANI FoNoarRrcEDELLEMmnng SuonE DELSacno Cuonn La piccola chiesa situata in via Lanzone, che offre a molte persone, che durante la giornata vi sostano, una breve pausa di silenzio e di preghiera è affidata alle cure delle Minime Suore del Sacro Cuore. La fondatrice di questo Istituto è Maria Anna Rosa Caiani (Marianna), divenuta poi Madre Maria Margherita. Nasce a Poggio a Caiano (Firenze) nel 1863, da una famiglia contadina, modesta ma ricca di fede. In particolare la mamma, religiosissima,la educa alla partecipazione giornaliera alla Santa Messa. E assidua anche a tutte le iniziative parrocchiali, frequenti in paesi tradizionalmente cristiani come è quello di Poggio a Caiano. La religiosità di Marianna non può che portare - come è di una vera e profonda religiosità - all'amore verso Dio, che si manifesta nel povero e nel sofferente e Ia Caiani, ancora giovane si distingue per un grande spirito di sacrificio nella dedizione ai compaesani ammalati e bisognosi. Dopo la morte della mamma nel 1890 - il padre era mancato improlvisamente nel 1884 e i fratelli si erano sposati - Marianna si chiedeinsistentementeche cosail Sienore ruole da lei. Sente di esserechiamata da Dio Der una missione oarticolare nella Chiesae, con umiltà, intensificale preghiere e chiede consigli e indicazioni a religiosi e a persone amiche. Una intuizione si fa sempre più viva in lei: consacrarsi al Sisnore. La scelta cadé su un monastero di clausura: ouello delle Benedettinedi Pistoia,dove entra il 4 ottobre 1893,ma, ben presto, questa decisione si rivela affrettata: non è fatta per la clausura. Tornata a Poggio apre, con un amica, una piccola scuola per i bambini del paese. Nel 189ó la Caiani e altre due compagne iniziano una vita in comune. II 15 dicembre dello stessoanno le amiche che si uniscono a loro sono cinque e insiemevestono l'abito religioso. Marianna prende il nome di Suor Margherita del Sacro Cuore: la devozione al Cuore di Gesù le era stata inculcata fin da piccola nella sua parrocchia. Oltre alla scuola anche gli ammalati erano oggetto della dedizione delle suore e, comunque, quanti avevanobisogno di un aiuto e di un conforto. Naturalmente, come per ogni santo, non mancarono incomprensioni, critiche, opposizioni, ma non mancò anche la fiducia che il Signore non l'avrebbe abbandonala. La spiritualità che ispira Suor Margherita Maria è quella di Francesco, il santo della minorità, della semplicità e della povertà: da qui il titolo di "Minime" che la Caiani vuole per le sue compagne e che, come è detto nel loro Regolamento di vita, "equivale ad amare e servire; equivale a umiltà tradotta nella carità, nella semplicità e nella letizia". Il bene che ooeravanole suore venne Drestoconosciuto fuori dal ristretto ambito di Possio a Caiano e così furono chiamatead ampÌiare il loro ùggio di azione in diverse città, soprattutto negli ospedali civili e militari e nell'assistenzadomiciliare Madre Caiani morì l'8 asosto l92l lasciandotredici case filiali e 124relisiose. Da allora il seÀe gettato è cresciuto e si è sviluppato in diverse parti del mondo: Egitto, Israele, Brasile, Sri Lanka. II Papa Giovanni Paolo II ne proclama le virtù eroiche con la beatificazione,in S. Pietro, il 23 aprile 1989. C,B, DerriORAroRro PERDIRE GRAZIE... Per prima cosa grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla fiera degìi O bej O bej del nostro oratorio. Sono stati tre giorni intensi, ma molto festosi: tante persone di tutte le età si sono impegnate per realizzare, nel modo migliore, questo evento. Eravamo tutti molto affiatati e uniti. Un grande contributo lo hanno dato i ragazzí della Ruota, che con la loro vivacità, la loro semplicità, ma soprattutto l'entusiasmodella loro giovinezza,hanno reso ancora più bello lo stare insieme! La buona riuscita si deve anche alla generosità di chi ha mandato nelle settimane precedenti la fiera il materiale da vendere. Non possiamo poi non elogiare quanti hanno aiutato nell'organizzazione: chi è venuto a prezzare, chi ha preparatò il bar, chi ha selezionato i lùri e chi, nei giorni della fiera, ha preparato piatti caldi per tutti noi! Un grazie va poi ai nostri sacerdoti, in particolare al caro don Enrico, che ci hanno sostenuto e hanno tanto apprezzatoil nostro impegno. È bello che ogni anno l'oratorio trovi, nell'occasionedelle festività ambrosiane, una grande compattezza, facendoci sentire una bella comunità! L'invito è, come sempre,al prossimo anno. Bruno, a nome di tutti 6 a ANAVOCE dalle due torri 7 A r À rn t+ o G co "AMBROSIANE" DIAPOSITIVE "È finita la Fiera!". La frase.che ritorna sulla bocca di chi sta smontandogli stand installati in Atrio, ha il tono un po' stanco di chi ha bisosnodi calore(i piedi Éelatil) e di sonno, ma è anche carica di un po' di tristezzaper la velocità con cui i giorni sonotrascorsi, oer i mille volti che sono passati con curiosità davanti ai tavoli del Marché o della San Vincenzo, per le mani che hanno sfoeliatocento volte i libi alla ricerca di quello "giusto",per gli sguardiinteressatiai prodotti del CommercioEquo e Solidale,o divertiti davanti allo "show" dei rasazzidella Ruota... Tra tutto, scegliairo qualche"diapositiva"più significativa. La carovanadeiragazzi e adulti che venerdìpomeriggio ha trasbordatoscatolee scatolonidall'Oratorioailetrio di Ansperto(quanti gradini!), con la rassicurantevoce del Don che - dopo cinqueminuti di lavoro - affermava con grande sicwezza'."questoè I'ultimol" (e vi risparmiamoi commenti). Le frittelle (indigeste)che hannopremiatoil precedente massacro. Lo staff gastronomicoche - capitanato da Amedeoe Lalla - ha nutrito orde di pellegrini e turisti affamati, assetatie anchevagamenteassiderati. Harry che con ecuadorianaperizia sorvegliavae dirigeva il traffico all'ingressodei servizi,sfoggiandosorrisi, indicazionie inviti...a far prestol Gli Scout (in uniforme perfetta) che hanno prestatoservizio in Basilica:soprattuttoquelli che - non abituati a frequentarela Messacon assiduità- se ne sono sorbite tre ò quattro di seguito. Don Erminio che degustaun piatto di gnocchial sugoin talareviola (moltoelegante!). Le chiacchierein libertà attorno al tavolo del pranzo ben meritato! - nella Segreteriatrasformatain accogliente Trattoria per tutti i volontari (e la bottiglia di spumante misteriosamentefinita tra le mani di quelli delle Medie!).E Dodo che - stranamente- non smettevamai di ridere. Il silenzioraccoltodurantele Messein Basilica- che ha sempredel miracoloso - e il fiume di genteche ha trasformato il nostro quartiere quasi in una succursaledi oualchesuk arabo. Infine (o in principio) la disponibilita di tutti quelli che in mille modi hanno creatoil "clima della Fiera".E una considerazione scontata...ma non troppo: non lasciamo solo a questi tre o quattro giorni l'opportunità di farci essere"insieme",ma approfittiamodi tante altre occasioni per gustarela bellezzadi costruire insieme una casafraterna,accoglientee generosa. Don Enrico v F z O (\I @ F ts rn o\ \o F z (\l N z (J z o z = o z, ts z N N = t\r.) N HO o É o Otn F- É. = ; o F z. UJO IJ,J = a(9 o ut É, z. o JO m JE o o (\ tn o. \o (\ o o z F z Ò o = a F_ zU É o (J (J l F z o (J = E E E E E =F{ @ o .g e (\J E o o rn . , o < z, -f i > r''.t z, F.l È; É. È<< r 6 F tit tJ-l at) (J Y*ZH z= o- 6 o go o a E = H = o z. 5 E o Y J H = î{) o 9 o E o IU -o (\l =E dN 9.n I F Ho o o .9 : o I F zU ú 4 o (J F z o U O (\ 6 rn o\ \o (\t F U (J = óG -i@ "1P == À< u,), (J , o< : >N F.l E È << clZH z =o- o F z, u.l E z, o ct o o o z, z, É, AtnvlTA' #" #. SOLARIUM TAN CLUB integtale in9 minuti abbronzatuta MILANO . VIA CAMINADELLA, TEL. a6.45.3().35 15 Disponibile Pubblicita Macelleria A. STANGALINI ErqqTqq; Q ar o ìi o:.9- + a ó - P =! . : o XU-=X9Í= '=ÉÉa-igd Via F. Novati6 Tel.864.525 58 - Ml Accurato Servizio a domicilio Riparazioni in genere elettriche e idrauliche Veodita di piccoll olellrodome3iici 20123Milano Via Lanzone, 24 Tel.02/862306 ! l 9o'X é'* !->+dQo 5f 3-fooo; o+3Xooú o-; = =drq o;;Y;co < < (:)/d / L/a,/2.(L{,a,1,42'?,1 - a - a à io ' " ì - g ì T;IT R3; :=9X :!; +l; qÉì -= 2.* r Xo ó O@ o^ o" 3= A a o= :o :X :o =O o qF =T Y= --o 2 . 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