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IL CAPO NELLA BANDA - Intervista a Nikki Sixx dei Mötley Crüe

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IL CAPO NELLA BANDA - Intervista a Nikki Sixx dei Mötley Crüe
S3 R&RStyle NIKKI SIXX massi
3-06-2004
15:32
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Rock&Roll Style
Banda
Il capo nella
Negli 80 “urlavano al diavolo” in tacchi a spillo
e Pvc. Nei 90 i Mötley Crüe sono scomparsi
per tutti, tranne che per le bionde
di Baywatch. Ora, fascia sulla fronte,
sono pronti a tornare. Parola di Nikki Sixx
di Andrea Carraro
14:28
Pavia, merda, sono ancora solo a Pavia. Su
un treno a fumare Dunhill International. Approfitto del viaggio per rileggere The Dirt, l’autobiografia dei
Mötley Crüe. Per stasera mi hanno
fissato un’intervistare telefonica con
Nikki Sixx, il bad boy del rock&roll
in persona e, come il Capitano Willard di Apocalypse Now con il Colonnello Kurtz, mi interrogo su di lui e
su cosa chiedergli.
18:55 Con la 25ma Dunhill tra le dita
mi preparo a passare mezz’ora con il
mio Kurtz, l’unica rockstar al mondo
riuscita a sopravvivere emulando e
superando personaggi come Sid Vicious e Johnny Thunders per assunzione di stupefacenti, alcol e condanne. L’Elvis dell’hard rock americano è
un ragazzone di 45 anni che ha passato metà della sua vita a portare in giro
i Mötley Crüe, una band che per dissolutezza fa impallidire pure l’Eliogabalo di Artaud al quale dice di essersi
ispirato in qualche modo. Con loro si
è imbarcato in un’avventura che, nonostante li abbia visti più volte assieme a disintossicarsi che al primo posto in classifica, all’inizio del 2004 li
vuole di nuovo con il pubblico impaziente di vederli salire su un palco.
19:00 Apocalypse Now! Mi siedo,
accendo un’altra sigaretta, e inizio.
«Pronto?», la sua voce.
ler e diventerà un film, cosa state
combinando?
«Abbiamo firmato un contratto con la
Paramount per realizzare un film sul
libro e stiamo lavorando alla colonna
sonora. Stiamo lavorando alla colonna sonora, in cui ci saranno pezzi vecchi, ma faremo anche musica nuova
assieme, a prescindere che poi vada a
finire o meno su un album. Sai, la
band è molto incasinata, i ragazzi non
vanno molto d’accordo tra di loro».
Vince e Tommy?
«Non si sono ancora parlati» (non si
rivolgono la parola dal ’98, quando
Vince Neil ha provocato Tommy Lee
all’aeroporto di Las Vegas per farlo
arrestare, nda).
Come spieghi che dopo gli scioglimenti, le liti e tutto il resto, la gente sia ancora così interessata a voi?
«Vedi, quando sei in una band come
la nostra, c’è una specie di magia, di
unicità che ha a che vedere col rapporto tra i vari membri del gruppo.
Lo stesso tipo di unicità che avevano
gruppi come Jane’s Addiction e Guns
N’ Roses. Quando le mode passano
la merda viene lavata via e rimangono soltanto i gruppi che avevano ve-
Ultimamente l’interesse per voi ha
raggiunto livelli mai visti prima. La
vostra autobiografia è un best-sel-
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*
«Le mode passano e,
alla fine, restano solo
i gruppi che hanno
qualcosa da dire»
ramente qualcosa
da dire».
Cosa ti spinge
ancora a salire
su un palco?
«Non so, c’è qualcosa di magico quando siamo assieme. Il modo in cui suoniamo, il
fatto che ognuno abbia uno stile
differente, i conflitti che ci separano, la passione... Per noi è
sempre stato così, nel bene e
nel male».
E il vostro ritorno?
«Prima di tutto dobbiamo ricominciare a suonare assieme. Nel 2005 faremo una
tournée mondiale. Abbiamo
in uscita un boxset, Loud As
F@*k, con un dvd e due cd,
e un cofanetto, Music to
Crash Your Car to, in tre volumi con tutti i nostri album, perché i nuovi fan
non trovano più il nostro
vecchio materiale. Ci sembrava assurdo fargli spendere una barcata di soldi per
un unico cofanetto, così
possono comprare il primo
volume e poi passare a quello
successivo».
Ti ho sempre visto come un
Keith Richards degli anni 80,
non solo per le overdose e la
decadenza, ma soprattutto
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I Mötley Crüe in uno
scatto d’annata. La band
racconta tutto di sé,
successi ed eccessi, nel
libro The Dirt, pubblicato
nel 2001(uscito con lo
stesso titolo in Italia per
i tipi di Sperling&Kupfer).
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Nikki Sixx (vero nome: Frank Carlton
Serafino Ferrana) con Donna D’Errico, ex
playmate ed ex Baywatch, e i bambini.
per la tua volontà di tenere in piedi
la band nonostante tutto.
«Vorrei essere lui, ah ah ah.Tante volte mi sono chiesto come mai mi
preoccupo ancora e alla fine mi rispondo sempre che è per la musica,
solo per la musica. Una cosa di cui mi
vergogno è che non siamo mai riusciti
a dire al nostro pubblico la parola
“addio” nel modo giusto, ci siamo arenati in un aeroporto».
Nel ‘94 avete combinato un casino
con Mtv perché aveva detto che in
pratica eravate soltanto “pupe,
fiamme e lacca”.
«Se c’era una cosa che mi faceva incazzare era il fatto che la stampa alternativa decise che eravamo finiti. Ora
questa gente decide che siamo “rilevanti” e ci vengono a cercare per farci
entrare nella Rock N’ Roll Hall of Fame e Mtv ci vuole per Mtv Icon. Dico:
“Ma cazzo, dieci anni fa non avevate
giurato che eravamo finiti?”».
In The Dirt dedichi molto spazio ai
problemi con tuo padre, al fatto che
non ti ha mai voluto vedere dopo
averti abbandonato. Non ne hai
mai parlato prima...
«Non abbiamo mai smesso di fare
quello che facciamo e per quanto
possa essere stato incasinato non
cambierei una virgola. Non ho mai
sentito il bisogno di farmi compatire
per vendere più dischi. Abbiamo
sempre fatto tutto al massimo, con
onestà, incasinandoci la vita e la carriera, facendo anche delle scelte del
cazzo, ma non abbiamo mai voluto
diventare una barzelletta come invece sono finiti per essere, ad esempio,
i Sex Pistols».
Volevate essere come i Ramones?
«Esatto! È come un bicchiere di Jack
Daniel’s liscio piuttosto che uno allungato con l’acqua. Ci è stato ripetuto mille volte dai manager: “Perché
cazzo dovete essere così onesti? Non
avete bisogno di dire la verità tutte le
volte che aprite bocca”».
Sì, ma quell’onestà, alla fine, vi sta
ripagando con questo nuovo interesse per i Mötley Crüe?
«Non ci interessava scrivere una versione addolcita della nostra vita. Abbiamo affrontato questioni molto
personali, riguardo all’infanzia, ai
problemi con alcol e droga e così via.
Non saremmo stati in grado di farlo
diversamente».
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Siete passati dal Pvc e tacchi a spil- nell’87, continuo a evolvermi e quel
lo a pelle, moto e tatuaggi. Avevate pezzo è un ritratto di quello che era
un consulente per l’immagine come la band all’epoca. In un mondo permolte band di adesso, o questi cam- fetto vorremmo tutti avere una carriera tranquilla come quella di B.B.
biamenti sono stati naturali?
«È stata una cosa istintiva. Ci an- King, ma per noi non è stato così».
noiamo in fretta, molto facilmente.
Registrato il nostro primo disco, ap- Hai una linea di abbigliamento
ispirata ai tuoi
pena l’abbiamo finito, per noi quel «Abbiamo sempre fatto tatuaggi e hai anche disegnato il
periodo era chiututto al massimo, con tuo basso (lo usa
so. Allora siamo
passati al successionestà, incasinandoci anche Morgan).
A che livello sei
vo, proprio menla vita e la carriera»
coinvolto creatitre la gente cominciava a interessarsi al primo. E così è vamente in tutti questi progetti?
stato per tutto quello che è venuto «Sono coinvolto in tutte le cose che
dopo. Non abbiamo mai avuto lo mi riguardano. Ho bisogno di soddistesso suono e non abbiamo mai avu- sfare in qualche modo questo mio
to lo stesso look, era un’evoluzione prurito creativo, altrimenti divento
istintiva causata dalla nostra tenden- stagnante. L’unico modo per rimaneza ad annoiarci delle cose».
re attivo è creare, non importa se si
tratta di scrivere canzoni, disegnare
Wild Side, è una sorta di manifesto magliette, chitarre o altro».
del vostro modo di essere, cosa ti ha
Lascerai fare a Tommy qualche pezfatto scrivere quel pezzo?
«È un manifesto! Abbiamo condotto zo hip hop?
uno stile di vita che ci si è rivoltato «Eh no, cazzo, quella merda se la suocontro. Non sono la persona che ero na da solo. Vedi, mi va bene quando
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qualcuno ha voglia di fare qualcosa al
di fuori del gruppo, ma niente merdate del genere nella band».
Come ti vedi nel futuro, continuerai
a suonare oppure farai dell’altro?
«Mi sa che finirò su una sedia a rotelle del cazzo».
Nel tuo nuovo libro, The Heroin
Diaries, parli della tua vita di tossicodipendente. Racconti anche di un
Natale passato a farti senza neanche
sapere che giorno fosse. Non ti sei
messo un po’ troppo a nudo?
«Mi sono sentito veramente molto
nudo. Ho cercato di mettere a fuoco
sprazzi di realtà, di far capire che anche Nikki Sixx, nonostante la fama, i
soldi e tutto il resto, alla fine della
giornata era comunque un essere
umano con un enorme problema di
eroina. È un libro da leggere».
Non è che, dopo tutto, diventerai
uno scrittore invece che finire in sedia a rotelle?
«Ah ah ah, può darsi, ma vedrai che
figate...».
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