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Progettazione italiana per la ferrovia Bar-Belgrado
I NTE R NA Z I O NALI Z Z A Z I O N E | 2. ITALFE RR N E I BALC AN I di Stefano Cianciotta Imprese Progettazione italiana per la ferrovia Bar-Belgrado «Si apre adesso una nuova fase per individuare i finanziamenti necessari e procedere con la progettazione di dettaglio degli interventi ipotizzati» Laurent Franciosi coordinatore del Progetto Porta la firma di Italferr lo studio per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico del collegamento ferroviario fra Belgrado e Bar. Elaborato con l’Istituto Cip, società di ingegneria delle Ferrovie Serbe, il dossier è stato finanziato dal Governo italiano con fondi Fas. Si tratta dell’ammodernamento di opere civili e tecnologiche di oltre 450 km di linea ferroviaria tra la Serbia e il Montenegro. Febbraio 2011 N. 1 L IL NUOVO CANTIERE 80 a linea ferroviaria Belgrado – Bar, parte del più ampio corridoio di trasporto multimodale Bari-Podgorica-Belgrado-Timisoara, è il collegamento più diretto tra i porti italiani del Sud Adriatico e l’Europa Sud Orientale. La ferrovia è stata realizzata negli anni ‘70 e presenta oggi un avanzato stato di degrado e diverse restrizioni di circolazione, sia per la scarsa manutenzione conseguente agli eventi bellici che hanno interessato i Paesi balcanici, sia per le caratteristiche morfologiche del territorio che interessa. Lo studio tecnico e finanziario per il ripristino della linea ferroviaria è stato realizzato da Italferr, la società di ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato, e riguarda nello specifico l’ammodernamento delle opere civili e tecnologiche della linea ferroviaria che attraversa la Serbia, il Montenegro e una porzione limitata della Bosnia-Herzegovina. Lo studio rientra nell’ambito del progetto pilota denominato «Mezzogiorno – Balcani», finalizzato allo sviluppo delle relazioni economiche del Mezzogiorno con l’area balcanica e vede coinvolti, oltre al ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione), il ministero delle Infrastrutture, il Gruppo Ferrovie dello Stato, l’Agenzia delle Dogane e le Autorità portuali interessate. L’obiettivo principale è quello di favorire la penetrazione delle esportazioni italiane del Mezzogiorno nei Balcani secondo due linee direttrici: a sud lungo il «Corridoio VIII» (Albania, Macedonia e Bulgaria) e a nord lungo il predetto asse Bar-Belgrado (attraverso Serbia e Montenegro). L’investimento complessivo per ammodernare la linea ferroviaria è stimato in 340 milioni di euro, di cui circa 200 milioni a carico della Serbia e circa 140 milioni a carico del Montenegro. Il progetto, che è costato 1 milione di euro, ha previsto in particolare il ripristino a 100 km/h della velocità di esercizio (oggi mediamente di 45 km/h), l’implementazione delle tecnologie di sicurezza e la valorizzazione delle opere d’arte di ingegneria ferroviaria presenti sul territorio, come il viadotto sul fiume Mala Rijeka, il più alto al mondo. LA LINEA BAR-BELGRADO La linea ferroviaria Belgrado – Bar consiste in un percorso di montagna progettato negli anni ‘50, attivato nel 1976 e oggi gestito congiuntamente dalle ferrovie serbe e montenegrine. Il tracciato a binario unico ed elettrificato (25 kV – 50 Hz) si snoda su 454,8 km, parte in Serbia tra Belgrado e Vrsac (circa 280 km), parte in Montenegro tra Vrsac e Bar (circa 165 km) e parte in Bosnia-Herzegovina (circa 10 km). La linea ha un raggio di curvatura minimo di 300 metri, un carico per asse di 22,5 t e una pendenza massima del 25 ‰ (la quota massima di 1030 m slm è raggiunta nei pressi di Kolašin). Tra Belgrado e Bar si incontrano 52 stazioni e ulteriori 41 posti di incrocio. Il traffico della linea ferroviaria, intenso nei decenni a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, ha conosciuto un rapido declino dagli inizi degli anni Novanta. Il numero dei passeggeri, infatti, è diminuito del 90% tra il 1990 e il 2001. Attualmente il traffico merci trasporta meno di un milione di tonnellate all’anno, mentre il traffico passeggeri si compone di 8 corse giornaliere nei due sensi lungo tutto il tracciato, 2 corse giornaliere nei due sensi tra Belgrado e Vrsac, più altrettante corse interne al Montenegro. La generale disaffezione verso l’uso del treno da parte degli automobilisti, oltre all’aumento dell’offerta dei bus sulle tratte brevi e dagli aerei low cost sulle tratte lunghe, è stata determinata dal progressivo deterioramento dei servizi e dalla rete ferroviaria. Nel 1970 il 78% del trasporto avveniva su rotaia e solo il 15% su gomma; nel 1995 le proporzioni propendevano a favore della gomma, 51 a 38%. Dal I CORRIDOI EUROPEI CHE ATTRAVERSANO I BALCANI. L’Europa dell’Est e i Balcani hanno conosciuto un importante sviluppo economico, che ha incoraggiato gli investimenti e aumentato i flussi intermodali nel settore dei trasporti. Nel 2008 l’Unione Europea ha adottato un pacchetto di misure per ampliare e migliorare la rete dei trasporti tra l’Europa e i paesi vicini. In queste proposte è stato stabilito di investire sul miglioramento del sistema dei trasporti locale, soprattutto in un’ottica di ampliare la penetrazione nell’Europa dell’est delle merci provenienti dal Mediterraneo. Lo studio affidato a Italferr ha ribadito la centralità dell’area balcanica e danubiana per gli investimenti di Ferrovie dello Stato e la strategia commerciale della società di ingegneria. Proprio nel settembre 2010 Italferr si è aggiudicata una commessa per l’implementazione dei sistemi informatici di gestione e manutenzione della rete ferroviaria serba e precedentemente era già stata impegnata in vari altri progetti, come lo studio di fattibilità per l’ammodernamento geri e merci) nei tre scenari di sviluppo, la simulazione ferroviaria della circolazione ferroviaria e la conseguente verifica della capacità della linea e infine la definizione dei principali colli di bottiglia con il relativo rateo di priorità di intervento. La terza fase ha rappresentato il momento più importante dello studio, con la definizione dei singoli interventi di riabilitazione dell’infrastruttura (armamento, corpo stradale, gallerie, dei ponti, presidi idraulici, stazioni, segnalamento, telecomunicazioni, trazione elettrica), la descrizione tecnica, la quantificazione economica e la stima dei tempi di esecuzione dei lavori. L’approvazione del terzo rapporto è stata ratificata dalla Commissione trilaterale nel luglio 2010 a Podgorica. Ogni singolo del tratto croato del Corridoio X, l’assistenza alla Bosnia– Herzegovina per la riforma dei regolamenti ferroviari, la progettazione esecutiva della sezione Vrbnica – Bar lungo la rete montenegrino (2009); la preparazione del Piano Nazionale dei Trasporti della Serbia (2008) e la progettazione di nuovo ponte sul Danubio presso Novi Sad (2007). Alla luce di questi risultati, il Gruppo Fs auspica un ruolo di leader anche nel trasporto merci e passeggeri. intervento è stato classificato su una mappa dettagliata con scala 1:25.000, e riportato su specifiche tabelle indicanti i costi e tempi di realizzazione. La quarta fase, che è terminata a ottobre 2010, si è conclusa a Belgrado in occasione della presentazione del quarto rapporto, che ha incluso la presentazione di un programma di riabilitazione urgente della linea e le relativa analisi finanziaria e socio-economica, necessarie per il reperimento dei finanziamenti internazionali. I risultati finali dello studio, contenuti nel rapporto finale, sono stati illustrati a Roma a novembre 2010, nel corso della conferenza «Dall’Adriatico al Danubio» organizzata dall’Ambasciata di Serbia a Roma e da Ferrovie dello Stato. Febbraio 2011 N. 1 LE FASI DELLO STUDIO Dopo il Memorandum of Understanding siglato a Podgorica, capitale del Montenegro, tra il ministero dello Sviluppo Economico e i Governi serbo e montenegrino, lo studio ha preso avvio nel 2009. Ad ottobre, infatti, è partito ufficialmente il primo step dello studio di fattibilità, che è stato illustrato a Belgrado nelle sue articolazioni generali nel novembre 2009 con la presentazione alla Commissione trilaterale del primo rapporto, dedicato alla raccolta dati, all’analisi della situazione attuale e alla definizione degli scenari di sviluppo. La seconda fase del progetto si è conclusa a Roma nel marzo 2010, in occasione della consegna del secondo rapporto e ha incluso, tra i principali risultati, la definizione della domanda di trasporto (passeg- I BALCANI STRATEGICI PER LE ATTIVITÀ DI FERROVIE DELLO STATO 81 IL NUOVO CANTIERE 1990 al 2000 il traffico ferroviario ha continuato a diminuire drasticamente in tutta l’area dei Balcani. Per questi motivi le ferrovie adesso hanno un ruolo decisamente più ridotto nel mercato del trasporto delle persone e delle merci, nonostante negli ultimi anni il numero di cittadini che si muovono dall’Albania, dalla Croazia e dalla Bosnia-Erzegovina sia andato crescendo sensibilmente. IL TEAM DI ITALFERR Laurent Franciosi, coordinatore del Progetto Salvatore D’Alfonso, responsabile della componente trasportistica ed economica Paolo Pascucci, responsabile della componente di ingegneria civile Antonio Presta, responsabile della componente tecnologica I NUMERI Il percorso 454 km Le gallerie 252 I paesi attraversati 3 Investimento per il ripristino della tratta I ponti 107 340 milioni INTERVENTI SERBIA MONTENEGRO INFRASTRUTTURE CIVILI E OPERE DI INGEGNERIA Ponti 13.616.410 19.328.100 Gallerie 14.760.560 14.101.980 Lavori di Ingegneria idraulica 11.479.260 465.110 Frane 1.329.425 1.486.850 Consolidamenti 10.830.590 6.359.340 Smottamenti 0 2.506.900 Nuove stazioni 5.387.510 17.396.380 Sottoservizi 120.025.810 58.301.801 Totale investimenti Infrastrutture 177.429.555 119.955.970 INFRASTRUTTURE ELETTRICHE Elettrificazione 10.775.050 5.242.950 Segnali 9.498.000 13.677.600 Telecomunicazioni 385.010 94.540 Totale investimenti Infrastrutture elettriche 20.658.060 19.015.090 TOTALE INVESTIMENTI 198.087.615 138.971.060 te con l’area del Nord-Africa. La linea ferroviaria assume particolare rilevanza per i porti dell’Europa del Sud, perché è l’anello di congiunzione tra le infrastrutture portuali italiane e greche e l’area dei Balcani e determina un nuovo modello di scambio e di interconnessione mare-rotaia-gomma. Più in particolare, La linea Bar – Belgrado mette in collegamento la città di Belgrado, capitale della Serbia, posta al crocevia dei principali corridoi multimodali pan europei: il Corridoio VII (navigazione sul Danubio da Vienna al Mar Nero) e il Corridoio X (Salisburgo – Salonicco con diramazioni per Budapest e Sofia); la città di Podgorica, capitale del Montenegro, a sua volta direttamente collegata con una bretella stradale e ferroviaria al porto albanese di Durazzo; il porto di Bar, dotato di binari lungo le banchine, di un terminal per merci e container funzionante e capace di assorbire fino a 5 milioni di tonnellate all’anno; i porti di Bari e Brindisi, capaci di integrare sotto il profilo economico le regioni del Mezzogiorno adriatiche e ioniche con i Paesi dell’area balcanica. In particolare, il porto di Bar è molto importante per lo sviluppo del Mon- TOTALE 32.944.500 28.862.540 11.944.370 2.816.275 17.189.930 2.506.900 22.7843.90 178.336.220 297.385.525 16.018.000 23.175.600 479.550 39.673.150 335.058.675 tenegro e della Serbia, perché ha una capacità potenziale di attrarre un numero molto elevato di navi presenti nell’Adriatico e di intercettare il traffico terrestre che passa attraverso la rete dei trasporti dei Balcani. A queste considerazioni bisogna aggiungere che la capacità del porto di operare è attualmente sottostimata ed è in grado di intercettare le merci provenienti da tutti i porti italiani. È interessante osservare che l’attuale distribuzione delle navi nel mare Adriatico non è omogenea perché è divisa in tre aree ben identificate. L’Adriatico del nord è una di quelle nelle quali si concentra il numero più elevato di merci. Il dinamismo dei porti di Koper e Rijeka, che si aggiungono agli storici scali di Trieste e Venezia, hanno creato un polo che sta consolidando la propria posizione, grazie soprattutto alle azioni messe in campo dalle Autorità portuali e dalle amministrazioni locali. L’Adriatico del centro è l’area più debole ed è quella che rischia maggiormente il declino per mancanza di un piano strategico di rilancio. L’Adriatico del sud, invece, sta conoscendo un nuovo sviluppo forte come è dei porti di Taranto, del dinamismo di Febbraio 2011 N. 1 IL RUOLO STRATEGICO DELLA LINEA FERROVIARIA Negli anni recenti i Balcani e l’Europa dell’Est hanno conosciuto un importante sviluppo economico, che ha incoraggiato gli investimenti e aumentato i flussi intermodali nel settore dei trasporti. In particolare nel marzo del 2008 l’Unione Europea ha adottato un pacchetto di misure per ampliare e migliorare la rete dei trasporti tra l’Europa e i paesi vicini. In queste proposte è stato stabilito di investire sul miglioramento del sistema dei trasporti locale, soprattutto in un’ottica di ampliare la penetrazione nell’Europa dell’est delle merci provenienti dal Mediterraneo. L’obiettivo della Ue è quello di creare un sistema integrato di infrastrutture (ferrovie, strade, porti) tra l’area dei Balcani e il resto dei paesi europei. I risultati di molti studi di fattibilità avevano confermato che i Balcani e i Paesi dell’Est avrebbero potuto giocare un ruolo decisivo nello sviluppo infrastrutturale dell’Europa, essendo aree attraversate dai Corridoi V, X e VIII delle reti Ten-T, fondamentali per costruire un sistema infrastrutturale collegato direttamen- STIMA INTERVENTI PREVISTI E COSTI (MILIONI DI EURO) IL NUOVO CANTIERE 82 LA RETE. La tratta in territorio montenegrino è caratterizzata da una forte pendenza, da numerose gallerie e viadotti che impediscono di percorrere la linea a più di 90 km/h (treni passeggeri) e allo stesso tempo di effettuare variazioni di tracciato. Su questa tratta si manifestano importanti movimenti franosi del terreno. Durazzo, e dell’alta competitività dei porti di Bari e Brindisi, che hanno un ruolo strategico proprio nello sviluppo del Corridoio VIII verso l’Albania e l’Ucraina. In questo contesto è lecito ipotizzare che la modernizzazione della linea ferroviaria BelgradoBar avrà effetti positivi sulla competitività di tutta l’area balcanica e sul network dei corridoi Ten-T. Febbraio 2011 N. 1 LO STATO DELLE INFRASTRUTTURE I sopralluoghi effettuati permettono di suddividere la linea in due principali tipologie. Una prima tratta in territorio serbo senza particolari vincoli geometrici, che può essere riportata a uno standard di 120 km/h (treni passeggeri) con un semplice intervento di sostituzione dell’armamento, sul modello di quanto già fatto in alcune sezioni con finanziamento della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Una seconda tratta in territorio montenegrino caratterizzata da una forte pendenza, da numerose gallerie e viadotti che impediscono di percorrere la linea a più di 90 km/h (treni passeggeri), e allo stesso tempo di effettuare variazioni di tracciato. Su questa tratta, l’armamento è stato in gran parte rinnovato, mentre si manifestano importanti movimenti franosi del terreno, su cui sarà necessario intervenire a breve periodo con sistemi automatizzati di monitoraggio per garantire la sicurezza della linea e nel medio – lungo periodo con lavori di stabilizzazione. Il sistema tecnologico della linea risulta adeguato per il breve e medio termine in Serbia mentre risulta adeguato in territorio montenegrino solo per il breve orizzonte. L’intervento tecnologico in Montenegro non risulta di difficile realizzazione, in quanto sarebbe sufficiente la realizzazione di un posto centrale di controllo sulla base del modello serbo. Questo tipo di intervento, inoltre, aumenterebbe la capacità della linea compensando la perdita di tracce legate ai futuri lavori per la stabilizzazione del terreno. I VIADOTTI. Lo studio ha previsto l’implementazione delle tecnologie di sicurezza e la valorizzazione delle opere di ingegneria ferroviaria presenti sul territorio, come il viadotto sul fiume Mala Rijeka, il più alto al mondo. Ogni intervento è classificato su una mappa dettagliata e riportato su tabelle con costi e tempi. IL NUOVO CANTIERE 83 LE GALLERIE La linea ferroviaria è attraversata da 252 gallerie, la cui lunghezza complessiva è di 118 km, pari a quasi il 25% del tracciato. Tutte le gallerie sono state costruite tra il 1968 ed 1975. La struttura delle gallerie è stata realizzata con calcestruzzo compresso, senza che siano state previste le opere di impermeabilizzazione. Nel corso del progetto è stata effettuata una diagnosi dettagliata di ogni singola galleria tramite un sistema laser messo a disposizione dalle Ferrovie serbe. L’impiego di questo strumento ha consentito di analizzare la condizione reale delle infrastrutture, di definire con precisione la tipologia di interventi necessari in ogni singolo tunnel e di verificare la sagoma libera per il passaggio dei treni. Più in particolare, è stata verificata la possibilità di transito di treni caricati con container di tipo «high cube», nell’ottica di uno sviluppo internazionale del porto di Bar. Lo studio ha dunque incluso l’identificazione dei singoli punti in cui effettuare degli ampliamenti della sagoma. Dotato di fondali profondi, di una diga di recente costruzione, di binari disposti fin sulle banchine, di una zona franca e di un terminal per il carico e lo scarico delle merci perfettamente funzionante, il porto di Bar è adatto a ogni tipo di merce e di container ed è capace di assorbire fino a 5 milioni di t/anno. Nel corso del 2009 sono transitate tuttavia meno di un milione di tonnellate e una delle principali cause del sotto utilizzo risiede proprio nella scarsa affidabilità del collegamento ferroviario con l’entroterra. Come è emerso nel corso dei colloquio con i vari trasportatori operanti nel porto, deve essere aumentata la velocità di transito e la sicurezza del trasporto su rotaia. Ad oggi, infatti, la scelta dei trasportatori è nettamente sbilanciata a favore scelta del trasporto su gomma. La struttura del porto di Bar, invece, L’ESERCIZIO DELLA RETE In base alla simulazione dell’esercizio ferroviario è stato possibile verificare che la capacità media attuale è in linea con l’orario e la domanda correnti, anche se alcune sezioni specifiche sono prossime alla saturazione poiché l’orario non prende in considerazione numerose riduzioni di velocità. È inoltre evidente che le sezioni Tebjesica – Lutovo e Ponjice – Bistrica sono influenzate dalla mancata realizzazione della stazione di Pribojska Banja e da un’eccezionale riduzione di velocità correlata alla stabilità del Ponte Lim II. Il risultato è una capacità massima di 2 treni/ora. Italferr ha pertanto proposto degli interventi immediati finalizzati all’ottimizzazione e alla regolazione dell’orario. Questo progetto può essere realizzato in un periodo molto breve senza opere fisiche e permette di incrementare la capacità media sulla linea. Tale scenario è stato usato come scenario di riferimento nelle simulazioni successive: ■ 2009, scenario attuale (Scenario 0), corrispondente alla rete ferroviaria esistente caratterizzata da una velocità operativa media di 40 km/h; ■ 2015, scenario a breve termine (Scenario 1), caratterizzato da una velocità operativa media di 65 km/h; può conoscere una significativa fase di espansione, che può provenire proprio dal ripristino della linea ferroviaria BarBelgrado. I programmi di espansione del porto prevedono di portare la capacità di trasporto della infrastruttura a 10 milioni di tonnellate annue e la realizzazione di un più largo e importante terminal, che occuperà un’area di 60mila mc, della costruzione di nuove 40 celle frigorifero e tre nuovi livelli dove allocare i containers. Complessivamente sono previsti nuovi terminal, quello per il carico della legna, trasportata in prevalenza su gomma, il Terminal generale, il Cargo Terminal, specializzato nell’alluminio e nei profilati metallici, il Liquid Terminal, per acidi. Nei programmi di espansione ci sono anche le aree per la frutta, ortaggi, prodotti agricoli, coltivati in Europa del sud o nel nord-Africa. ■ 2020, scenario a medio termine (Scenario 2), caratterizzato da una velocità operativa media di 85 km/h; ■ 2030, scenario a lungo termine (Scenario 3), è caratterizzato da una velocità operativa media di 100 km/h; Allo scopo di realizzare lo scenario 1 nel 2015 (velocità media pari a 65 km/h), lo staff di Italferr ha effettuato una simulazione della linea eliminando le restrizioni della velocità passo dopo passo. Le restrizioni di velocità sono state rimosse prioritariamente nelle sezioni più critiche, permettendo di ottenere la velocità media richiesta e, successivamente, di incrementare la capacità da 2 a 3 treni/ ora nelle stesse sezioni critiche (per un totale di circa 54 treni/giorno sulla linea). Passo dopo passo è stata simulata l’eliminazione di tutte le restrizioni di velocità. Allo scopo di ottenere lo scenario 2 nel 2020 (velocità media pari a 85 km/h), è stata simulata l’introduzione delle stazioni mancanti. Questo ha permesso di ottenere la velocità media richiesta e, successivamente, di incrementare la capacità fino a 4 treni/ora (circa 72 treni/giorno). Il materiale fotografico è stato gentilmente concesso da Italferr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Febbraio 2011 N. 1 I PONTI Da Vrbnica, al confine con la Serbia, a Bar ci sono 107 ponti e viadotti. Per facilitare lo studio di fattibilità tutti i ponti sono stati classificati in tre gruppi, a cui è stato assegnato un grado di urgenza degli interventi, in relazione al deterioramento della struttura. Il primo gruppo include le strutture che dovrebbero essere ripristinate durante i primi tre anni di lavori. Gli interventi ipotizzati riguardano le strutture più compromesse, che devono assolutamente essere riabilitate. Il secondo gruppo include i ponti che possono essere manutenuti nei tre anni successivi. Fra le principali strutture coinvolte, si segnala il Lim II, un ponte caratterizzato dalla rotazione di una pila in alveo. Questa criticità ha comportato la riduzione della velocità consentita a 30 km/h con conseguenti ricadute sulla velocità media e sulla capacità complessiva della linea. CON LA NUOVA FERROVIA DECOLLERÀ IL PORTO DI BAR IL NUOVO CANTIERE 84 LE 252 GALLERIE. Nella ferrovia Bar-Belgrado sono state realizzate con calcestruzzo compresso, ma sono prive delle opere di impermeabilizzazione. Nel corso dello studio è stata effettuata una diagnosi dettagliata di ogni singola galleria tramite un sistema laser messo a disposizione dalle Ferrovie serbe.