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Ferrovia Cremona - Rovato
Ferrovia Cremona - Rovato PDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]]. PDF generated at: Tue, 22 Oct 2013 07:18:49 UTC Indice Voci la Società di Gestione Società Nazionale Ferrovie e Tramvie la Ferrovia Cremona - Rovato (- Iseo) Ferrovia Cremona-Iseo correlato: la Tranvia Iseo - Rovato - Chieri Tranvia Iseo-Rovato-Chiari 1 1 10 10 21 21 Note Fonti e autori delle voci 25 Fonti, licenze e autori delle immagini 26 Licenze della voce Licenza 28 1 la Società di Gestione Società Nazionale Ferrovie e Tramvie Società Nazionale Ferrovie e Tramvie S.p.A. Stato Tipo Fondazione Italia Società per azioni 7 aprile 1892 a Milano Chiusura 1992 Sede principale Roma Filiali Cremona, Iseo, Parma Settore trasporti Prodotti trasporti ferroviari, tranviari e automobilistici La Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (SNFT) è stata una società di trasporti pubblici ferroviari, tranviari e automobilistici. Nel corso della sua esistenza gestì le reti tranviarie interurbane di Parma, Cremona e Piacenza. Dal punto di vista ferroviario ha amministrato le linee Brescia – Iseo – Edolo, Cremona – Iseo e Orbetello – Porto Santo Stefano. La società ha cessato l'esercizio delle sue attività al termine del 1992. Il ramo d'azienda ferroviario è confluito nella Ferrovie Nord Milano Esercizio SpA, mentre quello relativo ai trasporti automobilistici è entrato nel capitale della FNMA. Società Nazionale Ferrovie e Tramvie 2 Storia L'epoca delle tranvie Fu fondata a Milano il 1892 con la denominazione di Società anonima nazionale di tranways e ferrovie. Lo scopo primario della società fu quello di ottenere le concessioni per la costruzione e l'esercizio delle tranvie della provincia di Parma. Tra il 1892 e il 1895 costruì la Parma-Langhirano, la Parma-Busseto-San Secondo e Zibello, la Parma-Busseto-Soragna e la Soragna-San Donnino. Dopo il 1896 la società entrò in una serie di crisi finanziarie, dal quale uscì solamente tre anni dopo con l'ingresso della banca Manzi & C. come socio di maggioranza. Fu in quell'anno che si trasferì la sede della società da Parma a Roma e vi è testimonianza della denominazione definitiva in Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (SNFT). La situazione finanziaria fu stabilizzata a tal punto che si poterono effettuare studi su possibili allargamenti. Il 20 maggio 1899, la società subentrò alla Società tranvie nella provincia di Cremona, controllata dalla Banca Manzi, nelle concessioni tranviarie della provincia cremonese, mentre nel 1900 la società acquisì la maggioranza della Compagnie des tranways a vapeur de la provence de Plaissance che gestiva le linee tranviarie del piacentino. L'approdo nel mercato ferroviario Agli inizi del XX secolo, la società manifestò l'interesse ad allargarsi anche nel mercato delle ferrovie secondarie. Fu in quel periodo che la società ottenne la concessione per l'esercizio della linea ferroviaria Iseo-Edolo, costruita tra il 1905 e il 1909. Nell'ottobre del 1907, grazie ad un accordo con le Ferrovie dello Stato (FS), la Società ottenne l'esercizio della Brescia – Iseo. Tra il 1908 e il 1909, la società ottenne anche la concessione per la ferrovia Orbetello – Porto Santo Stefano e l'appalto per la costruzione della Pontassieve – Borgo San Lorenzo, che furono aperte all'esercizio nel 1913. L'insegna SNFT presso la stazione di Rovato Borgo Nel 1911 fu aperta la Iseo – Rovato, linea completamente separata dalla Brescia – Iseo: fu ritenuta infrastruttura necessaria allo sviluppo del traffico merci della Valle Camonica, visto l'inadeguato armamento dell'altra linea e del passaggio di questa sulla collina di Monterotondo. I vantaggi del traffico ferroviario rispetto a quello tranviario convinsero la SNFT a puntare alla costruzione di una ferrovia che collegasse Rovato a Cremona, passando per importanti centri del cremonese. Il primo tratto, da Soresina a Soncino fu inaugurato il 25 novembre 1914. Durante la Prima guerra mondiale, la società decise di uscire dal mercato tranviario. Le linee parmensi furono cedute al gruppo Giuseppe Muggia e alla Banca Italiana di Sconto, mentre le linee cremonesi furono cedute alla provincia. Cercò inoltre di ottenere la concessione e la costruzione della Orbetello-Orvieto e della Orvieto-Todi-Foligno, ma senza successo. La crisi delle materie prime del dopoguerra, costrinse la SNFT a non poter proseguire celermente i lavori sulla Soresina-Cremona, che fu inaugurata solo il 2 gennaio 1926. Tuttavia, nel marzo 1923, di fronte alla proposta del regime fascista di privatizzare le ferrovie, essa offrì la propria disponibilità ad assumere la gestione di diverse linee statali lombarde, emiliane e toscane. Costituì a tal proposito la Società Anonima Ferrovie Lombarde che ebbe vita breve a seguito del cambiamento dei programmi del governo in materia ferroviaria. La Cremona-Iseo fu completata nel 1932 con l'apertura del tratto mancante da Rovato a Soncino. La seconda guerra mondiale portò distruzione anche sulle linee della Società. La Orbetello-Santo Stefano risultò talmente danneggiata che si decise di attivare un servizio automobilistico sostitutivo, mentre la Brescia-Iseo poté essere riaperta già alla fine del 1945. La Cremona-Iseo, invece, dovette attendere il ripristino del ponte sull'Oglio e fu Società Nazionale Ferrovie e Tramvie riaperta solo durante il 1950. Con la ripresa delle attività al termine del conflitto bellico, la situazione economica della società fu contrassegnata da una costante serie di disavanzi d'esercizio che caratterizzò la gestione fino al termine della concessione della Brescia-Iseo-Edolo. Nel 1949, si decise di costituire una società specifica per il servizio su strada: la Società Nazionale Ferrovie, Tranvie e Autolinee (SNFTA). Dopo un inizio confortante, nel 1955 la società fu inglobata nella SNFT a causa dell'incapacità di far fronte agli interessi passivi sui finanziamenti richiesti per l'acquisizione degli autobus. Allo scopo di rendere più veloce il servizio sulle sue linee sociali, negli anni cinquanta l'amministrazione avviò il processo di dieselizzazione, acquisendo materiale usato dalle FS, principalmente automotrici ALn 56 e derivate, e dalla FIAT la An 70.231, detta "Faruk", che per un certo periodo fu riconosciuta come emblema della Brescia-Edolo. Grazie alla L. 2 agosto 1952, n. 1221, con la quale lo stato avrebbe finanziato le linee ferroviarie in concessione, la SNFT poté presentare un piano di ammodernamento della Brescia – Iseo – Edolo alla commissione interministeriale incaricata. Fu in quella sede che la società chiese di sopprimere il servizio sulla Rovato – Soncino – Soresina – Cremona, in quanto intenzionata a finanziare parte del progetto con l'alienazione delle proprietà lungo quella linea. L'esercizio di questa linea fu soppresso nel 1956 e sostituito con autoservizi sempre gestiti dalla Società Nazionale. Tentativi di rilancio della Brescia – Iseo – Edolo e la liquidazione societaria All'inizio degli anni sessanta, il volume del traffico passeggeri e la crescita di quello merci sulle linee rimaste, convinse la Società Nazionale ad investire in nuovo materiale: dalla Breda furono acquistate delle ALn 668 simili alla serie 2400 delle FS, adeguate alle specifiche richieste dalla SNFT e immatricolate come An 68, e le locomotive Cne. Alla fine del 1963 la società completò il cosiddetto Tronco Ovest della stazione di Brescia: un piazzale di tre binari con pensilina per l'arrivo e la partenza dei treni della linea camuna. L'opera utilizzò un brevetto della Società nazionale: i binari del nuovo piazzale furono posati su un fondo in cemento e furono sostenuti da traversine dello stesso materiale. Nel 1975, la società decise di sopprimere il traffico passeggeri sulla Iseo – Rovato. In precedenza, dagli anni sessanta su questo breve tronco era rimasta attiva solo una coppia di corse in concomitanza con le entrate e le uscite scolastiche. Il traffico merci registrò una crescita fino al 1966, quando iniziò un declino apparentemente inesorabile. Solo grazie l'austerity e all'effetto trainante delle industrie del ferro vallive che dal 1973 fino al 1977 si vide una ripresa del trasporto merci e viaggiatori che spinse la Società Nazionale a rinnovare il materiale rotabile acquistando nuove ALn 668 sul finire del decennio e all'inizio di quello successivo. Tuttavia a partire dal 1978 si aprì una nuova fase di declino e le incertezze sulla scadenza della concessione, che sarebbe avvenuta il 14 maggio 1987, limitarono gli investimenti sull'infrastruttura al rinnovamento dell'armamento tra Brescia e Iseo e del ponte sul Mella presso Borgo San Giovanni. Terminata la concessione della Brescia – Iseo – Edolo, fu rilasciata una proroga trimestrale, poi rinnovata altre due volte, alla Società Nazionale. Nel dicembre del medesimo anno si costituì il Consorzio Brescia Nord con conferimento di capitale dal parte delle Ferrovie Nord Milano, in quota maggioritaria, della SNFT e della Provincia di Brescia. Il 14 febbraio 1988 la concessione fu rinnovata al nuovo consorzio fino al 13 maggio 1997. Nel 1992 la Società fu sciolta. Il suo patrimonio, comprensivo del pacchetto d'azioni che essa possedeva del Consorzio, passò alle Ferrovie Nord Milano SpA. Il ramo d'azienda ferroviario è stato incorporato nelle Ferrovie Nord Milano Esercizio (FNME), mentre quello automobilistico nelle Ferrovie Nord Milano Autoservizi (FNMA). 3 Società Nazionale Ferrovie e Tramvie 4 Materiale rotabile Per approfondire, vedi Lista del materiale motore della Società Nazionale Ferrovie e Tramvie. Tram della rete cremonese La Società Nazionale ereditò il materiale rotabile dalla Società Tramvie della Provincia di Cremona che a sua volta le aveva ereditate dalle precedenti concessionarie della rete interurbana cremonese: si trattava di un parco formato da locomotive a vapore, carrozze a due assi e vetture per la trazione animale. Quasi tutte le locomotive erano atte allo uso stradale: sei Henschel & Sohn, una Anjbault Entreprise e una Krauss. Non mancò una locomotiva di tipo ferroviaria, già acquistata usata dai precedenti concessionari, e prodotta dalla Cerimedo. Nel corso della sua attività, fu dismessa la motrice ferroviaria della Cerimedo che fu sostituita da una Krauss acquistata dalle Tramvie Nord di Napoli (TNN). Furono acquistate anche altre due locomotive Henschel & Sohn e due Borsig. Nello stesso periodo le vetture utilizzate nelle tranvie a cavalli furono riadattate alla trazione meccanica. Nel 1911, la SNFT fece trasferire dalla rete tranviaria parmigiana la locomotiva "Giuseppe Verdi" di costruzione Or. e Koppel. Automotrici a vapore La SNFT ordinò alle Costruzioni Meccaniche di Saronno due automotrici a vapore. Costruite su licenza della Kessler di Esslingen, ebbero un rodiggio di tipo B, una distribuzione Walschaerts e furono dotate di bagagliaio. Giunsero al deposito di Iseo nel 1907 per essere impiegate sulla Brescia – Iseo appena rilevata dalle FS. Nel 1911, con l'apertura della Iseo – Rovato e del raccordo fra la stazione di Bornato-Calino e quella di Paderno, furono assegnate al servizio fra le due località. Durante la prima guerra mondiale, espletarono le brevi corse fra Bornato e Rovato Borgo, quindi dal 1931 furono spostate sulla Orbetello – Porto Santo Stefano dove conclusero il loro servizio nel 1940. Locomotive a vapore Gruppo 1 Le locomotive del gruppo 1, immatricolate nella serie 1-7, furono ordinate alla Costruzioni Meccaniche di Saronno per l'esercizio sulla Iseo-Edolo. Di rodiggio C con distribuzione Allan a cassetti semplici e due cilindri gemelli orizzontali, avevano una potenza di 220 kW. Erano dotate sia dei freni di stazionamento sia di quelli Westinghouse. Entrarono in servizio nel 1907 e furono subito impiegate lungo tutto la linea per il trasporto passeggeri, mentre per quello merci il loro utilizzo fu limitato sulla Brescia – Breno. Tra il 1912 e il 1920 furono spostate Il primo esemplare del gruppo 1, monumentato a Brescia sulla Orbetello – Porto Santo Stefano, per poi tornare al deposito di Iseo ed essere impiegate sulla relazione Iseo – Rovato con qualche estensione per Cremona. Passarono indenni la seconda guerra mondiale: la 1 fu radiata nel 1960 ed è stata monumentata presso il Castello di Brescia, le altre uscirono di servizio nel 1965. Gruppo 50 L'esigenza di avere locomotive più potenti spinse la SNFT ad ordinare alla Borsig sette macchine di tipo Mallet da impiegare per il servizio merci, in sostituzione di un numero pari di locomotive prese a noleggio della FS all'inizio dell'attività. Il rodiggio fu B'B', mentre la distribuzione fu di tipo Walscharts a quattro cilindri esterni a doppia Società Nazionale Ferrovie e Tramvie 5 espansione. Cinque di esse entrarono in servizio nel febbraio 1909, le altre due nel maggio seguente. Negli anni successivi alcuni modelli furono impiegati sulla Orbetello. Furono tutti radiati nel 1958. Gamba de legn La Società Nazionale ordinò alla Borsig anche due locomotive a vapore di tipo tranviario (Gamba de legn) con rodiggio B, per impiegarle nel traino di treni adatti all'armamento leggero della Brescia – Monterotondo – Iseo. Entrate in servizio nel 1909, furono radiate nel 1937. Gruppo 20 La SNFT programmò il trasferimento del gruppo 1 sulla Orbetello – Santo Stefano al momento dell'apertura di quest'ultima linea. Avendo bisogno di nuove locomotive, più potenti, ordinò alla Borsig altre quattro macchine di tipo Mallet, che furono immatricolate nella serie 21-24 e che furono impiegate sulla Brescia – Iseo – Edolo. La locomotiva "Gamba de legn" 11 Durante la prima guerra mondiale, queste locomotive trainarono i convogli di truppe ed armamenti per il fronte dell'Adamello. Nel secondo dopoguerra furono relegate al trasporto di merci per poi essere sostituite in questo compito dai Cne agli inizi degli anni sessanta. Furono radiate tra il 1961 e il 1963. Gruppo 10 Le locomotive del gruppo 10 nacquero al fine di disimpegnare il traffico sul tronco padano della SNFT: la Soncino – Soresina. La locomotiva 11 prodotta dalla OM Furono ordinate tre macchine aventi rodiggio C: la prima fu costruita dalle Officine Meccaniche di Milano, mentre le altre due furono approntate dalla Borsig. Giunsero al deposito di Iseo nel febbraio 1914 per poi essere spostate a Soresina dove rimasero fino al 1921. In quell'anno furono spostate ad Orbetello per sostituire le locomotive del gruppo 1 che erano state rimandate ad Iseo. Nel 1940 ritornarono a Soresina occupandosi del traffico di tipo misto sulla Rovato – Cremona. Nel 1943 la SNFT decise di accantonare la locomotiva 12; le altre due lo furono sette anni dopo con l'avvento delle automotrici diesel. Gruppo 30 Fu un gruppo, composto da tre locomotive, costruito dalle Officine Meccaniche milanesi che entrò in servizio nel 1925. La documentazione presente nell'archivio SNFT risulta insufficiente: non si conoscono caratteristiche tecniche e impieghi, sebbene da alcune testimonianze raccolte da Albertini & Cerioli (1994) risulta che furono impiegate sulla Soresina – Cremona. Furono radiate nel 1950 con l'avvento delle automotrici diesel. Gruppo 40 Le tre locomotive del gruppo 40 caratterizzarono la Cremona – Iseo, dato che ad esse fu assegnato il compito di trainare tutti i convogli passeggeri della linea. Di rodiggio C, furono costruite dalle Officine Meccaniche di Milano ed entrarono in esercizio nel 1933. Con l'avvento delle automotrici diesel furono relegate ai servizi di manovra presso le stazioni di Iseo e Borgo San Giovanni. Furono radiate nel 1964. Società Nazionale Ferrovie e Tramvie Automotrici ALn 56 e derivate An 64 Nel 1949 la SNFT acquistò dalle FS quattro automotrici ALn 56 serie 2000, rispettivamente la 2001, la 2006, la 2009 e la 2010. Furono prodotte dalla Breda nel 1935 e dotate di estetica diversa dalle omologhe prodotte dalla Fiat. La stessa Breda le ristrutturò prima che fossero trasferite al Deposito di Iseo, dotandole di propulsori AEC a sei cilindri che sprigionavano una potenza di 90 kW. I quattro esemplari erano dotati di otto posti di prima classe e cinquantasei di seconda, per cui furono immatricolate come An, acronimo per Automotrice a nafta, 64. Entrarono in servizio il 18 aprile 1950; la presentazione al pubblico avvenne il 14 maggio seguente. In origine, la colorazione era di verde vagone, per la fascia dei finestrini lato passeggeri, per la parte bassa del frontale e per l'imperiale, e di verde pisello per il resto della fiancata, il tetto e i finestrini della parte frontale. In seguito fu introdotta una variante in verde pisello su tutta la carrozzeria ad eccezione della fascia dei finestrini, la quale fu colorata in beige. Nel 1962 la livrea fu unificata a quella delle automotrici An 68, per cui la carrozzeria fu colorata in giallo di marte, ad eccezione della fascia dei finestrini in beige. Tali mezzi furono impiegati nella relazione diretta fra Brescia ed Edolo fino al 1980, quando furono sostituiti dalle ALn 668 acquistate in quel periodo. Furono dismesse nel 1982 e nel 1983, per essere in seguito demolite nella seconda metà degli anni novanta. AnDu 28 Si trattavano delle unità FS ALDUn 28 1001, 1003 e 1004 acquistate nel 1950 dalla Fiat, che a sua volta le aveva riacquistate dalle FS. La SNFT ebbe bisogno di automotrici in grado di svolgere tutti i servizi in composizione singola per impiegarle sulla Cremona – Iseo appena ricostruita e le ALDUn erano adatte allo scopo. In origine esse erano ALn 56, serie 1000, costruite dalla casa torinese e trasformate nel 1939 per essere dotate di bagagliaio e di compartimento postale. Di conseguenza erano dotate di 28 posti, da cui il nuovo nome. Furono ricolorate di verde pisello, con carenatura verde vagone e finestratura beige azalea. Potenza e rodiggio erano identici alle ALn 56 originarie, essendo dotate di due motori Fiat 355 C. Entrarono in servizio il 30 novembre 1951 e furono immatricolate come AnDu 28.201-203. Vennero impiegate anche sulla Iseo – Rovato Borgo e sulla Brescia – Iseo. Nel 1955, l'unità 203 fu distrutta da un incendio, mentre le altre due furono radiate nel 1960. An 60 Nel 1953 furono acquistate dalle FS altre due ALDUn 28, la 1007 e la 1008. Le maestranze di Iseo le rielaborarono eliminando il vano bagagli in modo da ricavare 60 posti a sedere. Furono revisionati anche i motori. Immatricolate come An 60.211-212, entrarono in servizio nel 1955 per essere impiegate sulla relazione Iseo – Cremona e, dopo la chiusura della Rovato – Cremona, anche sulla Brescia – Breno. In alcuni casi furono accoppiate alle An 64 per l'espletamento dei diretti Brescia – Edolo. Furono accantonate nel 1960 e demolite nel 1980. An 48 Nel 1955 la Società Nazionale acquistò dalla SAIET, che eserciva la tranvia Pisa-Pontedera/Calci, le unità ANz 602-604. Erano automotrici assimilabili alle ALn 56, ma erano più corte, dotate di un solo motore tipo 356 C e con una capienza di 48 posti. Revisionate dalle officine di Iseo, furono immatricolate come An 48.221-223 e colorate nella tonalità verde pisello con finestratura in beige azalea. Vennero impiegate pochissimo a causa delle limitate prestazioni dell'unico motore e della mancanza di una separazione fissa fra i posti di guida e il compartimento viaggiatori. Furono accantonate nel 1960, mentre la loro demolizione si verificò nel 1980. 6 Società Nazionale Ferrovie e Tramvie 7 Automotrice An 70.231 Per approfondire, vedi Automotrice SNFT An 70.231. La Fiat costruì negli anni cinquanta un'automotrice a cassa in lega leggera e motori orizzontali che derivò da un prototipo realizzato nella seconda guerra mondiale: la A 103. Fu ceduta alla Società Nazionale che la mise in servizio il 17 aprile 1958, immatricolandola come An 70.231 in quanto dotata di otto posti in prima classe, cinquantasei in seconda e sei strapuntini. Fu denominata informalmente anche come Faruk per la sua assomiglianza con l'automotrice doppia fornita dalla società torinese al re d'Egitto. Fu Automotrice An 70 impiegata per il servizio regolare fino alla prima metà degli anni settanta e quindi accantonata definitivamente nel 1978. Fu demolita nella seconda metà degli anni novanta. Automotrici ALn 68, 668 e 663 An 68 Alla fine degli anni cinquanta, la SNFT avvertì la necessità di sostituire le AnDu 28, le An 60 e le An 48, che avevano mostrato parecchi problemi in servizio, con mezzi nuovi. Ordinò quindi alla Breda quattro automotrici analoghe alle ALn 668 serie 2400 delle FS. A differenza delle omologhe FS, i mezzi SNFT erano dotati del dispositivo uomo morto, di intercomunicanti a cancelletto anziché a soffietto ed ebbero motori a 125 kW anziché a 99 kW, con un rapporto al ponte più corto tale da permettere una velocità massima di 80 km/h. Le automotrici furono immatricolate nella serie An 68.111-114 ed entrarono in servizio il 4 settembre 1960. Furono i primi rotabili ad applicare la nuova livrea giallo di marte con finestratura in beige azalea, la quale rimase colorazione sociale fino all'estinzione della società. Assieme alle quattro automotrici, giunsero dodici rimorchi AB68, a sessantotto posti, e due ABDu 32, in questo caso dotate di trentadue posti, di bagagliaio e compartimento postale. Nel 1977 furono riclassificate come ALn 68. Le unità 111 e 113 furono accantonate nel 1983. Le altre due, nel 1988, furono accoppiate permanentemente e ricolorate con lo schema di coloritura che estendeva il beige azalea sul tetto, sull'imperiale e su un bordino sotto la finestratura. Uscirono di servizio negli anni novanta. ALn 668 serie 120 Per approfondire, vedi Automotrice SNFT ALn 668-120. A seguito dell'esigenza di accantonare le An 64, la SNFT ordinò alla FIAT due automotrici ALn 668 simili alla serie 1000 che entrarono in servizio il 18 febbraio 1980 e che furono immatricolate nella serie ALn 668.121-122. Quattro anni dopo furono acquistate altre quattro unità, immatricolate come 123-126, la cui cassa riprendeva quella delle coeve 668 serie 3100, con vestibolo centrale. Con la liquidazione societaria, i sei esemplari passarono al parco rotabili delle FNME. ALn 668 serie 130 e 140 La 668.121 restaurata in livrea SNFT primo schema Società Nazionale Ferrovie e Tramvie 8 Nel 1987, nell'incertezza della chiusura della linea, ma nello stesso tempo con il possibile suo rilancio, la SNFT decise di acquistare altre due automotrici. Poiché le ALn 668 non erano più in produzione furono ordinate alla Fiat due ALn 663 che, oltre alle classiche varianti necessarie all'impiego sulla Brescia – Iseo – Edolo, come gli intercomunicanti a cancelletto e il Dispositivo Vigilante, furono dotate di 68 posti a sedere. Entrarono in servizio come ALn 668.131-132 il 21 novembre 1987. Dall'inizio ebbero il nuovo schema di coloritura che estendeva il beige azalea sul tetto, sull'imperiale e su un bordino al di sotto della finestratura. Nel 1991 fu acquistata una nuova unità, la 133. Tutte entrarono nel parco rotabili delle FNME nel 1993. L'anno precedente, la Società Nazionale ordinò alla Fiat per conto del Consorzio Brescia Nord sei nuove automotrici ALn 663, che entrarono in servizio sotto l'egida delle Ferrovie Nord nel marzo 1994 come ALn 668.141-146. Locomotive diesel Cn 372.1 Allo scopo di valutare le potenziali della trazione termica anche nel trasporto di merci, nel 1950 la SNFT noleggiò una macchina diesel a due carrelli dalle FS. Si trattava di un esemplare appartenente ad un gruppo di tre macchine costruite nel 1941 dalle Officine Meccaniche di Milano per le ferrovie coloniali della Cirenaica e rimaste in Italia a seguito del rovesciamento del fronte africano. L'unità fu immatricolata come Cn, acronimo per Carro a nafta, 372.1. Tuttavia, la sua potenza, pari a 220 kW, era inadeguata alle necessità della Società Nazionale che dunque la restituì alle FS. Queste ultime la cedettero alle Ferrovie Padane, avendo queste già rilevato le altre due macchine del gruppo. Cn 501 Nel 1954, la SNFT ordinò alla Breda una locomotiva diesel con motori Isotta Fraschini di potenza complessiva di 660 kW. Immatricolata come Cn 501, fu impiegata fino al 1965 per il trasporto di merci e di treni a composizione mista lungo la direttrice Brescia – Breno. Cne All'inizio degli anni sessanta, la SNFT decise di affidarsi completamente alla trazione termica, per cui ordinò alla Breda sei locomotive Diesel su un progetto originale della società. I modelli furono dotati di rodiggio C e di motori Diesel dalla potenza di 400 kW; vennero immatricolati come Cne, acronimo per Carro nafta elettrico, all'interno della serie 511-516 ed entrarono in servizio tra il 1961 e il 1963. Un settimo esemplare, immatricolato come 510, entrò in servizio nel 1964. A seguito dell'austerity e dell'incremento del traffico merci sulla Brescia – Iseo – Edolo, la SNFT ordinò alle Officine Reggiane altre tre unità Cne, analoghe alle precedenti, ma motorizzate Isotta Fraschini. Entrarono in servizio tra il 1980 e il 1981, immatricolate nella serie 517-519. Nel 1989, le unità 511 e 514 furono accantonate per fornire pezzi di ricambio alle consorelle restanti, le quali entrarono a far parte del parco rotabili FNME nel 1993. Cn 531 Nel 1966, la SNFT ordinò alla Antonio Badoni Lecco una locomotiva da manovra diesel a servizio dei raccordi della stazione di Borgo San Giovanni. L'esemplare entrò in servizio il 31 gennaio dell'anno seguente, immatricolato come Cn 531. Il motore sprigionava una potenza di 96 kW, mentre la velocità massima era di 20 km/h. Anche questa unità passò al parco rotabili FNME nel 1993. Cn 532-533 Il Cn 531 Società Nazionale Ferrovie e Tramvie Nel 1973, la SNFT acquistò dalla FEAR, esercente la Bolzano – Caldaro, due locomotive diesel costruite dalla Jenbach nel 1963. Immatricolati nella serie Cn 532-533, i due esemplari furono impiegati nelle manovre presso i piazzali di Iseo e di Rovato Borgo. Nel 1987, l'unità 533 fu alienata. Locomotori diesel FS e DB Alla fine degli anni ottanta, la disponibilità di locomotori diesel da parte delle FS permise alla SNFT di ottenere in noleggio una D.343, la 2007, e una D.345, la 1075, per ridurre il carico di lavoro dei Cne nel trasporto di merci. I due mezzi entrarono in servizio il 1º febbraio 1988 per uscirne nell'ottobre dello stesso anno. Nell'agosto 1990, la Società Nazionale acquistò dalle Deutsche Bahn (DB) una locomotiva V 200; mentre nel mese di settembre fu acquisita dalle FS una D.345, la 1034, proveniente dal Deposito Locomotive di Palermo. Con la liquidazione della SNFT, le due unità passarono alla FNME. Note Bibliografia • Mario Albertini; Claudio Cerioli, Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia, 2ª ed., Cremona, Editrice Turris, 1994. ISBN 888563589X • Mario Bicchierai (gennaio 1992). Quel treno in Valcamonica - La Brescia-Iseo-Edolo e le sue diramazioni. Mondo ferroviario 67: 6-73. • Mario Bicchierai (ottobre 2004). Da Brescia a Edolo da SNFT a FNME. I quaderni di Mondo Ferroviario Viaggi 1: 3-50. • Mauro Pennacchio, La meccanica viabilità - La ferrovia nella storia del lago d'Iseo e della Vallecamonica, Marone, Fdp Editore, 2006. . ISBN 889027140X. Voci correlate • Linee tranviarie italiane • Rete Adriatica • Rete tranviaria provinciale di Cremona Altri progetti • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Società _Nazionale_Ferrovie_e_Tramvie?uselang=it) Portale Trasporti: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di trasporti 9 10 la Ferrovia Cremona - Rovato (- Iseo) Ferrovia Cremona-Iseo Cremona – Iseo Stati attraversati Lunghezza Italia 66 km Apertura a tratte, dal 1911 al 1932 Chiusura 1956 (Cremona – Rovato) Gestore Scartamento Elettrificazione SNFT 1435 mm no Ferrovie La ferrovia Cremona – Iseo fu una ferrovia a scartamento ordinario che collegò la città di Cremona al Lago d'Iseo e alla linea ferroviaria per Edolo. Fu gestita in concessione dalla Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (SNFT) e si compose su tre tronchi ferroviari: • Cremona – Sesto Cremonese – Soresina; • Soresina – Soncino – Rovato; • Rovato – Bornato – Iseo. Dagli anni venti, il tratto tra Bornato e Iseo è utilizzato anche dalla Brescia – Iseo – Edolo, mentre dal 1956 i primi due tronchi furono chiusi all'esercizio e disarmati. Storia Prodromi Le motivazioni per la costruzione di una linea ferroviaria tra la città di Cremona e il lago d'Iseo s'inseriscono negli eventi che portarono alla realizzazione della Brescia – Iseo – Edolo. Nel 1904, la SNFT rilevò dalla provincia di Brescia la concessione per la costruzione e l'esercizio della Iseo – Edolo. Nello stesso periodo, l'impresa ferroviaria fu in trattative con la Società Meridionale, esercente la Rete Adriatica (RA), per rilevare il tronco Brescia – Iseo in modo da completare l'itinerario fino al capoluogo di provincia. Tuttavia, il processo di statizzazione delle ferrovie nazionali rese incerto il passaggio della ferrovia sebina alla SNFT; inoltre questa ferrovia presentava dei difetti strutturali che impedivano l'esercizio regolare in connessione con la nuova linea, soprattutto nell'ambito del trasporto di merci. Ferrovia Cremona-Iseo Negli stessi anni, la SNFT gestiva inoltre la rete tranviaria provinciale di Cremona e l'amministrazione provinciale cremonese da tempo chiedeva la costruzione di una tranvia interurbana collegasse Soncino a Soresina e al capoluogo. Il primo comune era punto di arrivo di ben tre linee tranviarie, quella per Bergamo, quella per Brescia e quella per Crema e Lodi, ed era privo di un collegamento su strada ferrata proprio verso Cremona. Soresina era importante stazione ferroviaria della ferrovia Treviglio-Cremona e, curiosamente, anni prima fu oggetto dell'interesse di alcuni imprenditori camuni che intendevano costruire una linea verso Coccaglio, a quel tempo sulla Milano – Venezia, considerandola naturale prosecuzione della ferrovia camuna. La costruzione della Iseo – Rovato Nel 1907 la Società Nazionale presentò al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici una domanda di concessione per una linea che si sarebbe diramata dalla stazione di Iseo SNFT per innestarsi sulla Milano – Venezia all'altezza di Rovato. Secondo l'ingegnere Conti Vecchi, progettista della Iseo – Edolo, la nuova linea era da intendersi come naturale prosecuzione di quella per Edolo, a quel tempo ancora in via di completamento: le due ferrovie avevano lo stesso tipo di armamento, gli stessi fabbricati di stazione, la medesima acclività. L'Iseo – Rovato fu studiata con un tracciato completamente separato dalla già esistente ferrovia Brescia – Iseo che al momento della presentazione della domanda era in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS) e che solo sul finire del 1907 sarebbe passata alle SNFT. L'anno seguente, il Conti Vecchi rilasciò una dichiarazione alla Deputazione provinciale bresciana secondo la quale l'Iseo – Rovato non avrebbe fatto alcuna concorrenza alla Brescia – Iseo, perché quest'ultima sarebbe rimasta per un servizio vicinale "ad intenso movimento", mentre la prima avrebbe assorbito il traffico merci proveniente dalla Valcamonica e sarebbe stata anche adatta ai futuri collegamenti verso il cremonese[1]. La linea fu finanziata anche da un comitato sorto a Rovato nel 1906 coinvolgente diversi comuni del circondario clarense. Da queste amministrazioni fu avvertito il rischio che la mancata costruzione della ferrovia avrebbe significato la perdita dei ricchi traffici vallivi i quali si sarebbero diretti verso le più modeste, ma già esistenti, tranvie della riva destra del Lago d'Iseo e verso la ferrovia Palazzolo – Paratico. La linea fu inaugurata il 3 settembre 1911 ed aperta all'esercizio il giorno seguente. La costruzione della Soncino-Soresina In provincia di Cremona, l'amministrazione intese accelerare i tempi per la costruzione di una strada ferrata Cremona-Soresina-Soncino: il 13 maggio il consiglio provinciale decise di incaricare la Deputazione di avanzare presso il Governo la domanda di concessione di una ferrovia secondaria locale tra le tre località. Non soddisfatta della domanda posta dalla provincia, la SNFT ne fece un'altra sempre sullo stesso tracciato. La deputazione ritirò quindi la propria richiesta e il Governo italiano approvò la costruzione della ferrovia con due decreti: il RD 21 marzo 1912, n. 491, nella quale si concesse la Soncino – Soresina, e il RD 17 novembre 1915, n. 1501, relativa alla Soresina – Sesto Cremonese – Cremona. Stando all'Albertini & Cerioli (1994), non risultano atti che giustifichino la scelta della SNFT di iniziare dal tratto più lontano dal capoluogo. Gli stessi autori ipotizzano che la Società Nazionale si convinse a puntare su una linea che avrebbe potuto fornire un buon rapporto tra ricavi e costi d'esercizio, data la breve lunghezza e la sua posizione fra la ferrovia Treviglio – Cremona delle FS e le tranvie gravitanti attorno a Soncino. La Soncino – Soresina fu quindi aperta il 24 novembre 1914. Le due stazioni capilinea furono allacciate fin dall'inizio alle strade ferrate esistenti, tuttavia la maggior parte del traffico merci provenne dalla linea delle FS, contrariamente alle aspettative dell'impresa ferroviaria. L'esercizio della breve linea fu inizialmente affidato alla direzione di Cremona, mentre i convogli furono trainati dalle locomotive del Gruppo 10, appositamente ordinate dalla SNFT alle Officine Meccaniche di Milano e alla Borsig. 11 Ferrovia Cremona-Iseo La costruzione della Soresina-Sesto-Cremona L'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale vide intensificarsi il traffico sulla Iseo – Rovato, dovuto al trasporto di truppe verso il fronte dell'Adamello, ma nello stesso tempo costrinse la SNFT a fermare i lavori costruzione della Soresina – Sesto Cremonese – Cremona. Nel 1916, l'impresa ferroviaria decise di uscire dal ramo dei trasporti tranviari, per cui l'esercizio della Soncino - Soresina fu affidato alla Direzione di Iseo. L'attività sulla Sesto – Cremona riprese all'inizio degli anni venti. I lavori furono suddivisi in tre lotti: da Soresina a Grumello, da Grumello a Sesto e da Sesto a Cremona. La linea fu aperta all'esercizio il 2 gennaio 1926. Su di essa circolarono le nuove locomotive gruppo 30, costruite dalle Officine meccaniche di Milano. La linea terminava presso uno scalo della Società Nazionale: la stazione di Cremona Porta Milano a poche centinaia di metri dalla stazione FS. I due scali furono collegati tra loro da un raccordo che, per volontà dell'impresa statale, rimase a lungo chiuso, soprattutto per il servizio passeggeri. Al fine di ridurre lo svantaggio per l'utenza, la SNFT avviò un autoservizio sostitutivo tra le due stazioni, espletato da un autobus FIAT 18BL. Le speranze parvero accendersi verso la fine del 1930, quando fu concesso il servizio cumulativo tra i due impianti cremonesi e quindi fu aperto il raccordo al solo servizio merci, ma già nell'aprile dell'anno seguente tale collegamento fu soppresso. La costruzione della Rovato-Soncino La guerra aveva bloccato l'iter procedurale della domanda di concessione della parte centrale della linea, quella tra Rovato e Soncino. Nel dopoguerra, si aggiunse l'opposizione della SEB/TEB che vedeva nel progetto della SNFT un potenziale concorrente alla sua Brescia – Soncino. Nella prima metà degli anni venti, le amministrazioni provinciali di Brescia e Cremona, la Camera di commercio cremonese e diversi comuni, principalmente della bassa Bresciana, si mossero per favorire la costruzione del tronco mancante. Nel 1930 fu presentato il progetto definitivo e i lavori furono avviati susseguentemente: terminarono due anni dopo con sette mesi d'anticipo. Il 22 agosto avvenne l'apertura al traffico, mentre l'inaugurazione ufficiale si svolse il 28 ottobre per il decimo anniversario della marcia su Roma. Sulla linea furono assegnate le nuove locomotive del gruppo 40, costruite dalle Officine Meccaniche milanesi. Dalla seconda guerra mondiale alla chiusura La seconda guerra mondiale ridusse la disponibilità di combustibile. La Società Nazionale fu costretta quindi a contenere le corse e a classificare tutti i convogli come "misti", abbandonando la distinzione fra merci e passeggeri. L'anno seguente i bombardamenti delle forze alleate causarono la distruzione del ponte sull'Oglio tra Soncino e Orzinuovi; un evento che provocò l'immediata sospensione del servizio e che per molti anni avrebbe condizionato l'esercizio sulla linea. Il conflitto bellico ebbe tuttavia un risvolto positivo: a seguito dell'occupazione tedesca, nel 1943, fu assunta la decisione di riaprire il raccordo tra Cremona Porta Milano e Cremona FS. Al ripristino dell'esercizio da parte delle FS, queste ultime decisero di richiudere il collegamento. Nel dopoguerra, la direzione della SNFT si sforzò di ripristinare l'intera infrastruttura. Fino al 1950, anno in cui fu riaperto il ponte sull'Oglio, le corse della relazione Cremona – Iseo – Edolo terminarono presso le stazioni di Soncino e di Orzinuovi, mentre un autoservizio tra i due scali garantì le coincidenze all'utenza. Per l'impresa ferroviaria ci fu anche il problema dell'isolamento del tronco a meridione di Soncino rispetto alle Officine di Iseo e fu costretta ad impiegare la rete FS per il trasferimento del proprio materiale rotabile. Nel 1950, il ponte fu riaperto e con la sua inaugurazione fu introdotta la trazione diesel. Due anni dopo, a seguito della Legge 2 agosto 1952, n. 1221, che finanziava le linee ferroviarie in concessione, la SNFT presentò alla commissione incaricata un piano di ammodernamento della Brescia-Iseo-Edolo. L'impresa ferroviaria fu obbligata anche a presentare un programma di finanziamento interno, per cui essa chiese la soppressione della Rovato – Cremona la quale avrebbe permesso l'alienazione della proprietà lungo la linea. Nonostante la riapertura del ponte sull'Oglio, il traffico merci sul tronco in questione era risultato assente, tanto da 12 Ferrovia Cremona-Iseo giustificarne la soppressione. Il 14 luglio 1954, dopo una campagna da parte della stampa locale, le FS riaprirono il raccordo fra le due stazioni cremonesi, stavolta anche al servizio passeggeri. Nonostante questa iniziativa, la chiusura della linea fu imminente: nel 1955 la voce si sparse e numerosi enti locali, nonché l'onorevole Zanibelli, si mossero per impedirne la chiusura, ma furono azioni tardive che non ottennero alcun risultato. Il 2 gennaio 1956 fu soppresso il traffico sul tratto Rovato – Soresina sostituito da autocorse espletate dalla SNFT. Il servizio sul tronco restante fu mantenuto fino al 31 marzo, per concedere il tempo alla provincia cremonese di sistemare le strade. La chiusura ufficiale fu sancita il 31 maggio e già dal mese seguente iniziò il lavoro di rimozione dell'armamento. Il materiale rotabile fu trasferito nel deposito di Iseo, mentre le rotaie e le traversine recuperate vennero reimpiegate sulla Brescia – Iseo – Edolo e sul tronco sopravvissuto, tra Bornato e Rovato. L'autoservizio e l'esercizio ferroviario sulla Bornato-Rovato Dal 1956, rimasero le corse passeggeri sulla relazione Iseo – Rovato Borgo, impiegando principalmente le An 64. Ad esse si aggiunsero alcune relazioni merci per l'inoltro dei carri alla stazione di Rovato FS. Dieci anni dopo, nel 1966, si verificò la prima sospensione temporanea del servizio viaggiatori. Lo stesso fu riattivato negli anni settanta a seguito dell'austerity, per poi essere nuovamente sospeso nel 1975. Si dovette attendere la stagione sciistica 1989/90 per rivedere treni passeggeri sulla linea: con un accordo tra FS, Ferrovie Nord Milano Esercizio (FNME) e SNFT fu possibile istituire i treni della neve. Si trattarono di composizioni ALn 668 delle Ferrovie dello Stato che collegarono Milano Centrale a Edolo, passando per Rovato Borgo. Nel 1993, la SNFT fu assorbita dal gruppo FNM. La Ferrovie Nord Milano Autoservizi (FNMA) rilevò la concessione del servizio autosostitutivo Iseo – Cremona che fu esercito fino ai primi anni 2000, quando nella provincia di Brescia si procedette a riorganizzare il trasporto pubblico su gomma. La FNME rilevò invece gli impianti ferroviari. Nel 1994 rinnovò l'armamento della Bornato – Rovato impiegando rotaie dal peso di 60 kg/m; ciò permise l'inoltro di convogli merci dal maggior peso assiale. Nella seconda metà degli anni 2000, un accordo tra LeNord e FTI permise di riattivare, a livello turistico, il servizio tra Bornato e Rovato Borgo per alcuni giorni dell'anno. Con un altro accordo, stavolta con l'amministrazione regionale lombarda e con la provincia di Brescia, LeNord decise di riaprire la breve linea al servizio passeggeri a partire dal 13 giugno 2010[2]. Il servizio inizialmente collegò direttamente le due stazioni capolinea: le due fermate presso Cazzago e Rovato Città furono riattivate il 13 agosto successivo[3]. Caratteristiche La linea era una ferrovia a binario semplice e a scartamento ordinario da 1435 mm. Le rotaie erano di tipo Vignoles dal peso di 27 kg/m. Dagli anni novanta del XX secolo, il tronco Bornato – Rovato presenta rotaie UNI 60. La trazione fu a vapore fino al 1950, quando fu introdotta la trazione termica per il servizio passeggeri. Percorso 13 Ferrovia Cremona-Iseo 14 Stazioni e fermate linea FS per Mantova linea FS per Brescia e per Treviglio Cremona (FS) * 1863 linea FS per Fidenza e per Piacenza 23+831 Cremona Porta Milano * 1926 19+6-- Cava Tigozzi-Spinadesco * 1926 linea FS Codogno–Cremona 15+4-- Sesto Cremonese * 1926 13+5-- Fengo * 1926 10+8-- Grumello Cremonese * 1926 7+9-- Farfengo * 1926 5+7-- Annicco * 1926 linea FS per Cremona Bivio Cremona 0+000 39+969 raccordo SNFT-FS 40+579 Soresina (SNFT) * 1914 / Soresina (FS) * 1863 linea FS per Treviglio 38+6-- Soresina fermata * 1914 Tombe Morte 34+--- Genivolta * 1914 29+--- Villacampagna * 1914 26+756 Soncino * 1914 fiume Oglio 21+--- Orzinuovi * 1932 18+--- Orzivecchi * 1932 15+--- Pompiano * 1932 13+--- Corzano * 1932 10+--- Trenzano-Cossirano * 1932 6+--- Castrezzato * 1932 3+--- San Giuseppe-Duomo * 1932 linea FS per Venezia raccordo SNFT-FS Rovato Borgo / Rovato (FS) 0+000 5+750 Ferrovia Cremona-Iseo 15 linea FS per Milano linea FS per Bergamo 4+194 Rovato Città * 1911 Autostrada A4 - Strada europea E64 2+114 Cazzago * 1911 linea SNFT per Brescia 0+000 Bornato-Calino * 1911 Borgonato-Adro * 1911 Provaglio-Timoline * 1911 linea SNFT per Brescia (vecchio tracciato, † 1941) Deposito Iseo Imbarcadero (nuovo) * 1922 † 1957 Iseo (vecchia) Iseo Imbarcadero (vecchio) * 1885 † 1922 Iseo * 1907 linea SNFT per Edolo La linea ferroviaria si staccava dalle linee statali Pavia – Cremona, Cremona – Piacenza e Cremona – Fidenza poco dopo lo scalo di Cremona FS. Tra il 1926 e il 1954 il servizio passeggeri si attestò presso la stazione di Cremona Porta Milano che quindi fu dotata, oltre che delle strutture di servizio per i viaggiatori, di rimessa a due binari e di un'officina per le riparazioni. Dalla stazione capolinea, la ferrovia proseguiva sul lato destro dell'attuale via Milano (ex statale 234) dalla quale era separata da una barriera formata da paracarri e spezzoni di rotaia. Giunta a Cavatigozzi, attraversava l'abitato sempre a fianco della statale, ma senza la barriera separatrice: per questo motivo la velocità dei convogli fu limitata a 15 km/h per motivi di sicurezza. La fermata a servizio del paese, denominata Cava Tigozzi-Spinadesco per distinguerla dalla corrispondente sulla Pavia – Cremona, si trovava all'esterno del paese, in direzione di Acquanegra. All'incrocio con la provinciale per Sesto Cremonese, la ferrovia piegava a destra, sottopassando la Pavia – Cremona con un'opera d'arte a fianco della corrispondente stradale. All'ingresso di Sesto la linea si allontanava dalla provinciale per poi attraversarla a raso poco prima di giungere presso la stazione ferroviaria, ubicata presso l'attuale via Sacchi. Passato Sesto, la linea proseguiva in sede propria attraversando Fengo e Grumello Cremonese, servite ognuna da una fermata, fino a Farfengo la cui stazione si trovava in prossimità del passaggio a livello sulla provinciale Castelleonese. Con la dismissione della ferrovia, il sedime della sede tra Sesto e Farfengo è stato reimpiegato per allargare le provinciali 47 e 48. Dopo Farfengo la linea proseguiva in sede propria fino ad Annicco, dotata di stazione, per poi sottopassare la Treviglio – Cremona e, dopo una curva, giungere a Soresina. Circa di 600 metri di binario all'ingresso in stazione erano in comune con il tronco proveniente da Soncino. La stazione soresinese era infatti uno scalo di testa e le locomotive a vapore provenienti da una direzione dovevano essere girate per poter proseguire nell'altra. L'impianto era dotato di rimessa e magazzino merci ed era raccordato alla vicina stazione FS, alla cooperativa Concimi e al Consorzio Agrario. In direzione di Soncino, la ferrovia aggirava l'abitato di Soresina per giungere alla fermata di Soresina Città posta a settentrione, nei pressi dell'attuale provinciale 84. La fermata era costituita da una banchina e da una garitta, quest'ultima eliminata negli ultimi anni d'esercizio. La linea proseguiva in affiancamento alla provinciale, su sede Ferrovia Cremona-Iseo riservata, per poi attraversarla a raso in prossimità di Genivolta. Da questo punto si originava il tratto detto dei tredici ponti, dato che in 150 metri venivano solcati tredici rogge e canali. Aggirata Genivolta ad occidente, la linea giungeva presso la stazione a servizio di questo abitato per poi nuovamente attraversare a raso la provinciale e affiancarla in sede riservata fino alla stazione di Soncino. Quest'impianto fu di testa dal 1914 al 1932 e nello stesso periodo fu raccordato alla vicina stazione tranviaria, posta in località Borgo Sera. Presso questa struttura terminavano tre linee interurbane esercite da altrettante società: la Lodi – Crema – Soncino, la Bergamo – Soncino e la Brescia – Soncino. Quando la stazione ferroviaria divenne di tipo passante con l'apertura del tronco verso Rovato, le prime due tranvie erano state chiuse negli anni precedenti, tuttavia si mantenne il raccordo con la tranvia bresciana. In uscita dalla stazione soncinese, la ferrovia effettuava una curva verso destra, attraversava a livello la provinciale per Bergamo, impegnava un tratto a trincea per poi scavalcare l'Oglio con un ponte a sei arcate. Passava quindi a nord di Orzinuovi, paese servito da una stazione, per poi affiancare la statale 235, la quale a quel tempo era solcata dalla tranvia per Brescia già citata. Giunta alla stazione di Orzivecchi, la linea tornava in sede propria, con un percorso parallelo alla statale, e proseguiva lungo la campagna della bassa bresciana per passare a settentrione di Pompiano, comune servito da una fermata. Nei pressi di Corzano, la linea effettuava una curva a largo raggio verso sinistra in mezzo alla quale si trovava la fermata a servizio di questo comune. Proseguendo verso settentrione, giungeva presso la stazione di Trenzano-Cossirano, posta in mezzo ai due abitati, e quindi presso la stazione di Castrezzato. Entrata nel territorio comunale di Rovato, affiancava a oriente l'abitato della frazione di San Giuseppe e a settentrione quello di Sant'Anna. In mezzo alle due frazioni, presso uno dei pochi caselli ferroviari del tronco Rovato – Soncino, fu posta la fermata di San Giuseppe-Duomo. Dopo aver percorso un tratto rettilineo, la ferrovia percorreva un breve tratto in trincea per sottopassare la Milano – Venezia all'altezza dell'attuale manufatto della provinciale 16, che lo ha sostituito dopo il disarmamento. La stazione di Rovato Borgo era dotata di due fasci: quello originario, di testa, e quello aperto nel 1932, passante. In mezzo era presente il raccordo, a due binari, con la vicina stazione FS, che nel 2009 è stato trasformato nel nuovo piazzale per il servizio passeggeri. Il tronco fra Rovato e Iseo è l'unico rimasto funzionante di tutta la linea e quello fra Bornato e la cittadina sebina è da tempo in comune con la Brescia – Iseo – Edolo. Dall'impianto di Rovato Borgo, la linea attraversa l'abitato rovatese, affiancando ad oriente il centro storico alla cui altezza è posta la fermata di Rovato Città. Dopo una lunga curva, la linea giunge a Cazzago San Martino, servita dall'omonima fermata, e s'immette nella valle di Calino all'interno della quale si trova la stazione di Bornato-Calino. Originariamente da qui si diramava il raccordo per la stazione di Paderno, congiungendo la Rovato – Iseo con la vecchia Brescia – Iseo; a partire dal 1931 questo tronco è sostanzialmente parte integrante della Brescia – Edolo. Da Bornato, la ferrovia prosegue lungo la valle calinese affiancando ad occidente Bettolino di Monterotondo e ad oriente Borgonato, a sua volta servito da una fermata, quindi giunge presso le Torbiere del Sebino dove si trova un'altra fermata, a servizio degli abitati di Provaglio d'Iseo e di Timoline. Dopo quest'impianto, la linea scavalcava la vecchia ferrovia Brescia – Iseo, passante per Monterondo di Passirano, per giungere presso la stazione di Iseo, sede della direzione d'esercizio della SNFT e del deposito del materiale rotabile. Da qui i binari proseguono per Edolo e la Valle Camonica[4]. 16 Ferrovia Cremona-Iseo 17 Impianti e infrastrutture Stazioni e fermate La SNFT adottò per le sue costruzioni criteri sobri e uniformi al fine di economizzare il più possibile i costi d'impianto. Per questo motivo gli stili dei fabbricato viaggiatori di stazioni e fermate si ripresentano nelle medesime forme[5]. Iseo – Rovato Per quanto riguarda il tronco Iseo – Rovato, le stazioni e le fermate adottano i medesimi stili architettonici degli impianti SNFT della Brescia – Iseo – Edolo. In particolare, Bornato-Calino è l'unica stazione di seconda classe della linea, con fabbricato viaggiatori a quattro aperture e scalo merci. Tutti gli altri impianti della linea sono delle fermate, con il modesto edificio a tre aperture e vano scala. Delle stazioni capolinea, il fabbricato viaggiatori di quella di Iseo è di prima classe, mentre quello di Rovato Borgo risulta avere una forma più insolita ed un'architettura più curata con esterni in stile liberty. Entrambe le stazioni erano dotate di scalo merci, il cui magazzino aveva un tetto a due falde[6]. Tipica fermata della Iseo – Rovato La stazione di Bornato Il lato campagna di Rovato Borgo Rovato – Cremona Nonostante il tronco ferroviario fra Rovato e Cremona sia stato costruito in tre tempi diversi, le strutture presentano i medesimi stili architettonici. A differenza degli scali che svolsero ruoli di capotronco, ovvero Soncino, Soresina e Cremona Porta Milano, le stazioni presentavano un fabbricato viaggiatori a pianta rettangolare, a due livelli e con tetto a quattro spioventi. I due lati maggiori, paralleli al piazzale binari, presentavano tre aperture simmetriche per ogni fronte e ogni piano: erano finestre per il primo piano, mentre per quello a terra esse erano delle porte d'accesso alle sale interne di servizio per viaggiatori, merci e addetti al movimento. I lati minori, invece, erano ornati da una finestra, simmetrica per ogni fronte e per ogni livello. Le fermate erano di dimensioni più ridotte rispetto alle omologhe della Brescia – Iseo – Edolo, riprendendo le forme dei caselli ferroviari della linea. Erano a pianta rettangolare, a due livelli, con tetto a due spioventi. Due erano le aperture sul lato maggiore, simmetriche tra loro per entrambi i fronti e i livelli. I lati minori spesso erano ornati da luci. Gli scali merci erano presenti solo presso le stazioni: erano dotati di piano caricatore e di magazzino con tetto a due falde. Le stazioni di Soncino, Soresina e Cremona Porta Milano, a causa del ruolo svolto in tempi diversi di scali terminali, erano tutte dotate di rimessa locomotive, di piattaforma girevole e di rifornitore. I loro fabbricati viaggiatori si presentavano in forme e stili diversi a seconda delle esigenze richieste in fase di progettazione. Ferrovia Cremona-Iseo Fabbricato viaggiatori di una stazione 18 Fabbricato viaggiatori di una fermata Un dismesso magazzino merci Ponti La linea ferroviaria scavalcava numerose lungo il suo percorso rogge e canali irrigui tramite ponti in muratura, protetti da righiere in ferro battuto. L'Oglio fu attraversato in un punto tra Soncino e Orzinuovi dove il fiume originariamente si divideva in due rami. Il progetto iniziale, risalente alla prima guerra mondiale, prevedeva di scavalcare il corso d'acqua con due opere d'arte distinte. Dopo la stesura definitiva, si optò per un'unica costruzione a sei luci ad arco, ognuna lunga sedici metri, che richiese lo spostamento dell'alveo. Distrutto nel 1944 dai Sottopasso ad arco presso Soresina bombardamenti delle forze alleate, il manufatto fu ricostruito con le caratteristiche tecniche originarie e fu riaperto all'esercizio nel 1950. Fu demolito nel 1975, quando la forza erosiva del fiume aveva rovinato la stabilità di alcuni piloni. Per quanto riguarda i tredici ponti, posti a sud della località Tombe Morte a Genivolta, i navigli Pallavicino e Civico vennero attraversati dalla ferrovia con manufatti in cemento armato, mentre gli altri da costruzioni in muratura a volto e la roggia Alta da un sifone. Sottopassi ferroviari La linea incrociava tre diverse ferrovie statali, gestite a quel tempo dalle FS: la Milano – Venezia, a Rovato, la Treviglio – Cremona, a Soresina, e la Pavia – Cremona, a Sesto Cremonese. Per ognuna di esse fu costruito un sottopasso, a forma di arco. Curiosamente, tutte e tre le opere sono state reimpiegate come sottopassi stradali. Traffico Attuale Ferrovia Cremona-Iseo 19 Il servizio sulla Bornato – Rovato Borgo è espletato da Trenord con otto coppie di corse giornaliere a cadenza oraria, alcune delle quali aventi la stazione di Iseo come capolinea. Le corse sono espletate in tre turni: quattro al mattino, tra le cinque e mezza e le nove, tre nel pomeriggio, tra le quattro e le sette e mezza alle quali si aggiunge una coppia di corse Iseo – Rovato che si effettua attorno all'una. Nei festivi, invece, la prima coppia di corse del mattino non viene effettuata. La ALn 668.121 di Trenord in sosta presso la fermata di Cazzago. Storico A regime, la linea ferroviaria fu servita nei giorni feriali da due coppie sulla relazione Iseo – Cremona Porta Milano, da una coppia sulla Iseo – Soncino e da due coppie sulla Soncino – Cremona Porta Milano. Nei giorni festivi erano presenti solo due coppie Iseo – Cremona di cui una diretta, ovvero che fermava solo presso alcuni scali. Nell'orario estivo, due erano le coppie Iseo – Cremona affiancate da due Iseo – Rovato Borgo. In tutte le tipologie di orario, a Bornato-Calino le carrozze delle relazioni Iseo – Rovato/Cremona venivano agganciate alle corse in coincidenza della Brescia – Iseo – Edolo, per cui di fatto la città cremonese era collegata direttamente alla Valle Camonica. Nel corso della seconda guerra mondiale, le corse tra Iseo e Cremona Porta Milano furono sospese, mantenendo solo alcune relazioni interne come due coppie Iseo – Rovato, altre due che dalla città sebina giungevano fino a Soncino e due Soncino – Cremona Porta Milano. Dopo i danneggiamenti alle infrastrutture e agli armamenti provocati dai bombardamenti e dopo la distruzione del ponte sull'Oglio, il servizio fu sospeso, per poi essere ripristinato nel 1945 con tre coppie di corse di tipo misto Soncino – Cremona Porta Milano, due coppie di treni misti sulla Iseo – Orzinuovi e due treni misti, solo feriali, sulla Iseo – Rovato. A seguito della dieselizzazione, l'orario fu riprogrammato con quattro coppie Iseo – Cremona Porta Milano, una coppia Iseo – Soncino e due coppie Iseo – Rovato. A queste si aggiunsero due relazioni Rovato – Iseo che erano prive di corrispondenti corse al ritorno, perché svolte in coincidenza coi treni FS provenienti da Milano. Tutte le corse furono espletate da An 64 o da An 60 negli orari di punta, mentre in quelle di morbida si utilizzarono le AnDu 28, perché adatte anche al trasporto di collettame. Dopo il 1956 sulla Iseo – Rovato rimasero tre coppie passeggeri e due merci, tutte svolte dalle An 64. Nel 1963 le corse passeggeri si ridussero ad una coppia, espletata in orari scolastici, che fu mantenuta con la riapertura del servizio passeggeri a seguito dell'austerity. Di converso il servizio merci si mantenne regolare fino ai primi anni duemila. Note [1] [2] [3] [4] [5] [6] e Luigi Conti Vecchi. Utilità della ferrovia Iseo-Rovato. Relazione, 1908. "Notizia flash" su "I Treni" n. 328 (luglio 2010), p. 6 "Notizia flash" su "I Treni" n. 330 (ottobre 2010), p. 8 L'intero percorso è descritto da Antonio Burlotti, Stazioni e fermate della linea ferroviaria Brescia/Iseo/Edolo, in Antonio Burlotti, Stazioni e fermate della linea ferroviaria Brescia/Iseo/Edolo, in Bibliografia • Mario Albertini; Claudio Cerioli, Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia, 2ª ed., Cremona, Editrice Turris, 1994. ISBN 888563589X • Mario Bicchierai (gennaio 1992). Quel treno in Valcamonica - La Brescia-Iseo-Edolo e le sue diramazioni. Mondo ferroviario 67: 6-73. Ferrovia Cremona-Iseo 20 • Mario Bicchierai (ottobre 2004). Da Brescia a Edolo da SNFT a FNME. I quaderni di Mondo Ferroviario Viaggi 1: 3-49. • Mario Bicchierai (febbraio 2001). Iseo-Rovato-Cremona: storia di un collegamento sfortunato. Mondo ferroviario 175: 30-34. • Mauro Pennacchio, La meccanica viabilità - La ferrovia nella storia del lago d'Iseo e della Vallecamonica, Marone, Fdp Editore, 2006. . ISBN 889027140X. • Ennio Morando et al, Ricordi di rotaie. Volume terzo: linee soppresse, inutilizzate e riattivate, Milano, ExCogita editore, 2009. Voci correlate • Ferrovia dismessa • Ferrovie in concessione • Tranvia Iseo-Rovato-Chiari Altri progetti • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Ferrovia Cremona-Iseo (http://commons.wikimedia.org/wiki/ category:Cremona-Iseo_railway?uselang=it) • Articolo su Wikinotizie: Rovato: riaperta la linea per Bornato e Iseo 13 giugno 2010 Portale Lombardia Portale Trasporti 21 correlato: la Tranvia Iseo - Rovato - Chieri Tranvia Iseo-Rovato-Chiari Iseo-Rovato-Chiari Inizio Iseo Fine Chiari Inaugurazione 1897 - 1898 Chiusura 1915 Vecchi gestori Società Anonima della Guidovia a Vapore Iseo-Rovato-Chiari Lunghezza 20,9 km Tipo tranvia Scartamento 950 mm Trazione vapore Trasporto pubblico La tranvia Iseo-Rovato-Chiari (più nota come Guidovia Iseo-Rovato-Chiari) è stata una linea tranviaria franciacortina che, a cavallo dei secoli XIX e XX, ha unito Iseo a Rovato e Chiari. Cenni storici Negli anni settanta e ottanta dell'Ottocento negli ambienti dell'amministrazione provinciale si era discussa l'opportunità di costruire la ferrovia per Iseo considerando le alternative di una tranvia fra la città sebina e Brescia oppure di una ferrovia fra Iseo e Rovato, da secoli mercato di sbocco dei prodotti della Valcamonica. Dopo l'inizio dei lavori della Brescia-Iseo, la Deputazione provinciale bresciana diede il proprio assenso a favorire la costruzione di una tranvia che collegasse la città iseana a Rovato e Orzinuovi. Nel 1888 furono finanziati i lavori a Torbiato per addolcire la pendenza della strada provinciale al fine di favorire l'installazione di binari. Nel luglio dell'anno successivo fu costituito il Comitato Promotore per la Guidovia a vapore Iseo-Rovato-Chiari il cui scopo era assumere la concessione di quel tracciato. Il comitato riuniva notabili appartenenti ai tre comuni coinvolti dal progetto. Agli inizi del 1891, 120 azionisti di Chiari abbandonarono l'iniziativa contestando l'allacciamento della tranvia alla stazione di Rovato sulla ferrovia Milano-Venezia, il quale sarebbe andato a discapito della stazione di Chiari sulla stessa linea ferroviaria. Tranvia Iseo-Rovato-Chiari 22 Nel 1893 il presidente del Comitato, Pietro Rossetti, presentò alla Deputazione un progetto di tranvia tra Iseo e Rovato stazione. Il consiglio provinciale nel settembre deliberò la sistemazione delle strade coinvolte dal tracciato. Il 20 novembre il comune di Chiari, assieme a quello di Coccaglio, riannodò i legami con il comitato riproponendo l'allungamento del tracciato. Il 24 febbraio 1895 fu costituita la Società Anonima della Guidovia a Vapore Iseo-Rovato-Chiari. Il 13 maggio 1896 fu stipulata la convenzione fra Deputazione e Società Anonima, la quale si basava sul modello del Capitolato Generale per la concessione di Guidovie lungo le strade della Provincia di Brescia emesso nel 1878. La concessione sarebbe durata 50 anni. Il 26 novembre 1897 fu avviato l'esercizio provvisorio sulla Rovato-Iseo, mentre sulla Rovato-Chiari si dovette attendere il 25 settembre 1898. Negli anni successivi la tranvia non si dimostrò un buon affare per la Società Anonima, dato che gli spazi commerciali della linea erano limitati dalla concorrenza della Brescia-Iseo e della Palazzolo-Paratico; furono innumerevoli i ricorsi ai sussidi della Provincia per il suo mantenimento. L'apertura della ferrovia Iseo-Rovato (1911) apparentemente non fu decisiva, perché la situazione era critica da parecchi anni[1]. Il 15 settembre fu convocata l'assemblea straordinaria della Società Anonima che ne deliberò lo scioglimento anticipato. L'esercizio della guidovia ebbe termine il 31 dicembre 1915, mentre il binario fu disarmato l'anno successivo[2] Caratteristiche della linea Armamento e trazione La tranvia fu a binario singolo. Lo scartamento adottato fu quello ridotto da 950 mm, mentre per l'armamento furono impiegate rotaie Vignoles da 17 kg/m. Stando a quanto stabilito dalla concessione rilasciata dalla provincia, la linea doveva occupare al massimo 2,40 metri di carreggiata, lasciando a disposizione del traffico ordinario altri cinque metri. L'esercizio fu affidato a tram a vapore. Percorso Stazioni e fermate 0,000 Iseo (stazione tranviaria) Imbarcadero tranviario 2,000 Crocevia Clusane 3,960 Timoline 5,135 Nigoline 5,910 Borgonato 7,340 Torbiato 8,815 Calino 10,215 Pedergnano 10,965 Villa d'Erbusco 12,435 Rovato Rovato Stazione Tranvia Iseo-Rovato-Chiari 23 13,935 Rovato Capo 14,715 Coccaglio (Ferrovia Bergamo-Rovato) (Ferrovia Milano-Venezia) 20,025 Chiari La linea tranviaria percorreva grosso modo l'attuale strada provinciale XI Iseo - Rovato. A Iseo la stazione tranviaria era posizionata lungo l'attuale via per Rovato ed ebbe la caratteristica di essere l'unica dotata di fabbricato viaggiatori. La tranvia dalla cittadina sebina proseguiva in direzione del Crocevia per Clusane, nei cui pressi sorgeva la prima fermata. Proseguendo il tracciato in direzione di Rovato, la linea attraversava il centro di Timoline, dove era posta un'ulteriore fermata. Le fermate successive erano invece poste all'altezza degli incroci corrispondenti per Borgonato, Torbiato, Calino, Pedergnano e Villa d'Erbusco. Torbiato era dotata di un binario per gli incroci, mentre tutte le altre erano fermate in piena linea. La stazione tranviaria di Rovato era posta all'interno del centro abitato del paese. Da questa si distaccava una linea a trazione equina diretta alla stazione ferroviaria dove si incontrano a tutt'oggi le linee Bergamo-Brescia e Milano-Venezia. Da Rovato, il tracciato principale s'immetteva sull'attuale ex strada statale 11 Padana Superiore in direzione di Coccaglio, che a sua volta era dotato di una stazione. Da questa cittadina, la tranvia percorreva la strada in direzione di Chiari, dove la stazione terminale si trovava nei pressi dell'attuale stazione ferroviaria. Materiale rotabile Su progetto dell'Ingegnere Baradelli di Torino furono costruite delle locomotive a vapore a scartamento ridotto da 950 mm specifiche per questa linea tranviaria. Il locomotore era a due assi accoppiati ed era dotato di tender. La sua lunghezza era di 5,4 metri, mentre l'altezza dal piano del ferro era di 3,3 m. Note [1] Sulla situazione economica della Guidovia, [2] Comunicazione della Divisione Tecnica della Deputazione provinciale di Brescia n. 818/334 del 21 marzo 1916 e n. 818/847 del 19 maggio 1916. Bibliografia • Mauro Pennacchio, La meccanica viabilità - La ferrovia nella storia del lago d'Iseo e della Vallecamonica, Marone, Fdp Editore, 2006. . ISBN 889027140X • Claudio Mafrici (novembre 1997). I binari promiscui - Nascita e sviluppo del sistema tramviario extraurbano in provincia di Brescia (1875-1930). Quaderni di sintesi 51. Voci correlate • Linee tranviarie italiane Tranvia Iseo-Rovato-Chiari 24 Altri progetti • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file sulla Tranvia Iseo-Rovato-Chiari (http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:IseoâRovatoâChiari_tramway?uselang=it) Portale Lombardia Portale Trasporti Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Società Nazionale Ferrovie e Tramvie Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=62067128 Autori:: Actarux, Animosic, Archenzo, Cremasco, Danilo, Ellegimark, Friedrichstrasse, Gabrio, Giampiero86, Gvf, Il genovese, Jollyroger, Marcolambruschi, Moliva, Phantomas, Pil56, 16 Modifiche anonime Ferrovia Cremona-Iseo Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=61663559 Autori:: Alexmar983, Anthos, Archenzo, Axpde, Cremasco, Ellegimark, Friedrichstrasse, Furjo, Gabrio, Massimiliano Panu, Mercury2, Moliva, Pracchia-78, Wally, 15 Modifiche anonime Tranvia Iseo-Rovato-Chiari Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=60864431 Autori:: Axpde, Friedrichstrasse, Moliva, The Polish, 3 Modifiche anonime 25 Fonti, licenze e autori delle immagini Fonti, licenze e autori delle immagini File:SNFT acronimo Brescia ponte di Via Corsica.JPG Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_acronimo_Brescia_ponte_di_Via_Corsica.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0,2.5,2.0,1.0 Autori:: Moliva File:Flag of Italy.svg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Flag_of_Italy.svg Licenza: Public Domain Autori:: see below File:Stazione di Rovato Borgo insegna SNFT.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Stazione_di_Rovato_Borgo_insegna_SNFT.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Marco Lambruschi. Original uploader was Marcolambruschi at it.wikipedia Immagine:Exquisite-kfind.png Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Exquisite-kfind.png Licenza: GNU General Public License Autori:: Guppetto File:SNFT 1 Brescia 20110611.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_1_Brescia_20110611.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: User:Moliva File:SNFT Gamba de legn 11 archivio Borsig.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_Gamba_de_legn_11_archivio_Borsig.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Moliva File:SNFT locomotiva 11 archivio OM.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_locomotiva_11_archivio_OM.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Moliva File:SNFT An 70.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_An_70.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Friedrichstrasse, Tamba52 File:SNFT ALn668 121 Iseo 20110522.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SNFT_ALn668_121_Iseo_20110522.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Moliva File:Cn 531.jpg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Cn_531.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: Friedrichstrasse, Moliva File:Commons-logo.svg Fonte: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. 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