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Umberto Santucci, Mappe concettuali e mappe mentali
1 Edizioni Homeless Book Collana Strumenti per la transizione ISBN: 978-88-96771-25-9 Proprietà letteraria riservata, © Umberto Santucci www.umbertosantucci.it Per quanto riguarda le immagini riprodotte nel presente ebook, l‟editore si dichiara a disposizione di eventuali aventi diritto con cui non è stato possibile mettersi in contatto. 2 Strumenti per la transizione #02 Collana diretta da Umberto Santucci Mappe della mente Umberto Santucci Una ricca raccolta di strumenti di visualizzazione, come mappe mentali e concettuali, dinamiche e sistemiche, ipermappe, grafici e diagrammi. Che cosa sono, a che servono, come si scelgono e come si usano per ridurre le complessità del mondo in cui viviamo, cominciando dai piccoli problemi in cui ognuno di noi è impegnato. Strumenti utilissimi per studiare, preparare esami, tesi e relazioni, affrontare nuovi problemi, trovare soluzioni. Questo è il secondo libro della nuova collana “Strumenti per la Transizione”, raccolta di strumenti manageriali, cognitivi, creativi, operativi, da usare per affrontare i cambiamenti – che già si manifestano, e sempre più emergeranno – dovuti alla transizione dalle energie fossili alle energie rinnovabili, dalla crescita distruttiva all‟ottimizzazione conservativa. 3 Sommario Le mappe della mente ..................................................... 9 Che cosa sono .............................................................................................9 A che servono .............................................................................................9 Come leggere questo ebook ....................................................................... 14 Strumenti per la Transizione........................................................................ 14 Mappe e territori ........................................................... 17 La mappa e il territorio ..........................................................................17 Rappresentare il pensiero ......................................................................21 Seguire un processo ..............................................................................23 Gestire a vista .......................................................................................25 Vedere per capire e per gestire ................................................................... 27 Una visione panoramica ............................................................................. 28 Approssimazioni a imbuto ........................................................................... 30 Mappe, strutture, ipertesti .......................................................................... 30 Ridurre le complessità ...........................................................................33 Punto di vista ............................................................................................ 33 Elementi significanti ................................................................................... 33 Livelli di lettura .......................................................................................... 36 Gradi di semplificazione .............................................................................. 36 Stimolare le idee ...................................................................................37 Linguaggio digitale e analogico ................................................................... 38 Intelligenze multiple................................................................................... 39 Sinsemia................................................................................................... 40 Pensiero verticale e laterale ........................................................................ 42 Pensiero rapido e lento ............................................................................... 43 Memoria a lungo e a breve termine ............................................................. 44 Sensemaking ............................................................................................ 45 Tipi di mappe........................................................................................50 4 Strutture che connettono e pensiero radiante ............................................... 50 Dalle reti alle mappe .................................................................................. 53 Schemi mentali ......................................................................................... 56 Mappe cognitive ........................................................................................ 57 Mappe concettuali ..................................................................................... 59 Mappe mentali .......................................................................................... 62 Ipermappe mentali .................................................................................... 64 Mappe murali e collettive ............................................................................ 75 Grafici e diagrammi.................................................................................... 77 Le mappe in pratica ....................................................... 87 Campi di applicazione ............................................................................87 Apprendimento ......................................................................................... 87 Lavoro ...................................................................................................... 88 Tempo libero ........................................................................................... 102 Come fare una mappa ................................................. 104 Scegliere lo strumento più adatto .............................................................. 104 Organizzare contenenti e contenuti............................................................ 105 Estrarre parole chiave .............................................................................. 106 Colori e immagini .................................................................................... 109 Link ....................................................................................................... 114 Condividere le mappe .............................................................................. 114 Mappe dinamiche e ipermappe.................................................................. 116 Materiali ................................................................................................. 117 Software ................................................................................................. 118 Come NON fare una mappa ........................................... 122 Colori ..................................................................................................... 122 Testi dei nodi .......................................................................................... 124 Ramificazioni ........................................................................................... 124 Relazioni ................................................................................................. 126 Mappe di qualità ...................................................................................... 127 5 Approfondimenti ................................................................................. 129 Il gioco ................................................................................................... 129 L‟arte ..................................................................................................... 132 Letture ................................................................................................... 137 Risorse web ............................................................................................ 139 Glossario ............................................................................................ 144 I contenuti di questo libro, che nel sommario sono presentati nella tipica visualizzazione di outline, sono visualizzati nelle pagine seguenti come mappe mentali ad albero con sviluppo orizzontale verso destra, dal generale al particolare. Per migliorare la leggibilità la mappa è divisa in due immagini (rami superiori, rami inferiori). 6 7 8 Le mappe della mente Che cosa sono Le mappe della mente sono oggetti grafici o videografici che rappresentano in modo visivo processi di pensiero, insiemi di informazioni e contenuti, entità organizzative e processi operativi, oggetti di comunicazione e cooperazione. Mappe mentali e concettuali, diagrammi, grafici, assi cartesiani, matrici, strutture reticolari o ad albero, rappresentazioni a due e tre dimensioni, sono i vari oggetti che rappresentano e comunicano idee, interpretazioni, storie, visioni. Mappe e grafici sono strumenti di gestione a vista, ossia riduttori di complessità che permettono di cogliere a colpo d'occhio la struttura e l'organizzazione di un insieme complesso, spesso astratto, altrimenti irrappresentabile. A che servono La capacità di rappresentare in forma di mappa (mapping) è un potente strumento per comprendere, apprendere, comunicare. Comprendere significa vedere forme e strutture sottostanti ad insiemi più o meno complessi, cogliere relazioni, derivazioni, somiglianze e differenze. Apprendere significa aggiungere a ciò che si sapeva nuove informazioni, nuove conoscenze, nuove ramificazioni della mappa cognitiva (ciò che sappiamo di un determinato argomento). Significa ancora comprendere ciò che si studia, non limitandosi ad imparare a memoria, ma cercando significati e relazioni. Comunicare significa far combaciare il più possibile le mappe cognitive nostre con quelle degli altri, in modo da condividere significati, strutture, relazioni, problemi e soluzioni. 9 Possiamo usare le mappe all'inizio di ogni nostro progetto, dall'iniziativa più semplice alla più complessa. Possiamo esercitarci a rappresentare in forma di mappa un racconto, un film, un luogo ben noto come la nostra casa. Poi possiamo rappresentare in forma di mappa qualcosa che vogliamo fare, un viaggio, una vacanza, un corso. Infine possiamo applicare le mappe al nostro lavoro, ad una relazione, ad un progetto. Possiamo fare le mappe prima e dopo di un processo. Per esempio, prima di iniziare un percorso di formazione, la mappa ci aiuterà a rappresentare ciò che già sappiamo. Dopo aver compiuto il percorso, la mappa ci mostrerà ciò che abbiamo appreso. La differenza fra le due mappe permette di valutare a colpo d‟occhio i cambiamenti ottenuti. Le mappe sono molto utili nella formazione, dalla scuola elementare fino alla formazione manageriale. Una mappa i cui rami crescono man mano che si sviluppa un pensiero, che si approfondisce un argomento, che ci si confronta con altri, è una rappresentazione visiva dell‟organizzazione e della strutturazione delle nostre nozioni e dei nostri ragionamenti. Il ragionare per mappe è una pratica valida per imparare a pensare e organizzare le idee, partendo da un tema e sviluppando man mano i rami che lo descrivono e lo strutturano. 10 Le mappe sono un ottimo strumento di stimolazione della creatività. Quando ci mettiamo a scrivere un articolo, una relazione, un racconto, specialmente se abbiamo pressioni temporali, ci può capitare di restare bloccati di fronte al foglio bianco: che cosa dire? Come cominciare? Dove andare a finire? Come fissare subito un‟idea prima che ci sfugga di mente? Per vincere la sindrome del foglio bianco basta prendere un foglio di carta, o un software per mappe, e scrivere al centro il nostro tema, per esempio mountain byke. Poi si può tracciare uno o più rami, su cui scriveremo le prime cose che ci vengono in mente, in qualsiasi ordine. Scriveremo così, una per ogni ramo, le parole definizione, origini, tipologie, tempo libero, sport. Ognuno dei rami può essere arricchito da sottorami con altrettante parole. Per esempio tipologie può avere come sottorami mountain, city, discesa, trial. Se a questo punto ci viene in mente che in bici si va col casco, possiamo aggiungere il ramo accessori, o abbigliamento, e a questo aggiungere il sottoramo casco. Ora ci verranno in mente con più facilità i sottorami guanti, tuta, scarpe. A volte tracciare un ramo vuoto può servire come stimolo per riempirlo con qualche nuovo concetto. Possiamo farlo se vogliamo ricordarci di aggiungere altri tipi di abbigliamento che ora non ci vengono in mente. Le mappe mentali possono essere usate come strumenti preliminari di project management. Possiamo rappresentare le fasi di un progetto come rami e sottorami della mappa, in modo da avere subito sott'occhio la struttura del progetto, da sviluppare in seguito come wbs, gantt, ecc. In tutte le situazioni in cui riteniamo opportuno prendere appunti, dalla lettura di un testo all'ascolto di una conferenza, possiamo prenderli in forma di mappa. Sarà più facile in seguito ricostruire il senso di quel testo o di quegli argomenti, i legami logici, le 11 strutture gerarchiche. Le mappe mentali fatte con il computer si prestano alla condivisione di contenuti e al lavoro a distanza, se tutti quelli che fanno parte del gruppo di lavoro usano lo stesso software che permette di leggere e modificare le mappe. In tal modo il fiorire dei rami della mappa renderà visibile a tutti lo sviluppo del lavoro comune. Nella foto si vede in primo piano la segretaria della conferenza che elabora la mappa in tempo reale, in secondo piano la relatrice che parla e lo schermo su cui viene proiettata la mappa 12 che si arricchisce man mano sotto gli occhi del pubblico. Possiamo usare mappe come supporti a presentazioni e lezioni, in alternativa alle normali presentazioni di slide. Una mappa, disegnata alla lavagna o proiettata aprendo e chiudendo i rami in base a ciò che si dice, permette di mostrare in una sola immagine tutto l'insieme degli argomenti di cui si è parlato e si parlerà, e di evidenziare e portare in primo piano gli argomenti che si stanno trattando. Possiamo schematizzare e strutturare con una o più mappe tutto quello che si dice in una riunione. Le mappe possono essere proiettate in modo che tutti i partecipanti possano vedere come i contenuti della riunione si sviluppano e si arricchiscono, e valutare priorità e rilevanza degli argomenti trattati. Una mappa mentale elettronica può infine essere usata e condivisa come cruscotto cognitivo, come interfaccia visiva di navigazione, in cui ogni ramo e ogni nodo possono essere link a pagine, siti, blog e altre risorse di rete, che i membri del gruppo possono consultare con gli stessi criteri gerarchici e associativi. 13 Come leggere questo ebook La struttura delle mappe mentali assomiglia a quella dei neuroni. Il pensiero ha uno sviluppo radiante, dal neurone alle sinapsi, dal cervello al sistema nervoso, dalla mente al mondo. Si esprime con linguaggi diversi, dal logico-matematico al verbale, dal mimico al visivo. Questo libro è focalizzato sui metodi di visualizzazione più usati e più utili per governare i flussi sempre crescenti di informazioni che si intrecciano nel nostro lavoro e nella nostra vita. Gli argomenti sono trattati in modo autonomo, per cui è possibile sia una lettura sequenziale dall'inizio alla fine, sia una lettura ipertestuale, andando direttamente all'argomento che interessa. Il libro si divide in due parti, una teorica («Le mappe del pensiero» e «Mappe e territori»), una pratica («Le mappe in pratica» e «Approfondimenti»). La parte teorica si occupa di ciò che si vuol sapere sulle mappe, la parte pratica si occupa di ciò che si vuol fare con le mappe, e al modo migliore di fare mapping, a letture, link e software per fare mappe e simili. Tutti i termini specifici che si incontreranno sono definiti nel glossario in fondo al libro. Strumenti per la Transizione Mappe mentali, grafici, mappe dinamiche, sono ottimi strumenti di supporto allo studio dei problemi derivanti dal progressivo esaurimento delle risorse energetiche fossili non rinnovabili, e dalla conseguente necessità di passare – meglio prima che dopo – allo studio e alla realizzazione di piani e progetti sulle energie rinnovabili, sul risparmio energetico, su nuovi modelli di sviluppo e di civiltà non più basati sulla forsennata crescita del PIL, del debito, della finanza, dell‟inquinamento, del cemento, del cancro. 14 L‟albero fiorito, che ho fotografato in un campo per metterlo in copertina, rappresenta il concetto di arborescenza, ossia la struttura gerarchica – dal tronco ai rami ai fiori – e lo sviluppo ramificato – dal centro alla periferia - di mappe mentali, organigrammi, grafici ad albero. E‟ anche un esempio di forma cresciuta, che si contrappone alla forma costruita di tralicci elettrici, gru, palazzi, viadotti. Le forme costruite sono geometriche, rigide, fedeli ad un progetto stabilito in precedenza, indifferenti all‟ambiente esterno, e quando cadono in disuso producono ruderi, macerie, rifiuti. Le forme cresciute sono frattali, si sviluppano in base ad una semplice regola ricorsiva (vai avanti, dividiti in due o più rami, ripeti), si adattano all‟ambiente, hanno un ciclo di vita naturale, quando muoiono vengono completamente riassorbite e trasformate dall‟ambiente. In tal senso l‟albero simboleggia un modello di sviluppo “rifiorente” più che crescente, rispettoso dell‟ambiente, morbido e flessibile, e infine … perché no? BELLO. 15 Il lettore può divertirsi ad applicare i vari strumenti di cui parleremo a problemi di transizione, oltre che ai suoi normali problemi di lavoro e di vita. Per esempio, per valutare l‟utilità di una costruzione, si può usare l‟analisi SWOT. Per trovare soluzioni diverse ad uno stesso problema può servire una mappa mentale. Per evidenziare la rilevanza di un fenomeno rispetto ad altri (popolazione, ricchezza, fonti energetiche) è adatto il diagramma di Pareto. Per visualizzare tendenze e comportamenti nel tempo useremo i grafici a curve, come questo grafico del peak oil, ossia del momento in cui l‟estrazione del petrolio tocca la sua punta massima e poi comincia a diminuire. 16 Mappe e territori La mappa e il territorio Una mappa rappresenta un territorio. Il territorio può essere una città, una montagna, una regione. La mappa ne è la rappresentazione su un piano, in scala diversa, con un sistema di simboli grafici e informazioni verbali e numeriche. Una mappa può rappresentare un territorio intero (la carta geografica d'Italia) o parte di esso (le pagine di un atlante stradale). Le mappe si usano anche per rappresentare territori virtuali e immaginari, o insiemi di conoscenze, come la distribuzione della popolazione sul planisfero, o la diffusione di internet. Per averne un'idea si può consultare il bel sito http://www.mappedellarete.net/, interessante anche per farsi un‟idea dei vari criteri di mappatura: rappresentazioni artistiche, concettuali, geografiche, storiche, topologiche, ecc. L‟Atlante del Cyberspazio, scaricabile gratis in pdf , raccoglie e 17 descrive le rappresentazioni delle reti e interazioni internet e web: http://www.kitchin.org/atlas/contents.html In questo sito invece si può navigare lungo la Timeline dell‟Informazione, con le principali innovazioni dalle pitture rupestri di 30.000 anni fa fino agli ipertesti degli anni ‟70: http://www.mkbergman.com/temp-exhibit/ Anche gli antichi usavano le mappe per rappresentare fenomeni complessi, difficili da pensare e da vedere nel loro insieme. Una mappa etrusca è il Fegato di Piacenza, una sorta di modellinoguida per gli aruspici che esaminavano il fegato degli animali sacrificati per trarne vaticini. 18 Questi sono alcuni dei 1.186 frammenti della Forma Urbis Romae, pianta degli edifici della città di Roma all'epoca di Settimio Severo (203-211 d.C.), fatta con 150 lastre di marmo per una superficie di m. 13x18 e murata su una parete del Tempio della Pace. I frammenti dispersi in vari luoghi sono stati ricomposti nei Musei Capitolini dove la pianta è conservata. 19 Ed ecco la pagina di un libro cinquecentesco dove l‟amanuense ha evidenziato nessi logici e relazioni concettuali con linee e biforcazioni. Nel nostro caso, il territorio è un processo di pensiero, la 20 mappa è un modo di rappresentarlo. Fin dall'antichità il pensiero si esprime con le immagini, con la scrittura, con la musica e i canti, o con ragionamenti filosofici o matematici. Gli antichi però erano più attenti ai risultati del pensiero, che non ai suoi processi. Non erano neanche molto sicuri di dove fosse collocato, nel cervello, nel cuore, in qualche ghiandola. I moderni, con le scienze del cervello e della psiche, e con il cognitivismo, hanno indirizzato la ricerca verso meccanismi e processi mentali, dal riduzionismo della trasmissione di impulsi fra neuroni, fino all'olismo della stretta combinazione fra corpo e mente (psicosoma), fra conscio e subconscio. Quando pensiamo a qualcosa, che succede? Da dove partiamo? Dove andiamo a finire? Come si sviluppano i vari argomenti? Si va dal generale al particolare? Si salta da un argomento all'altro per associazioni? Per somiglianze? Per differenze? Quando ci mettiamo a scrivere qualcosa proviamo spesso la sottile angoscia da foglio bianco: come cominciare? come andare avanti? Vita Sackville West nell'incipit del suo romanzo La signora scostumata si pone e ci pone il problema di dove il romanziere può irrompere nella vita del suo personaggio per iniziare la narrazione. E spesso i romanzieri, così come gli investigatori, creano grandi mappe murali con i personaggi della loro storia o gli indiziati della loro indagine, con cui visualizzano relazioni di parentela, interessi, moventi e finalità. Rappresentare il pensiero E' possibile rappresentare il pensiero? Una relazione, un racconto sono prodotti del pensiero. Ma come si può rappresentare il processo che ha portato a quei prodotti? 21 Leopardi nel suo Zibaldone, Michelangelo nei disegni preparatori del Giudizio, Parker con le sue improvvisazioni jazzistiche, ci mostrano il faticoso procedere dell'immaginazione che pian piano arriva all'opera d'arte come poi siamo abituati ad apprezzarla. Ma sono come testimonianze discontinue, reperti archeologici di qualcosa che si è perduto per sempre, e che difficilmente possiamo ricostruire. Le mappe possono invece rappresentare il pensiero nella sua dinamica, nel suo dispiegarsi, nelle sue associazioni, nella sua attività razionale, deduttiva, induttiva, associativa, immaginativa. Ci possono guidare a ripercorrere e ricostruire processi di pensiero che avevamo compiuto in altri momenti, o che avevano fatto altri. Ci aiutano a condividere con altri i processi di pensiero, rendendoli più potenti. Per fare una mappa di un processo di pensiero si parte da una prima idea da cui spunta un ramo, e poi un altro, e pian piano si crea una struttura più o meno complessa che possiamo seguire man mano, e modificare, e ampliare, e contrarre. Come facciamo con il possiamo divagare o sbrigliare la fantasia o complicare i percorsi principali. 22 nostro pensiero, anche con una mappa tornare sull'idea di partenza, possiamo frenarla con le nostre censure, possiamo o semplificarli riducendoli alle direttrici Possiamo ancora sviluppare strutture regolari, simmetriche, o completamente libere e informali. Seguire un processo Partendo dal centro, dove collochiamo l'idea di base, per associazioni facciamo partire un ramo, e poi un altro, e poi un sotto-ramo. E ancora creiamo un legame fra un ramo e l'altro, fin che abbiamo costruito una ragnatela complessa che rappresenta tutto il processo del nostro pensiero. Guardando la rappresentazione di fronte a noi, valutiamo se è essenziale ed elegante, o se è contorta e ipertrofica. Allora possiamo mettere in ordine i rami, sfrondandoli qua e là o facendoli fiorire ancora, come sapienti giardinieri che invitano la natura a prendere le forme dell'arte. La mappa è la cristallizzazione di un processo. Se il processo è fluido, magmatico, inquietante, la mappa è quieta, tranquillizzante, limpida. Se il processo è un generatore di complessità, la mappa ne è un riduttore. 23 Se il processo avviene nella scatola nera del cervello, la mappa ne mette in luce i percorsi. Se il processo è discontinuo e confuso, la mappa può aiutare il cervello a seguire percorsi più semplici ed efficaci, ad aggiungere nuove ramificazioni, a togliere quelle irrilevanti, a scoprire relazioni o diversità impensate. Nel centro di produzione di Amicucci Formazione, nell‟ufficio in cui si studiano strategie, nuovi prodotti, forme di promozione e marketing, soluzioni tecnologiche e linee editoriali, si lavora con l‟uso di mappe informali, fatte con pezzi di carta scritti a pennarello e attaccati al muro. Si parte da una parete dove si annotano in uno schema a blocchi le idee da sviluppare. Andando in senso antiorario, nella parete successiva c‟è una prima elaborazione in cui ogni foglio corrisponde ad un progetto. Nella terza parete ci sono le mappe dei progetti in via di sviluppo. In tal modo tutto il team ha davanti tutta la situazione dei progetti che avanzano in parallelo, e ognuno può modificare, aggiungere o togliere un altro foglio o un bigliettino o una scritta. Il metodo permette cooperazione e concentrazione sulla propria parte di progetto. 24 Gestire a vista Per conoscere, comunicare, agire, gestire, ognuno di noi si serve della vista, dell'ascolto, del movimento nello spazio, della ragione, delle emozioni, delle parole, dei numeri. Alcune persone prediligono vedere, altre ascoltare o muoversi. Ma anche se una modalità è prevalente, le altre concorrono a facilitare percezioni, conoscenze, comprensione del mondo circostante. Anche nel linguaggio comune diciamo « non ci vedo chiaro » oppure « voglio farmi un quadro più preciso della situazione ». Un testo si legge meglio se è diviso in paragrafi. Si comprende meglio il significato di un insieme di numeri se si guarda un grafico a barre o a torta. Ci si muove in un ambiente sconosciuto 25 se si seguono frecce e altre icone segnaletiche, o se si consulta una cartina topografica. Donald Norman, famoso psicologo del design, dice che le nostre conoscenze si trovano in parte nella nostra testa, in parte al di fuori di noi, negli ambienti in cui viviamo e lavoriamo : sono tutte le informazioni, le immagini, i colori, le spie luminose, la collocazione di oggetti negli scaffali, la forma stessa degli oggetti, che ci suggerisce come dobbiamo usarli. La locuzione «gestione a vista» deriva dalla navigazione a vista, in cui si procede in base a ciò che si vede: coste, isole, scoglio, fari, sole, luna e stelle. Finché si può, è più semplice e immediato navigare a vista invece di interpretare i dati del sonar e del radar. Quando i riferimenti utili non sono più visibili perché troppo distanti, profondi o celati da nebbia e oscurità, bisogna ricorrere alla navigazione strumentale. Anche questa però mostra i suoi dati con manometri, mappe, grafici che l‟occhio può cogliere all‟istante. La gestione a vista dunque é un modo di controllare le situazioni immediato, intuitivo, diretto, simultaneo. A colpo d'occhio si coglie subito la situazione, in seguito si studiano meglio i dati. Si può gestire a vista il proprio tavolo da lavoro, gli scaffali della libreria, la casa, la guida di un‟automobile o di un aeroplano, un processo produttivo, l'andamento del mercato finanziario. Per farlo occorre trasformare le informazioni in linguaggi visivi ricodificandole con forme, colori, percorsi, strutture, simboli, icone, immagini, grafici, schemi, elenchi. Si parla di gestione a vista perché, attraverso la comunicazione visiva, si colgono strutture, elementi, relazioni e significati che in altro modo richiederebbero la consultazione di numerosi documenti, colloqui, riunioni, con dispendio di tempo e di energie. 26 Come si è detto, la guida di un'automobile è un ottimo esempio di gestione a vista che ognuno di noi pratica nella sua vita quotidiana. Si guarda la strada davanti a noi, ciò che accade dietro negli specchietti retrovisori, la segnaletica stradale, i semafori, il cruscotto, il navigatore satellitare. Poi l'orecchio ci aiuta a capire come sta girando il motore, o se c'è qualcuno che ci strombazza, e la gestualità ci fa girare lo sterzo, frenare e cambiare le marce, ma è la vista a fare la parte del leone. Ecco alcuni strumenti di gestione a vista, dalla guida dell'auto al cruscotto aziendale per « guidare » l'azienda con l'occhio sugli indicatori. Le mappe, dalle carte topografiche alle mappe mentali, sono strumenti essenziali della gestione a vista. Vedere per capire e per gestire La caratteristica visiva della mappa mette in giuoco la parte destra del cervello e il pensiero laterale, che va ad integrarsi con la parte sinistra dei processi logici lineari, potenziando la comprensione, l'apprendimento, la comunicazione. Se non si capisce non si può gestire. Per capire bisogna vedere, ma non basta. Bisogna integrare ciò che si vede con ciò che si sa o si vuol sapere. Per natura tendiamo a integrare con significati noti ciò che vediamo, come accade quando si « riconoscono » immagini di persone, animali, fiori, guardando macchie sul muro 27 o nuvole come questa, dove un profilo di donna sembra dire o gridare qualcosa. Oppure tendiamo ad associare immagini note a concetti che vogliamo capire meglio, come la doppia elica per il DNA o la spirale per una galassia. E' così che le due parti del cervello collaborano per farci comprendere le cose con l'aiuto delle mappe. Le mappe mentali, come strumenti grafici di visualizzazione di processi cognitivi, si rifanno alla teoria dei grafi, delle reti di Petri, delle reti semantiche, delle intelligenze multiple di Howard Gardner, delle tre modalità visiva, auditiva e cinestetica della PNL (programmazione neurolinguistica). Una visione panoramica L'ascolto è sequenziale, come il cammino o il respiro. Non posso 28 respirare l'aria tutta insieme, non posso saltare da un punto all'altro. Posso solo camminare un passo dopo l'altro, andare prima qui, poi lì. Posso prima ascoltare questo suono, poi quell'altro. Anche gli altri tre sensi, olfatto, gusto e tatto, sono sequenziali. Posso annusare, gustare e toccare una cosa dopo l'altra. La sensazione che provo esclude la precedente. Solo con la vista posso comprendere una quantità di cose nello stesso momento, con lo stesso "colpo d'occhio". La visione è istantanea e sinottica. Apro gli occhi e vedo qualcosa nel suo insieme. Poi posso allontanarmi e percepire un insieme più ampio, o avvicinarmi e percepire un insieme più minuto, ma la mia visione è sempre istantanea e sinottica, nel senso che tutto quello che vedo, lo vedo in quel momento. La mappa mentale trasforma un processo sequenziale, come quello del pensare, in una rappresentazione visiva sinottica, dove vedo tutto nello stesso momento, e ne percepisco la 29 struttura, i rami, le derivazioni, le relazioni. Di fronte ad una sequenza posso solo abbandonarmi al suo ritmo, ai suoi tempi, seguirne gli sviluppi. Di fronte ad una mappa mi distacco dalla sequenza, dalla storia, come un uccello che si alza in volo e vede le cose dall'alto. La strada non è più un tubo in cui infilarsi per uscire dall'altro lato, ma è un tracciato che congiunge due nodi, e che vedo dall'alto in tutto il suo percorso e nelle sue diramazioni. Approssimazioni a imbuto In un processo di pensiero sequenziale tutto quello che sto pensando ha lo stesso valore, perché mi impegna totalmente. Lo sanno bene i romanzieri che ci conducono alla scena madre passando per particolari insignificanti come il petalo di un fiore che cade, o una mosca che tenta di uscire da una finestra. Quando siamo del tutto intenti dietro alla mosca, arriva la coltellata, il grido, e il protagonista muore. Con la mappa invece posso decidere a quale livello espandermi. Posso rimanere ai primi livelli, dove si trattano gli affari più importanti, o allargare le ramificazioni ai livelli più minuti, fino ai più piccoli particolari. Posso perfino prendere un argomento secondario e farne il centro di una nuova mappa che lo analizza in una molteplicità di sotto-argomenti. Con la mappa però, anche se mi avventuro lungo un ramo dalle mille derivazioni, posso sempre tornare indietro e ritrovare il tronco. Mappe, strutture, ipertesti Le mappe, proprio perché rappresentano qualcosa d'altro (il territorio), in qualche modo ne rivelano una struttura, vera o presunta. Così come i colori via via più marroni o più verdi mi fanno capire a colpo d'occhio se la carta geografica fisica rappresenta montagne o pianure, le mappe mentali mi fanno capire se quell'argomento è essenziale o marginale, se ne 30 contiene altri o se è un caso isolato. Le strutture del pensiero sono gerarchiche, come un albero che parte dal tronco e via via suddivide rami e fronde fino alle più piccole venature delle foglie, o di rete, come una ragnatela o una rete di pescatori che lega in una griglia una certa quantità di nodi, o in sequenza, come una fila di processionarie o la doppia elica del DNA. 31 Le mappe rappresentano queste strutture. Le semplificano nelle due dimensioni di un foglio di carta o dello schermo del computer, ma rendono possibili complessità tridimensionali con link ad altre mappe. Oggi che il testo non è più un mondo chiuso in se stesso, ma si apre a combinazioni con altri testi in una struttura ipertestuale, le mappe ne rappresentano bene la gerarchizzazione e l'organizzazione, dove ogni testo è un nodo, e i legami fra un testo e l'altro ne sono i link ipertestuali. La mappa di un sito web, per esempio, presenta al centro l'home page del sito, in giallo il main menu e in altri colori i vari sottomenu che conducono alle pagine. 32 Ridurre le complessità Paul Watzlawick, guru del problem solving, dice che la soluzione deve essere più semplice del problema, altrimenti si tratta di una ipersoluzione che aggrava il problema invece di risolverlo. In tal senso gli strumenti di analisi e di gestione devo essere riduttori di complessità, altrimenti generano problemi invece di risolverli. La mappa non è il territorio. Per servire a qualcosa non deve riprodurre tutti i particolari di un territorio, ma selezionarli e semplificarli in base a ciò che si vuol sapere o fare in una certa situazione. Una carta stradale non deve rappresentare i tipi di vegetazione dei terreni percorsi dalla strada, ma i chilometri fra un paese e l‟altro. Punto di vista Prima di tutto va chiarito il punto di vista. Da dove e per quale scopo osserviamo una certa realtà? Chi siamo? Che cosa vogliamo fare con la mappa? Allo stesso modo in cui una montagna cambia aspetto se la fotografiamo da nord o da sud, da fondo valle o da una vetta più alta, una situazione cambia se la osserviamo sotto l'aspetto della finanza, della comunicazione, della tecnologia. Da dove osserviamo la nostra realtà? Su che cosa puntiamo l'occhio? Quale sarà il centro focale della mappa? Quale ampiezza di campo ci interessa, tutta la montagna o solo la parete nord? Elementi significanti In base al punto di vista quali sono gli elementi significativi, quelli che vogliamo rappresentare nella mappa, e quelli che vogliamo escludere? Ci aiuterà l'esempio di mappe geografiche, tratte da Google Maps, che dello stesso territorio permette di visualizzare o nascondere la situazione meteo, il traffico, informazioni culturali, i rilievi, le foto. 33 La prima selezione di simboli mostra solo le icone meteo, in questo caso nuvoloso su tutta la zona. Se per esempio vogliamo organizzare una gita all'aperto, queste sono le informazioni preliminari che ci interessano Nell‟immagine di sinistra, al momento della partenza ci interesserà la situazione del traffico, dove i tratti verdi indicano traffico scorrevole, in quelli gialli c'è qualche problema. A colpo d‟occhio si vede subito che mancano settori rossi, quindi non ci 34 sono blocchi di traffico. Se invece vogliamo notizie di storia, cultura, gastronomia e altro, nell‟immagine a destra possiamo visualizzare le icone che dalle località conducono alle rispettive pagine di Wikipedia. Nella veduta a sinistra sulla mappa possiamo attivare le icone che mostrano foto dei luoghi. Nella veduta a destra passiamo dalla visione satellitare a quella geografica, con la rappresentazione dei rilievi, in questo caso Nebrodi, Peloritani, Aspromonte ed Etna. Da queste rappresentazioni diverse dello stesso territorio si deduce che in una mappa, sia essa geografica o concettuale, non si può rappresentare tutto, ma solo una selezione di elementi significativi in base al punto di vista scelto. 35 Livelli di lettura Ricorrendo ancora all'aiuto di Google Maps, possiamo decidere il livello di lettura che ci occorre. Se non sappiamo dove andare, ci basterà la scala delle mappe che abbiamo visto finora. Se invece abbiamo deciso che vogliamo fare una gita al Capo Peloro, è più interessante una vista più particolareggiata. Gradi di semplificazione Più siamo sintetici, meno siamo precisi. Se però siamo troppo analitici, perdiamo di vista le strutture portanti e ci perdiamo nei particolari. In base all'uso della mappa, i collegamenti possono essere fisici, analogici, o concettuali. 36 La cartina di Parigi della zona di Notre Dame rappresenta le aree reali della città, ed è utile per spostarsi a piedi o in auto, dove serve riconoscere le strade e gli incroci. La mappa dei metro della stessa zona mostra solo i collegamenti fra una linea e l'altra, le stazioni, i nodi di svincolo. Sono gli unici elementi di cui si ha bisogno, tutto il resto non serve dato che si viaggia sotto terra. Una regola pratica per il grado di semplificazione di una mappa è questa: in base all'uso della mappa, ci va tutto e solo quello che serve. Sia una mappa che non dà le informazioni necessarie, sia una mappa che ne dà troppe, sono pressoché inutili. Stimolare le idee La struttura ramificata di una mappa mentale fa vedere subito se un ramo è abbastanza « fiorito » o è sterile. I rami sterili spingono l'immaginazione e la ragione a cercare altri rami, a vedere se quel settore può essere sviluppato e approfondito. Ricordiamo sempre che oltre alla mente logica una mappa comunica con la mente analogica. E' così che a deduzioni, induzioni, inferenze, algoritmi, si aggiungono salti fantastici, 37 immagini, somiglianze e differenze. Linguaggio digitale e analogico Le mappe usano due tipi di linguaggio. Il linguaggio digitale parla all'emisfero sinistro del cervello, per mezzo di sturtture, gerarchie, parole chiave, relazioni logiche fra gli elementi della mappa, connessioni razionali, calcoli matematici. Il linguaggio analogico parla all'emisfero destro, stimolandone la fantasia, le associazioni, la sensibilità per colori, suoni, gesti, sensazioni, emozioni. Nelle mappe i due linguaggi si integrano fra loro, in quanto nodi e ramificazioni sono al tempo stesso strutture logiche per l'emisfero sinistro, e immagini per l'emisfero destro. La lettura stessa della mappa avviene con un colpo d'occhio, come si addice all'emisfero destro, e con il processo logico che percorre i rami per comprendere dipendenze e relazioni, modalità tipica dell'emisfero sinistro. 38 Intelligenze multiple Howard Gardner sostiene che la nostra mente non funziona con un solo tipo di intelligenza, quello logico/matematico/verbale di cui tiene conto la misurazione del quoziente di intelligenza, ma con diversi tipi di intelligenza visiva, cinestesica, auditiva, logica, verbale, interpersonale, intrapersonale, ambientale. La bella mappa delle intelligenze di Gardner è un poster realizzato da un illustratore di Amicucci Formazione, e mostra le diverse abilità della nostra mente. La PNL dice che le nostre modalità di pensiero e di linguaggio sono visive, auditive, cinestesiche. Daniel Goleman ha aggiunto l‟intelligenza emotiva, che aiuta nel prendere decisioni e nel dirigere le persone con umanità ed empatia. Studiosi più recenti hanno aggiunto l‟intelligenza collettiva e connettiva, tipiche del nostro ragionare per reti cognitive e sociali. 39 Nella comunicazione e nell‟apprendimento usare bene le varie intelligenze significa essere molto più efficaci e convincenti. Mappe e grafici tengono conto dell‟intelligenza logica, verbale, visiva e spaziale. Sinsemia Il termine è stato coniato nel 2007 da Antonio Perri e Giovanni Lussu come alternativa alla visione alfabetocentrica del linguaggio scritto, e significa “insieme di significanti”, disposizione deliberata e consapevole di “testi” (parole, immagini e altri elementi significanti) per comunicare con ragionevole riduzione di ambiguità attraverso articolazioni spaziali. I riduttori di ambiguità possono essere validi anche solo per un caso specifico, ma devono essere costanti, precisi e interpretabili senza ricorrere all‟aiuto dell‟autore. L‟organizzazione spaziale non è solo informativa, ma euristica, perché favorisce la scoperta, l‟ampliamento verso altri testi, i processi deduttivi. In tal senso il designer Francesco Franchi parla di “letteratura grafica”, e cita esempi sinsemici da Gioacchino da Fiore a Galileo, e suggestivi esempi di combinazioni fra narrazione e cartografia. La scrittura lineare, separata dalle immagini e leggibile in modo sequenziale – una parola dietro l‟altra, una riga dietro l‟altra – con le tecnologie multimediali tende a recuperare una fruizione sinottica e topologica (nella visione d‟insieme, acquista significato la posizione di un elemento rispetto agli altri). Monitor e altri display digitali, ma anche strade, vetrine, mostre, ci hanno abituato ad una continua commistione di “parole da guardare” e “immagini da leggere”, con la parola che si dilata negli spazi di fruizione, e l‟immagine che entra negli ambiti tradizionali della scrittura (http://lucarosati.it/blog/sinsemia). La sinsemia dunque può essere considerata il presupposto epistemologico del mapping, ossia dei metodi e delle conoscenze della comunicazione multimediale. 40 41 La combinazione sinsemica di parole e immagini permette di comprimere in una mappa sinottica una grande quantità di informazioni, come si vede in questa “mappa” del „600 con cui Robert Fludd, medico, cabalista, rosacrociano e massone, sintetizza i processi di percezione con le interazioni fra un ambito e l‟altro. Pensiero verticale e laterale Oltre alle specialità degli emisferi – non rigide, perché il cervello è anche dotato di plasticità, per cui la parte destra all'occorrenza può svolgere le funzioni della sinistra, e viceversa – il cervello segue altre due modalità proposte da Edward De Bono. Il pensiero verticale segue una gerarchia dal generale al particolare, con ramificazioni algoritmiche. Il pensiero laterale divaga, salta qua e là, si muove per associazioni euristiche. Il pensiero verticale serve a sviluppare in concreto le intuizioni del pensiero laterale. Il pensiero laterale serve quando il pensiero verticale ha esaurito i suoi percorsi e non è più efficiente; i salti laterali possono aprire altre strade quando andando dritti si arriva in un vicolo cieco. De Bono attribuisce al pensiero laterale la “provocazione operativa”, una deduzione o una risposta illogica, fuori senso e fuori contesto, che però può servire come stimolo per aprire porte diverse dal consueto, che poi il pensiero verticale imboccherà per valutarne la fattibilità. Divagazioni e provocazioni operative di tipo laterale sono alla base di tante idee innovative. Un esempio: perché saltare da una carrozzina ad un ombrello? Per inventare i moderni passeggini per bambini! 42 Con le loro ramificazioni, che assomigliano alle ramificazioni dei neuroni, le mappe mentali impegnano ambedue i tipi di pensiero. In tal senso Tony Buzan parla di « pensiero radiante », che da un'idea centrale sviluppa rami e connessioni con altre idee, così come i neuroni diramano i loro tentacoli per far si' che le loro sinapsi contattino altre sinapsi per produrre idee e conoscenza. Pensiero rapido e lento Il nostro modo di pensare passa dal pensiero rapido al pensiero lento. Il primo è intuitivo, emotivo, sinottico. Il secondo è riflessivo, logico, sequenziale. Usiamo il pensiero rapido quando dobbiamo reagire immediatamente ad un evento, scegliere una strada ad un crocevia, leggere un cartello stradale in corsa, scorrere la pagina di un giornale, suonare uno strumento musicale, compiere un gesto sportivo, agire in situazioni di pericolo o di emergenza, rispondere a una domanda. Usiamo il pensiero lento quando studiamo, impariamo un testo a memoria, risolviamo un teorema o facciamo un ragionamento. I pensieri e i ragionamenti hanno un loro ritmo e un loro tempo, come pezzi di musica veloci o lenti. 43 La pratica dello zen va dall‟estremamente lento della meditazione in zazen, fino al rapido guizzo del satori, o dell‟intuizione che fa risolvere il koan e salire un gradino verso l‟illuminazione. Un altro esempio è la percezione di scene veloci al cinema o alla tv, a differenza della visione attenta e calma di un quadro. Una rapida occhiata permette di vedere una mappa nel suo insieme, e di farsi un‟idea della situazione. Però poi bisogna rallentare per percorrerne i rami e le relazioni e decifrarne i concetti. Quando facciamo una mappa mentale le idee possono apparire all‟improvviso, e altrettanto rapidamente dileguare come la luce di una lucciola. Possiamo però aggiungere subito un ramo alla mappa, e scriverci l‟dea prima che ci sfugga, per tornarci poi con calma e sviluppare tutti i sottorami che servono. Memoria a lungo e a breve termine l‟interfaccia utente di tipo grafico, largamente in uso oggi dopo aver soppiantato quella a caratteri, non richiede all‟utente di ricordare lunghi comandi alfanumerici, ma presenta menu ordinati e richiami visuali, fornendo una rappresentazione visiva globale delle sue funzionalità che facilita e rende piacevole il suo utilizzo, anche perché generalmente tende ad usare di meno la funzione mnemonica a lungo termine. Le mappe possono servire a memorizzare le informazioni, che possiamo richiamare ricostruendo mentalmente i rami della mappa. Il processo è: territorio > mappa mentale > mappa mnemonica > narrazione del territorio, dove il territorio è l‟insieme da conoscere, la mappa mentale è il processo di strutturazione gerarchica, concettualizzazione e relazione delle informazioni estratte dal territorio, la mappa mnemonica è la ricostruzione mentale della mappa disegnata, la narrazione è la comunicazione di ciò che si sa sul territorio esplorato. 44 Sensemaking L'uomo è un essere che deve dare significato a ciò che lo circonda. Sono le relazioni con il mondo che ce lo fanno "significare". La produzione di senso è fondamentale sia a livello personale sia a livello di organizzazioni e di società. Che senso ha quello che faccio, per me, per gli altri, per il sistema in cui agisco? Che senso ha una nuova informazione, come si mette in relazione con altre informazioni, con i miei schemi mentali, con le mie esperienze e conoscenze? Una mappa mentale mi fa vedere subito che cosa è più generale o più particolare, quali sono i contenitori, di quali contenuti, se alcuni argomenti appartengono ad un ramo o ad un altro, quali elementi sono simili, quali diversi. Una mappa concettuale mi fa vedere chi o che cosa sta in relazione con chi o con che cosa, e che tipo di relazione intercorre fra i due nodi. Inoltre posso valutare a prima vista quanto è complessa, interconnessa e ramificata la situazione che sto esaminando. Come produttrici di senso, le mappe funzionano anche quando sono sbagliate. Lo dimostra un racconto citato da Karl E. Weick 45 (Senso e significato dell‟organizzazione, Alla ricerca delle ambiguità e delle contraddizioni nei processi organizzativi, Raffaello Cortina Editore, 1997, pp. 56-58): “...... Ma, indipendentemente da quali informazioni diventino rilevanti come conseguenza del contesto, e indipendentemente da come tali informazioni selezionate vengano arricchite, la tesi da tenere a mente è che la fiducia in queste informazioni e il loro uso prolungato come punto di riferimento sono importanti per il sensemaking. L'importanza sta nel fatto che queste informazioni collegano gli elementi dal punto di vista cognitivo. A questi presunti legami viene attribuita maggior concretezza quando le persone agiscono come se fossero reali. Un ordine ipotetico diventa tangibile quando la fiducia è seguita dall'enactement. Molti hanno detto la stessa cosa. « E' così per tutto. Se non sei felice, agisci da uomo felice. La felicità arriverà più tardi. Lo stesso vale per la fede. Se sei disperato, agisci come se credessi. La fede arriverà in seguito » … Credere che la vita valga la pena di essere vissuta genera l'azione che poi rende la vita degna di essere vissuta. Dato che le informazioni selezionate sono cruciali per la loro capacità di evocare l'azione, i processi di sensemaking tendono ad essere elastici. Quasi ogni punto di riferimento funziona, in quanto stimola una struttura cognitiva che a sua volta porta le persone ad agire con maggiore intensità, e quindi a creare un ordine concreto in luogo di un ordine ipotetico. Questa sequenza assomiglia a quella che viene spesso descritta come profezia che si auto-realizza. Un'informazione selezionata è usata per profetizzare la natura del referente da cui è stata ricavata. Quando la persona agisce con fiducia, come se quel referente malleabile avesse il carattere inferito dall'informazione, il referente spesso ne viene plasmato in direzioni coerenti con la 46 profezia. Ma anche la profezia stessa è «adattata». Ciascuno dei due elementi, la profezia e il referente, è informato dal, e adattato al, quadro emergente dell'altro. Come risultato, quasi ogni vecchio punto di riferimento andrà bene come punto di partenza. Questa conclusione è stata «immortalata» per me in una storia che finisco per raccontare ogni volta che ne ho l'opportunità, dato che riesce a cogliere un elemento di profonda verità sul sensemaking. Questo incidente, riportato dal premio Nobel ungherese Albert Qzent-Györgyi e conservato in una poesia da Holub (1977), si verificò durante le manovre militari in Svizzera. Il giovane tenente di un piccolo distaccamento ungherese nelle Alpi inviò un'unità di ricognizione nella desolata terra di ghiaccio. Immediatamente prese a nevicare e continuò per due giorni; l'unità non tornava. Il tenente soffriva, temendo di aver spedito i suoi uomini incontro alla morte. Ma al terzo giorno l'unità rientrò. Dove erano stati? Come avevano ritrovato la strada? Sì – dissero – ci consideravamo persi e aspettavamo la fine. Ma poi uno di noi trovò in tasca una mappa. Questo ci tranquillizzò. Ci accampammo, lasciammo passare la tempesta di neve, e poi con l'aiuto della mappa riuscimmo ad orientarci. Ed eccoci qui. Il tenente chiese in prestito questa straordinaria mappa e la esaminò attentamente. Scoprì con gran stupore che non si trattava di una mappa delle Alpi, ma dei Pirenei. Questo incidente evoca la possibilità affascinante che, quando ti trovi perso, qualsiasi vecchia mappa possa andar bene. Per esempio, estendendolo al tema della strategia, è possibile che, quando sei confuso, qualsiasi vecchio piano strategico possa andare bene. I piani strategici assomigliano molto alle mappe. Essi mobilitano e orientano le persone. Una volta che queste cominciano ad agire (enactement), generano risultati tangibili (indicazioni) in qualche contesto (sociale), e questo le aiuta a scoprire (retrospezione) che cosa sta succedendo (continuo), che 47 cosa deve essere spiegato (plausibilità) e che cosa si dovrebbe fare poi (miglioramento dell'identità). I manager continuano a dimenticare quello che progettano. Continuano a dar credito alla cosa sbagliata – cioè il progetto – e una volta compiuto questo errore, passano più tempo a progettare e meno ad agire. Salvo stupirsi quando l'accresciuta progettazione non migliora nulla. Quando raccontai l'incidente dell'usare una mappa dei Pirenei per trovare una strada attraverso le Alpi a Bob Engel, vice-presidente e tesoriere della Morgan Guaranty, egli disse: «Beh, quella storia sarebbe stata davvero fantastica se il leader del drappello perduto avesse sempre saputo che si trattava della mappa sbagliata, e fosse stato comunque capace di riportarli indietro». L'aspetto interessante nella versione data da Engel alla storia è che descrive la situazione di base che affrontano la maggior parte dei leader. I gregari spesso si trovano persi e anche il leader non è sicuro di dove andare. Tutti i leader sanno che il progetto o la mappa che hanno di fronte non sono sufficienti a trarli d'impiccio. Il compito del leader, di fronte a questa situazione, è di infondere un po' di fiducia nelle persone, farle muovere in qualche direzione e assicurarsi che prendano attentamente in considerazione le informazioni create dalle loro azioni, in modo da capire dove si trovano e avere cosi' qualche idea di dove si trovano ora e dove desiderano essere. I soldati furono in grado di produrre un buon risultato a partire da una cattiva mappa perché erano attivi, avevano uno scopo (ritornare al campo) e possedevano un'immagine di dove si trovavano e dove stavano andando. Essi continuarono a muoversi, continuarono a rilevare informazioni e continuarono ad aggiornare il loro senso di dove si trovavano. Di conseguenza, una mappa imperfetta si dimostro' sufficientemente buona. Le informazioni che selezionarono e su cui continuarono ad agire erano atti di fede in mezzo 48 all'indeterminatezza, che misero in moto il sensemaking. Una volta messo in moto, il sensemaking tende a confermare la fiducia attraverso gli effetti che ha sulle azioni che rendono concreto quello che precedentemente era stato puramente immaginato”. Questa è la mia mappa mentale del racconto dei soldati. Le foto satellitari delle Alpi a sinistra, e dei Pirenei a destra, mostrano la somiglianza strutturale, e quindi la possibilità che la mappa di un territorio possa funzionare anche per un altro territorio, almeno come primo passo di decifrazione. 49 Se una mappa funziona anche quando è sbagliata, figuriamoci quando è giusta! Il sensemaking si avvale dello storytelling, ossia l‟attività con cui si organizzano i dati in modo che seguano un racconto informativo, esplicativo, comunicativo. E‟ il tipo di narrazione stesso che indirizza verso i criteri di visualizzazione, seleziona e organizza i dati da visualizzare, aggrega e organizza le visualizzazioni per gerarchie e per sequenze, abbina ad ogni visualizzazione la storia che la riguarda. Una mappa, un grafico, un insieme di indicatori servono a poco se non fanno parte di una storia. Tipi di mappe Strutture che connettono e pensiero radiante Bateson dice che gli elementi di un insieme acquistano senso in base alla struttura che li connette. Una mappa può servire a visualizzare questa struttura. La struttura che connette un certo numero di stelle per noi diventa la costellazione dell‟Orsa Maggiore. 50 Watzlawick dice che la soluzione deve essere più semplice del problema. La mappa è un riduttore di complessità. Novak dice che l‟appren-dimento diventa significativo quando riusciamo a mettere in relazione fra loro concetti diversi. La struttura che connette un insieme di concetti è la mappa concettuale. Ausubel dice che si impara solo quello che si sa già. Apprendere significa riorganizzare ciò che si sa in modo nuovo, più ricco, più interconnesso. Ci arricchisce e ci sorprende, quando ci battiamo una mano sulla fronte e diciamo: “Non avrei mai pensato che l‟Orsa Maggiore potesse essere una mappa”. Per Buzan ogni informazione che entra nel cervello genera un nucleo centrale da cui si diramano una quantità di rami che si ramificano sempre più e si intrecciano con altri rami. Questa è la struttura stessa dei neuroni. Il pensiero dunque sviluppa la sua potenza in modo radiante (radiant thinking). Il cervello potrebbe essere visto come una gigantesca macchina che fa associazioni che si ramificano, un super biocomputer con linee di pensiero che si irradiano da un numero praticamente infinito di nodi di dati. Sulla base di questa idea Buzan ha sviluppato le sue mappe mentali. Il pensiero radiante è il modo con cui usiamo la nostra mente per percepire, decifrare il percepito, dare ad esso un senso, conoscere, apprendere, analizzare, immaginare, mentire, ingannarci, intuire. E‟ il modo di costruire reti complesse di nozioni, idee, concetti, che si aggregano e disaggregano, generano altre idee, altri concetti, e a volte brillano con i lampi dell‟intuizione, della scoperta, della creazione di nuove soluzioni. Il pensiero radiante è il modo normale con cui funziona la nostra mente. Ma per i più si tratta di una raggera piccola, con pochi raggi, opaca e un po‟ ammaccata, uguale a tante altre raggere. Per alcuni invece è una grande raggera d‟oro, lucida e splendente, 51 con tanti raggi che si ramificano a costruire visioni ampie e coraggiose, capaci di illuminare la strada a tanti altri. La potenza di questo pensiero è stata rappresentata fin dall‟antichità con l‟aureola o il nimbo degli illuminati, dei santi, dei profeti, delle guide carismatiche, come si vede in questo Bodhisattva seduto in meditazione, con gli occhi socchiusi e il volto sereno dell‟illuminato, fra le ciglia il segno che rappresenta il centro da cui si irradia la luce dell‟aureola, raffigurata con il disco dietro la testa (Arte del Gandhara, II-VI secolo d.C.). 52 Molto più modestamente, noi ci accontentiamo di sviluppare l‟energia radiante del nostro pensiero con l‟aiuto delle mappe mentali. Dalle reti alle mappe Dai grafi vengono fuori le reti in genere, le reti di Petri e le reti semantiche. Da queste provengono le mappe concettuali. Le mappe mentali semplificano quelle concettuali adottando una rete con un grande hub centrale, hub e nodi periferici. Mappe concettuali e mentali con l‟informatica diventano ipermappe interattive e multimediali. Un grafo è una struttura matematica combinatoria, un insieme costituito dal sottoinsieme dei nodi o vertici e dal sottoinsieme degli archi o lati che li collegano fra loro. I grafi si differenziano a seconda della quantità di nodi e archi, della direzione degli archi, del numero di archi che insiste su un nodo. Fanno capo ai grafi strutture come le reti in genere, le reti di Petri, le reti semantiche, 53 le mappe e simili. Le reti sono serie di componenti, sistemi o entità interconnessi tra di loro. Sono informatiche, di telecomunicazione, stradali, sociali, biologiche, in altre parole qualsiasi sistema di elementi interconnessi, dal sistema nervoso alle organizzazioni terroristiche. Le reti possono essere policentriche, a stella, ad anello. I nodi che hanno molte connessioni si chiamano hub, e sono i più importanti della rete, quelli che influiscono di più sulla rete e su altri nodi. Le Reti di Petri, dette anche reti posto/transizione o reti PT, sono rappresentazioni matematiche che descrivono la struttura di un sistema distribuito come un grafo che ha nodi detti “posti”, nodi detti “transizioni”, archi che collegano posti e transizioni. Un posto dà luogo ad un evento (transizione) che influisce su un altro posto modificandolo. Possono esserci archi tra posti e transizioni, ma non tra posti e posti (mancherebbero gli eventi) o transizioni e transizioni (mancherebbero gli elementi interessati agli eventi). Un posto da cui un arco parte per finire in una transizione è detto posto di input della transizione; un posto in cui un arco arriva partendo da una transizione è detto posto di output della transizione. In questa rete TP il posto P1 genera l‟evento T1 che trasforma i posti P2 e P3, che a loro volta producono la trasformazione T2 che agisce sul posto P4, concludendo il processo, e su P1, 54 introducendo nella rete una procedura ricorsiva. Le reti di Petri si usano in ingegneria informatica, workflow management, data analysis, programmazione, affidabilità, diagnosi in intelligenza artificiale. Una rete semantica è una forma di rappresentazione della conoscenza come grafo orientato formato da vertici, che rappresentano concetti, e archi, che rappresentano relazioni semantiche tra i concetti. Il modello è usato per dizionari elettronici, ipertesti, mappe concettuali. Le reti semantiche si bas generalizzazione del precedente, un iponimo o un iperonimo, un sottoinsieme o un sovrainsieme. Mappe concettuali e mentali, flow chart e organigrammi sono applicazioni particolari di grafi e reti semantiche. 55 Schemi mentali Siamo di fronte ad un affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. Dipinto dal 1304 al 1306, rappresenta il bacio di Giuda. Se ce lo spiega un critico d‟arte, ci parlerà della struttura compositiva, dei colori, del modellato, dello stile, della tecnica. Se ce lo spiega un prete, ci parla del passo evangelico, delle simbologie liturgiche, del dramma umano e morale del tradimento che prelude alla Passione e morte del Messia. Perché abbiamo due descrizioni così diverse dello stesso oggetto? Perché sono diversi gli schemi mentali degli osservatori. Uno schema mentale è una struttura cognitiva costituita da una rete di aspettative apprese dall'esperienza e raccolte nella memoria. E' un repertorio costituito dalla conoscenza tacita con cui si attribuisce una struttura ed un significato a informazioni altrimenti ambigue. Gli schemi sono la combinazione fra esperienze dirette, acquisizioni di informazioni, interpretazioni 56 delle informazioni acquisite. Sono alla base della nostra personalità e delle nostre conoscenze, ma possono diventare specchi deformanti di realtà che non corrispondono ad essi. La persona intelligente e aperta è sempre pronta a cambiare i suoi schemi, per cui dobbiamo essere sempre vigili e autocritici per non scambiare i nostri schemi con la realtà. Come dice Korzybski, fin dall‟infanzia veniamo programmati a seguire una mappa di comportamenti che danno forma alla nostra personalità e alle nostre idee sulla vita e sugli altri. Ciascun individuo funziona a partire da una certa mappa del mondo, da come vede la realtà e dalle esperienze passate. Ognuno legge la realtà col suo filtro. Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, i nostri schemi, non sono la realtà, e la mappa non è il territorio. Bandler e Grinder aggiungono che la differenza tra il mondo e l‟esperienza che ne abbiamo è irriducibile. Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo. Ciascuno di noi crea una rappresentazione del mondo in cui vive; creiamo cioè una mappa o modello, che usiamo per originare il nostro comportamento. La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l‟esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro. Fra le metodologie usate per analizzare l'insieme di concetti e relazioni che costituiscono gli schemi cognitivi , una delle più usate è il cognitive mapping. Mappe cognitive Le mappe cognitive – termine proposto dallo psicologo Edward Tolman - sono rappresentazioni di quella parte del sistema di credenze di una persona impegnata in un processo di soluzione 57 di problemi o di presa di decisioni. Sono modelli di conoscenza su cui ci basiamo per metterci in rapporto con il mondo. Abbiamo una mappa cognitiva generale, derivante dall'essere occidentali o orientali, bianchi o neri, maschi o femmine, giovani o vecchi, e mappe particolari costituite dalle conoscenze che abbiamo acquisito una mappa cognitiva sulle Dolomiti diversa da quella di un cittadino che va al mare. conoscenze, che altrimenti non avrebbero senso per noi. Per esempio, se guardiamo un mucchio di ossa e non possediamo la mappa cognitiva di un mammuth, quelle ossa non hanno molto significato per noi. La stessa cosa cambia significato a seconda della mappa cognitiva di chi la osserva. . Una mappa cognitiva descrive la percezione consapevole della realtà, il modo in cui una persona coglie una situazione o un problema. Non rappresenta la situazione come realmente è, ma come è percepita e rappresentata dai soggetti interessati alla situazione. E‟ un insieme – personale e soggettivo - di concetti, esempi e descrizioni riferiti ad un dato campo di conoscenza e collegati fra loro. Le mappe cognitive sono processi mentali composti da una serie di trasformazioni psichiche con cui un individuo può acquisire, codificare, immagazzinare, richiamare e decodificare informazioni su situazioni e attributi di fenomeni nel loro ambiente spaziale quotidiano o metaforico. Usiamo questi processi di costruzione e accumulazione di conoscenza spaziale che permettono all‟occhio della mente di visualizzare immagini (mappe) per ridurre il sovraccarico cognitivo e rafforzare l‟apprendimento e la memoria. 58 Le mappe cognitive sono strutture virtuali che abbiamo nella nostra mente, e che esprimiamo con mappe grafiche, discorsi, scritti, immagini, suoni, progetti, soluzioni, che a loro volta influenzano le mappe cognitive in un processo non lineare che trasforma mappe cognitive ingenue (all‟inizio del processo di formazione o di esperienza) in mappe esperte (fuzzy cognitive maps). La comunicazione consiste nel far sovrapporre una parte della nostra mappa cognitiva con una parte di quella del nostro interlocutore (farle camente impossibile). I disturbi di comunicazione dipendono dal confronto fra mappe cognitive diverse, che non trovano nessun punto di contatto, o contatti aberranti, come spiega Paul Watzlawick in “Pragmatica della comunicazione umana” e in “ e . Watzlawick dice addirittura che la mappa è il territorio, o meglio che i territori non esistono in natura, ma solo nella mente degli animali che ne fanno il loro habitat. Mappe concettuali Le mappe concettuali servono a rappresentare graficamente le 59 proprie conoscenze su un argomento. Si basano sul costruttivismo, teoria dell'apprendimento secondo cui si impara aggiungendo concetti a quelli che si hanno già, e strutturandoli secondo relazioni di vario genere. Negli anni '60 Joseph D. Novak della Cornell University, muovendo dalle teorie di David Ausubel, ha elaborato la metodologia delle concept maps, come integrazione di nuove idee entro strutture cognitive preesistenti, basandosi sulle proprietà associative del pensiero, le stesse che ispirano la struttura ipertestuale. Dice Ausubel: "Il fattore che da solo influenza maggiormente l'apprendimento è ciò che l'alunno sa già. Accertatevi di questo ed insegnate di conseguenza". ( Educazione e processi cognitivi, 1990). E aggiunge che le conoscenze si organizzano in modo gerarchico, dove concetti particolari sono inclusi in concetti generali. I concetti si integrano fra loro con relazioni che generano nuovi significati. Concetti e relazioni sono gli elementi costitutivi delle mappe concettuali. Queste sono rappresentazioni grafiche di schemi concettuali, sono configurazioni gerarchiche di concetti (eventi ed oggetti) e di relazioni (reti di significati). Lo strumento "mappa concettuale" "costringe" chi la prepara a riflettere sulle proprie conoscenze, a correlare le idee e i dati a disposizione, a sforzarsi di essere preciso e chiaro nella comunicazione. Come dice Marco Guastavigna, fra i più attenti studiosi delle mappe in ambiente didattico, "la specificità formativa di una mappa... risiede nel chiarimento e nella costruzione progressivi di un ragionamento: il metodo infatti non richiede di ricorrere a regole predefinite - come capita invece per diagrammi di flusso, istogrammi e altri sistemi di rappresentazione "universalmente" condivisi - , ma consente di individuare ed esplicitare gradualmente il proprio percorso formale di organizzazione delle informazioni, in funzione ... del progressivo decantarsi e dispiegarsi dell'impianto concettuale e 60 delle sue connessioni. Il valore di una mappa concettuale di per sé non va quindi misurato in riferimento al prodotto finale, ma agli aspetti di rappresentazione dinamica del processo cognitivo che lo ha reso possibile". Gli elementi costitutivi di una mappa sono il concetto inclusivo o "parent", il concetto incluso o "child", il concetto correlato o "jump". Il concetto inclusivo comprende il concetto incluso, il concetto correlato si pone a lato come derivazione. Per esempio "EQUINI" è concetto inclusivo di "CAVALLO". "CAVALLO" è concetto incluso di "EQUINI". "ZEBRA" è concetto correlato di "CAVALLO" ma concetto incluso di "EQUINI". Se questa descrizione può apparire un po‟ contorta e difficile da seguire, una piccola mappa concettuale la renderà comprensibile alla prima occhiata! 61 Il software Cmap, con cui è fatta questa mappa, è stato sviluppato dall‟Institute for Human and Machine Cognition (IHMC), si scarica gratuitamente da http://cmap.ihmc.us Mappe mentali Alla fine degli anni '60 Toni Buzan ha semplificato e divulgato le idee di Novak con le sue mind maps (mappe mentali), che presentano in modo sintetico e sinottico una struttura di pensiero anche complessa (un libro, un film, un progetto, un problema). Esse si usano anche per organizzare e comunicare le idee, strutturare le informazioni, sviluppare piani, supportare e facilitare il pensiero creativo, il problem solving, le decisioni. La mappa mentale ha una struttura gerarchica, con un centro da cui partono rami di primo livello, da ognuno dei quali partono rami di secondo livello, e così via. La struttura è prevalentemente radiale, ma si possono usare anche strutture ad albero e a spina di pesce. Le associazioni fra elementi simili sono evidenziate dall'uso dello stesso colore o da nuvole che contornano il gruppo di elementi. Le relazioni fra due elementi diversi sono 62 rappresentate da frecce che li collegano. Le mappe mentali ci aiutano a partire da un'idea centrale per svilupparla in più direzioni, ad organizzare i nostri pensieri, a trovare parole chiave, a sviluppare associazioni fra idee diverse e le relazioni fra idee simili, ad usare la memoria visiva con l'uso di colori, simboli, icone, frecce, evidenziatori di testi. Le mappe ci permettono di vedere con una sola occhiata tutto l'insieme e anche i particolari. In alcuni casi si distinguono le mappe concettuali dalle mappe mentali. In altri si tende a sottovalutarne la differenza. Comunque, diremo che la mappa concettuale è una tecnica grafica usata per rappresentare la conoscenza attraverso la strutturazione di una rete di concetti, interconnessa e correlata (struttura reticolare, modello costruttivista /connessionista). La mappa mentale è una tecnica grafica che serve a rappresentare i concetti correlati ad un concetto centrale (struttura radiale, modello gerarchico/associazionista). La mappa concettuale, a sinistra nella figura sottostante, può partire da più argomenti principali, in una struttura a rete. La mappa mentale, a destra, parte da un concetto centrale da cui deriva gli altri concetti, in una struttura radiale dal centro verso la periferia. 63 Ipermappe mentali I numerosi e diversi programmi che permettono di fare mappe al computer, portano a superare la separazione fra mappe concettuali e mappe mentali, e generano mappe che si integrano con altri programmi di office automation, comunicazione, grafica, publishing, browser web. Alcuni programmi generano mappe dinamiche, capaci cioè di riorganizzarsi intorno ad un nodo cliccato, quale che sia il suo livello gerarchico. Queste mappe si prestano a visualizzare complesse basi di dati, perché permettono di osservarle da vari punti di vista, a seconda del nodo che si sceglie come focus. Per averne un'idea ci si può collegare con http://webbrain.com in cui si trovano numerosi esempi di mappe dinamiche. Alberto Scocco considera una mappa realizzata con software come Mindmanager o Xmind come una mappa evoluta rispetto ai modelli canonici delle mappe mentali e concettuali, e la chiama solution map. Personalmente non riesco a vedere che cosa ci sia di diverso da una mappa mentale, perché si tratta sempre di una mappa radiale, gerarchica, associativa. Di fronte ad una 64 mappa fatta a mano ha tutte le risorse tecnologiche dell'informatica e della telematica. Inoltre il termine solution non mi sembra appropriato, in quanto una mappa non necessariamente rappresenta una soluzione, né un processo di problem solving, ma semplicemente un processo di pensiero, di aggregazione e strutturazione di informazioni, qualcosa cioè che non implica né problemi né soluzioni. In analogia con gli ipertesti, che costituiscono una versione tecnologica evoluta dei testi, trovo più corretto parlare di ipermappe mentali. In tal senso il termine “ipermappa” si applica – come alcuni autori hanno già fatto - a qualsiasi tipo di mappa, anche a quelle topografiche, « aumentate » da un insieme di informazioni e collegamenti che ne amplificano la potenza. Un esempio per tutti é Google Earts o un qualsiasi navigatore satellitare. Dalla matita al computer in rete: tecnica Dopo aver letto il libro Usiamo la testa di Tony Buzan (Frassinelli, 1982), con una matita e un pezzo di carta possiamo cominciare a fare le nostre mappe mentali. Oppure, se stiamo gestendo un gruppo o un'aula, possiamo disegnare sulla lavagna una bella mappa con pennarelli di vari colori. Avremo prodotto mappe utilissime al momento, ma difficilmente riutilizzabili o modificabili. Se la nostra mappa non ci piace, dobbiamo farne un'altra. Fortunatamente oggi abbiamo il personal computer, con software dedicati a mappe concettuali e mappe mentali. Con il computer possiamo fare una mappa dinamica, che si adatta alle circostanze, che si estende e si contrae a seconda del livello di approfondimento che ci serve. Possiamo inserire colori, immagini, commenti, linee di raccordo trasversali. Possiamo spostare i rami come vogliamo. Se un argomento si trova ad un livello troppo alto, possiamo spostarlo ad un livello più basso, e viceversa. Con un link ipertestuale attivo, possiamo collegare un 65 argomento a qualsiasi altro documento, un testo, un foglio di calcolo, un data base, un'altra mappa, un sito web. In tal modo la nostra mappa diventa una ragnatela praticamente senza confini. Le mappe elettroniche si prestano al lavoro di gruppo in rete, perché sono molto leggere e quindi possono essere spedite rapidamente in e-mail, o essere salvate su server accessibili alle persone autorizzate. Ecco 10 punti di forza di una mappa elettronica verso una mappa fatta a mano. Alcuni di questi si possono ottenere solo con una mappa elettronica, altri si ottengono anche con le mappe a mano, ma con quelle elettroniche si fa prima e meglio. 1. Visualizzazione interattiva: è possibile espandere e comprimere i rami in modo da inserire molte informazioni senza sovraccaricare la visione. 2. Knowledge interface: ogni nodo della mappa si collega con altre mappe, pagine web, documenti multimediali di qualsiasi tipo. 3. Modificabilità: la facilità con cui rami e nodi si aggiungono, si spostano, si aggiustano, si cancellano, stimola nuove idee e ne chiarisce meglio il processo di elaborazione. 4. Management tool: la mappa si modifica col modificarsi del progetto che rappresenta, dalle fasi iniziali ai milestones di avanzamento, fino alle lesson learned di fine progetto. 5. Portabilità: si può esportare la mappa trasformandola in altri media: immagine, outline, presentazione, pagina web. 6. Workgroup: la stessa mappa può essere inviata in email, condivisa in uno spazio comune, sviluppata a più mani dai membri del gruppo. 7. Presentazioni: una mappa, invece degli abusati slide show sequenziali, offre un supporto ipertestuale dinamico 66 e interattivo, e può essere modificata col feedback dei partecipanti durante o dopo la presentazione. 8. Brainstorm: in una riunione si può proiettare una mappa con solo argomento da sviluppare, per arricchirla e modificarla con l‟apporto dei partecipanti. 9. Personal information dashboard: con una mappa possiamo raccogliere in una sola videata tutte le informazioni del progetto su cui stiamo lavorando, facendone un‟interfaccia di navigazione personalizzata. 10. Flessibilità: si può usare una mappa elettronica nel lavoro, nella formazione, nello studio, per pianificare un meeting, tracciare un business plan, gestire un progetto, scrivere un libro, definire obiettivi, creare raccolte di idee, fare liste di compiti e tracciarne il progresso, e così via. Ecco invece 6 punti di forza di una mappa a mano. 1. Siamo liberi di disegnare la mappa come vogliamo, senza le costrizioni di struttura e di formato date dagli automatismi di un software, che tende a condurci verso il suo modo di fare le mappe. 2. E‟ più facile e rapido schizzare una mappa a mano per fermare qualche idea o prendere appunti, che non tirare fuori un computer, accenderlo, lanciare il programma, usarlo. 3. Il lavoro manuale e la lentezza con cui si disegna una mappa, specialmente se con immagini e a colori (secondo le raccomandazioni di Buzan) fanno imprimere meglio i concetti da comprendere e ricordare, perché siamo più coinvolti in senso psicofisico. 4. Possiamo visualizzare i concetti come vogliamo, mentre con i software tendiamo ad usare il loro repertorio di immagini o le foto che riusciamo a trovare. 5. Non sempre abbiamo a disposizione un computer, in genere è più facile trovare un pezzo di carta e una matita 67 o qualche pennarello. 6. Un software per mappe richiede la capacità di usarlo; un basso livello di capacità limita l‟immaginazione di chi fa la mappa. Tutti invece sanno usare una matita e una gomma, o qualche pennarello. Dalla mappa all'ipermappa: euristica Allo stesso modo in cui un ipertesto rappresenta l'evoluzione elettronica di un testo, potenziata da risorse tecnologiche come link ad altri testi, finestre esplicative, menu e mappe di orientamento, pulsanti di accesso a risorse multimediali, una mappa in genere evolve nell'ipermappa, oggetto e strumento multimediale che va dalla semplice strutturazione di contenuti ipertestuali a vere e proprie interfacce intelligenti di navigazione in un insieme di risorse multimediali locali e remote. In tal senso i rami della mappa si allargano con estensioni virtuali verso rami di altre mappe, in un territorio senza limiti. L'ipermappa non è più la rappresentazione schematica e statica di un territorio di conoscenze, è un punto di vista e di aggregazione che può cambiare: allargarsi, restringersi, spostarsi da un focus all'altro. Un‟ipermappa web permette di usare la navigazione geografica in un contesto multimediale personalizzato. E‟ disponibile sul proprio computer o dispositivo mobile, consultabile in ogni momento dal punto di vista geolocalizzato della posizione attuale dell‟utente, e arricchito di dati e informazioni pertinenti. E‟ composta da un‟immagine e da un file html che a porzioni di interesse dell'immagine associa possibili azioni su link, rendendo l'immagine attiva all'interazione dell'utente. Alle ipermappe appartengono le mappe dinamiche, che mettono al centro il nodo che viene cliccato, riorganizzando tutta la mappa intorno ad esso. 68 Per esempio, se in una mappa dinamica mettiamo al centro Roma, le sue provincie si pongono tutte come suoi rami di primo livello, e i comuni di Frosinone sono rami di secondo livello. Se invece nella stessa mappa clicchiamo sul nodo “Frosinone” mettendolo al centro, i comuni vanno al suo primo livello alla pari con Roma, e si crea un legame di primo livello con Latina, mentre le altre provincie diventano un secondo livello di Roma. Queste mappe sono adatte a rappresentare insiemi molto complessi, da osservare da diversi punti di vista. A seconda del punto di osservazione, ossia del nodo che si pone al centro della mappa, gli altri nodi diventano subordinati, e quindi si riorganizzano secondo la loro gerarchia. 69 Cayra è un software per mappe dinamiche che permette di fare mappe mentali con più centri e relativi rami. Cliccando su un nodo secondario, questo si mette al centro e riorganizza tutta la mappa. La grafica e la dinamica sono molto attraenti, tuttavia gli automatismi sulla scelta dei colori e la disposizione dei rami rendono la mappa non troppo facile da usare e da personalizzare. Mappe dinamiche di altro genere sono le mappe sistemiche interattive generate da software come Vensim. Queste mappe si basano su legami del tipo “se…allora”, e su pulsanti di input a cursore, per introdurre rapidamente modifiche e vedere in tempo reale come si modifica la mappa, cioè il sistema rappresentato. Gli eventi che modificano la mappa si basano su dinamiche di sistema come “effetto valanga” ed “effetto bilancia”, secondo cui 70 alcuni elementi aumentano la portata del fenomeno analizzato, altri la riducono. Nella mappa queste dinamiche sono rappresentate con i segni + e – posti accanto alle linee di collegamento dei vari nodi. Le frecce grosse con i cursori indicano i processi presi in considerazione nell‟analisi. Spostando i cursori si osservano le interazioni di un processo su tutti gli altri, in base alle frecce sottili che li collegano. Le mappe sistemiche si usano per visualizzare ed analizzare comportamenti non lineari e processi ricorsivi di sistemi complessi, dai comportamenti psicofisici alle variazioni ambientali, dal ciclo di vita di un prodotto a scenari macroeconomici. Sono mappe dinamiche anche le treemap, rappresentazioni quantitative di dati gerarchici in uno spazio limitato come lo schermo di un computer. Sono prodotte da algoritmi che visualizzano i dati quantitativi come rettangoli di varie dimensioni e vari colori, che contengono altri rettangoli più piccoli (elementi di livello inferiore derivati dal livello superiore). 71 Dalla visione d‟insieme di questa treemap si coglie la complessità dei settori, e si capisce subito se ci sono settori emergenti (aree più grandi) o significativi (colori verso il verde o verso il rosso). Il confronto fra momenti diversi della stessa mappa mostra l‟evoluzione della situazione con i cambiamenti di aree e di colori. La rappresentazione per rettangoli è stata studiata per ottimizzare la visione sul monitor, e si va dalla visione generale del rettangolo principale che rappresenta tutto l‟insieme preso in considerazione, a zoom successivi che man mano rendono visibili rettangoli più piccoli che nella visione generale non si vedevano. Ad ogni rettangolo si possono associare informazioni varie, in chiaro o da attivare con un clic. I rettangoli inferiori devono riempire il più possibile il rettangolo che li contiene, anche se rappresentano i dati con una certa approssimazione. Del resto lo scopo della treemap è far vedere con colpi d‟occhio progressivi i “pesi” degli elementi rappresentati, e quindi orientare le decisioni, cosa che una mappa mentale o concettuale non può fare: può mostrare gerarchie e relazioni, non pesi e priorità in relazione diretta con basi di dati in continuo aggiornamento. 72 Una treemap può essere estesa a gerarchie di qualsiasi profondità e numero di livelli e componenti, perché con la visione dinamica si va dal generale fino ai più minuti particolari. Oltre che per dati numerici, la treemap si usa anche per visualizzare il peso di informazioni o di altri concetti anche immateriali. Questa mappa rappresenta una situazione in cui non ci sono valori negativi (marrone/rosso), più della metà degli elementi presenta valori neutri (nero), e sono ben visibili gli elementi eccellenti (verde), anche se non sono molto estesi. Partendo da questa situazione, se in visione successive della mappa qualche rettangolo andasse verso il rosso renderebbe evidente la criticità del settore a cui si riferisce. Le treemap, ma anche le mappe geografiche, satellitari e topografiche, adottano il concetto di realtà aumentata, ossia di un punto su una superficie grafica a cui sono associati dati 73 informativi, immagini, link, media di vario genere. Un esempio tipico è la possibilità di vedere la foto dinamica di una strada cliccando sul punto corrispondente della pianta topografica. Le mappe sistemiche e le treemap sono mappe della complessità, quindi richiedono una buona analisi a monte, che si può fare con una mappa mentale di problem setting, per definire le problematiche, le forze trainanti e quelle frenanti, le leve di cambiamento, quale leva influisce su quale altra, la misurabilità e interazione fra elementi quantitativi (per esempio fatturato e pezzi in magazzino) e qualitativi (motivazione del personale, soddisfazione del cliente). Una specie di treemap semplificata è la tag cloud, la “nuvola di parole” che compare in molti siti web dinamici, e che rappresenta un insieme di parole e locuzioni disposte alla rinfusa (nuvola) ma di grandezza proporzionale alla frequenza con cui ricorrono nell‟insieme che prendono in considerazione (un testo, un libro, un sito, un portale, un blog). Basta gettare uno sguardo sulla mappa per cogliere gli argomenti più importanti dell‟insieme, ma se la mappa è interattiva, cliccando sulla parola scelta si accede alle risorse a cui essa si riferisce, in genere all‟elenco di abstract delle pagine che trattano quell‟argomento. 74 I programmi per siti dinamici fanno la tag cloud degli articoli del sito. Ma esistono anche programmi che fanno la tag cloud di qualsiasi testo, come quello con cui è fatta la mappa. Mappe murali e collettive I lavori di una riunione, di un seminario, di un laboratorio, possono essere mappati sui muri della sala, in modo che i partecipanti vedano crescere man mano la rappresentazione del lavoro che stanno facendo, e che siano immersi nelle stesse informazioni che stanno elaborando, nelle idee che stanno producendo, negli argomenti di cui stanno discutendo. Sono utili quando c‟è bisogno di una grande partecipazione e cooperazione, e permettono a chi arriva a metà lavoro di capire a occhio di che cosa si sta parlando, quanto lavoro è stato fatto, quanto ne resta da fare. Le grandi superfici delle mappe permettono di gestire riunioni anche molto numerose, fina a 50 persone, che si suddividono in piccoli gruppi e discutono parti della grande mappa. Nei muri nomadi la mappa diventa un vero e proprio muro di carta su cui i partecipanti scrivono e visualizzano man mano gli 75 elementi chiave di ciò che si sta dicendo e facendo. Il Metaplan è un metodo tedesco di gestione delle riunioni, in cui i lavori vengono sintetizzati e rappresentati con cartelli di colore e forma diversi che sono attaccati sulla parete, in modo che tutti seguano ciò che si dice, e ricordino ciò che si è detto. 76 Grafici e diagrammi Altri tipi di rappresentazioni grafiche comprendono diagrammi a barre, a curve, a torta, flow chart, organigrammi, con strutture bi- o tridimensionali, ad assi cartesiani, ad albero o a percorso. Il grafico a barre visualizza una situazione statica in cui vanno confrontati dati quantitativi per cogliere a prima vista gli elementi più rilevanti dell‟insieme rappresentato. Il grafico a curve rappresenta tendenze di sviluppo o regressione, andamenti regolari o con picchi, trasformazioni in un lasso di tempo di situazioni dinamiche. Il grafico a torta si presta a rappresentare rapporti percentuali, fette di mercato, di importanza, di opinioni. 77 Il flow chart, o diagramma di flusso, rappresenta un percorso con inizio, alternative, diramazioni e ricongiungimenti, loop ricorsivi e fine. E‟ la tipica rappresentazione di algoritmi o di circuiti elettrici. 78 Il fishbone (spina di pesce) o diagramma causa/effetto o diagramma di Ishikawa analizza le diverse cause che producono un effetto, i diversi mezzi che portano ad un fine. L‟organigramma rappresenta una struttura gerarchica dall'alto verso il basso, dai vertici alla base. Si presta a visualizzare l‟organizzazione di un‟azienda o le partecipazioni di una holding. L‟outline è la strutturazione gerarchica di un testo, particolarmente efficace per articoli, relazioni, libri. I livelli gerarchici del testo (capitoli, paragrafi, corpo del testo) sono visualizzati con rientri delle righe verso destra. Da una mappa mentale si può passare ad un outline per sviluppare contenuti di testo. 79 La matrice SWOT visualizza su quattro quadranti l‟analisi di punti di forza e punti deboli, opportunità e minacce, di un prodotto, un reparto, una persona, un territorio, nei confronti con concorrenti. 80 Il diagramma di Gantt serve a pianificazione di attività da svolgere nel tempo, rappresentandole come barre che ne visualizzano durata, contemporaneità e successione. Il grafico a candele è un grafico finanziario che rappresenta le oscillazioni di titoli borsistici dove ogni “candela” indica il valore di apertura e di chiusura, il massimo e il minimo. Più alta è la candela, più il titolo ha subito oscillazioni. Altri grafici finanziari sono il grafico a punto e figura e il grafico equivolume. 81 Il grafico a dispersione rappresenta l‟addensamento di fenomeni al verificarsi di certe condizioni. Il grafico polare o a stella rappresenta la rilevanza di alcuni elementi dell‟insieme. Più ci si allontana dal centro, più il fenomeno è rilevante. Il confronto fra grafici riferiti a momenti diversi permette di valutare i cambiamenti fra il prima e il dopo. 82 Il grafico a bolle rappresenta i volumi degli elementi visualizzati, su un asse cartesiano (rapporti dei volumi con altri valori come prezzi o tipologie) o su una mappa territoriale (distribuzione di cultura, ricchezze, materie prime, ecc.). Il diagramma di Venn mostra per mezzo di cerchi come interagiscono insiemi e sottoinsiemi. Il cerchio incluso in un cerchio più grande è un sottoinsieme che appartiene ad un insieme di livello gerarchico superiore. Le zone di cerchi che si intersecano e si sovrappongono rappresentano elementi condivisi da due o più insiemi. 83 I modelli di catastrofi rappresentano i tipi di discontinuità studiati dalla teoria delle catastrofi di René Thom. Ci sono vari modelli. Quello a cuspide, rappresentato qui, è il più semplice, e visualizza andamenti regolari che improvvisamente cadono nel livello inferiore o saltano in quello superiore, generando la discontinuità, il cambiamento brusco del sistema (in greco katastrofé) . E‟ il caso di un cane che improvvisamente attacca o 84 scappa, o di un anoressico/bulimico che salta dal digiuno all‟abbuffata. Le visualizzazioni GIS (Geographic Information Systems) e GAV (Geovisual Analytics Visualization) sono rappresentazioni statistiche complesse di territori a cui sono associati insiemi di dati. L‟istituto governativo svedese NCVA (National Center of Visual Analytics - http://ncva.itn.liu.se/ncva?l=en), specializzato nella visualizzazione di dati statistici complessi, dinamici, animati, ha sviluppato fin dal 2008 Statistics eXplorer una piattaforma web per visualizzare dati – propri o forniti da altri - geografici, topografici e statistici, con videate che mostrano insiemi di dati visualizzati con strumenti diversi, dalla carta geografica che segue i meccanismi della treemap (poligono associato a dati) a diagrammi lineari e a bolle. La visualizzazione è combinata con lo storytelling, ossia con una narrazione capace di dare senso alla presentazione dei dati. Si tratta quindi di un ambiente completo di gestione a vista e comunicazione, in versione gratuita per ricercatori e studenti, con servizi a pagamento reperibili sul sito http://www.ncomva.com/. L‟immagine che segue mostra i vari tipi di rappresentazione: mappe a strati, mappe coroplete (zone territoriali associate a dati quantitativi), vari tipi di dagrammi, che possono essere visti e confrontati contemporaneamente sul monitor. 85 86 Le mappe in pratica Campi di applicazione Apprendimento Stabilire connessioni tra idee e concetti, fra ciò che si sa e ciò che si apprende al momento, fra un contesto e l‟altro, aiuta le persone ad imparare più facilmente. Le mappe del pensiero sono largamente usate nella didattica, dalle scuole primarie fino alla formazione manageriale, in quanto caratterizzano l‟apprendimento significativo di fronte all‟apprendimento mnemonico, che non sviluppa l‟intelligenza e tende ad essere presto dimenticato. Le mappe mentali sono particolarmente utili per chi predilige strumenti visivi nell‟apprendimento, le mappe concettuali aiutano invece a sviluppare significati e ragionamenti logici. Sono validi strumenti per comprendere ciò che si ascolta e prendere appunti durante le lezioni. Sono utili per imparare e, confrontando le stesse mappe nel tempo, rendersi conto di quanto la propria mappa cognitiva si sia sviluppata riguardo all‟argomento studiato. La lettura di un testo, da una poesia ad un romanzo o ad un saggio, può essere sintetizzata in una o più mappe. Il lavoro mentale per individuare concetti e parole chiave, relazioni e aggregazioni, in una parola per passare dalla struttura discorsiva alla struttura di mappa, ci fa comprendere e assimilare meglio ciò che leggiamo e studiamo, cogliendo relazioni, somiglianze e differenze che ad una lettura sequenziale potrebbero sfuggire. Le mappe sono strumenti di analisi di ambienti e fenomeni naturali, processi di produzione, esperimenti, e di definizione e soluzione di problemi. 87 Lavoro Nelle attività lavorative sono usati tutti i tipi di mappe e grafici, da schizzi su carta e su lavagne fino a complessi sistemi di gestione con mappe dinamiche collegate con data base che rappresentano in tempo reale le situazioni da tenere sotto osservazione. Ma vediamo alcuni casi particolari. Problem solving Mappe mentali e concettuali sono molto utili per definire nuovi problemi e per risolvere problemi già individuati e ben definiti. La struttura della mappa mentale, dove si parte da un tema centrale su un foglio bianco che da una parte intimidisce, dall‟altra spinge a far partire qualche ramo con qualche idea, si presta per il problem finding e il problem setting (scoprire una nuova criticità e definirla come un problema che possa essere risolto). Ecco una mappa con le domande essenziali per impostare l‟analisi di un problema: 88 Un particolare tipo di mappa, il diagramma a spina di pesce, serve a scoprire le cause, e le cause delle cause, che hanno contribuito al verificarsi di una criticità. Ecco un esempio da applicare per analizzare le cause di una criticità o un malfunzionamento generate da errori o comportamenti umani, materiali di scarsa qualità, macchine difettose, metodi inefficienti: Decision making Decidere significa fare scelte. Scegliere significa escludere. Escludere significa rinunciare a qualcosa. Per poterlo fare bisognerebbe disporre di tutte le informazioni necessarie a conoscere bene la situazione, per non rischiare di fare scelte che potrebbero rivelarsi sbagliate. Sfortunatamente, nella maggior parte dei casi non si ha il tempo, o non si è in condizione, di acquisire tutte le informazioni, ma comunque bisogna prendere decisioni. Ce lo spiega Buddha con queste parole: “Se un uomo viene colpito da una freccia avvelenata e non vuole che gli sia tolta prima di sapere chi 89 l'abbia lanciata, a quale casta appartenga, quale sia il suo nome, quale sia la sua famiglia, quale sia la sua statura, quale sia la sua carnagione, da quale paese provenga, il tipo di arco che usa, il tipo di corda, il tipo di freccia, il tipo di penne, il tipo di punta, ecc., costui morirà prima di conoscere tutte queste cose." La possibilità di rappresentare su un unico foglio le gerarchie di tutti gli elementi che concorrono nella scelta finale (vantaggi e svantaggi di ogni alternativa) rende più semplice vedere, nel senso letterale del termine, quale sia la strada migliore da intraprendere. Il processo decisionale è ben rappresentato da un albero orizzontale in cui il livello 1 rappresenta la prima fase decisionale, in cui si riducono le alternative disponibili. Il livello 2 parte dalle alternative scelte e le riduce con nuove scelte. Il livello 3 giunge alla decisione finale, quella che andrà applicata e messa a sistema. Treemap, cruscotti aziendali, mappe sistemiche, sono altri 90 strumenti di gestione a vista utili a prendere decisioni rapide ma al tempo stesso strategiche. Il cruscotto aziendale Z-View, integrabile con qualsiasi gestionale, mostra la situazione con vari strumenti di gestione a vista, dalla tabella in alto a sinistra fino alla treemap in basso a destra. La mappa che segue descrive le fasi in cui sviluppare le proprie decisioni. 91 Un tipo di mappa molto utile per prendere decisioni è il diagramma di Pareto, basato sulla teoria del famoso economista ottocentesco secondo cui in un sistema chiuso il 20% 92 degli elementi produce l‟80% degli effetti, e viceversa. La teoria, altrimenti detta dell‟80/20, si applica a qualsiasi sistema, dalla distribuzione della ricchezza all‟efficienza lavorativa, dal valore di un prodotto all‟importanza di un elemento. La visione del diagramma permette a colpo d‟occhio di capire quali sono gli elementi importanti (le barre più alte o la curva che si impenna), e quindi di decidere che cosa fare (la legga di Pareto si applica anche all‟impiego del tempo: il 20% del nostro tempo produce l‟80% dei nostri output, tutto il resto se non è perdita di tempo ci si avvicina. Project management Per gestire i progetti si usano tutti i tipi di mappe e grafici. Alcuni programmi professionali come MindView 4 Business permettono di buttar giù i primi blocchi di progetto con una mappa mentale, 93 esportare la mappa in MS Project per fare una wbs dettagliata, oppure fare la wbs ancora come mappa, schedularla e trasferirla su un diagramma di Gantt. Sono ambienti completi di gestione di progetti, girano sia su Mac che su Windows e si interfacciano con il pacchetto Office. Programmi come Freeplane sono un po‟ meno performanti, ma hanno il pregio di essere gratuiti. Tutte le persone impegnate in un progetto, osservandone la mappa mentale possono vedere contemporaneamente le attività in cui sono direttamente coinvolte e quelle portate avanti simultaneamente dai propri colleghi, il tutto mantenendo sempre una visione globale dell‟intero processo a cui si sta prendendo parte, e delle dipendenze gerarchiche delle varie fasi progettuali. Nel project management le mappe mentali sono utili prima che sia stata fatta la wbs (work breakdown structure), ossia l‟operazione con cui si suddivide il progetto in blocchi a loro volta divisi in fasi di attività sempre più dettagliate, proprio per strutturare in modo gerarchico tutto quello che c‟è da fare. Quindi, se partiamo da zero, faremo una mappa mentale con una prima strutturazione degli elementi progettuali, quindi passeremo ad un outline per definire meglio le varie fasi della wbs, infine passeremo ad un diagramma di Gantt con la pianificazione temporale delle attività. Seguono due mappe che possono servire da guida per chi voglia fare le prime mappe di un nuovo progetto, partendo dal percorso progettuale e continuando con gli elementi da gestire. 94 Qualità Il Total Quality Management ricorre a diverse rappresentazioni grafiche come mappe, diagrammi e grafici, che permettono di visualizzare caratteristiche, dati, scostamenti, miglioramenti di prodotti, processi e prestazioni. Il modello ricorsivo detto PDCA o ruota di Deming, usato per i processi di miglioramento continuo, noti anche come kaizen, può essere rappresentato come una mappa mentale a quattro rami, che può fare da guida visiva al processo da seguire. 95 Knowledge management La gestione di contenuti in una organizzazione, dai database alle intranet, con i sistemi di classificazione e di storage and retrieval, può essere visualizzata con mappe mentali, da usare come orientamento o come vera e propria interfaccia di navigazione per la condivisione di menu, link, allegati. Un tipo di mappa usata nel knowledge management, per esempio come interfaccia intranet, è ad anelli concentrici, dove le zone centrali rappresentano i primi livelli di conoscenza, o i contenitori più importanti, o il core business. Gli anelli man mano più periferici contengono link ad elementi più specifici, fino all‟anello più largo che contiene elementi che costituiscono output destinati agli utilizzatori finali. Ecco un esempio: 96 Comunicazione Il famoso modello delle 5 W, che fin dal 1936 è alla base del giornalismo di scuola anglosassone, ed è poi diventato un pilastro della comunicazione, per quanto riguarda la comunicazione d‟impresa può costituire una buona mappa che un account executive può tenere presente quando intervista il cliente per raccogliere il briefing del progetto di comunicazione da realizzare. Si possono aggiungere altre domande in base alle caratteristiche del cliente, del prodotto, del piano di comunicazione. Ma se all‟inizio di un progetto si dispone di un documento che contiene le risposte a queste domande, si tratta già di un buon briefing da cui partire. La mappa può essere condivisa da tutti i partecipanti al progetto, e può servire come termine di paragone del debriefing che si fa al termine di ogni fase del progetto o dell‟intero progetto. La mappa iniziale del briefing è stata modificata dal cliente nel corso del progetto? La mappa finale del progetto rispetta il briefing iniziale? Se non lo rispetta c‟è stato qualche errore? Tutto il processo di un piano di comunicazione può essere strutturato in una mappa da sviluppare in mappe successive che visualizzano i vari settori del piano. Oppure si può sintetizzare in una mappa il complesso e sofisticato processo di gestione degli stakeholder in un piano di relazioni pubbliche, il cosiddetto Gorel, teorizzato, usato e 97 insegnato da Tony Muzi Falconi fin dalla seconda metà degli anni Ottanta, e che ha perfezionato alla luce dei più recenti cambiamenti della società “liquida” e interconnessa. 98 Marketing A monte di un piano di marketing – ma anche di qualsiasi altro progetto – è molto utile l‟analisi del prodotto o della situazione. Uno strumento usato fin dagli anni ‟70 del secolo scorso è l‟Analisi SWOT, che può essere ben strutturata e visualizzata con una mappa a quattro rami, con cui la valutazione viene fatta da quattro punti di vista diversi: punti forti da valorizzare e comunicare, punti deboli da migliorare, opportunità da cogliere, minacce da evitare o da contenere. Lavoro a distanza e intranet I gruppi di lavoro virtuali che fanno parte di una singola azienda o di un pool di aziende trovano nelle mappe efficaci strumenti per condividere informazioni e progetti. Mappe da pubblicare o condividere in ambienti eterogenei devono essere esportate in formati di file leggibili da qualsiasi sistema, come jpg, pdf, rtf. Queste mappe non possono essere modificate da chi le legge e vuole lavorare sulla stessa mappa. Invece un gruppo di lavoro ristretto può adottare lo stesso software per fare mappe, o addirittura lo stesso sistema di cloud 99 computing, con cui le mappe possono essere create, modificate da tutti gli autorizzati, consultate in tempo reale e in differita. Nel web si trovano vari servizi di deposito e condivisione di mappe e grafici. Sistemi privati più protetti possono essere installati nelle intranet aziendali. Creatività, brainstorming La struttura radiale delle mappe mentali le rende adatte a sviluppare idee, dalle deduzioni logiche ai salti “laterali” più o meno fantasiosi. Tracciare un ramo con la matita, o attivarlo con un clic, è di per se uno stimolo a sviluppare un concetto, ad attivare un nuovo flusso di idee e associazioni. Provare a mettere insieme cose diverse, o a separare cose simili, è un processo tipico del pensiero creativo. In un brainstorming una mappa mentale vuota con punti interrogativi al posto dei nodi spinge i partecipanti a riempirla e svilupparla con le loro proposte. La forma stessa della mappa mentale rappresenta bene la fase divergente del brainstorming, dove da un tema partono idee in tutta libertà. 100 Per la fase convergente che si tiene dopo quella divergente, e che serve per estrarre l‟idea vincente dal mucchio delle idee accumulate nella prima fase, si può usare uno schema ad albero, che dalle idee diverse crea blocchi e rami sempre più grossi, fino ad arrivare al tronco, e quindi all‟idea da trasformare in un vero e proprio progetto. Riunioni e presentazioni Quando partecipiamo ad una riunione o ascoltiamo una relazione, se prendiamo appunti con una mappa invece che con testi discorsivi scarabocchiati mentre si parla, riusciamo a visualizzare subito in modo strutturato ciò che si sta discutendo nella riunione. Ogni partecipante può prendere appunti per sé, oppure ci può essere un “segretario” della riunione che prende appunti da riorganizzare e condividere con tutti quelli che sono interessati ai temi discussi nella riunione. 101 Una buona idea è proiettare la mappa della riunione in modo che tutti i partecipanti vedano che cosa succede, come i vari argomenti si sviluppano e si ramificano, quali temi si stanno sviscerando e quali tralasciando. Una mappa mentale che mostra man mano gli argomenti della riunione aiuta i partecipanti a restare focalizzati sui singoli temi via via trattati. La costante visione di tutti i temi all‟ordine del giorno agevola inoltre una gestione migliore dei tempi con conseguente soddisfazione generale dei partecipanti. Le mappe possono essere usate anche come supporto visivo per chi parla in pubblico. I programmi per mappe esportano la mappa in una presentazione in cui i vari rami e nodi diventano una serie di slide. Prezi è un programma fatto proprio per mappare il proprio discorso e presentarlo in forma dinamica come se si navigasse su una grande unica mappa. Il vantaggio principale di una mappa è mostrare molte informazioni in un foglio solo, ed è molto utile per chi deve tenere un discorso in pubblico o una presentazione. Con una mappa mentale il relatore – specialmente per relazioni lunghe e complesse - riesce a controllare con un‟occhiata a che punto si trova, quali argomenti ha già trattato e quanti ancora ne rimangono in funzione del tempo a disposizione. Tempo libero Anche nel tempo libero e nella vita privata il mapping può servire a risolvere problemi, a trovare nuove idee e nuove soluzioni, a organizzare i propri progetti e il proprio tempo, dal mettere in ordine gli armadi all‟organizzazione delle prossime vacanze. Usare le mappe nella vita quotidiana, per i propri hobbies e per tutto ciò che ci diverte e ci appassiona, permette di familiarizzarsi con la pratica del mapping, facendola diventare un modo normale di pensare, organizzare le idee, visualizzare le strutture 102 dei contenuti. Proviamo perciò a mappare una canzone, un film, i protagonisti di una soap opera, la ricetta della lasagna. Possiamo usare le mappe anche per gioco, come strumenti di brainstorming per inventare storie e produrre idee buffe e stravaganti, oppure per fare giochi di ragionamento e di memoria, o gare a chi fa la mappa più bella o più ricca, o la più demenziale (anche questo stimola la creatività). Possiamo ancora mappare la nostra rete di relazioni, parenti ed amici, contatti lavorativi. Inmaps è un programma on line che visualizza come mappa i contatti Linkedin. Questa è la mappa dei contatti di Umberto Santucci. http://inmaps.linkedinlabs.com/ 103 Come fare una mappa Scegliere lo strumento più adatto Prima di metterci a fare una mappa, dobbiamo chiederci se è proprio la mappa lo strumento giusto che ci serve nella situazione che stiamo affrontando, o se sia meglio fare un grafico, un flow chart, una torta. Possiamo rappresentare lo stesso fenomeno con tipi diversi di visualizzazione, che ne mettono in evidenza un aspetto piuttosto che un altro. Vogliamo visualizzare differenze quantitative in un momento statico? Useremo grafici a barre. Dobbiamo mostrare un trend, un processo evolutivo in un certo lasso di tempo? Useremo un grafico a curve. Ci interessano rapporti percentuali? Andrà bene un grafico a torta, dove la torta rappresenta 100, e le fette più o meno grandi mostrano le percentuali. Vogliamo far vedere le partecipazioni di una holding o l‟organizzazione gerarchica di un‟azienda? La visualizzazione più adatta è un organigramma. Abbiamo bisogno di descrivere il tipo di relazione che intercorre fra i vari elementi? Useremo una mappa concettuale. Dobbiamo visualizzare sul monitor dati quantitativi di elementi in ordine gerarchico? Lo strumento migliore è la treemap. Gli argomenti e le strutture da mostrare sono troppo numerosi e complessi? Faremo ricorso ad una mappa dinamica, che ci permetterà di mettere al centro di volta in volta un punto focale diverso intorno a cui si riorganizzano altri punti ad esso collegati. In base ai compiti da svolgere, ai problemi da risolvere, agli obiettivi da raggiungere ed agli output da produrre, si scelga lo strumento più adatto. Se abbiamo scelto di fare una mappa 104 mentale, possiamo partire direttamente dal disegno della mappa, a cui aggiungeremo i concetti man mano che ci vengono in mente, oppure elencare i temi che vogliamo trattare e i concetti relativi, e organizzare concetti e contenuti in modo gerarchico. Organizzare contenenti e contenuti Possiamo organizzare qualsiasi oggetto e contenuto mettendolo in relazione con altri oggetti o contenuti per livello gerarchico, per funzione, per somiglianze e differenze. Possiamo ricorrere alla metafora dell'armadio. Per mettere in ordine vestiti e biancheria abbiamo bisogno di un contenitore generale, che sarà il nostro armadio; Lo divideremo in settori per vestiti invernali ed estivi, cappotti, biancheria, scarpe. Suddivideremo i settori in cassetti o scomparti più piccoli; per esempio nel settore della biancheria dedicheremo un cassetto alle calze, uno all'intimo, uno alle camicie, uno alle magliette. Come si vede, una struttura ordinata consiste in un insieme gerarchico di contenitori e contenuti. I contenitori sono detti « genitori » (parents), i subcontenitori o i contenuti sono detti « figli » (children), subcontenitori e contenuti di pari livello sono detti « fratelli » (siblings). Anche se buttiamo giù i concetti man mano che ci vengono in mente, subito dopo dobbiamo organizzarli mettendo i figli in relazione con i propri genitori, e tutti i fratelli in relazione con lo stesso genitore. Tornando all‟esempio che abbiamo fatto nella sezione precedente, il concetto CAVALLO è figlio del concetto EQUINI . I concetti ASINO e ZEBRA sono fratelli del concetto CAVALLO e figli del concetto EQUINI. I concetti BAIO, ROANO, MORELLO, sono fratelli fra loro e figli del concetto CAVALLO. Ecco la mappa che ne deriva, e il relativo outline . 105 mappa EQUINI CAVALLO baio roano morello ASINO ZEBRA outline La stessa organizzazione gerarchica viene fatta con cartelle e file in un hard disk o in un data base, o per la struttura ipertestuale di un sito web. Estrarre parole chiave Una mappa è efficace se è possibile leggerla e capirla a colpo d'occhio, quindi i testi vanno ridotti a semplici titoli o parole chiave (tag), evitando periodi discorsivi. 106 Anche in una mappa stradale servono solo i nomi di strade e piazze, non la descrizione di luoghi e monumenti, che più agevolmente si leggerà in una guida turistica. Un buon esercizio consiste nel partire da un testo discorsivo e sottolinearne ed estrarne solo i concetti chiave. Ecco ad esempio le parole chiave di tutto questo paragrafo : lettura immediata, parole chiave, tag, no testi discorsivi. In ogni nodo o ramo della mappa va messo un solo concetto. Se dobbiamo scrivere più concetti, disponiamoli su altrettanti rami. La frase « il magazzino dispone di accessori e ricambi, fra cui pezzi originali e compatibili » diventa: Attenzione : le mappe mentali usano solo concetti disposti sui relativi rami, e strutturati in modo gerarchico, dal generale al particolare. Nelle mappe concettuali i concetti si scrivono nei nodi della rete concettuale, collegati da relazioni descritte sempre per parole chiave. Le relazioni possono essere gerarchiche o paritarie, collegando concetti diversi e non necessariamente dipendenti l'uno dall'altro. 107 108 Colori e immagini Le mappe sono strumenti visivi, per cui al linguaggio razionale e verbale di concetti, relazioni, gerarchie, reti, nodi, collegamenti, va aggiunto il linguaggio visivo di colori, immagini, forme, icone, simboli. Questa é una mappa che parla solo alla ragione, senza nulla concedere all'immagine : Una mappa del genere fa capire con chiarezza la struttura logica dei contenuti, che però non si distinguono l'uno dall'altro a colpo d'occhio, ma solo dopo una attenta lettura. Tonyn Buzan raccomanda l'uso di colori ed immagini perché ritiene che le potenzialità del pensiero radiante e analogico ne siano sviluppate meglio, e perché il lavorìo creativo e ludico che si fa per inventare visualizzazioni, disegnarle e colorarle favorisce la comprensione e la memorizzazione. Seguendo la tecnica di Buzan i concetti si attribuiscono ai rami, come si nota nelle due mappe che seguono. La prima è una mappa eccessivamente colorata, che senza dubbio seduce con il suo aspetto ma rischia di confondere le idee invece di chiarirle. 109 E' preferibile una soluzione intermedia come questa : 110 Anche quando si fa una mappa prevalentemente verbale, si può aggiungere qua e là qualche icona o simboletto visivo . Ovviamente avremo cura di scegliere immagini pertinenti ai concetti: il nostro scopo è rinforzare con l‟immagine il significato dei testi e viceversa, non inserire immagini carine ma fine a se stesse. I software di mapping più usati hanno un repertorio di immagini e simboli grafici da inserire nelle mappe, ma permettono anche di importare e inserire qualsiasi altra immagine. Poiché le immagini sono complementi visivi dei concetti espressi nei rami, devono essere abbastanza piccole. Di conseguenza devono essere piuttosto semplici, altrimenti non si capisce nulla. 111 Un‟immagine troppo complicata, con elementi minuti e non decifrabili, con la figura che si confonde con il fondo, non è adatta alle piccole dimensioni per una mappa. Dalla stessa immagine si può trarre un particolare significativo che la rende riconoscibile anche in dimensioni ridotte. Se vogliamo raggruppare ed evidenziare un insieme di concetti, possiamo contornarlo con nuvole colorate che a colpo d'occhio mostrano i gruppi più importanti. 112 Nella scelta dei colori bisogna fare attenzione che siano differenti dal fondo per non comprometterne la leggibilità. Anche le scritte devono essere leggibili. Se sono troppo piccole, e la mappa diventa troppo complessa, è meglio fare una mappa principale e altre mappe da essa derivate, in cui i rami della prima mappa diventano il centro focale delle mappe successive. Come si vede in questo esempio, a meno di farne un poster di grandi dimensioni, la mappa diventa illeggibile per la sua complessità, i colori non contrastati, l'eccesso di scritte. Come scegliere i colori? Preferire l'aspetto emotivo e decorativo, o quello comunicativo? Dipende molto dall'uso della mappa. Se serve solo a noi, per comprendere e memorizzare un testo o per prendere appunti a nostro uso e consumo, possiamo usare colori, 113 scritte, immagini come vogliamo e come pensiamo che ci siano più utili. Se invece dobbiamo fare mappe che devono essere fruite da altri è preferibile usare gli elementi visivi in modo funzionale alla comunicazione: elementi dello stesso genere con lo stesso colore, lo stesso carattere, le stesse icone. Anche le immagini possono essere usate con fini puramente decorativi (ma in genere non è una buona idea...) o in modo pertinente ai contenuti, per visualizzarli e creare sinergia fra le due parti del cervello. Link I numerosi software per fare mappe mentali col computer permettono di assegnare ad ogni nodo un link ipertestuale, che rimanda a documenti allegati alla mappa, ad altre mappe, a pagine e siti web. Specialmente nel lavoro di gruppo in rete, una mappa mentale ipertestuale diventa un vero e proprio cruscotto di navigazione orientata e condivisa, dove tutti i membri del gruppo possono accedere alle stesse risorse ipertestuali, locali e remote, con grande risparmio di tempo. L'uso dei link ipertestuali aiuta a inserire nella mappa solo le informazioni essenziali, senza appesantirla troppo. Per far funzionare una mappa ipertestuale occorre che tutti i link abbiano percorsi giusti e aggiornati, quindi tutti i documenti locali (testi ; fogli elettronici, presentazioni in slide, video, pdf, ecc.) vanno inseriti nella stessa cartella della mappa. Condividere le mappe Se vogliamo condividere una mappa fatta a mano su carta, dobbiamo acquisirla con uno scanner come immagine bitmap. Se invece abbiamo usato un software per fare mappe elettroniche, abbiamo diverse possibilità . Innanzitutto chiediamoci se chi riceve la nostra mappa deve 114 modificarla o solo leggerla. Nel primo caso dobbiamo accertarci che disponga dello stesso programma con cui abbiamo fatto la mappa, e che sappia usarlo per poter modificare la mappa condivisa. Se invece il destinatario deve solo prendere visione della mappa, o inserirla in un documento senza modificarla, possiamo esportare la mappa da condividere scegliendo fra i diversi formati che i programmi più usati mettono a disposizione. La mappa può essere esportata come testo, come pagina web, come immagine. L'esportazione come testo trasforma la mappa in un outline o testo strutturato per livelli gerarchici . Il testo conserva attivi i link ipertestuali, e può essere elaborato con un programma di scrittura come Word o il text editor di Open Office. Si perde l'aspetto visivo della mappa, ma si conquista la possibilità di scrivere testi lunghi, utile se il risultato finale deve essere una relazione, un libro, un articolo di parecchie pagine. L'esportazione in html trasforma la mappa in una pagina web, adatta ad essere gestita con qualsiasi browser anche su dispositivi mobili. I link sono attivi, quindi questo formato sarà preferibile se la mappa è correlata con altre mappe, documenti vari, pagine web, o se la mappa va condivisa su una intranet. Se la mappa non deve essere modificata, ma solo allegata ad email, pubblicata in altri documenti, stampata in grande formato per essere esposta da qualche parte, o infine proiettata in aula o in riunione, può essere esportata come immagine bitmap o pdf. Le immagini bitmap si leggono con lettori di immagini che ormai sono installati su qualsiasi computer, e comunque i formati più usati sono il jpg e il png. Il pdf è una pagina leggibile con il lettore Adobe che si scarica dal web, o anche con le ultime versioni di word processor e programmi di editing. 115 In base all'uso che si deve fare, la mappa va esportata a risoluzione più o meno alta. Se va vista sul monitor può essere piccola, con una risoluzione dai 72 ai 96 dpi (punti per pollice). Se invece va stampata su A4, A3 o formati più grandi, deve avere una risoluzione di non meno di 300 dpi. Alcuni software esportano le mappe anche come presentazioni Power Point. Mindmanager e Mindview sono del tutto integrati con l'ambiente Office, quindi importano un outline Word e lo trasforma automaticamente in una mappa, ed esportano una mappa direttamente in un outline Word; oppure possono esportare una mappa in MS Project come diagramma di Gantt. Altri software possono fare la stessa cosa ma con qualche passaggio in più. Mappe dinamiche e ipermappe Le tecnologie informatiche e il web trasformano una semplice mappa statica, come un disegno o una stampa su carta o un file bitmap o pdf non modificabile, in un oggetto multimediale capace di aggiornarsi in base ai dati che riceve, trasformarsi in funzione del punto di osservazione, collegarsi con altri oggetti, da file locali a pagine web. In tal senso, anche se nel linguaggio comune parliamo sempre di mappe, si tratta piuttosto di mappe dinamiche, mappe multimediali, ipermappe. Se dobbiamo “fotografare” una situazione in un certo momento e in certe condizioni, basta una mappa statica. Se invece il territorio da mappare è troppo vasto e complesso per racchiuderlo nel colpo d‟occhio sufficiente a leggere una mappa statica, dobbiamo ricorrere ad una mappa dinamica, tale da riorganizzarsi in base al nodo che clicchiamo. Cio‟ significa che in ogni caso la mappa che si mostra sul monitor deve essere abbastanza semplice e sintetica da poter essere compresa e letta nel suo insieme. Tutto il resto va messo da 116 parte e richiamato con link che si trovano sui nodi della mappa principale. In tal modo l‟ipermappa è un‟interfaccia di navigazione su un territorio fatto di altre mappe, immagini, video, musica, animazioni, pagine e siti web, blog, testi, in poche parole a tutto quello che è digitalizzabile e accessibile attraverso un computer o un dispositivo mobile. Ne deriva che la cosa principale, lavorando con le ipermappe, è definire bene che cosa va in una mappa e che cosa va in altre risorse multimediali, allo stesso modo in cui in un sito web bisogna decidere che cosa va nell‟home page e che cosa in tutto il resto del sito e di siti collegati. Se dobbiamo condividere un‟ipermappa, dobbiamo assicurarci che chi la riceve abbia lo stesso software con cui l‟abbiamo realizzata, altrimenti i link non funzionano. Dobbiamo ancora mettere in una cartella tutti i file locali a cui la mappa è collegata, altrimenti i link non trovano i media a cui sono collegati. Il problema non sussiste se si lavora in ambienti intranet e cloud, perché in questo caso tutte le risorse, dalle mappe ai programmi applicativi, sono salvate in un server a cui possono accedere tutti gli autorizzati. Materiali Le mappe fatte a mano possono esser fatte con qualsiasi cosa e su qualsiasi supporto. Più spesso sono fatte su carta, a matita, a penna, con pennarelli. Le mappe fatte come schizzi e appunti, per noi stessi o in una riunione informale, possiamo farle con quello che abbiamo sotto mano, anche se netbook e pad permettono di fare al volo mappe con un software scaricabile dal market virtuale. Quando andiamo in cerca di un‟idea o dobbiamo cominciare a buttar giù le prime note di un testo o di un progetto, possiamo schizzare una mappa con la matita, che ci permette di cancellare e riscrivere, rendendo la mappa flessibile e capace di seguire lo sviluppo del nostro pensiero. 117 Le mappe mentali fatte secondo i consigli di Tony Buzan devono essere colorate e i concetti visualizzati con disegni. Al proposito possiamo usare matite colorate, pennarelli e acquerelli, come più ci piace, e anche mischiare tutte le tecniche, perché la mappa non è e non deve essere un‟opera d‟arte, ma solo uno strumento, un espediente per farci comprendere e ricordare meglio ciò che stiamo studiando o pensando. Il lavoro che facciamo per scegliere i colori e disegnare attiva le nostre intelligenze diverse e ci fa ricordare meglio ciò che stiamo mappando. Il divertimento che proviamo nel disegnare la mappa, serve anch‟esso a legare il lavoro mentale a qualcosa di piacevole, e quindi a rendere l‟apprendimento più profondo. Software Quali programmi usare per fare mappe mentali al computer? Per poter scegliere il programma più adatto alle nostre esigenze, dobbiamo prima definire ciò che vogliamo fare. Prima di tutto dobbiamo decidere se vogliamo un programma gratuito o a pagamento. Alcuni programmi come Free Mind sono gratuiti e open source, altri, come XMind, hanno una versione light gratuita, e una versione pro a pagamento che fa alcune cose in più. Quindi possiamo scaricare e provare la versione gratuita, e se proprio ci servono quelle prestazioni in più, ordineremo la versione premium. Programmi a pagamento come Mindmanager e MindView si interfacciano meglio con i programmi Microsoft, quindi li preferiremo se le nostre mappe devono diventare outline Word o Gantt MSProject o grafici Visio. Un altro criterio è se pensiamo di fare soprattutto mappe mentali o mappe concettuali. Nel primo caso useremo Xmind o Mindmanager, nel secondo CMaps o Xmind, che è in grado di fare anche organigrammi, fishbone, diagrammi ad albero. Se vogliamo fare grafici di vario genere, useremo Visio o Dia 118 (l‟equivalente gratuito), che fanno diagrammi a barre, a torta, a curve, matrici SWOT, fishbone, diagrammi finanziari, carte topografiche, mappe mentali (ma è meglio evitare, perché il procedimento è molto tortuoso). Programmi per mappe dinamiche sono Brain e Cayra. VUE è un programma che permette di fare mappe con più nodi centrali e rami a linee, a frecce, con la possibilità di descrivere o meno la relazione. 119 Imindmaps è un programma che fa mappe mentali con i concetti scritti sui rami, secondo le prescrizioni di Buzan, come si vede nell‟immagine della versione Itune del programma. Per dispositivi mobili, sia in ambiente Android che Ipad, dalla categoria “Produttività” si può scaricare una versione gratuita di Mindjet. Con un minimo di pratica per apprendere le simbologie delle icone e dei comandi gestuali si possono fare mappe mentali corredate di note, immagini e link, salvarle e condividerle. La versatilità delle tavolette, e l‟uso amichevole e immediato del touch screen, aprono nuove possibilità al mapping, perché è come se avessimo un taccuino sempre a disposizione con cui possiamo mappare tutto quello che ascoltiamo o vediamo, aggiungendo però tutte le possibilità ipertestuali e multimediali del mezzo elettronico. Se invece di programmi da installare nel nostro computer vogliamo programmi da usare a distanza, possiamo iscriverci a siti cloud come Mindomo, Mindmeister, Mind42 e altri. Per grafici di tutti i tipi si usano Dia (gratuito) e Visio (a pagamento), praticamente simili. 120 Tuttavia, poiché il software libero e a pagamento disponibile in rete si aggiorna e cambia continuamente, è sempre meglio fare ricerche nuove con parole chiave come “programmi per mappe mentali” “software per mappe concettuali”, ecc. Teniamo conto del fatto che non sempre le pagine web sono aggiornate, quindi i link vanno verificati perché potrebbero non essere più attuali. In genere anche i programmi a pagamento hanno versioni demo che si possono scaricare e provare gratuitamente per un certo periodo di tempo. 121 Come NON fare una mappa Spesso, invece di pensare a come vanno fatte le cose, è più utile osservare come non vanno fatte. Si sapeva fin dai tempi di Mosé, che nel suo decalogo dice: non uccidere, non rubare, non dire il falso. Anche la saggezza taoista dice “se vuoi addrizzare una cosa, devi prima imparare come storcerla di più”. Ecco dunque alcune cose da evitare, o comunque da maneggiare con cautela. Colori I colori non servono solo a decorare la mappa e a renderla più attraente, ma devono rendere ben leggibili i testi dei concetti e le linee di collegamento. Nell'esempio, i nodi di destra sono leggibili ; a sinistra invece i colori di scritte e rami si confondono col fondo e compromettono la leggibilità dei testi e dei collegamenti. Il contrasto migliore ai fini della leggibilità è la scritta nera su fondo bianco, che infatti è usata nella maggior parte dei libri, 122 giornali, testi da leggere. Tuttavia il colore genera un elemento di diversità e richiama l'attenzione. Però bisogna sempre fare attenzione al contrasto fra colore e fondo, perché il colore rispetto al bianco nero può rendere meno evidente un testo invece di valorizzarlo. Occorre fare attenzione all'uso del fondo nero. Se si vuol mettere in evidenza una parola deve essere più chiara, non più scura delle altre parole, come si vede nell'esempio seguente: Possiamo scegliere se colorare i rami, le scritte, le linee di relazione. Possiamo decidere se mettere un fondo o lasciare il fondo bianco, se contornare i nodi con box di vari colori. Ricordiamo che la maggiore leggibilità si ottiene con la maggiore semplicità, quindi facciamo attenzione a fondi troppo decorati. 123 Testi dei nodi Troppo testo appesantisce i rami, come si vede in questa mappa. Ricordiamo sempre che una mappa va « vista » più che « letta ». Tutte le cose da leggere vanno messe su documenti a parte linkati con la mappa. I periodi discorsivi vanno scomposti in parole chiave, e ogni parola va messa in un ramo o in un nodo. Se c‟è da gestire molto testo, è meglio fare una mappa di orientamento dei soli capitoli, e strutturare tutto il resto con un outliner. Ramificazioni La mappa è un riduttore di complessità. Per cui non deve essere più complicata di ciò che deve rappresentare. Ecco due esempi di mappe in cui è stato usato un criterio opposto di ramificazione: troppi rami o troppo pochi. 124 La mappa è di difficile lettura perché mostra troppi rami e troppi elementi. Si colgono solo i rami a scapito dei testi. La mappa è troppo scarna. Una mappa è un riduttore di complessità, un semplificatore, non un banalizzatore. Se l'argomento non è sufficientemente ricco e articolato probabilmente non serve nemmeno la mappa. 125 Questa mappa è allegra e vivace, ma è come un salotto dove tutti parlano insieme e non si capisce niente. Mancano i rami e la gerarchizzazione dei concetti, per cui ne deriva una certa confusione visiva. Naturalmente non bisogna prendere troppo sul serio queste considerazioni, perché la mappa deve servire a studiare un testo, a sviluppare un argomento, a visualizzare una complessità, a imparare e ricordare qualcosa. Se realizza una di queste esigenze, comunque sia stata fatta, va bene. Altrimenti è meglio cambiare. Relazioni Le relazioni fra elementi di una mappa che appartengono a rami diversi si visualizzano con linee che li congiungono. In alcuni casi sono utili, ma se diventano troppe compromettono la comprensione delle dipendenze gerarchiche dei concetti ; nel 126 nostro esempio i nodi sono pochi, ma le relazioni sono tante e piuttosto intricate: nel groviglio è difficile orientarsi. Mappe di qualità Il criterio generale per valutare la qualità di una mappa consiste nel tenere presente che la mappa non è un'opera d'arte, ma uno strumento di visualizzazione e di sintesi. Riesce a sintetizzare gli argomenti trattati in una visione unica? Mostra con chiarezza concetti e collegamenti? Non è troppo difficile da decifrare? Serve solo a me? In questo caso la posso fare come voglio. Deve essere condivisa con altri? Devo farla e modificarla secondo criteri condivisi dal gruppo di lavoro. Deve essere pubblicata? 127 Devo rispettare standard di qualità della pubblicazione, come il formato, la risoluzione, la leggibilità. La qualità di una mappa corrisponde alla qualità di qualsiasi oggetto di design: se è facile da usare, è anche bello a vedersi. Al proposito Guastavigna si poneva il problema di come valutare la bontà di una mappa in ambito scolastico, e per estensione in tutti gli altri campi. Io penso che non serva tanto valutare la mappa, quanto i risultati che si conseguono attraverso la mappa. Ossia, se la mappa serve a comprendere un canto della Divina Commedia o una relazione tecnica su un nuovo prodotto, quello che conta è quanto abbiamo capito e riusciamo a ricordare e ad esprimere in merito. Comunque si può valutare se i concetti sono ben strutturati nelle gerarchie, se le relazioni sono plausibili, se a parità di argomento e di situazione una manna è più ricca ma al tempo stesso più chiara di un‟altra. E‟ interessante infine confrontare le mappe a livelli diversi di apprendimento, per rendersi conto dello sviluppo e delle modifiche della mappa cognitiva sottostante. 128 Approfondimenti Il gioco Molti giochi da tavolo si basano sui tavolieri, mappe di vario genere che rappresentano il terreno di gioco. Le mappe vanno da vere e proprie carte geografiche, come il planisfero di Risiko, ad astrazioni come la scacchiera che simboleggia il campo di battaglia con un quadrato magico di 64 caselle bianche e nere, su cui ci si sposta secondo mosse codificate. 129 Un classico gioco basato su una mappa di percorso sequenziale è il gioco dell‟oca con tutti i suoi derivati, fra cui uno dei più famosi è Monopoli. I giochi di percorso simboleggiano il cammino iniziatico che si fa per raggiungere la saggezza. Uno dei più antichi è il labirinto, i più moderni sono gli adventure games che, vestiti di tridimensionalità ed effetti speciali, altro non sono che il cammino dell‟eroe tra mille difficoltà. Il gioco della bottiglia, o se si vuole la roulette, divide il terreno – in genere circolare – in settori associati a numeri, colori, eventi diversi, persone. La struttura del tavoliere radiale o a stella si trova a Creta, in India e presso i Romani. 130 I giochi di tavoliere sono molto antichi, come ci mostra questo gioco cretese di 4.000 anni fa, dalla struttura piuttosto complessa, curiosamente simile al tavoliere di un moderno flipper. Il gioco del mulino, detto anche tris o filetto, è antichissimo e diffuso in tutto il mondo, e consiste in una mappa basata sui simboli magici del “centro sacro” e della “triplice cinta”. Il gioco si 131 trova spesso inciso su pietre stradali, gradini, chiese, mura, a testimoniare la sua diffusione popolare. L’arte L‟occhio dell‟artista vede cose che i comuni mortali non vedono ancora. Se gli architetti basano tutto il loro lavoro sulle mappe, la pittura ha spesso rappresentato percorsi magici, mitici o mistici, mappe terrestri, celesti e immaginarie come mandala e zodiaci, tanto tempo prima che i computer tracciassero le strutture a cui oggi siamo abituati. 132 Il mandala tibetano è una vera e propria mappa di meditazione, a struttura radiale e simmetrica, in cui ci si perde vagando dalla periferia al centro, dal superficiale al profondo. Altre mappe per la fantasia sono le pitture degli aborigeni australiani, da percorrere con lo sguardo per raccontare storie e cantare: i canti sono mappe sonore e verbali con cui quei popoli trovano le strade quando viaggiano. 133 Leonardo ha disegnato una bella mappa della Val di chiana nel 1504, come studio di ingegneria idraulica sulle strutture ad albero dei bacini fluviali. Ancora Arezzo e la Val di Chiana sono rappresentati in questa bella mappa a vol d‟uccello, disegnata da Leonardo nel 1502, dove la mano del pittore prende il sopravvento sull‟oc-chio dell‟ingegnere. Nei nostri tempi l‟arte astratta ha spesso creato immagini che potremmo interpretare come mappe immaginarie. In tal senso le 134 stilizzazioni ortogonali di Mondrian potrebbero essere antenate delle treemap, anche se l‟artista si ispirava ai polder olandesi. Mappe di luoghi inesistenti, da percorrere con la fantasia, sono i quadri di Kandinskij, Mirò, Pollock. Rappresentano, al di là delle intenzioni degli autori, la complessità del mondo moderno, delle reti, del traffico cittadino, della microbiologia, dell‟intelligenza connettiva globalizzata (nell‟ordine, Kandinskij, Mirò, Pollock). 135 Mappe e carte geografiche e topografiche sono i temi ispiratori e i soggetti dei quadri di Paula Scher. 136 Letture Alberto Scocco, Costruire mappe per rappresentare e organizzare il proprio pensiero. Strumenti fondamentali per professionisti, docenti e studenti, Franco Angeli, 2011. E‟ il manuale italiano più completo sulle mappe mentali e affini, scritto da un pioniere ed “evangelista” del mapping. Tony Buzan, Usiamo la testa, Sperling & Kupfer, 2011; Tony e Barry Buzan, Mappe Mentali, NLP Italy, 2008. Sono due classici del creatore delle mappe mentali, fondamentali per chi voglia approfondire il metodo. Joseph Novak e Bob Gowin, Imparando a imparare, Torino, S.E.I., 1989; J. D. Novak, L'apprendimento significativo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2001. Altri due classici del creatore delle mappe concettuali, strumenti chiave per passare dall‟apprendimento mnemonico all‟apprendimento significativo e personalizzato. M. Gineprini, M. Guastavigna, Mappe per capire. Capire per mappe, Carocci, Roma, 2004; M. Guastavigna, GraficaMente, Carocci, Roma, 2008. Marco Guastavigna è un pioniere nell‟introdurre le nuove tecnologie a scuola, e attento teorizzatore del mapping e della visualizzazione didattica. A. Giglioli, G. Collinassi, Le mappe per apprendere - Come rappresentare il pensiero, Luca Sossella Editore, Bologna, 2011. Il libro più recente sulle mappe e la scuola. Carlo Scataglini, Flavio Fogarolo, Ipermappe. Studiare e imparare con mappe e schemi multimediali, con CD-ROM, Centro Studi Erickson, 2011. Un ambiente di studio integrato, che tiene conto anche di difficoltà come la dislessia e la disortografia. Tony Buzan, Le mappe mentali e le relazioni personali , Frassinelli, 2008. Usare le mappe per le proprie relazioni, dalla cerchia di parenti e amici alle relazioni di lavoro e ai social network. 137 Eric De La Parra Paz, Maria del Carmen Madero Vega, L'eccezionale Tecnica degli Schemi Mentali: il sistema per stimolare la creatività, alimentare la memoria e migliorare l'apprendimento, Essere Felici Edizioni, 2004. Turchi, Maps of the Imagination: The Writer as Cartographer, Trinity University Press, 2007. Attraverso la Peter storia delle mappe, l’autore sostiene che scrittori e cartografi usano procedimenti simili per rappresentare, includere, escludere, semplificare. Manuel Lima, Visual Complexity: Mapping Patterns of Information, Princeton Architectural Press, 2011. 100 esempi di visualizzazione per evidenziare strutture e relazioni significative di insiemi complessi, dai social network alle strutture cellulari. Stephen Few, Show Me the Numbers: Designing Tables and Graphs to Enlighten, Analytics Press, 2004. Come fornire ad analisti, tecnici, manager, grafici e tabelle che presentino i dati in modo affidabile e attraente per facilitarli nel prendere decisioni. Stephen Few, Now You See It: Simple Visualization Techniques for Quantitative Analysis, Analytics Press, 2009. Edward R. Tufte, The Visual Display of Quantitative Information, Graphics Press, 2001. Edward R. Tufte, Beautiful evidence, Graphics Press, 2006. Le grandi idée hanno bisogno di grandi presentazioni. Daniel Kahneman, Thinking, Fast and Slow, Farrar, Straus and Giroux, 2011. Il pensiero veloce è intuitivo, emotivo, visivo. Il pensiero lento è riflessivo, logico, deliberativo. Anthony Grafton, Daniel Rosenberg, Cartographies of Time: A History of the Timeline, Princeton Architectural Press, 2010. La linea come rappresentazione del tempo, dagli antichi al diagramma di Gantt. 138 Jacques Bertin, Semiology of Graphics: Diagrams, Networks, Maps, 2010. Scritto nel 1965, è un classico dell‟information design, che analizza con un migliaio di mappe e diagrammi. Julie Steele, Noah Iliinsky (a cura di), Beautiful Visualization: Looking at Data through the Eyes of Experts (Theory in Practice) , O'Reilly Media, 2010. Cogliere il senso in un‟occhiata: come la visualizzazione aiuta a capire il mondo, nei campi più svariati. Nathan Yau, Visualize This: The FlowingData Guide to Design, Visualization, and Statistics, Wiley, 2011. Tutorial che con tavole a colori insegna a raccontare storie attraverso la visualizzazione di dati. Risorse web http://www.umbertosantucci.it – il sito dell‟autore, dove si parla di gestione a vista e di mapping. http://mestiere.ehclients.com/uploads/files/mappementali.pdf Umberto Santucci, Mappe mentali e scrittura. - http://www.innovascuola.gov.it/Download_SCORM/mappe_modul o03.pdf - Umberto Santucci, Insegnare con le mappe mentali, Gli ebook di Garamond. I materiali del primo corso e-learning sulle mappe mentali. http://www.apogeonline.com/webzine/2010/02/10/mappementali-per-mac-le-alternative-disponibili - Umberto Santucci illustra i programmi per fare mappe col Mac. http://www.apogeonline.com/webzine/2006/05/04/23/20060504 2301 - Umberto Santucci, L'outliner e le mappe per organizzare le idee. http://www.lemappedelpensiero.it/ - Il blog del gruppo di lavoro di A. Scocco. http://www.mappementali.com 139 http://www.pavonerisorse.it/cacrt/mappe/bibliomap.htm Bibliositografia su mappe concettuali e apprendimenato a cura di Marco Guastavigna. http://www.noiosito.it articoli e materiali. - Il sito di Marco Guastavigna, ricco di http://mappementaliblog.blogspot.com - Il blog di Roberta Buzzacchino, che raccomanda di “girare il foglio da verticale ad orizzontale, passare dalla scrittura lineare a quella radiale, usare tutti i colori, liberare la creatività”. (http://www.francescofranchi.com/graphic-literature) http://lucarosati.it/blog/sinsemia http://synsemia.org/ - Articoli e un blog sulla sinsemia. http://www.comunicazione.uniroma1.it/materiali/23.10.35_PmmL PC-flavioManganello12mar09-mappe-concettuali.pdf Presentazione in slide su mappe concettuali e mentali. http://www.alessiosperlinga.it/Documenti/Mappe_mentali_in_azi enda.pdf - Un opuscolo di Alessio Sperlinga, con casi di applicazione in azienda. http://www.matteosalvo.com - Il sito di un esperto certificato dalla scuola di Buzan, per chi voglia a sua volta certificarsi come esperto di mappe mentali. http://www.mappementali.net - Un sito da cui scaricare un ebook gratuito sulle mappe mentali. http://www.mappementalitalia.it/ - un sito di avvocati in cui si possono condividere mappe, scaricando le loro e caricando le proprie. http://mindmappingsoftwareblog.com/ - Un blog in inglese sui software per mappe. 140 http://www.visualcomplexity.com/vc/ - Sito molto interessante con materiali di alta qualità sulla visualizzazione di reti complesse e altri problemi di visualizzazione di dati e informazioni. http://www.mind-mapping.co.uk/mind-maps-examples.htm Molti esempi di mappe concettuali e mentali. http://wwwcsi.unian.it/educa/mappeconc/cmapsuno.html Un buon articolo sulle mappe concettuali. http://mappio.com – Raccolta di mappe alimentata dagli utenti. http://www.scoop.it/t/p-o-c/p/518951531/the-syntax-of-a-newlanguage - Presentazioni di dati con diversi tipi di visualizzazioni: slide show, mappe, grafici, performances dal vivo. http://www.complexlab.info/Members/veletti/ambienti-complessie-visualizzazione-delleinformazioni/article_view#1328095027521811 - Un articolo di Valerio Eletti sulla visualizzazione di dati complessi. Programmi per mappe e altri tipi di visualizzazione Software gratuito XMind – http://www.xmind.net. Mappe mentali e concettuali, fishbone, organigrammi, alberi. CMaps - http://cmap.ihmc.us. Il programma concettuali sviluppato dalla scuola di Novak. per mappe FreeMind - http://freemind.sourceforge.net http://personalbrain.softonic.it – Brain, programma per mappe dinamiche. http://cayra.en.softonic.com - Cayra, un programma per mappe mentali dinamiche dalla grafica accattivante. http://web.singnet.com.sg/~axon2000/ 141 - Axon 2000, un complesso sistema di visualizzazione di processi di pensiero e di organizzazione gerarchica e creativa. http://www.softpedia.com/get/Office-tools/Other-OfficeTools/TreeMap.shtml; http://sourceforge.net/projects/tm-fileman/ - programmi di treemap. http://www.topdownload.it/Dia/download.html - Dia, programma open source per Linux e Windows, fa grafici di ogni tipo. Software a pagamento XMind Pro - http://www.xmind.net/pro/business. prestazioni in più rispetto alla versione gratuita. Alcune Mindmanager - http://www.mindjet.com MindView - http://www.matchware.com Ambedue i programmi si interfacciano con l‟ambiente MS Office, da Word a Project. Inspiration e Kidspiration - http://www.inspiration.com . Un programma versatile, pensato per le scuole, dagli allievi più grandi ai più piccini. Knowledge manager - http://www.knowledgemanager.it. Oltre al programma, un sito ricco di articoli e riflessioni sul mapping. http://www.treemap.com - treemap per analisi e presentazioni. Accetta dati da varie fonti come fogli elettronici e data base. Vari tipi di layout e scelta dei colori. Vari tipi di zoom e opzioni di presentazione. Per Windows, Mac e Linux. http://office.microsoft.com/it-it/visio - Visio è un programma per fare grafici di ogni tipo, da carte topografiche a diagrammi, swot, ecc. Tablet e smartphone Mindjet è un‟applicazione gratuita per Ipad e dispositivi che 142 usano Android. Idea Sketch per Ipad e Android, sempre gratuito, permette di fare mappe, flow chart e altri tipi di grafici, e importarli ed esportarli come outline di testo. Mappe on line http://www.mindmeister.com http://mind42.comi http://www.mindomo.com http://bubbl.us Ambienti di tipo cloud in cui elaborare e condividere mappe dovunque ci si trovi e da qualunque dispositivo collegato col web. Alcuni sono gratuiti, altri richiedono una modesta cifra mensile. Presentazioni http://prezi.com – Se siamo stanchi di presentazioni Power Point, e non siamo capaci di farne in Flash, possiamo ricorrere a questo software che anima in sequenza i rami di una grande mappa multimediale con i contenuti di tutta la nostra presentazione. Mindmanager e altri programmi esportano la mappa in Power Point. Ogni nodo di primo livello si trasforma in una slide. http://intuiface-presentation.com/ - tool per presentazioni dinamiche multimediali in touch screen, molto intuitivo e spettacolare… ma anche molto costoso! 143 Glossario Algoritmo Elenco di istruzioni non ambigue, definite con precisione, che si arrestano quando si ottiene il risultato previsto. Viene rappresentato graficamente come un diagramma di flusso. Analisi dei gruppi, v clustering Analogico, v linguaggio analogico Apprendimento significativo Si contrappone all‟apprendimento meccanico o mnemonico, e consiste nell‟arricchimento della propria mappa cognitiva. Areogramma Grafico che rappresenta i dati con aree associate a valori quantitativi. Agli aerogrammi appartengono i dagrammi a bolle, a torta e le treemap. Box plot, v. grafico a candele Boundary, v. contorno Brainstorming Scuotimento dei cervelli. Tecnica individuale o di gruppo basata sul divieto di critica per produrre idee (fase divergente) e su diagrammi di affinità e importanza per selezionare le idee utili (fase convergente). Cartogramma Carta geografica su cui sono rappresentati dati statistici del territorio a cui si riferisce la carta, con colori e simboli diversi a seconda dei valori rilevati. Catastrofe Teoria matematica di René Thom sulla discontinuità nei 144 comportamenti sistemici. I tipi di catastrofe, determinati dal numero di variabili prese in considerazione, sono visualizzati con mappe di sette tipi diversi. Child v. figlio Cloud computing, v. nuvola Cloud mapping, v. nuvola Clustering Detto anche analisi dei gruppi, si basa su tecniche di selezione e raggruppamento di elementi omogenei in un insieme di dati. Può essere esclusivo o inclusivo, partitivo, gerarchico, fuzzy. Collegamento Arco, ramo, linea di congiungimento fra due nodi di una rete, di una mappa, di un grafico. Concetto Argomento, informazione. Nelle mappe concettuali è un nodo della rete, nelle mappe mentali è un ramo, nelle ipermappe può essere un link ad altri elementi (mappe, documenti, file multimediali, pagine web). Concetto fluttuante Concetto slegato da altri, in genere per argomenti che non hanno collegamenti gerarchici o associativi con i nodi della mappa. Concetto inclusivo, v. genitore Concetto incluso, v. figlio Contorno Forma vuota o colorata con cui si racchiude visivamente un insieme di nodi e rami di una mappa che sono simili fra di loro e diversi dagli altri. 145 Cruscotto aziendale Sistema di visualizzazione dei dati di software gestionali per prendere decisioni manageriali. Riunisce in una unica schermata più strumenti di controllo, come avviene per un cruscotto di guida. Decision making Tecnica di selezione ed esclusione per ridurre il numero di soluzioni e scegliere quella più confacente. Decision taking Applicazione delle decisioni prese. Spesso si progetta, si decide e poi non si fa nulla, per cui tutto resta come prima. Dendrogramma Diagramma ad albero usato nel clustering per rappresentare processi di aggregazione e affinità. Diagramma Rappresentazione visiva di insiemi concettuali, funzioni matematiche, algoritmi, fenomeni fisici, per coglierne relazioni e strutture. Diagramma a scatole, v. grafico a candele Diagramma cartesiano Rappresentazione su un piano delimitato da due assi perpendicolari (ascisse = valori x, ordinate = valori y) di fenomeni identificati dalla coppia di valori xy. Dal grafico per cordinate cartesiane derivano molti tipi di grafici. Diagramma di affinità strumento utilizzato per organizzare e riassumere una grande mole di dati (idee, argomenti, soluzioni, problemi) in categorie logiche basate sulle loro relazioni. 146 Diagramma di Gantt Rappresentazione sinottica di attività pianificate nel tempo per gestire lo stato di avanzamento di un progetto o una programmazione periodica. Diagramma di flusso Rappresentazione grafica del flusso di algoritmi, procedure, istruzioni operative, rappresentate con simbologie convenzionali e organizzate secondo un percorso dall‟inizio alla fine della procedura. Diagramma di Pareto Diagramma a barre che mette in evidenza gli elementi rilevanti di un sistema, e si basa sulle teorie di Vilfredo Pareto secondo cui in un sistema chiuso il 20% degli elementi produce l‟80% dei risultati, il restante 80% ne produce il 20%. Digitale, v. linguaggio digitale Emisfero destro Per i destrimani è la parte del cervello preposta al linguaggio analogico, ad immagini, suoni, emozioni. Per i mancini l‟emisfero è il sinistro. Emisfero sinistro Per i destrimani è la parte del cervello preposta al linguaggio digitale, alla logica, al calcolo. Per i mancini l‟emisfero destro. Figlio Subtopic, concetto che dipende da un concetto genitore, contenuto che fa parte di un contenitore, concetto particolare che fa parte di un concetto generale. Floating topic v. concetto fluttuante Flow chart, v. diagramma di flusso 147 Fratello Concetto dello stesso livello di altri concetti, e insieme con loro dipendente da un concetto genitore. Fuzzy La logica fuzzy è una logica sfumata, sfocata, che permette di quantificare e calcolare elementi vaghi, complessi, compresi fra 0 e 1. La visualizzazione di tipo fuzzy è volutamente approssimativa, ma è l‟unico modo di rappresentare fenomeni complessi. Genitore Concetto inclusivo da cui dipendono altri concetti di livello gerarchico inferiore o che comprende, include altri concetti. Grafico Anche se nell‟uso comune non si fa distinzione fra grafico e diagramma, il grafico contiene dati quantitativi e temporali, il diagramma strutture concettuali. Una mappa concettuale è un diagramma, un diagramma cartesiano è un grafico. Grafico a bolle E‟ un grafico a dispersione che al posto dei punti colloca nella posizione xy cerchi di grandezze differenti secondo il valore di una terza variabile z. Grafico a candele Grafico finanziario che rappresenta le oscillazioni di titoli borsistici tenendo conto di quattro dati: valore di apertura, valore di chiusura, valore massimo, valore minimo dellarco di tempo considerato. Grafico a dispersione I dati sono rappresentati come punti con valore xy, che si addensano in alcune zone del grafico mostrandone la maggiore 148 rilevanza. Grafico a punto e figura (P&F) Grafico finanziario che rappresenta l‟andamento del prezzo di un titolo indipendentemente dal tempo. I simboli X e O corrispondono a sedute negative (X) o positive (O). Grafico a radar Grafico circolare che dispone punti più o meno periferici rispetto al centro, unendoli con linee. Le forme derivanti mostrano la rilevanza di alcuni elementi che si allontanano di più dal centro. Grafico cartesiano, v. diagramma cartesiano Grafico equivolume Variante del grafico a candele, questo grafico finanziario tiene in considerazione tre elementi: valore minimo, massimo, volumi di scambio. Grafico polare, v. grafico a radar Grafo Rappresentazione grafica di variazioni quantitative secondo nodi e archi che li collegano. Ai grafi appartengono le reti e le mappe. Ideogramma Rappresentazione iconica di dati, già usata nei geroglifici egiziani. Il numero di abitazioni può essere rappresentato con un grafico a barre (non iconico), oppure da casette più o meno grandi, che grazie alle icone favoriscono l‟interpretazione del grafico. Intelligenze multiple Teoria di H. Gardner secondo cui la nostra mente si compone di varie intelligenze: visiva, cinestetica, auditiva, logico-matematica, ecc. La visualizzazione dei dati si basa su questa teoria. Ipermappa 149 Mappa navigabile e “arricchita” di altre informazioni. Un esempio tipico è offerto dalle ipermappe di Google Earts e Google Maps, che associano ad un certo luogo informazioni e media di vario genere. Ipermappa mentale Mappa mentale informatica, arricchita di link e contenuti multimediali, metadati e criteri di navigazione (zoom, aprire e chiudere rami, esportazione in altri formati). Praticamente tutte le mappe informatiche possono diventare ipermappe. Iperonimo, v. genitore Iponimo, v. figlio Istogramma Grafico a barre che mostra le variazioni dei dati nel tempo o il confronto tra elementi diversi. Jump, v. fratello Knowledge management Gestione ottimale del patrimonio informativo di una organizzazione, con informazioni catalogate, raccolte e condivise. Layer map, v. mappa a strati Legge 80/20, v. diagramma di Pareto Linguaggio analogico Linguaggio basato sulla somiglianza fra segno e significato, comunica per mezzo di “analoghi”, ossia immagini, metafore, suoni, emozioni, simboli grafici, icone, segnaletica, gestualità. Linguaggio digitale Linguaggio simbolico, combinatorio, basato su numeri e lettere (alfanumerico) e su codici condivisi (lingua, simbologia). E‟ molto potente, ma bisogna conoscere il codice (alfabeto, simboli 150 matematici, idioma). Link v. collegamento Mappa a strati Carta geografica con strati sovrapposti ognuno dei quali contiene una classe di fenomeni (vegetazione, viabilità, popolazione, ecc.). Mappa cognitiva Insieme di conoscenze che abbiamo su un argomento in un certo momento. Dipende dalla conoscenza e dalla pratica che abbiamo di quell‟argomento, oltre che da nostre cognizioni generali, giudizi e pregiudizi. Le mappe cognitive influenzano scelte e comportamenti, e sono alla base dell‟apprendimento, che ha la funzione di modificarle possibilmente in meglio, e della comunicazione, che consiste nella somiglianza delle mappe cognitive dei soggetti comunicanti. Mappa collettiva, v. mappa murale Mappa concettuale Rappresentazione grafica di processi di pensiero e insiemi di informazioni, con struttura a rete, nodi concettuali collegati con link relazionali, descrizione del tipo di relazione fra un nodo e l‟altro. Mappa coropleta Carta geografica suddivisa in zone a cui sono associati valori quantitativi relativi al territorio rappresentato. Fa parte dei cartogrammi. Dal greco choros (luogo) e plesios (quantità). Mappa dinamica Mappa informatica che riorganizza i rami intorno all‟elemento di volta in volta selezionato, o che permette altre interazioni come spostamento di cursori e visioni a vari livelli di dettaglio. 151 Mappa mentale Mappa con struttura radiale con il tema al centro da cui partono rami e sottorami che collegano nodi di vari livelli gerarchici. Mappa murale Grande mappa a parete per visualizzare i lavori di una riunione o di un seminario. Mappa sistemica Rappresentazione visiva e interattiva di dinamiche di sistema, per valutare a colpo d‟occhio come le variazioni di cursori di input (variabili del sistema) muovono tutta la mappa, cioè tutto il sistema rappresentato. Metaplan Metodo tedesco di visualizzazione murale di una riunione, con uso codificato di colori e forme dei cartelli su cui si scrivono i contenuti che emergono dalla riunione. Muro nomade, v. mappa murale Nodo, v. concetto Nuvola Cloud computing: risorse informatiche (programmi e contenuti) che si trovano in un server remoto, e vengono condivise da utenti autorizzati. Cloud mapping: programmi che permettono di fare, condividere e modificare mappe direttamente in rete. Tag cloud: in una pagina web o in un blog, mappa interattiva in cui parole chiave sono disposte alla rinfusa ma di grandezza diversa a seconda delle occorrenze o dei link che ne determinano l‟importanza, e che funge da micromotore di ricerca visivo all‟interno del sito dinamico. 152 Organigramma Diagramma ad albero che rappresenta una struttura gerarchica come il personale di un‟azienda o le partecipazioni di una holding. Ortogramma Variante dell‟istogramma. Parent, v. genitore PDCA Modello di miglioramento continuo basato sul progetto (plan), la prova (do), la verifica (check), l‟implementazione (act). Pensiero verticale Pensiero deduttivo e induttivo, logico, sequenziale. Nel mapping produce rami, collegamenti concettuali, dipendenze gerarchiche (nodi genitori/figli). Pensiero laterale Pensiero associativo, creativo, immaginazione, fantasia. Nel mapping produce salti su concetti simili e diversi, associazioni di idee, e produce nodi fratelli, detti anche jump, ossia salti laterali. Pensiero rapido Pensiero intuitivo, colpo d‟occhio, lampo di fantasia, decisione immediata. Pensiero lento Pensiero riflessivo, decisione ponderata. logico, analitico, deduttivo, induttivo, PERT Acronimo di Program Evaluation and Review Technique. Algoritmo di project management che serve a rappresentare le attività necessarie alla realizzazione del progetto, evidenziando il 153 percorso critico da cui dipende il rispetto dei termini di consegna previsti. Project management Gestione di progetti, dalla definizione degli obiettivi alla pianificazione alla chiusura. Problem solving Analisi e soluzione di un problema, strategia di cambiamento. Problem setting Definizione corretta di un problema, prima di affrontarne la soluzione. Ramo Concetto o connessione che nelle mappe mentali si diparte dal nodo centrale con concetti di primo livello, e si biforca per concetti di livello pari o inferiore. Realtà aumentata Tutti i dati, metadati, link e contenuti multimediali aggregati ad un nodo (una foto, un luogo, il nodo di una mappa). Relazione Tipo di rapporto fra due nodi o due rami o due elementi di una mappa. Le mappe concettuali descrivono legami e relazioni, le mappe mentali si limitano a linee per i rami e a frecce per le relazioni. Rete Una rete è fatta di nodi e di collegamenti. Le mappe del pensiero sono tipi particolari di reti. Rete di Petri Rappresentazione reticolare di un processo in cui avvengono 154 eventi che generano trasformazioni. Rete semantica E‟ una rete i cui nodi e rami contengono significati condivisi. Riduttore di complessità Soluzione più semplice del problema. La mappa deve essere più semplice del territorio che rappresenta o del problema che visualizza. Schema a blocchi Rappresentazione grafica per descrivere idee e concetti racchiusi in sagome collegate fra loro da frecce. Sono schemi a blocchi le mappe concettuali, i diagrammi di flusso, gli organigrammi. Schema mentale Struttura di senso che abbiamo in mente e che orienta e spesso condiziona nostre idee, messaggi e comportamenti. Sensemaking Dare un senso, un significato a ciò che si vede, si fa, al luogo in cui ci si trova, alle ragioni per cui si va in una certa direzione. Le mappe del pensiero aiutano nella produzione di senso. Sequenziale Rapresentazione di dati con visualizzazioni in successione, da leggere l‟uno prima dell‟altro. Sibling, v. fratello Sinottico Rappresentazione di un insieme di dati in una sola tavola, in modo da coglierli e interpretarli a colpo d‟cchio. Sinsemìa Disposizione deliberata e consapevole di elementi di scrittura 155 nello spazio con lo scopo di comunicare, attraverso l'articolazione spaziale, in modo ragionevolmente univoco e secondo regolarità. Storytelling Attività di sensemaking con cui si costruisce e si comunica la storia relativa ad un insieme di dati visualizzati. Storage and retrieval Sistema di classificazione delle informazioni che permette archiviarle e ritrovarle con facilità anche a distanza di tempo. di Subtopic, v. figlio Tag cloud, v. nuvola Territorio "La mappa non è il territorio che rappresenta, ma, se è sufficientemente esatta, ha una struttura simile a quella del territorio, e ciò ne spiega l'utilità", come dice Korbisky. Watlawick dice invece che la mappa è il territorio, perché è l‟unico modo di conoscere una realtà altrimenti inconoscibile. Topic, v. concetto Topologia Una delle branche più importanti della matematica moderna, è lo “studio dei luoghi”, ossia del rapporto fra figure, forme e spazio che le contiene. Una figura geometrica, un frattale, una mappa, un monitor sono spazi topologici. Treemap Mappa che visualizza dati quantitativi di due tipi per mezzo di rettangoli che variano per superficie e per colore, con navigazione che permette diversi livelli di zoom per andare dal generale al particolare. 156 Umberto Santucci fin da ragazzo ha studiato e praticato il linguaggio visivo, la scrittura e la musica, e ha cercato di combinarli fino ad arrivare, negli anni ‟80, ad essere uno dei maggiori autori italiani di multivisioni e spettacolarizzazioni per eventi speciali. In parallelo si è sempre occupato di formazione, per condividere le sue esperienze con persone giovani e mature. Fin dai tempi del liceo, quando non si immaginava nemmeno nei libri di fantascienza tutto quello che sarebbe avvenuto in arte, comunicazione, tecnologia, Umberto si serviva di outline e mappe per studiare e scrivere, e disegnava a mano grafici e diagrammi per i clienti del suo studio di grafica e fotografia. L‟uscita dei software per grafici e mappe non ha fatto altro che confermare e velocizzare i metodi usati. Nell‟attività consulenziale di problem solving per la comunicazione e le relazioni umane, Umberto usa ampiamente gestione a vista e mappe come riduttori di complessità. www.umbertosantucci.it 157