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il perito agrario Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995 Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati ■ Agricoltura: le sofferenze del settore ■ Albi: il progetto di fusione ■ Fabbricati rurali non censiti ■ 3° CONGRESSO INTERNAZIONALE DEI PERITI AGRARI ■ Nuove varietà di melo ■ Razze avicole in pericolo di estinzione Anno LII - N. 4 Luglio/Agosto 2005 N.4 il perito agrario sommario Anno LII - N° 4 Luglio - Agosto 2005 DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Bottaro DIRETTORE DI REDAZIONE: Piero Pecciarini DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Silenzi HANNO COLLABORATO: Andrea Bottaro, Domenico Di Biase, Piero Pecciarini, Roberto Pierini EDITRICE: IACICO S.r.l. Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma Tel. 064873183 - Fax 064873144 PUBBLICITÀ: Opsai srl Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano Tel. 024694949 - Fax 0248018114 DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma Tel. 06 48906713 - Fax 064882150 e-mail: [email protected] CONSIGLIO NAZIONALE: Andrea Bottaro (presidente) Piero Pecciarini (vice presidente) Domenico Di Biase (segretario) Paolo Vigato (tesoriere) Carmelo Abate (consigliere) Mario Calcagnile (consigliere) Raffaele Ferraiuolo (consigliere) Fabio Gardini (consigliere) Giuseppe Giordano (consigliere) Angelo Orsini (consigliere) Roberto Pierini (consigliere) Periodico bimestrale in abbonamento Abbonamento annuo: € 5,00 Una copia: € 2,00 PROGETTO GRAFICO: Marco De Angelis STAMPA: Grafica Ripoli Via Paterno, s.n. - 00010 Villa Adriana (RM) Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86 del 14/02/1986 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45% (Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma) Finito di stampare: Settembre 2005 Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico Editoriale Il Cambiamento dei tempi coinvolge produzione ed alimentazione di Andrea Bottaro 3 POLITICA Agricoltura: le sofferenze del settore di Piero Pecciarini 4 CATEGORIA Si va avanti spediti Il progetto della fusione fa un altro passo 6 CATASTO Accertamenti sul patrimonio edilizio non censito i fabbricati rurali di Roberto Pierini 12 14 3° CONGRESSO INTERNAZIONALE RICERCA San Michele punta su nuove varietà di melo 18 REPLICA Da oggi non ci sto di Domenico Di Biase 28 BIODIVERSITÀ Razze avicole in pericolo di estinzione: possibilità di allevamento estensivo, di incroci di prima generazione, nelle aziende agricole 32 VITA DEI COLLEGI Corso di formazione e aggiornamento di Pe.Pi. 35 RUBRICHE Giurisprudenza 39 Editoriale di Andrea Bottaro Il Cambiamento dei tempi coinvolge produzione ed alimentazione I cittadini che migrano portano con se l’originaria cultura e tradizione e con il loro spostamento da una regione all’altra del nostro Paese hanno consentito la divulgazione degli usi e costumi e del patrimonio di conoscenze oriunde e, in questo, anche quelle alimentari. L’arricchimento bidirezionale residente-trasferito, che è originato dal mutamento di sede delle famiglie, è di una portata eccezionale. Peperoncini, saltimbocca, carta musica e puntarelle nel tempo hanno valicato le virtuali frontiere interne per farsi conoscere da tutti gli italiani diffondendo, con la richiesta del nuovo prodotto, anche l’intento della sua coltivazione. E così negli orti privati prima e nell’impresa agricola poi si è assistito ad una modifica degli ordinamenti colturali che, per rispondere alle esigenze di un mercato gradualmente mutato, ha cominciato a produrre nuovi alimenti e contemporaneamente nelle strade si assisteva all’insediamento di nuovi punti di ristorazione che richiamavano località e regioni italiane a noi ben note. Oggi, in questa dinamica di sviluppo sempre più frenetica, siamo di fronte ad un fenomeno analogo; è sotto gli occhi di tutti che uno dei segni più evidenti della globalizzazione è quello dell’esplosione ed ampliamento di una società multietnica e chi avesse ancora dubbi può osservare il dinamismo con cui si sono evoluti alcuni quartieri di diverse città. Andando in giro per queste si notano ristoranti, negozi e mercati che evocano immagini di Paesi lontani e, contemporaneamente, volti di persone d’altri continenti. In questo contesto sono i numeri che pongono la necessità di un’analisi settoriale dell’indice demografico di crescita e di sviluppo di queste nuove comunità. Ormai si parla di numeri a 6 cifre. Al primo gennaio 2004 risultavano residenti immigrati in numero di 1.990.159, (440.786 in più rispetto alla stessa data del 2003) e rappresentavano il 3,4% della popolazione residente (2,7% nel 2003). La crescita esponenziale degli immigrati che con le loro esigenze e culture stanno modificando nuovamente la lista della richiesta di cibi nuovi rappresenta una nicchia di sicuro interesse alimentare che si concretizza anche tramite le manifestazioni come quella svoltasi in Sicilia, a San Vito Lo Capo, dove i migliori chef d’Algeria, Costa d’Avorio, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, Tunisia, Brasile, Eritrea, Etiopia, Mauritania e Turchia, si sono contesi il premio “Miglior Cous Cous”. Sono stato più volte in un mercato rionale e ho preso visione dell’esistenza d’insalate, erbe, ortaggi e frutta delle quali non conoscevo l’esistenza che, per la massima parte, provengono da esotiche terre lontane. E, da un dialogo con un venditore di frutta, buonissima ma dal nome impronunciabile, ho appreso che sia per varietà che per qualità e quantità degli alimenti la vendita è per la massima parte legata all’importazione, con tutti i problemi di qualità legati all’ alto indice di deperimento di questi cibi. Da queste realtà si levano nuove sfide. Partecipare significativamente alla coltivazione nei nostri campi dei prodotti che cinesi, arabi, rumeni, filippini e tutte le altre etnie presenti nel nostro Paese chiedono. Come tecnici abbiamo individualmente già incontrato queste problematiche, ma ritengo che, per la vastità delle variabili del fenomeno, dobbiamo, nella nostra veste di Periti Agrari, essere ancor più impegnati nella formazione nelle scuole e nell’eccellenza. Con un occhio di riguardo all’informazione sulle possibilità professionali offerte da queste esigenze che, già messaggere di un fenomeno di nicchia che va ben oltre i 2 Ml. d’interessati, nel tempo potranno solo aumentare. Cogliendo il senso di un aforisma “Non basta avere grandi qualità; bisogna saperle amministrare.” ritengo che i Periti Agrari, professionalmente competenti e disponibili alla specializzazione, debbano con tempestività raccogliere le nuove opportunità che il mercato offre. Perito Agrario 4/2005 - 3 POLITICA Agricoltura: le sofferenze del settore Rassegna e confronto di opinioni di Piero Pecciarini a difficile situazione che il settore agricolo sta attraversando è stata recentemente e da più parti focalizzata. L’agricoltura vive una preoccupante congiuntura, i produttori vedono diminuire la loro competitività sui mercati interni ed internazionali. I rappresentanti delle organizzazioni agricole per primi in più occasioni hanno espresso le loro preoccupazioni. Una analisi congiunturale è stata illustrata dal Presidente della C.I.A., Giuseppe Politi, in occasione della assemblea nazionale affrontando il tema del crollo delle produzioni, export e prezzi rispetto al 2004. Il Presidente Politi ha spiegato:“I dati del 2005 segnano una netta inversione di tendenza: nel primo trimestre dell’anno la produzione agricola, rispetto all’ultimo trimestre del 2004 è scesa del 2,2% ed il disavanzo agroalimentare è stato di 1700 milioni soprattutto a causa delle importazioni dalla Spagna e Cina che sono aumentate del 250%. L’export italiano ha fatto segnare una flessione del 3,5% ed i consumi agroalimentari hanno ristagnato… ad Aprile i prezzi agricoli alla produzione sono diminuiti del 4% sulla stesso mese dell’anno scorso”. Ci si chiede come possono essere garantiti ai produttori agricoli italiani prezzi equi che assicurino sviluppo e redditi convenienti. È stato auspicato un nuovo “patto” con i consumatori finalizzato a rafforzare il sistema agricolo renden- L 4 dolo più competitivo ed in grado di fare accrescere il prodotto interno lordo. Politi ha evidenziato inoltre la esigenza di innovazione dei prodotti, di creare infrastrutture ed operare per l’abbassamento dei costi di produzione ed ha dichiarato quanto sia opportuno rilanciare la concertazione…” non come pratica nei periodi difficili, ma come scelta politica alla quale devono essere uniformate la azioni di governo ed i comportamenti delle organizzazioni di rappresentanza… servono nuove scelte, in cui non possono assolutamente essere sopportate le temute riduzioni finanziarie a livello comunitario di cui oggi si parla”. E su questo richiamo al vertice del bilancio UE che ha determinato delusioni profonde negli agricoltori europei per le prospettive finanziarie 2007-2013 ha rinforzato la dose il Presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni che ha lanciato la sua compagna di “controinformazione” contro il taglio dei sussidi comunitari all’agricoltura ed ha spiegato: “Si tratta di un errore gravissimo, basato su valutazioni sbagliate ed informazione scorretta…”. Un esempio: “le erogazioni medie, al milione e passa di agricoltori italiani, che percepiscono gli interventi comunitari sono di circa 5.000 Euro, mentre le imprese dell’industria e dei servizi, che nel 2004 hanno ricevuto aiuti nazionali per la sola Legge 488 hanno incassato mediamente oltre 500.000 Euro”. Vecchioni dichiara che la spesa agricola della UE assorbe poco meno di 50 miliardi di Euro meno del 0.5% del PIL comunitario. Un dato “irrisorio” se comparato alla spesa pubblica complessiva degli Stati membri, che arriva quasi al 50% del PIL. Senza contare che negli ultimi anni l’incidenza della spesa agricola, sul totale del bilancio comunitario si è via via ridotta “e continua “…gli agricoltori non devono essere chiamati a pagare da soli per le difficoltà dell’economia europea e, al tempo stesso, sopportare il peso degli oneri per un processo di allargamento che appare sempre più problematico”. Soffermandosi sul dibattito europeo qualcuno si è chiesto (Petrini “La Stampa” del 26 Giugno ’05) cerchiaPerito Agrario 4/2005 POLITICA mo di capire che tipo di Europa vogliamo nei campi. Considerato che la politica agricola comunitaria a suo tempo pensata per restituire l’autosufficienza alimentare è riuscita a raggiungere il suo scopo. Oggi le produzioni sono in eccedenza. La quantità di cibo che si è arrivati a produrre ammonta a cinque volte il fabbisogno alimentare europeo. È quindi evidente che la situazione e le esigenze sono cambiate. Sempre Petrini “L’agricoltura europea oggi sente il bisogno di un po’ più di sensibilità rispetto ai sapori tradizionali, non certo una accelerazione sugli aspetti tecnico scientifici…” e continua: “...Vero è che una riforma è necessaria. Abbiamo visto che gli aiuti indiscriminati al comparto agricolo non sono utili e sul bilancio pesano. Tuttavia sarebbe meglio evitare di risolvere tutto con un taglio o con un semplice travaso di risorse dall’agricoltura a politiche di ricerca ed innovazione”. La Coldiretti rileva particolarmente l’attualità del danno commerciale per i prodotti nazionali causato da generi che arrivano dalla Cina sfusi o semilavorati in Italia, ove vengono trasformati o confezionati senza indicazioni sulla provenienza e le caratteristiche, frodando così anche i Perito Agrario 4/2005 consumatori. E Paolo Bedoni Presidente di questa organizzazione: “Continuare così significa colpire il cuore del Made in Italy agricolo ed alimentare come dimostrano preoccupanti dati sui consumi che rischiano di decretare una sorta di suicidio commerciale collettivo”. Bisogna garantire afferma ancora la Coldiretti “Condizioni di trasparenza necessarie per consentire agli imprenditori agricoli nazionali di continuare a produrre alimenti sani ed ai cittadini di approfittare delle proprietà di prodotti indispensabili per la salute”. Ecco che si ravvisa la necessità di avere maggiori controlli e garantire trasparenza nell’informazione. Occorrono quindi provvedimenti da prendere subito; si legge che all’orizzonte spunta anche il vino cinese le cui esportazioni potrebbero assumere rilevanti dimensioni. Un altro tema sul quale si sono colte opinioni e preoccupazioni è quello di “meno burocrazia e credito più disponibile” come ha affermato Gerardo Diana Presidente dell’ANGA. Per alleggerire l’agricoltore dai lacci e laccioli burocratici per migliorare la vitalità delle aziende agricole si propone di permettere a una singola impresa di presentare una unica istruttoria per più progetti. Anche la Coldiretti si è posta l’obiettivo di migliorare il rapporto banca-impresa adottando strumenti tecnici ed organizzativi adeguati all’impresa agricola. Bedoni: “Analizzando le richieste che arrivano dai nostri associati emerge forte la domanda di un credito strutturato che possa intervenire su progetti realizzati da sistemi di impresa integrati a livello territoriale.” Un settore quello agricolo che riveste ancora oggi, nel post-industriale, un ruolo di importanza primaria. Basti pensare che le aziende agricole garantiscono la tutela del 90% della superficie ove vive la metà della popolazione comunitaria. Gli agricol- tori in Europa ed in particolare in Italia sono i principali attori per mantenere il paesaggio, tutelare l’ambiente oltre a garantire qualità e sicurezza degli alimenti. Il settore è e resta vitale anche attualmente. È in sofferenza per una serie di dinamiche che si intrecciano determinate dal fenomeno della globalizzazione, dal variare repentino dei flussi mercantili, dallo sviluppo tecnologico, da mutamenti sociali e da altre variabili che investono a seconda delle congiunture i vari comparti che il settore comprende. Possiamo quindi rilevare da questa sommaria rassegna di opinioni ed osservazioni, non sempre univoche, espresse su importanti ed attuali tematiche che i problemi non mancano, sono le soluzioni che non è facile trovare per risolverli. Molti fra gli addetti ai lavori ritengono che l’allarme recessione sia scattato e, giustamente preoccupati, guardano con molta attenzione alle azioni politiche che vengono o verranno adottate da chi governa, ai vari livelli, per risolvere le attuali problematiche. Fra queste quella importante della politica agricola comunitaria che, a medio termine, andrà rivista, considerati i grandi cambiamenti avvenuti e quelli in atto. Con una agricoltura che si integra sempre maggiormente con altri settori collaterali e che andrà a rivestire sempre più ruoli propulsivi, arroccarsi su posizioni costituite, in un mondo globalizzato, potrebbe essere inopportuno. In un contesto di riforma politica comunitaria dovranno raggiungersi nuovi equilibri, sia sulle produzioni che di mercato che consentano al settore agricolo ancora sviluppo e ripresa di competitività. È in questa ottica che si richiede quindi ai governanti sia a livello comunitario che nazionale regole certe ed azioni concertate in maniera consona alla congiuntura e tali da dare garanzie all’imprenditore agricolo e ristabilire fiducia nel settore. 5 CATEGORIA SI VA AVANTI SPEDITI Il progetto della fusione fa un altro passo Dalle pagine del n.3 de “Il Perito Agrario” avevamo dato notizia che il progetto di unificazione va avanti e non siamo stati smentiti in quanto, accogliendo le richieste delle Tre categorie e manifestando sensibilità e consenso alle legittime richieste del Consigli Nazionali dei Geometri, Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati , di iniziativa parlamentare del Sen. Francesco Moro (LP) , cofirmatari i Sen. Graziano Maffioli - Sen. Lamberto Grillotti - Sen. Tino Bedin - Sen. Franco Chiusoli - Sen. Mario Cavallaro Sen. Cosimo Izzo- Sen. Gaetano Fasolino - Sen. Riccardo Minardo - 6 Sen. Gianfranco Tunis è stato presentato in data 14 Giugno 2005, annunciato nella seduta n. 817 del 14 Giugno 2005, il Disegno di legge n. 3485 recante “ Delega al Governo per l’istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria e l’unificazione del Collegio dei geometri, del Collegio dei periti industriali e dei periti industriali laureati e del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati, nonché delega per l’unificazione delle rispettive Casse di previdenza e assistenza” che è stato assegnato alla Commissione 2ª (Giustizia) in sede referente in data 21 Luglio 2005. Assegnazione annunciata nella seduta n. 850 del 21 Luglio 2005. - (Pareri della Commissione1ª (Affari Costituzionali); 5ª (Bilancio); 6ª (Finanze e tesoro); 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali); 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni); 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare); 10ª (Industria, commercio, turismo); 11ª (Lavoro, previdenza sociale); 14ª (Politiche dell’Unione europea); Commissione parlamentare per le questioni regionali ). Il contenuto del testo, che viene interamente riportato, evidenzia l’accoglimento di tutte le nostre richieste e per questo esprimiamo gratitudine ai Parlamentari che hanno prestato e presteranno ancora attenzione alle nostre istanze. Perito Agrario 4/2005 CATEGORIA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 3485 DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa dei senatori MORO, CHIUSOLI, GRILLOTTI, BEDIN, CAVALLARO, MINARDO, IZZO, MAFFIOLI e FASOLINO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 GIUGNO 2005 Delega al Governo per l’istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria e l’unificazione del Collegio dei geometri, del Collegio dei periti industriali e dei periti industriali laureati e del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati, nonché delega per l’unificazione delle rispettive Casse di previdenza e assistenza Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge provvede all’istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria al fine di realizzare l’unificazione degli albi dei geometri, dei periti industriali e periti industriali laureati e dei periti agrari e periti agrari laureati, oltre che delle rispettive Casse di previdenza e assistenza, per consentire il completamento della riforma dell’accesso alle professioni per le quali è previsto il superamento dell’esame di Stato, in buona parte attuata con decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, attraverso la riconduzione ad unità di diverse figure professionali che risultano sempre più speculari, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione. Nel contesto di riferimento comunitario, nel quale vige il principio della corrispondenza tra percorsi formativi e titoli professionali, e in seguito alla riforma universitaria che ha introdotto due livelli di laurea, triennale e quinquennale, cosiddetta specialistica, risulta sempre meno giustificato, anche alla luce del progresso tecnico e dei relativi percorsi Perito Agrario 4/2005 I tre Presidenti al lavoro nell’acquisizione delle conoscenze, il mantenimento della distinzione tra i tre albi, attesa la contiguità ed, in parte, l’identità dei percorsi formativi di durata triennale, cui corrisponde la contiguità e la parziale identità di competenze professionali. In mancanza della unificazione dei tre albi, ci troveremmo, infatti, di fronte a professioni connesse e parallele, a partire dal percorso formativo e fino alle competenze professionali. Si tratta, in tutta evidenza, di una anomalia da superare nella condivisione del progetto da parte dei rappresentanti delle categorie professionali interessate. Per attuare l’unificazione, si è ritenuto opportuno ricorrere allo strumento della legge di delega, e alla conseguente emanazione di decreti legislativi, atteso per un verso il rango della normativa che attualmente disciplina le tre professioni (regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365) e per altro verso la necessità di emanare una normativa dettagliata e tecnicamente complessa, che richiede tempi adeguati per la predisposizione delle norme e della disciplina di coordinamento. I riferimenti normativi sui quali poggiano le ragioni e le esigenze sopra enunciate sono di seguito illustrati. Le professioni di geometra, perito industriale e perito agrario sono attualmente disciplinate, rispettivamente, con regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, regio decreto 11 febbraio 1929, n.275, regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365. Si tratta di discipline rese in un contesto economico in cui erano sufficientemente delimitate sia le competenze e le attività tipiche che i distinti percorsi scolastici e formativi. Con i decreti del Ministro della pubblica istruzione 15 marzo 1986, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 1986, 29 dicembre 7 CATEGORIA 1991, n. 445, e 16 marzo 1993, n. 168, sono stati, rispettivamente, disciplinati in modo analogo gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di geometra, perito industriale e perito agrario. A tali esami si accede, tra l’altro, con il possesso di uno dei seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito industriale o perito agrario. Ulteriore requisito è lo svolgimento di un periodo di tirocinio della durata di due anni da effettuare dopo il conseguimento del diploma. Anche l’organizzazione dei tre albi professionali è sostanzialmente coincidente: il regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, il regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, e il regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365, prevedono Consigli del collegio, istituiti in ogni circondario nel cui ambito esercitino la professione un numero minimo di professionisti, ed un Consiglio nazionale, con relativi procedimenti elettivi. Gli ordinamenti delle tre professioni dispongono che l’iscrizione all’albo non è consentita agli impiegati dello Stato e degli enti pubblici, a meno che l’ordinamento dell’amministrazione lo consenta (articolo 7 del regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, articolo 7 del regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, articolo 7 del regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365). Le attuali competenze maggiormente caratterizzanti l’attività professionale dei geometri, dei periti industriali e dei periti agrari sono contigue o connesse e riguardano specifiche attività relative ai settori: civile, edile e ambientale; geotopocartografico e catastale; estimativo e di gestione immobiliare; industriale ed impiantistico; agrario. Con riferimento ai titoli universitari, nonché alle nuove classi di lauree e lauree specialistiche, i decreti del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 4 agosto 2000 pubblicato nel Supplemento 8 ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 245 del 19 ottobre 2000, e 28 novembre 2000, pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 2001, prevedono classi di laurea utili per partecipare agli esami di Stato che, in parte, coincidono. Ad esempio, il titolo universitario di primo livello contraddistinto come classe di laurea n. 4 (scienze dell’architettura e dell’ingegneria civile) riguarda geometri e periti industriali; la classe di laurea n. 7 (urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale) riguarda geometri, periti industriali e periti agrari. Di qui l’ulteriore conferma della tendenziale natura unitaria delle professioni in oggetto. Il presente disegno di legge muove, dunque, dalla premessa che l’attuale distinzione delle tre professioni non appare più giustificata, e prevede che gli attuali Collegi dei geometri, dei periti industriali e periti industriali laureati e dei periti agrari e periti agrari laureati, siano unificati nell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria. Il disegno di legge consta di quattro articoli. All’articolo 1 è prevista l’adozione di un decreto legislativo per l’unificazione dei tre albi professionali mediante l’istituzione dell’albo unico dei tecnici laureati per l’ingegneria, con l’attribuzione di una nuova denominazione idonea alla identificazione del nuovo “Ordine” e ciò anche in ragione del fatto che per l’accesso all’albo è necessario essere in possesso di un titolo di studio universitario. Al comma 2 è previsto che lo schema di decreto legislativo sia emanato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, essendo necessario approntare la disciplina analitica degli organi, dei requisiti di ammissione all’esame di Stato, dell’istituzione di diversi settori all’interno del costituendo albo, nonchè l’ambito consentito di attività professionali agli iscritti ai vari settori, le prove di esame da sostenere coerentemente con il predetto ambito di attività consentito e, infine, le norme transitorie per gli attuali iscritti nei tre distinti albi professionali. All’articolo 3 è prevista, con riferimento alla unificazione delle rispettive Casse di previdenza e assistenza, l’emanazione, entro tempi necessariamente più lunghi, di un altro decreto legislativo, il cui schema è adottato su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro della giustizia, il tutto nel rispetto dell’autonomia privata riconosciuta agli enti di previdenza dalla normativa vigente. Per ciascuno degli ambiti individuati agli articoli 1 e 3, sono stati indicati i princìpi e i criteri direttivi ai quali dovrà attenersi il legislatore delegato. Con riferimento alla unificazione dei tre albi, l’articolo 2 indica i princìpi di proporzionalità e rappresentatività ai quali il legislatore delegato dovrà attenersi nella definizione delle modalità per la costituzione degli organi rappresentativi, a livello nazionale e locale; prevede, inoltre, la istituzione di diversi settori dell’albo, ai fini della iscrizione dei possessori dei differenti titoli universitari; stabilisce, ancora, che il legislatore delegato dovrà individuare l’ambito delle attività oggetto della professione, avuto riguardo ai titoli di studio e, quindi, ai singoli percorsi formativi. Ulteriori criteri per il legislatore delegato sono dettati con riferimento all’esame di Stato, sia attraverso la previsione della possibilità di inserire il tirocinio nel corso degli studi specialistici, con conseguente modifica delle modalità di accesso all’esame di Stato, che attraverso la prePerito Agrario 4/2005 CATEGORIA visione della frequenza di corsi organizzati sulla base di convenzioni tra università e ordini locali, con possibile esenzione da una delle prove scritte dell’esame stesso. Sono infine dettati i criteri ai quali il legislatore delegato dovrà attenersi per la disciplina della fase transitoria.A tal fine è stabilito che gli attuali iscritti negli albi dei geometri, dei periti industriali e dei periti industriali laureati e dei periti agrari e periti agrari laureati confluiranno, nell’istituendo albo unico, nei rispettivi settori di competenza, con indicazione analitica, per ciascun iscritto, degli elementi caratterizzanti il profilo professionale (anzianità di iscrizione; specializzazione; Collegio di provenienza). È prevista, inoltre, la tutela del nuovo titolo professionale di “tecnico laureato per l’ingegneria”, senza alcuna modificazione innovativa rispetto alle competenze di altri professionisti, e nel contesto della legislazione che tutela le competenze professionali attribuite agli iscritti agli albi dei geometri, dei periti industriali e dei periti industriali laureati, dei periti agrari e periti agrari laureati, nel senso che, il titolo di “tecnico laureato Il gruppo di lavoro Perito Agrario 4/2005 per l’ingegneria” potrà essere utilizzato solo dagli iscritti nel relativo albo professionale. È stabilito, ancora, che per il periodo transitorio di durata quadriennale, a partire dallo scioglimento degli attuali organismi rappresentativi, debbano essere garantite le maggioranze e la distribuzione delle cariche nel rispetto dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività. Con riferimento alla unificazione delle Casse di previdenza ed assistenza, la delega contenuta nell’articolo 3 prevede l’osservanza delle regole fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile in quanto applicabili, ed il rispetto dei princìpi contenuti nel decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e nel decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103. È stata inoltre prevista l’applicazione da parte delle Casse unificande del principio del pro rata di cui all’articolo 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995, n. 335, rapportato alle condizioni di equilibrio di lungo periodo che caratterizzano ciascuna gestione. È stato previsto il contestuale adeguamento della normativa già applicabile alle Casse rispetto al processo di unificazione. All’articolo 4, infine, sono dettati i princìpi e criteri ai quali il legislatore delegato dovrà attenersi nel predisporre la disciplina riguardante la durata dei Consigli nazionali e locali e degli organi degli enti previdenziali in carica al momento della entrata in vigore dei decreti legislativi da emanare ai sensi degli articoli 1 e 2 della presente legge. La diversità di trattamento tra Consigli nazionali, per i quali non è prevista la possibilità di rinnovamento, e Consigli locali, per i quali tale possibilità deve essere garantita, è funzionale all’attuazione del processo di unificazione e alla gestione della fase propedeutica, che necessariamente richiede una continuità di organi al più alto livello di rappresentatività. Diversamente, la cristallizzazione dei Consigli locali avrebbe potuto rivelarsi problematica per la funzionalità della gestione delle realtà periferiche, con ricadute anche sull’amministrazione vigilante. Nella stessa ottica si pone la previsione di proroga degli organi amministrativi e deliberativi degli enti di previdenza che si impone per la particolarità della fase propedeutica della procedura e della successiva realizzazione della potenziale “fusione” tra le Casse. È stato previsto, negli articoli 1 e 3, che gli schemi dei decreti legislativi, che saranno predisposti dal Governo, dovranno essere trasmessi alle Camere ai fini dell’espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti, entro trenta giorni dalla data di trasmissione. In caso di mancata espressione dei predetti pareri entro il termine indicato, i decreti legislativi potranno essere comunque emanati. DISEGNO DI LEGGE Art. 1. 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per l’istituzione 9 CATEGORIA dell’Ordine professionale dei tecnici laurerati per l’ingegneria, sulla base dei princìpi e criteri direttivi di cui all’articolo 2. 2. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, emanato su proposta del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentiti i Consigli nazionali dei geometri, dei periti industriali laureati e dei periti agrari e dei periti agrari laureati, è trasmesso alle Camere ai fini dell’espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione del medesimo schema di decreto. Decorso il termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza il decreto legislativo può essere comunque adottato. Art. 2. 1. Il decreto legislativo di cui all’articolo 1 è adottato nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi: a) iscrizione all’Ordine professionale dei tecnici laureati per l’ingegneria dei soggetti in possesso di titoli di studio universitari di cui alla lettera c), nonché dei professionisti attualmente iscritti agli albi professionali dei geometri, dei periti industriali e periti laureati e dei periti agrari e periti agrari laureati; b) definizione delle modalità per la costituzione del Consiglio nazionale, dei Consigli locali e dei relativi organi esecutivi del nuovo Ordine professionale e la loro composizione, nel rispetto dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività, assicurando, comunque, agli appartenenti a ciascuno dei settori dell’albo di cui alla lettera d), alla fine del periodo transitorio di cui alla lettera i), un numero minimo di rappresentanti non inferiore a uno; c) individuazione dei titoli universitari e delle classi di laurea, nonchè degli altri titoli regolati dall’ordina- 10 mento previgente ai decreti emanati in applicazione dell’articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, che costituiscono requisiti di ammissione all’esame di Stato; d) istituzione di più distinti settori dell’albo, individuati in base ai diversi percorsi formativi degli interessati, riservati ai possessori dei titoli di cui alla lettera c); e) definizione dell’ambito, delle condizioni e delle modalità di svolgimento delle attività oggetto della professione, ai sensi e per gli effetti di cui al regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, al regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, al regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365, e successive modificazioni, ed alle altre disposizioni vigenti, avuto riguardo ai titoli di studio e, quindi, ai singoli percorsi formativi; f) determinazione delle prove dell’esame di Stato per l’abilitazione all’iscrizione alle distinte sezioni dell’albo, tenuto conto di quanto disposto alla lettera e), con previsione della possibilità di svolgimento del tirocinio durante il corso di studi, ed esenzione da una delle prove scritte dell’esame di Stato all’esito di un corso realizzato sulla base di convenzioni tra università e ordini locali; g) adozione delle norme transitorie che disciplinano l’iscrizione all’albo agli attuali iscritti negli albi dei geometri, dei periti industriali e dei periti agrari, con specifica distinta indicazione, per ciascuno, dell’anzianità di iscrizione, della specializzazione e del Collegio di provenienza; h) tutela del nuovo titolo professionale di tecnico laureato per l’ingegneria, nel senso che esso potrà essere utilizzato solo dagli iscritti nel relativo albo professionale; i) adozione delle norme transitorie che garantiscono, per la durata di quattro anni a decorrere dalla data di scioglimento degli attuali organismi dirigenti di cui all’articolo 4, comma 1, le maggioranze e la distribuzione delle cariche nel rispetto dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività, assicurando, comunque, agli appartenenti a ciascuno dei settori dell’albo di cui alla lettera d) un numero minimo di rappresentanti non inferiore a uno all’interno degli organi collegiali; l) adozione delle norme transitorie che definiscono le modalità, le procedure ed i termini per la confluenza degli enti nazionali e locali dei tre attuali Collegi, nei rispettivi enti territoriali del nuovo Ordine, definendo altresì l’ambito territoriale degli Ordini locali e le procedure per la prima elezione dei relativi organismi direttivi. Art. 3. 1. Il Governo è delegato ad adottare, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, e nel rispetto dell’autonomia riconosciuta alle Casse ed enti di previdenza dalla normativa vigente, entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti misure volte a sostenere l’iniziativa dei competenti organi della Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti, dell’ente di previdenza dei periti industriali e periti industriali laureati e della gestione separata dei periti agrari, finalizzata all’unificazione, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi: a) definizione delle regole da seguire nel processo di unificazione, anche al fine di assicurare la sostenibilità delle prestazioni da erogare, sulla base di quelle fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile in quanto applicabili e, comunque, nel rispetto dei princìpi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e successive modificazioni, e del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, e successive modificazioni, previa adozione di progetti di unificazione da parte dei competenti orPerito Agrario 4/2005 CATEGORIA gani degli enti previdenziali interessati, adottati con la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’organo decisionale di ciascuno degli enti previdenziali interessati, sulla base di bilanci di unificazione che considerino le situazioni patrimoniali in atto e le previsioni sulle dinamiche demografiche e delle adesioni, da assoggettare al controllo di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509; b) applicazione da parte delle Casse unificande del principio del pro rata, di cui all’articolo 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995, n. 335, per le prestazioni già maturate, rapportato alle condizioni di equilibrio di lungo periodo caratterizzanti ciascuna gestione; c) adeguamento della normativa vigente, già applicabile alle Casse, rispetto al processo di unificazione come da esse definito; d) esenzione da imposte e tasse di tutti gli atti finalizzati alla unificazione. 2. Gli schemi dei decreti legislativi di cui al comma 1, sono adottati, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro della giustizia. Essi sono trasmessi alle Camere ai fini dell’espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Decorso il termine di cui al secondo periodo senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i decreti legislativi possono essere comunque adottati. Art. 4. 1. Nell’esercizio della delega di cui agli articoli 1 e 3, il Governo disciplina la durata dei Consigli nazionali, dei Consigli dei Collegi locali e degli organi degli enti previdenziali dei Perito Agrario 4/2005 Palazzo Madama geometri, dei periti industriali e dei periti industriali laureati e dei periti agrari in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi: a) prevedere la proroga degli organi dei Consigli nazionali e locali dei Collegi, in carica alla data di entrata in vigore della presente legge almeno fino al 31 dicembre del primo anno successivo a quello di entrata in vigore del decreto legislativo di cui all’articolo 1; b) prevedere la facoltà per i Consigli locali prorogati di indire nuove elezioni alla naturale scadenza del loro mandato, fermo restando che gli organi così eletti decadranno comunque alla data di cui alla lettera a); c) prevedere la proroga degli organi deliberativi e amministrativi degli enti previdenziali, in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, almeno per un anno successivo a quello di entrata in vigore del decreto legislativo di cui all’articolo 3. Al momento di andare in stampa perviene la notizia che, di iniziativa Parlamentare dei senatori Tino Bedin e Mario Cavallaro è stato pre- sentato - in data 14 Luglio 2005; annunciato nella seduta n.843 del 14 Luglio 2005 - Atto Senato n. 3547 – Il disegno di legge recante :”Istituzione dell’ Ordine dei tecnici laureati per l’ ingegneria e delega al Governo per l’ unificazione del Collegio dei geometri, del Collegio dei periti industriali e dei periti industriali laureati e del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati, nonché delega per l’ unificazione delle rispettive Casse di previdenza e assistenza “ Assegnato alla 2ª (Giustizia) in sede referente in data 28 Luglio 2005.Assegnazione annunciata nella seduta n.857 del 28 Luglio 2005. Pareri della Commissione1ª (Affari Costituzionali); 5ª (Bilancio); 6ª (Finanze e tesoro); 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali); 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni); 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare); 10ª (Industria, commercio, turismo); 11ª (Lavoro, previdenza sociale); 14ª (Politiche dell’Unione europea); Commissione parlamentare per le questioni regionali Nel prossimo numero provvederemo a riportare il testo integrale del disegno di legge. 11 CATASTO Accertamenti sul patrimonio edilizio non censito - I fabbricati rurali di Roberto Pierini i è aperto un periodo di particolare attenzione da parte delle Amministrazioni Comunali verso il patrimonio immobiliare non accatastato o difformemente censito, quindi per fabbricati interessabili dall’ICI e dalle altre imposte locali; già molte realtà comunali avevano attivato od intensificato controlli negli anni passati ma ora il nuovo quadro normativo consente alle amministrazioni di poter procedere con ulteriori verifiche avendo altresì strumenti, anche coercitivi, importanti. I commi 336 e seguenti, fino al 339, dell’art. 1 della legge 30 dicembre 2004 n. 311 Finanziaria 2005 (in allegato), sono i riferimenti per il provvedimento del Direttore dell’Agenzia del Territorio emanato il 16 febbraio scorso (G.U. 40148/2005) e della circolare n. 10 del 4 agosto 2005, dove il Direttore Centrale del Catasto ha definito le procedure operative per le azioni di controllo previste dalla citata legge Finanziaria. Il patrimonio rurale è certamente interessato in primo piano, in quanto sono ancora centinaia di migliaia gli immobili “ex rurali” dove i proprietari, pur non avendo i requisiti di ruralità, non hanno mai provveduto al censimento al Catasto Fabbricati, totalmente o solo parzialmente, anche in base a varie interpretazioni della norma che certamente non è mai stata molto chiara in tutti i suoi aspetti, DL 557/93 e seguenti. S 12 Alle recenti disposizioni, i fabbricati rurali sono interessati, oltre che per la basilare condizione di immobili fino ad ora eventualmente trattati quali esenti e che invece sarebbero da ricondurre ad immobili soggetti ad imposizione, ovvero per la semplice condizione di cambio di destinazione di uso, anche per un altro rilevante aspetto, che interessa in maggior misura il patrimonio urbano delle nostre città. La circolare n. 10 dell’Agenzia del Territorio recita “Sono interessate … le unità immobiliari … oggetto di interventi edilizi, ovvero site in fabbricati che siano stati oggetto di interventi edilizi, laddove gli stessi siano influenti sul classamento e sulla determinazione della relativa rendita catastale.”. In questo caso è facile immaginare che possano anche essere molti gli immobili ex rurali, censiti ad esempio nei primi anni delle norma e collocati in categorie di basso pregio per le loro originarie modeste qualità immobiliari, es. categorie A/5-A/6, che in questi anni abbiano subito interventi edilizi anche modesti, quali ad esempio la costruzione di un bagno interno all’abitazione, che alla luce delle ribadite indicazioni al classamento della citata circolare dovrebbero essere collocate in categorie a ben maggiore rendita. Anche interventi di maggiore spessore su unità classificate A/4 o A/3, per un adeguamento igienico-funzionale complessivo o per una riqualificazione, se non correttamente denunciati potranno comportare riclassamenti con cambio non solo di classe ma addirittura di categoria, molti fabbricati ex rurali sono oggi dei villini a tutti gli effetti. Ora, i certamente più facili controlli tra le banche dati delle amministrazioni e gli archivi catastali e la eventuale conseguente apertura di un procedimento di ufficio, come previsto dalla nuova normativa, comporterà una nuova rilevanza della tematica dell’accatastamento con un dovuto interesse dei proprietari inadempienti ad anticipare la denuncia catastale in forma volontaria senza cadere in un oneroso accertamento di ufficio, che certamente non potrà essere così accurato come l’intervento del proprio tecnico di fiducia dove, con maggiore attenzione e sensibilità, potrà tecnicamente rilevare e soprattutto classificare gli immobili nel loro contesto territoriale. Il provvedimento dell’Agenzia prevede nei casi di mancato ravvediPerito Agrario 4/2005 CATASTO ALLEGATO Legge 30 dicembre 2004, n. 311 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005)” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 306 del 31 dicembre 2004- Supplemento Ordinario n. 192 mento autonomo anche un oneroso “tariffario” dei costi tecnici, provvedimento del Direttore dell’Agenzia del Territorio emanato il 30 giugno scorso (G.U. 153/2005), che saranno applicati, in forma di diritti, rimborsi e tributi, ai proprietari di tali immobili direttamente nell’accertamento svolto dal personale dell’Agenzia del Territorio, oltre ai normali tributi ed alle sanzioni per il tardivo accatastamento. Fra i professionisti abilitati, il Perito Agrario ed il Perito Agrario Laureato è certamente il più attento conoscitore delle caratteristiche del patrimonio rurale e quindi accreditato a svolgere tali operazioni con le dovute attenzioni per rendere un classamento perequato; ricordiamoci che il patrimonio rurale rimane ancora una stridente eccezione all’interno del quadro tariffario delle rendite catastali urbane. Ciò che è valido per una abitazione in un centro cittadino dovrà essere attentamente rivalutato per un fabbricato ex rurale, anche se con le medesime caratteristiche costruttive, isolato e posto a diversi chilometri dai servizi essenziali di un centro abitato. Come sensibile tendenza di questi anni, rispetto gli investimenti mobiliari i fabbricati sono sempre di più considerati il “bene rifugio” per eccellenza; ma purtroppo se ne sono ben resi conto anche i Comuni, che con le imposte sugli immobili, ICI, TARSU, ecc., mireranno sempre di più ai nostri mattoni! Perito Agrario 4/2005 Art. 1 336. I comuni, constatata la presenza di immobili di proprietà privata non dichiarati in catasto ovvero la sussistenza di situazioni di fatto non più coerenti con i classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie, richiedono ai titolari di diritti reali sulle unità immobiliari interessate la presentazione di atti di aggiornamento redatti ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701. La richiesta, contenente gli elementi constatati, tra i quali, qualora accertata, la data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, è notificata ai soggetti interessati e comunicata, con gli estremi di notificazione, agli uffici provinciali dell’Agenzia del territorio. Se i soggetti interessati non ottemperano alla richiesta entro novanta giorni dalla notificazione, gli uffici provinciali dell’Agenzia del territorio provvedono, con oneri a carico dell’interessato, alla iscrizione in catasto dell’immobile non accatastato ovvero alla verifica del classamento delle unità immobiliari segnalate, notificando le risultanze del classamento e la relativa rendita. Si applicano le sanzioni previste per le violazioni dell’articolo 28 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, e successive modificazioni. 337. Le rendite catastali dichiarate o comunque attribuite a seguito della notificazione della richiesta del comune di cui al comma 336 producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1º gennaio dell’anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, indicata nella richiesta notificata dal comune, ovvero, in assenza della suddetta indicazione, dal 1º gennaio dell’anno di notifica della richiesta del comune. 338. Gli importi minimo e massimo della sanzione amministrativa prevista per l’inadempimento degli obblighi di cui all’articolo 31 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, dall’articolo 31 del medesimo regio decreto-legge n. 652 del 1939, come rideterminati dall’articolo 8, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 1989, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 1989, n. 384, con riferimento al mancato adempimento degli obblighi previsti dagli articoli 20 e 28 del citato decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, sono elevati rispettivamente a euro 258 e a euro 2.066. 339. Con provvedimento del direttore dell’Agenzia del territorio, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, sono stabilite, previa intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, le modalità tecniche e operative per l’applicazione delle disposizioni di cui ai commi 336 e 337. 13 RICERCA San Michele punta su nuove varietà di melo Gli obiettivi dell’attività di miglioramento genetico: resistenza alle malattie, qualità del frutto ed elevata produttività ei frutteti di Maso delle Part, in località Rupe di Mezzolombardo, si è svolta il 24 agosto 2005 la tradizionale giornata di Porte Aperte organizzata dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Oltre duecento gli agricoltori accorsi per l’incontro che si ripete ormai da più di vent’anni e che rappresenta un’importante occasione per conoscere ed apprendere sul campo i risultati delle attività condotte dai ricercatori di San Michele nel settore frutticolo, in particolare pomologico. I temi della mattinata hanno spaziato dalle tecniche di coltivazione alla N 18 difesa dalle patologie più importanti, dall’architettura degli impianti alla ricerca di nuove varietà di melo. L’azienda sperimentale di Maso delle Part si occupa da più di 35 anni di ricerca sul melo e da circa cinque anni ha ripreso anche lo studio sul pero. Il maso è suddiviso in tante parcelle dove si confrontano diverse varietà, i cloni, le forme di allevamento, i portainnesti di melo e pero. Sono state affrontate tematiche specifiche nelle quali sono stati riportati i risultati della ricerca effettuata e consegnato ai partecipanti il relativo materiale illustrativo. COSTITUZIONE DI NUOVE VARIETÀ L’attività di miglioramento genetico presso l’Istituto Agrario di San Michele. A livello mondiale ci sono oltre 50 istituti fra pubblici e privati che sono impegnati nella ricerca di nuove varietà di melo. Un tempo le nuove varietà, costituite e promosse soprattutto da istituzioni pubbliche, erano libere. Attualmente invece tutte le nuove varietà, o per lo meno la maggior parte di queste è protetta e quindi tutelata nella successiva fase di diffusione. Ciò comporta l’ePerito Agrario 4/2005 RICERCA sclusività dei diritti di propagazione delle piante ed eventualmente di produzione commerciale dei frutti. Questo aspetto modifica è rende molto stretti i rapporti all’interno dell’intera filiera di innovazione del prodotto fra costitutore – vivaista – frutticoltore – gruppo di vendita. L’esclusiva, se da un lato facilita l’introduzione di una nuova cultivar dando la possibilità di gestire la diffusione della stessa (controllando quantità e qualità), di contro inserisce il rischio per le diverse aree produttive o per una parte delle aziende frutticole di rimanere escluse da future proposte di miglioramento della gamma varietale. Lo strumento dell’innovazione varietale però rappresenta quasi una strategie imposta per le aree che hanno i costi di produzione più elevati.Avere una nuova varietà, almeno per qualche anno quasi in esclusiva può rappresentare un vero punto di forza in grado di genera valore aggiunto. Nasce da questo l’esigenza di evidenziare in anticipo le attese del mercato e del consumatore e di tradurle nella proposta di nuove tipologie di frutto. Le problematiche sopra brevemente accennate ed altre motivazioni legate alla possibilità di individuare nuove varietà più adatte alle condizioni climatiche dei nostri ambienti e per le zone a quote più elevate hanno motivato l’impostazione e lo sviluppo, da parte dell’Istituto Agrario San Michele, di un programma di miglioramento genetico del melo. Già nel 1990 erano state incrociate diverse varietà e selezioni resistenti a ticchiolatura con le varietà maggiormente diffuse negli ambienti trentini. Successivamente l’attività di miglioramento genetico presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige ha avuto un notevole impulso grazie al finanziamento da parte della Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto del progetto Biologia Avanzata applicata a Vite, Melo e Salmonidi. Nel sottoprogetto melo e stata impostata, a partire dal 1999, una attività di miglioramento genetico classico con l’impiego di marcatori molecolari per la selezione precoce dei materiali geneticamente resistenti a diverse patologie quali ticchiolatura ed oidio. Il progetto quinquennale ha permesso il rilancio di questa attività e di sviluppare una notevole mole di piantine originate da seme (semenzali geneticamente diversi uno dall’altro) che nei prossimi anni saranno selezionati per gli aspetti produttivi quali-quantitativi. Gli obiettivi prioritari del progetto sono la costituzione di materiale resistente a ticchiolatura (geni Vf, Va, Vg, Vm, Vb, Vbj ecc) ed oidio (geni P1,P2) con alta qualità del frutto (consistenza e croccantezza polpa; contenuto zuccherino ed acidulo; conservabilità e “shelf-life”; forma, colore, pezzatura) ed elevata produttività (celere entrata in produzione, facile allevamento, elevata e costante fruttificazione). Nel periodo 1999 – 2004 sono stati eseguiti più di 400 incroci diversi e sono stati ottenuti circa 100.000 semi. Attualmente sono a dimora 27.000 semenzali (innestati su M9) . I semenzali originati dagli incroci realizzati nel 1999 e 2000 (n° 6.000), superato il periodo di improduttività giovanile, nella stagione 2005 sono entrati in produzione, sono quindi in corso le prime valutazioni ed è iniziata la selezione del materiale anche per le caratteristiche pomologiche. L’ attività di valutazione dei semenzali è prevalentemente condotta presso l’azienda Giaroni dell’Istituto Agrario di San Michele. TECNICHE COLTURALI Alberto Dorigoni Nuove varietà Perito Agrario 4/2005 Negli ultimi anni sono state realizzate a Maso Parti diverse prove sperimentali di tecnica colturale su melo, in riferimento alle tematiche concernenti il diradamento chimico e il miglioramento della qualità delle produzioni. Obiettivi: - Approfondire la conoscenza di nuovi diradanti come benziladenina ed etephon, in termini di efficacia e di meccanismo di azione, per indurre qualità e costanza di produzione negli anni; 19 RICERCA - Confrontare diverse tecniche di controllo della vegetazione; - Individuare prodotti cosmetici per migliorare l’aspetto esteriore di Golden Delicious; - Studiare formulati che permettono di rallentare la maturazione dei frutti allo scopo di ampliare il calendario di raccolta delle varietà e migliorare la qualità delle produzioni. IL DIRADAMENTO DEL MELO NEGLI IMPIANTI MODERNI Il diffuso impiego della potatura lunga comporta ottimo equilibrio della pianta e potenzialità produttive fino a pochi anni fa impensabili. Peraltro, questa tecnica richiede strategie di diradamento estremamente aggressive. Permane una situazione di incertezza riguardo alla data di ritiro dal mercato di carbaryl, ma da un decennio di ricerca e da alcuni anni di applicazione pratica si capisce che non sarà facile sostituirlo con altri principi diradanti a basso impatto ambientale e di pari efficacia e spettro d’azione. Dalla sperimentazione è anche maturata la convinzione che solo con l’applicazione di più diradanti, in successione o in miscela, si possono conseguire risultati adeguati. Benziladenina (BA) si propone come un principio diradante migliore di carbaryl e di NAA, per la sua azione di stimolo della moltiplica- zione cellulare che induce calibro dei frutti più elevato di altri diradanti. Peraltro, quando usato come unico diradante, ha azione generalmente troppo blanda. Mentre in un ottica di medio-lungo periodo, da qui a 3-4 anni presumibilmente, dovremo rassegnarci alla perdita di carbaryl, per il momento i migliori risultati si ottengono quando Benziladenina è inserita in diverse strategie di diradamento, più o meno aggressive, in cui le altre molecole disponibili, compreso lo stesso carbaryl, possono trovare una collocazione. Le indicazioni presentate nelle tabelle 1 e 2, frutto di dieci anni di sperimentazione, servono a definire una scala approssimativa di efficacia e permettono di orien- Tabella 1: N° RICACCI DA VECCHIE RADICI DELL’IMPIANTO PRECEDENTE Località Maso Parti 7H. Impianto 2004 Maso Parti 7I. Impianto 2004 Piovi Istituto Spur rosse. Impianto 2003 Piovi Istituto Gala. Impianto 2004 Piovi privato. Impianto 2004 Piovi Istituto Fuji 4. Impianto 2000 Piovi privato Impianto 2004 Piovi Istituto Fuji. Impianto 1996 Cunevo (loc. La Santa) Impianto 2004 Cunevo (loc. La Santa) Impianto 2004 Maso Maiano 3 F, Impianto 2004 Brez privato. Impianto 2004 20 Data N°ricacci 100 m filare Note 27-04-2004 74 Test “ELISA” su 10 ricacci: = 10% positivi 27-04-2004 02-05-2004 0 60 Riposo x 3 anni 02-05-2004 23-08-2004 46 52 05-05-2004 21 08-05-2004 6 08-05-2004 30 08-05-2004 8 03-06-2004 15-06-2004 21 Presenza diffusa 13-07-2004 89 21-09-2004 10 Controllati 2 (= ricacci radice vecchia) 15-09-2004 prelevati 4 campioni: 1 positivo Test “ELISA” su 10 ricacci:. = 10% positivi 16-11-04 Test “ELISA” su 6 ricacci: =. 15% positivi Perito Agrario 4/2005 RICERCA Tabella 2: POSSIBILI STRATEGIE DIRADANTI PER GOLDEN, GALA E PINK LADY Effic ac ia Epoc a c aduta petali 10-12 mm 12-14 mm molto debole NAD 84 ppm BA 100 ppm NAD 84 ppm BA 100 ppm NAD 84 ppm carbaryl 240 ppm carbaryl 240 ppm NAD 84 ppm BA 70-100 ppm BA 100 ppm + NAA 10 ppm carbaryl 240 ppm NAA 10 ppm carbaryl 240 ppm + molto forte NAD 84 ppm carbaryl 240 ppm BA 70-100 ppm l'aggiunta di 100 cc/hl di OLIO minerale può rinforzare l'azione diradante Tabella 2: POSSIBILI STRATEGIE DIRADANTI PER FUJI E BRAEBURN Effic ac ia Epoc a 8-10 mm BA 100 ppm molto debole carbaryl 240 ppm carbaryl 240 ppm carbaryl 240 ppm + NAA 10 ppm molto forte 12-14 mm carbaryl 240 ppm carbaryl 240 ppm + BA 70-100 ppm BA 100 ppm + NAA 10 ppm carbaryl 240 ppm + BA 70-100 ppm NAA 10 ppm + carbaryl 240 ppm + BA 70-100 ppm l'aggiunta di 100 cc/hl di OLIO minerale può rinforzare l'azione diradante tarsi nella scelta delle strategie di diradamento per le principali varietà. Per quanto riguarda etephon, l’interesse per questo principio diradante, comunque circoscritto ai gruppi Fuji e Red Delicious, è fortemente ridotto dalla estrema variabilità di risposta nelle diverse annate. Per non incorrere in sovradiradamento si consiglia l’applicazione ad inizio fioritura di dosi minime di questo prodotto, comprese tra 80 e 150 Perito Agrario 4/2005 ppm (20-40 cc/hl di prodotto commerciale) limitandosi ai casi di effettiva necessità (forte alternanza). I diradanti fiorali, come ammonio tiosolfato (ATS), anche se generalmente poco efficaci, rappresentano una potenzialità da esplorare in futuro per ridimensionare precocemente il carico produttivo, senza incorrere in rischi di sovradiradamento. E’ probabile che la tecnica dell’extinction (rimozione in fioritura di parte del- le gemme a fiore) concorra in futuro a raggiungere l’obiettivo di conseguire quantità e qualità adeguate. ARCHITETTURA IMPIANTI Nicola Dallabetta L’architettura degli impianti e la scelta dei portainnesti, sono tra i principali oggetti di studio e sperimentazione dell’azienda agricola sperimentale di Maso Parti. FORME D’ALLEVAMENTO E SESTI D’IMPIANTO La forma d’allevamento riveste un ruolo importante ai fini della gestione vegeto-produttiva della pianta e influisce sulla qualità e quantità della frutta prodotta. Confronti tra diverse forme d’allevamento sono condotti in azienda ai fini di valutare una possibile alternativa allo spindelbush nel melo e al fusetto nel pero, generalmente adottati nella nostra regione. Confronto tra densità d’impianto diverse: Obiettivi: - Verificare la potenzialità produttiva delle diverse varietà di mele; - Valutare l’incidenza dei sesti d’impianto sulle qualità intrinseche ed estrinseche della frutta prodotta; - Verificare i costi di produzione relativi al diverso numero di piante per ettaro ed ai relativi costi di gestione dell’impianto. Confronto di forme d’allevamento diverse Confronto tra Spindelbush,Solaxe con o senza uso della tecnica dell’“extinction”. Obiettivi: - Ottimizzare il potenziale di ramificazione relazionando altezza del- 21 RICERCA l’albero e sesto d’impianto con il vigore delle piante di partenza; - Migliorare la penetrazione della luce all’interno della chioma e portare più possibilmente la produzione verso l’esterno con benefici in quantità e qualità della frutta; - Regolare la carica delle gemme in potatura usando la tecnica dell’extinction; - Ridurre il problema dell’alternanza; - Produrre frutti di calibro più omogeneo possibile; - Abbassare i costi d’impianto (minor numero di piante/ha) a parità di produzione. Impianto frutteto Introduzione di forme d’allevamento alternative a Spindelbush come Vertical Axe, Solaxe, Ycare Obiettivi: - Verificare i valori quali-quantitativi della produzione; - Ricercare eventuali apporti migliorativi per quanto riguarda la gestione della chioma e l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta; Messa a dimora di piante bi-asse su pero (primavera 2004) e melo (primavera 2005). Obiettivi: - Ottenere i vantaggi dell’impianto superfitto (6600 piante/ha) in termini d’intercettazione della luce; - Mantenere un basso numero di piante ad ettaro per migliorare l’equilibrio vegeto-produttivo e contenere i costi rispetto al superintensivo. P 16 MARK M9 M 26 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 cm2 area sezione del tr 12D FUJ I P ORTI NNES TI e DI S TANZE A CONFRONTO PRODUZI ONE ETTARO ( Ma s o P a r t i - a n n o d i im p ia n t o 1 9 9 9 ) 250000 200000 71.456 62.848 VIGORIA DI GOLDEN DELICIOUS SU PORTINNESTI DEBOLI (XVII anno di vegetazione) 150000 2004 36.033 2003 36.946 83.556 2002 2001 93.201 100000 2000 78.124 60.950 30.022 PORTINNESTI Presso le aziende sperimentali di Maso Parti sono state condotte numerose prove di confronto di portinnesti alternativi ad M9. Quanto alle selezioni di M9, queste non 22 50000 0 19.280 16.996 14.733 23.317 26.064 11.158 10.430 31.292 30.711 13.750 17.428 TES I Perito Agrario 4/2005 RICERCA sembrano diversificarsi in modo evidente dal comune 337. La maggior parte dei portainnesti alternativi a M9 ha invece caratteristiche inferiori in quanto meno produttivi, più vigorosi, insomma meno rispondenti alle esigenze della nostra frutticoltura. Solo un portainnesto della serie polacca, denominato P16, presenta delle caratteristiche estremamente interessanti. Il primo confronto di portinnesti deboli che includono P16 e P22 è stato realizzato a Maso Parti su Golden Delicious e Starkspur Red già nel 1983, adottando sesti molto ampi, di 4,5x2,0 metri. Nel 1995 e 1996 sono state avviate prove analoghe su Top Red e ancora su Golden. Dal 1999 abbiamo a disposizione impianti su altre varietà, Gala e Fuji, con sesti più industriali, che variano dalle 3800 alle 5000 piante per ettaro. MELO M9 rappresenta certamente il portainnesto più versatile, tuttavia non è la soluzione ideale in ogni situazione e per qualsiasi cultivar. Lo conferma l’interesse smodato per le tecniche di controllo della vegetazione da una parte e per le concimazioni spinte dall’altra. Lo studio è mirato ad individuare portinnesti capaci di ridurre i costi di manodopera e di aumentare l’efficienza produttiva delle piante evitando il fenomeno dell’alternanza. Questo è perseguito con l’impiego di: - Nuove selezioni, in particolare P16 di origine polacca, portinnesto più debole di M9; - Cloni di M9: Pajam 1, Pajam 2, 337, EMLA, ed altri. Numerose iniziative sono in corso a Maso Parti per verificare la compatibilità tecnica ed economica dei portinnesti deboli sopra menzionati con le cultivar di maggior interesse locale: Gala, Fuji, Braeburn, Red Delicious, ed altre. Perito Agrario 4/2005 VARIETÀ E CLONI Pierluigi Magnago IL RINNOVO VARIETALE Adulto Melanoneura PERO È stata avviata un’iniziativa rivolta al pero, mirata a verificare la possibilità della re-introduzione di questa coltura nell’areale di fondovalle trentino, tenuto conto che: - Il pero ha rappresentato realtà colturale significativa fino agli anni 70; - La vocazione del fondovalle per Golden Delicious è in declino; - È importante la diversificazione colturale nell’ottica della riduzione del rischio d’impresa e di una migliore gestione della raccolta; - Esiste elevata affinità tra la coltivazione del pero e quella del melo; - Da quando il Trentino ha smesso di produrre pere c’è stato un significativo progresso tecnico nella coltivazione, determinato soprattutto dalla qualità del materiale vivaistico, l’introduzione dei portinnesti clonali deboli e l’adozione d’architetture d’impianto a più elevata densità. Le varietà e i portainnesti a confronto sono rispettivamente: - KAISER / BUTIRRA HARDY / BA29 - CONFERENCE / C - CONFERENCE / SYDO - WILLIAM/BUTIRRA HARDY / BA29 - ABATE F./ BUTIRRA HARDY / C - ABATE F./ SYDO Considerazioni Nel rinnovo degli impianti frutticoli la scelta della varietà e del clone è molto importante in quanto un eventuale errore limita la redditività e la durata economica del frutteto stesso. Per una corretta scelta sono necessarie non solo conoscenze agronomiche sulla produttività e sulle qualità del frutto delle diverse varietà e cloni, ma anche indicazioni sul comportamento delle accessioni in funzione dei diversi ambienti di coltivazione e non ultime delle informazioni di carattere commerciale sulla recettività da parte del mercato delle singole varietà. Fondamentale inoltre la conoscenza di quali aspetti qualitativi sono determinanti ai fini della scelta del consumatore (pezzatura, colore, rugginosità, forma, gusto, durezza, croccantezza, ecc.). In questi anni molti sono stati i contatti fra il personale dell’Istituto Agrario San Michele, addetto alla valutazione delle nuove varietà di melo e le Organizzazioni dei Produttori. La collaborazione ha consentito agli sperimentatori di acquisire informazioni sull’evoluzione di aspettative e gusti dei consumatori nei confronti del prodotto mela e di ogni singola, mentre i rappresentanti delle Organizzazioni dei Produttori hanno avuto la possibilità di vedere a confronto e di effettuare le prima valutazione sulle qualità e potenzialità dei materiali vegetali di più recente costituzione e diffusione. Prendendo spunto anche da questi incontri, molti Consorzi dei Produttori in funzione delle loro esigenze 23 RICERCA di mercato, delle preferenze commerciali, delle tendenze di cambiamento nei gusti dei consumatori e delle caratteristiche ambientali, hanno elaborato dei programmi pluriennali di rinnovo degli impianti, dando indicazioni abbastanza precise agli agricoltori associati sia per quanto riguarda le varietà che i relativi cloni migliorativi. Sono state inoltre individuate ed indicate a grandi linee le zone maggiormente vocate per ogni singola varietà. Questo modo di operare, oltre ad essere di reale supporto al frutticoltore per la scelta varietale e clonale, consentirà nel medio periodo, di migliorare la qualità ed incrementare l’omogeneità del prodotto conferito. Sulla base del reciproco scambio di informazioni sarà possibile inoltre, concordare e sviluppare in maniera più celere e coordinata l’inserimento delle varietà che collegialmente e per i diversi aspetti (agronomici e commerciali) saranno ritenute più promettenti. In alcune aree frutticole provinciali oltre ad un rinnovo varietale con l’eliminazione delle varietà obsolete, per alcune famiglie clonali quali principalmente Gala e Red Delicious si ritiene opportuno sollecitare un più celere miglioramento dell’assortimento clonale. L’incremento della produzione di Gala ed il minor interesse del consumatore verso i frutti di Red Delicious porteranno ad una maggiore pressione selettiva sull’aspetto qualitativo dei frutti (pezzatura, forma, colore: estensione, intensità e striatura, durezza della polpa ecc.). Per questo motivo è indispensabile una riqualificazione della produzione mediante l’inserimento di cloni che forniscono percentuali più elevate di frutti di prima scelta. I vecchi impianti sono stati prevalentemente realizzati utilizzando cloni che oggi, anche per la naturale retrogradazione, non hanno più intensità ed estensione del colore tali da soddi- 24 sfare l’evoluzione dei gusti del consumatore. I nuovi cloni di Gala ed anche di Red Delicious spur, se correttamente moltiplicati, colorano precocemente anche in anni difficili e hanno una tonalità rosso brillante, estesa non di rado al cento per cento della superficie. Il raggiungimento precoce di una valida colorazione permette di raccogliere i frutti al livello di maturazione ottimale, presupposto base per ottenere un prodotto con maggiori qualità organolettiche e con le più alte potenzialità di conservazione. Per quanto riguarda i cloni di Golden Delicious, sono in valutazione alcune accessioni che hanno maggiore facilità nello sviluppare la faccetta di colore rosso-rosato. Dalle prime osservazioni in linea di massima si può affermare che esistono delle linee più predisposte allo sviluppo della faccetta, ma solo in alcuni ambienti tonalità e diffusione del colore migliorano l’aspetto del frutto. In ambienti favorevoli allo sviluppo delle faccette anche nei cloni tradizionali, alcuni di questi nuovi ottenimenti sviluppano delle tonalità di colore rosso-mattone per quasi l’intera superficie del frutto. Nei confronti della rugginosità hanno evidenziato diversi livelli di suscettibilità, come i cloni tradizionali. Valutazione di varietà e cloni Annualmente presso le aziende sperimentali vengono messi a dimora varietà e cloni di nuova costituzione. Una prima valutazione del materiale è fatta in collezione con l’impianto di tre piante per ogni ottenimento, successivamente se d’interesse vengono costituite delle parcelle con ripetizioni delle diverse tesi a confronto. Per ogni ottenimento sono rilevati sia i caratteri vegetativi (vigoria e forma della pianta, tipo di fruttificazione ecc,) che pomologici (rife- riti al frutto: forma, dimensioni, colore di fondo sovraccolore ecc.). Sono inoltre eseguiti test di maturazione (test dell’amido) per individuare la giusta epoca di raccolta. In laboratorio per il materiale più interessante sono rilevati mediante analisi altri parametri qualitativi quali il contenuto zuccherino (valore rifrattometrico in gradi Brix), l’acidità (acidità titolabile in g/l) e la durezza della polpa (penetrometro Kg/cmq). Ottenimenti a confronto per le famiglie clonali di maggior interesse: Golden Delicious: - Leratess (Pinkgold); Quemoni (Rosagold); Goldrosio (1400 KE); 1500 OHK; Smoothee; Cl. “B”. Red Delicious spur: - Red Chief 4047; Red Chief 5222; Red Chief Camspur; Scarlet (Evasni); Superchief (Sandidge); Early Chief; Redkan; IT Red Delicious. Red Delicious: - Jeromine; Early Red One. Gala: - Brookfield (Baigent); Schniga (Gala Schnitzer); Galaxy; Obrogala; Annaglo; Buckeye (Simmons); Venus (de Carli); Cherry Gala; Ruby Gala (Gala rosso). Fuji: - Kiku 8; Rakuraku; Rubinfuji; Fukan; Aztec (Fuji Zhen); Fiero (September Wonder). Braeburn: - Hillwell (Hidala); Lochbuie; Mariri Red (Eve); Redfield; Joburn (Aurora); Helena. Pinova: - Pinova (Corail); Roho (Evelina); Dalinip; Pink Lady - Pink Lady (Cripps Pink); Rosy Glow; Varietà di maggior interesse in valutazione: - Cameo (Caudle); Rubens; Tentation (Delblush); Kanzi (Nicoter); Sonya; Diwa; Ariwa; Mairac (La Flamboyante); Ambrosia ; ecc. Perito Agrario 4/2005 RICERCA ATTIVITÀ DEL GRUPPO “DIFESA DELLE COLTURE” A MASO PARTI Grafico PIANTEIN INVASO VASO -- MASO Grafico 1: 1: PIANTE MASOPARTI PARTI Sommatoria delle % germogli con ticchiolatura Sommatoria delle % di germogli con ticchiolatura durante la durante la stagione delle delle infezioni primarie stagione delle infezioni primarie Luisa Mattedi - Flavia Forno TICCHIOLATURA 2005 (Lavoro svolto in collaborazione con Umberto Piva –OP Paganella e Mauro Varner – Cantine Mezzacorona) Il 2005 può essere considerato l’annata con minore gravità di attacco di ticchiolatura nella Piana Rotaliana dal 1989 ad oggi. Ciò può essere osservato nel grafico 1 che rappresenta la sommatoria della percentuale di germogli attaccati durante la stagione delle primarie sulle piantine esposte durante ogni pioggia primaverile. Nel 2005 sono state esposte 3 piantine durante ciascuno dei 14 periodi piovosi dal 21marzo all’1° giugno; in tutto sono state conteggiate 9 macchie, 7 delle quali sulle piogge dal 21 al 26 aprile e dal 26 aprile al 4 maggio. Il numero è estremamente esiguo; l’assoluta irrisorietà della stagione delle primarie è confermata dalla situazione, ad inizio agosto, di 3 testimoni, sempre collocati in Piana Rotaliana, nelle aziende dell’Istituto Agrario di S. Michele (grafico 2). Grafico 2: PARCELLE NON TRATTATE Istituto Agrario San Michele a-A - Anno 2005 Sommatoria infezioni primarie (% germogli con ticchiolatura) Grafico 3: MASO PART (VAL D’ADIGE) VOLO ADULTI SVERNANTI - C. Melanoneura ESPERIENZE SULLE PSILLE DEL MELO Dal 2000 le aziende dell’Istituto Agrario sono state sottoposte a costanti monitoraggi per verificare la presenza di potenziali vettori degli scopazzi. Sia a Piovi, dal 2000, sia a Maso delle Part, dal 2002, vengono infatti eseguite delle costanti battiture che hanno permesso di identificare le specie di psilla presenti sul melo nella Piana Rotaliana e dei controlli visuali che hanno consentito di descrivere una parte del ciclo delle spePerito Agrario 4/2005 25 RICERCA cie più presenti e di monitorare tutti gli altri potenziali vettori. Sono state individuate 12 specie di psilla e la più frequente è Cacopsylla melanoneura, mentre Cacopsylla picta (probabilmente la più efficiente come vettore) è presente in entità irrisorie (nel 2005 1 adulto svernante a Piovi e 2 a Maso delle Part: battiture da fine gennaio e tuttora in corso). Il grafico 3 evidenzia l’evoluzione di C. melanoneura a Maso Part dal 2002 al 2004 con la freccia indicante la data del trattamento eseguito ad inizio ovodeposizione. Grafico 3 maso part (VAL Dadige Il grafico 4 presenta un’esperienza del 2004 che evidenzia lo studio del contenimento di C. melanoneura con etofenprox (Trebon 15 cc/hl usato una volta), un caolino micro- Grafico 4: ESPERIENZE CON SURROUND PER IL CONTROLLO DI C. MELANONEURA (Maso Part 2004) Grafico 5: TRATTAMENTI SU ADULTI SVERNANTI DI C. MELANONEURA (Maso Part 2005) 26 Perito Agrario 4/2005 RICERCA Grafico 6: Maso Part (Val d’Adige) - EVOLUZIONE SCOPAZZI IN DIVERSI IMPIANTI IN ETÀ 5-15 ANNI Grafico 7: Maso Part (Val d’Adige) - EVOLUZIONE SCOPAZZI IN DIVERSI IMPIANTI IN ETÀ 1-5 ANNI Perito Agrario 4/2005 nizzato (Surround 30 kg/ha usato 3 volte), un caolino classico (Belgold 30 kg/ha usato 3 volte) confrontati con un testimone. Il grafico 5 evidenzia l’andamento di C. melanoneura nel 2005 con un’ulteriore esperienza di contenimento della popolazione (3 anni di prove) con etofenprox (Trebon) a 10 cc/hl. I grafici 6 e 7 evidenziano l’evoluzione degli scopazzi a Maso delle Part dal 2000 al 2004 sottolineando la maggiore presenza sulle piante adulte (età > ai 5 anni, fino ad un massimo di 15) rispetto alle più giovani. In tutto hanno manifestato sintomi il 6.54% di piante (5.76% di adulte e 0.78% di giovani). Dal 2003, anno di incremento della fitoplasmosi in Val d’Adige, le piante con sintomi vengono eliminate ed è stata applicata la lotta al potenziale vettore. Dal 2004, a partire da Maso delle Part e Piovi, sono state osservate e conteggiate le radici vecchie e vitali presenti in nuovi reimpianti (tabella 1). La loro presenza potrebbe fungere da serbatoio di inoculo trasmettibile attraverso vettori o possibili ponti radicali. 27 REPLICA Da oggi non ci sto più Di Domenico Di Biase el numero de “L’agrotecnico oggi “di maggio 2005 è comparso un elenco, in riquadro dal titolo “quadriennio 2001-2005 – risultati di eccellenza” delle attività svolte dal Consiglio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati. L’articolo, senza firma, è sicuramente un buon modo per presentare il Consiglio uscente alle nuove elezioni di rinnovo di giugno 2005 ma questa volta, in verità la prima, ha mosso a curiosità un Perito Agrario che, stupito per i riferimenti alla nostra Categoria, che sembrerebbe assente in molti argomenti, ha chiesto delucidazioni su alcune affermazioni che ci coinvolgono e su altre afferenti competenze ed attività professionali che appaiono come esclusiva degli agrotecnici. Al fine di dare una compiuta risposta, verificati gli atti d’ufficio, posso rispondere sia a chiarimento che anticipando parte delle attività compiute dal Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati che, in seguito, saranno meglio approfondite; naturalmente darò delucidazioni solo ai punti che ci coinvolgono anche indirettamente precisando meglio quello che non è stato detto e quello che è stato parzialmente portato a conoscenza; in corsivo le affermazioni ed in neretto le risposte e considerazioni: • Sono forniti agli Agrotecnici liberi professionisti i programmi informatici per presentare le pratiche PAC Seminativi. (i Periti N 28 Agrari ne sono in possesso sin dal 1993); • Dopo un fortissimo scontro politico, sostenuto solo dal Collegio degli Agrotecnici, il Governo riconosce anche ai liberi professionisti la possibilità di costituire i CAA Centri Autorizzati di Assistenza Agricola con il DM 27.3.2001; di questa possibilità ne beneficeranno anche le altre categorie professionali, anche quelle rimaste inerti a guardare. (certamente chi ha scritto si riferisce ad altre categorie in quanto i Periti Agrari non hanno mai abbandonato il tavolo delle trattative); • Il Ministero delle Finanze abilita gli Agrotecnici al “fisco telematico”, con uno specifico Decreto. (E’ stato il CNPA a sollecitare e seguire direttamente il provvedimento cui hanno beneficiato anche altri); • Il Collegio Nazionale, in collaborazione con l’OIGA-Osservatorio per l’Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura, organizza il primo Corso di formazione per giovani imprenditori, del tipo residenziale. (E questo è stato organizzato anche dai Consigli Nazionali dei Periti Agrari e dei Dottori Agronomi e gli altri componenti dell’OIGA); • Il Decreto del Ministero dell’Interno 25.5.2001 prevede che i liberi professionisti Agrotecnici che ricoprono cariche elettive nelle Giunte di Comunità Montane, Comuni e Province possano richiedere ai rispettivi Enti di farsi carico del pagamento dei contri- buti previdenziali del Fondo AGROTECNICI/ENPAIA. (Come per tutte le professioni); • Gli Agrotecnici iscritti nell’Albo, purché non esercenti la professione, possono usufruire dei contributi per l’autoimpiego ai sensi del D.M. 28.5.2001, n. 295. (Come per tutte le professioni); • Sul supplemento alla Gazzetta Ufficiale del 17.8.2001 viene pubblicato il DPR 5 giugno 2001 n. 328 che apre le porte dell’Albo ai laureati di ben sette diverse Classi di laurea …… (come per la professione di Perito Agrario e Perito Agrario Laureato); • Sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il DPR n. 290/2001 in materia di fitofarmaci, che esclude gli Agrotecnici; la categoria si mobilità ed il Collegio Nazionale fa ricorso al TAR il quale, l’anno successivo, annulla il DPR ed accoglie le ragioni dei ricorrenti. (Considerato che nessuna professione ha mai posto ostacoli all’inserimento degli Agrotecnici nella attività emarginata c’è da chiedersi come mai hanno dovuto ricorrere al TAR); • Viene emanato il Decreto-legge n. 381/2001 di riforma dell’AGEA, che prevede un “Consiglio di rappresentanza” dal quale però sono esclusi i liberi professionisti; dopo avere chiesto ai Periti agrari di svolgere un’azione comune ed averne ottenuto un rifiuto, il Collegio Nazionale contesta da solo la legge ed i Collegi locali partecipano alla protesta in modo massiccio; il Governo cede alle richiePerito Agrario 4/2005 REPLICA Palazzo di Giustizia ste, inserendo nel “Consiglio di rappresentanza” anche un membro dei liberi professionisti (su dieci totali). (il CNPA ha avviato rapporti diretti ben prima della emanazione del decreto -agosto 2000); Dopo avere tentato una designazione unitaria di questo rappresentante, ed avere incassato ancora una volta il “no” dei Periti agrari, gli Agrotecnici designano direttamente un proprio candidato, che viene preferito dal Governo a quello indicato dai Periti agrari e dai Dottori agronomi. (Sono stato personalmente presente all’incontro e credo che sia destituito da ogni fondamento quanto asserito perché alla riunione il candidato è stato proposto dal CNPA. Poi fuori dalla riunione non c’ è stato accordo tra Agrotecnici e Conaf e Cnpa. Per informazione il nominato è iscritto alla Fidaf); • L’Agenzia del Territorio emana la Circolare 7 febbraio 2002 n. 1 che riconosce piena capacità proPerito Agrario 4/2005 fessionale nel settore catastale agli Agrotecnici; la stampa da ampio risalto alla notizia. I Collegi dei Periti agrari e dei Geometri impugnano la Circolare al TAR Lazio; il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si costituisce in difesa. (Atto dovuto, del quale ancora ne confermiamo la coerenza con i disposti ordinamentali. Dopo la mancata sospensiva siamo ancora in attesa del giudizio di merito del TAR quindi è da considerarsi ancora una attività sub-judice); • Il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati viene eletto Vicepresidente del CUP Nazionale (è la prima volta che una categoria diplomata ricopre questa carica. (E’ la prima volta che la carica viene istituita e tutti i partecipanti al Consiglio direttivo del CUP sono vice-presidenti; il componente dei Geometri è ancora attualmente Vice Presidente del CUP ed il Componente del CNPA ha ricoperto la carica di componente il Consiglio direttivo del CUP ed è attualmente membro del collegio dei revisori del CUP ma nessuno ha ritenuto di farne propaganda. Comunque se questa è questione di eccellenza mi auguro che Orlandi, che è stato nominato rappresentante delle professioni al CNEL ne dia notizia in modo sobrio in quanto occorre puntualizzare che detta carica spetta a turno a tutte le professioni. Quindi non per meriti individuali ma per rispetto alla rappresentatività di tutti. Periti Agrari- Periti Industriali- Dottori Agronomi – e Geometri si sono succeduti nelle ultime turnazioni e questa volta spetterà ad: Agrotecnici, Biologi, Consulenti del Lavoro e Psicologi), i quali dureranno in carica 4 anni. • Con legge finanziaria 2002 gli Agrotecnici sono riconosciuti come periti estimatori di terreni ed immobili (al fine di predisporre perizie giurate per la rivalutazione 29 REPLICA fiscale). (Affermazione vera, lo è stato anche per i Periti Agrari, ma chi ha scritto non è stato informato che ciò è stato possibile grazie anche all’impegno diretto svolto presso i parlamentari da parte del CNPA e dei Geometri); • Il Collegio Nazionale trasmette in Parlamento le proprie osservazioni in materia di riforma delle professioni. (Lo hanno fatto tutti i Consigli Nazionali ritenendolo un mero compito d’ufficio e non certo meritorio di essere classificato come atto di eccellenza); • Gli Agrotecnici sono riconosciuti competenti ad utilizzare e presentare pratiche con il nuovo programma catastale “VOLTURA-1. (Affermazione vera; grazie ad una disposizione d’ufficio valida per tutti i professionisti impegnati in catasto); • Il Condono previdenziale è esteso al Fondo previdenziale degli Agrotecnici. (Lo ha promosso ed ottenuto per primo il Comitato Gestore dei Periti Agrari); • Partono gli “Studi di settore” per gli Agrotecnici; il Collegio Nazionale ottiene la nomina di un proprio rappresentante alla “Commissione degli esperti”, incaricata di validare gli “Studi”, presso il Ministero delle Finanze, il Collegio Nazionale dei Periti agrari non riesce a nominare nessun rappresentante. (Il nostro coerente momentaneo disimpegno è dovuto ad una mancanza di dati su cui discutere. In futuro prenderemo atto con attenzione il volume delle informazioni sugli studi di settore che presenteranno gli agrotecnici per l’analisi); • Parte una forte iniziativa del Collegio Nazionale in difesa dell’istruzione agraria. (I cui risultati si sono visti nella riforma Moratti – riportata a pagina 19 del n. 3 di questa rivista – che si discostano molto dalle dichiarazioni di Orlandi che, resegli personalmente 30 dal Ministro, non hanno trovato sostegno nei fatti.); • Il TAR Lazio annulla il DPR n. 290/2001 sui fitofarmaci nella parte in cui non riconosceva gli Agrotecnici fra i soggetti abilitati a prescriverli nell’ambito delle fitofarmacie; il risultato è che, con questa sentenza gli Agrotecnici sono automaticamente ricompresi. (Vale la considerazione sopra riportata che nessuna professione ha mai posto ostacoli all’inserimento degli agrotecnici nella attività emarginata e quindi ancora c’è da chiedersi come mai hanno dovuto ricorrere al TAR); • Il Collegio Nazionale organizza, insieme al CUP, una manifestazione a Roma, il 24 ottobre 2002. (Assieme a tutte le professioni); • Il Collegio Nazionale organizza insieme all’OIGA un Convegno nazionale alla fiera SANA di Bologna il 16 novembre2002. (Assieme al CNPA ed al CONAF ed agli altri enti presenti in OIGA); • Il TAR Lazio dichiara illegittimo il DPR n. 322/2001 in materia di sementi elette nella parte in cui escludeva gli Agrotecnici dal ruolo di “ispettore sementiero”, l’effetto della sentenza è quello di provocarne l’automatico reinserimento. (Anche qui vale la considerazione che nessuno ha mai posto ostacoli all’inserimento degli agrotecnici nella attività emarginata e quindi ancora c’è da chiedersi sul come di tutti questi ricorsi al TAR); • Il Collegio Nazionale interviene più volte ed è convocato dal Senato della Repubblica per una audizione sulla riforma delle professioni. (Come è stato per tutte le altre professioni); • ARTEA - Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura riconosce la capacità professionale degli Agrotecnici ed emana un bando per chi desidera iscriversi in un proprio elenco fiduciario. (Non è esclusiva degli agrotecnici; possono accedervi tutte le professioni interessate); • Con il D.Lgs. n. 277/2003 di recepimento di direttive UE in materia di qualifiche professionali, il titolo di Agrotecnico viene riconosciuto nel livello europeo dei laureati, ai fini dell’intero cambio professionale. (E questo per tutte le professioni con diploma); • Gli Agrotecnici sono riconosciuti quali soggetti idonei a curare l’interpello nei confronti degli Ispettorati del Lavoro (D.Lgs n.124/2004). (Recita la norma :”Le associazioni di categoria e gli ordini professionali, di propria iniziativa o su segnalazione dei propri iscritti, e gli enti pubblici possono inoltrare alle Direzioni provinciali del lavoro che provvedono a trasmetterli alla direzione generale, quesiti di ordine generale sull’applicazione delle normative di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.” - Visto il contenuto dell’articolo non pare che il risultato possa essere un merito di qualcuno); • Il Collegio Nazionale stipula un accordo con l’Università Telematica “Guglielmo Marconi” per il riconoscimento della professionalità degli iscritti nell’Albo come “crediti formativi”; in sostanza laurearsi è più semplice ed il fatto di essere iscritti nell’Albo “vale” un intero anno di esami. (Sono riconosciuti agli agrotecnici ben 65 crediti formativi – contro gli 85 riconosciuti ai periti agrari e ciò per la naturale diversità di preparazione professionale e culturale). Nel numero di giugno 2005 de “l’Agrotecnico oggi” compare ancora una volta la querelle sulla nuova struttura che Geometri, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Periti Industriali e Periti Industriali Laureati, per seguire il mutare e l’evoluzione dei tempi, Perito Agrario 4/2005 REPLICA stanno portando avanti con convinzione e determinazione. E qui si nota una retro-marcia cui ormai siamo abituati. Prima con lettere, proclami e richieste assembleari, gli agrotecnici facevano sapere dell’assoluta impossibilità di andare avanti senza di loro; ora pare che i Costitutori siano semplicemente…. diplomati. E chi lo ha mai negato! Siamo orgogliosi di questo nostro titolo culturale e professionale . L’articolista scrive però che, improvvisamente, agli agrotecnici non interessa più far parte del gruppo ed azzarda che da parte delle Categorie interessate ci possa essere una manovra che nasconda l’acquisizione del titolo di “laureato”. Affermazione destituita di ogni fondamento. Nella fusione e nascita del nuovo soggetto professionale chi vi transita lo fa con proprio titolo e competenze professionali. Senza nulla arrogarsi in più di quello che ha, ne togliere nulla alle altre figure professionali. Non merita commento la baggianata del veto posto dai Periti Agrari e da Bottaro sulla inclusione degli agrotecnici nel gruppo dei promotori dell’iniziativa. Nulla di più falso; l’onere della prova dovrebbe essere un onore per chi tiene alla propria firma. E siamo in attesa di tale prova. Comunque, se fosse vero il dictat, e non lo è, la scelta fatta da Panunzi e Cantalini dovrebbe allontanare l’escluso che invece ha continuato a chiedere di far parte dell’iniziativa fino ad un minaccioso deliberato assembleare che ha concluso il dialogo sul tema. Oggi è così ma fra non molto, alla apertura di un altro spiraglio torneranno alla carica , direttamente o tramite qualche politico, a chiedere ancora di entrare non ricordando che, come abbiamo sempre detto, la nuova Casa sarà sempre Perito Agrario 4/2005 aperta agli agrotecnici laureati. Altre due righe occorre spenderle sulle cifre sballate che dichiarano in merito agli iscritti laureati agli albi dei periti agrari. Una volta sono 10/15, altre 7/8 ed oggi leggiamo che sono 4/5. Certo che se si da credito a chi da i numeri sempre diversi non si hanno risultati credibili. Siamo stati contattati ed informati da alcuni nostri iscritti periti agrari che, laureatisi da poco, sono stati informati da Orlandi sulle modalità per sostenere l’esame di abilitazione alla professione di agrotecnico. Il contatto è avvenuto, pare, tramite l’uso degli indirizzi di una banca dati universitaria, a pagamento, cui si iscrivono i giovani laureati. Noi, che non abbiamo fatto campagna acquisti, siamo orgogliosi sia di chi diviene Perito Agrario per vocazione che del nucleo di giovani agrotecnici che stanno ultimando (dopo aver conseguito il titolo di studio di perito agrario), il periodo di tirocinio alla conclusione del quale, assieme ad altri giovani e valenti agrotecnici già liberi professionisti che lo hanno ultimato, parteciperanno agli esami di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Perito Agrario. Non da ultimo riceviamo richieste di agrotecnici che, dopo aver avuto la falsa informazione sulla equipollenza professionale con i periti agrari ed ultimato il tirocinio con questa ambizione, chiedono di sostenere presso l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di perito agrario. Dire no ad un giovane deluso, senza colpa alcuna, da una sensazione di sgomento e così consigliamo loro di chiedere agli “informatori” delle dichiarazioni scritte in tal senso in modo da avere la possibilità di ricorrere, anche per vie legali, contro questa disinformazione che viene fatta in merito alla equipollenza totale, sia scolastica che professionale. Una chiosa merita l’ultimo capoverso della lettera di Orlandi alla dottoressa Cavestri de “Il sole 24Ore” che recita .“…..; per contro solo 4-5 di questi laureati hanno scelto il similare esame di abilitazione per Perito Agrario, i quali ultimi hanno così pensato bene di cambiare nome: non riuscendo ad attrarre laureati, si attribuiranno quel titolo per legge. Ingegnoso, non c’è che dire; ingegnosi ma non ingegneri.” E’ un classico esempio di lapsus freudiano; proprio chi sta spendendo ingenti energie e risorse per comunicare al mondo che gli agrotecnici sono equipollenti ai periti agrari, imputa alla nostra Categoria quello che manifestamente dimostriamo di non volere tanto che nel progetto di fusione con i laureati, vogliamo rimanere periti agrari e ciò lo abbiamo scritto e ripetuto in tutte le occasioni ma forse Orlandi non ha avuto tempo di informarsi ed allora forse, nel caso dell’agrotecnico laureato, ha manifestato una sua personale sensazione coerente con la diminuzione congiunta dei titoli di Dottore e di Agrotecnico che, a volte, non viene abbreviato in Dott. Agrot. (che sarebbe naturale) o in Agr. Dott. ma bensì in Dott. Agr. che lo porta a confondersi con il Dottore Agronomo con conseguente diatriba in Emilia Romagna (notizia di questi ultimi tempi) tra le due categorie. E, anche se questo è arcinoto ad Orlandi, leggo che sarebbero i periti agrari ad essere ingegnosi ma non ingegneri! E tutto il contesto ricorda Fedro con la volpe e l’uva e la morale che spesso gli uomini disprezzano a parole ciò che non possono ottenere. 31 BIODIVERSITÀ Razze avicole in pericolo di estinzione: possibilità di allevamento estensivo, di incroci di prima generazione, nelle aziende agricole di Maurizio Arduini tilizzando materiale genetico derivante dal Conservatorio Nazionale delle razze avicole in pericolo di estinzione vengono riportati i risultati di sperimentazioni ed esperienze relative all’impiego di incroci di prima generazione, tra razze di pollo, per l’allevamento estensivo nelle aziende agricole allo scopo di realizzare produzioni di nicchia. Vengono evidenziate le attitudini e le caratteristiche produttive di diversi incroci utilizzabili per produzioni commerciali in aziende agrituristiche e per la ristorazione di qualità. Nel 1985, su richiesta dell’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma, è stato istituito il Conservatorio Nazionale delle razze avicole locali in pericolo di estinzione. Il patrimonio di animali è stato recuperato dai riproduttori presenti U 32 Perito Agrario 4/2005 BIODIVERSITÀ presso l’ex Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo e da altri acquistati presso allevatori e selezionati in base alle loro caratteristiche produttive. Notevole importanza è stata data al numero e al peso delle uova deposte e ai pesi raggiunti alle varie età. Già dal primo anno il Conservatorio era costituito da 29 razze di cui 18 di pollo (Ermellinata di Rovigo, Robusta Lionata, Robusta Maculata, Valdarnese Bianca, Siciliana, Pepoi, Ancona, Livornese Bianca, Livornese Nera, Livornese Fulva, Livornese Azzurra, Livornese Dorata, Livornese Argentata, Livornese Barrata, Plymouth Rock Barrata, White America, Rhode Island e New Hampshire), 4 di faraona (Faraona Grigia, Faraona Camosciata, Faraona Lilla e Faraona Paonata), 3 razze di tacchini (Ermellinato di Rovigo, Comune Bronzato e Castano Precoce) 2 di anatra (Mignon e Germanata Veneta) e due di oca (oca Veneta e oca Romagnola). Lavorando specialmente con la specie pollo, oltre all’attività di conservazione e mantenimento delle caratteristiche morfologiche e produttive è stata avviata una sperimentazione con lo scopo di studiare e sviluppare esperienze produttive basate principalmente sull’impiego di soggetti di prima generazione da destinare ad attività economiche per produzioni di nicchia. Le tecniche d’allevamento utilizzate sono del tipo estensivo prevedendo ampi spazi per il pascolo. I risultati ottenuti e qui evidenziati, relativi solo alla specie pollo, consentono di individuare le diverse attitudini dei vari incroci di prima generazione misurandone le caratteristiche produttive. La sperimentazione e le esperienze acquisite riguardano l’allevamento estensivo del pollo. I gruppi di riproduttori sono costituiti da un minimo di 25 femmine con i relativi galli (un gallo ogni 1012 galline nelle razze leggere e un gallo ogni 8-10 galline nelle razze Perito Agrario 4/2005 medio-pesanti). I ricoveri per i riproduttori sono costituiti da un pollaio in legno, o muratura, con pavimento ricoperto di truciolo di legno e zona a grigliato (25%). La concentrazione dei capi è di 3-4 animali per mq. di pavimento (nel caso di razze leggere) è 2-3 capi per mq. nel caso di razze medio-pesanti. Ogni ricovero è fornito di parchetto esterno con 10 mq. di pascolo a disposizione per ogni capo. La raccolta delle uova viene fatta più volte al giorno e l’incubazione avviene ogni settimana. I riproduttori sono stati alimentati con mangime commerciale avente la seguente composizione media: proteine grezze 15-16%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 2.850, Metionina + Cistina 0,58, Lisina 0,68, Calcio 3,50, Fosforo 0,30. Dopo la schiusa in incubatrice i pulcini (sia maschi che femmine) sono stati allevati, per circa 8 settimane, a terra su truciolo di legno in ambienti chiusi con ventilazione naturale e riscaldati con lampade a gas. La concentrazione (a 8 settimane) non superiore a 10-15 capi al mq. Nel secondo periodo, sino al raggiungimento di quattro mesi di vita, i polli (sia maschi che femmine) hanno invece usufruito di un altro ricovero (arca), mobile con pavimento in listelli di legno o rete, per il riposo notturno e con una concentrazione media di 10 capi per mq. di arca. Durante tutto il secondo periodo d’allevamento i polli hanno inoltre avuto a disposizione un pascolo con concentrazione non superiore a 100 capi per 1.000 mq. Agli animali in allevamento è stata somministrata la seguente alimentazione: - per le prime 5 settimane: proteine grezze 22-23%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 2.900, Metionina + Cistina 0,83, Lisina 1,08, Calcio 0,90, Fosforo 0,40; - dalla sesta alla decima settimana: proteine grezze 20%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 2.900, - Metionina + Cistina 0,72, Lisina 0,91, Calcio 0,80, Fosforo 0,35; - dall’undicesima settimana e sino alla macellazione: proteine grezze 18%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 3.000, Metionina + Cistina 0,69, Lisina 0,80, Calcio 0,80, Fosforo 0,35. Dalla sperimentazione e dalle esperienze acquisite è stato possibile individuare i più vantaggiosi incroci da utilizzare per l’allevamento estensivo o biologico al fine di ottenere produzioni avicole di nicchia. Sono state considerate le seguenti esigenze del mercato: soggetti per produzioni specializzate da uova o da carne, oppure a duplice attività ma con prevalenza dell’una e dell’altra produzione, produzioni di uova a guscio bianco oppure a guscio colorato, come pure polli novelli molto precoci oppure caratterizzati da una minore rapidità di sviluppo. È stata inoltre presa in considerazione la taglia degli animali individuando le seguenti categorie: pollo 33 BIODIVERSITÀ leggero o Italiano, pollo medio leggero o Mediterraneo e pollo medio pesante o Ruspante. Sono stati individuati infine incroci di prima generazione caratterizzati da autosessaggio ottenendo così la possibilità, già all’età di un giorno, di indirizzare i maschi per la produzione del “cappone” e le femmine all’allevamento per la deposizione di uova da consumo. Tra le varie razze costituenti il Conservatorio delle razze avicole in pericolo di estinzione la sperimentazione e le esperienze hanno messo in rilievo la possibilità di utilizzare, attualmente, a scopo economico le razze seguenti: razze Venete (Ermellinata di Rovigo, Robusta lionata e Robusta maculata); razze Italiane (Livornese nelle colorazioni nera, bianca, argentata e dorata); altre razze (New Hampshire, Rhode Island, White America e Plymouth Rock Barrata). Questi dunque i risultati ottenuti: Pollo Italiano - si tratta di soggetti leggeri ottenuti dall’allevamento di polli di razza Livornese (colorazione Bianca, Nera, Dorata e Argentata) o loro incroci di prima generazione. A 10 settimane il peso medio dei galletti è di 850 gr. mentre le femmine raggiungono il peso di 650 gr. A un anno di vita le pollastre pesano mediamente 1,5-1,9 Kg. mentre i galli raggiungono il peso di 2,02,4 Kg. A 18 mesi invece i pesi sono rispettivamente di 1,7-2,1 Kg. per le galline e 2,2-2,6 Kg. per i galli. La produzione media annua di uova a guscio bianco delle femmine è di 190-230 pezzi. Dall’incrocio di prima generazione si ottengono soggetti con spiccata produzione di uova. I maschi vengono in genere utilizzati per la produzione del cappone leggero. Pollo Mediterraneo - soggetti ottenuti dall’incrocio di maschi di razza Livornese (Bianca, Nera, Dorata, Argentata) con galline medio pesanti (Robusta maculata, Robusta 34 lionata, New Hampshire, Rhode Island, Ermellinata di Rovigo). A 10 settimane il peso medio dei galletti è di 1,250 gr. mentre le femmine raggiungono il peso di 0,950 gr. A un anno di vita le pollastre pesano mediamente 1,9-2,3 Kg. mentre i galli raggiungono il peso di 2,7-3,1 Kg. A 18 mesi invece i pesi sono rispettivamente di 2,9-3,3 Kg. per i galli e 2,1-2,5 Kg. per le galline. La produzione media annua di uova a guscio colorato delle femmine è di 190-230 pezzi. Dall’incrocio di prima generazione si ottengono soggetti a duplice attitudine con prevalenza alla produzione di uova. Nell’incrocio tra gallo Livornese Dorato e femmina Ermellinata di Rovigo si ottengono pulcini autosessati: maschi ermellinati-argentati (polli novelli di tipo nostrano) e femmine rosse-dorate(ovaiole medio leggere eccellenti produttrici di uova a guscio avorio rosato). Pollo Ruspante - soggetti ottenuti dall’incrocio tra razze medio pesanti: Robusta lionata, Robusta maculata, New Hampshire, Rhode Island, Ermellinata di Rovigo, White America e Plymouth Rock Barrata. A 10 settimane il peso medio dei galletti è di 1,350 Kg. mentre le femmine raggiungono il peso di 1,050 gr. A un anno di vita le polla- stre pesano mediamente 2,4-2,8 Kg. mentre i galli raggiungono il peso di 3,8-3,4 Kg. A 18 mesi invece i pesi sono rispettivamente di 3,6-4,0 Kg. per i galli e 2,6-3,0 Kg. per le galline. La produzione media annua di uova a guscio colorato delle femmine è di 180-220 pezzi. Dall’incrocio di prima generazione tra maschi White America e femmine Plymouth Rock Barrata si ottengono soggetti per i pollai a indirizzo prevalente da carne e subordinatamente da uova. Incrociando invece maschi White America con femmine a piumaggio rosso (Robusta lionata, New Hampshire e Rhode Island) si ottengono meticci multicolore (ruspante colorato) con ottime produzioni di carne. Dall’incrocio tra gallo New Hampshire e gallina Ermellinata di Rovigo si ottengono soggetti autosessati: maschi ermellinati (polli novelli a rapido accrescimento) e Femmine rosse (ovaiole medio pesanti produttrici di uova guscio bruno salmonato). Un incrocio autosessato si ottiene anche tra galli a piumaggio rosso (Robusta lionata, New Hampshire e Rhode Island) e gallina di razza Plymouth Rock Barrata. Le esigenze del consumatore (produzioni genuine e sane) e le nuove produzioni biologiche (Regolamento Comunitario sulla zootecnia biologica di prossima pubblicazione) possono pertanto essere soddisfatte dall’impiego, a scopo economico e per attività produttive, delle razze rustiche attualmente disponibili allevate con tecniche idonee a garantire un’assenza di impatto ambientale. “Le galline riproduttrici siano dunque di colore rossastro, di corpo robusto, quadrate, pettorute con testa grande, con la piccola cresta diritta e scarlatta, …. oltre a queste caratteristiche …… abbiano numero dispari di unghie; si dice che siano della razza migliore quelle che hanno cinque dita, …..” Perito Agrario 4/2005 VITA DEI COLLEGI CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Campiglia Marittima, 17 e 18 Giugno 2005 di Pe.Pi. ei giorni 17 e 18 Giugno 2005 si è svolto a Campiglia Marittima, nella suggestiva cornice del Parco Archeominerario di S. Silvestro, il corso di formazione e aggiornamento organizzato dal Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della Provincia di Firenze in collaborazione con il Coordinamento Regionale dei Collegi Provinciali dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della Toscana per agevolare gli iscritti nell’ottenimento dei crediti formativi per l’eccellenza nell’esercizio della libera professione. La partecipazione all’iniziativa è stata consistente, ben oltre le aspettative: circa 50 professionisti, provenienti dai Collegi di Firenze, Massa, Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Livorno, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, manifestando tutto il loro interesse per le tematiche proposte. Degno di nota è il fatto che molti di essi fossero donne, per lo più in giovane età, segno inequivocabile del vento di rinnovamento che sta investendo la Professione e la Categoria. Di seguito l’elenco dei partecipanti: Baldini Marco, Banami Alessandro, Baronti Onelio, Bartoloni Valentina, Benvenuti Giordano Bruno, Boni Paolo, Boscherini Edoardo, Bravi Barbara, Cantini Francesco, Cavicchioni Pier Francesco, Chiarenza Raniero Manfredi, Gabbrielli Franco, Giaggioli Elena, Giovannini Leonardo, Grassi Flavio, Isolan Pie- N Perito Agrario 4/2005 tro Michele, Lombardi Luciano, Ninci Filippo, Pacini Patrizia, Puglini Valentina, Taccetti Gianni, Tofanelli Stefano e Valleri Tommaso, per il Collegio di Firenze; Tongiani Mirella, per il Collegio di Massa; Bartolini Andrea e Giuliarini Giuliano, per il Collegio di Arezzo; Balestri Remo, Bargagli Andrea, Bellini Dania, Berni Valentina, Capitani Claudio, Corbini Michela, Innocenti Paola, Pacini Stefano, Pino Giuseppina, Rontani Sandro e Volpi Enrico, per il Collegio di Grosseto; Faccio Elena, Lazzeri Elisabetta e Tiezzi Valentina, per il Collegio di Siena; Castellani Pietro, Giovanetti Ro- berto e Maltinti Luca, per il Collegio di Pisa; Giomi Paolo, Potenza Marisa, Tamberi Luca e Tori Eleonora, per il Collegio di Livorno. Ad orientare la scelta della location è stata l’esigenza che questa fosse raggiungibile con relativa facilità da tutta la Toscana; particolarmente comoda si è poi rivelata la adiacenza tra le due strutture convegnistica (“Villa Lanzi”) e ricettiva (“Palazzo Gowett”, dove i partecipanti hanno potuto consumare i pasti e ricevere ospitalità) usufruite per il corso. Il programma, preliminarmente riconosciuto dal Consiglio Nazionale, è stato articolato in cinque moduli, ciascuno della durata di due ore, in modo che la frequenza dell’intero corso apportasse i dieci crediti formativi che ogni iscritto all’Albo deve acquisire nel primo anno solare di avvio del progetto sulla formazione continua. Gli argomenti trattati sono stati: l’igiene, la qualità e la rintracciabilità degli alimenti, su cui ha relazionato il P. A. Onelio Baronti; il D. Lgs. 29 marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), l), ee), della legge 7 marzo 2003, n. 38”), su cui ha relazionato il P. A. Paolo Boni; la certificazione dei prodotti e l’agricoltura biologica, su cui ha relazionato la P.A. Barbara Bravi; le L. R. 23 giugno 2003, n. 30 (“Disciplina delle attività agri- 35 VITA DEI COLLEGI turistiche della Toscana”) e 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio”), su cui hanno relazionato i P.A. Filippo Ninci e Pier Francesco Cavicchioni; il D. Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 (“Attuazione della direttiva 92/57 CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili”) e le novità legislative nel settore, su cui ha relazionato il P. A. Raniero Manfredi Chiarenza. All’arrivo è stato consegnato ai professionisti un CD contenente il materiale didattico (testi legislativi e degli interventi), che sarà inviato dal Collegio di Firenze ai Colleghi che ne faranno richiesta. A conclusione dell’evento i partecipanti sono stati invitati a fornire la proprie valutazioni tramite la compilazione di un questionario. Dall’analisi aggregata dei dati è emersa una generale soddisfazione per le tematiche affrontate, le strutture individuate e l’organizzazione. Oltre all’auspicio che iniziative del genere si ripetano con sempre maggiore frequenza e al compiacimento per aver avuto l’occasione di conoscere e confrontarsi con colleghi operanti in settori e provenienti da realtà diversi, i partecipanti hanno poi espresso suggerimenti circa altri argomenti da approfondire, che il Collegio di Firenze e il Coordinamento Regionale Toscana hanno raccolto e terranno nella massima considerazione per attività formative future. La durata del progetto, il cui capofila organizzativo è l’Istituto Tecnico Agrario Statale di Todi, realizzato con la collaborazione scientifica e patrocinio del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Perugia , di Eurostrategie s.r.l., del Consorzio Produttori agricoli della provincia di Perugia per la Difesa delle colture intensive, di AS.NA.CO.DI., di Co.Fi.Form e di Axa Assicurazioni è annuale e prevede n. 300 ore totali di cui 200 in aula e 100 in stage da svolgersi presso le strutture messe a disposizione dall’ Axa Assicurazioni. I posti disponibili sono 15; viene richiesto il possesso del diploma di perito agrario e verrà data preferenza a coloro i quali saranno iscritti all’albo o praticanti periti agrari. Inoltre saranno presi in considerazione diplomati all’Istituto agrario, geometri, laureati agronomi o coloro che sono in possesso di un attestato recante l’iscrizione ad una laurea di I° livello alle seguenti classi: 1 Biotecnologia; 7 Urbanistica e Scienze della pianificazione tecnica ed ambientale; 17 Economia e gestione aziendale; 20 Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali; 27 Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura; 40 Scienze e tecnologie zootecniche e della protezione animale o altre discipline tecnico/scientifiche. DAL COLLEGIO DI PERUGIA Appena disponibile il bando verrà pubblicato sul sito www.peritiagrari.it e spedito a quanti ne faranno richiesta all’indirizzo e-mail [email protected] . Il Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati dell’Umbria comunica che è stato finanziato con i fondi Obiettivo 3 2000-2006 – Misura C3 – Azione 4 il corso, dal titolo “La valutazione dei danni provocati dalle avversità atmosferiche”, atto a fornire la qualifica di “Esperto nella valutazione dei danni provocati dalle avversità atmosferiche” . 36 DAL COLLEGIO DI FORLÌ Il Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati della Provincia di Forlì - Cesena ha ritenuto necessa- Fabio Gardini Pier Francesco Cornacchia rio dare divulgazione e valorizzazione all’attività svolta nell’ambito provinciale e non solo dei propri iscritti. Il fine è quello di dare la necessaria visibilità all’attività del Perito Agrario che nel territorio provinciale e nazionale opera nei principali settori economici del nostro paese, dall’agro - alimentare al pubblico, con un grande spirito di abnegazione e capacità. Il nostro Collegio provinciale ha visto distinguersi alcuni iscritti, in particolare nell’ultimo triennio, per l’alta professionalità della propria attività ed il grande impegno profuso in alcuni specifici settori economici, ricoprendo in molti casi ruoli di dirigenza e massima responsabilità. Il collegio è rappresentato anche a livello pubblico nelle varie Commissioni degli Enti Pubblici “Commissioni Edilizie”, nella programmazioPerito Agrario 4/2005 VITA DEI COLLEGI ne delle attività economiche e come già detto nelle strutture produttive ed economiche più importanti del territorio. In particolare si intende evidenziare l’attività svolta dal collega Foschi Filippo che rappresenta la categoria presso la Commissione Paesaggistica per la Qualità Architettonica del Comune di Meldola; dai colleghi Plachesi Franco e Poletti Aride, professionisti qualificati che rappresentano i periti agrari presso il Tribunale di Forlì nella Sezione Specializzata Agraria; dai colleghi Gardini Fabio e Cornacchia Pier Francesco che sono impegnati nelle maggiori strutture economiche organizzate a livello regionale e provinciale, come la Cantina Sociale, le Cooperative ortofrutticole e gli Istituti di Credito. Inoltre il perito agrario Cornacchia Pier Francesco è stato riconfermato alla Presidenza del Coordinamento regionale dei collegi dell’Emilia Romagna dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati per il prossimo quadriennio. Oltre a ciò ha visto riconosciuto l’impegno ed il contributo apportato alla società nello svolgimento della professione svolta fino ad oggi, con l’onorificenza al merito della Repubblica Italiana di Grande Ufficiale. L’attività svolta da questo collega spazia in vari settori della professione, dalla gestione d’impresa, alla tutela del reddito agricolo (calamità atmosferiche), all’amministrazione di strutture cooperative organizzate. Da sempre il perito agrario nella Provincia di Forlì - Cesena ha svolto, come figura professionale, un ruolo di principale riferimento e di grande valenza nei settori economici legati principalmente all’agricoltura, ma non solo. Il Collegio ha perciò ritenuto opportuno rendere omaggio alla professionalità dei colleghi che da tanti anni in rappresentanza della Categoria operano con abnegazione e spirito di sacrificio. Perito Agrario 4/2005 RINNOVI DELLE CARICHE DEI COLLEGI COLLEGIO DI TERAMO data elezioni: 17/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Giovanni De Luca V.Presidente Diego Di Santo Segretario Luigi Barlafante Tesoriere Domenico Polidori Consigliere Biagio Cori Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Elia Piccioni Membro Eff.. Antonio Bruni Membro Eff. Emidio Iampieri Membro Sup. Pietro Fiore COLLEGIO DI FOGGIA data elezioni: 14/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Antonio Dell’Aquila V.Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Giovanni Ciarambino Giulio Ferricchio Romolo Mollica Marcello Amoroso Antonio Colangione Pasquale Razionale Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Aurelio Volgarino Membro Eff.. Giuseppe Tamalio Membro Eff. Leonardo Sticozzi Membro Sup. Giuseppe Di Toma COLLEGIO DI CAMPOBASSO data elezioni: 17/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Giuseppe Zingarelli V.Presidente Giovanni Santino Fontana Segretario Giacomo Picone Tesoriere Michelangelo Gasdia Consigliere Luigi Travaglini Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Salvatore Ruggiero Membro Eff.. Pasqualino Di Domenico Membro Eff. Francesco Ricciardelli Membro Sup. Maurizio Ricci A seguito delle dimissioni del Consigliere Per. Agr. Villani Luigi – Tesoriere, e dal Revisore Per. Agr. Pastorelli Dario Danilo- il Consiglio risulta così composto. COLLEGIO DI PAVIA data elezioni: 17/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Felice Giovanni Nobile V.Presidente Massimo Zini Segretario Michele De Mori Tesoriere Gloria Gariboldi Consigliere Tito Diani Consigliere Bruno Marioli Consigliere Zavatarelli Paola Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Zanellini Luigino Membro Eff.. Giancarlo Borutti Membro Eff. Luigi Mazza Membro Sup. Romina Rebolini COLLEGIO DI TORINO data elezioni: 27/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Paolo Gay V.Presidente Alessandro Boniforte Segretario Roberto Frova Tesoriere Giorgio Gribaudo Consigliere Daniela Bazzano Consigliere Lorenzo Benanti Consigliere Sergio Soffietto Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Giancarlo Andruetto 37 VITA DEI COLLEGI Membro Eff.. Giovanni Appendino Membro Eff. Emanuele Martellozzo Membro Sup. Gabriele Bernardi COLLEGIO DI MODENA data elezioni: 20/06/2005 Consiglio del Collegio Presidente Claudio Losi V.Presidente Giuliano Pilastrini Segretario Federico Barbarossa Tesoriere Mauro Guiati Consigliere Lorella Giordani Consigliere Geminiano Poletti Consigliere Michele Zaccaria Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Valter Bastoni Membro Eff.. Arrigo Zucchi Membro Eff. Roberto Mordini Membro Sup. Federica Toselli COLLEGIO DI CATANZARO data elezioni: 03/07/2005 Consiglio del Collegio Presidente Domenico Russo V.Presidente Giovanni Gitto Segretario Salvatore Condito Tesoriere Fortunato Gentile Consigliere Domenico Carelli Consigliere Antonio Mazzarella Consigliere Giuseppe Sacco Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Giuseppe Tarsitano Membro Eff.. Felice Nanci Membro Eff. Giuseppina Bianco Membro Sup. Nicola Cirillo COLLEGIO DI VITERBO data elezioni: 06/07/2005 Consiglio del Collegio Presidente Mario Morano V.Presidente Francesco Carta Segretario Francesco V.Biscetta Tesoriere Sandra Arcangeli Consigliere Domenico Borzetti 38 Consigliere Consigliere Gianluca Costantini Bruno Dei Svaldi Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Giancarlo Cerquetelli Membro Eff.. Camillo Cecchetti Membro Eff. Michele Fetoni Membro Sup. Giuseppe Torrigiani COLLEGIO DI FIRENZE data elezioni: 08/07/2005 Consiglio del Collegio Presidente Filippo Ninci V.Presidente Pier Francesco Cavicchioni Segretario Luciano Lombardi Tesoriere Gianni Taccetti Consigliere Alessandro Banami Consigliere Barbara Bravi Consigliere Raniero Manfredi Chiarenza Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Renzo Nulli Tasso Membro Eff.. Giacomo Matteucci Membro Eff. Valentina Puglini Membro Sup. Simone Pezzatini Membro Sup. Marco Baldini COLLEGIO DI AGRIGENTO data elezioni: 04/08/2005 Consiglio del Collegio Presidente Sergio Panunzio V.Presidente Francesco La Sala Segretario Gaspare D’Angelo Tesoriere Lorenzo Tornetta Consigliere Gaspare Ciaccio Consigliere Debole Fazio Consigliere Francesco Zito Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Leonardo Bono Membro Eff.. Filippo Buttafuoco Membro Eff. Antonio Piazza Membro Sup. Filippo Aquilino Francesco Osella è stato per tutti coloro che lo conoscevano un punto di riferimento sia come uomo che come professionista. Nato nel 1930 e terminati gli studi all’Istituto Tecnico Salesiano di Lombriasco, ha contribuito prima alla nascita e poi alla crescita del Collegio di Torino. Dopo essere stato Consigliere Bottaro consegna un premio ad Osella provinciale del Collegio dei Periti Agrari ha accettato entusiasticamente l’avventura al Collegio Nazionale ove ha portato esperienza e pacatezza fornendo sempre un valido contributo ai lavori del CNPA. È stato Consigliere della Provincia di Torino ed alla guida del Consorzio irriguo di Chivasso ove ha mostrato la sua capacità di amministratore. Perito Agrario dotato di grande umanità e professionalità ha sempre manifestato tranquillità e pazienza con tutti gli interlocutori accettando di accogliere presso il suo studio, sin dal momento della promulgazione delle norma, i tirocinanti, futuri periti agrari, da avviare alla professione elargendo anche a tutti i Periti Agrari che lo hanno avvicinato i giusti consigli professionali con la coerente schiettezza piemontese che ultimamente lo ha portato a dire “a va nen bin, i la fas pi nen” (non va bene, non ce la faccio più). E così ci ha lasciato senza i suoi “nocciolini” ma lo porteremo sempre nel cuore. Perito Agrario 4/2005 GIURISPRUDENZA GIURISPRUDENZA CIVILE Prelazione eriscatto – Riscatto – Azione di riscatto promossa dall’affittuario nei confronti del terzo acquirente – Carattere pregiudiziale rispetto all’azione di rilascio del fondo promossa dal terzo acquirente – Configurabilità – Condizioni (C.p.c., art. 295 ; l.26 maggio 1965, n. 590, art 8) Contratti agrari – Contratti agrari trasformabili in affittanza agraria – Ambito – Contratti atipici o misti – Configurabilità – Fondamento. (L. 11 febbraio 1971, n 11, art. 18; l. 3 maggio 1982, n. 203, artt. 24, 25 ) Cass. Sez. III Civ. – 20-7-2004, n. 13452 – Vittoria, pres. ; Finocchiaro, est.; Ceniccola, P.M. (conf.) – Iorio Unisci (avv. Mazzotta) c. Euro Edilizia Brucia s.r.l (avv. Bellantuono). (Conferma App. Catanzaro 13 novembre 2002) Il rapporto di pregiudizialità, che ai sensi dell’art. 295 c.p.c., impone la sospensione del processo, fra il giudizio promosso dall’affittuario del fondo rustico per l’accertamento del propriodiritto di riscatto in seguito al trasferimento oneroso della proprietà del fondo ed il giudizio instaurato dal terzo acquirente per ottenere il rilascio del fondo sussiste se la domanda di rilascio è fondata su fatti successivi al sorgere del diritto di riscatto e va escluso se i fatti, sui quali si basa la domanda stessa, sono anteriori (1). I contratti agrari < atipici> o <misti>, già soggetti alla disciplina di cui alla legge n. 11 del 1971, sono stati assoggettati anche alla legge n. 203 del 1982, la quale non si limita a regolare i contratti tipici di mezzadria e colonia parziaria, atteso che la interpretazione restrittiva del disposto dell’art. 25 primo comma, non sorretta da alcun criPerito Agrario 4/2005 terio interpretativo, è superata dal riferimento, compartecipazione agraria, e, pertanto, anche ai rapporti <atipici> in quanto non autonomamente disciplinati dal codice civile o dalle altre leggi speciali (2) (1-2) Sulla prima massima in senso conforme cfr. Cass. 30 maggio 2003, n. 8778, in questa Riv. (M), 2004, 517. In merito al secondo principio cfr. Cass. 5 maggio 2004, n. 8515, in corso di pubblicazione in questa Riv. Con nota di Nigro G.L. Contratti agrari – Controversie – Procedimento – Competenza e giurisdizione . Sezioni specializzate – Competenza – Sentenza di rilascio di un fondo – Sospensione dell’esecuzione e limiti – Fattispecie. (L. 14 febbraio 1990, n 29, art. 9) Cass. Sez. III Civ. – 28-1-2003, n. 1258 (ord) – Duva, pres. ; Perconte Licatese, est. ; Marinelli, P.M. (conf)- Lombardi (avv. Colucci ) c. Aselmo (avv. Prignano). (Conferma Trib. Foggia 22 marzo 2001) In tema di controversie agrarie, la competenza funzionale dalla Sezione specializzata che, ai sensi dell’art. 9 legge n. 29 del 1990, riguarda “ tutte le controversie in materia di contratti agriri”, ivi comprese quelle insorte nel corso dell’esecuzione, non si estende all’ipotesi in cui non risulti tecnicamente configurabile una controversia sul diritto della parte istante a procedere all’esecuzione, ma – come nella specie – siano invece dedotte semplici difficoltà nel corso dell’esecuzione stessa ( presenza, sul fondo da rilasciare, di un allevamento di bovini affetti da brucellosi. Da isolare e sottoporre a sequestro fiduciario con provve- dimento del sindaco) essendo, in tal caso, funzionalmente competente, ex art. 610 c.p.c, il giudice dell’esecuzione presso il Tribunale, subentrato, dopo la riforma del giudice unico, al pretore in qualità di giudice dell’esecuzione forzata per consegna o rilascio di cose (1). (1) Sul punto vedi Cass. 7 dicembre 2000, nh 15523, in Giust. Civ., 2001, 2563 Prelazione e riscatto – Prelazione – Spettanza al proprietario di terreno confinante – Limiti – Insediamento di mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti od enfiteuti coltivatori diretti – Estremi – Durata minima di tale presenza – Insussistenza – Stabilità dell’insediamento in base a titolo giustificativo – Sufficienza – Fattispecie. (L. 14 agosto 1971, n. 817, art. 7) Cass. Sez. III Civ. 20-7-2004, n. 13450 – Giuliano, pres. ; Calabrese, est ; Abbritti, P.M. (conf.) – Santarossa (avv. Attanasio) c. Santin ed altri (avv. Gasparinetti). (Conferma App. Trieste 7 dicembre 2000) Ai fini della sussistenza della condizione ostativa al riconoscimento del diritto di prelazione in favore del coltivatore diretto proprietario del fondo confinante costituita dall’insediamento sul fondo offerto in vendita di mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti od enfiteuti coltivatori diretti,non è necessario che l’insediamento abbia una durata minima da rapportarsi al biennio previsto per il riconoscimento del diritto di prelazione in favore di tali soggetti, essendo sufficiente che abbia una natura non precaria, bensì stabile (la cui verifica è rimessa all’apprezzamento del giudice di merito), e sia contrassegnato dalla coltivazione diretta del fondo in base ad 39 GIURISPRUDENZA un titolo giustificativo, senza altri requisiti particolari (1). (1) In senso conforme cfr. Cass. 26 luglio 2001, n. 10227, in questa Riv., 2002, 161, con nota di BUSETTO G., Luci ed ombre in tema di prelazione. Contratti agrari – Affitto di fondi ristici – Affitto a coltivatore diretto – Miglioramenti, addizioni e trasformazioni – Azione di indebito arricchimento nei confronti del concedente – Configurabilità – Esclusione. (L.3 maggio 1982, n.203, art.16) Cass. SEz. III Civ. – 27 – 1- 2003, n. 1198 – Duva, pres. ; Finocchiaro, est. ; Golia, P.M. (conf) – Mascheroni (avv. Locatelli) c. Malaspina S.r.l. (avv. Narcisi). (Conferma App. Milano 13 febbraio 2001) In tema di affitto di fondo rustico, la materia della esecuzione da parte del conduttore di miglioramenti sul fondo si esaurisce nell’ambito del rapporto di affitto, non potendosi configurare, pertanto, al riguardo un’azione di indebito arricchimento in favore del conduttore e a carico del concedente (1). (1) Sul punti non si rilevano precedenti specifici. GIURISPRUDENZA PENALE Produzione, commercio e consumo – Prodotti alimenti – Cereali – Reato di cui all’art. 5, lett. a) legge n. 283 del 1962 – Contravvenzione di cui all’art. 36 legge n. 580 del 1967 – Rapporto di specialità – Sussistenza – Esclusione. (L. 30 aprile 1962, n. 283, art. 5; l. 4 luglio 1967, n. 580, artt. 44,36) Cass. Sez. III Pen. – 20-5-2003, n. 22035 – Vitalone, pres.; Franco, 40 est.; Geraci, P.M. (diff.) – Scollo, ric (Annulla senza rinvio Trib. Ragusa 1 febbraio 2002) In materia di tutela alimentare, il reato di cui all’art. 5, lett. a) della l. 30 aprile 1962, n. 283, che punisce la produzione, preparazione e commercializzazione di sostanze alimentari private dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiori, costituisce ipotesi più grave di quella di cui all’art. 36 della l. 4 luglio 1967, n. 580, concernente la vendita e detenzione di pasta avente caratteristiche diverse da quelle stabilite dalla stessa legge, con conseguente non operatività in tale ipotesi, in virtù del disposto dell’art. 44, della generale natura speciale di qust’ultime (1). (1) In senso conforme Cass. Sez. III Pen. 29 ottobre 2001, n. 38690, NIsi, 220.358, in questa Riv., 2002,336. Reati contro l’ordine pubblico – Contravvenzioni – concernenti l’inosservanza dei provvedimenti di polizia – Legalità formale e sostanziale del provvedimento dell’autorità – Competenza dell’organo all’emissione del provvedimento – Smaltimento di rifiuti – Provvedimento assunto non dal Presidente della Provincia, ma da un funzionario, in assenza di deleghe – Configurabilità del reato – Insussistenza. (C.p., art 650; d.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, art. 33) Cass. SEz. I Pen. – 29-3-2004, n. 15066 (cc.) – Teresi, pres; Chieffi, est.; Esposito, P.M. (diff.) – Luci, ric. (Annulla senza rinvio Trib. Taranto 17 settembre 2003) In tema di smaltimento di rifiuti, poiché il Presidente della Provincia è il solo organo preposto a disporre il divieto di inizio o di pro- secuzione delle operazioni di recupero dei rifiuti stessi, qualora il relativo provvedimento sia emesso, in assenza di una specifica delega o di specifiche modalità stabilite dallo statuto o dai regolamenti dell’ente, da un dirigente del settore ecologia di quest’ultimo, la sua inosservanza non configura il reato previsto dall’art. 650 c.p. (1) (1) In senso conforme, ma in diversa fattispecie (provvedimenti del sindaco), Cass. Sez. I 3 giugno 1998, n. 6525, Molinari, in Mass. Dec. Pen., c.p. 1998, 210.764. Produzione, commercio e consumo – Prodotti alimentari – Campioni – Comunicazione del risultato delle analisi – Termine di cui all’art. 42 della legge n. 580 del 1967 – Natura – Termine ordinatorio – Inosservanza – Improcedibilità dell’azione penale – Esclusione. (L. 7 aprile 1967, n. 580, art. 42) Cass. Sez. III Pen. – 20-5-2003, n. 22035 – Vitalone, pres.; Franco, est. ; Geraci, P.M. (diff.) – Scollo, ric. (Annulla senza rinvio Trib. Ragusa 1 febbraio 2002) L’inosservanza del termine prescritto dall’art. 42 della l. 4 luglio 1967, n. 580 per la comunicazione all’interessato del risultato della prima analisi, sebbene definito perentorio dalla legge stessa, ha natura di termine ordinario, la cui inosservanza non determina l’improcedibilità dell’azione penale, ma elusivamente lo spostamento del termine stabilito per l’istanza di revisione (1). (1) In senso conforme Cass. Sez. III Pen. 11 novembre 1998, n. 2646, Sinito, 221.049, in questa Riv., 2000, 128, con nota di MAZZA Lavorazione di sfarinati e frode in commercio. Perito Agrario 4/2005 INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI 67100 L’AQUILA Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168 Pres. Vincenzino Liberati 88100 CATANZARO Casella postale 201 tel. 0961/726839 Pres. Domenico Russo 75100 MATERA P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901 Pres. Emanuele Genchi 02100 RIETI Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083 Pres. Enzo Ippoliti 92019 SCIACCA (Ag) Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090 Pres. Sergio Panunzio 66020 SCERNI (CHIETI) Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel. 0873/914513 Pres. Nicola D’Ortona 98100 MESSINA Via Placida 26 tel. 0941/785382 Pres. Salvatore Tripoli 47900 RIMINI Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357 Pres. Giovanni Nucci 20136 MILANO Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333 Pres. Paolo Bertazzo 00183 ROMA Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739 Pres. Vincenzo Santoro 41100 MODENA Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812 Pres. Claudio Losi 45100 ROVIGO Via Pietro Micca, 7b tel. 0425/412010 Pres. Lorenzo Salvan 80147 NAPOLI Via Argine, 1085 tel. 081/5770190 Pres. Antonio Cimmino 84121 SALERNO Trav. Regina Costanza, 5 tel. 089/251488 Comm. Straord. Cristiano Fontanarosa 28070 NOVARA VIGNALE Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178 Pres. Gaboardi Fabrizio 07100 SASSARI Via Torres, 57 tel. 079/271056 Pres. Francesco Manconi 15100 ALESSANDRIA Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793 c/o Studio tecnico Per. Agr. Ricci Massimiliano 60015 FALCONARA MARITTIMA (AN) Via del Consorzio, 21 tel. 071/9188973 - fax 071/9162177 Pres. Carlo Zoppi 52100 AREZZO Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307 Pres. Lucio Barciulli 63100 ASCOLI PICENO Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829 Pres. Pietro Ciabattoni 14100 ASTI Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857 Pres. Angelo Dezzani 22100 COMO Via dei Mille, 8 tel. 031/261090 Pres. Marino Vimmercati 12038 SAVIGLIANO (CN) Via Alfieri, 19 tel. 0172/713087 Pres. Giuseppe Serra 87100 COSENZA Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175 Pres. Rocco Carricato 26100 CREMONA Via Palestro, 60 tel. 0372/22021 Pres. Costante Galli 94019 LEONFORTE (EN) C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078 Pres. Francesco Ferragosto 08100 NUORO Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547 Pres. Peppino Piquereddu 17031 SAVONA ALBENGA Via Patrioti, 69/1 tel. 0182/554268 Pres. Talarico Antonio 35123 PADOVA Via T. Livio, 5 tel. 049/661808 Pres. Mariano Schiavon 53100 SIENA Strada Massetana Romana, 54 tel./fax 0577/271834 Pres. Raffaello Biagiotti 90014 CASTELDACCIA (PA) Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562 Pres. Bartolomeo Amato 96100 SIRACUSA Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037 Pres. Altamore Francesco 43100 PARMA V.le Mentana, 10 tel. 0521/232936 Pres. Giorgio Faroldi 23100 SONDRIO Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229 Pres. Rosario Alessi 27058 VOGHERA (Pavia) Piazza S. Bovo, 37 tel. 0383/36776 Pres. Felice Giovanni Nobile 74100 TARANTO Via Dante, 16 tel. 099/4527447 Pres. Saverio Zappimbulso 06121 PERUGIA Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675 Pres. Massimo Moncelli 64100 TERAMO Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639 Pres. Giovanni De Luca 61100 PESARO Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154 Pres. Alessandro Di Domenico 10137 TORINO Via Massena, 13/bis tel.011/547505 Pres. Paolo Gay 65134 PESCARA Via del Circuito, 71 tel. 085/294117 Pres. Lupone Pasqualino 91025 MARSALA (Trapani) Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008 Pres. Giovanni Giacalone 18100 IMPERIA Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525 Pres. Elio Diversi 29100 PIACENZA Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910 Pres Sergio Lombardelli 38100 TRENTO Via Prati, 8 tel. 0461/235254 Pres. Franco Scartezzini 04010 BORGO PIAVE (LT) Via S.S. Acquabianca, 148 tel. 0773/416017 Pres. Tito Roberto Serafini 56126 PISA Via B. Croce, 107 tel. 050/48821 Pres. Giulia Parri 31015 CONEGLIANO (TV) Via Veneto, 40 tel. 0438/410302 Pres. Pietro Mascarin 73100 LECCE Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996 Pres. Massimo De Nitto 51017 PESCIA (Pistoia) Via Orlandi, 97 tel. 0572/478321 Pres. Leonardo Guidi 33100 UDINE Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527 Pres. Enore Venir 09124 CAGLIARI Via Mestre, 8 tel. 070/300304 Pres. Marco Fanunza 57012 CASTIGLIONCELLO (LI) Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403 Pres. Paolo Giomi 85024 LAVELLO (PZ) Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389 Pres. Mauro Finiguerra 30175 VENEZIA-MARGHERA Via Rizzardi, 35 Tel. 041/923429 Pres. Gastaldi Cibola Nicola 93100 CALTANISSETTA Via Mons. Guttadauria, 2 - tel. 0934/585810 Cas. Postale 25 Pres. Michele Riggi 55100 LUCCA Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027 Pres. Renzo Ferri 97100 RAGUSA ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649 Pres. Corrado Balloni 13100 VERCELLI Corso Magenta, 1 tel. 0161/256256 Pres. Bruno Bellotto 86100 CAMPOBASSO Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248 Pres. Giuseppe Zingarelli 62100 MACERATA C.da Lornano, 7/A, tel. 0733/235335 Pres. Gianni Calamante 48100 RAVENNA Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086 Pres. Sergio Bentivogli 37122 VERONA Via Berni, 9 tel. 045/590559 Pres. Virginio Gariggio 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594 Pres. Domenico Di Baia 46100 MANTOVA V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701 Pres. Ottorino Bernardelli 89015 PALMI (Reggio Calabria) Via Dante, 1 tel. 0966/23552 Pres. Beniamino Denisi 36100 VICENZA Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443 Pres. Silvano Faltracco 95129 CATANIA Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393 Pres. Francesco Intrisano 54100 MASSA Via Fermi, 19 tel. 0585/830897 Pres. Mirella Tongiani 42100 REGGIO EMILIA Via Franchi, 1 tel. 0522/442084 Pres. Corrado Fantuzzi 01100 VITERBO Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934 Pres. Mario Morano 83100 AVELLINO Via L. lannacchini, 38 tel. 0825/26377 Pres. Celestino Nardone 70125 BARI Via Annibale di Francia,13 - Tel. 080/5428141 Pres. Antonio Memeo 32100 BELLUNO Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti tel. 0437/949640 Pres. Ezio Festini 82100 BENEVENTO Via XXV Luglio, 14 tel. 0824/29298 Pres. Cristiano Fontanarosa 24122 BERGAMO Via Zelasco, 1 tel. 035/238727 Pres. Giovanbattista Vitali 40126 BOLOGNA Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978 Pres. Gastone Gabrielli 39040 ORA (Bolzano) Via del Monte, 18 tel. 0471/811260 Pres. Christof Pichler 25100 BRESCIA Via Marsala, 17 tel. 030/296424 Pres. Sergio Caprioli 72017 OSTUNI (BR) Via N. Sansone, 16 c.p. 321 Tel. 0831/305566 Pres. Rocco Cucci 44100 FERRARA Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637 Pres. Milva Sacchetti 50122 FIRENZE Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202 Pres. Filippo Ninci 71100 FOGGIA Via Piave, 41 tel. 0881/723401 Pres. Antonio Dell’Aquila 47100 FORLI - CESENA Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137 Pres. Paolo Lombardini 03041 ALVITO (FR) Via S. Nicola, 1 - Tel. 0776/344231 c/o Istituto Tecnico Agrario Statale Pres. Domenico Cistrone 58100 GROSSETO c/o Azienda agricola dell’Itas Leopoldo di Lorena di Grosseto c/o la Cittadella dello Studente a Grosseto Tel. 349/6100714 - fax 0564/410623 Pres. Giuseppina Pino Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]