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s Agricoltura: le sofferenze del settore s Albi: il progetto di fusione s
il perito
agrario
Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995
Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
■ Agricoltura:
le sofferenze del settore
■ Albi: il progetto
di fusione
■ Fabbricati rurali
non censiti
■ 3° CONGRESSO
INTERNAZIONALE
DEI PERITI AGRARI
■ Nuove varietà di melo
■ Razze avicole in pericolo
di estinzione
Anno LII - N. 4 Luglio/Agosto 2005
N.4
il perito agrario
sommario
Anno LII - N° 4
Luglio - Agosto 2005
DIRETTORE
RESPONSABILE:
Andrea Bottaro
DIRETTORE
DI REDAZIONE:
Piero Pecciarini
DIRETTORE
EDITORIALE:
Andrea Silenzi
HANNO COLLABORATO:
Andrea Bottaro, Domenico Di Biase,
Piero Pecciarini, Roberto Pierini
EDITRICE: IACICO S.r.l.
Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma
Tel. 064873183 - Fax 064873144
PUBBLICITÀ: Opsai srl
Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano
Tel. 024694949 - Fax 0248018114
DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari
Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150
e-mail: [email protected]
CONSIGLIO NAZIONALE:
Andrea Bottaro (presidente)
Piero Pecciarini (vice presidente)
Domenico Di Biase (segretario)
Paolo Vigato (tesoriere)
Carmelo Abate (consigliere)
Mario Calcagnile (consigliere)
Raffaele Ferraiuolo (consigliere)
Fabio Gardini (consigliere)
Giuseppe Giordano (consigliere)
Angelo Orsini (consigliere)
Roberto Pierini (consigliere)
Periodico bimestrale in abbonamento
Abbonamento annuo: € 5,00
Una copia: € 2,00
PROGETTO
GRAFICO:
Marco De Angelis
STAMPA: Grafica Ripoli
Via Paterno, s.n. - 00010 Villa Adriana (RM)
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86
del 14/02/1986
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45%
(Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma)
Finito di stampare: Settembre 2005
Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli
autori e non impegnano il CNPA né la redazione
del periodico
Editoriale
Il Cambiamento dei tempi coinvolge produzione ed alimentazione
di Andrea Bottaro
3
POLITICA
Agricoltura: le sofferenze del settore
di Piero Pecciarini
4
CATEGORIA
Si va avanti spediti
Il progetto della fusione fa un altro passo
6
CATASTO
Accertamenti sul patrimonio edilizio non censito i fabbricati rurali
di Roberto Pierini
12
14
3° CONGRESSO INTERNAZIONALE
RICERCA
San Michele punta su nuove varietà di melo
18
REPLICA
Da oggi non ci sto
di Domenico Di Biase
28
BIODIVERSITÀ
Razze avicole in pericolo di estinzione: possibilità di allevamento estensivo,
di incroci di prima generazione, nelle aziende agricole
32
VITA DEI COLLEGI
Corso di formazione e aggiornamento
di Pe.Pi.
35
RUBRICHE
Giurisprudenza
39
Editoriale
di Andrea Bottaro
Il Cambiamento dei tempi coinvolge produzione ed alimentazione
I
cittadini che migrano portano con se l’originaria cultura e tradizione e con il loro spostamento da una
regione all’altra del nostro Paese hanno consentito la divulgazione degli usi e costumi e del patrimonio
di conoscenze oriunde e, in questo, anche quelle alimentari.
L’arricchimento bidirezionale residente-trasferito, che è originato dal mutamento di sede delle famiglie, è di
una portata eccezionale. Peperoncini, saltimbocca, carta musica e puntarelle nel tempo hanno valicato le
virtuali frontiere interne per farsi conoscere da tutti gli italiani diffondendo, con la richiesta del nuovo prodotto, anche l’intento della sua coltivazione.
E così negli orti privati prima e nell’impresa agricola poi si è assistito ad una modifica degli ordinamenti
colturali che, per rispondere alle esigenze di un mercato gradualmente mutato, ha cominciato a produrre
nuovi alimenti e contemporaneamente nelle strade si assisteva all’insediamento di nuovi punti di ristorazione che richiamavano località e regioni italiane a noi ben note.
Oggi, in questa dinamica di sviluppo sempre più frenetica, siamo di fronte ad un fenomeno analogo; è sotto
gli occhi di tutti che uno dei segni più evidenti della globalizzazione è quello dell’esplosione ed ampliamento di una società multietnica e chi avesse ancora dubbi può osservare il dinamismo con cui si sono evoluti alcuni quartieri di diverse città.
Andando in giro per queste si notano ristoranti, negozi e mercati che evocano immagini di Paesi lontani e,
contemporaneamente, volti di persone d’altri continenti.
In questo contesto sono i numeri che pongono la necessità di un’analisi settoriale dell’indice demografico
di crescita e di sviluppo di queste nuove comunità.
Ormai si parla di numeri a 6 cifre. Al primo gennaio 2004 risultavano residenti immigrati in numero di
1.990.159, (440.786 in più rispetto alla stessa data del 2003) e rappresentavano il 3,4% della popolazione
residente (2,7% nel 2003). La crescita esponenziale degli immigrati che con le loro esigenze e culture stanno modificando nuovamente la lista della richiesta di cibi nuovi rappresenta una nicchia di sicuro interesse alimentare che si concretizza anche tramite le manifestazioni come quella svoltasi in Sicilia, a San Vito
Lo Capo, dove i migliori chef d’Algeria, Costa d’Avorio, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, Tunisia,
Brasile, Eritrea, Etiopia, Mauritania e Turchia, si sono contesi il premio “Miglior Cous Cous”.
Sono stato più volte in un mercato rionale e ho preso visione dell’esistenza d’insalate, erbe, ortaggi e frutta
delle quali non conoscevo l’esistenza che, per la massima parte, provengono da esotiche terre lontane.
E, da un dialogo con un venditore di frutta, buonissima ma dal nome impronunciabile, ho appreso che sia
per varietà che per qualità e quantità degli alimenti la vendita è per la massima parte legata all’importazione, con tutti i problemi di qualità legati all’ alto indice di deperimento di questi cibi.
Da queste realtà si levano nuove sfide. Partecipare significativamente alla coltivazione nei nostri campi dei
prodotti che cinesi, arabi, rumeni, filippini e tutte le altre etnie presenti nel nostro Paese chiedono.
Come tecnici abbiamo individualmente già incontrato queste problematiche, ma ritengo che, per la vastità
delle variabili del fenomeno, dobbiamo, nella nostra veste di Periti Agrari, essere ancor più impegnati nella
formazione nelle scuole e nell’eccellenza. Con un occhio di riguardo all’informazione sulle possibilità professionali offerte da queste esigenze che, già messaggere di un fenomeno di nicchia che va ben oltre i 2 Ml.
d’interessati, nel tempo potranno solo aumentare.
Cogliendo il senso di un aforisma “Non basta avere grandi qualità; bisogna saperle amministrare.” ritengo
che i Periti Agrari, professionalmente competenti e disponibili alla specializzazione, debbano con tempestività raccogliere le nuove opportunità che il mercato offre.
Perito Agrario 4/2005 - 3
POLITICA
Agricoltura: le sofferenze
del settore
Rassegna e confronto di opinioni
di Piero Pecciarini
a difficile situazione che il settore agricolo sta attraversando
è stata recentemente e da più
parti focalizzata. L’agricoltura vive
una preoccupante congiuntura, i
produttori vedono diminuire la loro
competitività sui mercati interni ed
internazionali. I rappresentanti delle organizzazioni agricole per primi
in più occasioni hanno espresso le
loro preoccupazioni.
Una analisi congiunturale è stata illustrata dal Presidente della C.I.A.,
Giuseppe Politi, in occasione della
assemblea nazionale affrontando il
tema del crollo delle produzioni, export e prezzi rispetto al 2004. Il Presidente Politi ha spiegato:“I dati del
2005 segnano una netta inversione
di tendenza: nel primo trimestre
dell’anno la produzione agricola, rispetto all’ultimo trimestre del 2004 è
scesa del 2,2% ed il disavanzo
agroalimentare è stato di 1700 milioni soprattutto a causa delle importazioni dalla Spagna e Cina che
sono aumentate del 250%. L’export
italiano ha fatto segnare una flessione del 3,5% ed i consumi agroalimentari hanno ristagnato… ad
Aprile i prezzi agricoli alla produzione sono diminuiti del 4% sulla
stesso mese dell’anno scorso”. Ci si
chiede come possono essere garantiti ai produttori agricoli italiani
prezzi equi che assicurino sviluppo
e redditi convenienti.
È stato auspicato un nuovo “patto”
con i consumatori finalizzato a rafforzare il sistema agricolo renden-
L
4
dolo più competitivo ed in grado di
fare accrescere il prodotto interno
lordo. Politi ha evidenziato inoltre la
esigenza di innovazione dei prodotti, di creare infrastrutture ed operare per l’abbassamento dei costi di
produzione ed ha dichiarato quanto
sia opportuno rilanciare la concertazione…” non come pratica nei periodi difficili, ma come scelta politica
alla quale devono essere uniformate
la azioni di governo ed i comportamenti delle organizzazioni di rappresentanza… servono nuove scelte, in cui non possono assolutamente
essere sopportate le temute riduzioni finanziarie a livello comunitario
di cui oggi si parla”. E su questo richiamo al vertice del bilancio UE
che ha determinato delusioni profonde negli agricoltori europei per
le prospettive finanziarie 2007-2013
ha rinforzato la dose il Presidente
della Confagricoltura Federico Vecchioni che ha lanciato la sua compagna di “controinformazione” contro
il taglio dei sussidi comunitari all’agricoltura ed ha spiegato: “Si tratta
di un errore gravissimo, basato su
valutazioni sbagliate ed informazione scorretta…”. Un esempio: “le
erogazioni medie, al milione e passa di agricoltori italiani, che percepiscono gli interventi comunitari sono di circa 5.000 Euro, mentre le imprese dell’industria e dei servizi, che
nel 2004 hanno ricevuto aiuti nazionali per la sola Legge 488 hanno incassato mediamente oltre 500.000
Euro”. Vecchioni dichiara che la
spesa agricola della UE assorbe poco meno di 50 miliardi di Euro meno
del 0.5% del PIL comunitario. Un
dato “irrisorio” se comparato alla
spesa pubblica complessiva degli
Stati membri, che arriva quasi al
50% del PIL. Senza contare che negli ultimi anni l’incidenza della spesa
agricola, sul totale del bilancio comunitario si è via via ridotta “e continua “…gli agricoltori non devono
essere chiamati a pagare da soli per
le difficoltà dell’economia europea
e, al tempo stesso, sopportare il peso
degli oneri per un processo di allargamento che appare sempre più
problematico”.
Soffermandosi sul dibattito europeo
qualcuno si è chiesto (Petrini “La
Stampa” del 26 Giugno ’05) cerchiaPerito Agrario 4/2005
POLITICA
mo di capire che tipo di Europa vogliamo nei campi. Considerato che
la politica agricola comunitaria a suo
tempo pensata per restituire l’autosufficienza alimentare è riuscita a
raggiungere il suo scopo. Oggi le
produzioni sono in eccedenza. La
quantità di cibo che si è arrivati a
produrre ammonta a cinque volte il
fabbisogno alimentare europeo. È
quindi evidente che la situazione e le
esigenze sono cambiate. Sempre Petrini “L’agricoltura europea oggi
sente il bisogno di un po’ più di sensibilità rispetto ai sapori tradizionali,
non certo una accelerazione sugli
aspetti tecnico scientifici…” e continua: “...Vero è che una riforma è necessaria. Abbiamo visto che gli aiuti
indiscriminati al comparto agricolo
non sono utili e sul bilancio pesano.
Tuttavia sarebbe meglio evitare di
risolvere tutto con un taglio o con un
semplice travaso di risorse dall’agricoltura a politiche di ricerca ed innovazione”.
La Coldiretti rileva particolarmente
l’attualità del danno commerciale
per i prodotti nazionali causato da
generi che arrivano dalla Cina sfusi o
semilavorati in Italia, ove vengono
trasformati o confezionati senza indicazioni sulla provenienza e le caratteristiche, frodando così anche i
Perito Agrario 4/2005
consumatori. E Paolo Bedoni Presidente di questa organizzazione:
“Continuare così significa colpire il
cuore del Made in Italy agricolo ed
alimentare come dimostrano preoccupanti dati sui consumi che rischiano di decretare una sorta di suicidio
commerciale collettivo”. Bisogna
garantire afferma ancora la Coldiretti “Condizioni di trasparenza necessarie per consentire agli imprenditori agricoli nazionali di continuare a produrre alimenti sani ed ai cittadini di approfittare delle proprietà di prodotti indispensabili per la
salute”.
Ecco che si ravvisa la necessità di
avere maggiori controlli e garantire
trasparenza nell’informazione. Occorrono quindi provvedimenti da
prendere subito; si legge che all’orizzonte spunta anche il vino cinese le
cui esportazioni potrebbero assumere rilevanti dimensioni.
Un altro tema sul quale si sono colte
opinioni e preoccupazioni è quello
di “meno burocrazia e credito più
disponibile” come ha affermato Gerardo Diana Presidente dell’ANGA. Per alleggerire l’agricoltore dai
lacci e laccioli burocratici per migliorare la vitalità delle aziende agricole si propone di permettere a una
singola impresa di presentare una
unica istruttoria per più progetti.
Anche la Coldiretti si è posta l’obiettivo di migliorare il rapporto
banca-impresa adottando strumenti
tecnici ed organizzativi adeguati all’impresa agricola. Bedoni: “Analizzando le richieste che arrivano dai
nostri associati emerge forte la domanda di un credito strutturato che
possa intervenire su progetti realizzati da sistemi di impresa integrati a
livello territoriale.”
Un settore quello agricolo che riveste ancora oggi, nel post-industriale,
un ruolo di importanza primaria.
Basti pensare che le aziende agricole
garantiscono la tutela del 90% della
superficie ove vive la metà della popolazione comunitaria. Gli agricol-
tori in Europa ed in particolare in
Italia sono i principali attori per
mantenere il paesaggio, tutelare
l’ambiente oltre a garantire qualità
e sicurezza degli alimenti. Il settore è
e resta vitale anche attualmente. È
in sofferenza per una serie di dinamiche che si intrecciano determinate
dal fenomeno della globalizzazione,
dal variare repentino dei flussi mercantili, dallo sviluppo tecnologico, da
mutamenti sociali e da altre variabili che investono a seconda delle congiunture i vari comparti che il settore
comprende.
Possiamo quindi rilevare da questa
sommaria rassegna di opinioni ed
osservazioni, non sempre univoche,
espresse su importanti ed attuali tematiche che i problemi non mancano, sono le soluzioni che non è facile
trovare per risolverli. Molti fra gli
addetti ai lavori ritengono che l’allarme recessione sia scattato e, giustamente preoccupati, guardano con
molta attenzione alle azioni politiche che vengono o verranno adottate da chi governa, ai vari livelli, per
risolvere le attuali problematiche.
Fra queste quella importante della
politica agricola comunitaria che, a
medio termine, andrà rivista, considerati i grandi cambiamenti avvenuti e quelli in atto. Con una agricoltura che si integra sempre maggiormente con altri settori collaterali e
che andrà a rivestire sempre più ruoli propulsivi, arroccarsi su posizioni
costituite, in un mondo globalizzato,
potrebbe essere inopportuno. In un
contesto di riforma politica comunitaria dovranno raggiungersi nuovi
equilibri, sia sulle produzioni che di
mercato che consentano al settore
agricolo ancora sviluppo e ripresa di
competitività.
È in questa ottica che si richiede
quindi ai governanti sia a livello comunitario che nazionale regole certe
ed azioni concertate in maniera consona alla congiuntura e tali da dare
garanzie all’imprenditore agricolo e
ristabilire fiducia nel settore.
5
CATEGORIA
SI VA AVANTI SPEDITI
Il progetto della fusione
fa un altro passo
Dalle pagine del n.3 de “Il Perito
Agrario” avevamo dato notizia che
il progetto di unificazione va avanti e
non siamo stati smentiti in quanto,
accogliendo le richieste delle Tre categorie e manifestando sensibilità e
consenso alle legittime richieste del
Consigli Nazionali dei Geometri,
Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati , di iniziativa
parlamentare del Sen. Francesco
Moro (LP) , cofirmatari i Sen. Graziano Maffioli - Sen. Lamberto Grillotti - Sen. Tino Bedin - Sen. Franco
Chiusoli - Sen. Mario Cavallaro Sen. Cosimo Izzo- Sen. Gaetano Fasolino - Sen. Riccardo Minardo -
6
Sen. Gianfranco Tunis è stato presentato in data 14 Giugno 2005, annunciato nella seduta n. 817 del 14
Giugno 2005, il Disegno di legge n.
3485 recante “ Delega al Governo
per l’istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria e l’unificazione del Collegio dei geometri,
del Collegio dei periti industriali e
dei periti industriali laureati e del
Collegio dei periti agrari e dei periti
agrari laureati, nonché delega per
l’unificazione delle rispettive Casse
di previdenza e assistenza” che è stato assegnato alla Commissione 2ª
(Giustizia) in sede referente in data
21 Luglio 2005. Assegnazione annunciata nella seduta n. 850 del 21
Luglio 2005. - (Pareri della Commissione1ª (Affari Costituzionali); 5ª
(Bilancio); 6ª (Finanze e tesoro); 7ª
(Istruzione pubblica, beni culturali);
8ª (Lavori pubblici, comunicazioni);
9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare); 10ª (Industria, commercio, turismo); 11ª (Lavoro, previdenza sociale); 14ª (Politiche dell’Unione europea); Commissione parlamentare per le questioni regionali ).
Il contenuto del testo, che viene interamente riportato, evidenzia l’accoglimento di tutte le nostre richieste e per questo esprimiamo gratitudine ai Parlamentari che hanno
prestato e presteranno ancora attenzione alle nostre istanze.
Perito Agrario 4/2005
CATEGORIA
SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
N. 3485
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei senatori MORO,
CHIUSOLI, GRILLOTTI, BEDIN,
CAVALLARO, MINARDO, IZZO,
MAFFIOLI e FASOLINO
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 GIUGNO 2005
Delega al Governo per l’istituzione
dell’Ordine dei tecnici laureati per
l’ingegneria e l’unificazione del Collegio dei geometri, del Collegio dei
periti industriali e dei periti industriali laureati e del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati,
nonché delega per l’unificazione
delle rispettive Casse di previdenza e
assistenza
Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge provvede all’istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati
per l’ingegneria al fine di realizzare
l’unificazione degli albi dei geometri, dei periti industriali e periti industriali laureati e dei periti agrari e
periti agrari laureati, oltre che delle
rispettive Casse di previdenza e assistenza, per consentire il completamento della riforma dell’accesso alle
professioni per le quali è previsto il
superamento dell’esame di Stato, in
buona parte attuata con decreto del
Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, attraverso la riconduzione ad unità di diverse figure
professionali che risultano sempre
più speculari, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione.
Nel contesto di riferimento comunitario, nel quale vige il principio
della corrispondenza tra percorsi
formativi e titoli professionali, e in
seguito alla riforma universitaria che
ha introdotto due livelli di laurea,
triennale e quinquennale, cosiddetta specialistica, risulta sempre meno
giustificato, anche alla luce del progresso tecnico e dei relativi percorsi
Perito Agrario 4/2005
I tre Presidenti al lavoro
nell’acquisizione delle conoscenze, il
mantenimento della distinzione tra i
tre albi, attesa la contiguità ed, in
parte, l’identità dei percorsi formativi di durata triennale, cui corrisponde la contiguità e la parziale identità
di competenze professionali.
In mancanza della unificazione dei
tre albi, ci troveremmo, infatti, di
fronte a professioni connesse e
parallele, a partire dal percorso formativo e fino alle competenze professionali. Si tratta, in tutta evidenza, di una anomalia da superare nella condivisione del progetto da parte
dei rappresentanti delle categorie
professionali interessate.
Per attuare l’unificazione, si è ritenuto opportuno ricorrere allo strumento della legge di delega, e alla
conseguente emanazione di decreti
legislativi, atteso per un verso il rango della normativa che attualmente
disciplina le tre professioni (regio
decreto 11 febbraio 1929, n. 274, regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275,
regio decreto 25 novembre 1929, n.
2365) e per altro verso la necessità
di emanare una normativa dettagliata e tecnicamente complessa, che richiede tempi adeguati per la predisposizione delle norme e della disciplina di coordinamento.
I riferimenti normativi sui quali poggiano le ragioni e le esigenze sopra
enunciate sono di seguito illustrati.
Le professioni di geometra, perito
industriale e perito agrario sono attualmente disciplinate, rispettivamente, con regio decreto 11 febbraio
1929, n. 274, regio decreto 11 febbraio 1929, n.275, regio decreto 25
novembre 1929, n. 2365. Si tratta di
discipline rese in un contesto economico in cui erano sufficientemente
delimitate sia le competenze e le attività tipiche che i distinti percorsi
scolastici e formativi.
Con i decreti del Ministro della pubblica istruzione 15 marzo 1986, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
117 del 22 maggio 1986, 29 dicembre
7
CATEGORIA
1991, n. 445, e 16 marzo 1993, n. 168,
sono stati, rispettivamente, disciplinati in modo analogo gli esami di
Stato di abilitazione all’esercizio della professione di geometra, perito
industriale e perito agrario. A tali
esami si accede, tra l’altro, con il possesso di uno dei seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito industriale o perito agrario. Ulteriore
requisito è lo svolgimento di un periodo di tirocinio della durata di due
anni da effettuare dopo il conseguimento del diploma.
Anche l’organizzazione dei tre albi
professionali è sostanzialmente coincidente: il regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, il regio decreto 11
febbraio 1929, n. 275, e il regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365,
prevedono Consigli del collegio, istituiti in ogni circondario nel cui ambito esercitino la professione un numero minimo di professionisti, ed un
Consiglio nazionale, con relativi procedimenti elettivi.
Gli ordinamenti delle tre professioni
dispongono che l’iscrizione all’albo
non è consentita agli impiegati dello
Stato e degli enti pubblici, a meno
che l’ordinamento dell’amministrazione lo consenta (articolo 7 del regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274,
articolo 7 del regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, articolo 7 del regio decreto 25 novembre 1929, n.
2365).
Le attuali competenze maggiormente caratterizzanti l’attività professionale dei geometri, dei periti industriali e dei periti agrari sono contigue o connesse e riguardano specifiche attività relative ai settori: civile,
edile e ambientale; geotopocartografico e catastale; estimativo e di
gestione immobiliare; industriale ed
impiantistico; agrario.
Con riferimento ai titoli universitari, nonché alle nuove classi di lauree
e lauree specialistiche, i decreti del
Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 4 agosto
2000 pubblicato nel Supplemento
8
ordinario alla Gazzetta Ufficiale
n. 245 del 19 ottobre 2000, e 28 novembre 2000, pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 2001, prevedono classi di laurea utili per partecipare agli esami di Stato che, in
parte, coincidono. Ad esempio, il titolo universitario di primo livello
contraddistinto come classe di laurea n. 4 (scienze dell’architettura e
dell’ingegneria civile) riguarda geometri e periti industriali; la classe di
laurea n. 7 (urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale) riguarda geometri, periti
industriali e periti agrari. Di qui l’ulteriore conferma della tendenziale
natura unitaria delle professioni in
oggetto.
Il presente disegno di legge muove,
dunque, dalla premessa che l’attuale distinzione delle tre professioni
non appare più giustificata, e prevede che gli attuali Collegi dei geometri, dei periti industriali e periti industriali laureati e dei periti agrari e
periti agrari laureati, siano unificati
nell’Ordine dei tecnici laureati per
l’ingegneria.
Il disegno di legge consta di quattro
articoli.
All’articolo 1 è prevista l’adozione
di un decreto legislativo per l’unificazione dei tre albi professionali mediante l’istituzione dell’albo unico
dei tecnici laureati per l’ingegneria,
con l’attribuzione di una nuova denominazione idonea alla identificazione del nuovo “Ordine” e ciò anche in ragione del fatto che per l’accesso all’albo è necessario essere in
possesso di un titolo di studio universitario.
Al comma 2 è previsto che lo schema
di decreto legislativo sia emanato
entro sei mesi dalla data di entrata
in vigore della legge, su proposta del
Ministro della giustizia, di concerto
con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, essendo
necessario approntare la disciplina
analitica degli organi, dei requisiti di
ammissione all’esame di Stato, dell’istituzione di diversi settori all’interno del costituendo albo, nonchè
l’ambito consentito di attività professionali agli iscritti ai vari settori,
le prove di esame da sostenere coerentemente con il predetto ambito
di attività consentito e, infine, le norme transitorie per gli attuali iscritti
nei tre distinti albi professionali.
All’articolo 3 è prevista, con riferimento alla unificazione delle rispettive Casse di previdenza e assistenza, l’emanazione, entro tempi necessariamente più lunghi, di un altro
decreto legislativo, il cui schema è
adottato su proposta del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di
concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro
della giustizia, il tutto nel rispetto
dell’autonomia privata riconosciuta
agli enti di previdenza dalla normativa vigente.
Per ciascuno degli ambiti individuati agli articoli 1 e 3, sono stati indicati i princìpi e i criteri direttivi ai quali dovrà attenersi il legislatore delegato.
Con riferimento alla unificazione
dei tre albi, l’articolo 2 indica i princìpi di proporzionalità e rappresentatività ai quali il legislatore delegato
dovrà attenersi nella definizione delle modalità per la costituzione degli
organi rappresentativi, a livello nazionale e locale; prevede, inoltre, la
istituzione di diversi settori dell’albo, ai fini della iscrizione dei possessori dei differenti titoli universitari;
stabilisce, ancora, che il legislatore
delegato dovrà individuare l’ambito
delle attività oggetto della professione, avuto riguardo ai titoli di studio e,
quindi, ai singoli percorsi formativi.
Ulteriori criteri per il legislatore delegato sono dettati con riferimento
all’esame di Stato, sia attraverso la
previsione della possibilità di inserire il tirocinio nel corso degli studi
specialistici, con conseguente modifica delle modalità di accesso all’esame di Stato, che attraverso la prePerito Agrario 4/2005
CATEGORIA
visione della frequenza di corsi organizzati sulla base di convenzioni tra
università e ordini locali, con possibile esenzione da una delle prove
scritte dell’esame stesso.
Sono infine dettati i criteri ai quali il
legislatore delegato dovrà attenersi
per la disciplina della fase transitoria.A tal fine è stabilito che gli attuali iscritti negli albi dei geometri, dei
periti industriali e dei periti industriali laureati e dei periti agrari e periti agrari laureati confluiranno, nell’istituendo albo unico, nei rispettivi
settori di competenza, con indicazione analitica, per ciascun iscritto, degli elementi caratterizzanti il profilo
professionale (anzianità di iscrizione;
specializzazione; Collegio di provenienza).
È prevista, inoltre, la tutela del nuovo
titolo professionale di “tecnico laureato per l’ingegneria”, senza alcuna
modificazione innovativa rispetto alle competenze di altri professionisti,
e nel contesto della legislazione che
tutela le competenze professionali
attribuite agli iscritti agli albi dei geometri, dei periti industriali e dei periti industriali laureati, dei periti
agrari e periti agrari laureati, nel senso che, il titolo di “tecnico laureato
Il gruppo di lavoro
Perito Agrario 4/2005
per l’ingegneria” potrà essere utilizzato solo dagli iscritti nel relativo albo professionale.
È stabilito, ancora, che per il periodo
transitorio di durata quadriennale, a
partire dallo scioglimento degli attuali organismi rappresentativi, debbano essere garantite le maggioranze
e la distribuzione delle cariche nel rispetto dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività.
Con riferimento alla unificazione
delle Casse di previdenza ed assistenza, la delega contenuta nell’articolo 3 prevede l’osservanza delle regole fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile in quanto applicabili, ed il rispetto dei princìpi
contenuti nel decreto legislativo 30
giugno 1994, n. 509, e nel decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103. È
stata inoltre prevista l’applicazione
da parte delle Casse unificande del
principio del pro rata di cui all’articolo 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995, n. 335, rapportato alle condizioni di equilibrio di lungo periodo
che caratterizzano ciascuna gestione.
È stato previsto il contestuale adeguamento della normativa già applicabile alle Casse rispetto al processo
di unificazione.
All’articolo 4, infine, sono dettati i
princìpi e criteri ai quali il legislatore
delegato dovrà attenersi nel predisporre la disciplina riguardante la
durata dei Consigli nazionali e locali
e degli organi degli enti previdenziali in carica al momento della entrata
in vigore dei decreti legislativi da
emanare ai sensi degli articoli 1 e 2
della presente legge.
La diversità di trattamento tra Consigli nazionali, per i quali non è prevista la possibilità di rinnovamento,
e Consigli locali, per i quali tale possibilità deve essere garantita, è funzionale all’attuazione del processo di
unificazione e alla gestione della fase
propedeutica, che necessariamente
richiede una continuità di organi al
più alto livello di rappresentatività.
Diversamente, la cristallizzazione dei
Consigli locali avrebbe potuto rivelarsi problematica per la funzionalità
della gestione delle realtà periferiche, con ricadute anche sull’amministrazione vigilante.
Nella stessa ottica si pone la previsione di proroga degli organi amministrativi e deliberativi degli enti di
previdenza che si impone per la particolarità della fase propedeutica della procedura e della successiva realizzazione della potenziale “fusione”
tra le Casse.
È stato previsto, negli articoli 1 e 3,
che gli schemi dei decreti legislativi,
che saranno predisposti dal Governo, dovranno essere trasmessi alle
Camere ai fini dell’espressione dei
pareri da parte delle Commissioni
parlamentari competenti, entro trenta giorni dalla data di trasmissione.
In caso di mancata espressione dei
predetti pareri entro il termine indicato, i decreti legislativi potranno essere comunque emanati.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un
decreto legislativo per l’istituzione
9
CATEGORIA
dell’Ordine professionale dei tecnici laurerati per l’ingegneria, sulla
base dei princìpi e criteri direttivi di
cui all’articolo 2.
2. Lo schema del decreto legislativo
di cui al comma 1, emanato su proposta del Ministro della giustizia di
concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca,
sentiti i Consigli nazionali dei geometri, dei periti industriali laureati
e dei periti agrari e dei periti agrari
laureati, è trasmesso alle Camere ai
fini dell’espressione dei pareri da
parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che sono resi entro trenta giorni dalla data
di trasmissione del medesimo schema di decreto. Decorso il termine
senza che le Commissioni abbiano
espresso i pareri di rispettiva competenza il decreto legislativo può essere comunque adottato.
Art. 2.
1. Il decreto legislativo di cui all’articolo 1 è adottato nel rispetto dei
seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) iscrizione all’Ordine professionale dei tecnici laureati per l’ingegneria dei soggetti in possesso di titoli
di studio universitari di cui alla lettera c), nonché dei professionisti attualmente iscritti agli albi professionali dei geometri, dei periti industriali e periti laureati e dei periti
agrari e periti agrari laureati;
b) definizione delle modalità per la
costituzione del Consiglio nazionale,
dei Consigli locali e dei relativi organi esecutivi del nuovo Ordine
professionale e la loro composizione, nel rispetto dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività, assicurando, comunque, agli appartenenti a ciascuno dei settori dell’albo
di cui alla lettera d), alla fine del periodo transitorio di cui alla lettera i),
un numero minimo di rappresentanti non inferiore a uno;
c) individuazione dei titoli universitari e delle classi di laurea, nonchè
degli altri titoli regolati dall’ordina-
10
mento previgente ai decreti emanati in applicazione dell’articolo 17,
comma 95, della legge 15 maggio
1997, n. 127, e successive modificazioni, che costituiscono requisiti di
ammissione all’esame di Stato;
d) istituzione di più distinti settori
dell’albo, individuati in base ai diversi percorsi formativi degli interessati, riservati ai possessori dei titoli di cui alla lettera c);
e) definizione dell’ambito, delle
condizioni e delle modalità di svolgimento delle attività oggetto della
professione, ai sensi e per gli effetti
di cui al regio decreto 11 febbraio
1929, n. 274, al regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275, al regio decreto
25 novembre 1929, n. 2365, e successive modificazioni, ed alle altre disposizioni vigenti, avuto riguardo ai
titoli di studio e, quindi, ai singoli
percorsi formativi;
f) determinazione delle prove dell’esame di Stato per l’abilitazione
all’iscrizione alle distinte sezioni
dell’albo, tenuto conto di quanto
disposto alla lettera e), con previsione della possibilità di svolgimento
del tirocinio durante il corso di studi, ed esenzione da una delle prove
scritte dell’esame di Stato all’esito
di un corso realizzato sulla base di
convenzioni tra università e ordini
locali;
g) adozione delle norme transitorie
che disciplinano l’iscrizione all’albo
agli attuali iscritti negli albi dei geometri, dei periti industriali e dei periti agrari, con specifica distinta indicazione, per ciascuno, dell’anzianità di iscrizione, della specializzazione e del Collegio di provenienza;
h) tutela del nuovo titolo professionale di tecnico laureato per l’ingegneria, nel senso che esso potrà essere utilizzato solo dagli iscritti nel
relativo albo professionale;
i) adozione delle norme transitorie
che garantiscono, per la durata di
quattro anni a decorrere dalla data
di scioglimento degli attuali organismi dirigenti di cui all’articolo 4,
comma 1, le maggioranze e la distribuzione delle cariche nel rispetto
dei princìpi di proporzionalità e rappresentatività, assicurando, comunque, agli appartenenti a ciascuno dei
settori dell’albo di cui alla lettera d)
un numero minimo di rappresentanti non inferiore a uno all’interno
degli organi collegiali;
l) adozione delle norme transitorie
che definiscono le modalità, le procedure ed i termini per la confluenza
degli enti nazionali e locali dei tre
attuali Collegi, nei rispettivi enti territoriali del nuovo Ordine, definendo altresì l’ambito territoriale degli
Ordini locali e le procedure per la
prima elezione dei relativi organismi direttivi.
Art. 3.
1. Il Governo è delegato ad adottare,
senza nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica, e nel rispetto dell’autonomia riconosciuta alle Casse
ed enti di previdenza dalla normativa vigente, entro due anni dalla data
di entrata in vigore della presente
legge, uno o più decreti legislativi
recanti misure volte a sostenere l’iniziativa dei competenti organi della Cassa italiana di previdenza ed
assistenza dei geometri liberi professionisti, dell’ente di previdenza
dei periti industriali e periti industriali laureati e della gestione separata dei periti agrari, finalizzata all’unificazione, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) definizione delle regole da seguire nel processo di unificazione, anche al fine di assicurare la sostenibilità delle prestazioni da erogare, sulla base di quelle fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile in
quanto applicabili e, comunque, nel
rispetto dei princìpi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e
successive modificazioni, e del decreto legislativo 10 febbraio 1996,
n. 103, e successive modificazioni,
previa adozione di progetti di unificazione da parte dei competenti orPerito Agrario 4/2005
CATEGORIA
gani degli enti previdenziali interessati, adottati con la maggioranza dei
due terzi dei componenti dell’organo decisionale di ciascuno degli enti
previdenziali interessati, sulla base
di bilanci di unificazione che considerino le situazioni patrimoniali in
atto e le previsioni sulle dinamiche
demografiche e delle adesioni, da assoggettare al controllo di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30
giugno 1994, n. 509;
b) applicazione da parte delle Casse
unificande del principio del pro rata, di cui all’articolo 3, comma 12,
della legge 8 agosto 1995, n. 335, per
le prestazioni già maturate, rapportato alle condizioni di equilibrio di
lungo periodo caratterizzanti ciascuna gestione;
c) adeguamento della normativa vigente, già applicabile alle Casse, rispetto al processo di unificazione come da esse definito;
d) esenzione da imposte e tasse di
tutti gli atti finalizzati alla unificazione.
2. Gli schemi dei decreti legislativi di
cui al comma 1, sono adottati, su
proposta del Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, di concerto
con il Ministro dell’economia e delle
finanze e con il Ministro della giustizia. Essi sono trasmessi alle Camere
ai fini dell’espressione dei pareri da
parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le
conseguenze di carattere finanziario,
che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione dei medesimi
schemi di decreto. Decorso il termine di cui al secondo periodo senza
che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i
decreti legislativi possono essere comunque adottati.
Art. 4.
1. Nell’esercizio della delega di cui
agli articoli 1 e 3, il Governo disciplina la durata dei Consigli nazionali,
dei Consigli dei Collegi locali e degli organi degli enti previdenziali dei
Perito Agrario 4/2005
Palazzo Madama
geometri, dei periti industriali e dei
periti industriali laureati e dei periti
agrari in carica alla data di entrata in
vigore della presente legge, secondo
i seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) prevedere la proroga degli organi
dei Consigli nazionali e locali dei
Collegi, in carica alla data di entrata
in vigore della presente legge almeno fino al 31 dicembre del primo anno successivo a quello di entrata in
vigore del decreto legislativo di cui
all’articolo 1;
b) prevedere la facoltà per i Consigli
locali prorogati di indire nuove elezioni alla naturale scadenza del loro
mandato, fermo restando che gli organi così eletti decadranno comunque alla data di cui alla lettera a);
c) prevedere la proroga degli organi
deliberativi e amministrativi degli enti previdenziali, in carica alla data di
entrata in vigore della presente legge, almeno per un anno successivo a
quello di entrata in vigore del decreto
legislativo di cui all’articolo 3.
Al momento di andare in stampa
perviene la notizia che, di iniziativa
Parlamentare dei senatori Tino Bedin e Mario Cavallaro è stato pre-
sentato - in data 14 Luglio 2005; annunciato nella seduta n.843 del 14
Luglio 2005 - Atto Senato n. 3547 – Il
disegno di legge recante :”Istituzione
dell’ Ordine dei tecnici laureati per l’
ingegneria e delega al Governo per l’
unificazione del Collegio dei geometri, del Collegio dei periti industriali
e dei periti industriali laureati e del
Collegio dei periti agrari e dei periti
agrari laureati, nonché delega per l’
unificazione delle rispettive Casse di
previdenza e assistenza “
Assegnato alla 2ª (Giustizia) in sede
referente in data 28 Luglio 2005.Assegnazione annunciata nella seduta
n.857 del 28 Luglio 2005.
Pareri della Commissione1ª (Affari
Costituzionali); 5ª (Bilancio); 6ª (Finanze e tesoro); 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali); 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni); 9ª (Agricoltura
e produzione agroalimentare); 10ª
(Industria, commercio, turismo); 11ª
(Lavoro, previdenza sociale); 14ª
(Politiche dell’Unione europea);
Commissione parlamentare per le
questioni regionali
Nel prossimo numero provvederemo a riportare il testo integrale del
disegno di legge.
11
CATASTO
Accertamenti sul patrimonio edilizio
non censito - I fabbricati rurali
di Roberto Pierini
i è aperto un periodo di particolare attenzione da parte
delle Amministrazioni Comunali verso il patrimonio immobiliare
non accatastato o difformemente
censito, quindi per fabbricati interessabili dall’ICI e dalle altre imposte locali; già molte realtà comunali
avevano attivato od intensificato
controlli negli anni passati ma ora il
nuovo quadro normativo consente
alle amministrazioni di poter procedere con ulteriori verifiche avendo
altresì strumenti, anche coercitivi,
importanti.
I commi 336 e seguenti, fino al 339,
dell’art. 1 della legge 30 dicembre
2004 n. 311 Finanziaria 2005 (in allegato), sono i riferimenti per il
provvedimento del Direttore dell’Agenzia del Territorio emanato il
16 febbraio scorso (G.U. 40148/2005) e della circolare n. 10 del 4
agosto 2005, dove il Direttore Centrale del Catasto ha definito le procedure operative per le azioni di
controllo previste dalla citata legge
Finanziaria.
Il patrimonio rurale è certamente interessato in primo piano, in quanto
sono ancora centinaia di migliaia gli
immobili “ex rurali” dove i proprietari, pur non avendo i requisiti di ruralità, non hanno mai provveduto al
censimento al Catasto Fabbricati, totalmente o solo parzialmente, anche
in base a varie interpretazioni della
norma che certamente non è mai
stata molto chiara in tutti i suoi
aspetti, DL 557/93 e seguenti.
S
12
Alle recenti disposizioni, i fabbricati rurali sono interessati, oltre che
per la basilare condizione di immobili fino ad ora eventualmente trattati quali esenti e che invece sarebbero da ricondurre ad immobili soggetti ad imposizione, ovvero per la
semplice condizione di cambio di
destinazione di uso, anche per un altro rilevante aspetto, che interessa
in maggior misura il patrimonio urbano delle nostre città.
La circolare n. 10 dell’Agenzia del
Territorio recita “Sono interessate
… le unità immobiliari … oggetto di
interventi edilizi, ovvero site in fabbricati che siano stati oggetto di interventi edilizi, laddove gli stessi siano influenti sul classamento e sulla
determinazione della relativa rendita catastale.”.
In questo caso è facile immaginare
che possano anche essere molti gli
immobili ex rurali, censiti ad esempio nei primi anni delle norma e
collocati in categorie di basso pregio per le loro originarie modeste
qualità immobiliari, es. categorie
A/5-A/6, che in questi anni abbiano subito interventi edilizi anche
modesti, quali ad esempio la costruzione di un bagno interno all’abitazione, che alla luce delle ribadite indicazioni al classamento della
citata circolare dovrebbero essere
collocate in categorie a ben maggiore rendita. Anche interventi di
maggiore spessore su unità classificate A/4 o A/3, per un adeguamento igienico-funzionale complessivo
o per una riqualificazione, se non
correttamente denunciati potranno
comportare riclassamenti con cambio non solo di classe ma addirittura di categoria, molti fabbricati ex
rurali sono oggi dei villini a tutti gli
effetti.
Ora, i certamente più facili controlli
tra le banche dati delle amministrazioni e gli archivi catastali e la eventuale conseguente apertura di un
procedimento di ufficio, come previsto dalla nuova normativa, comporterà una nuova rilevanza della
tematica dell’accatastamento con
un dovuto interesse dei proprietari
inadempienti ad anticipare la denuncia catastale in forma volontaria
senza cadere in un oneroso accertamento di ufficio, che certamente
non potrà essere così accurato come
l’intervento del proprio tecnico di
fiducia dove, con maggiore attenzione e sensibilità, potrà tecnicamente
rilevare e soprattutto classificare gli
immobili nel loro contesto territoriale.
Il provvedimento dell’Agenzia prevede nei casi di mancato ravvediPerito Agrario 4/2005
CATASTO
ALLEGATO
Legge 30 dicembre 2004, n. 311
“Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2005)”
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 306
del 31 dicembre 2004- Supplemento Ordinario n. 192
mento autonomo anche un oneroso
“tariffario” dei costi tecnici, provvedimento del Direttore dell’Agenzia
del Territorio emanato il 30 giugno
scorso (G.U. 153/2005), che saranno
applicati, in forma di diritti, rimborsi
e tributi, ai proprietari di tali immobili direttamente nell’accertamento
svolto dal personale dell’Agenzia
del Territorio, oltre ai normali tributi ed alle sanzioni per il tardivo accatastamento.
Fra i professionisti abilitati, il Perito
Agrario ed il Perito Agrario Laureato è certamente il più attento conoscitore delle caratteristiche del patrimonio rurale e quindi accreditato a
svolgere tali operazioni con le dovute attenzioni per rendere un classamento perequato; ricordiamoci che
il patrimonio rurale rimane ancora
una stridente eccezione all’interno
del quadro tariffario delle rendite
catastali urbane. Ciò che è valido per
una abitazione in un centro cittadino dovrà essere attentamente rivalutato per un fabbricato ex rurale,
anche se con le medesime caratteristiche costruttive, isolato e posto a
diversi chilometri dai servizi essenziali di un centro abitato.
Come sensibile tendenza di questi
anni, rispetto gli investimenti mobiliari i fabbricati sono sempre di più
considerati il “bene rifugio” per eccellenza; ma purtroppo se ne sono
ben resi conto anche i Comuni, che
con le imposte sugli immobili, ICI,
TARSU, ecc., mireranno sempre di
più ai nostri mattoni!
Perito Agrario 4/2005
Art. 1
336. I comuni, constatata la presenza di immobili di proprietà privata
non dichiarati in catasto ovvero la sussistenza di situazioni di fatto non
più coerenti con i classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie, richiedono ai titolari di diritti reali sulle unità immobiliari interessate la presentazione di atti di aggiornamento redatti ai sensi del
regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994,
n. 701. La richiesta, contenente gli elementi constatati, tra i quali, qualora accertata, la data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, è notificata ai soggetti interessati e comunicata, con gli
estremi di notificazione, agli uffici provinciali dell’Agenzia del territorio. Se i soggetti interessati non ottemperano alla richiesta entro novanta giorni dalla notificazione, gli uffici provinciali dell’Agenzia del
territorio provvedono, con oneri a carico dell’interessato, alla iscrizione in catasto dell’immobile non accatastato ovvero alla verifica del
classamento delle unità immobiliari segnalate, notificando le risultanze del classamento e la relativa rendita. Si applicano le sanzioni previste per le violazioni dell’articolo 28 del regio decreto-legge 13 aprile
1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939,
n. 1249, e successive modificazioni.
337. Le rendite catastali dichiarate o comunque attribuite a seguito
della notificazione della richiesta del comune di cui al comma 336
producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1º gennaio dell’anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, indicata nella richiesta
notificata dal comune, ovvero, in assenza della suddetta indicazione,
dal 1º gennaio dell’anno di notifica della richiesta del comune.
338. Gli importi minimo e massimo della sanzione amministrativa
prevista per l’inadempimento degli obblighi di cui all’articolo 31 del
regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, dall’articolo 31 del medesimo
regio decreto-legge n. 652 del 1939, come rideterminati dall’articolo 8,
comma 1, del decreto-legge 30 settembre 1989, n. 332, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 novembre 1989, n. 384, con riferimento al
mancato adempimento degli obblighi previsti dagli articoli 20 e 28
del citato decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, sono elevati rispettivamente a euro 258 e a euro 2.066.
339. Con provvedimento del direttore dell’Agenzia del territorio, da
adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, sono stabilite,
previa intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, le
modalità tecniche e operative per l’applicazione delle disposizioni di
cui ai commi 336 e 337.
13
RICERCA
San Michele punta
su nuove varietà di melo
Gli obiettivi dell’attività di miglioramento genetico: resistenza
alle malattie, qualità del frutto ed elevata produttività
ei frutteti di Maso delle Part,
in località Rupe di Mezzolombardo, si è svolta il 24
agosto 2005 la tradizionale giornata
di Porte Aperte organizzata dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Oltre duecento gli agricoltori accorsi per l’incontro che si ripete ormai da più di vent’anni e che rappresenta un’importante occasione per
conoscere ed apprendere sul campo
i risultati delle attività condotte dai
ricercatori di San Michele nel settore
frutticolo, in particolare pomologico.
I temi della mattinata hanno spaziato dalle tecniche di coltivazione alla
N
18
difesa dalle patologie più importanti, dall’architettura degli impianti alla ricerca di nuove varietà di melo.
L’azienda sperimentale di Maso delle Part si occupa da più di 35 anni di
ricerca sul melo e da circa cinque anni ha ripreso anche lo studio sul pero. Il maso è suddiviso in tante parcelle dove si confrontano diverse varietà, i cloni, le forme di allevamento,
i portainnesti di melo e pero.
Sono state affrontate tematiche specifiche nelle quali sono stati riportati i risultati della ricerca effettuata e
consegnato ai partecipanti il relativo
materiale illustrativo.
COSTITUZIONE
DI NUOVE VARIETÀ
L’attività di miglioramento genetico
presso l’Istituto Agrario di San Michele.
A livello mondiale ci sono oltre 50
istituti fra pubblici e privati che sono
impegnati nella ricerca di nuove varietà di melo. Un tempo le nuove
varietà, costituite e promosse soprattutto da istituzioni pubbliche,
erano libere. Attualmente invece
tutte le nuove varietà, o per lo meno
la maggior parte di queste è protetta
e quindi tutelata nella successiva fase di diffusione. Ciò comporta l’ePerito Agrario 4/2005
RICERCA
sclusività dei diritti di propagazione
delle piante ed eventualmente di
produzione commerciale dei frutti.
Questo aspetto modifica è rende
molto stretti i rapporti all’interno
dell’intera filiera di innovazione del
prodotto fra costitutore – vivaista –
frutticoltore – gruppo di vendita.
L’esclusiva, se da un lato facilita l’introduzione di una nuova cultivar
dando la possibilità di gestire la diffusione della stessa (controllando
quantità e qualità), di contro inserisce il rischio per le diverse aree produttive o per una parte delle aziende
frutticole di rimanere escluse da future proposte di miglioramento della gamma varietale. Lo strumento
dell’innovazione varietale però rappresenta quasi una strategie imposta
per le aree che hanno i costi di produzione più elevati.Avere una nuova
varietà, almeno per qualche anno
quasi in esclusiva può rappresentare
un vero punto di forza in grado di
genera valore aggiunto. Nasce da
questo l’esigenza di evidenziare in
anticipo le attese del mercato e del
consumatore e di tradurle nella proposta di nuove tipologie di frutto.
Le problematiche sopra brevemente
accennate ed altre motivazioni legate
alla possibilità di individuare nuove
varietà più adatte alle condizioni climatiche dei nostri ambienti e per le
zone a quote più elevate hanno motivato l’impostazione e lo sviluppo,
da parte dell’Istituto Agrario San
Michele, di un programma di miglioramento genetico del melo.
Già nel 1990 erano state incrociate
diverse varietà e selezioni resistenti a
ticchiolatura con le varietà maggiormente diffuse negli ambienti trentini.
Successivamente l’attività di miglioramento genetico presso l’Istituto
Agrario di San Michele all’Adige ha
avuto un notevole impulso grazie al
finanziamento da parte della Fondazione della Cassa di Risparmio di
Trento e Rovereto del progetto Biologia Avanzata applicata a Vite, Melo
e Salmonidi. Nel sottoprogetto melo e
stata impostata, a partire dal 1999,
una attività di miglioramento genetico classico con l’impiego di marcatori
molecolari per la selezione precoce
dei materiali geneticamente resistenti a diverse patologie quali ticchiolatura ed oidio. Il progetto quinquennale ha permesso il rilancio di questa attività e di sviluppare una notevole mole di piantine originate da seme (semenzali geneticamente diversi
uno dall’altro) che nei prossimi anni
saranno selezionati per gli aspetti
produttivi quali-quantitativi.
Gli obiettivi prioritari del progetto
sono la costituzione di materiale resistente a ticchiolatura (geni Vf, Va,
Vg, Vm, Vb, Vbj ecc) ed oidio (geni
P1,P2) con alta qualità del frutto
(consistenza e croccantezza polpa;
contenuto zuccherino ed acidulo;
conservabilità e “shelf-life”; forma,
colore, pezzatura) ed elevata produttività (celere entrata in produzione, facile allevamento, elevata e costante fruttificazione).
Nel periodo 1999 – 2004 sono stati
eseguiti più di 400 incroci diversi e
sono stati ottenuti circa 100.000 semi. Attualmente sono a dimora
27.000 semenzali (innestati su M9) . I
semenzali originati dagli incroci realizzati nel 1999 e 2000 (n° 6.000), superato il periodo di improduttività
giovanile, nella stagione 2005 sono
entrati in produzione, sono quindi in
corso le prime valutazioni ed è iniziata la selezione del materiale anche
per le caratteristiche pomologiche.
L’ attività di valutazione dei semenzali è prevalentemente condotta
presso l’azienda Giaroni dell’Istituto
Agrario di San Michele.
TECNICHE
COLTURALI
Alberto Dorigoni
Nuove varietà
Perito Agrario 4/2005
Negli ultimi anni sono state realizzate
a Maso Parti diverse prove sperimentali di tecnica colturale su melo, in riferimento alle tematiche concernenti
il diradamento chimico e il miglioramento della qualità delle produzioni.
Obiettivi:
- Approfondire la conoscenza di
nuovi diradanti come benziladenina ed etephon, in termini di efficacia e di meccanismo di azione, per
indurre qualità e costanza di produzione negli anni;
19
RICERCA
- Confrontare diverse tecniche di
controllo della vegetazione;
- Individuare prodotti cosmetici per
migliorare l’aspetto esteriore di
Golden Delicious;
- Studiare formulati che permettono
di rallentare la maturazione dei
frutti allo scopo di ampliare il calendario di raccolta delle varietà e migliorare la qualità delle produzioni.
IL DIRADAMENTO DEL MELO
NEGLI IMPIANTI MODERNI
Il diffuso impiego della potatura
lunga comporta ottimo equilibrio
della pianta e potenzialità produttive fino a pochi anni fa impensabili.
Peraltro, questa tecnica richiede
strategie di diradamento estremamente aggressive.
Permane una situazione di incertezza riguardo alla data di ritiro dal
mercato di carbaryl, ma da un decennio di ricerca e da alcuni anni di
applicazione pratica si capisce che
non sarà facile sostituirlo con altri
principi diradanti a basso impatto
ambientale e di pari efficacia e spettro d’azione. Dalla sperimentazione
è anche maturata la convinzione
che solo con l’applicazione di più
diradanti, in successione o in miscela, si possono conseguire risultati
adeguati.
Benziladenina (BA) si propone come un principio diradante migliore
di carbaryl e di NAA, per la sua
azione di stimolo della moltiplica-
zione cellulare che induce calibro
dei frutti più elevato di altri diradanti. Peraltro, quando usato come
unico diradante, ha azione generalmente troppo blanda.
Mentre in un ottica di medio-lungo
periodo, da qui a 3-4 anni presumibilmente, dovremo rassegnarci alla
perdita di carbaryl, per il momento i
migliori risultati si ottengono quando Benziladenina è inserita in diverse strategie di diradamento, più o
meno aggressive, in cui le altre molecole disponibili, compreso lo stesso carbaryl, possono trovare una
collocazione. Le indicazioni presentate nelle tabelle 1 e 2, frutto di dieci anni di sperimentazione, servono
a definire una scala approssimativa
di efficacia e permettono di orien-
Tabella 1: N° RICACCI DA VECCHIE RADICI DELL’IMPIANTO PRECEDENTE
Località
Maso Parti 7H.
Impianto 2004
Maso Parti 7I.
Impianto 2004
Piovi Istituto Spur rosse.
Impianto 2003
Piovi Istituto Gala.
Impianto 2004
Piovi privato.
Impianto 2004
Piovi Istituto Fuji 4.
Impianto 2000
Piovi privato
Impianto 2004
Piovi Istituto Fuji.
Impianto 1996
Cunevo (loc. La Santa)
Impianto 2004
Cunevo (loc. La Santa)
Impianto 2004
Maso Maiano 3 F,
Impianto 2004
Brez privato.
Impianto 2004
20
Data
N°ricacci 100
m filare
Note
27-04-2004
74
Test “ELISA” su 10 ricacci:
= 10% positivi
27-04-2004
02-05-2004
0
60
Riposo x 3 anni
02-05-2004
23-08-2004
46
52
05-05-2004
21
08-05-2004
6
08-05-2004
30
08-05-2004
8
03-06-2004
15-06-2004
21
Presenza diffusa
13-07-2004
89
21-09-2004
10
Controllati 2
(= ricacci radice vecchia)
15-09-2004 prelevati
4 campioni: 1 positivo
Test “ELISA” su 10 ricacci:.
= 10% positivi
16-11-04 Test “ELISA”
su 6 ricacci: =. 15% positivi
Perito Agrario 4/2005
RICERCA
Tabella 2: POSSIBILI STRATEGIE DIRADANTI
PER GOLDEN, GALA E PINK LADY
Effic ac ia Epoc a c aduta petali 10-12 mm
12-14 mm
molto debole
NAD 84 ppm
BA 100 ppm
NAD 84 ppm BA 100 ppm
NAD 84 ppm carbaryl 240 ppm
carbaryl 240 ppm
NAD 84 ppm
BA 70-100 ppm
BA 100 ppm +
NAA 10 ppm
carbaryl 240 ppm
NAA 10 ppm
carbaryl 240 ppm +
molto forte
NAD 84 ppm carbaryl 240 ppm
BA 70-100 ppm
l'aggiunta di 100 cc/hl di OLIO minerale può rinforzare l'azione diradante
Tabella 2: POSSIBILI STRATEGIE DIRADANTI
PER FUJI E BRAEBURN
Effic ac ia
Epoc a 8-10 mm
BA 100 ppm
molto debole
carbaryl 240 ppm
carbaryl 240 ppm
carbaryl 240 ppm +
NAA 10 ppm
molto forte
12-14 mm
carbaryl 240 ppm
carbaryl 240 ppm +
BA 70-100 ppm
BA 100 ppm +
NAA 10 ppm
carbaryl 240 ppm +
BA 70-100 ppm
NAA 10 ppm +
carbaryl 240 ppm +
BA 70-100 ppm
l'aggiunta di 100 cc/hl di OLIO minerale può rinforzare l'azione diradante
tarsi nella scelta delle strategie di diradamento per le principali varietà.
Per quanto riguarda etephon, l’interesse per questo principio diradante,
comunque circoscritto ai gruppi Fuji
e Red Delicious, è fortemente ridotto
dalla estrema variabilità di risposta
nelle diverse annate.
Per non incorrere in sovradiradamento si consiglia l’applicazione ad
inizio fioritura di dosi minime di questo prodotto, comprese tra 80 e 150
Perito Agrario 4/2005
ppm (20-40 cc/hl di prodotto commerciale) limitandosi ai casi di effettiva necessità (forte alternanza). I diradanti fiorali, come ammonio tiosolfato (ATS), anche se generalmente poco efficaci, rappresentano una
potenzialità da esplorare in futuro
per ridimensionare precocemente il
carico produttivo, senza incorrere in
rischi di sovradiradamento. E’ probabile che la tecnica dell’extinction
(rimozione in fioritura di parte del-
le gemme a fiore) concorra in futuro a raggiungere l’obiettivo di conseguire quantità e qualità adeguate.
ARCHITETTURA
IMPIANTI
Nicola Dallabetta
L’architettura degli impianti e la
scelta dei portainnesti, sono tra i
principali oggetti di studio e sperimentazione dell’azienda agricola
sperimentale di Maso Parti.
FORME D’ALLEVAMENTO
E SESTI D’IMPIANTO
La forma d’allevamento riveste un
ruolo importante ai fini della gestione vegeto-produttiva della pianta e
influisce sulla qualità e quantità della frutta prodotta.
Confronti tra diverse forme d’allevamento sono condotti in azienda ai
fini di valutare una possibile alternativa allo spindelbush nel melo e al
fusetto nel pero, generalmente adottati nella nostra regione.
Confronto tra densità d’impianto diverse:
Obiettivi:
- Verificare la potenzialità produttiva
delle diverse varietà di mele;
- Valutare l’incidenza dei sesti d’impianto sulle qualità intrinseche ed
estrinseche della frutta prodotta;
- Verificare i costi di produzione relativi al diverso numero di piante
per ettaro ed ai relativi costi di gestione dell’impianto.
Confronto di forme
d’allevamento diverse
Confronto tra Spindelbush,Solaxe con o
senza uso della tecnica dell’“extinction”.
Obiettivi:
- Ottimizzare il potenziale di ramificazione relazionando altezza del-
21
RICERCA
l’albero e sesto d’impianto con il
vigore delle piante di partenza;
- Migliorare la penetrazione della
luce all’interno della chioma e portare più possibilmente la produzione verso l’esterno con benefici in
quantità e qualità della frutta;
- Regolare la carica delle gemme in
potatura usando la tecnica dell’extinction;
- Ridurre il problema dell’alternanza;
- Produrre frutti di calibro più omogeneo possibile;
- Abbassare i costi d’impianto (minor numero di piante/ha) a parità
di produzione.
Impianto frutteto
Introduzione di forme d’allevamento
alternative a Spindelbush come Vertical Axe, Solaxe, Ycare
Obiettivi:
- Verificare i valori quali-quantitativi della produzione;
- Ricercare eventuali apporti migliorativi per quanto riguarda la gestione della chioma e l’equilibrio
vegeto-produttivo della pianta;
Messa a dimora di piante bi-asse su
pero (primavera 2004) e melo (primavera 2005).
Obiettivi:
- Ottenere i vantaggi dell’impianto
superfitto (6600 piante/ha) in termini d’intercettazione della luce;
- Mantenere un basso numero di
piante ad ettaro per migliorare l’equilibrio vegeto-produttivo e contenere i costi rispetto al superintensivo.
P 16
MARK
M9
M 26
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
cm2 area sezione del tr
12D
FUJ I P ORTI NNES TI e DI S TANZE A CONFRONTO
PRODUZI ONE ETTARO
( Ma s o P a r t i - a n n o d i im p ia n t o 1 9 9 9 )
250000
200000
71.456
62.848
VIGORIA
DI GOLDEN DELICIOUS
SU PORTINNESTI DEBOLI
(XVII anno di vegetazione)
150000
2004
36.033
2003
36.946
83.556
2002
2001
93.201
100000
2000
78.124
60.950
30.022
PORTINNESTI
Presso le aziende sperimentali di
Maso Parti sono state condotte numerose prove di confronto di portinnesti alternativi ad M9. Quanto
alle selezioni di M9, queste non
22
50000
0
19.280
16.996
14.733
23.317
26.064
11.158
10.430
31.292
30.711
13.750
17.428
TES I
Perito Agrario 4/2005
RICERCA
sembrano diversificarsi in modo evidente dal comune 337.
La maggior parte dei portainnesti
alternativi a M9 ha invece caratteristiche inferiori in quanto meno produttivi, più vigorosi, insomma meno
rispondenti alle esigenze della nostra frutticoltura.
Solo un portainnesto della serie polacca, denominato P16, presenta
delle caratteristiche estremamente
interessanti.
Il primo confronto di portinnesti deboli che includono P16 e P22 è stato
realizzato a Maso Parti su Golden
Delicious e Starkspur Red già nel
1983, adottando sesti molto ampi, di
4,5x2,0 metri. Nel 1995 e 1996 sono
state avviate prove analoghe su Top
Red e ancora su Golden. Dal 1999
abbiamo a disposizione impianti su
altre varietà, Gala e Fuji, con sesti
più industriali, che variano dalle
3800 alle 5000 piante per ettaro.
MELO
M9 rappresenta certamente il portainnesto più versatile, tuttavia non
è la soluzione ideale in ogni situazione e per qualsiasi cultivar. Lo
conferma l’interesse smodato per le
tecniche di controllo della vegetazione da una parte e per le concimazioni spinte dall’altra. Lo studio è
mirato ad individuare portinnesti
capaci di ridurre i costi di manodopera e di aumentare l’efficienza produttiva delle piante evitando il fenomeno dell’alternanza. Questo è
perseguito con l’impiego di:
- Nuove selezioni, in particolare P16
di origine polacca, portinnesto più
debole di M9;
- Cloni di M9: Pajam 1, Pajam 2, 337,
EMLA, ed altri.
Numerose iniziative sono in corso a
Maso Parti per verificare la compatibilità tecnica ed economica dei
portinnesti deboli sopra menzionati
con le cultivar di maggior interesse
locale: Gala, Fuji, Braeburn, Red
Delicious, ed altre.
Perito Agrario 4/2005
VARIETÀ
E CLONI
Pierluigi Magnago
IL RINNOVO VARIETALE
Adulto Melanoneura
PERO
È stata avviata un’iniziativa rivolta
al pero, mirata a verificare la possibilità della re-introduzione di questa
coltura nell’areale di fondovalle
trentino, tenuto conto che:
- Il pero ha rappresentato realtà colturale significativa fino agli anni 70;
- La vocazione del fondovalle per
Golden Delicious è in declino;
- È importante la diversificazione
colturale nell’ottica della riduzione
del rischio d’impresa e di una migliore gestione della raccolta;
- Esiste elevata affinità tra la coltivazione del pero e quella del melo;
- Da quando il Trentino ha smesso di
produrre pere c’è stato un significativo progresso tecnico nella coltivazione, determinato soprattutto
dalla qualità del materiale vivaistico, l’introduzione dei portinnesti
clonali deboli e l’adozione d’architetture d’impianto a più elevata
densità.
Le varietà e i portainnesti a confronto sono rispettivamente:
- KAISER / BUTIRRA HARDY /
BA29
- CONFERENCE / C
- CONFERENCE / SYDO
- WILLIAM/BUTIRRA HARDY /
BA29
- ABATE F./ BUTIRRA HARDY / C
- ABATE F./ SYDO
Considerazioni
Nel rinnovo degli impianti frutticoli
la scelta della varietà e del clone è
molto importante in quanto un
eventuale errore limita la redditività
e la durata economica del frutteto
stesso.
Per una corretta scelta sono necessarie non solo conoscenze agronomiche sulla produttività e sulle qualità del frutto delle diverse varietà e
cloni, ma anche indicazioni sul comportamento delle accessioni in funzione dei diversi ambienti di coltivazione e non ultime delle informazioni di carattere commerciale sulla recettività da parte del mercato delle
singole varietà. Fondamentale inoltre la conoscenza di quali aspetti
qualitativi sono determinanti ai fini
della scelta del consumatore (pezzatura, colore, rugginosità, forma, gusto, durezza, croccantezza, ecc.).
In questi anni molti sono stati i contatti fra il personale dell’Istituto
Agrario San Michele, addetto alla
valutazione delle nuove varietà di
melo e le Organizzazioni dei Produttori.
La collaborazione ha consentito agli
sperimentatori di acquisire informazioni sull’evoluzione di aspettative
e gusti dei consumatori nei confronti del prodotto mela e di ogni singola, mentre i rappresentanti delle Organizzazioni dei Produttori hanno
avuto la possibilità di vedere a confronto e di effettuare le prima valutazione sulle qualità e potenzialità
dei materiali vegetali di più recente
costituzione e diffusione.
Prendendo spunto anche da questi
incontri, molti Consorzi dei Produttori in funzione delle loro esigenze
23
RICERCA
di mercato, delle preferenze commerciali, delle tendenze di cambiamento nei gusti dei consumatori e
delle caratteristiche ambientali,
hanno elaborato dei programmi
pluriennali di rinnovo degli impianti, dando indicazioni abbastanza
precise agli agricoltori associati sia
per quanto riguarda le varietà che i
relativi cloni migliorativi. Sono state inoltre individuate ed indicate a
grandi linee le zone maggiormente
vocate per ogni singola varietà.
Questo modo di operare, oltre ad
essere di reale supporto al frutticoltore per la scelta varietale e clonale,
consentirà nel medio periodo, di
migliorare la qualità ed incrementare l’omogeneità del prodotto conferito. Sulla base del reciproco
scambio di informazioni sarà possibile inoltre, concordare e sviluppare in maniera più celere e coordinata l’inserimento delle varietà che
collegialmente e per i diversi aspetti (agronomici e commerciali) saranno ritenute più promettenti.
In alcune aree frutticole provinciali
oltre ad un rinnovo varietale con
l’eliminazione delle varietà obsolete, per alcune famiglie clonali quali
principalmente Gala e Red Delicious si ritiene opportuno sollecitare un più celere miglioramento dell’assortimento clonale. L’incremento della produzione di Gala ed il
minor interesse del consumatore
verso i frutti di Red Delicious porteranno ad una maggiore pressione
selettiva sull’aspetto qualitativo dei
frutti (pezzatura, forma, colore:
estensione, intensità e striatura, durezza della polpa ecc.). Per questo
motivo è indispensabile una riqualificazione della produzione mediante l’inserimento di cloni che forniscono percentuali più elevate di
frutti di prima scelta. I vecchi impianti sono stati prevalentemente
realizzati utilizzando cloni che oggi, anche per la naturale retrogradazione, non hanno più intensità ed
estensione del colore tali da soddi-
24
sfare l’evoluzione dei gusti del consumatore.
I nuovi cloni di Gala ed anche di
Red Delicious spur, se correttamente moltiplicati, colorano precocemente anche in anni difficili e
hanno una tonalità rosso brillante,
estesa non di rado al cento per cento della superficie. Il raggiungimento precoce di una valida colorazione permette di raccogliere i
frutti al livello di maturazione ottimale, presupposto base per ottenere un prodotto con maggiori qualità
organolettiche e con le più alte potenzialità di conservazione.
Per quanto riguarda i cloni di Golden Delicious, sono in valutazione
alcune accessioni che hanno maggiore facilità nello sviluppare la faccetta di colore rosso-rosato. Dalle
prime osservazioni in linea di massima si può affermare che esistono
delle linee più predisposte allo sviluppo della faccetta, ma solo in alcuni ambienti tonalità e diffusione
del colore migliorano l’aspetto del
frutto. In ambienti favorevoli allo
sviluppo delle faccette anche nei
cloni tradizionali, alcuni di questi
nuovi ottenimenti sviluppano delle
tonalità di colore rosso-mattone
per quasi l’intera superficie del
frutto. Nei confronti della rugginosità hanno evidenziato diversi livelli di suscettibilità, come i cloni tradizionali.
Valutazione di varietà e cloni
Annualmente presso le aziende
sperimentali vengono messi a dimora varietà e cloni di nuova costituzione. Una prima valutazione del
materiale è fatta in collezione con
l’impianto di tre piante per ogni ottenimento, successivamente se d’interesse vengono costituite delle
parcelle con ripetizioni delle diverse
tesi a confronto.
Per ogni ottenimento sono rilevati
sia i caratteri vegetativi (vigoria e
forma della pianta, tipo di fruttificazione ecc,) che pomologici (rife-
riti al frutto: forma, dimensioni, colore di fondo sovraccolore ecc.). Sono inoltre eseguiti test di maturazione (test dell’amido) per individuare la giusta epoca di raccolta. In
laboratorio per il materiale più interessante sono rilevati mediante
analisi altri parametri qualitativi
quali il contenuto zuccherino (valore rifrattometrico in gradi Brix), l’acidità (acidità titolabile in g/l) e la
durezza della polpa (penetrometro
Kg/cmq).
Ottenimenti a confronto per le famiglie clonali di maggior interesse:
Golden Delicious:
- Leratess (Pinkgold); Quemoni
(Rosagold); Goldrosio (1400 KE);
1500 OHK; Smoothee; Cl. “B”.
Red Delicious spur:
- Red Chief 4047; Red Chief 5222;
Red Chief Camspur; Scarlet (Evasni); Superchief (Sandidge); Early
Chief; Redkan; IT Red Delicious.
Red Delicious:
- Jeromine; Early Red One.
Gala:
- Brookfield (Baigent); Schniga
(Gala Schnitzer); Galaxy; Obrogala; Annaglo; Buckeye (Simmons);
Venus (de Carli); Cherry Gala;
Ruby Gala (Gala rosso).
Fuji:
- Kiku 8; Rakuraku; Rubinfuji; Fukan; Aztec (Fuji Zhen); Fiero
(September Wonder).
Braeburn:
- Hillwell (Hidala); Lochbuie; Mariri Red (Eve); Redfield; Joburn
(Aurora); Helena.
Pinova:
- Pinova (Corail); Roho (Evelina);
Dalinip;
Pink Lady
- Pink Lady (Cripps Pink); Rosy
Glow;
Varietà di maggior interesse in valutazione:
- Cameo (Caudle); Rubens; Tentation (Delblush); Kanzi (Nicoter);
Sonya; Diwa; Ariwa; Mairac (La
Flamboyante); Ambrosia ; ecc.
Perito Agrario 4/2005
RICERCA
ATTIVITÀ
DEL GRUPPO
“DIFESA DELLE
COLTURE”
A MASO PARTI
Grafico
PIANTEIN
INVASO
VASO -- MASO
Grafico
1: 1:
PIANTE
MASOPARTI
PARTI
Sommatoria delle % germogli con ticchiolatura
Sommatoria delle % di germogli con ticchiolatura durante la
durante la stagione delle delle infezioni primarie
stagione delle infezioni primarie
Luisa Mattedi - Flavia Forno
TICCHIOLATURA 2005
(Lavoro svolto in collaborazione con
Umberto Piva –OP Paganella e Mauro Varner – Cantine Mezzacorona)
Il 2005 può essere considerato l’annata con minore gravità di attacco di
ticchiolatura nella Piana Rotaliana
dal 1989 ad oggi. Ciò può essere osservato nel grafico 1 che rappresenta
la sommatoria della percentuale di
germogli attaccati durante la stagione delle primarie sulle piantine
esposte durante ogni pioggia primaverile. Nel 2005 sono state esposte 3
piantine durante ciascuno dei 14 periodi piovosi dal 21marzo all’1° giugno; in tutto sono state conteggiate
9 macchie, 7 delle quali sulle piogge
dal 21 al 26 aprile e dal 26 aprile al 4
maggio.
Il numero è estremamente esiguo;
l’assoluta irrisorietà della stagione
delle primarie è confermata dalla situazione, ad inizio agosto, di 3 testimoni, sempre collocati in Piana Rotaliana, nelle aziende dell’Istituto
Agrario di S. Michele (grafico 2).
Grafico 2: PARCELLE NON TRATTATE
Istituto Agrario San Michele a-A - Anno 2005
Sommatoria infezioni primarie (% germogli con ticchiolatura)
Grafico 3: MASO PART (VAL D’ADIGE)
VOLO ADULTI SVERNANTI - C. Melanoneura
ESPERIENZE SULLE PSILLE
DEL MELO
Dal 2000 le aziende dell’Istituto
Agrario sono state sottoposte a costanti monitoraggi per verificare la
presenza di potenziali vettori degli
scopazzi. Sia a Piovi, dal 2000, sia a
Maso delle Part, dal 2002, vengono
infatti eseguite delle costanti battiture che hanno permesso di identificare le specie di psilla presenti sul melo
nella Piana Rotaliana e dei controlli
visuali che hanno consentito di descrivere una parte del ciclo delle spePerito Agrario 4/2005
25
RICERCA
cie più presenti e di monitorare tutti
gli altri potenziali vettori.
Sono state individuate 12 specie di
psilla e la più frequente è Cacopsylla melanoneura, mentre Cacopsylla
picta (probabilmente la più efficiente come vettore) è presente in entità
irrisorie (nel 2005 1 adulto svernante a Piovi e 2 a Maso delle Part: battiture da fine gennaio e tuttora in
corso).
Il grafico 3 evidenzia l’evoluzione di
C. melanoneura a Maso Part dal
2002 al 2004 con la freccia indicante
la data del trattamento eseguito ad
inizio ovodeposizione.
Grafico 3 maso part (VAL Dadige
Il grafico 4 presenta un’esperienza
del 2004 che evidenzia lo studio del
contenimento di C. melanoneura
con etofenprox (Trebon 15 cc/hl
usato una volta), un caolino micro-
Grafico 4: ESPERIENZE CON SURROUND
PER IL CONTROLLO DI C. MELANONEURA
(Maso Part 2004)
Grafico 5: TRATTAMENTI SU ADULTI SVERNANTI
DI C. MELANONEURA (Maso Part 2005)
26
Perito Agrario 4/2005
RICERCA
Grafico 6: Maso Part (Val d’Adige) - EVOLUZIONE SCOPAZZI
IN DIVERSI IMPIANTI IN ETÀ 5-15 ANNI
Grafico 7: Maso Part (Val d’Adige) - EVOLUZIONE SCOPAZZI
IN DIVERSI IMPIANTI IN ETÀ 1-5 ANNI
Perito Agrario 4/2005
nizzato (Surround 30 kg/ha usato 3
volte), un caolino classico (Belgold
30 kg/ha usato 3 volte) confrontati
con un testimone.
Il grafico 5 evidenzia l’andamento di
C. melanoneura nel 2005 con un’ulteriore esperienza di contenimento
della popolazione (3 anni di prove)
con etofenprox (Trebon) a 10 cc/hl.
I grafici 6 e 7 evidenziano l’evoluzione degli scopazzi a Maso delle Part
dal 2000 al 2004 sottolineando la
maggiore presenza sulle piante adulte (età > ai 5 anni, fino ad un massimo di 15) rispetto alle più giovani. In
tutto hanno manifestato sintomi il
6.54% di piante (5.76% di adulte e
0.78% di giovani). Dal 2003, anno di
incremento della fitoplasmosi in Val
d’Adige, le piante con sintomi vengono eliminate ed è stata applicata
la lotta al potenziale vettore.
Dal 2004, a partire da Maso delle
Part e Piovi, sono state osservate e
conteggiate le radici vecchie e vitali
presenti in nuovi reimpianti (tabella
1). La loro presenza potrebbe fungere da serbatoio di inoculo trasmettibile attraverso vettori o possibili
ponti radicali.
27
REPLICA
Da oggi non ci sto più
Di Domenico Di Biase
el numero de “L’agrotecnico oggi “di maggio 2005
è comparso un elenco, in
riquadro dal titolo “quadriennio
2001-2005 – risultati di eccellenza” delle attività svolte dal Consiglio Nazionale degli Agrotecnici
e degli Agrotecnici Laureati.
L’articolo, senza firma, è sicuramente un buon modo per presentare il Consiglio uscente alle nuove elezioni di rinnovo di giugno
2005 ma questa volta, in verità la
prima, ha mosso a curiosità un
Perito Agrario che, stupito per i
riferimenti alla nostra Categoria,
che sembrerebbe assente in molti
argomenti, ha chiesto delucidazioni su alcune affermazioni che
ci coinvolgono e su altre afferenti
competenze ed attività professionali che appaiono come esclusiva
degli agrotecnici.
Al fine di dare una compiuta risposta, verificati gli atti d’ufficio,
posso rispondere sia a chiarimento che anticipando parte delle attività compiute dal Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e Periti
Agrari Laureati che, in seguito,
saranno meglio approfondite; naturalmente darò delucidazioni solo ai punti che ci coinvolgono anche indirettamente precisando
meglio quello che non è stato detto e quello che è stato parzialmente portato a conoscenza; in
corsivo le affermazioni ed in neretto le risposte e considerazioni:
• Sono forniti agli Agrotecnici liberi professionisti i programmi informatici per presentare le pratiche PAC Seminativi. (i Periti
N
28
Agrari ne sono in possesso sin dal
1993);
• Dopo un fortissimo scontro politico, sostenuto solo dal Collegio
degli Agrotecnici, il Governo riconosce anche ai liberi professionisti la possibilità di costituire i
CAA Centri Autorizzati di Assistenza Agricola con il DM
27.3.2001; di questa possibilità ne
beneficeranno anche le altre categorie professionali, anche quelle
rimaste inerti a guardare. (certamente chi ha scritto si riferisce ad
altre categorie in quanto i Periti
Agrari non hanno mai abbandonato il tavolo delle trattative);
• Il Ministero delle Finanze abilita
gli Agrotecnici al “fisco telematico”, con uno specifico Decreto.
(E’ stato il CNPA a sollecitare e
seguire direttamente il provvedimento cui hanno beneficiato anche altri);
• Il Collegio Nazionale, in collaborazione con l’OIGA-Osservatorio per l’Imprenditorialità Giovanile in Agricoltura, organizza il
primo Corso di formazione per
giovani imprenditori, del tipo residenziale. (E questo è stato organizzato anche dai Consigli Nazionali dei Periti Agrari e dei Dottori Agronomi e gli altri componenti dell’OIGA);
• Il Decreto del Ministero dell’Interno 25.5.2001 prevede che i liberi professionisti Agrotecnici che
ricoprono cariche elettive nelle
Giunte di Comunità Montane,
Comuni e Province possano richiedere ai rispettivi Enti di farsi
carico del pagamento dei contri-
buti previdenziali del Fondo
AGROTECNICI/ENPAIA. (Come per tutte le professioni);
• Gli Agrotecnici iscritti nell’Albo,
purché non esercenti la professione, possono usufruire dei contributi per l’autoimpiego ai sensi del
D.M. 28.5.2001, n. 295. (Come per
tutte le professioni);
• Sul supplemento alla Gazzetta
Ufficiale del 17.8.2001 viene pubblicato il DPR 5 giugno 2001 n.
328 che apre le porte dell’Albo ai
laureati di ben sette diverse Classi
di laurea …… (come per la professione di Perito Agrario e Perito Agrario Laureato);
• Sulla Gazzetta Ufficiale viene
pubblicato il DPR n. 290/2001 in
materia di fitofarmaci, che esclude gli Agrotecnici; la categoria si
mobilità ed il Collegio Nazionale
fa ricorso al TAR il quale, l’anno
successivo, annulla il DPR ed accoglie le ragioni dei ricorrenti.
(Considerato che nessuna professione ha mai posto ostacoli all’inserimento degli Agrotecnici nella
attività emarginata c’è da chiedersi come mai hanno dovuto ricorrere al TAR);
• Viene emanato il Decreto-legge
n. 381/2001 di riforma dell’AGEA, che prevede un “Consiglio
di rappresentanza” dal quale però
sono esclusi i liberi professionisti;
dopo avere chiesto ai Periti agrari
di svolgere un’azione comune ed
averne ottenuto un rifiuto, il Collegio Nazionale contesta da solo
la legge ed i Collegi locali partecipano alla protesta in modo massiccio; il Governo cede alle richiePerito Agrario 4/2005
REPLICA
Palazzo di Giustizia
ste, inserendo nel “Consiglio di
rappresentanza” anche un membro dei liberi professionisti (su
dieci totali). (il CNPA ha avviato
rapporti diretti ben prima della
emanazione del decreto -agosto
2000);
Dopo avere tentato una designazione unitaria di questo rappresentante, ed avere incassato ancora
una volta il “no” dei Periti agrari,
gli Agrotecnici designano direttamente un proprio candidato, che
viene preferito dal Governo a
quello indicato dai Periti agrari e
dai Dottori agronomi. (Sono stato
personalmente presente all’incontro e credo che sia destituito da
ogni fondamento quanto asserito
perché alla riunione il candidato
è stato proposto dal CNPA. Poi
fuori dalla riunione non c’ è stato
accordo tra Agrotecnici e Conaf e
Cnpa. Per informazione il nominato è iscritto alla Fidaf);
• L’Agenzia del Territorio emana
la Circolare 7 febbraio 2002 n. 1
che riconosce piena capacità proPerito Agrario 4/2005
fessionale nel settore catastale agli
Agrotecnici; la stampa da ampio
risalto alla notizia. I Collegi dei
Periti agrari e dei Geometri impugnano la Circolare al TAR Lazio;
il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
si costituisce in difesa. (Atto dovuto, del quale ancora ne confermiamo la coerenza con i disposti ordinamentali. Dopo la mancata sospensiva siamo ancora in attesa
del giudizio di merito del TAR
quindi è da considerarsi ancora
una attività sub-judice);
• Il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli
Agrotecnici laureati viene eletto
Vicepresidente del CUP Nazionale
(è la prima volta che una categoria
diplomata ricopre questa carica.
(E’ la prima volta che la carica
viene istituita e tutti i partecipanti al Consiglio direttivo del CUP
sono vice-presidenti; il componente dei Geometri è ancora attualmente Vice Presidente del
CUP ed il Componente del
CNPA ha ricoperto la carica di
componente il Consiglio direttivo
del CUP ed è attualmente membro del collegio dei revisori del
CUP ma nessuno ha ritenuto di
farne propaganda. Comunque se
questa è questione di eccellenza
mi auguro che Orlandi, che è stato
nominato rappresentante delle
professioni al CNEL ne dia notizia in modo sobrio in quanto occorre puntualizzare che detta carica spetta a turno a tutte le professioni. Quindi non per meriti individuali ma per rispetto alla rappresentatività di tutti. Periti Agrari- Periti Industriali- Dottori
Agronomi – e Geometri si sono
succeduti nelle ultime turnazioni
e questa volta spetterà ad: Agrotecnici, Biologi, Consulenti del
Lavoro e Psicologi), i quali dureranno in carica 4 anni.
• Con legge finanziaria 2002 gli
Agrotecnici sono riconosciuti come periti estimatori di terreni ed
immobili (al fine di predisporre
perizie giurate per la rivalutazione
29
REPLICA
fiscale). (Affermazione vera, lo è
stato anche per i Periti Agrari,
ma chi ha scritto non è stato informato che ciò è stato possibile
grazie anche all’impegno diretto
svolto presso i parlamentari da
parte del CNPA e dei Geometri);
• Il Collegio Nazionale trasmette
in Parlamento le proprie osservazioni in materia di riforma delle
professioni. (Lo hanno fatto tutti
i Consigli Nazionali ritenendolo
un mero compito d’ufficio e non
certo meritorio di essere classificato come atto di eccellenza);
• Gli Agrotecnici sono riconosciuti competenti ad utilizzare e presentare pratiche con il nuovo programma catastale “VOLTURA-1.
(Affermazione vera; grazie ad
una disposizione d’ufficio valida
per tutti i professionisti impegnati in catasto);
• Il Condono previdenziale è esteso al Fondo previdenziale degli
Agrotecnici. (Lo ha promosso ed
ottenuto per primo il Comitato
Gestore dei Periti Agrari);
• Partono gli “Studi di settore” per
gli Agrotecnici; il Collegio Nazionale ottiene la nomina di un proprio rappresentante alla “Commissione degli esperti”, incaricata
di validare gli “Studi”, presso il
Ministero delle Finanze, il Collegio Nazionale dei Periti agrari
non riesce a nominare nessun rappresentante. (Il nostro coerente
momentaneo disimpegno è dovuto ad una mancanza di dati su cui
discutere. In futuro prenderemo
atto con attenzione il volume delle informazioni sugli studi di settore che presenteranno gli agrotecnici per l’analisi);
• Parte una forte iniziativa del
Collegio Nazionale in difesa dell’istruzione agraria. (I cui risultati
si sono visti nella riforma Moratti
– riportata a pagina 19 del n. 3 di
questa rivista – che si discostano
molto dalle dichiarazioni di Orlandi che, resegli personalmente
30
dal Ministro, non hanno trovato
sostegno nei fatti.);
• Il TAR Lazio annulla il DPR n.
290/2001 sui fitofarmaci nella parte in cui non riconosceva gli Agrotecnici fra i soggetti abilitati a prescriverli nell’ambito delle fitofarmacie; il risultato è che, con questa sentenza gli Agrotecnici sono
automaticamente ricompresi. (Vale la considerazione sopra riportata che nessuna professione ha
mai posto ostacoli all’inserimento degli agrotecnici nella attività
emarginata e quindi ancora c’è
da chiedersi come mai hanno dovuto ricorrere al TAR);
• Il Collegio Nazionale organizza, insieme al CUP, una manifestazione a Roma, il 24 ottobre
2002. (Assieme a tutte le professioni);
• Il Collegio Nazionale organizza
insieme all’OIGA un Convegno
nazionale alla fiera SANA di Bologna il 16 novembre2002. (Assieme al CNPA ed al CONAF ed
agli altri enti presenti in OIGA);
• Il TAR Lazio dichiara illegittimo il DPR n. 322/2001 in materia
di sementi elette nella parte in cui
escludeva gli Agrotecnici dal ruolo
di “ispettore sementiero”, l’effetto
della sentenza è quello di provocarne l’automatico reinserimento.
(Anche qui vale la considerazione che nessuno ha mai posto
ostacoli all’inserimento degli
agrotecnici nella attività emarginata e quindi ancora c’è da chiedersi sul come di tutti questi ricorsi al TAR);
• Il Collegio Nazionale interviene
più volte ed è convocato dal Senato della Repubblica per una audizione sulla riforma delle professioni. (Come è stato per tutte le
altre professioni);
• ARTEA - Agenzia Regionale
Toscana per le Erogazioni in
Agricoltura riconosce la capacità
professionale degli Agrotecnici ed
emana un bando per chi desidera
iscriversi in un proprio elenco fiduciario. (Non è esclusiva degli
agrotecnici; possono accedervi
tutte le professioni interessate);
• Con il D.Lgs. n. 277/2003 di recepimento di direttive UE in materia di qualifiche professionali, il
titolo di Agrotecnico viene riconosciuto nel livello europeo dei laureati, ai fini dell’intero cambio
professionale. (E questo per tutte
le professioni con diploma);
• Gli Agrotecnici sono riconosciuti quali soggetti idonei a curare
l’interpello nei confronti degli
Ispettorati del Lavoro (D.Lgs
n.124/2004). (Recita la norma
:”Le associazioni di categoria e gli
ordini professionali, di propria
iniziativa o su segnalazione dei
propri iscritti, e gli enti pubblici
possono inoltrare alle Direzioni
provinciali del lavoro che provvedono a trasmetterli alla direzione
generale, quesiti di ordine generale sull’applicazione delle normative di competenza del Ministero
del lavoro e delle politiche sociali.” - Visto il contenuto dell’articolo non pare che il risultato possa essere un merito di qualcuno);
• Il Collegio Nazionale stipula un
accordo con l’Università Telematica “Guglielmo Marconi” per il riconoscimento della professionalità
degli iscritti nell’Albo come “crediti formativi”; in sostanza laurearsi è più semplice ed il fatto di
essere iscritti nell’Albo “vale” un
intero anno di esami. (Sono riconosciuti agli agrotecnici ben 65
crediti formativi – contro gli 85 riconosciuti ai periti agrari e ciò per
la naturale diversità di preparazione professionale e culturale).
Nel numero di giugno 2005 de
“l’Agrotecnico oggi” compare
ancora una volta la querelle sulla
nuova struttura che Geometri,
Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Periti Industriali e Periti Industriali Laureati, per seguire il
mutare e l’evoluzione dei tempi,
Perito Agrario 4/2005
REPLICA
stanno portando avanti con convinzione e determinazione.
E qui si nota una retro-marcia cui
ormai siamo abituati. Prima con
lettere, proclami e richieste assembleari, gli agrotecnici facevano sapere dell’assoluta impossibilità di andare avanti senza di loro;
ora pare che i Costitutori siano
semplicemente…. diplomati. E chi
lo ha mai negato! Siamo orgogliosi di questo nostro titolo culturale
e professionale .
L’articolista scrive però che, improvvisamente, agli agrotecnici
non interessa più far parte del
gruppo ed azzarda che da parte
delle Categorie interessate ci possa essere una manovra che nasconda l’acquisizione del titolo di
“laureato”.
Affermazione destituita di ogni
fondamento. Nella fusione e nascita del nuovo soggetto professionale chi vi transita lo fa con proprio
titolo e competenze professionali.
Senza nulla arrogarsi in più di
quello che ha, ne togliere nulla alle altre figure professionali.
Non merita commento la baggianata del veto posto dai Periti
Agrari e da Bottaro sulla inclusione degli agrotecnici nel gruppo
dei promotori dell’iniziativa. Nulla di più falso; l’onere della prova
dovrebbe essere un onore per chi
tiene alla propria firma. E siamo
in attesa di tale prova. Comunque,
se fosse vero il dictat, e non lo è,
la scelta fatta da Panunzi e Cantalini dovrebbe allontanare l’escluso
che invece ha continuato a chiedere di far parte dell’iniziativa fino ad un minaccioso deliberato
assembleare che ha concluso il
dialogo sul tema.
Oggi è così ma fra non molto, alla
apertura di un altro spiraglio torneranno alla carica , direttamente
o tramite qualche politico, a chiedere ancora di entrare non ricordando che, come abbiamo sempre
detto, la nuova Casa sarà sempre
Perito Agrario 4/2005
aperta agli agrotecnici laureati.
Altre due righe occorre spenderle
sulle cifre sballate che dichiarano
in merito agli iscritti laureati agli
albi dei periti agrari.
Una volta sono 10/15, altre 7/8 ed
oggi leggiamo che sono 4/5.
Certo che se si da credito a chi da
i numeri sempre diversi non si
hanno risultati credibili.
Siamo stati contattati ed informati da alcuni nostri iscritti periti
agrari che, laureatisi da poco, sono stati informati da Orlandi sulle
modalità per sostenere l’esame di
abilitazione alla professione di
agrotecnico. Il contatto è avvenuto, pare, tramite l’uso degli indirizzi di una banca dati universitaria, a pagamento, cui si iscrivono i
giovani laureati.
Noi, che non abbiamo fatto campagna acquisti, siamo orgogliosi
sia di chi diviene Perito Agrario
per vocazione che del nucleo di
giovani agrotecnici che stanno ultimando (dopo aver conseguito il
titolo di studio di perito agrario), il
periodo di tirocinio alla conclusione del quale, assieme ad altri
giovani e valenti agrotecnici già liberi professionisti che lo hanno
ultimato, parteciperanno agli esami di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Perito
Agrario.
Non da ultimo riceviamo richieste
di agrotecnici che, dopo aver avuto la falsa informazione sulla
equipollenza professionale con i
periti agrari ed ultimato il tirocinio con questa ambizione, chiedono di sostenere presso l’esame di
abilitazione all’esercizio della
professione di perito agrario. Dire no ad un giovane deluso, senza
colpa alcuna, da una sensazione di
sgomento e così consigliamo loro
di chiedere agli “informatori” delle dichiarazioni scritte in tal senso in modo da avere la possibilità
di ricorrere, anche per vie legali,
contro questa disinformazione
che viene fatta in merito alla equipollenza totale, sia scolastica che
professionale.
Una chiosa merita l’ultimo capoverso della lettera di Orlandi alla
dottoressa Cavestri de “Il sole
24Ore” che recita .“…..; per contro solo 4-5 di questi laureati hanno scelto il similare esame di abilitazione per Perito Agrario, i quali
ultimi hanno così pensato bene di
cambiare nome: non riuscendo ad
attrarre laureati, si attribuiranno
quel titolo per legge. Ingegnoso,
non c’è che dire; ingegnosi ma non
ingegneri.”
E’ un classico esempio di lapsus
freudiano; proprio chi sta spendendo ingenti energie e risorse
per comunicare al mondo che gli
agrotecnici sono equipollenti ai
periti agrari, imputa alla nostra
Categoria quello che manifestamente dimostriamo di non volere
tanto che nel progetto di fusione
con i laureati, vogliamo rimanere
periti agrari e ciò lo abbiamo
scritto e ripetuto in tutte le occasioni ma forse Orlandi non ha
avuto tempo di informarsi ed allora forse, nel caso dell’agrotecnico laureato, ha manifestato una
sua personale sensazione coerente con la diminuzione congiunta
dei titoli di Dottore e di Agrotecnico che, a volte, non viene abbreviato in Dott. Agrot. (che sarebbe naturale) o in Agr. Dott. ma
bensì in Dott. Agr. che lo porta a
confondersi con il Dottore Agronomo con conseguente diatriba
in Emilia Romagna (notizia di
questi ultimi tempi) tra le due categorie.
E, anche se questo è arcinoto ad
Orlandi, leggo che sarebbero i periti agrari ad essere ingegnosi ma
non ingegneri!
E tutto il contesto ricorda Fedro
con la volpe e l’uva e la morale
che spesso gli uomini disprezzano
a parole ciò che non possono ottenere.
31
BIODIVERSITÀ
Razze avicole in pericolo di estinzione:
possibilità di allevamento estensivo, di incroci
di prima generazione, nelle aziende agricole
di Maurizio Arduini
tilizzando
materiale
genetico
derivante
dal
Conservatorio
Nazionale delle
razze avicole in
pericolo di estinzione vengono riportati i risultati di sperimentazioni ed esperienze relative all’impiego
di incroci di prima generazione, tra
razze di pollo, per l’allevamento
estensivo nelle aziende agricole allo
scopo di realizzare produzioni di
nicchia. Vengono evidenziate le attitudini e le caratteristiche produttive di diversi incroci utilizzabili per
produzioni commerciali in aziende
agrituristiche e per la ristorazione
di qualità.
Nel 1985, su richiesta dell’Istituto
Sperimentale per la Zootecnia di
Roma, è stato istituito il Conservatorio Nazionale delle razze avicole
locali in pericolo di estinzione. Il
patrimonio di animali è stato recuperato dai riproduttori presenti
U
32
Perito Agrario 4/2005
BIODIVERSITÀ
presso l’ex Stazione Sperimentale di
Pollicoltura di Rovigo e da altri acquistati presso allevatori e selezionati in base alle loro caratteristiche
produttive. Notevole importanza è
stata data al numero e al peso delle
uova deposte e ai pesi raggiunti alle
varie età. Già dal primo anno il
Conservatorio era costituito da 29
razze di cui 18 di pollo (Ermellinata
di Rovigo, Robusta Lionata, Robusta Maculata, Valdarnese Bianca, Siciliana, Pepoi, Ancona, Livornese
Bianca, Livornese Nera, Livornese
Fulva, Livornese Azzurra, Livornese
Dorata, Livornese Argentata, Livornese Barrata, Plymouth Rock
Barrata, White America, Rhode Island e New Hampshire), 4 di faraona (Faraona Grigia, Faraona Camosciata, Faraona Lilla e Faraona Paonata), 3 razze di tacchini (Ermellinato di Rovigo, Comune Bronzato e
Castano Precoce) 2 di anatra (Mignon e Germanata Veneta) e due di
oca (oca Veneta e oca Romagnola).
Lavorando specialmente con la specie pollo, oltre all’attività di conservazione e mantenimento delle caratteristiche morfologiche e produttive è stata avviata una sperimentazione con lo scopo di studiare e sviluppare esperienze produttive basate principalmente sull’impiego di
soggetti di prima generazione da destinare ad attività economiche per
produzioni di nicchia. Le tecniche
d’allevamento utilizzate sono del tipo estensivo prevedendo ampi spazi
per il pascolo. I risultati ottenuti e
qui evidenziati, relativi solo alla specie pollo, consentono di individuare
le diverse attitudini dei vari incroci
di prima generazione misurandone
le caratteristiche produttive.
La sperimentazione e le esperienze
acquisite riguardano l’allevamento
estensivo del pollo.
I gruppi di riproduttori sono costituiti da un minimo di 25 femmine
con i relativi galli (un gallo ogni 1012 galline nelle razze leggere e un
gallo ogni 8-10 galline nelle razze
Perito Agrario 4/2005
medio-pesanti). I ricoveri per i riproduttori sono costituiti da un pollaio in legno, o muratura, con pavimento ricoperto di truciolo di legno
e zona a grigliato (25%). La concentrazione dei capi è di 3-4 animali per
mq. di pavimento (nel caso di razze
leggere) è 2-3 capi per mq. nel caso
di razze medio-pesanti. Ogni ricovero è fornito di parchetto esterno con
10 mq. di pascolo a disposizione per
ogni capo. La raccolta delle uova
viene fatta più volte al giorno e l’incubazione avviene ogni settimana. I
riproduttori sono stati alimentati
con mangime commerciale avente
la seguente composizione media:
proteine grezze 15-16%, Energia
metabolizzabile Kcal/Kg. 2.850, Metionina + Cistina 0,58, Lisina 0,68,
Calcio 3,50, Fosforo 0,30.
Dopo la schiusa in incubatrice i pulcini (sia maschi che femmine) sono
stati allevati, per circa 8 settimane, a
terra su truciolo di legno in ambienti chiusi con ventilazione naturale e
riscaldati con lampade a gas. La
concentrazione (a 8 settimane) non
superiore a 10-15 capi al mq. Nel secondo periodo, sino al raggiungimento di quattro mesi di vita, i polli
(sia maschi che femmine) hanno invece usufruito di un altro ricovero
(arca), mobile con pavimento in listelli di legno o rete, per il riposo
notturno e con una concentrazione
media di 10 capi per mq. di arca.
Durante tutto il secondo periodo
d’allevamento i polli hanno inoltre
avuto a disposizione un pascolo con
concentrazione non superiore a 100
capi per 1.000 mq.
Agli animali in allevamento è stata
somministrata la seguente alimentazione:
- per le prime 5 settimane: proteine
grezze 22-23%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 2.900, Metionina +
Cistina 0,83, Lisina 1,08, Calcio 0,90,
Fosforo 0,40;
- dalla sesta alla decima settimana:
proteine grezze 20%, Energia metabolizzabile Kcal/Kg. 2.900,
- Metionina + Cistina 0,72, Lisina
0,91, Calcio 0,80, Fosforo 0,35;
- dall’undicesima settimana e sino
alla macellazione: proteine grezze
18%, Energia metabolizzabile
Kcal/Kg. 3.000, Metionina + Cistina
0,69, Lisina 0,80, Calcio 0,80, Fosforo
0,35.
Dalla sperimentazione e dalle esperienze acquisite è stato possibile individuare i più vantaggiosi incroci
da utilizzare per l’allevamento
estensivo o biologico al fine di ottenere produzioni avicole di nicchia.
Sono state considerate le seguenti
esigenze del mercato: soggetti per
produzioni specializzate da uova o
da carne, oppure a duplice attività
ma con prevalenza dell’una e dell’altra produzione, produzioni di uova a guscio bianco oppure a guscio
colorato, come pure polli novelli
molto precoci oppure caratterizzati
da una minore rapidità di sviluppo.
È stata inoltre presa in considerazione la taglia degli animali individuando le seguenti categorie: pollo
33
BIODIVERSITÀ
leggero o Italiano, pollo medio leggero o Mediterraneo e pollo medio
pesante o Ruspante. Sono stati individuati infine incroci di prima generazione caratterizzati da autosessaggio ottenendo così la possibilità,
già all’età di un giorno, di indirizzare i maschi per la produzione del
“cappone” e le femmine all’allevamento per la deposizione di uova
da consumo.
Tra le varie razze costituenti il Conservatorio delle razze avicole in pericolo di estinzione la sperimentazione e le esperienze hanno messo
in rilievo la possibilità di utilizzare,
attualmente, a scopo economico le
razze seguenti: razze Venete (Ermellinata di Rovigo, Robusta lionata e Robusta maculata); razze Italiane (Livornese nelle colorazioni
nera, bianca, argentata e dorata); altre razze (New Hampshire, Rhode
Island, White America e Plymouth
Rock Barrata). Questi dunque i risultati ottenuti:
Pollo Italiano - si tratta di soggetti
leggeri ottenuti dall’allevamento di
polli di razza Livornese (colorazione Bianca, Nera, Dorata e Argentata) o loro incroci di prima generazione. A 10 settimane il peso medio
dei galletti è di 850 gr. mentre le
femmine raggiungono il peso di 650
gr. A un anno di vita le pollastre pesano mediamente 1,5-1,9 Kg. mentre i galli raggiungono il peso di 2,02,4 Kg. A 18 mesi invece i pesi sono
rispettivamente di 1,7-2,1 Kg. per le
galline e 2,2-2,6 Kg. per i galli. La
produzione media annua di uova a
guscio bianco delle femmine è di
190-230 pezzi. Dall’incrocio di prima generazione si ottengono soggetti con spiccata produzione di uova. I maschi vengono in genere utilizzati per la produzione del cappone leggero.
Pollo Mediterraneo - soggetti ottenuti dall’incrocio di maschi di razza
Livornese (Bianca, Nera, Dorata,
Argentata) con galline medio pesanti (Robusta maculata, Robusta
34
lionata, New Hampshire, Rhode Island, Ermellinata di Rovigo). A 10
settimane il peso medio dei galletti
è di 1,250 gr. mentre le femmine
raggiungono il peso di 0,950 gr. A
un anno di vita le pollastre pesano
mediamente 1,9-2,3 Kg. mentre i
galli raggiungono il peso di 2,7-3,1
Kg. A 18 mesi invece i pesi sono rispettivamente di 2,9-3,3 Kg. per i
galli e 2,1-2,5 Kg. per le galline. La
produzione media annua di uova a
guscio colorato delle femmine è di
190-230 pezzi. Dall’incrocio di prima generazione si ottengono soggetti a duplice attitudine con prevalenza alla produzione di uova. Nell’incrocio tra gallo Livornese Dorato e femmina Ermellinata di Rovigo
si ottengono pulcini autosessati:
maschi ermellinati-argentati (polli
novelli di tipo nostrano) e femmine
rosse-dorate(ovaiole medio leggere
eccellenti produttrici di uova a guscio avorio rosato).
Pollo Ruspante - soggetti ottenuti
dall’incrocio tra razze medio pesanti: Robusta lionata, Robusta maculata, New Hampshire, Rhode Island, Ermellinata di Rovigo, White
America e Plymouth Rock Barrata.
A 10 settimane il peso medio dei
galletti è di 1,350 Kg. mentre le
femmine raggiungono il peso di
1,050 gr. A un anno di vita le polla-
stre pesano mediamente 2,4-2,8 Kg.
mentre i galli raggiungono il peso di
3,8-3,4 Kg. A 18 mesi invece i pesi
sono rispettivamente di 3,6-4,0 Kg.
per i galli e 2,6-3,0 Kg. per le galline.
La produzione media annua di uova
a guscio colorato delle femmine è
di 180-220 pezzi. Dall’incrocio di
prima generazione tra maschi White America e femmine Plymouth
Rock Barrata si ottengono soggetti
per i pollai a indirizzo prevalente
da carne e subordinatamente da
uova. Incrociando invece maschi
White America con femmine a piumaggio rosso (Robusta lionata,
New Hampshire e Rhode Island) si
ottengono meticci multicolore (ruspante colorato) con ottime produzioni di carne. Dall’incrocio tra gallo New Hampshire e gallina Ermellinata di Rovigo si ottengono soggetti autosessati: maschi ermellinati
(polli novelli a rapido accrescimento) e Femmine rosse (ovaiole medio pesanti produttrici di uova guscio bruno salmonato). Un incrocio
autosessato si ottiene anche tra galli a piumaggio rosso (Robusta lionata, New Hampshire e Rhode Island) e gallina di razza Plymouth
Rock Barrata.
Le esigenze del consumatore (produzioni genuine e sane) e le nuove
produzioni biologiche (Regolamento Comunitario sulla zootecnia biologica di prossima pubblicazione)
possono pertanto essere soddisfatte dall’impiego, a scopo economico
e per attività produttive, delle razze rustiche attualmente disponibili
allevate con tecniche idonee a garantire un’assenza di impatto ambientale.
“Le galline riproduttrici siano dunque di colore rossastro, di corpo robusto, quadrate, pettorute con testa
grande, con la piccola cresta diritta
e scarlatta, …. oltre a queste caratteristiche …… abbiano numero dispari di unghie; si dice che siano della razza migliore quelle che hanno
cinque dita, …..”
Perito Agrario 4/2005
VITA DEI COLLEGI
CORSO DI FORMAZIONE
E AGGIORNAMENTO
Campiglia Marittima, 17 e 18 Giugno 2005
di Pe.Pi.
ei giorni 17 e 18 Giugno 2005
si è svolto a Campiglia Marittima, nella suggestiva cornice del Parco Archeominerario di
S. Silvestro, il corso di formazione e
aggiornamento organizzato dal Collegio dei Periti Agrari e dei Periti
Agrari Laureati della Provincia di
Firenze in collaborazione con il Coordinamento Regionale dei Collegi
Provinciali dei Periti Agrari e dei
Periti Agrari Laureati della Toscana
per agevolare gli iscritti nell’ottenimento dei crediti formativi per l’eccellenza nell’esercizio della libera
professione.
La partecipazione all’iniziativa è
stata consistente, ben oltre le aspettative: circa 50 professionisti, provenienti dai Collegi di Firenze, Massa,
Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Livorno, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, manifestando tutto il loro interesse per le tematiche
proposte. Degno di nota è il fatto
che molti di essi fossero donne, per
lo più in giovane età, segno inequivocabile del vento di rinnovamento
che sta investendo la Professione e
la Categoria.
Di seguito l’elenco dei partecipanti:
Baldini Marco, Banami Alessandro,
Baronti Onelio, Bartoloni Valentina, Benvenuti Giordano Bruno, Boni Paolo, Boscherini Edoardo, Bravi
Barbara, Cantini Francesco, Cavicchioni Pier Francesco, Chiarenza
Raniero Manfredi, Gabbrielli Franco, Giaggioli Elena, Giovannini
Leonardo, Grassi Flavio, Isolan Pie-
N
Perito Agrario 4/2005
tro Michele, Lombardi Luciano,
Ninci Filippo, Pacini Patrizia, Puglini Valentina, Taccetti Gianni, Tofanelli Stefano e Valleri Tommaso, per
il Collegio di Firenze; Tongiani Mirella, per il Collegio di Massa; Bartolini Andrea e Giuliarini Giuliano,
per il Collegio di Arezzo; Balestri
Remo, Bargagli Andrea, Bellini Dania, Berni Valentina, Capitani Claudio, Corbini Michela, Innocenti
Paola, Pacini Stefano, Pino Giuseppina, Rontani Sandro e Volpi Enrico, per il Collegio di Grosseto; Faccio Elena, Lazzeri Elisabetta e Tiezzi Valentina, per il Collegio di Siena;
Castellani Pietro, Giovanetti Ro-
berto e Maltinti Luca, per il Collegio di Pisa; Giomi Paolo, Potenza
Marisa, Tamberi Luca e Tori Eleonora, per il Collegio di Livorno.
Ad orientare la scelta della location
è stata l’esigenza che questa fosse
raggiungibile con relativa facilità da
tutta la Toscana; particolarmente comoda si è poi rivelata la adiacenza
tra le due strutture convegnistica
(“Villa Lanzi”) e ricettiva (“Palazzo
Gowett”, dove i partecipanti hanno
potuto consumare i pasti e ricevere
ospitalità) usufruite per il corso.
Il programma, preliminarmente riconosciuto dal Consiglio Nazionale,
è stato articolato in cinque moduli,
ciascuno della durata di due ore, in
modo che la frequenza dell’intero
corso apportasse i dieci crediti formativi che ogni iscritto all’Albo deve acquisire nel primo anno solare
di avvio del progetto sulla formazione continua.
Gli argomenti trattati sono stati: l’igiene, la qualità e la rintracciabilità
degli alimenti, su cui ha relazionato
il P. A. Onelio Baronti; il D. Lgs. 29
marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in
materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione
amministrativa in agricoltura, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettere
d), f), g), l), ee), della legge 7 marzo
2003, n. 38”), su cui ha relazionato il
P. A. Paolo Boni; la certificazione
dei prodotti e l’agricoltura biologica, su cui ha relazionato la P.A. Barbara Bravi; le L. R. 23 giugno 2003,
n. 30 (“Disciplina delle attività agri-
35
VITA DEI COLLEGI
turistiche della Toscana”) e 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo
del territorio”), su cui hanno relazionato i P.A. Filippo Ninci e Pier Francesco Cavicchioni; il D. Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 (“Attuazione della
direttiva 92/57 CEE concernente le
prescrizioni minime di sicurezza e di
salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili”) e le novità legislative nel settore, su cui ha relazionato il
P. A. Raniero Manfredi Chiarenza.
All’arrivo è stato consegnato ai professionisti un CD contenente il materiale didattico (testi legislativi e
degli interventi), che sarà inviato dal
Collegio di Firenze ai Colleghi che
ne faranno richiesta.
A conclusione dell’evento i partecipanti sono stati invitati a fornire la
proprie valutazioni tramite la compilazione di un questionario. Dall’analisi aggregata dei dati è emersa
una generale soddisfazione per le tematiche affrontate, le strutture individuate e l’organizzazione. Oltre all’auspicio che iniziative del genere si
ripetano con sempre maggiore frequenza e al compiacimento per aver
avuto l’occasione di conoscere e
confrontarsi con colleghi operanti in
settori e provenienti da realtà diversi, i partecipanti hanno poi espresso
suggerimenti circa altri argomenti
da approfondire, che il Collegio di
Firenze e il Coordinamento Regionale Toscana hanno raccolto e terranno nella massima considerazione
per attività formative future.
La durata del progetto, il cui capofila organizzativo è l’Istituto Tecnico
Agrario Statale di Todi, realizzato
con la collaborazione scientifica e
patrocinio del Consiglio Nazionale
dei Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati, del Collegio dei Periti
Agrari e dei Periti Agrari Laureati
di Perugia , di Eurostrategie s.r.l., del
Consorzio Produttori agricoli della
provincia di Perugia per la Difesa
delle
colture
intensive,
di
AS.NA.CO.DI., di Co.Fi.Form e di
Axa Assicurazioni è annuale e prevede n. 300 ore totali di cui 200 in
aula e 100 in stage da svolgersi presso le strutture messe a disposizione
dall’ Axa Assicurazioni.
I posti disponibili sono 15; viene richiesto il possesso del diploma di perito agrario e verrà data preferenza a
coloro i quali saranno iscritti all’albo o praticanti periti agrari. Inoltre
saranno presi in considerazione diplomati all’Istituto agrario, geometri, laureati agronomi o coloro che
sono in possesso di un attestato recante l’iscrizione ad una laurea di I°
livello alle seguenti classi:
1 Biotecnologia;
7 Urbanistica e Scienze della pianificazione tecnica ed ambientale;
17 Economia e gestione aziendale;
20 Scienze e tecnologie agrarie,
agroalimentari e forestali;
27 Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura;
40 Scienze e tecnologie zootecniche
e della protezione animale o altre discipline tecnico/scientifiche.
DAL COLLEGIO DI PERUGIA
Appena disponibile il bando verrà
pubblicato sul sito www.peritiagrari.it e spedito a quanti ne faranno richiesta all’indirizzo e-mail [email protected] .
Il Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati dell’Umbria comunica che è stato finanziato con i
fondi Obiettivo 3 2000-2006 – Misura C3 – Azione 4 il corso, dal titolo
“La valutazione dei danni provocati
dalle avversità atmosferiche”, atto a
fornire la qualifica di “Esperto nella
valutazione dei danni provocati dalle avversità atmosferiche” .
36
DAL COLLEGIO DI FORLÌ
Il Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati della Provincia di
Forlì - Cesena ha ritenuto necessa-
Fabio Gardini
Pier Francesco Cornacchia
rio dare divulgazione e valorizzazione all’attività svolta nell’ambito provinciale e non solo dei propri iscritti.
Il fine è quello di dare la necessaria
visibilità all’attività del Perito Agrario che nel territorio provinciale e
nazionale opera nei principali settori economici del nostro paese, dall’agro - alimentare al pubblico, con un
grande spirito di abnegazione e capacità.
Il nostro Collegio provinciale ha visto distinguersi alcuni iscritti, in particolare nell’ultimo triennio, per l’alta professionalità della propria attività ed il grande impegno profuso in
alcuni specifici settori economici, ricoprendo in molti casi ruoli di dirigenza e massima responsabilità. Il
collegio è rappresentato anche a livello pubblico nelle varie Commissioni degli Enti Pubblici “Commissioni Edilizie”, nella programmazioPerito Agrario 4/2005
VITA DEI COLLEGI
ne delle attività economiche e come
già detto nelle strutture produttive
ed economiche più importanti del
territorio.
In particolare si intende evidenziare
l’attività svolta dal collega Foschi Filippo che rappresenta la categoria
presso la Commissione Paesaggistica per la Qualità Architettonica del
Comune di Meldola; dai colleghi
Plachesi Franco e Poletti Aride, professionisti qualificati che rappresentano i periti agrari presso il Tribunale di Forlì nella Sezione Specializzata Agraria; dai colleghi Gardini Fabio e Cornacchia Pier Francesco che
sono impegnati nelle maggiori strutture economiche organizzate a livello regionale e provinciale, come la
Cantina Sociale, le Cooperative ortofrutticole e gli Istituti di Credito.
Inoltre il perito agrario Cornacchia
Pier Francesco è stato riconfermato
alla Presidenza del Coordinamento
regionale dei collegi dell’Emilia Romagna dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati per il prossimo
quadriennio. Oltre a ciò ha visto riconosciuto l’impegno ed il contributo apportato alla società nello svolgimento della professione svolta fino ad oggi, con l’onorificenza al merito della Repubblica Italiana di
Grande Ufficiale. L’attività svolta
da questo collega spazia in vari settori della professione, dalla gestione
d’impresa, alla tutela del reddito
agricolo (calamità atmosferiche), all’amministrazione di strutture cooperative organizzate.
Da sempre il perito agrario nella
Provincia di Forlì - Cesena ha svolto,
come figura professionale, un ruolo
di principale riferimento e di grande valenza nei settori economici legati principalmente all’agricoltura,
ma non solo.
Il Collegio ha perciò ritenuto opportuno rendere omaggio alla professionalità dei colleghi che da tanti
anni in rappresentanza della Categoria operano con abnegazione e
spirito di sacrificio.
Perito Agrario 4/2005
RINNOVI DELLE CARICHE DEI COLLEGI
COLLEGIO DI TERAMO
data elezioni: 17/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Giovanni De Luca
V.Presidente Diego Di Santo
Segretario
Luigi Barlafante
Tesoriere
Domenico Polidori
Consigliere Biagio Cori
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Elia Piccioni
Membro Eff.. Antonio Bruni
Membro Eff. Emidio Iampieri
Membro Sup. Pietro Fiore
COLLEGIO DI FOGGIA
data elezioni: 14/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Antonio Dell’Aquila
V.Presidente
Segretario
Tesoriere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Giovanni Ciarambino
Giulio Ferricchio
Romolo Mollica
Marcello Amoroso
Antonio Colangione
Pasquale Razionale
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Aurelio Volgarino
Membro Eff.. Giuseppe Tamalio
Membro Eff. Leonardo Sticozzi
Membro Sup. Giuseppe Di Toma
COLLEGIO DI CAMPOBASSO
data elezioni: 17/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Giuseppe Zingarelli
V.Presidente Giovanni Santino
Fontana
Segretario
Giacomo Picone
Tesoriere
Michelangelo Gasdia
Consigliere Luigi Travaglini
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Salvatore Ruggiero
Membro Eff.. Pasqualino
Di Domenico
Membro Eff. Francesco Ricciardelli
Membro Sup. Maurizio Ricci
A seguito delle dimissioni del Consigliere Per. Agr. Villani Luigi – Tesoriere, e dal Revisore Per. Agr. Pastorelli Dario Danilo- il Consiglio risulta così composto.
COLLEGIO DI PAVIA
data elezioni: 17/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Felice Giovanni
Nobile
V.Presidente Massimo Zini
Segretario
Michele De Mori
Tesoriere
Gloria Gariboldi
Consigliere Tito Diani
Consigliere Bruno Marioli
Consigliere Zavatarelli Paola
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Zanellini Luigino
Membro Eff.. Giancarlo Borutti
Membro Eff. Luigi Mazza
Membro Sup. Romina Rebolini
COLLEGIO DI TORINO
data elezioni: 27/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Paolo Gay
V.Presidente Alessandro Boniforte
Segretario
Roberto Frova
Tesoriere
Giorgio Gribaudo
Consigliere Daniela Bazzano
Consigliere Lorenzo Benanti
Consigliere Sergio Soffietto
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Giancarlo Andruetto
37
VITA DEI COLLEGI
Membro Eff.. Giovanni Appendino
Membro Eff. Emanuele
Martellozzo
Membro Sup. Gabriele Bernardi
COLLEGIO DI MODENA
data elezioni: 20/06/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Claudio Losi
V.Presidente Giuliano Pilastrini
Segretario
Federico Barbarossa
Tesoriere
Mauro Guiati
Consigliere Lorella Giordani
Consigliere Geminiano Poletti
Consigliere Michele Zaccaria
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Valter Bastoni
Membro Eff.. Arrigo Zucchi
Membro Eff. Roberto Mordini
Membro Sup. Federica Toselli
COLLEGIO DI CATANZARO
data elezioni: 03/07/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Domenico Russo
V.Presidente Giovanni Gitto
Segretario
Salvatore Condito
Tesoriere
Fortunato Gentile
Consigliere Domenico Carelli
Consigliere Antonio Mazzarella
Consigliere Giuseppe Sacco
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Giuseppe Tarsitano
Membro Eff.. Felice Nanci
Membro Eff. Giuseppina Bianco
Membro Sup. Nicola Cirillo
COLLEGIO DI VITERBO
data elezioni: 06/07/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Mario Morano
V.Presidente Francesco Carta
Segretario
Francesco V.Biscetta
Tesoriere
Sandra Arcangeli
Consigliere Domenico Borzetti
38
Consigliere
Consigliere
Gianluca Costantini
Bruno Dei Svaldi
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Giancarlo Cerquetelli
Membro Eff.. Camillo Cecchetti
Membro Eff. Michele Fetoni
Membro Sup. Giuseppe Torrigiani
COLLEGIO DI FIRENZE
data elezioni: 08/07/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Filippo Ninci
V.Presidente Pier Francesco
Cavicchioni
Segretario
Luciano Lombardi
Tesoriere
Gianni Taccetti
Consigliere Alessandro Banami
Consigliere Barbara Bravi
Consigliere Raniero Manfredi
Chiarenza
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Renzo Nulli Tasso
Membro Eff.. Giacomo Matteucci
Membro Eff. Valentina Puglini
Membro Sup. Simone Pezzatini
Membro Sup. Marco Baldini
COLLEGIO DI AGRIGENTO
data elezioni: 04/08/2005
Consiglio del Collegio
Presidente
Sergio Panunzio
V.Presidente Francesco La Sala
Segretario
Gaspare D’Angelo
Tesoriere
Lorenzo Tornetta
Consigliere Gaspare Ciaccio
Consigliere Debole Fazio
Consigliere Francesco Zito
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Leonardo Bono
Membro Eff.. Filippo Buttafuoco
Membro Eff. Antonio Piazza
Membro Sup. Filippo Aquilino
Francesco Osella è stato per
tutti coloro che lo conoscevano un punto di riferimento sia
come uomo che come professionista. Nato nel 1930 e terminati gli studi all’Istituto
Tecnico Salesiano di Lombriasco, ha contribuito prima
alla nascita e poi alla crescita
del Collegio di Torino.
Dopo essere stato Consigliere Bottaro consegna un premio ad Osella
provinciale del Collegio dei
Periti Agrari ha accettato entusiasticamente l’avventura al Collegio
Nazionale ove ha portato esperienza e pacatezza fornendo sempre
un valido contributo ai lavori del CNPA.
È stato Consigliere della Provincia di Torino ed alla guida del Consorzio irriguo di Chivasso ove ha mostrato la sua capacità di amministratore.
Perito Agrario dotato di grande umanità e professionalità ha sempre
manifestato tranquillità e pazienza con tutti gli interlocutori accettando di accogliere presso il suo studio, sin dal momento della promulgazione delle norma, i tirocinanti, futuri periti agrari, da avviare
alla professione elargendo anche a tutti i Periti Agrari che lo hanno
avvicinato i giusti consigli professionali con la coerente schiettezza
piemontese che ultimamente lo ha portato a dire “a va nen bin, i la
fas pi nen” (non va bene, non ce la faccio più). E così ci ha lasciato
senza i suoi “nocciolini” ma lo porteremo sempre nel cuore.
Perito Agrario 4/2005
GIURISPRUDENZA
GIURISPRUDENZA CIVILE
Prelazione eriscatto – Riscatto –
Azione di riscatto promossa dall’affittuario nei confronti del terzo
acquirente – Carattere pregiudiziale rispetto all’azione di rilascio
del fondo promossa dal terzo acquirente – Configurabilità – Condizioni (C.p.c., art. 295 ; l.26 maggio 1965, n. 590, art 8)
Contratti agrari – Contratti agrari trasformabili in affittanza agraria – Ambito – Contratti atipici o
misti – Configurabilità – Fondamento. (L. 11 febbraio 1971, n 11,
art. 18; l. 3 maggio 1982, n. 203,
artt. 24, 25 )
Cass. Sez. III Civ. – 20-7-2004, n.
13452 – Vittoria, pres. ; Finocchiaro, est.; Ceniccola, P.M. (conf.) –
Iorio Unisci (avv. Mazzotta) c.
Euro Edilizia Brucia s.r.l (avv.
Bellantuono). (Conferma App.
Catanzaro 13 novembre 2002)
Il rapporto di pregiudizialità, che
ai sensi dell’art. 295 c.p.c., impone
la sospensione del processo, fra il
giudizio promosso dall’affittuario
del fondo rustico per l’accertamento del propriodiritto di riscatto in seguito al trasferimento oneroso della proprietà del fondo ed il
giudizio instaurato dal terzo acquirente per ottenere il rilascio del
fondo sussiste se la domanda di rilascio è fondata su fatti successivi
al sorgere del diritto di riscatto e
va escluso se i fatti, sui quali si basa la domanda stessa, sono anteriori (1).
I contratti agrari < atipici> o <misti>, già soggetti alla disciplina di
cui alla legge n. 11 del 1971, sono
stati assoggettati anche alla legge
n. 203 del 1982, la quale non si limita a regolare i contratti tipici di
mezzadria e colonia parziaria, atteso che la interpretazione restrittiva del disposto dell’art. 25 primo
comma, non sorretta da alcun criPerito Agrario 4/2005
terio interpretativo, è superata dal
riferimento, compartecipazione
agraria, e, pertanto, anche ai rapporti <atipici> in quanto non autonomamente disciplinati dal codice civile o dalle altre leggi speciali (2)
(1-2) Sulla prima massima in senso conforme cfr. Cass. 30 maggio
2003, n. 8778, in questa Riv. (M),
2004, 517. In merito al secondo
principio cfr. Cass. 5 maggio 2004,
n. 8515, in corso di pubblicazione
in questa Riv. Con nota di Nigro
G.L.
Contratti agrari – Controversie –
Procedimento – Competenza e
giurisdizione . Sezioni specializzate – Competenza – Sentenza di
rilascio di un fondo – Sospensione
dell’esecuzione e limiti – Fattispecie. (L. 14 febbraio 1990, n 29,
art. 9)
Cass. Sez. III Civ. – 28-1-2003, n.
1258 (ord) – Duva, pres. ; Perconte Licatese, est. ; Marinelli, P.M.
(conf)- Lombardi (avv. Colucci )
c. Aselmo (avv. Prignano). (Conferma Trib. Foggia 22 marzo
2001)
In tema di controversie agrarie, la
competenza funzionale dalla Sezione specializzata che, ai sensi
dell’art. 9 legge n. 29 del 1990, riguarda “ tutte le controversie in
materia di contratti agriri”, ivi
comprese quelle insorte nel corso
dell’esecuzione, non si estende all’ipotesi in cui non risulti tecnicamente configurabile una controversia sul diritto della parte istante
a procedere all’esecuzione, ma –
come nella specie – siano invece
dedotte semplici difficoltà nel corso dell’esecuzione stessa ( presenza, sul fondo da rilasciare, di un
allevamento di bovini affetti da
brucellosi. Da isolare e sottoporre
a sequestro fiduciario con provve-
dimento del sindaco) essendo, in
tal caso, funzionalmente competente, ex art. 610 c.p.c, il giudice
dell’esecuzione presso il Tribunale,
subentrato, dopo la riforma del
giudice unico, al pretore in qualità
di giudice dell’esecuzione forzata
per consegna o rilascio di cose (1).
(1) Sul punto vedi Cass. 7 dicembre 2000, nh 15523, in Giust. Civ.,
2001, 2563
Prelazione e riscatto – Prelazione
– Spettanza al proprietario di terreno confinante – Limiti – Insediamento di mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti od enfiteuti coltivatori diretti – Estremi –
Durata minima di tale presenza –
Insussistenza – Stabilità dell’insediamento in base a titolo giustificativo – Sufficienza – Fattispecie.
(L. 14 agosto 1971, n. 817, art. 7)
Cass. Sez. III Civ. 20-7-2004, n.
13450 – Giuliano, pres. ; Calabrese, est ; Abbritti, P.M. (conf.) –
Santarossa (avv. Attanasio) c.
Santin ed altri (avv. Gasparinetti). (Conferma App. Trieste 7 dicembre 2000)
Ai fini della sussistenza della condizione ostativa al riconoscimento del diritto di prelazione in favore del coltivatore diretto proprietario del fondo confinante costituita dall’insediamento sul fondo
offerto in vendita di mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti od
enfiteuti coltivatori diretti,non è
necessario che l’insediamento abbia una durata minima da rapportarsi al biennio previsto per il riconoscimento del diritto di prelazione in favore di tali soggetti, essendo sufficiente che abbia una natura non precaria, bensì stabile (la
cui verifica è rimessa all’apprezzamento del giudice di merito), e
sia contrassegnato dalla coltivazione diretta del fondo in base ad
39
GIURISPRUDENZA
un titolo giustificativo, senza altri
requisiti particolari (1).
(1) In senso conforme cfr. Cass. 26
luglio 2001, n. 10227, in questa
Riv., 2002, 161, con nota di BUSETTO G., Luci ed ombre in tema di prelazione.
Contratti agrari – Affitto di fondi
ristici – Affitto a coltivatore diretto – Miglioramenti, addizioni e
trasformazioni – Azione di indebito arricchimento nei confronti
del concedente – Configurabilità
– Esclusione. (L.3 maggio 1982,
n.203, art.16)
Cass. SEz. III Civ. – 27 – 1- 2003,
n. 1198 – Duva, pres. ; Finocchiaro, est. ; Golia, P.M. (conf) – Mascheroni (avv. Locatelli) c. Malaspina S.r.l. (avv. Narcisi). (Conferma App. Milano 13 febbraio 2001)
In tema di affitto di fondo rustico,
la materia della esecuzione da parte del conduttore di miglioramenti
sul fondo si esaurisce nell’ambito
del rapporto di affitto, non potendosi configurare, pertanto, al riguardo un’azione di indebito arricchimento in favore del conduttore e a carico del concedente (1).
(1) Sul punti non si rilevano precedenti specifici.
GIURISPRUDENZA PENALE
Produzione, commercio e consumo – Prodotti alimenti – Cereali
– Reato di cui all’art. 5, lett. a) legge n. 283 del 1962 – Contravvenzione di cui all’art. 36 legge n. 580
del 1967 – Rapporto di specialità –
Sussistenza – Esclusione. (L. 30
aprile 1962, n. 283, art. 5; l. 4 luglio
1967, n. 580, artt. 44,36)
Cass. Sez. III Pen. – 20-5-2003, n.
22035 – Vitalone, pres.; Franco,
40
est.; Geraci, P.M. (diff.) – Scollo,
ric (Annulla senza rinvio Trib. Ragusa 1 febbraio 2002)
In materia di tutela alimentare, il
reato di cui all’art. 5, lett. a) della l.
30 aprile 1962, n. 283, che punisce
la produzione, preparazione e
commercializzazione di sostanze
alimentari private dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiori, costituisce ipotesi più grave di quella di
cui all’art. 36 della l. 4 luglio 1967,
n. 580, concernente la vendita e detenzione di pasta avente caratteristiche diverse da quelle stabilite
dalla stessa legge, con conseguente non operatività in tale ipotesi, in
virtù del disposto dell’art. 44, della
generale natura speciale di qust’ultime (1).
(1) In senso conforme Cass. Sez.
III Pen. 29 ottobre 2001, n. 38690,
NIsi, 220.358, in questa Riv.,
2002,336.
Reati contro l’ordine pubblico –
Contravvenzioni – concernenti l’inosservanza dei provvedimenti di
polizia – Legalità formale e sostanziale del provvedimento dell’autorità – Competenza dell’organo all’emissione del provvedimento – Smaltimento di rifiuti –
Provvedimento assunto non dal
Presidente della Provincia, ma da
un funzionario, in assenza di deleghe – Configurabilità del reato –
Insussistenza. (C.p., art 650; d.lgs. 5
febbraio 1997, n. 22, art. 33)
Cass. SEz. I Pen. – 29-3-2004, n.
15066 (cc.) – Teresi, pres; Chieffi,
est.; Esposito, P.M. (diff.) – Luci,
ric. (Annulla senza rinvio Trib. Taranto 17 settembre 2003)
In tema di smaltimento di rifiuti,
poiché il Presidente della Provincia è il solo organo preposto a disporre il divieto di inizio o di pro-
secuzione delle operazioni di recupero dei rifiuti stessi, qualora il relativo provvedimento sia emesso,
in assenza di una specifica delega o
di specifiche modalità stabilite dallo statuto o dai regolamenti dell’ente, da un dirigente del settore
ecologia di quest’ultimo, la sua
inosservanza non configura il reato previsto dall’art. 650 c.p. (1)
(1) In senso conforme, ma in diversa fattispecie (provvedimenti
del sindaco), Cass. Sez. I 3 giugno
1998, n. 6525, Molinari, in Mass.
Dec. Pen., c.p. 1998, 210.764.
Produzione, commercio e consumo – Prodotti alimentari – Campioni – Comunicazione del risultato delle analisi – Termine di cui
all’art. 42 della legge n. 580 del
1967 – Natura – Termine ordinatorio – Inosservanza – Improcedibilità dell’azione penale – Esclusione. (L. 7 aprile 1967, n. 580, art.
42)
Cass. Sez. III Pen. – 20-5-2003, n.
22035 – Vitalone, pres.; Franco,
est. ; Geraci, P.M. (diff.) – Scollo,
ric. (Annulla senza rinvio Trib. Ragusa 1 febbraio 2002)
L’inosservanza del termine prescritto dall’art. 42 della l. 4 luglio
1967, n. 580 per la comunicazione
all’interessato del risultato della
prima analisi, sebbene definito perentorio dalla legge stessa, ha natura di termine ordinario, la cui
inosservanza non determina l’improcedibilità dell’azione penale,
ma elusivamente lo spostamento
del termine stabilito per l’istanza
di revisione (1).
(1) In senso conforme Cass. Sez.
III Pen. 11 novembre 1998, n.
2646, Sinito, 221.049, in questa
Riv., 2000, 128, con nota di MAZZA Lavorazione di sfarinati e frode in commercio.
Perito Agrario 4/2005
INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI
67100 L’AQUILA
Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168
Pres. Vincenzino Liberati
88100 CATANZARO
Casella postale 201 tel. 0961/726839
Pres. Domenico Russo
75100 MATERA
P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901
Pres. Emanuele Genchi
02100 RIETI
Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083
Pres. Enzo Ippoliti
92019 SCIACCA (Ag)
Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090
Pres. Sergio Panunzio
66020 SCERNI (CHIETI)
Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel.
0873/914513
Pres. Nicola D’Ortona
98100 MESSINA
Via Placida 26 tel. 0941/785382
Pres. Salvatore Tripoli
47900 RIMINI
Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357
Pres. Giovanni Nucci
20136 MILANO
Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333
Pres. Paolo Bertazzo
00183 ROMA
Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739
Pres. Vincenzo Santoro
41100 MODENA
Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812
Pres. Claudio Losi
45100 ROVIGO
Via Pietro Micca, 7b tel. 0425/412010
Pres. Lorenzo Salvan
80147 NAPOLI
Via Argine, 1085 tel. 081/5770190
Pres. Antonio Cimmino
84121 SALERNO
Trav. Regina Costanza, 5 tel. 089/251488
Comm. Straord. Cristiano Fontanarosa
28070 NOVARA VIGNALE
Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178
Pres. Gaboardi Fabrizio
07100 SASSARI
Via Torres, 57 tel. 079/271056
Pres. Francesco Manconi
15100 ALESSANDRIA
Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793
c/o Studio tecnico
Per. Agr. Ricci Massimiliano
60015 FALCONARA MARITTIMA (AN)
Via del Consorzio, 21
tel. 071/9188973 - fax 071/9162177
Pres. Carlo Zoppi
52100 AREZZO
Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307
Pres. Lucio Barciulli
63100 ASCOLI PICENO
Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829
Pres. Pietro Ciabattoni
14100 ASTI
Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857
Pres. Angelo Dezzani
22100 COMO
Via dei Mille, 8 tel. 031/261090
Pres. Marino Vimmercati
12038 SAVIGLIANO (CN)
Via Alfieri, 19 tel. 0172/713087
Pres. Giuseppe Serra
87100 COSENZA
Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175
Pres. Rocco Carricato
26100 CREMONA
Via Palestro, 60 tel. 0372/22021
Pres. Costante Galli
94019 LEONFORTE (EN)
C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078
Pres. Francesco Ferragosto
08100 NUORO
Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547
Pres. Peppino Piquereddu
17031 SAVONA ALBENGA
Via Patrioti, 69/1 tel. 0182/554268
Pres. Talarico Antonio
35123 PADOVA
Via T. Livio, 5 tel. 049/661808
Pres. Mariano Schiavon
53100 SIENA
Strada Massetana Romana, 54
tel./fax 0577/271834
Pres. Raffaello Biagiotti
90014 CASTELDACCIA (PA)
Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562
Pres. Bartolomeo Amato
96100 SIRACUSA
Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037
Pres. Altamore Francesco
43100 PARMA
V.le Mentana, 10 tel. 0521/232936
Pres. Giorgio Faroldi
23100 SONDRIO
Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229
Pres. Rosario Alessi
27058 VOGHERA (Pavia)
Piazza S. Bovo, 37 tel. 0383/36776
Pres. Felice Giovanni Nobile
74100 TARANTO
Via Dante, 16 tel. 099/4527447
Pres. Saverio Zappimbulso
06121 PERUGIA
Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675
Pres. Massimo Moncelli
64100 TERAMO
Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639
Pres. Giovanni De Luca
61100 PESARO
Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154
Pres. Alessandro Di Domenico
10137 TORINO
Via Massena, 13/bis tel.011/547505
Pres. Paolo Gay
65134 PESCARA
Via del Circuito, 71 tel. 085/294117
Pres. Lupone Pasqualino
91025 MARSALA (Trapani)
Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008
Pres. Giovanni Giacalone
18100 IMPERIA
Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525
Pres. Elio Diversi
29100 PIACENZA
Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910
Pres Sergio Lombardelli
38100 TRENTO
Via Prati, 8 tel. 0461/235254
Pres. Franco Scartezzini
04010 BORGO PIAVE (LT)
Via S.S. Acquabianca, 148 tel. 0773/416017
Pres. Tito Roberto Serafini
56126 PISA
Via B. Croce, 107 tel. 050/48821
Pres. Giulia Parri
31015 CONEGLIANO (TV)
Via Veneto, 40 tel. 0438/410302
Pres. Pietro Mascarin
73100 LECCE
Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996
Pres. Massimo De Nitto
51017 PESCIA (Pistoia)
Via Orlandi, 97 tel. 0572/478321
Pres. Leonardo Guidi
33100 UDINE
Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527
Pres. Enore Venir
09124 CAGLIARI
Via Mestre, 8 tel. 070/300304
Pres. Marco Fanunza
57012 CASTIGLIONCELLO (LI)
Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403
Pres. Paolo Giomi
85024 LAVELLO (PZ)
Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389
Pres. Mauro Finiguerra
30175 VENEZIA-MARGHERA
Via Rizzardi, 35 Tel. 041/923429
Pres. Gastaldi Cibola Nicola
93100 CALTANISSETTA
Via Mons. Guttadauria, 2 - tel. 0934/585810
Cas. Postale 25 Pres. Michele Riggi
55100 LUCCA
Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027
Pres. Renzo Ferri
97100 RAGUSA
ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649
Pres. Corrado Balloni
13100 VERCELLI
Corso Magenta, 1 tel. 0161/256256
Pres. Bruno Bellotto
86100 CAMPOBASSO
Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248
Pres. Giuseppe Zingarelli
62100 MACERATA
C.da Lornano, 7/A, tel. 0733/235335 Pres.
Gianni Calamante
48100 RAVENNA
Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086
Pres. Sergio Bentivogli
37122 VERONA
Via Berni, 9 tel. 045/590559
Pres. Virginio Gariggio
81016 PIEDIMONTE MATESE (CE)
Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594
Pres. Domenico Di Baia
46100 MANTOVA
V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701
Pres. Ottorino Bernardelli
89015 PALMI (Reggio Calabria)
Via Dante, 1 tel. 0966/23552
Pres. Beniamino Denisi
36100 VICENZA
Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443
Pres. Silvano Faltracco
95129 CATANIA
Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393
Pres. Francesco Intrisano
54100 MASSA
Via Fermi, 19 tel. 0585/830897
Pres. Mirella Tongiani
42100 REGGIO EMILIA
Via Franchi, 1 tel. 0522/442084
Pres. Corrado Fantuzzi
01100 VITERBO
Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934
Pres. Mario Morano
83100 AVELLINO
Via L. lannacchini, 38 tel. 0825/26377
Pres. Celestino Nardone
70125 BARI
Via Annibale di Francia,13 - Tel. 080/5428141
Pres. Antonio Memeo
32100 BELLUNO
Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti
tel. 0437/949640
Pres. Ezio Festini
82100 BENEVENTO
Via XXV Luglio, 14 tel. 0824/29298
Pres. Cristiano Fontanarosa
24122 BERGAMO
Via Zelasco, 1 tel. 035/238727
Pres. Giovanbattista Vitali
40126 BOLOGNA
Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978
Pres. Gastone Gabrielli
39040 ORA (Bolzano)
Via del Monte, 18 tel. 0471/811260
Pres. Christof Pichler
25100 BRESCIA
Via Marsala, 17 tel. 030/296424
Pres. Sergio Caprioli
72017 OSTUNI (BR)
Via N. Sansone, 16 c.p. 321
Tel. 0831/305566
Pres. Rocco Cucci
44100 FERRARA
Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637
Pres. Milva Sacchetti
50122 FIRENZE
Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202
Pres. Filippo Ninci
71100 FOGGIA
Via Piave, 41 tel. 0881/723401
Pres. Antonio Dell’Aquila
47100 FORLI - CESENA
Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137
Pres. Paolo Lombardini
03041 ALVITO (FR)
Via S. Nicola, 1 - Tel. 0776/344231
c/o Istituto Tecnico Agrario Statale
Pres. Domenico Cistrone
58100 GROSSETO
c/o Azienda agricola dell’Itas
Leopoldo di Lorena di Grosseto
c/o la Cittadella dello Studente a Grosseto
Tel. 349/6100714 - fax 0564/410623
Pres. Giuseppina Pino
Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]
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