Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia
by user
Comments
Transcript
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Ottobre 2008 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Enti promotori: PROVINCIA DI LATINA C.C.I.A.A. DI LATINA Gruppo di lavoro: Coordinatore di progetto: Dott. Davide D’Arcangelo Analisi economica: Dott. PierFrancesco Milana Politiche distrettuali: Dott. Luca Barone Analisi field: Dott. Marco Di Tucci / Dott. Paolo Bianchi Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali INDICE PREMESSA METODOLOGICA........................................................................ 5 1. LA SITUAZIONE DI CONTESTO – L’ANNO 2007 ED I DATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE 2008 .................................................................................... 9 1.1 L’andamento congiunturale internazionale e nazionale ........... 9 1.2 L’andamento congiunturale della Provincia di Latina ............. 12 1.3 Le previsioni di breve periodo........................................................ 13 2. 1.3.1 Il settore industria..................................................................... 15 1.3.2 Il settore chimico-farmaceutico .......................................... 17 IL SETTORE CHIMICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO................. 19 2.1 Il settore Chimico in Italia ............................................................... 20 2.2 Focus dei problemi dell'industria chimica italiana e politiche di intervento ....................................................................................................... 22 3. 2.2.1 L'importanza dell'industria chimica..................................... 22 2.2.2 La situazione attuale ............................................................. 24 2.2.3 Linee di politica industriale del MISE ................................... 26 2.2.4. L’Osservatorio per il settore chimico.................................... 27 2.2.5 Chimica fine e specialistica ................................................. 30 2.2.6 Policy - l’accordo di programma: - i casi regionali .......... 32 2.2.7 Alcuni sistemi Regionali e provinciali .................................. 38 2.2.8. Problemi aperti ........................................................................ 46 IL SETTORE FARMACEUTICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO ..... 50 3.1 Principali caratteristiche del settore farmaceutico.................... 50 3.2 La struttura del settore. ................................................................... 51 4. 3.2.1 L'offerta.................................................................................... 51 3.2.2 La domanda........................................................................... 58 3.2.3 Interventi che influenzano l'offerta...................................... 62 3.2.4 Gli interventi che influenzano la domanda....................... 64 3.2.5 Conclusioni.............................................................................. 65 LE BIOTECNOLOGIE.......................................................................... 68 4.1 Biotecnologie in Italia...................................................................... 68 4.2 La struttura del settore .................................................................... 72 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 4.3 Le linee guida per le policy nazionali ........................................... 81 5. ANALISI QUALITATIVA...................................................................... 87 5.1 La rilevazione.................................................................................... 87 5.1.1 5.1.2 5.1.3 5.1.4 Ambiente................................................................................. 90 Energia;.................................................................................... 91 Governance: .......................................................................... 92 Servizi alle imprese: ................................................................ 93 5.2 Aggiornamento analisi SWOT del Spl ........................................... 95 6. COMMENTI E LINEE DI POLICY PROPOSTE ...................................... 98 6.1 Linee di policy strategiche per il Spl chimico-farmaceutico pontino ......................................................................................................... 100 6.2 Le indicazioni delle imprese ......................................................... 106 6.3 Il settore delle biotecnologie in provincia di Latina ................. 108 7. ALLEGATI…………………………………………………………………114 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali PREMESSA METODOLOGICA La Provincia di Latina è una terra nella quale si è sviluppata un’economia di produzione che nelle sue varie articolazioni (agricola, artigianale, industriale, turistica) si è sempre rivelata dinamica e trainante, anche in termini di incidenza sull’economia regionale. Le sue specializzazioni e le sue eccellenze – tra le quali si rimarca la vocazione all’export - come anche le sue contraddizioni e le sue debolezze, ne sottolineano la, valenza di osservatorio per la comprensione dei meccanismi del sistema Lazio, così unico nel panorama economico mondiale. Il territorio provinciale risulta sviluppato intorno ad un’economia basata su strutture e dinamiche distrettuali, di sistemi produttivi del lavoro, di comparti produttivi identificabili chiaramente e che recentemente sono stati riconosciuti a livello legislativo regionale. Nel corso degli anni 2003-2006, sono stati infatti riconosciuti dalla Regione Lazio i Sistemi Produttivi Locali dell’Agro Industria, del ChimicoFarmaceutico e della Nautica e cantieristica da diporto, dei quali si riportano i dati di riferimento nella tavola che segue: Tabella 1 - Sistemi Produttivi Locali – Provincia di Latina SPL 1996 (a) UL ADD 2001 (b) UL ADD 2006 (c) UL ADD VA (d) (Ml/euro) (e) Chimico- 92 6.864 113 7.926 210 10.307 589,5 Agroindustriale 272 4.832 514 4.506 579 5.860 335,1 Nautica e 69 461 78 615 223 800 45,7 Farmaceutico cantieristica 5 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali TOTALE 28.61 PROVINCIA 0 2.464 31.21 100.382 64.04 6 130.534 6.366,5 4 Fonte: Elaborazione CCIAA Latina su dati dalle seguenti fonti: (a) Relazione presentata alla Regione per la richiesta del riconoscimento dei Sistemi Produttivi Locali. Fonte: Istat, Censimento Intermedio Industria e Servizi 1996 (b) Fonte: Istat, Censimento Industria e Servizi 2001 (c) Fonti: Imprese - Infocamere anno 2006, Addetti - Istat Anno 2004, Valore aggiunto - Tagliacarne Anno 2004 (d) Stima calcolata con il rapporto Add settore x/add totale provincia. Fonte: Istat, Censimento Industria e Servizi 2001 (e) Stima calcolata con il rapporto VA/add fonte Istat anno 2004 Il percorso avviato a partire dalla Legge Regionale n. 36 del 2001, che ha portato al riconoscimento dei Sistemi Produttivi Locali da parte della regione Lazio e delle strutture che ne hanno affiancato l’impegno, è proseguito nella provincia di latina attraverso l’impegno dei soggetti locali (in particolare Provincia e Camera di Commercio) che, una volta circoscritti i territori e definiti i settori produttivi riconosciuti dalla legislazione regionale, hanno avviato a partire dal 2006 una fase di approfondimento delle analisi mediante le risorse rese disponibili dalla Legge Regionale medesima, mirate alla definizione di linee guida di indirizzo e determinazione di politiche di sostegni ai settori produttivi individuati. Le fasi di analisi ed intervento sinora realizzate possono essere così riassunte: • Fase 1 (2001-2002) Analisi territoriali ai fini dell’ individuazione dei sistemi Produttivi Locali della Provincia di Latina (Regione Lazio, Sviluppo Lazio). • Fase 2 (2006) Mappatura dei Sistemi Produttivi Locali e individuazione di Linee Guida per le policy d’intervento (CCIAA e Provincia). 6 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Fase 3 (2007 – 2008) Indagine desk e field tra le imprese del Sistema Produttivo Locale del Chimico – Farmaceutico (CCIAA e Provincia) secondo la seguente metodologia: • Analisi dei trend economici generali e settoriali, nazionali e del territorio; • Ricostruzione del posizionamento del SPL su base nazionale; • Analisi dei trend e dello stato delle relazioni di settore (attraverso focus group con testimoni privilegiati ed interviste con imprese della filiera produttiva indicate direttamente dalle associazioni di categoria Confindustria, Federlazio, CNA e Confartigianato), degli elementi di strategia e dei fabbisogni emergenti delle aziende del SPL; • Individuazione di strategie e strumenti di intervento e supporto a livello strategico ed operativo, ed elaborare indicazioni sulla fattibilità amministrativa, finanziaria e di governance complessiva per le azioni di supporto al sistema produttivo. Il presente documento, che costituisce l’output di questa fase di lavoro, consente di rendere disponibili ai decisori ed agli attuatori delle policy di intervento a sostegno del settore i seguenti elementi: • Analisi della congiuntura economica attuale del comparto chimico - farmaceutico e del contesto dell’economia pontina; • Ricostruzione delle politiche nazionali e internazionali del settore; • Esposizione dei dati rilevati attraverso il Focus group e le interviste di campo; • Ridefinizione della Swot analysis del SPL; • Nuova formulazione delle indicazioni di policy per l’attuazione della governance distrettuale e per l’attivazione di progettualità e risorse per il sostegno e la crescita del sistema. 7 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In estrema sintesi, i risultati dell’analisi svolta fanno emergere che il sistema Chimico-farmaceutico è uno dei settori produttivi con maggiori prospettive di crescita nei prossimi anni. L’analisi realizzata in Fase 2 ha permesso di evidenziare come il contesto ambientale rappresenti un fattore particolarmente rilevante nell’attuale fase di rallentamento della crescita economica. Si è ritenuto in tal modo opportuno integrare e aggiornare i dati di contesto dell’analisi svolta in Fase 2 e confrontare i dati emersi con le aspettative e i sentiment delle imprese, dai quali emerge che il sistema produttivo locale comprende oltre 250 imprese nella Provincia di Latina, (tra cui i principali gruppi mondiali) per oltre 10.000 addetti, con circa 25 stabilimenti sul territorio. Dalla seconda metà del 2007 lo sfavorevole andamento congiunturale del settore manifatturiero ha coinvolto tutti i comparti industriali, ad eccezione del chimico e del metalmeccanico. Il trend negativo che ha caratterizzato il portafoglio ordini nel 2007 sembra essere confermato dalle previsioni relative al primo quadrimestre del 2008; infine, non si registrano variazioni per l’occupazione ma si assiste ad un aumento dei prezzi accompagnato da un generalizzato aumento dei costi. Le imprese ritengono che il contesto ambientale rappresenti un fattore particolarmente rilevante nell’attuale fase di rallentamento della crescita economica; così come ritengono che in questo scenario diventino cruciali le azioni della politica economica. Risultano in tal senso urgenti le necessità di una profonda semplificazione degli strumenti e delle procedure amministrative1, di rafforzamento delle azioni di governance dei processi di supporto e di sviluppo, come anche delle politiche di supporto alle tematiche ambientali ed energetiche, al fine di consentire alle imprese di programmare e sviluppare strategie di rinnovamento, di crescita dimensionale e di innovazione necessarie ad affrontare le sfide dell’attuale modello di economia globalizzata. 1 Fare Ricerca- centro studi Confindustria Lazio – numero 0 maggio 2008 8 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 1. LA SITUAZIONE DI CONTESTO – L’ANNO 2007 ED I DATI DEL PRIMO QUADRIMESTRE 2008 1.1 L’andamento congiunturale internazionale e nazionale 2 Dopo il risultato positivo del 2005 e il boom economico del 2006, l’economia globale ha registrato nel 2007 un rallentamento sia per quanto riguarda la crescita del Pil mondiale che lo sviluppo degli scambi commerciali. Questa tendenza prosegue anche nei primi mesi del 2008 e sembra estesa a tutto il sistema economico globale. L’economia mondiale è fortemente condizionata da due elementi chiave: da un lato la crisi finanziaria determinata dal crollo del mercato dei mutui immobiliari statunitensi, che si è riflessa immediatamente sui mercati non risparmiando nessuna area geografica; dall’altro il forte aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, dovuto a molteplici fattori, tra cui l’elevata domanda da parte dei paesi emergenti e la speculazione degli operatori finanziari che hanno trovato nelle quotazioni del barile una nuova fonte di moltiplicazione per la loro attività3. Nel volgere di pochi mesi si è passati da un clima di fiducia nelle possibilità di crescita a un’atmosfera di grande incertezza sulle aspettative, determinando una revisione al ribasso delle stime di crescita e al rialzo di quelle d’inflazione da parte di tutti gli organismi internazionali. Alla radice del rallentamento dell’economia mondiale vi sono quindi la decelerazione degli Stati Uniti e la crisi della tendenza alla “finanziarizzazione” dell’economia globale. I dati riportati nel presente capitolo sono basati sull'indagine congiunturale su un campione di 1500 imprese svolta annualmente della CCIAA di Latina tramite l'osservatorio “OsserFare” in collaborazione con il centro studi Nomisma di Bologna. 3 Sui mercati di Londra, Chicago e New York vengono scambiati futures sul petrolio per quantità più che decuplicate rispetto a quanto prodotto viene scambiato realmente. La necessità di operare coperture tecniche sui contratti differiti contribuisce all’aumento, in molti casi artificioso, della quotazione del greggio 2 9 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Dopo anni di buona crescita, l’economia americana ha accusato una decisa frenata, confermando i segnali di rallentamento già emersi nel 2006. I dati relativi al PIL Usa registrano un incremento medio annuo del 2,2 per cento (era 2,9% nel 2006), un dato che riflette la crisi del sistema bancario, e il conseguente effetto-domino sui consumi delle famiglie (fortemente indebitate col sistema immobiliare), sull’attività produttiva e quindi sull’occupazione. Il quadro congiunturale registra poi i primi segnali del fenomeno stag-flazione, cioè l’effetto congiunto della stagnazione economica e della crescita dei prezzi, determinata dal combinato disposto dell’aumento delle materie prime (petrolio in testa), dalla politica monetaria troppo espansiva (il movimento al ribasso dei tassi americani prosegue senza soste) e dalla debolezza artificiosa della divisa statunitense che a tempi brevi ha favorito le imprese americane ma che a tempi medio lunghi costringe ad “importare “ nuova e maggiore inflazione. E’ proseguita anche nel 2007 la crescita dell’Eurozona. Ma anche qui i segnali di rimbalzo provenienti dalla sponda atlantica del mondo fanno presagire scenari incerti. Il rallentamento evidenziato, nell’ultimo trimestre, ha determinato la chiusura dell’anno con un incremento del Pil al 2,6 per cento, pari a quello registrato nel 2006. Un’analisi più approfondita evidenzia però lo stato di salute diverso tra le grandi economie d’Europa: la crescita è stata sostenuta principalmente dalla Germania, che ha evidenziato un incremento del 2,5 per cento facendo da traino per l’intera economia europea. Anche in Spagna è proseguito il trend di crescita, chiudendo il 2007 con una crescita media annua del +3,5%, trainato in gran parte dal settore immobiliare con i conseguenti rischi di esplosione della bolla espansiva di quel mercato e le conseguenti aspettative negative per il 2008. La Francia ha registrato una crescita più contenuta, pari a + 1,9%, dovuta alla debolezza dell’export transalpino, mentre oltre manica il 10 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Regno Unito ha continuato ad espandersi ad un ritmo pari al 2,9% slegata com’è quell’economia dai fenomeni tipici delle economie industriali. L'Italia ha risentito più che nel resto dell'Euro zona della debole intonazione congiunturale, scontando ancora il gap rispetto ad altri delle sue debolezze strutturali. L’economia italiana, già modesta dalla tarda primavera del 2007, ha chiuso l’anno in rallentamento, frenata dal prezzo del petrolio elevato e da una congiuntura mondiale indebolita dalla crisi degli Stati Uniti, riducendo così i margini di ottimismo dei principali istituti di ricerca. Dopo la crescita significativa registrata nel 2006 infatti le previsioni formulate nel corso del 2007 sono state più volte ritoccate; secondo i dati definitivi, diffusi dall’Istat a fine febbraio, nella media del 2007 il PIL italiano è cresciuto dell’1,5%, segnando una decelerazione rispetto all’1,8% messo a segno nell’anno precedente. Tuttavia i conti pubblici hanno evidenziato un significativo progresso: l’indebitamento netto (deficit) è sceso dal 3,4% all’1,9%, mentre l’avanzo primario è cresciuto dall’1,3% al 3,1%. Nuovo record per la pressione fiscale, che nel 2007 ha raggiunto il 43,3 % del PIL, valore più elevato dal 1997, anno in cui fu introdotta l’eurotassa. L’Italia quindi rallenta, pur mantenendo un ritmo di crescita superiore alla performance media dell’1,1% annuo registrata dall’inizio del decennio; ma il divario con l’area euro rimane notevole (oltre un punto percentuale rispetto al 2,6% dell'Euro zona) e si allarga così il distacco rispetto ai principali Paesi europei (Germania, Francia e Spagna) e non (Stati Uniti e Giappone)4. 4 CCIAA di Latina -OsserFare- l’andamento congiunturale della provincia di Latina l’’annata 2007 e le previsioni per il primo quadrimestre 2008- 11 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 1.2 L’andamento congiunturale della Provincia di Latina Seguendo il trend nazionale, la realtà economica pontina si presenta in difficoltà e non si manifestano per ora segnali di ripresa. La ripresa generalizzata del 2006 si è trasformata in crisi altrettanto generalizzata nel 2007, pressoché in tutti i settori. Diffusi sono i segnali di attenzione che derivano dall’analisi dei comparti economico- produttivi. Lo scoppio delle crisi industriale in settori strategici dell’economia Pontina (Chimica e industria alimentare in primis) sono solo la punta di un iceberg di un malessere diffuso. Il sistema commercio già debole dal 2005 non riesce a invertire la tendenza e soffre del calo generalizzato dei consumi (anche primari ) delle famiglie. La dinamica congiunturale complessiva mostra una significativa flessione della domanda e del fatturato: il 33,0% delle imprese del campione di OsserFare denuncia una diminuzione della domanda, contro il 27,9% del 2006. Una differenza pressoché di eguale misura è quella relativa al fatturato: le imprese che dichiarano di aver subito una riduzione di ricavi delle vendite salgono al 34,8%, dal 29,4% del 20065. Va sottolineato che il sistema economico pontino è comunque dipendente dalla dinamiche macroeconomiche generali del Paese e quindi risulta sempre ciclico nei confronti dell’economia nazionale. Non vanno però sottaciuti alcuni elementi di debolezza strutturale inerenti al contesto territoriale. Sul fronte occupazionale assistiamo ad una sostanziale stabilità delle variabili analizzate: il 76,5% delle imprese (erano il 78,9% nella media 2006) dichiara la stazionarietà dell’occupazione fissa ed il 76,4% (erano l’80,8% nel 2006) la mancanza di variazioni per quanto riguarda l’occupazione atipica. La dinamica dei prezzi di vendita è in prevalenza (58,6% delle imprese del campione) stazionaria con un lievissimo incremento (+1,6%) 5 Idem 12 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali sia delle aziende che dichiarano una tendenza al ribasso, che di quelle (+2,8%) che invece hanno operato una revisione al rialzo dei listini6. Il peso dei costi aziendali (oneri finanziari,personale e materie prime e dei semilavorati), è il problema più sentito dalle aziende con un trend di crescita più che costante (il 70,8%, contro il 65,8% del 2006). Il disagio percepito degli oneri aziendali è diffuso in tutti i settori ma è particolarmente significativo nel comparto turistico, per il quale il trend di crescita è quasi doppio che negli altri settori: la quota di aziende che registrano una crescita dei costi aumenta quasi del 10% e arriva al 67,7% del totale a fronte del 58,9% del 2006. In questo contesto, anche la situazione finanziaria sembra risentirne e la proporzione di aziende che dichiara un peggioramento della liquidità aziendale passa dal 36,1% del 2006 al 38,7% della media 2007. Le maggiori criticità sono avvertite nei settori commerciale (il 45,4% delle imprese del comparto denuncia un peggioramento, contro il 40,3% del 2006) e industriale (il 40,6% delle imprese del comparto denuncia un peggioramento, contro il 36,8% del 2006)7. Un dato invece meno netto dal punto di vista delle quantità, ma più preoccupante, se letto alla luce dei bisogni di innovazione e qualificazione delle produzioni, è il calo alla propensione agli investimenti: flette la percentuale di aziende che dichiara di aver realizzato i propri programmi di investimento nel corso del 2007 (33,2% contro il 37,5% del 2006). Dalle previsioni degli operatori emerge, inoltre, che solo il 22% di questi ha intenzione di effettuare investimenti anche nel 2008. 1.3 Le previsioni di breve periodo A livello di aspettative per il 2008 le previsioni degli imprenditori non mostrano segnali di fiducia, e crescono, rispetto al 2006, sia le imprese che si attendono una riduzione della domanda (dal 20,5% del totale del 6 7 Idem Idem 13 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali campione nel 2006, al 27,4% del 2007), che quelle che prevedono una contrazione del fatturato (dal 20,2% del 2006, al 29,5% del 2007). In particolare le imprese del settore turistico, che si attendono in misura sensibilmente superiore alla media (34,2%) una flessione della domanda, sono quelle che maggiormente sembrano risentire della crisi del dollaro e in generale della crisi economica mondiale che taglia i consumi secondari in modo netto. In questo settore anche le previsioni di fatturato indicano una consistente riduzione delle imprese che si attendono un fatturato in crescita (18,6%, contro il 24,1% del 2006); una riduzione delle aziende che prevedono un fatturato stazionario (49,6%, contro il 62,7% del 2006); un consistente incremento delle imprese che ritengono che il loro fatturato sarà soggetto a contrarsi (31,3%, contro il 13,3% del 2006). Il solo comparto che prevede una sostanziale stabilità sia della domanda che del fatturato è quello dei servizi. All’interno del quadro occupazionale non si prospettano variazioni tendenziali per la componente fissa e per quella atipica: rispettivamente l’82% e il 78.1% delle imprese dichiara un’attesa di invarianza. Anche sul fronte dei prezzi di vendita le previsioni evidenziano una maggioranza degli operatori che non intendono ritoccare i propri listini rispetto al 2006 e al 2007. Il comparto dove si registra la quota maggiore di imprese (37,4%) che ritoccheranno verso l’alto i listini è quello commerciale, mentre tra le aziende dei servizi si colloca la quota maggiore di aziende (7,7%) che si attendono, invece, una revisione al ribasso. Le contrazioni attese della domanda inducono probabilmente gli operatori economici ad adottare politiche di prezzo tali da non deprimere ulteriormente la domanda stessa. Parimenti le previsioni di contrazione del fatturato sono da addebitarsi anch’esse a tale scelta e da associare al fatto che è molto elevata la quota di imprese (60,9%) che si aspettano di dover sostenere incrementi degli oneri aziendali. 14 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali La percentuale più elevata in tal senso si registra nel settore industriale (63,7%), dove cominciano a diventare pesanti e determinanti gli aumenti dei prezzi del petrolio e dell’energia8. 1.3.1 Il settore industria Le difficoltà del sistema economico nazionale ed internazionale si riflettono anche sull’andamento dell’industria pontina, che nel 2007 è risultato complessivamente sfavorevole. Considerato che si attesta al 45% (in linea con il 2006) la quota di aziende che ha manifestato una situazione stabile rispetto allo scorso anno, il restante quadro si riassume sinteticamente come segue: - il 33% circa (10 punti percentuali in più rispetto al 2006) delle imprese dichiarano una flessione della quota di produzione; - il portafoglio ordini totale è prevalentemente in diminuzione in tutti i settori; - la domanda estera “tira” ancora; - l’occupazione è stabile; - i prezzi risultano in crescita, sia nel consuntivo (30,1% degli intervistati) che nelle previsioni (29,4% degli intervistati); - l’aumento delle materie prime fa lievitare i costi che risultano cresciuti per il 72,1% degli intervistati e previsti in crescita dal 63,7%. Tra i settori dell’industria, si segnala: - un andamento maggiormente positivo nel comparto “metalmeccanico” con il 33,4% di aziende che dichiara la produzione in crescita e il 28,8% (la quota più consistente del comparto industriale) che hanno aspettative di crescita produttiva anche nel primo quadrimestre 2008. Il 27,2% delle imprese dichiara in aumento il portafoglio ordini totale, ragguardevole anche quota di imprese (39,3%) che ritiene in 8 Idem 15 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali crescita il portafoglio ordini dall’estero, di cui attende peraltro (27,1% degli intervistati) un aumento anche nel 2008. Nel metalmeccanico è, inoltre, maggiore che negli altri comparti la quota di imprese (34,7%) che dichiara un incremento del fatturato, previsto in crescita anche nel 2008 dal 29,4% degli intervistati. - Altro scenario per il settore alimentare, dove la produzione è dichiarata in flessione dal 41,4% delle imprese intervistate e dove le previsioni a breve non sono migliori: gli ordinativi risultano diminuiti nel 2007 per il 43,6% delle aziende e per il 2008 l’attesa del 37,4% degli intervistati è ancora negativa. Il settore alimentare è, in linea col trend nazionale, quello in cui si segnala una consistente revisione al rialzo dei listini. - Anche il settore “mobile-legno-carta” registra una contrazione notevole delle proprie attività e le imprese intervistate indicano diminuzioni di produzione (34,4% del campione per il 2007 e 32% delle imprese con aspettative negative nel 2008); di portafoglio ordini (il 38,5%); di fatturato (41,4% degli intervistati nel 2007 e 34,3% come aspettativa 2008). - Una situazione maggiormente negativa abbiamo poi nel comparto “moda” (“tessile-abbigliamento-pelle”), registrata ormai da più anni dove quote più consistenti di soggetti lamentano dati e aspettative negative (in alcuni casi oltre il 50% degli intervistati!). - Nel comparto delle costruzioni la dinamica congiunturale è meno negativa : il 30,9% delle imprese registra nel 2007 una riduzione della produzione (e il 24,8% si attende una riduzione anche nel 2008); il 28,1% ha visto contrarsi il portafoglio ordini (il 23,5% lo attende ancora in flessione); il 34,6% denuncia una riduzione del fatturato (il 26,6% lo prevede in flessione anche nel primo periodo del 2008). 16 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 1.3.2 Il settore chimico-farmaceutico Le imprese del comparto “chimica-gomma-plastica”, secondo quanto si desume dalle loro dichiarazioni, hanno realizzato nel 26,9% dei casi una crescita della produzione e nel 24,9% dei casi si attendono un incremento anche nel 2008, sebbene le previsioni mostrino complessivamente una maggiore cautela degli operatori per la gran parte degli indicatori. Il portafoglio ordini totale risulta in contrazione per il 25,4% degli intervistati (a fronte però di un 21,6% che ne dichiarano una crescita), ma osserva un buon andamento (cresce per il 37,0% delle imprese) il portafoglio ordini dall’estero, per il quale si prevede una performance positiva anche nel 2008 (è destinato ad incrementarsi per il 31,3% degli intervistati). Il fatturato cresce per il 33,2% delle imprese e gli operatori si attendono in maggior misura (27,3%) un incremento, che una contrazione (17,1%)9. Questi dati generali, sostanzialmente non negativi riguardano tutto il comparto Chimica-Gomma-Plastica e scontano in positivo le buone performance del settore della chimica di base. Se però si approfondiscono i dati sul settore farmaceutico, che è storico per l'area pontina, ci si accorge che anche qui i venti della crisi sono particolarmente forti. Il settore farmaceutico Pontino, con le sue peculiarità strutturali (presenza massiccia di multinazionali, indotto parcellizzato e dipendente, mercato interno legato alle politiche pubbliche sul farmaco, mercato internazionale indipendente dai centri di produzione) soffre strutturalmente della presenza di fattori esogeni, non sempre legati alle politiche del territorio. Le politiche produttive e commerciali delle multinazionali presenti nell'area sono legate a logiche internazionali e a fattori di sviluppo e di crisi repentini e imprevedibili. E la crisi in questo momento appare preoccupante. 9 Idem 17 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Alcune aziende storiche dell'area, come la Pfizer, (che dopo 51 anni ha confermato l´intenzione di vendere lo stabilimento di Latina) sembrano abbandonare il campo. E non sempre, come in questo caso, sarà un gruppo specializzato nello stesso settore (produzione di farmaci generici), ad acquistare l'impianto e a garantire gli attuali livelli occupazionali e salariali. La cessione, secondo fonti aziendali, potrebbe essere perfezionata entro la fine del 2008 o nei primi mesi del 2009. Le cause della vendita sembrano riconducibili alla scadenza dei brevetti che fino ad ora assicuravano una posizione di forza in determinati settori, che ora vedono accresciuta la competizione per l´«invasione» dei farmaci generici. Oltre al colosso americano, altri grandi gruppi come Gambro, Bristol-Myers Squibb, Janssen, Recordati e Wyeth attraversano un momento di difficoltà al punto da far parlare di un possibile effetto- Pfizer e di crisi del chimico-farmaceutico laziale. Anche la Janssen, specializzata tra l´altro nella produzione dei sofisticati stent medicali, ha trasferito in Irlanda un intero reparto e in tre anni ha visto dimezzare la sua forza lavoro, passando da 800 a circa 450 unità. E si parla di ulteriori esuberi. Proprio la mobilità ha segnato le recenti cronache aziendali di Recordati, che tuttavia sembra oggi vivere un rilancio grazie alla produzione per conto terzi, e di Wyeth, che mantiene un livello dei costi più elevato di altri stabilimenti omologhi in Grecia e Irlanda e che viene mantenuto a regime grazie a politiche di just in time e di TQM applicate dal management nello stabilimento di Aprilia. Il settore rappresenta una quota di PIL altissima per la Provincia di Latina (oltre il 30%!) e la crisi non va né sottovalutata né diluita nel più ampio settore chimico. 18 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 2. IL SETTORE CHIMICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO La produzione chimica presenta una notevole diffusione sul territorio europeo: sono presenti concentrazioni significative in ben 50 regioni europee, infatti, che occupano più di 100 mila addetti, e non tutte sono dominate dalle grandi imprese della chimica di base. Grazie a questa presenza sul territorio, queste imprese chimiche svolgono un ruolo fondamentale per tutto il sistema industriale: perché condividono la stessa cultura dei loro clienti, sanno interpretarne al meglio le esigenze e partecipano alla loro crescita fornendo input innovativi. In questo senso la competitività della chimica, e in particolare delle piccole e medie imprese, appare un consistente patrimonio comune dell’industria europea (ed italiana) da difendere e promuovere. In Italia operano tre tipi di imprese, tutte egualmente importanti: - le imprese medio - grandi italiane rappresentano il 23% della produzione, - le multinazionali estere coprono il 35%, - le PMI italiane il restante 42%. La classifica delle principali imprese chimiche italiane mostra, oltre ad alcune grandi realtà attive nella chimica di base, un buon numero di imprese medie e medio - grandi altamente specializzate, che spesso detengono nel proprio segmento la leadership a livello europeo e - a volte - anche mondiale. Molte sono internazionalizzate anche dal punto di vista produttivo, e va detto che le produzioni delle imprese estere fanno forte il comparto in Italia. Negli ultimi anni, l’importanza di queste imprese è cresciuta sia per l’acquisizione di imprese italiane, sia perché l’attività svolta in Italia ha dato vita a un forte flusso di esportazioni. In Italia la chimica (esclusa farmaceutica), con una produzione che supera i 48 miliardi di euro, rappresenta quasi il 6% dell’industria manifatturiera. 19 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Il ruolo della chimica nel sistema economico va ben al di là delle sue dimensioni in quanto il settore presenta un’alta intensità di capitale e di attività di R&S. In Italia, le quattro grandi aree della chimica hanno tutte una presenza significativa. Rispetto al resto d’Europa, si evidenzia tuttavia un peso maggiore dei settori della chimica a valle destinata sia agli usi industriali, sia ai consumatori finali. Dalla struttura dei costi emergono con chiarezza le forti differenze tra comparti. Nella chimica di base il costo delle materie prime riveste un peso assolutamente rilevante. In particolare, ciò è vero con riferimento al costo dell’energia la cui incidenza supera in generale il 7%, ma raggiunge punte altissime in molti settori. 2.1 Il settore Chimico in Italia I settori chimico e farmaceutico in Italia sono due settori talmente estesi da non poterne parlare se non in modo ormai distinto. I grafici e le tabelle che seguono sintetizzano quello che è lo stato dell’arte del primo dei due settori in Italia. 20 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Lo stereotipo economico vigente sulla chimica induce a pensare ad una concentrazione produttiva nei soli poli petrolchimici. In realtà, le tantissime PMI rendono invece la chimica un settore diffuso su tutto il territorio italiano, ma con una presenza particolarmente forte in Lombardia. 21 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 2.2 2.2.1 Focus dei problemi dell'industria chimica italiana e politiche di intervento L'importanza dell'industria chimica La chimica rappresenta l'unica leadership europea in una grande industria e in un settore a elevata tecnologia. A livello europeo l'incidenza occupazionale del settore rispetto all'intero sistema manifatturiero è superiore al 6%, mentre in termini di valore aggiunto lo stesso rapporto raggiunge quasi il 10%. A livello nazionale gli stessi indicatori diventano rispettivamente 4,3% e 7,5%. Più che agli aspetti quantitativi, l'importanza dell'industria chimica appare in realtà legata ad aspetti qualitativi, al ruolo trainante che svolge nella crescita dell'intero sistema industriale e più in generale al contributo che offre al miglioramento della qualità della vita. La chimica è fornitrice indispensabile di materie e materiali per numerosissimi settori industriali: elettronica, trasporti, telecomunicazioni, sanità, abbigliamento, edilizia, alimentare solo per citarne alcuni; attraverso la fornitura di materie prime o semilavorati alle industrie a valle la chimica svolge il compito strategico di trasferire le nuove 22 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali tecnologie contenute in tali prodotti e ottenute come risultato dell'innovazione produttivo. sviluppata nei suoi laboratori all'intero sistema Va sottolineato il fatto che le imprese chimiche, anche quando di piccole e medie dimensioni, hanno necessità di sviluppare ricerca e innovazione in modo formale e strutturato, nei propri laboratori e con accordi di collaborazione con centri di ricerca pubblica e privata. Per questa ragione la chimica è l'unico settore in Italia dove l'innovazione è diffusa tra centinaia di aziende. Tale compito è quasi sempre affidato a imprese medio - piccole che assumono un ruolo centrale di partnership con i fornitori di materie prime (chimica di base e chimica fine) e con le migliaia di imprese a valle. Ciò è vero per l'Europa, ma ancor di più per l'Italia, soprattutto nel "made in Italy" e nei principali distretti industriali. Per tali imprese un'offerta chimica italiana di qualità non potrebbe essere facilmente sostituita da importazioni di prodotti chimici ideati - quanto a customizzazione, flessibilità, adattamento alle esigenze del cliente - per esigenze differenti da quelle degli utilizzatori italiani. Per questa ragione, come è stato sottolineato dalle autorità di governo, all'industria chimica, soprattutto quella di base, va attribuita una rilevanza strategica per la crescita e lo sviluppo dell'intero sistema produttivo nazionale. Il progresso dell'intero sistema produttivo chimico non può peraltro prescindere da una ricostituzione della unitarietà del quadro industriale dell'intero settore chimico, nonché da un'armonizzazione e da una complementarietà di interessi tra grandi, medie e piccole imprese, che nell'esperienza degli altri Paesi europei hanno rappresentato l'ossatura portante della crescita dell'industria chimica. E' altresì necessario che nell'ambito del sistema delle PMI chimiche venga favorito e si realizzi un importante processo di razionalizzazione strutturale che spinga talune unità produttive verso minime soglie dimensionali, indispensabili per l'entrata e/o l'efficiente permanenza in 23 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali determinati comparti produttivi, specie quelli caratterizzati da alti livelli di innovazione tecnologica. A tale processo di razionalizzazione e crescita dimensionale devono accompagnarsi comportamenti più collaborativi da parte delle grandi imprese (multinazionali e non), altrimenti, ogni sforzo di miglioramento da parte delle PMI rischia di risultare inutile. Fondamentale è pertanto il superamento del dualismo tra grandi e PMI. In tema di sicurezza del lavoro, dei prodotti e della sostenibilità ambientale, si rileva che il settore chimico è avviato verso risultati migliorativi rispetto ai decenni precedenti come peraltro evidenziano gli indici quantitativi e qualitativi in termini assoluti e relativi correlati agli altri settori produttivi. 2.2.2 La situazione attuale L'industria chimica italiana è caratterizzata sia da imprese di medie e grandi dimensioni che operano nei poli chimici, sia dalla presenza diffusa in alcune aree territoriali del nord di imprese di piccola e media dimensione, che presidiano alcuni segmenti produttivi particolarmente significativi. Mentre ormai da alcuni anni è in atto un processo di ristrutturazione dell'industria chimica italiana che ha comportato un notevole ridimensionamento delle aziende localizzate nei poli chimici, le iniziative produttive di piccola e media dimensione, nonostante l'esistenza di difficoltà che ne impediscono molto spesso la crescita e lo sviluppo, continuano a esprimere dinamismo e competitività. Più della metà della produzione chimica italiana proviene, oggi, dalle piccole e medie imprese che sono diventate gli attori principali del settore con focus specialistici in vari settori e un export molto rilevante. In Italia le PMI chimiche (fino a 250 addetti) costituiscono il 95% delle imprese del settore e contribuiscono all'occupazione dello stesso con una quota pari a ben il 57%. 24 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Tale rapporto nell'81 era uguale al 36%. La percentuale di imprese innovative nelle PMI chimiche è pari a più del doppio della percentuale relativa all'industria nel suo complesso. Inoltre, facendo un raffronto per classi dimensionali tra imprese esportatrici, chimiche e non, si trova che è maggiore la quota di imprese esportatrici tra le piccole chimiche che tra le piccole manifatturiere non chimiche. D'altra parte, la chiusura di impianti localizzati nei poli chimici ha provocato una serie di problemi. Oltre agli esuberi occupazionali (negli ultimi vent'anni gli addetti del settore sono diminuiti di oltre 100.000 unità) e all'eccesso di disponibilità di servizi che si registra nei poli chimici a seguito della diminuzione dei fabbisogni, la riduzione della produzione nazionale di prodotti chimici di base e dei loro derivati (intermedi, polimeri) ha avuto conseguenze negative non soltanto sui processi di verticalizzazione produttiva, ma anche sulla bilancia commerciale, già deficitaria, del settore. E' significativo il fatto che l'Italia sia tra i Paesi industrializzati quello con il più alto deficit della bilancia commerciale di settore, pari, nel 2002 a circa 8.3 miliardi di euro di cui 7,4 (il 90%) attribuibili alla chimica di base. Nel medio e lungo periodo, la mancata inversione di tendenza di questo processo finirebbe per mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza di alcuni poli, in particolare di quelli più piccoli, causando una perdita di competitività non solo per i diretti acquirenti dei composti non più prodotti, ma anche per l'intero sistema produttivo nazionale. Allo stesso modo, poiché è la grande impresa a trarre vantaggio dalle sinergie che si generano dalla gestione di più produzioni legate tra loro da rapporti di filiera, a raccordare attività di ricerca svolte da più centri localizzati in diversi territori, a valorizzare attraverso una visione più ampia di quella legata al singolo business o al singolo stabilimento esperienze e competenze maturate nel tempo in ambiti diversi, si rischia di impoverire il sistema di ricerca nazionale da cui dipende, in definitiva, la competitività delle imprese. 25 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Attualmente la Lombardia è la seconda regione chimica europea per addetti, addirittura la prima per numero di imprese e tra le prime per incidenza degli addetti sulla popolazione. Per la Lombardia si può parlare di una specializzazione nel settore chimico e farmaceutico. vera e propria E’ noto che una buona parte del tessuto produttivo italiano si concentra nella regione, ma tale concentrazione - espressa in termini sia di imprese, sia di addetti - è maggiore con riferimento alla chimica. Questa forza è confermata dall’indice di specializzazione che risulta superiore tanto ai settori tradizionali del made in Italy, quanto a un settore considerato di punta quale la meccanica strumentale. La chimica per sua natura non è un settore che si organizza in forma di “distretti”, ma nel caso della chimica lombarda si può parlare della presenza di un “distretto tecnologico”, vale a dire di un network costituito dalle imprese chimiche e da altri attori (ad esempio le Università, le imprese di servizi, la Pubblica Amministrazione) che insieme creano le condizioni ottimali per lo sviluppo di imprese sofisticate e ad elevato contenuto tecnologico. 2.2.3 Linee di politica industriale del Ministero dello Sviluppo Economico Accrescere la competitività dei territori, migliorare le condizioni dell’ ambiente esterno in cui operano le imprese, a partire, in epoca di decentramento e di politiche bottom-up, dalla valorizzazione delle potenzialità e delle specificità di ciascuno. Obiettivo principale della politica del MSE è, in questa ottica, promuovere la qualificazione dei poli chimici per favorire in queste aree la nascita di iniziative produttive di piccola e media dimensione, a elevata compatibilità ambientale, in grado di fare sistema con il tessuto produttivo preesistente e di radicarsi sul territorio che le ospita. In questo modo, oltre a promuovere una rivitalizzazione dei poli, si intende favorire la nascita o il rafforzamento di sistemi integrati di 26 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali impresa e uno sviluppo del tessuto produttivo locale fondato sulla valorizzazione delle potenzialità presenti su ciascun territorio. A tal fine, la prospettiva di sviluppo per i poli chimici appare legata alle prospettive di crescita e di sviluppo dello stesso sistema produttivo circostante. L'idea è quella di fare di queste aree un punto di riferimento per i distretti industriali circostanti: individuare i fabbisogni produttivi di tali distretti, e portare all'interno dell'area le iniziative produttive in grado di rispondere a tale domanda e le infrastrutture e i servizi, reali e finanziari, di cui queste imprese hanno bisogno significherebbe valorizzare le potenzialità presenti nel polo chimico e promuovere un rafforzamento dei distretti industriali esistenti funzionale a uno sviluppo endogeno e autopropulsivo di ciascun sistema produttivo regionale. 2.2.4. L’Osservatorio per il settore chimico L’Osservatorio per il settore chimico è stato istituito con decreto del Ministro dell’Industria, oggi Ministero dello Sviluppo Economico, nel novembre del ’97 con l’obiettivo di ridefinire e attuare politiche di intervento per il settore in grado di favorire il rafforzamento strutturale delle imprese e lo sviluppo competitivo della chimica italiana. E’ un organismo collegiale a carattere permanente che riunisce al suo interno tutti i soggetti interessati allo sviluppo del comparto: le imprese attraverso la partecipazione di Federchimica e di Unionchimica, i sindacati, rappresentati da esponenti della Fulc e la Pubblica Amministrazione che conta nell’Osservatorio rappresentanti, oltre che del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Ambiente, del Commercio estero, dell’Istruzione Università Ricerca e della Salute. Il metodo di lavoro dell’Osservatorio è basato su un’intensa attività di concertazione realizzata sia a livello centrale, tra tutti i soggetti presenti nell’Osservatorio nazionale, che a livello locale, attraverso gli Osservatori locali istituiti nei territori a vocazione chimica e tra il livello centrale e quello locale di governo. 27 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In epoca di decentramento amministrativo, è sembrato opportuno scegliere, infatti, un approccio territoriale che, evidenziando le diverse connotazioni che il territorio assume nelle differenti aree geografiche, promuovesse il rafforzamento strutturale delle imprese e lo sviluppo competitivo del settore attraverso la valorizzazione delle specificità e delle potenzialità locali. A oggi, sono stati istituiti dall’Osservatorio nazionale venti osservatori locali, che, presieduti dall’ente locale territorialmente competente (di solito è l’Amministrazione provinciale), contano al loro interno i rappresentanti locali di tutti i soggetti già presenti nell’Osservatorio nazionale e anche di altri soggetti comunque deputati a promuovere localmente lo sviluppo del territorio. Si tratta degli osservatori provinciali costituiti a Udine, Bergamo, Savona, Venezia, Varese, Novara, Mantova, Ferrara, Ravenna, Pisa, Livorno, Terni, Matera, Crotone, Brindisi, Sassari Nuoro, Siracusa dell’Osservatorio comunale di Gela e dell’Osservatorio regionale della Sardegna. Sono stati così predisposti e poi realizzati a partire dall’anno 2000 tre progetti specifici: 1) Il progetto di sviluppo locale, diretto a supportare i soggetti locali dei territori a vocazione chimica nella definizione di nuove strategie di sviluppo in grado di favorire la nascita o il rafforzamento di sistemi integrati di imprese. In diversi territori, di concerto con gli osservatori locali sono stati predisposti veri e propri progetti di sviluppo locale che individuano gli ambiti settoriali da incentivare, gli interventi sull'ambiente esterno da promuovere, gli strumenti da utilizzare e i soggetti responsabili di ciascuna azione per avviare nuovi percorsi di crescita e di sviluppo. Oltre ad aver predisposto un manuale per il marketing territoriale, è stato realizzato un sistema informativo (disponibile anche sul sito internet dell’Osservatorio) che raccoglie per ciascun territorio tutte le informazioni utili a chi voglia effettuare una scelta localizzativa per un nuovo investimento produttivo. 28 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Individuate le produzioni da incentivare sono stati contattati potenziali investitori provenienti da altre aree del Paese o dall’estero e, in ciascun territorio, sono state realizzate numerose iniziative grazie alle quali sono nati o potranno nascere partenariati, gemellaggi, joint ventures. 2) Il progetto innovazione, finalizzato a promuovere la diffusione di innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese chimiche, offrendo assistenza tecnica e consulenza di esperti; 3) Il progetto sulla certificazione ambientale, diretto a favorire l'adozione da parte delle imprese di comportamenti volontari funzionali a uno sviluppo sostenibile del settore (Emas, Iso 14000). Anche in questo caso è stata offerta assistenza tecnica e consulenza di esperti ad alcune piccole e medie imprese chimiche, dieci delle quali sono state avviate alla certificazione. E’ stato redatto inoltre un manuale-guida alla certificazione ambientale già distribuito ai diversi osservatori locali che ne hanno fatto richiesta. L’esperienza maturata e le conoscenze acquisite durante la realizzazione dei progetti hanno portato l’Osservatorio alla definizione dei progetti da realizzare nel corso degli anni successivi: • Progetto di riqualificazione dei poli chimici e le nuove strategie per la chimica italiana; • Progetto per la costruzione di una rete di ricerca e dell’innovazione. La scarsità di aree pronte a ospitare nuove iniziative produttive rappresenta oggi per il nostro Paese uno dei principali ostacoli allo sviluppo del sistema produttivo nazionale; la qualificazione dei poli chimici risolverebbe gli attuali problemi ambientali e renderebbe disponibili aree attrezzate in grado di offrire a potenziali investitori numerosi e preziosi vantaggi localizzativi: servizi, utilities, stabilimenti dismessi, laboratori di ricerca, risorse umane altamente qualificate, efficienti strutture distributive. In tal modo, inoltre, verrebbero avviati processi di industrializzazione senza aggredire, dal punto di vista ambientale, nuovi territori. 29 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In tale ottica, diventa un'esigenza improcrastinabile la soluzione dei problemi che ancora oggi molto spesso impediscono l'effettiva realizzazione delle attività di bonifica di estese aree localizzate all'interno dei poli chimici. Allo stesso modo, è opportuno avviare azioni che riducano la complessità della normativa ambientale e delle procedure autorizzative che riguardano obiettivi ampiamente condivisi di salvaguardia della salute umana, dell'ambiente e della salute dei lavoratori, al fine di permettere alle Pmi di porre in essere i vari adempimenti. In particolare nelle aree meridionali il risanamento e la riqualificazione delle aree dismesse offrirebbero opportunità concrete per nuovi insediamenti. Si ritiene necessario indirizzare gli investimenti degli imprenditori del centro-nord attualmente penalizzati dalla congestione delle aree in cui oggi operano (ciò è vero, per esempio, a Bergamo e a Varese), che oltre ad allargare il loro mercato, potrebbero beneficiare di condizioni di ambiente esterno sicuramente propizie per il superamento dei limiti culturali che spesso ostacolano la crescita e lo sviluppo dell'impresa. Pensare a una nuova configurazione dei poli chimici, che preveda, in queste aree, la presenza di pmi trasformatrici è possibile, però, soltanto a condizione che, almeno nel medio periodo, vengano salvaguardate e consolidate le produzioni attualmente presenti. Per dare attuazione a tale strategia il Governo, d'intesa con gli enti locali, è già impegnato in un programma finalizzato a riqualificare i poli chimici, ad accrescere la competitività di queste aree per renderle più attrattive per potenziali investitori. 2.2.5 Chimica fine e specialistica Per quanto riguarda la chimica fine, essa rappresenta un vero e proprio asse portante del settore in una società tecnologicamente avanzata, anche se in Italia non è ancora abbastanza sviluppata ed è poco considerata. 30 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In Italia i prodotti della chimica fine e delle specialità sono realizzati da molte piccole medie aziende italiane e anche da unità produttive di imprese multinazionali. Si contano circa 900 imprese che occupano 55 mila addetti. Sono numerosissimi i settori industriali che utilizzano, come input produttivi, le produzioni di chimica fine: l’industria alimentare, quella automobilistica, l’industria tessile, l’industria conciaria, della carta, quella del legno, le calzature, l’abbigliamento, l’industria elettronica, la stessa industria chimica, la farmaceutica, l’industria delle materie plastiche, solo per citarne alcuni. Come settore fornitore di beni intermedi, la chimica fine e delle specialità gioca un ruolo fondamentale nella diffusione di nuove conoscenze e innovazioni lungo la catena produttiva a valle. L’interazione con i clienti, la customizzazione, i necessari rapporti di stretta collaborazione con i settori utilizzatori rendono ancor più strategica e determinante la capacità di innovazione e di risposta alle esigenze del mercato. Le innovazioni di processo inoltre tendono a ridurre i consumi di materia prima ed energia, con significativo miglioramento delle problematiche ambientali, nella direzione di una chimica "verde" che ben si inquadra con lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita. La Ricerca & Sviluppo è quindi un fattore strategico di primaria importanza per la competitività delle imprese del settore. La dimensione aziendale ridotta è spesso un vincolo molto stringente per investire in attività di ricerca e sviluppo. Nonostante le piccole e medie imprese del settore si dimostrino comunque più innovative rispetto alla media industriale, il vincolo dimensionale impedisce tuttavia un investimento significativo in attività di ricerca e sviluppo. Va sottolineato inoltre che le conoscenze richieste per realizzare e innovare i prodotti, il più delle volte, non trovano riscontro negli attuali percorsi di formazione universitari. Un maggior collegamento tra università e impresa resta, in tal senso, auspicabile. 31 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 2.2.6 Policy - l’accordo di programma: - i casi regionali Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha firmato con alcune Regioni italiane una serie di accordi di programma al fine di promuovere in Italia il settore delle biotecnologie attraverso la realizzazione di distretti tecnologici, aree caratterizzate da un'elevata specializzazione tecnologica destinate a promuovere e sviluppare la ricerca e a favorire il trasferimento delle nuove tecnologie in ambito industriale, creando anche le condizioni per l'avvio di nuove realtà imprenditoriali. I Distretti tecnologici avviati in relazione al settore biotech in Italia sono i seguenti: REGIONI DISTRETTI BIOTECH FRIULI VENEZIA Distretto GIULA Biomedicina Molecolare PUNTI SALIENTI di Nell'ottobre 2004 il MIUR ha firmato con la Regione Friuli Venezia Giulia un accordo di programma per la realizzazione di un distretto tecnologico di biomedicina molecolare. Nell'iniziativa sono coinvolte tutte le principali strutture competenti attive nel Friuli Venezia Giulia, come l'ICGEB (International Centre for Genetic Engineering & Biotechnology), il CRO (Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano, la Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), il CIB (Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie), i Dipartimenti delle Università di Udine e Trieste e il CBM (Consorzio di Biomedicina Molecolare). Il finanziamento previsto è stato pari a 36 milioni di euro per gli anni 2004-2007 (15 milioni a carico del Ministero e 21 milioni a carico della Regione Friuli – Venezia Giulia). Nell'ottobre 2006 32 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali il MIUR ha emanato un bando per la realizzazione di attività di ricerca industriale, estese a non preponderanti attività di sviluppo precompetitivo e con connesse attività di formazione professionale di ricercatori e tecnici di ricerca in Friuli Venezia Giulia. I progetti devono essere caratterizzati dal forte impiego di tecnologie abilitanti pervasive, specificatamente mirate alla incorporazione di soluzioni particolarmente innovative e con elevati contenuti immateriali all'interno dei processi, dei prodotti e dei servizi, e devono afferire ad uno solo dei seguenti temi: 1 Sviluppo di piattaforme tecnologiche per la biomedicina nel campo delle nanotecnologie e dell'imaging molecolare; 2 - Applicazioni in ambito oncologico; 3 Applicazioni per le malattie cardiovascolari; 4 - Applicazioni per le neuroscienze nel campo delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale. Il costo massimo del singolo progetto, comprensivo della formazione, deve essere compreso entro i 3 milioni di euro. Le risorse a disposizione sono pari a 7 milioni di euro a valere sul FAR. LOMBARDIA Distretto Biotecnologie sulle Nel marzo 2004 il MIUR ha firmato con la Regione Lombardia un accordo di programma per la realizzazione di un distretto tecnologico sulle biotecnologie promuovendo le piccole e medie imprese lombarde insediate nelle aree censite come metadistretti. L'accordo 33 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali ha previsto uno stanziamento 26 milioni di euro destinati finanziare le seguenti aree intervento: biotecnologie per salute, per l'agro-zootecnia per l'industria. di a di la e A tal fine, la Regione Lombardia nell'ottobre 2005 ha messo a disposizione 18 milioni di euro per promuovere l'eccellenza dei meta-distretti lombardi, mediante l'incentivazione di progetti proposti dal sistema delle imprese e della ricerca ed aventi ricadute in specifiche aree tematiche tra cui le biotecnologie alimentari e le biotecnologie non alimentari. Le proposte progettuali potevano essere presentate dalle Associazioni Temporanee di Impresa (ATI) tra piccole e medie imprese lombarde insediate nelle aree censite come metadistretti. Nel luglio 2005 il MIUR ha invece stanziato 8 milioni di euro per la ricerca biotecnologica in Lombardia per la realizzazione di progetti anche proposti da costituende società (spin-off) - sui temi della genomica, della proteomica e della lead discovery. Obiettivo dei progetti era il miglioramento della qualità della vita, favorendo lo sviluppo delle conoscenze tecniche e scientifiche, nonché la crescita economica del territorio attraverso uno sviluppo sostenibile della presenza industriale nei settori innovativi e di alta tecnologia. 34 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali PUGLIA Distretto sulle Biotecnologie nei settori della sanità, dell’agro-industria e dell’ambiente Nell'aprile 2005 il MIUR ha firmato con la Regione Puglia un accordo di programma per la realizzazione di un distretto tecnologico sulle biotecnologie nel settore della sanità, dell'agroindustria e dell'ambiente. Nel campo agroindustriale le principali tematiche individuate riguardano l'innovazione dei processi e dei prodotti, oltre che lo sviluppo di nuove tecniche per il controllo della qualità. Nel campo medico/sanitario l'obiettivo è innovare i processi e proporre protocolli alternativi che siano più rapidi, affidabili e veloci per la diagnostica e terapie alternative. Nel campo ambientale risulta infine fondamentale individuare nuove strategie per ridurre l'inquinamento delle acque, del suolo e dell'aria e sviluppare sensoristica biotecnologicamente avanzata per le attività di monitoraggio. E' prevista la realizzazione di un sistema policentrico tra i Biopoli delle Università di Bari, Foggia e Lecce, in modo da favorire le collaborazioni tra mondo della ricerca e imprese. Il finanziamento previsto è stato pari a 6 milioni di euro. Nel gennaio 2006 il MIUR ha emanato un bando per incentivare, con 8 milioni di euro, progetti di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo ed alta formazione nel settore delle biotecnologie per la valorizzazione, la qualità e la sicurezza delle produzioni 35 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali agroalimentari della Regione Puglia. Obiettivo del bando è stato quello di promuovere l'acquisizione di nuove conoscenze finalizzate alla messa a punto di nuovi - o al miglioramento di quelli esistenti prodotti, processi produttivi e servizi, al fine di contribuire al potenziamento del settore e alla promozione e sviluppo socioeconomico del territorio pugliese. I temi dei progetti, da realizzarsi in sinergia tra laboratori e imprese con un costo compreso tra i 750.000 e i 3 milioni di euro e comprensivi di interventi di formazione pari almeno al 10% del costo della ricerca, sono stati i seguenti: applicazioni biotecnologiche per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari pugliesi; applicazioni biotecnologiche per la qualità e la sicurezza delle produzioni agroalimentari pugliesi. SARDEGNA Distretto della Biomedicina e delle tecnologie per la salute Nel maggio 2005 il MIUR ha firmato con la Regione Sardegna un accordo di programma per la realizzazione di un distretto tecnologico della biomedicina e delle tecnologie per la salute. Il finanziamento previsto è stato pari a circa 86 milioni di euro di cui 70 milioni di fondi pubblici e 16 milioni di fondi privati. Nel quadro del distretto tecnologico è stato finanziato, attraverso un bando rientrante nel programma RIDITT (Rete italiana per l'Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico alle imprese) e rivolto a tutte le Regioni e Province autonome, 36 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali anche un incubatore specializzato nel favorire la nascita e lo sviluppo di piccole e medie imprese ad alta tecnologia operante nel settore delle biotecnologie, denominato "Biofarm". Le risorse messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso il programma RIDITT sono state pari a 770 mila euro. 37 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 2.2.7 Alcuni sistemi Regionali e provinciali A) La chimica in Lombardia10 In Italia l’industria chimica è concentrata, più di altri settori merceologici, nelle regioni settentrionali tra cui spicca la Lombardia che: - impiega il 43% degli occupati totali della chimica (40.3% esclusa farmaceutica), valore particolarmente significativo se confrontato con quello relativo al peso dell’industria manifatturiera lombarda sul totale nazionale (26.2%); - ha un indice di specializzazione nella chimica (misurata come rapporto tra addetti del settore e occupati complessivi nell’industria manifatturiera) che è superiore a quello ben più noto - e tradizionalmente indicato come rilevante - dell’industria meccanica; - occupa una posizione di rilievo anche a livello europeo, come seconda regione per numero di addetti, prima per numero di imprese e tra le prime per indice di specializzazione Localizzazione geografica delle prime 20 regioni chimiche (chimica e farmaceutica) europee e classifica delle prime 10 per addetti – REGIO database Eurostat Studio sull'industria chimica lombarda nell’ambito del progetto MENTORCHEM (Federchimica). 10 38 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Un ruolo così importante della Lombardia all’interno del panorama nazionale si spiega con alcune importanti caratteristiche della Regione: • l’ampiezza dell’industria manifatturiera, che valorizza lo stretto legame tra la chimica e i settori a valle della filiera produttiva; • la presenza di una cultura industriale radicata e sviluppata cui la chimica fornisce un rilevante contributo; • l’ampia offerta di specifici servizi innovativi a partire da una struttura di ricerca e formazione superiore storicamente forte e legata all’industria. Questi dati non devono suffragare la percezione errata, ma diffusa e molto radicata nell’opinione pubblica, della realtà della chimica: una presenza così importante e pervasiva nell’ambito dell’economia regionale non si fonda su grandi impianti (e, di conseguenza, nell’immaginario collettivo, inquinanti e/o pericolosi) - peraltro quasi assenti in Lombardia - ma su centinaia di piccole e medie imprese diffuse capillarmente sul territorio. In definitiva in ambito nazionale la Lombardia è certamente il caso più rappresentativo ma tutta l’occupazione chimica in Italia, lungi dal concentrarsi solo attorno ai grandi poli chimici, deriva da una rete estesa di PMI che caratterizzano la struttura dell’industria italiana: i comuni con più di 100 addetti chimici sono ben 388 e sono certamente presenti massicciamente nell’Italia Settentrionale (225 nel Nord-ovest, 69 nel Nord-est) senza tuttavia dimenticare le non trascurabili presenze al Centro (53) e al Sud (41). La chimica in provincia di Bergamo La realtà chimica in provincia di Bergamo non si discosta molto dal quadro regionale e nazionale appena descritto; anche qui esiste un’ossatura composta da numerose PMI chimiche accanto a significative presenze di grandi industrie (da notare che nella classifica delle prime 30 aziende italiane per fatturato, figurano ben 5 imprese chimiche con più sedi in provincia alcune delle quali sono anche leader 39 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali nel proprio settore). La maggior parte delle aziende (80% circa) ha comunque meno di 50 dipendenti. Per quanto riguarda invece l’evoluzione storica del settore, i dati disponibili evidenziano come il comparto abbia registrato un trend senza evidenti flessione; in generale ha visto una leggera crescita e una sostanziale tenuta anche nell’ultimo periodo di difficile congiuntura economica. Nella Tabella seguente viene riportata la serie storica numerica per la provincia di Bergamo con il dettaglio dei singoli sottogruppi economici del comparto chimico. Elaborazione CCIAA Bergamo su dati ISTAT e dati ISTAT 2001 Lo stesso discorso può essere fatto anche per quanto riguarda l’occupazione nel settore in provincia di Bergamo; il numero di addetti, così come emerge dalla Tabella seguente: Il trend rappresenta una crescita costante (più che raddoppiati nel corso degli ultimi 30 anni), se si eccettua una lieve flessione verso la fine degli anni ’80. 40 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Elaborazione CCIAA Bergamo su dati ISTAT e dati ISTAT 2001 In definitiva dunque le piccole e medie imprese chimiche nella provincia di Bergamo rappresentano una componente quantitativamente e qualitativamente importante dell’intero comparto industriale locale, una realtà dinamica e capace di creare ricchezza e occupazione. A) La chimica in provincia di Varese Settore Chimico e Farmaceutico: 210 unità locali - 7.000 addetti. Specializzazioni: prodotti farmaceutici; prodotti chimici ad utilizzo industriale nei settori tessili; alimentare; carta; cuoio; etc; materie plastiche in forme primarie;vernici etc. I primi insediamenti produttivi della filiera chimica in provincia di Varese risalgono agli inizi del 1900 e sono per lo più legati a produzioni impiegate nei processi industriali delle imprese del territorio. La chimica nasce in provincia di Varese come chimica a supporto dell’economia del territorio e , questa vocazione, pur con le naturali evoluzioni è stata mantenuta nel tempo. La caratterizzazione della realtà varesina come realtà multidistretto ha fatto si che si sviluppassero produzioni chimiche destinate alle lavorazioni tessili, tintorie e candeggi, alle lavorazioni della pelle e del cuoio, per cui la realtà varesina era famosa nel mondo, alla lavorazione della carta, alla lavorazione delle plastiche, agli isolamenti degli elettrodomestici etc. Il settore chimico – farmaceutico costituisce una 41 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali della più importanti realtà produttive locali che comprende circa 210 unità locali e 7.000 addetti. All’interno della realtà industriale della provincia di Varese il chimico e farmaceutico offre complessivamente occupazione a circa il 5,6% degli addetti del settore manifatturiero. Varese costituisce un’importante realtà nel panorama nazionale: con una presenza del settore chimico e farmaceutico pari a poco più del 4%, in termini di addetti alle unità locali, una percentuale che supera il 5% nel caso del solo settore farmaceutico. La dimensione d’impresa è più elevata della media e si avvicina ai 30 addetti per impresa, contro i 15 del settore delle materie plastiche, va segnalata la presenza in provincia di numerose sedi di multinazionali estere che hanno scelto Varese per la propria localizzazione produttiva in Italia. B) La chimica nel Novarese La nascita della chimica novarese risale agli anni ’50 per merito di personaggi di spicco come Giacomo Fauser e Guido Donegani. Ad essi si deve la creazione di Istituti di ricerca importanti ed all’avanguardia. Si tratta, di un comparto che non ha seguito un modello originale di sviluppo e che, fino a non molti anni fa, poteva ancora definirsi di tipo prevalentemente periferico. Confrontando i dati relativi alla tipologia di produzione con quelli relativi alle localizzazioni produttive emerge chiaramente che il territorio novarese ha accolto singoli insediamenti piuttosto che poli industriali. Ancora oggi, delle circa 200 imprese chimiche attive all’interno del territorio della Provincia di Novara (Fonte CCIAA di Novara), non è dato rinvenire un vero e proprio distretto chimico-industriale. Tale dato troverebbe conforto anche nella recente delibera del Consiglio della Regione Piemonte con cui sono stati aggiornati i confini dei distretti industriali presenti nel territorio provinciale. Piuttosto, è corretto parlare di poli chimici con riferimento alle realtà presenti a Novara nel quartiere Sant’Agabio e a San Martino di Trecate. 42 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Da un lato non sono rispettati i parametri dimensionali comunemente utilizzati per definire un distretto industriale, dall’altro, pare troppo recente la volontà dei diversi attori di cooperare per lo sviluppo del territorio. Dal punto di vista della localizzazione, fatta eccezione per le due aree appena ricordate, dedite alla produzione di prodotti chimici di base inorganica e di altri prodotti chimici (classi ISTAT 24.13 e 24.66) non è consentito rinvenire zone di specializzazione produttiva tali da risultare fattori strategici a livello di sviluppo territoriale. Attualmente la posizione geografica strategica, la rilevante presenza di centri di ricerca d’eccellenza, oltre ad un sistema universitario in sensibile crescita, hanno consentito e consentono di credere nelle prospettive di sviluppo e rafforzamento del settore chimico novarese. Nell’ottica dello sviluppo si è insistito sul rafforzamento del distretto industriale inteso quale insieme di imprese, ciascuna specializzata in una particolare fase della produzione, in grado di competere e cooperare, creando esternalità positive nell’ambito del territorio in cui sono localizzate. La scelta di inserire la Provincia di Novara tra quelle coinvolte nel programma “Chimica 2000” promosso dall’Osservatorio per il settore chimico, va concepita come tentativo per far nascere e/o rafforzare sistemi integrati di piccole e medie imprese lungo uno snodo comunicazionale di rilevanza europea. Nell’esaminare il comparto chimico novarese pare utile puntare l’attenzione sulla qualità della ricerca, anche per meglio comprendere la bontà delle valutazioni sulle prospettive di crescita del settore. A dare valore aggiunto allo stesso, ancor prima della produzione industriale è proprio la ricerca. Molteplici indicatori economici inducono a ritenere per il prossimo anno la ripresa sarà contenuta. Nello specifico si tratta anche della tendenza dell’Euro, significativamente verificatasi da ultimo, ad apprezzarsi sui mercati 43 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali valutari, con conseguenze negative sulle esportazioni, della bassa dinamica del mercato interno e del minor sostegno della domanda estera. In base a tali prospettive ed in assenza di adeguati strumenti di politica industriale appare difficoltoso il mantenimento delle attuali posizioni di nicchia, soprattutto in un contesto di globalizzazione. Le politiche più recenti, volte a favorire la crescita e la competitività del comparto, insistono sulla valorizzazione del potenziale delle imprese di piccole e medie dimensioni mediante la creazione o il rafforzamento dei centri di ricerca, la disponibilità di infrastrutture, servizi, efficienti strutture distributive, oltre alla vicinanza ai mercati di sbocco e/o approvvigionamento. Nel caso di Novara e della sua Provincia il sostegno alle imprese passa necessariamente attraverso la promozione del territorio le cui attrattive emergono con evidenza pensando all’aeroporto internazionale di Malpensa 2000, al piano alta capacità, all’interporto logistico europeo, alla presenza del polo universitario, di quello scientifico e tecnologico e, non da ultimo, alla sua posizione strategica sulla direttrice Torino-Venezia e Genova-Gottardo. In estrema sintesi, il risanamento del settore chimico nella Provincia di Novara, che sta attraversando la medesima congiuntura evidente a livello di Sistema-Paese, passa necessariamente attraverso una decisamente maggiore integrazione delle imprese coinvolte nella filiera produttiva. C) Pisa Nei settori della chimica e della farmaceutica nella provincia di Pisa, operano imprese che vantano una tradizione storica nel territorio, unita all’elevata competenza nella produzione e nel marketing. Grazie ad una radicata cultura imprenditoriale, le relazioni fra grandi strutture e aziende di dimensioni più ridotte, alimentano un sistema di competenze tecnologiche notevoli, grazie al quale la produzione provinciale avanza sempre più nei mercati internazionali. 44 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Il settore della chimica conta un discreto numero di aziende distribuite fra produzione di prodotti chimici e fibre sintetiche, materie plastiche e gomma, lavorazione di metalli non metalliferi. Altrettanto consistente il comparto legato alla farmaceutica dove la presenza di alcune aziende (Abiogen Pharma, Istituto Gentili, Farmigea, Laboratori Baldacci, Laboratori Guidotti) assicura livelli qualitativi eccellenti e margini di crescita interessanti. La chimica dell’area pisana si basa principalmente sulla chimica farmaceutica la quale assorbe un certo numero di addetti soprattutto laureati provenienti dall’università di Pisa. Le imprese farmaceutiche oltre ad essere quelle che hanno maggiori dimensioni sia per fatturato che per numero di addetti sono anche quelle che hanno uno stretto rapporto di collaborazione con l’università di Pisa soprattutto con la facoltà di Farmacia e con il dipartimento di Chimica e Chimica industriale. 45 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 2.2.8. Problemi aperti Un recente studio11 ha realizzato interviste ad imprenditori del settore e, in estrema sintesi, i punti di forza emersi sono sostanzialmente i seguenti: • elevata capacità da parte del sistema produttivo locale di innovare e di essere flessibili di fronte al mercato sia attraverso un ampliamento o un riorientamento della gamma di prodotti offerti sia a livello organizzativo e gestionale; • la presenza di alcuni comparti con interessanti prospettive di sviluppo (come la chimica fine e i composti); • mentre i punti di debolezza principali sono considerati essere: • la difficoltà di “identificazione” del prodotto chimico nei confronti della popolazione; • l’immagine storicamente “negativa” dell’industria chimica; • la comparsa di nuovi competitor e di nuove esigenze nel rapporto con il cliente. Il rapporto con il contesto territoriale si presenta come conflittuale da almeno due punti di vista: • nei confronti delle pubbliche amministrazioni non solo locali; • nei confronti della popolazione. In stretto collegamento con una decrescente attrattività dell’industria a livello locale, si riscontra in ambiti sempre più ampi una scarsa propensione dei giovani al lavoro nell’industria e, in misura forse ancora maggiore, nell’industria chimica. Gli imprenditori chimici segnalano, infatti, una difficoltà a reperire adeguate risorse umane sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo. Un altro aspetto che è stato identificato come particolarmente critico per l’area bergamasca riguarda l’adeguatezza della dotazione 11 Studio di settore sulla chimica bergamasca Unione degli Industriali della Provincia di Bergamo Gruppo Industriali Chimici Bergamo, gennaio 2005 46 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali infrastrutturale territoriale, intesa nel duplice senso di mancanza di aree per lo sviluppo industriale e di carenza del sistema dei trasporti. Nel primo caso la criticità è rappresentata sia da un vincolo fisico all’espansione delle dimensioni aziendali, sia dall’impossibilità di creare “poli” chimici, tecnologici o comunque aree attrezzate all’insediamento industriale che possano permettere alle imprese che vi si collocano una gestione efficiente ed economicamente conveniente di alcuni servizi (in particolare i servizi ambientali, come la depurazione dei reflui e lo smaltimento dei rifiuti). Il secondo aspetto segnalato riguarda le carenze del sistema di trasporto in provincia di Bergamo, che obbligano le imprese ad effettuare trasporti prevalentemente su gomma e utilizzando arterie stradali gravemente congestionate e in alcuni casi vicine al collasso. A fronte delle criticità emerse nelle interviste, sono state individuate e discusse all’interno del Direttivo Chimici dell’Unione degli Industriali della provincia di Bergamo alcune linee d’azione che dovrebbero contribuire ad affrontare in modo positivo alcuni dei problemi emersi nel corso delle interviste. Sostanzialmente gli attori locali propongono di intervenire su: A) Comunicazione Come si è avuto modo di accennare l’accettabilità sociale delle industrie chimiche in provincia di Bergamo è piuttosto bassa. Questo fenomeno trova le sue radici nell’immagine spesso distorta che il pubblico ha della chimica e in particolare dei prodotti chimici. A cascata questo si riflette sull’opposizione della popolazione e, quindi, degli enti locali a nuovi insediamenti chimici o anche solo all’ampliamento degli esistenti e si riflette altresì sulla scarsa disponibilità dei giovani ad accettare un impiego nell’industria chimica. 47 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali B) Certificazione Ogni campagna di comunicazione soprattutto se di origine unilaterale (chi comunica parla di se stesso) genera un’esigenza di credibilità dell’informazione fornita. Questo problema, di non secondaria importanza, può essere superato grazie alla presenza di una terza parte che fornisca un punto di vista qualificato e indipendente e possa quindi prestare una sorta di garanzia rispetto alla veridicità e all’attendibilità delle informazioni trasmesse, permettendo una comunicazione di maggiore efficacia. Questo risultato potrebbe essere innanzitutto raggiunto attraverso un’iniziativa specificamente mirata alle imprese del settore chimico di promozione delle diverse forme di certificazione ambientale e di sicurezza esistenti (la nuova edizione della ISO 14000, EMAS II, OHSAS 18000, certificazioni di prodotto, ecc.) soprattutto attraverso la presentazione di approcci metodologici semplificati e l’illustrazione di casi concreti di successo. C) Formazione L’importanza del ruolo della formazione è stata più volte sottolineata nei confronti di almeno due tipologie di soggetti: la scuola e la pubblica amministrazione. Come accennato, infatti, gli imprenditori lamentano la lontananza del mondo della scuola dalle esigenze delle imprese. Si tratta di un aspetto che, pur essendo stato affrontato negli ultimi anni, non ha ancora dato i risultati potenzialmente raggiungibili. D) Servizi alle imprese Il settore chimico, molto più di altri settori merceologici, raggruppa imprese sostanzialmente diverse tra loro, non tanto per dimensione, quanto per la tipologia dei processi utilizzati, le caratteristiche dei prodotti, il grado di pericolosità delle attività, le tipologie di impatto sull’ambiente, le modalità di relazione con il mercato finale. 48 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Questa notevole varietà si traduce nella difficoltà di identificare azioni di supporto alle imprese chimiche in generale e nella corrispondente opportunità di creare una forma di interfaccia tra le imprese e il mondo della consulenza cui si rivolgono abitualmente in particolare le piccole e medie imprese chimiche per svolgere attività non abituali legate, per esempio, ad adempimenti normativi, aggiornamenti legislativi e tecnici oppure alla verifica di nuove opportunità commerciali, in particolare all’estero. Un contributo importante in questo senso può essere fornito dalle strutture gravitanti attorno all’Unione (Servizi Industriali, Servitec, Assist) dedicate al supporto alle imprese proprio in quegli ambiti in cui maggiore è l’esigenza delle imprese di disporre di professionalità qualificate, aggiornate e a costi sostenibili. Sulla base delle specifiche esigenze manifestate dalle imprese del settore chimico, si potrebbe pensare alla creazione di veri e propri “pacchetti” di servizi espressamente rivolti a questo settore o a suoi specifici comparti i cui contenuti potrebbero essere individuati e messi a punto con l’ausilio degli imprenditori coinvolti nelle attività del Gruppo. E) Semplificazione Un ulteriore ambito di attività si riferisce a quella che tutti gli intervistati hanno identificato come una delle criticità principali nell’operatività quotidiana e, in particolare, in occasione di rinnovi di autorizzazioni o richieste di nuove autorizzazioni: l’inefficienza e la lentezza della macchina burocratica e amministrativa pubblica. Ad oggi l’incertezza nell’interpretazione delle norme e nella gestione della tempistica “costringono” gli imprenditori ad agire non sempre in modo consapevole in zone di non completa legalità. Una proposta emersa da alcune interviste è quella di valutare la creazione di un tavolo di lavoro tra i principali stakeholder (imprenditori chimici, Unione Industriali, rappresentanti dei diversi livelli ed enti della pubblica amministrazione), che studi le possibilità di semplificazione amministrativa possibili e sperimentabili in ambito locale. 49 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 3. IL SETTORE FARMACEUTICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO 3.1 Principali caratteristiche del settore farmaceutico Il settore farmaceutico italiano, per le caratteristiche dei beni prodotti e per la natura dei legami intercorrenti fra i numerosi agenti coinvolti (imprese farmaceutiche, Sistema Sanitario Nazionale, ordine dei medici e dei farmacisti, pazienti), si differenzia notevolmente dagli altri settori industriali e presenta particolarmente complesso. un meccanismo di funzionamento L'elemento che maggiormente differenzia il funzionamento dell'industria farmaceutica dagli altri settori industriali è l'estesa presenza dell'intervento pubblico, che incide in svariate forme sia sull'offerta che sulla domanda farmaceutica. Sotto il profilo della struttura di mercato, il settore farmaceutico presenta, in Italia come altrove, almeno altre due interessanti caratteristiche: a) un elevato grado di internazionalizzazione delle imprese, derivante principalmente dalla sostanziale omogeneità dei bisogni sanitari a livello internazionale e dalla necessità dei prodotti farmaceutici per essere fonte di profitti - di avere un mercato di dimensioni internazionali; b) un grado di concentrazione relativamente basso se misurato nell'insieme del settore (la quota delle prime cinque imprese non supera il 20% del fatturato), ma che diventa più elevato se misurato per singola specialità terapeutica. Il settore farmaceutico è caratterizzato, infine, dall'esistenza di molteplici forme di cooperazione fra le imprese. La collaborazione ha luogo, tanto nella fase iniziale di ricerca e sviluppo, che in quella finale della distribuzione e commercializzazione dei prodotti. 50 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Per quel che attiene il primo aspetto, si osserva che nell'industria farmaceutica i costi e i rischi associati ai progetti di ricerca e sviluppo risultano particolarmente elevati. Da un lato, infatti, circa il 90% della spesa in ricerca è finanziata con fondi interni delle imprese, dall'altro, solo 1-2 delle 10.000 sostanze sintetizzate dall'industria diventano prodotti immessi sul mercato. Per permettere di intraprendere iniziative altrimenti non realizzabili, risulta, pertanto, necessaria la diffusione di forme di condivisione dei programmi di ricerca. Per quanto riguarda il secondo profilo, le imprese farmaceutiche si scambiano frequentemente licenze e stipulano accordi di distribuzione con o senza esclusiva. Tali accordi sono in genere posti in essere al fine di superare gli ostacoli di entrata esistenti in mercati nazionali caratterizzati da una stringente regolamentazione e di garantirsi, in tempi relativamente brevi, sbocchi di mercato sufficientemente ampi. 3.2 3.2.1 La struttura del settore L'offerta A) Le imprese L’Italia nel 2004 risulta il quinto produttore farmaceutico mondiale con 911 imprese farmaceutiche che vantano più di 70.300 addetti e un fatturato di circa 12 miliardi di euro, e la dimensione media aziendale appare simile a quella dei maggiori paesi avanzati. L’Italia è anche il terzo mercato europeo del biomedicale, (pari all’11% del totale) con più di 18.800 aziende, che hanno più di 51.000 addetti e un fatturato complessivo di circa 6,1 miliardi di Euro. Il Lazio è al secondo posto in Italia, dopo la Lombardia, per numero di industrie e di addetti in questi due settori e al primo posto per la loro incidenza sul totale dell’industria. 51 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Sempre nel 2004 sono state rilevate in Italia 258 imprese con laboratorio per la produzione di specialità per uso umano, a fronte delle 570 operanti nel 1992 (595 nel 1972 e 395 nel 1982). La riduzione del numero di aziende, verificatasi con regolarità nel corso dell'ultimo trentennio, non è stata in genere interpretata con preoccupazione, bensì come fenomeno fisiologico di uscita dal mercato di imprese marginali. Occorre rilevare, inoltre, che nell'ambito delle prime 20 imprese del settore operanti in Italia, che detengono complessivamente circa il 45% del mercato, solo tre, che rappresentano circa il 10% del mercato, sono sotto il controllo del capitale italiano. Il sistema produttivo locale del chimico-farmaceutico del Lazio meridionale, che presenta una importante specializzazione, costituisce uno dei sistemi con maggiori prospettive di crescita, sia per le dinamiche del settore, sia per le caratteristiche strutturali delle imprese. In soli cinque anni, infatti, le esportazioni dei prodotti chimicofarmaceutici nelle tre province interessate dal sistema produttivo esaminato (RM, LT FR), hanno registrato un significativo aumento passando da quasi 4 a quasi 6 miliardi di euro. Tale risultato è stato reso possibile dalla presenza di importanti aziende nazionali e multinazionali del settore stabilmente radicate nel tessuto socio-economico locale, accanto a quella di numerose piccole e medie imprese. Il sistema del chimico-farmaceutico risulta particolarmente esteso, essendo costituito da due comprensori omogenei localizzati rispettivamente sull’asse Latina-Pomezia e su quello Frosinone-Anagni, che interessa 15 comuni prevalentemente di grandi dimensioni, dei quali 7 della provincia di Frosinone, 5 di quella di Latina e 3 di quella di Roma; nel complesso si tratta di un’area con quasi mezzo milione di abitanti e oltre 41 mila imprese attive. Relativamente al solo settore chimico-farmaceutico si rileva la presenza di oltre 250 imprese, all'interno delle quali sono impegnati oltre 18 mila addetti, con un indice di specializzazione pari al 32%. 52 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Le 253 imprese attive nei tre comparti che costituiscono il sistema produttivo locale del chimico-farmaceutico nell'area considerata, rappresentano il 5,37% delle aziende manifatturiere locali; tra queste oltre al metà (139 in termini assoluti) è impegnata nella lavorazione della gomma e materie plastiche, una quota molto elevata nei prodotti chimici e nelle fibre sintetiche e artificiali (106 aziende pari al 40%) e 8 nel petrolchimico. Nonostante la contenuta numerosità, il settore del chimico farmaceutico assume un ruolo molto importante in termini economici e occupazionali, in considerazione delle dimensioni delle aziende impegnate e degli effetti diretti e indotti sull'intero sistema economico. I dati disponibili a livello provinciale rilevano, infatti, per le tre province coinvolte (Frosinone, Latina e Roma) un peso del settore sull'intero manifatturiero pari al 3,7% in termini di unità locali, che sale al 17,4% dal punto di vista degli addetti. All'interno del settore, infatti, in ciascuna unità locale sono impiegati in media 29,1 lavoratori, a fronte dei 6,2 relativi all'intero settore manifatturiero dell'area. La presenza di alcune grandi imprese ha dato continuo impulso all'insediamento di nuove realtà imprenditoriali che si sono localizzate sul territorio per beneficiare degli effetti diretti e indotti del settore chimicofarmaceutico. Si tratta, quindi, di un'area a forte vocazione industriale e, più in generale/ per l'attività di impresa. Relativamente al primo aspetto le aziende manifatturiere rappresentano l'11,5% del tessuto produttivo locale a fronte del 9,3% a livello regionale, mentre per quanto riguarda la propensione all'attività di impresa nell'area si registra la presenza di 83,1 aziende attive ogni 100 abitanti a fronte delle 76,9 nel Lazio (escluso il comune di Roma). Dalla distribuzione delle imprese per settore di attività è possibile rilevare nell'area appartenente al distretto, accanto alla elevata vocazione manifatturiera, una più alta presenza di aziende in settori strategici per l'economia del territorio, quali le attività di trasporto, magazzinaggio e comunicazione (4,4% a fronte del 3,7% regionale), di 53 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali intermediazione monetaria e finanziari a (2,9% contro il 2,2% laziale) e in particolare delle attività immobiliari, di noleggio, informatica e ricerca, la cui incidenza (9,3%) risulta nettamente superiore a quella media regionale (6,5%). In direzione opposta, si rileva una minore concentrazione di imprese in settori più tradizionali, quali l’agricoltura (16,7% contro il 21,6% regionale), l’edilizia (14% e 16,3%) e la ricettività turistica (5% e 5,5/). B) I prodotti Il processo di razionalizzazione dell'offerta che ha caratterizzato il settore farmaceutico italiano non ha comportato solamente una riduzione del numero delle imprese, ma anche una diminuzione del numero dei farmaci sul mercato. Nel periodo 1974-2004, il numero delle specialità medicinali e delle confezioni in commercio è diminuito rispettivamente del 47% (passando da 12.972 a 4.190) e del 68% (da 26.677 a 8.007). Tale riduzione, riscontrabile in misura minore anche negli altri maggiori paesi, deriva principalmente dalla eliminazione ufficiale dal mercato di specialità ormai obsolete, e terapeuticamente superate. I prodotti farmaceutici per uso umano sono formulati a base di principi attivi, aventi efficacia terapeutica riconosciuta dal Ministero della Sanità, vendibili di norma dietro prescrizione medica. Le specialità medicinali sono vendute in varie forme (capsule, fiale, ecc.) e contengono in genere diversi dosaggi del principio attivo. Anche il numero di pezzi per confezione è variabile. Secondo la più recente normativa, le specialità medicinali sono classificabili in quattro categorie di prezzi, corrispondenti a categorie di farmaci chiaramente individuate dalla legge. All’origine del sistema dei prezzi italiano va posta la classificazione in “fasce di rimborsabilità” dei farmaci disposta dalla legge 537/93 (GU 28/12/93): in questa norma viene stabilita la suddivisione, tuttora vigente, tra farmaci totalmente rimborsati al paziente dal Servizio Sanitario Nazionale (detti “di classe A”, o “H” se totalmente rimborsati ma 54 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali disponibili solo a livello ospedaliero), farmaci parzialmente rimborsati (“di classe B”) e farmaci totalmente a carico del paziente (“di classe C”). Questa suddivisione tra farmaci rimborsati e non, pur se modificata dalle recenti disposizioni che hanno profondamente rivisto la classe B, è tuttora vigente: al di là dell’ovvio impatto sul paziente, la classificazione dei farmaci ha un’implicazione (già delineata in questa norma) circa il sistema di fissazione del prezzo, che prevede un prezzo massimo fissato per legge soltanto per i farmaci rimborsati totalmente o parzialmente dal Servizio Sanitario Nazionale.- farmaci mutuabili, inclusi nel Prontuario del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.); L'inclusione o meno nel Prontuario assume un'importanza vitale per le imprese. La nuova classificazione dei farmaci mutuabili, in vigore dal gennaio 1994, sta modificando in misura sostanziale la posizione di numerose imprese. Il decreto legislativo 539/92 disciplina le modalità di acquisizione dei farmaci, con o senza ricetta, a seconda della loro sicurezza. I farmaci non soggetti a prescrizione non devono presentare pericoli rilevanti per la salute in condizioni normali di utilizzo, né contenere sostanze ancora poco conosciute nei loro effetti, né possono essere somministrabili per iniezione muscolare o endovenosa. Tra i medicinali non soggetti a prescrizione medica, la legge individua poi il sottogruppo dei medicinali da automedicazione (detti anche "da banco"), definiti come quei medicinali che, per la loro composizione e il loro obiettivo terapeutico, sono concepiti e realizzati per essere utilizzati senza intervento di un medico (se necessario, con il consiglio del farmacista) per la diagnosi, la prescrizione o la sorveglianza nel corso del trattamento. Contrariamente a quanto avviene nei Paesi anglosassoni, in Italia, i medicinali da banco devono essere venduti esclusivamente in farmacia. In Italia, il ricorso all'automedicazione, circa il 7-8% della spesa totale per farmaci, è generalmente inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei, dove si aggira attorno al 15%. 55 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Un'importante categoria di medicinali è costituita dai farmaci cosiddetti generici. Il farmaco generico è quello che, una volta scaduto il brevetto originale, viene prodotto da aziende diverse e venduto senza un marchio commerciale, con il nome del principio attivo. Per essere definito generico, il farmaco deve essere esattamente equivalente al medicinale "copiato" (deve contenere lo stesso principio attivo). La procedura di registrazione dei farmaci generici è più semplice perché, la loro validità terapeutica brevettazione. è già dimostrata al momento della L'Italia è uno dei Paesi leader nella produzione di farmaci generici, anche se fino ad oggi il mercato interno non si è sviluppato. Il fatturato dei produttori italiani di principi attivi ha raggiunto, nel 2003, i 2.800 milioni di Euro, l'80% dei quali dovuto alle esportazioni. C) La produzione farmaceutica La produzione industriale del comparto farmaceutico ha registrato nel 2004 (valori medi) una crescita pari al 3,4% rispetto al 2003. Il valore però va approfondito, poiché l’andamento nella prima parte dell’anno, molto interessante e positivo, differisce profondamente rispetto alla seconda parte di tipo negativo. In pratica, l’andamento della produzione dei medicinali segue il medesimo andamento della produzione industriale, un andamento interessante nel primo semestre del 2004 e un successivo calo nella seconda parte del 2004. 56 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005) E’ stato inoltre approfondito il tasso di variazione del fatturato (exfactory) delle imprese del farmaco, associandolo al tasso della produzione industriale al fine di fotografare l’andamento gli scostamenti differenziati (indirettamente tale differenza misura – con un gap di qualche mese – il grado di utilizzazione degli impianti). Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005) 57 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 3.2.2 La domanda Lo studio della domanda dei farmaci assume particolare rilievo in ragione del suo peculiare meccanismo di funzionamento e dell'elevato valore sociale di questi beni12. I farmaci sono beni essenziali con scarsa elasticità rispetto al prezzo e al reddito. L'anelasticità della domanda farmaceutica deriva sia dalla natura primaria del bene sia dal fatto che è lo Stato a finanziare quasi interamente l'acquisto dei prodotti farmaceutici. Inoltre, a differenza di quanto avviene per altri beni, la domanda di farmaci (intesa come scelta del prodotto da acquistare) non proviene né dal soggetto che materialmente compie l'atto del consumo (il paziente), né da quello che effettua il pagamento (il Servizio Sanitario Nazionale). Infatti, la vendita della maggior parte delle specialità farmaceutiche è subordinata all'emissione di una ricetta da parte del medico il quale, in definitiva, è l'unica persona abilitata a decidere quale farmaco il paziente deve consumare tra quelli in commercio. A) I consumi complessivi Nel periodo 1974-2004, vi è stato complessivamente un aumento delle quantità di farmaci consumati. L'incremento netto è dovuto a una sostenuta dinamica del periodo 1974-78 (il tasso di variazione medio annuo è pari a 3,8%), che precede la nuova politica sui consumi farmaceutici intrapresa con la nuova riforma sanitaria del 1978. Nel periodo successivo (1979-04), si è invece avuto un tasso di variazione medio annuo negativo. 12 Farmindustria – Scenari per il settore Farmaceutico - 2005 58 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali B) La domanda pubblica La funzione di controllo sulla composizione della domanda si esplica principalmente attraverso l'inclusione del medicinale nel Prontuario Terapeutico. Ciò rende possibile l'acquisto del prodotto farmaceutico con il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale. Tale possibilità risulta cruciale per il successo commerciale di un prodotto, poiché il Sistema Sanitario rappresenta il maggiore acquirente di farmaci. La domanda pubblica, pari a circa 6.000 miliardi di Euro nel 2004, costituisce la componente di gran lunga più importante della spesa complessiva farmaceutica italiana (circa il 59% del totale). C) L'intervento pubblico nel settore In ragione delle caratteristiche specifiche del settore sopra delineate, la produzione e la vendita dei farmaci vengono assoggettate ad un consistente intervento regolamentatore pubblico nelle diverse fasi di ricerca, sperimentazione, sviluppo, produzione, promozione e commercializzazione dei prodotti farmaceutici. Gli strumenti principali di questi interventi sono: a) la normativa sulla brevettazione; b) il controllo delle fasi di sperimentazione di nuovi prodotti e l'obbligatorietà della registrazione prima dell'introduzione del medicinale sul mercato; c) il controllo della qualità della produzione; d) il controllo e il finanziamento della domanda tramite il Sistema Sanitario Nazionale e l'inclusione dei medicinali nelle varie categorie del prontuario farmaceutico; e) la determinazione o il controllo dei prezzi delle specialità medicinali; f) la disciplina dell'informazione scientifica. 59 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali D) La spesa farmaceutica Nel 2004 la spesa farmaceutica (al netto del ticket e dello sconto obbligatorio farmacie) è stata pari a 11.982,00 mln. di € con un incremento netto pari a 885,00 mln. di €. In termini percentuali la variazione è stata dell’8%. Il grafico illustra come il tasso di variazione del mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente abbia avuto un andamento non regolare con picchi positivi ad aprile 2004 (+18,4%) e negativi a ottobre (-0,3%). Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005) Va evidenziato comunque un contenimento rispetto al valore previsto a novembre (quando si ipotizzava una crescita di poco superiore ai 12.000 mln. di €) associato a un contenimento della crescita della spesa farmaceutica privata (182,73 mln. di €, pari al -2,6%). L’incremento positivo della spesa pubblica nel 2004 si spiega con gli incrementi dei consumi (a fronte di una riduzione dei prezzi e l’azione del cut-off) che hanno agito sulla leva dei consumi. Infatti le ricette sono aumentate, incidendo per il 6,8% dell’aumento, l’effetto mix ha inciso per il 3,1% a fronte di una riduzione dell’1,9% dei prezzi dei medicinali al pubblico. 60 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Vanno poste alcune considerazioni sulla spesa privata. L’Italia, con una copertura pubblica del 64,0% dell’intera spesa farmaceutica, si pone su un livello medio-basso rispetto agli altri Paesi europei. E’ interessante associare i tassi di variazione della spesa farmaceutica pubblica e della spesa farmaceutica complessiva con l’andamento del PIL. Infatti, un fenomeno riscontrabile in tutti i Paesi è come la spesa farmaceutica abbia tassi di incremento superiori al PIL, fenomeno che si estende a tutta la spesa sanitaria, a dimostrazione che a crescere della ricchezza (sia prodotta ma anche disponibile) cresce in maniera più che proporzionale la quota dirottata verso la sanità e il farmaco. Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005) L’Italia pur seguendo questo fenomeno presenta andamenti di gran lunga più contenuti rispetto ad altri Paesi europei. Questo fenomeno in realtà fotografa un secondo tipo di problematica: ossia la struttura molto rigida della composizione delle spese per il welfare. 61 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Il fatto di avere ben rigida la quota destinata alle spese previdenziali (e pressoché nulle quelle per l’assistenza sociale) non lascia grandi spazi per la crescita della spesa sanitaria. Inoltre, entrando nel merito della composizione della spesa sanitaria, va registrato come le quote percentuali destinate alla farmaceutica si siano ormai da anni sostanzialmente stabilizzate. Tabella 2. Italia – Tassi di incremento della spesa sanitaria pubblica e della spesa farmaceutica pubblica rispetto all’anno precedente Fonte: Elaborazione da RGSEP 3.2.3 Interventi che influenzano l'offerta A) La brevettazione L'assenza di protezione brevettuale fino al 1978 ha comportato numerosi effetti sull'industria farmaceutica italiana. Da un lato, ha certamente scoraggiato l'attività di ricerca, svolta soprattutto dalle imprese straniere, che, prive della tutela concessa 62 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali all'appropriabilità della conoscenza, non sono state incentivate a sviluppare i propri programmi di ricerca in Italia. D'altra parte, proprio l'assenza di protezione brevettuale e, quindi, la possibilità di imitare liberamente anche i farmaci dotati di copertura brevettuale all'estero, ha favorito lo sviluppo delle imprese italiane operanti esclusivamente sul mercato interno. L'introduzione della copertura brevettuale ha, pertanto, garantito alle imprese, italiane ed estere, uguali condizioni di appropriabilità dell'innovazione, incentivando in tal modo gli investimenti in ricerca. L'estensione dei brevetti ai farmaci in Italia è stata comunque tardiva e non ha consentito alle imprese nazionali di recuperare il ritardo accumulato nel campo della ricerca farmacologica rispetto alle imprese appartenenti ai grandi gruppi internazionali. B) L'introduzione di nuovi farmaci sul mercato Uno degli aspetti più importanti dell'intervento pubblico nel settore dei farmaci è costituito dall'obbligo imposto alle imprese produttrici di ottenere la registrazione per i nuovi medicinali, prima della loro immissione sul mercato. La procedura di registrazione dei farmaci è molto lunga e complessa in quanto richiede: lo svolgimento di test clinici preregistrazione e determinati requisiti del prodotto. In media, un farmaco ha, prima della registrazione, una vita di circa dieci anni, nel corso dei quali vengono effettuate delle sperimentazioni volte a determinarne la sicurezza e l'efficacia. Solo i farmaci che possiedono determinati requisiti possono richiedere la registrazione. Dopo la presentazione della documentazione completa, i tempi necessari per ottenere la registrazione da parte del Ministero della Sanità variano tra i due e i tre anni. Si tratta comunque di un periodo più lungo di quello prevalente in alcuni Paesi quali la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Svizzera, 63 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali che impiegano, in media, meno di un anno per concedere la registrazione. Il periodo di validità della registrazione è, nella maggiore parte dei Paesi europei di circa cinque anni. Allo scadere del periodo di validità, qualora l'impresa farmaceutica ritenga che il suo prodotto sia ancora valido dal punto di vista commerciale, può chiederne il rinnovo della registrazione, presentando un'adeguata documentazione scientifica che attesti la sussistenza delle condizioni richieste per il mantenimento della registrazione. Il rinnovo viene concesso se non sono stati introdotti, nel frattempo, farmaci analoghi, ma con maggiori garanzie di sicurezza e di efficacia. 3.2.4 Gli interventi che influenzano la domanda Gli interventi regolatori pubblici finora analizzati influenzano l'offerta dei prodotti farmaceutici. Dal lato della domanda, lo Stato interviene nel mercato dei farmaci principalmente attraverso il controllo ed il finanziamento della domanda e la determinazione dei prezzi dei prodotti farmaceutici. A) Il controllo ed il finanziamento della domanda Una prima forma di controllo sulla composizione della domanda avviene tramite l'obbligo della prescrizione medica per l'acquisto delle specialità etiche, al fine di evitare eccessi nell'utilizzo dei medicinali. La seconda forma di controllo avviene con l'individuazione dei diversi prodotti da porre a carico, totale o parziale, del Servizio Sanitario Nazionale. In tal caso, il principale compito dell'operatore pubblico è quello di predisporre una lista di farmaci (il cosiddetto Prontuario Terapeutico), per i quali lo Stato è disposto ad assumersi l'onere del costo, qualora questi siano prescritti dal medico all'interno del Sistema Sanitario Nazionale. Attualmente l'organismo preposto alla individuazione delle specialità medicinali rimborsabili interamente o parzialmente dallo Stato 64 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali è rappresentato dalla Commissione Unica del Farmaco (CUF), istituita con decreto legislativo 30 giugno 1993 n. 266. Principale compito della CUF è quello di definire una lista di specialità medicinali, di comprovato valore terapeutico e per patologie rilevanti, raggruppate per principi attivi e/o analoga efficacia terapeutica. Gli interventi della CUF hanno determinato l'eliminazione dal PTN e la diversa classificazione di un gran numero di specialità farmaceutiche. B) Il controllo dei prezzi Il meccanismo di determinazione dei prezzi delle specialità medicinali è stabilito sulla base delle indicazioni contenute nella legge 24 dicembre 1993, n. 537, recante "Interventi correttivi di finanza pubblica". In particolare l'articolo 8 della legge citata segna il passaggio, a decorrere dal 1 gennaio 1994, da un regime di amministrazione dei prezzi dei prodotti farmaceutici ad un regime di sorveglianza. Per quanto concerne le modalità di funzionamento del nuovo regime, il medesimo articolo precisa che i prezzi delle specialità farmaceutiche "non possono superare la media dei prezzi risultanti per prodotti similari e inerenti al medesimo principio attivo nell'ambito della Comunità europea; se inferiori, l'adeguamento alla media comunitaria non potrà avvenire in misura superiore al 20% annuo della differenza". 3.2.5 Conclusioni L'industria farmaceutica sta attraversando un profondo processo di razionalizzazione e ristrutturazione del sistema produttivo, che sembra, peraltro, essersi intensificato a seguito dei recenti interventi normativi. Tali interventi hanno modificato radicalmente i criteri di gestione del Sistema Sanitario Nazionale per ciò che concerne i farmaci, incidendo in maniera significativa sul volume e sul valore dei prodotti farmaceutici commercializzati nel nostro Paese. 65 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Dall'analisi preliminare delle principali caratteristiche del settore farmaceutico, sembrano emergere alcuni aspetti meritevoli di approfondimento in relazione sia ai comportamenti adottati dalle imprese del settore, sia ai provvedimenti di legge o amministrativi di carattere generale. Per quanto concerne il primo profilo, assumono rilevanza le questioni attinenti alle modalità di fissazione dei prezzi delle specialità medicinali nei settori liberalizzati, con particolare riguardo ai farmaci da banco e, più in generale, alle modifiche strutturali e comportamentali delle imprese, anche a seguito delle modifiche normative, tuttora in atto, nel settore. L'industria farmaceutica è, inoltre, caratterizzata, sia a livello nazionale che internazionale, da un'intensa e diffusa attività cooperativa fra le imprese, finalizzata a sfruttare le possibilità di integrazione tecnologica, produttiva e commerciale. Tali accordi, ed in particolare lo scambio di licenze e gli accordi di distribuzione, che caratterizzano in modo ampio e diffuso i rapporti tra le imprese, potrebbero, per taluni aspetti, essere suscettibili di restringere la concorrenza. In altri termini, data la particolare struttura di mercato del settore in esame, clausole come la fissazione del prezzo, la ripartizione dei mercati o della clientela, le limitazioni in capo al licenziatario dei propri diritti riguardanti invenzioni di applicazione o di perfezionamento dei brevetti oggetto della licenza, potrebbero risultare in contrasto con le norme contenute nella legge n. 287/90. In relazione al profilo normativo, risultano meritevoli di particolare attenzione gli aspetti relativi, in primo luogo, all'assenza di canali distributivi alternativi alle farmacie per i prodotti da banco, suscettibile di alterare in modo significativo la dinamica concorrenziale, in un ambito nel quale l'intervento pubblico volto alla tutela della salute non rileva o rileva in misura limitata. In secondo luogo, l'esistenza di margini di utile fissi riconosciuti alla distribuzione, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei, potrebbe sottrarre la sfera produttiva e distributiva al gioco della 66 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali concorrenza, senza apparenti e giustificate ragioni. In terzo luogo, in considerazione del ruolo concorrenziale svolto dai farmaci generici negli altri paesi europei, meritevoli di approfondimento appaiono le ragioni della scarsa diffusione sul mercato nazionale di tali prodotti, nonostante l'elevata produzione interna degli stessi. 67 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 4. LE BIOTECNOLOGIE 4.1 Biotecnologie in Italia In considerazione dei recenti orientamenti emersi dai comparti industriale e della ricerca dei due settori oggetto della presente analisi, e recepiti dal sistema legislativo ed amministrativo nazionale, nell’ambito dello studio in corso appare opportuno aprire una finestra sull'industria biotecnologica13 nazionale, sviluppatasi utilizzando il patrimonio di conoscenze, e spesso le strutture, degli originari settori chimico e farmaceutico analizzati, e che va assumendo una connotazione autonoma ed una rilevanza prioritaria quale settore di punta nel panorama tecnologico, produttivo e persino strategico a livello internazionale. I progressi della ricerca di base, associati alla necessità di una impostazione interdisciplinare delle problematiche emerse in vari settori (biomedico, clinico, energetico, agro-alimentare ed ambientale) hanno contribuito, al potenziale strategico ed innovativo delle biotecnologie, destinate ad assumere una funzione chiave nello sviluppo di vari settori trainanti dell'economia. Le biotecnologie rappresentano il risultato dell'integrazione tra alcune discipline fondamentali della ricerca: chimica, biochimica, microbiologia, genetica, biologia molecolare e cellulare, enzimologia ed immunologia. Offrono un potenziale apparentemente illimitato di innovazione in molti e diversi settori applicativi, sia per quanto riguarda le produzioni industriali ed agricole, sia per il controllo di qualità e la ricerca, permettendo: • nella cura della salute, di disporre di nuovi farmaci, di vaccini, di nuove terapie, di nuovi strumenti diagnostici; 13 Definizione della Convenzione sulla Diversità Biologica UN: "La biotecnologia è l'applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico". 68 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • in agricoltura, di migliorare le coltivazioni, rendendole resistenti a malattie e parassiti, o capaci di crescere in condizioni climatiche difficili; • nel risanamento ambientale, le biotecnologie possono essere impiegate per smaltire rifiuti, depurare acque contaminate, risanare habitat contaminati; • nei processi industriali, le biotecnologie trovano impiego nella realizzazione di enzimi per l'industria alimentare, chimica, tessile, conciaria, della carta. In tutti i paesi tecnologicamente avanzati si è avvertita, quindi, la necessità di potenziare e/o creare ex novo capacità di ricerca biotecnologica. L'Italia marca su questo terreno un ritardo notevole, ma è anche vero che disponiamo di eccellenti attività di ricerca, che, opportunamente valorizzate e coniugate alla notevole flessibilità che caratterizza la struttura industriale italiana, possono portare il Paese a essere competitivo sul mercato internazionale delle biotecnologie. Il MISE, convinto della necessità di disporre di un robusto tessuto di piccole imprese biotecnologiche di elevato livello scientifico e tecnico integrate nel sistema produttivo e di ricerca, intende continuare a favorirne la nascita e la crescita. A tal fine, l'Osservatorio per il Settore Chimico, ha avviato, per il 2003, un progetto volto a favorire lo sviluppo di imprese biotecnologiche sul territorio nazionale. Tale progetto prevedeva un’analisi del settore per individuare i punti di forza e di debolezza delle imprese e le modalità di valorizzazione delle potenzialità individuate; studi di fattibilità diretti a individuare in alcune aree chimiche, già destinatarie degli interventi dell'Osservatorio, la fattibilità di nuove iniziative produttive; cluster event mirati e attività promozionali per favorire l'incontro tra potenziali operatori del settore e imprenditori con collaudata esperienza nel comparto. 69 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Più di recente, una indagine sul settore effettuata nel corso del 2006 dall’IPI14, mette a disposizione il quadro nazionale di riferimento aggiornato degli operatori, privati e pubblici, coinvolti nello sviluppo delle biotecnologie in Italia (imprese, centri di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, fondazioni, policy maker, ecc.) oltre che sui principali programmi pubblici attivati in ambito nazionale e locale per sostenere la crescita del settore. L'indagine è stata realizzata nell'ambito della Convenzione stipulata con il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (già Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tiene conto degli orientamenti del Comitato di indirizzo dell'Osservatorio Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita. Con il termine generico di biotecnologia (tecnologia biologica) si indicano tutte le applicazioni tecnologiche della biologia; la biotecnologia può essere anche definita come l'utilizzo di esseri viventi al fine di ottenere beni o servizi. Nel linguaggio corrente, si utilizza più frequentemente il termine al plurale (biotecnologie), ad indicare la pluralità di tecnologie sviluppate e i campi di applicazione interessati. I campi di applicazione delle biotecnologie attualmente operativi risultano essere i seguenti: 1. Biotecnologie applicate al settore salute; Le biotecnologie sono infatti ampiamente utilizzate nello sviluppo di nuove terapie mediche o innovativi strumenti diagnostici. Le tecniche di DNA e RNA microarray utilizzate in genetica ed i radiotraccianti utilizzati in medicina sono ottimi esempi. Vi sono anche applicazioni che, pur non servendosi di microrganismi, sono classificate come biotecnologiche. 2. Biotecnologie applicate al settore agroalimentare; per ottimizzare il ruolo dei microrganismi, conosciuti da secoli, nella produzione di alimenti comuni. La conoscenza più approfondita (a livello molecolare) dei processi fermentativi di vino e birra, nonché dei 14 Istituto per la promozione Industriale: “IL SETTORE DELLE BIOTECNOLOGIE IN ITALIA Un quadro conoscitivo degli operatori e dei programmi di sostegno” Gennaio 2007. 70 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali meccanismi di incrocio e selezione di varietà animali e vegetali ha portato negli ultimi decenni il settore agroalimentare ad essere sempre più influenzato dalle biotecnologie. Le biotecnologie sono tuttavia più spesso associate all'utilizzo di organismi geneticamente modificati. Microrganismi come Escherichia coli o alcuni lieviti possono essere utilizzati per la sintesi di sostanze come insulina o antibiotici. Applicazioni al centro di ampio dibattito sono quelle atte alla produzione di animali e piante transgeniche (come il mais BT) noti a tutti come OGM. 3. Biotecnologie applicate ai processi industriali; Le piante e i microrganismi costituiscono una risorsa potenziale di grande interesse come materia prima per l’industria: ad esempio per la produzione di enzimi e proteine, la produzione di bioenergia da biomasse, ; Anche cellule di mammifero geneticamente modifica i biocarburanti ed i biogas, la nobilitazione delle fibre vegetali, la produzione di fine-chemicals per fermentazione, la biosintesi di farmaci. Promettenti nuove applicazioni sono infatti legate alla biosintesi di farmaci attraverso organismi vegetali. 4. Biotecnologie applicate all’ambiente; nel campo della biorimediazione (trattamento, riciclo e bonifica di rifiuti attraverso microrganismi attivi). Lo strumento principale di cui si avvalgono le biotecnologie, è l'ingegneria genetica; questa disciplina si impegna per quello che riguarda il clonaggio genico (clonaggio dei geni di un organismo), e le relative analisi che permettono di costruire genoteche o di utilizzare vettori di espressione in modo di controllare l'attività trascrizionale / traduzionale di una data proteina d'interesse, per fini di ricerca o produttivi. Le biotecnologie hanno recentemente sostituito le società informatiche nel portafoglio dei titoli tecnologici quotati in borsa (NASDAQ). Delle 1300 aziende biotecnologiche che operano negli USA solo 35 (il 3 %) sono in attivo; le altre sono in perdita. Nonostante ciò i prezzi delle azioni sono in crescita, come ai tempi della bolla speculativa della Net Economy, dove i corsi azionari 71 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali crebbero per tutti gli anni novanta per poi sgonfiarsi e tornare ai prezzi del decennio precedente. 4.2 La struttura del settore Tra le prime osservazioni esposte nell’indagine IPI, spicca la considerazione che, nonostante la forte espansione registrata negli ultimi anni, il comparto biotecnologico nazionale non ha ancora raggiunto i livelli di altri Paesi avanzati, nonostante l'impegno e i risultati prodotti dalla ricerca italiana nel campo delle scienze della vita possano vantare un livello di eccellenza internazionalmente riconosciuto. L'indagine ha consentito di individuare e censire 752 operatori, ripartiti in sette cluster riportati nella tabella che segue. Tabella 3. Ripartizione degli operatori censiti Come risulta dalla lettura della tabella, il sistema ha censito 302 imprese biotech attive in Italia, ovvero imprese che producono e/o 72 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali commercializzano beni e/o servizi basati sull'applicazione biotecnologie, così come definite a livello internazionale delle dall'OCSE15. L’indagine ha preso in considerazione non solo le imprese di produzione ma anche quelle che commercializzano prodotti e servizi biotech alla luce del ruolo che queste ultime giocano nel promuovere lo sviluppo del mercato; le imprese con prevalente attività di commercializzazione non superano il 13% di quelle esaminate. Sono state anche prese in considerazione le filiali italiane di multinazionali estere, considerata la loro importanza relativa nel settore biotech nazionale. Il primo cluster si riferisce alle imprese biotecnologiche, strutture che operano nel campo delle biotecnologie producendo beni o servizi secondo un modello di business for profit. Il secondo gruppo comprende le strutture di ricerca (dipartimenti e centri universitari, centri di ricerca pubblici e privati non profit) coinvolte in attività di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore delle biotecnologie. Il terzo cluster raggruppa le strutture non profit impegnate nel trasferimento tecnologico e nella promozione di nuova imprenditorialità, che includono le biotecnologie tra le proprie competenze distintive (parchi scientifici e tecnologici, incubatori, ecc.) Il raggruppamento relativo al sistema finanziario include Fondazioni, Istituti di credito, Società di Venture Capital impegnate a vari livelli nel finanziamento di iniziative nel settore biotech. Il gruppo "policy maker" raccoglie le Istituzioni operanti a livello centrale e locale attive nel governo e nella promozione dello sviluppo delle biotecnologie in Italia. Il cluster "agenzie" raggruppa le organizzazioni impegnate nell'attuazione delle politiche nazionali e coinvolte, a vario titolo e con diverse funzioni (sviluppo economico, tutela della salute, protezione 15 Le tecniche classificate come biotecnologiche dall'OCSE sono: DNA/RNA, Proteine ed altre molecole, Colture ed ingegneria dei tessuti, Processi con tecniche biotecnologiche, Vettori di geni e RNA, Bioinformatica, Nanobiotecnologie. 73 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali ambientale, internazionalizzazione), nella crescita del settore biotecnologico. Nel raggruppamento "associazioni" sono state infine censite le associazioni che rappresentano le esigenze delle imprese biotech nei confronti delle Istituzioni e/o che svolgono un ruolo di stimolo ai processi di innovazione nel settore. L’analisi qualitativa più approfondita sulle attività delle 302 imprese censite ha permesso di evidenziare che il 34% di esse (102 imprese) è classificabile come "Dedicated Biotechnology Firm" (DBF), cioè imprese per le quali risulta nettamente prevalente il volume di attività basate sull'applicazione delle biotecnologie. Figura 1 - Distribuzione territoriale delle imprese censite per area geografica In merito alla distribuzione geografica, le imprese censite risultano concentrate prevalentemente nel Nord del Paese (70%) come evidenziato nella figura 1. Le regioni in cui si registra la maggiore concentrazione delle imprese biotech censite sono la Lombardia, il Piemonte, il Lazio, la Toscana e il Veneto. Un secondo gruppo di regioni con una presenza comunque significativa comprende l'Emilia Romagna, il Friuli Venezia-Giulia e la Sardegna. 74 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali La tabella seguente riporta la distribuzione delle imprese per regione e la significatività di ogni regione rispetto alla macro-area di appartenenza. Risulta immediatamente evidente come i cinque concentrazione delle attività risultino concentrati nella poli di regione Lombardia (la regione maggiormente vocata – 39,4% del totale), Piemonte (seconda concentrazione con quasi l’11%, di gran lunga inferiore alla Lombardia), e con altre tre Regioni (Lazio, Veneto e Toscana), che si equivalgono con percentuali superiori a 7%; riguardo al Lazio la gran parte delle imprese è localizzata sull’asse pontino ed autostradale che corre da nord a sud (RM. LT, FR), e nell’intorno della capitale. Tabella 4. Distribuzione territoriale delle imprese censite per regione 75 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Restringendo ulteriormente l'attenzione sulle sole DBF - Dedicated Biotechnology Firm - si osserva la prevalenza delle micro imprese, che percentualmente passano dal 33% al 49% del totale, laddove le medie scendono dal 21% al 18% e, soprattutto, le grandi calano dal 21% all'8% (la percentuale di piccole imprese resta invece invariata) (cfr. fig. 2). Questa circostanza si riflette anche sulla distribuzione degli addetti, che nel caso delle DBF operano solo per il 69% in imprese di grandi dimensioni, e per il restante 31% in imprese di piccola e media dimensione. L'importanza relativa delle micro-imprese tra le DBF si spiega probabilmente con la presenza di un numero crescente di "spin-off" accademici e industriali o di giovani imprese, cosiddette "start-up", che si posizionano sulle prime fasi dello sviluppo di nuovi prodotti biotecnologici, tipicamente caratterizzate da attività di ricerca ad alto rischio. Figura 2 - Classi dimensionali di appartenenza delle DBF Le imprese biotech possono essere classificate secondo una codifica condivisa che le suddivide in red (chimico-farmaceutiche), green (agroalimentari) e white (ambientali ed industriali); nello studio IPI si è cercato di assicurare un livello di dettaglio maggiore, utilizzando una classificazione più vicina a quelle utilizzate nelle analisi dei settori industriali. 76 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Riguardo ai settori di attività in cui operano le imprese biotech prese in esame, lo studio riscontra che le imprese biotech si dividono in maniera pressoché equa tra il settore manifatturiero (47,4%) e quello dei servizi (52,6%); tale ripartizione, tuttavia, risulta sbilanciata a favore del settore dei servizi se si focalizza l'attenzione sulle DBF. Queste ultime infatti nel 60% dei casi sono impegnate in attività di servizio, prevalentemente nel campo della ricerca e sviluppo (50%). La tabella seguente mostra la scomposizione tra manifatturiero e servizi ed evidenzia i settori di attività prevalenti al loro interno. Tabella 5. Specializzazione settoriale delle imprese biotech e delle DBF Riguardo al fatturato complessivo delle imprese DBF, lo studio evidenzia come la scomposizione per settore faccia rilevare una prevalenza assoluta del settore chimico- farmaceutico (tabella 3). Lo studio evidenzia chiaramente la forte specializzazione delle imprese medio-grandi nel settore chimico-farmaceutico mentre per le piccole e micro imprese si evidenzia una spiccata focalizzazione nel settore dei servizi di ricerca e sviluppo. 77 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Si evidenzia inoltre l'importanza del settore manifatturiero rispetto a quello dei servizi; inoltre i dati dimostrano la significatività delle attività di commercializzazione e il prevedibile basso livello di fatturato realizzato dalle imprese di ricerca e sviluppo. Tabella 6. Scomposizione fatturato imprese biotech e delle DBF per settore Molto interessante risulta essere il dato che emerge dal Rapporto 2008 Blossom Associati – CrRESIT “Biotecnologie in Italia – Analisi strategica e finanziaria” in cui si evidenzia come sia cresciuto il numero di occupati totali e di addetti in Ricerca & Sviluppo nel settore delle biotecnologie per la cura della salute (Red Biotech) nel Lazio, dove con una forte prevalenza di Big Pharma o importanti aziende biotecnologiche di derivazione farmaceutica, trovano occupazione 7.714 addetti, di cui 1.065 dedicati ad attività di Ricerca e Sviluppo (tabella 4). La posizione di leadership è certamente assunta dalla Lombardia dove lavorano 11.294 addetti, di cui 3.398 dedicati ad attività di Ricerca e Sviluppo (pari al 45% del totale addetti del comparto nazionale e al 78 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 55% del totale addetti in attività di Ricerca e Sviluppo su base nazionale). A seguire troviamo altre regioni a forte propensione innovativa come il Piemonte, con il 4% del totale addetti in Ricerca e Sviluppo, l’Emilia Romagna con il 9% del totale addetti in Ricerca e Sviluppo oltre alla Toscana (10%). Tabella 7. Distribuzione geografica Red Biotech Regione Imprese Addetti Complessivo Addetti R&D 6 70 56 5.179.505 10 2.487 571 173.982.633 11 105 85 20.220.158 Lazio 14 7.714 1.065 1.685.221.761 Lombardia 64 11.294 3.398 2.251.047.836 Piemonte 17 304 252 121.859.191 Sardegna 10 74 63 662.763 Toscana 17 3.045 614 308.787.222 Veneto 7 122 87 12.501.057 12 88 42 3.187.616 168 25.303 6.233 4.582.649.741 Campania Emilia Fatturato Biotech Romagna Friuli Venezia Giulia Altro Totale complessivo Fonte: Blossom Associati – CrESIT 2008 79 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali La forte concentrazione territoriale del settore, che abbiamo in precedenza sottolineato, risulta addirittura più evidente: le prime sette regioni, ove sono insediate l’85% delle imprese biotecnologiche italiane, occupano oltre il 97% del totale degli addetti ad attività di Ricerca e Sviluppo. Lo studio della distribuzione del fatturato tra le diverse regioni italiane enfatizza la polarizzazione territoriale in precedenza segnalata: due sole regioni (Lombarda e Lazio), pur dimostrando orientamenti e caratteristiche morfologiche delle strutture aziendali profondamente differenti, realizzano l’86% del fatturato nazionale afferente a prodotti biotecnologici per la cura salute con una crescita rispettivamente del 16% per la Lombardia e del 9% per il Lazio. Se si sposta il focus sulle altre regioni, si possono individuare valori di contribuzione significativa da parte della Toscana (che copre il 7% del fatturato biotech con una crescita del 3% rispetto al dato dell’anno precedente), seguita da Emilia Romagna (4% con una crescita del 9% rispetto al dato dell’anno precedente) e Piemonte (3% sostanzialmente stabile rispetto al dato dell’anno precedente). 80 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 4.3 Le linee guida per le policy nazionali Nel dicembre 2005 la presidenza del Consigli dei Ministri ha predisposto un documento che individua le policy di intervento per il supporto allo sviluppo del settore delle biotecnologie; il documento descrive le linee guida per lo sviluppo delle biotecnologie nel nostro Paese condivise dai principali attori pubblici e privati coinvolti nel settore. Il documento, dopo un quadro sintetico a livello europeo e nazionale del settore biotech, poi approfondito dallo studio fell’IPI, forniva alcuni spunti sulle tematiche critiche per la crescita del settore proponendo per ciascuna di esse le azioni più opportune da sviluppare, sinergicamente e congiuntamente, tra i principali attori del settore, rappresentando un primo tentativo per definire una strategia nazionale organica ed integrata per lo sviluppo delle biotecnologie, in armonia con le priorità della Commissione Europea e tenendo conto della situazione, attuale e prospettica, del Paese. Il documento è stato elaborato dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie (CNBB) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in stretta collaborazione con il Comitato Guida della Task Force “Biotecnologie, bionanotecnologie e bioinformatica” del Ministero delle Attività Produttive e con il Gruppo delle Regioni sulle biotecnologie. Nella redazione del documento si è tenuto conto degli spunti e dei suggerimenti scaturiti dalla discussione e dall’approfondimento dei contenuti con i principali stakeholder del settore biotech in Italia. Il documento chiarisce come lo sviluppo di nuove tecnologie debba essere percepito come impegno stabile dai soggetti (privati o istituzionali) liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nella R&S, nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario. Il contesto europeo orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione delle particolari vocazioni di specifici territori, valorizza la qualità dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” che costituisce un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le risorse esistenti e “catturarne” di nuove. 81 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In origine, in mancanza di un orientamento organico, le iniziative di sostegno allo sviluppo delle biotecnologie procedevano in prevalenza attraverso specifici orientamenti locali o settoriali. Anche oggi, l’obiettiva difficoltà di stabilire una politica unitaria nazionale in materia, nonché l’evidente specializzazione delle produzioni, spingono nella direzione di una valorizzazione “locale” e “disgregata” delle infrastrutture e delle peculiarità tecnologiche e di mercato esistenti nelle diverse aree geografiche del Paese. Nel nostro Paese vi sono Regioni dove lo sviluppo delle biotecnologie viene esplicitamente indicato tra le priorità strategiche, e tali “orientamenti regionali” hanno già influenzato in maniera non indifferente la dislocazione della nascente bioindustria italiana, grazie soprattutto all’istituzione ed alla crescita intorno alle realtà esistenti di iniziative volte ad aggregare ed interconnettere le risorse esistenti e a fungere da catalizzatore per la creazione e l’attrazione di nuovi investimenti. Tali aree sebbene ancora di dimensioni ridotte rispetto ai cluster biotecnologici di altri Paesi dell’UE (ad eccezione del metadistretto biotech con baricentro nella Provincia di Milano), posssono rappresentare dei sicuri nuclei di sviluppo per la bioindustria se supportate adeguatamente riguardo alle esigenze espresse di infrastrutture e di azioni supporto alla valorizzazione delle risorse esistenti. Il successo e l’effettiva crescita di un tessuto imprenditoriale generato da tali iniziative dipende non solo dalla capacità di consolidare e sviluppare la capacità e la fiducia degli operatori economici, ma anche dalla stabilizzazione di un sistema orientato verso la trasposizione in prodotti e processi dei risultati della ricerca di base su scala nazionale. E questo appare assai complesso in un quadro dove Regioni testimoniano in maniera concreta l’impegno “politico” a favore di uno sviluppo economico basato sulle attività biotecnologiche, mentre le politiche di alcune altre Regioni in materia di biotecnologie appaiono in contrasto con la volontà di sostegno di tale comparto. 82 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Da quanto sopra, il documento individua la necessità di definire le linee guida nazionali per lo sviluppo delle biotecnologie che si articolino intorno agli assi della ricerca, del trasferimento tecnologico, della creazione e dello sviluppo d’impresa, seguendo quindi l’iter di formazione della catena del valore essenziale per accrescere la competitività del nostro Paese; tali linee vengono individuate intorno ai temi ed alle azioni di seguito riportati: I. Sviluppare la ricerca nel settore delle biotecnologie L’Italia appare in ritardo nello sfruttamento industriale delle conoscenze scaturite dalla ricerca biotecnologica, mentre il livello delle competenze scientifiche disponibili risultano di livello assai elevato. Le diffuse realtà di ricerca nell’ambito delle scienze biologiche assicurano notevoli contributi del nostro Paese all’innovazione biotecnologica, profondamente radicata nella cultura scientifica nazionale, da sempre maggiormente incline alle scienze applicate rispetto a quelle “pure”. Il terreno culturale in Italia risulta dunque tradizionalmente fertile e presenta un’inclinazione specifica alla ricerca biologica, permettendo l’affermazione di alcune nostre realtà imprenditoriali in termini di eccellenza assoluta in ambito internazionale, nonostante l’assenza di un sostegno politico esplicito al settore, garantito invece in altri Paesi che hanno stabilmente collocato le biotecnologie tra le priorità nazionali (e.g. Regno Unito, Germania, Svezia). Le aree tematiche di ricerca e sviluppo tecnologico prioritarie sulle quali orientare le risorse pubbliche al fine di valorizzare le eccellenze già presenti nel nostro Paese risultano le seguenti: • Accrescere le risorse per la R&ST nel settore biotech (FAR e FIT); • Promuovere le collaborazioni pubblico-private; • Valorizzare la ricerca applicata nel settore della salute (Red biotech); • Valorizzare la ricerca applicata nel settore agro-alimentare (Green biotech); 83 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Valorizzare la ricerca applicata nel settore delle biotecnologie industriali (White biotech); • Regolamentare l’utilizzo delle biobanche; • Sviluppare le Piattaforme Tecnologiche Europee. II. Favorire il trasferimento tecnologico: La realtà europea e nazionale in materia di trasferimento tecnologico è da tempo stata identificata come elemento debole della filiera produttiva che va dalla ricerca alla produzione di valore aggiunto. Occorre potenziare il sistema di trasferimento tecnologico dalla ricerca all’industria, paradossalmente più debole nel nostro Paese dove la specializzazione e il dimensionamento medio delle imprese richiederebbe sforzi maggiori per valorizzare i risultati della ricerca rispetto a quanto fatto negli altri Paesi OCSE; le aree tematiche da supportare e le azioni da attivare risultano dunque: • Garantire un quadro certo per la protezione della proprietà intellettuale; • Rafforzare il sistema di trasferimento di tecnologia dalla ricerca all’impresa; • Promuovere la valorizzazione economica dei risultati della ricerca pubblica; • Favorire la mobilità dei ricercatori. III. Sviluppare l’industria biotecnologica Ai fini di sostenere l’industria altamente innovativa, nel momento in cui è stato avviato il ripensamento sullo strumento nazionale principale di agevolazione agli investimenti imprenditoriali - sia in ordine al numero degli interventi agevolati sia per l'ammontare delle risorse impiegate costituito dalla legge 488/92, appare necessario definire rapidamente un sistema di incentivi nazionali e regionali efficace nelle finalità, dalle modalità operative e dotato di risorse finanziarie certe e garantite (nel rispetto della normativa europea sui regimi di aiuto), ed anzi 84 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali necessariamente collegato ai programmi di sviluppo economico e produttivo alimentati dai Fondi strutturali dell’UE. I temi di intervento per questo ambito risultano essere i seguenti: • Incentivare gli investimenti immateriali per lo sviluppo dell’impresa hi-tech; • Stimolare la crescita delle giovani imprese hi-tech; • Agevolare l’imprenditoria biotecnologica attraverso la leva degli sgravi fiscali; • Facilitare l’accesso al credito delle imprese biotech; • Sviluppare il mercato del Venture Capital con particolare riferimento al seed and early stage capital; • Mobilitare maggiori capitali di rischio dagli investitori informali (business angels); • Accelerare il recepimento delle direttive comunitarie; • Favorire i processi di networking e clustering. IV. Interventi orizzontali La definizione e l’attuazione di policy nel settore delle biotecnologie in Italia vede coinvolte diverse Amministrazioni centrali e locali. Infatti, a seguito dei processi di devolution, negli ultimi anni, le Regioni hanno assunto un ruolo rilevante nell’attuazione delle politiche per lo sviluppo delle biotecnologie. Lo sviluppo organico ed efficace delle biotecnologie che eviti duplicazioni di sforzi ed incoraggi le sinergie, comporta la necessità di migliorare la governance ed i sistemi di monitoraggio e comunicazione legati al sistema, attraverso un più forte coordinamento tra i molteplici attori coinvolti nel settore a livello centrale e locale; appare inoltre necessario innescare un processo di aggiornamento continuo del capitale umano in grado di affiancare e supportare lo sviluppo tecnologico e del sistema della conoscenza. 85 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Le azioni di riferimento sono dunque le seguenti: • Migliorare la governance; • Potenziare l’Osservatorio Nazionale per le Biotecnologie; • Migliorare l’accettabilità sociale delle biotecnologie; • Accrescere le potenzialità del capitale umano. 86 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 5. ANALISI QUALITATIVA 5.1 La rilevazione Alla conclusione dello studio di analisi del SPL svolto nel 2006 era emersa l’esigenza di verificare sul campo i dati acquisiti nella ricerca desk e nelle indagini censuarie sulle variazioni di consistenza dello stock di imprese (Movimprese) e di quelle campionarie sui trend economici e occupazionali (OsserFare). In considerazione della qualità dei dati elaborati, comunque significativi per il recupero dei dati di trend e di consistenza, è stato scelto il metodo del focus group che presenta il vantaggio di concentrare il periodo della raccolta dei dati e la possibilità di stabilizzare “l’antenna” sul territorio. Il focus group, composto da testimoni privilegiati e imprese della filiera produttiva, è stato individuato in collaborazione con le organizzazioni di impresa Confindustria, Federlazio, CNA e Confartigianato, che, insieme ai rappresentanti della CCIAA di Latina hanno partecipato alla fase di raccolta dei dati effettuata tramite interviste dirette e questionari strutturati. L’obiettivo dell’indagine non era certamente di tipo quantitativo e ha mirato a raccogliere una serie di dati che le indagine di tipo statistico non sempre riescono a cogliere. La qualità del campione indicato dalle organizzazioni di impresa, la pressoché totale omogeneità delle risposte e la volontà di proseguire un sistema di relazione tra aziende e attori istituzionali hanno confermato l’opportunità della scelta metodologica. Gli aspetti più critici del sistema e le tessere mancanti al mosaico del settore chimico farmaceutico sono state invece l’oggetto delle interviste ad attori privilegiati, in particolare ai rappresentanti delle organizzazioni di impresa che hanno contribuito ad una ricostruzione più completa delle problematiche del territorio. 87 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali La rilevazione ha fatto emergere innanzi tutto la diversità di posizione sulle tematiche proposte con risposte differenziate per dimensione produttiva e posizione della filiera: grandi aziende (in prevalenza multinazionali) e pmi dell’indotto. È la caratteristica del SPL che è densamente popolato di stabilimenti di multinazionali e di medio piccole aziende di rilevanza nazionale o di piccole aziende dell’indotto. La caratteristica più rilevante su questo versante è quella per cui le grandi aziende vivono il contesto territoriale solo dal punto di vista della produzione in senso stretto, non da quello del mercato, che è per esempio il problema delle piccole aziende dell’indotto o del “clima” dell’economia e della legislazione nazionale di settore come le aziende a dimensione e strategia nazionale. In pratica per le aziende di dimensione europea e mondiale la problematica principale è quella di produrre in modo almeno accettabile per sostenere le performance e gli standard stabiliti dalle case madri, che raffrontano i risultati con quelli dei vari stabilimenti sparsi per l’Europa o per il resto del mondo e sulla base di questi dati confermano o modificano le scelte di localizzazione. Le aziende più piccole o di dimensione nazionale sono più orientate invece a definire problematiche riguardanti il territorio in senso stretto, sia come mercato che come “ambiente produttivo” e lamentano la scarsità di relazioni sia col sistema pubblico che, cosa più preoccupante, con quello privato. Entrambi gli atteggiamenti però convergono su una serie di questioni che sono comuni pur partendo da posizioni e obiettivi diversi. Sorprendentemente, la rilevazione non ha fatto rilevare un fabbisogno evidente (salvo riguardo ad alcune categorie di intervento ben specificate) di richieste riguardanti i principali strumenti di intervento sinora attivati ai diversi livelli di programmazione territoriale e settoriale: 88 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Incentivi finanziari diretti (a richiesta o automatici); • Riduzione della fiscalità; • Formazione ed aggiornamento professionale a carattere generale e indifferenziato. Solo in relazione a specifiche tematiche è emersa una richiesta di disponibilità di strumenti di tale natura. Al di la di alcune gravi e note carenze nella dotazione infrastrutturale del territorio, con particolare riguardo a Viabilità, Trasporti, Logistica, gli elementi qualitativi raccolti convergono su alcuni temi di carattere generale e di interesse collettivo che devono necessariamente diventare le “parole d’ordine” delle strategie e degli strumenti da attivare nella Provincia a sostegno del SPL: 1. Ambiente 2. Energia 3. Governance dei SPL 4. Servizi reali alle imprese − Ambiente, inteso come necessità di progettare ed avviare interventi per la salvaguardia, la riconoscibilità e la valorizzazione del territorio, nell’interesse congiunto, sociale ma anche economico, dei soggetti che vi operano e risiedono (aziende e cittadini); − Energia, i fabbisogni sonora rilevati, oltre a rafforzare la coerenza con il primo tema, sono orientati a rafforzare l’indipendenza e l’autosufficienza del sistema delle imprese rispetto agli approvvigionamenti da fonti non rinnovabili, la maggiore e più economica disponibilità della risorsa, e la creazione di valore attraverso l’ottimizzazione e l’integrazione dei cicli di produzione; − Governance del SPL, rispetto al quale è fortemente avvertito il fabbisogno di avviare azioni di guida strategica e di supporto dell’interesse collettivo del SPL, anche attraverso azioni improntate 89 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali all’efficientamento del rapporto tra imprese e P.A. in termini di risparmio di costi e tempi e di certezze operative, attraverso l’avvio di azioni di snellimento delle procedure e semplificazione amministrativa; − Servizi reali alle imprese, nell’ottica di avere a disposizione all’occorrenza strumenti efficaci di gestione e servizi maggiormente qualificati e specifici, a carattere collettivo e di supporto al sistema, ma anche della singola azienda. 5.1.1 Ambiente Ha destato sorpresa tra i rilevatori l’importanza attribuita dai soggetti sinora interpellati alla tematica di protezione e salvaguardia del territorio, intesa nel senso di rafforzarne la connotazione di rispondenza ad una identità “rispettosa del territorio e fortemente orientata alla sostenibilità dello sviluppo”. Per quasi tutte le aziende interpellate la “qualità” del territorio viene infatti prioritariamente percepita quale asset non solo genericamente utile alla promozione dei prodotti, ma quale vero e proprio elemento patrimoniale aziendale, che presenta una propria capacità di connotazione specifica nella scala dei valori e dei fattori produttivi, e questo tanto per le medie e grandi aziende, che producono forti impatti sul sistema territoriale ed ambientale, quanto per le imprese di dimensione più piccola e con ottica meno mirata a problematiche di tipo internazionale. Per le aziende del Chimico-farmaceutico la qualificazione ambientale del territorio rappresenta non solo un elemento rilevante della qualità della vita aziendale (e dunque della produttività complessiva), ma anche una leva importante ai fini della politica di produzione, di comunicazione e commerciale, anche ai fini di riscontri di carattere economico ai fini dell’amministrazione interna. È emblematico come la risposta di alcuni intervistati sia stata particolarmente articolata. L’azienda, insediata da molti anni in una zona industriale, a distanze dall’abitato che rendevano i rischi di emissioni fastidiose o di incidenti rilevanti meno impattanti sul territorio e di conseguenza meno “costosi” dal punto di vista di alcune misure di 90 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali sicurezza previsti dalla normativa tecnica di settore, ha visto modificare l’assetto urbanistico del territorio e poi crescere un agglomerato urbano a pochissima distanza dalla zona di produzione. La nuova situazione ha reso necessari (obbligatori) numerosi interventi non previsti nel piano originario di localizzazione dell’azienda. Per il gruppo delle multinazionali sono queste le problematiche più sentite. Non si dimentichi che, come riportato in altro paragrafo, le decisioni localizzative delle aziende dislocate in più punti del pianeta, non sono determinate solo dal costo di produzione, ma da un insieme di fattori quali la qualità della produzione, la tempestività dell’evasione degli ordini ed appunto l’assenza di problematiche di tipo comunicativo ambientale che, soprattutto per le aziende di cultura ed estrazione nordamericana, rappresentano un vero ostacolo alla localizzazione su un territorio. L’esempio tipico di questo atteggiamento è stato riportato da un partecipante al focus group che sottolineava come un incidente in uno stabilimento o una contestazione organizzata dai cittadini sulle emissioni nocive di un impianto magari all’altro capo del mondo, producono perdite rilevanti per il valore delle quotazioni dei titoli delle società coinvolte, che quindi annettono un grande valore alla situazione ambientale e territoriale dei loro siti produttivi. La comunicazione col territorio inteso come cittadinanza e istituzioni, sulle problematiche ambientali e non solo, risulta quindi fondamentale per le aziende più importanti del SPL. 5.1.2 Energia Alla segnalazione della scarsità e del costo elevato dell’energia necessaria, si affianca la domanda di indirizzi chiari e strumenti di supporto – anche finanziario - alla produzione in proprio di energia (in forma singola e collettiva) attraverso processi sostenibili e fonti rinnovabili (cogenerazione, eolico, fotovoltaico) al fine di ridurre i costi e la dipendenza, aumentare le disponibilità, ottimizzare i processi produttivi, riutilizzare gli scarti di lavorazione. 91 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali E’ emerso che gli attuali livelli di redditività/risparmio assicurati dalla normativa vigente non assicurano alle aziende che abbiano intenzione di produrre energia da fonti alternative e rinnovabili – contrariamente a ciò che è stabilito per le aziende di distribuzione - margini sufficienti per avviare investimenti per l’indipendenza/ efficienza energetica, in forma singola o collettiva; bisogna dunque intervenire sulla struttura della catena del valore di questo fattore indispensabile di produzione. La tematica si lega fortemente al punto precedente, rappresentando un anello di congiunzione delle policy di intervento tra la tematica ambientale e quella infrastrutturale. 5.1.3 Governance Le aziende sostengono la necessità di un sistema di governo dei SPL in grado di fornire: • indirizzi strategici di settore; • progetti operativi di consolidamento e sviluppo; • supporto qualificato alle attività del SPL; tra le attività di supporto richieste si segnalano: • Funzioni di guida strategica dei SPL; • Rapporto e confronto costruttivo con la P.A.; • Disponibilità di servizi reali alle aziende qualificati ed efficienti. Proprio il rapporto con la P.A. può rappresentare un punto qualificante della policy di sistema in tema di governance, soprattutto in termini di ricerca e promozione di azioni condivise di snellimento e semplificazione amministrativa. È tradizionale la difficoltà che le aziende del settore chimico trovano a rapportarsi con le Pubbliche Amministrazioni Locali. 92 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali La richiesta di una governance di distretto più rispondente alla realtà del mondo dell’impresa chimica di oggi è particolarmente interessante. Le imprese intervistate segnalano ancora atteggiamenti quantomeno discutibili da parte delle PP.AA., che impongono regole stringenti da un lato ma che al momento dell’assunzione di responsabilità non decidono o fanno passare tempi infiniti ad emanare provvedimenti di autorizzazione per adeguamenti tecnici da loro stesse richiesti. Spesso poi, nonostante la familiarità con il settore chimico, c’è poca conoscenza da parte delle amministrazioni dei processi e delle problematiche di innovazione che la tecnologia dei processi propone al mercato. Questo determina che alcune possibilità di innovazione vengono precluse alle imprese perché malamente inquadrate negli schemi previsti da leggi e regolamenti in qualche modo obsoleti. L’indicazione delle imprese è quella di poter interloquire con le amministrazioni con modalità maggiormente partecipative e di applicare il principio di sussidiarietà orizzontale per cui i privati collaborano con le PP.AA. “amministrando” alcuni processi. L’esempio tipico (ma non il solo) è quello della certificazione ambientale, sia delle singole imprese, che dovrebbe garantire le amministrazioni pubbliche del corretto utilizzo delle risorse ambientali certificato e controllato da enti accreditati, sia collettivo, mediante l’attivazione del protocollo EMAS al comparto produttivo omogeneo del chimico farmaceutico provinciale. 5.1.4 Servizi alle imprese Le aziende sostengono la necessità di disporre sul territorio di servizi reali alle aziende qualificati ed efficienti, con particolare riferimento a: • Qualificazione e aggiornamento aziendale e professionale; non va dimenticato in tal senso che la logica di produzione in filiera richiede per esempio alle pmi l’acquisizione di una vasta 93 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali gamma di certificazioni di conformità, nonché di metodologie operative altamente strutturate, che potrebbero agevolmente essere oggetto di trasferimento di know-how all’interno della filiera; • Promozione del territorio e comunicazione verso i soggetti (soprattutto) esterni; • Internazionalizzazione dei mercati e delle produzioni; • Ricerca & Sviluppo; a tale proposito, si segnala che sul territorio prevale la richiesta di attività di diffusione e applicative della ricerca. Proprio riguardo al sistema delle ricerca va detto che l’esigenza nel SPL è più sentita dalle imprese più piccole e a carattere nazionale e locale. Il sistema delle multinazionali svolge infatti la propria ricerca di base prevalentemente altrove, sulla scorta di logiche globali e oggetto di privativa ed elevata riservatezza. 94 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 5.2 Aggiornamento analisi SWOT del Spl Gli elementi emersi dall’analisi effettuata sui documenti di studio richiamati in premessa, sono stati dunque integrati dai risultati della ricognizione delle prioritarie esigenze degli operatori della filiera produttiva effettuata attraverso incontri programmati con le associazioni datoriali e con un panel selezionato di imprese che hanno consentito di individuare gli elementi qualificanti della filiera di seguito indicati. Il diagramma rappresentativo dell’analisi, riportato nelle pagine che seguono è quindi l’aggiornamento di quanto prodotto nel 2006 all’interno dello studio di analisi effettuato nella Fase 2 del percorso di costituzione del SPL. Punti di forza Punti di debolezza 1. Infrastrutture 1. Infrastrutture − − − − − Vicinanza agli aeroporti romani e all'Autostrada del Sole; Presenza di aziende competenti in ambito informatico, di comunicazione, amministrativofiscale, logistico; Presenza di un tessuto di formazione scolastico discreto con Istituti Professionali e Tecnici in entrambe le Province. Recente (30/10/02) nascita del Parco Scientifico Biomedico San Raffaele, partecipato con possibilità di interazioni; Esistenza di alcuni soggetti (es. Tecnofarmaci) che operano per promuovere il coordinamento fra le imprese farmaceutiche (programmi comuni di ricerca, accesso ai finanziamenti nazionali e comunitari dei programmi di ricerca). − − − − − − Situazione critica per la rete stradale, in attesa dell'allargamento della strada "Pontina". Alle imprese della provincia di Latina manca un uscita autostradale più vicina all'area degli impianti; Scarsa efficienza dello scalo logistico di Latina, recentemente terminato, ma poco utilizzato; A Latina mancano le facoltà universitarie di Chimica e Farmacia, peraltro presenti nella vicina Roma; Interazioni non ancora radicate con i Parchi Tecnologici; Scarsa collaborazione, lungaggini burocratiche e ruolo passivo degli Enti (Regione e Locali) nel rispondere alle esigenze e richieste delle imprese.; Difficoltà nel sistema creditizio: livelli del tasso di interesse, notevole presenza di protesti; 95 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali − 2. Fattori della produzione − − − − Presenza di grandi imprese farmaceutiche multinazionali e nazionali che costituiscono una ricchezza del territorio per l'accumulazione tecnologica e i processi di innovazione promossi. Discreta facilità di reperimento di manodopera professionale ai vari livelli; Flessibilità produttiva delle PMI; Presenza di aziende di “appoggio” alle grandi imprese per lo sviluppo di processi produttivi innovativi 3. Mercato e competizione − − − Attività delle multinazionali indirizzata a supportare la produzione in ambito internazionale; Presenza di aziende della distribuzione farmaceutica soprattutto nella Provincia di Roma. Nel distretto sono presenti numerose aziende che occupano posizioni di rilievo sul mercato nazionale; importante incidenza che le sofferenze bancarie hanno rispetto agli impieghi. Dipendenza energetica delle imprese 2. Fattori della produzione − − − − Verticalizzazione dei cicli produttivi delle imprese maggiori e limitati collegamenti con le imprese locali. Assunzione delle decisioni strategiche al di fuori del territorio per le grandi multinazionali. Attività di R&S scarsa per le piccole imprese: ciò le rende poco competitive (poca innovazione e numero limitato di nuovi prodotti). Presenza limitata di produttori di macchinari dedicati all'industria farmaceutica (confezionamento, riempimento, dosatura). 3. Mercato e competizione − − − Dipendenza dalle decisioni delle autorità sanitarie in tema di spesa farmaceutica. Diverse imprese non sviluppano strategie originali e non sono in grado di agire sulla leva della differenziazione. Inoltre non sviluppano politiche di valorizzazione dell'immagine; Dipendenza per le PMI, terziste o fornitrici, dalle strategie delle multinazionali 96 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Opportunità Impatto Proba bilità Minacce Tempo Proba Impatto Medio Lungo Breve bilità Periodo Periodo Periodo Alta Alta Alto Alto Bassa Bassa Alta Medio Crescita dei mercati esteri (Paesi del Terzo Mondo in particol are) Innalzamento dell'età media della popolazione Sviluppo di farmaci di origine biotecnologia. Outsourcing delle multinazionali Alta Medio Interventi regionali per favorire l'R&S farmaceutica, la Bassa nascita/ sviluppo delle PMI, e di Sportelli per le esportazioni Alta Basso Sviluppo del mercato dei generics, di quello dei dermocosmetici e parafarmaceutici Tempo Breve Medio Lungo Periodo Periodo Periodo Calo domanda Aumento farmaceutica per dei costi e interventi dei governativi consumi (riclassificazione di energia farmaci, tetti di e materie spesa) e prime introduzione ticket Spostamento delle produzioni da parte delle multinazionali farmaceutiche Diminuzione attrattività del comprensorio per gli investimenti di gruppi nazionali e multinazionali rispetto ad altre localizzazioni Bassa Alta Basso Bassa Bassa 97 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 6. COMMENTI E LINEE DI POLICY PROPOSTE L’analisi compiuta fin qui fa emergere una situazione cognitiva relativa alle dimensioni ed ai trend caratteristici del Spl abbastanza completa e con caratteristiche sia qualitative che quantitative più approfondite rispetto a quanto analizzato negli studi precedenti del 2003 e del 2006. Sarebbe comunque opportuno mantenere vivo il contatto con il territorio e con le imprese e le loro organizzazioni esponenziali e mantenere un atteggiamento di ascolto con le realtà operanti sul territorio. Il focus group, costituito allo scopo di completare l’indagine desk sul SPL con i sentiment e le problematiche quotidiane degli operatori, è il primo passo per una attivazione della rete di conoscenze che il decisore pubblico deve avere a disposizione per operare scelte che, per quanto possibile, anticipino i fenomeni e non li subiscano. Potrebbe essere un primo nucleo di un Osservatorio sul SPL del chimico- farmaceutico che, vista l’importanza per il territorio sia dal punto di vista economico (rappresenta il 30% del PIL) che sociale (occupa direttamente oltre 8.000 cittadini e almeno altri 2.000 nell’indotto diretto), è necessario sia alle Amministrazioni che agli operatori privati per definire strategie comuni e interventi condivisi e utili al mantenimento e allo sviluppo del settore. Va superato quindi il concetto di economia produttiva e di economia esterna. È questa la cornice che sia le aziende sia gli stakeholder locali hanno indicato come fondamentale a realizzare le migliori politiche possibili per lo sviluppo locale dell’area. Il confronto con i sistemi analoghi presenti in altre realtà italiane e internazionali conferma che contrariamente a quello che si pensa non esiste un nord e un sud nel mondo della produzione. La frontiera è ormai quella della qualificazione dei prodotti e delle produzioni, quella dell’innovazione tecnologica e del rispetto ambientale, quella della qualificazione e dell’aggiornamento costante delle risorse umane, vero e proprio capitale aziendale. 98 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Se confrontiamo le considerazioni degli industriali bergamaschi con quelle raccolte nel sud pontino, non troviamo elementi di diversità, perché le aziende che vivono la competizione globale, a prescindere dal luogo dove producono hanno tutte le stesse esigenze e problematiche. Sostanzialmente i confronti e le indagini effettuate hanno confermato quanto già emerso nel 2006 in materia di indicazioni di policy e modalità di intervento. La migliore esperienza nazionale in tema di distretti analizzata nel paragrafo 3 (Lombardia,Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Friuli-V.G.) ci ha offerto alcuni spunti e temi di politica industriale sui quali orientare le iniziative a sostegno del Spl. L’indagine sul territorio ha confermato esigenze e tendenze e prodotto un approccio locale a queste problematiche. Da tutti è stato confermato quanto sia necessario costituire una “testa pensante” per la governance del Sistema Produttivo Locale che si preoccupi di fornire guida strategica e linee operative di intervento in tema di: • Ambiente; • Energia; • Governance del sistema; • Servizi. Tali materie non esauriscono l’insieme dei temi oggetto della politica regionale e locale per le imprese, ma ne costituiscono quella parte limitata agli interventi rivolti al “sistema produttivo locale”. Si tratta di un primo e provvisorio elenco il cui significato è quello di indicare i possibili ambiti di intervento sia in termini di strategie complesse sia in termini di azioni di rapido avvio. 99 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 6.1 Linee di policy strategiche per il Spl chimico-farmaceutico pontino16 Il territorio ha espresso, anche sulla base delle migliori esperienza nazionali osservate in altri territori, la richiesta di orientamento del sistema verso la creazione di un soggetto che assicuri in modo stabile e continuo, e sulla base di elementi certi e pianificati, la fornitura dei servizi necessari al sistema nel suo complesso ed alle sue aziende, una volta ricostruita la struttura, le consistenze, e lo stato delle relazioni esistenti tra i soggetti. In tal senso l’individuazione e attivazione di un organismo che rappresenti, sviluppi e renda praticabili ed attuabili le azioni di consolidamento e rafforzamento del Spl, contemperando la presenza di soggetti assai differenti per struttura e tipologia produttiva, potrebbe definire un momento di svolta nella policy provinciale relativa ai Spl. La “testa” di distretto, quale ambito naturale di sviluppo economico, occupazionale e sociale del territorio, dovrebbe assolvere le funzioni di promozione e di coordinamento delle iniziative locali di politica industriale attraverso il confronto fra le parti istituzionali, economiche e sociali interessate operanti nell'area, al fine di conseguire il rafforzamento della competitività del sistema produttivo, attraverso la definizione di piani di sviluppo mirati a: a. riordino e stimolo delle politiche territoriali; b. stimolo e lo sviluppo di opere o sistemi infrastrutturali e impiantistici, in particolare in abbinamento fra soggetti pubblici e privati; c. aumento della capacità tecnologica, della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione, anche attraverso la diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche; Questo capitolo è la ripresa e l’integrazione di quanto affermato nello studio del 2006. Sembra opportuno riproporre le linee di strategia della governance precedentemente individuate e già condivise, con l’aggiunta delle indicazioni di immediata esigenza e impatto recuperate dalla presente indagine. 16 100 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali d. creazione e realizzazione di progetti comuni a più imprese, in particolare se finalizzati anche all'aggregazione di soggetti inizialmente diversi; e. internazionalizzazione delle imprese e la penetrazione in nuovi mercati, in particolare quando connessa con l'aumento della capacità di regia degli insediati nel distretto; f. miglioramento delle condizioni ambientali del distretto; g. valorizzazione ed affinamento delle risorse umane attraverso la formazione; h. miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro. Inoltre, l’indagine effettuata fa rilevare che nonostante lo sviluppo in alcuni casi ultratrentennale delle produzioni, le relazioni ed i rapporti intercorrenti tra le aziende non risultano al momento consolidati né in un’analisi strutturale del sistema delle relazioni e delle interdipendenze né materialmente attraverso una pratica di sistema “culturale” come classico nei distretti di più antica formazione. Le organizzazioni di impresa assolvono in parte a questo compito, ma rappresentano solo uno scarso 20% delle aziende del SPL che da sotto questo profilo, andrebbe sostenuto attraverso azioni attrattive da parte di soggetti credibili ed operativi sul territorio. Il soggetto che assume la guida del SPL deve avere una connotazione fortemente operativa e non solo meramente rappresentativa17, e deve essere in grado di definire ed attuare strategie comuni in grado di perseguire il rafforzamento dei fattori di competitività del sistema, di garantire il livello di condivisione e di comunicazione e di chiarificare le alternative strategiche aperte, raccogliendo le esigenze collettive, individuando, progettando e gestendo azioni, strutture ed infrastrutture di utilità comune e diffusa. Si intende che è senz’altro utile una stanza di compensazione rappresentativa dei vari soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nelle problematiche di sviluppo locale, una sorta di tavolo di concertazione delle esigenze e delle strategie alte, ma ci vuole un soggetto dedicato esclusivamente all’operatività sul territorio, che proponga e attui azioni proactive condivise e credibili e che sia supporto operativo alle imprese e alle PPAA del territorio. 17 101 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Riguardo ai servizi necessari ed utili al distretto, sulla base delle esperienze altrove sperimentate, e sulla base delle esigenze esposte dai soggetti interpellati nel corso della rilevazione dei fabbisogni, le azioni comuni intorno alle quali possono indicativamente coagularsi le azioni di sistema riguardano l’intera filiera esistente - o in alcuni casi la creazione di suoi “pezzi” mancanti. La progettazione e la realizzazione di azioni a sostegno del Spl deve anzitutto mirare ad innalzare la qualità complessiva del sistema, assicurando ad esso maggiore competitività in termini di: • - migliori prodotti; • - minori costi; • - maggiori ricavi; agendo sui seguenti fattori: • Fattori dell’area di competitività esogena alle imprese, attraverso il sostegno al sistema delle infrastrutture dell’area; l’analisi prodotta fa rilevare diversi punti di debolezza dell’area, capaci di perpetrare condizioni di diseconomie per tutte le imprese e diminuire l’attrattività del comprensorio per gli investimenti di gruppi nazionali e multinazionali rispetto ad altre possibili localizzazioni. La diminuzione delle diseconomie e la lotta al rischio delocalizzazione, che potrebbe interessare lo spostamento delle produzioni da parte delle multinazionali farmaceutiche, può essere contrastato rispetto ai fattori infrastrutturali attraverso: o o o il rafforzamento delle infrastrutture di collegamento e di trasporto, con la realizzazione o l’adeguamento di assi viari di collegamento tra poli produttivi e la rete viaria regionale (Via Pontina) e nazionale (autostrada RM-NA); il miglioramento delle strutture della logistica dell’area, incompleta e ancora poco favorevole all’intermodalità; il potenziamento delle reti conoscenza delle informazioni; immateriali di trasporto e 102 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Filiera Produttiva; il rafforzamento della filiera passa necessariamente attraverso azioni mirate al sostegno ai fattori della produzione: o sostenendo il rafforzamento strutturale e la capacità di ricerca e delle pmi e mettendole in grado di risultare partner competitivi per le imprese dell’area di maggiori dimensioni, ma anche e soprattutto rendendole in grado di perseguire politiche di specializzazione in nicchie produttive e di diversificazione in settori esterni al farmaceutico ed ampliare il loro raggio di azione all’intero territorio nazionale ed all’estero, svincolandosi in tal modo dalla funzione di mero bacino di produzione in conto terzi; o o • rafforzando e completando la filiera ed il sistema delle interrelazioni tra le aziende, sostenendo le produzioni necessarie all’area e non localizzate (ad es. macchinari specifici); rendendo disponibili, a costi competitivi, i fattori produttivi necessari, tra i quali risalta la competenza del capitale umano; Filiera dei Servizi alla produzione; il rafforzamento del SPL passa anche attraverso azioni mirate a sostenere il sistema dei servizi alla produzione, che fanno riferimento ai seguenti ambiti tematici: o o Servizi per la logistica ed i trasporti; risulta necessario, per il sistema in parola, la progettazione e lo sviluppo di piattaforme logistiche che consentano la concentrazione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti creando le condizioni per abbattere i costi interni aziendali, e migliorare i servizi al cliente; Servizi bancari ed assicurativi; il rafforzamento del sistema produttivo e della commercializzazione passa anche per la disponibilità e la fruizione di credito e garanzie, magari a condizioni diffuse e facilitate, (accesso al credito per investimenti, sistema di assicurazione e garanzie su esportazioni, rapporti con sistemi esteri, condizioni e metodi di pagamento per i clienti esteri, etc.). Ma soprattutto, in ottica 103 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali dell’applicazione dei rating bancari (e dunque, a cascata, aziendali) previsti dall’accordo definito Basilea 2, il SPL potrebbe orientare i decisori istituzionali e creditizi verso azioni di potenziamento degli strumenti che rendono disponibile il capitale di credito e di rischio per l’intera filiera (consorzi fidi, interfidi, strumenti di garanzia di 2° livello – cogaranzia e controgaranzia, fondi di seed e venture capital, etc.) soprattutto a favore delle PMI. o Alta formazione e ricerca; il supporto alle attività a più marcato contenuto tecnologico necessita di strutture e servizi di collegamento ed interazione con i centri di eccellenza dell’area e delle zone limitrofe (Parchi tecnologici, poli universitari); il soggetto rappresentativo del SPL potrebbe, raccolte le esigenze, svolgere attività di sostegno del sistema locale attraverso: o • L’organizzazione di adeguate strutture ed azioni formative in tema di alta formazione (ad es. corso di laurea o specializzazione in chimica-farmacia in provincia); • il collegamento tra imprese e ricerca applicata; • lo sviluppo di progetti di miglioramento di prodotto e di processo; • l'assistenza nel trasferimento di tecnologia; • le informazioni sulle nuove tecnologie; • la ricerca di opportunità di sviluppo attraverso alleanze strategiche e partecipazione a progetti europei; Ed infine, un’area di natura amministrativa di grande importanza, soprattutto per quanto riguarda i processi di supporto strategico al sistema delle imprese, è quella dei rapporti tra le aziende del SPL ed il sistema della P.A. locale. Mentre da un lato potrebbe essere configurato un sistema di gestione condivisa (nelle strategie) e semplificata (nell’operatività) delle questioni amministrative e procedurali aziendali, delle competenze ai fini autorizzatori, etc., sulla base dello schema degli Sportelli Unici per le Attività Produttive, che 104 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali abbrevino i tempi e riducano i costi per le imprese, dall’altro assume rilievo l’opportunità che il Spl sia univocamente rappresentato e con esso le proprie esigenze, e possa a buon titolo intervenire, nella definizione concertata (ove possibile) dei servizi e delle risorse destinati al territorio (ad es. fondi regionali o comunitari). La più efficace difesa degli interessi collettivi, unita alla facilitazione dell’interlocuzione con la P.A., può essere perseguita attraverso il soggetto rappresentativo degli interessi della filiera del Spl. 105 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 6.2 Le indicazioni delle imprese Nell’ambito descritto le indicazioni che vengono dalle imprese possono essere descritte per punti essenziali che vanno ad individuare contestualmente temi che consentono l’avvio di azioni a carattere immediatamente operativo. − Certificazione ambientale; Acquisizione del marchio di eco – compatibilità di distretto con l’obiettivo di ottenere l’ Attestato di riconoscimento CE n. 761/2001 (EMAS II) per le aree interessate; − Erogazione di servizi reali avanzati; Con l’obiettivo di attivare servizi finanziari innovativi, sistemi di responsabilità di filiera, patti per la produttività, ricerca applicata e trasferimento tecnologico per innovazione di prodotto e di processo; − Investimenti in filiere bio – energetiche; Verificare la possibilità di realizzare sul territorio (integrato da un sistema agricolo e agro industriale esteso) bio – carburanti (Biodiesel, Bioetanolo, Biogas), utilizzando bio – masse, cellule fotovoltaiche organiche e quant’altro l’attuale tecnologia consente (esistono già aziende che potrebbero coordinare patti di filiera per la produzione di energia biologica) − Sistema di Governance; Realizzazione di un Master Plan di distretto, semplificazione amministrativa, cabina di regia - rapporti di rete e di filiera, programmazione concertata. 106 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In questi ambiti sono state raccolte indicazioni utili per delineare azioni di rapido avvio: Ambiente: si può citare l’esigenza, raccolta presso le aziende del SPL Chimico-farmaceutico, di riprendere e completare il percorso per la certificazione EMAS del territorio, avviata tempo fa ed al momento “immobilizzata”, quale biglietto da visita del territorio e delle aziende che vi risiedono (certificazione d’area per la qualificazione e promozione del sistema ambientale provinciale); da realizzare una mappa delle emergenze ambientali ed il relativo Master Plan per la loro risoluzione; Energia: sviluppare strumenti di supporto per la produzione di energie rinnovabili, in forma individuale e collettiva (di SPL): cogenerazione da biomasse, energia fotovoltaica, eolica. Governance del sistema: redigere e promuovere un Master Plan per le strategie di SPL basato su un Accordo concertato per lo sviluppo e la Produttività, comprensivo di obiettivi di sviluppo, strategie e strumenti di supporto; tra questi appaiono prioritari quelli mirati alla semplificazione amministrativa (Sportelli di SPL per la semplificazione amministrativa), nonché quelli dedicati al rafforzamento dei rapporti intra-filiera (tanto su base contrattuale che collaborativa/relazionale) ed intersettoriale; Servizi: strumenti per promozione e internazionalizzazione di SPL, per la fiscalità di SPL, per il rafforzamento verso il sistema creditizio (Check per Basilea2 e rating di SPL), per il trasferimento alle PMI di competenze e conformità necessarie per rafforzare i rapporti con le imprese di maggiori dimensioni: trasferimento di metodologie (es. operational excellence) che rafforzino l’indotto, anche in ottica di acquisizione di autonomia sui mercati. 107 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 6.3 Il settore delle biotecnologie in provincia di Latina Le Linee Guida, predisposte dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, già esposte al par. 4.3, intendono contribuire alla definizione di una strategia integrata per lo sviluppo delle biotecnologie, in armonia con le priorità della Commissione Europea. In particolare, il documento indica la necessità di sviluppare tre azioni specifiche, accompagnate da appositi interventi orizzontali (miglioramento della governance, potenziamento dell'Osservatorio nazionale sulle biotecnologie, ecc.); le tre azioni riguardano, nello specifico, la promozione della ricerca, il supporto al trasferimento tecnologico e lo sviluppo industriale. Nella tabella che segue viene riportata una sintesi dei temi proposti. Tabella 8. Sintesi delle iniziative proposte dalle Linee Guida 108 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Su questa base nazionale, il Comitato Nazionale Per La Biosicurezza e le Biotecnologie ha recentemente alcuni spunti sulle tematiche critiche per la crescita del settore biotech nella Provincia di Latina, proponendo per ciascuna di esse le azioni più opportune da sviluppare, sinergicamente e congiuntamente, tra i principali attori del settore, pubblici e privati. E’ stato notato, infatti, che le iniziative di sostegno allo sviluppo delle biotecnologie, procedono in prevalenza attraverso specifici orientamenti locali o settoriali che valorizzino le peculiarità tecnologiche e di mercato esistenti nelle diverse aree geografiche del Paese; il coinvolgimento della Regione e della Provincia, nonché degli enti strumentali di queste ultime, risulta, quindi, fondamentale per la messa a punto di concreti interventi sul territorio. Le iniziative di seguito elencate potrebbero essere messe in atto a seguito di una concertazione tra Università, Enti locali e associazioni di categoria industriali; l’ideazione di bandi specifici potrebbero essere la soluzione operativa più efficace ed incisiva per creare le prime reti di collaborazione. Le iniziative suggerite sono le seguenti: • Promuovere le collaborazioni pubblico-privato Per innescare il circolo virtuoso tra investimento pubblico ed attrazione di finanziamenti privati, ed allo stesso tempo contribuire ad un maggiore orientamento della ricerca effettuata nei centri pubblici a risultati finalizzati ed “economicamente produttivi”, appare opportuno stimolare l’investimento delle imprese biotecnologiche nelle strutture di ricerca pubblica. In questa direzione potrebbe essere pubblicato un bando ad hoc. • Valorizzare la ricerca applicata nel settore della salute (Red biotech) E’ da considerarsi efficace e necessario la definizione di un percorso che dia accesso al mercato per i farmaci biotech innovativi e i medicinali destinati a curare le malattie rare. 109 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Investire in biobanche Il rapido avanzamento della ricerca e delle tecnologie applicate alla medicina ha portato ad un considerevole aumento di interesse verso le collezioni di materiali biologici umani. Le raccolte di campioni di tessuti e linee cellulari, da cui si ottengono acidi nucleici e proteine, sono definite biobanche e rappresentano un’importante fonte di risorse per la diagnosi e per la ricerca da quella di base fino alla sperimentazione di terapie per le malattie genetiche. Il successo delle ricerche per l’identificazione dei geni delle malattie, dei geni di suscettibilità e delle possibili applicazioni terapeutiche, compreso lo sviluppo di nuovi e specifici farmaci, si avvale della possibilità di disporre di campioni biologici di persone affette o portatrici o predisposte a patologie su base genetica, o che manifestano variabilità alla risposta dei farmaci. Il materiale biologico è diventato una risorsa molto preziosa e deve essere quindi favorito lo sviluppo e l’ organizzazione di tale attività. La sinergia tra Università, Ospedali e aziende farmaceutiche sul territorio potrebbe dar luogo alla nascita di biobanche. • Sviluppo delle Piattaforme Tecnologiche Si ritiene opportuno sostenere lo sviluppo delle piattaforme sul tema delle biotecnologie ed incoraggiare l’attivazione di nuove come quella sui farmaci innovativi o i centri per le risorse biologiche (biobanche). Si ritiene opportuna, inoltre, anche la costituzione di un organismo, eventualmente consortile, tra associazione industriali, enti locali, enti di ricerca pubblici o privati, dedicato specificamente al trasferimento tecnologico ricerca/industria. • Rafforzare il sistema di trasferimento di tecnologia dalla ricerca all’impresa Le strutture di trasferimento tecnologico esistenti non sembrano avere le competenze sufficienti a che le ricerche abbiano il necessario supporto di business development. L'università italiana finora non ha considerato appieno il reale beneficio di tali attività (mentre in molte università straniere, 110 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali soprattutto americane, sono la driving force della crescita dei singoli centri di ricerca accademici). L’attività di trasferimento tecnologico necessita di un presidio continuativo in loco, ed è quindi indispensabile favorire il rafforzamento/creazione di Uffici per il trasferimento tecnologico, che coprano il territorio, e fungano da nodo di accesso ad una rete di validi consulenti con solido background industriale, capace di analizzare e valutare le idee imprenditoriali. Si ritiene infine opportuno sostenere quelle iniziative dirette a favorire le aggregazioni tra i diversi soggetti preposti al trasferimento tecnologico al fine di ridurre l’eccessiva frammentazione dell’offerta di servizi e di orientare gli utenti verso i servizi a maggiore valore aggiunto e con maggiori opportunità di successo sul mercato. • Promuovere la valorizzazione economica dei risultati della ricerca pubblica Un sistema efficiente e non molto oneroso per finanziare le attività di valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e la loro più pronta traslazione alle imprese o in impresa, consiste nell’effettuazione di un’analisi di fattibilità e redazione di un business plan per i progetti più promettenti. • Favorire la mobilità dei ricercatori Al fine di favorire il trasferimento tecnologico dal sistema della ricerca alle imprese si ritiene opportuno rafforzare ulteriormente quelle misure finalizzate a facilitare l’impiego in azienda di ricercatori, siano essi giovani laureati che ricercatori esperti anche per periodi di tempo limitato. In particolare, accanto alla possibilità concessa al ricercatore pubblico di mantenere la posizione acquisita all’interno dell’Università o dell’Ente Pubblico di Ricerca, è opportuno introdurre meccanismi di promozione e di incentivazione per le esperienze di lavoro condotte con le imprese. 111 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali • Favorire i processi di networking e clustering Lo sviluppo delle biotecnologie in Italia si può giovare di processi di networking e clustering in grado di favorire rapidi processi di innovazione e rapporti di sinergia, crescita e collaborazione tra imprese e centri di ricerca. In quest’ottica il MIUR ha promosso, di concerto con le regioni interessate, la costituzione di distretti tecnologici nel settore delle biotecnologie in Lombardia, Friuli – Venezia Giulia, Puglia, Sardegna e Lazio. L'obiettivo perseguito è la focalizzazione delle competenze di punta disponibili sul territorio verso la realizzazione di sistemi integrati a supporto della ricerca e dello sviluppo imprenditoriale nel settore delle biotecnologie, valorizzando le potenzialità infrastrutturali, scientifiche, tecnologiche, manageriali e imprenditoriali presenti a livello locale. Si ritiene opportuno sostenere le strategie volte a concentrare le risorse verso cluster specializzati su aree di ricerca ben delimitati per ottimizzare le risorse, avendo cura di valorizzare le competenze già disponibili in loco e favorendo le iniziative che si sviluppano localmente. • Stimolare l’attrazione di l’internazionalizzazione investimenti esteri ed incoraggiare Sull’attrazione degli investimenti esteri, sarebbe opportuno sviluppare la partecipazione ad attività promozionali per dare visibilità e riconoscibilità al modello locale e per diffondere, anche attraverso apposite banche dati, informazioni aggiornate sui principali centri di ricerca, sviluppo ed innovazione presenti sul territorio provinciale. Esempio positivo da citare la Fiera di Padova, Bioforum e PharmaFinance che periodicamente garantiscono una vetrina per le attività industriali e di ricerca, realizzando incontri promozionali in questo campo. Sul tema dell’internazionalizzazione della ricerca scientifica, va inoltre ricordato come il Ministero degli Affari Esteri e l’ICE, attraverso i suoi uffici in Italia e all’estero, abbiano individuato nelle 112 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali biotecnologie uno dei settori chiave di intervento per l’avvio di collaborazioni internazionali finalizzate al miglioramento delle nostre conoscenze; sarebbe, pertanto, opportuno, collaborazioni con le suddette istituzioni stimolare le 113 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 7. ALLEGATI METODO DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI DATI ANAGRAFICI DELL'AZIENDA Nome della società:…………………………………………………………………………... Indirizzo: …………………………………………………………………………………………. Titolare: ………………………………………………………………………………………….. Anno di costituzione: ……………………………………………………………………….... Altre sedi: ……………………………………………………………………………………….. Settore di appartenenza: …………………………………………………………………… Forma giuridica: ……………………………………………………………………………….. Codice ATECO completo Settore di Appartenenza…………………………………… Tipo di prodotto/servizio: …………………………………………………………………….. Tipo di produzione (diretta, conto terzi, affida il lavoro a terzi): …………………….. Fatturato (medio degli ultimi tre anni): …………………………………………………… Numero di dipendenti per qualifica: a) Operaio …… b) Impiegato …… c) Quadro …… d) Dirigente …… 114 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali A. – MANAGEMENT, ASPETTI STRATEGICI, ORGANIZZATIVI E DI MERCATO 1. Quale ruolo riveste l’imprenditore per ciò che attiene le attività organizzative dell’azienda? Di indirizzo strategico e di controllo □ Di partecipazione diretta al processo produttivo □ Di direzione di una o più delle funzioni aziendali □ □ Specificare quale ………………………………………………………………………………………………. 2. Esiste un organigramma competenze? □ SI aziendale che definisce responsabilità e □ NO 3. E’ prevista una pianificazione riguardante: Dinamica reddituale e finanziaria dell’ azienda □ Processo produttivo e fattori di produzione □ Gli aspetti qualitativi (indicatori di rendimento e prestazione) □ 115 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 4. I dirigenti effettuano, periodicamente, una verifica dei risultati aziendali in termini di: Raggiungimento del fatturato previsto □ Raggiungimento della produttività stabilita □ Raggiungimento dei livelli qualitativi prefissati □ 5. Se ciò non avviene, può specificarne motivi? …………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………….. 6. In quali mercati l’azienda è presente? Locali □ Regionali □ Nazionali □ Internazionali □ 7. Negli ultimi tre anni il fatturato dell’azienda è: (max una risposta) □ Aumentato significativamente □ Rimasto sostanzialmente invariato □ Diminuito significativamente 116 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 8. Se impresa esportatrice, negli ultimi tre anni il fatturato estero dell’azienda è: (max una risposta) □ Aumentato significativamente □ Rimasto sostanzialmente invariato □ Diminuito significativamente 9. Negli ultimi tre anni il numero complessivo degli occupati della sua azienda è: (max una risposta) □ Aumentato significativamente □ Rimasto sostanzialmente invariato □ Diminuito significativamente 10. Quali, tra i seguenti settori, ritiene siano punti di forza o aree di miglioramento dell’azienda? PUNTI DI FORZA AREE DI MIGLIORAMENTO a) Area Marketing □ □ b) Area Vendite □ □ c) Area Acquisti □ □ d) Area Progettazione □ □ e) Area Produzione □ □ SETTORI 117 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali f) Area finanziaria □ □ g) Logistica □ □ h) Distribuzione □ □ i) Servizi □ □ l) Tecnologie dell’informazione □ □ m) Formazione □ □ n) Altro ……………………………………………. 11. L’impresa intende avviare azioni finalizzate a: a) Innovazioni di processo o di prodotto: □ SI □ NO (Se sì, quali di queste azioni si intende adottare) Progetti di Ricerca & Sviluppo all’interno dell’impresa Progetti di Ricerca & Sviluppo all’esterno dell’impresa Acquistando macchinari e attrezzature tecnologicamente avanzati Acquisto brevetti e licenze Formazione/assunzione personale tecnico Rapporti di collaborazione con Università ed Enti di ricerca 118 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali In passato sono state adottate azioni analoghe □ SI □ NO Se sì, quali? ………………………………………………………………………………. b) Miglioramento del proprio posizionamento sui mercati interni □ SI □ NO □ SI □ NO (Se si, quali di queste azioni si intende adottare) Partecipazione a fiere, manifestazioni, ecc. Sito internet e sviluppo dell’e-commerce Adesione a marchi e altre iniziative similarI Appartenenza a reti e consorzi di imprese In passato sono state adottate azioni analoghe Se sì, quali?………………………………………………………………………………… c) Miglioramento del proprio posizionamento sui mercati esteri □ SI □ NO □ SI □ NO (Se si, quali di queste azioni si intende adottare) Partecipazione a fiere, manifestazioni, ecc. Sito internet e sviluppo dell’e-commerce Adesione a marchi e altre iniziative similari Collaborazioni con imprese estere, joint venture Appartenenza a reti e consorzi di imprese In passato sono state adottate azioni analoghe Se sì, quali?.............................................................................................................. 119 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali d) Formazione del personale □ SI □ NO □ SI □ NO (Se si, quali di queste azioni si intende adottare) Attività formative interne all’impresa Attività formative esterne all’impresa Attività formative a carattere occasionale Attività di aggiornamento continuo In passato sono state adottate azioni analoghe Se sì, quali?............................................................................................................... e) Promuovere le pari opportunità di genere □ SI □ NO (Se si, quali di queste azioni si intende adottare) Flessibilità dell’orario di lavoro (es., part-time, flessibilità in entrata e uscita) Telelavoro In passato sono state adottate azioni analoghe □ SI □ NO Se sì, quali?.............................................................................................................. f) Miglioramento della sostenibilità ambientale e sicurezza □ SI □ NO (Se si, quali azioni si intende adottare) Risparmio energetico Risparmio risorsa idrica Riduzione delle emissioni acustiche Riduzione degli inquinanti nell’acqua, nel suolo e nell’aria 120 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali Risparmio delle materie prime Riduzione dell’uso di sostanze pericolose nel ciclo produttivo Salvaguardia e salute degli ambienti di lavoro In passato sono state adottate azioni analoghe □ SI □ NO Se sì, quali?.............................................................................................................. g) Maggiore utilizzo delle potenzialità della società dell’informazione □ SI □ NO □ SI □ NO (Se si, quali azioni si intende adottare) Investimenti tecnologici per l’E-BUSINESS (operazioni acquisto e/o vendita tramite internet) Realizzazione di SITI WEB AZIENDALI Investimenti RETI LAN, MAN E WAN correlate all’utilizzo di nuove tecnologie (banda larga, fibra ottica, wireless) In passato sono state adottate azioni analoghe Se sì, quali?............................................................................................................... 12. In generale, qual è il maggiore ostacolo alla sua capacità d’investimento nell’ultimo triennio: a) Carenza di manodopera adeguata e/o elevato costo del lavoro b) Carenze infrastrutturali: - Reti infrastrutturali - Servizi reali (commerciali, mercato, qualità etc.), 121 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali - Spazi localizzativi - Logistica c) Difficoltà di mercato (incertezza, instabilità, crisi, calo delle vendite) - Incertezza delle prospettive del mercato interno - Incertezza delle prospettive del mercato estero - Instabilità della situazione generale - Crisi, stagnazione dei mercati - Calo delle vendite d) Difficoltà di accesso al mercato del credito B. - IL PROCESSO FORMATIVO 13. L’azienda, prevede attività di formazione del personale? □ SI □ NO 122 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 14. Se le prevede, con quale frequenza il personale è aggiornato? FREQUENZA OPERAI IMPIEGATI QUADRI DIRIGENTI Annualmente Ogni due anni Occasionalmente Altro(Specificare) …………… …………… …………… …………… 15. E’ previsto un periodo di formazione iniziale per i nuovi assunti? □ SI □ NO 16. E’ previsto un periodo di formazione, del personale, quando vengono introdotte nuove procedure in azienda? □ SI □ NO 123 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 17. La formazione del personale, quali settori riguarda: SETTORI OPERAI IMPIEGATI …………. ……………… QUADRI DIRIGENTI …………... ………………. Marketing Gestione delle Risorse Umane aziendali Aspetti relazionali Qualità dei prodotti/servizi Sicurezza Processi produttivi Tecnologie Salvaguardia ambientale Altro (specificare) 124 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 18. L’eventuale formazione del personale si è svolta: SEDI IN ORARIO DI LAVORO IN ORARIO EXTRALAVORATIVO In azienda Fuori azienda 19. Quanto ha investito in media l’azienda, negli ultimi tre anni, per la formazione delle sue Risorse Umane? …………………………………………………………………………………………………….. 20. Di quali risorse finanziarie l’azienda ha usufruito, finora, per effettuare corsi di formazione per la propria popolazione aziendale? Budget aziendale □ Finanziamenti pubblici locali □ Finanziamenti pubblici nazionali □ Finanziamenti della Comunità Europea □ Altro (Specificare)…………………………………………………………………………..... 125 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 21. L’azienda è a conoscenza delle opportunità di finanziamento a sostegno della formazione aziendale? □ SI □ NO 22. Se ne è a conoscenza, attraverso quali canali lo ha appreso? …………………………………………………………………………………………………….. 23. Se non ne è a conoscenza, desidererebbe ricevere delle informazioni in merito? □ SI □ NO 24. L’azienda prevede di effettuare, per il prossimo anno, nuovi corsi di formazione interni? □ SI □ NO C. - INNOVAZIONE TECNOLOGICA 25. Come definirebbe la collaborazione tra il mondo delle imprese e il mondo della ricerca? □ Molto debole □ Debole □ Adeguata □ Forte 126 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 26. Quanti brevetti la Sua azienda ha registrato negli ultimi cinque anni? □ Nessuno □ Da 1 a 3 □ Da 4 a 5 □ Oltre 5 27. In quale dei seguenti processi aziendali sono stati introdotti misure rivolte all’innovazione nella Sua azienda? □ Distribuzione, qualità, outsourcing controllo □ Organizzazione, amministrazione e □ Marketing dei propri servizi □ Logistica □ Servizi 28. Quanto incide, in media, sul fatturato la spesa per l'innovazione? □ > 0% . 2% incluso □ > 2% . 5% □ > 5% . 7% incluso □ oltre 7% incluso □ nessuna spesa 29. Dia una valutazione da 1 a 5 in base all'apporto di ogni ente all'introduzione di innovazione nella Sua azienda? □ Multinazionali □ Utilizzatori dei prodotti aziendali □ Fornitore di attrezzature e materiali □ Imprese della stessa filiera produttiva □ Liberi professionisti e consulenti □ Associazioni industriali □ Parchi tecnologici □ Enti locali e agenzie connesse □ Enti pubblici di ricerca □ Università 127 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 30. Quante volte è cambiato in modo significativo l'organizzazione della vostra azienda (struttura organizzativa, ruoli, meccanismi operativi di funzionamento) negli ultimi 10 anni? □ Nessuna □ Da 1 a 2 □ Da 3 a 4 □ Oltre 4 31. Quali sono state le funzioni della Vostra azienda che hanno subito cambiamenti negli ultimi 5 anni? □ Distribuzione, qualità, outsourcing controllo □ Organizzazione, amministrazione e □ Marketing dei propri servizi □ Logistica □ Servizi 32. Quali sono i processi della Vostra azienda cha a vostro avviso dovrebbero essere rivisti in chiavi di innovazione tecnologica? □ Distribuzione, qualità, outsourcing controllo □ Organizzazione, amministrazione e □ Marketing dei propri servizi □ Logistica □ Servizi 128 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 33. Quali sono le strategie che la Sua azienda ha elaborato per affrontare i cambiamenti prodotti dalle nuove tecnologie? □ Iniziative di collaborazione nell’ambito della filiera □ Introduzione al servizio customer care □ Outsourcing dei servizi □ Outsourcing di produzione o parti di essa □ Reclutamento di nuove competenze □ Formazione specialistica saltuaria □ Nessuna strategia 34. Quali delle seguenti misure di ICT sono state introdotte nella Sua Aziende? □ Sito WEB □ Implementazione di una rete Intranet □ Office Automation □ Sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) – Sistemi di gestione aziendale □ CRM (Customer relationship management) □ Collegamento Internet □ Altro □ Nessuna 129 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 35. Può indicare la forma di utilizzo del vostro sito? □ E-commerce con aziende e consumatori finali □ E-commerce solo con consumatori finali □ E-commerce solo con aziende □ Interattivo ( escluso E-commerce) □ Informativa (vetrina) □ Altro D. – MARKETING E COMMERCIALE 36. A che punto è il ciclo di vita commerciale del/i Suo/i prodotto/prodotti/servizi? □ Introduzione □ Crescita □ Declino □ Non so □ Maturità 37. Che tipo di analisi di mercato realizzate? □ Banche dati di C.C.I.A.A. o Enti preposti allo sviluppo del territorio □ Questionari di soddisfazione dei clienti □ Analisi della concorrenza □ Ricerche desk □ Altro 130 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 38. Quali sono le politiche commerciali che attuate con maggior frequenza? □ Distribuzione □ Comunicazione □ Prezzo □ Prodotto 39. Quali delle seguenti attività promozionali attuate? □ Nessuna □ Fiere di settore □ E – mail marketing □ Internet marketing □ Sponsorizzazioni □ Pubblicità tradizionale (giornali, televisione, radio) 40. E’ previsto un budget per la promozione dell’azienda? □ SI □ NO 41. Se esiste, a chi è affidata l’attività di promozione? Allo stesso imprenditore □ A personale interno all’azienda □ Ad un’agenzia □ 131 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali □ A consulenti esterni 42. Esistono strumenti attraverso i quali l’azienda rileva le esigenze della clientela? □ SI □ NO 43. Se esistono, quali tra essi sono presenti? Interviste □ Questionari □ Centri di assistenza telefonici (numeri verdi o simili) □ Ufficio reclami □ Altri (specificare)……………………………………………………………………………... 44. L’azienda ha, negli ultimi due anni, cercato di migliorare gli aspetti relativi a: Introduzione di tecnologie □ Formazione e sviluppo delle risorse umane □ Qualità dei prodotti/servizi □ 132 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali □ Sicurezza sui luoghi di lavoro? Altro (Specificare)…………………………………………………………………………... E. – Fabbisogni del sistema 45. Ritiene che siano necessari interventi infrastrutturali per migliorare la capacità competitiva delle imprese nel suo territorio? □ SI (Se risponde si) □ NO Potrebbe specificare quali dei seguenti interventi: Realizzazione/riqualificazione aree industriali e artigiane Realizzazione strutture di servizi comuni Creazione e adeguamento strutture per la promozione delle produzioni locali (fiere, mostre, manifestazioni) Adeguamento strutture collegamento/trasporto e intermodali Potenziamento del sistema dei servizi telematici e di comunicazione per le PMI Ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili Infrastrutture per il ciclo delle acque (rete fognaria, depuratori, ecc) Infrastrutture per il recupero e trattamento dei rifiuti Altro (specificare) ………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………... 133 Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina Indagine qualitativa e Proposte progettuali 46 Ritiene che questi interventi possano contribuire ad attirare nuovi investimenti e a consolidare il tessuto produttivo locale □ SI □ NO 47 Ritiene che sarebbero necessari interventi di sistema per migliorare la capacità competitiva delle imprese del settore nel suo territorio: □ SI □ NO (Se risponde si) Potrebbe specificare quali dei seguenti interventi potrebbero essere più utili: Realizzazione centri di servizi di gestione comuni (contabilità, fisco, gestione personale, etc.) Realizzazione centri di servizi commerciali comuni (gruppi di acquisto, commercio e fiscalità internazionale, marketing, collaborazione con altre aziende in Italia ed all’estero) Lancio e partecipazione a iniziative per la promozione delle produzioni (fiere, mostre, manifestazioni) Servizi di trasporto e intermodali Servizi telematici e di comunicazione Servizi per l’ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili Servizi per la gestione del ciclo delle acque (rete fognaria, depuratori, ecc) Servizi per il recupero e trattamento dei rifiuti oo 134