Strutture in Legno - Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e
by user
Comments
Transcript
Strutture in Legno - Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e
PROGETTARE LE STRUTTURE IN LEGNO Giovanni Metelli Università degli Studi di Brescia [email protected] a.a. 2011-12 1 1. LEGNO: Caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale 2. Legno e materiali a base di legno 3 3. Il legno nelle strutture e tipologie strutturali 4. Inquadramento Normativo 5. Norme tecniche 1. Verifiche agli stati limite ultimi 2. Verifiche agli stati limite di esercizio 3. Collegamenti 6. Sistemi strutturali 7 7. Travi composte legno-cls SOMMARIO 2 Giovanni Metelli – Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 vBIBLIOGRAFIA [1] Piazza M., Tomasi R., Modena R. Strutture in legno. Biblioteca tecnica HOEPLI. Milano. 2006. Questo testo contiene una ricca bibliografia ragionata. [[2]] Gattesco N., Collegamenti. g Presentazione del documento CNR-DT 206/2007 Brescia, 30 maggio 2008. [3] AA.VV. Wood handbook.Wood as an engineering material, Madison WI, U.S.A.Department of agriculture, Forest service, Forest Product Laboratory. (disponibile online). [4] Ceccotti A., Follesa M., Lauriola M.P. Le strutture di legno in zona sismica. CLUT. Torino. 2007. [5] Fragiacomo M. Appunti del Seminario sul tema “Evoluzione delle tecniche costruttive nell’ingegneria nell ingegneria del legno legno” Università degli Studi di Sassari. Sassari [6] Gubana A., Collegamenti incollati. Presentazione del documento CNR-DT 206/2007 Brescia, 30 maggio 2008. [[7]] D.M. 14.1.2008. Norme tecniche p per le costruzioni. [8] C.M. n° 617 del 2 febbraio 2009: Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008 [9] CNR-DT 206/2007. Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Strutture di Legno . 3 1 LEGNO: caratteristiche fisiche e 1. meccaniche del materiale 4 Giovanni Metelli – Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO Le prestazioni meccaniche del legno sono intimamente connesse all’origine naturale d l materiale del t i l La fibra legnosa può essere assimilata ad un composito con MATRICE (lignina) in cui sono disposti gli ELEMENTI FIBROSI ad alta resistenza meccanica (microfobrille) disposti parallelamente all’asse delle fibre. 5 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 STRUTTURA INTERNA Ref. [1] 6 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 STRUTTURA INTERNA Conifere Tracheidi Latifoglie V i e fib Vasi fibre Ref. [1] 7 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CONIFERE E LATIFOGLIE Legno di conifera (pino) Legno di latifoglia (quercia) Ref. [3] Proprietà del materiale in funzione degli anelli di accrescimento: Conifera: anello ampio + legno primaverile materiale cedevole Latifoglia: anello ampio + legno tardivo materiale + resistente 8 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CONIFERE E LATIFOGLIE Legno primaverile Legno autunnale Conifera: pino marittimo Latifoglia: rovere Individuazione specie: colore, sezione e fianchi del segato con valutazione della conformazione degli anelli di accrescimento. 9 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO MATERIALE CON DIFETTI - Nodi (rami rimasti inclusi) - Cipollature (fessure anulari) - Deviazione fibrature (spiralate o torte a causa del vento) (per riduzione di umidità)) - Fessure da ritiro (p - Tasche di resina (cavità schiacciate tra due anelli) Ref. [2] 10 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 MATERIALE CON DIFETTI - Nodi (rami rimasti inclusi) - Cipollature (fessure anulari) - Deviazione fibrature (spiralate o torte a causa del vento) (per riduzione di umidità)) - Fessure da ritiro (p - Tasche di resina (cavità schiacciate tra due anelli) Ref. [2] Ref. [5] 11 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO MATERIALE CON DIFETTI - Nodi (rami rimasti inclusi) - Cipollature (fessure anulari) - Deviazione fibrature (spiralate o torte a causa del vento) (per riduzione di umidità)) - Fessure da ritiro (p - Tasche di resina (cavità schiacciate tra due anelli) Ref. [2] 12 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO MATERIALE CON DIFETTI - Nodi (rami rimasti inclusi) - Cipollature (fessure anulari) - Deviazione fibrature (spiralate o torte a causa del vento) (per riduzione di umidità)) - Fessure da ritiro (p - Tasche di resina (cavità schiacciate tra due anelli) Ref. [2] 13 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CLASSIFICAZIONE Classificazione a vista ((UNI EN 518)) - dimensione e distribuzione nodi, cipollature, smussi e deformazioni - densità, spessore degli anelli, inclinazione fibratura Classificazione a macchina (UNI EN 519) - massa volumica - modulo di elasticità - ispezione a vista supplementare Ref. [3] 14 LEGNO Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CLASSIFICAZIONE Eseguendo prove su numerosi campioni di legno della stessa specie e provenienza si ottiene grande dispersione dei risultati. È allora fondamentale selezionare gli elementi migliori da quelli peggiori. In particolare si possono differenziare i campioni: peggiori (a), intermedi (b), migliori (c). 15 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE Per gli impieghi strutturali il legno offre: + Ottimo rapporto Resistenza/Peso specifico + Strutture leggere gg = buone p prestazioni in zona sismica + Buona resistenza al fuoco +/- Resistenza funzione della durata del carico Si devono tuttavia considerare: - Variabilità delle resistenze anche per la stessa specie legnosa - Materiale ortotropo: proprietà meccaniche funzione dell’orientazione delle fibre - Materiale igroscopico: risente di MC e T T, UR - Materiale fortemente viscoso: deformazione prodotta dai carichi permanenti cresce nel tempo - Durabile solo se ben protetto - Difficoltosa realizzazione delle giunzioni 16 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE Ottimo rapporto Resistenza (Rw)/Massa volumica (w) Strutture leggere = Buone prestazioni in zona sismica Legno di conifera vs calcestruzzo: w = 500 kg/mc (1/5 cls ) resistenze paragonabili (il legno offre resistenza anche a trazione) Rw / w 5 (Rcls / cls) Rs / s A parità di luci, carichi e schema statico: le sezioni di legno di hanno dimensioni paragonabili a quelle delle strutture in cc.a., a ed una massa totale paragonabile a quella della corrispondente struttura in acciaio. Modulo elastico Ew = 8000÷13000MPa = 1/3 Ecls 17 PROPRIETA’ DEL MATERIALE Buona resistenza al fuoco: il legno è un materiale combustibile; tuttavia le strutture di legno possiedono resistenza e risultano meno vulnerabili al fuoco rispetto alle quelle di acciaio o di calcestruzzo armato. Ref. [5] - Il legno brucia lentamente, la carbonizzazione procede dall’esterno verso l’interno della sezione. - Il legno non carbonizzato è efficiente dal punto di vista meccanico anche se la sua temperatura è aumentata; - la perdita di efficienza di una struttura di legno avviene per riduzione della sezione e non per decadimento delle caratteristiche meccaniche. 18 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE Buona resistenza al fuoco: il legno è un materiale combustibile; tuttavia le strutture di legno possiedono resistenza e risultano meno vulnerabili al fuoco rispetto alle quelle di acciaio o di calcestruzzo armato. Legno di conifera esposto al fuoco su tre lati: la porzione centrale è ancora integra Ref. [5] 19 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE RESISTENZA FUNZIONE DELLA DURATA DEL CARICO + resistenza funzione della durata del carico + migliori prestazioni per carichi dinamici - meno performante per carichi statici di lunga durata La resistenza del materiale varia al variare in funzione d ll d della durata t d dell carico: se ne tiene conto considerando la CLASSE di DURATA DEL CARICO 20 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE ORTOTROPO Proprietà meccaniche funzione dell’orientazione delle fibre Direzioni p principali p rispetto p all’orientazione delle fibre: - parallela alle fibre // - longitudinale (L) - ortogonale alle fibre - radiale (R ) - tangenziale (T o C) Ref [3] Ref. 21 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE ORTOTROPO Modello cannucce affiancate: Compressione // e fibre - - Le verifiche devono essere svolte separatamente per le tensioni agenti nelle due direzioni ortogonali principali. - Occorre comunque tener conto dell’inclinazione dell inclinazione delle tensioni rispetto alla direzione delle fibre. T i Trazione // e alle ll fib fibre - Taglio Le resistenze in direzione alle fibre sono molto più basse di quelle in direzione // //. Le tensioni di trazione alla fibre sono da evitare. Q Qualora non si possano evitare, vanno considerate con attenzione e mantenute a valori molto bassi (ex: travi curve curve, a doppia rastremazione, fori, intagli agli appoggi). Ref. [2] 22 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE ORTOTROPO Legno NETTO (piccole dimensioni, scevre da difettosità) di conifera: Effetto Eff tt SCALA ((a)) resistenza i t a ttrazione i // e (b) a compressione // alle fibre; (c) resistenza a trazione e ((d)) a compressione p alle fibre. Ref. [1] 23 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE INFLUENZA DELLE DIMENSIONI DEGLI ELEMENTI Legno per OPERE STRUTTURALI (incremento dimensioni) perdita di duttilità e resistenza. Ref. [1] Ref. [5] 24 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE INFLUENZA DELLE DIMENSIONI DEGLI ELEMENTI Ref. [1] Legno massiccio: caratteristiche meccaniche in funzione delle dimensioni dell’elemento strutturale. Resistenza a trazione e compressione “apparente” apparente e duttilità penalizzate per la presenza dei nodi e difetti in generale. La NT2008 fa riferimento a un legame costitutivo elastico lineare fino a rottura. 25 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE IGROSCOPICO - Il materiale risente delle variazioni igrotermiche stagionali 6% (ANIDRO) < MC < 10÷12÷14< 22% (VERDE) condizioni standard: T=20°C, UR=65% MC=12% 26 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE IGROSCOPICO - Variazioni d’acqua si traducono nella formazione di fenditure: NB: Le dilatazioni L= 0.1÷0.4% termiche sono poco rilevanti se R= 3 3.0÷6.0% 0÷6 0% confrontate f t t con le l variazioni T= 6.0÷10.0% dimensionali indotte da variazioni di MC. Materiale NON stagionato Materiale stagionato 27 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE IGROSCOPICO L= 0 0.1÷0.4% 1÷0 4% Ref [3] R= 3.0÷6.0% 6 0÷10 0% T= 6.0÷10.0% Poiché la contrazione tangenziale TRef. è [5] maggiore di quella radiale R, la distorsione subita dall’elemento strutturale sarà differente i ffunzione in i d dell punto t di prelievo li 28 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE MATERIALE IGROSCOPICO Resistenza funzione del contenuto d’acqua (oltre che dell’orientazione delle fibre e della durata del carico) R f [1] Ref. Ref. [3] V V̂(MC) u ˆ u (MC) E Ê(MC) La resistenza del materiale varia al variare del contenuto d’acqua (MC): se ne tiene conto considerando la CLASSE di SERVIZIO 29 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE VISCOSITÀ Deformazione prodotta a lungo termine dai carichi permanenti. NB: Il legno non ha “ “memoria”: i ” soggetto tt a significative variazioni del contenuto d’acqua, la deformazione riparte p come su materiale vergine. 30 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE VISCOSITÀ Se il legno è sollecitato a tensioni inferiori alla metà dei limiti consentiti da normativa, il problema della viscosità è meno rilevante. Ref. [[3]] se g il legno risente poco della viscosità se g grandi deformazioni viscose: possibili danni a divisori e pavimenti fragili. 31 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 PROPRIETA’ DEL MATERIALE VISCOSITÀ Se il legno è sollecitato a tensioni inferiori alla metà dei limiti consentiti da normativa, il problema della viscosità è meno rilevante. Per contenere la deformazione viscosa è consigliabile limitare gli sforzi in esercizio prodotti dai carichi permanenti. Il concetto, ripreso dalle g francesi,, NON viene Regles considerato dalle NT2008! Ref. [[3]] NB. P NB Problema bl d della ll viscosità i i à delle d ll connessioni i i che vedono la concentrazione degli sforzi! se g il legno risente poco della viscosità se g grandi deformazioni viscose: possibili danni a divisori e pavimenti fragili. La massima sollecitazione in esercizio può essere scelta in funzione della destinazione d’uso e del sito ( (ex. Il carico i d da neve iin montagna è carico permanente) 32 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008. 2 LEGNO e materiali 2. t i li a b base di llegno 33 LEGNO e materiali a base di legno Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO MASSICCIO Ref [5] Ref [1] 34 LEGNO e materiali a base di legno Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO LAMELLARE Elementi costituiti da segati g sovrapposti pp o affiancati ((spessore p in genere <50mm) che vengono uniti per mezzo di adesivi in grado di garantire resistenza e durabilità Elemento di trave lignea con difetto e sua ricomposizione casuale 35 LEGNO e materiali a base di legno Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO LAMELLARE Realizzazione di elementi a sezione variabile e/o curvi Giunti a dita Ref. [6] 36 LEGNO e materiali a base di legno Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CROSS LAMINATED PANELS (XLAM) Sono un’estensione bidimensionale delle travi in legno lamellare. I pannelli sono ottenuti sovrapponendo incrociati e incollando diversi strati di assi di legno, in genere abete rosso. La disposizione incrociata delle lamelle longitudinali e trasversali permette di ridurre a valori trascurabili i fenomeni di rigonfiamento e ritiro del pannello, aumentandone notevolmente la resistenza statica e la stabilità dimensionale. Si possono raggiungere dimensioni notevoli: 3m x 16m con spessori di 250mm Diversamente dalle travi in legno lamellare, le tavole sovrapposte sono disposte perpendicolarmente una all’altra. Le tavole possono essere esse e incollate co a e o g giuntate u a e co con connettori metallici. 37 LEGNO e materiali a base di legno Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 CROSS LAMINATED PANELS (XLAM) Prova sperimentale su XLAM chiodati 38 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO e materiali a base di legno MICROLAMELLARE O LAMINATED VENEER LUMBER (LVL) Sono ottenuti incollando fogli g di legno g di spessore p compreso p tra 2 e 4mm ottenuti mediante una sfogliatrice da tronchi ammorbiditi a vapore. Si possono ottenere elementi strutturali con buone proprietà perché i difetti sono piccoli e sparsi in tutto il volume. I difetti sono così un problema meno critico rispetto al legno massiccio. massiccio Ref. [6] 39 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO e materiali a base di legno PLYWOOD (Legno compensato) Simile a LVL, ma i fogli sovrapposti vengono disposti in maniera che l’andamento delle fibre di ognuno sia perpendicolare a quello del successivo. Nella disposizione incrociata, il limitato rigonfiamento longitudinale di un foglio impedisce il rigonfiamento nel piano trasversale dei fogli adiacenti (da cui l’espressione compensato). Le caratteristiche del pannello dipendono dalla specie legnosa, ma anche dallo spessore e dal numero di fogli. A differenza del LVL, Il Plywood presenta caratteristiche meccaniche nel piano confrontabili nelle due direzioni. E E’ principalmente usato per elementi piani, come impalcati e pareti portanti. Ref. [6] 40 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 LEGNO e materiali a base di legno PANNELLI DI FIBRE o PARTICELLE OSB Oriented Strand Board Costituiti da particelle/scaglie lunghe nella direzione della fibratura, fibratura da 100 a 150mm, 150mm larghe da 6 a 50mm e spesse 0.38 a 0.7mm MDF Medium Density Fibreboard (elementi non strutturali) Il legno viene disaggregato in fibre o particelle di piccole dimensioni 41 3. IL LEGNO NELLE STRUTTURE E TIPOLOGIE STRUTTURALI 42 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE 43 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE 44 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE Chiesa di San Lorenzo (Clibbio) – Particolare dei nodi delle capriate. 45 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE nodo tra puntoni e monaco nodo tra saettoni e monaco particolare dell’appoggio nodo tra saettoni e puntoni 46 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE Destinazioni d’uso Abitazioni C t i commerciali Centri i li Industrie e capannoni Edifici religiosi Cantine vinicole 47 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE Destinazioni d’uso Scuole Impianti sportivi Ponti e passerelle Tribune 48 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 IL LEGNO NELLE STRUTTURE Travi di grande luce Travi curve, Travi reticolari e lenticolari pilastri, archi, impalcati, pannelli portanti 49 TIPOLOGIE STRUTTURALI Strutture a portale: 1 piano Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 Serie di TELAI PRINCIPALI in legno lamellare o LVL collegati da travi longitudinali. Gli elementi costituenti il portale e i giunti sono soggetti a momento flettente e taglio Ref. [6] 50 TIPOLOGIE STRUTTURALI Strutture a portale: 1 piano Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 Principali tipologie di portali con giunto metallico con g giunto a raggiera gg con giunto a pettine rastremato curvo 51 TIPOLOGIE STRUTTURALI Strutture a portale: 1 piano Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 Ref. [6] con giunto metallico con giunto a raggiera con giunto a pettine rastremato curvo 52 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Strutture ad arco Ref. [6] Elementi prevalentemente compressii 53 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Grandi coperture Grandi coperture realizzate con travi reticolari, archi, su elementi di sostegno verticale in c.a. Ref. [5] 54 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici residenziali a uno uno-due due piani In Canada e Nuova Zelanda il 90% degli edifici residenziali a 1-2 piani sono costruiti con telai interamente in legno. Ref. [6] 55 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici residenziali a uno uno-due due piani Panelli di piano e di parete in Plywood e travi in LVL o lamellare Ref. [6] Ref. [5] 56 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici residenziali a uno uno-due due piani Tale soluzione è stata adottata anche in edifici multipiano caratterizzati da molte partizioni interne (hotel, edifici con piccoli appartamenti) Ref. [6] 57 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici residenziali a uno uno-due due piani I panelli di piano devono essere sfalsati e fissati con viti o pioli ai travetti al fine di trasmettere le forze sismiche di piano alle pareti verticali sismoresistenti (azione diaframma) Ref. [5] Ref. [4] 58 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici multipiano SOLUZIONI IBRIDE, con strutture verticali in acciaio e/o c.a. e impalcati in legno, anche di grande luce Carichi orizzontali: telaio in acciaio Carichi orizzontali: pareti in c.a Carichi verticali: pilastri e travi in LVL o lamellare Carichi verticali: pilastri in acciaio e travi in LVL o lamellare e/o composte legno calcestruzzo 59 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici multipiano p Si stanno diffondendo anche in Italia soluzioni interamente in legno con pannelli in legno lamellare a strati incrociati (CROSS-LAM), sia per gli impalcati sia per le strutture verticali. 60 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici multipiano p CROSS-LAM SYSTEM Ref. [6] 61 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici multipiano p Murray Grove Buildings: 8 piani a Londra Ref. [6] 62 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 TIPOLOGIE STRUTTURALI Edifici multipiano p Murray Grove Buildings: 8 piani a Londra Ref. [5] Isolamento acustico 63 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4. 4 Inquadramento Normativo 64 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 INQUADRAMENTO NORMATIVO PROGETTO DELLE STRUTTURE DI LEGNO Situazione di forte evoluzione: - aggiornamento e transizione verso metodi di calcolo e verifica secondo i criteri più avanzati di verifica della sicurezza strutturale (metodo semiprobabilistico agli stati limite) - finalità: unificare le legislazioni tecniche dei paesi della Comunità Europea. - DIN 1052: 1052 1988 (REV (REV. 1996 per le proprietà dei materiali) materiali): TENSIONI AMMISSIBILI - DIN 1052: 2004 – transizione verso gli eurocodici - EUROCODICE 5: solo METODO AGLI STATI LIMITE - NORME TECNICHE D.M. 2008 - ISTRUZIONI CNR DT 206 (Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Strutture di Legno) - ex Nicole (Norme tecniche italiane per la progettazione esecuzione e collaudo delle costruzioni in legno) -… - collaudo: UNI EN 380 “Strutture di legno- Metodi di prova – Principi generali per le prove di carico statico” 65 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 INQUADRAMENTO NORMATIVO EDIFICI ESISTENTI - NORME TECNICHE D.M. 2008 - Istruzioni: CNR DT 206:2006 - UNI-NORMAL UNI NORMAL - UNI 11118: Beni di interesse storico e artistico. Beni culturali. Manufatti lignei. Strutture portanti degli edifici. Criteri per l’identificazione delle specie legnose” g - UNI 11119: Beni di interesse storico e artistico. Beni culturali. Manufatti lignei. Strutture portanti degli edifici. Ispezioni in situ per la diagnosi degli elementi in opera” - UNI 11138: Beni di interesse storico e artistico artistico. Beni culturali culturali. Manufatti lignei. Strutture portanti degli edifici. Criteri per la valutazione preventiva, la progettazione e l’esecuzione di interventi” 66 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 INQUADRAMENTO NORMATIVO 67 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 INQUADRAMENTO NORMATIVO 68 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 INQUADRAMENTO NORMATIVO 69 Giovannni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 5. 5 Norme Tecniche DM 14/01/2008 70 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 Riferimento alle UNI NORMAL Criteri di accettazione materiale: capitolo 11 71 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 4.4.1 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA Si fa riferimento al “Metodo Metodo degli Stati Limite” Limite Stati Limite Ultimi (sicurezza al collasso) Sd < Rd S i Li Stati Limite i di Esercizio E i i (f (funzionalità i li à iin esercizio) i i ) ESd < ERd (es. deformabilità) NON si opera più alle TENSIONI AMMISSIBILI 72 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 condizioni istantanee e finali 73 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 NB: poiché il legno subisce continue variazioni dimensionali a causa delle variazioni igrotermiche ambientali, la precompressione i può ò essere iin b buona parte persa dopo pochi cicli di umidità. 74 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 Peso proprio e carichi non rimovibili. i ibili Carichi variabili (ad esclusione di magazzini e depositi) Carichi permanenti suscettibili di cambiamenti durante l’esercizio; carichi variabili relativi a magazzini e depositi. Da valutare in funzione del sito: carico da neve Istantaneo: Carico da vento e azioni eccezionali quali il sisma 75 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 Ref. [1] 76 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 PROFILI RESISTENTI Il legno strutturale è caratterizzato dai seguenti parametri fisici e meccanici: 77 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 CNR DT 206 C 06 78 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 CNR DT 206 C 06 - Valori caratteristici: frattile al 5% - Prove sperimentali con durata di 5 min. - Umidità di equilibrio alle condizioni ambientali bi t li (T (T=20°C, 20°C UR UR=65%). 65%) Per impieghi progettuali tali valori dovranno essere scalati per tener conto della dispersione delle caratteristiche a parità di specie legnosa (M), degli effetti dell’umidità, della durata del carico kmod) 79 Giovannni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 5 1 Verifiche allo SLU 5.1 80 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 81 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 COEFFICIENTI PARZIALI DI SICUREZZA M NT M EC5 Incr.NT legno massiccio 1,50 1,30 15 % legno lamellare incollato 1,45 1,25 16 % pannelli di particelle o di fibre 1 50 1,50 1 30 1,30 15 % LVL, compensato, OSB 1,40 1,20 17 % unioni 1,50 1,30 16 % 1,00 1,00 0% Stati limite ultimi - combinazioni fondamentali - combinazioni eccezionali NT2008 + CNR DT 206 Eurocodice 5 NB: M delle NT2008 oggetto di discussione! 82 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 83 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 kmod tien conto d ll classe della l di servizio (umidità) e della durata del carico 84 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 ESEMPIO - Abete Nord Italia classe di resistenza S3 f m ,k 17 MPa - Interno di civile abitazione: classe di servizio 1 Classe di durata del carico media per la combinazione di carico rara CNR DT 206 85 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NORME TECNICHE DM 2008 ESEMPIO - Abete Nord Italia classe di resistenza S3 f m ,k 17 MPa - Interno di civile abitazione: classe di servizio 1 Classe di durata del carico media per la combinazione di carico rara - Nelle applicazioni si terrà anche conto delle dimensioni dell’elemento. f m ,d 0,8 17 9.06 MPa 1,5 9.06 adm 6.0 MPa 1,5 86 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 NT 2008 (4.4.8.1 (4 4 8 1 VERIFICHE DI RESISTENZA) Ipotesi di comportamento elastico lineare fino alla rottura e sezioni piane. Le tensioni si calcolano con la teoria elastica lineare: =N/A =M/W =VS/(Jb) sforzo normale a compressione sforzo normale a flessione sforzi di taglio Le verifiche agli SLU si possono svolgere in termini di tensioni invece che di sollecitazione e resistenza della sezione. 87 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 Resistenze diverse a compressione a trazione e a flessione Le verifiche per le diverse caratteristiche della sollecitazione (anche se determinano sempre tensioni normali) si devono svolgere con riferimento a valori diversi di resistenze di calcolo. Nel caso di stati tensionali combinati (sforzo normale e momento flettente) non si possono sommare le corrispondenti tensioni né far riferimento ad un unico valore di resistenza di calcolo. Il criterio di resistenza globale adottabile è quello dello sfruttamento relativo delle singole resistenze (formule di interazione lineari). Profili prestazionali – classi di resistenza per il legno strutturale EN 338 – CNR DT 206 88 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 Elementi strutturali aventi la direzione della fibratura praticamente coincidente con il proprio asse longitudinale e sezione trasversale costante, soggetti a sforzi agenti prevalentemente lungo uno o più assi principali dell’elemento stesso. Le verifiche degli stati tensionali di trazione e compressione si devono eseguire dell’angolo tensione tenendo conto dell angolo tra direzione della fibratura e direzione della tensione. direzione // fibre direzione fibre 89 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.1 Trazione // alla fibratura f t , 0 ,d f t , 0 ,k k mod k h M t , 0 ,d Nd A netta t , 0 ,d f t , 0 ,d - La rottura avviene in generale al giunto. - Considerare eccentricità di carichi ai giunti riducendo la tensione (DIN 1052:2004) *** 11.7.2 - Influenza delle dimensioni della sezione sulla resistenza LEGNO MASSICCIO 150 0.2 ;1.3 ; min gg < 150 mm lato maggiore kh h lato maggiore1.1> 150 mm 1 1.0 600 0.1 min ;1.1 lato maggiore < 600mm LEGNO kh h LAMELLARE lato maggiore > 600mm 1 230 600 90 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.2 Trazione alla fibratura Considerare l’effettivo volume sollecitato a trazione (maggiore il volume sollecitato, maggiore l’incidenza dei difetti). - I t Interazione i sfavorevole f l con fenomeni f i di ritiro; iti - Attenzione alle azioni ai bordi; Rif. norme di comprovata validità CNR DT 206 o EC5 t ,90,d kvol ft ,90,d kvol (V0 / V )0.2 1 Vo di riferiemento = 0.01m 0 01m3 V uniformemente sollecitato Effetto volume dei materiali fragili – studio di Weibull “ teoria dell’anello debole” m f ( ) m 1 e m Distribuzione di densità di probabilità di rovina per un volume unitario sottoposto a sollecitazione uniforme. = parametro di scala; m = parametro di forma; f = parametro di posizione; 91 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.3 Compressione // alla fibratura: Per elementi tozzi (per elementi snelli sarà vincolante la verifica all’instabilità): c , 0 ,d f c , 0 ,d c , 0 ,d Nd A lorda f c , 0 ,d f c , 0 ,k k modd M 4.4.8.1.4 Compressione alla fibratura: c , 90 ,d f c , 90 ,d F c , 90 ,d 90 ,d b l leff f k f c , 90 ,d c , 90 ,k mod M F90,d l b l eff arctan 1/3 h (per la valutazione di leff si può far riferiemento al CNR DT 206 – § 6.5.1.4) 92 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.5 Compressione inclinata rispetto alla fibratura: riferimento a normative di comprovata validità CNR DT 206 (§ 6.5.1.5) Formula di Hankinson: f c , 0 ,d f c , 0 ,d sin i 2 cos 2 f c , 90 ,d fc,,d 08 0.8 fc,d/fc,0,d c , ,d 1 fc,0,d fc,0,d fc,90,d sin2 cos2 0.6 0.4 0.2 0 0 20 40 60 80 inclinazione rispetto alla fibratura, 93 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.6 Flessione In assenza di fenomeni di instabilità dovuti allo svergolamento della trave: m, y ,d f m, y ,d km km m, y ,d f m , y ,d m , z ,d f m, z ,d m , z ,d f m, z ,d 1 1 Ref. [1] myd y Myd Wy mzd Mzd Wz In presenza di sezioni rettangolari i valori di resistenza possono essere differenti nelle due direzioni, a causa del differente valore di kh: fmyd fmyk k mod k h y fmyk k mod k h z fmzd M M 94 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.6 Flessione In assenza di fenomeni di instabilità dovuti allo svergolamento della trave : f m, y ,d km km m, y ,d f m , y ,d m , z ,d f m, z ,d m , z ,d f m, z ,d 1 1 km tiene conto del fatto che le tensioni massime si raggiungono solo negli spigoli (si avrà in generale un solo punto in cui la tensione sarà pari a quella ultima). km tiene conto inoltre degli effetti di disomogeneità del materiale nella sezione. 0.8 mzd/fmzd m, y ,d 1 km=0.7 06 0.6 km=1.0 myd 0.4 mzd 0.2 Myd Wy Mzd Wz 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 myd/fmyd NB: EC5 adotta questi valori solo per legno massiccio, lamellare e LVL NB:Per elementi inflessi è in generale più vincolante la verifica a deformabilità. 95 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.6 Flessione Caso particolare di flessione retta: m ,d f m ,d f m ,d f m ,k k modd k h M 1 Hp: mzd=0 0 km=1.0 0.8 c ,0,d f c ,0,d c ,0,d f c ,0,d 2 m , y ,d km m , z ,d 1 f m, y ,d f m, z ,d 2 m , y ,d m, z ,d 1 km f f m, y ,d m, z ,d 4.4.8.1.7 Tenso-flessione c0dd/fc0d 4.4.8.1.7 Presso-flessione 0.6 t ,0,d f t ,0,d 0.4 t ,0,d 0.2 f t ,0,d m , y ,d m , z ,d km 1 f mregressione f , y ,d m , z ,d km lineare m, y ,d f m, y ,d m , z ,d f m , z ,d 1 0 Deve essere inoltre effettuata la verifica di instabilità Deve0essere0.2 inoltre 0.4 effettuata la verifica di 1 0.6 0.8 instabilità allo svergolamento (flessomyd/f torsionale) per gli elementi inflessi myd (§ 4.4.8.2.1). 96 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.9 Taglio d fv,d V S 3 / 2( Vd / A ) d d Jb 4 / 3( Vd / A ) Sezioni rettangolari Sezioni circolari k f fv,d mod v,k M - In I presenza di flessione fl i d i t media deviata: di quadratica d ti dei d i valori l i nelle ll due d direzioni di i i - Resistenza a taglio per rotolamento delle fibre (rolling shear) < 2 f t 90 k P - Ai fini del calcolo dello sforzo di taglio di estremità, non si considera il q contributo di forze agenti all all’interno interno del tratto di lunghezza pari all’altezza h della trave, misurato a partire dal h bordo interno dell’appoggio, o all’altezza effettiva ridotta heff nel caso di travi con intagli. ABETE S1: f vk = 3MPa f vk, RS = 2 f t90k =2x0.4=0.8MPa q h eff h h h eff 97 VERIFICHE STATI LIMITE ULTIMI Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 4.4.8.1.10 Torsione tor,d k sh fv,d tor,d Mtor,d Jt b 3h Jt 3(1 0.6b / h) b k f fv,d mod v,k M 1 - Rilevante solo per sezioni allungate. In g generale da evitare (p (può favorire lo svergolamento delle membrature inflesse) mediante accurata definizione dei vincoli. 0.8 4.4.8.1.11 8 Taglio ag o e Torsione o so e tor,d/fvdksh - 0.6 04 0.4 0.2 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 d/fvd 98 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLU) GEOMETRIA pavimento e massetto assito L = 4.5 m i = 0.5 m B = 120 mm A = bh = 21600 mm2 H = 180 mm W = bh2/6 = 648000 mm3 h b J= bh3/12 = 5.83x107 mm4 i CARICHI MATERIALE GK = 2.3 kN/m2 ABETE S1 QK = 2.0 kN/m2 durata media gK = 1.15 kN/m qK = 1.0 kN/m Comb. Quasi perm. 2i =0.3 M = 1.5 Classe servizio 1 Classe durata del carico: - permanente: kmod = 0.6 - media: kmod = 0.8 99 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLU) PROPRIETA’ PROPRIETA Classe durata del carico: - permanente: kmod ,I= 0.6 - media: kmod,II = 0.8 COMBINAZIONI DI CARICO C1 - Effetto simultaneo di variabili e permanenti: p d ggk qqk 1.3 1.15 1.5 1.0 3.0kN / m p d1L2 Mc1 7.58kNm 8 p L Vc1 d1 6.74kN 2 Mc1 11.7MPa fmod(k mod 0.8 ) 15.47MPa W V d 1.5 c1 0.47MPa fvd(k mod 0.8 ) 1.6MPa A m0 d 100 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLU) PROPRIETA’ PROPRIETA Classe durata del carico: - permanente: kmod ,I= 0.6 - media: kmod,II = 0.8 Verifica dell’appoggio: V ifi d ll’ i pd1L 6.74kN 2 distribuzione triangolare : 2Vc1 2 6740 L app 72mm bfc 90d 120 1.55 Vc1 distribuzione uniforme : Vc1 6740 L app 36mm bfc 90d 120 1.55 101 101 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLU) PROPRIETA’ PROPRIETA Classe durata del carico: - permanente: kmod ,I= 0.6 - media: kmod,II = 0.8 COMBINAZIONI DI CARICO C2 – SOLI carichi permanenti: p d2 ggk 1.3 1.15 1.5 kN / m p d 2L2 Mc 2 3.8kNm 8 p L Vc 2 d 2 3.36kN 2 Mc1 5.84MPa fmod(k mod 0.6 ) 11.6MPa W V d 1.5 c1 0.23MPa fvd(k mod 0.6 ) 1.2MPa A m0 d 102 Giovannni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 5 2 Verifiche allo SLE 5.2 103 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO NT 2008 (par. (par 4 4.4.7 4 7 - STATI LIMITE DI ESERCIZIO) Controllo delle deformazioni istantanea e finale in modo da garantire funzionalità dell’opera (evitando danni alle tramezze e alle finiture, garantire requisiti estetici…) Osservazione: Le caratteristiche reologiche del legno influenzano il comportamento deformativo dell’elemento in esercizio (il comportamento è solo l inizialmente i i i l t elastico, l ti e diventa di t ben b presto t visco-elastico, i l ti causando d un progredire della deformazione sotto carico costante). La deformazione viscosa è tanto più importante quanto meno favorevole è l’ambiente (ambiente umido e variazioni di umidità significative, significative per esempio indotte dall’essicazione). Osservazione: Oltre determinati valori tensionali il recupero elastico al cessare dei carichi variabili non è più completo, generando un consistente accumulo di deformazioni irreversibili. Nonostante non sia richiesto dalla norma è comunque bene limitare il tasso di lavoro del materiale in esercizio 104 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO NT 2008 (par. (par 4 4.4.7 4 7 - STATI LIMITE DI ESERCIZIO) Controllo della deformazione: ufin = uin + udif - deformazione istantanea o iniziale (uin): - valori medi dei moduli elastici Emean - valore istantaneo dello scorrimento delle unioni kser - deformazione a lungo termine (ufin): - valori medi dei moduli elastici ridotti del fattore 1/(1+Kdef) - valore istantaneo dello scorrimento delle unioni kser ridotto del fattore 1/(1+kdef) - kdef d f tien conto dell’aumento della deformabilità x effetto combinato di viscosità e contenuto d’acqua del materiale 105 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO NT 2008 (par. (par 4 4.4.7 4 7 - STATI LIMITE DI ESERCIZIO) Controllo della deformazione: ufin = uin + udif 106 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO kdef tien conto d ll’ dell’aumento t di freccia dovuto all’effetto combinato di viscosità e umidità del materiale NB: Se il legno è posto in opera prossimo al punto di saturazione, ed è soggetto ad essicazione sotto carico, il valore di kdef va incrementato di almeno 2 unità (1 unità secondo EC5) 107 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO CNR DT 206 – § 6.4.1 6 4 1 Deformazioni istantanee e finali Secondo un approccio semplificato, la deformazione finale ufin, relativa ad una certa condizione di carico, si può valutare come: ufin = uin + udif uin è la deformazione iniziale (istantanea), calcolata con riferimento alla combinazione di carico rara; udif è la deformazione differita che può essere valutata attraverso la relazione: udif = u'in ·kdef u’in è la deformazione iniziale ((istantanea), ), calcolata con riferimento alla combinazione di carico quasi permanente; kdef è il coefficiente riportato nella Tabella 4.4V. 108 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO CNR DT 206 – § §– Norme specifiche per elementi inflessi) La freccia netta istantanea di un elemento inflesso, unet, è data da: unet = u1 + u2 – u0 u0 u1 u2 è la controfreccia (qualora presente); è la freccia dovuta ai soli carichi permanenti; è la freccia dovuta ai soli carichi variabili. Ref. [1] 109 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO CNR DT 206 – § §– Norme specifiche per elementi inflessi) Limiti per la freccia istantanea dovuta ai soli carichi variabili: u2,in < L /300 combinazione di carico rara per i soli carichi variabili: gk Equivale a porre un limite alle rotazioni u1,fin Limiti per la freccia finale: u2,fin < L /200 d carico: da i da carico: A B A B qk u2,fin unet,fin < L/250 u1,in u1,dif u2,in u2,dif Il progettista può scegliere limiti più severi in funzione della destinazione d’uso 110 Giovanni Metelli – NTC 2008 VERIFICHE STATI LIMITE DI ESERCIZIO osservazione Il modulo elastico a taglio G è modesto (E0mean /Gmean =16): è necessario computare la parte di freccia dovuta alla deformazione a taglio. Nel caso di una trave inflessa semplicemente appoggiata, a sezione costante e soggetta a carico uniforme p, la freccia totale massima vale quindi: 4 2 f max 5pl pl 384EJ 8GA La deformazione a taglio non è più trascurabile per rapporti h/L>1/10 h/L 1/10. 111 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO:: solaio inflesso (SLE) ESEMPIO GEOMETRIA pavimento e massetto assito L = 4.5 m i = 0.5 m B = 120 mm A = bh = 21600 mm2 H = 180 mm W = bh2/6 = 648000 mm3 h b J= bh3/12 = 5.83x107 mm4 i CARICHI MATERIALE GK = 2.3 kN/m2 ABETE S1 QK = 2.0 kN/m2 durata media gK = 1.15 kN/m qK = 1.0 kN/m Comb. Quasi perm. 2i =0.3 M = 1.5 Classe servizio 1 kdef 0.6 6 d f = 0 Classe durata del carico: - permanente: kmod = 0.6 - media: kmod = 0.8 112 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLE) gk PROPRIETÀ E0mean = 12000 MPa E0,05 = 8000 MPa u1,fin u1,in u1,dif 1 dif A B A B Gmean = 750 MPa qk CALCOLO DELLA FRECCIA Classe servizio 1 kdef = 0.6 u2,fin u2,in u2,dif u1in 5 gkL4 1 gkL2 8.77 0.22 8.99 mm 384 E0mean J 8 Gmean A u2in 5 qkL4 1 qkL2 7.63 0.19 7.82 mm 384 E0mean J 8 Gmean A u2in / L 1/ 576 1/ 300 unet ,fin u1fin u2 fin u1in (1 k def ) u2in (1 2k def ) ufin / L 1/ 191 1/ 250 14.38 9.23 23.61 mm h= 200mm NON verificato 113 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLE) gk PROPRIETÀ À E0mean = 12000 MPa E0,05 0 05 = 8000 MPa u1,fin u1,in u1,dif 1 dif A B A B Gmean = 750 MPa qk CALCOLO DELLA FRECCIA A parità di freccia istantanea: u1in 8.99 mm u2in 7.82 mm u2,fin u2,in u2,dif Se il legno viene messo in opera non stagionato e subirà forti processi di essicazione, kdef deve essere incrementato di 2 unità Classe Servizio 1 unet ,fin u1in (1 k def ) u2in (1 2k def ) 32.36 13.92 46.28 mm kdef = 2+0.6 u fin / L 1/ 97 1/ 250 Classe Servizio 3 kdef = 2+2 unet ,fin u1in (1 k def ) u2in (1 2k def ) 44.95 17.20 62.15 mm u fin / L 1/ 72 1/ 250 u fin 18mm 114 Giovanni Metelli - Progettare le strutture in legno – Norme Tecniche 2008 ESEMPIO: solaio inflesso (SLE) gk MATERIALE Classe servizio 1 kdef = 0.6 PROPRIETÀ u1,fin u1,in u1,dif 1 dif A B A B E0mean = 12000 MPa qk = 8000 MPa E0,05 , Gmean = 750 MPa u2,fin u2,in u2,dif TENSIONE IN ESERCIZIO È comunque utile avere la misura dello sforzo in esercizio. Con riferimento C if i t alla ll condizione di i di carico RARA: Il tasso di lavoro è alto!!! MGk = MQk Qk = M = 2.91 kNm 2.53 kNm 5.44 kNm //ES, Gk = 4.49 MPa //ES, Qk = 3.91 MPa //ES= 8.40 MPa In presenza di sforzi elevati e nel caso di ambiente soggetto ad escursioni rilevanti di UR UR, la freccia viscosa continua a incrementare 115