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AVERE RAGIONE E ARGOMENTARE LE PROPRIE RAGIONI 25

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AVERE RAGIONE E ARGOMENTARE LE PROPRIE RAGIONI 25
AVERE RAGIONE
E
ARGOMENTARE LE PROPRIE RAGIONI
ADELINO CATTANI
Dipartimento di Filosofia
Università di Padova
Milano
Università Bicocca
Scuola di Dottorato
Scienze Umane – Scienze della Formazione e della Comunicazione
25 maggio 2011
La teoria dell’argomentazione
ha poco più di 50 anni di vita.
Celebrati nel 2008
Chaïm Perelman
Stephen Toulmin
Michael Polanyi
Norwood Russell Hanson
Ma la pratica dell’argomentazione risale al
primo uomo che decise di servirsi della
parola per giustificare, persuadere, spiegare,
ossia decise di collegare discorsivamente
una conclusione con delle premesse.
La pratica dell’argomentazione
quindi precede di molti millenni la teoria
dell’argomentazione.
C’era però una volta la retorica…
È IMPORTANTE AVER RAGIONE
È IMPORTANTE SAPERLA ESPRIMERE
È IMPORTANTE FARSELA RICONOSCERE
Essere nel vero
Riuscire a persuadere di essere nel vero.
Avere ragione
Convincere gli altri di avere ragione.
Avere ragione
vs.
Persuadere gli altri di avere ragione.
Coppia “filosofica”
Variante di altre opposizioni-coppie fondamentali:
•
•
•
•
•
•
•
•
Realtà / Apparenza
Verità / Verosimiglianza
Episteme / Doxa
Oggettivo / Soggettivo
Esprit de géométrie / esprit de finesse
Dimostrazione / Argomentazione
Convinzione / Persuasione
Teoria / Pratica
Caratteristiche delle
“coppie filosofiche”
1. Asimmetria tra i 2 membri
2. Rapporto assiologico: polo + e polo –
3. Mutevolezza del rapporto e possibilità
di inversione
3 tipi di rapporto tra coppie:
Opposizione polare tra teoria e pratica
«Questa è una splendida teoria. La pratica è un po’ diversa.»
Continuum tra teoria e pratica
Teoria e pratica come estremi di un continuum.
Dialettica di teoria e pratica
Teoria e pratica retroagiscono l’una sull’altra.
Vero
------Falso
Falso
> ------Vero
Teoria/Principio
-------------------------Osservazione/Fatto
Osservazione/Fatto
> -------------------------Teoria/Principio
La problematica relazione
tra teoria e pratica
Questa è la fine che può fare
il potente il “mezzo di comunicazione”,
ben più potente della “due ruote”,
che è la persuasione.
Viceversa, la persuasione è “insidiosa”.
“Se il pubblico approverà, sbaglierà”
(George E.Moore)
«Se voi mi approvate
solo perché sono un
retore, andremo
all’inferno, voi ed io.»
Sant’Agostino
PERCHÉ DISCUTERE?
C’è chi non ama la discussione.
C’è chi ritiene che vi siano cose che non si possono
discutere.
C’è chi ritiene che discutere faccia perdere tempo.
C’è chi preferisce un “sistema d’ordine”.
Discutere è in effetti impegnativo.
Ma ne vale assolutamente la pena
Discutere è
un diritto
un dovere
un piacere
Scontato il diritto, ammesso il dovere di farlo, discutere
è anche un piacere
perché è in parte gioco e spettacolo.
C’è un rischio nel valorizzare
la sua dimensione ludica,
per chi è troppo timido e per chi, viceversa,
è troppo istrionico.
DUE REGOLE
Consegne insieme etiche e tattiche
1. Mettersi al suo posto.
Per capirne le ragioni, ma soprattutto per trovare i limiti
della sua tesi. Per verificare e per falsificare.
2. Lasciarlo dire.
Eretici, falsari, sciocchi (ai nostri occhi) dicano pure
liberamente la loro. Sta a noi smascherarli.
Fateli parlare e fateli scoprire.
Sono due comportamenti liberali e insieme strategici.
Riconoscere vuol dire anche neutralizzare.
Dibattito come metodo e come disciplina,
fin dalla scuola.
VANTAGGI DELLA FORMAZIONE SCOLARE AL DIBATTITO
1. Valorizza gli spiriti “divergenti” e canalizza le capacità dei
leader naturali.
2. Migliora le capacità anche di chi non è particolarmente
bravo, non particolarmente dotato di dialettica per natura.
3. Ha componenti ludiche.
4. Fa funzionare testa, cervello, pensiero e insieme bocca,
voce, mani, corpo.
5. Crea spirito di squadra, di gruppo.
6. Determina una condizione stabile di competizione in
quadro di cooperazione, come sarà nella vita.
7. Conferisce il potere di cambiare le cose, senza violenza.
8. Saper discutere è saper con-vivere, oltre che con-vincere.
Imparare a dibattere e dibattere bene significa imparare a
vivere e vivere bene. Il successo in un campo si traduce nel
successo nell’altro.
Il nostro programma
1. Un atto tipicamente ed esclusivamente umano:
discutere
2. Due modalità di prova: dimostrazione e
argomentazione
3. Tre forme di ragionamento e tre criteri di
valutazione
4. Quatto regole d’oro, valide anche quando si
discute
5. Cinque tipi di fallacie e cinque tipi di dibattito
6. Sei modi di replicare
7. E il settimo giorno anche il Signore si riposò.
Noi no, perché sia il dialogo sia la polemica
sono pieni di insidie
SEI PASSI NELL’ARGOMENTAZIONE
Nella teoria e nella pratica
dell’argomentazione
Percorso di formazione al dibattito scolastico.
Argomentare e Dimostrare
?
Argomentare vs. Dimostrare
Retorica e/vs. Logica
ARGOMENTAZIONE RETORICA
– personale
– valida nella situazione in cui è
proposta
– postula un uditorio determinato
– fondata su opinioni,
presupposizioni, precedenti
– implica comunicazione, dialogo,
discussione, controversia
– passionalità, coinvolgimento,
impegno
– usa un linguaggio naturale
– mira all’adesione
– ammette gradi di adesione diversa
DIMOSTRAZIONE LOGICA
– impersonale
– valida sempre e per tutti
– indifferente rispetto al destinatario
– fondata su assiomi
– implica la possibilità di un calcolo,
anche meccanico
– distacco spassionato, disinteresse,
imparzialità
– usa un linguaggio che può esser
anche artificiale, simbolico
– teoricamente autosufficiente
– esclude la possibilità di
accrescimento dell’adesione
– opportunità dell’accumulo
– superfluità di un’ulteriore
(molteplicità quantitativa)
dimostrazione (unicità qualitativa)
– giudicata in base a criteri di
– giudicata in base a criteri di
rilevanza, di forza o di debolezza
validità e correttezza
LOGICA/RETORICA
QUATTRO IPOTESI
L
R
L R
L
R
ESCLUSIONE
COMPLEMENTARITÀ
SOVRAPPOSIZIONE PARZIALE
L
INCLUSIONE
R
TRE FORME DI RAGIONAMENTO
1. Nella guerra nessuno vince, tutti perdono. Ce lo
dice la storia.
2. La violenza non si combatte con la violenza.
3. Bombardare in nome della pace è come fornicare in
nome della virtù.
Qual è l’argomento che useremmo se costretti a
sceglierne uno solo?
1. Nella guerra nessuno vince, tutti perdono. Ce lo
dice la storia.
Argomento induttivo
2. La violenza non si combatte con la violenza.
Argomento deduttivo
3. Bombardare in nome della pace è come fornicare
in nome della virtù.
Argomento analogico
Il mammuth siberiano di Berezovka (1911)
Questo mammuth si cibava di vegetali
Tutti i mammuth si cibavano di vegetali
Questo mammuth aveva una gamba spezzata
Tutti i mammuth avevano una gamba spezzata
Tre criteri di valutazione
Verità delle premesse
Validità del nesso
Congruenza dei dati
Quattro regole d’oro
1. QUALITÀ
2. QUANTITÀ
3. PERTINENZA
4. MODO
Applicate al dibattito
1. Qualità argomentativa, ossia capacità di conferire
fondamento logico-argomentativo alla proprie
affermazioni.
2. Quantità informativa, ossia sufficiente numero di fonti,
completezza di ambiti, contenuti, quesiti.
3. Pertinenza dell’intervento. Coerenza interna e rilevanza
dei contenuti.
4. Modo di presentazione. Ordine espositivo e proprietà di
linguaggio.
Che cosa fare di fronte ad una accusa?
Quattro sono le “questioni sul tappeto”o le “poste in gioco”
Sussistenza
Natura
Qualità
Regolarità
Ossia
L’esistenza del fatto: si è verificato o no?
La definizione del fatto: è reato o no?
La valutazione del fatto: è punibile o no? Ci sono attenuanti?
La legittimità del giudizio: giudice competente, procedura corretta, tempi
giusti?
Quindi almeno quattro sono le possibili risposte
1. Non l’ho fatto.
2. Se l’ho fatto, non è reato.
3. Se è reato, non è punibile.
4. Se è punibile,
non sono questi la sede, il modo, il tempo giusti.
CINQUE TIPI DI RAGIONAMENTI INGANNEVOLI.
CLASSIFICAZIONE OPERATIVA.
I. FALLACIE FORMALI
 scala priva di un gradino o con gradini rotti
II. FALLACIE INFORMALI
I. 1. LINGUISTICHE
 scala di gomma
II.2. DI PERTINENZA
 scala buona, collocata sul posto sbagliato
II.2.1. PER OMISSIONE
II.2.2. PER INTRUSIONE
II.3. PER INCONSISTENZA
 scala collocata su fondo cedevole, malfermo
Cinque modi di discutere
POLEMICA.
Scontro politico, dibattito eristico, dialogo tra sordi
TRATTATIVA. Negoziato, trattativa sindacale,
compravendita.
CONFRONTO. Dibattimento, discussione critica, dialogo
di persuasione
INDAGINE. Discussione cooperativa, ricerca scientifica
COLLOQUIO. Consultazione, dialogo formativoinformativo, comizio-raduno
NB. Cambiando tipo di dibattito, cambiano le
regole e i criteri di accettabilità.
MATRICE DEI TIPI DI DIBATTITO IN FUNZIONE DELLA
SITUAZIONE INIZIALE E DELLO SCOPO PRINCIPALE
Situazione
iniziale Conflitto
Problema aperto
Carenza di
informazione
INDAGINE
COLLOQUIO
Scopo principale
Risolvere
CONFRONTO
Comporre
TRATTATIVA
Vincere
POLEMICA
ALBERO PER LA DETERMINAZIONE DEL TIPO DI DIBATTITO.
Una chiave per stabilire la natura di un dato scambio verbale
sì
lo scopo è la
risoluzione?
sì
no
C’è
conflitto?
no
sì
CONFRONTO
TRATTATIVA
no
POLEMICA
lo scopo è una
composizione?
sì
INDAGINE
no
COLLOQUIO
c’è un problema
comune da risolvere
6. SEI MODI DI REPLICARE
Quando un interlocutore avanza un tesi, si può:
1. Ignorarla
1.1. Ignoranza pura e semplice
1.2. Tattica della sostituzione di problema
2. Accettarla
3. Accettarla solo in parte
3.1. mediante incorporamento
3.2. mediante minimizzazione
4. Chiederne ragioni o prove
5. Rifiutarla o confutarla
5.1. Puntando ai fatti, se è un’induzione,
5.2. Puntando al principio o al nesso, se è una
deduzione
5.3. Puntando alle somiglianze, se è una analogia
6. Attaccare chi la sostiene.
Da: Adelino Cattani, Botta e risposta. L'arte della replica, Bologna, Il Mulino 20062.
COME DIRLO?
Come dire di no
Vorrei tanto dirti di sì. Ma il mio
psicoterapeuta mi ha detto che devo
imparare a dire di no.
Sì. Tu però sai quanto vale un sì di noi
diplomatici (politici, artisti, psicotici…).
Sono un fautore delle parità tra i sessi: un
vero signore non dice mai di sì la prima
volta.
W la resistenza. Nel mio piccolo cerco
anch’io di resistere.
Sì, sì. Ci penso.
«bisogna lasciare lentamente la frizione».
Serio:
Mi raccomando non distrarti, usando la
frizione. Ricordati che è sempre importante
lasciarla andare con dolcezza.
Pacato:
A lasciare andare la frizione ci riescono
tutti, prima o poi. Prova con calma.
Divertente:
Scusa tesoro, ma quello che stai facendo
adesso con la frizione corrisponde alla tua
migliore possibilità di "dolcemente"?
Divertito:
Basta. basta! Facciamo un patto: se tu
impari a lasciare piano la frizione, giuro che
io imparo a rimettere il tappo al dentifricio.
Ironico:
Davvero emozionate questo tuo modo di
staccare la frizione. Adesso, non vorresti
per caso provare nel modo noioso?
Comico:
…pooooovera frizione…sentila che dice
ohi, ohi, ohi che cosa ti ho fatto di male
perché mi lasci così, di colpo…senza una
lettera, un biglietto, una telefonata,
nemmeno una carezza…
Confidenziale:
Sai che anche per me, quando imparavo a
guidare, era difficile mollarla piano, la
frizione?
Poetico:
Quello che fai col pedale della frizione
è…come dire? dargli un lungo addio.
Pragmatico:
Guarda che devi diminuire gradatamente la
pressione sul pedale, senza lasciare il piede
di colpo.
Sarcastico:
Magnifico. Ancora un paio di partenze così,
e risolvi il problema di imparare a guidare:
scassi la frizione e buttiamo via la
macchina.
Velenoso:
Purtroppo non posso neanche dirti che guidi
coi piedi.
Da:
A. Testa, Farsi capire,
Milano, Bur Rizzoli, 2000, 20092, pp. 382-86.
COME DIRLO?
VERSATILITÀ LINGUISTICA E CONCETTUALE
Affermarlo, Chiederlo, Ordinarlo
Affermarlo in modo blando
Affermarlo in modo deciso
Chiederlo in modo blando
Chiederlo in modo deciso
Ordinarlo in modo blando
Ordinarlo in modo deciso
Incipit di Anna Karenina
di Lev N. Tolstoi:
Tutte le famiglie felici si somigliano.
Ogni famiglia infelice è invece disgraziata
a modo suo.
Serio
Mentre tutte le famiglie felici presentano
caratteristiche uniformi, la costante comune
alle infelice sembra essere la diversità.
Da una parte esiste un modello, dall’altra un
non modello.
Rassicurante
Tranquilli: c’è almeno un modo per essere
felici in famiglia anche se, purtroppo, ce ne
sono molti per essere infelici.
Disinvolto
Le famiglie felici sono tutte uguali. Le
infelici, tutte diverse.
Divertente
Non dite a una famiglia felice che è uguale
a un’altra famiglia felice. Questo la
renderebbe subito infelice.
Divertito
Dicono che le famiglie infelici sono diverse
e quelle felici identiche: secondo me ce n’è
una sola e la mandano a tutti i talk show.
Ironico
Se le famiglie felici sono uguali e quelle
infelici sono diverse, com’è che molti si
aspettano di essere felici in una famiglia
diversa?
Comico
Ci sono famiglie felici, tutte uguali, quelle
infelici, tutte diverse, e poi c'è la famiglia
Felice, composta da Fortunato Felice, Gioia
Felice e Giovannino Prozac Felice.
Amichevole
Tra tante maniere per essere infelice in
famiglia, forse possiamo cercare quella per
essere felice. Parliamone insieme.
Poetico
Ecco famiglie frantumate, tutte diverse e
perse in un dolore oscuro, colme di
nostalgia, esiliate. Ecco famiglie ideali,
costanti, somiglianti, sempre uguali: luce
senz’ombre, né passato, o futuro.
Evocativo
Se l’infelicità familiare si nutre di mille
disgrazie, la felicità familiare si alimenta
un’unica fortuna.
Concreto
La quantità di disgrazie citate dalle famiglie
infelici risulta superiore del 79,4% alla
quantità di motivi di felicità citati dalle
famiglie felici. Anche l’ampia varietà di
disgrazie è statisticamente significativa.
Pragmatico
In famiglia si può scegliere tra un modo per
essere felici e molti per non esserlo.
Potendo, scegliete bene.
Assertivo
La felicità familiare è univoca. L’infelicità
multiforme.
Aggressivo
L’infelicità familiare ha mille ricette. La
felicità? Sempre la stessa zuppa.
Provocatorio
In famiglia, avete mille modi per essere
infelici e uno solo per essere felici:
andarvene.
Accorato
Perché mai ai mille modi dell’infelcità
familiare se ne oppone solo uno felice?
Siamo davvero nati per soffrire?
Coinvolgente
Rabbia, odio, rancore, paura violenza,
indifferenza, abbandono: un’infinità di
disgrazie può rendere infelici le famiglia.
scopriamo assieme lo stato di grazia che
corrisponde alla felicità.
(Annamaria Testa, Farsi capire, Bur, Milano, 2009, pp.
370-73)
ESERCITAZIONE
1
Finalità: stabilire l'accettabilità o meno, in uno scambio polemico, di
un argomento proposto dall’interlocutore.
2
Una volta individuato l’eventuale vizio, cercare di
neutralizzarlo.
3
Come neutralizzarlo?
In uno dei tre modi seguenti:
a. definendolo con il suo nome, se esiste e se riusciamo ad
identificarlo con precisione;
b. spiegando in modo discorsivo le ragioni per cui lo si ritiene
inammissibile;
c. rispondendo comunque a tono con un controargomento od
una valutazione che consenta di proseguire nel dibattito.
7. Il settimo giorno il Signore si riposò.
Ma noi lavoriamo ancora un po’.
ESERCITAZIONE
Individuare e neutralizzare i punti deboli di un
argomento
(magari di un argomento che condividiamo)
CINQUE TIPI DI RAGIONAMENTI INGANNEVOLI.
CLASSIFICAZIONE OPERATIVA.
1. FALLACIE FORMALI
2. FALLACIE INFORMALI LINGUISTICHE
3. FALLACIE INFORMALI
DI PERTINENZA PER OMISSIONE
4. FALLACIE INFORMALI
DI PERTINENZA ER INTRUSIONE
5. FALLACIE INFORMALI PER INCONSISTENZA
1.
Chi mi ama mi segue.
Mi segue.
Quindi mi ama.
2.1
Si può fumare mentre si prega? No, è un
atto irrispettoso.
Si può pregare mentre si fuma? Sì, si può
pregare sempre, in qualsiasi circostanza.
2.2
Se c’è una legge deve esserci un legislatore.
L’universo è governato da leggi.
Quindi ci deve essere un legislatore
dell’universo, che possiamo chiamare Dio.
2.3
L’attore si chiama attore perché lavora in
teatro, così come il bibliotecario si chiama
bibliotecario perché è beato coi libri.
2.4
«Il candidato alla carica di governatore è
accusato di avere molestato molte donne.»
«Sì, ma il governatore uscente ha molestato
tutti noi.»
3.1
Ma tu vuoi una società liberale
o una società giusta?
3.2
Se la donna/uomo che sposi è bella/o, sarà
motivo di gelosia.
Se non lo è, sarà motivo di sconforto.
Quindi non sposarti.
4.1
«Milioni di persone hanno comprato il
telefono Nokia. O scarseggia la fantasia o
eccelle il telefono»
4.2
«Vendiamo eroina al mondo occidentale
come altri vendevano whisky agli indiani»
5.1
«Il razionalismo sta alla ragione come la
polmonite sta ai polmoni»
5.2
«Come mai è scapolo?»
« Perché non è sposato.»
5.3
«Vuoi fare il bravo e andare a nanna?»
5.4
Le ultime tre volte che sono andato in
montagna, è stata una giornata di sole. Se
non c’è due senza tre, non c’è tre senza
quattro.
Ogni essere vivente è mortale. Dio non è
mortale. Quindi Dio non è un essere vivente.
Fine della vita è la felicità.
La morte è la fine della vita.
Quindi la morte è la felicità.
L’organismo politico, come ogni altro
organismo, corpo funziona bene se c’è un
cervello che lo guida. Per questo i governi
autoritari sono i più efficienti.
Abbiamo costruito nel modo migliore possibile.
Alla vecchia maniera.
Abbiamo costruito nel modo migliore possibile.
Alla vecchia maniera.
Abbiamo costruito nel modo migliore possibile.
Secondo i nuovi standard.
«Il fatto che abbia chiesto il tuo parere dimostra
che ho grande fiducia in te.»
«Cosa mi assicura che tu abbia fiducia in me?»
«Se non l’avessi ti avrei forse interpellato?»
«Confessi di avere commesso reati?»
[sì]
[no]
Gli agricoltori sono favoriti dalle sovvenzioni
pubbliche. La scuola, il turismo, l’industria
automobilistica e così via sono favorite dalle
sovvenzioni. Ovviamente l’intera economia
sarà favorita se ogni produzione viene
sovvenzionata.
«Nulla è certo a questo mondo. Bisogna perciò
attenerci a quanto ci dice l’esperienza»
«Ne sei certo, papà?»
«Più che certo, figlio mio. Fìdati»
Se procediamo nella nostra corsa agli
armamenti, è più probabile che le nazioni che
ci temono ci attacchino. Procedendo al
disarmo, allontaneremo questo rischio.
Il mio oppositore viene da Lentini, città non
particolarmente nota per prontezza di
comprendonio.
Giovanni è il padre di Pietro e il padre di Pietro
è il padre di Paolo. Quindi Giovanni è il padre
di Paolo.
OK?
Giovanni è il padre di Pietro e il padre di Pietro
è il padre di Paolo. Quindi Giovanni è il padre
di Paolo.
Giovanni è il padre di Pietro e Pietro è il padre
di Paolo. Quindi Giovanni è il padre di Paolo.
TROVARE ARGOMENTI E PRESENTARLI
Esercitazione
Lavoro in gruppo.
Trovare argomenti e presentarli in forma di
Esordio
Esposizione
Argomentazione pro
Confutazione
Conclusione
Epilogo
Ipotizziamo d'essere un gruppo di consiglieri del presidente e che si debba
fornirgli entro pochi minuti gli argomenti per affrontare i giornalisti che lo
attendono all'uscita.
Finalità: reperire, valutare e disporre gli argomenti a sostegno di ciascuna delle
posizioni delineate.
Un buon sistema educativo
dovrebbe includere
corsi di argomentazione
per autodifesa dall’argomentazione.
I filosofi hanno di mira la verità in sè,
I retori-oratori hanno in mente la verità in
comunità.
La verità in sé, il giusto in sè è un valore
filosofico.
La verità in comunità, il giusto in comunità
è un valore sociale.
Due valori da contemperare:
- Educazione discorsiva
- Educazione alla negoziazione
Per un’educazione liberale.
Educazione liberale:
non un processo
per impartire la verità,
ma un processo
che per favorire la ricerca della verità.
Obiettivo:
Filosofi un po’ più oratori
con consapevolezza della loro retoricità.
“Retorica filosofica”
Oratori un po’ più filosofi
con consapevolezza che la retorica è
anche una forma di sapere
Anche chi avverte l’istanza etica
e la necessità di
non scindere «l’etica dell’argomentazione onesta»
dalla «retorica delle risposte efficaci»,
riconosce che il fine di una preparazione al dibattito
è pedagogico e
che imparare a discutere
dovrebbe essere obbligatorio per tutti,
e non solo per i professionisti della comunicazione.
Valenza pedagogica
dell’insegnare/imparare
a discutere
Sviluppo di tre tipi di capacità:
1. valutazione
2. comunicazione
3. relazione sociale
- pronta elaborazione di idee e di risposte
- loro traduzione in processi discorsivi e atti
persuasivi
- condizione essenziale per una convivenza
in cui risolvere i problemi
in maniera il più possibile consensuale,
dopo averne discusso insieme.
Che fare, in pratica?
Una
“Scuola di teoria e pratica
dell’argomentazione”
O
“Scuola di dibattito”
Riferimenti bibliografici
ADELINO CATTANI
Discorsi ingannevoli. Argomenti per difendersi, attaccare,
divertirsi, Edizioni GB, Padova 1995.
Botta e risposta. L’arte della replica, Il Mulino, Bologna
2001, 20062.
Come dirlo? Parole giuste, parole belle, Loffredo Editore,
Napoli 2008.
ANNAMARIA TESTA
Farsi capire, Rizzoli Bur, Milano, 2000, 20092.
Per contatti e-mail: [email protected]
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