La figura del mercante tra religione ed interessi economici
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La figura del mercante tra religione ed interessi economici
Liceo Scientifico “G.Novello” Classe 3D La figura del mercante tra religione ed interessi economici Laboratorio Officina dello Storico A. S. 2012/2013 1 Abbiamo cominciato a interessarci alla figura del mercante dopo esserci resi conto della centralità che ricopre nel corso del medioevo, periodo caratterizzato dalla crisi di alcune attività e dall’emergere di nuove. Un esempio di questa figura è Donato Ferrario, mercante lombardo, che si impone nel panorama della Milano del 1300. Inoltre il fatto che Donato abbia esercitato la sua professione a Milano ci avvicina maggiormente a lui poiché viviamo in prima persona il contesto geografico, economico e politico lombardo. 2 Nella prima metà del trecento la popolazione si riduce del 40% Progressivo abbandono delle manifatture a cui consegue l’aumento della produzione agricola (C.Cipolla) Nei primi settant’anni del 1400 i commerci calano drasticamente al 70% A Firenze viene ridotta la produzione di lana pregiata Diversi effetti nei principali produttori di lana del tempo Svalutazione monetaria La lana troppo costosa non riesce più ad imporsi sul mercato europeo A Londra viene incrementata la produzione di lana di qualità più bassa La lana londinese meno pregiata ma più economica di quella fiorentina si afferma in poco tempo in Europa Crescono gli investimenti per migliorare la poduzione di lino e cotone che andranno a soppiantare la lana 3 La crisi causa un grande aumento del numero degli indigenti Si viene a creare uno squlibrio monetario netto tra le diverse classi sociali La ricca nobiltà punta allo sviluppo della produzione di beni di lusso La classe borghese cerca di migliorare la produzione materiali come lino e cotone Punta sulla produzione di grandi quantità di merce La produzione si sposta gradualmente nei contadi I salari cominciano ad abbassarsi Si formano i presupposti per la nascita del mercante imprenditore Non abbandona i vecchi mercati ma comincia a cercarne di nuovi 4 Il mercante imprenditore punta alla quantità e non alla qualità Diventa banchiere, podestà, tesoriere, diplomatico e organizzatore di eserciti e flotte per principi. I mercanti italiani mantengono a lungo il primato nell’alta finanza e nelle grandi banche I mercanti italiani vengono ostacolati da fattori di diversa natura L’affermarsi delle monarchie nazionali I re promulgano decreti per favorire i prodotti nazionali Le scoperte geografiche I commerci si spostano nell’Atlantico L’avanzata dei Turchi Ottomani in Oriente Vengono bloccate le rotte commerciali terrestri e navali con l’Oriente I prodotti italiani perdono ogni forza attrattiva nel mercato estero nel XVII secolo (G.Luzzatto) 5 Trafficanti girovaghi Si stabiliscono nell’oppidum chiudendosi a protezione entro steccati e fossati Nascita dei burghi (da cui il termine borghese) successivamente incorporati nelle cinta delle mura Passano da una località all’altra 6 Mercante Elemento decisivo per lo sviluppo della città in particolare in campo economico I sovrani fecero leva sulla borghesia mercantesca per debellare le forze conservatrici dei feudatari In Italia prendono le redini del governo 7 Piccolo mercante Grande mercante Mercante al minuto Indirizza il lavoro alla finalità della sussistenza secondo la “mentalità artigiana” Mercante all’ingrosso Tende al guadagno da moltiplicare con il reinvestimento appena ritratto ALTRE DIFFERENZE: • Alcuni praticavano solamente il commercio, erano specializzati ma trattavano gli articoli più vari • Alcuni praticavano contemporaneamente l’industria, il commercio e la banca ( figura del mercante-banchiere) 8 LE ARTI: FUNZIONE POLITICA Corporazione che tutela economicamente gli iscritti ad essa LE ARTI: FUNZIONE ECONOMICA Scopi imposti dalle Arti che NON furono raggiunti: ARTE I mercanti se ne valsero per salire al governo del Comune (non accadde nei comuni dove prevaleva un regime aristocratico) Situazione: aziende poste su piani diversi in concorrenza tra loro • creare per gli iscritti il monopolio del lavoro in un mestiere • porre condizioni di parità • regolare la produzione sulla richiesta e non stimolare la domanda con l’offerta • tutelare il consumatore da frodi 9 FIRENZE VENEZIA “Arti maggiori”(popolo grasso) e “Arti minori” Ruolo del mercante: si afferma grazie ai traffici marittimi Formazione di 21 Arti con a capo i Priori ARTI: PADRONE DELLO STATO ARTI: STRUMENTI DELLO STATO E DELLA SUA POLITICA 10 Dipendente da potere politico Indipendente Investe tutta la sua fortuna Riesce ad arricchirsi Acquista titoli per nobilitarsi Perde tutto e finisce in miseria Cerca di ostentare sempre maggior ricchezza Protezione politica Privilegi Rapporto di reciproco vantaggio Gli enti benefattori tutelano lo stato da rivolte Il mercante ottiene vantaggi economici 11 È uso comune associare l’immagine del mercante a quella del denaro, prima ancora che della ricchezza, in una società che disprezzava profondamente il denaro (e il suo uso). Ma una “rivalutazione” del mercante è passata, spesso, proprio attraverso la riscoperta di un ruolo compensatorio e riparatore, nel quale egli si dimostra insostituibile, anche per la sua capacità ed efficienza: quello del benefattore, di colui che, avendo sottratto, restituisce, attraverso la carità a vantaggio dei poveri. Questa è la prefazione del “Dare et habere, il mondo di un mercante milanese nel ‘400” e permette di restituirci un’immagine della figura del mercante e di come veniva vista dal popolo nel quale essa andava ad emergere. 12 Il carcere della L’evasione fiscale Malastalla Le condizioni di vita dei carcerati Donato Ferrario 13 All’epoca esistevano a Milano diverse carceri, alcune situate all’interno della città come la Malastalla e le prigioni del Capitano di Giustizia e del Podestà; altre sorgevano presso le torri delle porte o dei castelli cittadini. Fu in quello della Malastalla, presso Milano in cui Donato fu incarcerato e passò un periodo della sua vita che lui accenna appena nel libro mastro. I mercanti mossi da interessi personali più che religiosi agivano al fine di arricchirsi, spesso andando incontro ad evasione fiscale. Fu questo il motivo per cui Donato venne messo in prigione dal Duca, in quanto egli portava nella città un carico di sale maggiore di quello che gli era consentito senza pagare le tasse. 14 All’interno del carcere le condizioni di vita dei detenuti erano pessime. Questi erano infatti maltrattati e non veniva dato loro da mangiare, gli unici che potevano sopravvivere erano coloro i quali si potevano permettere di pagare le guardie affinché portassero all’interno della prigione del cibo. Donato Ferrario riuscì infatti a sopravvivere diversi mesi in questa prigione nella quale era stato recluso per evasione fiscale. Il carcere della Malastalla a Milano custodiva coloro che avevano commesso reati legati al mancato pagamento delle imposte. 15 Il commercio La chiesa nei confronti del mercante Peccato di avarizia della figura mercantile Attività mercantile, utile al beneficio collettivo 16 Durante il Medioevo l’attività mercantile era considerata dalla Chiesa illecita, in quanto praticandola si peccava di avarizia. Nel corso del Duecento dunque la Chiesa si trovò a fare i conti con la nuova figura emergente, che nel corso del ‘400 diverrà componente del popolo grasso, ovvero del popolo più ricco della città. Il prestigio successivo acquisito dal mercante portò dunque la Chiesa ad un ripensamento, vedendolo poi come un benefattore che rischiava la vita nei viaggi assicurando così scambio di prodotti e beni. 17 Chi si occupava del commercio doveva dimostrare di non eccedere nell’attaccamento al denaro usandolo a beneficio della collettività. Spesso questo però non avveniva in quanto il mercante era mosso più da interessi personali e dalla cupidigia di accumulare ricchezze. 18 Prima: scuole ecclesiastiche Laici raramente ammessi Fondate dai chierici a partire dal XII secolo Cultura adeguata per i figli dei borghesi Private: maestri pagati da Scolari Non necessariamente membri del clero Cultura laica: letteratura Comune Funzionali allo sviluppo della figura del mercante 19 Le scuole ecclesiastiche nell’alto Medioevo erano finalizzate soltanto alla preparazione culturale del clero, solo raramente venivano ammessi laici. Il livello di istruzione era comunque basso anche tra i nobili, ed era pressoché totale l’analfabetismo. La situazione della scuola inizia a cambiare nel XII secolo e si trasforma profondamente nel corso del secolo successivo. Nell'ambito delle scuole religiose, mentre le scuole parrocchiali tendono a sparire, per l'insegnamento superiore i benedettini vengono affiancati da altri ordini, come i domenicani, che istituiscono anch'essi scuole. Inoltre si sviluppano abbastanza rapidamente scuole laiche, fondate dai chierici, a diversi livelli. 20 Le scuole erano private, e allora i maestri vivevano delle quote pagate dagli scolari, o finanziate dai comuni. Esse rispondevano alle necessità della nuova società urbana, in quanto l’istruzione in queste nuove realtà scolastiche era più pratica e più adatta all’ascesa del ceto borghese: le scuole laiche furono funzionali allo sviluppo della figura del mercante perché permisero anche ai figli dei borghesi di avere una cultura umanistica e scientifica adeguata senza dover essere necessariamente parte del clero e permettendo loro quindi di dedicarsi ad altre attività (come la mercatura). Inoltre la cultura laica diede l’impulso alla nascita della letteratura che dalla Francia, attraverso i trovatori e i clerici vagantes si diffuse in tutta Europa. 21 La legislazione di Milano concedeva ai mercanti che investivano i loro beni in una fondazione benefica alcune esenzioni dalle tasse per quantitativi definiti di alimentari, che non pagavano il dazio d’entrata nella città. Gli enti benefattori non avevano il dovere di rendere conto della loro amministrazione e dei loro possedimenti (specialmente beni materiali e finanze) alla Chiesa milanese. Alle scuole era proibito accumulare una quantità di vettovaglie superiore a quanto utilizzato nell’arco di un anno, per evitare sprechi alimentari e garantire al ducato di Milano una rendita costante nel tempo. 22 La nave tipica del Medioevo, nella tradizione mediterranea era la galea: derivata dalle triremi romane, era caratterizzata dalla compresenza di vele e remi. Le vele erano quadrangolari e non erano l’unico sistema propulsivo, perché non permettevano la navigazione contro vento, e quindi le navi avevano bisogno dell’ausilio dei remi; questi continuarono a coesistere con le vele perché permettevano manovre più sicure nei porti e nelle formazioni di guerra e fungevano da timoni laterali. 23 Con l’incremento dei commerci marittimi soprattutto nei porti italiani, in particolare con i genovesi che commerciavano con le Fiandre, ma anche grazie agli arabi, ci fu un notevole scambio di idee che portò alla diffusione di innovazioni navali: • la bussola che era stata introdotta dai cinesi e diffusa dagli arabi, permetteva l’orientamento in mare aperto; la cocca: nave mercantile introdotta dagli olandesi che era più stabile e capiente della galea; • il timone di poppa si era sviluppato con l’abbandono dei remi e l’introduzione delle vele latine; permetteva una maggiore manovrabilità; • il portolano carta nautica disegnata sulla base dell’esperienza riportante informazioni utili al riconoscimento dei luoghi tramite descrizioni testuali, disegni e carte geografiche, contiene informazioni sulla normativa locale, su pericoli e ostacoli alla navigazione come secche o relitti. 24 Nel XV sec. con l’inizio dei viaggi nell’Atlantico le carte preparate dai dotti si rivelarono inadeguate, i marinai ricorsero così ai portolani. Con la riscoperta da parte degli umanisti della geografia di Tolomeo si affermò il principio dell’ impossibilità di rappresentare esattamente la superficie curva del globo in un piano. Il compito dei cartografi diventò dunque quello di ridurre al minimo gli errori. Nel 1441 inoltre i portoghesi introdussero un nuovo tipo di nave: la caravella era robusta e veloce, dotata di due o tre alberi e di vele latine e/o quadre ed era perfetta per i lunghi viaggi in mare aperto. La caravella permise infatti le esplorazioni dei territori oltreoceano. 25 Alla base del successo e dell'ascesa politica di Venezia durante tutto il Medioevo si trovava l'eccezionale floridezza dei suoi commerci. Fin dalle sue origini, infatti, la città vantava uno speciale legame con l'Oriente, che l'aveva resa per l'intera Europa occidentale, una porta privilegiata verso il Levante e tramite verso tutto quel sistema commerciale che si fondava sulla ricchezza delle merci in viaggio lungo la Via della Seta. I privilegi ottenuti nel corso dei secoli dall'Impero Bizantino avevano reso infatti la città monopolista in molti mercati orientali e principale attore del commercio in quell'area. 26 La prima espansione oltremare di Genova fu in Corsica, annessa nel 1284 alla Repubblica genovese, e nella Sardegna settentrionale. Vi fu contemporaneamente un'espansione genovese anche sulle rotte commerciali del mediterraneo bizantino. La colonizzazione genovese non era basata sull'occupazione militare di un territorio ma sulla "concessione" per scopi commerciali di aree, dove si impiantavano famiglie di genovesi e liguri associate con i ceti dominanti locali. Le isole greche dell'Egeo Chio e Mitilene divennero il centro del commercio genovese verso l'Oriente. Nella penisola di Crimea, Caffa ed altre cittadine vicine in mano alla Repubblica di Genova furono il punto di contatto tra il mondo mongolo-tartaro e quello dell'Europa occidentale. Per oltre due secoli e fino alla totale conquista ottomana dell'impero bizantino, le colonie 27 genovesi del Mar Nero prosperarono ed arricchirono Genova. Orologio meccanico Metodi precedenti: - Orologio ad acqua - Clessidre Tempo misurato in unità uguali 1270-1280 in Europa - meridiane Orari fissi e organizzazione del lavoro Vantaggi per i mercanti Usura/ prestito con interesse Francia, cattedrale di Sens “Vendevano” il tempo regalato agli uomini da dio Il tempo liturgico era quello dominante Messo in discussione dall’invenzione dell’orologio 28 L’uomo ha da sempre avuto la necessità di misurare il tempo attorno a sé. Fino al Medioevo venivano utilizzati orologi ad acqua, meridiane e clessidre; oltre alla scansione del tempo liturgico inerente alla giornata. La concezione temporale risultava di fatto come un qualcosa regalato agli uomini da Dio. Questi metodi erano tuttavia imprecisi e non consentivano agli uomini di poter calcolare il tempo necessario per le proprie attività lavorative. 29 Il primo orologio meccanico fu costruito nel 1270/1280 in Europa e posto sulla torre della Cattedrale di Sens, in Francia. Grazie a quest’invenzione si ebbero orari lavorativi fissi e vantaggi per i mercanti. Essi poterono, infatti, calcolare precisamente il tempo da impiegare per i loro viaggi e per i commerci. Tuttavia vennero accusati dalla Chiesa di compiere prestito ed usura con interesse, vendendo il tempo regalato agli uomini da Dio. Infatti, prima dell’invenzione dell’orologio meccanico, la scansione giornaliera temporale dominante era quella liturgica, quindi quella di Dio. L’orologio meccanico mise in discussione tale scansione, laicizzando il tempo: esso si era finalizzato agli orari lavorativi e ai viaggi mercantili, come guadagno personale. 30 All'inizio i contadini si orientavano utilizzando il ciclo delle stagioni e attraverso le festività religiose, con la nascita del mercante il tempo è denaro e vi è la necessità di misurarlo oggettivamente da qui nascono gli orologi, soprattutto da questo momento nelle città il tempo del mercante sostituirà il tempo della chiesa. Per il mercante era importante la durata di un tragitto. Il mercante scopre il prezzo del tempo nello stesso momento in cui esplora lo spazio: per lui la durata essenziale è quella di un tragitto. Ora, per la tradizione cristiana, il tempo non era una sorta di sdoppiamento dello spazio, né una condizione formale del pensiero. Il mercante cristiano lo conserva come un altro orizzonte della sua esistenza. Il tempo nel quale agisce professionalmente non è quello nel quale vive religiosamente. Nella prospettiva della salvezza si contenta di accettare gli insegnamenti e le direttive della Chiesa. Dall’uno all’altro orizzonte le zone d’incontro non si toccano se non esteriormente. In vari passi della Bibbia vi è più volte scritto che per accumulare ricchezze bisogna produrre qualcosa di concreto che sia utile alla comunità, inoltre vi è scritto di non accumulare ricchezze per piacere personale, mentre il mercante non producendo nulla e spesso accumulando ricchezze compie peccato e da ciò nascono gli enti benefici per il riscatto nei confronti della Chiesa. Dai suoi guadagni il mercante trae il denaro delle elemosine, con cui alimenta le opere di beneficenza. Un esempio tratto dalla Bibbia è: Gesù, guardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!» I discepoli si stupirono di queste sue parole. E Gesù replicò loro: «Figlioli, quanto è difficile per quelli che confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio! E’ più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio» Marco 23-25 Per evitare un irragionevole accumulo di beni, evitare il loro utilizzo per attività estranee alla chiesa ma anche e soprattutto per riscattarsi, il mercante investe in questi enti benefici che erano opere di carità dedite all’aiuto ai poveri. Molte volte vi lasciavano tutti i loro beni dopo la morte. 34 In alcuni casi per essere completamente accettato dalla società attraverso le ricchezze, il mercante cercava di nobilitarsi, quindi acquistava un titolo nobiliare e un appezzamento di terra. Questo infatti era l’unico modo per essere visto come produttore di beni dalla comunità. Anche attraverso i matrimoni ci si poteva nobilitare soprattutto essendo il governatore di una città. Ne è un esempio Lorenzo de’ Medici che per primo legò il nome della sua famiglia alla nobiltà sposando Clarice Orsini di sangue blu. Il matrimonio rappresentava per il mercante lo strumento principale per la creazione di alleanze. La famiglia mercantile era un nucleo composto da padre, madre figli e schiavi. Spesso queste famiglie erano itineranti poiché costrette a lunghi viaggi di lavoro. Nell'ambito delle strategie patrimoniali legate alla mobilità sociale le donne giocavano un ruolo fondamentale. Attraverso i matrimoni i padri contrattavano per le figlie, gli uomini potevano realizzare i propri piani di integrazione e accrescimento di onore e ricchezza. L'autonomia dei diritti patrimoniali delle donne, influenzata dalle strategie familiari veniva tutelata dalle clausole presenti nei capitoli matrimoniali e nei testamenti. Quest’esperienza ci ha permesso di visualizzare ed analizzare lo sviluppo del commercio, dalla figura del mercante nel medioevo alle grandi compagnie e imprese odierne. Inoltre il mercante è stato uno dei principali fautori del salto di paradigma dalla crisi del 1300 alla nascita della coscienza individuale, e dunque alla consapevolezza che l’individuo è il solo artefice del suo destino. Da questo evento deriva il distacco della concezione provvidenzialistica e il passaggio all’autodeterminazione, nel 1400: il mercante nell’Umanesimo diviene l’emblema dell’uomo indipendente che crea da sé le sue ricchezze. Un altro punto che ci ha permesso di fare una riflessione a partire dalla figura di Donato Ferrario è il rapporto tra ricchi e poveri, relazione che permane tutt’oggi. Vista la mancanza di servizi sociali all’epoca, i ricchi avevano una sorte di obbligo morale a provvedere alla collettività con i propri averi. Da qui la nascita di numerosi enti benefici legati ai mercanti, come appunto quello fondato da Donato. Un esempio di ente benefico fondato nel 1300 che permane ancora oggi è l'ASP "Golgi - Redaelli". La sua attuale configurazione è il risultato di una evoluzione sostenuta nei secoli dalla generosità e dalla dedizione ambrosiana. Essa oggi costituisce un centro di eccellenza nella fornitura di servizi assistenziali, sanitari e riabilitativi. La sua esistenza è uno dei maggior spunti di riflessione che pertanto ci hanno aiutato a comprendere anche nella contemporaneità lo sviluppo di enti senza scopo di lucro. 37 • • • • • • Gruppo 1: La figura del mercante nel Medioevo/ Effetti di lunga durata della crisi del ‘300/ Condizione dei poveri nel ‘300 e ‘400 (Andrea Stradriro; Elisa Ferrari; Stefano Bravi; Elena Dini; Alessia Hritcu) Gruppo 2: Il mercante agisce più per motivi di convenienza che religiosi/ Condizione del mercante come carcerato (Simona Pappalardo; Giovanni Arcari; Isabella Costa; Silvia Rossini; Matteo Gatti) Gruppo 3: Importanza delle scuole laiche/ Aspetto economico e della giurisdizione di Milano rispetto al lavoro del mercante ( Rossella Cesarano; Camilla Senese; Riccardo Lucchini; Francesco Malguzzi) Gruppo 4 : Miglioramenti tecnologici rispetto alla struttura delle navi e modifiche delle vie commerciali/ Le invenzioni tecnologiche che hanno influenzato il lavoro del mercante (Marco Tagliabue; Luca Meazza; Michela Cremonesi; Giacomo Barbesti; Paolo Avaldi) Gruppo 5: Il rapporto del mercante con gli enti benefici e la chiesa/ Vita familiare del mercante ( Mariapaola Zanoni; Gaia Baffi; Matteo Coldani; Eleonora Schiavone; Stefano Peri) Lavoro: Presentazione Power Point 38 39