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combattere e vincere il male!
Periodico pubblicato dalla parrocchia ”Madre Teresa di Calcutta” via Napoli, 9 Martinsicuro (Te) registrato presso il Tribunale di Teramo al n.571 il 07/08/2007. Direttore resp.: don Marco Farina. Stampato in proprio. COMBATTERE E VINCERE IL MALE! Gesù è venuto nel mondo per vincere il male. In tutte le sue forme: nel corpo, nella mente e nel cuore di ciascuno; nelle famiglie, nelle città e tra i popoli; nella natura e tra gli angeli. Lc 10,18 Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore … Lc 11,20 Se invece io scaccio i demoni con il Dito di Dio allora è giunto tra voi il Regno di Dio Mc 7,37 …pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Non appartiene al Regno di Dio nessuna forma del male, nessuna malattia, nessun vizio, nessun peccato. Non appartengono al Regno di Dio coloro che cercano queste cose. Non appartiene al pensiero di Dio chi, per amore del bene, non odia il male in tutte le sue forme. Il medico se esercita la professione di medico per amore dei malati e non dei soldi, ama la salute del malato ed odia e combatte fino all’ultimo ogni sua malattia. E, se vede il malato arrendersi alla malattia con lo scoraggiamento, rifiutando di mangiare o in qualsiasi altro modo, lo scuote, lo rimprovera anche aspramente se è necessario purché il malato collabori con la cura per la sua guarigione. Quello che vale per il medico della terra vale anche per il medico divino: Gesù non ha accettato le malattie tra di noi uomini, ma le ha combattute con tutto se stesso, esortando tutti con dolcezza e con fermezza a guarire: Gv 5,6 Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Lc 5,13 Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii guarito!». E la lebbra scomparve da lui. ANNO 6° SETTEMBRE/12 Mt 4,23 Gesù percorreva la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. E quanto soffriva quando, per la nostra mancanza di fede, non poteva guarire i malati! Mc 6,5-6 (A Nazareth) non poté compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Agli apostoli, ed in loro a tutti i discepoli di tutti i tempi della storia e di tutti i luoghi della terra, ha poi non consigliato, non suggerito, ma ordinato di fare altrettanto: Mt 10,8 … Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni! E così facevano i suoi discepoli: Mc 6,13 …scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. At 5,12ss Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli … portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti. Quello che Gesù faceva contro le malattie lo faceva poi molto di più contro i peccati, malattie mortali dell’anima: Mt 9,2 Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati!». Lc 7,48 Poi disse (alla prostituta): «I tuoi peccati sono perdonati!». Gv 8,11 … Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più!». POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, Teramo - aut. n° 168/2007 2. GIORNATA DI GUARIGIONE Santuario della Madonna dell’Ambro Montefortino (AP) SABATO 27 OTTOBRE 2. ore 15,30 rosario ore 16,00 santa messa ore 16,45 adorazione eucaristica ore 17, 30 preghiera sui malati Eb 10,12 Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio… 1Pt 3,18 perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio 1Cor 15,3 … Cristo morì per i nostri peccati …. Nei nostri incontri facciamo questo: combattiamo il male in tutte le sue forme! A partire dalle malattie fisiche per arrivare a quelle spirituali. Ognuno in se stesso e tutti comunitariamente vinciamo il male e prendiamo possesso di uno dei doni della pasqua di Gesù: LA GUARIGIONE! 1. PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO della SS. TRINITA’ di VALLEPIETRA-RM LUNEDI’ 22 OTTOBRE 3. GIORNATA DI GUARIGIONE PARROCCHIA SAN GABRIELE VILLAROSA di MARTINSICURO DOMENICA 28 OTTOBRE ore 15,00 ore 15,15 ore 16,00 ore 16,45 ore 17,30 accoglienza annuncio della Parola adorazione eucaristica Unzione dei Malati messa e unzione dei malati 4. GIORNATA DI GUARIGIONE LORETO BASILICA INFERIORE DOMENICA 4 NOVEMBRE ore 07,00 partenza da via Napoli ore 12,00 pranzo al sacco al santuario ore 14,00 deserto (portare la bibbia) ore 15,00 s. messa ore 15,45 pregh. di guarig. sui malati Quota € 20,00 –iscriz. presso d. Marco ore 14,00......partenza Anfiteatro ore 15,15......visita personale in S. Casa ore 16,00......catechesi e adorazione ore 16,30 .....ador.euc.- pregh. sui malati ore 18,00 .....santa messa Quota pulman € 10,00 I bambini non pagano. 5. TESTIMONIANZA di GUARIGIONE UN NEONATO SUL PUNTO DI MORTE. LA STORIA MIRACOLOSA DI ETHAN STACY I coniugi Stacy, intervistati dalla CBN, noto canale televisivo cristiano americano, raccontano nei dettagli il prodigio della guarigione miracolosa di Ethan, il loro neonato, che pur essendo di poche settimane era condannato a pochi giorni di vita per il progredire della leucemia di cui era affetto dalla nascita. Avevano già visitato il cimitero per scegliere il posto dove l’avrebbero sepolto di lì a breve. Così descrive la diagnosi del piccolissimo paziente la dott. ssa Melissa Rhodes in servizio presso l’unità oncologica dell’ ospedale pediatrico della Vanderbilt University di Nashville (Tennesse): Ethan era affetto da leucemia mieloide acuta (AML), un tipo di leucemia particolarmente aggressivo che lascia difficilmente speranza se a soffrirne è un bambino appena nato. L’unica cosa che i medici poterono offrire, fu quella di sottoporre il bambino a trattamenti chemioterapici i quali, tuttavia si rivelano particolarmente nocivi quando a riceverli è un neonato. Chad e Mandy si riservano a quel punto di accettare e, dopo due settimane di ricovero, con l’appoggio dei medici, scelsero, anche se dolorosamente, di riportare a casa il piccolo. Si rifiutarono infatti di sottoporre Ethan ad una terapia che non solo avrebbe potuto stroncare la sua vita, ma che non avrebbe nemmeno garantito miglioramenti. Mandy ricorda come una sera, dopo essere tornati a casa, si misero a pregare a letto chiedendo a Dio: “Signore, dacci una risposta giusta!”. Il mattino dopo svegliandosi, tutti e due, insieme, dissero che sentivano che non ci sarebbe stata speranza con la chemioterapia, confermando così la decisione di non sottoporre il figlio ad essa. La maggior parte dei medici dell’ ospedale di Vanderbilt sostennero la decisione dei genitori, convinti che la chemioterapia non poteva dare esito positivo per la cura di Ethan. Dopo alcuni giorni dal ritorno a casa tutto il corpo di Ethan, dalla testa ai piedi cominciò a manifestare i segni della presenza della leucemia, quando il suo acne, comune nei neonati, cominciò ad infettarsi. A quel punto la situazione stava peggiorando così sensibilmente che tornarono in ospedale. “Avevamo notato un nodulo al polpaccio” dice Mandy “Avvisammo il dottore ed egli disse che poteva essere un coagulo di sangue o di un accumulo di cellule leucemiche, che si chiama chloroma”. Il dottore disse anche che la Leucemia di per sé è il tumore solo del sangue, ma che questo particolare tipo si poteva diffondere anche nei tessuti, cosa che stava succedendo ad Ethan. Il tumore si era diffuso sulla pelle, sulle mani, sui piedi, sulle gambe, nel fegato e nella milza. La malattia era veramente ad uno stadio terminale ed Ethan non aveva ancora tre settimane. Cominciò a smettere di mangiare e ad avere apnee durante il sonno. L’infermiera avvertì i genitori della probabilità di un imminente infezione generale che gli avrebbe provocato un’emorragia e da lì la sua fine. La madre terrorizzata, iniziò a trovare sangue nei pannolini ed anche all’esterno delle orecchie da dove fuoriusciva. Era terrorizzata anche al solo pensiero di trovare sangue quando cambiava i pannolini. I genitori sapevano che la fine della vita di Ethan era vicina, ma continuarono a pregare, credendo nel Dio dell’impossibile con i fratelli della loro chiesa stretti intorno. “Mi ricordo che accarezzavo Ethan e gli cantavo: ‘Apri i miei occhi Signore. Voglio vederti’. Sapevo che concentrarmi a pensare solo a Cristo era l’unico modo per superare quella prova”. La notte stessa in cui Ethan ebbe la sua crisi più gravi, successe qualcosa di inaspettato. Mandy provò a dargli la bottiglia dell’alimentazione e Ethan, anche se a fatica, cominciò a mangiare. Il giorno dopo Ethan stava un pò meglio … Ma era il miglioramento prima della morte? Mandy: “Ricordo di essermi seduta al tavolo della cucina dicendo: ‘Io credo che Dio lo stia guarendo. Ci sono i segni di Dio all’opera su di lui”. La settimana successiva Ethan arrivò a mangiare 180 grammi di omogeneizzato ogni tre ore. Passate altre due settimane Ethan era veramente migliorato! Giorno dopo giorno e settimana dopo settimana lo vedevamo un pò più forte. Quando lo portammo all’ospedale di Vanderbilt per il controllo del sangue il livello delle piastrine era a 415.000: era sceso fino a 39.000 ed ora era tornato ai livelli normali!”. Questo sconcertò il dott. Rhodes ed i suoi colleghi: “Il bambino era passato dalla peggiore delle patologie tumorali che un bambino possa sperimentare, ad una guarigione spontanea. Così decidemmo di fare altri accertamenti. Abbiamo fatto il test del midollo osseo e non ha mostrato alcun segno di Leucemia. In un periodo di circa una settimana il tumore era scomparso e come medici dovevamo affermare la remissione totale della malattia”. Oggi Ethan Stacy è un robusto bambino di due anni, che ama giocare con il suo papà e con la Kaylee, sua sorella maggiore. Non c’è bisogno di dire quanto la famiglia Stacy sia piena di riconoscenza al Signore. Chad: “Le preghiere dei miei amici e dei fratelli della chiesa furono la cosa più grande per noi”. Mandy: “E’ semplicemente incredibile… abbiamo un Dio così potente! Io non posso dimenticare il miracolo. Ora fremo in attesa di vedere cosa Dio ha in serbo per lui per averlo preservato da una morte prematura! www.cbn.com (The 700 Club) 6. Ass.ne M. TERESA di CALCUTTA-ONLUS I SANTI DELLA CARITA’: SAN VINCENZO DE’ PAOLI (1° PARTE) Vincenzo Depaul, in italiano De’ Paoli, nacque il 24 aprile del 1581 a Pouy in Guascogna (oggi Saint-Vincent-de-Paul); benché dotato di acuta intelligen za, fino ai 15 anni non fece altro che lavorare nei campi e badare ai porci, per aiutare la modestissima famiglia contadina. Nel 1595 lasciò Pouy per andare a studiare nel collegio francescano di Dax, sostenuto finanziariamente da un avvocato della regione, che colpito dal suo acume, convinse i genitori a lasciarlo studiare; che allora equivaleva avviarsi alla carriera ecclesiastica. Il 23 settembre 1600, a soli 19 anni, fu ordinato sacerdote dall’anziano vescovo di Périgueux, poi continuò gli studi di teologia a Tolosa, laureandosi nell’ottobre 1604. Sperò inutilmente di ottenere una rendita come parroco, nel frattempo perse il padre e la famiglia finì ancora di più in ristrettezze economiche; per aiutarla Vincent aprì una scuola privata senza grande successo, anzi si ritrovò carico di debiti. Fu di questo periodo la strabiliante e controversa avventura che gli capitò; verso la fine di luglio 1605, mentre viaggiava per mare da Marsiglia a Narbona, la nave fu attaccata da pirati turchi e i passeggeri, compreso Vincenzo de’ Paoli, furono fatti prigionieri e venduti a Tunisi come schiavi. Vincenzo fu venduto successivamente a tre diversi padroni, dei quali l’ultimo, era un frate rinnegato che per amore del denaro si era fatto musulmano. La schiavitù durò due anni, finché riacquistò la libertà fuggendo su una barca insieme al suo ultimo padrone da lui convertito; attraversando avventurosamente il Mediterraneo, giunsero il 28 giugno 1607 ad Aigues-Mortes in Provenza. Il rinnegato si riconciliò con la Chiesa ad Avignone, nelle mani del vice-delegato pontificio Pietro Montorio. Vincenzo rimase a Roma per un intero anno, poi ritornò a Parigi a cercare una sistemazione; certamente negli anni giovanili Vincenzo de’ Paoli non fu uno stinco di santo. Riuscì a farsi assumere tra i cappellani di corte, ma con uno stipendio di fame, che gli permetteva di sopravvivere, ma senza poter aiutare sua madre rimasta vedova. Parroco e precettore Nel 1612 fu nominato parroco di Clichy, alla periferia di Parigi; in questo periodo della sua vita avvenne l’incontro decisivo con Pierre de Bérulle, che accogliendolo nel suo Oratorio, lo formò a una profonda spiritualità; nel contempo colpito dalla vita di preghiera di alcuni parrocchiani, padre Vincenzo, di 31 anni, lasciò da parte le preoccupazioni materiali e di carriera e prese ad insegnare il catechismo, visitare gli infermi ed aiutare i poveri. Lo stesso de Brulle, gli consigliò di accettare l’incarico di precettore del primogenito di Filippo Emanuele Gondi, governatore generale delle galere. Nei quattro anni di permanenza nel castello dei signori Gondi, Vincenzo poté constatare le condizioni di vita che caratterizzavano le due componenti della società francese: i ricchi ed i poveri. I ricchi a cui non mancava niente, erano altresì speranzosi di godere nell’altra vita dei beni celesti, e i poveri che dopo una vita stentata e disgraziata, credevano di trovare la porta del cielo chiusa, a causa della loro ignoranza e dei vizi in cui la miseria li condannava. Lasciato momentaneamente il castello della famiglia Gondi, Vincenzo fu invitato dagli oratoriani di de Bérulle, ad esercitare il suo ministero in una parrocchia di campagna a Chatillon-leDombez; il contatto con la realtà povera dei contadini, che specie se ammalati erano lasciati nell’abbandono e nella miseria, scosse il nuovo parroco. Dopo appena un mese dal suo arrivo, fu informato che un’intera famiglia del vicinato, era ammalata e senza un minimo di assistenza, allora lui fece un appello ai parrocchiani che si attivassero per aiutarli, appello che fu accolto subito e ampiamente. Allora don Vincenzo pensò così: “Oggi questi poveretti avranno più del necessario, tra qualche giorno essi saranno di nuovo nel bisogno!”. Da ciò scaturì l’idea di una confraternita di persone impegnate a turno a assistere gli ammalati bisognosi della parrocchia; così il 20 agosto 1617 nasceva la prima ‘Carità’, le cui associate presero il nome di “Serve dei poveri”. La Carità organizzata, con regolamento approvato dal vescovo, si basava su quell’amore che in ogni povero fa vedere la viva presenza di Gesù e dall’organizzazione (continua)