Nomine pubbliche, ecco le manager per sfidare gli uomini
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Nomine pubbliche, ecco le manager per sfidare gli uomini
2 C ORRIER EC ON OMIA LUNEDÌ 31 MARZO 2008 In copertina Donne ed establishment La lista dell’eccellenza 5,2% Pari opportunità In vista del rinnovo delle cariche, da Eni a Enel a Finmeccanica Nomine pubbliche, ecco le manager per sfidare gli uomini Da Maurizia Angelo Comneno a Luisa Torchia. Chi sono le donne che meritano un posto al vertice nelle società DI MARIA SILVIA SACCHI C ome anche la recentissima questione del rinvio delle assemblee ha dimostrato, quando si parla di nomine nelle società pubbliche e privatizzate la tensione è sempre alta. Decidere chi guiderà Eni ed Enel, Poste, Terna o Finmeccanica costa un dispendio di energie infinito. Ciò che sorprende è che tra le molte parole che si spendono e tra i diversi nomi che circolano in queste occasioni non ci sia spazio, mai, per candidature al femminile. Come se, semplicemente, non ne esistessero di adatte. Possibile che sia così? Forti anche della recentissima elezione di Emma Marcegaglia alla presidenza di Confindustria, abbiamo provato a verificare se ci sono, cercandole. Ci siamo mossi con passo «prudente», e cioè non con l’occhio di chi deve trovare un amministratore delegato ma con quello di chi vuole individuare il profilo giusto per rappresentare gli azionisti di minoranza. Un po’ come ha fatto Assogestioni (l’associazione italiana dei gestori di fondi) che ha affidato questo compito a una società di cacciatori di teste al lavoro da mesi. A differenza di Assogestioni, però, Corriere Economia ha rivolto la sua attenzione ai soli nomi femminili. Si sono valutate soprattutto le competenze e la reputazione, senza interpellare le persone che sono poi uscite da questa selezione e delle quali, quindi, non possiamo dire se siano effettivamente disponibili a un compito simile. Lo scopo è dimostrare che i profili giusti esistono anche al femminile. Se si vogliono trovare. La sintesi è quella che si vede in queste pagine, con nomi come Rosalba Casiraghi, Patrizia Micucci o Patrizia Grieco. Secondo i criteri individuati (articolo a pagina 3) non compaiono le figure di Marina Berlusconi (gruppo Fininvest-Mondadori), Jonella Ligresti (gruppo Premafin-Sai) e Azzurra Caltagirone (gruppo Caltagirone), donne già fortemente impegnate nella gestione dei gruppi di cui sono azioniste; come anche Antonella Merloni (gruppo Indesit), Diana Bracco (gruppo Bracco), Anna Maria Artoni (Artoni Trasporti) e Federica Guidi (Ducati Energia), le ultime tre anche esposte sul fronte confindustriale. Tra le 24 che già oggi potrebbero sedere con competenza nei cinque cda individuati sono state escluse tutte le professioniste in potenziale conflitto d’interesse, come Anna Maria Tarantola e Matilde Panzeri di Banca d’Italia o Maria Pierdicchi di Standard & Poor’s. È stata fatta un’unica eccezione per Maurizia Angelo Comneno di Unicredit, 60 anni il prossimo giugno, nella convinzione che avendo il capo azienda Alessandro Profumo firmato il «patto dei 60 anni», dopo di che si lascia, si possa ipotizzare per lei in tempi non lontani una nuova fase professionale. «Perché ha avuto senso fare un lavoro del genere? — domanda Salvatore Bragantini, presidente del Pro Mac —. Perché oggi c’è un grande spreco di risorse e un’iniziativa di questo genere, pur nelle sue limitate ambizioni, aiuta. Dico sempre che le donne sono le più brave a scuola e poi spariscono. Ce n’è qualcuna di più nel pubblico impiego, ma nei livelli più alti sono poche e sempre le stesse, come Maria Cannata (appena confermata alla direzione generale del Debito pubblico del ministero dell'Economia, ndr) o Elisabetta Spitz (direttore dell’agenzia del Demanio)». «Un'amministratore indipendente deve svolgere un ruolo attivo nel cda, deve apportare competenza ma anche energia e capacità di innovare — dice anche Giovanni Sabatini, dirigente generale del ministero dell'Economia —. Ecco quindi la necessità di consentire che i profili emergenti, per competenza, stile e impegno. acquistino notorietà. Questa ricerca è l'occasione affinché tali figure possano arrivare, anche tramite canali innovativi, a posizioni di vertice. Rinnovamento, ovviamente, anche di età e l'esigenza di "ringiovanimento" è (o dovrebbe Bragantini: «Dico sempre che le donne sono le più brave a scuola e poi spariscono». essere) sentita anche nell'ambito dei consigli di amministrazione». Insomma, bisogna cambiare passo. «È una delle prime volte in cui si fa uno sforzo sistematico per far emergere, con criteri il più possibile meritocratici, persone che di norma non sono considerate quando si fanno delle riflessioni sugli organi massimi delle aziende di grandi e grandissime dimensioni — dice Guido Corbetta, prorettore dell’Università Bocconi —. Non credo alla politica delle quote, credo però che sia necessaria un’apertura del compasso diversa da quanto fatto finora, quando spesso la questione del genere ha portato a neanche considerare la possibilità di un coinvolgimento di donne di valore in certi ruoli». «Sono un po’ come dei campioni nascosti», aggiunge Daniela Montemerlo, docente di strategia delle aziende familiari in Bocconi. Quanto poco si sia pensato finora alle donne nei cda, lo dice bene Massimo Milletti, presidente di Eric Salmon, tra le principali società mondiali di executive search: «Dopo il picco di Marisa Belisario, e soprattutto negli ultimi dieci anni, c’è stata una regressione, più che una progressione. Mentre fino a dieci anni fa quando presentavamo una rosa di candidati ci veniva espressamente richiesto di inserire anche un nome femminile, oggi questa domanda non c’è più. Magari è gradito, ma non richiesto. Va detto che oggi ci sono anche meno posizioni manageriali interessanti ma, per esempio, in Francia, un Paese che conosco bene, le donne hanno sicuramente più spazio» (su questo, altro articolo a pagina 5). Come si può vedere, l’estrazione delle professioniste che indichiamo è molto economico-giuridico-aziendale, perché a questi bacini si è finora attinto nel formare i cinque cda di cui parliamo. E anche su questo sarebbe bene aprire una discussione. Per esempio, nel corso dell’indagine, molto consenso è stato ricevuto da un personaggio più «distante» da quelli tradizionalmente da cda come Marta Dassù, che secondo il team di lavoro sarebbe invece bene inserire. «Il tema di oggi — spiega Daniele Marini, sociologo, direttore della Fondazione Nordest — è quello dell’accettabilità sociale dello sviluppo. Dal problema dei rifiuti di Napoli ai rigassificatori, l’impresa, e soprattutto l’industria, non è immediatamente accettata dalla popolazione. Per questo, uno degli asset strategici delle imprese oggi è trovare un nuovo e diverso rapporto con il territorio, con la società in cui sono presenti e con le altre imprese. Per questo servono competenze altre e diverse da mettere a fianco di quelle tradizionali». È noto che in Italia il numero di donne che siede nei cda è molto basso: solo 5,2 cariche ogni 100 hanno un volto femminile, e questo nonostante studi abbiamo dimostrato che una presenza significativa di donne al vertice migliora la performance aziendale (grafico a pagina 4). Le prossime nomine sono un’occasione d’oro, da non sprecare. Chi ha collaborato alla selezione Il gruppo di lavoro che ha selezionato i profili che presentiamo in queste pagine è composto da: Livia Aliberti Amidani, 46 anni. Esperta in temi di governo societario, guida la Aliberti Governance Advisors. È nel Comitato tecnico di Piazza Finanziaria e associata Nedcommunity. Salvatore Bragantini, 64 anni. Presidente di Pro Mac e di I2 Capital partners Sgr, vice presidente di IW Bank. Dal '96 al 2001 Commissario della Consob. Collaboratore del Corriere della Sera Guido Corbetta, 48 anni. Prorettore della Bocconi, titolare della cattedra Aidaf-Alberto Falck. Direttore della Bocconi Graduate School. È consulente di grandi famiglie imprenditoriali. Nel cda di Fineldo, Falck e Calcestruzzi Daniele Marini, 48 anni. Insegna Sociologia dei processi economici e del lavoro a Padova. È direttore scientifico della Fondazione Nord Est, nel cda dell’Ipi e nel comitato scientifico del Centro studi Giorgio Lago. Massimo Milletti, 55 anni. Presidente esecutivo di Eric Salmon & Partners. Ingegnere, prima di entrare in Eric Salmon ha lavorato per dieci anni nel gruppo Saint-Gobain e in precedenza in Giba Geigy. Rosa Maria Molteni, 43 anni. Senior researcher dell’ufficio di Milano di Eric Salmon & Partners, società per la quale cura i progetti internazionali. Ha lavorato in McKinsey. Daniela Montemerlo, 44 anni. Insegna economia aziendale all'Università dell'Insubria e strategia delle aziende familiari in Bocconi. Consulente per la governance di gruppi familiari. Socia di Partners S.p.A, nel cda di Rubelli. Giovanni Sabatini, 48 anni. Dirigente generale del ministero dell'Economia, guida la direzione Sistema bancario e finanziario. Rappresenta il governo nel Consiglio Superiore della Banca d'Italia, nel cda di Alitalia. È membro del comitato di indirizzo della Cassa Depositi e Prestiti e del comitato strategico Piazza Finanziaria. il peso delle donne nei cda delle quotate italiane 11% il peso medio delle donne nei cda in Europa 32% il peso delle donne nei cda delle società norvegesi Vita, opere e imprese di ventiquattro fuoriclasse Maurizia Angelo Comneno, 59 anni, una figlia Laureata in giurisprudenza, dopo una partenza come libera professionista entra nel Credito Italiano nel 1978. Da allora non lo ha mai abbandonato e oggi è responsabile Compliance & corporate affairs Department e Compliance officer del gruppo. È una delle più strette collaboratrici dell’amministratore delegato Alessandro Profumo, coinvolta in prima persona in tutte le più importanti operazioni Unicredit: dal progetto «S3» che ha portato alla fusione delle sette banche suddivise per area geografica e alla nascita delle 3 banche specializzate per segmento di clientela (retail, private e corporate); all'aggregazione con Hvb; fino alla fusione con Capitalia. Nel gruppo, è stata la prima donna a essere nominata direttore. Alla competenza professionale aggiunge una sensibilità spiccata nei confronti della cultura con la l’Accademia Angelica Costantiniana, onlus che fa capo alla sua famiglia. Stefania Bariatti, 51 anni, due figli Esperta di diritto internazionale e della concorrenza, Stefania Bariatti ha due «anime» professionali: quella di docente universitario (insegna da 25 anni) e quella di avvocato (acquisita più recentemente). All’Università di Milano insegna diritto internazionale privato comunitario e svolge un’intensa attività accademica, partecipando a gruppi di studio e di ricerca internazionali. Dal 2005 lavora come consulente esterna del Parlamento europeo in materia di cooperazione giudiziaria civile. Nel 2002 ha affiancato all’impegno accademico, la professione di avvocato e in quattro anni è diventata partner dello Studio Chiomenti, per il quale ha seguito alcune delle operazioni più importanti di questi anni: dalla fusione Unicredit-Capitalia, all’acquisizione della quota di Olimpia in Telecom da parte di Telco, dalla fusione di Borsa Italiana con il London Stock Exchange all’acquisto di Endemol da parte di Mediaset (aspetti antitrust). Attualmente segue il dossier Montepaschi-Antonveneta e assiste Mediaset per le problematiche antitrust. Catia Bastioli , 50 anni. Amministratore delegato di Novamont, è laureata in chimica pura all’Università di Perugia, ha conseguito un master Sda Bocconi e ha frequentato la scuola Nato su «Membrane Science and Processes» in Portogallo. È una scienziata con la vocazione al management: entra nel gruppo Montedison e in tempi non sospetti sviluppa il progetto di ricerca sui materiali biodegradabili da risorse rinnovabili del Centro di ricerca e tecnologia Ferruzzi. In Novamont in quindici anni passa dalla posizione di dirigente del ’93, all’attuale di amministratore delegato. È stata membro di gruppi di lavoro dell’Ue quali quello per materie prime rinnovabili della Direzione generale industria e dell’Eccp (European Climate Change Panel). Fa parte della commissione direttiva di European Bioplastics e del Board di Agrinnova. Nel 2007 è stata nominata Inventore europeo dell’anno, per i numerosi brevetti — oltre 70 — da lei depositati, nei settori dei polimeri sintetici e naturali e dei materiali a base di amido. Cecilia Battistello, 57 anni Imprenditrice tra le più conosciute, ha un’importantissima competenza nella logistica essendo la «signora dei container» alla guida di Contship. Grande esperienza internazionale, ha portato in Italia la cultura dello shipping e ha sempre avuto coraggio di cambiare Paese. Convinta sostenitrice che «l’Italia debba, e possa, svolgere un ruolo cardine sulle rotte del Mediterraneo», ha appena presentato un importante piano quinquennale di investimenti. Seconda di otto fratelli, padre con una officina meccanica, Battistello si è diplomata come segretaria d’azienda a Vicenza, si è trasferita a Milano dove è avvenuto il suo incontro con i trasporti marittimi. Nel ’96 si sposa con Thomas Eckelmann, proprietario del gruppo tedesco Eurokai-Eurogate e socio in Contship, e insieme rilevano il controllo del gruppo nel ’99. Qualche anno fa Battistello è finita sulla copertina di Time per aver fatto di dipingere di rosa una nave portacontainer. Rosalba Casiraghi, 57 anni È, forse, più di tutte l'emblema della signora «sola al comando», unica donna nel consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo in rappresentanza degli azionisti di minoranza, dove è arrivata - prima donna nella storia italiana del modello dualistico. In passato è stata componente del Comitato Draghi per le privatizzazioni del ministero del Tesoro e sindaco di Pirelli, Telecom Italia e Banca Intesa. Dalla fine dello scorso anno presiede Ned Community, l'associazione che rappresenta i non executive director, i consiglieri indipendenti e i sindaci revisori nominati dalle minoranze. È una stimata e competente analista di bilanci. Ha fondato e presiede diverse società di consulenza e di analisi finanziaria. Molto riservata, è aliena dalle mondanità nonostante sia cognata di Carolina di Monaco (Stefano Casiraghi era suo fratello). Sul fronte delle questioni femminili, è da sempre contraria alle quote rosa. Stefania Chiaruttini, 45 anni, tre figli La sua specialità sono le frodi finanziarie, i reati societari, le crisi. Avvocato, è esperta di compliance e controlli interni, svolge un’intensa attività di commissario straordinario e consulente del Tribunale in materia di reati finanziari. Il caso più importante che è passato, e ancora si trova, sul tavolo di Chiaruttini è sicuramente quello di Parmalat: per conto della Procura di Milano ha, infatti, svolto due consulenze tecniche, una sulle comunicazioni fatte al mercato e una sull’attività dei revisori; successivamente, e in accordo con la Procura, ha anche affiancato il commissario straordinario Enrico Bondi. Ha iniziato a lavorare quando ancora studiava alla Bocconi e presto ha avuto anche il primo figlio. Dopo qualche anno di professione «classica» (contabilità), ha scelto di specializzarsi nelle crisi d’impresa. Ha seguito, tra l’altro, la ristrutturazione del gruppo Varasi. Tra gli incarichi attuali, quello di commissario straordinario di Giacomelli. Paola Delmonte, 48 anni Grande esperta di corporate finance applicato all’area del real estate. Dal 2000 è in Pirelli Real Estate come vice direttore generale nel settore advisory & corporate development. Opera alle dirette dipendenze dell'amministratore delegato, gestisce un team con cui coordina la strutturazione e realizzazione delle operazioni di investimento in patrimoni immobiliari e società di servizi, di sviluppo di nuove iniziative immobiliari, di partnership con investitori (prevalentemente esteri) e di costituzione e collocamento sul mercato di fondi immobiliari. In precedenza è stata partner della Vitale Borghesi, poi incorporata in Lazard. Prima ancora, associate e vice president nel diparti- mento mergers & acquisitions di Chase Manhattan Bank, branch di Milano, e responsabile delle analisi macroeconmiche e di settore in Federchimica. Carolyn Dittmeier , 51 anni, un figlio Doppia cittadinanza, italiana e americana, per una «professionista dei controlli». Definita «brava, energica, carismatica», dal 2003 è direttore internal auditing del gruppo Poste Italiane, a capo una squadra di oltre 500 auditors. Dal suo arrivo nel 2002 ha riorganizzato interamente la funzione, apportando metodi internazionali d’avanguardia, un approccio integrato al sistema dei controlli e una grande attenzione agli aspetti di interrelazione della control governance con la governance complessiva. Alla carica in Poste affianca dal 2004 l’incarico di presidente dell’Associazione Italiana Internal Auditor, dove ha avviato un progetto per dare risposte concrete agli stakeholders riguardo l’efficienza e efficacia del sistema dei controlli. Dopo un inizio nel 1978 con Peat Marwick (poi Kpmg) tra Philadelphia e Milano, passa nel gruppo Montedison, fino a diventare direttore internal auditing nel 1994. Ritorna in Kpmg nel 1999 come associate partner, per avviare e gestire i corporate governance services. Bianca Maria Farina, 66 anni, 1 figlio Entrata in Poste vita nel 2004 come direttore generale, da un anno ne è diventata amministratore delegato. Vanta una lunghissima e consolidata esperienza nel settore assicurativo. È stata vice direttore generale del gruppo Ina. Ha curato il progetto di trasformazione dell’Ina da ente pubblico economico in società per azioni e la sua privatizzazione. È stata consigliere di amministrazione di Generali asset management, di Generali multimanager Sicav, presidente di Ges e presidente del collegio sindacale delle Casse di previdenza e assistenza aziendali. Ha vinto il Finanza Insurance Award 2007, categoria «insurance Elite», assegnato al miglior manager italiano per credibilità e reputazione e alla compagnia che si è distinta per le migliori strategie. Università degli studi del Molise, docente di diritto dell'Unione europea e politica Sociale, ha insegnato in diversi università. Alberta Figari, 44 anni, una figlia Avvocato, specializzata in merger & acquisition, dal '97 è partner dello studio Clifford Chance, dove è entrata nel '94 dopo alcuni anni allo studio De Rienzo Luzzato. Alberta Figari ha forte competenza nella gestione professionale anche a livello internazionale; e un at- CO R RIER EC ON OM I A 202 LUNEDÌ 31 MARZO 2008 le donne con incarichi nelle quotate in Italia 3 59% società quotate che non hanno donne nei cda 88% i collegi sindacali composti solo da uomini Donne ed establishment In copertina La lista dell’eccellenza Il commento I nomi ci sono: chi sceglie non ha più alcun alibi DI ALBERTO MARTINELLI L' teggiamento professionale che la inserisce tra quegli avvocati che nella discussione di un deal cercano di conciliare le diverse esigenze delle parti in causa. Di recente ha assistito una parte della famiglia Marzotto nella vendita a Permira della partecipazione in Valentino e nel successivo reinvestimento nel veicolo con il quale è stata lanciata l'Opa sul gruppo. Sempre con la famiglia Marzotto, è stata nel cda di Industrie Zignano per l'operazione di delisting da Piazza Affari. Tra gli altri dossier seguiti dalla professionista, l'acquisto di Toro da parte di Generali e le recenti Ipo del Sole 24 e di Damiani. Assiste il gruppo francese Edf nelle sue operazioni italiane e ha assistito AirOne nella prima fase della procedura di privatizzazione di Alitalia. Elsa Fornero, 59 anni Professore ordinario di Economia all’università di Torino e direttore del Cerp (Centre for Research on Pensions and Welfare Policies, il primo in Italia specificatamente dedicato allo studio dell’economia delle pensioni e dell’invecchiamento), è una delle più note economiste italiane e una delle intellettuali più in vista di Torino. Le sue aree di ricerca riguardano il risparmio delle famiglie, la previdenza pubblica e privata e le assicurazioni sulla vita. Fa parte del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale ed è editorialista de «Il Sole 24 ore». Tra i suoi incarichi, quello di amministratore di Eurizon Vita, docente al dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), componente del comitato di ricerca dell'Inprs (International Network of Pension Regulators and Supervisors). Ha vinto il premio Saint Vincent per l'economia e il premio Ina-Accademia dei Lincei per gli studi in ma- teria assicurativa Ha fatto parte del consiglio di Fideuram Vita e di Ina e in queste settimane c’è anche il suo nome nella rosa di cui si parla per il prossimo rinnovo del vertice della Compagnia di San Paolo. Anna Gervasoni, 47 anni, due figli Commercialista dalla personalità equilibrata e forte determinazione, esperta di finanza e capace di gestire i rapporti all'interno di un gruppo di interesse molto maschile quale quello del private equity. Anna Gervasoni è, infatti, ormai da anni il perno dell' Aifi, l'associazione italiana del private equity e venture capital. In parallelo, però, Gervasoni ha anche sviluppato la carriera accademica, prima in Bocconi e oggi alla Liuc di Castellanza dove è professore associato di economia e gestione delle imprese e dove guida anche il centro di ricerca sui trasporti e le infrastrutture. Collabora con numerosi giornali e riviste economico-finanziarie, ed è autrice di moltissime pubblicazioni scientifiche, sia nel campo della finanza e del private equity che nel settore dei trasporti ed infrastrutture. Presiede il Comitato Scientifico del Private equity monitor, l’osservatorio permanente Liuc di Castellanza sul mercato del private equity. Vittoria Giustiniani , 43 anni, una figlia Partner dello studio Bonelli Erede Pappalardo, dove è entrata nel ’94 quando ancora si chiamava Erede & associati, concentra la sua attività in operazioni di fusioni e scissione, collocamenti di strumenti finanziari, Offerte di acquisto e/o scambio, collocamenti in Borsa. Dopo aver curato lo sbarco in Piazza Affari di gruppi come Alberta Ferretti e Tod’s, adesso sta lavorando a un altro attesissimo arrivo: Prada. Nel curriculum di Giustiniani è importante l’attività di consulenza per i fondi di private equity e le società quotate, con un occhio rivolto in particolare alla tutela degli azionisti di minoranza, al conflitto di interessi, al market abuse, ai rapporti con le parti correlate. In questa direzione, per esempio, ha lavorato di recente quando ha seguito l’Opa sul Valentino Fashion Group. Siede nel cda di due società di cui ha curato la ristrutturazione (Diadora e Linea Più) e lavora a stretto contatto con alcune delle più importanti società quotate, da Brembo al gruppo che fa capo alla Tamburi investment partners, nella preparazione della documentazione da mettere a disposizione degli azionisti. Patrizia Grieco, 54 anni, una figlia Amministratore delegato di Value Team, è una delle più note manager italiane per la lunghissima carriera in Italtel ma anche per avere saputo chiedere tre anni di part time in occasione della nascita della figlia. Laureata in giurisprudenza, Grieco inizia la sua carriera nel ’77 alla direzione Legale e affari generali di Italtel diventandone responsabile nel '94. Con la fusione tra Siemens Telecomunicazioni e Italtel, avvenuta nel '97, le viene affidata la responsabilità delle direzioni Risorse umane, acquisti e pubbliche Relazioni. Nel '99, dopo la scissione delle due società, diventa direttore generale di Italtel con il compito di riorganizzare e riposizionare l'azienda di cui diventa Amministratore Delegato nel 2002. È stata amministratore delegato di Siemens Informatica, società capogruppo in Italia di Siemens Business Services. Poi l’ingresso in Value Team, società del gruppo Value Partners che segue progetti di consulenza IT e di tecnologia avanzata in logica end-to-end. Fiorella Kostoris, 63 anni, tre figli Economista di fama internazionale, studiosa di finanza pubblica, autrice di numerose pubblicazioni, Kostoris è docente di Economia politica alla Sapienza di Roma e insegna presso il College of Europe di Bruges. È editorialista de Il Sole 24 Ore e collabora a Radio Radicale con la rubrica Il lessico dell’economia. È stata presidente dell’Istituto di studi per la programmazione economia e presidente dell’Isae, l’istituto di studi e analisi economica del ministero dell’Economia; ha insegnato alla Fondation nationale des sciences politiques di Parigi e al Department of economics della Columbia university. È stata consulente dell’ex premier francese Lionel Jospin che le ha conferito la Legione d’onore, e della Fondazione tedesca Konrad Adenauer. Autrice di numerosi articoli e pubblicazioni in tema di macroeconomia, finanza pubblica, pensioni e disoccupazione. In tema di innalzamento dell’età pensionabile delle donne, Kostoris si è espressa a favore, sottolineando che «le donne non vanno compensate quando hanno 60 anni, ma a 25-35 anni». Patrizia Micucci, 49 anni, 2 figli Ha salutato tutti con una grande festa subito dopo l’estate. Patrizia Micucci ha infatti da poco lasciato Lehman Brothers Italia, dove aveva costruito tutta la sua carriera fino a diventarne chairman, e mentre studia nuove opportunità si trova oggi nella condizione perfetta da cui muoversi da consigliere indipendente verso cda importanti. Nel 2005 il Wall Street Journal l’aveva messa al sesto posto tra le prime 10 top manager europee. Le caratteristiche di Micucci sono le sue capacità e la lunga esperienza nell’investment banking. Ha seguito i dossier più importanti dell’ultimo decen- nio. Per esempio, tutte le operazioni che hanno coinvolto il gruppo De Agostini, dall’acquisto di Lottomatica e di Toro alla quotazione della stessa Toro. Si è occupata delle operazioni di Finmeccanica e di Telecom; ha lavorato per il gruppo Autostrade; ha seguito l’acquisto, la quotazione e poi la vendita di Aeroporti di Roma; fatto la valutazione del patrimonio del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio nell’ambito degli accordi della famiglia. Monica Mondardini, 47 anni È amministratore delegato di Generali Spagna. Laureata in Scienze statistiche ed economiche all’Università di Bologna, dopo due anni di esperienza in Eurisko entra nel 1987 nel gruppo editoriale Fabbri, dove inizia la grande avventura internazionale. Due anni dopo è infatti direttore generale della controllata spagnola; passa poi nel 1991 alla direzione di Salvat Spagna (Gruppo Hachette), ristrutturando il business locale e assumendo poi la responsabilità delle filiali internazionali per l’area fascicoli a livello di Headquarter. Nel 1998 è direttore generale per la Francia di EuropAssistance, ma nel 2000 viene avocata dal gruppo Generali a Trieste dove assume la posizione di direttore strategia e controllo. Non passa molto tempo che Generali la destina al suo mercato preferito, affidandole nel 2002 la carica di Chief Executive Officer per Generali Espana, dove ne consolida la presenza fino a farla diventare il quarto mercato del gruppo. Suoi grandi punti di forza sono la conoscenza capillare del mercato distributivo e la decisione nel gestire operazioni di ristrutturazione e consolidamento aziendale CONTINUA A PAGINA 4 Il metodo di lavoro Un database di mille nomi, per arrivare a 60 finalisti P iù di un mese di lavoro e circa mille profili di professioniste da analizzare: individuare in modo il più possibile obiettivo e trasparente i nomi di candidate ai consigli di amministrazione di Eni, Enel, Finmeccanica, Poste e Terna ha richiesto un processo lungo e complesso. L’analisi dei cda. Conoscere i profili professionali, attuali e storici, dei cinque consigli di amministrazione è stato il passo preliminare. Questo ha consentito di capire da quali settori attingere i nomi e iniziare a individuare i criteri di selezione. I settori e le fonti. Dall’analisi dei cda è emerso che era necessario guardare a 360 gradi il mondo del business, dei pro- fessionisti e dell'accademia. Sono, quindi, state «setacciate» tutte le università, le società quotate, le principali società non quotate, le società finanziarie e di consulenza, gli studi legali, gli istituti di ricerca, i siti delle Autorities, delle organizzazioni imprenditoriali, dei Cavalieri del lavoro, di Borsa Italiana e della Consob, oltre ai siti delle organizzazioni che si occupano di promuovere le professionalità femminili (dalla Fondazione Belisario, all’Osservatorio Armonia, da Rosa all’Aidda). È stata fatta un’ampia ricerca sui media. Numerosi i colloqui personali da parte del gruppo di lavoro. La ricerca ha consentito di costruire un database di circa mille nomi, per cia- scuno dei quali è stato ricostruito il curriculum raccogliendo le informazioni da Internet e da fonti professionali. I criteri. È stato seguito, adattandolo, il modello-Assogestioni. Tra i criteri valutati, il profilo professionale (inteso come importanza del ruolo e dell'organizzazione, la profondità delle esperienze, eventuali esperienze di rilievo in altri ambiti professionali), la complessità delle esperienze gestite (complessità dei temi, delle organizzazioni), il grado di «visibilità/riconoscibilità» (del profilo in generale, includendo anche esperienze pubbliche, come la partecipazione ad organizzazioni ed associazioni), l'apertura internazionale e le even- tuali esperienze in mercati regolamentati. Sono stati utilizzati anche criteri di esclusione. In particolare, l’eccessivo carico di lavoro, con esclusione per esempio delle professioniste già presenti in 3 o più consigli di società quotate, di cui in almeno una con ruoli esecutivi o con importanti ruoli esecutivi in società chiuse (questo criterio è più elastico rispetto a quello previsto da Assogestioni). Sono stati prese in considerazioni anche le situazioni di potenziale conflitto di interessi. Per la selezione finale, le dimensioni di valutazione sono state ri-bilanciate per dare maggior peso alle componenti qualitative di leadership, visibilità, affinità delle esperien- ze professionali rispetto al ruolo nei cda oggetto della ricerca. Due gruppi. Si è deciso di costituire due categorie di nomi. La prima include tutte le professioniste che già oggi potrebbero essere nominate nei cinque cda oggetto della ricerca, e che quindi non presentano profili di conflitto di interesse o di supercarico di lavoro. Per questa si è deciso di mantenersi entro la fascia dei 70 anni. La seconda categoria (l’elenco a pagina 4) è composta da persone che per età o per percorso professionale non sono state ritenute ancora pronte per cda del calibro di Eni o Enel (il nostro benchmark) ma sono comunque in grado di assumere incarichi in cda di quotate di minor complessità. In questo caso, non si è tenuto conto dei conflitti di interesse ed è stato criterio di esclusione l’età superiore ai 60 anni. LIVIA ALIBERTI AMIDANI iniziativa del Corriere Economia di presentare i curricula di qualità di 24 donne, manager, economiste, professioniste e imprenditrici, per i consigli di amministrazione delle società a controllo pubblico (Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna) che devono rinnovare i propri vertici aziendali è molto apprezzabile. Non concede alibi a chi predica bene e razzola male, ostenta una volontà di imparzialità, equità e valorizzazione del merito nelle nomine, ma compie poi sempre le stesse scelte assai connotate per genere (oltre che per fedeltà politico-partitica), con il pretesto che non esistono altri candidati credibili. Da tempo si discute della crisi della classe dirigente in Italia. In un recente articolo per il Corriere Economia sostenevo che per far fronte a tale crisi ci si dovrebbe muovere lungo tre direttrici generali: una vera cultura del merito nella selezione delle persone, nei meccanismi retributivi e nella distribuzione delle risorse; una maggiore competizione, anche nei settori in cui questa non è imposta dal mercato; una maggiore apertura internazionale. Scelta in base al merito e rinnovamento della classe dirigente sono tra le espressioni che si odono di più nei discorsi dei leader dei partiti impegnati in questa campagna elettorale. Ebbene, scelta in base al merito significa ovviamente che le caratteristiche ascrittive delle persone come il genere, l'età e l'appartenenza etnica, per continuare con gli orientamenti culturali, religiosi o ideologici, non devono essere di ostacolo a una scelta rigorosa dei più capaci e dei più adatti a ricoprire con onestà e competenza ruoli così delicati, complessi e rilevanti per l'economia del Paese e il benessere dei suoi cittadini come sono appunto i vertici aziendali delle grandi imprese a controllo pubblico in settori industriali chiave. E rinnovamento della classe dirigente significa valorizzare le potenzialità presenti in gruppi della società italiana finora ampiamente sottorappresentati nelle posizioni di comando della grandi organizzazioni economiche. Ciò non significa evidentemente rinunciare a priori alla possibilità di riconferme laddove ve ne siano le condizioni, né ritenere pregiudizialmente che una donna sia preferibile a un uomo o un giovane a una persona matura; significa considerare realmente contendibili tutte le posizioni di direzione e di comando e ampliare la gamma delle candidature potenziali. È dunque auspicabile che questa volta il governo cambi davvero, scegliendo in base a rigorosi criteri di competenza e di esperienza professionale. I profili delle pagine 2, 3 e 4 sono a cura di Livia Aliberti Amidani, Rosa Maria Molteni e Maria Silvia Sacchi 4 C ORRIER EC ON OMIA LUNEDÌ 31 MARZO 2008 In copertina Donne ed establishment La lista dell’eccellenza SEGUE DA PAGINA 3 Diva Moriani , 39 anni, 1 figlio Nata ad Arezzo, subito dopo la laurea in economia è entrata nel gruppo Intek come analista finanziario e oggi, dopo aver salito tutti i gradini della scala gerarchica, è diventata vice presidente della holding che fa capo alla famiglia Manes. È una professionista del merger & acquisition. In Intek ha potuto mettere a frutto la sua predisposizione, soprattutto in occasione dell’acquisizione di Kme (il gruppo del rame un tempo di proprietà della famiglia Orlando), la più grossa e complessa operazione che Moriani ha dovuto affrontare e di cui, dopo una impegnativa ristrutturazione, si iniziano a vedere i primi risultati. Nelle principali operazioni del gruppo ha curato anche i processi post-acquisizione. È partner e amministratore delegato di Apei sgr, società di gestione del fondo di private equity I2Capital partners e vice presidente di Greenenergycapital, società di investimenti nel settore delle energie alternative appena sbarcata in Borsa. Anna Puccio, 44 anni Friulana, laureata in economia aziendale a Ca' Foscari, ha maturato una lunga esperienza manageriale anche all'estero. Inizia la sua carriera negli Stati Uniti, negli head quarters di Microsoft Corp nel 1988, passando in Procter & Gamble nel 1990, dove sviluppa un percorso decennale — europeo — nel marketing, fino a diventare direttore marketing per l'Europa. Il rientro in Italia nel 2001 coincide con il passaggio al settore delle telecomunicazioni-new media («reclutata — precisa — da cacciatori di teste inglesi»), che la vede nel 2001-2004 amministratore delegato di Sonera Zed Italia e nel 2005-2006 amministratore delegato di Sony Ericsson Mobile Communication Italia. Cooptata nel 2006 come consigliere indipendente nel cda di Buongiorno (servizi a valore aggiunto per i telefonini), oggi siede nel comitato di controllo della gestione (Buongiorno adotta il sistema monistico) e presiede il comitato remunerazioni. Ha portato nel board un altro consigliere indipendente — ovviamente donna. È advisor di aziende internazionali e amministrazioni pubbliche in materia di strategie industriali e di servizi. 55% Chiappori Isabella Seragnoli, 62 anni Imprenditrice alla guida di Coesia, un gruppo attivo nelle macchine per imballaggio, è una delle pochissime (39 in tutto), donne che hanno ricevuto il titolo di cavaliere del lavoro. Isabella Seragnoli ha appreso la cultura d'impresa sotto la guida del padre Enzo, che negli anni Quaranta aveva rilevato, assieme al cugino Ariosto, la Gd, fabbrica di motociclette fondata nel 1923, convertendola in una azienda di packaging. Oggi Gd è leader mondiale nelle macchine automatiche per la produzione e il confezionamento di sigarette, con una quota di mercato del 65 per cento nelle linee per l'impacchettamento e il peso delle donne tra i laureati in Europa 23% Paola Severino, 49 anni Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Roma. Stimata accademica, è una riconosciuta penalista, consulente in campo bancario e considerata un’«apripista» tra gli avvocati donna. Professore ordinario di diritto penale alla Luiss Guido Carli e titolare di diritto penale II, presso la Scuola ufficiali carabinieri di Roma, è consulente di numerose società e banche. Difensore di nomi importanti quali Soru o i Caltagirone. Grande esperta di responsabilità amministrativa degli enti, ha partecipato alla redazione delle Linee Guida dell'Associazione bancaria italiana per l'adozione di modelli organizzativi sulla responsabilità amministrativa delle banche. Membro della Commissione istituita presso il ministero della giustizia nel 2007 per la riforma della legge sulla responsabilità degli enti. Ha vinto il premio Minerva per la giustizia ed è autrice di numerose pubblicazioni in materia di diritto penale. Valeria Termini, del confezionamento. Il gruppo, che nel 2005 ha assunto la denominazione Coesia, comprende otto aziende, con dislocazioni produttive in 6 paesi e filiali in 14 paesi, 3.400 dipendenti e un fatturato nel 2006 di 674 milioni di euro. Seragnoli è infine impegnata nel sociale con la Fondazione che porta il suo nome. 53 anni, due figli Economista, è professore ordinario di Economia Politica all'Università di Cassino, attualmente distaccata presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione a Roma, istituzione che dirige – prima donna della storia – dal novembre del 2006. Ha insegnato Economia monetaria e creditizia, Economia internazionale ed Economia politica nelle Universi- la differenza di stipendio tra uomini e donne tà di Trieste, Brescia, La Sapienza di Roma e Cassino. Ha ricoperto diversi incarichi tecnici, come la vice presidenza del Gestore del mercato elettrico dalla sua costituzione (2000-2003), la vicepresidenza di Acea e fatto parte di importanti commissioni governative, come quella per le privatizzazioni presso il ministero del Tesoro (ministro Ciampi, '96-97). Riconosciuta esperta internazionale nel campo della regolazione e liberalizzazione dei mercati, in particolare dei mercati regolamentati. Autrice di diversi saggi e monografie di teoria economica, ha collaborato con istituti di ricerca italiani e internazionali. È membro della Società italiana degli economisti, dell'«American economic association» e della «International association of financial engineers». 53% madri lavoratrici con figli sotto i 6 anni, in Italia commissioni di riforma della legge sul risparmio e delle persone giuridiche e associazioni non riconosciute. Siede in due consigli di amministrazione di società quotate, Acea ed Atlantia. In Acea presiede il Comitato Controllo Interno e il Comitato Etico. Già nel cda della Cassa depositi e prestiti. Autore di numerosi articoli e volumi. Elena Zambon, 43 anni, 4 fi- Luisa Torchia, 50 anni Laurea in diritto amministrativo, ha saputo coniugare il suo interesse per la scienza dell'amministrazione con una forte apertura internazionale e un orientamento alla ricerca, che le hanno consentito di apportare il suo contributo alla attuazione delle riforma del sistema amministrativo italiano. Dal 2003 insegna all'università di Roma Tre, dove, dal 2006, è direttore del master universitario in Diritto e Scienze dell'amministrazione. È stata consigliere giuridico del ministro per la funzione pubblica Sabino Cassese e ha svolto numerosi incarichi presso la presidenza del Consiglio, il dipartimento della Funzione pubblica e il ministero dell'Economia, non ultima la partecipazione alle gli Unisce solide competenze gestionali e altrettanto solide conoscenze finanziarie. Elena Zambon è infatti in primo luogo presidente della Zambon Group, multinazionale chimico-farmaceutica di proprietà della famiglia fondata nel 1906 che sotto la sua guida è cresciuta ulteriormente a livello internazionale, anche con recenti acquisizioni negli Stati Uniti. Ed è, inoltre, presidente di Secofind, il multi-family office, fondato nel 2000 per estendere ad altre famiglie di imprenditori l'esperienza di oltre dieci anni di attività, svolta per la famiglia Zambon, nella selezione e nel controllo dei gestori patrimoniali. Dopo la laurea in Economia delle Aziende Industriali, e prima di entrare nel gruppo di famiglia, Zambon è stata per cinque anni in Citibank N. A. come responsabile degli investitori esteri sul mercato italiano e successivamente delle relazioni e delle valutazioni di rischio per la clientela istituzionale, in particolare Assicurazioni, Finanziarie e World Corporation Groups. dell'Università Bicocca, in rappresentanza del Murs, e responsabile lombarda dell'Aidda. Lanero Maria Grazia , 52 anni Partner dello studio Gianni Origoni e Grippo. Capo del team di diritto amministrativo, esperta in diritto ambientale e immobiliare, nonché delle infrastrutture e project financing. Socio fondatore dell'Associazione avvocati amministrativisti. Lepore Silva, 49 anni Responsabile private banking gruppo Banca Sella dal 2007, consigliere di Banca Patrimoni Sella & C. In San Paolo dal 1977, già responsabile private banking, ha coordinato il progetto di integrazione dell'area per Intesa-San Paolo . Locati Nadia , 52 anni Partner Reconta Ernst & Young. Una vasta esperienza nella revisione di società quotate e non, in Italia e all'estero, ha acquisito inoltre competenze specifiche in operazioni straordinarie. È stata amministratore delegato di Arthur Andersen Monti Valeria , 54 anni Direttore generale dell'Upa (Utenti pubblicità associati) dal 2005 al 2007. Incarichi di direzione generale nelle maggiori società del settore, quali McCann Erickson, JWThompson, Ammirati Puri Lintas e Grey fino al 2005. Muserra Francesca , 44 anni Partner dello Studio Tributario Deloitte, dove nel 2000 è diventata la prima donna partner in Italia. Gli inizi in Arthur Andersen. Pubblica articoli su riviste specializzate in campo tributario. Dottore commercialista. Oliveri Elisabetta , 45 anni Ingegnere, direttore generale di Sirti dal 2003, ne è stata direttore commerciale e responsabile business development a livello internazionale per vari anni. Perrazzelli Alessandra, 47 anni Direttore international affairs di Intesa San Paolo dal 2001, basata a Bruxelles. Inizia la pratica legale a New York. A Bruxelles dal 1991, diventa partner di riferimento dello studio legale O'Connor&Company. Petrucci Elisabetta , 48 anni Direttore area vita di Allianz dal 2007, prima tre anni come direttore pianificazione strategica. Undici anni di esperienza in Andersen Consulting e McKinsey, prima di entrare in Fideuram. Piatti Laura , 45 anni Professore a contratto di Economia degli intermediari finanziari a Torino, è capo della divisione Insurance&Pensions in Intesa SanPaolo. In precedenza in Reale Mutua Assicurazioni, in Consob e Agcom. Primori Tiziana , 49 anni Vicepresidente di Coop Adriatica da ottobre 2006. Già direttore organizzativo, nel 2002 è direttore marketing strategico e risorse umane. Ha una lunga esperienza nella logistica e nel mondo cooperativo. Nel cda di Nomisma. Riccardi Daniela , 46 anni Presidente area Greater China di Procter&Gamble dal 2005, dopo aver coordinato l'intero mercato Europa dell'Est. Carriera internazionale, ha ricoperto posizioni di direzione marketing e generale, basata dapprima a Bruxelles, poi in America Latina e in Russia. Rossello Cristina , 46 anni Avvocato, titolare del proprio studio. Esperta in diritto bancario e diritto sportivo. Associata NedCommunity, membro comitato scientifico Aidaf, è stata consigliere e sindaco in diversi cda. Consulente per le imprese familiari. Scarcella Maria , 52 anni Partner Accenture dal 2000. Responsabile per il financial services in Igem (Italia, Grecia, Turchia, Centro e Est Europa e Medio Oriente) dell'Offerta Core Banking e Risk&Regulatory Management. Esperta in materia di Risk Management e Compliance. Stabilini Alessandra, 37 anni Avvocato, collabora con Nctm. Ricercatrice di Diritto commerciale a Milano. Membro del Comitato tecnico di Piazza Finanziaria, associato Nedcommunity, Ecgi (European Corporate Governance Institute). Autrice di numerose pubblicazioni sui temi di ricerca. Storchi Maria Cristina , 43 anni Avvocato, corporate partner a Latham&Watkins dal gennaio 2008. Specializzata in M&A e operazioni straordinarie con focus su società quotate, Opa, privatizzazioni, riorganizzazioni e ristrutturazioni. In precedenza in Bonelli Erede Pappalardo dove è Partner dal 2000. Consigliere di Seat dal 1998 al 2001. Le altre E in 35 sono sulla rampa di lancio Da Magda Bianco a Maria Cristina Storchi. Si fa largo la nuova generazione di dirigenti Q ui sotto l’elenco delle 35 professioniste selezionate per il secondo gruppo, non ancora pronte per un cda come l’Eni, ma certamente in grado di sedere in quelli di altre società quotate. Bianco Magda , 47 anni Condirettore, titolare divisione Economia e diritto del servizio studi della Banca d'Italia. Research associate Ecgi, membro dello Steering Group on corporate governance dell'Ocse. Socio fondatore Associazione donne Banca d'Italia. Bombassei Cristina , 39 anni Consigliere esecutivo della Brembo, società quotata in borsa che fa capo alla sua famiglia, dove lavora come Corporate development manager. Vice presidente dei Giovani imprenditori di Bergamo. Bruno Tolomei Isabella , 44 anni Consigliere della holding Ferfina (gruppo Condotte) dal 2000, proprietà della famiglia, dove è responsabile della funzione finanza del gruppo. Ha insegnato Scienza della finanza ed esercitato come commercialista. Cappello M. Elena , 39 anni Dal 2007 responsabile mondiale del marketing di prodotti e servizi e dell'Industry marketing in Nokia Siemens Network. In precedenza senior vp Sales di Pirelli Broadband Solutions e a capo dei servizi professionali di Compaq Emea. Carli M. Francesca , 43 anni Managing director, European financial sponsors group di JP Morgan dal 2007, responsabile coverage clienti area infrastrutture. Inizio in Akros, passa in Goldman Sachs a Londra; è a New York dal 2000 sulla clientela globale Financial Institutions. Caverni Mara , 45 anni Partner di Pricewaterhouse Coopers Transaction Services dal 1999, dove segue i maggiori fondi di private equity in Italia e all'estero e le più importanti operazioni di privatizzazione. È in PwC dal 1988, con esperienze a livello internazionale. Cioli Laura , 44 anni Direttore retail market di Eni divisione Gas & Power dal 2006. Nel 1991 entra in Bain diventando partner dell'area manufacturing; in Vodafone nel 1999, arriva a ricoprire la carica di direttore divisione business. Compagno Cristiana , 50 anni Ordinario di strategie d'impresa a Udine. Vicepreside della Facoltà di Economia e delegato per innovazione tecnologica. Responsabile di numerosi progetti di ricerca sui temi della gestione strategica dell'innovazione e dei processi evolutivi e di ricambio generazionale delle Pmi. Covini Clara , 44 anni Direttore Business Unit Pmi di Sap Italia dal 2006. Ricopre incarichi di responsabilità crescente nell' area marketing di società tecnologiche per entrare nel 1994 in Oracle e diventare vice president marketing Sud Europa dal 2002, e poi vice president divisione Pmi. D'Alberti Silvia , 47 anni Partner dello studio Allen & Overy dal 2000, responsabile del team italiano di diritto antitrust. Ha notevole esperienza in materia di pratiche restrittive della concorrenza, cartelli e abuso di posizione dominante. Già funzionario dell'Antitrust. D'Arpizio Claudia , 42 anni Partner di Bain, specializzata sui beni di lusso. Inizia in Saatchi & Saatchi e Ernst&Young; entrata in Bain nel 1995, ha costruito la propria expertise nell'area Luxury, diventandone un punto di riferimento a livello internazionale. Del Bue Marina , 51 anni Direttore generale di Molmed dal 2000, società neoquotata. Inizia presso l'Istituto superiore di sanità, passando poi in Eniricerche, Masbiotec e Tecnogen; dal 1990 è in Menarini, con responsabilità manageriali delle aree Ricerca e biotecnologia. Di Carlo Francesca , 45 anni Direttore internal audit di Enel dal dicembre 2007. Inizia in Ubs Warburg nel corporate finance, a New York e poi in Italia; nel 1993 entra nella futura Telecom Italia dove arriva alla responsabilità sull'area M&A. Dossena Giovanna , 48 anni Ordinario di Economia e gestione delle Imprese a Bergamo; direttore del Centro di Ricerca E-Lab della stessa università. Consigliere Ned in Brembo Spa. Ha co-fondato nel 1998 la società di consulenza AVM & Partners Value Management. M. Licia Ferrarini, 46 anni Amministratore delegato del gruppo alimentare di famiglia Ferrarini-Vismara, per il quale ha la delega per l’amministrazione finanza e controllo. Fornasari Chiara , 56 anni Partner di Prometeia e vice presidente di Prometeia Advisor Sim. Ha implementato l'attività di analisi congiunturale dei mercati monetari e finanziari, e coordina la ricerca sugli intermediari finanziari. Membro del comitato scientifico della Associazione italiana private Banking. Gallo Giorgina , 48 anni Presidente e amministratore delegato di l'Oreal Italia dal febbraio 2008. Da 26 anni nel gruppo, ha ricoperto diverse posizioni manageriali, fino a diventare nel 2001 Amministratore Delegato Saipo. Gatti Anna , 36 anni Partner di MyQube, società internazionale di venture capital e advisory. È stata senior economist e advisor all'Organizzazione mondiale della Sanità. Numerosi incarichi presso Università americane e organizzazioni internazionali. Gavirati Alessandra , 38 anni Partner in BS private equity dal 2002. In Sopaf fino al 2000, passa in BS occupandosi di importanti operazioni di acquisizione di medie imprese italiane nel settore manufatturiero. È nel cda di Radici Film, Arena e Eagle Pictures. Gilli Linda , 55 anni Presidente e azionista di Inaz. Nel 2007 riceve il doppio riconoscimento di cavaliere del lavoro e imprenditrice dell'anno. È consigliere Più donne in cda, migliori performance Così la presenza femminile fa crescere gli indici di redditività CO R RIER EC ON OM I A 11% LUNEDÌ 31 MARZO 2008 le top manager donne sposate e con figli 5 53% i top manager uomini sposati e con figli 15% le donne ad alto potenziale che aspirano a posti top Donne ed establishment In copertina Lo scenario internazionale Confronti Riequilibrio parziale (ma migliore dell’Italia). La leader degli industriali figura simbolo 5 Graziella Vigo Una Parisot non fa l’égalité In Francia solo il 16% di donne tra i dirigenti. Il caso Gallo all’Oréal I n Francia «l'égalité» è principio scritto nel marmo della storia. Ma anche in un Paese culturalmente avanzato come questo, eguaglianza non fa rima con parità, soprattutto quando si parla di carriere, salari e pari opportunità. Le statistiche dicono che la condizione della donna lavoratrice e migliore che in Italia, ma non di molto. Il 30% lavora a tempo parziale, contro il 6% degli uomini. Il tasso di occupazione femminile sale al 57% nel settore pubblico, con punte del 65% nell'istruzione e negli affari sociali, ma soltanto il 16% ha un ruolo dirigenziale. Un dato ana- logo si registra nel privato: un quarto dei quadri sono donne. Per quanto riguarda i salari, nonostante indici di miglioramento, le donne guadagnano meno degli uomini a parità di prestazione. Tra i quadri, la metà degli uomini ha superato nel 2007 i 48 mila euro annui di stipendio, mentre la metà delle donne non arrivano a superare i 38.400 euro. La situazione non migliora nemmeno ai più alti livelli. Se si prende in esame il «Cac 40», ovvero i maggiori gruppi quotati alla Borsa di Parigi, si vede che la media delle donne dirigenti è del 7,6%, mentre gli stipendi sono mediamente inferiori del 20%. Addirittura, nella metà dei grandi gruppi non figurano donne nei consigli di amministrazione, nonostante che più della metà delle società del «Cac 40» abbia sottoscritto un accordo per l' «égalitè» professionale. A livello politico, si registra un ricorso a provvedimenti di legge per garantire eguali diritti e rendere punibili ogni forma di discriminazione: l'ultima è del 2001. Ma gli impegni rimangono sulla carta. Nelle grandi imprese, in Francia come in Italia, ci sono tuttavia significative eccezioni, come gli imperi della cosmetica (L'Oreal) e della moda (Lvmh) dove le donne sono maggioranza tra i manager. Rispettivamente, il 54 e il 57% dei quadri. E in Francia, come in Italia, si dà molta importanza al valore dei simboli. Due donne, Laurence Parisot e più recentemente Emma Marcegaglia sono al- la testa delle rispettive associazioni degli industriali. «E' un punto di svolta fondamentale. Sia perché i simboli aiutano, sia per il valore delle persone», dice Giorgina Gallo, dal gennaio scorso presidente e amministratore delegato di L'Oréal Italia, un incarico ad alto livello, ottenuto a soli 47 anni, ed eccezionale rispetto alla condizione delle donne manager in Italia. Come in Francia, in Italia non si va oltre l'8% di dirigenti femmine ad alto livello e nemmeno in Italia vale il concetto delle pari opportunità collegate al salario e al talento. «L'Oreal — dice Giorgina Gallo — è una delle poche aziende che segue criteri diversi. In Italia sono donne il 55% dei dipendenti, il 42% dei qua- Modelli A sinistra Laurence Parisot è a capo dell’associazione industriali di Francia. Sopra Giorgina Gallo, presidente e ad di L’Oréal Eyedea/ Contrasto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A PARIGI MASSIMO NAVA dri e il 36% dei dirigenti superiori. E sui salari non esistono discriminazioni». Inoltre L'Oreal ha fatto una politica d'investimento sulle donne, andando alla ricerca dei migliori talenti nel mondo e favorendone la crescita con borse di studio. La partnership con l'Unesco permette infatti di scoprire e aiutare ogni anno ricercatrici e scienziate di altissimo profilo. All'edizione 2008, tenutasi nelle scorse settimane a Parigi, è Negli Stati Uniti Ora Fiorina e le altre puntano al governo L’ex manager Hp in corsa con Mc Cain I n America le donne non so- ne aziende, forse non a caso lo occupano i posti al verti- quelle dove il ceo è «in rosa», ce di alcune delle maggiori le donne rappresentano un aziende, dalla Pepsi Cola alla terzo e oltre dei consiglieri Xerox, ma da lì puntano an- d'amministrazione: sono il che alla carriera politica ai 45,5% alla conglomerata Sara massimi livelli. Meg Whit- Lee, guidata da Brenda Barman, 51 anni, ceo (ammini- nes, 53 anni; il 40% sia alla stratore delegato) uscente di Avon, il leader delle vendite eBay, la più grande casa dirette di prodotti di bellezza d'aste online al mondo, è la il cui ceo è la quarantanovencondirettrice della campagna ne Andrea Jung sia alla Pepsi elettorale del candidato Re- bottling, controllata dal gruppubblicano alla Casa Bianca po Pepsi dove il ceo è l'indiaJohn McCain con la prospetti- na Indra Nooyi, 52 anni; il va di diventare come minimo 36,4% alla Xerox, la società fala prossima governatrice della mosa per le fotocopiatrici e California. Mentre Carly Fiori- guidata da Anne Mulcahy, 55 na, 53 anni, ex ceo del colosso anni; e il 31,3% alla Well d e i c o m p u t e r H e w - Point, la più grande compalett-Packard, tesoriere della gnia assicurativa americana stessa campagna, se vince Mc- specializzata nel business delCain potrebbe diventare mini- la salute, che ha da poco nostro Usa del Commercio. minato la quarantaseienne Anche se la preAngela Braly come senza femminile è suo presidente e aumentata numericeo. camente di poco al Fra le nuove matop delle società nager che stanno della lista «Fortune scalando le gerar500» negli ultimi chie aziendali, si secinque anni — dal gnala ancora alla 15,7 al 16,4%, seXerox Ursula Burcondo uno studio Ritorni Carly Fiorina, ns, 49 anni, diventadella società di ri- ex ceo di Hp, colosso ta lo scorso aprile cerca newyorkese d’informatica e Pc presidente e chief Catalyst — la novioperating officer, tà importante è che ovvero l'erede promanager come le cinquantenbabile della Mulcahy. Alla ni Whitman e Fiorina contano multinazionale dei prodotti dietro di sé una larga schiera p e r l a p u l i z i a e l ' i g i e n e di executive emergenti, ha sot- Procter & Gamble, la probabitolineato il «Wall Street Jour- le futura ceo Susan Arnold, 54 nal» nella sua ultima inchie- anni, sta «allenando» nella sta sulle «50 donne da tener sua squadra la quarantaseiend'occhio». Dall'altra parte la ne Melanie Healey, recentestessa Catalyst ha rilevato nel mente promossa a presidente suo censimento 2007 sul peso di uno dei business più impordelle donne nei consigli d'am- tanti per il futuro del gruppo, ministrazione che se la loro la salute. Susan Decker, 45 anquota è rimasta più o meno la ni, nell'ultimo anno è passata stessa rispetto all'anno prima da chief financial officer a pre— il 14,8% di tutti i consiglieri sidente del portale Internet contro il 14,6% del 2006 — è Yahoo! Nessun settore è al riperò aumentato il loro peso paro dall'ondata rosa: alla Genei comitati importanti per il neral electric è in ascesa Charbuon funzionamento della lene Begley, 41 anni, ceo di corporate governante: sono in- GE enterprise solutions e alla fatti arrivate al 15,1% dei com- Bank of America si distingue ponenti dei comitati che con- Amy Woods Brinkley, 51 anni, trollano le nomine dei mana- global risk executive. ger e amministratori. In alcuMARIA TERESA COMETTO Famosi nel mondo per la tecnologia. Premiati per l’eccellente qualità dei servizi. Eppure sappiamo che la vera emozione è volare. Tutto per momenti come questo. Giorno dopo giorno ti offriamo puntualità, collegamenti veloci, massima affidabilità e un network in continua espansione. Che il nostro impegno sia stato riconosciuto a livello internazionale, è solo un dettaglio. Ciò che più conta, per noi, sei tu e il piacere che provi volando. www.lufthansa.com stata premiata fra le altre una ricercatrice italiana, Federica Migliardo dell'università di Messina, segnalatasi per un importante lavoro sulle applicazioni mediche del trealosio, un tipo di zucchero impiegabile nella cura del diabete. Torinese, studi classici, laurea all'università di amministrazione aziendale a Torino, master alla Bocconi, Giorgina Gallo ha fatto tutta la carriera all'Oreal cominciando dai pri- mi passi nel marketing. «Le pari opportunità — avverte — non sono soltanto un problema di leggi o di politiche aziendali ma anche di crescita sociale. Ho viaggiato molto e credo di poter dire che l'Italia, almeno rispetto alla Francia, è più arretrata rispetto a politiche di sostegno della donna che lavora. Penso, ad esempio, agli asili, ai congedi di paternità, alle politiche per la famiglia. Una donna non deve essere costretta a rinunciare alla famiglia per fare carriera. Credo che questi argomenti dovrebbero essere ai primi posti nell' agenda del futuro governo. Non è solo questione di parità fra sessi, ma di crescita complessiva della società : culturale, familiare, demografica». Giorgina Gallo ha fatto rinunce importanti? «Ho fatto molti sforzi, non rinunce, ma mi ritengo fortunata. Ci vuole grande equilibrio, un partner comprensivo, una buona organizzazione domestica. Aggiungerei forza fisica e tenuta psicologica. Anche perché sul lavoro, le donne devono ancora dimostrare qualche cosa di più».