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Nomine pubbliche, ecco le manager per sfidare gli uomini

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Nomine pubbliche, ecco le manager per sfidare gli uomini
2
C ORRIER EC ON OMIA
LUNEDÌ 31 MARZO 2008
In copertina
Donne ed establishment
La lista dell’eccellenza
5,2%
Pari opportunità In vista del rinnovo delle cariche, da Eni a Enel a Finmeccanica
Nomine pubbliche,
ecco le manager
per sfidare gli uomini
Da Maurizia Angelo Comneno a Luisa Torchia. Chi sono
le donne che meritano un posto al vertice nelle società
DI MARIA SILVIA SACCHI
C
ome anche la recentissima
questione del rinvio delle
assemblee ha dimostrato,
quando si parla di nomine
nelle società pubbliche e
privatizzate la tensione è sempre alta.
Decidere chi guiderà Eni ed Enel, Poste, Terna o Finmeccanica costa un dispendio di energie infinito.
Ciò che sorprende è che tra le molte parole che si spendono e tra i diversi nomi che circolano in queste occasioni non ci sia spazio, mai, per candidature al femminile. Come se, semplicemente, non ne esistessero di adatte.
Possibile che sia così? Forti anche
della recentissima elezione di Emma
Marcegaglia alla presidenza di Confindustria, abbiamo provato a verificare
se ci sono, cercandole. Ci siamo mossi
con passo «prudente», e cioè non con
l’occhio di chi deve trovare un amministratore delegato ma con quello di
chi vuole individuare il profilo giusto
per rappresentare gli azionisti di minoranza. Un po’ come ha fatto Assogestioni (l’associazione italiana dei gestori di fondi) che ha affidato questo
compito a una società di cacciatori di
teste al lavoro da mesi.
A differenza di Assogestioni, però,
Corriere Economia ha rivolto la sua attenzione ai soli nomi femminili. Si sono valutate soprattutto le competenze
e la reputazione, senza interpellare le
persone che sono poi uscite da questa
selezione e delle quali, quindi, non
possiamo dire se siano effettivamente
disponibili a un compito simile. Lo
scopo è dimostrare che i profili giusti
esistono anche al femminile. Se si vogliono trovare.
La sintesi è quella che si vede in
queste pagine, con nomi come Rosalba Casiraghi, Patrizia Micucci o Patrizia Grieco. Secondo i criteri individuati (articolo a pagina 3) non compaiono
le figure di Marina Berlusconi (gruppo
Fininvest-Mondadori), Jonella Ligresti (gruppo Premafin-Sai) e Azzurra
Caltagirone (gruppo Caltagirone),
donne già fortemente impegnate nella
gestione dei gruppi di cui sono azioniste; come anche Antonella Merloni
(gruppo Indesit), Diana Bracco (gruppo Bracco), Anna Maria Artoni (Artoni Trasporti) e Federica Guidi (Ducati
Energia), le ultime tre anche esposte
sul fronte confindustriale.
Tra le 24 che già oggi potrebbero
sedere con competenza nei cinque
cda individuati sono state escluse tutte le professioniste in potenziale conflitto d’interesse, come Anna Maria
Tarantola e Matilde Panzeri di Banca
d’Italia o Maria Pierdicchi di Standard & Poor’s. È stata fatta un’unica
eccezione per Maurizia Angelo Comneno di Unicredit, 60 anni il prossimo giugno, nella convinzione che
avendo il capo azienda Alessandro
Profumo firmato il «patto dei 60 anni», dopo di che si lascia, si possa ipotizzare per lei in tempi non lontani
una nuova fase professionale.
«Perché ha avuto senso fare un lavoro del genere? — domanda Salvatore Bragantini, presidente del Pro Mac
—. Perché oggi c’è un grande spreco
di risorse e un’iniziativa di questo genere, pur nelle sue limitate ambizioni, aiuta. Dico sempre che le donne
sono le più brave a scuola e poi spariscono. Ce n’è qualcuna di più nel
pubblico impiego, ma nei livelli più
alti sono poche e sempre le stesse, come Maria Cannata (appena confermata alla direzione generale del Debito pubblico del ministero dell'Economia, ndr) o Elisabetta Spitz (direttore
dell’agenzia del Demanio)». «Un'amministratore indipendente deve svolgere un ruolo attivo nel cda, deve apportare competenza ma anche energia e capacità di innovare — dice anche Giovanni Sabatini, dirigente generale del ministero dell'Economia
—. Ecco quindi la necessità di consentire che i profili emergenti, per competenza, stile e impegno. acquistino
notorietà. Questa ricerca è l'occasione affinché tali figure possano arrivare, anche tramite canali innovativi, a
posizioni di vertice. Rinnovamento,
ovviamente, anche di età e l'esigenza
di "ringiovanimento" è (o dovrebbe
Bragantini: «Dico sempre
che le donne sono le più
brave a scuola e poi
spariscono».
essere) sentita anche nell'ambito dei
consigli di amministrazione».
Insomma, bisogna cambiare passo.
«È una delle prime volte in cui si fa
uno sforzo sistematico per far emergere, con criteri il più possibile meritocratici, persone che di norma non sono considerate quando si fanno delle
riflessioni sugli organi massimi delle
aziende di grandi e grandissime dimensioni — dice Guido Corbetta, prorettore dell’Università Bocconi —.
Non credo alla politica delle quote,
credo però che sia necessaria un’apertura del compasso diversa da quanto
fatto finora, quando spesso la questione del genere ha portato a neanche
considerare la possibilità di un coinvolgimento di donne di valore in certi
ruoli». «Sono un po’ come dei campioni nascosti», aggiunge Daniela Montemerlo, docente di strategia delle aziende familiari in Bocconi.
Quanto poco si sia pensato finora
alle donne nei cda, lo dice bene Massimo Milletti, presidente di Eric Salmon, tra le principali società mondiali di executive search: «Dopo il picco
di Marisa Belisario, e soprattutto negli ultimi dieci anni, c’è stata una regressione, più che una progressione.
Mentre fino a dieci anni fa quando
presentavamo una rosa di candidati
ci veniva espressamente richiesto di
inserire anche un nome femminile,
oggi questa domanda non c’è più.
Magari è gradito, ma non richiesto.
Va detto che oggi ci sono anche meno posizioni manageriali interessanti
ma, per esempio, in Francia, un Paese che conosco bene, le donne hanno
sicuramente più spazio» (su questo,
altro articolo a pagina 5).
Come si può vedere, l’estrazione
delle professioniste che indichiamo è
molto economico-giuridico-aziendale, perché a questi bacini si è finora attinto nel formare i cinque cda di cui
parliamo. E anche su questo sarebbe
bene aprire una discussione. Per
esempio, nel corso dell’indagine, molto consenso è stato ricevuto da un personaggio più «distante» da quelli tradizionalmente da cda come Marta
Dassù, che secondo il team di lavoro
sarebbe invece bene inserire. «Il tema
di oggi — spiega Daniele Marini, sociologo, direttore della Fondazione
Nordest — è quello dell’accettabilità
sociale dello sviluppo. Dal problema
dei rifiuti di Napoli ai rigassificatori,
l’impresa, e soprattutto l’industria,
non è immediatamente accettata dalla popolazione. Per questo, uno degli
asset strategici delle imprese oggi è
trovare un nuovo e diverso rapporto
con il territorio, con la società in cui
sono presenti e con le altre imprese.
Per questo servono competenze altre
e diverse da mettere a fianco di quelle
tradizionali».
È noto che in Italia il numero di
donne che siede nei cda è molto basso: solo 5,2 cariche ogni 100 hanno un
volto femminile, e questo nonostante
studi abbiamo dimostrato che una presenza significativa di donne al vertice
migliora la performance aziendale
(grafico a pagina 4). Le prossime nomine sono un’occasione d’oro, da non
sprecare.
Chi ha collaborato alla selezione
Il gruppo di lavoro che
ha selezionato i profili
che presentiamo in
queste pagine è
composto da:
Livia Aliberti Amidani,
46 anni. Esperta in temi
di governo societario,
guida la Aliberti
Governance Advisors. È
nel Comitato tecnico di
Piazza Finanziaria e
associata
Nedcommunity.
Salvatore Bragantini,
64 anni. Presidente di
Pro Mac e di I2 Capital
partners Sgr, vice
presidente di IW Bank.
Dal '96 al 2001
Commissario della
Consob. Collaboratore
del Corriere della Sera
Guido Corbetta, 48
anni. Prorettore della
Bocconi, titolare della
cattedra Aidaf-Alberto
Falck. Direttore della
Bocconi Graduate
School. È consulente di
grandi famiglie
imprenditoriali. Nel cda
di Fineldo, Falck e
Calcestruzzi
Daniele Marini, 48
anni. Insegna
Sociologia dei processi
economici e del lavoro
a Padova. È direttore
scientifico della
Fondazione Nord Est,
nel cda dell’Ipi e nel
comitato scientifico del
Centro studi Giorgio
Lago.
Massimo Milletti, 55
anni. Presidente
esecutivo di Eric
Salmon & Partners.
Ingegnere, prima di
entrare in Eric Salmon
ha lavorato per dieci
anni nel gruppo
Saint-Gobain e in
precedenza in Giba
Geigy.
Rosa Maria Molteni,
43 anni. Senior
researcher dell’ufficio di
Milano di Eric Salmon &
Partners, società per la
quale cura i progetti
internazionali. Ha
lavorato in McKinsey.
Daniela Montemerlo,
44 anni. Insegna
economia aziendale
all'Università
dell'Insubria e strategia
delle aziende familiari
in Bocconi. Consulente
per la governance di
gruppi familiari. Socia
di Partners S.p.A, nel
cda di Rubelli.
Giovanni Sabatini, 48
anni. Dirigente
generale del ministero
dell'Economia, guida la
direzione Sistema
bancario e finanziario.
Rappresenta il governo
nel Consiglio Superiore
della Banca d'Italia, nel
cda di Alitalia. È
membro del comitato
di indirizzo della Cassa
Depositi e Prestiti e del
comitato strategico
Piazza Finanziaria.
il peso delle donne
nei cda delle
quotate italiane
11%
il peso medio
delle donne
nei cda in Europa
32%
il peso delle donne
nei cda delle
società norvegesi
Vita, opere e imprese
di ventiquattro fuoriclasse
Maurizia Angelo Comneno, 59
anni, una figlia
Laureata in giurisprudenza, dopo
una partenza come
libera professionista entra nel Credito Italiano nel
1978. Da allora non lo ha mai abbandonato e oggi è responsabile Compliance & corporate affairs Department e Compliance officer del gruppo. È una delle più strette collaboratrici dell’amministratore delegato Alessandro Profumo, coinvolta in prima
persona in tutte le più importanti operazioni Unicredit: dal progetto «S3»
che ha portato alla fusione delle sette
banche suddivise per area geografica
e alla nascita delle 3 banche specializzate per segmento di clientela (retail,
private e corporate); all'aggregazione
con Hvb; fino alla fusione con Capitalia. Nel gruppo, è stata la prima donna a essere nominata direttore.
Alla competenza professionale aggiunge una sensibilità spiccata nei
confronti della cultura con la l’Accademia Angelica Costantiniana, onlus
che fa capo alla sua famiglia.
Stefania Bariatti, 51 anni, due figli
Esperta di diritto
internazionale e della concorrenza, Stefania Bariatti ha
due «anime» professionali: quella di docente universitario (insegna da 25 anni) e quella di avvocato (acquisita più recentemente).
All’Università di Milano insegna diritto internazionale privato comunitario e svolge un’intensa attività accademica, partecipando a gruppi di studio e di ricerca internazionali. Dal
2005 lavora come consulente esterna
del Parlamento europeo in materia
di cooperazione giudiziaria civile.
Nel 2002 ha affiancato all’impegno accademico, la professione di avvocato e in quattro anni è diventata
partner dello Studio Chiomenti, per il
quale ha seguito alcune delle operazioni più importanti di questi anni:
dalla fusione Unicredit-Capitalia, all’acquisizione della quota di Olimpia
in Telecom da parte di Telco, dalla fusione di Borsa Italiana con il London
Stock Exchange all’acquisto di Endemol da parte di Mediaset (aspetti antitrust). Attualmente segue il dossier
Montepaschi-Antonveneta e assiste
Mediaset per le problematiche antitrust.
Catia Bastioli ,
50 anni.
Amministratore
delegato di Novamont, è laureata in
chimica pura all’Università di Perugia, ha conseguito un master Sda
Bocconi e ha frequentato la scuola
Nato su «Membrane Science and
Processes» in Portogallo.
È una scienziata con la vocazione
al management: entra nel gruppo
Montedison e in tempi non sospetti
sviluppa il progetto di ricerca sui
materiali biodegradabili da risorse
rinnovabili del Centro di ricerca e
tecnologia Ferruzzi. In Novamont in
quindici anni passa dalla posizione
di dirigente del ’93, all’attuale di amministratore delegato. È stata membro di gruppi di lavoro dell’Ue quali
quello per materie prime rinnovabili della Direzione generale industria
e dell’Eccp (European Climate Change Panel). Fa parte della commissione direttiva di European Bioplastics
e del Board di Agrinnova.
Nel 2007 è stata nominata Inventore europeo dell’anno, per i numerosi brevetti — oltre 70 — da lei depositati, nei settori dei polimeri sintetici e naturali e dei materiali a base di amido.
Cecilia Battistello, 57 anni
Imprenditrice
tra le più conosciute, ha un’importantissima competenza nella logistica essendo la «signora dei container» alla guida di Contship. Grande esperienza internazionale, ha portato in
Italia la cultura dello shipping e ha
sempre avuto coraggio di cambiare Paese. Convinta sostenitrice
che «l’Italia debba, e possa, svolgere un ruolo cardine sulle rotte del
Mediterraneo», ha appena presentato un importante piano quinquennale di investimenti.
Seconda di otto fratelli, padre
con una officina meccanica, Battistello si è diplomata come segretaria d’azienda a Vicenza, si è trasferita a Milano dove è avvenuto il
suo incontro con i trasporti marittimi. Nel ’96 si sposa con Thomas Eckelmann, proprietario del gruppo
tedesco Eurokai-Eurogate e socio
in Contship, e insieme rilevano il
controllo del gruppo nel ’99. Qualche anno fa Battistello è finita sulla copertina di Time per aver fatto
di dipingere di rosa una nave portacontainer.
Rosalba Casiraghi, 57 anni
È, forse, più di tutte l'emblema della
signora «sola al comando», unica donna nel consiglio di
sorveglianza di Intesa San Paolo in
rappresentanza degli azionisti di minoranza, dove è arrivata - prima donna nella storia italiana del modello
dualistico. In passato è stata componente del Comitato Draghi per le privatizzazioni del ministero del Tesoro
e sindaco di Pirelli, Telecom Italia e
Banca Intesa.
Dalla fine dello scorso anno presiede Ned Community, l'associazione
che rappresenta i non executive director, i consiglieri indipendenti e i
sindaci revisori nominati dalle minoranze. È una stimata e competente
analista di bilanci. Ha fondato e presiede diverse società di consulenza e
di analisi finanziaria. Molto riservata,
è aliena dalle mondanità nonostante
sia cognata di Carolina di Monaco
(Stefano Casiraghi era suo fratello).
Sul fronte delle questioni femminili, è
da sempre contraria alle quote rosa.
Stefania Chiaruttini, 45 anni, tre
figli
La sua specialità sono le frodi finanziarie,
i reati societari, le crisi. Avvocato, è esperta di compliance e controlli interni, svolge un’intensa attività di commissario
straordinario e consulente del Tribunale
in materia di reati finanziari. Il caso più
importante che è passato, e ancora si trova, sul tavolo di Chiaruttini è sicuramente quello di Parmalat: per conto della Procura di Milano ha, infatti, svolto due consulenze tecniche, una sulle comunicazioni fatte al mercato e una sull’attività dei
revisori; successivamente, e in accordo
con la Procura, ha anche affiancato il
commissario straordinario Enrico Bondi.
Ha iniziato a lavorare quando ancora
studiava alla Bocconi e presto ha avuto
anche il primo figlio. Dopo qualche anno
di professione «classica» (contabilità), ha
scelto di specializzarsi nelle crisi d’impresa. Ha seguito, tra l’altro, la ristrutturazione del gruppo Varasi. Tra gli incarichi attuali, quello di commissario straordinario di Giacomelli.
Paola Delmonte, 48 anni
Grande esperta
di corporate finance applicato all’area del real estate. Dal 2000 è in Pirelli Real Estate come vice direttore generale nel settore advisory & corporate development. Opera alle dirette dipendenze
dell'amministratore delegato, gestisce un team con cui coordina la strutturazione e realizzazione delle operazioni di investimento in patrimoni
immobiliari e società di servizi, di sviluppo di nuove iniziative immobiliari, di partnership con investitori (prevalentemente esteri) e di costituzione e collocamento sul mercato di fondi immobiliari.
In precedenza è stata partner
della Vitale Borghesi, poi incorporata in Lazard. Prima ancora, associate e vice president nel diparti-
mento mergers & acquisitions di
Chase Manhattan Bank, branch di
Milano, e responsabile delle analisi
macroeconmiche e di settore in Federchimica.
Carolyn Dittmeier , 51 anni,
un figlio
Doppia cittadinanza, italiana e
americana, per
una «professionista dei controlli». Definita «brava,
energica, carismatica», dal 2003 è
direttore internal auditing del gruppo Poste Italiane, a capo una squadra di oltre 500 auditors. Dal suo arrivo nel 2002 ha riorganizzato interamente la funzione, apportando
metodi internazionali d’avanguardia, un approccio integrato al sistema dei controlli e una grande attenzione agli aspetti di interrelazione
della control governance con la governance complessiva. Alla carica
in Poste affianca dal 2004 l’incarico
di presidente dell’Associazione Italiana Internal Auditor, dove ha avviato un progetto per dare risposte
concrete agli stakeholders riguardo
l’efficienza e efficacia del sistema
dei controlli. Dopo un inizio nel
1978 con Peat Marwick (poi Kpmg)
tra Philadelphia e Milano, passa nel
gruppo Montedison, fino a diventare direttore internal auditing nel
1994. Ritorna in Kpmg nel 1999 come associate partner, per avviare e
gestire i corporate governance services.
Bianca Maria Farina, 66 anni, 1 figlio
Entrata in Poste vita nel 2004 come direttore generale, da
un anno ne è diventata amministratore delegato. Vanta
una lunghissima e consolidata esperienza nel settore assicurativo. È stata
vice direttore generale del gruppo Ina.
Ha curato il progetto di trasformazione dell’Ina da ente pubblico economico in società per azioni e la sua privatizzazione. È stata consigliere di amministrazione di Generali asset management, di Generali multimanager Sicav,
presidente di Ges e presidente del collegio sindacale delle Casse di previdenza e assistenza aziendali. Ha vinto il Finanza Insurance Award 2007, categoria «insurance Elite», assegnato al miglior manager italiano per credibilità e
reputazione e alla compagnia che si è
distinta per le migliori strategie.
Università degli studi del Molise, docente di diritto dell'Unione europea e
politica Sociale, ha insegnato in diversi università.
Alberta Figari,
44 anni, una figlia
Avvocato, specializzata in merger &
acquisition, dal '97
è partner dello studio Clifford Chance, dove è entrata nel '94 dopo alcuni anni allo studio De Rienzo Luzzato. Alberta Figari ha forte competenza nella gestione professionale anche a livello internazionale; e un at-
CO R RIER EC ON OM I A
202
LUNEDÌ 31 MARZO 2008
le donne con
incarichi nelle
quotate in Italia
3
59%
società quotate
che non hanno
donne nei cda
88%
i collegi sindacali
composti
solo da uomini
Donne ed establishment
In copertina
La lista dell’eccellenza
Il commento
I nomi ci sono:
chi sceglie
non ha più
alcun alibi
DI ALBERTO MARTINELLI
L'
teggiamento professionale che la inserisce tra quegli avvocati che nella
discussione di un deal cercano di
conciliare le diverse esigenze delle
parti in causa.
Di recente ha assistito una parte
della famiglia Marzotto nella vendita a Permira della partecipazione in
Valentino e nel successivo reinvestimento nel veicolo con il quale è stata lanciata l'Opa sul gruppo. Sempre con la famiglia Marzotto, è stata
nel cda di Industrie Zignano per
l'operazione di delisting da Piazza
Affari.
Tra gli altri dossier seguiti dalla
professionista, l'acquisto di Toro da
parte di Generali e le recenti Ipo del
Sole 24 e di Damiani. Assiste il gruppo francese Edf nelle sue operazioni
italiane e ha assistito AirOne nella
prima fase della procedura di privatizzazione di Alitalia.
Elsa Fornero, 59
anni
Professore ordinario di Economia
all’università di Torino e direttore del
Cerp (Centre for Research on Pensions and Welfare Policies, il primo in Italia specificatamente dedicato allo studio dell’economia delle pensioni e dell’invecchiamento), è una delle più note
economiste italiane e una delle intellettuali più in vista di Torino.
Le sue aree di ricerca riguardano
il risparmio delle famiglie, la previdenza pubblica e privata e le assicurazioni sulla vita. Fa parte del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale ed è editorialista de «Il Sole 24 ore».
Tra i suoi incarichi, quello di amministratore di Eurizon Vita, docente al dottorato in Social Protection
Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università
di Maastricht), componente del comitato di ricerca dell'Inprs (International Network of Pension Regulators and Supervisors).
Ha vinto il premio Saint Vincent
per l'economia e il premio Ina-Accademia dei Lincei per gli studi in ma-
teria assicurativa
Ha fatto parte del consiglio di Fideuram Vita e di Ina e in queste settimane c’è anche il suo nome nella
rosa di cui si parla per il prossimo
rinnovo del vertice della Compagnia di San Paolo.
Anna Gervasoni, 47 anni, due figli
Commercialista
dalla personalità
equilibrata e forte
determinazione,
esperta di finanza e
capace di gestire i rapporti all'interno
di un gruppo di interesse molto maschile quale quello del private equity.
Anna Gervasoni è, infatti, ormai da anni il perno dell' Aifi, l'associazione italiana del private equity e venture capital. In parallelo, però, Gervasoni ha anche sviluppato la carriera accademica,
prima in Bocconi e oggi alla Liuc di Castellanza dove è professore associato
di economia e gestione delle imprese
e dove guida anche il centro di ricerca
sui trasporti e le infrastrutture.
Collabora con numerosi giornali e
riviste economico-finanziarie, ed è autrice di moltissime pubblicazioni scientifiche, sia nel campo della finanza e
del private equity che nel settore dei
trasporti ed infrastrutture. Presiede il
Comitato Scientifico del Private equity monitor, l’osservatorio permanente
Liuc di Castellanza sul mercato del private equity.
Vittoria Giustiniani , 43 anni,
una figlia
Partner dello
studio Bonelli Erede Pappalardo, dove è entrata nel
’94 quando ancora si chiamava Erede & associati, concentra la sua attività in operazioni di fusioni e scissione, collocamenti di strumenti finanziari, Offerte di acquisto e/o
scambio, collocamenti in Borsa. Dopo aver curato lo sbarco in Piazza
Affari di gruppi come Alberta Ferretti e Tod’s, adesso sta lavorando
a un altro attesissimo arrivo: Prada.
Nel curriculum di Giustiniani è
importante l’attività di consulenza
per i fondi di private equity e le società quotate, con un occhio rivolto in particolare alla tutela degli
azionisti di minoranza, al conflitto
di interessi, al market abuse, ai rapporti con le parti correlate. In questa direzione, per esempio, ha lavorato di recente quando ha seguito
l’Opa sul Valentino Fashion Group.
Siede nel cda di due società di cui
ha curato la ristrutturazione (Diadora e Linea Più) e lavora a stretto
contatto con alcune delle più importanti società quotate, da Brembo al gruppo che fa capo alla Tamburi investment partners, nella preparazione della documentazione
da mettere a disposizione degli
azionisti.
Patrizia Grieco, 54 anni, una figlia
Amministratore
delegato di Value
Team, è una delle
più note manager
italiane per la lunghissima carriera
in Italtel ma anche per avere saputo chiedere tre anni di part time in
occasione della nascita della figlia.
Laureata in giurisprudenza, Grieco
inizia la sua carriera nel ’77 alla direzione Legale e affari generali di Italtel diventandone responsabile nel
'94. Con la fusione tra Siemens Telecomunicazioni e Italtel, avvenuta
nel '97, le viene affidata la responsabilità delle direzioni Risorse umane, acquisti e pubbliche Relazioni.
Nel '99, dopo la scissione delle due
società, diventa direttore generale
di Italtel con il compito di riorganizzare e riposizionare l'azienda di cui
diventa Amministratore Delegato
nel 2002. È stata amministratore
delegato di Siemens Informatica,
società capogruppo in Italia di Siemens Business Services. Poi l’ingresso in Value Team, società del
gruppo Value Partners che segue
progetti di consulenza IT e di tecnologia avanzata in logica
end-to-end.
Fiorella Kostoris, 63 anni, tre figli
Economista di fama internazionale,
studiosa di finanza
pubblica, autrice di
numerose pubblicazioni, Kostoris è
docente di Economia politica alla Sapienza di Roma e insegna presso il
College of Europe di Bruges. È editorialista de Il Sole 24 Ore e collabora a
Radio Radicale con la rubrica Il lessico dell’economia.
È stata presidente dell’Istituto di
studi per la programmazione economia e presidente dell’Isae, l’istituto
di studi e analisi economica del ministero dell’Economia; ha insegnato alla Fondation nationale des sciences
politiques di Parigi e al Department
of economics della Columbia university. È stata consulente dell’ex premier francese Lionel Jospin che le ha
conferito la Legione d’onore, e della
Fondazione tedesca Konrad Adenauer. Autrice di numerosi articoli e
pubblicazioni in tema di macroeconomia, finanza pubblica, pensioni e
disoccupazione. In tema di innalzamento dell’età pensionabile delle
donne, Kostoris si è espressa a favore, sottolineando che «le donne non
vanno compensate quando hanno
60 anni, ma a 25-35 anni».
Patrizia Micucci, 49 anni, 2 figli
Ha salutato tutti
con una grande festa subito dopo
l’estate. Patrizia Micucci ha infatti da
poco lasciato Lehman Brothers Italia, dove aveva costruito tutta la sua
carriera fino a diventarne chairman,
e mentre studia nuove opportunità
si trova oggi nella condizione perfetta da cui muoversi da consigliere indipendente verso cda importanti.
Nel 2005 il Wall Street Journal l’aveva messa al sesto posto tra le prime
10 top manager europee. Le caratteristiche di Micucci sono le sue capacità e la lunga esperienza nell’investment banking. Ha seguito i dossier
più importanti dell’ultimo decen-
nio. Per esempio, tutte le operazioni che hanno coinvolto il gruppo De Agostini, dall’acquisto di
Lottomatica e di Toro alla quotazione della stessa Toro. Si è occupata delle operazioni di Finmeccanica e di Telecom; ha lavorato
per il gruppo Autostrade; ha seguito l’acquisto, la quotazione e
poi la vendita di Aeroporti di Roma; fatto la valutazione del patrimonio del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio nell’ambito
degli accordi della famiglia.
Monica Mondardini, 47 anni
È amministratore delegato di Generali Spagna.
Laureata in
Scienze statistiche
ed economiche all’Università di Bologna, dopo due anni di esperienza
in Eurisko entra nel 1987 nel gruppo editoriale Fabbri, dove inizia la
grande avventura internazionale.
Due anni dopo è infatti direttore generale della controllata spagnola;
passa poi nel 1991 alla direzione di
Salvat Spagna (Gruppo Hachette), ristrutturando il business locale e assumendo poi la responsabilità delle
filiali internazionali per l’area fascicoli a livello di Headquarter.
Nel 1998 è direttore generale per
la Francia di EuropAssistance, ma
nel 2000 viene avocata dal gruppo
Generali a Trieste dove assume la
posizione di direttore strategia e
controllo. Non passa molto tempo
che Generali la destina al suo mercato preferito, affidandole nel 2002 la
carica di Chief Executive Officer per
Generali Espana, dove ne consolida
la presenza fino a farla diventare il
quarto mercato del gruppo.
Suoi grandi punti di forza sono la
conoscenza capillare del mercato distributivo e la decisione nel gestire
operazioni di ristrutturazione e consolidamento aziendale
CONTINUA A PAGINA 4
Il metodo di lavoro
Un database di mille nomi, per arrivare a 60 finalisti
P
iù di un mese di lavoro e circa mille
profili di professioniste da analizzare: individuare in modo il più possibile obiettivo e trasparente i nomi di candidate ai consigli di amministrazione di
Eni, Enel, Finmeccanica, Poste e Terna ha
richiesto un processo lungo e complesso.
L’analisi dei cda. Conoscere i profili
professionali, attuali e storici, dei cinque
consigli di amministrazione è stato il passo preliminare. Questo ha consentito di capire da quali settori attingere i nomi e iniziare a individuare i criteri di selezione.
I settori e le fonti. Dall’analisi dei cda
è emerso che era necessario guardare a
360 gradi il mondo del business, dei pro-
fessionisti e dell'accademia. Sono, quindi,
state «setacciate» tutte le università, le società quotate, le principali società non
quotate, le società finanziarie e di consulenza, gli studi legali, gli istituti di ricerca, i
siti delle Autorities, delle organizzazioni
imprenditoriali, dei Cavalieri del lavoro, di
Borsa Italiana e della Consob, oltre ai siti
delle organizzazioni che si occupano di
promuovere le professionalità femminili
(dalla Fondazione Belisario, all’Osservatorio Armonia, da Rosa all’Aidda). È stata fatta un’ampia ricerca sui media. Numerosi i
colloqui personali da parte del gruppo di
lavoro. La ricerca ha consentito di costruire un database di circa mille nomi, per cia-
scuno dei quali è stato ricostruito il curriculum raccogliendo le informazioni da Internet e da fonti professionali.
I criteri. È stato seguito, adattandolo, il
modello-Assogestioni. Tra i criteri valutati,
il profilo professionale (inteso come importanza del ruolo e dell'organizzazione,
la profondità delle esperienze, eventuali
esperienze di rilievo in altri ambiti professionali), la complessità delle esperienze
gestite (complessità dei temi, delle organizzazioni), il grado di «visibilità/riconoscibilità» (del profilo in generale, includendo
anche esperienze pubbliche, come la partecipazione ad organizzazioni ed associazioni), l'apertura internazionale e le even-
tuali esperienze in mercati regolamentati.
Sono stati utilizzati anche criteri di esclusione. In particolare, l’eccessivo carico di
lavoro, con esclusione per esempio delle
professioniste già presenti in 3 o più consigli di società quotate, di cui in almeno
una con ruoli esecutivi o con importanti
ruoli esecutivi in società chiuse (questo
criterio è più elastico rispetto a quello previsto da Assogestioni). Sono stati prese in
considerazioni anche le situazioni di potenziale conflitto di interessi. Per la selezione finale, le dimensioni di valutazione
sono state ri-bilanciate per dare maggior
peso alle componenti qualitative di leadership, visibilità, affinità delle esperien-
ze professionali rispetto al ruolo nei cda
oggetto della ricerca.
Due gruppi. Si è deciso di costituire
due categorie di nomi. La prima include
tutte le professioniste che già oggi potrebbero essere nominate nei cinque cda oggetto della ricerca, e che quindi non presentano profili di conflitto di interesse o di
supercarico di lavoro. Per questa si è deciso di mantenersi entro la fascia dei 70 anni. La seconda categoria (l’elenco a pagina
4) è composta da persone che per età o
per percorso professionale non sono state
ritenute ancora pronte per cda del calibro
di Eni o Enel (il nostro benchmark) ma sono comunque in grado di assumere incarichi in cda di quotate di minor complessità. In questo caso, non si è tenuto conto
dei conflitti di interesse ed è stato criterio
di esclusione l’età superiore ai 60 anni.
LIVIA ALIBERTI AMIDANI
iniziativa del
Corriere Economia di presentare i curricula di qualità di 24 donne, manager, economiste, professioniste e imprenditrici, per
i consigli di amministrazione
delle società a controllo pubblico (Enel, Eni, Finmeccanica,
Poste e Terna) che devono rinnovare i propri vertici aziendali è molto apprezzabile.
Non concede alibi a chi predica bene e razzola male,
ostenta una volontà di imparzialità, equità e valorizzazione
del merito nelle nomine, ma
compie poi sempre le stesse
scelte assai connotate per genere (oltre che per fedeltà politico-partitica), con il pretesto
che non esistono altri candidati credibili.
Da tempo si discute della
crisi della classe dirigente in
Italia. In un recente articolo
per il Corriere Economia sostenevo che per far fronte a tale
crisi ci si dovrebbe muovere
lungo tre direttrici generali:
una vera cultura del merito
nella selezione delle persone,
nei meccanismi retributivi e
nella distribuzione delle risorse; una maggiore competizione, anche nei settori in cui
questa non è imposta dal mercato; una maggiore apertura
internazionale.
Scelta in base al merito e
rinnovamento della classe dirigente sono tra le espressioni
che si odono di più nei discorsi dei leader dei partiti impegnati in questa campagna
elettorale.
Ebbene, scelta in base al
merito significa ovviamente
che le caratteristiche ascrittive delle persone come il genere, l'età e l'appartenenza etnica, per continuare con gli
orientamenti culturali, religiosi o ideologici, non devono essere di ostacolo a una scelta rigorosa dei più capaci e dei
più adatti a ricoprire con onestà e competenza ruoli così delicati, complessi e rilevanti per
l'economia del Paese e il benessere dei suoi cittadini come sono appunto i vertici
aziendali delle grandi imprese
a controllo pubblico in settori
industriali chiave.
E rinnovamento della classe dirigente significa valorizzare le potenzialità presenti in
gruppi della società italiana finora ampiamente sottorappresentati nelle posizioni di
comando della grandi organizzazioni economiche.
Ciò non significa evidentemente rinunciare a priori alla
possibilità di riconferme laddove ve ne siano le condizioni, né ritenere pregiudizialmente che una donna sia preferibile a un uomo o un giovane a una persona matura; significa considerare realmente
contendibili tutte le posizioni
di direzione e di comando e
ampliare la gamma delle candidature potenziali.
È dunque auspicabile che
questa volta il governo cambi
davvero, scegliendo in base a
rigorosi criteri di competenza
e di esperienza professionale.
I profili delle pagine 2, 3 e 4
sono a cura di Livia Aliberti
Amidani, Rosa Maria
Molteni e Maria Silvia Sacchi
4
C ORRIER EC ON OMIA
LUNEDÌ 31 MARZO 2008
In copertina
Donne ed establishment
La lista dell’eccellenza
SEGUE DA PAGINA 3
Diva Moriani ,
39 anni, 1 figlio
Nata ad Arezzo,
subito dopo la laurea in economia è
entrata nel gruppo
Intek come analista finanziario e oggi, dopo aver salito tutti i gradini della scala gerarchica, è diventata vice presidente
della holding che fa capo alla famiglia Manes.
È una professionista del merger
& acquisition. In Intek ha potuto
mettere a frutto la sua predisposizione, soprattutto in occasione dell’acquisizione di Kme (il gruppo del
rame un tempo di proprietà della famiglia Orlando), la più grossa e complessa operazione che Moriani ha
dovuto affrontare e di cui, dopo
una impegnativa ristrutturazione,
si iniziano a vedere i primi risultati.
Nelle principali operazioni del gruppo ha curato anche i processi
post-acquisizione.
È partner e amministratore delegato di Apei sgr, società di gestione
del fondo di private equity I2Capital partners e vice presidente di Greenenergycapital, società di investimenti nel settore delle energie alternative appena sbarcata in Borsa.
Anna Puccio, 44
anni
Friulana, laureata in
economia aziendale a
Ca' Foscari, ha maturato una lunga esperienza manageriale anche
all'estero. Inizia la sua carriera negli Stati
Uniti, negli head quarters di Microsoft Corp
nel 1988, passando in Procter & Gamble nel
1990, dove sviluppa un percorso decennale
— europeo — nel marketing, fino a diventare direttore marketing per l'Europa. Il rientro in Italia nel 2001 coincide con il passaggio al settore delle telecomunicazioni-new
media («reclutata — precisa — da cacciatori
di teste inglesi»), che la vede nel 2001-2004
amministratore delegato di Sonera Zed Italia e nel 2005-2006 amministratore delegato di Sony Ericsson Mobile Communication
Italia. Cooptata nel 2006 come consigliere
indipendente nel cda di Buongiorno (servizi
a valore aggiunto per i telefonini), oggi siede nel comitato di controllo della gestione
(Buongiorno adotta il sistema monistico) e
presiede il comitato remunerazioni. Ha portato nel board un altro consigliere indipendente — ovviamente donna. È advisor di
aziende internazionali e amministrazioni
pubbliche in materia di strategie industriali
e di servizi.
55%
Chiappori
Isabella Seragnoli, 62 anni
Imprenditrice
alla guida di Coesia, un gruppo attivo nelle macchine
per imballaggio, è
una delle pochissime (39 in tutto),
donne che hanno ricevuto il titolo
di cavaliere del lavoro.
Isabella Seragnoli ha appreso la
cultura d'impresa sotto la guida
del padre Enzo, che negli anni Quaranta aveva rilevato, assieme al cugino Ariosto, la Gd, fabbrica di motociclette fondata nel 1923, convertendola in una azienda di
packaging. Oggi Gd è leader mondiale nelle macchine automatiche
per la produzione e il confezionamento di sigarette, con una quota
di mercato del 65 per cento nelle
linee per l'impacchettamento e
il peso delle
donne tra i
laureati in Europa
23%
Paola Severino, 49 anni
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di
Roma. Stimata accademica, è una riconosciuta penalista, consulente in
campo bancario e considerata
un’«apripista» tra gli avvocati donna. Professore ordinario di diritto
penale alla Luiss Guido Carli e titolare di diritto penale II, presso la Scuola ufficiali carabinieri di Roma, è
consulente di numerose società e
banche. Difensore di nomi importanti quali Soru o i Caltagirone.
Grande esperta di responsabilità
amministrativa degli enti, ha partecipato alla redazione delle Linee
Guida dell'Associazione bancaria
italiana per l'adozione di modelli organizzativi sulla responsabilità amministrativa delle banche. Membro
della Commissione istituita presso
il ministero della giustizia nel 2007
per la riforma della legge sulla responsabilità degli enti. Ha vinto il
premio Minerva per la giustizia ed è
autrice di numerose pubblicazioni
in materia di diritto penale.
Valeria Termini,
del confezionamento. Il gruppo,
che nel 2005 ha assunto la denominazione Coesia, comprende otto
aziende, con dislocazioni produttive in 6 paesi e filiali in 14 paesi,
3.400 dipendenti e un fatturato
nel 2006 di 674 milioni di euro. Seragnoli è infine impegnata nel sociale con la Fondazione che porta
il suo nome.
53 anni, due figli
Economista, è
professore ordinario di Economia Politica all'Università di
Cassino, attualmente distaccata presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione a
Roma, istituzione che dirige – prima
donna della storia – dal novembre del
2006. Ha insegnato Economia monetaria e creditizia, Economia internazionale ed Economia politica nelle Universi-
la differenza di
stipendio tra
uomini e donne
tà di Trieste, Brescia, La Sapienza di
Roma e Cassino. Ha ricoperto diversi
incarichi tecnici, come la vice presidenza del Gestore del mercato elettrico dalla sua costituzione (2000-2003),
la vicepresidenza di Acea e fatto parte
di importanti commissioni governative, come quella per le privatizzazioni
presso il ministero del Tesoro (ministro Ciampi, '96-97). Riconosciuta
esperta internazionale nel campo della regolazione e liberalizzazione dei
mercati, in particolare dei mercati regolamentati. Autrice di diversi saggi e
monografie di teoria economica, ha
collaborato con istituti di ricerca italiani e internazionali. È membro della Società italiana degli economisti,
dell'«American economic association»
e della «International association of financial engineers».
53%
madri lavoratrici
con figli sotto i 6
anni, in Italia
commissioni di riforma della legge
sul risparmio e delle persone giuridiche e associazioni non riconosciute. Siede in due consigli di amministrazione di società quotate, Acea
ed Atlantia. In Acea presiede il Comitato Controllo Interno e il Comitato Etico. Già nel cda della Cassa depositi e prestiti. Autore di numerosi
articoli e volumi.
Elena Zambon, 43 anni, 4 fi-
Luisa Torchia,
50 anni
Laurea in diritto
amministrativo, ha
saputo coniugare
il suo interesse per
la scienza dell'amministrazione con una forte apertura internazionale e un orientamento alla ricerca, che le hanno consentito di apportare il suo contributo alla attuazione delle riforma del sistema amministrativo italiano. Dal
2003 insegna all'università di Roma
Tre, dove, dal 2006, è direttore del
master universitario in Diritto e
Scienze dell'amministrazione. È stata consigliere giuridico del ministro
per la funzione pubblica Sabino Cassese e ha svolto numerosi incarichi
presso la presidenza del Consiglio,
il dipartimento della Funzione pubblica e il ministero dell'Economia,
non ultima la partecipazione alle
gli
Unisce solide
competenze gestionali e altrettanto solide conoscenze finanziarie. Elena Zambon è
infatti in primo luogo presidente
della Zambon Group, multinazionale chimico-farmaceutica di proprietà della famiglia fondata nel 1906
che sotto la sua guida è cresciuta
ulteriormente a livello internazionale, anche con recenti acquisizioni negli Stati Uniti. Ed è, inoltre,
presidente di Secofind, il multi-family office, fondato nel 2000 per
estendere ad altre famiglie di imprenditori l'esperienza di oltre dieci anni di attività, svolta per la famiglia Zambon, nella selezione e nel
controllo dei gestori patrimoniali.
Dopo la laurea in Economia delle Aziende Industriali, e prima di
entrare nel gruppo di famiglia,
Zambon è stata per cinque anni in
Citibank N. A. come responsabile
degli investitori esteri sul mercato
italiano e successivamente delle relazioni e delle valutazioni di rischio
per la clientela istituzionale, in particolare Assicurazioni, Finanziarie
e World Corporation Groups.
dell'Università Bicocca, in rappresentanza del Murs, e responsabile
lombarda dell'Aidda.
Lanero Maria Grazia , 52 anni
Partner dello studio Gianni Origoni e Grippo. Capo del team di diritto
amministrativo, esperta in diritto
ambientale e immobiliare, nonché
delle infrastrutture e project financing. Socio fondatore dell'Associazione avvocati amministrativisti.
Lepore Silva, 49 anni
Responsabile private banking
gruppo Banca Sella dal 2007, consigliere di Banca Patrimoni Sella & C.
In San Paolo dal 1977, già responsabile private banking, ha coordinato
il progetto di integrazione dell'area
per Intesa-San Paolo .
Locati Nadia , 52 anni
Partner Reconta Ernst & Young.
Una vasta esperienza nella revisione di società quotate e non, in Italia
e all'estero, ha acquisito inoltre
competenze specifiche in operazioni straordinarie. È stata amministratore delegato di Arthur Andersen
Monti Valeria , 54 anni
Direttore generale dell'Upa (Utenti pubblicità associati) dal 2005 al
2007. Incarichi di direzione generale nelle maggiori società del settore,
quali McCann Erickson, JWThompson, Ammirati Puri Lintas e Grey fino al 2005.
Muserra Francesca , 44 anni
Partner dello Studio Tributario
Deloitte, dove nel 2000 è diventata
la prima donna partner in Italia. Gli
inizi in Arthur Andersen. Pubblica
articoli su riviste specializzate in
campo tributario. Dottore commercialista.
Oliveri Elisabetta , 45 anni
Ingegnere, direttore generale di
Sirti dal 2003, ne è stata direttore
commerciale e responsabile business development a livello internazionale per vari anni.
Perrazzelli Alessandra, 47 anni
Direttore international affairs di
Intesa San Paolo dal 2001, basata a
Bruxelles. Inizia la pratica legale a
New York. A Bruxelles dal 1991, diventa partner di riferimento dello
studio legale O'Connor&Company.
Petrucci Elisabetta , 48 anni
Direttore area vita di Allianz dal
2007, prima tre anni come direttore
pianificazione strategica. Undici anni di esperienza in Andersen Consulting e McKinsey, prima di entrare in Fideuram.
Piatti Laura , 45 anni
Professore a contratto di Economia degli intermediari finanziari a
Torino, è capo della divisione
Insurance&Pensions in Intesa
SanPaolo. In precedenza in Reale
Mutua Assicurazioni, in Consob e
Agcom.
Primori Tiziana , 49 anni
Vicepresidente di Coop Adriatica
da ottobre 2006. Già direttore organizzativo, nel 2002 è direttore
marketing strategico e risorse umane. Ha una lunga esperienza nella
logistica e nel mondo cooperativo.
Nel cda di Nomisma.
Riccardi Daniela , 46 anni
Presidente area Greater China di
Procter&Gamble dal 2005, dopo
aver coordinato l'intero mercato Europa dell'Est. Carriera internazionale, ha ricoperto posizioni di direzione marketing e generale, basata dapprima a Bruxelles, poi in America
Latina e in Russia.
Rossello Cristina , 46 anni
Avvocato, titolare del proprio studio. Esperta in diritto bancario e diritto sportivo. Associata NedCommunity, membro comitato scientifico Aidaf, è stata consigliere e sindaco in diversi cda. Consulente per le
imprese familiari.
Scarcella Maria , 52 anni
Partner Accenture dal 2000. Responsabile per il financial services
in Igem (Italia, Grecia, Turchia, Centro e Est Europa e Medio Oriente)
dell'Offerta Core Banking e
Risk&Regulatory Management.
Esperta in materia di Risk Management e Compliance.
Stabilini Alessandra, 37 anni
Avvocato, collabora con Nctm. Ricercatrice di Diritto commerciale a
Milano. Membro del Comitato tecnico di Piazza Finanziaria, associato
Nedcommunity, Ecgi (European
Corporate Governance Institute).
Autrice di numerose pubblicazioni
sui temi di ricerca.
Storchi Maria Cristina , 43 anni
Avvocato, corporate partner a
Latham&Watkins dal gennaio 2008.
Specializzata in M&A e operazioni
straordinarie con focus su società
quotate, Opa, privatizzazioni, riorganizzazioni e ristrutturazioni. In precedenza in Bonelli Erede Pappalardo dove è Partner dal 2000. Consigliere di Seat dal 1998 al 2001.
Le altre
E in 35 sono sulla rampa di lancio
Da Magda Bianco a Maria Cristina Storchi. Si fa largo la nuova generazione di dirigenti
Q
ui sotto l’elenco delle 35 professioniste selezionate per il
secondo gruppo, non ancora
pronte per un cda come l’Eni, ma
certamente in grado di sedere in
quelli di altre società quotate.
Bianco Magda , 47 anni
Condirettore, titolare divisione
Economia e diritto del servizio studi
della Banca d'Italia. Research associate Ecgi, membro dello Steering
Group on corporate governance
dell'Ocse. Socio fondatore Associazione donne Banca d'Italia.
Bombassei Cristina , 39 anni
Consigliere esecutivo della Brembo, società quotata in borsa che fa
capo alla sua famiglia, dove lavora
come Corporate development manager. Vice presidente dei Giovani
imprenditori di Bergamo.
Bruno Tolomei Isabella , 44 anni
Consigliere della holding Ferfina
(gruppo Condotte) dal 2000, proprietà della famiglia, dove è responsabile della funzione finanza del
gruppo. Ha insegnato Scienza della
finanza ed esercitato come commercialista.
Cappello M. Elena , 39 anni
Dal 2007 responsabile mondiale
del marketing di prodotti e servizi e
dell'Industry marketing in Nokia
Siemens Network. In precedenza senior vp Sales di Pirelli Broadband
Solutions e a capo dei servizi professionali di Compaq Emea.
Carli M. Francesca , 43 anni
Managing director, European financial sponsors group di JP Morgan dal 2007, responsabile coverage
clienti area infrastrutture. Inizio in
Akros, passa in Goldman Sachs a
Londra; è a New York dal 2000 sulla
clientela globale Financial Institutions.
Caverni Mara , 45 anni
Partner di Pricewaterhouse Coopers Transaction Services dal 1999,
dove segue i maggiori fondi di private equity in Italia e all'estero e le più
importanti operazioni di privatizzazione. È in PwC dal 1988, con esperienze a livello internazionale.
Cioli Laura , 44 anni
Direttore retail market di Eni divisione Gas & Power dal 2006. Nel
1991 entra in Bain diventando partner dell'area manufacturing; in Vodafone nel 1999, arriva a ricoprire la
carica di direttore divisione business.
Compagno Cristiana , 50 anni
Ordinario di strategie d'impresa
a Udine. Vicepreside della Facoltà
di Economia e delegato per innovazione tecnologica. Responsabile di
numerosi progetti di ricerca sui temi della gestione strategica dell'innovazione e dei processi evolutivi e
di ricambio generazionale delle
Pmi.
Covini Clara , 44 anni
Direttore Business Unit Pmi di
Sap Italia dal 2006. Ricopre incarichi di responsabilità crescente nell'
area marketing di società tecnologiche per entrare nel 1994 in Oracle e
diventare vice president marketing
Sud Europa dal 2002, e poi vice president divisione Pmi.
D'Alberti Silvia , 47 anni
Partner dello studio Allen & Overy dal 2000, responsabile del team
italiano di diritto antitrust. Ha notevole esperienza in materia di pratiche restrittive della concorrenza,
cartelli e abuso di posizione dominante. Già funzionario dell'Antitrust.
D'Arpizio Claudia , 42 anni
Partner di Bain, specializzata sui
beni di lusso. Inizia in Saatchi & Saatchi e Ernst&Young; entrata in Bain
nel 1995, ha costruito la propria
expertise nell'area Luxury, diventandone un punto di riferimento a livello internazionale.
Del Bue Marina , 51 anni
Direttore generale di Molmed dal
2000, società neoquotata. Inizia
presso l'Istituto superiore di sanità,
passando poi in Eniricerche, Masbiotec e Tecnogen; dal 1990 è in
Menarini, con responsabilità manageriali delle aree Ricerca e biotecnologia.
Di Carlo Francesca , 45 anni
Direttore internal audit di Enel
dal dicembre 2007. Inizia in Ubs
Warburg nel corporate finance, a
New York e poi in Italia; nel 1993 entra nella futura Telecom Italia dove
arriva alla responsabilità sull'area
M&A.
Dossena Giovanna , 48 anni
Ordinario di Economia e gestione delle Imprese a Bergamo; direttore del Centro di Ricerca E-Lab della
stessa università. Consigliere Ned
in Brembo Spa. Ha co-fondato nel
1998 la società di consulenza AVM
& Partners Value Management.
M. Licia Ferrarini, 46 anni
Amministratore delegato del
gruppo alimentare di famiglia Ferrarini-Vismara, per il quale ha la delega per l’amministrazione finanza e
controllo.
Fornasari Chiara , 56 anni
Partner di Prometeia e vice presidente di Prometeia Advisor Sim. Ha
implementato l'attività di analisi
congiunturale dei mercati monetari
e finanziari, e coordina la ricerca sugli intermediari finanziari. Membro
del comitato scientifico della Associazione italiana private Banking.
Gallo Giorgina , 48 anni
Presidente e amministratore delegato di l'Oreal Italia dal febbraio
2008. Da 26 anni nel gruppo, ha ricoperto diverse posizioni manageriali,
fino a diventare nel 2001 Amministratore Delegato Saipo.
Gatti Anna , 36 anni
Partner di MyQube, società internazionale di venture capital e advisory. È stata senior economist e advisor all'Organizzazione mondiale
della Sanità. Numerosi incarichi
presso Università americane e organizzazioni internazionali.
Gavirati Alessandra , 38 anni
Partner in BS private equity dal
2002. In Sopaf fino al 2000, passa in
BS occupandosi di importanti operazioni di acquisizione di medie imprese italiane nel settore manufatturiero. È nel cda di Radici Film, Arena e Eagle Pictures.
Gilli Linda , 55 anni
Presidente e azionista di Inaz.
Nel 2007 riceve il doppio riconoscimento di cavaliere del lavoro e imprenditrice dell'anno. È consigliere
Più donne in cda, migliori performance
Così la presenza femminile fa crescere gli indici di redditività
CO R RIER EC ON OM I A
11%
LUNEDÌ 31 MARZO 2008
le top manager
donne sposate
e con figli
5
53%
i top manager
uomini sposati
e con figli
15%
le donne ad alto
potenziale che
aspirano a posti top
Donne ed establishment
In copertina
Lo scenario internazionale
Confronti Riequilibrio parziale (ma migliore dell’Italia). La leader degli industriali figura simbolo
5 Graziella Vigo
Una Parisot non fa l’égalité
In Francia solo il 16% di donne tra i dirigenti. Il caso Gallo all’Oréal
I
n Francia «l'égalité» è
principio scritto nel marmo della storia. Ma anche in un Paese culturalmente avanzato come
questo, eguaglianza non fa rima con parità, soprattutto
quando si parla di carriere, salari e pari opportunità. Le statistiche dicono che la condizione della donna lavoratrice e migliore che in Italia, ma non di
molto. Il 30% lavora a tempo
parziale, contro il 6% degli uomini. Il tasso di occupazione
femminile sale al 57% nel settore pubblico, con punte del 65%
nell'istruzione e negli affari sociali, ma soltanto il 16% ha un
ruolo dirigenziale. Un dato ana-
logo si registra nel privato: un
quarto dei quadri sono donne.
Per quanto riguarda i salari, nonostante indici di miglioramento, le donne guadagnano meno degli uomini a parità di prestazione. Tra i quadri, la metà
degli uomini ha superato nel
2007 i 48 mila euro annui di stipendio, mentre la metà delle
donne non arrivano a superare
i 38.400 euro.
La situazione non migliora
nemmeno ai più alti livelli. Se
si prende in esame il «Cac 40»,
ovvero i maggiori gruppi quotati alla Borsa di Parigi, si vede
che la media delle donne dirigenti è del 7,6%, mentre gli stipendi sono mediamente inferiori del 20%. Addirittura, nella
metà dei grandi gruppi non figurano donne nei consigli di
amministrazione, nonostante
che più della metà delle società del «Cac 40» abbia sottoscritto un accordo per l' «égalitè»
professionale. A livello politico, si registra un ricorso a provvedimenti di legge per garantire eguali diritti e rendere punibili ogni forma di discriminazione: l'ultima è del 2001. Ma
gli impegni rimangono sulla
carta. Nelle grandi imprese, in
Francia come in Italia, ci sono
tuttavia significative eccezioni,
come gli imperi della cosmetica (L'Oreal) e della moda
(Lvmh) dove le donne sono
maggioranza tra i manager. Rispettivamente, il 54 e il 57% dei
quadri.
E in Francia, come in Italia,
si dà molta importanza al valore dei simboli. Due donne, Laurence Parisot e più recentemente Emma Marcegaglia sono al-
la testa delle rispettive associazioni degli industriali.
«E' un punto di svolta fondamentale. Sia perché i simboli
aiutano, sia per il valore delle
persone», dice Giorgina Gallo,
dal gennaio scorso presidente
e amministratore delegato di
L'Oréal Italia, un incarico ad alto livello, ottenuto a soli 47 anni, ed eccezionale rispetto alla
condizione delle donne manager in Italia. Come in Francia,
in Italia non si va oltre l'8% di
dirigenti femmine ad alto livello e nemmeno in Italia vale il
concetto delle pari opportunità collegate al salario e al talento.
«L'Oreal — dice Giorgina
Gallo — è una delle poche
aziende che segue criteri diversi. In Italia sono donne il 55%
dei dipendenti, il 42% dei qua-
Modelli A sinistra
Laurence Parisot
è a capo
dell’associazione
industriali di Francia.
Sopra Giorgina
Gallo, presidente
e ad di L’Oréal
Eyedea/ Contrasto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
A PARIGI
MASSIMO NAVA
dri e il 36% dei dirigenti superiori. E sui salari non esistono
discriminazioni». Inoltre L'Oreal ha fatto una politica d'investimento sulle donne, andando alla ricerca dei migliori talenti nel mondo e favorendone
la crescita con borse di studio.
La partnership con l'Unesco
permette infatti di scoprire e
aiutare ogni anno ricercatrici e
scienziate di altissimo profilo.
All'edizione 2008, tenutasi nelle scorse settimane a Parigi, è
Negli Stati Uniti
Ora Fiorina e le altre
puntano al governo
L’ex manager Hp in corsa con Mc Cain
I
n America le donne non so- ne aziende, forse non a caso
lo occupano i posti al verti- quelle dove il ceo è «in rosa»,
ce di alcune delle maggiori le donne rappresentano un
aziende, dalla Pepsi Cola alla terzo e oltre dei consiglieri
Xerox, ma da lì puntano an- d'amministrazione: sono il
che alla carriera politica ai 45,5% alla conglomerata Sara
massimi livelli. Meg Whit- Lee, guidata da Brenda Barman, 51 anni, ceo (ammini- nes, 53 anni; il 40% sia alla
stratore delegato) uscente di Avon, il leader delle vendite
eBay, la più grande casa dirette di prodotti di bellezza
d'aste online al mondo, è la il cui ceo è la quarantanovencondirettrice della campagna ne Andrea Jung sia alla Pepsi
elettorale del candidato Re- bottling, controllata dal gruppubblicano alla Casa Bianca po Pepsi dove il ceo è l'indiaJohn McCain con la prospetti- na Indra Nooyi, 52 anni; il
va di diventare come minimo 36,4% alla Xerox, la società fala prossima governatrice della mosa per le fotocopiatrici e
California. Mentre Carly Fiori- guidata da Anne Mulcahy, 55
na, 53 anni, ex ceo del colosso anni; e il 31,3% alla Well
d e i c o m p u t e r H e w - Point, la più grande compalett-Packard, tesoriere della gnia assicurativa americana
stessa campagna, se vince Mc- specializzata nel business delCain potrebbe diventare mini- la salute, che ha da poco nostro Usa del Commercio.
minato la quarantaseienne
Anche se la preAngela Braly come
senza femminile è
suo presidente e
aumentata numericeo.
camente di poco al
Fra le nuove matop delle società
nager che stanno
della lista «Fortune
scalando le gerar500» negli ultimi
chie aziendali, si secinque anni — dal
gnala ancora alla
15,7 al 16,4%, seXerox Ursula Burcondo uno studio Ritorni Carly Fiorina, ns, 49 anni, diventadella società di ri- ex ceo di Hp, colosso ta lo scorso aprile
cerca newyorkese d’informatica e Pc
presidente e chief
Catalyst — la novioperating officer,
tà importante è che
ovvero l'erede promanager come le cinquantenbabile della Mulcahy. Alla
ni Whitman e Fiorina contano multinazionale dei prodotti
dietro di sé una larga schiera p e r l a p u l i z i a e l ' i g i e n e
di executive emergenti, ha sot- Procter & Gamble, la probabitolineato il «Wall Street Jour- le futura ceo Susan Arnold, 54
nal» nella sua ultima inchie- anni, sta «allenando» nella
sta sulle «50 donne da tener sua squadra la quarantaseiend'occhio». Dall'altra parte la ne Melanie Healey, recentestessa Catalyst ha rilevato nel mente promossa a presidente
suo censimento 2007 sul peso di uno dei business più impordelle donne nei consigli d'am- tanti per il futuro del gruppo,
ministrazione che se la loro la salute. Susan Decker, 45 anquota è rimasta più o meno la ni, nell'ultimo anno è passata
stessa rispetto all'anno prima da chief financial officer a pre— il 14,8% di tutti i consiglieri sidente del portale Internet
contro il 14,6% del 2006 — è Yahoo! Nessun settore è al riperò aumentato il loro peso paro dall'ondata rosa: alla Genei comitati importanti per il neral electric è in ascesa Charbuon funzionamento della lene Begley, 41 anni, ceo di
corporate governante: sono in- GE enterprise solutions e alla
fatti arrivate al 15,1% dei com- Bank of America si distingue
ponenti dei comitati che con- Amy Woods Brinkley, 51 anni,
trollano le nomine dei mana- global risk executive.
ger e amministratori. In alcuMARIA TERESA COMETTO
Famosi nel mondo per la tecnologia.
Premiati per l’eccellente qualità dei servizi.
Eppure sappiamo che la vera emozione è volare.
Tutto per momenti come questo.
Giorno dopo giorno ti offriamo puntualità, collegamenti veloci,
massima affidabilità e un network in continua espansione. Che
il nostro impegno sia stato riconosciuto a livello internazionale,
è solo un dettaglio. Ciò che più conta, per noi, sei tu e il piacere
che provi volando. www.lufthansa.com
stata premiata fra le altre una
ricercatrice italiana, Federica
Migliardo dell'università di
Messina, segnalatasi per un importante lavoro sulle applicazioni mediche del trealosio, un
tipo di zucchero impiegabile
nella cura del diabete.
Torinese, studi classici, laurea all'università di amministrazione aziendale a Torino,
master alla Bocconi, Giorgina
Gallo ha fatto tutta la carriera
all'Oreal cominciando dai pri-
mi passi nel marketing.
«Le pari opportunità — avverte — non sono soltanto un
problema di leggi o di politiche
aziendali ma anche di crescita
sociale. Ho viaggiato molto e
credo di poter dire che l'Italia,
almeno rispetto alla Francia, è
più arretrata rispetto a politiche di sostegno della donna
che lavora. Penso, ad esempio,
agli asili, ai congedi di paternità, alle politiche per la famiglia. Una donna non deve essere costretta a rinunciare alla famiglia per fare carriera. Credo
che questi argomenti dovrebbero essere ai primi posti nell'
agenda del futuro governo.
Non è solo questione di parità
fra sessi, ma di crescita complessiva della società : culturale, familiare, demografica».
Giorgina Gallo ha fatto rinunce
importanti? «Ho fatto molti
sforzi, non rinunce, ma mi ritengo fortunata. Ci vuole grande equilibrio, un partner comprensivo, una buona organizzazione domestica. Aggiungerei
forza fisica e tenuta psicologica. Anche perché sul lavoro, le
donne devono ancora dimostrare qualche cosa di più».
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