ALLEGATO 1 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEGLI EPISODI DI
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ALLEGATO 1 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEGLI EPISODI DI
ALLEGATO 1 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEGLI EPISODI DI MALATTIE VEICOLATE DA ALIMENTI 1. PREMESSA 2. SCOPO 3. LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO LA FONTE DELLE NOTIZIE LE FASI DELL’INVESTIGAZIONE a) L’indagine epidemiologica b) Le indagini ambientali e sugli alimenti c) Le analisi di laboratorio COMUNICAZIONE E RITORNO DEI DATI 4. GLI STRUMENTI PER LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO 5. ALLEGATI 1.PREMESSA Le malattie a trasmissione alimentare (MTA) includono tutte le patologie dovute a consumo di acqua o alimenti contaminati da microrganismi patogeni, tossine o agenti chimici, nocivi di per sé. Le MTA rappresentano un problema rilevante in sanità pubblica: pur trattandosi nella maggior parte dei casi di patologie di lieve entità che non presentano sequele croniche, la loro importanza è legata all’elevata morbilità, al tasso di attacco e alla possibile gravità del quadro clinico in soggetti in età pediatrica, anziani o immunocompromessi. Inoltre è fondamentale osservare che la maggior parte di tali patologie e i costi ad esse associati sono prevenibili rispettando le corrette norme igieniche nelle varie fasi di produzione, conservazione, trasporto, distribuzione, commercio e somministrazione degli alimenti. Sulla base del periodo di incubazione si distinguono: patologie ad insorgenza acuta (mediana incubazione <72 ore dal consumo dell'alimento) definite anche tossinfezioni alimentari come ad esempio infezioni da Salmonella, Clostridium perfringens; patologie ad insorgenza non acuta (mediana incubazione > 72 h dal consumo dell'alimento), ad esempio poliomielite, trichinosi, brucellosi, febbre tifoide, epatite A, listeriosi. Qualora l’agente eziologico non fosse identificato, è possibile ipotizzare l’origine della tossinfezione sulla base della tempistica d’insorgenza dei sintomi: < 1 ora (probabile intossicazione chimica); 1-7 ore (probabile tossina di St. aureus o B. cereus); > 8 ore (altri agenti). Tabella 1. Caratteristiche dei principali patogeni responsabili di tossinfezioni alimentari Agenti eziologici Principali manifestazioni cliniche Diarrea, crampi addominali, raramente vomito Periodo di incubazione (range) 30 minuti - 6 ore (vomito) 6-15 ore (diarrea) Serbatoi di infezione Associazioni ed altri fattori Animali, uomo Vomito (enterotossina termostabile), diarrea (enterotossina termolabile) Vomito, crampi addominali, diarrea 1-6 ore (6-24 ore) Ambiente Diversi alimenti: latte, insalata, pollame e altre carni, cereali (in particolare riso sottoposto a processo di raffreddamento inadeguato) Diversi alimenti (riso, pasta, patate) tenuti a temperatura ambiente dopo la cottura 2-4 ore Clostridium perfringens Diarrea, crampi addominali 10-12ore (6-24 ore) Salmonella Diarrea (può essere ematica), dolore, febbre, vomito 12-36 ore (6-72 ore) Lesioni cutanee, portatori nasali Ambiente, animali, uomo Animali (d'allevamen to. selvatici, domestici), uomo Bacillus Cereus Staphylococcus aureus Numerose manipolazioni, inadeguata refrigerazione Inadeguata refrigerazione e/o riscaldamento di piatti contenenti carne Cross-contaminazione nella produzione e preparazione dei cibi, cottura inadeguata, uova Escherichia coli (enterotossigena ed enteropatogena ETEC, Virus (Norwalk, rotavirus, SVRS) Diarrea, dolore addominale 12-72 ore Uomo Diversi alimenti - cross contaminazione, acqua Vomito, diarrea, dolore addominale 12-48 ore Uomo Yersinia enterocolitica Diarrea (può essere ematica), dolore addominale, febbre 24-48ore (fino a 7 giorni) Campylobacter Diarrea (può essere ematica), dolore addominale, febbre 2-5 giorni (1-10 giorni) E. coli verocitotossigenica (VTEC) Listeria monocytogenes Diarrea, sindrome emolitìco-uremica, coliti emorragiche Febbre, setticemia e meningiti (in gravidanza, immunodepressi, anziani), diarrea 3-4 giorni (fino a 8 giorni) Animali (d'allevamen to, selvatici, domestici) Pollame, animali (d'allevamen to, selvatici, domestici), uccelli Ruminanti Altamente infettivi, trasmissione interumana, alimenti contaminati, acqua, molluschi) Maiale ed altre carni, crosscontaminazione, cottura inadeguata difficile da accertare in media 3 settimane (1-70 giorni), gastroenteriti 1-2 giorni Ambiente, animali, uomo Cross-contaminazione da pollame crudo, cottura inadeguata, latte crudo, acqua Carne cruda, alimenti contaminati con feci animali, acqua Prodotti caseari non pastorizzati, paté, cross contaminazioni (insalata). Si moltiplica anche con la refrigerazione Sulla base del meccanismo patogenetico possiamo invece distinguere: intossicazioni causate da ingestione di alimenti contenenti sostanze chimiche velenose o tossine prodotte da microrganismi (es. Staphylococcus aureus, Bacillus cereus); Infezioni causate da batteri che durante la loro crescita e colonizzazione del tratto intestinale elaborano enterotossine (es. Clostridium perfringens, Vibrio cholerae); Infezioni provocate dall’invasione e moltiplicazione dei microrganismi nella mucosa intestinale ed in altri tessuti (es. Salmonella, Campylobacter). L’episodio tossinfettivo si può manifestare come a) caso singolo/sporadico: un caso singolo di malattia non collegato ad altri casi e relativo al consumo di alimenti contaminati; b) focolaio epidemico: episodio in cui due o più individui presentano un quadro clinico simile conseguente al consumo dello stesso alimento proveniente dalla stessa fonte ed in cui l’evidenza epidemiologica suggerisce che l’alimento sia causa della malattia. II sospetto diagnostico di episodio epidemico deve inoltre essere correlato ad una valutazione della situazione epidemiologica generale di contesto, la quale può contribuire ad avvalorare o ad escludere l’ipotesi che il quadro clinico sia da ricondurre ad una tossinfezione. Obiettivi principali della gestione dei focolai epidemici di origine alimentare sono: A. Prevenire ulteriori casi (obiettivo di sanità pubblica) interrompendo la trasmissione dell'episodio in corso; individuando e controllando i fattori responsabili in analoghe situazioni; B. Acquisizione di nuove conoscenze scientifiche (ad es raccogliere informazioni sull'interazione ospite-agente-ambiente in relazione alle condizioni e ai fattori legati alle modalità di manipolazione e trasformazione delle sostanze alimentari). 2. SCOPO Le linee guida regionali per la prevenzione delle MTA e per la gestione dei focolai epidemici si pongono come scopo la stesura di una procedura che permetta: di adottare comportamenti il più possibile omogenei in tutte le ASL della Lombardia, permettendo ai servizi coinvolti di avere un protocollo operativo integrato; di svolgere, per ciascun episodio MTA segnalato, un'indagine epidemiologica che definisca l'entità numerica dell'evento epidemico e, per quanto possibile, individui l'agente eziologico, l'alimento e i fattori di rischio coinvolti nell'episodio. 3. LA GESTIONE DELL’EPISODIO DI MTA LA FONTE DELLE NOTIZIE Diverse sono le fonti da cui può giungere la notizia di un sospetto episodio tossinfettivo: a) notifica secondo il sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive (DGR 26 febbraio 2015 - n. X/3190 “Revisione ed aggiornamento degli interventi di sorveglianza, prevenzione, profilassi e controllo delle malattie infettive con ottimizzazione della lettura dei «Segnali» in vista di Expo 2015”). Per quanto riguarda le tossinfezioni alimentari, in seguito a notifica del medico, le Aziende Sanitarie Locali inseriscono nel sistema informativo MAINF le segnalazioni. MALATTIA INFETTIVA INFEZIONI, TOSSINFEZIONI, INTOSSICAZIONI ALIMENTARI SEGNALAZIONE/NOTIFICA/SISTEMA INFORMATIVO Le segnalazioni, di casi singoli o focolai, vanno inserite in MAINF, ove non sia stato individuato agente eziologico già ricompreso in altre patologie (salmonellosi, shigellosi, ecc.), compilando obbligatoriamente la scheda contagio. Regione provvede ad assolvere al debito informativo con il Ministero. L’inserimento in MAINF sostituisce tutte le rilevazioni inerenti focolai/episodi/casi di malattie a trasmissione alimentare - MTA - quindi ogni debito informativo è così assolto dall’ASL. Sono inserite anche le intossicazioni alimentari da agenti non infettivi (funghi, da istamina, pesticidi, metalli pesanti, ecc.) ACCERTAMENTI CON FINALITÀ PREVENTIVE E LABORATORI DI RIFERIMENTO In caso di focolai che coinvolgano più di due persone è necessaria l’effettuazione di analisi per l’individuazione dell’agente patogeno, ricercando almeno Bacillus cereus, Clostridium perfrigens, tossina stafilococcica, Yersinia enterocolitica presso Laboratori di PREVENZIONE/SANITA’PUBBLICA o Laboratori accreditati individuati dall’ASL. b) esposto di privato cittadino Qualsiasi cittadino può, in modo non anonimo, presentare comunicazioni ed esposti riguardo a presunti episodi di malattia trasmessa da alimenti. Il cittadino deve essere ascoltato e deve essere scritta una relazione di quanto segnalato e, se ritenuto opportuno, devono essere approntate le necessarie misure per l’avvio di un’indagine. Nel caso che il cittadino fornisca un campione dell’alimento sospetto si deve decidere se effettuare un’indagine di laboratorio il cui esito sarà comunicato a chi ha fatto il reclamo. c) allerta da parte delle Forze dell’Ordine Se gli episodi vengono segnalati primariamente alle Forze dell’Ordine (NAS, Polizia di Stato, Vigili Urbani) quest’ultime richiederanno l’intervento della ASL di competenza per la gestione dell’episodio. Generalmente queste richieste sono successive a episodi di grosse proporzioni o gravi ed in orari in cui può essere richiesto l’intervento degli operatori in pronta disponibilità. d) allerta da parte del Pronto Soccorso o Guardia Medica Si tratta di richieste di interventi di solito urgenti, frequentemente con attivazione della pronta disponibilità. Tipico è l’esempio della intossicazione da funghi per cui è richiesto l’intervento del micologo per il riconoscimento delle specie coinvolte. e) notizia da altra Azienda Sanitaria Locale In alcuni casi la notizia di un focolaio o caso singolo può pervenire da un’ altra ASL. LE FASI DELL’INVESTIGAZIONE Le fasi dell’investigazione sono state costruite a partire dai 10 passi fondamentali da seguire in caso di indagine su un focolaio epidemico indicati dall’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), dalla cui revisione sono emersi 3 momenti fondamentali, analizzati successivamente: l’indagine epidemiologica, le indagini ambientali e sugli alimenti e le analisi di laboratorio. La competenza dell'investigazione è in carico al Responsabile per gli episodi tossinfettivi e le MTA del Dipartimento di Prevenzione Medica, individuato dall’assetto organizzativo della singola ASL. ASL in cui è ubicato il luogo dove è stato consumato l’alimento sospetto (ASL FONTE) è quella responsabile della gestione dell’episodio. In particolare in casi che interessino collettività o che si configurino come focolai epidemici è fondamentale il diretto coinvolgimento di tutte le professionalità che partecipano all’investigazione, ovvero: a. b. c. d. e. f. g. medico igienista referente delle Malattie Infettive; medico igienista referente del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione; medico veterinario (Dipartimento di Prevenzione Veterinario); tecnico della prevenzione; assistente sanitaria; infermiera; i medici ospedalieri delle UO che seguono direttamente i casi ricoverati e le Direzioni Sanitarie coinvolte; h. Medici di assistenza primaria o pediatri di libera scelta i. i responsabili dei laboratori clinici; j. i responsabili del laboratorio di analisi degli alimenti; k. i responsabili delle strutture coinvolte. Ai fini di facilitare l’indagine epidemiologica, nel caso in cui siano presenti dei casi residenti al di fuori della ASL FONTE, dove il pasto sospetto è stato consumato, o qualora le indagini ambientali e sugli alimenti suggeriscano la possibilità di una contaminazione delle materie prime o la provenienza di un alimento da un altro territorio, è necessario il coinvolgimento della ASL di residenza o in cui siano stati preparati, processati o venduti gli alimenti sospettati. L’indagine epidemiologica rimane in carico alla ASL FONTE che, in accordo con l’ASL di residenza dei soggetti, potrà occuparsi anche delle inchieste dei residenti fuori dal proprio territorio. L’ASL FONTE può avvalersi della collaborazione delle altre ASL coinvolte e fornire alle stesse indicazioni sulla raccolta e l’analisi di campioni biologici in loco, in modo da facilitare gli utenti che non sono ricoverati che devono effettuare esami di conferma/approfondimento. a) L’indagine epidemiologica Identificazione dei casi e raccolta delle informazioni ad essi inerenti In genere l’identificazione dei casi inizia grazie alla segnalazione da parte del medico che pone il sospetto diagnostico di tossinfezione. Tuttavia, non tutti i soggetti che presentano sintomi si rivolgono ad un medico in seguito al manifestarsi della patologia, è quindi fondamentale ricercare attivamente tutti i soggetti che possono essere coinvolti nel focolaio epidemico (tutti gli esposti, sintomatici e non sintomatici), ad esempio attraverso l’intervista dei soggetti notificati, l’indagine nei luoghi dove è stato consumato il pasto sospetto o anche allertando i medici di medicina generale del territorio interessato. Una volta ricercati attivamente i soggetti sintomatici nell’episodio epidemico si procede a: 1. rilevare e acquisire eventuali indagini di laboratorio già effettuate o in corso; 2. raccogliere informazioni ed opinioni su quale è l'alimento sospettato quale causa o veicolo della tossinfezione ed in quale occasione è stato consumato; 3. scegliere, come Caso Indice, il primo caso notificato ovvero uno dei primi casi tra quelli segnalati assieme. In caso di segnalazione informale, scegliere comunque un caso indice tra i sintomatici, possibilmente dopo aver contattato il medico che possa dare informazioni aggiuntive; 4. raccogliere l'anamnesi del caso indice e dei primi casi francamente sintomatici utilizzando le schede anamnestiche predisposte (Allegato 1) che permettano di ottenere le seguenti informazioni: a. generalità e recapito del medico notificatore; b. generalità e recapito dei soggetti sintomatici; c. sintomi riscontrati, data e ora di inizio dei sintomi ed eventuali fattori di rischio; d. eventuale ricovero; e. alimento e/o pasto sospetto, luogo e data del consumo; f. nominativo degli altri soggetti che hanno assunto un alimento/pasto comune indipendentemente dal fatto che lamentino sintomi; g. composizione del menù consumato. 5. contattare il laboratorio o i laboratori in cui eventualmente già si trovano i campioni biologici (anche nel caso di laboratori privati) per acquisire l'esito delle analisi cliniche e per assicurarsi che conservino l'agente patogeno eventualmente isolato, in modo da poter effettuare successivi accertamenti; 6. intervistare chi ha preparato il pasto o ne ha avuto la responsabilità gestionale («referente del pasto») per ottenere la lista degli alimenti serviti e l'elenco delle persone che hanno preparato il pasto; 7. contattare il referente più attendibile per ottenere la lista completa dei partecipanti al pasto (sintomatici e non sintomatici). Le segnalazione pervenute sono da inserire nel sistema informativo regionale MAINF secondo le indicazioni contenute nel ’Manuale di rilevazioni epidemiologiche e operativo’. Analisi dei dati (Allegato 3) La raccolta dei dati iniziale fa parte dell’epidemiologia descrittiva e comprende alcuni passaggi chiave: 1. La descrizione dei sintomi riportati dai casi intervistati in ordine di frequenza; 2. La costruzione di una curva epidemica, un istogramma che rappresenta la distribuzione nel tempo dall’inizio dei primi sintomi di tutti i casi associati con l’episodio di malattia. N° DI CASI UNITA’ DI TEMPO L’unità di tempo usata nella costruzione del grafico (ore, giorni, settimane) dipende dal periodo coperto dall’episodio, variabile a seconda della malattia e della modalità di trasmissione. L’analisi della curva consente di avanzare delle ipotesi sul tempo di esposizione, il periodo di incubazione, l’agente eziologico e la fonte dell’infezione/via di trasmissione. La curva epidemica serve infatti a stabilire se l’episodio è provocato da un veicolo comune, quale un cibo, oppure dal contagio interpersonale fra individui malati e sani. La curva epidemica di un episodio originato da un fonte comune è caratterizzata da una brusca salita, a picco: la discesa solitamente è meno ripida della salita. La curva si estende per una durata approssimativamente uguale al periodo di incubazione della malattia. La curva epidemica di un episodio originato dalla propagazione della malattia da una persona all’altra è caratterizzata, invece, da una salita progressiva, relativamente lenta. La curva si prolunga per un periodo equivalente alla durata di diversi periodi di incubazione. 3. Descrivere la distribuzione territoriale dei casi; 4. Calcolare il tasso di attacco per specifico alimento (soggetti esposti) al fine di identificare l’alimento potenzialmente responsabile, utilizzando la seguente formula: numero di malati tra le persone che hanno mangiato l’alimento X numero delle persone che hanno mangiato l’alimento X 5. Calcolare il tasso di attacco per chi non ha consumato quello specifico alimento (soggetti non esposti): numero di malati tra le persone che non hanno mangiato l’alimento X numero di persone che non hanno mangiato l’alimento X Il rapporto tra i due tassi fornisce una stima del rischio relativo mentre la differenza tra i due rappresenta il rischio attribuibile. Definizione di caso Il caso viene definito sulla base del quadro clinico, del tempo e luogo di esposizione e dell’agente patogeno eventualmente identificato. Si distinguono caso confermato e caso probabile e si enumerano, anche sulla base dei dati utilizzati nell’analisi statistica, i casi e gli esposti. Sviluppo di un’ipotesi Gli studi epidemiologici di tipo analitico confrontando i soggetti malati con quelli sani permettono di quantificare la relazione tra esposizione ad uno specifico alimento e tossinfezione. Dopo la compilazione della tabella del tasso d’attacco specifico per alimento, si determina il rischio relativo come entità del rischio di ammalarsi consumando un determinato alimento, come nell’esempio successivo (Tabella XY). Tabella 1. Tasso d'attacco specifico dell'alimento Definizione di caso: diarrea o vomito o febbre Luogo in cui è avvenuto l'episodio Alimento Data segnalazione data e oraN° Sospette del pasto tossinfezioni alimentari VENERDI SERA E SABATO SERA Numero persone che hanno Numero persone che no nDifferenze Rischio consumato l'alimento indagato hanno consumato l'aliment otra Tassi Relativo indagato Malati Sani Totale PASTA AL POMODORO RISOTTO ALLA MILANESE 8 20 4 4 12 24 TORTELLINI IN BRODO 4 0 4 LASAGNE 4 0 PASTA AL TONNO 8 POLLO Total Tasso attacco Malati Sani e 67% 83% Tasso attacco RA RR Significato P< 80 68 16 16 96 84 83% 81% -17% 2% 0,80 1,03 1,93 1,03 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35 8 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35 TAGLI ATA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 SCALOPPINE 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 BRACIOLA AI FERRI 12 0 12 100% 76 20 96 79% 21% 1,26 0,17 ROAST BEEF 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 PLATESSA 8 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35 ZUCCHINE 24 0 24 100% 64 20 84 76% 24% 1,31 0,02 INSALATA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 PEPERONI 28 0 28 100% 60 20 80 75% 25% 1,33 0,01 COSTE LESSATE 40 0 40 100% 48 20 68 71% 29% 1,42 0,00 BRESAOLA 8 4 12 67% 80 16 96 83% -17% 0,80 1,93 FORMAGGI VARI 8 4 12 67% 80 16 96 83% -17% 0,80 1,93 TIRAMISU 12 0 12 100% 76 20 96 79% 21% 1,26 0,17 TORTA MENEGHINA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75 Tra gli alimenti considerati, quelli con maggiore probabilità di essere responsabili della tossinfezione saranno quelli che presentano un alto tasso d’attacco tra gli esposti e valori più elevati di rischio relativo e rischio attribuibile. E’ così possibile formulare delle ipotesi, che necessitano di essere confermate con un test di significatività statistica, ovvero un test del chiquadrato, e corroborate dagli studi successivi su alimenti e ambiente. b) Le indagini ambientali e sugli alimenti e il sopralluogo In parallelo all’indagine epidemiologica va condotta un’indagine ambientale, attraverso questionari mirati alle persone coinvolte e mediante sopralluoghi sul luogo della presunta contaminazione. Se nel corso dell’inchiesta epidemiologica emerge il coinvolgimento di esercizi pubblici o collettività in cui sono stati preparati, somministrati e/o venduti gli alimenti, viene disposta l’effettuazione di un sopralluogo di vigilanza che prevede la raccolta di campioni su alimenti e ambienti eventualmente contaminati. Se disponibile, è opportuno acquisire campioni anche in ambito domestico ai soli fini di completezza dell’indagine epidemiologica. In particolare, è fortemente raccomandato procedere tempestivamente al sopralluogo in caso di eventi rilevanti, definiti nel caso riportato a titolo esemplificativo nella tabella seguente come peso pari o superiore a 50, quale somma dei pesi dei diversi indicatori. Tabella 1. Indicatori finalizzati all’attuazione degli interventi INDICATORE Gravità Sintomatologia clinica Dimensione Luogo UNITA’ DI MISURA Morte Ricovero ospedaliero Sintomi neurologici Febbre e/o diarrea Vomito >10 casi Da 2 a 10 casi 2 casi Ospedale Ristorazione collettiva Ristorazione pubblica Famiglia PESO >50 50 50 30 20 30 20 5 30 20 10 5 Le finalità delle indagini ambientali e sugli alimenti sono: 1. individuare il luogo in cui l’alimento è stato contaminato ed effettuare una precisa tracciabilità dello stesso; 2. individuare le procedure che possano aver dato luogo o favorito la contaminazione (fattori contribuenti) tramite controlli da parte dei Servizi competenti sugli ambienti in cui sono stati preparati gli alimenti; 3. campionare, se possibile, tutti gli avanzi e le materie prime del pasto sospettato; laddove non fossero più disponibili avanzi dei pasti consumati, campionare alimenti preparati con gli stessi ingredienti e preparati con modalità analoghe a quelle utilizzate per i pasti sospettati. Potranno altresì essere effettuati campioni ambientali sulle superfici o nei punti a rischio individuati; 4. attivare l'allerta alimentare attraverso il sistema regionale; 5. sottoporre a sequestro cautelativo tutto il materiale alimentare sospetto, ove ritenuto opportuno, nel caso di episodi verificatisi in esercizi del circuito distributivo- commerciale o della ristorazione pubblica o collettiva; 6. verificare il rispetto, da parte dell’Operatore del Settore Alimentare, della normativa del “pacchetto igiene” (reg. 852/04/CE, reg. 853/04/CE); 7. espletare ulteriori controlli anche mediante coinvolgimento di altre ASL nel caso in cui l'analisi del prodotti o dei cicli produttivi abbia evidenziato la possibilità di una contaminazione a monte del luogo esaminato, cioè delle materie prime e dei prodotti semilavorati (ad esempio la presenza contemporanea di più focolai dovuti ad uno stesso patogeno in luoghi diversi); 8. identificare ed implementare interventi correttivi. L’alimento sospetto deve essere indagato in tutte le fasi del processo produttivo (ingredienti e loro origine, componenti crudi, personale che lo ha manipolato, procedure ed attrezzature utilizzate, condizioni di conservazione, preparazione, cottura e riscaldamento) e descritto in maniera esaustiva. Va valutata la possibilità che tutti gli operatori coinvolti nella produzione, preparazione e manipolazione dell’alimento sospetto debbano essere intervistati e/o sottoposti a specifiche analisi per individuare eventuali soggetti malati o portatori. Oltre alla richiesta di conservare eventuali patogeni isolati, rimane fondamentale la comunicazione al laboratorio dei dati relativi all’episodio di MTA e alle ipotesi sugli agenti patogeni sospettati. c) Le analisi di laboratorio Le indagini di laboratorio hanno un ruolo cruciale nell’indagine epidemiologica in quanto mirano a: 1. identificare l’agente patogeno responsabile della tossinfezione attraverso l’isolamento dai campioni clinici; 2. determinare un rapporto causa-effetto tra l’alimento sospetto e la sintomatologia manifestata (talvolta anche attraverso indagini molecolari sui patogeni isolati dall’uomo e dall’alimento). È evidente l’importanza di raccogliere campioni clinici (test sierologici, feci, tamponi, ecc.) nel più breve tempo possibile, nei soggetti che vengono identificati sia come casi ma anche come esposti. Per favorire l’analisi dei campioni raccolti è sufficiente seguire poche indicazioni: 1. raccogliere campioni fecali in quegli individui che manifestano o hanno manifestato disturbi gastroenterici; 2. inviare al laboratorio i campioni corredati da apposito modulo di accompagnamento, dove sia specificata la finalità di sanità pubblica ai fini della rendicontazione (Allegato 2); 3. raccogliere campioni per analisi di laboratorio anche quando i sintomi sono cessati in quanto molte malattie a trasmissione alimentare possono essere caratterizzate da agenti patogeni presenti ad esempio in feci normali anche dopo la cessazione dei sintomi; 4. trasmettere al laboratorio i patogeni da ricercare sulla base delle informazioni anamnestiche raccolte (quadro clinico, alimento sospetto e in particolare il tempo di insorgenza) in modo da effettuare le opportune indagini; 5. chiedere al laboratorio di conservare i ceppi isolati da casi o esposti per poter determinare successivamente una correlazione di tipo epidemiologico o molecolare con i microrganismi isolati dagli alimenti, dalle materie prime o dagli allevamenti. Oltre ad esaminare i campioni dei casi e degli esposti, bisogna valutare l’opportunità di analizzare anche i campioni degli operatori alimentari che possono rappresentare potenziali portatori o fonti di contaminazione. Campioni di alimenti Sulla base dell’indagine epidemiologica e ambientale, devono essere campionati tempestivamente tutti gli alimenti, i semi-lavorati e le materie prime sospetti in base ai primi risultati emersi dall’indagine epidemiologica e presenti nel luogo in cui si è verificato l’episodio. Gli alimenti che è utile analizzare comprendono: 1. gli ingredienti usati per preparare gli alimenti sospetti; 2. gli alimenti avanzati dal/dai pasti sospetti o da pasti successivi cucinati con stessi ingredienti e modalità del pasto sospetto; 3. gli alimenti noti per essere associati al patogeno in questione; 4. Se non disponibili gli alimenti del pasto si possono campionare alimenti con analoghe modalità/iter produttivo e/o con gli stessi ingredienti. Nel caso di alimenti campionati presenti sul mercato per cui sia fortemente sospettata una contaminazione al momento della produzione, viene attuata la procedura di notifica ai sensi del sistema RASFF (sistema di allerta rapida per alimenti). Campioni ambientali Per determinare se l’ambiente è stato contaminato dall’alimento o viceversa quindi ricostruire la storia della contaminazione dell’alimento analizzare: 1. l’ambiente in cui l’alimento è stato processato; 2. modalità di processazione dell’alimento. Tamponi ambientali possono essere effettuati sulle superfici di lavoro e in generale su tutte le superfici a contatto con gli alimenti sospetti tenendo presente che tali superfici possono essere state contaminate da alimenti diversi da quelli sospetti (ad esempio la carne cruda può contaminare con patogeni che potrebbero determinare intossicazioni se ingeriti con alimenti non cotti). COMUNICAZIONE E RITORNO DEI DATI Una comunicazione efficace tra i vari attori coinvolti è un aspetto cruciale della corretta gestione dell’episodio in quanto facilita l’indagine epidemiologica. In parallelo al flusso informativo legato alla notifica obbligatoria, si deve sviluppare una comunicazione circolare basata su continui feed-back che persegua l’obiettivo di identificare l’alimento sospetto in tempi brevi mediante lo scambio e la condivisione di informazioni chiare e tempestive. Di fondamentale importanza risulta il raccordo da parte della ASL FONTE con i laboratori incaricati delle analisi, i medici operanti nel territorio e le altre ASL eventualmente coinvolte. Inoltre l’ASL Fonte è tenuta a notiziare la Direzione Generale Salute di Regione Lombardia In particolare nei casi che interessino collettività o che si configurino come focolai epidemici rilevanti per dimensioni o gravità clinica. Conclusa l’indagine epidemiologica si deve provvedere ad una revisione al fine di verificare che siano state compiute correttamente tutte le indagini necessarie, identificate le misure di controllo da implementare e pianificare le azioni di comunicazione. Deve seguire una relazione finale sull’episodio di MTA che includa il report dell’investigazione, la valutazione della sua efficacia, appropriatezza e tempestività, la descrizione delle misure di controllo prese e le raccomandazioni sulle azioni future da implementare. In caso di episodio rilevante (come ad esempio nel caso della tabella precedente quello con somma degli indicatori pari o superiore a 50), la comunicazioni ad altri enti è a discrezione della ASL FONTE in raccordo con la Direzione Generale Salute di Regione Lombardia. 4 GLI STRUMENTI PER LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO Per assicurare una gestione uniforme e condivisa dei casi di tossinfezione è utile disporre di strumenti di lavoro uniformi: moduli per la raccolta dei dati iniziali e l’acquisizione dei campioni biologici, questionari per l’intervista dei casi e dei soggetti esposti, strumenti di supporto tecnicoscientifico Moduli per la raccolta dei dati iniziali Si tratta di una modulistica da utilizzare per ricercare le prime informazioni sulla sospetta tossinfezione a seconda della provenienza della segnalazione (si veda all.to1) ; Se la segnalazione proviene da un privato cittadino sarà opportuno richiedere: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. nome, cognome ,indirizzo , numero di telefono dell’esponente; sintomi accusati; data, ora di insorgenza sintomi; alimenti sospetti consumati allo scopo di individuare la provenienza del patogeno che ha generato l’episodio tenendo presente sempre il tipo di sintomi, la frequenza e il periodo di comparsa dopo il/i pasti sospetti; luogo di consumo / acquisto dell’alimento sospetto, indirizzo e numero civico e se possibile, per prodotti confezionati, denominazione prodotto, etichettatura, lotto, data scadenza/TMC; nome, cognome, indirizzo, telefono di altre eventuali persone sintomatiche e asintomatiche esposte al rischio ,avendo consumato gli alimenti sospetti; cognome e nome dei soggetti eventualmente ricoverati, e sede del ricovero; A titolo esemplificativo è disponibile la scheda di inchiesta epidemiologica (Allegato 1). Se la segnalazione proviene da un sanitario o da una struttura sanitaria: 1. stesse informazioni richieste come per l’esposto del privato cittadino; 2. orientamento diagnostico presuntivo; 3. indagini di laboratorio in corso ed eventuali esiti. Se la segnalazione proviene da una comunità (scuola, azienda, ecc.): 1. stesse informazioni richieste come per l’esposto del privato cittadino; 2. numero assenti; 3. numero assenti per cause note (specificare); 4. nome, cognome, telefono degli assenti; 5. data dell’inizio delle assenze. Questionari per l’intervista dei casi e dei soggetti esposti Una volta acquisiti i recapiti dei soggetti coinvolti nel focolaio epidemico, si procede a intervistarli richiedendo le informazioni contenute nella scheda di inchiesta epidemiologica (Allegato 1) Modelli di accompagnamento dei campioni biologici Nella gestione dell’episodio infettivo è prevista la raccolta e l’invio dei campioni biologici della maggior parte delle persone esposte al rischio e degli addetti alla preparazione e manipolazione degli alimenti. Come già sottolineato è importante accompagnare l’invio dei campioni con modelli che riportino notizie anamnestiche, modalità di conservazione del campione ed eventuali terapie antibiotiche (Allegato 2). Strumenti di supporto tecnico-scientitico Per agevolare il processo di analisi dei dati raccolti è suggerito l'utilizzo di strumenti quali il tasso di attacco e la curva epidemiologica, di cui sono disponibili schede informative e fogli di calcolo (Allegato 3). ALLEGATO 1 Pagina 1 di 4 SCHEDA DI INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE DATA /__/ Diffusione il 06/03/2015 ORA di compilazione scheda *Cognome * Nome *Data e luogo di nascita / / *Indirizzo Occupazione Telefono *Sesso: □ M F □ *Codice Fiscale DATI CLINICI *Data inizio primi sintomi / / *ora di esordio (cerchiare l’ora più vicina. Per l’esordio dopo le 24 1 2 9 17 controllare attentamente la data) 3 4 5 6 7 8 10 11 12 13 14 15 16 18 19 20 21 22 23 24 SINTOMATOLOGIA: □ febbre □ nausea □ vomito □ diarrea data e ora insorgenza data e ora insorgenza data e ora insorgenza temp.massima C°_ episodi vomito a getto: sì □ no □ data e ora insorgenza ora insorgenza scariche: □ dolori addominali □ cefalea □ altri sintomi: 1-2 □ 3-5 □ oltre 6 □ data e ora insorgenza data e ora insorgenza data e data e data e data e ora insorgenza □ segni neurologici: Comune di insorgenza dei sintomi SINTOMATOLOGIA: in corso terminata Cure mediche domiciliari: sì □ no □ ora ora ora insorgenza insorgenza insorgenza sì □ no □ se si quando? Accesso PS. sì □ no □ Ricovero: sì □ no □ Luogo di Accesso/ ricovero: EVENTUALE TERAPIA/FARMACI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ANTIBIOTICI : Accertamenti effettuati: Esiti: Ter ap ia in cor s o pr Viaggi nei 3 mesi precedenti: Normalmente che acqua consuma: ima sì d □ ell’es or no □ di o d ei s in tomi : se sì indicare la località_ Pagina 2 di 4 Modulo di registrazione SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE Data di diffusione 06/03/2015 Nei giorni precedenti la malattia ha consumato o acquistato pasti pronti in esercizi commerciali? (investigare i giorni prima dell’esordio a seconda del sospetto patogeno; se non si ha chiaro almeno il patogeno sospetto investigare fino ad una settimana prima o almeno 72 ore prima dell’inizio dei sintomi) BARRARE LA VOCE E SPECIFICARE INDIRIZZO Ristorante Fast food Bar Gastronomia Piatti pronti di supermercato Gelateria Chioschi Ambulanti Stand in manifestazioni Centri sportivi Happy Hours Stazione di servizio/Autogrill Negozi alimentari Ha pa r tecipa t o ad un e v ento di gr up po nella s etti man a pr eced ente all ’iniz io dell a s in to mat ologia ? (es. ricevimento di nozze,feste, eventi scolastici, cene domestiche con amici e parenti, banchetti di lavoro, party, sa g r e, fi er e… .) Durante i giorni precedenti l’esordio della sintomatologia ha avuto contatti con animali domestici? sì □ no □ Dove_ Descrizione dei luoghi e alimenti consumati da Giorno dell’esordio dei sintomi a prima dell’esordio dei sintomi DATA Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore Dove Dove Dove Dove ALI ME NTI CONSUMATI Giorno precedente DATA Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore Dove Dove Dove Dove ALI MENTI CONSUMATI 2 Pagina 3 di 4 Modulo di registrazione SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE Giorni precedenti Data di diffusione 06/03/2015 DATA Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore Dove Dove Dove Dove ALI ME NTI CONSUMATI Giorni precedenti DATA Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore Dove Dove Dove Dove ALI ME NTI CONSUMATI Specificare se possibile, dove sono stati acquistati gli alimenti consumati In caso di altri commensali conviventi ch e s ono st at i coin volti n ell’epi s odi o , ANCHE SE produrre un a br eve rela zi one ch e de ve es s er e r ia s s un tiva dell’ epis odio e riportare i dati anagrafici degli stessi. ASINTOMATICI, 3 Pagina 4 di 4 Modulo di registrazione SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE Data di diffusione 06/03/2015 Eventuali note MAINF SÌ NO n. del Firma Operatore_ 4 ALLEGATO 2 Pagina 1 di 2 RICHIESTA ESAMI PER INDAGINI DI MICROBIOLOGIA CLINICA TIPO DI CAMPIONE ANAMNESI DEL PAZIENTE Feci o formate o molli o liquide Vetrino per scotch-test Tampone oro-faringeo Cognome e nome/codice Data di nascita Diffusione il 06/03/2015 Sesso M F Nazionalità Portatore Malato Asintomatico Cluster Sospetta MTA Note RICHIEDENTE Struttura Data prelievo Medico Telefono TIPO DI ANALISI Feci Metodo colturale Salmonella* Shigella* Conta di bacillus Cereus* Metodo PCR Vibrio spp.* Clostridium difficile tossina B * Salmonella spp. Shigella spp.* Campylobacter spp.* Campylobacter spp* Yersinia enterocolitica* Escherichia coli O157* Vibrio parahaemolyticus* Vibrio cholerae* Clostridium perfringens tossina * Yersinia enterocolitica* Aeromonas spp. * Escherichia coli O157* Escherichia coli produttori di tossina (VTEC) * Astrovirus* Rotavirus gruppo A* Adenovirus enterico* Norovirus G-I G-II* Agglutinazione al lattice Tossina Clostridium perfringens * Esame microscopico Parassiti intestinali (elminti e protozoi) * Uova di Ossiuri (scotch-test) Tampone oro-faringeo Esame colturale Agglutinazione al lattice Stafilococco aureo Enterotossine A, B,C,D stafilococciche ALLEGATO 2 Pagina 2 di 2 RICHIESTA ESAMI PER INDAGINI DI MICROBIOLOGIA CLINICA Diffusione il 06/03/2015 INFORMAZIONI CLINICHE Sintomi diarrea nausea vomito dolore crampiforme diffuso gonfiore flatulenza febbre disidratazione ulcerazione con presenza di muco ulcerazione con presenza di sangue Terapia antibiotica No Sì Sospesa da Positività pregressa No Sì Istruzioni per la compilazione del modulo: Compilare e consegnare un modulo di richiesta per ogni tipo di campione inviato Si raccomanda, ai sensi del D.Lgs. 196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali" che, nel caso in cui il campione venga identificato con il nome del paziente e non con un codice, il campione contenuto in un recipiente primario per il trasporto, deve essere inserito in un contenitore secondario cieco, sigillato e con la scritta "contiene dati sensibili" In caso di MTA fornire i dati epidemiologici *Indicare nel modulo il tipo di contenitore in cui conservare il campione (con o senza terreno di trasporto, con fissativo ecologico, ecc.) indicato dal laboratorio di competenza ALLEGATO 3 GLI STUDI ANALITICI IN UNA MALATTIA TRASMESSA DA ALIMENTI 1) Descrivere la frequenza dei sintomi: La percentuale di casi con particolari sintomi deve essere calcolata e ordinata in una tabella secondo un ordine decrescente Numero di casi 296 N = 296 Sintomi Diarrea Crampi Febbre Nausea Cefalea Dolori muscolari Vomito N° di casi 260 122 116 105 68 56 42 % 88 41 39 35 23 19 14 Organizzare le informazioni secondo questo criterio può aiutare a capire per esempio se l’episodio è stato generato da un’intossicazione, un’infezione enterica o una patologia generalizzata. Per esempio: • se il sintomo predominate è il vomito senza febbre ed il periodo di incubazione è inferiore alle 8 ore si può pensare ad una intossicazione da, per esempio, Staphylococcus aureus, Clostridium perfringens o Bacillus cereus; • presenza di febbre in assenza di vomito e un periodo di incubazione maggiore potrebbero indicare un’infezione gastroenterica da Salmonella, Shigella, Campylobacter o Yersinia. 2) Costruire una curva epidemica L’andamento temporale di un focolaio viene normalmente visualizzato attraverso un istogramma che riporta in ordinate il numero di casi ed in ascisse gli intervalli di tempo. Per costruire una curva epidemica è necessario conoscere il momento dell’insorgenza dei sintomi. Nel caso di patologie a lungo periodo di incubazione è sufficiente conoscere il giorno di insorgenza mentre, in patologie a corta incubazione, come la maggior parte delle malattie trasmesse da alimenti, si devono annotare giorno e ora. L’unità di tempo da inserire nelle ascisse è normalmente basata sul periodo di incubazione apparente della malattia e deve essere preso in considerazione tutto il periodo che va dal primo all’ultimo caso. Come regola generale, l’unità riportata sulle ascisse non dovrebbe essere superiore a un quarto del periodo di incubazione della malattia indagata (questa regola non è applicabile quando il focolaio si estende in un periodo di tempo molto lungo). Così, per un focolaio di salmonellosi con un periodo di incubazione medio di 24 ore e casi occorsi in pochi giorni, l’unità di misura appropriata sulle ascisse risulta essere 6 ore. Se la malattia e/o il suo tempo di incubazione sono sconosciuti sarà necessario costruire più curve epidemiche con diverse unità sulle ascisse fino ad arrivare alla costruzione della curva che meglio rappresenta l’episodio. Sul grafico dovrebbe essere considerato anche il periodo pre-epidemico per meglio rappresentare gli antefatti del numero atteso di casi o individuare il caso indice. Se il focolaio ha una fonte conosciuta (es. uno specifico alimento servito durante un evento comune come un pasto al ristorante etc.) nella curva deve essere indicato anche l’evento a cui si fa riferimento. L’aspetto di una curva epidemica è determinato da: • il modello epidemico (fonte comune a sorgente puntiforme, intermittente continua o trasmissione interumana), • il periodo di tempo entro il quale le persone hanno subito l’esposizione, • il periodo di incubazione della malattia. 3) Calcolare l’intervallo di esposizione dalla curva epidemica Il periodo di incubazione è l’intervallo di tempo intercorso tra l’ingestione dell’alimento contaminato contenente una quantità di patogeni o tossine sufficienti a causare malattia e il primo sintomo della malattia stessa. E’ meglio caratterizzare il focolaio usando la mediana del periodo di incubazione. Se il momento dell’esposizione e il momento dell’insorgenza dei sintomi sono noti, i periodi di incubazione individuali possono essere calcolati direttamente e sintetizzati nel valore della mediana (Figura 1). Figura 1. Esempio di curva epidemica Se si conosce solo il momento di insorgenza dei sintomi, costruire la curva epidemica come in Figura 1: o identificare la mediana del momento di insorgenza dei sintomi: tempo mediano di esposizione = (71+1)/2 = 36 o la colonna temporale del caso 36 è il tempo mediano d’insorgenza dei sintomi, ovvero 18.00-24.00 del 3° giorno o calcolare l’intervallo di tempo intercorso tra il primo e l’ultimo caso (base del grafico), in questo caso dalle 00.00 del 3° giorno alle 24.00 del 4° giorno = 48 ORE o tornare indietro di questo lasso di tempo dalla mediana per ottenere il momento della probabile esposizione: dalla colonna mediana a ritroso di 48 ore o probabile tempo di esposizione = 1° giorno 18.00 – 24.00 Se si conoscono l’organismo e il momento di insorgenza della malattia: o considerare il tempo minimo e massimo di incubazione (es: Salmonellosi periodo di incubazione minimo 6, massimo 48 ore - Figura 2) o identificare l’ultimo caso del focolaio e contare all’indietro sull’asse X il tempo massimo di incubazione o identificare il primo caso dell’epidemia e contare all’indietro sull’asse X il tempo minimo di incubazione o idealmente le due date saranno simili e rappresenteranno il probabile momento di esposizione o in alternativa il momento di esposizione può essere calcolato partendo dal picco epidemico e contando all’indietro sull’asse X il periodo medio di incubazione. Questo metodo viene normalmente usato nelle epidemie in corso in cui l’ultimo caso non si è ancora verificato, questi metodi non possono essere usati se sono presenti casi secondari o se l’esposizione è prolungata. Figura 2. Esempio di calcolo dei tempi di incubazione. 4) Calcolare il tasso di attacco per alimento: Dopo una cena a cui partecipavano 75 persone, 46 persone si sono sentite male. Tutte le 75 persone sono state intervistate riguardo al consumo di alimenti a cena. Le interviste hanno dimostrato che 43 dei 46 malati e 11 dei 29 sani avevano mangiato pesce. Riportando i numeri in una tabella 2 X 2 avremo: Malati Non Malati Hanno mangiato pesce 43 11 54 43/54 x 100 (79,6%) Non hanno pesce 3 18 21 21/3 x 100 (14,3%) 46 29 75 61,3 Totale mangiato Totale Tasso di attacco (% ) Il rischio relativo al consumo di pesce è 79,6/14,3 = 5,6 La differenza tra i tassi di attacco (rischio attribuibile) è 79,6 % - 14,3 % = 65,3% In questa tabella 2 X 2 il tasso di attacco specifico per il consumo di pesce è 79,6% mentre per il non-consumo è 14,3%. Un test di significatività statistica determina la probabilità che la differenza tra i due tassi di attacco sia esclusivamente dovuta al caso. Per calcolare la significatività statistica si usa il test del chi-quadrato e si comparano i valori ottenuti con valori teorici. Nell’esempio riportato la differenza tra i valori è significativa con un p-value <0,001. Questo significa che la probabilità che la distribuzione dei numeri nella tabella 2 X 2 sia solo dovuta al caso è piccola e si può quindi concludere che il consumo di pesce in questo caso è fortemente associato con il rischio di ammalarsi.