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“Crescere insieme” L`ambizione della Gifra
intervista intervista “Crescere insieme” L’ambizione della Gifra Giuseppe Maruca: “Connubio tra esigenze aziendali e responsabilità solidali” L avora nell’azienda di famiglia da qualche anno. Da quando, cioè, dopo aver finito gli studi tecnici, ha deciso di contribuire alla crescita di una realtà già radicata sul territorio. Giuseppe Maruca ha quasi 25 anni. Tanto entusiasmo e molte idee. Tra queste c’è “Crescere insieme”, un concorso che prevede la partecipazione di giovani disoccupati tra i 16 e i 35 anni i quali dovranno elaborare il nuovo logo e il motto della “Gifra noleggi”. Un’impresa nata nel 2005 dall’esperienza trentennale nel settore edile e commerciale dei soci fondatori, che vuole esulare il cliente dagli onerosi investimenti finanziari per l’acquisto di macchinari da cantiere. “L’azienda – spiega Maruca - offre la possibilità di noleggiare, a chiunque, piattaforme aeree, autogru, ponteggi tradizionali e autosollevanti. Abbiamo un parco macchine di 35 unità diversificate per varie tipologie sia ad alimentazione elettrica che a disel, con un’altezza massima di 40 metri” . Ritornando all’iniziativa “Crescere insieme”, il titolo già lascia intendere quale sia lo spirito del progetto che non coinvolge soltanto la “Gifra” ma anche altri partner. “L’idea di fondo è, in primis, che si instauri un processo virtuoso di collaborazione tra coloro che hanno scelto di restare e investire le proprie risorse in un territorio come il nostro. Questo perché – sostiene Maruca – tra piccoli imprenditori condividiamo le stesse difficoltà. Ma c’è di più. Penso che, vivendo a stretto contatto con la realtà che ci cir- 10 informa conda, sia giusto che le imprese producano innovazione e che la stessa abbia importanti ricadute dal punto di vista della crescita culturale ed economica del territorio stesso. L’importante è dunque promuovere gli investimenti e le innovazioni con iniziative che coinvolgano attivamente ciò, ma soprattutto chi li circonda. Perché, tra gli eventuali autori del vostro logo, vi rivolgete nello specifico a chi non lavora? «Perché siamo convinti che nella nostra regione vi siano tantissime persone capaci e che la meritocrazia debba essere la sola selezione, direi naturale, di chi deve occupare certi posti di lavoro. Di conseguenza diamo la possibilità a chi non ha già un “nome” di farsi conoscere. A tal proposito ci è sembrato logico escludere tutti i liberi professionisti del settore. Il concorso non è una nostra Anno XIII - n. 1 “idea”, io la definirei più come una “soluzione”, dunque un connubio perfetto tra le esigenze aziendali - quella del rinnovo del marchio “Gifra” - e le responsabilità solidali, ossia offrire opportunità a tutti. Tali iniziative potrebbero garantire un continuo riciclo dell’economia locale. In più sono già promosse da molti comuni italiani. Propongo ai lettori un semplice spunto di riflessione. In provincia di Catanzaro le Pmi sono oltre un migliaio. Se tutte promuovessero iniziative del genere garantendo un premio da 300 euro, alla fine la ricaduta sul territorio sarebbe di una cospicua somma di denaro. Che, per tanti giovani senza lavoro, non sarebbe certo male oltre a costituire una importante opportunità di lavoro». Quale pensate possa essere la risposta dei giovani? «Positiva senza dubbio. Il bando è stato predisposto ad hoc per i giovani, per dare libera espressione alle loro capacità: l’iscrizione è gratuita, l’istanza è semplice, l’invio è telematico. Evitiamo ogni tipo di burocrazia. Diciamo che è proprio questo il punto di forza. Alla domanda: “Come faccio a partecipare?”, si risponde con una semplice mail che toglie ogni perplessità». E come hanno risposto gli altri imprenditori che avete coinvolto? «Bene. Forse pecco un po’ di presunzione, ma pensiamo di risvegliare l’entusiasmo nel lavoro coinvolgendo il più possibile le associazioni, le imprese e soprattutto le istituzioni, per far sì che quest’ ultime ritornino a soddisfare il “bisogno della comunità”, incentivando le imprese, le aziende e le attività sociali con iniziative idonee ad accrescere le Pmi, ossia le aziende che producono più di un terzo del guadagno nazionale. Penso sia un grande gesto di collaborazione. Le imprese hanno bisogno del sostegno delle istituzioni locali anche perché le istituzioni stesse hanno bisogno di chi garantisce le manutenzioni delle scuole, delle strade, l’alimentazione, le attività sportive, culturali e di svago, ecc. Si vive, possiamo dire, in simbiosi». Lei è un giovane imprenditore che lavora nell’azienda di famiglia: è certo più facile ma credeva fosse più semplice o no gestire un’impresa? Anno XIII - n. 1 «Semplice gestire una impresa? Pensare di gestire in maniera semplice un qualcosa definita col termine impresa ha un non so che di paradossale. Riconosco di trovarmi in una situazione privilegiata rispetto ai miei coetanei, ma nulla è un regalo. Devo ringraziare infatti mio padre ed in primis mio nonno che, nonostante le innumerevoli difficoltà, hanno mantenuto in vita un’azienda sana e in continua evoluzione. Tra l’altro, prima di approdare nell’impresa di famiglia, ho sperimentato il lavoro da dipendente, in una importante azienda catanzarese. Proprio grazie a quella esperienza, ho potuto meglio comprendere le difficoltà che vivono i lavoratori e come sia difficile risolverle cercando di preservare le necessità dell’imprenditore». A proposito di lavoratori, un’idea come questa, oltre agli scopi che ha già tracciato, può contribuire a dare maggiore entusiasmo a tutti gli altri dipendenti dell’azienda? «Certamente sì. L’obiettivo è anche quello di ritrovare l’entusiasmo aziendale che per ovvi motivi sta scemando. Rivalutiamo il ruolo dei nostri dipendenti dandogli la giusta importanza, facendo che siano parte integrante dell’azienda. Il lavoratore non deve più essere considerato come un numero, bensì un elemento chiave di un gruppo di persone che lotta per la stessa causa e che collabora attivamente al raggiungimento degli obiettivi prefissati». ● Il bando del concorso “Crescere insieme” è consultabile all’indirizzo www.gifranoleggi.it 11