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Luglio - Ciba Vision Academy
sommario luglio 2007 vol. IX, n. 2 Articoli Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa Euromcontact Comitato esecutivo pag. 3 pag. 9 BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition Laura Boccardo pag. 11 Quel sottile filo rosso che unisce il professor Robert Fletcher all’Italia Luigi Lupelli Deve essere davvero una preoccupazione il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel? Gli applicatori comparano l’idrogel ed il silicone idrogel su loro stessi Antonio Calossi, Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli, Fabrizio Zeri pag. 14 BCLA All’Old Trafford di Manchester Antonio Calossi segna una splendida rete! Luigi Lupelli pag. 17 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine Peter Bergenske, Bill Long, Sally Dillehay, Joseph T. Barr, Peter Donshik, Glenda Secor, John Yoakum, Robin L. Chalmers pag. 19 Rubriche Immagini di lac Fabrizio Zeri pag. 29 Tips & tricks Laura Boccardo pag. 31 In libreria Laura Boccardo pag. 32 lenti a contatto contact lenses Codirettori scientifici L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma) Comitato scientifico L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo), R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze), P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma), A. Madesani (Forte dei Marmi), S. Maffioletti (Bergamo), L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo), M. Pastorelli (Novi Ligure), M. Rolando (Genova), A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona), L. Sorbara (Toronto), M. Zuppardo (Roma) Ringraziamenti Si ringraziano A.I.LAC e S.Opt.I. per la collaborazione scientifica Comitato editoriale A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon), M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma) Segreteria O. De Bona via E. Mattei, 11 - 30020 Marcon (VE) tel. 041.5939411 e-mail: [email protected] Nome della rivista LAC Direttore responsabile Marco Perini Proprietario testata BieBi Editrice Editore Tiratura BieBi Editrice di Mauro Lampo Via Losana, 4 - 13900 Biella Tipografia TrueColor via Pio X, 2/g - 28021 Borgomanero (NO) Registrazione Tribunale Biella, in data 6/5/99 al n. 487 Sped. gratuita Numeri arretrati Presso la segreteria Quadrimestrale, 32 pagine 2 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa Euromcontact Comitato esecutivo Press Release Introduzione I produttori internazionali di lenti a contatto e liquidi per la manutenzione (vedere tabella 1 - aziende partecipanti), rappresentati attraverso EUROMCONTACT, raccolgono dal 2003 i dati sulle vendite di prodotto in tutti i mercati europei (vedere tabella 2 e 3 per i paesi ed i mercati rilevati e non rilevati). Per il secondo anno di fila, il presidente di EUROMCONTACT e la segreteria generale hanno pubblicato il consueto rapporto annuale, approvato dal comitato esecutivo. Per ragioni di valutazione del trend, questo report assume una forma molto simile ai precedenti. Tuttavia si rileva un cambiamento importante nei segmenti, che non consente esatte comparazioni. In ogni caso i dati riportati coprono i mercati meglio rispetto ai precedenti documenti. Il processo di raccolta dati Trimestralmente, i quartieri generali delle aziende che partecipano inviano ad una struttura indipendente esterna, che ha il compito di raccolta dati, il numero totale di lenti (espresso in unità) vendute (consegnate) e il valore del proprio mercato calcolato in base al prezzo di vendita del produttore (dati ex factory). Per la prima volta anche i dati relativi alla Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Russia sono stati raccolti su base trimestrale, quando nel passato lo erano solo su base annuale. La società di statistica indipendente ha il compito di rimuovere le informazioni specifiche e dettagliate sui singoli produttori e aggregare i dati generici relativi ai volumi e ai valori di vendita, il valore dei liquidi per la manutenzione delle lenti a totale Europa e per totale paese, nonché per specifico segmento. I dati così strutturati sono poi rinviati a ciascuna azienda che li ha forniti. I dati consolidati sono prevalentemente destinati alle aziende partecipanti (produttori), che sono così in grado di valutare l’andamento dei loro singoli prodotti; tuttavia queste informazioni sono punti di riflessione interessanti anche per i professionisti e tutto il comparto industriale nel senso ampio del termine. Questo documento considera i portatori di lenti a contatto morbide in Europa, basandosi sulle vendite delle aziende partecipanti nel 2006 e coprendo così dall’80 al 90% del mercato totale delle lenti a contatto disposable nei paesi coinvolti. Inoltre, riporta le variazioni sull’anno precedente (a monitoraggio dell’andamento). La base dei portatori di lenti a contatto Esistono una serie di variabili che generano il “successo” delle lenti a contatto nei mercati di ri- Tab. 1: Aziende partecipanti (2006) AMO Alcon Avizor Bausch & Lomb CIBA Vision Cooper Vision Disop Hecht Johnson & Johnson Vision Care Menicon Europe 3 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 1: Tasso di crescita delle lenti negli 11 Paesi rappresentati a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa Percentuale di portatori di DD - W/B - CS nella popolazione di età inferiore ai 15 Fig. 2: Valore base dei portatori di lenti morbide per paese o regione rappresentato, per categoria di lente e per confronto verso 2005. Penetrazione espressa in % sul totale della popolazione con età superiore ai 15 anni ferimento. Fattori come il valore totale del mercato sono chiaramente importanti, ma sono soggetti a variabili esterne come ad esempio le fluttuazioni di valuta corrente e promozioni di prezzo. Una misura piuttosto interessante del successo delle lenti a contatto e dello sviluppo dei vari segmenti sta nel numero di persone che portano lenti a contatto in ciascun paese. Questa misura è identificata dall’espressione “base portatori” ed è presentata come rapporto tra il n. di adulti (di età superiore a 15 anni) che indossano lenti a contatto e il totale della popolazione. Sarebbe forse più interessante valutare questo il rapporto sul numero Tab. 2: Mercati rappresentati - Abbreviazioni basate sui rispettivi domini internet (es: .it - .es - .de - .uk ) Paese/ Regione Austria Belgio e Lussemburgo Francia Germania Italia Paesi Bassi Paesi Nordici Russia Svizzera Spagna Regno Unito e Irlanda Abbreviazione AT BE-LU FR DE IT NL NO-SE-DK-FI RU CH ES UK-IE di coloro che necessitano di correzione visiva, ma contrariamente ai dati sulla popolazione, questo numero non è disponibile. La metodologia di verifica della base portatori qui utilizzata è la medesima rispetto quella fornita dai membri di EUROMCONTACT, così da poter per fare riferimento ai dati di vendita dei produttori. In questa analisi, i dati sono stati forniti per le seguenti categorie: •lenti morbide giornaliere (DD) •lenti morbide settimanali/quindicinali e mensili (W/B&M) •lenti morbide conventionali/tradizionali (tutti i tipi di lac morbide a rimpiazzo frequente non incluse nel segmento precedente) •lenti morbide in silicone-hydrogel (incluse anche nel segmento W/B&M). Dati raccolti, ma non utilizzati nella pubblicazione sono: •lenti morbide a rimpiazzo frequente (lenti a rimpiazzo mensile o più frequente, incluse le giornaliere, la somma dei segmenti DD e W/B&M) •lenti morbide colorate (giornaliere, a rimpiazzo frequente e tradizionali) e lenti rigide. Questo report sui mercati europei non include le lenti rigide, poiché le aziende che forniscono i dati rappresentano la parte più consistente delle lenti a contatto morbide vendute in Europa, ma una significativa porzione di vendite di lenti rigide (per esempio stimate essere più del 50% 4 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa nel Regno Unito e nei Paesi Bassi) è rappresentata da aziende che non sono coinvolte in questo processo di raccolta dati. Quindi, questa valutazione compara solo le lenti morbide e tra queste la base portatori di lenti giornaliere, (DD), settimanali/ quindicinali e mensili (W/B&M) nei mercati europei. Per una lista completa dei paesi rappresentati in questo documento, vedere tabella 2. Per ciascuna categoria di lenti e per ciascun paese o regione, il numero di portatori è calcolato su base annuale per unità vendute, dividendo tale valore per il tasso di consumo annuo stimato per portatore. Come per lo scorso anno, in questa analisi, questi valori sono stimati a 350 lenti/ annue per un portatore di lenti giornaliere1, a 26 lenti/annue per il rimpiazzo frequente1 e a 2,7 lenti/annue per le lenti morbide tradizionali2. Il numero di portatori per ciascuna categoria è stato poi rapportato alla popolazione adulta (> 15 anni), per ciascun paese, al fine di fornire un valore di base dei portatori, in proporzione sulla popolazione3. Risultati Il valore totale delle lenti nei 18 mercati è stato pari a 1.040 miliardi di Euro. Per i soli 11 mercati rappresentati, il valore è di 967 milioni di Euro, ossia il 93% del totale Europa. Mentre tutti i 18 mercati mostrano in generale un valore positivo di crescita: in particolare va segnalata la Russia come il paese con la più forte ascesa (+45%), mentre i Paesi Bassi come la regione con valore più contenuto rispetto gli altri (+1,5%). I Paesi Nordici hanno il più alto tasso di penetrazione delle lenti a contatto (6,74%), in crescita del +4,9% vs 2005. La penetrazione più bassa si registra in Russia (1,39%, in crescita del 2,5%). L’unico Paese dove si rileva una perdita sono i Paesi Bassi (-0,4%), pur rimanendo però il terzo paese per maggior tasso di penetrazione. Le lenti giornaliere sono indossate da più del 1,5% della popolazione adulta in 3 paesi: Paesi Nordici (3,34%, in crescita del 7,6%), Regno Unito e Irlanda (2,37%, in crescita del 5,4%) e Svizzera (1,72%, in crescita del 6,4%). Paesi Nordici, Regno Unito e Irlanda rappresentano oltre il 2%, e i Paesi Nordici superano addirittura il 3%. La maggior parte dei paesi si attesta attorno allo 0,5%, o poco più, di adulti che utilizzano le lenti giornaliere, eccetto Spagna con solo 0,26% (però in crescita del 29,02%), Germania con 0,32% (in crescita del 12,3%) e Russia con 0,04% (in crescita del 120,5%). 5 2007, vol. IX, n. 2 Tutti gli 11 mercati mostrano un incremento in questo specifico segmento. Lenti a contatto settimanali/quindicinali e mensili sono utilizzate dal 4,25% degli adulti nei Paesi Bassi (+6,1%) e tra 1,70% e 3,28% in tutti gli altri paesi ad eccetto della Russia (0,28%, con +23,5%). Tutti segnano una crescita in questo segmento, tranne Francia ed Italia. La Francia nello specifico è sostanzialmente piatta nella crescita (-0,16%), mentre l’Italia perde 1%. Le lenti morbide convenzionali (tradizionali) sono generalmente una tipologia meno diffusa nei mercati europei; sono utilizzate solo dallo 0.09%-0,25% della popolazione adulta in tutte le regioni ad eccezione dei Paesi Bassi (0,44%, dove però perdono -39,1%) e la Russia (1,07%, dove segnano -3,5%). Tutti i paesi eccetto Austria e Svizzera mostrano un declino in questo segmento. Lenti in silicone - idrogel Dopo le lenti giornaliere, le lenti in silicone idrogel sono un vero e proprio traino ed un’innovazione importante per il mercato delle lenti a contatto. Risulta perciò fondamentale monitorare l’incidenza delle lenti in silicone idrogel sul segmento delle settimanali/quindicinali e mensili. Degno di nota è che i Paesi Nordici, Regno Unito e la Svizzera sono tra i paesi con il più alto tasso di penetrazione - rispettivamente primo, secondo e quarto - nonché con la maggiore quota di silicone idrogel, sul segmento delle settimanali/quindicinali e mensili. Solo i Paesi Bassi sembrano non avere questa caratteristica: pur essendo il terzo paese più importante per penetrazione, la quota del silicone idrogel risulta la minore. Tutti i paesi ad eccezione della Russia hanno incrementato la propria quota tra il 28,2% (ITA) e l’80,2% (Nordici). La Russia era già al 30,2% e ha perso in quota arriTab. 3: Mercati rilevati e ma non rappresentati in questo report - Abbreviazioni basate sui rispettivi domini internet (es: .it - .es - .de - .uk ) Paese/ Regione Repubblica Ceca Grecia Ungheria Polonia Portogallo Sudafrica Turchia Abbreviazione CZ GR HU PL PT ZA TU a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa vando al 19,1% dal 24,5%. I dati 2006 sul silicone idrogel relativi alla Russia includono solo 3 trimestri, poiché 1 trimestre non è stato disponibile, a favorire una più corretta lettura del dato. Assumendo anche un 8% addizionale comunque questo porterebbe la Russia ad una crescita. Nei paesi Nordici e in Svizzera, il silicone idrogel ha già conquistato una quota superiore al 40% e ormai vicina al 50% delle lenti settimanali/quindicinali e mensili. Potenziali errori ed avvertenze Una potenziale fonte di errore in questo modello è che la stima dei tassi di consumo annuale delle lenti a contatto sia imprecisa. Da un’analisi di mercato simile a questa svolta nel Regno Unito, i tassi di consumo hanno dimostrato di essere piuttosto solidi e sembrano essere comunemente condivisi e accettati. In ogni caso, un errore generico su questi dati permetterebbe comunque di ottenere una buona comparazione relativa ai mercati. Tab. 4: Dimensione del segmento Soluzioni Uniche vs il Perossido d’idrogeno, per paese Paese Soluzione Unica/ Perossido 2005 Variazione vs Anno precedente AT BE-LU CH CZ DE ES FR GR HU IT NL NO-SE-DK-FI PL PT RU TU UK-IE ZA Totale 1.33 1.80 1.34 n. a. 1.24 3.36 3.34 4.55 n. a. 2.27 4.02 5.64 n. a. 2.63 n. a. n. a. 3.05 5.67 3.85 +55.0% +3.4% +49.2% n. a. +19.8% -8.9% -1.7% n.a. n. a. +0.3% +63.6% +16.5% n. a. -12.1% n. a. n.a. +30.0% n.a. 72.5% Inoltre è importante considerare che il tasso di consumo potrebbe essere differente tra i mercati. La popolazione russa potrebbe utilizzare un numero superiore o inferiore di lenti giornaliere all’anno, rispetto a quanto si possa verificare in Svizzera, per esempio. A questo punto, c’è poca informazione disponibile sulle differenze nelle modalità di porto delle lenti a contatto all’interno dell’Europa, e nessuna considerazione è stata fatta in merito all’interno di questo modello specifico. In ogni caso è possibile che le modalità di porto siano ragionevolmente similari tra i paesi, e per questo i dati complessivi non dovrebbero per tale ragione esserne fortemente impattati. Un declino percepito potrebbe essere dovuto ad uno spostamento delle vendite tra i produttori che partecipano alla pubblicazione e coloro che non vi partecipano. Lanci di nuovi prodotti e una conseguente spinta iniziale di sell-in, per la costruzione dello stock, potrebbero anche aver impattato in modo artificiale sul numero di portatori incrementato nel primo anno, mentre la gestione dello stock potrebbe aver impattato sull’anno successivo. Un’ulteriore importante avvertenza in questo lavoro verte sul fatto che i dati raccolti riguardano il solo mercato delle lenti a contatto morbide ed è noto che alcuni produttori locali - tradizionalmente specializzati in lenti morbide e che possono avere significative quote di mercato - possono esser stati esclusi, (per esempio in Germania, in Svizzera, Regno Unito e Irlanda). Quindi la base totale dei portatori di lenti a contatto illustrata potrebbe essere differente dalla base totale, specialmente in quei paesi con un alto utilizzo di lenti rigide, come Germania e Paesi Bassi. Liquidi per la manutenzione Per quanto concerne il mercato dei liquidi per la manutenzione delle lenti a contatto, i soli dati raccolti sono a valore, poiché differenti formati dei flaconi, e la quantità utilizzata in base a ciascun sistema e portalenti, non favoriscono un sistema unitario di calcolo. I segmenti rilevati sono i seguenti: (non è stata apportata alcuna modifica di rappresentazione dei segmenti rispetto gli anni precedenti) 1. Perossido d’idrogeno (HP) soluzione/sistemi 2. Soluzioni Uniche (MPS) 3. Soluzioni per RGP (disinfettanti chimici) 6 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa Percentuale di lenti in silicone idrogel sulle lenti W/B&M 2006 vs 2005 Fig. 3: Silicone idrogel come % sul segmento settimanale/quindicinale e mensile (dati 2006 versus 2005) 4. Detergenti (per lenti rigide e morbide) 5. Prodotti per la rimozione delle proteine 6. Soluzioni per il risciacquo (saline) 7. Umettanti (gocce, soluzioni) 8. Totale (somma di tutti i segmenti). I dati non sono disponibili per ciascun segmento in ciascun paese, ma e ciò non vale per i primi due segmenti che sono i più rilevanti. L’obiettivo è guardare al totale ed ai soli 2 segmenti Soluzioni Uniche e Perossido d’idrogeno. Il mercato totale dei Liquidi nei 18 paesi si è contratto del 9,1%. È importante tenere alla mente che uno dei maggiori produttori nel 2006 non è stato in grado di consegnare i propri prodotti per parecchi mesi ed un altro produttore ha provveduto al ritiro di un prodotto dal mercato. I dati ne sono stati impattati ragione per cui diventa difficile fare una raffronto con l’anno precedente. Solo 4 su 18 paesi hanno una crescita dei Liquidi, mentre gli altri tutti sono declino. Le Soluzioni Uniche perdono solo 0,8% in valore (tenere a mente I problemi sopraccitati). Ora pesando per il 73,6% sul mercato Liquidi ed il mercato delle Soluzioni Uniche è di 3,85 volte maggiore rispetto quello dei Perossidi d’idrogeno. (vedere Tabella 4 per tutti i Paesi, che hanno fornito i dati sui segmenti delle soluzioni uniche e perossidi). Consumo annuale di Liquidi per portatore Portatori di lenti settimanali/quindicinali e mensili, come pure portatori di lenti convenzionali morbide utilizzano Soluzioni Uniche e Solu7 2007, vol. IX, n. 2 zioni al Perossido d’Idrogeno. Così se si prende il valore complessivo delle soluzioni uniche e dei perossidi d’idrogeno e lo si suddivide per il numero di portatori di lenti settimanali/Bi-settimanali e mensili più convenzionali morbide, si ottiene un valore annuale di consumo di liquidi per portatore. Questo numero è più alto in Svizzera e più basso in UK-Irlanda. La differenza è di 3,8 volte! Ciò può essere dovuto a numerose ragioni. Può dipendere dal fatto che in Svizzera i prezzi sono generalmente più alti o può essere legato al fatto che in Svizzera si utilizzano più flaconi all’anno, o una combinazione dei due. Un’altra opzione è considerare il mix tra soluzioni uniche, che costano meno, e perossidi, che costano di più. Probabilmente è una combinazione di tutto questo, dove però quest’ultimo mix è il fattore più rilevante. (UK-Irlanda utilizzano 3 volte più Soluzioni uniche che Perossidi, mentre in Svizzera questo valore è solo del 1,3%), seguito dal numero di flaconi utilizzati. Confronto sul costo totale tra i differenti sistemi di manutenzione per i professionisti Prendendo il consumo di lenti stimato, si può ottenere il costo annuale delle lenti per portatore. Aggiungendo a questo valore quello relativo al consumo di liquidi (per le settimanali/quindicinali mensili e convenzionali morbide), si ottiene il costo totale al quale l’ottico acquista la propria fornitura annuale di tutti i sistemi. Ora prendendo le giornaliere come base (100) in ciascun pae- a r t i c o l o Lenti a contatto morbide: mercati a confronto in Europa Confronto sul costo annuale per ottici dei diversi sistemi, per paese Fig. 4: Confronto sul costo annuale per gli ottici dei diversi sistemi, per paese, relativamente alle giornaliere, inclusi i sistemi di manutenzione per mensili, quindicinali e convenzionali. se, è possibile esprimere gli altri costi di sistema relativi alle giornaliere. Questo è stato fatto solo per i paesi che hanno dati sia per le soluzioni uniche sia per i perossidi. (vedere figura 4) I paesi sono ordinati a partire dal costo più basso sino al più alto rilevato per le giornaliere in quel paese. È importante notare che in alcuni paesi come i Paesi Bassi, la Germania e il Portogallo c’è una piccola differenza tra i sistemi, anche da parte degli professionisti. In altri paesi le differenze sono maggiori, come in Francia dove le convenzionali morbide sono più costose e nei Paesi Nordici, dove le lenti morbide settimanali/quindicinali e mensili sono più le costose. Come per i liquidi, ciò può essere dovuto a molteplici ragioni. La conformità nel raffronto, poi il mix (qui tra le settimanali/quindicinali e mensili un traino nei Paesi Nordici, come in Danimarca ad esempio dove le settimanali quindicinali sono più forti) o può essere dovuto al prezzo, che può esser effettivo o un mix delle più costose in silicone idrogel, le toriche e le bi-focali rispetto le semplici sferiche. Per ciascun paese è necessario considerare una serie articolata di variabili. Ma ciò richiederebbe approfondimenti troppo complessi, per essere affrontati in questa occasione. sistente dei portatori si trova nei Paesi Nordici, con 6,74% su tutti gli adulti. La più piccola parte di portatori di lenti morbide è in Russia di circa 1,36% su tutti gli adulti. Nella maggior parte dei paesi, lenti a rimpiazzo settimanale/quindicinali e mensile sono quelle più comunemente utilizzate, con le giornaliere particolarmente diffuse nei Paesi Nordici, UK e Irlanda e Svizzera. Tra le lenti settimanali/quindicinali e mensili, quelle in silicone idrogel stanno crescendo maggiormente con +50%, in tutti i paesi eccetto due. Queste lenti morbide sono il traino per il cambiamento e per la crescita. La Russia (1,07%), i Paesi Bassi (0,44%, rispetto 0,72%) e Spagna con 0.25% (da un precedente 0.33%) hanno l’utilizzo maggiore di lenti convenzionali morbide (tradizionali) tra gli adulti. Per la prima volta sono stati inclusi il mercato dei liquidi e un confronto tra i costi dei differenti sistemi per gli professionisti. Questo può stimolare approfondimenti ulteriori in ciascun paese. Sintesi finale 1. Rapporto annuale sul porto delle lenti a contatto, Eurolens Research, UMIST. 2. Jones L, Woods CA e Efron N. “Life expectancy of rigid gas permeable and high water content contact lenses”. CLAO J. 22: 258-261. 3. http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/ Questa è la quarta volta in cui dati pan-europei, forniti da aziende membro di Euromcontact, sono stati utilizzati per analizzare la dimensione nazionale della base portatori di lenti a contatto. Sulla base di questi dati, la parte è più con- EUROMCONTACT ringrazia tutte le aziende che hanno partecipato, per il loro contributo e cooperazione. Riferimenti 8 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o Quel sottile filo rosso che unisce il professor Robert Fletcher all’Italia Luigi Lupelli Istituto Superiore di Stato “E. De Amicis” Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche [email protected] Al culmine dell’estate alcune nostre grandi città tendono ad assumere un’aria indolente, un aspetto sonnacchioso. In un agosto molto caldo della fine degli anni settanta non ci misi molto a rendermi conto che a Londra le cose non stavano certo così. Quella metropoli frastornante era un brulicare di attività nonostante il periodo vacanziero. Un’ulteriore prova di tale vitalità la ebbi quando mi recai al Department of Optometry and Visual Science della City University. Volevo consultare alcune pubblicazioni sulle lenti a contatto praticamente introvabili in Italia. Così quando chiesi, alla segreteria del Dipartimento, l’autorizzazione per frequentare i locali della biblioteca mi aspettavo di dover riempire qualche modulo ingiallito ed invece mi invitarono a parlare con il direttore del dipartimento, il professor Robert Fletcher, che mi fece visitare i vari reparti dove ben presto mi resi conto che si faceva ricerca anche ad agosto! Sapevo chi fosse il professor Fletcher; avevo letto alcune pubblicazioni sue e su di lui. Quello fu Fig. 1: Robert Fletcher tra Luigi Lupelli (alla sua destra) e Federico Bartolomei al Congresso Interdisciplinare tenuto a Bologna ad aprile di quest’anno 9 2007, vol. IX, n. 2 l’inizio. Di Fletcher divenni allievo e collaboratore e le occasioni d’incontro sono state numerose in quest’ultimo quarto di secolo. Il professor Fletcher ha avuto un rapporto privilegiato con l’Italia essendo stato, per otto anni, direttore di un Istituto di Optometria di Roma che ha proposto un’esperienza formativa coordinata con la City University di Londra e inoltre, più recentemente, ha diretto il rapporto di mutua collaborazione tra il l’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Roma e l’Institute of Ophthalmic Science di Tel-Aviv. Ad aprile di quest’anno Fletcher è stato invitato dall’Istituto Zaccagnini di Bologna a tenere un relazione ed un seminario all’XI Congresso Interdisciplinare (Fig. 1). È stata l’occasione per molti di noi di abbracciare di nuovo il Maestro ma è stata anche l’occasione per molti altri di incontrare chi ha percorso da protagonista gli ultimi 60 anni della scienza della visione e che a loro si rivolgeva dicendo di chiamarlo confidenzialmente “Uncle Bob”! Fletcher ha praticamente veleggiato in quasi tutti i mari dell’optometria. Questo salta facilmente agli occhi se si scorre l’elenco dei libri che ha scritto: sull’optometria occupazionale, sulla gestione optometrica del glaucoma, sulla refrazione oculare, sul senso cromatico, sull’esame clinico dell’occhio, sulle professioni che s’interessano della salute oculare e sulle lenti a contatto. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto diversi riconoscimenti ufficiali come la BOA (British Optical Association) Research Medal nel 1963, la Owen Aves Medal nel 1968 e il Gold Award della Norwegian Optometric Association nel 1983. Comunque è possibile individuare almeno tre campi che ha privilegiato: l’educazione optometrica, le lenti a contatto e il senso cromatico. Nel campo dell’educazione optometrica ha svolto un ruolo gigantesco. Prima lettore e poi professore, direttore per 16 anni e quindi professore emerito alla City University di Londra con a r t i c o l o Quel sottile filo rosso che unisce il professor Robert Fletcher all’Italia Fig. 2: La Lanterna Fletcher-Evans CAM per l’esame del senso cromatico Fig. 3: Diversi tipi di lenti a contatto rigide sclerali apporti formativi di ampio respiro all’estero. Le esperienze didattiche prolungate in Italia ed in Israele non sono certo le uniche. Per anni ha insegnato in Norvegia ma anche, seppur per periodi più brevi, in Nigeria, in Portogallo ed in Malesia e proprio in questi ultimi anni sta contribuendo allo sviluppo dell’educazione optometrica in Etiopia! Sulle professioni dell’universo oftalmico ed il loro insegnamento ha scritto anche un libro insieme alla figlia maggiore Isobel. Nel campo della visione dei colori, ed in particolare in quello del riconoscimento del daltonismo, Fletcher ha messo in evidenza la sua genialità! Ha elaborato addirittura tre test originali per lo screening e/o la quantificazione del daltonismo: il City University Color Vision Test (in tre diverse edizioni), il Fletcher-Hamblin Simplified Colour Vision Test, adatto per l’esame nell’età infantile e, più recentemente la Lanterna Cromatica Fletcher-Evans CAM (Fig. 2), strumento che soddisfa in toto gli standard per un esame del senso cromatico nel campo dei trasporti aerei, marini e terrestri ma che permette anche di eseguire un esame clinico della percezione cromatica. Le pubblicazioni di Fletcher sul senso cromatico sono numerose ma va certamente menzionata un’opera che rappresenta una summa sull’argomento: “Defective Colour Vision. Fundamentals, Diagnosis and Management” scritto, nel 1985, insieme all’altra figlia Janet. Il suo ruolo nello sviluppo della conoscenza e la pratica delle lenti a contatto è stato monumentale. Intorno alla metà del secolo precedente ha attivato quello che è stato, probabilmente, il primo insegnamento di contattologia in ambito universitario (nella City University). Successivamente propone delle tecniche originali per l’esecuzione del calco oculare e del modellamento della lastrina di polimetimetacrilato, per ottenere delle lenti sclerali. Le sue pubblicazioni, articoli e capitoli di libri, vertono principalmente sulle lenti a contatto sclerali (Fig. 3). Nella prima metà degli anni ‘90 pubblica insieme a Luigi Lupelli e ad Angela Rossi il libro “Contact Lens Practice, a Clinical Guide” per i tipi della Blackwell di Oxford che, in una versione aggiornata ed ampliata, verrà pubblicato anche in italiano. È stato anche presidente della “Contact Lens Society” (UK) e membro del Honorary Editorial Board del “The Contact Lens Journal”. Fa tuttora parte del Comitato Scientifico della rivista “LAC”. A presto “Uncle Bob”, un’altra generazione di persone innamorate della contattologia ti attende nel Bel Paese! 10 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition Laura Boccardo Optometrista FAILAC Quando si parla di Manchester, all’italiano medio viene in mente solo il calcio, eppure questa città, che diede impulso alla Rivoluzione Industriale, è oggi un fervente centro culturale, con una delle più grandi università del Regno Unito, oltre novanta musei, una dinamica scena musicale ed un’esuberante vita notturna. Tutto ciò ha fatto da cornice alla trentunesima edizione del congresso del British Contact Lens Association (BCLA), che si è svolto presso il Manchester Central dal 31 maggio al 3 giugno scorsi. Il congresso del BCLA è in questo momento nel mondo il maggiore evento interamente dedicato alle lenti a contatto, con più di mille visitatori l’anno, provenienti da quaranta diverse nazioni. Quest’anno la presenza italiana è stata particolarmente rilevante, con due poster scientifici presentati ed una ventina di partecipanti al convegno. Il programma è stato molto intenso: le relazioni si sono svolte in due diverse sale, per lasciare spazio agli oltre novanta relatori che si sono alternati sul palco nei quattro giorni di congresso. Di seguito cercheremo di dare una breve sintesi degli argomenti trattati e, non potendo parlare di tutti, daremo maggiore spazio alle presentazioni più rilevanti. Il tema del primo giorno è stato l’impiego della tecnologia digitale in contattologia. Il compito di aprire i lavori è stato affidato a Patrick Caroline, che ha parlato dell’utilizzo di strumenti computerizzati nella misura di diversi parametri dell’occhio, come la curvatura e lo spessore corneali, lo studio della camera anteriore, l’esame dell’endotelio e la valutazione aberrometrica dello stato refrattivo. Louis Catania ha approfondito l’argomento, parlando dell’impiego della tecnologia wave-front nella pratica clinica e nello sviluppo di nuove lenti a contatto e per occhiali. La relazione di James Wolffsohn è stata interamente dedicata alla tecnologia OCT (optical coherence tomography) che, introdotta 11 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 1: Manchester Central Convention Complex, sede del congresso nell’oftalmologia per lo studio della retina, potrebbe trovare nel prossimo futuro utili applicazioni anche nel campo delle lenti a contatto. Le relazioni di Gary Andrasko, Philip Morgan e Lyndon Jones hanno introdotto l’argomento, poi via via affrontato anche nei giorni successivi, del rapporto fra il comfort della lente ed i segni clinici. Andrasko è autore di un’utile tabella costantemente aggiornata sul sito www.staininggrid.com, che mette in relazione l’incidenza di staining corneale nell’utilizzo di diversi tipi di lenti a contatto, in abbinamento con differenti sistemi di manutenzione. Philip Morgan ha illustrato l’importanza di utilizzare metodi quanto più oggettivi nella valutazione delle condizioni oculari: l’impiego delle grading scales può diventare ancora più agevole se abbinate a sistemi di acquisizione digitale e di morphing delle immagini. Lyndon Jones ha sottolineato quanto sia importante una corretta prescrizione del sistema di manutenzione, per evitare sfortunati abbinamenti fra lenti e liquidi. a r t i c o l o BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition Fig. 2: Patrick Caroline Fig. 3: Un gruppo di italiani in pausa pranzo Fig. 4: La sala del convegno durante il dibattito fra Brian Holden, Bernard Gilmartin e Earl Smith III Fig. 5: Antonio Calossi, Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli e Fabrizio Zeri davanti al poster La giornata di venerdì è stata dedicata all’epidemiologia della miopia. Dopo un’introduzione sull’incidenza della miopia nelle varie parti del mondo, condotta da Saw Seang Mei di Singapore, Bernard Gilmartin ha illustrato la morfologia dell’occhio miope, mostrando delle immagini tridimensionali di occhi in vivo, acquisite con un metodo simile alla TAC. Quindi, Earl Smith III, ha illustrato la sua teoria sull’eziologia della miopia, mettendo in evidenza l’importanza della periferia della retina nel processo di emmetropizzazione. Le relazioni successive si sono occupate dell’impiego delle lenti a contatto nella correzione della miopia, con particolare riferimento all’ortocheratologia ed alla possibilità di un eventuale controllo della progressione miopica. La sessione si è conclusa con un dibattito fra tre saggi, che hanno discusso sull’effettiva possibilità di arrivare ad una prevenzione della miopia. Brian Holden ha parlato come esperto di lenti a contatto, Bernard Gilmartin ha portato la sua esperienza nel campo della biometria oculare, mentre Earl Smith III si è basato sui lavori condotti su modelli animali. Le più recenti tecnologie aprono ogni giorno nuove speranze, ma la vittoria sulla miopia non è ancora a portata di mano. Le relazioni del sabato mattina sono state dedicate all’epidemiologia, al trattamento ed alla prevenzione della cheratite microbica, mentre nel pomeriggio, tema dominante è stato il trattamento dell’occhio secco. L’evento clou della giornata è stato in realtà la Cena di Gala, organizzata presso lo stadio Old Trafford, sede del Manchester United Football Club. Dopo una visita al museo ed alle gradinate dello stadio, è stata servita la cena per oltre 1200 ospiti in abito da sera, al termine della quale si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati ai nuovi 12 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition fellows del BCLA, fra cui il primo italiano, Antonio Calossi. La serata si è conclusa in un turbinio di danze, accompagnate da The Lost Faculties, una band di optometristi canadesi, che ci ha permesso di apprezzare il professor Lyndon Jones nell’inedito ruolo di cantante. Malgrado molti congressisti fossero rimasti a ballare fino alle 4, la domenica mattina si sono riaperti i lavori con una sessione dedicata allo staining corneale. Le relazioni hanno illustrato le tecniche di esame e le cause di questo segno clinico, con particolare riferimento all’incidenza di staining in caso di occhio secco e nell’utilizzo di particolari sistemi di manutenzione. Come al solito, molto ricca è stata anche la sessione poster, con due significative presenze italiane: Antonio Calossi, Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli e Fabrizio Zeri hanno presentato uno studio sul comfort delle lenti in silicone idrogel, mentre Fabrizio Zeri, Luigi Lupelli e Luciana Zarrilli hanno analizzato l’effetto di una lente in silicone idrogel durante la misura della pressione intraoculare. Il BCLA Clinical Conference and Exhibition si è confermato un punto di riferimento per chiunque voglia capire come si sta muovendo la contattologia in questo momento, sia da un punto di vista scientifico, sia di mercato. Un congresso di queste dimensioni offre la possibilità di prendere contatto con persone da tutto il mondo, ascoltare i maggiori esperti, incontrare le aziende e toccare con mano le novità destinate ad entrare nella nostra pratica clinica nel più immediato futuro. L’anno prossimo, per la sua trentaduesima edizione, il BCLA Clinical Conference and Exhibition tornerà nella tradizionale sede di Birmingham, dal 29 maggio al 1 giugno 2008. 13 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 6: Lyndon Jones e The Lost Faculties in concerto, durante la serata di gala Fig. 7: Tutti in pista dopo la cena di gala a r t i c o l o Deve essere davvero una preoccupazione il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel? Gli applicatori comparano l’idrogel ed il silicone idrogel su loro stessi Antonio Calossi*, Alessandro Fossetti**, Luigi Lupelli***, Fabrizio Zeri*** * Dip Optom It FAILAC FBCLA1; Optometrista, Certaldo (FI) ** Dip Optom It FIACLE FAILAC3; Università di Padova *** Dip Optom It BSc (Psychol) FIACLE3; Istituto Superiore di Stato De Amicis, Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche, Roma Introduzione Alcuni applicatori manifestano qualche preoccupazione nel proporre le lenti in silicone idrogel e la giustificazione riportata più comunemente è che sono più fastidiose rispetto alle altre lenti morbide per il loro alto modulo di elasticità1. Lo scopo di questo studio è stato quello di comparare il comfort iniziale in un gruppo di soggetti neofiti, tutti applicatori di lenti a contatto, a cui sono state applicate lenti mensili in idrogel (Hy) e lenti in silicone idrogel (Si Hy). Materiali e metodi È stato condotto uno studio in doppio cieco, controllato e randomizzato. Nello studio sono stati inclusi duecentoundici volontari (72 femmine) di età compresa tra i 21 e i 65 anni (età media 39.9, SD 9.4 anni) escludendo tutti coloro che erano già portatori di lenti a contatto. Tutti i soggetti dello studio erano applicatori di lenti a contatto reclutati durante una serie di corsi ECM che si sono tenuti in 12 luoghi diversi in tutt’Italia. Ad ogni soggetto sono state applicate, simultaneamente, in modo casuale e mascherato, una lente in lotrafilcon B (CIBA Vision Airoptix TM) su un occhio e una lente in vifilcon A (CIBA Vision Monthly TM) sull’altro. Tutte le lenti avevano potere neutro. I parametri delle lenti utilizzate in questo studio sono elencati nella tabella 1. Le lenti erano selezionate da un applicatore diverso rispetto al gruppo che le applicava. La prima lente da inserire era scelta in modo casuale. Nessuno dei soggetti aveva la possibilità di toccare od osservare direttamente le lenti che gli venivano applicate. Ogni soggetto doveva valutare il comfort soggettivo delle due lenti con un punteggio da 0 (molto scarso) a 10 (eccellente) al momento dell’applicazione, dopo 20 e dopo 60 minuti dall’inserimento. Per confrontare il comfort e per osservare le differenze nel tempo, è stata utilizzata l’analisi della varianza per misure ripetute (ANOVA). Dato che in questo studio sono state analizzate diverse variabili, è stata introdotta una correzione di Bonferroni, utilizzando un livello di significatività α = 5%. Risultati I risultati sono elencati nella tabella 2 e riassunti nella figura 1. Nei primi 20 minuti, c’è stato un leggero miglioramento del comfort per tutte e due le lenti. Non è stata trovata alcuna differenza statisticamente significativa fra le due lenti ad ogni confronto. Al momento dell’applicazione la valutazione media del comfort è stata di 6.69 ±2.3 per l’idrogel e 6.74 ±2.3 per il silicone idrogel (p=0.7394); dopo 20 minuti la valutazione media del comfort era di 7.24 ±1.82 per l’ idrogel e 7.55 ±1.69 per il silicone idrogel (p=0.0643) e dopo 60 minuti la valutazione media del comfort era di 7.41 ±1.96 per l’ idrogel e 7.68 ±1.97 per il silicone idrogel (p=0.0991). Tab. 1: Parametri e proprietà delle lenti a contatto usate nello studio Tipo di lente Lotrafilcon B (AirOptix) Vifilcon A (FocusMonthly) Curva Diametro base (mm) (mm) Spessore centrale (mm) Contenuto Dk d’acqua (barrel) (H2O %) Potere (D) Modulo (MPa) 8.60 14.20 0.08 33 110 plano 1.2 8.90 14.00 0.10 55 16 plano 0.79 14 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o Deve essere davvero una preoccupazione il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel? Fig. 1: Confronto del comfort soggettivo nel tempo. Zero rappresenta un comfort molto scarso e 10 un comfort eccelente. I dati sono presentati come media ± una deviazione standard. Tab. 2: ANOVA Bonferroni/Dunn post-hoc test per la valutazione del comfort. Livello di significatività: 5 %. In questa tabella la differenza è statisticamente significativa se il valore p è inferiore a 0.0033. 0’ SiHy, 0’ Hy 20’ SiHy, 20’ Hy 60’ SiHy, 60’ Hy 0’ SiHy, 20’ SiHy 0’ SiHy, 60’ SiHy 20’ SiHy, 60’ SiHy 0’ Hy, 20’ Hy 0’ Hy, 60’ Hy 20’ Hy, 60’ Hy Discussione Diff. media Diff. critica P-Value 0.06 0.30 0.27 -0.81 -0.94 -0.14 -0.56 -0.73 -0.17 0.48 0.48 0.48 0.48 0.48 0.48 0.48 0.48 0.48 0.7394 0.0643 0.0991 <0.0001 <0.0001 0.4089 0.0007 <0.0001 0.3046 È noto come il comfort iniziale possa influenzare il successo di una applicazione2,3. Anche se alcuni pazienti già portatori di lenti in materiali convenzionali possono manifestare un certo disagio, quando passano da lenti idrogel a lenti in silicone-idrogel,4,5 i soggetti neofiti tendono ad adattarsi senza differenze significative6,7. I nostri risultati mostrano che i neofiti non sono stati in grado di riconoscere soggettivamente differenze significative tra una lente in 15 2007, vol. IX, n. 2 significantivo S S S S silicone idrogel e una lente in idrogel mensile durante il periodo di un’ora. In studi analoghi Fonn e Dumbleton2 e Dumbleton et al5 hanno valutato il comfort iniziale (rispettivamente nel corso di 7 ore e nel periodo di 1-8 settimane) dell’utilizzo del silicone idrogel in soggetti adattati all’utilizzo di lenti idrogel. Du Toit et al.8 hanno mostrato che il comfort iniziale di due differenti lenti a contatto in silicone idrogel non differisce da alcune lenti a contatto disposable in idrogel d’uso comune. Nel loro la- a r t i c o l o Deve essere davvero una preoccupazione il minor comfort iniziale delle lenti in silicone idrogel? voro ogni lente è stata indossata monocularmente per un periodo di 10 minuti, i soggetti arruolati avevano già esperienza con le lenti a contatto ed il loro numero era limitato a 15. Nonostante le differenze nelle procedure, tipi di campione (neofiti e portatori abituali) e tempi di utilizzo delle lenti, i nostri risultati concordano con quelli di questi studi simili. Conclusioni Poiché la prima impressione ha una grande influenza sulla percezione delle lenti a contatto e sul successo definitivo dell’applicazione, alcuni applicatori hanno delle preoccupazioni riguardo le lenti in silicone idrogel. Il pregiudizio più comune è che i pazienti le trovino poco confortevoli a causa del loro alto modulo. I nostri risultati, anche se limitati a due soli tipi di lenti a contatto, indicano che i vantaggi fisiologici del siliconeidrogel, sia per l’uso diurno che per l’uso esteso, possono essere presi in considerazione per ogni nuovo portatore senza preoccupazioni eccessive relative al comfort e all’adattamento. Ringraziamenti Bibliografia 1. Calligeros E. Why wouldn’t you fit silicone hydrogels? http://www.siliconehydrogels.org/editorials/feb_05.asp 2005 (February). 2. Fonn D, Dumbleton K. Dryness and discomfort with silicone hydrogel contact lenses. Eye Contact Lens 2003;29(1 Suppl):S101-4; discussion S115-8, S192-4. 3. McMonnies C. The critical initial comfort of soft contact lenses. Clin Exp Optom 1997;80(2):53-8. 4. Dumbleton K. Daily wear performance of Silicone Hydrogel Lenses. http://www.siliconehydrogels.org/editorials/jun_05.asp 2005 (June). 5. Dumbleton K, Keir N, Moezzi A, Feng Y, Jones L, Fonn D. Objective and subjective responses in patients refitted to daily-wear silicone hydrogel contact lenses. Optom Vis Sci 2006;83(10):758-68. 6. Maldonado-Codina C, Morgan PB, Schnider CM, Efron N. Short-term physiologic response in neophyte subjects fitted with hydrogel and silicone hydrogel contact lenses. Optom Vis Sci 2004;81(12):911-21. 7. Initial comfort of lotrafilcon A silicone hydrogel contact lenses versus etafilcon A contact lenses for extended wear. Contact Lens and Anterior Eye; 2007;30(1):23-8. 8. Du Toit R, Papas E, Stahl U, Sweeney D. Initial comfort ratings of soft contact lenses. http://www.siliconehydrogels.org/ posters/poster_renee_du_toit.asp 2003 (October). Questo studio è stato supportato da CIBA Vision Italia Poster presentato al BCLA 31st Clinical Conference and Exhibition. Manchester, UK, 2007 Autore corrispondente: Antonio Calossi, e-mail: [email protected] 16 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o BCLA All’Old Trafford di Manchester Antonio Calossi segna una splendida rete! Luigi Lupelli Istituto Superiore di Stato “E. De Amicis” Scuola di Ottica e Dipartimento di Scienze Optometriche [email protected] Nel 2007, per gli italiani, Manchester ha voluto dire grandi sfide di calcio Champion Leage. Prima la Roma, imbambolata non solo dalla strong lager, ha dovuto contare fino a sette! Poi il Milan, a cui le cose sono andate meglio perchè, pare, qualcuno ha pensato bene di mandare presto sotto le lenzuola i suoi piedi buoni con la scusa di uno sciopero dei pub! Ma per una piccola cerchia d’irriducibili non era finita qui. Manchester, a cavallo tra maggio e giugno, ha anche ospitato il 31° Congresso Annuale della British Contact Lens Association (BCLA), praticamente il più importante evento scientifico al mondo sulle lenti a contatto. Quindi la partita è stata di quelle imperdibili. Certo non era il caso di aspettarsi “sul campo” doppi passi di trequartisti brasiliani o rigori che facessero sconquassi della rete proprio sotto il sette, ma dire che lo spettacolo non è stato stuzzicante sarebbe una bella bugia! Va subito detto che i sudamericani, che in genere danno spettacolo dal centrocampo in giù, hanno giocato un ruolo marginale. I campioni, oltre ai sudditi della regina Elisabetta che ospitavano la manifestazione, parlavano, perlopiù, un inglese con una cadenza un po’ snobbata all’ombra della Torre di Londra. Le cronache riportano le gesta di statunitensi come Don Korb, Dwight Cavanagh e Jan Bergmason, di australiani come Brian Holden ed Eric Papas, di canadesi come Lyndon Jones e Kathy Dambleton (qui le donne sgambettano sul “campo” alla pari con il sesso forte!) ma anche qualche sorpresa come la cinese Saw Seang Mei. A dire il vero alcune di queste nazionalità sono solo accademiche visto che Jan Bergmanson è scandinavo, Eric Papas nasce in Inghilterra e Lyndon Jones è gallese! Noi non ci siamo fatti scappare, come nella tradizione, gli oriundi di grande spessore. Infatti Lou Catania (New York) ha i nonni siciliani (certo con quel cognome!) e Gina Sorbara (Toronto) (che tra l’altro fa parte del comitato scientifico di “lac”) è di origini calabresi. 17 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 1: Una parte della formazione italiana ...non del tutto sobria! Fig. 2: Consegna ad Antonio Calossi della certificazione di Fellow della BCLA La pattuglia italiana, tra i delegati, era quest’anno piuttosto numerosa (Fig. 1) e alla fine nel tabellino dei marcatori possiamo trovare anche nomi con cui abbiamo più confidenza. Menzione particolare la merita Antonio Calossi (Figg. 2 e 3) primo italiano ad ottenere la certificazione di Fellow della British Contact Lens Association (FBCLA). Tale riconoscimento viene assegnato dalla BCLA soltanto se lo specialista che ne fa richiesta soddisfa dei criteri molto ri- a r t i c o l o BCLA All’Old Trafford di Manchester Antonio Calossi segna una splendida rete! gidi (come ad esempio avere pubblicato su riviste referenziate o avere presentato relazioni e/o poster in congressi internazionali, ecc.). Inoltre il candidato sostiene un colloquio finale su argomenti di carattere contattologico. Sono diversi anni che Antonio ha messo in evidenza le sue enormi qualità di clinico, ricercatore e divulgatore in campo contattologico. Questo ulteriore riconoscimento non fa altro che confermare, anche a livello internazionale, la qualità cristallina del suo lavoro e, in qualche modo, getta luce sull’intera contattologia italiana. Antonio Calossi a Manchester è stato presente anche come uno degli autori, gli altri sono Alessandro Fossetti, Luigi Lupelli e Fabrizio Zeri, di un poster scientifico in cui è stato dimostrato che non vi è alcuna differenza statisticamente significativa nel comfort iniziale di una lente morbida in idrogel in confronto a quello ottenuto con una lente morbida in silicone idrogel avente un modulo relativamente elevato. Un altro poster scientifico, stavolta di matrice esclusivamente romana, è stato presentato da Fabrizio Zeri, Luigi Lupelli e Luciana Zarrilli (Istituto di Scienze Optometriche di Roma - Zaccagnini Bologna). In tale lavoro è stato mostrato che è possibile eseguire misure tonometriche corrette anche se sulla cornea è applicata una lente a contatto in silicone idrogel ad alto modulo. Fig. 3: Antonio negli spogliatoi dello stadio con un collega della formazione scozzese 18 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine Peter Bergenske O.D.; Bill Long B.S.; Sally Dillehay O.D., Ed.D.; Joseph T. Barr O.D., M.S.; Peter Donshik M.D.; Glenda Secor O.D.; John Yoakum O.D.; Robin L. Chalmers O.D. Questa è la traduzione della versione originale in inglese dell’articolo “Long-term Clinical Result: 3 years of up to 30-Night Continuos wear of Lotrafilcon A Silcone Hydrogel and Daily Wear of Low-Dk/t Hydrogel Lenses” apparso su Eye & Contact lens 33 (2): 74-80, 2007 Si ringraziano l’editore e l’autore per la gentile concessione a tradurre e pubblicare l’articolo. Propositi: Riassumere i risultati di un esperimento della durata di tre anni volto a valutare l’esperienza soggettiva e oggettiva con lenti in silicone idrogel lotrafilcon A (SH) ad utilizzo continuo fino a trenta notti o con lenti in idrogel a basso DK/t (LDW) ad uso diurno. Metodi: Diciannove siti hanno applicato, in uno studio durato 3 anni, lenti in SH a 317 soggetti (286 già portatori abituali e 31 nuovi utilizzatori) e lenti LDW a rimpiazzo bisettimanale ad 81 nuovi portatori. Risultati: il gruppo di portatori di lenti SH, rossore limbare, rossore congiuntivale e neovascolarizzazione corneale migliorati tra il 23%, 21% e 13% degli occhi, rispettivamente (P<0.001) con nessun segno aumentato in modo significativo. Per il gruppo di utilizzatori di lenti LDW, rossore limbare, congiuntiviti papillari e staining corneale aumentati tra l’11%, 21% e 13% degli occhi, rispettivamente (P<0.02) con nessun segno significativo di miglioramento. La variazione media del potere sferico equivalente è stato di -0.03 diottrie per il campione di riferimento SH basato sull’età e di -0.40 diottrie per il gruppo di portatori LDW (P=0.0007). DuDalla Pacific University School of Optometry (P.B.), Forest Grove, OR; CIBA Vision Corporation (P.B., B.L., S.D.), Duluth, GA; The Ohio State University College of Optometry (J.T.B.), Columbus, OH; University of Connecticut Health Center (P.D.), Bloomfield, CT; Studio privato (G.S.), Huntington Beach, CA; Groat Eyecare Associates (J.Y.), Greensboro, NC; and Indiana University, Bloomington, IN (R.L.C.). Finanziato da CIBA Vision, a Novartis company. Lippincott Williams & Wilkins non è responsabile per eventuali errori di traduzione. Lippincott Williams & Wilkins non consiglia o pubblicizza prodotti commerciali, servizi o dispositivi. 19 2007, vol. IX, n. 2 rante i tre anni il gruppo di utilizzatori SH ha riportato in modo significativamente meno frequente: secchezza durante e alla fine del giorno, rossore, fotofobia, sensazione di corpo estraneo e visione appannata. Un numero significativamente più alto di portatori di LDW hanno riportato frequentemente secchezza e visione appanata durante e alla fine del giorno. Conclusione: durante i 3 anni, i portatori di lotrafilcon A che hanno utilizzato le loro lenti in modo continuo fino a trenta notti, hanno mostrato miglioramenti stabili e a lungo termine riguardo a molti segni e sintomi della salute corneale, inoltre hanno avuto una progressione miopica inferiore rispetto ai portatori di lenti idrogel a basso Dk/t ad uso diurno. Molti segni e sintomi biomicroscopici sono peggiorati tra i neofiti che hanno utilizzato lenti in idrogel ad uso diurno a basso Dk/t. L’uso di lotrafilcon A può minimizzare molti cambiamenti oculari causati dall’utilizzo di lenti a contatto morbide. Parole Chiave: lenti in silicone idrogel - lotrafilcon A- uso continuo - progressione miopica - segni biomicroscopici - sintomi. Con l’introduzione di nuove tecnologie la comunità clinica deve lavorare per costruire un database sulle performance di lungo termine dei dispositivi nella pratica clinica. Le lenti in silicone idrogel non fanno eccezione a questo tipico modello di sviluppo della conoscenza clinica. Aspetti specifici della performance clinica di breve periodo sono già stati esplorati per quanto riguarda l’uso continuo e per le lenti in silicone idrogel. La formazione di microcisti corneali entro un mese dal passaggio alle lenti in silicone idrogel, dopo aver utilizzato lenti in idrogel è stata definita in alcuni studi1,2 come la risposta dei vasi limbari all’ipossia3-6. Altre ricerche hanno mostrato un relativo vantaggio, in termini di progressione miopica, di queste lenti rispetto alle lenti idrogel a basso Dk/t durante a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine un anno di uso notturno di ognuno dei tipi di lenti7,8. La gamma e i fattori di rischio di risposte infiammatorie alle lenti in silicone idrogel sono anch’essi stati approfonditamente descritti in studi recenti9–11. Nonostante tutti gli studi pubblicati resta una relativa scarsità di dati a lungo termine sulle lenti in silicone idrogel nella sperimentazione clinica12-13. Il campo della contattologia manca ancora di stime affidabili sul tasso di interruzione nell’utilizzo a lungo termine di lenti in silicone idrogel e sulle risposte fisiologiche e fisiche dei tessuti oculari ad anni di utilizzo di lenti a contatto morbide. La performance dell’uso continuo delle lenti in silicone idrogel è stato rigorosamente comparato all’uso esteso di lenti idrogel14-15 sebbene i professionisti che raccomandano lenti in idrogel per l’uso esteso siano in diminuzione. Forse un confronto più appropriato sarebbe quello tra la performance clinica complessiva dell’uso continuo di lenti in silicone idrogel e quella dell’uso solo diurno delle lenti idrogel. Applicare le lenti a pazienti che non hanno mai portato questo tipo di lenti nè queste modalità di utilizzo eviterebbe la deviazione rappresentata dallo scegliere pazienti che tollereno facilmente un certo tipo di lenti. Esperimenti clinici randomizzati, altamente controllati con severi criteri di idoneità sono gli standard necessari per testare le ipotesi, poichè possono essere utilizzati per testare direttamente gli effetti della variazione di alcuni aspetti specifici della performance della lente. A causa dei rigidi controlli sui soggetti selezionati, le prove randomizzate possono generare informazioni che sono poco utili per gli specialisti poichè il dispositivo non viene utilizzato sulla popolazione che verrebbe scelta come più appropiata dalla comunità clinica16, 17. Tab. 1: Grading Scale per segni e sintomi Segni Rossore congiuntivale Rossore limbare Neovascolarizzazione corneale Microcisti epiteliali Edema corneale Staining corneale Staining congiuntivale Congiuntivite papillare Infiltrati corneali Ulcera corneale Grading scale Nessuno, 0 Tracce, 1 Medio, 2 Moderato, 3 Severo = 4 Studi non randomizzati che permettono al ricercatore di far partecipare allo studio pazienti ritenuti più adatti ad un prodotto, possono produrre informazioni importanti riguardo all’efficacia di quel prodotto sotto condizioni meno stringenti, che si avvicinano di più alla reale pratica clinica. Il proposito di questo studio è stato quello di confrontare la performance di lungo termine fino a 30 notti di utilizzo continuo di lenti Lotrafilcon A e l’utilizzo diurno per 2 settimane di lenti idrogel a ricambio frequente in termini di mantenimento da parte del paziente, segni biomicroscopici, sintomi soggettivi e cambiamenti nella refrazione in un esperimento clinico della durata di 3 anni, non casuale e prospettivo. Materiali e metodi In un esperimento clinico non randomizzato e prospettivo 19 siti clinici negli Stati Uniti hanno ingaggiato ognuno 15 soggetti per indossare lenti in silicone idrogel e 5 soggetti per indossare solo di giorno lenti in idrogel a basso Dk/t. Lo studio ha messo a confronto l’uso continuo bilaterale di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A (CIBA Vision, Duluth, GA) fino a 30 notti con un gruppo di controllo di nuovi portatori di lenti a contatto morbide a rimpiazzo quindicinale da portare solo di giorno. Sono stati selezionati ed iscritti all’esperimento un totale di 398 soggetti. I soggetti non sono stati inseriti casualmente nei gruppi di trattamento. Il ricercatore è stato istruito per selezionare i pazienti di ogni gruppo in base alle loro abitudini. I soggetti hanno firmato il consenso informato, successivamente sono stati esaminati e sono state applicate loro le lenti, con l’intenzione di seguirli nei successivi Sintomi Secchezza durante il giorno Secchezza a fine giornata Rossore Bruciore o irritazione Palpebre gonfie Lacrimazione Muco e eccessiva secrezione Prurito Sensibilità alla luce Sensazione di corpo estraneo Grading scale Frequenza: Mai, 0 A volte, 1 Spesso, 2 Ogni giorno, 3 Severità: Nessuno, 0 Medio, 1 Moderato, 2 Severo, 3 20 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine tre anni. Non c’è stato un periodo di interruzione per i portatori abituali di lenti. Il gruppo test consisteva in 317 soggetti a cui sono state applicate lenti lotrafilcon A. Al momento della distribuzione 280 di questi soggetti erano portatori di lenti a contatto morbide a bassa permeabilità all’ossigeno (Dk), 140 di questi avevano avevano indossato lenti a basso Dk con modalità solo diurna e 140 avevano indossato lenti a basso Dk con modalità estesa o notturna. Trentuno soggetti aggiuntivi non avevano indossato lenti a contatto per i precedenti 12 mesi (neofiti) e sei erano ex portatori di lenti rigide gas permeabili. Un gruppo di controllo parallelo di 81 neofiti che non avevano mai indossato lenti a contatto o che avevano smesso per almeno un anno, è stato iscritto all’esperiment. A settantanove di questi soggetti è stata distribuita una varietà di lenti a rimpiazzo bisettimanale. Il sistema di manutenzione delle lenti è stato scelto dai ricercatori tra quelli approvati dall FDA americano. Alla visita per la distribuzione e ad ogni visita di controllo, sono stati valutati 10 segni biomicroscopici usando una scala da 0 a 4 (da nessuno a severo) scala di Efron come riferimento (Tabella 1). Ad ogni visita, la frequenza e la severità dei 10 sintomi veniva valutata dai soggetti utilizzando la scala 0 (mai) 1 (a volte) 2 (spesso) e 3 (ogni giorno) per quanto riguarda le frequenza e, per la severità dei sintomi, la scala 0 (nessuno), 1 (medio) 2 (moderato) 3 (severo). I sintomi venivano registrati tramite un questionario somministrato ai soggetti. La percentuale di soggetti che hanno riportato frequente o costante secchezza agli occhi alla fine del giorno è stata rilevata ad ogni visita. I risultati deduttivi per i soggetti che hanno completato lo studio dei 3 anni sono indicati come “completi”, con un confronto tra il loro status iniziale e quello dopo 3 anni. Per alcune variabili vengono mostrate le differenze tra chi ha seguito il programma completo e chi ha interrotto lo studio. Tab. 2: Dati demografici e dati refrattivi di partenza di tutti i soggetti arroulati nello studio Gruppo Gruppo Caratteristiche SH LDW Genere 211 52 Femmine (67%) (64%) 106 27 Maschi (33%) (36%) Età (anni) Media ± SD 38 ±11 23 ±12 Range 13 - 72 11 - 54 Refrazione da occhiale (D) Ipermetropia N. occhi 52 16 +2.57 +1.61 Sfera media ± SD ±1.55 ±0.53 -0.40 -0.19 Cilindro medio ±SD ±0.37 ±0.27 Miopia n. di occhi 580 146 -3.89 -2.12 Sfera media ± SD ±2.09 ±1.45 -0.31 -0.31 Cilindro medio ± SD ±0.33 ±0.38 Cheratometria (D) Lettura meridiano 44.01 43.58 più piatto ±1.41 ±1.40 Lettura meridiano 44.74 44.24 più curvo ±1.50 ±1.44 SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie Risultati Campione di pazienti, mantenimento e abitudini di utilizzo La storia demografica e refrattiva di tutti i soggetti coinvolti nello studio è visibile nella Tabella 2. I soggetti che sono stati inseriti dagli specialisti nel gruppo SH, avevano in partenza un alto grado di ametropia (cioè ipermetropia o miopia) ed erano più vecchi rispetto alla media del gruppo LDW. Al gruppo LDW sono state applicate le seguenti lenti: a 39 soggetti (49.4%) 21 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 1: Mantenimento per lenti in lotrafilcon A e uso diurno del gruppo di lenti idrogel (*P<0.005, x²) a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine ACUVUE 2, a 9 soggetti Biomedics 55 (11.4%), a 9 soggetti Frequency 55 (11.4%), a 5 soggetti ììEncore Premium (6.3%), a 3 soggetti Extreme H2O (3.8%), e i restanti 14 con altre marche. Nel gruppo LWD a cinque pazienti sono state applicate lenti giornaliere o lenti in silicone idrogel (AcuVue, Vistakon, Johnson & Johnson Inc.; Biomedics 55, Frequency 55, Encore Premium, CooperVision; Extreme H2O, Hydrogel Vision Corp.) e sono per questo stati esclusi dallo studio. Fig. 2: Modalità di utilizzo prescritte ai soggetti a cui sono state applicate lenti in silicone idrogel Fig. 3: Modalità di utilizzo prescritte ai soggetti che utilizzavano lenti in silicone idrogel, sia per quanti hanno concluso i 3 anni e per quanti hanno interrotto Il mantenimento da parte dei pazienti ad ogni visita in programma viene mostrato nella figura 1. Inizialmente il gruppo di portatori SH che provenivano dalle lenti idrogel a basso Dk/t e a cui sono state applicate lenti lotrafilcon A ha avuto un alto grado di mantenimento. Rispetto al gruppo LDW (1-visita settimanale, 93% contro. 85% [x2 = 5.35, P=0.02]). Non c’è stata nessuna differenza significativa nella percentuale di soggetti in ogni gruppo che continuavano a sottoporsi alle visite da un anno in avanti ([x2 = 0.75, P=0.38]). La modalità di utilizzo prescritta. per il gruppo SH è rimasta pressochè costante per i soggetti che hanno completato i 3 anni di studio. A quasi il 90% di questi è stato prescritto di indossare lenti fino a 30 notti di fila, con il restante 10% diviso in una varietà di modalità di utilizzo più brevi (Fig. 2). La modalità di utilizzo per i soggetti che utilizzavano delle lenti SH e che hanno completato lo studio sono stati paragonati a quelli che invece lo hanno interrotto (Fig. 3) (confronti per i primi 6 mesi solo per acquisire i dati del maggior numero di soggetti che hanno interrotto). Ai soggetti che alla fine hanno interrotto era stato pre- Tab. 3: Condizioni preesistenti dell’occhio riportate dagli specialisti all’inizio dello studio Gruppo SH Gruppo LDW Condizioni preesistenti (% dei soggetti) (% dei soggetti) P valuea Occhio secco 15.5 2.5 0.002 Allergie 12.9 4.9 0.05 Neovascularizazione 12.0 0 0.001 Congiuntivite giganto papillare 10.7 1.2 0.008 Blefarite 6.6 1.2 0.06 Occhio rosso acuto da lac 5.7 0 0.03 Disfunzione delle ghiandole di Meibomio 5.7 0 0.03 Cicatrice corneale 3.6 0.6 0.30 Staining cronico 1.9 0 0.22 Test del Chi-Quadro Tutte le condizioni con P<0.05 tra i gruppi in grassetto SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD,deviazione standard; D, diottrie a 22 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine scritto un tempo di porto notturno significativamente più breve, anche all’inizio della prova. La Tabella 3 illustra le condizioni preestenti per ogni gruppo annotate dagli specialisti. I portatori di lenti a contatto all’inizio dello studio riportavano con più frequenza una storia di occhio secco, allergia, neovascolarizzazione corneale, congiuntivite gigantopapillare, occhio rosso acuto e disfunzioni delle ghiandole meibomiali rispetto ai non portatori di lenti a contatto (P< 0.05, x2= tutti i confronti). La percentuale dei portatori abituali di lenti a contatto con segni biomicroscopici positivi in partenza era significativamente più alta, eccetto per quanto riguarda l’edema e le microcisti, rispetto ai pazienti che non avevano utilizzato lenti a contatto prima di essere coinvolti nello studio, come mostra la Tabella 4 mettendo a confronto i dati di partenza dei gruppi. Segni di salute corneale La variazione nella percentuale dei soggetti che avevano segni di rossore limbare, neovascolarizzazione corneale o congiuntiviti papillari di grado superiore allo 0 è illustrato graficamente per ogni visita nelle Figure dalla 4 alla 6. La Figura 4 mostra la rapida decrescita nel rossore limabare tra i soggetti che sono stati spostati dalle lenti LWD alle lenti SH e la lenta crescita del rossore limbare tra i nuovi portatori di lenti. I segni del rossore congiuntivale sono cambiati in modo simile (non illustrati). Per il gruppo SH i livelli di partenza della neovascolarizzazione corneale sono migliorati dalla visita della prima settimana e si sono stabilizzati dopo la sesta visita mensile. Contrariamente i nuovi portatori di lenti in idogel hanno cominciato a mostrare segni di neovascolarizzazione nel tempo intercorso tra la visita della prima settimana e quella del primo anno (Fig. 5). Dopo 3 anni approssimativamente il 9% dei portatore di LDW mostrava neovascolarizzazione. Il rapporto di portatori di lenti LWD che avevano congiuntivite papillare non è cambiata significativamente durante lo studio, nonostante tra i nuovi portatori ci sia stata una crescita costante della prevalenza di congiuntivite papillare (Fig. 6). La Tabella 4 riassume i cambiamenti biomicroscopici avvenuti dall’inizio alla fine dei 3 anni per i soggetti che hanno completato lo studio. Sintomi La percentuale di soggetti che hanno riportato sintomi frequenti da moderati a severi sono significativamente differenti in partenza tra i due gruppi, 23 2007, vol. IX, n. 2 Fig. 4: Prevalenza di rossore limbare nel tempo tra i soggetti che hanno completato lo studio Fig. 5: Prevalenza di neovascolarizzazione nel tempo nei soggetti che hanno completato lo studio Fig. 6: Prevalenza di congiuntiviti papillari nel tempo tra i soggetti che hanno completato lo studio i portatori abituali riportavano più sintomi rispetto ai neofiti (Tabella 5). Per la coorte SH c’è stata una significativa riduzione nei sintomi di secchezza durante e alla fine del giorno, rossore, lacrima- a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine Tab. 4: Cambiamenti nella prevalenza dei segni biomicroscopici per i soggetti che hanno completato i 3 anni di studio Percentuale di occhi con segni maggiori di 0 SH (n = 460) LDW (n = 108) Segni biomicroscopici Inizio 3 anni Inizio 3 anni a Rossore limbare 32 9 4 15b a Rossore congiuntivale 36 15 11 19 Staining congiuntivale 16 15 3 9 Staining corneale 15 13 3 15b Congiuntivite papillare 25 21 10 28c Neovascolarizzazione corneale 19 6a 0 4 b Microcisti epiteliali 4 1 0 0 Edema corneale 4 1b 0 0 Il numero di ogni risposta varia leggermente. Tutti i segni con cambiamenti significativi nei 3 anni in grassetto. a P_0.001 b P_0.05 c P_0.01 SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie Fig. 7: Prevalenza di secchezza alla fine del giorno per i soggetti che hanno completato lo studio Fig. 8: Prevalenza di chi presenta, alla fine dello studio, un’acuità visiva di 20/20 o superiore tra i soggetti che hanno completato i 3 anni zione, bruciore o irritazione, sensazione di corpo estraneo, fotofobia, visione appannata e prurito dall’inizio alla fine dei 3 anni. Molti sintomi sono cambiati significativamente entro una settimana di applicazione di lenti SH, come mostrato per la secchezza a fine giornata nella Figura 7. Contrariamente c’è stato un significativo aumento della secchezza durante e alla fine del giorno e visione appannata per i portatori delle lenti LDW dopo aver cominciato a portare lenti in idrogel. selezionato in modo casuale un campione di riferimento basato sull’età di portatori di lenti SH e di portatori di lenti LDW che hanno completato lo studio. I dati demografici e refrattivi per il campione di riferiemento basato sull’età vengono mostrati nella Tabella 6. Il gruppo che indossava lenti SH ha avuto un aumento della miopia di 0.03 diottrie (D), mentre il gruppo LDW ha avuto un aumento di miopia di 0.40 D nei tre anni di prova. (P= 0.007, metodo dei minimi quadrati). La frazione di soggetti che hanno completato lo studio e che presentavano ad ogni visita un’acuità visiva di almeno 20/20 viene mostrata alla Figura 8. La frazione di soggetti del gruppo SH con un’acuità visiva di 20/20 o migliore è rimasta relativamen- Cambiamenti nell’errore refrattivo e nella acuità visiva Per il confronto tra l’impatto dei due tipi di lenti sulla progressione dell’errore refrattivo, è stato 24 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine Tab. 5: Prevalenza dei sintomi all’inizio e dopo 3 anni per i soggetti che hanno completato i 3 anni Percentuale di occhi SH (n= 226) LDW (n = 54) Sintomi Inizio dei 3 anni Inizio dei 3 anni Secchezza durante il giorno 10a 6 2a 11 a Secchezza fine giornata 17 7 0a 20 Fotofobia 7a 2 4 2 a Rossore 7 3 0 0 Sensazione di corpo estraneo 5a 2 0 2 Visione appannata 4b 2 4b 2 Muco 2 7 0 2 Bruciore e irritazione 2 1 0 0 Lacrimazione 2 1 0 0 Il numero di ogni risposta varia leggermente; viene mostrato il massimo numero di risposte. a P_0.001 b P_0.05 SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD, deviazione standard; D, diottrie te stabile durante lo studio, mentre la frazione con acuità visiva di 20/20 per il gruppo LDW andava dal 63% al 78% dopo 1 mese di studio. Discussione Campione di pazienti Il progetto dello studio ha permesso la comparazione di un campione di neofiti che ha cominciato ad indossare lenti giornaliere in idrogel con un campione,composto per la maggioranza da portatori abituali di LDW, a cui sono state applicate lenti SH. Questi studi clinici sono stati utilizzati per supportare l’approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense della commercializzazione delle lenti SH per l’uso continuo mensile, coinvolgendo il confronto diretto tra le lenti in SH e lenti in idrogel a basso Dk/t approvate per l’uso esteso14, 15. È stato comunque chiesto agli specialisti di informare i pazienti che indossavano lenti idrogel, con qualsiasi modalità d’utilizzo, nel caso avessero potuto beneficiare di qualsiasi altra tecnologia di lenti. Uno studio come questo che confronta l’uso giornaliero di lenti idrogel con l’uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel potrebbe rispondere a domande in cui ci si imbatte abitualmente nella pratica. Per determinare se ci siano differenze nella selezione dei pazienti per i vari tipi di lenti lo studio ha inoltre permesso ai ricercatori la libertà di selezionare le lenti. Lo studio, diversamente da prove cliniche con criteri estesi di inclusione ed 25 2007, vol. IX, n. 2 esclusione, dà una visione delle abitudini degli specialisti in lenti a contatto. Lo studio è cominciato subito dopo l’approvazione da parte della Food and Drug Administration delle lenti lotrafilcon A e potrebbe riflettere parte della cautele e delle aspettative nei confronti di queste lenti. Senza nessuna indicazione in tal senso da parte del gruppo di ricercatori, i pazienti che sono stati selezionati per indossare lenti SH ad alto Dk/t avevavano errori refrattivi più alti all’inizio dello studio ed erano più vecchi. Forse ciò sta ad indicare più anni di utilizzo di lenti, rispetto ai soggetti più giovani a cui sono state prescritte lenti idrogel ad uso diurno, similmente al range d’età trovato nell’ampia ricerca di controllo sul mercato delle lenti lotrafilcon A19. Sebbene questa prova sia utile per i vecchi portatori di lenti a contatto, vale la pena di riconsiderare il motivo per cui i giovani pazienti neofiti con superfici oculari pulite siano stati messi nel gruppo di lenti a basso Dk/t che possono alla fine portare a segni sulla superficie oculare e negli strati profondi della cornea1,4,6,12,20,21. Nei primi anni di introduzione delle lenti in SH forse l’esclusione dell’uso esteso ha portato i ricercatori ad evitare i prodotti in SH per i pazienti più giovani. Contrariamente, una frazione sostanziosa di portatori di più di 40 anni di età sono stati messi nel gruppo dello studio di uso continuo di lenti SH. Questo può indicare che i ricercatori hanno scelto le lenti in silicone idrogel per i vecchi portatori o forse per i pazienti più anziani con sintomi emergenti di secchezza. a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine Tab. 6: Sommario dei dati demografici e dei dati refrattivi per gruppo d’età dei soggetti che hanno completato lo studio Caratteristiche SH LDW Genere Femmine 23 (64%) 23 (64%) Maschi 13 (36%) 12 (33%) Non disponibile — 1 (3%) Età (anni) Media ±SD 27.9 ± 12.4 27.9 ± 12.5 Range 14.3-54.0 13.8-53.6 Inizio Refrazione da occhiale (D) Sfera media ±SD -3.59 ±1.99 Cilindro medio ±SD -0.79 ±0.48 Cheratometria (D) Lettura meridiano 44.70 ±1.52 più piatto Lettura meridiano 45.48 ±1.63 più curvo 3 anni Inizio 3 anni -3.62 ±2.16 -0.83 ±0.47 -2.10 ±1.78 -0.65 ±0.48 -2.50 ±1.93a 0.71 ±0.61 44.52 ±1.37 43.48 ±1.19 43.53 ±1.40 45.34 ±1.49 44.13 ±1.32 44.24 ±1.36b P_0.001 P_0.05 SH, uso continuo silicone idrogel; LDW uso diurno di lenti a basso Dk; SD,deviazione standard; D, diottrie a b Le sottigliezze riguardanti la selezione dei pazienti e la scelta delle lenti continueranno ad emergere mentre si acquisisce esperienza con questa nuova tecnologia. Si spera che la transizione ad un materiale con più alta trasmissibilità all’ossigeno renderà possibile, per i vecchi portatori, continuare ad utilizzare lenti a contatto per decenni senza i problemi associati alla mancanza di ossigenazione corneale. Mantenimento dei portatori La più diminuzione di soggetti si è verificata nel gruppo di portatori di lenti LDW nella prima settimana dello studio (15%) con il 32 % di interruzione nei tre anni. Questa parte dello studio è la transizione da non portatori ad utilizzatori di lenti a contatto. È probabile che una serie di questioni abbia influenzato questo gruppo (per es. motivazione soggettiva, abilità di manipolazione delle lenti e così via). Similmente, nel sottogruppo di 31 portatori di lenti SH che erano vecchi o nuovi portatori di lenti, 12 (38%) hanno interrotto prima della fine dei tre anni, con il maggior numero di interruzioni precedenti alla prima visita semestrale ed il 7% di interruzione nella prima settimana. Ciò è confrontabile con un tasso di discontinuità molto più basso per i portatori esperti nel gruppo di SH. Perciò è più probabile che un nuovo portatore sia più propenso ad interrompere nel periodo iniziale, indipendentemente dal tipo di lenti. Il confronto nel mantenimento di lungo termine è stato favorevole per il gruppo di portatori di lenti ad uso continuo, che si potrebbe considerare come più rigoroso nella modalità di utilizzo (cioè 24 ore al giorno per la maggioranza dei giorni del mese). Inoltre, questo studio ha riportato un tasso di mantenimento più alto del tasso del 42% in 3 anni riportato da Stern et al12, forse perchè, a causa delle limitate geometrie di lenti disponibili al tempo del primo studio e a causa del maggiore rigore delle visite trimestrali, il mantenimento era più difficile per i soggetti coinvolti. Solomon et al.13 hanno trovato un tasso di mantenimento in 3 anni di varie lenti idrogel che varia dal 58.7% al 74.3%, similmente ai risultati di questo studio. Abitudini di utilizzo Il risultato che più colpisce nei dati sulla modalità di utilizzo è l’ampia differenza tra di modalità di utilizzo tra i soggetti che hanno completato i 3 anni dello studio e quelli che hanno interrotto. Anche nel gruppo di portatori di lenti SH, non a tutti i soggetti erano stati prescritti 30 giorni di uso notturno al momento della distribuzione. La prescrizione di meno di 30 notti di uso continuo ten26 2007, vol. IX, n. 2 a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine deva a prevedere chi avrebbe interrotto l’utilizzo delle lenti più avanti nello studio. Non risulta chiaro nello studio se le modalità di utilizzo prescritte derivassero da un insieme di convinzioni dei ricercatori, limitazioni fisiologiche dei pazienti, oppure da preoccupazione riguardanti l’uso notturno da parte dei pazienti. Così come non è chiaro il motivo per cui un limitato uso notturno possa ridurre la capacità dei soggetti di non interrompere lo studio. Teorie riguardanti l’interazione con i sistemi di manutenzione o l’insoddisfazione dei pazienti relative alle aspettative di raggiungimento dell’uso continuo potrebbero essere esplorate in altri studi. Cambiamenti nell’errore refrattivo e nell’acuità visiva L’ampia differenza iniziale nell’errore refrattivo per il gruppo SH era visibile anche nel momento in cui è stato scelto un sottogruppo basato sull’età. Ciò è simile all’alta percentuale di pazienti ametropi trovati durante la ricerca sul mercato sul lotrafilcon A19. Pare che gli specialisti rispondano al più alto bisogno di ossigeno dovuto a lenti spesse e con alti poteri, prescrivendo lenti SH a chi presenta alte ametropie. Questo studio ha riscontrato una minore progressione miopica nel campione di riferimento basato sull’età che portava lenti SH ad uso continuo, anche in confronto con l’uso diurno di lenti idrogel. Sebbene sia in accordo con i risultati degli studi precedenti nei quali è stato confrontanto l’uso esteso delle lenti idrogel e in SH, il meccanismo di variazione nella miopia con l’utilizzo di lenti idrogel non è stato precisamente compreso7,8. Può essere stato causato da un aumento nello spessore corneale o da un cambiamento della curvatura corneale. Dato che questo studio non misura ogni componente oculare che può essere coinvolta nell’aumento della miopia (per es. lunghezza assiale, spessore corneale ecc.) è in grado di riportare solo i risultati senza commenti sulle cause. La frazione di soggetti LDW che si presentavano alla visita con un’acuità visiva di meno di 20/20 con le lenti a contatto è stata più alta per le visite del primo anno ed era significativamente più alta che nel gruppo SH: Poichè un’ampia percentuale del gruppo LDW ha avuto una progressione miopica durante lo studio, è ragionevole aspettarsi che la loro acuità visiva con le lenti a contatto abbia sofferto a causa di una miopia emergente non corretta. Ciò suggerisce il bisogno di effettuare una sovrarefrazione e aggiusta27 2007, vol. IX, n. 2 re la prescrizione delle lenti tra i portatori di lenti a basso Dk/t che più probabilmente saranno soggetti ad una progressione miopica. Segni di salute corneale e sintomi I segni biomicroscopici che si sono sviluppati nei nuovi portatori di LDW sono ben documentati segni cronici dell’utilizzo delle lenti idrogel. Molti di questi segni, come il rossore limbare, il rossore bulbare e la neovascolarizzazione si ono alleviati dopo 1 settimana di lenti SH, anche con modalità d’uso continua. Questi risultati supportano quelli di molti altri studi3-6. Al fine di dare un giudizio ai cambiamenti nel gruppo durante i 3 anni dello studio, è stato analizzato solo il gruppo composto da chi ha completato lo studio per avere un resoconto della condizione di quegli specifici occhi per la durata dello studio. I soggetti che in seguito hanno interrotto, comunque non avevano alcun segno oculare premonitore inizialeche avrebbe indicato che si sarebbero comportati così. Come era prevedibile secondo molti altri studi sui sintomi tra i portatori, i neofiti che indossavano lenti LDW hanno sviluppato sintomi significativi, in particolare secchezza durante e alla fine del giorno (Tabella 5)22,23. Sebbene il gruppo a cui sono state assegnate le lenti SH avesse un’età media più alta e fosse quindi probabile che avesse un po’ di secchezza dovuta alla fisiologia della lacrima, i sintomi di secchezza si sono significativamente alleviati nel gruppo a cui sono state applicate lenti SH dopo aver utilizzato precedentemente lenti in idrogel. Il gruppo LDW inoltre ha continuato a sperimentare un crescente livello di sintomi alla fine del giorno e ha raggiunto una prevalenza di sintomi simili a quelli della coorte SH all’inizio, che generalemente, prima dello studio, indossavano lenti a basso Dk/t. Il sollievo dai sintomi cronici che potevano impedire il porto di lenti dovrebbe essere considerato come ragione appropriata per ri-applicare a portatori di lenti idrogel, lenti SH, specialmente perchè i sintomi sono associati all’abbandono delle lenti a contatto2,22. Papas et al.3–5,24 hanno stabilito che un minimo di Dk/t di 125 è necessario per evitare iperemia limbare, che è uno dei primi segni della risposta dei tessuti all’ipossia e al danno corneale. L’iperemia limbare può anche essere un indicatore precoce di una risposta infiammatoria. Shoshani et al.25 hanno documentato che almeno un tipo di edema corneale induce il rilascio di marcatori infiammatori, citochine, fattore di cresci- a r t i c o l o 3 anni di uso continuo fino a 30 notti di lenti in silicone idrogel lotrafilcon A e di uso diurno di lenti in idrogel a basso Dk/t. Risultati clinici a lungo termine ta vascolare endoteliale ed enzimi che degradano la matrice. In questo studio è stato notevole il fatto che la diminuzione del rossore limbare e la neovascolarizzazione siano stati osservati in concomitanza con il miglioramento dei sintomi secchezza e discomfort. Nomura et al.26 hanno documentato un’associazione tra la presenza di neovascolarizzazione e sintomi di secchezza nei portatori di lenti a basso Dk/t. Numerosi team di ricercatori hanno documentato una diminuzione dei sintomi di rossore e secchezza con le lenti lotrafilcon A2,6,27. Il discomfort e la secchezza da parte di portatori di lenti a basso Dk/t possono diminuire in parte grazie alla più alta trasmissibilità all’ossigeno delle lenti SH o grazie all’elusione dell’infiammazione, come evidenzato dalla diminuita iperemia limbare. La risposta limbare alle lenti a contatto è significativa, non solo perchè può dare luogo alla formazione di nuovi vasi sanguigni, ma anche perchè il limbus è l’unica sorgente di cellule dell’epitelio corneale. Il danno da ipossia cronica in quest’area può avere effetti di lungo termine sulla salute della cornea24. Conclusioni Le lenti a contatto in silicone idrogel con alta trasmissibilità all’ossigeno hanno performance migliori per i segni della salute corneale, comfort e stabilità dell’errore refrattivo nella maggior parte dei casi. Questo studio aggiunge dati di lungo termine alle conoscenze di cui i portatori possono beneficiare in termini di fisiologia oculare e sintomi usando questi materiali. Ringraziamenti Gli autori ringraziano Chaio-hua Wang per l’assistenza nell’analisi statistica e lo staff di CIBA Vision Clinical Trial per aver monitorato e guidato lo studio. Bibliografia 1. Keay L, Sweeney DF, Jalbert I, et al. Microcyst response to high Dk/t silicone hydrogel contact lenses. Optom Vis Sci 2000;77:582-585. 2. Chalmers RL, Dillehay S, Long B, et al. Impact of previous extended and daily wear schedules on signs and symptoms with high Dk lotrafilcon A lenses. Optom Vis Sci 2005;82:549-554. 3. Papas E, Vajdic CN, Austen R, et al. 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Una rotazione indesiderata, anche minima, è infatti in grado di produrre un sensibile residuo refrattivo sferocilindrico (sovrarefrazione). Si prenda ad esempio un sistema che ha bisogno di una correzione ottica cilindrica di -3.00 ax180°. Nel caso in cui la correzione avvenga attraverso un cilindro di -3.00 ruotato in senso orario di 10° ci troveremo di fronte un residuo refrattivo di sf+0,52 cil-1,04 ax40°. Per una rotazione di 20° il residuo salirebbe a sf+1,03 cil-2,05 ax35° e per 30° si arriverebbe a sf+1,50 cil-3,00 ax30°. In sostanza se una lente torica ruota di 30° rispetto al suo asse corretto la sua capacità di correzione dell’astigmatismo diviene nulla: il residuo sferocilindrico indotto ha un potere cilindrico esattamente uguale a quello originalmente da correggere. Quando si applica una lac morbida torica è quindi impor29 2007, vol. IX, n. 2 tante poter monitorare l’eventuale rotazione della lac, cosa che può essere fatta: - indirettamente, attraverso la sovrarefrazione sferocilindrica; - direttamente attraverso i segni di riferimento presenti sulla lente. La sovrarefrazione, misurabile oggettivamente o soggettivamente dopo aver applicato una lac torica morbida, sarà tanto più alta e produrrà peggiore qualità visiva tanto più forte è il valore cilindrico e più ampia è la rotazione (il tetto si raggiunge a 90° di rotazione dove il cilindro residuo si raddoppia rispetto al valore originario). Disponendo del valore di sovrarefrazione e di quello della correzione sferocilindrica di partenza è possibile calcolare la rotazione della lente o, molto più utile clinicamente, il potere della lente nuova da ordinare e cioè di quella lente che continuando a ruotare come la lente provata è in grado di correggere perfettamente il difetto di partenza (per le formule relative a questi calcoli vettoriali vedi Calossi, 2000 e Lindsay, 2007). Per la valutazione diretta della rotazione di una lente torica ci si affida invece ai segni di riferimento: marcature presenti sulla superficie della lente che consentono di stimare la rotazione paragonando la loro posizione assunta sull’occhio (osservata) con quella attesa in cui la posizione dell’asse del potere è conforme alla ricetta del paziente. I segni di riferimento, collocati vicino al bordo, si differenziano a seconda dei vari brand per: - forma: linea radiale (Fig. 1), punto, lettera etc; - posizione: a ore 3, 5, 6, 6±15° (Fig. 1), 7, 9 o 12; Fig. 1 Fig. 2 - numero: possono essere singoli (in genere a ore 6) o presenti in coppie in posizioni diverse (a ore 3 e 9 oppure 6 e 12) oppure in triplette (per esempio ore 3, 6 e 9 oppure 6±15° o 6±30°); - modalità di realizzazione (incisione meccanica o laser, stampaggio). La valutazione dei riferimenti va effettuata quando la lente si è stabilizzata, senza toccare o sollevare le palpebre (ciò potrebbe influenzare la rotazione), cercando di non quantificare come rotazione eventuali spostamenti laterali dei riferimenti legati a decentramenti r u b r i c a immagini di lac Fabrizio Zeri delle lac. Per quantificare la rotazione della lente possiamo ricorrere a 2 metodi principali: - una valutazione attraverso dei riferimenti angolari; - una stima a “occhio”. Lo strumento più utile per effettuare questa valutazione è la lampada a fessura. È possibile allineare la fessura di luce orientabile, prodotta dallo strumento, al segno di riferimento e leggere sulla scala angolare che indica la rotazione della fessura il valore preciso. In Fig. 2 è illustrato l’esempio di una fessura con cui si procede all’allineamento e in alto la scala angolare su cui è possibile leggere l’angolo dell’inclinazione. In questo caso la fessura è disposta esattamene a 90°, se il segno di riferimento con cui si è allineato è a ore 6 o 12 la rotazione è nulla. Per quanto il prima sistema è certamente molto preciso non è sempre usato, infatti è molto più diffusa la stima ad occhio. Il problema della stima ad occhio è però il possibile errore. Il paradigma del rod and frame, molto simile al compito richiesto qui, usato in studi di psicologia della percezione (un soggetto deve stimare la rotazione di un segmento, rod, inserito all’interno di una cornice; frame), ha dimostrato come si può essere soggetti a possibili bias. Ad esempio esiste un certo effetto del campo esterno (frame) in grado di influenzare la stima dell’orientamento del segmento, effetto che risente di una forte differenza individuale. È stato dimostrato che il tipo di segno di riferimento può leggermente influenzare la stima (Bergenske e coll, 2003): - l’accuratezza nella stima è migliore con i riferimenti orizzontali (ore 3 e 9) rispetto a quelli verticali (6 e/o 12); - l’errore con i riferimenti verti- Fig. 3 cali è di leggera sottostima, con gli orizzontali di leggera sovrastima. In genere si è visto che la presenza di più riferimenti, con diverse angolazioni può facilitare una migliore stima (Bergenske e coll, 2003; Lindsay, 2007). Durante un corso ECM sulle lac toriche (Calossi e Zeri, 2005) è stato effettuato un piccolo esperimento sull’accuratezza della stima ad occhio. I 20 partecipanti tutti ottici con esperienza però piuttosto eterogenea, hanno valutato la rotazione di una lac torica con riferimento a ore 6, giudicata attraverso un’immagine precedentemente acquisita con un sistema digitale. In Fig. 3 è riportato un istogramma con la frequenza di errore tra la stima ad occhio e la misura della rotazione effettuata con lampada a fessura e scala graduata. Seppure la media di errore di circa 5° è piuttosto contenuta, e in linea con quella di altri studi (Bergenske e coll, 2003), è possibile evidenziare come per parecchi soggetti si verificano errori clinicamente rilevanti (di circa 10°) come dimostrato dai calcoli sopra. Soprattutto per clinici inesperti quindi, la stima ad occhio dovrebbe essere sempre accompagnata da valutazione con lampada a fessura e scala angolare. In fondo in fondo comunque l’errore fatto a occhio qualche vantaggio può anche darlo: non ci rende consapevoli di un problema di rotazione e quindi non ci fa preoccupare per una sua compensazione; secondo il vecchio adagio che occhio non vede cuore non duole. Bibliografia Bergenske P. e coll. The influence of orientation mark pattern on perceived rotation toic soft contact Lens. Poster presentato al: Annual Clinical Conference and Exhibition of British Contact Lens Association. Brighton-UK, 6-8 June 2003. Calossi A. Sovrarefrazione e calcolo vettoriale. LAC 2000; 1:13-16. Calossi A, Zeri F. Seminario ECM, Provider Ist. Benigno Zaccagnini “La correzione dell’astigmatismo con lenti a contatto”. Rimini 20-21 Novembre 2005. Lindsay RG. Toric Contact Lens Fitting. In Phillips AJ, Speedwell L. Contact Lenses. Butterworth-Heinemann Elsevier, 2007. 30 2007, vol. IX, n. 2 r u b r i c a tips & tricks Laura Boccardo Unghie sempre più lunghe Da qualche anno è sempre più diffusa tra le donne la moda della ricostruzione delle unghie. Cosa fare se una paziente con unghie sorprendentemente lunghe si presenta per un’applicazione di lenti a contatto? Chiediamo di rimuovere le unghie? Le facciamo accorciare? Il problema è per lo più limitato alla fase dell’estrazione delle lenti. Una possibile soluzione per non scontentare il desiderio di applicare lenti a contatto e mantenere ugualmente le unghie lunghe, me l’ha fornita una portatrice. La ragazza, con unghie sporgenti circa mezzo centimetro dal polpastrello, effettua il movimento di estrazione (la leggera compressione a stringere la superficie della lente con il polpastrello dell’indice e del pollice) non direttamente sulla lente, ma sulla superficie esterna della palpebra superiore, a occhio chiuso. Il movimento effettuato sulla palpebra si trasferisce internamente sulla lente, che viene compressa e sollevata dalla superficie, come accade durante il movimento diretto. Prima che la lente si riposizioni, è sufficiente a questo punto decentrare la lente, sempre servendosi della palpebra, e il gioco è fatto. In questo modo le unghie vanno in contatto con la cute della palpebra esterna e non con la più ben delicata superficie oculare. Fabrizio Zeri il trucco è quello di invitarlo a chiudere quello dominante ed a fissare lo specchio oppure il dito che si avvicina con la lente. Solo in questo modo, l’occhio interessato riprenderà la fissazione ed il soggetto disporrà di tutto il diametro corneale per centrare la lente nel modo più semplice. Andrea Maiocchi Quando l’occhio guarda da un’altra parte Al contrario del precedente, questo tip si applica a pazienti con normale visione binoculare e quindi, curiosamente, suggerisce il contrario, giungendo però ad un risultato analogo. Talvolta, per la tensione, un paziente alla prima applicazione tende a tenere l’altro occhio chiuso e, con l’occhio dove si cerca di applicare la lente, tende a guardare in giro, nelle direzioni più disparate, rendendo difficile la manovra d’inserimento o di rimozione della lente, soprattutto se RGP. In questo caso, può essere utile chiedergli di aprire l’altro occhio e, con quello, cercare di fissare nella direzione voluta. Questo suggerimento sposta l’attenzione del paziente sull’altro occhio e facilita la manipolazione dell’occhio interessato. Antonio Calossi Prendo spunto da una ragazza affetta da sindrome di Duane che si è presentata nel mio studio per una prima applicazione di lenti, nella fattispecie gas-permeabili. Nel caso di Diana, era presente un caratteristico strabismo alternante con difetto in adduzione che le rendeva difficile, se non impossibile, l’applicazione della lente sull’occhio in quel momento non in fissazione. In questi casi, come in tutti quelli in cui un occhio appare deviato per strabismo alternante, quando il soggetto deve procedere con questo tipo di applicazione, Di nuovo per occhi che guardano troppo in giro Avete un piccolo trucco o qualsiasi suggerimento che possa risolvere i problemi più comuni che si incontrano nella pratica contattologica di tutti i giorni? Avete piacere di condividerlo con i colleghi? Inviate i vostri Tips&Tricks alla redazione di LAC. 31 2007, vol. IX, n. 2 r u b r i c a in libreria Laura Boccardo Optometry A-Z Nathan Efron Butterworth-Heinemann, Elsevier, 2007 Copertina rigida, 414 pagine, 283 immagini a colori Lingua inglese Perché recensire un libro di optometria su una rivista di lenti a contatto? Prima di tutto perché chi si occupa in modo preponderante di lenti a contatto non può, in ogni caso, prescindere da una conoscenza diffusa delle materie optometriche. Poi, perché questo libro è curato da Nathan Efron, esperto riconosciuto a livello mondiale, educatore e autore di numerose pubblicazioni nel campo della contattologia. Il testo è un dizionario illustrato che affronta tutti gli aspetti dell’optometria e include: l’anatomia e fisiologia dell’occhio, la refrazione, la visione binoculare, la visione dei colori, l’ipovisione, la campimetria, le lenti a contatto e quelle per occhiali, l’ottica geometrica e fisica, la patologia e le terapie oculari, una rassegna delle associazioni scientifiche e alcuni aspetti legislativi. Come il titolo stesso fa facilmente intuire, “Optometry A-Z” ha una struttura enciclopedica, in cui ogni voce è elencata in ordine alfabetico. Pur contenendo centinaia di definizioni, rispetto ad altri dizionari di optometria di peso analogo, “Optometry A-Z” offre meno voci, ma ad ognuna viene dedicato uno spazio più ampio. Non è un testo pensato per essere letto dall’inizio alla fine, ma piuttosto per essere consultato quando si cercano informazioni su un argomento specifico. Opportuni rimandi permettono di trovare velocemente le voci correlate fra loro, ma lo studio di argomenti vasti rimane comunque piuttosto dispersivo. Per esempio, per studiare la refrazione, un lettore sarebbe costretto a saltare da una pagina all’altra per rintracciare tutte le quindici voci correlate, mentre il sistema alfabetico funziona benissimo quando si cerca la spiegazione di un singolo test. Degno di nota è il ricco contributo in tabelle, foto, grafici e disegni schematici, che comprende anche le note grading scales sviluppate da Nathan Efron per la contattologia. La veste grafica ben curata ed il linguaggio semplice ne fanno un testo piacevole da consultare. Sicuramente la realizzazione di un libro con questa impostazione impone al curatore una dolorosa selezione degli argomenti da trattare: l’impressione è che prevalgano gli aspetti dell’optometria più le- gati alle lenti a contatto, rispetto ad altre specializzazioni. Per esempio, inerente alla parola “sport” troviamo solo “Sport, contact lenses for”, senza invece alcun riferimento a tecniche specificatamente optometriche o di allenamento visivo. In conclusione, si può sostenere che “Optometry A-Z” non può essere il vostro solo testo di riferimento, ma di certo può togliervi rapidamente da qualche imbarazzo anche durante la più indaffarata sessione di lavoro. www.elsevierhealth.com/optometry 32 2007, vol. IX, n. 2