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FELICITA` E: Ehi tu! A: Io? E: Sì tu! Sapresti indicarmi la strada per
FELICITA'
E: Ehi tu!
A: Io?
E: Sì tu! Sapresti indicarmi la strada per Monte Fixel?
A: Sì, certo. Ma.. Nessuno vuole mai andare sul monte Fixel. Perchè desiderari di
trovarlo? Cerchi qualcosa?
E: In effetti sì, ma non ho intenzione di dirtelo.
A: Perchè mai, ragazza?
E: Mi prenderesti per matta.
A: Oh, dovresti essere fiera di essere considerata pazza. La pazzia è l'anticamera
di una mente piena, straripata di idee. Senti, ti voglio aiutare, ragazza rossa. Ti
accompagnerò fino alla montagna, se vuoi, ma devi dirmi perché ci vuoi andare.
E: Perchè è così importante per te?.. Fa nulla, te lo dirò: cerco la felicità.
A: E che cosa ti fa pensare di poterla trovare sul monte Fixel?
E: Ah... è una lunga storia.
A: Le storie lunghe mi piacciono, raccontamela finchè camminiamo. Il monte non è
così lontano da qui.
E: Va bene allora. Tanto tempo fa, una sera d'inverno, mio padre mi lasciò. Non so
dove sia, penso che mai lo rivedrò. Mi ha solo detto che sarebbe andato in cielo
per un po' e mi ha fatto promettere che avrei trovato la Felicità. L'ho cercata
dappertutto, lo giuro: prima a casa, in città, poi in tutto il paese.. Per giorni
interminabili ho scavato, mi sono arrampicata su alberi, ma nulla. Nessuna Felicità,
perciò mi sono messa in viaggio. Se io fossi in lei, ho pensato, mi nasconderei nel
luogo più infelice. E così sono giunta nelle Terre di Nessuno, dove solo pianure di
desolate sterpaglie regnano. Dopo settimane di chiacchiere con rami secchi e
avvoltoi inquieti, ho incontrato un uomo. M'ha chiesto cosa cercavo, così gli ho
raccontato di Felicità. Mi ha detto, circospetto: "Alcuni dicono che Felicità sia
custodita nel del tesoro del Re del Mondo Assoluto. Altri invece sostengono
d'averla vista lontano da qui, su un monte di nome Fixel". Io allora mi sono
incamminata verso il monte: mi sembrava impossibile che Felicità si nascondesse
tra gli ori del re. Se così fosse, perchè lui è sempre triste? Dicono che il suo
giardino sia così verde... Secondo me solo perchè tutte le notti lo innaffia con le
sue tristi lacrimone.
La montagna invece mi sembrava un luogo più adatto, dove anch'io mi sarei
nascosta. E poi, l'anagramma di Fixel è Felix. Mi sembrava quasi un indizio, ma
forse sbaglio.
A: Aspetta un attimo! Aveva un cappello, quell'uomo? Verde come il mio?
E: Mhm.. Sì, proprio come il tuo! Come fai a saperlo?
A: Oddio, era Alexander! Tu, ragazzina, devi rispondere ad una domanda,
altrimenti non ti posso più accompagnare in questo viaggio. Perchè cerchi la
Felicità e non la Ricchezza, o l'elisir di Lunga Vita? Di certo sarebbero più utili per
te. E ti renderebbero comunque felice, non mancheresti nemmeno al giuramento
fatto a tuo padre.
E: Ma cosa dici, ragazzo moro? Non comprendi pure tu che allungare la vita e
renderla infinita, a dispetto della sua natura effimera, distorgerebbe il suo vero
significato? Una vita infinita ci renderebbe meno attenti al dolore che provochiamo.
Vita eterna significa eterni rimorsi. L'idea di un termine ci porta a fare attenzione ad
errori che non potremmo mai riparare. La Ricchezza invece è una bella sirena, di
cui per esempio il re del Mondo Assoluto si è innamorato. Ma non appena la baci,
la abbracci... Le spuntano ali ed artigli da rapace, denti velenosi da serpente.
Felicità è l'unica che ancora non conosco ed è l'unica speranza.
A: Dunque sei tu!
E: Io cosa? Tu chi sei, come fai a sapere chi ho incontrato, che cosa voglio?
A: Calma, non voglio farti del male. Ti racconterò una storia, che è anche la mia
storia. Sono un ragazzo, ma in realtà sono nato con l'inizio del tempo. Mio padre,
padre di Alexander e di molti altri, mi donò questo berretto verde, al fine di
infondere Speranza. Essa avrebbe dovuto fungere da aiuto, da incoraggiamento.
Ed io sarei stato il Custode. Ma Custode di cosa, padre?, gli avevo chiesto. Di
qualcosa che va nascosto, onde evitare che se ne abusi, fu la risposta. Così creò
Aria, Terra, Fuoco, Acqua (le sorelle di Vita) e nascose il segreto della loro
armonia. Chiamò questo segreto Felicità e lo celò sulla cima del monte Fixel. I miei
fratelli, in giro per il mondo, sono i Distrattori. A quelli come te (che non si
vedevano più dalla morte di tuo padre) che chiedono dove sia nascosta la Felicità,
loro hanno il compito di dare due diverse indicazioni: una falsa, cioè il tesoro del
Re, dove sta invece Ricchezza, ed una vera, il monte Fixel, che però è lontano
mille chilometri e più. Solo chi davvero la vuole è disposto a percorrere tali
distanze e sa che non si nasconde in una cosa così facilmente accessibile come la
Ricchezza.
E: Ma dimmi, perchè nasconderla su una montagna e non in fondo al mare, luogo
irraggiungibile? E poi, volendo, ognuno può salire su una montagna, è un luogo
aperto a tutti.
A: No, mia cara. È più semplice scendere in basso, lasciarsi sprofondare negli
abissi, senza dover costar alcuna fatica. Mentre scalare una montagna (soprattutto
se alta quanto questo monte) richiede sacrificio, allenamento, determinazione.
E: Ti sbagli! Se si va sott'acqua s'affoga: non c'è Aria...
A: Ah, baggianate. L'Aria non serve per respirare. Sono voci che Aria stessa ha
messo in giro e tutti ancora ci credono. La vanitosa disse al più anziano di tutti gli
uomini ed al più antico di tutti gli animali terrestri che senza di lei non avrebbero
potuto sopravvivere. Tutti ci credettero, tranne i pesci. Ah, che animali saggi. Si
vede che sono figli di Acqua!
E: Quindi si vive anche senza Aria?
A: Sicuro.
E: E perchè sopra ad una montagna e non dentro ad un vulcano, sopra le nuvole o
tra i rami di una sequoia? È così semplice, una montagna.
A: Cara ragazza dagli occhi verdi, sono proprio le cose più semplici quelle più
difficili da capire. Perchè pensi che le cose difficili siano tali? Perchè la loro
soluzione è un intrico di cose semplici. Facile sciogliere l'intrico, ma impossibile
sciogliere le cose semplici. E così la montagna.
Passi, rumori di natura, cammino.
E: Oh mio Dio.
A:Eh, già.
E: E' altissima! Non riesco a vedere la fine, va oltre le nuvole!
A: Non è così alta come sembra. È una montagna, semplice. Ma come tutte le cose
semplici, più le guardi da vicino più ti sembrano infinite, indefinite.
E: Ce la faremo ad arrivare in cima?
A: Assolutamente. L'importante è guardare avanti alla cima, senza troppo voltarsi
indietro. Altrimenti ti crogioli nell'ammirare la strada percorsa, rallentando ed
allontanandoti dalla meta. E poi sei fortunata: una volta a guardia della Cima
Massima stava un drago, ma siccome nessuno cercava mai di salire qui su, se non
qualche innocuo e sincero viaggiatore, e sempre più uomini venivano attratti dal
Tesoro del Re, il drago ha deciso di lasciare il posto ed andare a lavorare a Corte.
Nessuno si rende conto dell'inutilità dell'oro... Sono tutti talmente tanto abbagliati
dal suo luccicare, che nessuno si accorge che è solo metallo, ferraglia.
Per fortuna non avrai il problema della lotta. Un tempo molti uomini sinceri
giungevano in cima ma venivano sopraffatti dal drago. C'è chi non è abbastanza
forte da sorreggere la Felicità.. Ma ormai è un problema superato: tutti preferiscono
la Ricchezza, più leggera da portare sulle spalle.
E: Io sono pronta a scalare, anche se questo mi riempirà di rughe e distruggerà
l'armonia del mio bel visino fresco. Andiamo, mia guida, Custode della mia Felicità.
Ti seguo.
Passano gli anni, o forse i secondi?
Le distanze s'accorciano, al ritmo dei pianeti.
E: Dove siamo? Camminiamo da così tanto tempo, quasi ho dimenticato la ragione
per cui cammino.
A: Siamo nel punto più alto di ogni aspirazione umana.
E: Che cosa vedo? Sono alberi, quelli laggiù? Oh, guarda come ballano!
A: Sono le dita di Terra, che solleticano Aria. E vedi là? C'è un torrente, il cui inizio
corrisponde alla sua fine. È un cerchio d'acqua, che circonda un lembo di terra. E
sopra arde Fuoco, piccola ma potente. È la più irascibile delle sorelle di Vita,
perciò si trova raramente. Ama stare con Acqua ma non la può toccare. Che triste
destino, il loro. Da sempre così vicine, l'una la distruzione dell'altra.
E: Ma cos'è quello?
A: Che cosa?
E: Quel rettangolo, quei veli sottili tra due grossi pezzi di legno, come due dita che
tengono fermi fogli di carta in mezzo..
A: Si chiama Libro. È un'invenzione antichissima, di cui s'è persa la memoria
ormai. È un luogo dove fermare i pensieri, lasciare un pezzo di sè, imprigionare
l'anima... Ferma, cosa fai? Ti brucerai!
E: Non mi importa. Se devo infilare la mano dentro Fuoco, per prendere il Libro, lo
farò.
A: Ferma! Ti farai del..
A: Oh, mio Dio.
E: Dici bene.
A: Che cosa c'è scritto?
E: Nulla.
A: Ma come? Non capisco.
E: Io sì. Dammi una penna.
Rumore di penna che gratta il foglio, fruscio di carta e profumo di parole nuove.
-Ho scalato il più alto dei monti,camminato per distanze impercorribili.Tutto ciò che
ho trovato sono state pagine bianche,silenzio assoluto.
Ma non è forse questa, Felicità?
Scalare una montagna solo per il piacere di farlo? Sudare e durar fatica, solo per
poi fermarsi un attimo sulla vetta, guardare e farsi riempire di bellezza?
Non è forse camminare, per pulirsi gli occhi dall'abitudine, per poi, con degli occhi
lindi e nuovi, prendere in mano una penna e scrivere, scrivere ciò che si è
imparato?
Viaggiatore, se sei arrivato fin qui per trovare Felicità, sappi di averla trovata non
appena hai messo il piede fuori di casa. Ora siediti,viaggiatore, e scrivi.
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