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Accudire il Neonato - Policlinico S.Orsola

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Accudire il Neonato - Policlinico S.Orsola
Dipartimento Salute della Donna, del Bambino e dell’Adolescente - Direttore: Prof. Mario Lima
U.O. Neonatologia - Prof. Giacomo Faldella
Accudire il Neonato
Padiglione
“ Orientarsi ”
Supplemento d’Informazione a “Diario di Bordo” Reg. Tribunale di Bologna n. 6759 del 31/12/1997
N. 74
4
Cari genitori,
in queste pagine troverete una serie di indicazioni sull’accudimento del
neonato e su cosa avverrà subito dopo il parto e durante il periodo di
degenza del vostro bambino presso la nostra struttura.
A cura di:
Prof. Guido Cocchi, Dott.ssa Maria Grazia Capretti, Dott. Santo Arcuri
U.O. Neonatologia - Faldella
Durante il periodo di permanenza in Ospedale
Il momento della nascita rappresenta l’avvio di funzioni
fisiologiche finora mai sperimentate dal bambino,
come la respirazione, il nuovo tipo di
circolazione del sangue e la digestione
del latte. Nello stesso momento il
bambino acquisisce una identità
distinta dalla madre e si prepara
ad affrontare la piu’ bella delle
avventure…….
In questo passaggio la vicinanza della madre rappresenta un insostituibile
elemento di sicurezza per il bambino. Per questo motivo, nella nostra
struttura, mamma e neonato rimangono insieme di giorno e di notte, prima
in Sala Parto e poi nella stanza di degenza del Reparto. Il papà, il cui ruolo
è ugualmente importante, puo’ partecipare attivamente all’accudimento
del bambino sin da subito in Sala Parto e poi secondo le fasce orarie di
accesso al Reparto di Degenza, salvo il caso in cui la mamma necessiti di
assistenza continuativa (ad esempio per l’avvenuto parto cesareo).
Nelle prime ore di vita del bambino vengono eseguite le profilassi di routine
(il collirio antibiotico per la prevenzione della congiuntivite e la vitamina K
per la prevenzione della malattia emorragica del neonato). Sempre nelle
prime ore il Pediatra-Neonatologo effettua la prima visita ed un colloquio
per raccogliere le notizie rilevanti sulla gravidanza e sugli esami prenatali.
Inoltre, nei giorni successivi, verranno eseguiti i tests di screening per le
malattie metaboliche e per la valutazione dell’udito del vostro bambino.
Durante la degenza verrete aiutati nelle pratiche di accudimento del
neonato, come il cambio del pannolino, la cura del cordone ombelicale,
l’igiene del neonato e l’allattamento al seno. Inoltre potrete partecipare agli
incontri delle mamme e papà con il Pediatra-Neonatologo e il personale
ostetrico su argomenti di comune interesse; in questi colloqui siamo a
disposizione per rispondere direttamente ad ogni vostra domanda.
Gli screening neonatali e la dimissione
La dimissione della mamma coincide con quella del neonato, che, in
genere, avviene dopo le 48 ore di vita del bambino.
In questa occasione, e comunque tra le 48 e le 72 ore di vita, viene
eseguito sul bambino un prelievo di alcune gocce di sangue dal tallone,
necessarie per lo screening per le malattie congenite
metaboliche (ipotiroidismo congenito, fenilchetonuria, fibrosi
cistica, galattosemia, iperplasia surrenalica, difetti del
metabolismo degli aminoacidi, difetti del metabolismo
degli acidi organici, difetti della beta ossidazione
degli acidi grassi). Si tratta di malattie molto rare,
che, quando sono diagnosticate precocemente, possono
essere curate con ottimi risultati. In caso di risultato nella
norma, la famiglia non verrà contattata in alcun modo; mentre
in caso di esito positivo o dubbio, la famiglia verrà richiamata
per eseguire un secondo prelievo di conferma.
Alla dimissione viene eseguito anche lo screening uditivo (otoemissioni
acustiche) che ha lo scopo di identificare i neonati affetti da ipoacusia, su
cui attuare un trattamento precoce per correggere il deficit e prevenire
così i possibili danni a livello dello sviluppo del linguaggio, dei processi di
apprendimento e dell’inserimento sociale. Infatti circa 1-2 su 1000 neonati
sani può presentare un difetto uditivo, anche in famiglie che non hanno
altri precedenti di sordità. La registrazione delle otoemissioni acustiche
permette di effettuare una valutazione della funzionalità uditiva già a 1-2
giorni di vita con un’alta attendibilità; la prova è eseguibile generalmente
in pochi minuti e non crea particolare fastidio al neonato. L’esame viene
effettuato prima della dimissione dal reparto da Tecnici Audiometristi,
preferibilmente quando il piccolo sta dormendo. Viene inserito un tappino
morbido nel condotto uditivo del neonato e si registrano le risposte del
suo orecchio a suoni di bassa intensità inviati con uno strumento. Queste
risposte sono dette “otoemissioni acustiche - TEOAE” e sono prodotte
dal movimento delle cellule ciliate esterne che si trovano nella coclea in
risposta allo stimolo acustico inviato. Se la risposta è presente il neonato
con elevatissima probabilità non ha una perdita uditiva significativa. Sarà
pertanto sufficiente osservarlo nel tempo, valutando il suo sviluppo uditivo
e l’evoluzione del linguaggio. Se la risposta non è presente, questo non
indica necessariamente la presenza di un deficit uditivo: ci sono infatti
diversi motivi, anche non legati a problemi dell’udito, per cui può essere
difficile rilevare una risposta. Verrà quindi proposto di portare il bambino ad
un successivo controllo e saranno fornite tutte le informazioni necessarie
nel caso siano opportuni altri esami di approfondimento.
Nell’eventualità non sia stato possibile effettuare lo screening uditivo
prima della dimissione verrà fissato un appuntamento per i giorni
successivi; se si vuole cambiare la data dell’appuntamento invitiamo a
prendere contatto prima possibile con l’Accettazione dell’Unità Operativa
di Otorinolaringoiatria (Padiglione. 5 - Nuove Patologie - piano terra,
tel. 051 6363326).
In alcuni casi, in assenza di precisi fattori di rischio e solo se la mamma lo
desidera, è possibile la dimissione precoce (tra le 36 e le 48 ore di vita);
in questo caso è comunque necessario riportare il bambino l’indomani
presso il nostro Reparto per un ulteriore controllo clinico e per eseguire il
prelievo venoso per lo screening delle malattie metaboliche.
Al momento della dimissione vi verrà consegnata una breve relazione
clinica del bambino che riporta tutti i dati salienti del parto e della nascita
(peso alla nascita e peso al momento della dimissione, età gestazionale,
Indice di Apgar), gli eventuali accertamenti eseguiti durante la permanenza
in ospedale, il risultato delle otoemissioni acustiche e l’esito della visita di
dimissione. Nel caso vi sia una precisa indicazione clinica o nel
caso in cui si tratti di un primogenito e non sia stato
ancora scelto il Pediatra di Famiglia, programmiamo
un controllo dopo alcuni giorni presso il nostro
Ambulatorio di Neonatologia, situato al Padiglione 13,
3° piano.
Invece, se si tratta di un secondogenito che ha avuto
un decorso fisiologico, vi invitiamo a programmare
il controllo evolutivo presso il vostro Pediatra di
Famiglia che ha già in carico il fratellino o la sorellina.
Dichiarazione di Nascita
Per fare la Dichiarazione di Nascita del vostro bambino vi potete rivolgere
presso:
la Direzione Sanitaria dell’Ospedale – Ufficio Nascite al piano terra
del Padiglione di Ginecologia ed Ostetricia (entro i 3 giorni successivi
alla nascita, non contando la festività se cade sul terzo giorno utile alla
registrazione); telefonare al numero interno 3331 o al numero esterno
051 6363331 di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle ore 10.30
per fissare l’appuntamento che verrà evaso in mattinata;
l’ufficio di Stato Civile del Comune di Bologna, entro 10 giorni
successivi alla nascita, alla sede di Via Santa Maria Maggiore n. 1, previo
appuntamento telefonico (051.203278/9) dal lunedì al venerdì non festivi;
l’ufficio di Stato Civile del Comune di residenza se diverso da
Bologna, entro i 10 giorni successivi alla nascita, secondo i seguenti criteri:
Comune di residenza dei genitori
1.Comune di residenza della madre, se il padre risiede in altro Comune;
2.Comune di residenza del padre, previo accordo con la madre, se
residente in altro Comune.
Se i genitori sono uniti in matrimonio, la Dichiarazione di Nascita va
fatta da:
-- uno dei due genitori o entrambi oppure
-- un loro procuratore speciale oppure
-- Medico/Ostetrico-a che ha assistito al parto
Se i genitori non sono uniti in matrimonio, la Dichiarazione di Nascita
con riconoscimento va fatta :
-- dalla sola madre (se il padre non intende riconoscere il figlio)
-- dalla madre e dal padre congiuntamente
Il figlio naturale puo’ essere riconosciuto da genitori che abbiano compiuto
il 16° anno di età, anche se già uniti in matrimonio con altra persona
all’epoca del concepimento.
Al momento della Dichiarazione di Nascita il dichiarante deve:
1. consegnare il documento sanitario “ATTESTAZIONE DI NASCITA”
comprovante la nascita del bambino, rilasciato dall’Ostetrico-a o dal
Medico che ha assistito al parto;
2. esibire un documento valido di identità personale, anche dell’altro
genitore (preferibilmente la carta di identità).
Per i genitori stranieri, non titolari di carta di identità, occorre esibire il
passaporto e/o il permesso di soggiorno e se non conoscono la lingua
italiana è obbligatoria la presenza di un interprete a loro carico.
La scelta del Pediatra di Famiglia
L’iscrizione al SSN non è automatica al momento della nascita del bambino,
ma deve essere perfezionata presso l’A.U.S.L. di residenza o di domicilio,
se diversa.
Durante il periodo di permanenza in ospedale, è possibile fare l’iscrizione
del bambino al SSN e la scelta del Pediatra di Famiglia presso il pad. 25
dell’Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi, sportello CUP piano terra, nei
seguenti orari:
• Lunedì al Venerdì dalle 7.30 alle 17.30
• Sabato dalle 7.30 alle 11.45
L’ iscrizione all’anagrafe sanitaria di Bologna e provincia può essere fatta
presentando:
• Autocertificazione di uno dei genitori dell’avvenuta
nascita ed eventuale certificato di nascita rilasciato
dall’Ostetrica o dal Ginecologo e documento
d’identità del genitore;
• Delega fatta dal genitore ad altro
parente dell’avvenuta nascita (nei casi
di impossibilità del genitore) ed eventuale
certificato di nascita rilasciato dall’Ostetrica o dal
Ginecologo e copia del documento d’identità del
genitore delegante.
L’allattamento
Il latte materno è l’alimento che la natura ha perfezionato per meglio
rispondere alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche del bambino;
pertanto rappresenta l’alimentazione di scelta per il bambino nei primi
mesi di vita.
L’allattamento al seno favorisce lo
sviluppo di una speciale relazione tra
madre e bambino che inizia sin dai
primi minuti di vita, mediante il contatto pelle a pelle di madre-neonato.
A che cio’ possa verificarsi precocemente, durante la permanenza in
Sala Parto cerchiamo di favorire un clima di intimità tra madre, padre e
bambino e consigliamo l’attaccamento del neonato al seno materno già
entro la prima ora di vita.
Il latte materno è un alimento insostituibile per i suoi effetti benefici antiinfettivi e favorenti la crescita, è facilmente digeribile e protegge la salute
del bambino e della madre. Infatti è stato dimostrato che il latte materno
protegge il bambino dall’obesità, dalle malattie atopiche, dall’asma
bronchiale e dalle infezioni e protegge la mamma dall’insorgenza di cancro
al seno.
La produzione di latte è un fenomeno fisiologico, quindi non esistono
condizioni per le quali le mamme non ne producono. Analogamente i casi
in cui l’allattamento materno è controindicato sono estremamente rari.
Nei primi giorni dopo il parto viene prodotto un particolare tipo di latte detto
colostro, giallastro e denso, ricco di preziosi elementi biologici (anticorpi,
globuli bianchi, fattori di crescita, vitamina A).
La montata lattea inizia, in genere, tra la terza e la quinta giornata
post-partum ed è favorita dalla suzione frequente del neonato; in altri
termini: piu’ spesso il neonato viene attaccato al seno, piu’ rapidamente il
latte arriva.
La produzione di latte viene regolata da due ormoni:
-- la prolattina che entra in circolo dopo la poppata per favorire la
produzione di latte della poppata successiva; essa è maggiormente
prodotta durante la notte e inibisce l’ovulazione;
-- l’ossitocina che agisce prima o durante la poppata per permettere
la fuoriuscita del latte e induce le contrazioni uterine nella madre.
Il riflesso dell’ossitocina è favorito dalla vicinanza e dal pianto del
bambino che a volte possono provocare la fuoriuscita spontanea di
latte anche quando il bambino non è attaccato al seno materno.
Nel latte materno è contenuta una sostanza che puo’ inibirne o ridurne
l’ulteriore produzione: se nel seno rimane molto latte, questa sostanza
impedisce la produzione di altre quantità, mentre se il latte viene rimosso, il
seno continua a produrne. Questo spiega il motivo per cui per promuovere/
mantenere la produzione di latte occorre svuotare entrambi i seni (sia
naturalmente attaccando il bambino, sia attraverso la spremitura).
Esistono seni di forme e dimensioni differenti e così anche i capezzoli.
I bambini riescono a succhiare da tutti. In caso di capezzolo piatto o
invertito occorrerà un po’ più di pazienza. Per quello piatto sarà sufficiente
controllare che il piccolo prenda in bocca bene buona parte dell’areola
mammaria. Per quello invertito è bene iniziare, se possibile già nell’ultimo
periodo di gravidanza, la stimolazione tattile del capezzolo utilizzando un
tiralatte o una siringa specifica per estrofletterlo.
In seguito sarà il bambino stesso che, prendendo in bocca un’ampia parte
della mammella, modellerà il seno facendo protrudere il capezzolo.
Quando allattate il vostro bimbo, controllate che stia assumendo una
posizione corretta, cioè che abbia testa e corpo in asse, con il viso rivolto
verso il seno e con il naso di fronte al capezzolo. Cercate di mantenere
uno stretto contatto tra voi e il bambino e di sostenere tutto il suo corpo;
a tal fine puo’ essere utile un cuscino appoggiato sulle ginocchia.
Sostenete con la mano il seno e cercate di toccare con il capezzolo le
labbra del bambino, in modo da fargli aprire la bocca e da fargli prendere
una buona porzione dell’areola.
Il bambino si è attaccato correttamente se ha entrambe le labbra e
soprattutto l’inferiore, rivolte verso l’esterno; inoltre, dopo i primi atti
rapidi di suzione, il ritmo diventa piu’ lento e profondo per l’arrivo di un
flusso maggiore di latte e le guance sono piene, senza fossette.
Il neonato quando succhia fa delle pause che possono durare alcuni secondi
e poi riprende da solo; se la pausa si fa troppo lunga allora la madre può
incoraggiarlo a riprendere stimolandolo (per esempio toccandogli i piedini
o con altre stimolazioni cutanee). Ciò che rassicura è sentirlo deglutire,
dopo alcune suzioni efficaci. Questo però non potrà essere presente nelle
prime poppate perché il colostro è presente solo in poche gocce.
Nelle prime settimane le poppate possono durare molto tempo (anche piu’
di mezz’ora) e il bambino puo’ essere pigro e dormire a lungo.
In tal caso occorre stimolarlo attivamente ad attaccarsi al seno, per
esempio massaggiandogli la pianta dei piedi se sono passate piu’ di 3 ore
dalla poppata precedente. Successivamente il tempo si riduce, ma resta
importante offrire entrambi i seni ad ogni poppata, tranne i rari casi di
bambini che si attaccano di preferenza sempre allo stesso seno.
Per cercare di stimolare l’arrivo della montata lattea attaccate al seno il
bambino il piu’ spesso possibile, non solo quando piange, ma ogni qualvolta
mostri dei segnali di fame (si sveglia, gira la testa, porta le mani verso la
bocca, piange) e comunque circa ogni 3 ore; successivamente cercate di
seguire i ritmi del vostro bambino e la sua “richiesta” di succhiare.
Il bambino mentre si alimenta al seno è capace di autoregolarsi e quindi di
assumere la quantità di latte necessaria alle sue esigenze: pertanto non è
di nessuna utilità eseguire la doppia pesata prima e dopo l’alimentazione.
Durante il periodo di allattamento il neonato non deve assumere altri
liquidi (acqua, camomilla o tisane).
E’ molto difficile, soprattutto nei primi 3–5 giorni, valutare se la quantità
di latte prodotta è sufficiente per il bambino, mentre, una volta avviato
l’allattamento, è raro che la madre possa non produrre latte a sufficienza.
Ciò che rassicura è la reattività del bambino, ovvero le poppate sono
frequenti, la suzione efficace, i pannolini sono sporchi e/o bagnati.
I parametri che misurano se il bambino assume una quantità adeguata di
latte sono: il peso (il peso a 15 giorni di vita superiore al peso alla nascita,
aumento ponderale superiore a 500 g al compimento del primo mese di
vita) e la quantità di urina prodotta (il bambino deve urinare piu’ di 6 volte
al giorno, le urine non devono essere concentrate, di colore giallo scuro o
arancione).
Segni indiretti di scarsa alimentazione possono essere il frequente riscontro
di insoddisfazione dopo la poppata, il pianto frequente, la necessità di
attaccarsi molto spesso e di fare poppate molto lunghe, la mancanza o poca
quantità di feci (feci dure, verdastre).
Le posizioni per allattare sono tante, ma sicuramente la migliore è quella
in cui la madre si sente piu’ a suo agio e rilassata.
Non è necessario lavare il seno con detergenti prima
di ogni poppata: è sufficiente seguire una corretta
abitudine di igiene personale. Inoltre, tra una poppata e
l’altra, è meglio non coprire i capezzoli con sistemi che
impediscono la normale traspirazione cutanea ed usare
comuni fazzoletti di cotone.
Soprattutto all’inizio dell’allattamento alcune condizioni
(come l’eccesso di latte, il ritardo nell’avvio dell’allattamento, un attacco scorretto, lo svuotamento incompleto del seno) possono favorire l’insorgenza dell’ingorgo
mammario. La ghiandola mammaria è una ghiandola fatta da molti acini che sono le unità produttrici di latte: se
questi si dilatano troppo, vanno a comprimere i dotti e
quindi è molto difficile, anche se il neonato si impegna al
massimo, svuotare il seno.
L’ingorgo mammario si presenta con dolore locale,
tensione della pelle, rossore ed edema del seno ed anche
febbre. In questo caso il latte non fluisce facilmente:
è allora necessario, prima di attaccare il bambino, eseguire impacchi caldi
localmente (la doccetta del bagno è un magnifico aiuto perché oltre che
con la temperatura agisce fornendo un leggero massaggio), massaggiare
con dolcezza le parti che sentiamo più turgide, e poi provvedere a svuotare
il seno attaccando il bambino o, se non riesce, svuotando il seno con un
tiralatte.
Dopo lo svuotamento puo’ essere utile fare un impacco freddo per favorire
la riduzione dell’edema.
Il seno ingorgato o il blocco di un dotto galattoforo possono far sviluppare
la mastite. In entrambi i casi si tratta di condizioni in cui il latte rimane
stagnante in certe zone della mammella, in quanto non efficacemente
rimosso e cio’ provoca prima l’infiammazione del tessuto mammario e
successivamente la sua infezione.
In questi casi, oltre che provvedere al frequente svuotamento del seno, è
indicata la terapia antibiotica ed eventualmente analgesica (paracetamolo).
Il bambino in questi casi può continuare ad attaccarsi al seno materno .
Durante l’allattamento la mamma deve eseguire un dieta libera e varia,
senza seguire regole dietetiche particolari, seguirà i suoi gusti alimentari,
nutrendosi dei cibi che ama e digerisce meglio e in particolare assumendo
2-3 litri di acqua al giorno (possibilmente oligominerale) o altri liquidi.
Deve evitare di fumare e limitare l’assunzione di alcool.
I comportamenti fisiologici del neonato
Le feci dei primi giorni di vita (il meconio) sono di consistenza dura e
collosa e colore nerastro; poi, con l’aumentare della quota di latte assunta,
diventano prima verdastre e piu’ morbide e poi liquide e di color giallooro, tipico delle feci da latte materno o verdastre-marroni con piccoli
grumi bianchi se il bambino è alimentato con latte artificiale. La normale
frequenza delle evacuazioni varia da una volta al giorno a tutte le volte
in cui il pannolino viene cambiato: l’importante è che il neonato evacui
almeno una volta al giorno.
I movimenti del neonato spesso avvengono in modo non fluido, a scatti:
questo è dovuto ad un incompleto controllo dei muscoli che verrà acquisito
in modo completo nei mesi successivi.
E’ normale che il vostro bambino starnutisca frequentemente: infatti
mediante il riflesso dello starnuto elimina tutti i materiali corpuscolati che
penetrano nelle narici.
E’ normale che il vostro bambino presenti spesso il singhiozzo: anche
questo è un riflesso dovuto al riempirsi dello stomaco che spinge così
verso il diaframma; il bambino non è disturbato dal singhiozzo (che se
ben ricordate presentava anche in utero) e pertanto non sono necessari e
non esisitono, accorgimenti per farlo cessare.
E’ normale che il vostro bambino presenti frequenti rigurgiti in relazione
al pasto: se il bambino cresce regolarmente questo sintomo non merita
attenzioni particolari.
La pelle del neonato
La pelle alla nascita è ricoperta da una sostanza bianco-grigiastra untuosa
detta vernice caseosa, che durante la vita intrauterina ha la funzione di
proteggere il feto dalla macerazione che indurrebbe il liquido amniotico.
Nei primi giorni di vita la pelle è molto secca e spesso presenta una
leggera desquamazione: puo’ essere utile idratarla con prodotti naturali,
come l’olio di mandorle.
In molti neonati sono presenti zone cutanee arrossate con un puntino
bianco al centro che scompaiono da una zona e compaiono in un’altra:
si tratta dell’ ”esantema allergo-tossico del neonato”, ovvero di una
manifestazione cutanea fisiologica a questa età e che in genere scompare
entro la prima settimana di vita.
Altre volte possono essere presenti aree vascolari rossastre sulle palpebre,
alla radice del naso o sulla nuca che scompaiono spontaneamente nei
mesi successivi.
In alcuni casi possono essere presenti le chiazze mongoliche (rare
nella razza caucasica) di colore grigio-bluastro a limiti indeterminato e
di dimensioni variabili localizzate per lo piu’ in regione sacrale; queste
macchie, dovute alla presenza di cellule ricche di melanina, scompaiono
entro uno o due anni.
Intorno alla terza – quinta giornata di vita la cute assume una sfumatura
giallastra (meglio osservabile nelle sclere oculari) chiamata ittero
fisiologico del neonato che tende a risolversi entro la prima settimana di
vita e che solo in casi particolari (come una differenza di gruppo sanguigno
tra madre e neonato) necessita di essere trattata con la fototerapia (luce
ultravioletta) quando la sostanza che la produce (la Bilirubina nel sangue)
supera un determinato valore soglia.
Il tumore da parto
Il tumore da parto è una tumefazione edematosa del diametro di circa 5-6
cm presente sul capo al momento della nascita e dovuta ad imbibizione
sierosa della cute e del sottocute formatasi in seguito alla differenza di
pressione tra l’ambiente endouterino e quello esterno al momento del
parto. In genere scompare entro pochi giorni.
La crisi genitale
Compare in genere tra il 3°-4° giorno di vita e regredisce entro il primo
mese. E’ una reazione dei genitali in risposta a stimoli ormonali materni e
fetali che nella femmina si manifesta con tumefazione delle grandi labbra
e del clitoride, secrezione vaginale biancastra o, a volte, ematica; nel
maschio si manifesta con tumefazione dei genitali esterni ed idrocele.
In entrambi i sessi, poi, si puo’ manifestare anche la tumefazione
mammaria.
La cura del moncone ombelicale
Dopo la recisione del cordone ombelicale al momento
della nascita, il moncone che residua va incontro ad un
progressivo processo di essiccamento per mummificazione. E’ necessario tenerlo asciutto e pulito, protetto da
una garza da cambiare frequentemente. In genere il moncone cade entro una – due settimane e
residua una ferita ombelicale che va incontro a cicatrizzazione spontanea:
solo a questo punto è consigliabile eseguire il primo bagnetto.
L’andamento del peso
Il peso del neonato nei primi giorni di vita subisce fisiologicamente una
diminuzione (calo fisiologico). La perdita ponderale piu’ considerevole
avviene nelle prime 24 ore di vita ed il minimo peso viene raggiunto nel
3°-4° giorno. Il neonato normalmente cala di circa il 10% del peso neonatale e generalmente ritorna al suo peso neonatale
ai 10-15 giorni di vita. Le cause del calo fisiologico
sono molteplici: innanzitutto la scarsa introduzione di
latte nei primi giorni di vita, la concomitante perdita
di liquidi (urine, perspiratio insensibilis) e l’emissione
di meconio. Nei primi 6 mesi il bambino dovrebbe crescere almeno 500 gr al mese (quindi oltre 125 grammi
alla settimana, in media 150-200 gr alla settimana).
Le funzioni visiva e uditiva
Alla nascita la funzione visiva non è ancora matura: l’acuita’ visiva (cioè
la capacità di vedere i dettagli) non è ancora sviluppata e progredisce
nelle settimane e mesi successivi. Intorno a 6 mesi di vita il bambino
vede abbastanza nitidamente le immagini e distingue i colori. La funzione
uditiva, invece, è già completamente sviluppata sin dalla nascita.
Il pianto del bambino
Il pianto è la principale forma di espressione del neonato che così esprime
stati e bisogni diversi.
Esso puo’ essere l’espressione di un disagio (è sporco, ha caldo o freddo),
di stanchezza, di fame (come avviene in quei momenti quando il bambino
cresce rapidamente e la poppata puo’ diventare insufficiente), di coliche
addominali (eccesso di gas e feci che il bambino non riesce ad espellere
spontaneamente), di farmaci o sostanze eccitanti assunte dalla madre
(caffeina, sigarette), di particolari alimenti assunti dalla madre (il pianto si
verifica sempre in concomitanza con l’assunzione di uno stesso alimento)
o di malattia (in questo caso il pianto presenta caratteristiche diverse dal
solito). Con il passare dei giorni la mamma impara a conoscere il proprio
bambino e a distinguere le diverse tipologie di pianto.
In caso di pianto insistente, dopo aver provato a consolare il bambino
(accarezzandolo, passeggiando lentamente, offrendogli il ciuccio etc.)
senza risultato, cercate di non entrare in ansia o agitazione.
Appoggiatelo sulla culla a pancia in su’ e prendetevi una pausa per
recuperare la vostra serenità, avendo attenzione a non cullarlo troppo
vigorosamente e a non scuoterlo, in quanto questo tipo di accudimento
puo’ essere dannoso per la sua salute.
Il sonno del bambino
Con il passare delle settimane il bambino aumenta
la durata dello stato di veglia ed inizia a mostrare
maggiore attenzione all’ambiente e agli stimoli da
questo provenienti. Alla fine del secondo mese
di vita inizia a riconoscere mamma e papa’ e a
tentare i primi vocalizzi. La posizione corretta per far dormire il vostro
bambino è quella supina; è meglio evitare la posizione a pancia in giu’ ed
evitare che dorma insieme a voi genitori. Il materassino del suo lettino
deve essere rigido ed è meglio non abituarlo al cuscino.
Il ciuccio
Alcuni studi hanno dimostrato che l’uso del ciuccio puo’ ridurre il tempo in
cui il bambino resta attaccato al seno e puo’ alterare una corretta dinamica
orale. Il ciuccio puo’ facilitare il riflesso della “suzione non
nutritiva“ che è già sviluppato nel feto a 15 settimane e,
a volte, interferire con la “suzione – deglutizione” tipica
dell’alimentazione al seno. Pertanto, presso il nostro Nido
non ne viene incentivato l’uso diffuso, ma questo non esclude che se ne
possa far uso in casi selezionati o sulla base della scelta dei genitori.
Le coliche
Le coliche gassose del neonato sono crisi dolorose che
si manifestano ad ondate, soprattutto verso sera, con
irritabilità, agitazione e grida che durano almeno 3 ore
al giorno per almeno 3 giorni la settimana; iniziano
verso l’età di 2-3 settimane e si risolvono entro i 3
mesi, senza compromettere la crescita. Non ne sono
conosciute le cause. L’addome del bambino appare
globoso, a volte teso per l’eccesso di aria e feci che fa
fatica ad essere espulsa spontaneamente. Non
esistono farmaci in grado di curare questa condizione, che non è una
malattia. Il massaggio praticato con regolarità, più volte al giorno, può
aiutare la fuoriuscita passiva di aria e feci.
Le uscite
Sin dal vostro ritorno a casa potete uscire con il vostro bambino nelle ore
della giornata a temperatura piu’ mite (evitate le ore troppo
calde in estate o troppo fredde in inverno). Evitate inoltre
le zone a maggior inquinamento ed i luoghi chiusi molto
affollati (centri commerciali, supermercati etc.
appunti
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Comunicazione e ufficio stampa
rev. 0 maggio 2014
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