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la stabilizzazione delle funzioni vitali
SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Documenti preliminari Conferenza Nazionale di Consenso LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Documenti preliminari Capitolo 6 LA STABILIZZAZIONE DELLE FUNZIONI VITALI Stefano Arghetti, Lucia Scirpa 1 Capitolo 6 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Documenti preliminari PREMESSA In linea generale definiamo TERAPIA INTENSIVA un luogo di degenza protetta nel quale si effettua un monitoraggio continuo delle funzioni vitali del paziente e dove è possibile sostenere le stesse mediante procedure o interventi. Domanda: Il riscontro di trauma spinale T1-T6 richiede monitoraggio intensivo e management respiratorio (come nei traumi cervicali?) Riferimento bibliografico Cotton J. Trauma 2005 Metodi Risultati principali 231 SCI T1-T6 365 SCI T7-T12 Complicanze respir. e morte sign. + frequenti nei primi Livello evidenza V Conclusione: I pazienti con SCI ammessi in T. I. necessitano di monitoraggio continuo dei parametri vitali ( PA, FC, Sat. O2) ed eventualmente di procedure invasive per il sostegno degli stessi, quali, ad esempio, supporto farmacologico e ventilazione meccanica. Il primo approccio al paziente con lesione midollare, spesso vittima anche di politraumatismo, è quello di garantire e stabilizzare le funzioni vitali,garantendo la pervietà delle viee aeree (intubazione se necessaria) e assicurando la stabilità del quadro cardiocircolatorio, con adeguamento volemico ed utilizzo di supporto aminico qualora se ne verificasse la necessità. E’ per tale motivo che nella fase acuta sussiste indicazione a monitoraggio e cura in ambiente protetto identificato nella terapia intensiva, in particolare nel caso di lesioni cervicali e da T1 a T6. Domande: Va effettuata una valutazione iniziale standard clinica, di laboratorio e strumentale? Vanno monitorati la saturazione di O2 e la CO2 come indici di scambio gassoso in pazienti con disturbi respiratori? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Valutazione iniziale (strumentale e laboratorio) Rx torace O2 CO2 Livello evidenza VI Conclusione: Si raccomanda quindi di valutare Rx torace e i valori di O2 e CO2 mediante emogasanalisi come indici di scambi respiratori. Domanda: Vanno monitorati gli indicatori di atelettasia polmonare e/o di infezione? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Monitoraggio indicatori atelettasia polmonare e/o infezioni Esame broncoaspirato Livello evidenza V Spirometria Conclusione: Altri parametri da monitorare sono l’eventuale esame microbiologico del broncoaspirato e le prove di funzionalità respiratoria. 2 Capitolo 6 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Documenti preliminari Domande: Al declinare della CV, la meccanica polmonare e la ventilazione vanno studiate con test specifici? Vanno adottate procedure specifiche per ripulire le vie aeree dalle secrezioni? La motilità del diaframma va valutata flouroscopicamente? Vanno adottate procedure specifiche per il trattamento delle atelettasie o della polmonite? Vanno prese misure per prevenire polmoniti, atelettasie, aspirazioni? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Gestione respiratoria Manovre FKT Livello evidenza VI II – IV III - IV Conclusioni: Le procedure specifiche per ripulire le vie aeree dalle secrezioni sono le manovre di broncoaspirazione, la tosse assistita e l’utilizzo dell’in-exufflator. Per la prevenzione di polmoniti o atelettasie si adottano provvedimenti quali le variazioni dei decubiti e le manovre di riespansione polmonare. A volte può essere necessario valutare fluoroscopicamente la motilità del diaframma. (Vedi anche Cap. 11) Domanda: I pazienti vanno monitorati per il rischio di embolie polmonari ed effusioni pleuriche? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Monitoraggio rischio embolie polmonari Doppler AAII Livello evidenza V Mobilizzazione Conclusioni: Qualora l’allettamento dovesse perdurare a lungo, occorre effettuare lo studio del circolo venoso relativo agli arti inferiori mediante ecodoppler per prevenire l’insorgenza di TVP o addirittura di embolia polmonare. (Vedi anche Cap. 11) Domande: Se il paziente ha eccessiva sonnolenza diurna o un respiro alterato nel sonno, va considerata una polisonnografia? In presenza di alterazioni del respiro nel sonno, va prescritta una ventilazione a pressione positiva? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Valutazione del sonno Correzione dei disturbi (apnee) Livello evidenza V Conclusione: Lo studio polisonnografico permette di correggere le apnee e quindi il respiro alterato nel sonno mediante applicazione di ventilazione adeguata (nimv, cpap). Domande: Vanno valutati i fattori di rischio di disfagia? Va prevenuto l"ab-ingestis" coinvolgendo tutti gli operatori? Riferimento bibliografico PVA Spinal Cord Med 2005 Metodi Risultati principali Studio deglutizione Prevenzione ab-ingestis 3 Capitolo 6 Versione 2 – 5 febbraio 2009 Livello evidenza V VI SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Documenti preliminari Conclusioni: Le prove di deglutizione servono a prevenire i rischi dovuti a disfagia come gli episodi di “ab-ingestis”. Utili posoono essere a tale scopo la fibroscopia e la videofluoroscopia. Domande: Va valutato l'adattamento del paziente allo SCI, compreso il suo assetto psicologico? Vanno assistiti paziente e familiari/tutori ad adattarsi alla realtà attuale? PVA Spinal Cord Med 2005 Adattamento paziente, familiari e tutori allo SCI Percorso assistenziale VI Occorre infine ricordare l’importanza del coinvolgimento di tutti gli operatori al fine di ottenere un valido supporto psicologico al paziente con SCI e ai suoi familiari (vedi capitolo 16) RIASSUNTO E RACCOMANDAZIONI • • • • • • • • Il primo approccio al paziente con lesione midollare, spesso vittima anche di politraumatismo, è quello di garantire e stabilizzare le funzioni vitali. In fase acuta sussiste quindi indicazione a monitoraggio e cura in ambiente protetto identificato nella terapia intensiva, in particolare nel caso di lesioni cervicali e da T1 a T6. E’ possibile ottenere il controllo delle vie aeree mediante intubazione oro-naso/tracheale o con cricotiroidotomia. In caso di instabilità emodinamica conseguenza di vasoplegia su base neurogena, una volta corretta l’eventuale ipovolemia, occorre considerare l’utilizzo di supporto aminico (dopamina o noradrenalina) al fine di sostenere il circolo con target pressorio sistolico > 90 mmHg. Oltre a mantenere la stabilità emodinamica, particolare cura andrà prestata alla componente respiratoria. La valutazione iniziale, sia strumentale che di laboratorio, prevede l’esecuzione di Rx torace e l’analisi degli scambi respiratori (sat. O2 e CO2). Ci si avvale di manovre fisioterapiche (broncoaspirazione, tosse assistita, utilizzo dell’in-exufflator) al fine di garantire una gestione respiratoria corretta. E’ necessario monitorare i rischi di infezioni polmonari mediante analisi del broncoaspirato e la formazione di aree atelettasiche polmonari con prove spirometriche. Un altro parametro da controllare è il circolo venoso periferico mediante l’esecuzione di doppler per monitorare l’eventuale insorgenza di TVP. Tutti gli operatori svolgeranno inoltre un ruolo fondamentale per garantire durante il percorso assistenziale, l’adattamento del paziente e dei suoi familiari alla lesione midollare. Bibliografia 1. Cotton J Trauma 2005 2. PVA Spinal Cord Med 2005 4 Capitolo 6 Versione 2 – 5 febbraio 2009