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Laa santità medievale_U.Longo - Lettere e Filosofia
IL TIMONE BIBLIOGRAFICO a cura di Tommaso di Carpegna Falconieri 1 L’aumento delle pubblicazioni e il facile accesso alle informazioni bibliografiche, grazie a internet, rendono oggi più difficile accostarsi a un grande tema di ricerca. Questa collana intende rivolgersi a un pubblico di appassionati e di futuri specialisti. Ogni volume presenta un singolo tema, inquadrato dal punto di vista storiografico, e pone a disposizione del lettore una esauriente bibliografia ragionata e aggiornata. LA SANTITÀ MEDIEVALE di UMBERTO LONGO con un saggio introduttivo di GIULIA BARONE JOUVENCE Direttore artistico: Marco Fioramanti Redazione: Domenica Passoforte Servizio stampa: Luca Cardin Grafica: Oasi Biskra Associati ISBN 88-7801-377-3 © 2006 JOUVENCE Editoriale s.r.l. 00189 Roma Via Cassia, 1081 tel. 06.30207115 - fax 06.45472048 www.jouvence.it - email: jouvence @ jouvence.it Finito di stampare nel mese di Maggio 2006 per conto della Jouvence Editoriale s.r.l. da Graffiti s.r.l. - Roma ABBREVIAZIONI AB = Analecta Bollandiana AASS = Acta santorum BISIME = Bullettino dell’Istituto storico italiano per il medioevo BISIME e AM = Bullettino dell’Istituto storico italiano per il medioevo e Archivio muratoriano CAMSA = Campania Sacra CCCM = Corpus christianorum, Continuatio mediaevalis CCSG = Corpus christianorum, series graeca CCSL = Corpus christianorum, series latina CSEL = Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum DA = Deutsches Archiv DBI = Dizionario biografico degli italiani MEFRM = Mélanges de l’Ecole française de Rome, moyen âge QFIAB = Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken QS = Quaderni Storici RB = Revue Bénédectine SC = Sources chrétiennes SM = Studi Medievali N.B.= Le voci sottolineate della bibliografia indicano che esse sono presenti anche in altre sezioni. 7 SCRIVERE DEI SANTI, PARLARE DEI SANTI Santità e modelli agiografici tra antichità e medioevo di Giulia Barone Ogni epoca della storia del Cristianesimo, a partire dall’età dei martiri, ha avuto i suoi santi. Questi, nelle diverse fasi storiche, hanno assunto connotazioni diverse, hanno esercitato un diverso ruolo nella vita quotidiana e spirituale dei fedeli, hanno esplicato in diversi luoghi la loro azione in vita e continuato ad esercitare la loro virtus dopo la morte. Non può dunque stupire che anche lo scrivere e il parlare dei santi abbia conosciuto mutamenti, anche profondi, nei duemila anni che abbiamo alle spalle. Le pagine che seguono cercheranno di disegnare una breve storia di queste trasformazioni, stabilendo un nesso tra forme di santità, produzione agiografica e culto dei santi dalle origini alla fine del Medio Evo. Va comunque immediatamente chiarito che, mentre relativamente agevole è scrivere la storia di un genere lettario quale l’agiografia, difficile, e per certe epoche impossibile, appare il compito di ricostruire la predicazione sui santi, in quanto la trasmissione orale del messaggio religioso, come del resto di qualsiasi altro messaggio, ha lasciato poche, o a volte nessuna traccia nella memoria scritta, l’unica cui lo storico si possa affidare secondo la sua tradizionale metodologia. Le testimonianze artistiche, pur fondamentali per comprendere la diffusione del culto dei santi, non ci danno alcuna informazione sulle loro fonti. Anche se dietro ad alcune, o molte, immagini di santi che possiamo ancor oggi ammirare ci fu forse all’origine un racconto e non un testo scritto lo storico non potrà mai dimostrarlo con assoluta certezza. Apostoli e discepoli, quelli che erano stati più vicini al Cristo nella sua esperienza terrena (i più antichi e più grandi tra i santi) e che primi ne hanno trasmesso il messaggio, non hanno trovato autori contemporanei per narrarne vita e morte, pur essendo questa, in numerosi casi, coronata dal martirio. Gli Atti degli Apostoli sono infatti un insieme di testi in cui viene ricostruita la vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme; le lettere, celeberrime quelle di Paolo, cui i primi seguaci di Gesù di Nazareth hanno voluto affidare una serie di 9 La santità medievale consigli spirituali rivolti alle nascenti comunità cristiane, contengono scarsi elementi biografici ed autobiografici e sono scritti parenetici e non agiografici. Sono state le persecuzioni, che, a partire, sopratutto, dal III secolo, i Cristiani hanno dovuto subire da parte del potere imperiale a causa del loro ostinato rifiuto di riconoscere la divinità degli imperatori e gli dei di Roma, cemento della immmensa costruzione imperiale, a dare il primo impulso per la scrittura agiografica. La morte, affrontata con coraggio e senza esitazione per non tradire la propria fede, ha destato nei sopravvissuti al mortale pericolo il desiderio di lasciare il ricordo di questo sacrificio, in cui semplici fedeli, individui di ogni condizione, donne, avevano mostrato la stessa fermezza dei loro vescovi, i capi delle comunità. Si ritenne essenziale trasmettere ai posteri la data del martirio e il luogo in cui erano state deposte le spoglie del defunto, in modo che la sua memoria potesse essere celebrata nel giorno anniversario del suo sacrificio sulla tomba che ne accoglieva le spoglie, secondo un rituale ripreso dalla tradizione pagana di commemorazione dei defunti. In questi primi testi, gli Atti dei martiri, le Passioni, l’elemento biografico continua ad essere scarso: quello che conta è la morte e non la vita del martire. E’ a questa fine gloriosa e non ad una devota vita precedente che egli deve la sua fama di essere santo, cioè particolarmente vicino al Signore, e perciò in grado di intercedere con le sue preghiere per chi si rivolgerà a lui. Questi primi testi hanno perciò una forma scarna e si riducono, di norma, al processo verbale dell’interrogatorio di fronte al rappresentante del potere romano, al rifiuto di sacrificare agli dei affrontando la conseguente condanna a morte, e alla descrizione del martirio in senso stretto. In questa prima fase la morte viene descritta sobriamente e ad essa segue sempre la notizia della deposizione del corpo con la localizzazione della stessa. Sono questi scarni dati, giorno (e spesso anno) del martirio, considerato il dies natalis del santo, cioè il suo giorno di ingresso nella vera vita, e luogo della sepoltura che costituiranno per secoli gli elementi essenziali ad ogni commemorazione. Sono queste coordinate agiografiche, come le ha definite il bollandista Hyppolite Delehaye, a formare il nucleo di qualsiasi narrazione agiografica. 10 Scrivere dei santi, parlare dei santi Come è a tutti noto l’età delle grandi persecuzioni si chiuse con l’Editto costantiniano del 313, in base al quale il Cristianesimo diventava religione licita, cioè ammessa al pari di tutte le numerosissime altre praticate dai popoli dell’Impero. Solo alla fine del IV secolo, sotto l’impero di Teodosio, la nuova religione divenne “religione di Stato” e con ciò si chiudeva la gloriosa età dei martiri. Naturalmente il martirio continuò a far parte dell’esperienza cristiana, almeno nelle zone ai confini dell’orbis catholicus. Nel corso dell’alto Medioevo si registrarono momenti di persecuzione violenta da parte dei Musulmani di Spagna e furono prodotte nuove passiones, che celebravano il crudele destino di questi martiri spagnoli del IX secolo. Si ebbero, soprattutto, casi isolati di morte per la fede ai confini orientali della Cristianità; basti ricordare, nell’ VIII secolo, la morte cruenta di san Bonifacio, l’anglosassone “apostolo della Germania” e, tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo, il martirio di sant’Adalberto di Praga e, alcuni anni dopo, del sassone Bruno di Querfurt, in precedenza autore della passio di altri apostoli della fede. Ogniqualvolta la religione cristiana si impegnerà nell’evengelizzazione di nuove terre, si potranno registrare analoghi casi; sarà questo il destino, ad esempio, dei primi francescani partiti dall’Italia per portare la parola di Dio tra le popolazioni marocchine intorno al 1220. Ma si tratterà di casi isolati, che la Chiesa non sempre riconoscerà come vero e proprio martirio, cosicché non a tutti questi apostoli della fede verrà riconosciuto un culto ufficiale. Va però tenuto presente che il martirio eserciterà sempre un enorme fascino sulle coscienze dei cristiani più sensibili: la sete del martirio è tratto permanente della santità anche di molti, in tutte le epoche, cui – come scrivono spesso i biografi – mancarono solo le circostanze favorevoli per dimostrare la loro disponibilità a morire per la fede. Da quel che si è detto finora si potrebbe forse arguire che il genere agiografico della passione sia entrato in crisi con la fine delle grandi persecuzioni; ma così non fu. La tarda Antichità e i primi secoli del Medioevo furono, al contrario, l’età d’oro di questo genere che possiamo a buon diritto definire letterario. Si 11 La santità medievale moltiplicarono allora i racconti del martirio di personaggi pochissimo noti, cui si accennava a volte, di passaggio, in qualche passio autentica, come compagni o parenti del martire. Nacquero così vere e proprie famiglie di leggende agiografiche, col fine precipuo di fornire una base storica a culti locali che si andavano moltplicando soprattutto in Italia. Lungo le grandi arterie consolari, che partivano dalla Città eterna, fiorirono allora numerosi i culti di martiri che seguivano, e in un certo senso accompagnavano, il corso della strada; si può così parlare di martiri della Flaminia o di martiri della Salaria. Nel frattempo, anche il racconto della morte del santo, cui le prime, autentiche passiones riservavano poche, sobrie e commosse notazioni, assumeva caratteri ‘romanzeschi’. La condanna a morte pronunciata dal rappresentante imperiale introduceva il racconto di una lunga serie di sevizie, tutte ugualmente inefficaci, cui poneva fine di norma solo la decapitazione del condannato. Questi racconti, che ci possono apparire ad un tempo inutilmente crudeli e stereotipati, appagavano evidentemente il bisogno dei lettori (o degli ascoltatori), che ne traevano la conferma della forza della fede, capace di sorreggere il santo sottoposto alle più atroci torture, e dell’onnipotenza divina. Il martire muore infatti soltanto quando il Signore, nella sua misericordia, e certo ormai della sua assoluta fedeltà, concede ai carnefici di raggiungere il loro scopo. In un’età di guerre, stragi, fame e pestilenze racconti simili svolgevano evidentemente una funzione di sostegno morale che non riusciamo a cogliere pienamente. Cartteri dell’agiografia tra IX e XII secolo Mentre l’età dei martiri si avviava alla fine, si andava affermando, nelle regioni orientali dell’Impero, una seconda categoria di santi, che avranno – come è facile intuire dalla semplice constatazione che questa forma di santità è presente anche ai nostri giorni – ben più larga diffusione, anche se solo in alcuni casi essi eguaglieranno la popolarità dei martiri antichi. A questo nuovo tipo di santità, quella dei confessori, uomini e donne che hanno dimostrato la loro fede non affrontando la morte ma un martirio incruento, 12 Scrivere dei santi, parlare dei santi consacrando, cioè, la propria vita, giorno per giorno, alla preghiera e alla rinuncia ad ogni bene terreno (dalla ricchezza al potere e agli affetti familiari) corrispose, naturalmente, un diverso racconto agiografico. Il primo, celebre testo del nuovo genere, vero archetipo per tutta la produzione successiva, è rappresentato dalla Vita di Antonio, primo eremita del deserto egiziano, modello per tutto il monachesimo medievale, in Oriente come in Occidente. Nella vita di questo santo asceta, vissuto tra III e IV secolo, i nuclei portanti del racconto non sono più costituiti dalla persecuzione da parte dell’autorità civile, dalla minaccia della morte violenta e dal martirio. Per Antonio, e per tutti i suoi successori, il nemico esterno si è trasformato in un nemico interno: giorno per giorno l’asceta deve combattere contro il proprio corpo, desideroso di riposo, di cibi delicati, di vesti comode, di intimità con altri esseri umani. Se le Passioni si erano profuse nel racconto delle sevizie dei carnefici, le Vite moltiplicherranno i dettagli sulle rinunce alimentari (Antonio si nutre solo di erbe amare, di bacche, del pane che gli è donato raramente), sul rifiuto di ogni comodità (al posto di vesti delicate, pelli di animali o tessuti ruvidi e di poco prezzo; al posto di comodi letti, la nuda terra e un sasso come cuscino, ecc.). Intorno al santo il paesaggio non è animato dalla presenza umana ma da quella di animali immondi o pericolosi (serpenti, fiere, scorpioni, ecc.). E, su tutto, domina l’inquietante e minacciosa presenza del diavolo, pronto ad assumere ogni possibile forma per attirare a sé l’anima dell’uomo e allontanarlo definitivamente dal suo Signore. La Vita di Antonio divenne presto una sorta di best-seller; in un mondo antico che si avviava ad una profonda divisione linguistica, e in cui il greco parlato in Oriente diventava sempre più sconosciuto in Occidente, il testo venne tradotto appena pochi anni dopo la sua composizione, e infinite volte copiato. Il suo successo, immutato nel tempo, non è dimostrato solo dai tanti manoscritti, dalla quasi ‘necessaria’ presenza nei cataloghi di manoscritti, ma anche dall’enorme fortuna di Antonio nell’iconografia, soprattutto tra fine del Medioevo e primi secoli dell’età moderna. La sua figura magra, disseccata dall’ascesi, malamente 13 La santità medievale coperta da brandelli di vesti, campeggia, in decine di tavole dipinte, al centro di paesaggi desolati e fantastici, circondato dalle belve e dagli uccelli rapaci. Il successo del nuovo genere agiografico, nato in Oriente, fu definitivamente assicurato in Occidente dall’opera di san Girolamo. Questa grande figura di intellettuale tardo-antico, nato nella penisola balcanica, retore a Roma, monaco in Terrasanta, traduttore della Bibbia e padre della Chiesa, ha segnato la tradizione cristiana medievale come pochi altri. Il suo splendido stile, la sua vis polemica, l’elogio da lui rivolto al nuovo genere di vita monastico, la sua esaltazione della verginità come valore centrale della rinuncia, ne hanno fatto un autore di riferimento per tutto il monachesimo occidentale. Le Vite che Girolamo ha consacrato a Paolo, Ilarione e Malco, figure di eremiti simili ad Antonio nella rinuncia ma diversi da lui, nel caso di Ilarione e Malco, per un’inquietudine religiosa che li spinge a cercare sempre nuovi luoghi ove realizzare la loro vocazione, hanno avuto grande e meritato successo. Di non minore importanza fu l’Epitaphium, in realtà un lungo scritto celebrativo composto dopo la morte della donna, che Girolamo consacrò a Paola. Paola era una nobildonna romana che, restata vedova, fu, con sua figlia Eustochio ed alcune altre dame di grande famiglia, il centro di un gruppo di asceti (in gran parte donne) nella Roma della fine del IV secolo. Affascinata dalla personalità del grande retore e dal suo messaggio di rinuncia al mondo, lo seguì con la figlia in Terrasanta, ove consacrò i suoi beni e la sua vita alla creazione e gestione di un ospizio per poveri, pellegrini e malati. L’elogio che Girolamo ha tessuto di Paola (che non fu del resto un caso isolato nella società romana tra IV e V secolo) ha segnato profondamente non solo il genere agiografico ma anche il modello stesso di santità femminile. Il fatto che il grande Padre della Chiesa abbia scelto la vedova Paola e non sua figlia Eustochio, cui ha rivolto un lungo ad appassionato elogio della verginità, quale figura femminile da portare ad esempio, ha probabilmente infuenzato fortemente il modo di porsi del Cristianesimo del prino millennio nei confronti della santità femminile. 14 Scrivere dei santi, parlare dei santi Infatti, contrariamente a quanto è avvenuto più tardi, con il trionfo degli Ordini monastici femminili, l’Alto Medioevo ha visto nella vedova aristocratica il suo ideale di perfetta cristiana. In quanto sposa e madre in una prima fase della sua vita, questo tipo di donna non si pone in conflitto con la società, che nella donna apprezza soprattutto la madre. Dotata di un’alta forma di spiritualità, questo modello di perfezione cristiana sa vivere castamente le nozze, mantenendo una sorta di verginità del cuore che può essere anche superiore a quella meramente fisica. Abituata ad affrontare il mondo, capace di guidare una grande casa, di educare dei figli, sarà particolarmente competente nel gestire una struttura assistenziale, che potrà fondare liberamente perché il suo elevato rango sociale, e la ricchezza che vi è collegata, nonché la sua vedovanza, che la libera dalla tutela maschile, le consentono di essere caritatevole e munifica. Con l’Epitaphium Paulae Girolamo ha dunque fornito un modello cui potranno rifarsi, in tempi e società diversissimi, tutti coloro che vorranno attribuire alla donna sposata un ruolo attivo nella santità cristiana. Negli stessi anni in cui in Terrasanta Girolamo contribuiva con la sua forte personalità e le sue grandi doti retoriche a dare definitiva dignità letteraria al genere agiografico, in Gallia un altro autore, infinitamente meno importante nella storia del Cristianesimo, ma fondamentale per la storia dell’agiografia, Sulpicio Severo, scriveva la sua Vita Martini. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un testo che segnerà le epoche successive. L’opera ha un carattere eccezionale perché composta ancora durante la vita del personaggio che vuole esaltare come modello di perfezione: Martino sarà dunque, in una prima fase, un santo vivo. Sulpicio narrerà in un secondo tempo la sua morte, destinata a diventare modello per la descrizione del transito del fondatore di una qualsiasi comunità religiosa, alcuni anni più tardi e sotto forma epistolare. Martino, nella biografia di Sulpicio, è ancora un santo del tardo-antico ma ha già connotati ‘medievali’. E’ figlio dell’Impero romano al tramonto per la sua stessa vicenda biografica. Soldato perché figlio di un soldato, in una società irrigidita in cui i mestieri sono diventati ereditari, il giovane, 15 La santità medievale nato in una provincia orientale dell’Impero, la Pannonia, avrà modo di conoscere durante la sua vita molte delle regioni dell’orbis romano: l’Oriente, l’Italia dove sarà eremita, la Gallia ove fonderà una delle prime comunità monastiche e dove sarà chiamato a coprire la cattedra vescovile di Tours. E’ tipico di questa fase della storia anche il suo rifiuto della violenza, in nome del cristiano rispetto per la vita, un rifiuto che lo induce a dichiararsi pronto a marciare inerme contro il nemico pur di non venire meno alla sua fede. Martino sarà salvato da un intervento miracoloso: i nemici rinunceranno ad attaccare. Dopo di lui il perfetto cristiano nei racconti agiografici o rinuncerà a portare le armi in quanto chierico o monaco o, se laico, affronterà il combattimento e riporterà in nome di Dio la vittoria. Chi non abbia letto la Vita Martini non è in grado di comprendere quanto essa abbia influenzato, nel profondo, l’agiografia dei secoli successivi. Alcuni episodi verranno ripresi molte volte e in contesti diversissimi; è il caso, ad esempio, della conversione dei pagani, ancora numerosi nelle campagne della Gallia, che il vescovo di Tours non convince con le parole ma facendo abbattere l’albero cui le popolazioni locali riservavano un culto idrolatico, uscendo illeso da una sorta di giudizio di Dio. Si tratta di un tema di grande successo, che riaffiorerà, nei secoli successivi, in molti contesti ‘missionari’. Più in generale, la Vita Martini offre un modello di ‘vita mista’ che sarà, per secoli, il modello vincente in Occidente; egli è stato infatti monaco per lunghi anni, e da questa esperienza monastica resta segnata la sua personalità, contraddistinta, fino alla morte, da un’aspra ascesi. Ma Martino muore vescovo, assumendosi così il carico di un’intera comunità urbana, di cui diventa il pastore e il defensor, come vuole la tarda legislazione imperiale che ha conferito ai vescovi poteri sempre più estesi anche in campo civile all’interno di città impoverite, in crisi demografica e abbandonate dalla loro classe dirigente. Quando, circa due secoli più tardi, il monaco Gregorio sarà strappato alla pace del monastero che ha fondato nella sua casa paterna sul Celio per diventare Gregorio Magno, il più celebre papa del primo Millennio, egli, tormentato dalla nostalgia per la vita 16 Scrivere dei santi, parlare dei santi monastica, potrà trovare consolazione nell’esempio di Martino, che aveva, come lui, sacrificato la propria vocazione per mettersi al servizio degli altri, portandoli sulla strada della salvezza eterna. A sua volta Gregorio sarà autore di una celeberrima opera agiografica, i Dialogi, un testo che, dalla fine del VII secolo, si diffonderà in tutte le biblioteche di Occidente, costituendo un’altra delle pietre miliari della storia dell’agiografia in età medievale. In quest’opera in quattro libri, il più celebre dei quali è il secondo, interamente consacrato a Benedetto da Norcia, è un altro aspetto della santità che viene posto in primo piano. Molti dei personaggi descritti nei Dialogi non sono infatti proposti come modelli di vita (ma non è questo il caso di Benedetto, la cui biografia è presentata come perfetta realizzazione di un’esperienza monastica comunitaria), ma piuttosto per la loro capacità di ottenere, con le loro preghiere e la loro vita esemplare, quell’intervento divino nel mondo che noi chiamiamo miracolo. I santi di Gregorio Magno, ivi compreso Benedetto, sono dunque dei taumaturgi; la loro esistenza, il meraviglioso che segna ogni istante della loro vita è una garanzia dell’amore di Dio per chi lo serve fedelmente, una dimostrazione della sua capacità e volontà di intervenire nella storia. L’atteggiamento dell’autore dei Dialogi nei confronti della santità non è isolato; più o meno negli stessi anni, alla fine del VI secolo, anche il vescovo di Tours, Gregorio, compilava testi agiografici in cui l’elemento taumaturgico è prevalente. Sembra così che la scrittura agiografica, a partire da questo momento e per molti secoli, si presenti sotto due forme distinte: da una parte troviamo testi evidentemente scritti per un pubblico religiosamente colto, formato essenzialmente di monaci o dei chierici di una chiesa cattedrale che, nella vita del santo fondatore della comunità o del vescovo cittadino, cerca indicazioni preziose per la realizzazione della propria esperienza religiosa. Abbiamo già visto che è questo, probabilmente, il significato della vita di Benedetto da Norcia inserita nei Dialogi; è certamente questo lo scopo per cui fu scritta, nella prima metà del VII secolo, la Vita Columbani, il più celebre dei monaci irlandesi fattisi ‘pellegrini per amore di 17 La santità medievale Cristo’ sul continente e morto come abate del monastero appenninico di Bobbio. In queste opere l’elemento meraviglioso non è certo assente ma la sua funzione è quella di confermare la santità di un individuo la cui vita, il cui insegnamento, il cui comportamento quotidiano sono posti come modello da imitare. Accanto a queste vite troviamo le raccolte di miracoli; in questo tipo di opere la santità non svolge alcuna funzione educativa (anche perché nulla o quasi nulla si dice del santo taumaturgo cui sono attribuiti i miracoli) mentre prevalente è la celebrazione della virtus posseduta dalle reliquie del santo. Una visita alla tomba, un voto, un’offerta a questi personaggi di cui spesso si ignora tutto, diventano, per i semplici fedeli, che – non va mai dimenticato – sono in questi secoli totalmente analfabeti, garanzia di efficace intercessione presso Dio per ottenere essenzialmente buona salute e un aiuto di fronte a fame ed orrori della guerra. Da questa duplice forma dello scritto agiografico si può facilmente dedurre in cosa consistesse, nell’alto Medioevo, il parlare dei santi. Monaci e chierici conservano nella memoria il ricordo della vita e degli insegnamenti di alcune personalità eccezionali; ai loro racconti attingono tutti gli agiografi, che si fanno forti di queste testimonianze di ‘testimoni oculari’ della santità. Quando poi il testo è disponibile, esso verrà letto, commentato e meditato, così come le vitae patrum, le vite dei santi monaci del tardo antico, durante le riunioni che, la sera, concludono la giornata di lavoro e preghiera di una comunità monastica e sarà oggetto delle letture durante i silenziosi pasti in refettorio. Questo tipo di utilizzazione del testo agiografico spiega bene perché non vi sia monastero che non possieda la sua raccolta di testi agiografici, in cui – accanto alle biografie dei grandi santi del tardo antico, martiri e confessori – sono raccolti libelli che conservano memoria dei santi venerati nella regione. Ma di santi si parla anche al di fuori delle comunità religiose, al popolo, di cui fanno parte, indistintamente, i grandi di questo mondo e i contadini che vivono sulle loro terre. Ai laici si parla dei santi per vantare proprio le loro capacità taumaturgiche, per promettere il loro favore o minacciare la loro collera. Non per nulla nelle raccolte di miracoli 18 Scrivere dei santi, parlare dei santi scritte intorno all’anno Mille, sono frequenti i racconti delle terribili vendette esercitate dal santo nei confronti di chi aveva attentato alla sicurezza e alla ricchezza della comunità religiosa di cui era patrono, era venuto meno a un voto o, più semplicemente, aveva mostrato di dubitare della sua santità. In Occidente, a partire dall’inizio del IX secolo, quando si diffonde la convinzione che la presenza delle reliquie di un santo sia necessaria alla consacrazione di una chiesa o di un altare, si scatena una vera e propria ‘caccia alle reliquie’. I corpi santi erano in effetti abbondanti soprattutto nelle regioni di più antica romanizzazione, nelle terre, cioè, in cui le persecuzioni del tardo antico avevano infuriato più atrocemente, causando la morte di decine o centinaia di fedeli, la cui memoria martiriale era stata devotamente conservata. Ricca come nessun’altra città era naturalmente Roma. Totalmente prive di reliquie erano invece le regioni di nuova cristianizzazione, con l’eccezione dei pochi casi di martirio già segnalati. La vera e propria ondata di furta sacra, come sono stati felicemente definiti, o di traslazioni di reliquie concesse dai pontefici romani quale dono ai grandi del mondo o alle chiese che volevano beneficare, diede vita ad un nuovo genere agiografico, la traslazione, in cui vita e caratteristiche del santo di cui vengono trasferite le spoglie sono assolutamente inessenziali mentre, al centro dell’interesse dell’autore, sono i miracoli che si verificano puntualmente lungo il cammino e, soprattutto, nella nuova sede delle spoglie del santo. Anche in questo caso, il nuovo genere letterario delle traslazioni viene inaugurato da un assoluto capolavoro: si tratta dello splendido racconto che Eginardo, il biografo di Carlo Magno, ha consacrato al racconto dell’avventuroso viaggio delle reliquie dei SS. Pietro e Marcellino, che si era procurato, in modo illegale, a Roma. Col nono secolo si assiste dunque ad una stabilizzazione dei tipi di racconto agiografico che resterà immutata per molti secoli con le caratteristiche che abbiamo segnalato. Il X secolo si distingue nel panorama per l’elevato numero di splendidi testi scritti, soprattutto da monaci, per celebrare le virtù di personaggi di grande rilievo: dal conte Gerardo di Aurillac, 19 La santità medievale biografato da Odone abate di Cluny, all’imperatrice Adelaide, moglie di Ottone I le cui virtù vennero cantate da un altro abbate di Cluny, Odilone; dal fratello dello stesso Ottone I, l’arcivescovo di Colonia Bruno, a Giovanni, il più celebre abate della potente abbazia lotaringica di Gorze. Si tratta di testi molto ricchi di spiritualità ma che ebbero circolazione limitata a pochi monasteri e chiese cattedrali. L’elevatezza del loro messaggio, e la scarsità di miracoli narrati, li hanno resi poco comprensibili, e praticamente inutilizzabili per quel pubblico laico per cui i santi erano essenzialmente dei grandi taumaturghi. E’ questo uno dei casi in cui la mancanza di un pubblico laico di lettori è più facilmente e dolorosamente percepibile; alcuni di questi testi si sono fortunosamente salvati in un solo esemplare e non stupisce che nessuno di questi grandi eroi dello spirito abbia avuto un culto durevole. L’agiografia tardomedievale Dopo il Mille si incominciano ad avvertire i primi segni di quello che sarà il mutamento epocale nella storia della santità; fino ad allora, come si è visto, il culto nasceva su basi locali e richiedeva, per la sua ufficializzazione, al massimo la presenza del vescovo alla traslazione delle reliquie. Con l’affermarsi della riserva romana in materia di canonizzazione, anche l’agiografia assunse forme nuove. I papi, per procedere al riconoscimento ufficiale della santità, richiedevano infatti testimonianze sicure sulla vita del personaggio in questione e sui miracoli che gli erano attribuiti. Le vite, a partire dal XII secolo, si fecero dunque sempre più attente a segnalare tutti quei tratti del candidato alla santità che ne dimostravano la perfezione cristiana, e più scrupolosa e tecnica si fece la descrizione del miracolo. Questi tratti si fecero ancora più evidenti quando, nel XIII secolo, prese forma definitiva il processo di canonizzazione. Le vite, da questo momento, si presentano secondo due tipologie: o si tratta di testi scritti per ottenere l’apertura di un processo, o l’opera riassume i risultati dell’inchiesta che era stata condotta. In entrambi i casi, anche se ancor più chiaramente nel 20 Scrivere dei santi, parlare dei santi secondo, le biografie perdono in freschezza, dovendo rispondere ad una serie di quesiti sempre più tecnici in materia di santità. Pochi, da questo momento, sono i testi che possano gareggiare, sul piano letterario, con quelli prodotti fino al Mille. Le eccezioni, come la vita di Caterina da Siena, si spiegano per la difficoltà di proporre una forma di santità, femminile, laica e mistica, che aveva pochi precedenti nella storia. Ma è questo invece il momento in cui, finalmente, il parlare dei santi assume connotati definiti, e chiaramente percepibili per lo storico. A partire dal XII secolo, ma soprattutto col XIII e la nascita degli Ordini Mendicanti, specializzati nella predicazione ai laici, in un serio e generoso tentativo di cristianizzare profondamente l’intera società, fiorisce anche la predicazione de sanctis. Finalmente, a partire dalla fine del XIII secolo, possediamo anche delle note, prese dagli ascoltatori durante i sermoni di celebri predicatori, nell’ambiente universitario parigino come nella Firenze di Dante. Sappiamo così che la festa del santo viene ormai celebrata regolarmente con un’omelia che ne illustra le virtù. Il santo non è più un modello per pochi ma viene presentato come esempio per tutti i fedeli. La prima conseguenza di questa nuova sensibilità del mondo laico al fenomeno santità è la rapida trasformazione dell’onomastica: da questo momento, e per secoli, i genitori battezzeranno i loro figli col nome del santo che conoscono meglio e/o apprezzano di più. La santità entra così definitivamente nell’esperienza quotidiana del cristianesimo occidentale. Una più ampia presenza dei santi nella liturgia ha reso necessario, nei secoli successivi al Mille, intervenire sui testi di passiones e vitae, spesso tanto lunghe da occupare alcune decine di pagine a stampa, per abbreviarle e distinguerle in lectiones. I nuovi Ordini religiosi del XIII secolo che, in quanto Mendicanti, potevano disporre di somme ridotte per la copia o l’acquisto di libri, sentivano, d’altro canto, molto più di altri, meno impegnati nella pastorale, la necessità di avere a disposizione, in volumi facilmente trasportabili e di agevole consultazione, le legendae necessarie alla quasi quotidiana predicazione de sanctis. Non stupisce perciò che sia proprio in ambito domenicano che assunse 21 La santità medievale forma definitiva la raccolta di legendae adbreviatae. Dopo i primi tentativi di Jean de Mailly e di Bartolomeo di Trento, l’opera di Jacopo da Varazze, che data degli anni intorno al 1260, raggiunse fama e diffusione universale. La Legenda aurea, questo il titolo della raccolta, fu copiato in migliaia di esemplari in età medievale se più di mille codici sono sopravvissuti fino ai nostri giorni. Testo di edificazione e raccolta di materiale per la predicazione, la Legenda aurea proponeva una”selezione” all’interno della storia della santità cristiana, privilegiando martiri antichi e confessori dei primi secoli del Medio Evo, in una dimensione che si voleva “romana” ed universale. In un secondo tempo, in molte regioni d’Europa, al corpus originario furono aggiunte sezioni, più o meno estese, per dare spazio a forme di santità più moderne e, soprattutto, più radicate nella realtà locali. Fonte di ispirazione per migliaia di predicatori di molti paesi, l’opera di Jacopo da Varazze ha segnato in modo indelebile l’arte, la letteratura e lo stesso rapporto dei fedeli con la santità. 22 BIBLIOGRAFIA S. Boesch Gajano, Agiografia altomedioevale, Bologna 1976 H. Delehaye, Les origines du culte des martyrs, Bruxelles 1932. Les passions des martyres et les genres littéraires, Bruxelles 1962. J. Dubois, Les Martyrologes du Moyen Age latin, Turnhout 1978 (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 26). B. Fleith, Studien zur Ueberlieferungsgeschichte der lateinischen “Legenda aurea”, Bruxelles 1991. B. de Gaiffier, L’Agiographie et son public, in Mélanges van der Essen, Louvain 1947, pp. 135-166. Hagiographie, culture et sociétés (IVe-XIIe siècles), Paris 1981. Hagiographies. Histoire internationale de la littérature hagiographique et vernaculaire en Occident des origines à 1350, Turnhout (Corpus Christianorum), voll. I, II, III, 1994-2001. M. Heinzelmann, Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, Turnhout 1979 (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 33). G. Maggioni, Ricerche sulla composizione e sulla trasmissione della “Legenda aurea”, Spoleto 1995. G. Philippart, Légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, Turnhout (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 24-25), 1977. 23 PANORAMA STORIOGRAFICO di Umberto Longo Il fenomeno della santità cristiana non è nato e non si è certamente concluso nel medioevo. Per la storia della santità le periodizzazioni, le divisioni storiografiche tradizionali dimostrano tutto il loro carattere convenzionale. Le periodizzazioni valgono infatti solo nella misura in cui ci si ricorda che esse più che i fatti, le res gestae, i processi, insomma la Storia nel suo divenire, riguardano i fruitori della storia, gli storici e i lettori. Chi componeva la Vita di un santo nel medioevo non pensava certamente di scrivere solo di santità medievale, ma si riallacciava al suo passato fondante e qualificante, la Sacra Scrittura, dalla quale nasceva e traeva possibilità di esistenza la santità e la storia stessa. Se decidiamo di parlare di santità medievale operiamo una scelta storiografica che necessita di una specificazione. Intendiamo occuparci in questa sede delle fonti relative alla santità composte nel periodo medievale e dei santi vissuti in tale epoca o in epoca precedente ma di cui siano state prodotte testimonianze agiografiche durante il medioevo. 1. Santità e agiografia Il termine sanctus non nasce con il cristianesimo, ma era già usato nel mondo antico. Sanctus era un titolo onorifico che poteva essere connesso a chi si occupava del sacro, ma che comprendeva una sfera di significati semantici più complessa e articolata. Il fenomeno della santità quale noi comunemente lo intendiamo è tuttavia essenzialmente cristiano e, dunque, riguarda in particolare le regioni dove si è affermato il cristianesimo. Esso ha il suo processo di elaborazione e fissazione nell’incontro tra gli ultimi sussulti della stagione antica e i primi singulti di una nuova epoca che siamo soliti definire medioevo, utilizzando una terminologia che riflette, di fatto, un’interpretazione storiografica negativa nata dal disprezzo degli intellettuali umanisti e poi illuministi nei 24 Panorama storiografico confronti di un lungo periodo nel quale, al di là di un’altalena di giudizi delle storiografie e delle società delle epoche successive, hanno conosciuto le prime elaborazioni e sperimentazioni tutta una serie di istituti, concezioni e usi che spesso fanno ancora parte del nostro quotidiano e della nostra identità. Tra i fenomeni che maggiormente caratterizzano il medioevo trova sicuramente un posto di rilievo la santità che rappresenta, allo stesso tempo, uno dei picchi del fascino della “leggenda rosa” del medioevo, immaginato come epoca di intenso fervore religioso e spirituale, e allo stesso tempo uno dei massimi motivi del disprezzo derivante dalla “leggenda nera”, che bolla il medioevo come epoca irrazionale e superstiziosa.1 In ogni caso la santità costituisce uno dei punti fermi che rappresentano e caratterizzano il medioevo nell’immaginario collettivo. Se la santità conosce nel medioevo alcune tappe fondamentali della sua storia, dalla sua affermazione nel corso della tarda antichità e del primo medioevo, con l’estensione del concetto di santità dai martiri ai confessori, fino alla sua istituzionalizzazione con lo sviluppo e il disciplinamento del processo di canonizzazione nel XIII secolo, è tuttavia solo l’età della riforma e della controriforma che segna l’inizio della disciplina agiografica propriamente detta, intesa come studio critico dei documenti e delle fonti relative alla santità. Il termine agiografia può generare confusione poiché esso è comunemente impiegato in due accezioni. Con agiografia si indica sia la letteratura che la disciplina, cioè sia le fonti, la produzione narrativa e letteraria sulla santità che gli studi, la produzione critica e storiografica avente come oggetto la santità e il culto dei santi. Per ovviare a questa possibile confusione, in tempi recenti, Réginald Grégoire ha proposto nel suo manuale di adottare il termine agiografia per la letteratura sulla santità e il termine agiologia per gli studi critici.2 A proposito della semantica agiografica, Guy Philippart ha ricostruito minuziosamente la storia dell’impiego dei due termini a partire dalle loro prime attestazioni, ma a tutt’oggi non si è affermata una precisa terminologia per distinguere la letteratura dalla disciplina agiografica.3 25 La santità medievale 2. La letteratura agiografica 2.1 Generi e forme La scrittura sulla santità abbraccia un campo assai vasto di possibilità e annovera una serie di generi più o meno codificati. Vitae Specificatamente dedicati alle figure dei martiri sono gli Atti e le Passioni. Queste ultime, più sviluppate in senso narrativo, non sono sempre relative ai primi martiri cristiani, essendo state composte anche a proposito di personaggi che hanno subito il martirio in età successive all’epoca delle persecuzioni romane.4 Il genere più immediatamente legato alla santità medioevale è quello delle Vite dei santi. Mentre negli Atti e nelle Passioni dei martiri il racconto del martirio costituiva il cardine attorno al quale ruotava la narrazione della quale spesso era l’unico argomento, le Vite dei santi si propongono di narrare l’intera esistenza eccezionale e la perfetta aderenza ai valori cristiani dei protagonisti. Per fare questo gli autori delle Vite, gli agiografi, hanno a disposizione due modelli di riferimento: il bivoz classico e la Bibbia. Anche per l’agiografia i cristiani possono attingere alle due grandi eredità costituite dalla cultura classica pagana e dalla cultura giudaica. La tradizione classica offriva modelli formali come la biografia, l’elogio, il panegirico, l’apologia, la lode commemorativa, mentre la tradizione biblica offriva anche modelli di riferimento per i temi e i contenuti. Le Vite dei santi se potevano trovare nei generi e negli autori classici un modello formale, tuttavia per la finalità e i contenuti se ne discostavano completamente e si riagganciavano direttamente alle sacre scritture – agiografia per eccellenza – delle quali intendevano costituire una sorta di proseguimento. In questo senso, all’interno della letteratura agiografica, dovrebbe essere considerata anche la produzione apocrifa, a metà tra il genere biblico e quello agiografico. I testi apocrifi, prodotti a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, nel corso del medioevo 26 Panorama storiografico hanno conosciuto la stagione più importante della loro tradizione e per il loro carattere narrativo sono stati in osmosi costante con il genere delle Vite dei santi, costituendo parte del bagaglio immaginario e topico degli agiografi. Il genere delle Vite dei santi è stato intensamente coltivato lungo tutto l’arco del medioevo; nell’alto medioevo esso ha rappresentato una parte cospicua della produzione narrativa raggiungendo anche picchi di qualità letteraria e testimoniando efficacemente i valori spirituali e culturali dell’epoca. Se pure la struttura formale poteva richiamarsi ai modelli classici, l’intento delle Vite non era quello di ricostruire le vicende biografiche del santo protagonista in un’ottica meramente storica e cronologica. Le narrazioni agiografiche non prendevano in considerazione ogni singolo momento delle vite dei protagonisti con la medesima attenzione, ma si soffermavano sui momenti e gli episodi ritenuti più significativi per porre in evidenza le qualità e le virtù caratteristiche dei santi che proponevano come esempi. Una Vita poteva essere scritta da un autore di chiara fama o da un semplice chierico o monaco appena al di sopra della soglia della scolarizzazione; senza dubbio vi sono profonde differenze di stile, modi, committenze e finalità all’interno della produzione letteraria agiografica medioevale. Ciò non di meno si possono individuare caratteristiche generali che sono rispettate lungo tutto il corso del medioevo. Una scansione canonica della Vita di un santo può essere quella che prevede tre parti: prologo, testo e, assai spesso, miracoli finali. Il testo non seguiva necessariamente un andamento cronologico, che narrasse la vita del santo dalla nascita alla morte, poiché, come si è già accennato, un’importanza assai maggiore era connessa al racconto delle virtù del santo e alla rappresentazione delle caratteristiche della sua santità che non alla ricostruzione e successione esatta degli avvenimenti della sua esistenza. La letteratura agiografica, peraltro, in questa sua attitudine rispecchiava fedelmente le priorità della cultura e della psicologia medievale, assai differenti da quelle care alla nostra sensibilità e al nostro gusto, privilegiando la rappresentazione simbolica rispetto alla esatta aderenza ai canoni spazio-temporali o di verosimiglianza. 27 La santità medievale Anche se di contenuti, forma e tenore letterario disomogenei nella stragrande maggioranza dei testi delle Vite dei santi si possono però ravvisare delle costanti a proposito di passaggi fondamentali quali quelli relativi alla conversione e alla morte dei protagonisti. A seconda dei periodi e degli ambienti poteva essere dato più o meno peso a temi o rubriche riprese dalla biografia classica quali, ad esempio, il genos, cioè a dire la rubrica dedicata alle origini familiari e sociali del santo o la paideia, rubrica dedicata alla formazione culturale e/o spirituale del protagonista della narrazione. Nell’agiografia galloromana e poi in quella carolingia aveva grande peso nel testo la formazione culturale e la descrizione delle attività intellettuali dei santi protagonisti; al contrario in un testo prodotto in un ambiente rigorista le qualità intellettuali e le attività culturali erano neglette o sottaciute. Un’attenzione costante però può essere riscontrata a proposito del racconto della morte dei santi, elemento delicato e importantissimo tanto per gli agiografi e i loro fruitori che, più in generale, per l’uomo medievale. L’agiografia, e precipuamente la Vita di Benedetto di Norcia narrata da Gregorio Magno nel secondo libro dei Dialogi, contribuì in maniera determinante al successo della regola di Benedetto all’interno del monachesimo altomedievale e allo stesso tempo al peso religioso, sociale e culturale che il monachesimo stesso andò acquisendo nella società occidentale. Nel corso del VII e dell’VIII secolo gli ideali ascetici del monachesimo informarono il concetto di santità della società e tale fatto si riverberò nella letteratura agiografica. Il genere delle Vite ebbe come protagonisti soprattutto, anche se non esclusivamente, i monaci. Accanto ad essi la letteratura agiografica continuò ad annoverare i vescovi, che assolvevano le funzioni fondamentali per le comunità cristiane di protezione e patrocinio e che erano i rappresentanti di una santità che invece di rinunciare al mondo sceglieva di operarvi consapevolmente. In questo periodo, però, le Vite dei monaci non sono esclusivamente imperniate sulla rappresentazione di una santità ascetica segregata dal mondo, ma registrano sensibilmente un nuovo fenomeno, destinato ad aver ripercussioni profonde sulla società occidentale, costituito 28 Panorama storiografico dalla vocazione missionaria del monachesimo, benedettino e non. L’agiografia testimonia e propaganda lo sviluppo e il ruolo avuto dal movimento monastico missionario insulare nella cristianizzazione del continente. F. Prinz ha definito tale monachesimo irofranco in quanto espressione del fecondo incontro tra il monachesimo insulare, irlandese e anglosassone, e la società continentale, specialmente quella merovingia. La missione, l’evangelizzazione, la peregrinatio pro Dei amore animano le pagine degli agiografi e divengono le caratteristiche di una santità che trova i suoi maggiori rappresentanti e i suoi massimi punti di riferimento in personaggi del calibro di Colombano, Bonifacio, dei loro numerosi discepoli fino ad arrivare ai primi rappresentanti del mondo – e dell’agiografia – carolingi, quali ad esempio, il monaco Alcuino. Accanto a vescovi e monaci in questo periodo la letteratura agiografica acquista nuovi protagonisti nei nobili soprattutto nell’area del regno franco. Proprio la nobiltà come virtù essenziale e caratteristica della santità assunse un ruolo di grande peso nell’agiografia merovingia, al punto che l’essere di nobili natali divenne una sorta di elemento topico nelle Vite dei santi. In questo senso la produzione agiografica se da un lato si dimostra uno strumento sensibile a registrare le dinamiche della società e l’affermarsi di nuovi ceti, dall’altro permette di comprendere appieno – stante anche la penuria di fonti di altro genere – i rapporti sociali e le priorità culturali di un mondo di cui riflette fedelmente i quadri mentali. Anche per la storia della letteratura agiografica uno snodo importante fu costituito dall’epoca carolingia, momento intenso di riorganizzazione culturale e religiosa, di risistemazione linguistica e concettuale che ebbe profonde ripercussioni in numerosi campi, tra i quali la teologia, la liturgia e l’agiografia. Nel periodo carolingio si può ravvisare una volontà di normalizzazione e disciplinamento anche nella sfera del culto dei santi. A partire dalla Admonitio generalis di Carlo Magno nel 789 e poi negli atti di vari concili nel corso del IX secolo sono contenuti pronunciamenti di diritto ecclesiastico in materia di riconoscimento dei santi e norme relative al trasferimento di reliquie. 29 La santità medievale La letteratura agiografica conosce in età carolingia un profondo rinnovamento e un incremento sensibile. L’agiografia, infatti, entra massicciamente nella pratica liturgica grazie anche all’iniziativa del pontefice Adriano I che rinnovò la tradizione della chiesa romana consentendo la lettura di Passioni e Vite di santi non solamente nelle chiese che erano dedicate a un certo santo. Tale circostanza comporta un rapido proliferare di leggendari che saranno adottati per secoli in chiese e monasteri lungo tutto il continente europeo. La produzione letteraria agiografica conosce un’impennata non solo nella quantità, ma anche nella qualità. Accanto alla produzione di tipo seriale, anonima e di scarso valore letterario, vengono redatti testi di pregevole fattura, che si impongono come modelli, ad opera di autori del calibro di Alcuino. L’agiografia anonima non è però priva di interesse poiché nella proposizione di questo o quel topos così come nella scelta di modelli cui conformarsi si evidenziano le opzioni spirituali, religiose e culturali di un ambiente determinato o di una società. Questa considerazione sposta il discorso sul carattere attualizzante dell’agiografia, che trova evidenza particolare in epoca carolingia nella pratica delle riscritture agiografiche che conosce un momento di intensa diffusione. Sicuramente l’esigenza di migliorare il latino incerto di testi prodotti in precedenza costituisce uno dei motivi principali che spingono chierici e monaci carolingi a intervenire, ma non è assolutamente da escludere anche l’esigenza di attualizzare e armonizzare l’esperienza di santità presentata in Vite e passioni lontane con le sensibilità religiose e spirituali che si vanno affermando. Il nuovo gusto letterario e la rinnovata attenzione per la perfezione formale della lingua e della poesia si traducono anche in una imponente produzione di letteratura agiografica in versi. Traslationes e Racconti di miracoli Oltre che per le Vite dei santi quella carolingia è un’epoca importante anche per la produzione e la normalizzazione di altri generi agiografici, quali le Traslationes e i Libelli miraculorum, che riguardano due elementi fondamentali del culto dei santi: le reliquie e i miracoli. Le Translationes sono un genere agiografico che 30 Panorama storiografico ha come oggetto principale più che il martire o il santo, il corpo, le reliquie di questi. Dal III secolo è attestato lo sviluppo di una teologia del martirio in seguito alla quale si diffuse l’uso di edificare davanti alle tombe dei martiri altari all’interno dei quali venivano conservate le loro spoglie. Dalla memoria speciale per questi defunti si passò alla devozione e dalle preghiere per i martiri si passò a quelle ai martiri sempre più concepiti come intercessori. Il potere dei martiri e dei santi, “compagni invisibili” dei fedeli, fu individuato nel loro corpo, prova evidente della sopravvivenza dell’anima dopo la morte e ponte speciale tra l’umano e il divino.5 Il corpo divenne il catalizzatore della sacralità e della potenza del santo che si manifestava attraverso il potere taumaturgico. I resti corporei dei santi, le reliquie, godettero di un culto potente e speciale, non necessariamente dipendente dal santo. Il caso più celebre è quello delle reliquie dei martiri Gervasio e Protasio che alla fine del IV secolo a Milano “autocertificarono” la propria identità operando miracoli che condussero i fedeli a ricostruire a chi potessero appartenere ossa anonime e portentose. Dopo aver ammesso la liceità del trasferimento e la possibilità di smembramento di corpi santi, le autorità ecclesiastiche nei confronti del fenomeno delle reliquie non mantennero sempre un atteggiamento uniforme. Accanto a un’azione mirante a scoraggiare l’idolatria per le reliquie e a porre in evidenza il rapporto tra santità di vita e potenza del corpo morto, le istituzioni ecclesiastiche in conseguenza dell’enorme successo del culto furono spinte spesso a una gestione disinvolta delle reliquie. Nell’altomedioevo i furti e il traffico di reliquie assunsero proporzioni rilevanti e contribuirono in maniera efficace alla diffusione del cristianesimo impreziosendo le chiese di area franca e germanica e muovendo gli appetiti di prelati, sovrani e imperatori che, come nel caso di Ottone I, diedero vita a una vera e propria “grande rapina dei corpi santi”. La grande diffusione di reliquie e il relativo exploit del culto furono lanciati e sostenuti dall’ingente produzione agiografica delle Translationes, che non trattavano la vita dei santi quanto il trasferimento delle loro reliquie e i miracoli che esse ottenevano per coloro che si affidavano al 31 La santità medievale loro potere. All’interno di una produzione tanto vasta quanto disomogenea per forma e tenore, meritano di essere ricordate per le ripercussioni sul culto o per l’interesse letterario almeno i racconti riguardanti il trasferimento delle reliquie di san Benedetto da Norcia dall’abbazia di Montecassino a Fleury dove furono poste nel cuore della nuova abbazia di San Benedetto divenendo un fattore determinante per la diffusione del culto del santo abate e la Translatio et miracula sanctorum Marcellini et Petri. Quest’opera fu composta nell’830 da Eginardo, il celebre biografo di Carlo Magno, e presenta caratteristiche esemplari sia per i motivi e le finalità alla base della compilazione di questo tipo di letteratura che per i criteri e le modalità compositive. Eginardo compone l’opera poiché ha costruito una basilica su un terreno che gli è stato donato dall’imperatore Ludovico e deve dedicarla a un santo. Gli servono delle reliquie e per ottenerle non c’è che da recarsi a Roma e procurarsele. La Translatio narra del viaggio a Roma della delegazione franca, dei modi scaltri con cui si impossessa delle reliquie e del ritorno oltralpe dove il viaggio si trasforma in una solenne processione accompagnata da visioni e premonizioni sul luogo dove stabilire il santuario delle reliquie. La narrazione si conclude con una serie di miracoli avvenuti nel luogo ove sono state poste le reliquie che diventa immediatamente un centro di pellegrinaggio. L’esemplarità dell’opera di Eginardo risiede, oltre che nella vivida descrizione dei modi con i quali si ottenevano le reliquie, anche nella testimonianza sul valore della reliquia come strumento di potere non solo religioso, ma anche politico e sociale attraverso il controllo e la gestione della sacralità. Tali tipi di racconti incentrati sulla inventio, o sulla solenne elevatio delle reliquie in luoghi visibili e prestigiosi o sul trasporto dei preziosi resti in nuove chiese o presso nuove comunità conobbero la loro stagione più fortunata, anche se non esclusiva, soprattutto tra alto e pieno medioevo, accompagnando e documentando il grande flusso di reliquie che dalle catacombe, dai luoghi di sepoltura dei martiri ricoprì tutta la cristianità di una fitta trama di punti di confluenza simbolica e sociologica e di aggregazione religiosa e identitaria. 32 Panorama storiografico Il miracolo è l’attestazione più evidente del potere del santo tanto da vivo che da morto. La letteratura agiografica è intrisa di narrazioni relative ai miracoli. La centralità del miracolo in ogni forma di santità non è testimoniata solo dal fatto che tanto le Passioni, le Vite dei santi che le Translationes sono costellate di miracoli e prodigi operati per mezzo dei santi e dei loro resti corporei, ma trova evidenza anche nel fatto che il miracolo è l’oggetto di un genere agiografico specifico. Raccolte di miracoli sono state prodotte sin dalla tarda antichità; lo stesso Agostino oltre a testimoniare della pratica dei Libelli miraculorum, prende posizione nei confronti del problema del miracolo e, in particolare, dei miracoli contemporanei dedicando ai miracoli che si operavano per mezzo delle reliquie del protomartire Stefano una lunga e meditata riflessione che si articola in più opere, dai sermoni al XXII libro del De civitate Dei, con profonde e durevoli ripercussioni. Lungo tutto il corso del medioevo un nutrito numero di autori del calibro di Gregorio di Tours (Liber de virtutibus sancti Iuliani, Libri de virtutibus sancti Martini) o, in seguito, il cardinale eremita riformatore Pier Damiani (De variis miraculosis narrationibus, De bono suffragiorum et variis miraculis, praesertim Beatae Virginis), l’abate cluniacense Pietro il Venerabile (Liber de miraculis) o il cistercense Cesario di Heisterbach (Dialogus miraculorum), per non citarne che alcuni, si sono cimentati in questo genere agiografico. Accanto ai grandi autori, il genere dei Libelli miraculorum si compone di una enorme quantità di anonime raccolte di miracoli certificati dai notai per promuovere o confermare il culto di un santo o, nel basso medioevo, per istruire un processo di canonizzazione.6 Il miracolo non può essere considerato come “un elemento inquinante” all’interno della narrazione agiografica; esso per lo scrittore, il pubblico e i protagonisti dell’evento miracoloso è un fatto, un evento storico e come tale ormai la critica storiografica lo considera esaminando la produzione agiografica che lo riguarda come una testimonianza preziosa sulla realtà sociale e culturale all’interno della quale si è prodotto l’evento miracoloso e ne è stata elaborata la codificazione letteraria. 33 La santità medievale Il miracolo è dotato di una sua autonomia rispetto alla santità e agli stessi generi agiografici. Non è inconsueto nel periodo medievale trovare racconti di miracoli e avvenimenti prodigiosi in generi come le cronache, gli annali o i resoconti di viaggi che non hanno rapporti immediati con l’agiografia. A questo proposito va notato come spesso sia possibile riscontrare una “labilità di confini” tra i generi nella produzione agiografica e tale osservazione potrebbe estendersi alla letteratura medievale in generale. In questo senso possono essere menzionati in questa rassegna generi che solo in senso lato sono assimilabili alla produzione agiografica intersecandosi solo talvolta con essa. È il caso della produzione omiletica o degli Itineraria. Si è parlato in precedenza di spostamenti di reliquie; naturalmente, non solo le reliquie viaggiavano, ma erano anche e soprattutto i fedeli a recarsi presso le tombe dei martiri e dei santi per motivi devozionali, penitenziali, o anche seguendo motivazioni che oggi potremmo definire di turismo religioso. A partire dai primi secoli della Chiesa la pratica del pellegrinaggio acquisì un’importanza notevole e crescente nella vita religiosa cristiana. Le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma o quella dell’apostolo Giacomo in Galizia, per non citare che gli esempi più eclatanti, divennero quasi immediatamente poli di attrazione fenomenale per i fedeli di tutto l’orbe cristiano. Insieme al culto si svilupparono le strade, gli insediamenti lungo di esse e la letteratura che riguardava i santuari e i pellegrinaggi ad essi diretti. Ben presto fu elaborata una letteratura specifica dedicata ai pellegrini con indicazioni sui percorsi da seguire, i santuari da visitare e – fatto più rilevante ai nostri fini – con una raccolta di notizie sulle vicende e i miracoli relativi ai santi oggetto di venerazione con lo scopo principale di promuoverne il culto. In questo senso un nitido esempio è costituito dalla compilazione conosciuta come Liber sancti Jacobi redatta nel XII secolo, che raccoglie insieme a una guida ad uso del pellegrino per raggiungere Santiago de Compostela, testi liturgici e cronachistici (il racconto della spedizione di Carlo Magno dello Pseudo Turpino), la Vita dell’apostolo Giacomo e il resoconto 34 Panorama storiografico dei miracoli operati per mezzo della sua intercessione. Ma già ben prima, dalla tarda antichità e nel corso della stagione altomedioevale, erano stati prodotti esempi di letteratura di questo genere con gli Itineraria romana o quelli relativi alla Terra Santa. Per non citare che due esempi si ricordano la Peregrinatio sanctae Paulae di Girolamo e il più tardo Hodoeporicon sancti Willibaldi ad opera della monaca Ugheburga.7 Sermoni Anche il genere letterario dei sermoni, se non può essere considerato un genere agiografico, è però spesso in stretti rapporti con l’agiografia per gli argomenti e le funzioni. La letteratura omiletica era composta a partire da temi di argomento biblico, morale, teologico, ma anche agiografico. Venivano infatti composti sermoni dedicati ai santi da leggersi in occasione della ricorrenza della loro festa. Il calendario liturgico cristiano era scandito oltre che dalle ricorrenze relative alla vita e alla figura di Cristo, (Pasqua, Natale ecc.), anche da quelle relative ai martiri e ai santi di cui sia a livello universale che locale si celebrava il dies natalis. I sermoni di carattere agiografico venivano letti in chiesa o all’interno delle comunità monastiche e potevano avere, dunque, tanto funzioni liturgiche che parenetiche, per l’edificazione pubblica o privata dei religiosi e dei fedeli attraverso la produzione dei Sermones de sanctis. Il peso crescente che assunse la predicazione nella vita religiosa soprattutto cittadina a partire dal XIII secolo per mezzo dei nuovi ordini mendicanti è all’origine di una nuova stagione della produzione agiografica. Exempla, Legendae novae e raccolte agiografiche Agli ordini mendicanti fu assegnata dal papato la missione di una azione pastorale energica in grado di riguadagnare alla Chiesa masse di fedeli spesso sfiduciate e contaminate dal proliferare di eresie. Le esigenze della pastorale richiedettero relazioni strette tra la predicazione e generi legati all’agiografia quali gli exempla, le legendae novae e le raccolte agiografiche, 35 La santità medievale che costituirono serbatoi fondamentali per la predicazione. È stato notato come soprattutto per gli ultimi secoli del medioevo legenda agiografica, exemplum omiletico e novellistica volgare appaiano essere “settori testuali fortemente collegati fra loro”.8 Se gli exempla e le raccolte agiografiche non sono una novità peculiare del basso medioevo, lo è senz’altro la legenda nova. Si tratta di un nuovo tipo di produzione agiografica che abbrevia la forma dei testi delle Vite dei santi in modo da renderle più funzionali per la trascrizione su codici di formato più piccolo e dunque più maneggevole e poter allo stesso tempo disporre di un ampio repertorio di testi su figure agiografiche che oltrepassavano la dimensione locale. Tra XIII e XIV secolo si moltiplicarono le raccolte agiografiche di siffatte caratteristiche che si rivelavano utilissimi strumenti per l’edificazione privata e pubblica e furono prodotte soprattutto in ambito domenicano. L’esempio più celebre è rappresentato dalla celebre Legenda Aurea redatta dal vescovo domenicano Jacopo da Varagine dopo la metà del XIII secolo. Si tratta di un’opera che costituisce un crocevia nel quale confluiscono e si intersecano una serie di generi e che condensa una serie di occasioni di produzione agiografica. Essendo le centottantadue Vite disposte da Jacopo secondo il circolo dell’anno liturgico l’opera presenta una sua unitarietà che trascende la lettura delle singole Vite e si ricompone nel grande quadro generale che segue il ritmo delle partizioni dell’anno. Le raccolte agiografiche esistevano anche prima; nella storia degli ordini monastici i leggendari, codici manoscritti che raccoglievano una serie di testi agiografici di carattere narrativo, si erano rivelati strumenti duttili e efficienti per la pratica liturgica e devozionale favorendo la diffusione di culti tra i monasteri attraverso i contatti e gli scambi. La sostanziale novità delle raccolte agiografiche del tipo della Legenda Aurea risiede nelle particolari caratteristiche (forma abbreviata dei testi, formato dei codici) nelle finalità e le funzioni. Tale tipo di raccolta non si identifica e non si esaurisce in alcun modello o genere precedente: non è stringata come un 36 Panorama storiografico calendario o un martirologio, non presenta un ristretto orizzonte tematico come le raccolte di vite di santi contenute nei leggendari dei secoli precedenti, non è legata ad alcuna precisa occasione liturgica, né è destinata specificamente alla lettura pubblica o privata o presenta il carattere transitorio di un sermone. Nella duttilità sta la cifra più evidente e vincente dello straordinario successo della Legenda Aurea in particolare e di questo tipo di produzione agiografica in generale. Il considerare le raccolte agiografiche come prodotti coerenti e non come somma di testi agiografici si evince dal fatto che se si leggono le singole vite contenute nella raccolta non si coglie il disegno unitario che si recupera solo considerando il prodotto nel suo insieme organico e coerente di strumento capace di proporre attraverso le Vite abbreviate modelli che, anche se non strettamente imitabili, rappresentano valori cui tendere e conformarsi e allo stesso tempo esempi del repertorio narrativo relativo alla santità nella società tardomedievale. Legato alla santità bassomedievale è poi un altro tipo di produzione di carattere agiografico, quello degli atti dei processi di canonizzazione prodotti a partire dal XII secolo. Pur non essendo testi letterari sono però preziosi testimoni delle concezioni relative alla santità e più in generale delle rappresentazioni mentali e delle ideologie della società degli ultimi secoli del medioevo.9 La scrittura agiografica Un’ultima considerazione può essere fatta allargando il discorso dai generi e le forme della produzione agiografica nel medioevo alla scrittura agiografica in sé. Si è fin qui potuto vedere come i generi non siano sempre contraddistinti da rigide definizioni e si è fatto cenno di come talvolta elementi propri dell’agiografia, quali ad esempio i racconti relativi a miracoli, compaiano in opere che non hanno rapporti immediati con la letteratura agiografica. Per il medioevo va tenuto in considerazione come non sempre la scrittura agiografica sia incasellabile in un genere preciso e codificabile, facendo capolino spesso anche in altri 37 La santità medievale contesti. Come dimensione della scrittura che meglio era in grado di veicolare certi tipi di messaggi e come patrimonio espressivo immediato per autori che di norma erano monaci o chierici per i quali era un procedimento naturale tanto il ricorso a tale tipo di patrimonio quanto l’utilizzo delle potenzialità offerte dal discorso agiografico nell’argomentare e spiegare. Queste osservazioni spostano il discorso in un’altra direzione che qui vuole essere solo segnalata e si propone come osservazione metodologica e problematica. Dai generi e le forme si può spostare l’attenzione sulla scrittura agiografica e le sue funzioni nella prospettiva di un allargamento della riflessione alla luce delle recenti acquisizioni storiografiche sui problemi di genere e di identità dei testi. In questo senso l’attenzione deve essere spostata dall’identità del testo agiografico all’identità della scrittura agiografica in un senso più lato e l’analisi deve essere focalizzata su come sia concepito il mezzo espressivo offerto dalla scrittura agiografica e come un autore usi le possibilità che questo offre. Si può parlare non solo di generi dell’agiografia ma di una dimensione agiografica della scrittura che è utile per esprimere e veicolare determinate concezioni. Tale fatto è particolarmente evidente a proposito degli exempla o, più in generale, in numerosi casi in cui in un’opera si intende proporre un modello di comportamento morale o si intende veicolare un assunto relativo all’ideologia religiosa dell’autore o dell’ambiente che scrive. Non si tratta di tentare di proporre una sorta di “imperialismo agiografico” nei confronti di una parte della letteratura medievale, proponendo una senza dubbio forzata “agiografizzazione” della scrittura, ma si intende solo portare la riflessione sull’identità dell’agiografia “come prodotto culturale caratterizzato da finalità e caratteri propri”, con la consapevolezza della possibile fragilità dei confini tra generi letterari.10 La crescente sensibilità con cui la storiografia ha preso in esame la produzione agiografica medievale ha messo in evidenza come essa non possa essere considerata un insieme omogeneo, ma come sia assai più corretto parlare di generi agiografici distinti, dalle Passiones, alle raccolte di miracoli, dalle Translationes 38 Panorama storiografico alle Vitae, dei quali si è dato conto in questa rapida e sommaria rassegna.11 Le classificazioni tipologiche elaborate dalla lunga tradizione della disciplina agiografica sono senza ombra di dubbio valide, ma va ricordato che se esistono generi letterari agiografici distinti è però altrettanto vero che non possono essere sottovalutati per l’agiografia i problemi “di confine o commistione” con altri generi letterari, o con altri campi come la liturgia, la predicazione, il rapporto con l’immagine e con la tradizione orale.12 2.2 I luoghi dell’ agiografia Dopo aver brevemente delineato i generi e le forme non è inutile soffermarsi sui luoghi e i modi concreti della produzione dei testi agiografici e sui motivi e le finalità che ne presiedevano la redazione. Luoghi d’elezione per la produzione agiografica medievale erano senza dubbio gli scriptoria monastici ed ecclesiastici, all’interno dei quali venivano composti, ricopiati o rielaborati i testi in codici che avevano differenti funzioni e che costituivano, dunque, i contenitori e i veicoli di diffusione della produzione agiografica. Varie e articolate sono le tipologie dei manoscritti agiografici nel medioevo a seconda delle funzioni che dovevano assolvere. Altrettanto varie sono le denominazioni con cui sono stati definiti i manoscritti di contenuto agiografico. Una prima macrodistinzione può essere effettuata dividendo i codici agiografici in due categorie a seconda che fossero destinati all’uso liturgico o meno. Secondo questa classificazione vanno menzionati innanzitutto i lezionari e i leggendari, intendendosi con il termine lezionari i codici esemplati per un utilizzo liturgico che presentano una divisione dei testi agiografici in lezioni, mentre con il termine leggendari i manoscritti contenenti testi agiografici che non presentano segni di divisione liturgica e che dunque non sono stati concepiti inizialmente per l’ufficio liturgico ma per la lettura pubblica o privata. All’interno di queste due categorie gli specialisti hanno distinto una serie di sottotipologie più particolari secondo i tipi, la forma e il contenuto dei testi. Accanto a lezionari e leggendari agiografici troviamo i Libelli che contenevano una sola legenda o un insieme di testi dedicati a un singolo santo. 39 La santità medievale Vi è poi una nutrita serie di tipi di manoscritti che, pur non essendo specificatamente agiografici, potevano contenere materiale agiografico: i breviari, nei quali insieme a una serie di testi per la celebrazione dell’ufficio liturgico erano inseriti estratti dalle Vite e le Passioni; i martirologi storici che in corrispondenza delle feste dei santi potevano integrare nella notizia estratti o talvolta intere Passioni o Vite; i Miracula; le raccolte di exempla che potevano annoverare racconti agiografici nel repertorio di temi designati a illustrare la predicazione; i codices miscellanei che al loro interno insieme a lettere e trattati di contenuto spirituale o teologico, sermoni, preghiere potevano contenere testi agiografici; le raccolte agiografiche concepite e compilate da un singolo autore, quali ad esempio il Liber in gloria martyrum di Gregorio di Tours, o il Memoriale sanctorum di Eulogio di Cordova.13 I codici sono i luoghi che hanno conservato e tramandato il patrimonio letterario agiografico medievale, ma l’agiografia ha trovato anche altre forme di espressione che quelle letterarie. Il ricordo e la rappresentazione della santità non venivano fissati solo attraverso la scrittura, ma anche mediante le immagini. Al pari dei testi, le immagini agiografiche sono testimonianze preziose sulle concezioni della santità nel medioevo. Non erano assolutamente infrequenti i casi di figure di santi sottoposte a continui adeguamenti a seconda dell’evolversi delle concezioni teologiche e dogmatiche. Proprio una delle caratteristiche della cultura medioevale, la tendenza ad interpretare tutto in chiave simbolica, rende di grande interesse lo studio dell’iconografia e la considerazione delle immagini relative alla santità come preziose fonti storiche, laddove per immagini si intendono una grande quantità di cose, dalle miniature nei codici alle vetrate, le tavole e i cicli di affreschi nei luoghi di culto.14 2.3 Produzione, funzioni e fruizioni Alla base della produzione di un testo agiografico si può individuare un duplice ordine di motivazioni riconducibili da una parte all’esigenza di elaborare e fissare la memoria storica di una esperienza di santità che si vuole ricordare e dall’altra alla necessità di disporre di una memoria per il culto. 15 40 Panorama storiografico Alla finalità di ricostruire la memoria storica di un santo si associa quella di promuoverne o corroborarne il culto, o quello per le sue reliquie o per il luogo che le ospita. Lo stretto legame con il culto costituisce una delle caratteristiche peculiari della produzione agiografica, nella duplice funzione di strumento per la celebrazione e per la promozione. Tale legame contribuisce anche a conferire all’agiografia una dimensione attualizzante; il fatto che essa sia un prodotto con una continuità di utilizzo comporta che i testi siano in osmosi costante con gli orientamenti religiosi della società e degli ambienti che li utilizzano. Le funzioni peculiari della produzione agiografica hanno portato spesso nel medioevo a un processo di riattualizzazione dei testi attraverso procedimenti di riscrittura e di metamorfosi di cui la tradizione manoscritta offre ampia e chiara testimonianza. Alla base delle riscritture agiografiche vi sono una serie di motivi, da quelli di ordine letterario, quali, ad esempio, l’esigenza di traduzioni o di un miglioramento linguistico o stilistico, a quelli più propriamente religiosi con una rappresentazione delle caratteristiche della santità del protagonista più consona alle concezioni religiose dell’epoca o dell’ambiente all’interno del quale si produce la nuova scrittura. L’attualizzazione del testo agiografico poteva avvenire mediante aggiunte, attraverso l’inserzione di prologhi miranti a evidenziare l’esemplarità del santo, di episodi riguardanti la vita del santo o miracoli da lui operati, o mediante accorciamenti, come nel caso delle legendae novae che a partire dal XIII secolo abbreviano sistematicamente i testi delle Vite dei santi e delle Passioni per renderli più fruibili e più consoni alle esigenze della pastorale. Alla base delle riscritture potevano esserci però anche motivi ideologici, di politica ecclesiastica, o di mero prestigio politico, come ad esempio il ricorso alla tradizione agiografica per rivendicare l’antichità e il prestigio di dinastie e istituzioni politiche o ecclesiastiche, o per puntellare pretese su reliquie, diritti o possedimenti. Il continuo processo di riattualizzazione dei testi agiografici è una delle testimonianze più chiare sulle particolari caratteristiche di questo tipo di prodotto 41 La santità medievale letterario che codifica e trasmette una memoria storica in rapporto dialettico con il presente che la accoglie e la rielabora incessantemente. La produzione di un testo agiografico assolve una serie di funzioni legate al culto, all’edificazione, alla propaganda e al prestigio dell’istituzione che lo confeziona. Due componenti fondamentali del processo di produzione sono la committenza e gli agiografi.16 Perché un testo agiografico venga redatto è necessario che vi sia qualcuno (un monastero, una chiesa locale, un vescovo, un sovrano, un nobile, ma anche una confraternita, una corporazione o un gruppo di devoti e, a partire dagli inizi dei processi di canonizzazione, chi promuove una causa di santità) che ha bisogno di un documento che fissi la memoria su una determinata esperienza di santità. Perché questo avvenga è necessario ricorrere al lavoro di uno scrittore che materialmente raccolga i dati e ordini i contenuti secondo la forma e i propositi richiesti dal committente. La compilazione di un testo agiografico richiede un insieme di conoscenze, competenze e tecniche storiche, bibliche, teologiche. Il contenuto di un testo agiografico è formato fondamentalmente da due categorie di dati: i fatti specifici che riguardano l’oggetto della narrazione (il santo protagonista, le reliquie, il santuario ecc.) e i temi parenetici che il redattore attinge dal patrimonio delle sue conoscenze bibliche, agiografiche, teologiche e morali.17 Il lavoro dell’agiografo consiste nell’amalgamare correttamente nella sua composizione: i fatti storici riguardanti il santo di cui scrive, la tradizione agiografica cui egli fa riferimento e la concezione della santità sua e/o dell’ambiente che ha commissionato l’opera. L’agiografo è un personaggio fondamentale nella letteratura agiografica. Sembra un’osservazione banale, ma lo è meno di quanto si possa credere, poiché assai spesso in passato nei riguardi di questa figura di scrittore la storiografia ha assunto posizioni di indifferenza e pregiudizio svalutandone in molti casi l’opera oppure tendendo a concentrare l’attenzione esclusivamente sui santi protagonisti delle narrazioni agiografiche. 42 Panorama storiografico Allorché si prenda in considerazione la letteratura agiografica è fuorviante sottovalutare il ruolo di questo personaggio, poiché davanti ogni santo rappresentato in un testo agiografico si cela il suo agiografo, che ha una sua posizione spirituale e religiosa, e nel presentare il santo interviene con la sua specifica sensibilità, cultura, ideologia, con le sue esigenze e i suoi scopi. L’agiografo è sempre un filtro tra la vicenda storica del santo e la sua rappresentazione agiografica, allo stesso modo del caso della valutazione e dello studio di uno storico e delle res gestae che racconta. Trascurare questo fatto rischia di non far comprendere nella sua globalità e in tutta la sua complessità la singola narrazione e, in generale, la letteratura agiografica come prodotto spirituale, religioso e culturale. Dopo una lunga stagione in cui l’interesse per la letteratura agiografica era concentrato esclusivamente sui santi e sulle manifestazioni del loro culto, negli ultimi decenni gli studi agiografici hanno dedicato un’attenzione sempre maggiore alla letteratura agiografica come prodotto culturale e alla figura degli agiografi come elemento rilevante non solo all’interno della storia della letteratura agiografica, ma anche nel più ampio quadro della storia del fenomeno della santità.18 Attraverso una sempre più approfondita conoscenza sui processi di produzione, sulle modalità, le tecniche e le finalità che presiedono alla produzione agiografica è possibile comprendere meglio anche il valore testimoniale della letteratura agiografica rispetto alle esperienze di santità nel loro reale e concreto portato evenemenziale. Gli agiografi sono stati definiti con felice espressione da Guy Philippart come “microcosmi del loro tempo”, in quanto grazie all’analisi della loro opera e delle loro posizioni si possono ricostruire oltre che le concezioni religiose, gli atteggiamenti culturali e sociali dell’epoca in cui essi scrivevano. Chi erano gli agiografi? La letteratura agiografica dell’occidente medievale cristiano è veramente consistente; la Bibliotheca hagiographica latina, fondamentale repertorio di tutti i testi dedicati ai santi nel medioevo, elenca 13523 testi agiografici e a questa già di per sé considerevole cifra va aggiunta a partire dal X secolo la letteratura in lingue vernacolari meno sistematicamente 43 La santità medievale repertoriata e, dunque, meno conosciuta. Recentemente per colmare questa lacuna è apparsa la Biblioteca Agiografica Italiana, meritoria impresa ad opera della Ecole française e della Fondazione Ezio Franceschini. Ci troviamo di fronte a un corpus davvero imponente che è il risultato del lavoro di un numero enorme di autori. È logico che il tenore, così delle opere come degli scrittori, sia disomogeneo. Sin dai primi secoli del cristianesimo si sono cimentati nella letteratura agiografica autori celebri, del calibro di Atanasio, Girolamo, Sulpicio Severo, Venanzio Fortunato, Gregorio Magno, e più tardi Beda, Alcuino, Pier Damiani, Bernardo o Bonaventura, per citare solo alcuni tra i tanti. In autori di questo livello è particolarmente interessante analizzare la riflessione sulla santità e la dialettica che inevitabilmente si viene a creare con il santo oggetto del loro scrivere, si pensi a celebri coppie santo/agiografo come Paolino e Felice da Nola, Gregorio Magno e Benedetto da Norcia o Pier Damiani e Romualdo. In questo tipo di produzione si registra anche una dimensione autobiografica nella scrittura che non va ricercata soltanto nelle inserzioni di ricordi personali o di spunti autobiografici da parte degli autori, quanto piuttosto nel gioco di specchi che si instaura tra l’agiografo, i suoi ideali di perfezione e la sua esperienza esistenziale e l’oggetto del suo scrivere, il santo. Accanto ad autori e opere di altissimo livello destinati a rimanere un punto fermo della letteratura cristiana medievale, esiste un esercito anonimo di monaci e chierici che hanno dato vita a una produzione agiografica di tipo seriale e standardizzata. Anche se talvolta di infimo valore letterario anche questo tipo di produzione presenta un notevole motivo di interesse; attraverso il confronto, per così dire “interno” alla letteratura agiografica e ai suoi molteplici generi, si possono comprendere i mutamenti nei riguardi della rappresentazione e concezione della santità. In quest’ottica risulta particolarmente proficuo e illuminante lo studio delle già menzionate riscritture agiografiche, nelle quali si possono individuare oltre ai motivi della necessità di una nuova scrittura su di un santo, anche le differenze rispetto alla prima redazione e i mutamenti di prospettiva in relazione ai valori religiosi e culturali. 44 Panorama storiografico Le caratteristiche di riadattamento della produzione agiografica medievale fanno sì che si possa parlare oltre che delle figure degli agiografi anche dei quelle degli “editori” di testi agiografici, intendendo con il termine edizione l’insieme di operazioni relative alla “selezione, alla messa in forma grafica e materiale e alla diffusione dei testi”.19 Il problema della diffusione dei testi agiografici è collegato alle funzioni e alle fruizioni. Tra le principali funzioni della produzione agiografica si devono ricordare l’uso liturgico e quello edificatorio e devozionale. I testi agiografici venivano letti in chiesa in occasione delle feste dei santi, nel corso dell’ufficio liturgico e soprattutto durante il mattutino insieme a letture di argomento biblico e patristico. La quantità e le modalità delle letture agiografiche sono variate nel medioevo a seconda dei luoghi e delle epoche. Con alcune eccezioni la lettura di testi agiografici durante il corso della messa è un’usanza che è cessata già durante l’altomedioevo e dall’VIII secolo le testimonianze sono assai rare. Oltre che in chiesa l’agiografia veniva letta anche nel refettorio, durante i pasti – come prescriveva la Regola di san Benedetto – o anche al capitolo prima dell’ora di compieta. Questo per quanto concerne la lettura pubblica dei testi agiografici. In alcune regole, trattati ascetici o testi normativi si raccomanda ai membri di comunità religiose anche la lettura in privato di testi edificanti e agiografici. Quanto è stato detto riguardava però essenzialmente monaci e chierici; per quanto concerne i fedeli laici la fruizione della letteratura agiografica come uditori e lettori si diffuse soprattutto negli ultimi secoli del medioevo, attraverso la predicazione e la divulgazione delle raccolte agiografiche con le legende novae. In questo periodo lo sviluppo della vitalità delle città europee e la nascita degli ordini mendicanti hanno profondi riflessi sui culti e la religiosità. I mutamenti che si producono con l’affermarsi di una società urbana incidono anche sulla santità, meno connessa con le funzioni ecclesiastiche e che coinvolge sempre maggiormente i laici e in particolare le donne, che acquisiscono una visibilità sul piano religioso attraverso le esperienze mistiche e la pratica di virtù cristiane consone alla vita cittadina. 45 La santità medievale 2.4 L’agiografia come fonte storica La Vita di un santo è una forma letteraria specifica per mezzo della quale viene resa paradigmatica un’esperienza di vita cristiana ritenuta perfetta, da parte di uno scrittore e/o di un ambiente, che all’agiografia affidano la fissazione della memoria, la promozione di un culto e nella quale riflettono la propria concezione della santità. Le fonti agiografiche ormai sono recuperate nella famiglia delle fonti storiche, in qualità di fonti che pur con le loro caratteristiche e regole peculiari costituiscono testimonianze di eccezionale pregnanza per la ricerca volta alla comprensione non solo della storia religiosa, ma anche di quella culturale, sociale e politica dell’occidente cristiano. Esse costituiscono un serbatoio non solo quantitativo – soprattutto in secoli, come quelli altomedievali per i quali scarseggiano fonti scritte – ma anche qualitativo per seguire i grandi processi di trasformazione che hanno segnato il millennio medievale. Le risorse offerte dallo studio delle fonti agiografiche sono ingenti e, soprattutto dopo l’abbondante sviluppo degli studi nel corso del secolo scorso, esse non possono assolutamente più essere considerate e esaminate come episodici, fantasiosi e poco affidabili documenti del sentimento religioso dai quali trarre occasionalmente notizie e informazioni sulla vita dei santi e sulla società nella quale essi vissero. I risultati ottenuti dalla critica agiografica, che vanta una lunga tradizione iniziata dall’imponente impresa dei Bollandisti, sui quali si tornerà nel paragrafo successivo, ma che, soprattutto negli ultimi decenni, ha conosciuto un fervore di studi e di sviluppi metodologici e tematici, hanno ampiamente riscattato le fonti agiografiche dallo status di fonti considerate “minori”, dimostrandone l’assoluto rilievo per la ricerca storica. La crescente sensibilità con cui la storiografia ha preso in esame le fonti agiografiche medievali ha messo in evidenza come esse non possano essere considerate un insieme indifferenziato, ma come esse si diversifichino in una serie di generi e siano in contatto con altri campi quali la liturgia, la predicazione, l’iconografia e il folklore. Allo stesso modo la ricerca 46 Panorama storiografico agiografica si avvale di più approcci euristici e metodologici, non limitandosi solo a quelli legati alla ricerca storica, ma coinvolgendo anche altre discipline come la letteratura, l’antropologia o la storia dell’arte. La scrittura agiografica, con il suo lessico e la sua morfologia, è in osmosi costante non solo con gli ideali di santità, ma con le peculiarità culturali e ideologiche di un ambiente e, più in generale, di una società in una determinata epoca. Ogni racconto agiografico è poi in stretto rapporto con la tradizione agiografica nel cui solco si inserisce e, dunque, tanto le convergenze quanto le differenziazioni che ogni singola opera agiografica presenta, risultano significative per la valutazione da parte degli storici sia dell’identità del testo agiografico, che dell’universo culturale e sociale nel quale esso è stato redatto. Attraverso il racconto agiografico si possono comprendere gli ideali di santità di un ambiente (istituzione ecclesiastica, comunità monastica o cittadina, dinastia, eccetera), ma anche i progetti religiosi, politici e economici che sono sottesi e connessi alla produzione di un’opera agiografica e alla promozione di un culto. Uno degli aspetti più interessanti dello studio delle fonti agiografiche è costituito dalla ricerca delle motivazioni alla base della promozione della santità, che spesso travalica il versante religioso o spirituale veicolando anche istanze ideologiche, politiche e/o economiche. Tali osservazioni portano a considerare il problema della “costruzione della santità”, rispetto al quale vanno analizzate tanto le “pressioni esterne“ alla base della promozione della santità, quanto, per quel che riguarda il testo agiografico, l’intervento e il ruolo dell’agiografo su cui ci si è soffermati nel paragrafo precedente.20 La crescente consapevolezza della moltitudine e articolazione dei temi e problemi che le fonti agiografiche contribuiscono a rischiarare ha favorito l’eliminazione dei pregiudizi della storiografia nei confronti dell’agiografia. Una rigogliosa fioritura di studi agiografici attesta ormai da qualche decennio come le fonti agiografiche siano definitivamente uscite dalla sacrestie per trasferirsi stabilmente negli “ateliers” degli storici e come esse siano considerate un utile strumento per comprendere ideali e politiche religiose e non solo. 47 NOTE 1. Sulla leggenda rosa e la leggenda nera del medioevo cfr. G. Duby – B. Geremek, Passions communes. Entretiens avec Philippe Sainteny, Paris 1992. 2. R. Grégoire, Manuale di agiologia. Introduzione alla letteratura agiografica, Fabriano 1987. 3. G. Philippart, Hagiographes et hagiographie, hagiologes et hagiologie: des mots et des concepts, in Hagiographica 1 (1994), pp. 1-16. 4. Cfr. qui G. Barone, Scrivere dei santi, parlare dei santi. 5. P. Brown, The cult of the saints, Chicago University Press, Chicago-London 1981 (trad. it. Il culto dei santi, Torino 1983). 6. Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. Boesch Gajano e M. Modica, Roma 1999. 7. Su questo tipo di letteratura si rinvia a: J. Richard, Les récits de voyages et de pèlerinages, Turnhout, 1981 (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 38). 8. R. Rusconi, La predicazione: parole in chiesa, parole in piazza, in Lo spazio letterario del medioevo. 1. Il Medioevo, vol. II. La circolazione del testo, direttori: G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menestò, Roma 1994, p. 594. Cfr. C. Delcorno, Exemplum e letteratura. Tra medioevo e Rinascimento, Bologna 1989. 9. Su questo tipo di fonti agiografiche cfr.: A. Vauchez, La sainteté en Occident aux derniers siècles du Moyen Age, Rome 1981. 10. Sul concetto del “passaggio dal problema dell’identità del testo al problema dell’identità dell’agiografia come prodotto letterario complessivo”, cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, in Morfologie sociali e culturali in Europa tra tarda antichità e alto Medioevo, Spoleto 1998 (Settimana del Centro italiano di Studi sull’alto medioevo, 45), pp. 811-7. 11. Si è avuto modo di citare l’impresa della Typologie des sources du Moyen Age, sotto la direzione di Léopold Genicot. Numerosi volumi sono stati dedicati alle diverse categorie di fonti agiografiche. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, 24-25, Turnhout 1977; cfr.: J. Dubois, Les martyrologes du moyen age latin, 26, Turnhout 1979; M. Heinzelmann, Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, 33, Tornhout 1979; M. Sot, “Gesta episcoporum, gesta abbatum”, 37, Tornhout 1981; P. Dinzelbacher, “Revelationes”, 57, Turnhout 1991; A. G. Martimort, Les livres de lecture liturgique, 64, Turnhout, 1992. 48 Panorama storiografico 12. Cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, pp. 802-3, 815-7. 13. Sui manoscritti agiografici, le loro tipologie le loro caratteristiche cfr. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques. 14. Cfr. C. Frugoni, Le immagini come fonte storica, in Lo spazio letterario del medioevo. 1. Il Medioevo, vol. II. La circolazione del testo, pp. 721-737. 15. Cfr. S. Boesch Gajano, La santità, pp. 37 sgg. 16. Sulla storia del termine “agiografo” cfr.: G. Philippart, Hagiographes et hagiographie, pp. 1-16. 17. Cfr.: Manuscrits hagiographiques et travail des hagiographes, Etudes réunies par M. Heinzelmann, Sigmaringen 1992, in particolare: F. Dolbeau, Les hagiographes au travail: collecte et traitement des documents écrits (IXe-XIIe siècles), pp. 49-76. 18. Mi riferisco in particolar modo alla pubblicazione della collana: Hagiographies, sous la direction de G. Philippart. Nell’introduzione al primo volume è chiaramente esplicitato come campo d’indagine specifico dell’impresa non siano tanto i santi o il mondo nel quale essi hanno vissuto, quanto gli agiografi e le loro opere. 19. Cfr. G. Philippart, Pour une histoire générale, problématique et sérielle, de la littérature et de l’édition hagiographiques latines de l’antiquité et du moyen âge, in Cassiodorus. Rivista di studi sulla tarda antichità, 2 (1996), pp. 197-213. 20. Cfr. F. Scorza Barcellona, Un’agiografia per l’età contemporanea, in Santi del novecento. Storia, agiografia, canonizzazioni, a cura di F. Scorza Barcellona, Roma 1998, pp. 8-12. Cfr. inoltre S. Boesch Gajano, Agiografia altomedioevale, Bologna 1976, introduzione; P. Delooz, Sociologie et canonisation, Liège – La Haye, 1969 (Collection scientifique de la Faculté de Droit de l’Université de Liège, 30). 49 La santità medievale 3. La disciplina agiografica 3.1 Nascita della disciplina agiografica Il medioevo è stato una stagione eccezionale per lo sviluppo e l’articolazione della letteratura agiografica, ma la nascita della disciplina agiografica intesa come metodo critico e “ramo della scienza storica” risale solo all’epoca moderna. Si tratta di un processo lungo e articolato, che ha conosciuto più fasi ed è stato generato e stimolato da fenomeni di portata epocale che hanno scosso la storia religiosa, politica e culturale dell’Europa, quali la riforma protestante e, in seguito, l’affermazione della critica razionalista. I primi abbozzi di un approccio critico nei confronti dei testi e della tradizione agiografica si possono ravvisare già nelle raccolte di Vite di santi dell’umanista milanese Mombrizio che intorno al 1480 pubblicò il Sanctuarium e nel Santilogium del canonico regolare Giovanni Gielemans degli stessi anni. È però a partire dal XVI secolo che si cominciano a elaborare regole di critica a proposito dell’agiografia sotto la sferza degli attacchi protestanti che individuano proprio nei testi agiografici fantasiosi e falsi documenti capaci solo di creare credenze erronee e fuorvianti rispetto a una vera fede scevra dalle scorie della superstizione. In questo clima vengono prodotte in ambito cattolico alcune opere, ispirate da un’esigenza di tipo dottrinario a difesa del culto dei santi, l’Hagiologium del Witzel intorno al 1540, gli otto volumi delle Sanctorum priscorum Patrum Vitae ad opera di Luigi Lippomano pubblicate tra 1551 e 1560 e, infine, il De probatis Sanctorum historiis, in sei volumi più un settimo di indici ad opera del certosino Laurentius Surius, tra 1570 e 1575. In queste imponenti raccolte agiografiche gli autori cercano di adottare criteri editoriali più sicuri rispetto ad opere precedenti non trincerandosi dietro un’aprioristica e ottusa difesa della tradizione agiografica. In particolare il Surius che, partendo dal lavoro del Lippomano raccoglie circa ottocento Vite di santi, cerca di trarre il suo materiale da fonti note o comunque affidabili per la loro antichità e quando la lingua è particolarmente oscura interviene sul testo apportando correzioni. 50 Panorama storiografico L’agiografia diventa uno dei campi su cui si esercitano furiose polemiche e su cui si affilano armi sempre più precise dal punto di vista del metodo critico e filologico per dimostrarne la veridicità da una parte e la falsità dall’altra. Intorno alla metà del XVI secolo la storiografia protestante elaborò alcuni dei suoi frutti più maturi, grazie soprattutto al contributo dell’umanista istriano Matthias Vlacich che latinizzò il suo nome in Flacio Illirico. Divenuto protestante in Germania questi entrò nel vivo delle lotte teologiche del tempo nelle quali ebbe notevole rilievo come storico, approfondendo la concezione dei testes veritatis, cioè uomini di santa vita che avevano protestato contro la decadenza della Chiesa e la prepotenza del papato, e preparando e organizzando una monumentale storia della Chiesa. Dopo lunghe ricerche mise insieme la sua prima opera storica dal caratteristico titolo Catalogum testium veritatis, qui ante nostram aetatem pontificihus romanis eorumque erroribus reclamarunt et pugnantibus sententiis scripserunt, pubblicata a Basilea nel 1556. In seguito Flacio mise in cantiere la sua storia della Chiesa, che ideata già nei primi anni cinquanta fu però realizzata più tardi quando Flacio poté contare su un gruppo di collaboratori. Il primo volume uscì a Basilea nel 1559 e la pubblicazione si protrasse fino al 1574. L’impostazione dell’opera è rivelata già dal titolo: Ecclesiastica Historia integram Ecclesiae Christi ideam…secundum singulas centurias perspicuo ordine complectens; si tratta di una storia della Chiesa per secoli (centurie) da Cristo al secolo XIII, donde i collaboratori, che percorsero tutta l’Europa di biblioteca in biblioteca alla ricerca di testi e documenti utili, vennero detti centuriatori. Dal V secolo in poi essa – sebbene sia un’opera polemica e spesso tendenziosa – costituisce la prima grande storia della Chiesa nel medioevo colmando così una lacuna della cultura contemporanea e superando l’indifferenza umanistica per questo tipo di problemi. Una simile iniziativa non mancò di sollecitare una risposta cattolica che si articolò su vari livelli. La frenetica attività di ricerca documentaria per costituire pezze d’appoggio alla polemica dottrinale ebbe come conseguenza 51 La santità medievale lo sviluppo di una sempre maggiore sensibilità critica nei confronti della tradizione documentaria producendo effetti considerevoli anche sull’agiografia. Il teologo domenicano Melchiorre Cano († 1560) nel suo celebre trattato De locis theologicis prese posizione nei confronti dei danni causati alla fede cattolica dalle falsificazioni in materia agiografica, invocando una maggiore prudenza e un più acuto senso critico.1 Nel 1580 il pontefice Gregorio XIII diede l’incarico all’autorevole cardinale Sirleto di preparare l’edizione di un martirologio romano ufficiale che affiancandosi alla parallela sistemazione del calendario giuliano avrebbe dovuto esprimere con chiarezza la posizione ufficiale della Chiesa romana nei confronti del culto dei santi attraverso un’attenta opera di sistemazione e disciplinamento della materia affidata a un’apposita commissione di studiosi e eruditi sotto la guida dell’oratoriano Cesare Baronio. I lavori dell’équipe si articolarono in più fasi e nel 1586 uscì l’edizione definitiva provvista dei commenti (notationes) dello stesso Baronio. Nell’opera di studioso di Cesare Baronio, creato cardinale nel 1596, si può ravvisare la più organica e duratura risposta cattolica ai centuriatori. Dal 1588 al 1607 egli, aiutato da una schiera di eruditi, provvide a pubblicare gli Annales Ecclesiastici, una storia della chiesa fino all’anno 1198. Il carattere annalistico permetteva un racconto più esteso e minuto anche di fatti particolari e l’impiego davvero cospicuo di fonti e documenti. L’opera del Baronio e dei suoi continuatori fu caratterizzata dall’impiego e dal vaglio accurato di una mole imponente di fonti documentarie alla luce della consapevolezza dottrinaria che poiché i cattolici erano nella verità, più venivano resi noti i fatti del passato, più avrebbero contribuito a corroborare la verità della fede cattolica. Ne derivò un potentissimo risveglio erudito che si diffuse per tutta l’Europa e al quale si affiancò un progresso degli studi classici, orientalistici e biblici, stimolati tutti dalla polemica religiosa. Lo studio della storia dei santi conquistò una crescente attenzione in questa temperie che rese possibile la nascita della agiografia come disciplina e il suo contributo di non piccola rilevanza all’affermazione del metodo critico applicato alla storia. 52 Panorama storiografico 3.2 I bollandisti La necessità di possedere documenti sui santi sicuri e liberati dagli elementi apocrifi ispirò la laboriosa opera del gesuita Eriberto Rosweyde o Roswey. Questi, dopo una lunga ricerca negli archivi e nelle biblioteche belghe, pubblicò ad Anversa nel 1607 i Fasti sanctorum quorum vitae in belgicis bibliothecis manuscriptae asservantur. Nella prefazione dell’opera Rosweyde lanciò il progetto di un’impresa di grande respiro: si trattava di raccogliere tutte le Vite e i documenti sui santi in diciotto tomi ordinati secondo il calendario liturgico. L’ambiziosa impresa auspicata dal Rosweyde per la gloria della Chiesa cattolica e per la quale egli chiedeva ampia collaborazione incontrò perplessità anche all’interno del mondo cattolico. Di tali perplessità si fece portavoce il cardinal Bellarmino che giudicò il progetto improbo per la titanica mole di lavoro che esso richiedeva e per la pericolosità insita nella pubblicazione di materiale che nella sua forma originale e antica poteva ritorcersi contro la Chiesa. Le obiezioni del prelato, se testimoniano efficacemente il clima di polemica teologica e dottrinale, attestano anche che non era sfuggita la novità radicale proposta dal gesuita belga nello studio della santità. Nonostante le riserve, Rosweyde decise di proseguire nella sua strada, nel 1615 pubblicò dieci volumi di Vitae patrum, ma non poté portare a termine la sua opera principale a causa della sua prematura scomparsa nel 1629. L’eredità di Rosweyde non rimase sterile e fu accolta da due suoi confratelli, Jean Bolland e il suo allievo e collaboratore Gotfrid Henschen. Bolland riprese il materiale lasciato dal Rosweyde, ampliò e precisò il progetto che sfociò dopo più di dieci anni di intenso lavoro nella pubblicazione a Anversa nel 1643 del primo tomo relativo ai santi del mese di gennaio degli Acta sanctorum quotquot toto orbe coluntur vel a catholicis script oribus celebrantur. A partire da questa data ebbe inizio un’impresa editoriale che si è articolata lungo ben tre secoli e che ha fino ad ora prodotto sessantasette volumi dal 1° gennaio al 31 ottobre, di 53 La santità medievale cui i primi cinquanta pubblicati ad Anversa, uno a Tongerloo e gli altri a Bruxelles. La pubblicazione del primo tomo degli Acta sanctorum può essere considerata come il vero e proprio atto di nascita della disciplina agiografica, ma l’impresa degli Acta sanctorum nel suo insieme costituisce un vero e proprio monumento della cultura europea i cui contributi esulano dalla sfera religiosa, costituendo un patrimonio della cultura storica e scientifica in generale. Già all’indomani della pubblicazione del primo tomo suscitò enorme impressione la nuova impostazione metodologica che rappresentava “uno dei primissimi esempi del metodo critico applicato alle fonti”.2 Nella prefazione al tomo Jean Bolland dà conto della metodologia seguita e fissa una serie di punti fermi che si manterranno nel tempo al pari dell’impostazione generale dell’opera. Alla base di tutto stava il criterio di veridicità; non è concepibile aggiustare o intervenire sul testo agiografico con finalità apologetiche; devono essere pubblicate le vite e le notizie sui santi il cui culto sia stato approvato dalla santa sede o per i quali è riscontrabile un culto molto antico. Per ogni giorno del calendario viene stilata una lista di santi secondo l’ordine cronologico della loro esistenza; vi è poi una seconda lista relativa ai santi praetermissi, cioè a tutti quei personaggi che devono essere scartati da quella data, o perché la loro festa cade in un altro giorno o perché la loro santità è dubbia e non si hanno attestazioni sicure e antiche del culto. Dopo questa previa distinzione viene redatta una sylloge critica, che raccoglie tutte le notizie che è stato possibile trovare qualora non vi siano atti relativi ai santi ovvero un commentarius praevius nel caso in cui siano disponibili atti e testi agiografici. A questo può seguire poi una notizia, la gloria postuma relativa alla storia del culto del santo in questione. Nessun campo di investigazione è trascurato per la completezza del dossier, dall’indagine filologica a quella epigrafica o archeologica. Le prime generazioni di studiosi gesuiti che continuarono l’opera presero il nome di “bollandisti” dal nome dell’iniziatore degli Acta sanctorum e fornirono un impulso essenziale alla nascita e all’affinamento del metodo critico. 54 Panorama storiografico Superata la palestra che era stata la polemica teologica e dottrinaria dell’epoca della riforma, un vero progresso per la storia della disciplina agiografica e più in generale per la storia della critica avvenne quando il dubbio divenne “esaminatore”, cioè quando per dirla con il celebre storico Marc Bloch “furono via via elaborate regole oggettive che tra verità e menzogna permettevano di effettuare un vaglio”.3 Nel clima culturale in cui vide la luce il Discours de la méthode di Cartesio, la partecipazione dei bollandisti all’affinamento di metodologie di analisi della documentazione improntate al criterio di veracità si rivelò decisiva. In particolare l’esponente più eminente della seconda generazione di studiosi bollandisti, Daniele Papebroch († 1714), ebbe un ruolo di primo piano nel vivacissimo dibattito culturale della sua epoca. Il Papebroch nel 1675 pubblicò, come introduzione al II tomo degli Acta sanctorum relativo al mese di aprile, il Propylaeum antiquarium circa veri ac falsi discrimen in vestustis membranis, serrata e rigorosa trattazione sulle norme per l’analisi critica dei documenti. L’applicazione rigorosa del metodo critico provocò ai bollandisti anche la condanna dell’inquisizione spagnola, causata da una celebre polemica dell’ordine Carmelitano contro il Papebroch che aveva messo in discussione la tradizionale tesi carmelitana dell’origine dell’ordine direttamente dal profeta Elia. Il Papebroch, tra l’altro, diede un contributo decisivo, anche se indiretto, alla nascita della disciplina della critica dei documenti d’archivio, attraverso le feconde controversie con Jean Mabillon, il quale nel corso di una disputa con il bollandista pubblicò nel 1681 i sei volumi del De re diplomatica, opera che sancisce l’inizio della diplomatica intesa come scienza che ha per oggetto lo studio critico dei documenti. La pubblicazione degli Acta sanctorum e la ricca messe di studi e ricerche che i bollandisti hanno corredato alla loro impresa principale rappresentano un patrimonio ininterrotto da ormai più di tre secoli e tale continuità costituisce una duplice ricchezza sul versante della storia della cultura. Infatti, se da un lato l’esperienza bollandista ha offerto un contributo 55 La santità medievale costante alla tradizione di studi agiografici e religiosi attraverso risultati metodologici che esulano dalla semplice disciplina agiografica, dall’altro permette di avere sempre il polso della situazione rispetto alla “continua ridefinizione del concetto di verità agiografica” all’interno del dibattito storiografico al quale sempre gli studiosi bollandisti hanno partecipato attivamente nel corso di tutta l’età moderna, contemporanea e fino ai nostri giorni.4 3.3 La disciplina agiografica nel corso dell’età moderna e contemporanea Anche se spesso ne hanno costituito le punte più avanzate, non sono stati certo esclusivamente gli eruditi bollandisti a dedicarsi agli studi agiografici nel corso dell’età moderna. Sin dagli esordi della disciplina agiografica intesa “come ramo della scienza storica” i padri Maurini si sono distinti per l’acribia critica e la qualità dei loro contributi. Di Jean Mabillon si è già accennato a proposito della pubblicazione del suo De re Diplomatica, cui si deve affiancare l’iniziativa, più squisitamente agiografica, degli Acta sanctorum ordinis sancti Benedicti, pubblicati in nove volumi in folio tra 1668 e 1701. A tale importante pubblicazione, organizzata non secondo l’ordine del calendario come gli Acta sanctorum dei Bollandisti, ma secolo per secolo, parteciparono anche dom Luc d’Achery (m. 1685), maestro del Mabillon, e Tierry Ruinart (m. 1709), che collaborò con Mabillon e Edmond Martène anche alla redazione degli Annales ordinis sancti Benedicti, rispetto ai quali gli Acta sanctorum ordinis sancti Benedicti si pongono come una sorta di pendant agiografico. Oltre che dai Maurini, nel corso del XVII secolo la disciplina agiografica ebbe notevoli contribuiti anche da eruditi di altri ordini religiosi. Per quanto riguarda gli ordini mendicanti tra i vari eruditi si può segnalare Serafino Razzi (m. 1613), che compose una raccolta di Vite di santi dell’ordine domenicano, o il vescovo di Pozzuoli Domenico Maria Marchese (m. 1692) al quale si devono i sei volumi in folio del Sacro diario domenicano. Il francescano 56 Panorama storiografico Arthur de Moustier (m. 1682) tra le altre opere pubblicò nel 1638 un Martyrologium franciscanum. Se dei benedettini si è già parlato a proposito delle importanti iniziative dei padri maurini, alle quali si può aggiungere il Martyrologe des saints de l’ordre de saint Benoît (1629), ad opera di Hugues Ménard, per i cistercensi va ricordato Crisostomo Henriquez al quale si devono le due raccolte Fasciculus sanctorum ordinis cisterciensis (1623) e Menologium cisterciense (1630). Altre opere agiografiche dedicate ai santi degli ordini religiosi furono poi quelle composte dall’agostiniano Georges Maigret che nel 1612 pubblicò l’Iconographie des martyrs augustins e nel 1625 la Martyrographie augustinienne, e dal Ghinius cui si devono nel 1621 i Natales sanctorum canonicorum regularium. Gli studi e, soprattutto, le raccolte agiografiche non furono però appannaggio esclusivo degli ordini religiosi, ma costituirono una produzione davvero imponente strettamente connessa non solo alla religiosità e alla devozione, ma alle stesse identità politico-territoriali e istituzionali dell’Europa moderna. L’impresa bollandista lungi dall’arrestare lo sviluppo della produzione agiografica funse da stimolo per una impressionante proliferazione di raccolte agiografiche di carattere più o meno locale, che – anche se di norma di ben altro tenore e portata rispetto agli scopi e ai criteri selettivi bollandisti – si inserirono nel dinamico processo di costruzione dell’Europa moderna costituendo “un vero e proprio termometro della religiosità del quotidiano e delle modalità del suo inquadramento istituzionale”.5 Per quanto riguarda l’Italia il servita Filippo Ferrari compose due Cataloghi, uno dedicato ai santi d’Italia, nel 1613, e uno riferito ai santi che non comparivano nel martirologio romano, nel 1625; mentre il cistercense Ferdinando Ughelli (m. 1670) compose l’Italia sacra. Tra le opere legate a un ambito di carattere regionale si segnalano quelle di Ludovico Jacobilli che dedicò una serie di opere ai santi dell’Umbria tra le quali la più celebre è la raccolta del 1647: Vite de’ santi e beati dell’Umbria e di quelli, i corpi de’ quali riposano in essa provincia. L’erudito Pietro Maria Campi tra 1651 e 1662 pubblicò in tre volumi Dell’historia ecclesiatica di Piacenza […] nella quale si spiegano le attioni de’ santi, de’ beati 57 La santità medievale e de’ vescovi della città di Piacenza [...]. L’abate camaldolese Silvano Razzi nel 1593 pubblicò le Vite de’ santi e beati toscani, mentre per la Sicilia va ricordata la figura e l’opera del gesuita Ottavio Caetani di cui nel 1657 uscirono postume le Vitae sanctorum Siciliae. Per quanto concerne l’Europa vanno segnalate una serie di opere che già nel titolo testimoniano la loro dimensione territoriale. Il gesuita Matteo Raderus pubblicò nel 1615 una Bavaria sancta, e nel 1628 una Bavaria pia; i suoi confratelli Aloys Bohuslav Balbin e Georg Seiser pubblicarono rispettivamente la Bohemia sancta, a Praga tra 1679 e 1687, e un Agiologio cronologico tirolese nel 1661. Per la Scandinavia il canonico svedese Johannes Vastorius diede alle stampe nel 1623 l’opera Vitis aquilonica; mentre per l’odierno Belgio il canonico Antoine Sanders pubblicò nel 1625 l’Hagiologium Flandriae. In Francia vanno segnalati oltre alla Gallia Christiana almeno il Martyrologium gallicanum del 1638 ad opera di André de Saussay, l’Hagiologium franco-gallicanum del 1643 ad opera dell’erudito gesuita Philippe Labbe e l’Hagiologium lugdunense composto nel 1662 da Théophile Raynaud. Anche nelle isole britanniche si ebbe una imponente produzione agiografica: Thomas Messingham compose nel 1624 un Florilegium di vite di santi irlandesi, l’arcivescovo anglicano Usserius pubblicò nel 1639 la celebre raccolta Britannicarum ecclesiarum antiquitates, cui seguì un Catalogo dei santi d’Irlanda. Va poi ricordata la figura del francescano John Colgan (m. 1678) cui si deve il tomo: Acta Sanctorum veteris et maiori Scotiae seu Hiberniae. Per l’Inghilterra vanno ricordati il Martyrologium ad opera dello Wilson nel 1640 e l’Index sanctorum Angliae ad opera del gesuita Michel Alford. Per terminare questa rapida carrellata vanno ricordati per la Spagna il Flos sanctorum pubblicato in due tomi a Madrid tra 1599 e 1601 dal gesuita Pedro de Ribadeneira e la successiva: España sagrada. Theatro geogràfico-històrico de la Iglesia de España, cominciato ad opera di Enrique Florez (m. 1773). Va inoltre menzionata la Commemoratio omnium sanctorum Hispanorum del falsario Giovanni Tamayo de Salazar pubblicata a Lione tra 1651 e 1659. Per il Portogallo va segnalato l’Agiologio lusitano del sacerdote Giorgio Cardoso (m. 1669). 58 Panorama storiografico Tra XVI e XVIII secolo si registra, dunque, una davvero imponente produzione di raccolte di vite di santi che accanto ai grandi santi della storia cristiana, ai fondatori e alle figure più eminenti degli ordini religiosi, raccolgono, selezionano, ordinano e tramandano il patrimonio agiografico espressione di realtà territoriali determinate e di dimensioni istituzionali diversificate, da quelle degli stati, dei regni o dei principati a quelle delle città, delle diocesi, delle chiese locali e nazionali, delle singole comunità. Prodotti assai diversi per tenore, qualità e funzioni, in una vasta gamma di espressioni e finalità, accanto a produzioni che si limitano ad essere solo meri contenitori di singoli testi agiografici si registrano raccolte che si possono considerare vere e proprie “opere d’autore”, ispirate da esigenze filologiche non meno che da quelle religiose, devozionali e pastorali.6 Nel secolo XVII convivono insieme raccolte frutto di un assemblaggio casuale e prive di ogni elaborazione e la rigorosa riflessione agiografica giansenista, che tocca i suoi vertici estremi con Adrian Baillet (1649-1706). La sua opera principale nel campo agiografico, Les Vies des saints composées sur ce qui nous est resté selon l’ordre des calendriers et du martyrologe avec l’histoire de leur culte, fu composta in quattro volumi a Parigi tra 1701 e 1703 e fu iscritta all’Indice nel 1707. La monumentale opera del Baillet, che ha avuto numerose ristampe e aggiunte, costituisce un importante punto di riferimento per gli agiografi successivi, sia per i contenuti sia per il metodo, che provocò vivaci discussioni e profonde reazioni. Se le posizioni del Baillet rappresentano un picco di ipercriticismo, nel quadro della riflessione storico-agiografica del XVIII secolo si distingue la figura di Ludovico Antonio Muratori. Lo storico modenese prese una posizione netta di critica rispetto all’ingente produzione storico ecclesiastica del secolo precedente cui rimproverava il troppo sovente compiaciuto indulgere sull’elemento miracoloso e sugli aspetti più inverosimili e macabri nelle narrazioni sui santi. La polemica di Muratori nei confronti degli eccessi della storiografia ecclesiastica barocca trovò definizione e risalto in una serie di trattati, ma le testimonianze più pregnanti e fruttuose sono 59 La santità medievale costituite dalla pubblicazione, cominciata nel 1723, dei Rerum Italicarum Scriptores e degli Annali d’Italia. Se negli Annali d’Italia sin dal titolo è evidente il richiamo agli Annales ecclesiastici del Baronio, l’impegno metodologico attento alla critica applicata alle fonti e alla distinzione tra il vero e il falso che si concretava in un’accorta selezione degli elementi miracolosi contenuti nei testi medievali poneva su un altro livello il lavoro dell’erudito modenese rispetto alla pletora di “panegiristi dei santi” attivi nel XVII e ancora nel XVIII secolo. Il rinnovamento metodologico frutto di un più consapevole uso degli strumenti di ricerca e di una più attenta cernita delle fonti si accompagnò in Muratori all’idea di una “regolata devozione” che aveva un corrispettivo a livello liturgico nel movimento per la riduzione delle feste dedicate ai santi a favore di un anno liturgico più incentrato sulle feste legate alla figura del Cristo. A livello storiografico l’aspirazione, spesso rimasta tale, di una ‘depurazione’ dall’agiografia da un eccesso dell’elemento del miracoloso tacciato di ‘superstizione’, influenzò, sebbene con esiti non omogenei, le ricerche locali storico-agiografiche di eruditi quali Scipione Maffei a Verona, Girolamo Tiraboschi a Modena, Flaminio Corner – cui si deve l’Hagiologium italicum, ultima raccolta di santi italiani di epoca moderna – a Venezia, Giovanni Lami a Firenze, Benedetto Bonelli a Trento e Giacomo Tartarotti a Rovigo.7 La “regolata devozione” muratoriana con il suo pendant metodologico-storiografico si incontrò con le esigenze e le iniziative del cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, che a partire dalla pubblicazione del De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione tra 1734 e 1738, orientò e diresse una intensa stagione di sistemazione giuridica e “stabilizzazione critica” in materia di santità e agiografia.8 Nonostante il profondo rinnovamento degli studi storico agiografici promosso da Benedetto XIV alla fine del secolo le travagliate vicende politiche e in particolare la stagione napoleonica determinarono, in specie sotto i pontificati di Pio VI e Pio VII, un ritorno in chiave apologetica e controversistica dell’elemento miracoloso nella produzione agiografica che sopravisse anche nel corso dell’Ottocento. 60 Panorama storiografico Gli ultimi decenni del XVIII secolo registrano una fase durissima per la Società dei bollandisti, colpita dalla soppressione dell’ordine dei gesuiti e costretta a sopravvivere tra peripezie e persecuzioni con grave danno per l’enorme patrimonio librario e documentario disperso e impoverito nonchè per gli studi e le pubblicazioni. Nonostante le gravissime difficoltà i bollandisti riuscirono comunque a pubblicare tra 1780 e 1794 tre tomi degli Acta sanctorum, ma fu solo nel 1837 che venne ufficialmente annunciata a Bruxelles la ricostituzione della Società dei Bollandisti.9 Il secolo XIX costituisce anche per gli studi agiografici un periodo di intensa produzione e di innovazione. Nell’Ottocento si assiste al ritorno e allo sviluppo di alcune caratteristiche già tipiche dell’età della Controriforma, quali, ad esempio, l’interesse per l’archeologia cristiana e la massiccia ‘invenzione’ di corpi santi, ma la novità feconda è il progresso della disciplina agiografica attraverso il proliferare di studi filologici, raccolte, collezioni e edizioni di testi, repertori e dizionari espressamente dedicati all’agiografia.10 A partire dal 1825 Angelo Mai, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, pubblicò la Scriptorum veterum nova collectio, cui fece seguito lo Spicilegium romanum tra 1839 e 1844 e la Nova Patrum bibliotheca dal 1852 fino al 1854 anno della morte del cardinale. In tutte e tre le opere furono raccolti e editi un gran numero di testi agiografici inediti. Alla metà del secolo risale l’iniziativa editoriale promossa dell’abate francese Jacques Paul Migne che tra 1844 e 1866 riuscì a pubblicare la Patrologia latina e la Patrologia greca raccogliendo e ristampando le migliori edizioni esistenti degli scritti dei padri della chiesa. Un numero impressionante di testi agiografici sono stati compresi nelle due Patrologie, fino all’epoca di Innocenzo III per i testi latini e fino al concilio di Firenze per quelli greci. La figura e l’opera del Migne, “curé de campagne” di non eccelsa cultura e allo stesso tempo “le plus grand éditeur de son siècle”, “nato con il XIX secolo”, secondo la felice espressione di A.G. Hamman e morto nel 1875, presenta notevoli motivi di interesse. Al Migne e alla sua opera sono stati dedicati in occasione del centenario della morte convegni e monografie.11 61 La santità medievale L’imponente impresa animata dall’abate francese si situa perfettamente nel clima culturale, storiografico e politico-religioso del tempo in cui è stata pubblicata. Si tratta, infatti, di uno dei frutti più sostanziosi di una stagione nella quale fu promosso in Francia un recupero dello studio dei padri della religione cattolica e un rinnovamento degli studi teologici nel fervore antirivoluzionario.12 L’iniziativa di dare luogo alla pubblicazione del cursus completus delle opere dei Padri fu anche uno dei risultati originati dalla reazione degli ambienti cattolici più sensibili alle deplorevoli condizioni culturali in cui versava il clero francese nella prima metà del XIX secolo.13 Un apporto fondamentale alla critica e alla filologia agiografica è stato dato dalle scrupolose edizioni di testi agiografici e dai severi commenti nelle introduzioni e presentazioni pubblicati nella collana dei Monumenta Germaniae Historica, in particolare nelle serie Scriptores, Scriptores rerum merovingicarum, Scriptores rerum germanicarum in usum scholarum, la cui pubblicazione prosegue fino ad oggi offrendo agli studiosi delle fonti agiografiche indicazioni metodologiche rilevanti per il rigore ecdotico e la qualità delle edizioni. Un contributo fondamentale all’evoluzione della riflessione agiografica è stato dato da Ernest Renan che può essere considerato come uno dei principali artefici della Storia delle religioni intesa come disciplina sceintifica. Tra le sue varie pubblicazioni meritano di essere ricordate almeno la celebre Vie de Jesus del 1863 e l’Histoire des Origines du Christianisme (1863-1883). Oltre alle grandi collezioni come le Patrologie e i Monumenta Germaniae Historica nel corso del XIX secolo si moltiplicano le edizioni di testi agiografici in un clima culturale in cui le scoperte archeologiche, l’interesse per il periodo paleocristiano e le catacombe fanno lievitare gli studi agiografici sull’età dei martiri e sul culto dei santi in epoca medievale. A cavallo tra XIX e XX secolo si colloca l’attività scientifica di una serie di studiosi che hanno recato un contributo fondamentale alla disciplina agiografica attraverso i loro studi e le loro edizioni di fonti. Pio Franchi de’ Cavalieri pubblicò negli ultimi anni dell’Ottocento e nei primi del Novecento una serie di edizioni di testi agiografici per riviste 62 Panorama storiografico quali Nuovo bollettino di Archeologia cristiana, Römische Quartalschrift, e per la collana della Biblioteca Apostolica Vaticana, Studi e testi. Nel 1909 lo studioso pubblicò nove volumi di Note agiografiche contenenti studi e edizioni. Monsignor Louis Duchesne curò tra 1886 e 1892 l’edizione del Liber Pontificalis, indagò sulle fonti del Martirologio geronimiano e pubblicò una serie di studi sull’origine del culto cristiano, i primi tempi dello Stato pontificio e i fasti piscopali dell’antica Gallia; (Le Liber Pontificalis, Les Sources du martyrologe hyéronimien, Origines du culte chrétien, Fastes épiscopaux de l’ancienne Gaule, Les Premiers temps de l’État pontifical). Albert Dufourcq compì importanti studi sui Gesta martyrum; Henry Quentin pubblicò uno studio su: Les Martyrologes historiques du Moyen Age. Etude sur la formation du martyrologe romain. A Victor Leroquais si deve la raccolta minuziosa di tutti i manoscritti liturgici conservati nelle biblioteche di Francia e al canonico Chevalier un Repertorium himnologicum, che costuisce una vasta raccolta di tutti gli Incipit degli inni medievali sui santi. Francesco Lanzoni elaborò a più riprese uno studio fondamentale sulle antiche diocesi italiane, che nell’edizione finale del 1927, Le diocesi d’Italia, conteneva importanti introduzioni martirologiche e agiografiche per ciascuna delle diocesi trattate. Il Lanzoni si occupò a più riprese di agiografia e tra i vari studi si segnala: Genesi, svolgimento e tramonto della leggende storiche, roma 1925 (rist. anastatica 1974) (Studi e testi, 43). Tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento furono messe in cantiere numerose enciclopedie, dizionari e collane che anche se non esclusivamente dedicate all’agiografia, recarono alla disciplina notevoli contributi. A partire dagli anni ottanta dell’Ottocento i bollandisti avviarono la pubblicazione della collana Subsidia hagiographica e della rivista Analecta Bollandiana che proseguono tutt’ora costituendo punti di riferimento e strumenti imprescindibili per la ricerca agiografica. Contestualmente fu iniziato un lavoro scrupoloso di censimento e catalogazione di tutti i manoscritti agiografici conservati nelle principali biblioteche europee e, all’interno della collana Subsidia hagiographica, grazie 63 La santità medievale ai padri De Smedt e Poncelet, furono pubblicati a più riprese a partire dal 1898 i preziosi repertori alfabetici, ordinati secondo il nome dei santi, della Biblioteca hagiographica latina, graeca e orientalis. Le nuove iniziative non distolsero certo l’operosità bollandista dal suo tradizionale e enciclopedico compito riguardante la pubblicazione degli Acta sanctorum, rispetto ai quali tanto i Subsidia che gli Analecta si ponevano come corollari. Nel 1887 fu pubblicato sotto la direzione del padre De Smedt il primo tomo degli Acta sanctorum novembris, con una innovazione metodologica di assoluto rilievo rispetto al procedimento tradizionale, che testimoniava in maniera esemplare i progressi che la scienza filologica aveva compiuto nel corso dell’Ottocento. In luogo della scelta della migliore o delle migliori recensioni della vita di un santo fu stabilito di pubblicare tutte le Vite che lo riguardavano, fornendo anche l’apparato di fonti, la tradizione manoscritta, le recensioni e le interpolazioni socondo un ordine il più possibile esaustivo e completo. Tale rigorosa ed enorme mole di lavoro ha comportato che la pubblicazione degli Acta sanctorum abbia subito un inevitabile rallentamento. Nel 1894 uscì il secondo tomo di Novembre con l’edizione del Martirologio geronimiano a cura di G.B. De Rossi e L. Duchesne, mentre nel 1910 uscì il terzo tomo e nel 1925 il quarto sotto la direzione di Hippolyte Delehaye. Nel 1931 uscì la seconda parte del II tomo di novembre con il Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronimianum a cura di H. Quentin. L’ultimo volume degli Acta sanctorum uscito è il Propylaeum ad acta sanctorum Decembris con il commentario al Martirologio romano a cura di H. Delehaye che costituiva per lo studio delle testimonianze ufficiali del culto dei santi della Chiesa latina un’edizione altrettanto importante di quella relativa alla Chiesa greca e pubblicata in precedenza, nel 1902, del Synaxarium Ecclesiae Constantinopolitanae. Una menzione speciale deve essere dedicata all’opera del Delehaye; egli, infatti, può essere considerato come l’interprete principale e l’ispiratore del “nuovo bollandismo” che ha fornito le basi metodologiche e critiche essenziali perché l’agiografia potesse a pieno titolo 64 Panorama storiografico diventare “un ramo della scienza storica” inappuntabile e, anzi, spesso all’avanguardia. Oltre al valore indiscusso delle edizioni curate dal Delehaye, il suo contributo decisivo all’evoluzione della critica agiografica risiede nella chiarezza dei principi metodologici e scientifici espressi nella sua vasta produzione, basti pensare alla proposta delle “coordinate agiografiche” rispetto al problema della storicità del santo, o al tema della nascita del culto dei santi o a quello delle leggende agiografiche, per non citare che alcuni temi, e alle celebri Cinq leçons sur la méthode hagiographique, per citare solo una delle sue pubblicazioni.14 Il rigore metodologico accompagnato dalla innovatività scientifica e dalla ricchezza degli strumenti prodotti ha costituito il patrimonio e l’eredità del “nuovo bollandismo”, impegnato ad affrancare gli studi agiografici dalla duplice morsa che li attanagliava, all’interno da parte di una storiografica per lo più ecclesiastica orientata da un approccio all’agiografia di tipo tradizionale, confessionale e localistico e all’esterno da parte della storiografia positivista che disprezzava le fonti agiografiche etichettandole solo come inaffidabili e stravaganti documenti del sentire religioso.15 L’esempio della scuola bollandista si è dimostrato nel corso del XX secolo un impulso vivificante che ha permesso e ispirato intorno alla metà del secolo iniziative editoriali di rilievo. Tra 1953 e 1959 videro la luce le Vies des saints et des bienheureux selons l’ordre du calendrier avec l’historique de fêtes, in tredici volumi ad opera dei padri benedettini di Parigi e dei padri Baudot e Chaussin in particolare. Nel 1953 venne pubblicato ad opera di René Aigrain, un erudito vicino ai Bollandisti, il primo e per lungo tempo unico manuale sulla disciplina e la letteratura agiografica: L’hagiographie. Ses sources, ses méthodes, son histoire. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, tra 1955 e 1959, uscirono anche i tre volumi della Iconographie de l’art chrétien ad opera di Louis Réau. A partire dal 1961 viene avviata a Roma la pubblicazione della Bibliotheca sanctorum, una monumentale enciclopedia dedicata espressamente ai santi che rappresenta, sebbene la qualità scientifica dei contributi 65 La santità medievale non sia sempre omogenea, un’iniziativa di grande rilievo, differenziandosi da quella, quasi coeva, delle Vies des saints et des bienheureux, per il metodo e l’impostazione, che non seguiva più l’ordine delle feste dei santi nel calendario ma quello alfabetico.16 La pubblicazione dei tredici volumi della Bibliotheca sanctorum si è protratta per un decennio (1961-1970) che costituisce una fase di passaggio fondamentale nel quadro dell’evoluzione della storiografia agiografica. Nel corso degli anni Sessanta vedono la luce una serie di studi destinati a esercitare profonde ripercussioni metodologiche e che dilatano l’orizonte di studio dall’età delle origini e dei primi secoli del culto dei santi a tutta l’epoca medievale, con un significativo allargamento del campo d’indagine sulla produzione agiografica “considerata nella sua duplice dimensione di prodotto culturale e di fonte storica”.17 Pierre Delooz nel 1962 e nel 1969 pubblica due contributi incentrati sull’indagine sociologica della santità canonizzata, ponendo in primo piano il rapporto tra “gruppi di pressione sociale” e riconoscimento ufficiale della santità. La valutazione delle fonti agiografiche come fonti importanti dal punto di vista storico per la ricostruzione di un periodo informa lo studio di Frantisek Graus Volk, Herrscher und Heiliger im Reich der Merowinger. Studien zur Hagiographie der Merowingerzeit, pubblicato a Praga nel 1965. Nel medesimo anno esce in Italia lo studio di Alba Maria Orselli su L’idea e il culto del santo patrono cittadino nella letteratura latina cristiana, che coglie la trasformazione del significato e del concetto di patronato tra tarda antichità e alto medioevo e pone l’accento sull’importanza del rapporto santo-città. Tra 1967 e 1969 Jacques Fontaine pubblica nella collana Sources Chrétiennes l’esemplare edizione corredata da un poderoso e innovativo commento della Vita Martini, testo di eccezionale rilevanza per la storia della letteratura agiografica medievale. Al 1968 risalgono la pubblicazione della voce Hagiographie ad opera di Michel De Certeau che mette in evidenza la rilevanza delle dimensioni spaziali e temporali nell’agiografia e lo studio di Eveline Patlagean sull’importanza delle fonti agiografiche per la storia sociale di Bisanzio.18 66 Panorama storiografico I nuovi orientamenti e i decisivi progressi degli studi agiografici nel corso della seconda metà del Novecento sono frutto dell’incontro di una disciplina agiografica sempre più libera dalle pastoie della confessionalità e degli interessi “di campanile”, grazie all’apporto metodologico-scientifico bollandista, con le innovative prospettive offerte dalla cosidetta “nuova storia”, frutto dell’incontro e dell’interazione delle dicipline storico-sociali di cui la rivista “Annales”, dal 1946 “Annales. Economies – Sociétés – Civilisations”, sin dalla sua fondazione si è rivelata laboratorio fondamentale.19 Già a partire dai primi anni Venti Marc Bloch, uno dei padri delle Annales, aveva recato con la pubblicazione del suo studio su Les rois taumaturges un contributo di primaria importanza alla storiografia religiosa e allo sviluppo futuro della storiografia agiografica. Nel 1976 l’evoluzione degli studi agiografici trova una testimonianza e in pari tempo una sollecitazione decisiva con l’uscita dell’antologia ideata da Sofia Boesch Gajano Agiografia altomedievale. Il volume segna una sorta di spartiacque storiografico offrendo agli studiosi un panorama completo degli indirizzi più signifivativi della ricerca agiografica nel corso del ventesimo secolo, dal contributo metodologico fondamentale della scuola bollandista rappresentato da Hippolyte Delehaye, a quello della storiografia delle Annales con la pubblicazione di saggi di Jacques Le Goff, Jean-Claude Schmitt e Eveline Patlagean, proseguendo poi con la traduzione di alcune parti particolarmente significative dei lavori del Günther, del Graus e del Bosl, la ripubblicazione del saggio di Alba Maria Orselli sulle origini del culto del santo patrono e dell’indagine sociologica sulla santità canonizzata di Pierre Delooz. Il volume, corredato da una riflessione introduttiva e una bibliografia tematica ragionata della curatrice, si era posto l’obiettivo felicemente riuscito di dimostrare il valore dello studio della santità e del culto dei santi per la ricostruzione della storia tout court del periodo altomedievale e di mettere in evidenza le potenzialità storiche e letterarie delle fonti agiografiche. Di qualche anno successiva all’antologia di Sofia Boesch Gajano è una simile iniziativa ad opera di S. Wilson, che nel 1983 pubblica Saints and their Cults: Studies in Religious Sociology, 67 La santità medievale Folklore and History. Sul finire degli anni Settanta cominciano a fare la loro comparsa all’interno della poderosa iniziativa diretta da Léopold Genicot riguardante la Typologie des sources du moyen âge occidental alcuni fascicoli curati da G. Philippart, J. Dubois e M. Heinzelmann riguardanti espressamente l’agiografia.20 Del 1979 è l’importante convegno organizzato da E. Patlagean e P. Riché, che inaugura una lunga stagione, che ancora è lungi dall’esaurirsi, di convegni, congressi e seminari dedicati agli studi agiografici in Europa e non solo, di cui si è cercato di dare conto nell’apposita sezione della bibliografia. Gli interventi del convegno parigino hanno mostrato le potenzialità offerte dall’approccio multidiciplinare e multitematico all’agiografia e hanno fatto del convegno un crocevia dal quale si sono sviluppati numerosi e fecondi percorsi di studio.21 Nel 1977 in un convegno non specificatamente dedicato a temi agiografici Claudio Leonardi si era concentrato sul problema dell’essenza peculiare dell’agiografia che da allora è divenuto il fulcro attorno a cui hanno ruotato le sue ricerche tese a cogliere nella letteratura agiografica, nella storia della santità e nei modelli agiografici prima ancora che gli elementi storici e ideologici quella che egli in una sua riflessione sull’agiografia del 1994 ha definito “componente di gratuità” fissando il nocciolo interpretativo dell’agiografia nella sua caratteristica di essere il terreno di incontro fecondo e privilegiato tra la divinità e l’uomo.22 La produzione di Leonardi sull’agiografia si è poi articolata sulla duplice direttrice di una serie di teorizzazioni e di rigorosi studi filologici unita a una intensa attività di promozione di studi, convegni, edizioni, repertori e cataloghi di testi agiografici. Gli atti del convegno parigino tenutosi presso l’Università di Nanterre nel 1979 sono stati editi nel 1981, data particolarmente significativa per la storiografia agiografica, poiché a quell’anno risale la pubblicazione dei due studi di André Vauchez, La Sainteté en Occident aux derniers siècles du Moyen Age, e Peter Brown, The Cult of the Saints. Its Rise and Functions in Latin Christianity. Si tratta di due autentiche pietre miliari della storiografia agiografica per metodi, contenuti e oggetto d’indagine destinati ad esercitare un’influenza 68 Panorama storiografico profonda sulle ricerche successive, come è possibile notare dalle sezioni “canonizzazione” e “culto dei santi” presenti nella bibliografia. Entrambi gli studiosi hanno fornito con la loro produzione successiva un contributo essenziale all’evoluzione degli studi agiografici e non solo. André Vauchez, dapprima dall’Università di Paris Nanterre e poi dal 1995 al 2003 in qualità di Direttore dell’Ecole française de Rome attraverso i suoi studi e le inziative alle quali ha partecipato o da lui promosse ha segnato percorsi innovativi; dalla “scoperta” delle fonti dei processi di canonizzazione come osservatorio privilegiato per comprendere la religiosità bassomedievale, alla religiosità e i rapporti con la santità dei laici, dallo studio della “santità al femminile”, alla “religione civica”, dal problema del meraviglioso nella società medievale all’importanza e allo studio dei santuari come evidenziatori privilegiati del rapporto con il sacro delle istituzioni e delle società del medioevo. Sempre al 1981 risale il convegno Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura di S. Boesch Gajano e L. Sebastiani, pubblicato nel 1984. Si tratta del primo di una lunga serie di convegni promossi e animati da Sofia Boesch Gajano che negli ultimi decenni ha delineato un percorso fondamentale per la disciplina agiografica, attraverso la sua produzione e la promozione di gruppi di ricerca, convegni, seminari, studi e pubblicazioni collettive, portando al centro del dibattito storiografico temi e problemi che si sono rivelati particolarmente fecondi di sviluppi. Tale intensa attività impostata sulla diacronia e la multidisciplinarietà ha condotto nel 1996 alla costituzione della Associazione Italiana per lo studio della Santità, dei Culti e dell’Agiografia (AISSCA), con lo scopo di promuovere la collaborazione tra studiosi attraverso la raccolta di informazioni bibliografiche e la programmazione di incontri e attività scientifiche. Per i primi cinque anni di vita della Associazione è stato pubblicato un Bollettino dal titolo Sanctorum la cui consultazione è disponibile anche in internet e che a partire dal 2004 si è trasformato in una rivista. Tra i meriti del Bollettino vi è quello di pubblicare le bibliografie dei numerosi 69 La santità medievale Soci dell’Associazione fornendo così un prezioso strumento di ricerca. Tra le molteplici iniziative promosse dall’AISSCA va segnalata l’uscita nel 2001 della Bibliografia agiografica italiana (1976-1999) sotto la direzione di Paolo Golinelli. A partire dagli Ottanta si è verificata una vera e propria esplosione di studi agiografici e l’agiografia è divenuta una delle discipline leader della ricerca storica. In Italia, a testimonianza dello sdoganamento degli studi agiografici in una prospettiva storiografica laica, sono state istituite cattedre universitarie di agiografia e sono stati istituiti dottorati, quale quello intitolato Agiografia. Fonti e metodi per la storia del culto dei santi, coordinato da Francesco Scorza Barcellona con la partecipazione delle Università di Roma Tor Vergata, Roma Tre, Napoli Federico II e Firenze. Oltre all’AISSCA sono nate altre associazioni e istituzioni culturali legate all’agiografia, quali l’Hagiography Society, l’Arbeitskreis für hagiographische Forschung, Hagiologia. Atelier belge d’étude sur la Sainteté, Nederlands hagiografisch werkgezelschap. Sin dal 1984 è stata costituita la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL) che, sotto la direzione di Claudio Leonardi e con il contributo di Enrico Menestò e di una folta schiera di studiosi, ponendosi sin dagli esordi come punto di riferimento per gli studi sulla latinità medievale, ha dato vita a pubblicazioni di fondamentale importanza per lo sviluppo degli studi agiografici. Alla SISMEL, alla Fondazione Ezio Franceschini nata a Firenze nel 1987, e alla sigla editoriale SISMEL-Edizioni del Galluzzo creata nel 1996 si devono una serie di iniziative editoriali quali il repertorio bibliografico Medioevo latino, la pubblicazione della rivista Hagiographica, e la recente pubblicazione della Biblioteca agiografica italiana in collaborazione con l’Ecole française de Rome, a cura di Lino Leonardi e Jacques Dalarun e con la consulenza di Claudio Leonardi e Antonella Degl’Innocenti. La ricerca agiografica negli ultimi anni si è avvalsa sempre di più del prezioso strumento costituito dall’informatica, sempre più frequente è il ricorso all’editoria elettronica rispetto alla quale oltre alla già citata SISMEL vanno segnalate almeno le iniziative editoriali 70 Panorama storiografico belghe animate da Guy Philippart, da Paul Bertrand e Michel Trigalet. Numerosi sono i siti espressamente dedicati all’agiografia a cominciare da quello della Société des Bollandistes che, sempre all’avanguardia, ha tra l’altro trasferito su cd-rom i tomi degli Acta sanctorum e della BHL e presenta in rete l’ “Index analytique des Catalogues de manuscrits hagiographiques latins publiés par les Bollandistes”. L’incremento esponenziale di studi, convegni e edizioni di testi agiografici degli ultimi trent’anni – nel corso dei quali sono state messe in cantiere e realizzate anche imponenti imprese come l’ Histoire des saints et de la sainteté, Il grande libro dei santi, la Biblioteca sanctorum orientalium, o l’aggiornamento bibliografico della Biblioteca Sanctorum, per non citare che alcune delle principali – si è articolato in una serie di percorsi e tendenze che hanno definitivamente allargato le prospettive storiografiche da una critica rivolta solo all’agiografia a una piena rivalutazione delle fonti agiografiche come fonti storiche e della valenza degli studi sulla santità e sul culto dei santi per la comprensione delle dinamiche religiose, storiche, politiche, delle società medievali.23 L’impostazione della bibliografia vuole porsi come un tentativo di lettura e presentazione – senza dubbio parziale e soggettiva – dei principali percorsi, tendenze e risultati della storiografia agiografica di cui si intende dare conto attraverso la strutturazione dei capitoli e la scelta tematica delle sezioni. In questa prospettiva si è deciso sulla scorta di quanto proposto nei saggi introduttivi di distinguere tra agiografia e santità, inserendo nella prima parte tutto ciò che alla luce delle più recenti acquisizioni storiografiche si può riferire alle forme e ai problemi della letteratura agiografica, mentre la seconda parte è dedicata agli studi sulla santità nelle sue forme, nei suoi rapporti con la dimensione spaziale e infine all’individuazione di una serie di temi al centro della riflessione storiografica. Il primo capitolo vuole offrire un panorama degli strumenti a disposizione di chi intenda affrontare uno studio agiografico, con l’indicazione dei manuali, da quello di Aigrain del 1953 fino al manuale che sta uscendo in questi giorni ad opera di Sofia Boesch 71 La santità medievale Gajano, Simon Ditchfield, Roberto Rusconi e Francesco Scorza Barcellona; un panorama delle bibliografie e rassegne sull’agiografia; le principali riviste e collane, un elenco degli atti dei convegni e uno degli studi generali di carattere metodologico e di riflessione storiografica. Il secondo capitolo è espressamente dedicato alle fonti e soprattutto nelle sezioni dedicate ai repertori e alle edizioni di testi agiografici si può notare come nel corso degli ultimi decenni le pubblicazioni siano aumentate vertiginosamente a testimonianza dell’interesse crescente per l’agiografia. Il terzo capitolo riflette nella sua stessa denominazione e impostazione i risultati più recenti delle ricerche agiografiche presentando, oltre alla tradizionale divisione dell’agiografia in generi – all’interno della quale sono riportate anche le raccolte di vite di santi oggetto di una particolare attenzione negli studi recenti, la scrittura agiografica come prodotto culturale e dedicando specifiche sezioni agli agiografi; ai problemi legati all’identità dei testi; ai processi di produzione, diffusione e fruizione dell’agiografia e al rapporto tra agiografia e iconografia. La seconda parte della bibliografia si concentra sui problemi legati alla santità e si apre con il quarto capitolo nel quale sono trattate le forme, da quelle, più tradizionali, della santità eremitica, monastica e vescovile, a quelle che sono state oggetto della riflessione storiografica più recente come la santità laica, i rapporti tra santità e potere e, soprattutto, la santità al femminile. Anche il quinto capitolo intende riflettere un percorso recente della storiografia che grazie all’apporto delle scienze umane e, in particolare dell’antropologia ha sviluppato una sensibilità nei confronti della dimensione spaziale della santità, dal rapporto tra santo e natura, alla santità civica, ai pellegrinaggi e ai santuari che negli ultimi anni sono stati oggetto di un’attenzione marcata da parte della ricerca. L’ultimo capitolo contiene una serie di temi largamente frequentati dalla storiografia agiografica, dal culto dei santi alla Bibbia e agli Apocrifi, per finire con le reliquie e il problema del miracolo ormai pienamente considerato come oggetto d’analisi storica.24 72 NOTE 1. Cfr. R. Grégoire, Manuale di agiologia, Fabriano 1980, pp. 34-37. 2. Cfr. R. Aigrain, L’hagiographie. Ses sources, ses méthodes, son histoire, Reproduction inchangée de l’édition originale de 1953 avec un complément bibliographique par Robert Godding, Société des Bollandistes Bruxelles 2000, pp. 333-336. 3. Cfr. M. Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico, Torino Einaudi 1969, p. 82 sgg. 4. Cfr. R. Michetti, Storia e agiografia nelle raccolte di vite di santi, in Diventare santo. Itinerari e riconoscimento della santità tra libri, documenti e immagini, a cura di G. Morello, A.M. Piazzoni, P. Vian, G. Cavallo, Città del Vaticano 1998, pp. 37-43. 5. R. Michetti, Introduzione, in Europa sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa fra medioevo e età moderna, a cura di S. Boesch Gajano – R. Michetti, Roma 2002, p. 18. 6. Cfr. S. Boesch Gajano, Presentazione, in ibidem, pp. 1114. Per un quadro esauriente della ricerca e della riflessione storiografica sul tema delle raccolte di Vite dei santi dal medioevo fino all’età contemporanea, si vedano oltre al recente volume Europa sacra anche: S. Boesch Gajano, Dai leggendari altomedievali agli “Acta Sanctorum”. forme di trasmissione e nuove funzioni dell’agiografia, in “Rivista di storia e letteratura religiosa”, 21 (1985), pp. 219-244; Raccolte di vite di santi dal XIII al XVIII secolo: strutture, messaggi, fruizione, a cura di S. Boesch Gajano, Fasano di Brindisi 1990; S. Spanò Martinelli, Le raccolte di vite di santi fra XVI al XVII secolo, in “Rivista di storia e letteratura religiosa” 28 (19929, pp. 445-454; R. Michetti, Le raccolte di vite di santi tra universalismo e regionalismo, in Vita religiosa e identità politiche: universalità e particolarismo nell’Europa del tardo medioevo, a cura di S. Gensini, S. Miniato 1998, pp. 215-230; Erudizione e devozione nelle raccolte di vite di santi tra medioevo e età moderna, a cura di G. Luongo, Roma 2000. 7. Sull’Argomento cfr.: P. Stella, La “Regolata devozione” di Muratori nella storia della religiosità cattolica, in L.A. Muratori, Della regolata devozione dei cristiani, Torino 1990, pp. 7-28; M. Rosa, Prospero Lambertini tra “regolata devozione” e mistica visionaria, in Finzione e santità tra medioevo ed età moderna, a cura di G. Zarri, Torino 1991; M. Caffiero, Santi, miracoli e conversioni a Roma nell’età della rivoluzione, in “Ricerche per la storia 73 La santità medievale religiosa di Roma”, 9 (1992), pp. 155-186; T. Caliò – R. Michetti, Un’agiografia per l’Italia. Santi e identità territoriali, in Europa sacra, pp. 147-180, in partic. pp. 166-168. 8. Crf. R. Rusconi, Scrittura agiografica e stati nazionali, in Europa sacra, p. 395. 9. Cfr. H. Delehaye, L’oeuvre des Bollandistes à travers trois siècles, Bruxelles 1959 (II.ed.); P. Peeters, L’oeuvre des Bollandistes, Bruxelles 1961 (II ed.); V. Saxer, La ricerca agiografica dai Bollandisti in poi, in “Augustinianum”, 24 (1984), pp. 333-345; G.D. Gordini, L’opera dei Bollandisti e la loro metodologia, Santità e agiografia, Atti dell’VIII Congresso di Terni, a cura di G.D. Gordini, Genova 1991, pp. 49-73. 10. Cfr. S. La Salvia, L’invenzione di un culto: Santa Filomena da taumaturga a guerriera della fede, in Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura di S. Boesch Gajano – L. Sebastiani, L’Aquila-Roma 1984, pp. 873-956; J. Evenou, Liturgia e culto dei santi (1815-1915), in Santi, culti e simboli nell’età della secolarizzazione (1815-1915), a cura di E. Fattorini, Torino 1997, pp. 43-66. 11. In occasione del centenario della morte l’abate Migne è stato oggetto di convegni e monografie: A.G. Hamman, Jacques Paul Migne. Le retour aux pères de l’Eglise, Paris 1975, 5; Migne et le renouveau des études patristiques. Actes du Colloque de Saint Flour, 7-8 jiullet 1975, édités par A. Mandouze et J. Fouilheron, Paris 1985 (Théologie Historique, 66); Centenaire de J.P. Migne (1875†-1975). Table ronde internationale: l’édition patristique rétrospective et prospectives. 17-19 mai 1975 Les Fontaines-Chantilly, in “Sacris Erudiri” 22,1 (1974-1975). Si veda anche: P. Glorieux, Pour révaloriser l’abbé Migne, Lille 1952. 12. La pubblicazione della Patrologia Latina si protrasse dal 1844 al 1855. In undici anni furono pubblicati ben 217 volumi. P. de Labriolle ha calcolato che i 217 volumi sono costituiti da 297.567 pagine e trattano di 2.614 autori. Cfr. Histoire de la littérature latine chrétienne, Paris 1947, p. 46; sull’argomento cfr. anche: Hamman, Jacques Paul Migne, pp. 135-37. 13. Sull’argomento le suggestioni bibliografiche sono cospicue. Non distogliendo lo sguardo dal contesto culturale e religioso del Migne e della sua impresa, oltre ai già citati lavori segnalati nelle note precedenti, cfr. in particolare: G. Cholvy, La restauration catholique en France au XIXe siècle (1801-1860), in Migne et le renouveau des études patristiques, pp. 61-89; J. Leflon, Crise et restauration des foyers de Science Religieuse dans l’Eglise au XIXe siècle, in ibidem, pp. 53-60; B. Noël, Mathurin 74 Panorama storiografico Gaultier, ami de Jacques Paul Migne et la lutte contre les idées gallicanes, in ibidem, pp. 119-143. Cf. anche Hamman, Jacques Paul Migne, in particolare pp. 39-50. 14. Cfr. S. Boesch Gajano, Agiografia altomedievale, Introduzione, cit., passim. 15. Cfr. F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques au XXe siècle: bilan et perspectives, in “Revue d’Histoire ecclesiastique”, 95 (200), pp. 19-21. 16. Cfr. F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, cit., p. 22. 17. Cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, cit., p. 798, n. 2. Sull’importanza degli anni Sessanta nell’evoluzione della storiografia agiografica si vedano: C. Leonardi, L’agiografia latina dal tardoantico all’altomedioevo, in La cultura italiana tra tardoantico e alto medioevo, Roma 1981, vol. II, pp. 650-655; S. Boesch Gajano, La santità, Roma–Bari 1999, pp. 124-130; F. Dolbeau, Les travaux français sur l’hagiographie médiolatine (1968-1998), in Gli studi agiografici sul medioevo in Europa (1968-1998), a cura di E. Paoli, Firenze 2000, p. 29; F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, pp. 21-22. 18. M. De Certeau, Hagiographie, in Encyclopaedia Universalis, VIII, Paris 1968, pp. 207-209; E. Patlagean, Ancienne hagiographie byzantine et histoire sociale, in “Annales E.S.C.”, 23 (1968), 1-2 pp. 106-126 (trad. it., in Agiografia altomedievale, pp. 191-213). 19. Cfr. J. Le Goff, La nouvelle histoire, Paris 1979 (trad. it., La nuova storia, Milano 1980). 20. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, Turnhout 1977 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 24-25); J. Dubois, Les martyrologes du moyen âge latin, Turnhout 1978 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 26); M. Heinzelmann, Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, Turnhout 1979 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 33). Per l’elenco completo dei fascicoli riguardanti l’agiografia si rimanda al capitolo III della bibliografia. 21. Cfr. S. Boesch Gajano, La santità, cit., p. 127; F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, cit., pp. 22-23. 22. Cfr: C. Leonardi, Dalla santità “monastica” alla santità “politica”, in “Concilium” XV (1979), pp. 1540-1553; ID., I modelli dell’agiografia latina dall’epoca antica al Medioevo, in Il passaggio dal mondo antico al medio evo. Da Teodosio a san Gregorio Magno, Roma 1980, pp. 435-476; ID, Agiografia, in 75 La santità medievale Lo spazio letterario del Medioevo. I. Il Medioevo latino, a cura di G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menestò, vol. I, La produzione del testo, tomo II, Roma 1993, pp. 421-462, p. 429. Cfr. anche le considerazioni di P. Golinelli, Gli studi agiografici in Italia nell’ultimo trentennio, in Gli studi agiografici sul medioevo in Europa, a cura di E. Paoli, Firenze 2000, pp. 103-135, in particolare pp. 111-114; e F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, cit. passim. 23. Lo sviluppo degli studi agiografici e il grande successo storiografico dell’agiografia sono stati oggetto di un incontro nel 1998 che si è proposto di tracciare una rassegna e un bilancio degli studi agiografici in Europa tra 1968 e 1998. I bilanci sono stati delineati da studiosi quali R. Godding, continuatore della tradizione bollandista e anima delle ricerche agiografiche bollandiste sul medioevo e non solo, che ha preso in esame gli studi agiografici in Belgio, J Màrtinez Gàsquez si è occupato della Spagna, F. Dolbeau della Francia, M. Lapidge delle isole britanniche, F. Prinz della Germania, Paolo Golinelli dell’Italia e A. MulderBakker dell’Olanda. 24. Cfr. S. Boesch Gajano, Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. Boesch Gajano – M. Modica, Roma 1999, pp. 215-230, p. 224. 76 BIBLIOGRAFIA di Umberto Longo AGIOGRAFIA CAPITOLO 1 – STRUMENTI DELLA RICERCA AGIOGRAFICA 1.1 MANUALI [1] R. AIGRAIN, L’hagiographie. Ses sources–Ses methodes –Son histoire, Bruxelles 2000 (Reproduction inchangèe de l’édition originale de 1953. Avec un complément bibliographique par Robert Godding) [2] R. GRÉGOIRE, Manuale di agiologia. Introduzione alla letteratura agiografica, Fabriano 1987 [3] J. DUBOIS, J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes de l’hagiographie médiévale, Paris 1993 [4] S. BOESCH GAJANO, La santità, Roma–Bari 1999 [5] Storia della santità nel cristianesimo occidentale, testi di A. BENVENUTI, S. BOESCH GAJANO, S. DITCHFIELD, R. RUSCONI, F. SCORZA BARCELLONA, G. ZARRI, Roma 2005 1.2 RIVISTE E BIBLIOGRAFIE Si segnalano riviste, repertori e bollettini provvisti di sezioni espressamente dedicate alla bibliografia agiografica, una serie di bibliografie generali e alcune di argomento più specifico. Lo strumento di consultazione bibliografica più efficace è Medioevo latino al cui interno si trovano alcune sezioni dedicate all’agiografia. Oltre ai volumi stampati, Medioevo latino presenta una versione anche su cd-rom relativa alle prime dieci annate e inoltre, a partire dal 1997, esiste la possibilità di consultare parte dei volumi più recenti anche on-line presso il sito: www.sismelfirenze.it. 1.2.1 Riviste, repertori, bollettini [6] Analecta Bollandiana. Revue critique de l’hagiographie-A Journal of Critical Hagiography, Bruxelles I (1882) – [sezioni: “Bulletin des pubblications hagiographiques”; “Pubblications reçues”] 77 La santità medievale [7] Subsidia Hagiographica, Bruxelles 1886[8] Bizantinische Zeitschrift, Leipizg-Stuttgart, I (1892) – [sezione: “Hagiographie”] [9] Revue d’Histoire écclesiastique, Louvain I (1900)[10] Archivum Historiae Pontificiae, Roma I (1963)[11] Medioevo latino. Bollettino bibliografico della cultura europea da Boezio a Erasmo (secoli VI-XV), Firenze I (1980)- [sezioni: “Autori e testi”, “Vitae”, “Agiografia”] [12] Hagiographica, Firenze 1994[13] Litterae Hagiologicae, Bulletin d’Hagiologia, Atelier belge d’études sur la sainteté, Turnhout 1995[14] Sanctorum. Bollettino dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, Roma I (1996) – 2000 [sezione: “Segnalazioni bibliografiche”] [15] Rivista di storia della Chiesa in Italia, Milano 1950 [16] Revue d’Histoire de l’Eglise de France, Turnhout 1910 [17] Rivista di storia e letteratura religiosa, Torino 1965 [18] Sanctorum, Roma 20041.2.2 Bibliografie generali [19] S. BOESCH GAJANO, Agiografia altomedievale, Bologna 1976, pp. 261-300 [20] S. SPANÒ MARTINELLI, Le ricerche agiografiche oggi in Italia: qualche riflessione in margine a una recente pubblicazione, in “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, 33 (1979), pp. 154-164 [21] P. GOLINELLI, Agiografia e storia in studi recenti: appunti e note per una discussione, in “Società e storia” 19 (1983), pp. 109-120 [22] Saints and their Cults. Studies in Religions, Sociology, Folklore and History, ed. by S. WILSON, Cambridge 1983, pp. 309-417 [23] J. DUBOIS-J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes, 1993 [24] Pilgrimage in the Middle Ages: a Research Guide, eds. L. KAY DAVIDSON and M. DUNN-WOOD, New York 1993 [25] R. GODDING, Italia hagiographica. Chronique d’hagiographie italienne, in “AB” 112 (1994), pp. 401-422 [26] P. GEARY, Saints, Scholars and Society. The elusive Goal, in Saints. Studies in Hagiography, ed. by S. STICCA, Binghamton (N.Y.) 1996 78 Bibliografia [27] R. GODDING, Italia hagiographica (II). Chronique d’hagiographie italienne, in “AB” 114 (1996), pp. 411-430 [28] R. GODDING, Italia hagiographica (III). Chronique d’hagiographie italienne, in “AB” 116 (1998), pp. 404-429 [29] S. BOESCH GAJANO, La santità, pp. 131-158 [30] TH. HEAD, An Introductory Guide to Research in Medieval Hagiography, in ORB - On line Reference Book for Medieval Studies-Encyclopedia-Sul Web [03/05]: ©1999 [31] F. DE VRIENDT – M. TRIGALET, Un siècle de recherche hagiographique. Un percours à travers la Revue d’Histoire ecclésiastique, in “Revue d’Histoire ecclésiastique“ 95 (2000), pp. 539-561 [32] R. GODDING, in R. AIGRAIN, L’hagiographie. Ses sources, 2000, pp. 389-490 [33] Gli studi agiografici sul medioevo in Europa, a cura di E. PAOLI, Firenze 2000 [34] Bibliografia agiografica italiana (1976-1999), a cura di P. GOLINELLI, Roma 2001 [35] R. GODDING, Italia hagiographica (IV). Chronique d’hagiographie italienne, in AB 119 (2001), pp. 144-164 [36] R. GODDING, Italia hagiographica (IV). Chronique d’hagiographie italienne, in AB 121 (2003), pp. 200-218 1.3 ATTI DI CONVEGNI E OPERE COLLETTIVE [37] Pellegrinaggi e culto dei santi in Europa fino alla I Crociata, Todi 1963 [38] Sanctity and Secularity. The Church and the World. Papers read at the Eleventh Summer Meeting and the Twelfth Winter Meeting of the ecclesiastical history Society, ed. by D. BAKER, Oxford 1973 [39] Medieval Hagiography and Romance, ed. by P.M. CLOGAN, in “Medievalia et Humanistica”, n.s. 6 (1975) [40] Agiografia altomedievale, a cura di S. BOESCH GAJANO, Bologna 1976 [41] Agiografia nell’Occidente cristiano. Secoli XIII-XV, Roma 1980 79 La santità medievale [42] Hagiography and Medieval Litterature. A Symposyum, ed. by H. BEKKER-NIELSEN – P. FOOTE ET ALII, Odense 1981 [43] Hagiographie, cultures et sociétés (IVe-XIIe siècle), a cura di E. PATLAGEAN – P. RICHÉ, Paris 1981 [44] Atti del simposio internazionale cateriniano-bernardiniano, a cura di D. MAFFEI – P NARDI, Siena 1982 [45] Aspetti dell’agiografia nell’alto medioevo, in “Schede medievali” 5 (1983), pp. 301-382 [46] Les saints et les stars. Le texte hagiographique dans la culture populaire, a cura di J.CL. SCHMITT, Paris 1983 [47] Saints and their Cults, 1983 [48] L’agiografia latina nei secoli IV-VII. XII incontro di studiosi dell’antichità cristiana, in “Augustinianum” 24 (1984), fasc. 1-2 [49] Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura di S. BOESCH GAJANO – L. SEBASTIANI, L’Aquila-Roma 1984 [50] Le peuple des saints. Croyances et dévotions en Provence et Comtat Venaissin à la fin du Moyen Age, Avignon 1987 [51] Saints et sainteté dans la liturgie, a cura di A.M. TRIACCA – A. PISTOIA, Roma 1987 [52] Santi e demoni nell’Alto Medioevo occidentale (secoli V-XI), Spoleto 1989 (XXXVI Settimana di Studi del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo) [53] Santi e santità nel secolo XIV. Atti del XV Convegno internazionale, Perugia 1989 [54] Biografia e agiografia nella letteratura cristiana antica e medievale, a cura di A. CERESA GASTALDO, Bologna 1990 [55] Le sante vive: cultura e religiosità femminile nella prima età moderna, a cura di G. ZARRI, Torino 1990 [56] Luoghi sacri e spazi della santità, a cura di S. BOESCH GAJANO e L. SCARAFFIA, Torino 1990 [57] Heiligenverehrung in Geschichte und Gegenwart, a cura di P. DINZELBACHER – D.R. BAUER, Ostfildern 1990 [58] Raccolte di vite di santi dal XIII al XVIII secolo: strutture, messaggi, fruizione, a cura di S. BOESCH GAJANO, Fasano di Brindisi 1990 80 Bibliografia [59] Saints and Saints Lives: Essays in honour of D.H. Farmer, in “Reading Medieval Studies” 16 (1990) [60] Bambini santi. Rappresentazioni dell’infanzia e modelli agiografici, a cura di A. BENVENUTI PAPI – E. GIANNARELLI, Torino 1991 [61] Finzione e santità tra medioevo e età moderna, a cura di G. ZARRI, Torino 1991 [62] Images of Sainthood in Medieval Europe, ed. R. BLUMENFELD – KOSINSKI – T. SZELL, Ithaca-London 1991 [63] Les fonctions des saints dans le monde occidental (IIIe-XIIIe siècle), Rome 1991 [64] Santità e agiografia. Atti dell’VIII Congresso di Terni, a cura di G.D. GORDINI, Genova 1991 [65] Esperienze religiose e scritture femminili tra Medioevo ed Età moderna, a cura di M. MODICA, Acireale 1992 [66] Manuscrits hagiographiques et travail des hagiographes, a cura di M. HEINZELMANN, Sigmaringen 1992 [67] Memoriam sanctorum venerantes. Miscellanea in onore di Mons. Victor Saxer, Città del Vaticano 1992 [68] Hagiographie und Kunst. Der Heiligenkult in Schrift, Bild und Architektur, hrg. G. KERSCHER, Berlin 1993 [69] Les saints et leur sanctuaire à Byzance. Textes, images et monuments, a cura di C. JOLIVET-LÉVY – M. KAPLAN – J.P. SODINI, Paris 1993 [70] Hagiographies. Histoire internationale de la littérature hagiographique latine et vernaculaire en Occident des origines à 1550, sous la direction de G. PHILIPPART, Turnhout I 1994, II 1996, III 2001 [71] Modelli di santità e modelli di comportamento. Contrasti, intersezioni e complementarietà, a cura di G. BARONE – M. CAFFIERO – F. SCORZA BARCELLONA, Torino 1994 [72] Monsignor Giovanni Lucchesi nel decimo anniversario della morte. Atti della giornata di studio, Faenza 1994 [73] Storia delle religioni, a cura di G. FILORAMO, 5 voll., Roma-Bari 1994-1997 [74] Politik und Heiligenverehrung im Hochmittelalter, hrsg. J. PETERSOHN, Sigmaringen 1994 [75] La religion civique à l’époque médiévale et moderne (Chrétienté et Islam), sous la direction d’A. VAUCHEZ, Rome 1995 81 La santità medievale [76] Le culte des saints aux IXe-XIIIe siècles, a cura di D. FAVREAU, Poitiers 1995 [77] Saints orientaux. Hagiographies médiévales comparées, a cura di D. AIGLE, Paris 1995 [78] Florentissima proles Ecclesiae. Miscellanea hagiographica, historica et liturgica Reginaldo Grégoire O.S.B. XII lustra complenti oblata, a cura di D. GOBBI, Trento 1996 [79] Il culto dei santi, in “Cassiodorus”, 2 (1996), pp. 121-242 [80] Saints. Studies in Hagiography, 1996 [81] Francesco d’Assisi e il primo secolo di storia francescana, Torino 1997 [82] Saintes figures. Culte et iconographie, in “Bulletin historique et scientifique de l’Auvergne” 98 (1997), pp. 467-679 [83] Santità, culti, agiografia. Temi e prospettive. Atti del I Convegno di studio dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di S. BOESCH GAJANO, Roma 1997 [84] Storia del cristianesimo, a cura di G. FILORAMO – D. MENOZZI, 4 voll. Roma-Bari 1997 [85] Agiografia e culto dei santi nel Piceno, Atti del Convegno di studio, a cura di E. MENESTÒ, Spoleto 1998 [86] Diventare santo. Itinerari e riconoscimenti della santità tra libri, documenti e immagini, a cura di G. MORELLO – A.M. PIAZZONI – P. VIAN, Città del Vaticano-Cagliari 1998 [87] L’hagiographie, a cura di É. GAUCHER – J. DUFOURNET, in “Revue des sciences humaines” 251 (1998) [88] Manuale di storia delle religioni, a cura di G. FILORAMO – M. MASSENZIO – M. RAVERI – P. SCARPI, RomaBari 1998 [89] Santi e santità nel movimento penitenziale francescano dal Duecento al Cinquecento. Atti del Convegno di studi francescani, Roma 1998 [90] Scrivere di santi. Atti del II Convegno di studio dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di G. LUONGO, Roma 1998 [91] Tra edificazione e piacere della lettura: le vite dei santi in età medievale, a cura di A. DEGL’INNOCENTI – F. FERRARI, Trento 1998 82 Bibliografia [92] Fonctions sociales et politiques du culte des saints dans les sociétés de rite grec et latin au Moyen Age et à l’époque moderne. Approche comparative, a cura di M. DERWICH – M. DMITRIEV, Wroclaw 1999 [93] I Santi Patroni. Modelli di santità, culti e patronati in Occidente, a cura di C. LEONARDI, A. DEGL’INNOCENTI, Roma 1999 [94] Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. BOESCH GAJANO – M. MODICA, Roma 1999 [95] The Cult of Saints in Late Antiquity and the Middle Ages. Essays on the Contribution of P. Brown, a cura di J.D. HOWARD–JOHNSTON–P.A. HAYWARD, Oxford 1999 [96] Vies des saints dans le Nord de la France (VIe-XIe siècles), in “Mélanges de science religieuse”, 56/2 (1999) [97] Gli studi agiografici sul medioevo in Europa, a cura di E. PAOLI, Firenze 2000 [98] Hagiographie im Kontext. Wirkungsweisen und Möglichkeiten historischer Auswertung, hrg. D.R. BAUER – K. HERBERS, Stuttgart 2000 [99] Erudizione e devozione nelle raccolte di vite di santi tra medioevo e età moderna, a cura di G. LUONGO, Roma 2000 [100] Il pubblico dei santi: forme e livelli di ricezione dei messaggi agiografici, Atti del III. Convegno di studio dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di P. GOLINELLI, Roma 2000 [101] Les moines du Der, colloque organisé par P. CORBET, Langres 2000 [102] Les saints et leurs miracles, a cura di D. AIGLE, Turnhout 2000 [103] Santi e culti del Lazio. Istituzioni, società, devozioni, Atti del Convegno di studio, a cura di S. BOESCH GAJANO – E. PETRUCCI, Roma 2000 [104] Santità e eremitismo nella Toscana medievale, Siena 2000 [105] Martiri e santi in scena, a cura di M. CHIABÒ, F. DOGLIO, Roma 2001 [106] Adélaïde de Bourgogne. Genèse et représentations d’une sainteté impériale, études reunies par P. CORBET, M. GOULLET, D. IOGNA-PRAT, Paris 2002 83 La santità medievale [107] Europa sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa fra medioevo e età moderna, a cura di S. BOESCH GAJANO – R. MICHETTI, Roma 2002 [108] La città degli angeli. Profezia e speranza del futuro tra Medioevo e Rinascimento, Firenze 2003 [109] Notai, miracoli e culto dei santi. Pubblicità e autenticazione del sacro tra XII e XV secolo, a cura di R. MICHETTI, Milano 2004 1.4 SANTITA’ IN RETE I siti dedicati ai santi e alla santità proliferano nella rete. Tra i tanti se ne segnalano solo alcuni. [110] “http://www.kbr.be/~socboll/”; (a cura della Société des Bollandistes) [111] “http://www.fordham.edu/halsall/sbook3.html”; [112] “http://orb.rhodes.edu/encyclop/religion/hagiography/hagindex.html”; (a cura di TH. HEAD) [113] “http://www.doaks.org/translives.html”; (a cura di A.M. TALBOT, sulle Vite dei santi bizantini) [114] “http://www.knight.org/advent/cathen/”; (Catholic Enciclopedia) [115] “http://www.ewtn.com/library/indexes/MARY.html”; (EWTN, Indice su Maria e i santi) [116] http//www.aissca.org [117] http//www.sismel.it 1.5 STUDI DI CARATTERE GENERALE, DI METODOLOGIA E DI STORIOGRAFIA AGIOGRAFICA: [118] H. DELEHAYE, Les légendes hagiographiques, Bruxelles 1905 (tr. it Le leggende agiografiche, a cura di W. MEYER, Firenze 1987) [119] P. SANTYVES (E.D. NOURRY), Les saints, successeurs des Dieux, Paris 1907 [120] H. DELEHAYE, Les origines du culte des martyrs, Bruxelles 1912 [121] R. OTTO, Das Heilige. Über das Irrationale in der Idee des Göttlichen und sein Verhältnis zum Rationalen, München 1917 (trad. it. Milano 1966) [122] H. DELEHAYE, Les Passions des Martyrs et les genres littéraires, Bruxelles 1921 84 Bibliografia [123] M. BLOCH, Les rois thaumaturges. Etude sur le caractère surnaturel attribué à la puissance royale particulièrment en France et en Angleterre, Paris 1924 [124] F. LANZONI, Agiografia o agiologia, in Enciclopedia Italiana 1 (1929), pp. 891-892 [125] W. VON DEN STEINEN, Heilige als Hagiographen, in Historische Zeitschrift, 143 (1931), pp. 229-256 [126] H. DELEHAYE, Cinq leçons sur la méthode hagiographique, Bruxelles 1934 [127] A.-M.J. FESTUGIÈRE, La sainteté, Paris 19492 [128] H. GÜNTER, Psycologie der Legende, Freiburg 1949 [129] I. TASSI, Agiografia e problemi agiografici, Roma 1954 [130] M. SIMONETTI, Studi agiografici, Roma 1955 [131] H. DELEHAYE, L’oeuvre des Bollandistes à travers trois siècles (1615-1915), Bruxelles 1959 [132] B. 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A propos des pubblications récents, in “Revue belge de philologie et d’histoire”, 76 (1998), pp. 1063-69 [219] M. GÖRLACH, Studies in Middle English Saints Legends, Heidelberg 1998 [220] S. BOESCH GAJANO, Dalla storiografia alla storia, in Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. BOESCH GAJANO – M. MODICA, Roma 1999, pp. 215-233 [221] C. CAROZZI – H. TAVIANI-CAROZZI, La Fin des Temps. Terreurs et Prophéties au Moyen Age, Paris 19992 91 La santità medievale [222] A.M. ORSELLI, Modelli di santità e modelli agiografici nell’occidente latino, in “Augustinianum”, 39 (1999), pp. 169-185 [223] F. SANTI, Santità mistica, in I Santi patroni, pp. 63-72 [224] P. GOLINELLI, Gli studi agiografici in Italia nell’ultimo trentennio, in Gli studi agiografici, pp. 103-135 [225] F. SCORZA BARCELLONA, La sainteté. Les études hagiographiques au 20e siècle: bilan et perspectives, “Revue d’Histoire Ecclésiastique”, 95 (2000), pp. 17-33 [226] L’Hagiographie du haut Moyen Age en Gaule du Nord. Manuscrits, texts et centres de production, a cura di M. HEINZELMANN, Stuttgart 2001 [227] P. CASTILLO MALDONADO, Cristianos y hagiógrafos. Estudio de las propuestas de la excelencia cristiana en la antigüedad tardía, Madrid 2002 [228] P. HENRIET, Texte et contexte. Tendances récents de la recherche en hagiographie, in Religion et mentalites au Moyen Age, Mélanges en l’honneur d’Hervé Martin, Rennes 2003, pp. 75-86 [229] A.M. ORSELLI, Lo spazio dei santi, in Uomo e spazio nell’Alto medioevo, Spoleto 2003 (L Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto medioevo), pp. 855-890 [230] A. VAUCHEZ, Esperienze religiose nel medioevo, Roma 2003 [231] S. BOESCH GAJANO, Gregorio Magno. Alle origini del medioevo, Roma 2004 [232] S. BOESCH GAJANO, Santità, in Dizionario dell’Occidente medievale, a cura di J. LE GOFF – J.CL. SCHMITT, II, Torino 2004, pp. 997-1011 (trad. it. da Dictionnaire raisonné de l’Occident médiéval, Paris 1999) [233] G. PHILIPPART, Saints d’ici-bas, saints de l’au-delà. Pour une définition du champ hagiographique, in Saints, témoins, héros, modèles, = “La maisonDieu”, 237 (2004), pp. 45-84 1.6 ENCICLOPEDIE, DIZIONARI [234] Series episcoporum ecclesiae catholicae, ed. P.B. GAMS, Regensburg 1873 [235] A Dictionary of Saintly Women, ed. A. DUNBAR, 2 voll., London 1904-1905 92 Bibliografia [236] Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, ed. F. CABROL – H. LECLERCQ – H. MARROU, 15 voll. Paris 1907-53 [237] Dictionnaire de théologie catholique, eds. A. VACANT, E. MANGENOT, et E. AMANN, 15 voll. Paris 1909-1950 [238] Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques, ed. A. BAUDRILLART, et AL., Paris 1912[239] F. VON SALES DOYÈ, Heilige und Selige der Römisch-katholischen Kirche, Leipzig 1929 [240] Vies des saints et des bienheureux par les reverends pères bénédictins de Paris, eds. J. BAUDOT, P. ANTIN, et J. DUBOIS, 13 voll., Paris 1935-1959 [241] Dictionnaire de spiritualité, ascétique et mystique: doctrine et histoire, Paris 1937[242] Répertoire topo-bibliographique des abbayes et prieurés, ed. L. COTTINEAU, 3 voll., Mâcon 1939-70 [243] Enciclopedia Cattolica, ed. G. PIZZARDO – P. PASCHINI, 12 voll., Città del Vaticano 1948-1954 [244] J. FERRANDO ROIG, Iconografía de los Santos, Barcelona 1950 [245] Reallexikon für Antike und Christentum, Stuttgart 1950[246] Met de Heiligen het jaar rond, Ed. J. HUYBEN, H. J. SCHEERMAN, A. COOLEN, A. VAN DUINKERKEN, 2 voll., Hasselt 1953-54 [247] Butler’s Lives of the Saints. Edited, revised and supplemented by H. THURSTON and D. ATTWATER, 4 voll., London 1956 (New revised edition in twelve volumes. General Consultant Editor: David Hugh FARMER, Vol. I: January. Vol. II: February. Vol. III: March. Vol. IV: April. Vol. V: May. Vol. VI: June. Vol. VII: July. Vol. VIII: August. Vol. IX: September. Vol. XII: December 1, Tunbridge Wells – Collegeville 1995-2000) [248] Lexikon für Theologie und Kirche, ed. M. BUCHBERGER, J. HÖFER, und K. RAHNER, 10 voll. Freiburg 1957-682 [249] J. COULSON, The Saints: A Concise Biographical Dictionary, New York 1958 [250] Año cristiano, 4 voll., Madrid 1959 [251] Bibliotheca Sanctorum, a cura di F. CARAFA et AL., 14 voll., Roma 1961-1970 93 La santità medievale [252] Dictionnaire historique des saints, publié sous la direction de J. COULSON, Paris 1964 [253] D. ATTWATER, The Penguin Dictionary of Saints, Harmondsworth 1965 [254] New Catholic Encyclopedia, 15 voll., New York 1967 [255] Lexikon der christlichen Ikonographie, I-IV, Allgemeine Ikonographie; V-VIII, Ikonographie der Heiligen, a cura di E. KIRSCHBAUM Rom-Freiburg-BaselWien 1968-1976 [256] Leto svetnikov, ed. M. MIKLAVCIC – J. DOLENC, 4 voll., Ljubljana 1968-1973 [257] YE. GOLUBINSKY, Istoriya kanonizatsii svyatykh v russkoy tserkvi, rist. II ed. Farnborough 1969 [258] Hagiografia Polska. Slownik bio-bibliograficzny, Red. O.R. GUSTAWA, 2 voll., Poznan-Warszawa-Lublin 1971-72 [259] Dicionario de historia eclesiastica de España, 4 voll., Madrid 1972-75, Suplemento I, Madrid 1987 [260] Lexikon des Mittelalters, Munich 1980[261] JOHN J. DELANEY, Dictionary of Saints, Kingswood 1982 [262] Dictionary of the Middle Ages, ed. J. STRAYER, 13 voll., New York 1982-1989 [263] Histoire des saints et de la sainteté chrétienne, voll. I-XI, Paris 1986-1988 (trad. it. Storia dei santi e della santità cristiana, Firenze 1991) [264] Marienlexikon, hrsg. R. BÄUMER – Leo SCHEFFCZYK, 6 voll., St. Ottilien 1988-94 [265] Bohemia sancta. Z’ivotopisy c’esky’ch sve’tcu’ a pr’a’tel boz’i’ch, ed. J. KLADEC, Prague 1989 [266] The Book of Saints: A Dictionary of Servants of God, compiled by the Benedictine monks of St Augustine’s Abbey, Ramsgate, London-Wilton CT 19896 [267] G. DUCHET–SUCHAUX et M. PASTOREAU, La Bible et les saints. Guide iconographique, Paris 1990 [268] Histoire du christianisme des origines à nos jours, sous la dir. de J.M. MAYEUR – CH. PIETRI – A. VAUCHEZ, I-XII, Paris 1990-1997 [269] Dix mille saints. Dictionnaire hagiographique, rédigé par les Bénédictins de Ramsgate, Turnhout 1991 [270] D. FARMER, The Oxford Dictionary of Saints, (revised edition) Oxford 1992 94 Bibliografia [271] L. GOOSEN, Van Afra tot de Zevenslapers. Heiligen in religie en kunsten, Nijmegen 1992 [272] D. ATTWATER, A New Dictionary of Saints. Edited and Revised by John CUMMING, London 1993 [273] Dizionario delle religioni, a cura di G. FILORAMO, Torino 1993 [274] H. FROS – F. SOWA, Twoje Imie. Przewodnik onomastyczno-hagiograficzny, Krakow 1995 [275] A. JONES, Les saints, Paris 1995 [276] G. DAIX, Dictionnaire des saints, Paris 1996 [277] TH. HEAD, Hagiography, in Medieval France: An Encyclopedia, eds. W. KIBLER – G. ZINN, New York 1995, pp. 433-437 [278] Bibliotheca Sanctorum Orientaliuin. Enciclopedia dei santi. Le Chiese orientali, I (A-Gio), Roma 1998 [279] Il grande libro dei santi, Dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, 3 voll., Milano 1998 [280] L. GOOSEN, Dizionario dei santi. Storia, letteratura, arte e musica, Milano 2000 [281] D.H. FARMER, The Oxford Dictionary of Saints, Oxford 2003, 5rd ed. CAPITOLO 2 – LE FONTI 2.1 RACCOLTE E COLLEZIONI DI FONTI Per le raccolte di Vite e testi relativi ai santi precedenti e posteriori agli Acta sanctorum si veda R. Aigrain, L’hagiographie, pp. 319-328, 351-388; S. Boesch Gajano, Raccolte di vite; Europa sacra, S. Spanò, Le raccolte di vite, in RSLR. [282] B. MOMBRITIUS, Sanctuarium seu Vitae sanctorum, II voll., Milano 1477 (Novam editionem curaverunt duo monachi Solesmenses, Paris 1910) [283] L. LIPPOMANO, Sanctorum priscorum patrum Vitae per probatissimos auctores, quam latinos descriptarum et per R.P.D. Aloysium Lipomanum primo veronensem postremo bergomensem episcopum in unum collectarum, cum solitis contra haereticos adnotationibus, Roma 1551-1560 95 La santità medievale [284] L. SURIUS, De probatis sanctorum historiis, partim ex tomi Aloysii Lipomani, doctissimi episcopi, partim etiam ex egregiis manuscriptis codicibus, quarum permultae ante hac nunquam in lucem prodiere, nunc recens optima fide collectis per F. Laurentium Surium Carthusianum, VI voll., Coloniae Agrippinae 1570-1575 [285] H. ROSWEYDE, Vitae patrum, 10 voll. Antwerp 1615 [286] Acta Sanctorum quotquot toto orbe coluntur, eds. J. BOLLAND et AL., 67 voll. Antwerp-Bruxelles 1643-1940; II ed. 43 voll., Venezia; III ed. 60 voll. Paris [287] Acta Sanctorum ordinis Sancti Benedicti, eds. L. D’ACHÉRY – J. MABILLON, 6 voll. in 9 Paris 16681701; II ed. parziale Bruxelles 1935 [288] Acta primorum martyrym sincera et selecta…, ed. TH. RUINART, Paris 1689, II ed. Antwerp 1713; III ed. Verona 1731; IV ed. Augsburg 1802-3; V ed. Regensburg 1859 [289] A. BAILLET, Les vies des saints composée sur ce qui nous est resté selon l’ordre des calendriers et du martyrologe avec l’histoire de leur culte, IV voll., Paris 1701-1703 [290] J.P. MIGNE (ed.), Patrologiae cursus completus: Series latina, 221 voll., Paris 1841-64 [291] J.P. MIGNE (ed.), Patrologiae cursus completus: Series graeca, 176 voll., Paris 1857-1876 [292] Monumenta Germaniae Historica, HannoverBerlin-München 1826[293] Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum, Vien 1900 [294] Corpus christianorum, series latina. Turnhout 1953[295] Sources chrétiennes, Paris 1942[296] Corpus christianorum, Continuatio mediaevalis, Turnhout 1971[297] Corpus christianorum, series graeca, Turnhout 1974 [298] Corpus christianorum, series Apocryphorum, Turnhout Italia: [299] Italia sacra, sive De episcopis Italiae ad insularum adjacentium, ed. F. UGHELLI, 9 voll. Romae 16441662; II ed. 10 voll., Venezia 1717-1722 96 Bibliografia [300] Rerum italicarum scriptores ab anno aerae christianae quingentesimo ad millesimum quingentesimum, ed. L.A. MURATORI et AL., 25 voll. Milano 1723-1751 [301] Rerum italicarum scriptores. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento, a cura di G. CARDUCCI – V. FIORINI, Città di Castello-Bologna 1900[302] Fonti per storia d’Italia, Roma 1887Francia: [303] Gallia christiana, II ediz., 16 voll., Paris 1715-1785 [304] Recueil des historiens des Gaules et de la France, ed. M. BOUQUET et AL., 24 voll., Paris 1738-1833 [305] Chartes et diplômes relatifs à l’Histoire de France, Paris 1716-1795 [306] Collection des documents inédits relatifs à l’Histoire de France, Paris 1835[307] Les Classiques de l’Histoire de France au Moyen Age, Paris 1923Germania: [308] Germania sacra, 3 voll., Berlin 1929-1941 [309] Germania sacra. Neue Folge, 28 voll., Berlin 1962Isole britanniche: [310] Rerum britannicarum medii aevi scriptores, 99 voll., London 1858-1896 Bisanzio e impero orientale: [311] Corpus scriptorum historiae byzantinae, 50 voll., Bonn 1828-1897 [312] Corpus fontium historiae byzantinae, Washington–Berlin 1967[313] Recueil des historiens des Croisades: Historiens occidentaux, 5 voll. Paris 1841-1895 Spagna: [314] España sagrada, ed. E. FLOREZ et Madrid 1747-1954 AL., 58 voll., Portogallo: [315] Portugaliae Monumenta historica a saeculo octavo post Christum usque ad quintum decimum, 6 voll., Lisboa 1856-1897 97 La santità medievale 2.2 REPERTORI DI TESTI AGIOGRAFICI Repertori generali: [316] Bibliotheca hagiographica latina antiquae et mediae aetatis, Bruxelles, 1898-1901 (= BHL) [317] Bibliotheca hagiographica latina antiquae et mediae aetatis. Novum supplementum, ed. H. FROS, Bruxelles 1986 [318] H. FROS, Inédits non recensés dans la BHL, in “AB”, 102 (1984), pp. 163-196, 355-380 [319] Bibliotheca hagiographica graeca, ed. F. HALKIN, Bruxelles 19573 (= BHG) [320] F. HALKIN, Novum Auctarium Bibliothecae hagiographicae graecae, Bruxelles 1984 [321] Bibliotheca hagiographica orientalis, Bruxelles 1910 (= BHO) [322] A. POTTHAST, Bibliotheca historica medii aevi. Wegweiser durch die Geschichtswerke des europäischen Mittelalters bis 1500. Vollständiges Inhaltsverzeichniss zu “Acta Sanctorum” Boll., Bouquet, Migne, Monum. Germ. Hist., Muratori, Rerum Britann. Scriptores, etc. 2 voll., Berlin 18962 [323] Repertorium Fontium Historiae Medii Aevi, vol. I: Series collectionum, Roma, 1962; Additamenta 1: Series collectionum continuata et aucta (19621972), Roma 1977; Vol. II-VIII: Fontes (vol. VIII/1 [1998): Compendia; vol. VIII/2: Fontes N) [324] Les sources hagiographiques, in Identifier sources et citations, ed. J. BERLIOZ, et AL., Turnhout 1994 [325] Vitae sanctorum, in Clavis Patrum Latinorum qua in Corpus Christianorum edendum optimas quasque scriptorum recensiones a Tertulliano ad Bedam commode recludit E. DEKKERS, Steenbrugis–Turnhout 19953, pp. 675-717 [326] H.J. FREDE, Acta sanctorum, in Kirchenschriftsteller. Veneichnis und Sigel. Repertorium scriptorum ecclesiasticorum latinorum saeculo nono antiquiorum siglis adpositis quae in editione Bibliorum Sacrorum iuxta veterem latinam versionem adhibentur, Freiburg 19954 98 Bibliografia Repertori specifici: Per aree geografiche: Tanto per i testi latini che per quelli in lingue vernacolari si tengono presenti gli studi contenuti in Hagiographies. [327] A. NICHOLLS, The Corpus of Prose Saints’ Lives and Hagiographic Pieces in Old English and its Manuscript Distribution, in “Reading Medieval Studies”, 19 (1993), pp. 73-96; 20 (1994), pp. 51-87 [328] W. WILLIAMS-KRAPP, Deutschprachige Hagiographie von ca. 1350 vis ca. 1550, in Hagiographies. I, pp. 267-88 [329] CH. KOHLER, Rerum et Personarum quae in Actis Sanctorum Bollandistis et Analectis Bollandianis obvie ad orientem latinum spectant. Index Analiticus, in “Revue de L’orient latin”, 5 (1897), pp. 460-561 [330] C. PLUMMER, Miscellanea hagiographica Hibernica. Vitae adhuc ineditae sanctorum Mac Creiche, Naile, Cranat. Accedit catalogus hagiographicus Hiberniae, 1925 [331] Biographies spirituelles, in Dictionnaire de spiritualité, I, Paris 1937, coll. 1646-78 [332] F. LOT ET AL., Vitae, Passiones, Miracula, Translationes sanctorum Galliae (500-1000), in “Archivum latinitatis medii aevi“, 14 (1939), pp. 183-225 [333] F. LOT ET AL., Vitae, Passiones, Miracula, Translationes sanctorum Galliae necnon alia opera hagiographica saeculum XI in Gallia exarata (a. 1000-1108), in “Archivum latinitatis medii aevi“, 18 (1943), pp. 5-39 [334] Index scriptorum latinorum medii aevi Hispanorum, ed. M.C. DIAZ Y DIAZ, Salamanca 1958-1959 [335] J.W. NESBIT, A geographical and chronological guide to Greek saints’ lives, in “Orientalia christiana periodica”, 35 (1969), pp. 24-46 [336] Index scriptorum operumque latino-belgicorum medii aevi. Nouveau répertoire des oeuvres médiolatines belges. Ed. L. GENICOT – P. TOMBEUR, IV voll., Bruxelles 1973-79 [337] A bibliography of Celtic-Latin literature. 400-1200, ed. M. LAPIDGE – R. SHARPE, Dublin 1985 99 La santità medievale [338] Clavis scriptorum latinorum medii aevi. Auctores Galliae 735-987, I-II, ed. M.H. JULIEN – F. PERELMAN, Turnhout 1994, 1999 [339] R. SHARPE, A handlist of the Latin writers of Great Britain and Ireland before 1540, Turnhout 1997 [340] Medieval narrative sources: a chronological guide, ed. J.M. BAK, R. GRZESIK, I. JURKOVIC´, Budapest 2000 Repertori di testi agiografici in lingua vernacolare [341] R. GODDING, Bibliotheca hagiographica vulgaris. Revues et sociétés d’hagiographie. De l’ancien et du nouveau, in “AB”, 113 (1995), pp. 151-154 [342] M. BORIOSI, Traduire le franciscanisme. Introduction aux premièrs “vulgarisations des légendes de saint François d’Assise (France-Italie, XIIIe-XVe siècles), in “Collectanea franciscana”, 67 (1997), pp. 389-430 Francia: [343] P. MEYER, Légendes hagiographiques en français, in Histoire littéraire de France, vol. 33, Paris 1906, pp. 328-458 [344] C. BRUNEL, Bibliographie des manuscrits littéraires en ancien provençal, Paris 1935 [345] R. BOSSUAT, Manuel bibliographique de la littérature française du Moyen Age, Paris 1951-86 [346] J.P. PERROT, Le passionaire français au moyen âge, Geneve 1992 Italia: [347] J. DALARUN, C. LEONARDI, F. DOLBEAU, Pour une ‘Biblioteca agiografica italiana’, in “Hagiographica”, 1 (1994) [348] J. DALARUN – L. LEONARDI, Presentazione del progetto “Biblioteca Agiografica Italiana”, in Francescanesimo in volgare (secoli XIII-XIV). Atti del XXIV Convegno internazionale, Spoleto 1997, pp. 353-396 [349] Biblioteca agiografica italiana (BAI). Repertorio di testi e manoscritti, secoli XIII-XV, a cura di J. DALARUN – L. LEONARDI e di M.T. DINALE – B. FEDI – G. FROSINI, II voll., Firenze 2003 100 Bibliografia Isole britanniche: [350] C. PLUMMER, A Tentative Catalogue of Irish Hagiography, in Miscellanea Hagiographica Hibernica, pp. 171-285 [351] P. GROSJEAN, Hagiographica celtica, in “AB”, 55 (1937), pp. 96-108 [352] CH. D’EVELYN – F. FOSTER, Saints’ Legends, in A Manual of Writings in Middle English 1050-1500, ed. J. BURKE SEVENS, New Haven 1970, II, pp. 410-81, 553-649 [353] E. GORDON WHATLEY, Hagiography in Anglo-Saxon England: a Prelliminary View from SASLC, in “Old English Newsletter”, 23 (1990), pp. 36-46 [354] M. LAPIDGE, The Saintly Life in Anglo-Saxon England, in The Cambridge Companion to Old English Literature, eds. M. GODDEN – M. LAPIDGE, Cambridge 1991, pp. 243-63 [355] A. 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Catalogue des chants, hymnes, proses, séquences, tropes, 101 La santità medievale [362] [363] [364] [365] en usage dans l’Église latine depuis les origines jusqu’à nos jours, 6 voll., Bruxelles 1892-1921 P. GEARY, Handlist of Relic Thefts (ca. 800-ca. 1100), in Furta Sacra, pp. 149-56 A. VAUCHEZ, Les procès de canonisation, in La sainteté en occident aux derniers siècles du moyen âge, pp. 655-65 H. FROS, Visionum medii aevi latini repertorium, in The Use and Abuse of Eschatology in the Middle Ages, Leuven 1988, pp. 481-498 H. FROS, Liste des translations et inventions de l’époque carolingienne, in ”AB”, 104 (1986), pp. 427-29 2.3 CATALOGHI DI MANOSCRITTI Gli Analecta Bollandiana segnalano regolarmente cataloghi recenti di manoscritti agiografici greci o latini. La Société des Bollandistes ha inoltre elaborato, in collaborazione con il progetto “Légendiers” del Centre de recherche “Hagiographies” des Facultés Universitaires N.-D. de la Paix à Namur, un repertorio online dei cataloghi di manoscritti agiografici da essa pubblicati (BHLms) consultabile presso l’indirizzo: http://bhlms.fltr.ucl.ac.be. Anche presso il sito della Sismel (www.sismelfirenze.it) è disponibile il RICABIM (Repertorio di inventari, di cataloghi e di liste di manoscritti appartenuti a biblioteche medievali (Occidente latino, secoli VIII-XV). [366] J. DUBOIS, J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes, pp. 27-30 [367] A. PONCELET, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecae Vaticanae, Bruxelles 1883 [368] Catalogue général des manuscrits des bibliothèques publiques de France. Départements, 61 voll. Paris 1885[369] Catalogus codicum hagiographicorum latinorum Bibliothecae Regiae Bruxellensis. Pars I: Codices Latini membranei, 2 voll. Bruxelles 1886-1889 [370] Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque Mazarine, par A. MOLINIER, Paris 1886, t. II [371] Catalogus codicum hagiographicorum latinorum in Bibliotheca Nationali Parisiensi, IV. voll., Bruxelles 1889-1893 102 Bibliografia [372] De codicibus hagiographicis Iohannis Gielemans, Bruxelles 1895 [373] G. MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, VI voll., Forlì 1896 [374] Catalogi Bibliothecae Vaticanae Codices Vaticani Latini 1-678, a cura di M. VATTASSO e P. FRANCHI DE’ CAVALIERI, Roma 1902 [375] A. PONCELET, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecarum romanarum praeter quam Vaticanae..., Bruxelles 1909 [376] M. JAMES, A descriptive catalogue of the manuscripts in the Library of Corpus Christi College, I, Cambridge 1912 [377] C. VAN DE VORST – H. DELEHAYE. Catalogus codicum hagiographicorum graecorum Germaniae, Belgii, Angliae, Bruxelles 1913 [378] A. MADAN, A summary Catalogue of western manuscripts in the Bodleian Library, Oxford 1922 [379] V. LEROQUAIS, Les Sacramentaires et les missels manuscrits des bibliothèques publiques de France, 4 voll. Paris 1924 [380] F. WORMALD, English Kalendars Before A.D. 1100, London 1934 [381] V. LEROQUAIS, Les Bréviares manuscrits des bibliothèques publiques de France, 6 voll. Paris 1934 [382] F. WORMALD, English Kalendars After A.D. 1100. Volume I, A-D, London 1939 [383] V. LEROQUAIS, Les Psautiers latins manuscrits des bibliothèques publiques de France, 3 voll. Paris 1943 [384] Catalogus codicum Reg. lat., a cura di A. WILMART, II voll, 1945, codices 1-500 [385] KL. GAMBER, Codices liturgici latini antiquiores. Pars prima, Freiburg 1968 [386] J. VAN DER STRAETEN, Manuscrits hagiographiques d’Arras et de Boulogne-sur-Mer, Bruxelles 1971 [387] J. VAN DER STRAETEN, Les Manuscrits hagiographiques de Charleville, Verdun et Saint-Michel, Bruxelles 1974 [388] F. DOLBEAU, Un nouveau catalogue des manuscrits de Lobbes aux XIe et XIIe siècles. I. Présentation et édition du texte, in “Revue Augustinienne, 13 (1978), pp. 3-36 103 La santità medievale [389] F. DOLBEAU, Un nouveau catalogue des manuscrits de Lobbes aux XIe et XIIe siècles. II. Commentaire et tables, in “Revue Augustinienne 14 (1979), pp. 191-248 [390] J. VAN DER STRAETEN, Les Manuscrits hagiographiques d’Orléans, Tours, et Angers, Bruxelles 1982 [391] F. HALKIN, Catalogue des manuscrits hagiographiques de la Bibliothèque nationale d’Athènes, Bruxelles 1983 [392] Catalogo dei manoscritti slavi della Biblioteca Vaticana, a cura di A. DZUROVA – K. STANTCHEV – M. JAPUNDZICENTS, Sofia 1985 [393] P.O. KRISTELLER, Latin Manuscript Books before 1600. A List of the Printed Catalogues and Unpublished Inventories of Extant Collections, IV revised and enlarged Edition by S. KRÄMER, München 1993 [394] Répertoire des bibliothèques et des catalogues de manuscrits grecs de Marcel Richard, ed. J.M. OLIVIER, Turnhout 1995 [395] G.N. VERRANDO, Per una nuova “Bibliotheca Hagiografica Latina” compilata sui manoscritti di origine italiana, in “Hagiographica”, 2 (1995), pp. 277-308 [396] C. PASINI, Inventario agiografico dei manoscritti greci dell’Ambrosiana, (Subsidia Hagiographica, 84), 2003 [397] Manoscritti agiografici latini conservati a Padova. Biblioteche Antoniana, Civica e Universitaria, a cura di A. MAZZON, Firenze 2003 2.4 EDIZIONI DI TESTI AGIOGRAFICI Si rimanda anche alle Collezioni e alle collane che pubblicano edizioni di fonti. [398] Sancti Dominici Sorani abbatis vita et miracula a coaevis conscripta, in “AB”, 1 (1882), pp. 279-322 [399] The Tripartite Life of Patrick, with other Documents Relating to that Saint, ed. and trans. W. STOKES, London 1887 [400] Lives of the Saints from the Book of Lismore, ed. and trans. W. STOKES, Oxford 1890 104 Bibliografia [401] The Life and Miracles of Saint William of Norwich, eds. and trans. A. JESSOPP and M. JAMES, Cambridge 1896 [402] Speculum perfectionis seu S. Francisci Assisiensis legenda antiquissima auctore fratre Leone, a cura di P. SABATIER, Paris 1898 [403] Actus beati Francisci et sociorum eius, a cura di P. SABATIER, Paris 1902 [404] R.A. STEWART MACALISTER, Life of Saint Finan, in “Zeitschrift für celtische Philologie”, 2 (1899), pp. 545-65 [405] Ionae Vitae sanctorum Columbani, Vedastis, Iohannis, hrsg. von B. KRUSCH, 1905 [406] Il processo di Santa Chiara d’Assisi, ed. Z. LAZZERI in “Archivum Franciscanum Historicum”, 13 (1920), pp. 403-507 [407] Le “Speculum perfectionis”, ou mémoires de frère Léon sur la seconde partie de la vie de saint François d’Assise, a cura di P. SABATIER, A.G. LITTLE, Manchester 1928 [408] Life of Otto, Apostle of Pomerania, ed. and trans. C.H. ROBINSON, London 1929 [409] Monumenta historica sancti patris nostri Dominici, Romae 1935 [410] M.A. O’BRIEN, The Old Irish Life of St. Brigit, in “Irish Historical Studies”, 1 (1938-9), pp. 121-34, 343-53 [411] F.S. SCHMITT, S. Anselmi Cantuariensis archiepiscopi Opera omnia, Seckau-Rom-Edinburgh, 1938-1961, 6 voll. [412] Donizo, Vita Mathildis, a cura di L. SIMEONI, Bologna 1940 [413] Two Lives of Saint Cuthbert, ed. B. COLGRAVE, Cambridge 1940 (reprint 1985) [414] Vitae sanctorum Britanniae et genealogiae, ed. and trans. A.W. WADE-EVANS, Cardiff 1944 [415] The “Vitae sanctorum patrum Emeritensium” ed. and trans. J. GARVIN, Washington 1946 [416] Saints’ Lives and Chronicles in Early England, ed. and trans. C.W. JONES, Cornell 1947 [417] Encomium Emmae reginae, ed. and trans. A. CAMPBELL, London 1949 [418] The Life of Ailred of Rievaulx, ed. and trans. by F.M. POWICKE, London 1950 105 La santità medievale [419] A. LENTINI, La “Vita s. Dominici” di Alberico cassinese, in “Benedictina”, 5 (1951), pp. 57-77 [420] The Anglo-Saxon Missionaries in Germany, ed. and trans. C.H. TALBOT, New York 1954 [421] The Western Fathers, ed. F.R. HOARE, New York 1954 [422] Felix’s Life of St. Guthlac, ed. and trans. B. COLGRAVE, Cambridge 1956 [423] J. LECLERCQ, Inédits de Saint Pierre Damien, in “Revue Bénédectine”, 67 (1957), pp. 151-74 [424] Sancti Petri Damiani Vita beati Romualdi, ed. a cura di G. TABACCO, Roma 1957 [425] The Life of Christina of Markyate, a Twelfth-Century Recluse, ed. and trans. C.H. TALBOT, Oxford 1959 (reprint Oxford 1987) [426] The Life of King Edward who rests at Westminster, attributed to a Monk of St. Bertin, ed. and trans. F. BARLOW, London 1962 [427] Jonas, Vita Columbani et discipulorum eius, ed. M. TOSI, Piacenza 1965 [428] Vitae sanctorum Hiberniae, ed. W.W. HEIST, Bruxelles 1965 [429] Monumenta diplomatica s. Dominici, ed. V.J. KOUDELKA, auxil. R.J. LOENERTZ, Roma 1966 [430] Aethelwulf, De abbatibus, ed. and trans. A. CAMPBELL, Oxford 1967 [431] Anglo-Saxon Saints and Heroes ed.and trans. C. ALBERTSON, New York 1967 [432] Life of St. David, ed. and trans. J.W. JAMES, Cardiff 1967 [433] Sulpice sévère, Vie de saint Martin, a cura di J. FONTAINE, Paris 1967 [434] Briefe des Bonifatius. Willibalds Leben des Bonifatius, hrg. R. RAU, Darmstadt 1968 [435] Saint François d’Assise. Documents, écrits et premièrs biographies, a cura di TH. DESBONNETS – D. VORREUX, Paris 1968 (II ed. 1981) [436] André de Fleury,Vie de Gauzelin, abbé de Fleury, ed. R.H BAUTIER, G. LABORY, Paris 1969 [437] Bede’s Ecclesiastical History of the English People, eds. B. COLGRAVE – R.A.B. MYNORS, Oxford 1969 (reprint 1991) [438] The Earliest Life of Gregory the Great by an anonymous Monk of Whitby, ed. B. COLGRAVE, Kansas 1969 106 Bibliografia [439] F.X. SEPPELT, Monumenta Coelestiniana, Paderborn 1971 [440] C. 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IX) e la “Historia de translatione beati Filastrii”, in “Archivio Ambrosiano”, 28 (1975), pp. 18-140 [448] B. DISTELOBRINK, Bonaventurae scripta authentica dubia vel spuria critice recensita, Roma 1975 [449] Monks, Bishops, and Pagans: Christian Culture and Italy, 500-700, ed. E. PETERS, Philadelphia 1975 [450] Vite di santi. Vita di Martino, Vita di Ilarione, In memoria di Paola, ed. C. MOHRMAN, Milano 1975 [451] Passione e miracoli di s. Mercurio, introduzione e testo copto a cura di T. ORLANDI, traduzione di S. DI GIUSEPPE CAMAIONI, Milano 1976 [452] Sa Vitta et sa morte et passione de sanctu Gavinu Prothu et Januariu” di Antonio Cano. “Passio sanctorum martirum Gavini Prothi et Ianuarii” secondo l’incunabolo veneziano di Petrus de Quarengiis, a cura di F. ALZIATOR, Cagliari 1976 [453] F. DOLBEAU La vita di sant’Ubaldo, vescovo di Gubbio, attribuita a Giordano di Città di Castello, in “Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria”, 4 (1977), pp. 81-116 107 La santità medievale [454] F. DOLBEAU, Un nouveau témoin de la Vita s. Ubaldi attribuée à Giordano, in “Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”, 78 (1981), pp. 235-237 [455] Fonti francescane. Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze del primo secolo francescano. Scritti e biografie di santa Chiara d’Assisi, II voll., Assisi 1977 [456] Le vite antiche di Iacopone da Todi, a cura di E. MENESTÒ, Firenze 1977 (rist. 1991) [457] Passio auctore Hucbaldo mon. Elnonensi, ed. F. DOLBEAU, in “RB”, 87 (1977), pp. 246-256 [458] U. PICCIAFUOCO, La Vita di S. Giacomo della Marca (1393-1476) secondo gli antichi codici di Fr. Venanzio da Fabriano (1434-1506), Monteprandone 1977 [459] G.B. 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Kanonisation der heiligen Hildegard, übers. und eingeleitet von M. KLAES, Freiburg, Basel, Wien, Barcelona, Rom, New York 1998 [674] Die Prüfeninger Vita Bischof Ottos I. von Bamberg nach der Fassung des Großen Österreichischen Legendars, hrsg. von J. PETERSOHN, Hannover 1999 [675] Die Vita sancti Heinrici regis et confessoris und ihre Bearbeitung durch den Bamberger Diakon Adelbert, hrsg. von M. STUMPF, Hannover 1999 [676] P. GOLINELLI, Alla ricerca di un santo sconosciuto: fonti agiografiche e documenti storici sul culto di san Possidonio, in San Possidonio: un santo, un territorio, Mirandola 1999, pp. 9-34 122 Bibliografia [677] Historia septem tribulationum Ordinis Minorum Angeli Clareni, a cura di O. ROSSINI, introduzione e commento di H. HELBLING, Roma 1999 [678] Iotsald von Saint Claude, Vita des Abtes Odilo von Cluny, hrsg. von J. STAUB, Hannover 1999 [679] Un leggendario fiorentino del XIV secolo, ed. critica a cura di A. DEGL’INNOCENTI, Tavarnuzze (FI) 1999 [680] Vie de sainte Julienne de Cornillon, ed. J.P. DELVILLE, Louvain La Neuve 1999 [681] Bartolomeo da Trento, Liber epilogorum in gesta sanctorum, a cura di E. PAOLI, Firenze 2001 [682] Lantbert von Deutz, Vita Heriberti. Miracula Heriberti. Gedichte. Liturgische Texte, hrsg. von B. VOGEL, 2001 [683] Raimondo da Capua, Legenda beatae Agnetis de Monte Policiano, ed. a cura di S. NOCENTINI, Tavarnuzze (FI) 2001 [684] Vita et translatio s. Athanasii neapolitani episcopi (BHL 735 e 737) sec. XI, Introduzione, edizione critica e commento a cura di A. VUOLO, Roma 2001 [685] Compendium degli atti del processo informativo per la canonizzazione di Pietro del Morrone ed altri testi dal ms. 1071 della Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi su Celestino V, edizione critica a cura di A. MARINI, Roma 2002 [686] Le “Vite” di Torello da Poppi, ed. L.G.G. RICCI con una introduzione storica di M. BICCHIERAI, Firenze 2002 [687] PIER DAMIANI, Vita di Mauro, a cura di E. LUGARESI, Cesena 2002 [688] Pietro Suddiacono napoletano, L’opera agiografica, a cura di E. D’ANGELO, Firenze 2002 [689] Beate Hildegardis Cause et Cure, edidit L. MOULINIER, Berlin 2003 [690] L’oeuvre hagiographique en prose d’Alcuin. Vitae Willibrordi, Vedasti, Richarii, ed. trad. par CH. VEYRARD-COSME, Firenze 2003 [691] The Miracles of saint Æbbe of Coldingham and saint Margaret of Scotland, ed. and transl. by R. BARTLETT, Oxford 2003 [692] F. PANARELLI, Scrittura agiografica nel Mezzogiorno Normanno. La Vita di s. Guglielmo da Vercelli, Galatina 2004 123 La santità medievale [693] La letteratura francescana. I vol. Francesco e Chiara d’Assisi, a cura di CL. LEONARDI, Milano 2004 [694] Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli, I vol., a cura di S PRICOCO e M. SIMONETTI, Milano 2005 [695] La letteratura francescana. II vol. Le vite antiche di san Francesco, a cura di CL. LEONARDI, Milano 2005 CAPITOLO 3 – LA SCRITTURA AGIOGRAFICA L’evoluzione degli studi agiografici ha condotto soprattutto negli ultimi anni a considerare sempre più specificamente la scrittura agiografica come prodotto culturale e letterario non esclusivamente subordinato e schiacciato dal peso dei suoi protagonisti. In questo capitolo si intendono segnalare gli studi relativi alla scrittura sulla santità seguendo il fil rouge costituito da una serie di temi e problemi quali: la scrittura agiografica, gli agiografi, i generi agiografici e i loro esili confini, l’identità e la trasmissione dei testi, e, infine, i rapporti tra produzione, diffusione e fruizione. Una serie di volumi della Typologie des sources du moyen âge occidental hanno affrontato temi e problemi legati alla produzione agiografica adottando una distinzione secondo le tipologie di manoscritti e i generi. [696] G. PHILIPPART, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, Turnhout 1977 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 24-25) [697] J. DUBOIS, Les martyrologes du moyen âge latin, Turnhout 1978 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 26) [698] M. HEINZELMANN, Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, Turnhout 1979 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 33) [699] M. SOT, Gesta episcoporum, Gesta abbatum, Turnhout 1981 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 37) [700] J. RICHARD, Les récits de voyages et de pèlerinages, Turnhout 1981 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 38) 124 Bibliografia [701] C. BREMOND, J. LE GOFF, J.-CL. SCHMITT, L’exemplum, Turnhout 1982 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 40) [702] P. DINZELBACHER, Revelationes, Turnhout 1991 (Typologie des sources du Moyen Àge occidental, 57) [703] A.G. MARTIMORT, Les livres de lecture liturgique, Turnhout 1992 (Typologie des sources du Moyen Àge occidental, 64) [704] M. RICHTER, The Oral Tradition in the Early Middle Ages, Turnhout 1994 (Typologie des sources du Moyen Àge occidental, 71) A partire dal 1994 è cominciata la pubblicazione dei volumi della collana Hagiographies. Histoire internationale de la littérature hagiographique latine et vernaculaire en Occident des origines à 1550. International History..., sous la direction de GUY PHIPPART, t. I-III, Éditions Brepols, Turnhout 1994, 1996, 2001 (Corpus Christianorum). Il progetto animato da Guy Philippart e giunto fino ad oggi al III volume si propone esplicitamente di prendere in considerazione non i santi, la loro storia e il culto a loro dedicato, ma gli agiografi e le loro opere. (Si rimanda anche ai numeri 48, 58, 60, 66, 198, 213, 217) [705] Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, ed. M. MANITIUS, 3 voll., München 1911-31 [706] P. SAINTYVES, En marge de la légende dorée: songes miracles et survivances. Essai sur la formation de quelques thémes hagiographiques, Paris 1930 [707] S. BOESCH GAJANO, Giovanni Gualberto e la vita comune del clero nelle biografie di Andrea da Strumi e di Atto da Vallombrosa, in La vita comune del clero nei secoli XI e XII, Milano 1962, II, pp. 228-35 [708] V. FUMAGALLI, note sulla «Vita Geraldi» di Odone di Cluny, in “BISIME” 76 (1964) pp. 217-240 [709] G. LÜCK, Die Form der suetonischen Biographie und die frühen Heiligenviten, in Mullus. Festschrift Theodor Klauser, Münster 1964, pp. 230-241 125 La santità medievale [710] W.EDELSTEIN, Eruditio und Sapientia. Weltbild und Erziehung in der Karolingerzeit. Untersuchungen zu Alcuninus Briefen, Freiburg in Breisgau 1965 [711] B. DE GAIFFIER, Mentalité de l’hagiographie médiévale d’après quelques travaux récents, in “AB”, 86 (1968), pp. 391-399 [712] B. 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Soprattutto a partire dalla metà del secolo scorso i rapporti tra la santità e la spazialità sono stati oggetto di una intensa riflessione da parte degli studi agiografici. [1947] H. DELEHAYE, Loca sanctorum, in “AB”, 48 (1930), pp. 5-64 [1948] G.P. BOGNETTI, ‘Loca Sanctorum’ e la storia della Chiesa nel Regno dei Longobardi, in ID., L’età longobarda, III, Milano 1967, pp. 309-345 [1949] P. GOLINELLI, Elementi per la storia delle campagne padane nelle fonti agiografiche del secolo XI, in “BISIME”, 87 (1978), pp. 1-54 [1950] V. FUMAGALLI, Il paesaggio dei morti. Luoghi d’incontro tra i morti e i vivi sulla terra nel Medioevo, in “QS”, 50 (1982), pp. 411-425 [1951] J. LE GOFF, La naissance du Purgatoire, Paris 1982 (trad. it. La nascita del Purgatorio, Torino 1982) [1952] F. PAUL-LÉVY – M. SEGAUD, Anthropologie de l’espace, Paris 1983 [1953] P. MARAVAL, Lieux saints et pélerinages d’Orient. Histoire et géographie. Des origines à la conquête arabe, Paris 1985 [1954] A. 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Il progetto è stato promosso dall’Ecole française e da trenta università italiane. [2078] Il santuario di San Michele sul Gargano dal VI al IX secolo. Contributo alla storia della Langobardia meridionale, Bari 1980 228 Bibliografia [2079] G. CRACCO, Dai santi ai santuari: un’ipotesi di evoluzione in ambito veneto, in Studi sul medioevo veneto, Torino, pp. 25-42 [2080] G. OTRANTO, Il “Liber de Apparitione”, il santuario di S. Michele sul Gargano e i Longobardi del Ducato di Benevento, in Santuari e politica nel mondo antico, Milano 1983, pp. 210-245 [2081] Santuari e pellegrinaggi in Puglia. San Michele sul Gargano, Galatina 1985 [2082] D. BORNSTEIN, The Shrine of Santa Maria a Cingoli: Female Visionaries and Clerical Promoters, in “MEFRM”, 98 (1986), pp. 219-228 [2083] G. OTRANTO, Per una metodologia della ricerca storico-agiografica: il santuario micaelico del Gargano tra Bizantini e Longobardi, in “Vetera Christianorum”, 25 (1988), pp. 381-405 [2084] G. OTRANTO – C. 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SPANÒ, La città e la santa nel processo di canonizzazione di Caterina Vigri, in Caterina Vigri. La santa e la città, Firenze 2004, pp. 129-137 263 INDICE DEI SANTI, NOMI LUOGO, NOMI PERSONA *I numeri in corsivo si riferiscono alle pagine, mentre quelli in tondo si riferiscono ai numeri della bibliografia. Abbondio s., 2345 Abruzzo, 1959, 2072, 2103 Achery d’, 56 Acqui, 1341 Adalardo s., 2173 Adalberto s., 11, 2052 Adamnano, 2086 Adalberto s., 2312 Adelberto di Bamberga, 675 Ademaro di Chabannes, 955, 2437, 2438 Adelaide s., 20, 105, 574, 1719, 1741, 1800, 1928, 1933, 1941, 1942 Adomnano, 576, 958, 966, 2308 Adone, 512 Adriano I, 30 Adson du Der, 975 Æbbe di Coldingham s., 691 Aelfrico di Eynsham, 610 Aelredo di Rievaulx, 970 Aetelvulfo, 430 Africa, 1414, 2424, 2426 Agata s., 583, 610 Agira, 478 Agnello s., 540, 1132 Agnello di Ravenna, 644 Agnese di Boemia s., 1590, 1786, 1806, 1825 Agnese di Montepulciano s., 683 Agostino s., 33, 1414, 2257, 2424, 2426, 2455 Agostino di Canterbury s., 2520 Agricola s., 1011, 2283 Ailredo di Rievaulx s., 418 Alamanno di Hautvilliers, 946 Albano s., 631 Alberico di Montecassino, 419, 567, 944, 1097 Albertino s., 1253, 1444 Alberto di Colle s., 2296, 2353 Alberto di Lodi s., 473 Alberto di Villa d’Ogna b., 1661 Alberto magno s., 1548 Alcobaça, 1066 Alcuino s., 29, 30, 44, 690, 878, 982, 2428 Aldegonda s., 1078 Aldemaro di Bucchianico, 754 Alessio s., 535, 1694, 225 Alfredo s., 491 Alford M., 58 Allucio da Pescia s., 1650 Altfrido, 721 Alpais di Cudot s., 1105 Alvaro Pais, 1284 Amalfi, 950 Amand s., 1337 Ambrogio da Massa, 2549 Ambrogio di Milano s., 500, 1346 Ambrogio centurione s., 2022 Amé s., 866 Amelia, 2244 Amerina via, 1971 Amfilochio s., 533 Amiterno, 2085 Anastasi R., 2017 Andra Agnello, 804 Andrea da Strumi, 613, 707 Andrea di Fleury, 436 Angela da Foligno s., 521, 589, 1773, 1787, 1788, 1811, 1824, 1829, 1833, 1871, 1888, 1902, 1919, 1922, 1929, 1935 Angelina da Montegiove b., 646, 1895 Angelo Clareno, 643, 677, 1509, 1534 Anastasio Bibliotecario, 533, 869, 936 Aniane, 469 Ansano s., 2268 Ansberto s., 461 Anselmo di Canterbury s., 411, 536, 849, 1303, 1305, 1320, 1326, 1332 Anselmo di Lucca s., 747, 755, 937, 1312, 1319, 1322, 1334, 1335, 2483 Anskario s., 1306, 2512, 2515 Antelmo s., 550 Antine s., 2262 Antioco s., 493 Antonino s., 1348 Antonio ab. s., 13, 14, 1086, 2304 Antonio da Stroncone b., 1972 265 La santità medievale Antonio di Padova s., 479, 601, 1542, 1564, 1567, 1576, 1578, 1579, 1581, 1582, 1583, 1595, 1903, 1991, 1992, 2034, 2400 Anversa, 53, 54, 1022 Aosta, 1320, 2233 Appiano di Comacchio s., 1443 Apulia, 1409 Aquileia, 1329 Aquino, 653, 845, 1485, 1498, 1556, 2332 Aquitania, 717, 805 Ardone, 469 Arezzo, 1279, 1463 Arialdo s., 505, 613 Armenia, 1124 Arnaldo da Limena, 1390 Arras, 1966 Ascoli, 2323 Assisi, 342, 406, 407, 435, 455, 515, 524, 527, 549, 634, 748, 757, 816, 818, 880, 951, 983, 993, 1091 1171, 1173, 1174, 1175, 1180, 1183, 1188, 1190, 1192, 1193, 1197, 1203, 1227, 1478, 1479, 1481, 1486, 1488, 1492, 1493, 1494, 1495, 1502, 1503, 1504, 1505, 1508, 1512, 1514, 1516, 1517, 1519, 1520, 1521, 1522, 1536, 1537, 1543, 1545, 1546, 1550, 1559, 1560, 1561, 1562, 1566, 1580, 1588, 1591, 1593, 1597, 1607, 1612, 1614, 1615, 1793, 1795, 1797, 1820, 1846, 1847, 1849, 1850, 1851, 1856, 1858, 1861, 1869, 1874, 1877, 1881, 1886, 1887, 1912, 2222, 2291, 2391, 2546, 2548 Astronomo, 997 Atanasio s., 44 Atanasio di Napoli, 684, 869 Atella, 641, 2301 Atto da Vallombrosa, 707 Aurillac, 19, 708, 723 Avignone, 1626, 2227 Bachtin M., 2416 Baglioni, 1805 Bagno di Romagna, 2026 Baillet A. 59 Balbin A. B., 58 Baleari, 1038 Bamberga, 674, 675, 1330 266 Barbato s., 623, 984, 1354 Bari, 75, 2000 Barlaam s., 662, 809, 990 Barnaba s., 2016 Baronio C., 52, 60 Bartolomeo s., 2230 Bartolomeo da Breganze, 602 Bartolomeo da Grottaferrata, 743 Bartolomeo da Trento, 22, 681, 803, 883, 913, 965, 1160 Basilea, 51 Batilde s., 1802 Baudovinia, 904 Baume, 1472 Baviera, 58, 2403 Beato Angelico, 1524, 1526 Beatrice d’Este s., 1683 Beda s., 44, 437, 504, 918, 931, 957, 1103, 1111, 2387, 2498 Belgio, 58, 76 Bellarmino, 53 Bellino s., 1584 Bellizone, 905 Benedetto da Norcia s., 17, 28, 32, 44, 45, 56, 57, 727, 895, 967, 1389, 1391, 1394, 1396, 1416, 1424, 1427, 1436, 1446, 1456, 2234, 2405, 2413, 2417 Benedetto di Aniane s., 469, 603, 1403 Benedetto di Benevento mart., 1294 Benedetto mart., 444 Benedetto XIV, 60 Benevento, 832, 984, 1294, 1354, 1727, 2080 Benizi Filippo s., 1528 Benvenuta Bojani s., 1872, 2280 Berardo dei Marsi s., 1355 Berengario, 890 Berengario maestro, 663 Bernardino Gadolo, 655 Bernardino da Feltre, 722 Bernardino da Siena, 748, 797, 1482, 1483, 1484, 1499, 1510, 1513, 1515, 1518, 1527, 1531, 1535, 1563, 1636 Bernardo d’Aosta s., 2233 Bernardo di Chiaravalle s., 44, 564, 1001, 1041, 1072, 1084, 1088, 1092, 1093, 1094, 1096, 1359, 1379, 1382, 1401, 1419, 1420, 1431, 1434, 1439, 1450, Indici 1457, 2181, 2284, 2288, 2383, 2531, 2532 Bernardo di Tirone s., 1275 Bernardo Gui, 667, 1060 Bertrando di Saint-Geniès s., 1329 Besançon, 1440 Bevagna, 658, 664 Bibbiena, 2089 Bisanzio 66, 1697, 1710, 1927, 2252, 2255, 2262, 2511 Bobone s., 1669 Bobbio, 18, 952, 1095, 1117, 1470 Bocardo s., 1724 Boccaccio G., 591 Boemia, 58, 265, 575, 1590, 1786, 1806, 1825 Boezio, 11, Bolland J., 53, 54 Bologna, 23, 48. 49, 1736, 1740, 1977, 2033, 2050, 2051, 2056, 2147, 2149, 2283 Bolsena, 580, 1178 Bominaco, 1959 Bonaventura s., 44, 448, 875, 885, 1489, 1495, 1500, 1553, Bonelli B., 60 Bonfilio s., 577 Bonifacio s., 11, 29, 434, 733, 787, 1075, 1285, 1945, 2281, 2428, 2443 Borgogna, 106, 908, 1420, 1719, 1800, 1941, 1942, 1956 Bovino, 1051 Bovo s., 516, 756 Braga, 445 Brandano s., 618, 1013, 1449, 2061, 2077 Brescia, 447, 2163 Bressanone, 1447 Bretagna, 775, 2533 Brigida s., 410, 940, 1759, 1857, 1926, 1938, 1993, 2327 Brindisi, 73 Bruno di Colonia s., 20, 550, 1039, 1040, 1212, 1218, 1222, 1236, 1243, 1245, 1247, 1250, 1268, 1282, 1283, 1302 Bruno di Querfurt s., 11, 1261, 1293, 1301, 2518, 2525 Bruno di Segni s., 1307, 1310, 1331 Brunone di Toul s., 661 Bruxelles, 23, 54, 61, 73, 74 Bucchianico, 754 Burtscheid, 1452, 1454 Caetani O., 58 Cagliari, 2257 Calabria, 1212, 1250, 1268, 1452, 1454, 1468 Camaldoli, 651 Camilla Battista Varano, 1792 Campaldino, 2287 Campania, 1729 Campi P. M. 57 Canione di Atella s., 641, 2301 Cano A., 1034, 1035 Cano M. 52 Canossa, 412, 1942 Canterbury, 1303, 1332, 2124, 2520 Capestrano, 1181, 1610, 1611, 2250, 2397, 2552 Capitani O., 2556 Capua, 683, 1753 Caraffa F., 526, 991 Cardoso G., 58 Carlo di Blois s., 2533 Carlo Magno 19, 29, 32, 34, 1629, 2462 Cartesio 55 Cassiano d’Imola s., 856 Cassiodoro s., 543, 1424 Cataldo di Taranto s., 526 Catalogna, 768, 1957 Caterina d’Alessandria s., 523 Caterina da Bologna, 1736, 1740, 1798 Caterina da Siena s., 21, 460, 492, 537, 625, 1179, 1733, 1734, 1738, 1750, 1755, 1756, 1758, 1759, 1761, 1781, 1783, 1803, 1805, 1831, 1835, 1842, 1844, 1845, 1880, 1913, 1918, 1920, 1993 Caterina di Vadstena s., 2547 Caterina Fieschi Adorno s., 1785 Caterina Vigri s., 1790, 2558 Catino, 1465 Celano, 539, 972, 978, 983 Celestino V, 563, 590, 594, 685, 1002, 1110, 1148, 1230, 1231, 1242, 1244, 1248, 1252, 1260, 1267, 1270, 1272, 1281, 1284, 1285, 1286, 1290, 1412, 1413 Celio monte, 16 Cesario di Heisterbach, 33, 1893 Chabannes, 955, 2437, 2438 Chelidonia s., 1746 267 La santità medievale Chevalier, 63 Chianti, 2112 Chiara d’Assisi s., 406, 455, 515, 524, 527, 539, 549, 554, 611, 623, 693, 790, 872, 993, 1091, 1590, 1615, 1793, 1795, 1797, 1820, 1834, 1846, 1847, 1849, 1850, 1851, 1854, 1855, 1856, 1858, 1861, 1869, 1874, 1875, 1877, 1881, 1886, 1887, 1898, 1905, 1911, 1912, 1944, 2291, 2391, 2548 Chiara da Montefalco s., 514, 890, 1770, 1774, 1776, 1782, 1791, 1794, 2540, 2555 Chiara da Rimini s., 615, 1920, 1924 Chiara de Ubaldinis, 1897 Chiaravalle, 564 Chicago 48 Chioggia, 526 Cingoli, 1317, 1939, 2082 Cirillo s., 1055, 2511, 2513 Città del Vaticano, 73 Città di Castello, 453, 620, 807, 1768 Cividale, 1872 Clairmarais, 1044 Clairvaux, 1084, 1088, 1379, 1382, 1431, 1450, 1457, 2181, 2532 Clemente III, 2240 Cluny, 20, 462, 494, 621, 647, 678, 708, 723, 825, 830, 846, 847, 938, 953, 1360, 1372, 1402, 1407, 1428, 1430, 1435, 1441, 1458, 1466, 2468, 2474, 2489, 2495, 2534, 2545 Coldingham, 691 Colette di Corbie s., 1868 Colgan J. 58 Colomba da Rieti s., 1805, 1816, 1900, 1920 Colombano s., 17, 29, 405, 427, 545, 952, 1057, 1064, 1095, 1117, 1357, 1362, 1365, 1367, 1384, 1390, 1392, 1400, 1470, 2456, 2510 Colombini G., 1535, 1598 Columba s., 576, 966, 1407, 2308, 2311 Colonia, 20, 1212, 1302 Colle Val d’Elsa, 2296 Colum Cille s., 966 Comacchio, 1443 Compostela, 34, 2105, 2109, 2128, 2137, 2143 268 Convoion s., 560 Corbie, 1868, 2173 Cordova, 40 Corleone, 630 Corner F., 60 Cornillon, 680 Corrado di Noto s., 1104, 1646 Corrado Confalonieri b., 578, 636, 2274 Corsica, 1038 Cortona, 463, 1202, 1754, 1767, 1804, 1839, 1848, 2318 Corvey, 2442, 2444 Cosma s., 210 Costantino s., 2262 Costantinopoli, 649 Costanza, 1657 Costanzo d’Aquino, 2332 Cremona 442, 584, 1635, 1668, 1942, 2557 Crépy, 1723 Cristina di Pizan, 1896 Cristina di Bolsena s., 580, 1178 Cristina di Markyate s., 425 Cristoforo s., 1194 Cutberto s., 413, 957, 1103, 1111, 1112, 2259 Damiano s., 210 Dante, 21, 2382 Davide s., 432 de la Roncière Ch. M., 1921 Del Treppo M, 2055 De Rosa G., 1969 Der, 101 Derry, 1407 Desiderio s., 1679 Desiderio ab., 1262, 1331, 2480 Devisse J., 1448 Digione, 1001 Domenico Guzman s., 409, 429, 522, 582, 663, 667, 1480, 1487, 1491, 1497, 1506, 1523, 1525, 1558, 1571, 1573, 1592 Domenico di Sora s., 398, 419, 567, 944, 991, 1097, 1453 Domenico Loricato s., 557, 1043 Domenico Siliensis s., 475 Dominata s., 543 Domrémy, 1923 Donato s., 1015 Donaziano s., 506 Donizone, 412, 1942 Indici Douai, 866 Duby G., 1836 Eadmero, 536 Eddio, 1090 Edoardo s., 426 Egidio d’Assisi s., 1550 Eginardo, 19, 32 Elena s., 946, 1876 Elena da Udine s., 547 Elia, 55 Elia fr., 1496, 1549, 1604 Elia lo Speleota s., 598 Elisabetta d’Ungheria s., 1684, 1769, 1775, 1878 Ellero s., 552 Eloisa, 1898 Emidio s., 2323 Emilia, 2157, 2345 Emilia-Romagna, 2104, 2110 Emma, 417 Ennodio di Pavia, 1318 Enrico s., 675 Enrico IV, 720 Epifanio s., 555, 1318 Erasmo, 11, Erasmo s., 499, 1005 Ercolano s., 1985 Eriberto s., 682 Errada s., 1882 Esuperanzio s., 1317 Eufemia s., 210 Eugippio, 923 Eulogio di Cordova, 40 Eusebio mon., 478 Eusebio di Vercelli s., 1346 Eustochia s., 489 Eustochio, 14 Eutimo s., 484 Fabriano 48, 73 Facio di Cremona s., 442 Faenza, 638, 672, 1871, 1889, 2039 Fantino il giovane s., 604 Farfa, 823, 1004, 1010, 1442, 1459, 1466, 2494, 2495 Fasano di Brindisi, 73 Febronia s., 566 Fede s., 619 Federico II, 70, 803, 1451 Felice s., 1106 Felice di Nola s., 910, 925 Feltre, 722 Ferentino, 2022 Ferrara, 1405 Ferrari F., 57 Ferrières, 635, 2428 Fiandre, 58 Fidene, 2085 Fidolio, 1384, 1392 Fiesole, 665 Filastro s., 447 Filiberto di Tournus s., 1157 Filippo d’Agira s., 478 Filippo Benizi s., 525 Filomena s., 74 Fiandre, 1058 Filippa Mareri s., 1747, 1748, 1795 Filippo dell’Antella s., 2227 Fina da San Gimignano s., 616 Finan s., 404 Fiore, 553, 609, 1401, 1568 Firenze, 21, 60, 61, 70, 75, 76, 1921, 1987, 2023, 2024, 2040, 2057, 2227, 2295, 2394, 2433 Flacio Illirico, 51 Flaminia via, 12 Fleury, 32, 436, 1678, 2417 Flodoardo di Reims, 1336 Florez E., 58 Florido s., 542 Foligno, 521, 624, 646, 1507, 1612, 1625, 1773, 1787, 1788, 1811, 1824, 1829, 1833, 1888, 1902, 1919, 1922, 1929, 1935 Fonseca C.D., 2167 Fonte Avellana, 859, 1126, 1239, 1253 Fontevraud, 172, 1530, 1533 Forez, 2320 Forlì, 633 Fosses, 1724 Francesca Bussa dei Ponziani s., 1771, 2537 Francesca Romana s., 614, 1764, 1860, 1873, 1906, 1993, 2294, 2537 Franceschini E., 44, 70 Francesco d’Assisi s., 81, 342, 402, 403, 407, 435, 455, 473, 480, 572, 634, 646, 693, 695, 732, 748, 757, 790, 792, 794, 806, 811, 816, 818, 850, 851, 861, 874, 875, 880, 888, 891, 893, 920, 951, 954, 969, 972, 983, 989, 1171, 1173, 1174, 269 La santità medievale 1175, 1180, 1183, 1188, 1190, 1192, 1193, 1197, 1203, 1227, 1478, 1479, 1481, 1486, 1488, 1492, 1493, 1494, 1495, 1502, 1503, 1504, 1505, 1508, 1512, 1514, 1516, 1517, 1519, 1520, 1521, 1522, 1536, 1537, 1540, 1541, 1543, 1545, 1546, 1550, 1553, 1554, 1555,1559, 1560, 1561, 1562, 1565, 1566, 1576, 1577, 1580, 1586, 1588, 1590, 1592, 1593, 1597, 1607, 1612, 1614, 1615, 1618, 1619, 1847, 1865, 1935, 2222, 2546 Francia, 58, 62, 63, 74, 76, 16, 96, 277, 304, 305, 307, 342, 834, 1674, 1960, 2309, 2351, 2358, 2368, 2410, 2488 Francigena via, 1210 Frediano s., 562 Fruttuoso di Braga s.445 Fulcranno s., 485 Fulda, 1022 Fulgenzio di Ruspe, 1053 Fursa s., 509 Galgano s., 486, 599, 612, 656, 1249, 1255, 1300 Galla Placidia, 1876 Galizia, 34 Gallia, 1032, 1309, 1351, 1722, 1927, 2046, 2058, 2361, 2377, 2384 Gallo s., 1362 Gallonio s., 1015 Gandersheim, 1737 Gangolfo s., 1671, 1672 Gargano, 181, 2078, 2080, 2083, 3084, 2087, 2088, 2115, 2132, 2244 Gaultier M., 75 Gavino s., 452, 558, 827, 1027, 1034, 1035 Gerhoh di Reichesberg, 2183 Gelasio II, 556, 909 Gellone, 829 Geminiano di Modena s., 502, 513, 2015 Genoveffa di Parigi s., 998 Geraldo di Aurillac s., 19, 647, 708, 723, 830, 938, 1012, 1372, 1472, 1722 Germania, 11, 51, 292, 308, 309, 420 Gerusalemme, 9, 1754, 2145, Gennaro s., 487, 561, 1031, 2264 270 Genova, 2339 Genoveffa di Parigi s., 481, 528 Gerardo di Augusta, 605 Gerlach van Houthem, 1601 Germano di Parigi, 600, 481, 528 Gervasio s., 31 Gesù, 9, 62, 1029 Gherardesca di Pisa s., 1862, 1889 Ghinius, 57 Giacomo s., 34, 2105, 2189, 2194 Giacomo Bianconi s., 664 Giacomo da Varagine, 567, 629, 670, 882, 897, 998, 901, 922, 956, 977 Giacomo della Marca s., 458, 1381, 1501, 1594 Giacomo I il conquistatore, 1700 Gielemans G., 50 Gilone, 462 Gioacchino da Fiore s., 553, 609, 1401, 1568, 2183 Giona di Bobbio, 405, 427, 545, 952, 1095, 1117, 1470 Giordano di Città di Castello, 453, 454 Giordano di Sassonia, 582 Giordano Forzatè, 1698 Giovanna d’Arco s., 1777, 1813, 1853, 1896, 1909, 1923 Giovanna da Orvieto s., 1801 Giovanna da Signa s., 1241, 1779 Giovanni VIII, 844 Giovanni ab. s., 472 Giovanni ab. di Gorze s., 20, Giovanni b., 546 Giovanni mart., 1294 Giovanni II vesc., 2483 Giovanni Battista, 2339 Giovanni Bocca d’Oro, 736 Giovanni Calibita s., 626, 1121 Giovanni Cassiano s., 1385 Giovanni Cimiliarca, 902 Giovanni da Capestrano s., 530, 1181, 1538, 1539, 1610, 1611, 2250, 2397, 2552 Giovanni della Verna, 1570 Giovanni Duns Scoto, 1551, 1688 Giovanni Herolt s., 1138 Giovanni il grammatico s., 1271 Giovanni da Lodi s., 606, 860 Giovanni da Matera s., 1404, 1426 Giovanni dal Bastone b., 577 Indici Giovanni diacono, 466, 482, 855, 857 Giovanni di Gaeta, 556, 909 Giovanni di Gorze s., 1417 Giovanni Gualberto s., 488, 505, 520, 707, 740, 801, 1297, 2023 Giovanni Immonide, 844 Giovanni l’Elemosiniere s., 626 Giovanni Villani, 2394 Giovanni mart., 444 Giotto, 1183, 1553 Girolamo s., 14, 15, 35, 44, 724 Giuliana da Norwich, 884, 959 Giuliana di Cornillon s., 680 Giuliano d’Eclano s., 1123 Giuliano da Spira, 518, 954 Giulitta s., 657 Giuniano s., 595 Giunta di Bevagna, 463, 658 Giusti M., 2533 Giustina da Padova s, 1390, 2399 Goar s., 1062 Godefrido, 607 Goleto, 468 Gorgonio s., 2418 Gorze, 20, 1417 Gozzelino di Fleury s., 436 Gran Bretagna, 339 Grecia, 1876, 2348 Gregorio da Catino, 1465 Gregorio di Calabria s., 1452, 1454 Gregorio di Nazianzo s., 556, 909 Gregorio di Tours, 33, 40, 777, 853, 887, 971, 974, 979, 2236, 2360 Gregorio Magno s., 16, 17, 28, 33, 40, 44, 75, 211,438, 694, 726, 729, 749, 855, 857, 863, 864, 871, 889, 895, 907, 927, 962, 967, 976, 1052, 1324, 1327, 1356, 1406, 1429, 1955, 2178, 2374, 2520 Gregorio VII s., 189, 748, 1636 Gregorio XIII, 52 Grimaldo, 475 Grottaferrata, 743 Guaiferio di Montecassino, 879 Gualdo Tadino, 531 Guarinpoto, 869 Gubbio, 453, 557, 984, 1323, 2245 Guglielma da Milano, 1907, 1908 Guglielmo s., 559, 1216 Guglielmo di Baux, 1726 Guglielmo di Gellone s., 829, 1726 Guglielmo d’Aquitania, 805, 1472 Gugliemo di Volpiano s., 1358, 1375, 1380, 1415, 1477a Guglielmo da Vercelli s., 468, 692, 1216, 1228, 1232, 1490 Guglielmo di Maleval, 805 Guglielmo di Saint-Thierry, 1094, 1363, 1366, 1377, 1410 Guglielmo di Tocco, 653 Guhtlach s., 412, 780 Guiberto di Nogent, 928, 2409, 2452 Guido d’Acqui s., 1341 Guido d’Arezzo, 1279, 1463 Guido di Baisio, 1284 Guido di Pomposa s., 1374 Guigo I, 1245 Guinefort s., 2414 Hautvilliers, 946 Heidenheim, 852, 948 Heisterbach, 33, 1893 Henriquez C., 57 Henry Bradshaw, 939 Henschen G., 53, 56, Iacopone da Todi, 456, 1529, 1589 Ibn Taymiyya, 2126 Iceland, 359 Ilariano s., 1015 Ilario s., 886 Ilarione s., 450 Ildeberto di Lavardin, 939 Ildefonso di Toledo, 440 Ildegarda di Bingen s., 607, 673, 689, 1731, 1732, 1735, 1739, 1743, 1744, 1799, 1822, 1829, 1838, 1841, 1882, 1883, 1892, 1894, 1899, 1916, 1917, 1931, 1932, 1936, 1943 Imola, 856 Incmaro, 1065 Inghilterra, 353, 354, 416, 1674, 1686, 2271, 2425, 2504, 2509 Innocenzo III, 1881, 2557 Innocenzo di Tortona s., 1328 Iona s., 1407 Iotsald di Saint Claude, 678, 843, 953 Ippolito mart., 588 Irlanda, 339, 839 Isaia, 2208, 2209 Italia, 15, 20, 25, 27, 28, 35, 36, 271 La santità medievale 149, 157, 163, 196, 197, 202, 208, 224, 299, 342, 373, 730, 767, 977, 941, 942, 943, 1184, 1187, 1232, 1238, 1365, 1367, 1439, 1445, 1455, 1461, 1477, 1648, 1657, 1661, 1715, 1787, 1792, 1807, 1818, 1827, 1832, 1840, 1864, 1866, 1879, 1886, 1954, 1961, 1968, 1979, 2018, 2032, 2042, 2074, 2091, 2092, 2095, 2097, 2108, 2110, 2113, 2116, 2117, 2131, 2157, 2158, 2161, 2249, 2252, 2284, 2315, 2408, 2417, 2509 Ivo di Tréguier s., 2273 Jacobilli L., 57 Jacopo da Varazze, 22, 36 Januario S., 452, 558, 1027, 1034, 1035 Jones Ch.W., 1747 Josaphat s., 662, 809, 990 Jouarre, 2406 Jutta s., 1120 Kells, 1407 Kiev, 1261, 2518 L’Aquila, 74, 1270 Labbe P., 58 Lambertini P., 60, 73 Lamberto di Deutz, 682 Lami G., 60 Lanzoni F., 2258 Lazio, 103, 1466, 1467, 2330, 2331, 2334, 2337, 2338, 2342 Lazzaro s., 2029 Lecce, 637 Leoba, 1945 Leone Magno, 915 Leone IX s., 661 Leone frate, 407, 861, 874 Leone Luca di Corleone s., 630 Leonzio di Napoli, 570 Lerins, 1387 Letaldo di Micy, 595 Leucadia s., 2265 León, 2472 Lidano s., 2241 Liegi, 49 Liguria, 1476, 2339 Lille, 74 Limoges, 2437 272 Lindisfarne, 1112 Lione, 58, 1440 Lipari, 2230 Lippomano L., 50, 1163 Lismore, 400 Liudgero s., 721, 733 Liutprando di Cremona, 1942, 1990 Lobbes, 738 Lodi, 473, 860 Lombardia, 1350 Londra, 48 Lorcin M.T., 1140 Lorenzetti A., 1202 Lorenzino da Marostica b., 2297 Lorenzo mart., 588, 915, 2313, 2316 Lorenzo di Amalfi, 950 Loreto, 2094, 2097 Lotaringia, 1417, 1425 Lovanio, 23 Luca s., 1200 Lucca, 747, 1312, 1322, 1334, 1335, 1650, 2483 Lucia s., 2255 Ludovico d’Angiò s., 571, 1691 Ludovivo il Pio, 32, 640, 997 Luigi IX s., 1676, 1708, 1709, 2029, 2550, 2551 Lupo di Ferrières, 635 Luxeuil, 1357 Mabillon J., 55, 56 Madelberta di Maubege s., 654 Madrid, 58 Maffei S., 60 Magdeburgo, 2444 Mai A., 61 Maigret G., 57 Mailly de J., 33 Maio s., 531 Maiolo di Cluny s., 622, 1408, 1441, 1455, 1461, 2489 Magloire di Dol s., 775 Malachia s., 564 Malco s., 14 Malo di Alet s., 775 Malta, 2280 Mamiliano s., 1015 Mansueto di Toul, 669, 1114 Mancio s., 1023, 1024, 2238 Mantova, 1319 Marbodo di Rennes, 632, 916 Indici Marcellino s., 19, 32 Marcello centurione s., 1018 Marcello di Die s., 496 Marchese D.M., 56 Marco Polo, 784, 2279 Marcolino da Forlì s., 633 Margherita s., 1030 Margherita Colonna b., 1763, 1830 Margherita da Città di Castello s., 620, 807, 1768 Margherita da Cortona s., 463, 608, 658, 1202, 1754, 1767, 1804, 1839, 1848, 2318 Margherita della Metola b., 551 Margherita di Scozia s., 691 Margherita d’Oingt s., 1871 Margerita d’Ungheria s., 1879, 2289 Maria s., 490, 668, 1126, 1128, 1135, 1144, 1587, 1778, 2214, 2302, 2303, 2325 Maria Maddalena s., 2229, 2276, 2310, 2336 Mariano da Firenze, 527 Marino s., 471 Markyate, 425 Maroilles, 835 Marostica, 2297 Marsiglia, 1385, 2029 Martène E., 56 Martino s., 15, 16, 17, 33, 66, 433, 450, 639, 862, 865, 881, 903, 1338, 1342, 2270 Martino I s., 592, 2277 Marziale di Limoges s., 2437 Marzio s., 531 Massa, 2549 Massimino s., 635 Massimo di Torino s., 1346 Matera, 1404, 1426 Matilde s., 617, 1000, 1076, 1789 Matilde di Canossa, 412, 507 Matteo s., 2041, 2321 Matteo Ronto, 477 Maubege, 654 Maurelio di Ferrara s., 477 Maurizio di Magdeburgo, 2444 Mauro s., 687 Mauro Siro s., 1106 Malania di Rennes, 1045 Ménard H., 57 Mengoldo di Huy s., 2369 Mercurio s., 451 Messingham Th., 58 Metodio s., 1055, 2511, 2513 Metro di Verona s., 538 Metz, 2446 Michele s., 828, 2244 Michele IV Paflagone, 1071 Michele Synchellos s., 587 Michelina di Pesaro s., 593, 2012 Migne J.P., 61, 74, 75 Milano, 31, 75, 500, 510, 1346, 1430, 1907, 1990, 1996, 2016 Milevi, 2228 Millan di Cogolle s., 2354 Milziade, 1983 Modena, 60, 502, 513 Moderanno s., 2345 Mombrizio, 50 Montecassino, 32, 419, 879, 944, 950, 960, 1097, 1262, 1269, 1310, 1331, 2480, 2499 Montefalco, 514, 890, 1774, 1776, 1782, 1791, 1794, 2540, 2555 Montefeltro, 1299 Montegiove, 646 Monteluco, 2071 Montepulciano, 683 Montesiepi, 1300 Montevergine, 468 Mont Saint-Michel, 2088, 2100, 2114, 2115 Monte Gargano, 828 Montrieux, 1059 Moustier de A., 57 Muirchu, 464 Muratori L.A., 59, 60, 73 Musca G., 1462 Nanterre, 68, 69 Napoli, 70, 570, 666, 684, 869, 1711, 1728, 2055, 2264, 2327 Narni, 2167 Nazareth, 9 Nazario s., 541 Nazet J., 2335 Necolono s., 2039 Nevolone s., 1889 Niceforo pr., 570 Nicola da Tolentino s., 508, 1532, 1609, 2539, 2541 Nicola di Trani s., 1235 Nicola di Bari s., 465, 466, 482, 534, 2000 273 La santità medievale Nicola di Kues, 724 Nilo s., 743, 1246, 1289, 1395, 1411, 2180 Nola, 44 Norberto s., 1042, 1067, 1082, 1098 Norcia, 17, 28, 32, 44, 1389 Normandia, 2100, 2226, 2340 Norwich, 401, 884, 959 Noto, 1646 Novara, 1191 Oddone di Cluny s., 647, 708, 723, 830, 846, 862, 938, 1369, 1372, 1472 Odilone di Cluny s., 678, 773, 825, 843, 847, 953, 1422, 2489 Omobono di Cremona s., 584, 1635, 1649, 1668, 2328, 2557 Ordoño di Celanova, 659 Ordrico da Pordenone s., 1620 Orléans, 772, 1923 Orvieto, 650, 1801, 2549 Ottone I, 2408 Ottone III, 1294, 1295, 1689 Ottone di Pomerania s., 408 Ottone di Bamberga s., 674 Ouen s., 1014 Oviedo, 2128 Pannonia, 16 Paola s., 14, 15, 35, 450 Paolino da Nola s., 44, 910, 925, 935, 964, 2427 Paolo ap., 9, 34 Paolo s., 14 Paolo Diacono, 767, 873, 907 Paolo il Confessore s., 649 Padova, 397, 1390, 1564, 1567, 1578, 1581, 1583, 1595, 1903, 1991, 2034, 2044, 2399, 2400 Papebroch D., 55 Panesia b., 1191 Paride di Teano s., 1354 Parigi, 59, 65, 69, 600, 987, 998 Parma, 1007 Pascasio il Confessore, 652 Pascasio Radberto s., 1460 Patrizio s., 399, 464, 519, 1070, 1316, 2285, 2428 Pavia, 1318, 2455 Pelagio s., 585, 1017 Pellegrino dell’Alpe Chiozza s., 529, 645 274 Pellegrino boletano s., 1015 Pellegrino Mathorat s., 1020 Perpetua s., 749 Perugia, 1196, 2045 Pesaro, 593, 2012 Pescia, 1650 Petronio s., 1176, 1982, 2051, 2056 Piacenza, 57, 58, 1007, 2014 Piceno, 1459, 1597, 1609, 2314 Pier Damiani s., 44, 423, 424, 501, 557, 591, 606, 628, 687, 854, 8585, 859, 860, 892, 963, 1015, 1043, 1217, 1219, 1220, 1223, 1224, 1225, 1226, 1239, 1251, 1262, 1288, 1291, 1456, 1664, 2464, 2467, 2474, 2492, 2494 Pietro s., 2013 Pietro ap., 34, 1201, 2155, 2252, 2346 Pietro Angelerio s., 637 Pietro da Chioggia, 526 Pietro del Morrone s., 685, 770, 1412, 1413, 2543 Pietro Diacono, 960 Pietro il Venerabile ab., 33 Pietro s. mart., 19, 32 Pietro martire s., 2243 Pietro Orseolo s., 1287, 1693 Pietro Pettinaio s., 565, 1645 Pietro Suddiacono, 657, 688 Pio VI, 60 Pio VII, 60 Pipino I d’Italia, 1990 Pisa, 642, 1862 Pistoia, 2053 Poitiers, 939, 943, 1187 Polonia, 258, 444, 2312 Pomerania, 408 Pomposa, 1261, 1371, 1374, 1405, 1463, 2518 Ponzio s., 1343 Poppi, 686 Pordenone, 1620 Portogallo, 58, 315 Possidio s., 1343 Possidonio s., 676, 2047 Pozzuoli, 56 Praga, 11 Praga, 58, 66 Procolo s., 2261 Prospero di reggio Emilia s., 1328 Indici Protasio s., 31 Proto s., 452, 558, 1027, 1034, 1035 Provenza, 50, 1441, 1845 Prudenzio, 856, 1033 Prüm, 1062 Pseudo Ottato di Mileci, 2228 Pseudo Teotimo, 1030 PseudoTurpino, 34 Puglia, 1232, 1397, 2081 Querfurt, 11, 1261, 1293, 1301, 2518, 2525 Quirico s., 657 Rabano Mauro s., 1460 Radberto s., 2173 Radegonda s., 904, 939, 943, 1120, 1187, 1802 Raderus M., 58 Raimondo da Capua, 683, 735, 1753 Raimondo Lullo, 1634 Ramberto di Brescia, 447 Ranieri di Pisa s., 569, 1639 Raterio di Verona, 506, 926, 930 Ravenna, 644, 945, 1195, 1258, 1261, 1294, 1295, 1304, 1405, 2518 Raynaud Th., 58 Razzi S., 56, 58 Redon, 560 Reggio Emilia, 1328 Reichesberg, 2183 Reims, 1336, 1967, 2415 Reindelda s., 1108 Remigio s., 1065 Renan E.,62 Rennes, 632, 916, 1045 Ribadeneira de P., 58 Ricario s., 690 Richard M., 394 Rictrude s., 919 Rieti, 1805, 1816, 1900, 1920, 2337 Rievaulx, 970 Rimini, 615, 1920, 1924, Rita s., 1745, 2266 Rocco s., 648, 1210, 2307, 2343 Roberto il Pio, 1678 Roberto s., 632 Roberto d’Arbrissel s., 172, 1530, 1533, 2351 Rodolfo di Gubbio s., 557, 1043 Roberto di Napoli s., 1728 Rodolfo, 980 Rodolfo il Glabro, 559, Roma, 10, 14, 19, 32, 34, 65, 69, 70, 73, 74, 547, 743, 844, 1206, 1400, 1475, 1876, 1921, 1983, 1988, 1993, 2058, 2142, 2145, 2147, 2148, 2149, 2151, 2255, 2330, 2403, 2462, 2486, 2511, 2547 Romolo di Fiesole s., 665 Romualdo s., 44, 424, 651, 892, 1086, 1233, 1239, 1257, 1258, 1261, 1264, 1279, 1288, 1289, 1291, 1292, 1293, 1294, 1295, 1296, 2028, 2518 Rosa di Viterbo s., 581, 1757, 1760, 2334 Rosendo s., 659 Rossano, 1246, 1395, 1411, 2180 Roswita, 1737, 1882 Rosweyde E., 53 Rottenburg, 749 Rovigo, 60 Ruinart T., 56 Ruotger, 1039, 1040 Ruperto di Salisburgo s., 1339 Ruspe, 1053 Russia, 2225 Saint-Aubain, 2352 Saint-Denis, 2442 Saint-Flour, 74 Saint-Geniès, 1329 Saint Lamprecht, 992 Saint-Omer, 1046 Saint-Riquier, 2402 Saint-Thierry, 988 Salaria via, 12 Salazar de T., 58 Salerno, 1727, 2041, 2054, 2060, 2321 Salisburgo, 1339 Salomone, 1728 Salviano di Marsiglia s., 1385 Sambin P., 1683 Samson di Doll s., 660 Sanders A., 58 San Benedetto in Portesana, 1416 San Damiano, 1590 San Francesco di Gualdo, 1050 San Gimignano, 616 San Michele alla Chiusa, 503, 1399 San Michele sul Gargano, 2078, 2080, 2081, 2084, 2099, 2100 275 La santità medievale San Miniato, 2454 Sant’Anna di Foligno, 646 Sant’Eutizio, 1466 Santa Giulia, 2344 Santa Maria a Cingoli, 2082 Santa Maria del Mutino, 1299 Santa Maria di Montefusco, 1632 Santa Maria del Sasso, 2089 Santa Maria della Scala, 2440 Santa Sofia, 570 Sant’Eutizio, 2495 Santiago de Compostela, 2096, 2109, 2127, 2128, 2129, 2139, 2143, 2144, 2145, 2490 Sardegna, 752, 1029, 1038, 1053, 1074, 1383, 1414, 2107, 2257, 2262, 2292, 2341, 2424, 2426, 2455, 2497 Sarsina, 579 Sassonia, 582, 1145, 2407, 2458 Saumur, 2120 Saussay de A., 58, Savona, 2299 Savonarola G., 1348, 1535 Scandinavia, 58, 2514, 2515 Schramm P.E., 2408 Scolastica s., 2234, 2413 Scozia, 58, 691, 2308 Secondo s., 2245 Sebastiano s., 2227 Segni, 1307 Seiser G., 58 Senatore s., 543 Senzias s., 1015 Sette dormienti ss., 671 Severino s., 848, 924 Sezze, 2241 Sicardo di Cremona, 2557 Sicilia, 58, 180, 1429, 1451, 1814, 1955, 2254, 2255, 2256, 2258 Siena, 21, 748, 1178, 1208, 1482, 1483, 1484, 1499, 1510,1513, 1515, 1518, 1527, 1531, 1535, 1563, 1598, 1733, 1734, 1738, 1750, 1755, 1759, 1781, 1783, 1803, 1831, 1835, 1842, 1844, 1845, 1880, 1913, 1918, 1920, 1984, 1993, 2227, 2440 Sigebuto, 1679 Sigerico di canterbury, 2124 Signa, 1241, 1779 Silvestro Guzzolini s., 577, 1267, 1471, 1569, 2057 276 Simeone s., 467 Simeone Salos s.,570 Simone da Roma, 547 Simone di Crépy s., 1723 Sirleto, 52 Sisto mart., 588 Sisto III, 1983 Sofronio, 1132 Soignies, 2335 Sora, 398, 944, 991, 1097, 1453 Spagna, 10, 58, 76, 259, 314, 1679, 2220, 2280, 2410, 2469 Sperandia di Cingoli s., 1937, 1939 Spira, 518 Spoleto, 832, 1727 Stanislao s., 1718, 2312 Stefano s., 33 Stefano di Borbone, 908 Stefano di Lecce, 637 Stoccarda, 949 Strasburgo, 1883 Stroncone, 1972 Subiaco, 1746 Sulpicio Severo, 15, 44, 433, 639, 881, 903 Surius L., 50, 1158 Sutri, 2244 Svezia, 1759, 1926, 1938, 1993 Tartarotti G., 60 Teano, 1354 Tegano, 640 Teoderico, 607 Teodora Raoulena, 933 Teodico I di Metz, 2445 Teodosio, 11, 726 Terni, 734, 1994, 1995, 2237 Teuzone, 905 Tiraboschi G., 60 Todi, 456 Tolentino, 1532, 1609, 2539, 2541 Tomasuccio da Foligno, b., 1229, 1507, 1625 Tommaso Becket s., 1311, 1680, 2496 Tommaso di Aquino, 653, 845, 1485, 1498, 1556 Tongerloo, 54 Toledo, 440 Tolomei Giovanni Bernardo, 1663 Tommaso da Celano s., 539, 850, 880, 885, 893, 969, 972, 978, 983 Indici Torello da Poppi, 686 Torino, 1346 Tornhout, 2515 Tortona, 1328 Toscana, 104, 1280, 1754, 1845, 1854, 1921, 1999, 2089, 2111 Toubert P., 1355 Toul, 661, 669, 1114, 1118 Tournus, 1157 Tours, 16, 17, 33, 40, 853, 1338, 2003, 2236, 2270, 2360 Trani, 1235 Trento, 22, 60, 883, 1160, 1447, 2420, 2503 Trinci, 1641 Turchia, 2162 Turingia, 904 Tuscia, 2244 Ubaldesca s., 642 Ubaldo s., 453, 454, 470, 914, 921, 1134, 1323, 1325, 2544 Ubertino da Casale, 1534, 1929 Ucbaldo, 457 Ucbaldo di Saint’Amand, 856, 866, 919 Udalrico s., 605 Ugheburga, 35, 852, 896, 912, 931, 948 Ughelli F., 57 Ugo b., 577 Ugo di Cluny s., 462, 494, 1360, 1402, 2534, 2545 Umberto di Maroilles s., 835 Umbria, 57, 1277, 1352, 1469, 1641, 1765, 1766, 1768, 1801, 1804, 1834, 1970, 1971, 1972, 2045, 2237, 2291, 2347 Umiliana de’ Cerchi s., 1742, 1749, 1987 Umiltà da Faenza s., 638, 672, 1871, 1889, 2039 Ungheria, 1684, 1769, 1775, 1879, 1878 Urbano II, 189 Usserius, 58 Usuardo, 568 Valdinievole, 1650 Valentino di Terni s., 734, 1994, 1995, 2237 Valeriano s., 1157 Vallombrosa, 505, 707 Vanna da Orvieto s., 650 Varazze, 22, 36, 977 Vastorius J., 58 Vedaste s., 690, 1966 Venanzio da Fabbriano fr., 458, 904 Venanzio Fortunato, 44, 877, 886, 941, 942, 943, 961, 1187 Venceslao s., 2335 Veneto, 188 Venezia, 60, 779, 1693, 2260 Ventura da Bevagna, 664 Vercelli, 468, 692, 1346 Verdun, 2450 Verna, 1570 Veroli, 2470 Verona, 60, 506, 538, 1990, 2052, 2243 Viatore s., 543 Vicinio s., 579 Vigilio s., 517 Villana delle Botti s., 1749 Vincenzo s., 2335, 2349 Vitale s., 1011, 2283 Viterbo, 581, 1757, 1760, 2334 Vito di Corvey s., 2442, 2444 Vittore s., 2029 Vittore di Mouzon, 1019 Vivenziano s., 1020 Vlacich M, 51 Vulframno s., 461 Waldetrude s., 1006 Wandalberto di Prüm, 1062 Wandresigilo s., 461 Westminster, 426 Whitby, 438, 1052 Wigberto s., 636 Wilfrid s., 1090 Wiliam di Norwich s., 401 Willlibaldo s., 434, 896, 948 Willibrordo s., 690, 733, 947 Wynnebaldo s., 948 Xanten, 1042 Zanobi s., 1999, 2433 Zeno s., 460, 495, 573, 586, 597, 666, 2015, 2272 Zimmermann A., 2428 Zoïlo di Carrión, 981 277 INDICE DEGLI AUTORI ABATE G., 1486 ABOU-EL-HAJ B., 2286 ACCARDO K., 558 ACCROCCA F., 643, 969, 1274, 1586 ACERBI A., 2210 ADORISIO A.M., 553 AEBISCHER P., 471 AIGLE D., 77, 102, 2398, 2398 AIGRAIN R., 65, 71, 73, 1, ALBERIGO G., 1736 ALBERT J.P., 186, 2306 ALBERTSON C., 431 ALBERZONI M.P., 1350, 1881 ALESSANDRINI R., 1665 ALEXANDRE-BIDON D., 1140 ALONSO C., 1745 ALTET I., 1441 ALTHOFF G., 1076, 1789 ALTMAN CH.-F., 1048 ALZIATOR F., 452 AMMAN E., 237, 2189 AMAT J., 2366 ANCIDEI G., 2470 ANDENNA G., 603, 1232, 1911, 2042, 2167, 2233, 2344 ANDERSON A., 576 ANDERSON M., 576 ANDREOLLI B., 2047, 2068 ANDREOLLI S., 1773, 1888 ANDRIC S., 2397, 2552 ANDRIEU M., 2461 ANGELINI L., 645 ANGENENDT A., 199, 2293 ANGIOLINI E., 2104 ANTENUCCI L., 1547 ANTI E., 666, 2074 ANTIN P., 240 ARABEYRE P, 1001, 1096 ARGENZIANO R., 1208, 1920 ARNALDI G., 844, 846, 869 ASCAGNI P., 2307 ATTWATER D., 247, 253, 272 AVAGLIANO F., 2480 AVANZO M.S., 1663 AVARUCCI G., 1939 BACCI M., 1200, 1209 BADENAS P., 809 BAK J.M., 340, 1690 BAKER D., 38 BAILLET A., 289 BALBONI D., 2247 BALDASSERONI C., 2316 BALSAMO F., 1646, 2274 BAÑOS VALLEJO F., 760 BARBERO A., 1647, 1659 BARICCHI W., 2148 BARLOW F., 2520 BAROFFIO G.B., 2462, 2475 BARONAS D., 2329 BARONE G., 48, 71, 216, 776, 817, 1137, 1417, 1495, 1496, 1549, 1572, 1596, 1604, 1648, 1660, 1706, 1791, 1830, 1846, 1859, 1873, 1919, 1921, 1922, 2235, 2294, 2330, 2537, 2538, 2542, 2544 BARLOW F., 426, 2534 BARRAL X., 1441 BARRUOL G., 1441 BARTHÉLEMY D., 1355 BARTLETT R., 691 BARTOLETTI R., 1296 BARTOLI M., 623, 1797, 1847 BARTOLI R., 618 BARTOLI LANGELI G., 794 BARTOLINI G., 2164 BARTOLOMEI ROMAGNOLI A., 614, 1198, 1270, 1860, 1874, 1889, 1906 BASCAPÈ G.C., 2138 BASCHET J., 1960 BASETTI M., 2555 BASTIAENSEN A.A.R, 910 BAUDRILLART A., 238 BAUDOT J., 65, 240 BAÜER D.R., 949, 1810 BÄUMER R., 264 BAUTIER R.H., 436 BEAU A., 2234 BECHER M., 2444 BECK B., 1275 BECKER M.F., 515 BEDOUELLE G., 1525 BEJCZY I.P., 840 BEKKER-NIELSEN H., 42, 155, 358, 728 BELL M.R., 165, 170, 1633, 1784 BELLINI R., 1322 BELLONI A., 2417 BELTING H., 1182 BELTRAME P., 1418 BENEDETTI M., 1907, 1908 279 La santità medievale BENERICETTI R., 945 BENVENUTI A., 5, 60, 194, 1300, 1323, 1557, 1653, 1655, 1666, 1749, 1754, 1762, 1807, 1818, 1819, 1831, 1903, 1922, 1954, 1968, 1979, 1987, 1999, 2004, 2013, 2023, 2024, 2025, 2026, 2040, 2111, 2123, 2124, 2130, 2141, 2287, 2295, 2296, 2316, 2353, 2433 BERARDI M.R., 590 BERGER S., 2402 BÉRIOU N., 2478 BERLAND J.-M., 2234 BERLIOZ J., 324, 908, 1001, 1096, 1420, 2478 BERNARD C., 178 BERNDT R., 1936 BERSCHIN W., 605, 724, 749, 896, 923 BERTAZZO L., 1564, 1595 BERTINI GUIDETTI S., 977 BERTOLINI G.M., 2240 BERTRAND P., 71, 654 BESUTTI M., 1528 BETTELLI BERGAMASCHI M., 447 BETTOCCHI S., 2088 BETORI G., 624 BIANCO M.G., 1086 BIANCHI L., 1179 BICCHIERAI M., 686 BIELER L., 1070 BIFFI I., 1117 BIGARONI M., 1529 BILLANOVICH M.C., 1683 BILLEN C., 2335 BIRCH D.J., 2142 BISOGNI F., 1172, 1177 BITEL L., 2269 BLANKE F., 1362 BLIGNY B., 1236 BLOCH H., 960 BLOCH M. 55, 67, 73, 123, 1674 BLUM O.J., 1217 BLUMENFELD R., 62, 1652 BOCCALI G., 993, BOCCALI P.G., 527, 554 BOESCH GAJANO S., 23, 48, 49, 67, 69, 71, 73, 75, 76, 4, 5, 19, 29, 40, 49, 56, 58, 83, 94, 103, 107, 150, 200, 205, 208, 212, 213, 220, 231, 232, 590, 707, 734, 735, 766, 820, 853, 863, 864, 870, 871, 991, 1139, 1159, 1142, 1162, 1163, 280 1263, 1958, 2342, 2393, 1266, 1466, 1753, 1955, 1964, 1974, 2072, 2229, 2362, 2380, 2388, 2392, 2459, 2482 BOGLIOLO G., 1777 BOGLIONI P., 146, 895, 1623, 1624, 2067, 2076, 2383, 2391 BOGNETTI G.P., 1948 BOIER R., 155 BOIRON S., 2420 BOJOVIC B.I., 1705 BOLLAND J., 286 BOLOGNA C., 2062 BONACCORSI G., 2192 BONASSIE P., 841 BONETTI C., 603 BONNER G., 2259 BONNET M., 2188 BORDONE R., 2031 BORGOLTE M., 1076, 1789 BORIOSI M., 342 BORNSTEIN D., 1778, 1832, 1840, 1848, 1890, 2082 BØRRESEN K., 1808 BORSARI M., 1665 BOSL K., 67, 1622 BOSSUAT R., 345 BOUET P., 2340 BOUGARD F., 2456 BOUGEROL J.G., 480 BOULHOL P., 810, 2418 BOUQUET M., 304 BOUREAU A., 788, 882, 1092, 1160, 1687, 1699 BOURKE C., 2311 BOVON F., 2213 BOYNTON S., 2494, 2501 BOZÓKY E., 2451 BRACCI S., 1594 BRAGA G., 950 BRAKEL C.H., 2224 BRANCA V., 591 BRAND M., 1122 BRAY D.A., 1087 BREA L.B., 2230 BREDERO A.H., 1041, 1088, 1434, 2531, 2532, 2545 BREMOND C., 701 BRENTANO R., 1747 BRETT C., 560 BREZZI P., 2253 BROGI BERCOFF G., 2225 BROGIOLO G.P., 2037, 2048, 2049 Indici BRONZINI G.B., 2087 BROWN P.,48, 68, 141, 154, 161, 162, 174, 203, 214, 1637, 2236 BRUFANI S., 572, 627, 914, 951, 1091, 1107, 1325, 1550, 1597, 1605 BRUHNÖLZ F., 716 BRUNEL C., 344 BRUNETTI M., 1253 BRUNNER K., 2505 BUCHBERGER M., 248 BULLOGH D.A., 600, 1112, 2498 BULST N., 1380 BURATTINI V., 2313 BURGIO E., 631 BURKE SEVENS J.,352 BYNUM C.W., 175, 187, 2435 BUSCAROLI B., 2056 CABROL F., 236, 1357 CABY C., 655, 1264, 1266, 1278, 1287, 1862, 2027, 2028 CACIORGNA M.T., 2241, 2331 CADDERI A., 1763 CAFFIERO M., 71 CAIAZZA D., 1354 CALAMONERI A., 858 CALIÒ T., 74, 2297 CALUFETTI A., 521 CAMMAROSANO P., 767 CAMPBELL A., 417, 430 CANDELA S., 1501 CANETTI L., 1558, 1573, 1574, 1592, 2014, 2110, 2345, 2448, 2449, 2453, 2457, 2491 CANNON J., 1202 CANTARELLA G.M., 494, 1279, 1331, 1402, 1435, 1443, 1455 CANTINO WATAGHIN G., 2092 CAPEZZALI W., 1244, 1260 CAPITANI O., 1220, 1369, 1405, 1636 CAPO L., 767 CAPUANI G., 559 CARAFA F., 251 CARATINI R., 1923 CARCIONE F., 2332 CARDINI F., 486, 865, 1516, 1559, 1606, 1712, 1714, 1716, 1750, 1754, 1798, 1909, 2020, 2040, 2121, 2135, 2144, 2165, 2227, 2421 CARDUCCI G., 301 CARILE A., 1710, 1712, 1715, 1716, 2017, 2162 CARLITTI C., 2084 CAROLI M., 2049, 2095 CAROLUS-BARRÉ L., 2550 CAROZZI C. 221, 723, 795, 976, 1669, 1678, 2385 CARPANETO DA LANGASCO C., 1785 CARPINELLO M., 1427 CARRETTA A., 473, 1271 CARUSO S., 1071 CASAGRANDE G., 1815, 1820, 1833, 1834, 1849, 1875, 1910, 2045 CASEY M., 1093 CASOLINI F., 1503 CASSARD J.CH., 2273 CASTILLO-MALDONADO P., 227 CASTAGNETTI A., 188 CAU E., 1053 CAUCCI VON SAUCKEN P., 2129 CAVALCANTI E., 1142 CAVALLINI G., 460, 625 CAVALLO G., 48, 76, 766, 799 CAZELLES B., 736 CEGLAR S., 1377 CENCI C., 565, 1645 CENTI T.S., 1526 CERAFOGLI E.G., 1748 CERAVOLO T., 1212, 1282, 1283 CERESA GASTALDO A., 54, 765 CERUTI B., 492 CESARETTI P., 570 CHADWICK N., 2217 CHARLES R.H., 2190 CHARLESWORTH J.H., 2205 CHARRON J.M., 1912, 2391 CHASTANG P., 829 CHAUSSIN, 65 CHAZELLE C., 2487 CHERUBINI G., 2143, 2156 CHEVALIER U., 361, CHIABERTO S., 1575 CHIABO M., 105 CHIESA P., 533, 555, 566, 592, 626, 923, 990, 1015, 1121 CHIFFOLEAU J., 1626 CHOLVY G., 74 CHRISTIAN W.A., 2372 CHRISTIE N., 2049 CIAPPELLI G., 2070 CICALA A., 606 CICCARESE M.P., 509 CICU L., 903 CIGNI F., 618 CIGNITTI B., 1746 281 La santità medievale CILENTO A., 1468, 1707, 2157 CIMOSA M., 2206 CINESU L., 493 CIOFFARI G., 465 CITTERIO F., 2097 CLANCY TH.O., 2308 CLERICO D., 516 CLOGAN P.M., 39 COATES S., 961 COCCI A., 1284 COCHELIN I., 1472, 2501 CODOÑER C., 440 COLGRAVE B., 413, 422, 437, 438 COLLIN DE PLANCY J.A.S., 2401 COLLIJIN G.A., 2547 COLTRI E., 481 COMMODI B., 1612, 1935 CONSO D., 1100 CONSOLINO F.E., 904, 946, 1192, 1309, 1580, 1864, 1876, 2011 COOK W.R., 1203 COOLEN A., 246 CORBET P., 106, 841, 975, 1685, 1719, 1941 CORBIN M., 1332 CORDIOLI G.A., 495 CORMACK M., 359 CORSI D., 1891 CORSI P., 466, 482, 534 CORTESI M., 905 COSTA M., 2290 COTTINEAU L., 242 COUÉ ST., 815, 1089, 1333, 1343 COULET N., 2029 COULSON J., 249, 252 COVI D., 1944 COWDREY H.E.J., 462, 1376 COX P., 737 COX MILLER E., 2386 COX MILLER P., 1155, 2447 CRACCO G., 171, 779, 1683, 1698, 2079, 2108, 2110, 2113 CRACCO RUGGINI L., 1345, 2254, 2355 CRAVERI M., 1751, 2198 CREMASCOLI G., 627, 1134, 1297, 2182, 2210 CRISCUOLO V., 1834 CRISTIANI M., 1943 CRISTIANI R., 1469, 1821 CUENDE M., 2139 CUNNINGHAM M., 587 CURTI C., 578 282 D’ACHERY L., 287 D’ACUNTO N., 1288, 1444, 1456, 1664, 2163 D’ALATRI M., 2249 D’EVELYN CH., 352 DA CAMPAGNOLA S., 859, 1505 DAL COVOLO E., 915, 1346 DAIX G., 276 DALARUN J., 70, 172, 201, 209, 347, 348, 349, 546, 593, 615, 811, 816, 1241, 1355, 1530, 1533, 1565, 1638, 1779, 1836, 1865, 1919, 1922, 1924, 2012, 2351 DAL PINO F., 1587 DAL SASSO P., 2099 D’ANGELO E., 657, 688 D’EPISCOPO F., 1531 DAUZET D.M., 1338 DAVRIL A., 2234 DAVY M.-M., 1366 DÉCHANET M., 1363 DECLERCQ G., 1337 DELEHAYE H., 377 DAVIDSON L.K., 24 DE ANDRÉ F., 2199 DE BLAAUW S., 2486 DE CERTAU M., 67, 75 , 138, 144 DE GAIFFIER B., 137, 140, 711, 712, 713, 1054, 2170, 2221, 2410 DE LEO P., 1250, 1268 DE MATTEIS M.C., 2556 DE MIRAMON CH., 831 DE PALMA E., 1216 DE ROSA G., 197 DE ROSSI G.B., 64 DE RUBEIS F., 837 DE SANDRE GASPARINI G., 2250 DE SANTOS OTERO A., 2195 DE SMEDT, 64 DE STRYCKER E., 2194 DE VIGUERIE J., 2120 DE VOGÜE A., 545, 952, 1391 DEGL’INNOCENTI A., 70, 91, 93, 616, 632, 656, 679, 740, 801, 916, 1015, 1077, 1113, 1115, 1164, 1347, 1809, 2326, DEKKERS E., 325 DELANEY J.J., 261 DELAPORTE L., 1108 DEL CORNO C., 48, 725, 761, 897, 1008 DELLA CORTE F., 899 Indici DELEHAYE H., 10, 23, 64, 65, 67, 74, 118, 120, 122, 126, 131, 377, 1016, 1127, 1129, 1947, 2215, 2216 DELL’OMO M., 967, 1456, 2480, 2499 DELOOZ P., 49, 66, 67, 2218, 2223, 2528, 2529 DELOGU P., 2060 DELVILLE J.P., 680 DEMEULENAERE R., 925, 1337 DEPLECH F., 1700 DERWICH M., 92 DESBONNETS TH., 435, 474, 1492, 1514 DESCHUSSES J., 2234 DESROCHE H., 2530 DE COURCELLES D., 768 DE FINIS L., 1164 DE GRUYTER W., 1828 DE MATTEIS M.C., 1576, 2543 DE PRISCO A., 971, 974 DEUTZ H., 1452 DE VILLAPADIERNA I., 1861 DE VOGÜE, 1436 DE VRIENDT F., 31, 1006, 1108 DEUG-SU I., 1640, 1688, 1945 DIAS O.J., 525 DIAZ Y DIAZ M.C., 334, 445, 659, 1017, 1021, 1023, 2096, 2265, 2469 DICHIARA S., 1167 DICKSON G., 2333 DIERKENS A., 738, 1154, 1927, 2379, 2422, 2515 DI FONZO L., 441 DI GIUSEPPE CAMAIONI S., 451 DI MATTIA SPIRITO S., 1792 DI MEGLIO R., 2319 DINALE M.T., 349 DINZELBACHER P., 48, 702, 1150, 1457, 1810, 1851, 2356 DI SIPIO M. 2099 DISTELOBRINK B., 448 DITCHFIELD S., 72, 5 DMITRIEV M., 92 DOGLIO F., 105 DOLBEAU F., 49, 75, 76, 201, 347, 388, 389, 453, 454, 457, 483, 484, 485, 496, 497, 506, 555, 556, 567, 842, 856, 866, 909, 934, 985, 986, 987, 988, 1014, 1018, 1019, 1020, 1022, 1044, 1045, 1046, 1047, 1050, 1051, 1056, 1057, 1058, 1059, 1060, 1065, 1066, 1147, 2415 DOLCINI C., 579 DOLENC J., 256 DONATELLI A., 1510 DONDAINE A., 845, 883 DONDARINI R., 2056 DONNAT L., 2476, 2481 DOPSCH H., 1339 DOR J., 1930 DORY J., 1963 DOZZI D., 1944 DUBOIS J., 23, 48, 68, 75, 3, 23, 240, 366, 512, 568, 697, 2431 DUBREUCQ A., 833 DUBY G., 48, 1144 DUCHESNE L., 63, 64 DUCHET-SUCHAUX G., 267 DUFOURCQ A., 63 DUFOURNET J., 87 DUMBAR A., 235 DUMVILLE D.N., 2285 DUNN D., 2137 DUNN-LARDEAU B., 821, 894, 956, 1138 DUNN-WOOD M., 24 DUPRÉ THESEIDER E., 1734, 2408 DUVAL Y., 2419 DUVOSQUEL J.-M., 2335 DVORNIK F., 2505 DZUROVA A., 392 EBY J.C., 1111 EDELSTEIN W., 710 ELBERN V., 2407 ELLIOTT A., 751 ELM K., 2288 EMERY P.Y., 564 ERBETTA M., 2197 ERLINDO V., 2047 ERMINI F., 843 ESCH A., 1451, 1993 ESPOSITO A., 1764, 2334 ESSEN VAN DER, 23 ETAIX R., 2468 EUGENE CH., 1527 EVENEPOEL W., 910, 925 EVENOU J., 74 EVERETT N., 828 FABBRI R., 591 FACCHINETTI V., 1482 FACCHINI U., 2492 FACCIOTTO P., 647, 938, 1012 FAMIGLIETTI T., 1857 FANELLI A., 648 283 La santità medievale FANUCCI A.M., 470 FARMER D.H., 59, 270, 281, 504 FARMER S., 2270 FASOLI G., 2283 FATTORI M.T., 1701 FATTORINI E., 74 FAVREAU D., 76 FEDI B., G 349 FEDELI BERNARDINI F., 2009 FEDELI P., 766 FELD H., 1560 FELDMANN CH., 1822 FELLER L., 754 FERNANDEZ CATON J., 2238 FERNANDEZ RODRIGUEZ C., 1026, 2472 FERRANDO ROIG J., 244 FERRARI F., 91, 1115 FERRARI M.C., 947 FERRETTI L, 1913 FERRUA V., 1523 FERRUGIA E., 2520, 2521 FERZOCO G., 770 FERZOCO J., 812, 1276 FESTUGIÈRE A.-M. J., 127 FILANUVO A., 646 FILORAMO G., 73, 84, 88, 273 FIOCCHI NICOLAI V., 580 FIORINI V., 301 FLANAGAN S., 1799 FLEITH B., 23, 826, 1161 FLOBERT P., 660 FLØISTAD G., 1808 FLOREZ E., 314 FLUSIN B., 2357 FOLEY W.T., 1090 FOLIERI E., 604 FOLZ R., 1682, 1696 FONSECA C.D., 977, 1232, 1312, 1397, 1421, 1462, 2145, 2254, 2256 FONTAINE J., 66, 162, 433, 1679, 2176 FOOTE P., 42, 155 FOREVILLE R., 1311 FORLIN PATRUCCO M., 517 FORNACIARI R., 1294, 2526 FORNASARI G., 1233 FORSTER R., 2361 FORTINI A., 1488 FOSCHI P., 2147, 2149 FOSTER F., 352 FOUILHERON J., 74 FOURACRE P., 649, 813 FOURNÉE J., 2226 FOURNIÉ P., 2309 284 FRANCHI DE CAVALIERI P., 62, 374 FRANCO M.R., 1742 FRASSETTO M., 2436 FREDE H.J., 326 FREUND S., 628 FROS H., 274, 317, 318, 364, 365, 1149 FROSINI G., 349 FROVA C., 769 FRUGONI C., 49, 1180, 1183, 1184, 1188, 1189, 1190, 1193, 1553, 1566 FUHRKOTTER A., 1735 FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI M.T., 1838 FUMAGALLI V., 708, 1042, 1372, 2064, 2065 GAFFURI L., 602, 802, 2102 GAGLIARDI I., 1598, 1616, 1617, 2057, 2111, 2112, 2315, 2440, 2454 GAIFFIER DE B., 23, GALASSO G.,163 GALDI A., 1116, 1727, 1729, 2041, 2060, 2321 GALLETTI A.I., 1985 GALLO D., 2400 GALLO I., 1116 GAMBER KL., 385 GAMBOSO V., 479, 518, 532, 601 GAMS P.B., 234 GARCIA RODRIGUEZ C., 2220 GARDNER J., 1185, 1204 GARFAGNINI G.C., 1348 GARGANO G.I., 1356, 2520, 2521 GARVIN J., 415 GASPARRI S., 767 GASTONI M., 2424 GATTI P., 1113, 1164 GATTO L., 1285, 1290 GATTUCCI A., 989 GAUCHER E., 87 GAUTHIER N., 2049 GAVINELLI S., 536 GEARY P.¸ 26, 362, 2412, 2434 GEERARD M., 360 GÉLIS J., 2365 GENICOT L., 48, 68, 336 GENNARO C., 1877 GENSINI S., 73, 1596, 1599 GENTILE S., 1710 GEOLTRAIN P., 2213 Indici GEORGE PH., 218, 2369 GÉRARD M., 1925 GERBERDING R.A., 649, 813 GEREMEK B., 48 GETTO G., 1738 GIANFELICE F., 1242 GIANNARELLI E., 60, 639, 917, 1653, 2316, 639, 917, 1653, 2313, 2316 GIANNI A., 1280 GIARDINA A., 766, 2239 GIEBEN S., 1171, 1520 GIL FERNANDEZ J., 1024 GILSON E., 1359 GINAMI L., 1661 GINZBURG C., 182 GIOIA G., 1247 GIORGI R., 1214 GIUNTA D., 1179 GLASSCOE M., 2077 GLORIEUX P., 74 GNOCCHI C., 1465, 2338 GOBBI D., 78, 913 GOBRY I., 1618 GODET J.F., 474, 515 GOETZ H.-W., 1826 GOEZ W., 520 GODDING R., 73, 76, 1, 25, 27, 28, 32, 35, 36, 204, 341, 962, 1324, 1327, 1351, 1406 GOLINELLI P., 70, 75, 76, 21, 34, 100, 166, 179, 188, 189, 196, 224, 467, 507, 510, 535, 676, 745, 747, 755, 926, 1009, 1265, 1272, 1289, 1315, 1319, 1386, 1412, 1447, 1670, 1720, 1933, 1942, 1949, 1977, 1996, 1998, 2010, 2015, 2018, 2019, 2030, 2031, 2032, 2036, 2052, 2063, 2134, 2260, 2298, 2556 GOLUBINSKY JE., 257 GOODICH M., 164, 1143, 1630, 1631, 2371, 2389 GOODRICH W.E., 1072 GOOSEN L., 271, 280 GORDAN WHATLEY E., 1843 GORDINI G.D., 74, 64, 191, 854, 867 GORDON WHATLEY E., 353, 356 GÖRLACH M.,219 GOTTSCHALLER E., 852 GOUGUENHEIM S., 1892, 2352 GOULLET M., 106, 661, 669, 834, 836, 953, 975, 1114, 1118, 1671, 1719, 1941, 2450, 2502 GRABAR A., 2404 GRACIOTTI S., 1878 GRADINETTI MARCHIORI I., 1800 GRANATA A., 1117, 1470 GRAU E., 872 GRAUS F., 66, 67, 135, 145, 1621, 2219 GRAUWEN W.M., 1067, 1082, 1098 GRECI R., 1007, 2146, 2157, 2345 GREER R.A., 2373 G RÉGOIRE R., 25, 48,73, 2, 78, 192, 498, 569, 727, 739, 756, 771, 911, 1267, 1307, 1373, 1403, 1639, 2064, 2069, 2483 GREGORI C., 2322 GREGORY T., 197, 1151, 1976, 2367 GRIER J., 955 GROSJEAN P., 351 GROTTANELLI C., 2075 GRZESIK R., 340 GRUZINSKI S., 178 GUERREIRO R., 1032, 1033 GUGLIELMINETTI A., 563 GUICHARD P., 1140 GUIDI R., 176, 1535 GÜNTHER, 67, 128 GUREVI© A.J., 1628 GUSTAWA O.R., 258 GUTH K., 2409 GY P.M., 2477 HAARLÄNDER ST., 1349, 2432 HAAS W., 2512 HAFNER G., 520 HAHN C., 1211 HAHN G., 1030 HALBORG J., 1843 HALKIN F., 319, 320, 391, 499, 1073, 1079 HALLEMBECK J.T., 2455 HAMESSE J., 824 HAMMAN A.G., 61, 74, 75 HARDICK L., 1567 HÄSE H., 605 HAUSSIG H.W., 542 HAYWARD P.A., 95 HEAD TH., 30, 112, 277, 511, 595, 772, 822, 1101, 2324, 2483 HEBENSTREIT H., 1158 HEENE K., 994, 996, 1823 HEFFERNAN TH., 906 285 La santità medievale HEINZELMANN M., 23, 48, 49, 68, 75, 66, 226, 528, 698, 714, 774, 777, 782, 836, 876, 979, 998, 1118, 1131 HEIST W.W., 428 HEITZ C., 2463 HELBLING H., 677 HÉLIOT P., 2406 HELVÉTIUS A.-M., 835, 1437, 1927, 2335, 2451 HEMMING KURTUM H., 2428 HENKEN E., 1083 HENNEAU M.-E., 1143 HENNEKE E., 2193 HENRIET P., 228, 773, 789, 980, 1254, 1422, 1438, 1448,1464 HERBERS K., 98, 949, 981, 2428 HERBERT M., 1407 HERDE P., 1231 HERRMANN-MASCARD N., 2411 HERTLING L., 2527 HEUCLIN J., 1811 HILHORST H., 910 HILL J., 1662 HILLGRATH J., 2248 HOARE F.R., 421 HÖFER J., 248 HOLIK F., 1128 HOOD A.B.E., 464 HONSELMANN K., 2407 HORST E., 1932 HOTZELT W., 2403 HOUBEN H., 543, 2167 HOWARD-JOHNSTON J.D., 95 HOWE J., 1234, 1453 HUNTER BLAIR P., 918 HUYBEN J., 246 HUYGENS R.B.C., 928, 2430 HUYGHEBAERT N., 461, 2466 IACOBELLI M.C., 1839 IAMMARTINO G., 780 I DEUG-SU., 878, 919 ILARI A., 526 INGERFLOM C.S., 1699 IOGNA PRAT D., 106, 544, 781, 830, 1144, 1157, 1408, 1423, 1425, 1428, 1440, 1441, 1458, 1474, 1719, 1941, 2303, 2482, 2487, 2489, 2500 IOZZELLI F., 608, 658 IRIARTE L., 1793 ISOLAN C., 563 IZQUIERDO D., 2139 286 JACKSON R.A., 2488 JAEGER C.S., 1314 JAMES E., 1679 JAMES J.W., 432 JAMES M., 376, 401, 2191, 2196 JANSEN K.L., 2073, 2336 JAPUNDIZCENTS M., 392 JENAL G., 1445 JESSOP A., 401 JOERGENSEN J.M., 155 JOHNSON L., 1930 JOLIVET-LÉVY C., 69 JONES A., 275 JONES C.W., 416 JONES G., 1977 JOUNEL P., 2471 JULIEN M.H., 338 JUNG B., 1122 JURKOVIC´ I., 340 KAFTAL G., 1170, 1172, 1177 KALLFELZ H., 443, 1308 KAMP N., 1451 KANTOR M., 575, 1681 KAPLAN M., 69 KARWASINSKA J., 444 KAUTZSCH E., 2201 KAY DAVIDSON L., 24 KEHL P., 2281 KEICKHEFER R., 2242 KEISER B., 1928 KELLY S., 1728 KERBRAT P., 2033 KERSCHER G., 68, 1186 KEYNES S., 491 KIBBLER W., 277 KIENZLE B.M., 812, 1915 KING H., 1747 KIRSCHBAUM E., 255 KLADEC J., 265 KLAES M., 607, 673 KLANICZAY G., 1119, 1599, 1651, 1717, 1852, 1879, 1904, 2289, 2376 KLEIMBERG A.M., 195, 2275 KLIBANSKY R., 1808 KLOCZOWSKY J., 1221 KNAPP E., 1146 KNEEPKENS C.H., 910 KOHLER CH., 329 KOSINNSKY , 62 KÖTTING B., 132 KOUDELKA V.J., 429 Indici KRAFT K.T., 1743 KRÄMER S., 393 KRAUTHEIMER R., 1988 KRISTELLER P.O., 393 KRUMEICH G, 1853 KRUSCH B., 405 KUNZE K., 357 LABORY G., 436 LACHANCE P., 1824 LAMMERS W., 2506 LANDES R., 595, 2437 LAPIDGE M., 491, 929, 1068, 1081, 1103 LA SALVIA S., 74 LABRIOLLE DE P., 74 LAGHI P., 1374 LA GRASTA G., 2548 LANZONI F., 63, 124, 2258 LAPIDGE M., 76, 337, 354, 929, 1384 LAPORTE M., 1218 LA ROSA V., 2274 LASIC D., 1381 LAURANSON-ROSAZ CH., 1722 LAUTER W., 1739 LAVEDRINE DE COURCELLES D., 1957 LAUWERS M., 1287, 1473, 1721, 1723, 1724, 1725, 1979, 2445 LAVARINI R., 2140 LAZZARI L., 1914, 2346 LAZZARI T., 2147 LAZZERI Z., 406 LEBECQ S., 721, 1927 LE BRUN-GOUANVIC C., 653 LECLERCQ H. 236 LECLERCQ J., 423, 1219, 1368, 1378, 1382 LE GOFF. J., 67, 75, 156, 177, 232, 701, 729, 1607, 1674, 1708, 1951, 2364, 2395 LEFLON J., 74 LEGGIO T., 1442, 1459, 2337 LEGNER A., 2423, 2438 LE JAN R., 1927 LEMAÎTRE J.L., 3, 23, 366, 2431 LEMAN P., 1966 LEONARDI C., 48, 68, 70, 75, 76, 93, 147, 151, 157, 180, 183, 184, 198, 201, 202, 279, 347, 548, 693, 695, 726, 730, 799, 855, 857, 868, 890, 899, 912, 921, 930, 931, 992, 1347, 1385, 1388, 1394, 1578, 1636, 1680, 1755, 1766, 1770, 1774, 1790, 1794, 1796, 1811, 1812, 2059, 2182, 2210, 2326 LEONARDI L., 70, 209, 348, 349 LENTINI A., 419 LERNER R.E., 1568 LEROQUAIS V., 63, 379, 381, 383 LEVISON W., 2504 LEYSER H., 1237 LICCIARDELLO P., 1015, 1298, 2183 LICITRA V., 594, 637 LIEBESCHÜTZ H., 1732 LIFSHITZ F., 796 LIMONE O., 873, 879, 907, 1052, 1228, 1409 LIPPINI P., 1491 LIPPOMANO L., 283 LIPSIUS R.A., 2188 LITTLE A.G, 407 LOBELLO S., 1395 LOBRICHON G., 1084, 2174, 2177, 2181, 2502 LODI E., 2051 LOENERTZ R.J., 429 LOHMER CH., 1251 LOKRANTZ M., 2464 LONGÈRE J., 2478 LONGO U., 823, 825, 963, 1010, 1015, 1295, 1299, 1466, 1477, 2495 LOPEZ E., 1868 LOT F., 332, 333 LOTTER F., 720, 1040 LÖWE H., 1392, 2511 LUCCHESI E., 529 LUCCHESI G., 72, 501, 860, 1043, 1223, 1304, 2467 LUCIONI A., 1477a LÜCK G., 709 LUGARESI G., 687 LUNGAROTTI M.C., 620 LUONGO G., 73, 90, 99, 210, 487, 935, 964, 968, 978, 1123, 1613, 2150, 2427 LUONGO T.F., 1880 MAAZ W., 542 MABILLON J., 287 MAC DONALD A.A., 1037 MADAN A, 378 MAESTRI A., 1367 MAFFEI D., 44, 735 MAGGIONI G.P., 23, 670, 922, 1015 287 La santità medievale MAGNO D., 2350 MAÎTRE J., 2530 MALAGUTI G., 1011 MALASPINA E., 519, 1316 MALECZEK W., 1881 MALONE E., 1364 MANGENOT E., 237 MANDOUZE A., 74 MANITIUS M., 705 MANSELLI R., 885, 1493, 1512, 1684, 1775 MARANESI P., 1861 MARAVAL P., 1953 MARGOLIS N., 1813 MARIANI E., 463 MARIANI P., 2553 MARINI A., 685, 790, 818, 1148, 1286, 1290, 1413, 1517, 1537, 1561, 1590, 1825, 1854, 1893, 1928, 2543 MARROU H., 236 MARTIMORT A.G., 48, 703 MARTIN J.M., 984, 1355 MARTINENGO M., 1894 MÀRTINEZ GÀSQUESZ J., 76, 662 MARTORANA S., 671 MARUCCI G., 2103 MARX J., 1643 MASSAUT J.-P., 1143 MASSENZIO M., 88 MASTINO A., 1414, 2424 MATANI A.G., 1551, 1869 MATHUS TH., 651 MATTIOLI L., 646 MATURA TH., 474, 515 MAYA SANCHEZ A., 596 MAYEUR J.M., 268 MAYR-HARTING H., 2271 MAZEL F., 1726 MAZZA MONTI M.V. 1741 MAZZATINTI G., 373 MAZZON A., 397 MAZZUOLI PORRU G., 2509 MC GINN B., 1240 MC KITTERICK R., 785, 1826 MC NAMARA J.A, 1843 MC READY W.D., 2374, 2387 MEATTINI U., 537 MECCOLI D., 1174 MELE G., 571, 1029, 1691, 2341, 2497 MELONI G., 827 MELONI P., 1414 288 MENESTÒ E.,48, 70, 76, 85, 198, 456, 514, 627, 748, 799, 890, 999, 1325, 1597, 1636, 1767, 1768, 1770, 1774, 1801, 1804, 1815, 1833, 1895, 1971, 2158, 2278, 2314, 2540, 2546 MENGOZZI M., 2159 MENJOT D., 2354 MENOZZI D., 84, V., 886 MERCURI C., 1600, 1608, 1613, 1709, 1730 MERLO G.G., 969, 1545, 1554, 1574, 1579, 1854, 1908, 2243 MERTA B., 2505 MESSANA MEYER P., 343 MEYER W., 118, MICCOLI G., 850, 1521, 1546 MICHETTI R., 73, 74, 107, 109, 972, 978, 983, 1165, 1166, 1252, 1580 MICHALCZYK M., 476 MICHALOWSKI R., 1148 MIGLIO M., 2151 MIGNE J.P., 290, 291 MIKLAVCIC M., 256 MILANI C., 971 MILAZZO V., 2255 MILIS L., 1432 MODICA M., 48, 76, 65, 94, 220, 1830, 1837, 2393 MODICA VASTA M., 1841 MOHRMAN C., 450 MOLETA V., 2002 MOLINIER A., 370 MÖLK U., 538 MOLTENIF., 2299 MOMBRITIUS B., 282 MONACI CASTAGNO A., 887, 2360 MONGELLI G., 468, 1490 MONTAGNANI L., 1628 MONTANARI E., 582, 633 MONTANARI M., 1273, 1665, 2068 MONTESANO M., 622, 797, 1895, 2089, 2323, 2517 MONTORSI W., 513 MONZIO COMPAGNONI G., 801, 2023 MORALDI L., 2200, 2204 MORDEK H., 2428 MORELLO G., 73, 86, 2155 MORENZONI F., 826 MORGHEN R., 148 Indici MORINI C., 583, 610 MORINI E., 791, 1475, 2348 MORRIS B., 1926 MOSCINI M., 1178 MOTZO R.B., 752, 1027, 1074 MOUCHEL C., 2325 MOULINIER J.-C., 936 MOULINIER L., 689, 1120, 1882, 1883, 1936, 2394 MUESSIG C., 1215, 1276 MULDER-BAKKER A., 76, 1601, 2317 MUÑOZ FERNANDEZ A., 1867 MURATORI L.A., 300 MURSELL G., 1245 MUZZARELLI G., 722, 1896 MYNORS R.A.B., 437 Ó RIAIN P., 1063 ORLANDI G., 1013, 2061, 2066 ORLANDI T., 451 OROFINO G., 1205 ORSELLI A.M., 136, 215, 222, 229, 1011, 1176, 1347, 1352, 1353, 1656, 1692, 1702, 1713, 1714, 1978, 1981, 1982, 1986, 1989, 1995, 1997, 2005, 2007, 2021, 2037, 2048, 2282, 2283 ORTALLI G., 1693 OTRANTO G., 181, 2000, 2080, 2083, 2084, 2090, 2091, 2099, 2100, 2115, 2152, 2180, 2244 OTTO R., 121 OURSEL R., 1415 NAGEL B., 1737 NARDI P., 44, 735 NATALI M., 939 NAURETH CL., 644 NAVARRA B., 1310 NAVARRA L., 877 NAVONI M., 613 NAZZARO A.V., 1123 NECCHI E., 2399 NEMEC J., 1786 NESBIT J.W., 335 NESSI S., 1782 NEVEUX F., 2340 NEWLANDS C.E., 957 NEWMAN B., 1744 NICCOLI O., 1655 NICHOLLS A., 327, 355 NICOLUCCI F., 1968 NIGG W., 1389 NOBLE TH., 1101 NOCENTINI S., 683 NOËL B., 74 NOLL R., 848 NORELLI E., 2208, 2209, 2211, 2214 NOURRY E.D., 119 NUVOLONE G.F., 1400 NYBERG T., 155 PACE V., 1206 PACETTI D., 1483, 1484 PACIOCCO R., 888, 920, 969, 1541, 1562, 2554 PADOVESE L., 2162 PAGGIOSSI M., 1937 PALAZZINI P., 1226 PALAZZO E., 1144, 2303, 2484, 2485, 2493, 2502 PALUMBO G., 2153 PANAINO A., 1715 PANARELLI F., 692, 1426, 1956 PAOLI E., 75, 76, 33, 97, 211, 620, 627, 650, 664, 681, 803, 832, 965, 1015, 2277 PAOLI M.P., 1348 PAOLI U., 577, 1471, 2057 PAOLINI L., 2298 PAOLOCCI C., 2339 PAPA C., 1802 PAPASOGLI G., 1781 PARDO M.V., 659 PARISSE M., 661 PARODI M., 1320 PASCHINI P., 243 PASINI C., 396, 478, 500 PASSARELLI G., 1994 PASTOREAU M., 267 PASZTOR E., 861, 874, 875, 1110, 1335, 1401, 1538, 1539, 1563, 1610, 1611, 1769, 1776, 1787, 1795, 1827, 1855 PATLAGEAN E., 66, 67, 68, 75, 43, 139, 1697, 2522, 2522 PATERNA M.C., 1803 PAUL J., 880 O’BRIEN M.A., 410 O’LOUGHLIN TH., 958, 2077, 2086 OCCHIONI N., 508, 2539 OLESEN N.H., 2126 OLIVIER J.M., 394 OMAECHEVARRIA I., 611 ONIDA P., 1897 ORIGO I., 1518 289 La santità medievale PAUL-LEVY F., 1952 PAULHART H., 847 PECERE O., 2480, 2499 PEDUTO P., 2060 PEETERS P., 74, 133 PELIKAN J., 2302 PELLEGRINI L., 1609, 2549 PELLEGRINI L., 627, 757, 891, 1227, 1536, 1619 PENCO G., 1238, 1375, 1398, 2171 PENNACCHIONI A., 1317 PENNINGTON B., 2518 PEREIRA M., 1841, 1943 PERELMAN F., 338 PEREZ GONZALES M., 808 PERI V., 1055 PÉRICARD-MÉA D. 2105 PERROT J.P., 346 PETERS E., 449 PETERSEN J., 889 PETERSHON J., 74, 674, 1340, 1703, 1962 PETROFF E., 1780, 1870, 1871 PETRUCCI E., 103, 1466, 2342, 2482 PEYER H.C., 1980 PEZZINI D., 884, 940, 959, 970 PHILIPPART G., 23, 25, 43, 48, 49, 68, 71, 75, 70, 233, 696, 783, 792, 798, 814, 851, 932, 1003, 1007, 1061, 1069, 1099, 1138, 1144, 2352 PHIPPS C., 892, 1239 PIACENTINI E.M., 581, 1760 PIASTRA C.M., 2214 PIAZZA A., 1908 PIAZZI D., 584, 1649 PIAZZONI A.M., 73, 86, 1094, 1410 PICARD A., 2383 PICARD J.-CH., 1321, 1328, 1425, 1990, 2046 PICARD J.-M., 966, 1100 PICASSO G., 1291, 1756, 2042, 2522, 2538 PICCIAFUOCO U., 458 PICONE G., 1348 PIETRELLA E., 1318 PIETRI CH., 268, 1983, 2176 PIETRI L., 2003 PIGHI G.B., 459 PINDER J.M., 634 PINI A.I., 142, 2050 PINTO-MATHIEU E., 2310 PINTUS A.M. 1035 290 PISANI D., 1212 PISTOIA A., 51 PISTONI G., 502 PIZZARDO G., 243 PIZZARRO J., 804 PLATELLE H., 2452, 2551 PLUMMER C., 330, 350 POGOSSIAN Z., 1124 POHL V., 837 POIRRIER P, 1001, 1096 POLI M., 1581, 1583 POLONIO V., 1476, 2339 PONCELET A., 64, 367, 375, 1126 PÖRNBACHER H., 1135 POSADA G., 1243 POTESTÀ G., 1534 POTTHAST A., 322 PÖTZL W., 1135 POULIN J.C., 528, 717, 742, 750, 775, 838, 876 POWICKE F.M., 418 POZZI G., 548, 589, 1796 PRICOCO S., 694, 941, 967, 1387, 1424, 1429, 1433, 1446, 1955, 2132, 2255 PRINZ F., 29, 76, 152, PRINZIVALLI E., 954, 1905 PROPP V.J. 143 PROTOPAPADAKIS-PAPACONSTANTINOU H., 1201 PROVERO L., 1341 QUENTIN H., 63, 64 RAFFAELLI R., 1876 RAHNER K., 248 RANTY N., 2053 RANUM O., 2361 RAPHAEL F., 2119 RAPISARDA C., 656 RAPISARDA M.G., 2178 RASMUSSEN N.K., 2460 RASPINI G., 665 RATZINGER J., 1489 RAVIER A., 1222 RAU R., 434 RAURELL R., 758RAVASI A., 488 RAVERI M., 88 REAMES S. 1934, 2496 RÉAU L., 65 REBILLARD E., 1345 REDON O., 805, 1263, 1266, 1753, 1761, 1842, 2365, 2394, 2146 Indici REGERAT PH., 924 REINDEL K., 557 RENAUD G., 512 RESNIK I.M., 2474 REYD P.L.D., 506 RICCARDI A., 279 RICHARD J., 48, 700 RICHÉ P., 68, 43, 2174, 2177, 2522 RICHTER G., 2460 RICHTER M., 704, RICCI L.G.G., 650, 686 RIDDERBOS H.N.B., 1037 RIDYARD S., 1686 RIESCO P., 1036 RIGAUX D., 1194 RIGON A., 1542, 1581, 1582, 1683, 1698, 1991, 2034 RIZZO NERVO F., 933, 2255 ROBERTINI L., 619 ROBSON M., 1591 ROCCA A.M., 1357 ROCCHETTA A., 2136 ROCHAIS H., 1049 ROCKELEIN H., 1145 RODRIGUEZ FERNANDEZ C., 585 ROECKELEIN H., 2458 ROHR CH., 1095 ROLLASON D., 2259, 2425 ROMANO A., 635 ROMANO M.A., 806 ROPA G., 1011 ROSA M., 73 ROBINSON C.H., 408 ROSSETTI G., 2055, 2064 ROSSI G., 505 ROSSI V., 606 ROSSINI O., 677 ROSENWEIN B.H., 862, 1441 ROSSO UBIGLI L., 2202 ROST L., 2202 ROSTAERT M.-L., 1449 ROSWEYDE H., 285 ROTOLO F., 636, 1104 ROTZETTER A., 1856 ROUCHE M., 1078, 1811, 2358 ROUSSELLE A., 2361, 2377 RUFFINI N., 1497 RUGGIERI G., 2502 RUSCONI R., 48, 72, 74, 5, 149, 748, 799, 1175, 1181, 1215, 1463, 1507, 1519, 1593, 1614, 1625, 1629, 1636, 1641, 1657, 1765, 1768, 1804, 1805, 1832, 1840, 1884, 1890, 1915 RUSSO D., 1144, 2303 RUYNART TH., 288 SABATIER P., 402, 403, 407, 1478, 1481 SACCHI P., 2203 SALA G., 573, 574, 586, 597, 2272 SALTARELLI M., 1712, 1714, 1716 SALVATORI A., 2100 SAGERMANO G., 1116 SANGERMANO L., 1898 SAMARITANI A., 1261, 1371, 2160, 2518 SAN BERNARDINO J., 2038 SANGIANI P., 545 SANNA A., 1806 SANSTERRE J.-M., 743, 1195, 1269, 1689, 1927, 1979 SANTARELLI G., 2094 SANTI F., 223, 792, 999, 1634 SANTIAGO-OTERO H., 2127 SAINTYVES P., 119, 706 SARACENO L., 2525 SARDELLA T., 1814 SARTOR L., 942 SAVIGNI R., 1460 SAWYER B., 2514 SAWYER P., 2514 SAXER V., 67, 168, 2085, 2349 SCARAFFIA L., 56, 1866, 1958, 2266 SCARPI P., 88, 2075 SCHARER A., 1102 SCHEEBEN H.C., 1480 SCHEERMAN J., 246 SCHEFFCZYK L., 264 SCHEIBERLETTER G., 1102 SCHENA O., 1383 SCHIAVETTO F.L., 637 SCHIEFFER TH., 1360 SCHIPPERGES H., 1899, 1916 SCHLUSEMANN R.M., 1037 SCHMITT C., 1788 SCHMITT F.S., 411 SCHMITT J.-CL., 67, 46, 167, 232, 701, 1156, 2231, 2395, 2414 SCHMUCKY O., 1502, 1504, 1508, 1522, 1543 SCHNEEMELCHER W., 2193 SCHÖNFELDER A., 2447 SCHRADER M., 1735 SCHREINER K., 1654 291 La santità medievale SCHRÖRS H., 1039, 1302 SCHROEDER F.E.H., 1627 SCHUTE VAN KESSEL E., 1783 SCHÜTTE B., 617, 800, 1000 SCOTT K., 1844 SCORZA BARCELLONA F., 49, 70, 72, 75, 76, 5, 71, 212, 225, 715, 718, 784, 819, 1015, 1025, 1028, 1153, 1196, 2228, 2245, 2246, 2251, 2258, 2268, 2279 SEBASTIANI L., 69, 74, 49, 1829 SEGAUD M., 1952 SENA L., 1569 SENGER B., 1306 SENSI M., 624, 1229, 1277, 2045, 2116, 2133, 2161, 2267, 2291 SEPPELT F.X., 439 SERGI G., 503, 1399, 1704, 2031, 2125 SERVATIUS C., 2428 SETTIA A.A., 2122 SEVERINO G., 937 SHALIN C.L., 1938 SHARPE R., G., 337, 339, 1085 SHOOK L., 358 SIEBERT G., 2119 SIGAL P.A., 900, 1130, 1140, 2368 SILVAS A., 1917 SILVESTRE M.L., 2141 SIVO V., 1462 SIMEONI L., 412 SIMONETTI A., 638, 672 SIMONETTI M., 130, 746 SIMONI F., 1718 SINGER C., 1731 SINISCALCO P., 2426 SKUBISZEWSKY P., 943, 1187 SMITH J., 995, 1885 SMITH L., 1880 SNOEK G.J., 2439 SODINI J.P., 69 SOLVI D., 807, 816, 1570, 1611 SOMMERFELDT J.R., 1093 SOMMERLECHNER A., 2544 SORIANI INNOCENTI M., 539 SOT M, 48, 699, 731, 774, 1313, 1336, 1967, 2058, 2501 SOTINEL CL., 1345 SOUTHERN R.W., 849, 1326 SOWA F., 274 SPADA A.F., 2262, 2292 SPANÒ S., 73, 20, 1740, 1886, 2558 SPANU P.G., 1038, 2107 292 SPEER A., 1828 SPICCIANI A., 1650 SPILLING H., 1076, 1789 SPINELLI G., 505, 621, 1262, 1416, 1450, 2523 SPINELLI M., 639 SPITZBART G., 542 STAID E., 1571 STALMANS N., 839 STANCHI R., 1075 STANCLIFFE C., 881 STANISLAO DA CAMPAGNOLA, 627, 732 STANTCHEV K., 392 STANCLIFFE C., 2259 STAUB J., 678, 973 STEFANI P., 1702 STEIN E., 1105 STELLA P., 73 STELLADORO M., 630 STEVENS W.M., 1747 STEWART MACALISTER R.A., 404 STICCA S., 26, 1230 STIENE H., 1062 STOKES W., 399, 400 STOLZ A., 1303 STOPANI R., 2109 STOREY W.G., 2460 STRAYER J., 262 STRAZZERI M.V., 598 STRÖMBÄCK D., 2508 STUMPF M., 675 STUSSI-LAUTEMBERG B., 1235 SURIUS L., 284 SUPINO MARTINI P., 1290 SUSI E., 599, 612, 1002, 1004, 1015, 1106, 1110, 1249, 1255, 1277, 1467, 1970, 1971, 1972 SWAN M., 1662 SWINARSKY U., 1695 SZARMACH P.E., 1109 SZELL. T., 62, 1652 TABACCO G., 424, 1256, 1257, 1258, 1259, 1658 TABARRONI A., 1540, 1544 TAGLIABUE M., 477 TALBOT C.H., 420, 425 TAMASSIA N., 1479 TANDA N., 1034 TAR I., 819 TARDIOLA G., 2382 TASSI I., 129 Indici TAURISANO I., 1733 TAVIANI-CAROZZI H., 221, 976 TEMPERAN VILLAVERDE E., 2490 TEMPERINI L., 1577, 1602, 1910 TERRANOVA A., 1816 TERRIZZI F., 489 TESCAROLI L., 2212 THIELLET C., 1946 THIER L., 521 THIRION J., 1157 THURSTON H., 247 TILATTI A., 547, 753, 778, 1329, 1583, 1584, 1620, 1872, 2035, 2044, 2098, 2280 TILIETTE J.Y., 762, 1080 TOMBEUR P., 336 TOMEA P., 786, 1293, 2016 TOMMASINI A., 1361 TONIOLO E.M., 490 TOSI M., 427 TOSTI M., 2117 TOTARO M., 2099 TOUBERT P., 841 TOZZI I., 1900 TRAPÈ A., 1532 TRÉFFORT C., 2441 TREMP. E., 640, 997 TRIACCA A.M., 51 TRIGALET M., 71, 31, 1007 TRIPPUTI A.M., 2093 TUGWELL S., 522, 663, 667 TUNIZ D., 494, 559, 621, 1402 TYLOR J., 1880 TYSCHENDORF C., 2186 TUSKÉS G., 1146 UGHELLI F., 299 UN CHARTREUX, 550 UNGARELLI P., 1825 URIBE F., 1615, 2073 VACCA A.M., 1757 VACCARO L., 2097 VAIANI C.,1555 VALCARCEL V., 1125 VALCARCEL MARTINEZ V., 475, 808 VALDAKKEKARA B., 1858 VALENTE BACCI A.M., 523, 2346 VALENTINI U., 551 VALERI B., 1276 VALERIO A., 2141, 2327 VAN DAM R., 2384 VAN DE PERRE S., 1601 VAN DE VORST C., 377 VAN DER STRAETEN J., 386, 387, 390 VAN DUJNKERKEN A., 246 VAN ENGEN J., 173 VAN LANDSCHOOT A., 2442 VAN NAME EDWARDS B., 2487 VAN UYTFANGHE M., 763, 793, 925, 1102, 1337, 2172, 2175, 2176, 2179, 2305, 2359 VANNI ROVIGHI S., 1305 VANRIE A., 2335 VARANINI G.M., 188 VASOLI C., 1878 VATASSO M., 374 VAUCHEZ A., 48, 68, 69, 75, 153, 158, 159, 160, 169, 177, 185, 190, 196, 197, 207, 230, 268, 363, 442, 531, 901, 1191, 1197, 1202, 1616, 1635, 1642, 1643, 1644, 1652, 1668, 1677, 1759, 1772, 1797, 1845, 1887, 1961, 1965, 1969, 1984, 2001, 2002, 2101, 2106, 2167, 2177, 2222, 2237, 2318, 2343, 2395, 2396, 2400, 2516, 2530, 2533 2535, 2536, 2557 VEDOVELLI G., 574 VERDIER R., 1963 VERHULST A., 1337 VERRANDO G.N., 395, 588 VESPA B., 1270 VETERE B., 1911, 2166 VEYRARD-COSME CH., 690, 982 VIAN P., 73, 86 VICAIRE M.H., 1487, 1506, 1523 VILARIÑO D., 659 VINAY G., 134, 2168 VINCENT J.-F., 1963 VIRCILLO FRANKLIN C., 944, 1097 VITALE G., 1711, 2264 VITALE BROVARONE L., 629 VITI P., 2433 VITOLO G., 1451, 1603, 1632, 2008, 2054, 2055, 2150, 2154, 2319, 2321 VITRONE F., 787, 948 VLASTO A.P., 2507 VODOPIVEC J., 2513 VOGEL B., 682 VOGEL C., 2462, 2465, 2473 VOIGT H.G., 1301 VOLPATO A., 741, 1758, 1783, 1918 293 La santità medievale VON AUW L., 1509 VON DEN STEINEN W., 125 VON DER NAHMER D., 217, 2173, 2184 VON FALKENHAUSEN V., 1005, 1454, 2252 VON HAVERKAMP A., 1931 VON PADBERG L.E., 733, 1207, 2443 VON SALES DOYÉ F., 239 VORREUX D., 435, 474, 1514 VULLIEZ CH., 1141 VUOLO A., 540, 561, 641, 652, 684, 902, 1031, 1132, 1133, 1404, 1973, 2042, 2300, 2301, 2378 WADE-EVANS A.W., 414 WAGNER A., 2446 WALKER P.J., 1915 WALZ A., 1485 WARD B., 2370, 2381 WARD-PERKINS B., 2048 WEBB D., 2043 WEIDINGER E., 2207 WEIJERS O., 764 WEINFURTER S., 1330, WEINFURTER ST., 1333 WEINSTEIN D., 165, 1633 WEISHEIPL J.A., 1556 WEISS J.M., 744 WEMPLE S., 1752 WENDERHORST A., 1330 WERNER H.C., 1828 WERNER K.-F., 1694 WIDDING O., 358 WILLIAMS-KRAPP W., 328, 1122 WILMART A., 384 WILMS G., 1548 WILSON S., 22 WINSTEAD K., 1934 WITTMER-BUTSCH M., 1136 WOGAN-BROWNE J., 1930, 1940 WOOD I., 759, 1064, 2232, 2514, 2519, 2524 WOOD J., 2510 WOODWARD L.K., 193 WORMALD F., 380, 382 WOß W.J., 2312 WRIGHT R., 996 ZACCAGNINI G., 562, 642 ZAFARANA Z., 745, 1636 ZAFFIRO A., 1212 ZAGHINI F., 552 294 ZANETTI U., 541 ZANOT M., 1585 ZARRI G., 73, 5, 55, 61, 279, 1817, 1866, 1901, 1975 ZAVALLONI R., 1552 ZERBI P., 1430, 1439, 2284 ZICHI G., 558 ZIMMERMAN A., 1828 ZINN G., 277 ZOCCA E., 1344 ZOPPETTI G.G., 623 INDICE GENERALE ABBREVIAZIONI p. 7 Scrivere dei santi, parlare dei santi di Giulia Barone “ 9 PANORAMA STORIOGRAFICO di Umberto Longo “ 24 1 SANTITÀ “ 24 E AGIOGRAFIA 2 LA LETTERATURA AGIOGRAFICA 2.1 Generi e forme 2.2 I luoghi dell’agiografia 2.3 Produzione, funzioni e fruizioni 2.4 L’agiografia come fonte storica Note “ “ “ “ “ “ 26 26 39 40 46 48 3 LA DISCIPLINA AGIOGRAFICA 3.1 Nascita della disciplina agiografica 3.2 I bollandisti 3.3 La disciplina agiografica nel corso dell’età moderna e contemporanea Note “ 50 “ 50 “ 53 “ 56 “ 73 BIBLIOGRAFIA di Umberto Longo “ 77 AGIOGRAFIA “ 77 1 STRUMENTI DELLA RICERCA AGIOGRAFICA: 1.1 Manuali 1.2 Riviste e Bibliografie 1.2.1 Riviste, repertori, bollettini 1.2.2 Bibliografie generali 1.3 Atti di convegni e opere collettive 1.4 Santità in rete 1.5 Studi di carattere generale, di metodologia e di storiografia agiografica 1.6 Enciclopedie, dizionari “ “ “ “ “ “ “ 2 LE FONTI 2.1 Raccolte e collezioni 2.2 Repertori di testi agiografici 2.3 Cataloghi di manoscritti 2.4 Edizioni di testi agiografici “ “ “ “ “ 3 LA SCRITTURA 3.1 Agiografi “ 124 “ 136 AGIOGRAFICA 77 77 77 77 78 79 84 “ 84 “ 92 95 95 98 102 104 3.2 Testi: identità, processo di produzione, diffusione, fruizione 3.3 Generi dell’agiografia 3.3.1 Passioni e passionari 3.3.2 Vite dei santi e leggendari 3.3.3 Miracoli 3.3.4 Traslazioni, visioni e profezie 3.3.5 Raccolte di vite di santi 3.3.6 Immagini p. “ “ “ “ “ “ “ SANTITÀ “ 165 4 FORME 4.1 Santità ed eremitismo 4.2 Santità ed episcopato 4.3 Santità e monachesimo 4.4 Santità e ordini religiosi 4.5 Santità e laici 4.5.1 Santità e potere 4.6 Santità al femminile “ “ “ “ “ “ “ “ 165 165 171 175 184 193 197 202 5 SPAZI 5.1 Santità e città 5.2 Santità e mondo naturale 5.3 Santuari 5.4 Pellegrinaggi “ “ “ “ “ 218 220 227 228 232 6 TEMI 6.1 Bibbia 6.1.1 Apocrifi 6.2 Culto dei santi 6.3 Miracolo 6.4 Reliquie 6.5 Liturgia 6.6 Missione 6.7 Canonizzazione “ “ “ “ “ “ “ “ “ 235 235 236 238 248 251 255 259 260 INDICE DEI SANTI, NOMI LUOGO, NOMI PERSONA INDICE DEGLI AUTORI “ 265 “ 279 147 150 150 151 158 160 160 161