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Laa santità medievale_U.Longo - Lettere e Filosofia

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Laa santità medievale_U.Longo - Lettere e Filosofia
IL TIMONE BIBLIOGRAFICO
a cura di
Tommaso di Carpegna Falconieri
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L’aumento delle pubblicazioni e il facile accesso alle informazioni bibliografiche, grazie a internet, rendono oggi più difficile accostarsi a un grande tema di ricerca. Questa collana intende rivolgersi a un pubblico di appassionati e di futuri specialisti. Ogni volume presenta un singolo tema, inquadrato dal
punto di vista storiografico, e pone a disposizione del lettore
una esauriente bibliografia ragionata e aggiornata.
LA SANTITÀ MEDIEVALE
di
UMBERTO LONGO
con un saggio introduttivo di
GIULIA BARONE
JOUVENCE
Direttore artistico: Marco Fioramanti
Redazione: Domenica Passoforte
Servizio stampa: Luca Cardin
Grafica: Oasi Biskra Associati
ISBN 88-7801-377-3
© 2006 JOUVENCE Editoriale s.r.l.
00189 Roma Via Cassia, 1081
tel. 06.30207115 - fax 06.45472048
www.jouvence.it - email: jouvence @ jouvence.it
Finito di stampare nel mese di Maggio 2006
per conto della Jouvence Editoriale s.r.l.
da Graffiti s.r.l. - Roma
ABBREVIAZIONI
AB = Analecta Bollandiana
AASS = Acta santorum
BISIME = Bullettino dell’Istituto storico italiano per il
medioevo
BISIME e AM = Bullettino dell’Istituto storico italiano
per il medioevo e Archivio muratoriano
CAMSA = Campania Sacra
CCCM = Corpus christianorum, Continuatio mediaevalis
CCSG = Corpus christianorum, series graeca
CCSL = Corpus christianorum, series latina
CSEL = Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum
DA = Deutsches Archiv
DBI = Dizionario biografico degli italiani
MEFRM = Mélanges de l’Ecole française de Rome,
moyen âge
QFIAB = Quellen und Forschungen aus Italienischen
Archiven und Bibliotheken
QS = Quaderni Storici
RB = Revue Bénédectine
SC = Sources chrétiennes
SM = Studi Medievali
N.B.= Le voci sottolineate della bibliografia indicano che
esse sono presenti anche in altre sezioni.
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SCRIVERE DEI SANTI, PARLARE DEI SANTI
Santità e modelli agiografici tra antichità e medioevo
di Giulia Barone
Ogni epoca della storia del Cristianesimo, a partire
dall’età dei martiri, ha avuto i suoi santi. Questi, nelle diverse fasi storiche, hanno assunto connotazioni diverse,
hanno esercitato un diverso ruolo nella vita quotidiana e
spirituale dei fedeli, hanno esplicato in diversi luoghi la
loro azione in vita e continuato ad esercitare la loro virtus
dopo la morte. Non può dunque stupire che anche lo
scrivere e il parlare dei santi abbia conosciuto mutamenti, anche profondi, nei duemila anni che abbiamo alle
spalle. Le pagine che seguono cercheranno di disegnare
una breve storia di queste trasformazioni, stabilendo un
nesso tra forme di santità, produzione agiografica e culto dei santi dalle origini alla fine del Medio Evo.
Va comunque immediatamente chiarito che, mentre
relativamente agevole è scrivere la storia di un genere
lettario quale l’agiografia, difficile, e per certe epoche impossibile, appare il compito di ricostruire la predicazione sui santi, in quanto la trasmissione orale del messaggio religioso, come del resto di qualsiasi altro messaggio,
ha lasciato poche, o a volte nessuna traccia nella memoria scritta, l’unica cui lo storico si possa affidare secondo la sua tradizionale metodologia. Le testimonianze
artistiche, pur fondamentali per comprendere la diffusione del culto dei santi, non ci danno alcuna informazione sulle loro fonti. Anche se dietro ad alcune, o molte,
immagini di santi che possiamo ancor oggi ammirare ci
fu forse all’origine un racconto e non un testo scritto lo
storico non potrà mai dimostrarlo con assoluta certezza.
Apostoli e discepoli, quelli che erano stati più vicini
al Cristo nella sua esperienza terrena (i più antichi e più
grandi tra i santi) e che primi ne hanno trasmesso il
messaggio, non hanno trovato autori contemporanei per
narrarne vita e morte, pur essendo questa, in numerosi
casi, coronata dal martirio. Gli Atti degli Apostoli sono
infatti un insieme di testi in cui viene ricostruita la vita
della prima comunità cristiana di Gerusalemme; le lettere, celeberrime quelle di Paolo, cui i primi seguaci di
Gesù di Nazareth hanno voluto affidare una serie di
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La santità medievale
consigli spirituali rivolti alle nascenti comunità cristiane,
contengono scarsi elementi biografici ed autobiografici
e sono scritti parenetici e non agiografici.
Sono state le persecuzioni, che, a partire, sopratutto,
dal III secolo, i Cristiani hanno dovuto subire da parte
del potere imperiale a causa del loro ostinato rifiuto di
riconoscere la divinità degli imperatori e gli dei di Roma, cemento della immmensa costruzione imperiale, a
dare il primo impulso per la scrittura agiografica. La morte, affrontata con coraggio e senza esitazione per non
tradire la propria fede, ha destato nei sopravvissuti al
mortale pericolo il desiderio di lasciare il ricordo di questo sacrificio, in cui semplici fedeli, individui di ogni
condizione, donne, avevano mostrato la stessa fermezza
dei loro vescovi, i capi delle comunità. Si ritenne essenziale trasmettere ai posteri la data del martirio e il luogo in cui erano state deposte le spoglie del defunto, in
modo che la sua memoria potesse essere celebrata nel
giorno anniversario del suo sacrificio sulla tomba che ne
accoglieva le spoglie, secondo un rituale ripreso dalla
tradizione pagana di commemorazione dei defunti.
In questi primi testi, gli Atti dei martiri, le Passioni,
l’elemento biografico continua ad essere scarso: quello
che conta è la morte e non la vita del martire. E’ a questa fine gloriosa e non ad una devota vita precedente
che egli deve la sua fama di essere santo, cioè particolarmente vicino al Signore, e perciò in grado di intercedere con le sue preghiere per chi si rivolgerà a lui. Questi primi testi hanno perciò una forma scarna e si riducono, di norma, al processo verbale dell’interrogatorio di
fronte al rappresentante del potere romano, al rifiuto di
sacrificare agli dei affrontando la conseguente condanna
a morte, e alla descrizione del martirio in senso stretto.
In questa prima fase la morte viene descritta sobriamente e ad essa segue sempre la notizia della deposizione del corpo con la localizzazione della stessa.
Sono questi scarni dati, giorno (e spesso anno) del
martirio, considerato il dies natalis del santo, cioè il suo
giorno di ingresso nella vera vita, e luogo della sepoltura
che costituiranno per secoli gli elementi essenziali ad ogni
commemorazione. Sono queste coordinate agiografiche,
come le ha definite il bollandista Hyppolite Delehaye, a
formare il nucleo di qualsiasi narrazione agiografica.
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
Come è a tutti noto l’età delle grandi persecuzioni
si chiuse con l’Editto costantiniano del 313, in base al
quale il Cristianesimo diventava religione licita, cioè
ammessa al pari di tutte le numerosissime altre praticate dai popoli dell’Impero. Solo alla fine del IV secolo, sotto l’impero di Teodosio, la nuova religione
divenne “religione di Stato” e con ciò si chiudeva la
gloriosa età dei martiri. Naturalmente il martirio continuò a far parte dell’esperienza cristiana, almeno nelle zone ai confini dell’orbis catholicus. Nel corso dell’alto Medioevo si registrarono momenti di persecuzione violenta da parte dei Musulmani di Spagna e furono prodotte nuove passiones, che celebravano il
crudele destino di questi martiri spagnoli del IX secolo. Si ebbero, soprattutto, casi isolati di morte per la
fede ai confini orientali della Cristianità; basti ricordare, nell’ VIII secolo, la morte cruenta di san Bonifacio, l’anglosassone “apostolo della Germania” e, tra la
fine del X e l’inizio dell’XI secolo, il martirio di sant’Adalberto di Praga e, alcuni anni dopo, del sassone
Bruno di Querfurt, in precedenza autore della passio
di altri apostoli della fede. Ogniqualvolta la religione
cristiana si impegnerà nell’evengelizzazione di nuove
terre, si potranno registrare analoghi casi; sarà questo
il destino, ad esempio, dei primi francescani partiti
dall’Italia per portare la parola di Dio tra le popolazioni marocchine intorno al 1220. Ma si tratterà di casi isolati, che la Chiesa non sempre riconoscerà come
vero e proprio martirio, cosicché non a tutti questi
apostoli della fede verrà riconosciuto un culto ufficiale. Va però tenuto presente che il martirio eserciterà
sempre un enorme fascino sulle coscienze dei cristiani più sensibili: la sete del martirio è tratto permanente della santità anche di molti, in tutte le epoche,
cui – come scrivono spesso i biografi – mancarono solo le circostanze favorevoli per dimostrare la loro disponibilità a morire per la fede.
Da quel che si è detto finora si potrebbe forse arguire che il genere agiografico della passione sia entrato in crisi con la fine delle grandi persecuzioni; ma così non fu. La tarda Antichità e i primi secoli del Medioevo furono, al contrario, l’età d’oro di questo genere che possiamo a buon diritto definire letterario. Si
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La santità medievale
moltiplicarono allora i racconti del martirio di personaggi pochissimo noti, cui si accennava a volte, di passaggio, in qualche passio autentica, come compagni o
parenti del martire. Nacquero così vere e proprie famiglie di leggende agiografiche, col fine precipuo di fornire una base storica a culti locali che si andavano moltplicando soprattutto in Italia. Lungo le grandi arterie
consolari, che partivano dalla Città eterna, fiorirono allora numerosi i culti di martiri che seguivano, e in un
certo senso accompagnavano, il corso della strada; si
può così parlare di martiri della Flaminia o di martiri
della Salaria. Nel frattempo, anche il racconto della morte del santo, cui le prime, autentiche passiones riservavano poche, sobrie e commosse notazioni, assumeva
caratteri ‘romanzeschi’. La condanna a morte pronunciata dal rappresentante imperiale introduceva il racconto di una lunga serie di sevizie, tutte ugualmente
inefficaci, cui poneva fine di norma solo la decapitazione del condannato. Questi racconti, che ci possono
apparire ad un tempo inutilmente crudeli e stereotipati,
appagavano evidentemente il bisogno dei lettori (o degli ascoltatori), che ne traevano la conferma della forza
della fede, capace di sorreggere il santo sottoposto alle
più atroci torture, e dell’onnipotenza divina. Il martire
muore infatti soltanto quando il Signore, nella sua misericordia, e certo ormai della sua assoluta fedeltà, concede ai carnefici di raggiungere il loro scopo. In un’età
di guerre, stragi, fame e pestilenze racconti simili svolgevano evidentemente una funzione di sostegno morale che non riusciamo a cogliere pienamente.
Cartteri dell’agiografia tra IX e XII secolo
Mentre l’età dei martiri si avviava alla fine, si andava affermando, nelle regioni orientali dell’Impero,
una seconda categoria di santi, che avranno – come
è facile intuire dalla semplice constatazione che questa forma di santità è presente anche ai nostri giorni
– ben più larga diffusione, anche se solo in alcuni casi essi eguaglieranno la popolarità dei martiri antichi.
A questo nuovo tipo di santità, quella dei confessori,
uomini e donne che hanno dimostrato la loro fede
non affrontando la morte ma un martirio incruento,
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
consacrando, cioè, la propria vita, giorno per giorno,
alla preghiera e alla rinuncia ad ogni bene terreno
(dalla ricchezza al potere e agli affetti familiari) corrispose, naturalmente, un diverso racconto agiografico.
Il primo, celebre testo del nuovo genere, vero archetipo per tutta la produzione successiva, è rappresentato dalla Vita di Antonio, primo eremita del deserto egiziano, modello per tutto il monachesimo medievale, in Oriente come in Occidente. Nella vita di
questo santo asceta, vissuto tra III e IV secolo, i nuclei portanti del racconto non sono più costituiti dalla
persecuzione da parte dell’autorità civile, dalla minaccia della morte violenta e dal martirio. Per Antonio, e
per tutti i suoi successori, il nemico esterno si è trasformato in un nemico interno: giorno per giorno l’asceta deve combattere contro il proprio corpo, desideroso di riposo, di cibi delicati, di vesti comode, di
intimità con altri esseri umani. Se le Passioni si erano
profuse nel racconto delle sevizie dei carnefici, le Vite moltiplicherranno i dettagli sulle rinunce alimentari
(Antonio si nutre solo di erbe amare, di bacche, del
pane che gli è donato raramente), sul rifiuto di ogni
comodità (al posto di vesti delicate, pelli di animali o
tessuti ruvidi e di poco prezzo; al posto di comodi letti, la nuda terra e un sasso come cuscino, ecc.). Intorno al santo il paesaggio non è animato dalla presenza
umana ma da quella di animali immondi o pericolosi
(serpenti, fiere, scorpioni, ecc.). E, su tutto, domina
l’inquietante e minacciosa presenza del diavolo, pronto ad assumere ogni possibile forma per attirare a sé
l’anima dell’uomo e allontanarlo definitivamente dal
suo Signore. La Vita di Antonio divenne presto una
sorta di best-seller; in un mondo antico che si avviava
ad una profonda divisione linguistica, e in cui il greco
parlato in Oriente diventava sempre più sconosciuto in
Occidente, il testo venne tradotto appena pochi anni
dopo la sua composizione, e infinite volte copiato. Il
suo successo, immutato nel tempo, non è dimostrato
solo dai tanti manoscritti, dalla quasi ‘necessaria’ presenza nei cataloghi di manoscritti, ma anche dall’enorme fortuna di Antonio nell’iconografia, soprattutto tra
fine del Medioevo e primi secoli dell’età moderna. La
sua figura magra, disseccata dall’ascesi, malamente
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La santità medievale
coperta da brandelli di vesti, campeggia, in decine di
tavole dipinte, al centro di paesaggi desolati e fantastici, circondato dalle belve e dagli uccelli rapaci.
Il successo del nuovo genere agiografico, nato in
Oriente, fu definitivamente assicurato in Occidente
dall’opera di san Girolamo. Questa grande figura di
intellettuale tardo-antico, nato nella penisola balcanica, retore a Roma, monaco in Terrasanta, traduttore
della Bibbia e padre della Chiesa, ha segnato la tradizione cristiana medievale come pochi altri. Il suo
splendido stile, la sua vis polemica, l’elogio da lui rivolto al nuovo genere di vita monastico, la sua esaltazione della verginità come valore centrale della rinuncia, ne hanno fatto un autore di riferimento per
tutto il monachesimo occidentale. Le Vite che Girolamo ha consacrato a Paolo, Ilarione e Malco, figure di
eremiti simili ad Antonio nella rinuncia ma diversi da
lui, nel caso di Ilarione e Malco, per un’inquietudine
religiosa che li spinge a cercare sempre nuovi luoghi
ove realizzare la loro vocazione, hanno avuto grande
e meritato successo. Di non minore importanza fu l’Epitaphium, in realtà un lungo scritto celebrativo composto dopo la morte della donna, che Girolamo consacrò a Paola. Paola era una nobildonna romana che,
restata vedova, fu, con sua figlia Eustochio ed alcune
altre dame di grande famiglia, il centro di un gruppo
di asceti (in gran parte donne) nella Roma della fine
del IV secolo. Affascinata dalla personalità del grande
retore e dal suo messaggio di rinuncia al mondo, lo
seguì con la figlia in Terrasanta, ove consacrò i suoi
beni e la sua vita alla creazione e gestione di un ospizio per poveri, pellegrini e malati. L’elogio che Girolamo ha tessuto di Paola (che non fu del resto un caso isolato nella società romana tra IV e V secolo) ha
segnato profondamente non solo il genere agiografico ma anche il modello stesso di santità femminile. Il
fatto che il grande Padre della Chiesa abbia scelto la
vedova Paola e non sua figlia Eustochio, cui ha rivolto un lungo ad appassionato elogio della verginità,
quale figura femminile da portare ad esempio, ha probabilmente infuenzato fortemente il modo di porsi del
Cristianesimo del prino millennio nei confronti della
santità femminile.
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
Infatti, contrariamente a quanto è avvenuto più tardi, con il trionfo degli Ordini monastici femminili, l’Alto Medioevo ha visto nella vedova aristocratica il suo
ideale di perfetta cristiana. In quanto sposa e madre in
una prima fase della sua vita, questo tipo di donna
non si pone in conflitto con la società, che nella donna apprezza soprattutto la madre. Dotata di un’alta forma di spiritualità, questo modello di perfezione cristiana sa vivere castamente le nozze, mantenendo una
sorta di verginità del cuore che può essere anche superiore a quella meramente fisica. Abituata ad affrontare il mondo, capace di guidare una grande casa, di
educare dei figli, sarà particolarmente competente nel
gestire una struttura assistenziale, che potrà fondare liberamente perché il suo elevato rango sociale, e la ricchezza che vi è collegata, nonché la sua vedovanza,
che la libera dalla tutela maschile, le consentono di essere caritatevole e munifica. Con l’Epitaphium Paulae
Girolamo ha dunque fornito un modello cui potranno
rifarsi, in tempi e società diversissimi, tutti coloro che
vorranno attribuire alla donna sposata un ruolo attivo
nella santità cristiana.
Negli stessi anni in cui in Terrasanta Girolamo contribuiva con la sua forte personalità e le sue grandi doti retoriche a dare definitiva dignità letteraria al genere
agiografico, in Gallia un altro autore, infinitamente meno importante nella storia del Cristianesimo, ma fondamentale per la storia dell’agiografia, Sulpicio Severo,
scriveva la sua Vita Martini. Anche in questo caso ci
troviamo di fronte ad un testo che segnerà le epoche
successive. L’opera ha un carattere eccezionale perché
composta ancora durante la vita del personaggio che
vuole esaltare come modello di perfezione: Martino
sarà dunque, in una prima fase, un santo vivo. Sulpicio
narrerà in un secondo tempo la sua morte, destinata a
diventare modello per la descrizione del transito del
fondatore di una qualsiasi comunità religiosa, alcuni anni più tardi e sotto forma epistolare. Martino, nella biografia di Sulpicio, è ancora un santo del tardo-antico ma
ha già connotati ‘medievali’. E’ figlio dell’Impero romano al tramonto per la sua stessa vicenda biografica. Soldato perché figlio di un soldato, in una società irrigidita in cui i mestieri sono diventati ereditari, il giovane,
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La santità medievale
nato in una provincia orientale dell’Impero, la Pannonia, avrà modo di conoscere durante la sua vita molte
delle regioni dell’orbis romano: l’Oriente, l’Italia dove
sarà eremita, la Gallia ove fonderà una delle prime comunità monastiche e dove sarà chiamato a coprire la
cattedra vescovile di Tours. E’ tipico di questa fase della storia anche il suo rifiuto della violenza, in nome del
cristiano rispetto per la vita, un rifiuto che lo induce a
dichiararsi pronto a marciare inerme contro il nemico
pur di non venire meno alla sua fede. Martino sarà salvato da un intervento miracoloso: i nemici rinunceranno ad attaccare. Dopo di lui il perfetto cristiano nei racconti agiografici o rinuncerà a portare le armi in quanto chierico o monaco o, se laico, affronterà il combattimento e riporterà in nome di Dio la vittoria.
Chi non abbia letto la Vita Martini non è in grado
di comprendere quanto essa abbia influenzato, nel
profondo, l’agiografia dei secoli successivi. Alcuni episodi verranno ripresi molte volte e in contesti diversissimi; è il caso, ad esempio, della conversione dei
pagani, ancora numerosi nelle campagne della Gallia,
che il vescovo di Tours non convince con le parole
ma facendo abbattere l’albero cui le popolazioni locali riservavano un culto idrolatico, uscendo illeso da
una sorta di giudizio di Dio. Si tratta di un tema di
grande successo, che riaffiorerà, nei secoli successivi,
in molti contesti ‘missionari’. Più in generale, la Vita
Martini offre un modello di ‘vita mista’ che sarà, per
secoli, il modello vincente in Occidente; egli è stato infatti monaco per lunghi anni, e da questa esperienza
monastica resta segnata la sua personalità, contraddistinta, fino alla morte, da un’aspra ascesi. Ma Martino
muore vescovo, assumendosi così il carico di un’intera comunità urbana, di cui diventa il pastore e il defensor, come vuole la tarda legislazione imperiale che
ha conferito ai vescovi poteri sempre più estesi anche
in campo civile all’interno di città impoverite, in crisi
demografica e abbandonate dalla loro classe dirigente.
Quando, circa due secoli più tardi, il monaco Gregorio sarà strappato alla pace del monastero che ha
fondato nella sua casa paterna sul Celio per diventare Gregorio Magno, il più celebre papa del primo
Millennio, egli, tormentato dalla nostalgia per la vita
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
monastica, potrà trovare consolazione nell’esempio di
Martino, che aveva, come lui, sacrificato la propria
vocazione per mettersi al servizio degli altri, portandoli sulla strada della salvezza eterna.
A sua volta Gregorio sarà autore di una celeberrima
opera agiografica, i Dialogi, un testo che, dalla fine del
VII secolo, si diffonderà in tutte le biblioteche di Occidente, costituendo un’altra delle pietre miliari della storia dell’agiografia in età medievale. In quest’opera in
quattro libri, il più celebre dei quali è il secondo, interamente consacrato a Benedetto da Norcia, è un altro
aspetto della santità che viene posto in primo piano.
Molti dei personaggi descritti nei Dialogi non sono infatti proposti come modelli di vita (ma non è questo il
caso di Benedetto, la cui biografia è presentata come
perfetta realizzazione di un’esperienza monastica comunitaria), ma piuttosto per la loro capacità di ottenere, con le loro preghiere e la loro vita esemplare, quell’intervento divino nel mondo che noi chiamiamo miracolo. I santi di Gregorio Magno, ivi compreso Benedetto, sono dunque dei taumaturgi; la loro esistenza, il
meraviglioso che segna ogni istante della loro vita è
una garanzia dell’amore di Dio per chi lo serve fedelmente, una dimostrazione della sua capacità e volontà
di intervenire nella storia.
L’atteggiamento dell’autore dei Dialogi nei confronti della santità non è isolato; più o meno negli
stessi anni, alla fine del VI secolo, anche il vescovo di
Tours, Gregorio, compilava testi agiografici in cui l’elemento taumaturgico è prevalente. Sembra così che la
scrittura agiografica, a partire da questo momento e
per molti secoli, si presenti sotto due forme distinte:
da una parte troviamo testi evidentemente scritti per
un pubblico religiosamente colto, formato essenzialmente di monaci o dei chierici di una chiesa cattedrale
che, nella vita del santo fondatore della comunità o
del vescovo cittadino, cerca indicazioni preziose per la
realizzazione della propria esperienza religiosa. Abbiamo già visto che è questo, probabilmente, il significato
della vita di Benedetto da Norcia inserita nei Dialogi; è
certamente questo lo scopo per cui fu scritta, nella prima metà del VII secolo, la Vita Columbani, il più celebre dei monaci irlandesi fattisi ‘pellegrini per amore di
17
La santità medievale
Cristo’ sul continente e morto come abate del monastero appenninico di Bobbio. In queste opere l’elemento
meraviglioso non è certo assente ma la sua funzione è
quella di confermare la santità di un individuo la cui vita, il cui insegnamento, il cui comportamento quotidiano sono posti come modello da imitare. Accanto a queste vite troviamo le raccolte di miracoli; in questo tipo
di opere la santità non svolge alcuna funzione educativa (anche perché nulla o quasi nulla si dice del santo
taumaturgo cui sono attribuiti i miracoli) mentre prevalente è la celebrazione della virtus posseduta dalle reliquie del santo. Una visita alla tomba, un voto, un’offerta a questi personaggi di cui spesso si ignora tutto, diventano, per i semplici fedeli, che – non va mai dimenticato – sono in questi secoli totalmente analfabeti,
garanzia di efficace intercessione presso Dio per ottenere essenzialmente buona salute e un aiuto di fronte a
fame ed orrori della guerra.
Da questa duplice forma dello scritto agiografico si
può facilmente dedurre in cosa consistesse, nell’alto
Medioevo, il parlare dei santi. Monaci e chierici conservano nella memoria il ricordo della vita e degli insegnamenti di alcune personalità eccezionali; ai loro
racconti attingono tutti gli agiografi, che si fanno forti
di queste testimonianze di ‘testimoni oculari’ della santità. Quando poi il testo è disponibile, esso verrà letto,
commentato e meditato, così come le vitae patrum, le
vite dei santi monaci del tardo antico, durante le riunioni che, la sera, concludono la giornata di lavoro e
preghiera di una comunità monastica e sarà oggetto
delle letture durante i silenziosi pasti in refettorio. Questo tipo di utilizzazione del testo agiografico spiega bene perché non vi sia monastero che non possieda la
sua raccolta di testi agiografici, in cui – accanto alle biografie dei grandi santi del tardo antico, martiri e confessori – sono raccolti libelli che conservano memoria
dei santi venerati nella regione. Ma di santi si parla anche al di fuori delle comunità religiose, al popolo, di cui
fanno parte, indistintamente, i grandi di questo mondo
e i contadini che vivono sulle loro terre. Ai laici si parla dei santi per vantare proprio le loro capacità taumaturgiche, per promettere il loro favore o minacciare la
loro collera. Non per nulla nelle raccolte di miracoli
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
scritte intorno all’anno Mille, sono frequenti i racconti
delle terribili vendette esercitate dal santo nei confronti di chi aveva attentato alla sicurezza e alla ricchezza
della comunità religiosa di cui era patrono, era venuto
meno a un voto o, più semplicemente, aveva mostrato
di dubitare della sua santità.
In Occidente, a partire dall’inizio del IX secolo, quando si diffonde la convinzione che la presenza delle reliquie di un santo sia necessaria alla consacrazione di una
chiesa o di un altare, si scatena una vera e propria ‘caccia alle reliquie’. I corpi santi erano in effetti abbondanti soprattutto nelle regioni di più antica romanizzazione,
nelle terre, cioè, in cui le persecuzioni del tardo antico
avevano infuriato più atrocemente, causando la morte di
decine o centinaia di fedeli, la cui memoria martiriale era
stata devotamente conservata. Ricca come nessun’altra
città era naturalmente Roma. Totalmente prive di reliquie
erano invece le regioni di nuova cristianizzazione, con
l’eccezione dei pochi casi di martirio già segnalati. La vera e propria ondata di furta sacra, come sono stati felicemente definiti, o di traslazioni di reliquie concesse dai
pontefici romani quale dono ai grandi del mondo o alle chiese che volevano beneficare, diede vita ad un nuovo genere agiografico, la traslazione, in cui vita e caratteristiche del santo di cui vengono trasferite le spoglie
sono assolutamente inessenziali mentre, al centro dell’interesse dell’autore, sono i miracoli che si verificano
puntualmente lungo il cammino e, soprattutto, nella
nuova sede delle spoglie del santo.
Anche in questo caso, il nuovo genere letterario
delle traslazioni viene inaugurato da un assoluto capolavoro: si tratta dello splendido racconto che Eginardo, il biografo di Carlo Magno, ha consacrato al
racconto dell’avventuroso viaggio delle reliquie dei
SS. Pietro e Marcellino, che si era procurato, in modo illegale, a Roma.
Col nono secolo si assiste dunque ad una stabilizzazione dei tipi di racconto agiografico che resterà immutata per molti secoli con le caratteristiche che abbiamo segnalato. Il X secolo si distingue nel panorama per l’elevato numero di splendidi testi scritti, soprattutto da monaci, per celebrare le virtù di personaggi di grande rilievo: dal conte Gerardo di Aurillac,
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La santità medievale
biografato da Odone abate di Cluny, all’imperatrice
Adelaide, moglie di Ottone I le cui virtù vennero cantate da un altro abbate di Cluny, Odilone; dal fratello
dello stesso Ottone I, l’arcivescovo di Colonia Bruno,
a Giovanni, il più celebre abate della potente abbazia
lotaringica di Gorze. Si tratta di testi molto ricchi di
spiritualità ma che ebbero circolazione limitata a pochi
monasteri e chiese cattedrali. L’elevatezza del loro
messaggio, e la scarsità di miracoli narrati, li hanno resi poco comprensibili, e praticamente inutilizzabili per
quel pubblico laico per cui i santi erano essenzialmente dei grandi taumaturghi.
E’ questo uno dei casi in cui la mancanza di un
pubblico laico di lettori è più facilmente e dolorosamente percepibile; alcuni di questi testi si sono fortunosamente salvati in un solo esemplare e non stupisce
che nessuno di questi grandi eroi dello spirito abbia
avuto un culto durevole.
L’agiografia tardomedievale
Dopo il Mille si incominciano ad avvertire i primi
segni di quello che sarà il mutamento epocale nella
storia della santità; fino ad allora, come si è visto, il
culto nasceva su basi locali e richiedeva, per la sua ufficializzazione, al massimo la presenza del vescovo alla traslazione delle reliquie. Con l’affermarsi della riserva romana in materia di canonizzazione, anche l’agiografia assunse forme nuove. I papi, per procedere
al riconoscimento ufficiale della santità, richiedevano
infatti testimonianze sicure sulla vita del personaggio
in questione e sui miracoli che gli erano attribuiti. Le
vite, a partire dal XII secolo, si fecero dunque sempre
più attente a segnalare tutti quei tratti del candidato
alla santità che ne dimostravano la perfezione cristiana, e più scrupolosa e tecnica si fece la descrizione
del miracolo. Questi tratti si fecero ancora più evidenti quando, nel XIII secolo, prese forma definitiva il processo di canonizzazione. Le vite, da questo momento,
si presentano secondo due tipologie: o si tratta di testi
scritti per ottenere l’apertura di un processo, o l’opera
riassume i risultati dell’inchiesta che era stata condotta.
In entrambi i casi, anche se ancor più chiaramente nel
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Scrivere dei santi, parlare dei santi
secondo, le biografie perdono in freschezza, dovendo
rispondere ad una serie di quesiti sempre più tecnici in
materia di santità. Pochi, da questo momento, sono i
testi che possano gareggiare, sul piano letterario, con
quelli prodotti fino al Mille. Le eccezioni, come la vita
di Caterina da Siena, si spiegano per la difficoltà di proporre una forma di santità, femminile, laica e mistica,
che aveva pochi precedenti nella storia.
Ma è questo invece il momento in cui, finalmente,
il parlare dei santi assume connotati definiti, e chiaramente percepibili per lo storico. A partire dal XII secolo, ma soprattutto col XIII e la nascita degli Ordini
Mendicanti, specializzati nella predicazione ai laici, in
un serio e generoso tentativo di cristianizzare profondamente l’intera società, fiorisce anche la predicazione
de sanctis. Finalmente, a partire dalla fine del XIII secolo, possediamo anche delle note, prese dagli ascoltatori durante i sermoni di celebri predicatori, nell’ambiente universitario parigino come nella Firenze di
Dante. Sappiamo così che la festa del santo viene ormai celebrata regolarmente con un’omelia che ne illustra le virtù. Il santo non è più un modello per pochi
ma viene presentato come esempio per tutti i fedeli.
La prima conseguenza di questa nuova sensibilità del
mondo laico al fenomeno santità è la rapida trasformazione dell’onomastica: da questo momento, e per
secoli, i genitori battezzeranno i loro figli col nome del
santo che conoscono meglio e/o apprezzano di più. La
santità entra così definitivamente nell’esperienza quotidiana del cristianesimo occidentale.
Una più ampia presenza dei santi nella liturgia ha
reso necessario, nei secoli successivi al Mille, intervenire sui testi di passiones e vitae, spesso tanto lunghe
da occupare alcune decine di pagine a stampa, per abbreviarle e distinguerle in lectiones. I nuovi Ordini religiosi del XIII secolo che, in quanto Mendicanti, potevano disporre di somme ridotte per la copia o l’acquisto di libri, sentivano, d’altro canto, molto più di altri,
meno impegnati nella pastorale, la necessità di avere a
disposizione, in volumi facilmente trasportabili e di
agevole consultazione, le legendae necessarie alla quasi quotidiana predicazione de sanctis. Non stupisce perciò che sia proprio in ambito domenicano che assunse
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La santità medievale
forma definitiva la raccolta di legendae adbreviatae.
Dopo i primi tentativi di Jean de Mailly e di Bartolomeo di Trento, l’opera di Jacopo da Varazze, che data
degli anni intorno al 1260, raggiunse fama e diffusione
universale. La Legenda aurea, questo il titolo della raccolta, fu copiato in migliaia di esemplari in età medievale se più di mille codici sono sopravvissuti fino ai nostri giorni. Testo di edificazione e raccolta di materiale
per la predicazione, la Legenda aurea proponeva
una”selezione” all’interno della storia della santità cristiana, privilegiando martiri antichi e confessori dei primi secoli del Medio Evo, in una dimensione che si voleva “romana” ed universale. In un secondo tempo, in
molte regioni d’Europa, al corpus originario furono aggiunte sezioni, più o meno estese, per dare spazio a
forme di santità più moderne e, soprattutto, più radicate nella realtà locali. Fonte di ispirazione per migliaia
di predicatori di molti paesi, l’opera di Jacopo da Varazze ha segnato in modo indelebile l’arte, la letteratura e lo stesso rapporto dei fedeli con la santità.
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BIBLIOGRAFIA
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G. Philippart, Légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, Turnhout (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 24-25), 1977.
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PANORAMA STORIOGRAFICO
di Umberto Longo
Il fenomeno della santità cristiana non è nato e non
si è certamente concluso nel medioevo.
Per la storia della santità le periodizzazioni, le divisioni storiografiche tradizionali dimostrano tutto il loro carattere convenzionale. Le periodizzazioni valgono
infatti solo nella misura in cui ci si ricorda che esse
più che i fatti, le res gestae, i processi, insomma la Storia nel suo divenire, riguardano i fruitori della storia,
gli storici e i lettori. Chi componeva la Vita di un santo nel medioevo non pensava certamente di scrivere
solo di santità medievale, ma si riallacciava al suo passato fondante e qualificante, la Sacra Scrittura, dalla
quale nasceva e traeva possibilità di esistenza la santità e la storia stessa.
Se decidiamo di parlare di santità medievale operiamo una scelta storiografica che necessita di una specificazione. Intendiamo occuparci in questa sede delle
fonti relative alla santità composte nel periodo medievale e dei santi vissuti in tale epoca o in epoca precedente ma di cui siano state prodotte testimonianze
agiografiche durante il medioevo.
1. Santità e agiografia
Il termine sanctus non nasce con il cristianesimo,
ma era già usato nel mondo antico. Sanctus era un
titolo onorifico che poteva essere connesso a chi si
occupava del sacro, ma che comprendeva una sfera
di significati semantici più complessa e articolata.
Il fenomeno della santità quale noi comunemente
lo intendiamo è tuttavia essenzialmente cristiano e,
dunque, riguarda in particolare le regioni dove si è
affermato il cristianesimo. Esso ha il suo processo di
elaborazione e fissazione nell’incontro tra gli ultimi
sussulti della stagione antica e i primi singulti di una
nuova epoca che siamo soliti definire medioevo, utilizzando una terminologia che riflette, di fatto, un’interpretazione storiografica negativa nata dal disprezzo degli intellettuali umanisti e poi illuministi nei
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Panorama storiografico
confronti di un lungo periodo nel quale, al di là di
un’altalena di giudizi delle storiografie e delle società
delle epoche successive, hanno conosciuto le prime
elaborazioni e sperimentazioni tutta una serie di istituti, concezioni e usi che spesso fanno ancora parte
del nostro quotidiano e della nostra identità.
Tra i fenomeni che maggiormente caratterizzano il
medioevo trova sicuramente un posto di rilievo la santità che rappresenta, allo stesso tempo, uno dei picchi
del fascino della “leggenda rosa” del medioevo, immaginato come epoca di intenso fervore religioso e
spirituale, e allo stesso tempo uno dei massimi motivi
del disprezzo derivante dalla “leggenda nera”, che bolla il medioevo come epoca irrazionale e superstiziosa.1
In ogni caso la santità costituisce uno dei punti fermi
che rappresentano e caratterizzano il medioevo nell’immaginario collettivo. Se la santità conosce nel medioevo alcune tappe fondamentali della sua storia, dalla sua affermazione nel corso della tarda antichità e del
primo medioevo, con l’estensione del concetto di santità dai martiri ai confessori, fino alla sua istituzionalizzazione con lo sviluppo e il disciplinamento del processo di canonizzazione nel XIII secolo, è tuttavia solo l’età della riforma e della controriforma che segna
l’inizio della disciplina agiografica propriamente detta,
intesa come studio critico dei documenti e delle fonti
relative alla santità.
Il termine agiografia può generare confusione poiché esso è comunemente impiegato in due accezioni. Con agiografia si indica sia la letteratura che la disciplina, cioè sia le fonti, la produzione narrativa e
letteraria sulla santità che gli studi, la produzione critica e storiografica avente come oggetto la santità e il
culto dei santi. Per ovviare a questa possibile confusione, in tempi recenti, Réginald Grégoire ha proposto nel suo manuale di adottare il termine agiografia
per la letteratura sulla santità e il termine agiologia
per gli studi critici.2 A proposito della semantica agiografica, Guy Philippart ha ricostruito minuziosamente
la storia dell’impiego dei due termini a partire dalle
loro prime attestazioni, ma a tutt’oggi non si è affermata una precisa terminologia per distinguere la letteratura dalla disciplina agiografica.3
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La santità medievale
2. La letteratura agiografica
2.1 Generi e forme
La scrittura sulla santità abbraccia un campo assai
vasto di possibilità e annovera una serie di generi più
o meno codificati.
Vitae
Specificatamente dedicati alle figure dei martiri sono gli Atti e le Passioni. Queste ultime, più sviluppate
in senso narrativo, non sono sempre relative ai primi
martiri cristiani, essendo state composte anche a proposito di personaggi che hanno subito il martirio in età
successive all’epoca delle persecuzioni romane.4 Il genere più immediatamente legato alla santità medioevale è quello delle Vite dei santi.
Mentre negli Atti e nelle Passioni dei martiri il racconto del martirio costituiva il cardine attorno al quale ruotava la narrazione della quale spesso era l’unico
argomento, le Vite dei santi si propongono di narrare
l’intera esistenza eccezionale e la perfetta aderenza ai
valori cristiani dei protagonisti. Per fare questo gli autori delle Vite, gli agiografi, hanno a disposizione due
modelli di riferimento: il bivoz classico e la Bibbia. Anche per l’agiografia i cristiani possono attingere alle
due grandi eredità costituite dalla cultura classica pagana e dalla cultura giudaica. La tradizione classica offriva modelli formali come la biografia, l’elogio, il panegirico, l’apologia, la lode commemorativa, mentre la
tradizione biblica offriva anche modelli di riferimento
per i temi e i contenuti. Le Vite dei santi se potevano
trovare nei generi e negli autori classici un modello formale, tuttavia per la finalità e i contenuti se ne discostavano completamente e si riagganciavano direttamente alle sacre scritture – agiografia per eccellenza – delle quali intendevano costituire una sorta di proseguimento. In questo senso, all’interno della letteratura
agiografica, dovrebbe essere considerata anche la produzione apocrifa, a metà tra il genere biblico e quello
agiografico. I testi apocrifi, prodotti a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, nel corso del medioevo
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Panorama storiografico
hanno conosciuto la stagione più importante della loro
tradizione e per il loro carattere narrativo sono stati
in osmosi costante con il genere delle Vite dei santi,
costituendo parte del bagaglio immaginario e topico
degli agiografi.
Il genere delle Vite dei santi è stato intensamente
coltivato lungo tutto l’arco del medioevo; nell’alto medioevo esso ha rappresentato una parte cospicua della
produzione narrativa raggiungendo anche picchi di
qualità letteraria e testimoniando efficacemente i valori
spirituali e culturali dell’epoca. Se pure la struttura formale poteva richiamarsi ai modelli classici, l’intento delle Vite non era quello di ricostruire le vicende biografiche del santo protagonista in un’ottica meramente storica e cronologica. Le narrazioni agiografiche non prendevano in considerazione ogni singolo momento delle
vite dei protagonisti con la medesima attenzione, ma si
soffermavano sui momenti e gli episodi ritenuti più significativi per porre in evidenza le qualità e le virtù caratteristiche dei santi che proponevano come esempi.
Una Vita poteva essere scritta da un autore di chiara fama o da un semplice chierico o monaco appena al
di sopra della soglia della scolarizzazione; senza dubbio
vi sono profonde differenze di stile, modi, committenze
e finalità all’interno della produzione letteraria agiografica medioevale. Ciò non di meno si possono individuare caratteristiche generali che sono rispettate lungo
tutto il corso del medioevo. Una scansione canonica
della Vita di un santo può essere quella che prevede tre
parti: prologo, testo e, assai spesso, miracoli finali. Il testo non seguiva necessariamente un andamento cronologico, che narrasse la vita del santo dalla nascita alla
morte, poiché, come si è già accennato, un’importanza
assai maggiore era connessa al racconto delle virtù del
santo e alla rappresentazione delle caratteristiche della
sua santità che non alla ricostruzione e successione
esatta degli avvenimenti della sua esistenza.
La letteratura agiografica, peraltro, in questa sua attitudine rispecchiava fedelmente le priorità della cultura e
della psicologia medievale, assai differenti da quelle care alla nostra sensibilità e al nostro gusto, privilegiando
la rappresentazione simbolica rispetto alla esatta aderenza ai canoni spazio-temporali o di verosimiglianza.
27
La santità medievale
Anche se di contenuti, forma e tenore letterario disomogenei nella stragrande maggioranza dei testi delle Vite dei santi si possono però ravvisare delle costanti a proposito di passaggi fondamentali quali quelli relativi alla conversione e alla morte dei protagonisti. A seconda dei periodi e degli ambienti poteva essere dato più o meno peso a temi o rubriche riprese
dalla biografia classica quali, ad esempio, il genos, cioè
a dire la rubrica dedicata alle origini familiari e sociali del santo o la paideia, rubrica dedicata alla formazione culturale e/o spirituale del protagonista della
narrazione. Nell’agiografia galloromana e poi in quella
carolingia aveva grande peso nel testo la formazione
culturale e la descrizione delle attività intellettuali dei
santi protagonisti; al contrario in un testo prodotto in
un ambiente rigorista le qualità intellettuali e le attività
culturali erano neglette o sottaciute. Un’attenzione costante però può essere riscontrata a proposito del racconto della morte dei santi, elemento delicato e importantissimo tanto per gli agiografi e i loro fruitori
che, più in generale, per l’uomo medievale.
L’agiografia, e precipuamente la Vita di Benedetto
di Norcia narrata da Gregorio Magno nel secondo libro dei Dialogi, contribuì in maniera determinante al
successo della regola di Benedetto all’interno del monachesimo altomedievale e allo stesso tempo al peso
religioso, sociale e culturale che il monachesimo stesso andò acquisendo nella società occidentale.
Nel corso del VII e dell’VIII secolo gli ideali ascetici
del monachesimo informarono il concetto di santità della società e tale fatto si riverberò nella letteratura agiografica. Il genere delle Vite ebbe come protagonisti soprattutto, anche se non esclusivamente, i monaci. Accanto ad essi la letteratura agiografica continuò ad annoverare i vescovi, che assolvevano le funzioni fondamentali
per le comunità cristiane di protezione e patrocinio e che
erano i rappresentanti di una santità che invece di rinunciare al mondo sceglieva di operarvi consapevolmente.
In questo periodo, però, le Vite dei monaci non sono esclusivamente imperniate sulla rappresentazione di
una santità ascetica segregata dal mondo, ma registrano
sensibilmente un nuovo fenomeno, destinato ad aver ripercussioni profonde sulla società occidentale, costituito
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Panorama storiografico
dalla vocazione missionaria del monachesimo, benedettino e non. L’agiografia testimonia e propaganda lo sviluppo e il ruolo avuto dal movimento monastico missionario insulare nella cristianizzazione del continente. F.
Prinz ha definito tale monachesimo irofranco in quanto
espressione del fecondo incontro tra il monachesimo insulare, irlandese e anglosassone, e la società continentale, specialmente quella merovingia.
La missione, l’evangelizzazione, la peregrinatio pro
Dei amore animano le pagine degli agiografi e divengono le caratteristiche di una santità che trova i suoi maggiori rappresentanti e i suoi massimi punti di riferimento
in personaggi del calibro di Colombano, Bonifacio, dei
loro numerosi discepoli fino ad arrivare ai primi rappresentanti del mondo – e dell’agiografia – carolingi, quali
ad esempio, il monaco Alcuino.
Accanto a vescovi e monaci in questo periodo la letteratura agiografica acquista nuovi protagonisti nei nobili soprattutto nell’area del regno franco.
Proprio la nobiltà come virtù essenziale e caratteristica della santità assunse un ruolo di grande peso nell’agiografia merovingia, al punto che l’essere di nobili natali divenne una sorta di elemento topico nelle Vite dei
santi. In questo senso la produzione agiografica se da un
lato si dimostra uno strumento sensibile a registrare le dinamiche della società e l’affermarsi di nuovi ceti, dall’altro permette di comprendere appieno – stante anche la
penuria di fonti di altro genere – i rapporti sociali e le
priorità culturali di un mondo di cui riflette fedelmente i
quadri mentali.
Anche per la storia della letteratura agiografica uno
snodo importante fu costituito dall’epoca carolingia,
momento intenso di riorganizzazione culturale e religiosa, di risistemazione linguistica e concettuale che
ebbe profonde ripercussioni in numerosi campi, tra i
quali la teologia, la liturgia e l’agiografia. Nel periodo
carolingio si può ravvisare una volontà di normalizzazione e disciplinamento anche nella sfera del culto dei
santi. A partire dalla Admonitio generalis di Carlo Magno nel 789 e poi negli atti di vari concili nel corso del
IX secolo sono contenuti pronunciamenti di diritto ecclesiastico in materia di riconoscimento dei santi e norme relative al trasferimento di reliquie.
29
La santità medievale
La letteratura agiografica conosce in età carolingia un
profondo rinnovamento e un incremento sensibile. L’agiografia, infatti, entra massicciamente nella pratica liturgica grazie anche all’iniziativa del pontefice Adriano I
che rinnovò la tradizione della chiesa romana consentendo la lettura di Passioni e Vite di santi non solamente nelle chiese che erano dedicate a un certo santo. Tale circostanza comporta un rapido proliferare di leggendari che saranno adottati per secoli in chiese e monasteri
lungo tutto il continente europeo. La produzione letteraria agiografica conosce un’impennata non solo nella
quantità, ma anche nella qualità. Accanto alla produzione di tipo seriale, anonima e di scarso valore letterario,
vengono redatti testi di pregevole fattura, che si impongono come modelli, ad opera di autori del calibro di Alcuino. L’agiografia anonima non è però priva di interesse poiché nella proposizione di questo o quel topos così come nella scelta di modelli cui conformarsi si evidenziano le opzioni spirituali, religiose e culturali di un
ambiente determinato o di una società. Questa considerazione sposta il discorso sul carattere attualizzante dell’agiografia, che trova evidenza particolare in epoca carolingia nella pratica delle riscritture agiografiche che conosce un momento di intensa diffusione. Sicuramente l’esigenza di migliorare il latino incerto di testi prodotti in
precedenza costituisce uno dei motivi principali che
spingono chierici e monaci carolingi a intervenire, ma
non è assolutamente da escludere anche l’esigenza di attualizzare e armonizzare l’esperienza di santità presentata in Vite e passioni lontane con le sensibilità religiose e
spirituali che si vanno affermando. Il nuovo gusto letterario e la rinnovata attenzione per la perfezione formale
della lingua e della poesia si traducono anche in una imponente produzione di letteratura agiografica in versi.
Traslationes e Racconti di miracoli
Oltre che per le Vite dei santi quella carolingia è
un’epoca importante anche per la produzione e la normalizzazione di altri generi agiografici, quali le Traslationes e i Libelli miraculorum, che riguardano due elementi fondamentali del culto dei santi: le reliquie e i miracoli. Le Translationes sono un genere agiografico che
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Panorama storiografico
ha come oggetto principale più che il martire o il santo, il corpo, le reliquie di questi. Dal III secolo è attestato lo sviluppo di una teologia del martirio in seguito
alla quale si diffuse l’uso di edificare davanti alle tombe
dei martiri altari all’interno dei quali venivano conservate le loro spoglie. Dalla memoria speciale per questi defunti si passò alla devozione e dalle preghiere per i martiri si passò a quelle ai martiri sempre più concepiti come intercessori. Il potere dei martiri e dei santi, “compagni invisibili” dei fedeli, fu individuato nel loro corpo,
prova evidente della sopravvivenza dell’anima dopo la
morte e ponte speciale tra l’umano e il divino.5 Il corpo
divenne il catalizzatore della sacralità e della potenza del
santo che si manifestava attraverso il potere taumaturgico. I resti corporei dei santi, le reliquie, godettero di un
culto potente e speciale, non necessariamente dipendente dal santo. Il caso più celebre è quello delle reliquie dei martiri Gervasio e Protasio che alla fine del IV
secolo a Milano “autocertificarono” la propria identità
operando miracoli che condussero i fedeli a ricostruire
a chi potessero appartenere ossa anonime e portentose.
Dopo aver ammesso la liceità del trasferimento e
la possibilità di smembramento di corpi santi, le autorità ecclesiastiche nei confronti del fenomeno delle
reliquie non mantennero sempre un atteggiamento
uniforme. Accanto a un’azione mirante a scoraggiare
l’idolatria per le reliquie e a porre in evidenza il rapporto tra santità di vita e potenza del corpo morto, le
istituzioni ecclesiastiche in conseguenza dell’enorme
successo del culto furono spinte spesso a una gestione disinvolta delle reliquie. Nell’altomedioevo i
furti e il traffico di reliquie assunsero proporzioni rilevanti e contribuirono in maniera efficace alla diffusione del cristianesimo impreziosendo le chiese di
area franca e germanica e muovendo gli appetiti di
prelati, sovrani e imperatori che, come nel caso di
Ottone I, diedero vita a una vera e propria “grande
rapina dei corpi santi”. La grande diffusione di reliquie e il relativo exploit del culto furono lanciati e
sostenuti dall’ingente produzione agiografica delle
Translationes, che non trattavano la vita dei santi
quanto il trasferimento delle loro reliquie e i miracoli che esse ottenevano per coloro che si affidavano al
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La santità medievale
loro potere. All’interno di una produzione tanto vasta
quanto disomogenea per forma e tenore, meritano di
essere ricordate per le ripercussioni sul culto o per
l’interesse letterario almeno i racconti riguardanti il
trasferimento delle reliquie di san Benedetto da Norcia dall’abbazia di Montecassino a Fleury dove furono poste nel cuore della nuova abbazia di San Benedetto divenendo un fattore determinante per la diffusione del culto del santo abate e la Translatio et
miracula sanctorum Marcellini et Petri. Quest’opera
fu composta nell’830 da Eginardo, il celebre biografo
di Carlo Magno, e presenta caratteristiche esemplari sia
per i motivi e le finalità alla base della compilazione
di questo tipo di letteratura che per i criteri e le modalità compositive. Eginardo compone l’opera poiché
ha costruito una basilica su un terreno che gli è stato
donato dall’imperatore Ludovico e deve dedicarla a un
santo. Gli servono delle reliquie e per ottenerle non
c’è che da recarsi a Roma e procurarsele. La Translatio narra del viaggio a Roma della delegazione franca,
dei modi scaltri con cui si impossessa delle reliquie e
del ritorno oltralpe dove il viaggio si trasforma in una
solenne processione accompagnata da visioni e premonizioni sul luogo dove stabilire il santuario delle reliquie. La narrazione si conclude con una serie di miracoli avvenuti nel luogo ove sono state poste le reliquie che diventa immediatamente un centro di pellegrinaggio. L’esemplarità dell’opera di Eginardo risiede,
oltre che nella vivida descrizione dei modi con i quali si ottenevano le reliquie, anche nella testimonianza
sul valore della reliquia come strumento di potere non
solo religioso, ma anche politico e sociale attraverso il
controllo e la gestione della sacralità.
Tali tipi di racconti incentrati sulla inventio, o sulla
solenne elevatio delle reliquie in luoghi visibili e prestigiosi o sul trasporto dei preziosi resti in nuove chiese o
presso nuove comunità conobbero la loro stagione più
fortunata, anche se non esclusiva, soprattutto tra alto e
pieno medioevo, accompagnando e documentando il
grande flusso di reliquie che dalle catacombe, dai luoghi di sepoltura dei martiri ricoprì tutta la cristianità di
una fitta trama di punti di confluenza simbolica e sociologica e di aggregazione religiosa e identitaria.
32
Panorama storiografico
Il miracolo è l’attestazione più evidente del potere
del santo tanto da vivo che da morto. La letteratura
agiografica è intrisa di narrazioni relative ai miracoli. La
centralità del miracolo in ogni forma di santità non è
testimoniata solo dal fatto che tanto le Passioni, le Vite dei santi che le Translationes sono costellate di miracoli e prodigi operati per mezzo dei santi e dei loro
resti corporei, ma trova evidenza anche nel fatto che il
miracolo è l’oggetto di un genere agiografico specifico.
Raccolte di miracoli sono state prodotte sin dalla tarda
antichità; lo stesso Agostino oltre a testimoniare della
pratica dei Libelli miraculorum, prende posizione nei
confronti del problema del miracolo e, in particolare,
dei miracoli contemporanei dedicando ai miracoli che
si operavano per mezzo delle reliquie del protomartire
Stefano una lunga e meditata riflessione che si articola
in più opere, dai sermoni al XXII libro del De civitate
Dei, con profonde e durevoli ripercussioni. Lungo tutto il corso del medioevo un nutrito numero di autori
del calibro di Gregorio di Tours (Liber de virtutibus
sancti Iuliani, Libri de virtutibus sancti Martini) o, in
seguito, il cardinale eremita riformatore Pier Damiani
(De variis miraculosis narrationibus, De bono suffragiorum et variis miraculis, praesertim Beatae Virginis),
l’abate cluniacense Pietro il Venerabile (Liber de miraculis) o il cistercense Cesario di Heisterbach (Dialogus
miraculorum), per non citarne che alcuni, si sono cimentati in questo genere agiografico. Accanto ai grandi autori, il genere dei Libelli miraculorum si compone di una enorme quantità di anonime raccolte di miracoli certificati dai notai per promuovere o confermare il culto di un santo o, nel basso medioevo, per istruire un processo di canonizzazione.6
Il miracolo non può essere considerato come “un
elemento inquinante” all’interno della narrazione
agiografica; esso per lo scrittore, il pubblico e i protagonisti dell’evento miracoloso è un fatto, un evento
storico e come tale ormai la critica storiografica lo
considera esaminando la produzione agiografica che
lo riguarda come una testimonianza preziosa sulla
realtà sociale e culturale all’interno della quale si è
prodotto l’evento miracoloso e ne è stata elaborata la
codificazione letteraria.
33
La santità medievale
Il miracolo è dotato di una sua autonomia rispetto
alla santità e agli stessi generi agiografici. Non è inconsueto nel periodo medievale trovare racconti di miracoli e avvenimenti prodigiosi in generi come le cronache, gli annali o i resoconti di viaggi che non hanno rapporti immediati con l’agiografia. A questo proposito va notato come spesso sia possibile riscontrare
una “labilità di confini” tra i generi nella produzione
agiografica e tale osservazione potrebbe estendersi alla letteratura medievale in generale.
In questo senso possono essere menzionati in questa rassegna generi che solo in senso lato sono assimilabili alla produzione agiografica intersecandosi solo talvolta con essa. È il caso della produzione omiletica o degli Itineraria.
Si è parlato in precedenza di spostamenti di reliquie; naturalmente, non solo le reliquie viaggiavano,
ma erano anche e soprattutto i fedeli a recarsi presso
le tombe dei martiri e dei santi per motivi devozionali, penitenziali, o anche seguendo motivazioni che oggi potremmo definire di turismo religioso.
A partire dai primi secoli della Chiesa la pratica del
pellegrinaggio acquisì un’importanza notevole e crescente nella vita religiosa cristiana. Le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma o quella dell’apostolo Giacomo in Galizia, per non citare che gli esempi più eclatanti, divennero quasi immediatamente poli di attrazione fenomenale per i fedeli di tutto l’orbe cristiano. Insieme al culto si svilupparono le strade, gli insediamenti lungo di esse e la letteratura che riguardava i santuari e i pellegrinaggi ad essi diretti. Ben presto fu elaborata una letteratura specifica dedicata ai pellegrini con
indicazioni sui percorsi da seguire, i santuari da visitare
e – fatto più rilevante ai nostri fini – con una raccolta
di notizie sulle vicende e i miracoli relativi ai santi oggetto di venerazione con lo scopo principale di promuoverne il culto. In questo senso un nitido esempio è
costituito dalla compilazione conosciuta come Liber
sancti Jacobi redatta nel XII secolo, che raccoglie insieme a una guida ad uso del pellegrino per raggiungere
Santiago de Compostela, testi liturgici e cronachistici (il
racconto della spedizione di Carlo Magno dello Pseudo
Turpino), la Vita dell’apostolo Giacomo e il resoconto
34
Panorama storiografico
dei miracoli operati per mezzo della sua intercessione.
Ma già ben prima, dalla tarda antichità e nel corso della stagione altomedioevale, erano stati prodotti esempi di letteratura di questo genere con gli Itineraria romana o quelli relativi alla Terra Santa. Per non citare
che due esempi si ricordano la Peregrinatio sanctae
Paulae di Girolamo e il più tardo Hodoeporicon sancti Willibaldi ad opera della monaca Ugheburga.7
Sermoni
Anche il genere letterario dei sermoni, se non può
essere considerato un genere agiografico, è però spesso in stretti rapporti con l’agiografia per gli argomenti
e le funzioni. La letteratura omiletica era composta a
partire da temi di argomento biblico, morale, teologico, ma anche agiografico. Venivano infatti composti
sermoni dedicati ai santi da leggersi in occasione della ricorrenza della loro festa. Il calendario liturgico cristiano era scandito oltre che dalle ricorrenze relative alla vita e alla figura di Cristo, (Pasqua, Natale ecc.), anche da quelle relative ai martiri e ai santi di cui sia a
livello universale che locale si celebrava il dies natalis.
I sermoni di carattere agiografico venivano letti in
chiesa o all’interno delle comunità monastiche e potevano avere, dunque, tanto funzioni liturgiche che
parenetiche, per l’edificazione pubblica o privata dei
religiosi e dei fedeli attraverso la produzione dei Sermones de sanctis. Il peso crescente che assunse la
predicazione nella vita religiosa soprattutto cittadina a
partire dal XIII secolo per mezzo dei nuovi ordini
mendicanti è all’origine di una nuova stagione della
produzione agiografica.
Exempla, Legendae novae e raccolte agiografiche
Agli ordini mendicanti fu assegnata dal papato la
missione di una azione pastorale energica in grado di
riguadagnare alla Chiesa masse di fedeli spesso sfiduciate e contaminate dal proliferare di eresie. Le esigenze della pastorale richiedettero relazioni strette tra
la predicazione e generi legati all’agiografia quali gli
exempla, le legendae novae e le raccolte agiografiche,
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La santità medievale
che costituirono serbatoi fondamentali per la predicazione. È stato notato come soprattutto per gli ultimi secoli del medioevo legenda agiografica, exemplum omiletico e novellistica volgare appaiano essere “settori testuali fortemente collegati fra loro”.8 Se gli exempla e
le raccolte agiografiche non sono una novità peculiare del basso medioevo, lo è senz’altro la legenda nova. Si tratta di un nuovo tipo di produzione agiografica che abbrevia la forma dei testi delle Vite dei santi
in modo da renderle più funzionali per la trascrizione
su codici di formato più piccolo e dunque più maneggevole e poter allo stesso tempo disporre di un
ampio repertorio di testi su figure agiografiche che oltrepassavano la dimensione locale. Tra XIII e XIV secolo si moltiplicarono le raccolte agiografiche di siffatte caratteristiche che si rivelavano utilissimi strumenti
per l’edificazione privata e pubblica e furono prodotte soprattutto in ambito domenicano.
L’esempio più celebre è rappresentato dalla celebre Legenda Aurea redatta dal vescovo domenicano
Jacopo da Varagine dopo la metà del XIII secolo. Si
tratta di un’opera che costituisce un crocevia nel
quale confluiscono e si intersecano una serie di generi e che condensa una serie di occasioni di produzione agiografica. Essendo le centottantadue Vite
disposte da Jacopo secondo il circolo dell’anno liturgico l’opera presenta una sua unitarietà che trascende la lettura delle singole Vite e si ricompone
nel grande quadro generale che segue il ritmo delle
partizioni dell’anno.
Le raccolte agiografiche esistevano anche prima;
nella storia degli ordini monastici i leggendari, codici manoscritti che raccoglievano una serie di testi
agiografici di carattere narrativo, si erano rivelati strumenti duttili e efficienti per la pratica liturgica e devozionale favorendo la diffusione di culti tra i monasteri attraverso i contatti e gli scambi.
La sostanziale novità delle raccolte agiografiche
del tipo della Legenda Aurea risiede nelle particolari
caratteristiche (forma abbreviata dei testi, formato dei
codici) nelle finalità e le funzioni. Tale tipo di raccolta non si identifica e non si esaurisce in alcun modello o genere precedente: non è stringata come un
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Panorama storiografico
calendario o un martirologio, non presenta un ristretto orizzonte tematico come le raccolte di vite di
santi contenute nei leggendari dei secoli precedenti,
non è legata ad alcuna precisa occasione liturgica, né
è destinata specificamente alla lettura pubblica o privata o presenta il carattere transitorio di un sermone.
Nella duttilità sta la cifra più evidente e vincente dello straordinario successo della Legenda Aurea in
particolare e di questo tipo di produzione agiografica in generale.
Il considerare le raccolte agiografiche come prodotti coerenti e non come somma di testi agiografici si
evince dal fatto che se si leggono le singole vite contenute nella raccolta non si coglie il disegno unitario
che si recupera solo considerando il prodotto nel suo
insieme organico e coerente di strumento capace di
proporre attraverso le Vite abbreviate modelli che, anche se non strettamente imitabili, rappresentano valori
cui tendere e conformarsi e allo stesso tempo esempi
del repertorio narrativo relativo alla santità nella società
tardomedievale.
Legato alla santità bassomedievale è poi un altro tipo di produzione di carattere agiografico, quello degli
atti dei processi di canonizzazione prodotti a partire dal
XII secolo. Pur non essendo testi letterari sono però
preziosi testimoni delle concezioni relative alla santità e
più in generale delle rappresentazioni mentali e delle
ideologie della società degli ultimi secoli del medioevo.9
La scrittura agiografica
Un’ultima considerazione può essere fatta allargando il discorso dai generi e le forme della produzione
agiografica nel medioevo alla scrittura agiografica in
sé. Si è fin qui potuto vedere come i generi non siano sempre contraddistinti da rigide definizioni e si è
fatto cenno di come talvolta elementi propri dell’agiografia, quali ad esempio i racconti relativi a miracoli, compaiano in opere che non hanno rapporti immediati con la letteratura agiografica. Per il medioevo
va tenuto in considerazione come non sempre la scrittura agiografica sia incasellabile in un genere preciso
e codificabile, facendo capolino spesso anche in altri
37
La santità medievale
contesti. Come dimensione della scrittura che meglio
era in grado di veicolare certi tipi di messaggi e come patrimonio espressivo immediato per autori che di
norma erano monaci o chierici per i quali era un procedimento naturale tanto il ricorso a tale tipo di patrimonio quanto l’utilizzo delle potenzialità offerte dal
discorso agiografico nell’argomentare e spiegare.
Queste osservazioni spostano il discorso in un’altra
direzione che qui vuole essere solo segnalata e si propone come osservazione metodologica e problematica.
Dai generi e le forme si può spostare l’attenzione sulla
scrittura agiografica e le sue funzioni nella prospettiva
di un allargamento della riflessione alla luce delle recenti acquisizioni storiografiche sui problemi di genere
e di identità dei testi. In questo senso l’attenzione deve
essere spostata dall’identità del testo agiografico all’identità della scrittura agiografica in un senso più lato e
l’analisi deve essere focalizzata su come sia concepito il
mezzo espressivo offerto dalla scrittura agiografica e come un autore usi le possibilità che questo offre.
Si può parlare non solo di generi dell’agiografia
ma di una dimensione agiografica della scrittura che
è utile per esprimere e veicolare determinate concezioni. Tale fatto è particolarmente evidente a proposito degli exempla o, più in generale, in numerosi casi
in cui in un’opera si intende proporre un modello di
comportamento morale o si intende veicolare un assunto relativo all’ideologia religiosa dell’autore o dell’ambiente che scrive.
Non si tratta di tentare di proporre una sorta di “imperialismo agiografico” nei confronti di una parte della letteratura medievale, proponendo una senza dubbio forzata “agiografizzazione” della scrittura, ma si intende solo portare la riflessione sull’identità dell’agiografia “come prodotto culturale caratterizzato da finalità e caratteri propri”, con la consapevolezza della
possibile fragilità dei confini tra generi letterari.10
La crescente sensibilità con cui la storiografia ha
preso in esame la produzione agiografica medievale
ha messo in evidenza come essa non possa essere
considerata un insieme omogeneo, ma come sia assai
più corretto parlare di generi agiografici distinti, dalle
Passiones, alle raccolte di miracoli, dalle Translationes
38
Panorama storiografico
alle Vitae, dei quali si è dato conto in questa rapida e
sommaria rassegna.11 Le classificazioni tipologiche elaborate dalla lunga tradizione della disciplina agiografica sono senza ombra di dubbio valide, ma va ricordato che se esistono generi letterari agiografici distinti è
però altrettanto vero che non possono essere sottovalutati per l’agiografia i problemi “di confine o commistione” con altri generi letterari, o con altri campi come
la liturgia, la predicazione, il rapporto con l’immagine
e con la tradizione orale.12
2.2 I luoghi dell’ agiografia
Dopo aver brevemente delineato i generi e le forme
non è inutile soffermarsi sui luoghi e i modi concreti della produzione dei testi agiografici e sui motivi e le finalità che ne presiedevano la redazione. Luoghi d’elezione
per la produzione agiografica medievale erano senza
dubbio gli scriptoria monastici ed ecclesiastici, all’interno
dei quali venivano composti, ricopiati o rielaborati i testi
in codici che avevano differenti funzioni e che costituivano, dunque, i contenitori e i veicoli di diffusione della
produzione agiografica. Varie e articolate sono le tipologie dei manoscritti agiografici nel medioevo a seconda
delle funzioni che dovevano assolvere. Altrettanto varie
sono le denominazioni con cui sono stati definiti i manoscritti di contenuto agiografico. Una prima macrodistinzione può essere effettuata dividendo i codici agiografici in due categorie a seconda che fossero destinati
all’uso liturgico o meno. Secondo questa classificazione
vanno menzionati innanzitutto i lezionari e i leggendari,
intendendosi con il termine lezionari i codici esemplati
per un utilizzo liturgico che presentano una divisione dei
testi agiografici in lezioni, mentre con il termine leggendari i manoscritti contenenti testi agiografici che non presentano segni di divisione liturgica e che dunque non sono stati concepiti inizialmente per l’ufficio liturgico ma
per la lettura pubblica o privata. All’interno di queste due
categorie gli specialisti hanno distinto una serie di sottotipologie più particolari secondo i tipi, la forma e il contenuto dei testi. Accanto a lezionari e leggendari agiografici troviamo i Libelli che contenevano una sola legenda o un insieme di testi dedicati a un singolo santo.
39
La santità medievale
Vi è poi una nutrita serie di tipi di manoscritti che, pur
non essendo specificatamente agiografici, potevano contenere materiale agiografico: i breviari, nei quali insieme
a una serie di testi per la celebrazione dell’ufficio liturgico erano inseriti estratti dalle Vite e le Passioni; i martirologi storici che in corrispondenza delle feste dei santi
potevano integrare nella notizia estratti o talvolta intere
Passioni o Vite; i Miracula; le raccolte di exempla che
potevano annoverare racconti agiografici nel repertorio
di temi designati a illustrare la predicazione; i codices miscellanei che al loro interno insieme a lettere e trattati di
contenuto spirituale o teologico, sermoni, preghiere potevano contenere testi agiografici; le raccolte agiografiche
concepite e compilate da un singolo autore, quali ad
esempio il Liber in gloria martyrum di Gregorio di
Tours, o il Memoriale sanctorum di Eulogio di Cordova.13
I codici sono i luoghi che hanno conservato e tramandato il patrimonio letterario agiografico medievale,
ma l’agiografia ha trovato anche altre forme di espressione che quelle letterarie. Il ricordo e la rappresentazione della santità non venivano fissati solo attraverso la
scrittura, ma anche mediante le immagini. Al pari dei testi, le immagini agiografiche sono testimonianze preziose sulle concezioni della santità nel medioevo. Non erano assolutamente infrequenti i casi di figure di santi sottoposte a continui adeguamenti a seconda dell’evolversi
delle concezioni teologiche e dogmatiche. Proprio una
delle caratteristiche della cultura medioevale, la tendenza
ad interpretare tutto in chiave simbolica, rende di grande interesse lo studio dell’iconografia e la considerazione delle immagini relative alla santità come preziose fonti storiche, laddove per immagini si intendono una grande quantità di cose, dalle miniature nei codici alle vetrate, le tavole e i cicli di affreschi nei luoghi di culto.14
2.3 Produzione, funzioni e fruizioni
Alla base della produzione di un testo agiografico
si può individuare un duplice ordine di motivazioni riconducibili da una parte all’esigenza di elaborare e fissare la memoria storica di una esperienza di santità
che si vuole ricordare e dall’altra alla necessità di disporre di una memoria per il culto. 15
40
Panorama storiografico
Alla finalità di ricostruire la memoria storica di un
santo si associa quella di promuoverne o corroborarne il culto, o quello per le sue reliquie o per il luogo
che le ospita.
Lo stretto legame con il culto costituisce una delle
caratteristiche peculiari della produzione agiografica,
nella duplice funzione di strumento per la celebrazione e per la promozione. Tale legame contribuisce anche a conferire all’agiografia una dimensione attualizzante; il fatto che essa sia un prodotto con una continuità di utilizzo comporta che i testi siano in osmosi
costante con gli orientamenti religiosi della società e
degli ambienti che li utilizzano.
Le funzioni peculiari della produzione agiografica
hanno portato spesso nel medioevo a un processo di
riattualizzazione dei testi attraverso procedimenti di riscrittura e di metamorfosi di cui la tradizione manoscritta offre ampia e chiara testimonianza. Alla base
delle riscritture agiografiche vi sono una serie di motivi, da quelli di ordine letterario, quali, ad esempio, l’esigenza di traduzioni o di un miglioramento linguistico o stilistico, a quelli più propriamente religiosi con
una rappresentazione delle caratteristiche della santità
del protagonista più consona alle concezioni religiose
dell’epoca o dell’ambiente all’interno del quale si produce la nuova scrittura. L’attualizzazione del testo agiografico poteva avvenire mediante aggiunte, attraverso
l’inserzione di prologhi miranti a evidenziare l’esemplarità del santo, di episodi riguardanti la vita del santo o miracoli da lui operati, o mediante accorciamenti, come nel caso delle legendae novae che a partire
dal XIII secolo abbreviano sistematicamente i testi delle Vite dei santi e delle Passioni per renderli più fruibili e più consoni alle esigenze della pastorale. Alla base delle riscritture potevano esserci però anche motivi
ideologici, di politica ecclesiastica, o di mero prestigio
politico, come ad esempio il ricorso alla tradizione
agiografica per rivendicare l’antichità e il prestigio di
dinastie e istituzioni politiche o ecclesiastiche, o per
puntellare pretese su reliquie, diritti o possedimenti.
Il continuo processo di riattualizzazione dei testi
agiografici è una delle testimonianze più chiare sulle
particolari caratteristiche di questo tipo di prodotto
41
La santità medievale
letterario che codifica e trasmette una memoria storica
in rapporto dialettico con il presente che la accoglie e
la rielabora incessantemente.
La produzione di un testo agiografico assolve una
serie di funzioni legate al culto, all’edificazione, alla
propaganda e al prestigio dell’istituzione che lo confeziona. Due componenti fondamentali del processo
di produzione sono la committenza e gli agiografi.16
Perché un testo agiografico venga redatto è necessario che vi sia qualcuno (un monastero, una chiesa locale, un vescovo, un sovrano, un nobile, ma anche
una confraternita, una corporazione o un gruppo di
devoti e, a partire dagli inizi dei processi di canonizzazione, chi promuove una causa di santità) che ha
bisogno di un documento che fissi la memoria su una
determinata esperienza di santità. Perché questo avvenga è necessario ricorrere al lavoro di uno scrittore che materialmente raccolga i dati e ordini i contenuti secondo la forma e i propositi richiesti dal committente. La compilazione di un testo agiografico richiede un insieme di conoscenze, competenze e tecniche storiche, bibliche, teologiche. Il contenuto di
un testo agiografico è formato fondamentalmente da
due categorie di dati: i fatti specifici che riguardano
l’oggetto della narrazione (il santo protagonista, le reliquie, il santuario ecc.) e i temi parenetici che il redattore attinge dal patrimonio delle sue conoscenze
bibliche, agiografiche, teologiche e morali.17
Il lavoro dell’agiografo consiste nell’amalgamare
correttamente nella sua composizione: i fatti storici
riguardanti il santo di cui scrive, la tradizione agiografica cui egli fa riferimento e la concezione della
santità sua e/o dell’ambiente che ha commissionato
l’opera.
L’agiografo è un personaggio fondamentale nella
letteratura agiografica. Sembra un’osservazione banale, ma lo è meno di quanto si possa credere, poiché
assai spesso in passato nei riguardi di questa figura
di scrittore la storiografia ha assunto posizioni di indifferenza e pregiudizio svalutandone in molti casi
l’opera oppure tendendo a concentrare l’attenzione
esclusivamente sui santi protagonisti delle narrazioni
agiografiche.
42
Panorama storiografico
Allorché si prenda in considerazione la letteratura
agiografica è fuorviante sottovalutare il ruolo di questo
personaggio, poiché davanti ogni santo rappresentato
in un testo agiografico si cela il suo agiografo, che ha
una sua posizione spirituale e religiosa, e nel presentare il santo interviene con la sua specifica sensibilità,
cultura, ideologia, con le sue esigenze e i suoi scopi.
L’agiografo è sempre un filtro tra la vicenda storica del
santo e la sua rappresentazione agiografica, allo stesso
modo del caso della valutazione e dello studio di uno
storico e delle res gestae che racconta.
Trascurare questo fatto rischia di non far comprendere nella sua globalità e in tutta la sua complessità la
singola narrazione e, in generale, la letteratura agiografica come prodotto spirituale, religioso e culturale.
Dopo una lunga stagione in cui l’interesse per la letteratura agiografica era concentrato esclusivamente sui
santi e sulle manifestazioni del loro culto, negli ultimi
decenni gli studi agiografici hanno dedicato un’attenzione sempre maggiore alla letteratura agiografica come prodotto culturale e alla figura degli agiografi come
elemento rilevante non solo all’interno della storia della letteratura agiografica, ma anche nel più ampio quadro della storia del fenomeno della santità.18 Attraverso
una sempre più approfondita conoscenza sui processi
di produzione, sulle modalità, le tecniche e le finalità
che presiedono alla produzione agiografica è possibile
comprendere meglio anche il valore testimoniale della
letteratura agiografica rispetto alle esperienze di santità
nel loro reale e concreto portato evenemenziale.
Gli agiografi sono stati definiti con felice espressione da Guy Philippart come “microcosmi del loro tempo”, in quanto grazie all’analisi della loro opera e delle loro posizioni si possono ricostruire oltre che le
concezioni religiose, gli atteggiamenti culturali e sociali dell’epoca in cui essi scrivevano.
Chi erano gli agiografi? La letteratura agiografica dell’occidente medievale cristiano è veramente consistente; la Bibliotheca hagiographica latina, fondamentale
repertorio di tutti i testi dedicati ai santi nel medioevo,
elenca 13523 testi agiografici e a questa già di per sé
considerevole cifra va aggiunta a partire dal X secolo la
letteratura in lingue vernacolari meno sistematicamente
43
La santità medievale
repertoriata e, dunque, meno conosciuta. Recentemente per colmare questa lacuna è apparsa la Biblioteca
Agiografica Italiana, meritoria impresa ad opera della
Ecole française e della Fondazione Ezio Franceschini. Ci
troviamo di fronte a un corpus davvero imponente che
è il risultato del lavoro di un numero enorme di autori. È logico che il tenore, così delle opere come degli
scrittori, sia disomogeneo. Sin dai primi secoli del cristianesimo si sono cimentati nella letteratura agiografica autori celebri, del calibro di Atanasio, Girolamo, Sulpicio Severo, Venanzio Fortunato, Gregorio Magno, e
più tardi Beda, Alcuino, Pier Damiani, Bernardo o Bonaventura, per citare solo alcuni tra i tanti. In autori di
questo livello è particolarmente interessante analizzare
la riflessione sulla santità e la dialettica che inevitabilmente si viene a creare con il santo oggetto del loro
scrivere, si pensi a celebri coppie santo/agiografo come
Paolino e Felice da Nola, Gregorio Magno e Benedetto
da Norcia o Pier Damiani e Romualdo. In questo tipo
di produzione si registra anche una dimensione autobiografica nella scrittura che non va ricercata soltanto
nelle inserzioni di ricordi personali o di spunti autobiografici da parte degli autori, quanto piuttosto nel
gioco di specchi che si instaura tra l’agiografo, i suoi
ideali di perfezione e la sua esperienza esistenziale e
l’oggetto del suo scrivere, il santo.
Accanto ad autori e opere di altissimo livello destinati a rimanere un punto fermo della letteratura cristiana medievale, esiste un esercito anonimo di monaci e chierici che hanno dato vita a una produzione
agiografica di tipo seriale e standardizzata. Anche se
talvolta di infimo valore letterario anche questo tipo di
produzione presenta un notevole motivo di interesse;
attraverso il confronto, per così dire “interno” alla letteratura agiografica e ai suoi molteplici generi, si possono comprendere i mutamenti nei riguardi della rappresentazione e concezione della santità. In quest’ottica risulta particolarmente proficuo e illuminante lo studio delle già menzionate riscritture agiografiche, nelle
quali si possono individuare oltre ai motivi della necessità di una nuova scrittura su di un santo, anche le
differenze rispetto alla prima redazione e i mutamenti
di prospettiva in relazione ai valori religiosi e culturali.
44
Panorama storiografico
Le caratteristiche di riadattamento della produzione
agiografica medievale fanno sì che si possa parlare oltre che delle figure degli agiografi anche dei quelle degli “editori” di testi agiografici, intendendo con il termine edizione l’insieme di operazioni relative alla “selezione, alla messa in forma grafica e materiale e alla diffusione dei testi”.19
Il problema della diffusione dei testi agiografici è collegato alle funzioni e alle fruizioni. Tra le principali funzioni della produzione agiografica si devono ricordare
l’uso liturgico e quello edificatorio e devozionale. I testi
agiografici venivano letti in chiesa in occasione delle feste dei santi, nel corso dell’ufficio liturgico e soprattutto
durante il mattutino insieme a letture di argomento biblico e patristico. La quantità e le modalità delle letture
agiografiche sono variate nel medioevo a seconda dei
luoghi e delle epoche. Con alcune eccezioni la lettura
di testi agiografici durante il corso della messa è un’usanza che è cessata già durante l’altomedioevo e dall’VIII secolo le testimonianze sono assai rare. Oltre che
in chiesa l’agiografia veniva letta anche nel refettorio,
durante i pasti – come prescriveva la Regola di san Benedetto – o anche al capitolo prima dell’ora di compieta. Questo per quanto concerne la lettura pubblica dei
testi agiografici. In alcune regole, trattati ascetici o testi
normativi si raccomanda ai membri di comunità religiose anche la lettura in privato di testi edificanti e agiografici. Quanto è stato detto riguardava però essenzialmente monaci e chierici; per quanto concerne i fedeli
laici la fruizione della letteratura agiografica come uditori e lettori si diffuse soprattutto negli ultimi secoli del
medioevo, attraverso la predicazione e la divulgazione
delle raccolte agiografiche con le legende novae.
In questo periodo lo sviluppo della vitalità delle città
europee e la nascita degli ordini mendicanti hanno
profondi riflessi sui culti e la religiosità. I mutamenti che
si producono con l’affermarsi di una società urbana incidono anche sulla santità, meno connessa con le funzioni ecclesiastiche e che coinvolge sempre maggiormente i laici e in particolare le donne, che acquisiscono una visibilità sul piano religioso attraverso le esperienze mistiche e la pratica di virtù cristiane consone alla vita cittadina.
45
La santità medievale
2.4 L’agiografia come fonte storica
La Vita di un santo è una forma letteraria specifica
per mezzo della quale viene resa paradigmatica un’esperienza di vita cristiana ritenuta perfetta, da parte di
uno scrittore e/o di un ambiente, che all’agiografia affidano la fissazione della memoria, la promozione di
un culto e nella quale riflettono la propria concezione
della santità. Le fonti agiografiche ormai sono recuperate nella famiglia delle fonti storiche, in qualità di fonti che pur con le loro caratteristiche e regole peculiari costituiscono testimonianze di eccezionale pregnanza per la ricerca volta alla comprensione non solo della storia religiosa, ma anche di quella culturale, sociale e politica dell’occidente cristiano. Esse costituiscono
un serbatoio non solo quantitativo – soprattutto in secoli, come quelli altomedievali per i quali scarseggiano fonti scritte – ma anche qualitativo per seguire i
grandi processi di trasformazione che hanno segnato il
millennio medievale.
Le risorse offerte dallo studio delle fonti agiografiche sono ingenti e, soprattutto dopo l’abbondante sviluppo degli studi nel corso del secolo scorso, esse non
possono assolutamente più essere considerate e esaminate come episodici, fantasiosi e poco affidabili documenti del sentimento religioso dai quali trarre occasionalmente notizie e informazioni sulla vita dei santi
e sulla società nella quale essi vissero.
I risultati ottenuti dalla critica agiografica, che vanta
una lunga tradizione iniziata dall’imponente impresa
dei Bollandisti, sui quali si tornerà nel paragrafo successivo, ma che, soprattutto negli ultimi decenni, ha conosciuto un fervore di studi e di sviluppi metodologici
e tematici, hanno ampiamente riscattato le fonti agiografiche dallo status di fonti considerate “minori”, dimostrandone l’assoluto rilievo per la ricerca storica.
La crescente sensibilità con cui la storiografia ha
preso in esame le fonti agiografiche medievali ha
messo in evidenza come esse non possano essere
considerate un insieme indifferenziato, ma come esse
si diversifichino in una serie di generi e siano in contatto con altri campi quali la liturgia, la predicazione,
l’iconografia e il folklore. Allo stesso modo la ricerca
46
Panorama storiografico
agiografica si avvale di più approcci euristici e metodologici, non limitandosi solo a quelli legati alla ricerca storica, ma coinvolgendo anche altre discipline
come la letteratura, l’antropologia o la storia dell’arte.
La scrittura agiografica, con il suo lessico e la sua
morfologia, è in osmosi costante non solo con gli ideali di santità, ma con le peculiarità culturali e ideologiche di un ambiente e, più in generale, di una società
in una determinata epoca. Ogni racconto agiografico è
poi in stretto rapporto con la tradizione agiografica nel
cui solco si inserisce e, dunque, tanto le convergenze
quanto le differenziazioni che ogni singola opera agiografica presenta, risultano significative per la valutazione da parte degli storici sia dell’identità del testo
agiografico, che dell’universo culturale e sociale nel
quale esso è stato redatto.
Attraverso il racconto agiografico si possono comprendere gli ideali di santità di un ambiente (istituzione ecclesiastica, comunità monastica o cittadina, dinastia, eccetera), ma anche i progetti religiosi, politici e
economici che sono sottesi e connessi alla produzione
di un’opera agiografica e alla promozione di un culto.
Uno degli aspetti più interessanti dello studio delle
fonti agiografiche è costituito dalla ricerca delle motivazioni alla base della promozione della santità, che spesso travalica il versante religioso o spirituale veicolando
anche istanze ideologiche, politiche e/o economiche.
Tali osservazioni portano a considerare il problema della “costruzione della santità”, rispetto al quale vanno
analizzate tanto le “pressioni esterne“ alla base della
promozione della santità, quanto, per quel che riguarda
il testo agiografico, l’intervento e il ruolo dell’agiografo
su cui ci si è soffermati nel paragrafo precedente.20
La crescente consapevolezza della moltitudine e articolazione dei temi e problemi che le fonti agiografiche contribuiscono a rischiarare ha favorito l’eliminazione dei pregiudizi della storiografia nei confronti dell’agiografia. Una rigogliosa fioritura di studi agiografici
attesta ormai da qualche decennio come le fonti agiografiche siano definitivamente uscite dalla sacrestie per
trasferirsi stabilmente negli “ateliers” degli storici e come esse siano considerate un utile strumento per comprendere ideali e politiche religiose e non solo.
47
NOTE
1. Sulla leggenda rosa e la leggenda nera del medioevo cfr. G.
Duby – B. Geremek, Passions communes. Entretiens avec Philippe
Sainteny, Paris 1992.
2. R. Grégoire, Manuale di agiologia. Introduzione alla letteratura agiografica, Fabriano 1987.
3. G. Philippart, Hagiographes et hagiographie, hagiologes et
hagiologie: des mots et des concepts, in Hagiographica 1 (1994),
pp. 1-16.
4. Cfr. qui G. Barone, Scrivere dei santi, parlare dei santi.
5. P. Brown, The cult of the saints, Chicago University Press,
Chicago-London 1981 (trad. it. Il culto dei santi, Torino 1983).
6. Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. Boesch Gajano e
M. Modica, Roma 1999.
7. Su questo tipo di letteratura si rinvia a: J. Richard, Les récits
de voyages et de pèlerinages, Turnhout, 1981 (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 38).
8. R. Rusconi, La predicazione: parole in chiesa, parole in piazza, in Lo spazio letterario del medioevo. 1. Il Medioevo, vol. II. La
circolazione del testo, direttori: G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menestò,
Roma 1994, p. 594. Cfr. C. Delcorno, Exemplum e letteratura. Tra
medioevo e Rinascimento, Bologna 1989.
9. Su questo tipo di fonti agiografiche cfr.: A. Vauchez, La sainteté en Occident aux derniers siècles du Moyen Age, Rome 1981.
10. Sul concetto del “passaggio dal problema dell’identità del
testo al problema dell’identità dell’agiografia come prodotto letterario complessivo”, cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, in Morfologie sociali e culturali in Europa tra tarda antichità e alto Medioevo, Spoleto 1998 (Settimana del Centro italiano di Studi sull’alto
medioevo, 45), pp. 811-7.
11. Si è avuto modo di citare l’impresa della Typologie des sources du Moyen Age, sotto la direzione di Léopold Genicot. Numerosi volumi sono stati dedicati alle diverse categorie di fonti agiografiche. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, 24-25, Turnhout 1977; cfr.: J. Dubois, Les martyrologes du moyen age latin, 26, Turnhout 1979; M. Heinzelmann,
Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, 33,
Tornhout 1979; M. Sot, “Gesta episcoporum, gesta abbatum”, 37,
Tornhout 1981; P. Dinzelbacher, “Revelationes”, 57, Turnhout 1991;
A. G. Martimort, Les livres de lecture liturgique, 64, Turnhout, 1992.
48
Panorama storiografico
12. Cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, pp. 802-3, 815-7.
13. Sui manoscritti agiografici, le loro tipologie le loro caratteristiche cfr. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques.
14. Cfr. C. Frugoni, Le immagini come fonte storica, in Lo
spazio letterario del medioevo. 1. Il Medioevo, vol. II. La circolazione del testo, pp. 721-737.
15. Cfr. S. Boesch Gajano, La santità, pp. 37 sgg.
16. Sulla storia del termine “agiografo” cfr.: G. Philippart,
Hagiographes et hagiographie, pp. 1-16.
17. Cfr.: Manuscrits hagiographiques et travail des hagiographes, Etudes réunies par M. Heinzelmann, Sigmaringen 1992,
in particolare: F. Dolbeau, Les hagiographes au travail: collecte
et traitement des documents écrits (IXe-XIIe siècles), pp. 49-76.
18. Mi riferisco in particolar modo alla pubblicazione della
collana: Hagiographies, sous la direction de G. Philippart. Nell’introduzione al primo volume è chiaramente esplicitato come
campo d’indagine specifico dell’impresa non siano tanto i santi
o il mondo nel quale essi hanno vissuto, quanto gli agiografi e
le loro opere.
19. Cfr. G. Philippart, Pour une histoire générale, problématique et sérielle, de la littérature et de l’édition hagiographiques
latines de l’antiquité et du moyen âge, in Cassiodorus. Rivista di
studi sulla tarda antichità, 2 (1996), pp. 197-213.
20. Cfr. F. Scorza Barcellona, Un’agiografia per l’età contemporanea, in Santi del novecento. Storia, agiografia, canonizzazioni, a cura di F. Scorza Barcellona, Roma 1998, pp. 8-12.
Cfr. inoltre S. Boesch Gajano, Agiografia altomedioevale, Bologna 1976, introduzione; P. Delooz, Sociologie et canonisation,
Liège – La Haye, 1969 (Collection scientifique de la Faculté de
Droit de l’Université de Liège, 30).
49
La santità medievale
3. La disciplina agiografica
3.1 Nascita della disciplina agiografica
Il medioevo è stato una stagione eccezionale per lo
sviluppo e l’articolazione della letteratura agiografica,
ma la nascita della disciplina agiografica intesa come
metodo critico e “ramo della scienza storica” risale solo all’epoca moderna. Si tratta di un processo lungo e
articolato, che ha conosciuto più fasi ed è stato generato e stimolato da fenomeni di portata epocale che
hanno scosso la storia religiosa, politica e culturale
dell’Europa, quali la riforma protestante e, in seguito,
l’affermazione della critica razionalista.
I primi abbozzi di un approccio critico nei confronti dei testi e della tradizione agiografica si possono ravvisare già nelle raccolte di Vite di santi dell’umanista milanese Mombrizio che intorno al 1480 pubblicò il Sanctuarium e nel Santilogium del canonico
regolare Giovanni Gielemans degli stessi anni.
È però a partire dal XVI secolo che si cominciano a
elaborare regole di critica a proposito dell’agiografia sotto la sferza degli attacchi protestanti che individuano
proprio nei testi agiografici fantasiosi e falsi documenti
capaci solo di creare credenze erronee e fuorvianti rispetto a una vera fede scevra dalle scorie della superstizione. In questo clima vengono prodotte in ambito
cattolico alcune opere, ispirate da un’esigenza di tipo
dottrinario a difesa del culto dei santi, l’Hagiologium del
Witzel intorno al 1540, gli otto volumi delle Sanctorum
priscorum Patrum Vitae ad opera di Luigi Lippomano
pubblicate tra 1551 e 1560 e, infine, il De probatis Sanctorum historiis, in sei volumi più un settimo di indici ad
opera del certosino Laurentius Surius, tra 1570 e 1575.
In queste imponenti raccolte agiografiche gli autori cercano di adottare criteri editoriali più sicuri rispetto ad
opere precedenti non trincerandosi dietro un’aprioristica
e ottusa difesa della tradizione agiografica. In particolare il Surius che, partendo dal lavoro del Lippomano raccoglie circa ottocento Vite di santi, cerca di trarre il suo
materiale da fonti note o comunque affidabili per la loro antichità e quando la lingua è particolarmente oscura interviene sul testo apportando correzioni.
50
Panorama storiografico
L’agiografia diventa uno dei campi su cui si esercitano furiose polemiche e su cui si affilano armi sempre più precise dal punto di vista del metodo critico e
filologico per dimostrarne la veridicità da una parte e
la falsità dall’altra.
Intorno alla metà del XVI secolo la storiografia protestante elaborò alcuni dei suoi frutti più maturi, grazie
soprattutto al contributo dell’umanista istriano Matthias
Vlacich che latinizzò il suo nome in Flacio Illirico.
Divenuto protestante in Germania questi entrò nel vivo delle lotte teologiche del tempo nelle quali ebbe notevole rilievo come storico, approfondendo la concezione dei testes veritatis, cioè uomini di santa vita che avevano protestato contro la decadenza della Chiesa e la
prepotenza del papato, e preparando e organizzando
una monumentale storia della Chiesa. Dopo lunghe ricerche mise insieme la sua prima opera storica dal caratteristico titolo Catalogum testium veritatis, qui ante
nostram aetatem pontificihus romanis eorumque erroribus reclamarunt et pugnantibus sententiis scripserunt,
pubblicata a Basilea nel 1556.
In seguito Flacio mise in cantiere la sua storia della Chiesa, che ideata già nei primi anni cinquanta fu
però realizzata più tardi quando Flacio poté contare
su un gruppo di collaboratori. Il primo volume uscì a
Basilea nel 1559 e la pubblicazione si protrasse fino
al 1574. L’impostazione dell’opera è rivelata già dal titolo: Ecclesiastica Historia integram Ecclesiae Christi
ideam…secundum singulas centurias perspicuo ordine complectens; si tratta di una storia della Chiesa per
secoli (centurie) da Cristo al secolo XIII, donde i collaboratori, che percorsero tutta l’Europa di biblioteca
in biblioteca alla ricerca di testi e documenti utili, vennero detti centuriatori. Dal V secolo in poi essa – sebbene sia un’opera polemica e spesso tendenziosa –
costituisce la prima grande storia della Chiesa nel medioevo colmando così una lacuna della cultura contemporanea e superando l’indifferenza umanistica per
questo tipo di problemi.
Una simile iniziativa non mancò di sollecitare una risposta cattolica che si articolò su vari livelli. La frenetica
attività di ricerca documentaria per costituire pezze d’appoggio alla polemica dottrinale ebbe come conseguenza
51
La santità medievale
lo sviluppo di una sempre maggiore sensibilità critica nei
confronti della tradizione documentaria producendo effetti considerevoli anche sull’agiografia.
Il teologo domenicano Melchiorre Cano († 1560) nel
suo celebre trattato De locis theologicis prese posizione
nei confronti dei danni causati alla fede cattolica dalle
falsificazioni in materia agiografica, invocando una maggiore prudenza e un più acuto senso critico.1 Nel 1580
il pontefice Gregorio XIII diede l’incarico all’autorevole
cardinale Sirleto di preparare l’edizione di un martirologio romano ufficiale che affiancandosi alla parallela sistemazione del calendario giuliano avrebbe dovuto
esprimere con chiarezza la posizione ufficiale della Chiesa romana nei confronti del culto dei santi attraverso
un’attenta opera di sistemazione e disciplinamento della
materia affidata a un’apposita commissione di studiosi e
eruditi sotto la guida dell’oratoriano Cesare Baronio. I lavori dell’équipe si articolarono in più fasi e nel 1586 uscì
l’edizione definitiva provvista dei commenti (notationes)
dello stesso Baronio.
Nell’opera di studioso di Cesare Baronio, creato cardinale nel 1596, si può ravvisare la più organica e duratura risposta cattolica ai centuriatori. Dal 1588 al 1607
egli, aiutato da una schiera di eruditi, provvide a pubblicare gli Annales Ecclesiastici, una storia della chiesa
fino all’anno 1198. Il carattere annalistico permetteva un
racconto più esteso e minuto anche di fatti particolari e
l’impiego davvero cospicuo di fonti e documenti. L’opera del Baronio e dei suoi continuatori fu caratterizzata
dall’impiego e dal vaglio accurato di una mole imponente di fonti documentarie alla luce della consapevolezza dottrinaria che poiché i cattolici erano nella verità,
più venivano resi noti i fatti del passato, più avrebbero
contribuito a corroborare la verità della fede cattolica.
Ne derivò un potentissimo risveglio erudito che si
diffuse per tutta l’Europa e al quale si affiancò un progresso degli studi classici, orientalistici e biblici, stimolati tutti dalla polemica religiosa.
Lo studio della storia dei santi conquistò una crescente attenzione in questa temperie che rese possibile
la nascita della agiografia come disciplina e il suo contributo di non piccola rilevanza all’affermazione del metodo critico applicato alla storia.
52
Panorama storiografico
3.2 I bollandisti
La necessità di possedere documenti sui santi sicuri e liberati dagli elementi apocrifi ispirò la laboriosa opera del gesuita Eriberto Rosweyde o Roswey.
Questi, dopo una lunga ricerca negli archivi e nelle
biblioteche belghe, pubblicò ad Anversa nel 1607 i
Fasti sanctorum quorum vitae in belgicis bibliothecis
manuscriptae asservantur. Nella prefazione dell’opera
Rosweyde lanciò il progetto di un’impresa di grande
respiro: si trattava di raccogliere tutte le Vite e i documenti sui santi in diciotto tomi ordinati secondo il
calendario liturgico.
L’ambiziosa impresa auspicata dal Rosweyde per la
gloria della Chiesa cattolica e per la quale egli chiedeva ampia collaborazione incontrò perplessità anche all’interno del mondo cattolico. Di tali perplessità si fece
portavoce il cardinal Bellarmino che giudicò il progetto improbo per la titanica mole di lavoro che esso richiedeva e per la pericolosità insita nella pubblicazione di materiale che nella sua forma originale e antica
poteva ritorcersi contro la Chiesa. Le obiezioni del prelato, se testimoniano efficacemente il clima di polemica teologica e dottrinale, attestano anche che non era
sfuggita la novità radicale proposta dal gesuita belga
nello studio della santità.
Nonostante le riserve, Rosweyde decise di proseguire nella sua strada, nel 1615 pubblicò dieci volumi
di Vitae patrum, ma non poté portare a termine la
sua opera principale a causa della sua prematura
scomparsa nel 1629.
L’eredità di Rosweyde non rimase sterile e fu accolta da due suoi confratelli, Jean Bolland e il suo allievo e collaboratore Gotfrid Henschen. Bolland riprese il materiale lasciato dal Rosweyde, ampliò e precisò il progetto che sfociò dopo più di dieci anni di intenso lavoro nella pubblicazione a Anversa nel 1643
del primo tomo relativo ai santi del mese di gennaio
degli Acta sanctorum quotquot toto orbe coluntur vel a
catholicis script oribus celebrantur. A partire da questa
data ebbe inizio un’impresa editoriale che si è articolata lungo ben tre secoli e che ha fino ad ora prodotto sessantasette volumi dal 1° gennaio al 31 ottobre, di
53
La santità medievale
cui i primi cinquanta pubblicati ad Anversa, uno a
Tongerloo e gli altri a Bruxelles. La pubblicazione del
primo tomo degli Acta sanctorum può essere considerata come il vero e proprio atto di nascita della disciplina agiografica, ma l’impresa degli Acta sanctorum
nel suo insieme costituisce un vero e proprio monumento della cultura europea i cui contributi esulano
dalla sfera religiosa, costituendo un patrimonio della
cultura storica e scientifica in generale. Già all’indomani della pubblicazione del primo tomo suscitò enorme
impressione la nuova impostazione metodologica che
rappresentava “uno dei primissimi esempi del metodo
critico applicato alle fonti”.2 Nella prefazione al tomo
Jean Bolland dà conto della metodologia seguita e fissa una serie di punti fermi che si manterranno nel tempo al pari dell’impostazione generale dell’opera. Alla
base di tutto stava il criterio di veridicità; non è concepibile aggiustare o intervenire sul testo agiografico
con finalità apologetiche; devono essere pubblicate le
vite e le notizie sui santi il cui culto sia stato approvato dalla santa sede o per i quali è riscontrabile un culto molto antico. Per ogni giorno del calendario viene
stilata una lista di santi secondo l’ordine cronologico
della loro esistenza; vi è poi una seconda lista relativa
ai santi praetermissi, cioè a tutti quei personaggi che
devono essere scartati da quella data, o perché la loro festa cade in un altro giorno o perché la loro santità è dubbia e non si hanno attestazioni sicure e antiche del culto. Dopo questa previa distinzione viene
redatta una sylloge critica, che raccoglie tutte le notizie che è stato possibile trovare qualora non vi siano
atti relativi ai santi ovvero un commentarius praevius
nel caso in cui siano disponibili atti e testi agiografici.
A questo può seguire poi una notizia, la gloria postuma relativa alla storia del culto del santo in questione. Nessun campo di investigazione è trascurato per
la completezza del dossier, dall’indagine filologica a
quella epigrafica o archeologica.
Le prime generazioni di studiosi gesuiti che continuarono l’opera presero il nome di “bollandisti” dal
nome dell’iniziatore degli Acta sanctorum e fornirono
un impulso essenziale alla nascita e all’affinamento del
metodo critico.
54
Panorama storiografico
Superata la palestra che era stata la polemica teologica e dottrinaria dell’epoca della riforma, un vero
progresso per la storia della disciplina agiografica e
più in generale per la storia della critica avvenne
quando il dubbio divenne “esaminatore”, cioè quando
per dirla con il celebre storico Marc Bloch “furono via
via elaborate regole oggettive che tra verità e menzogna permettevano di effettuare un vaglio”.3
Nel clima culturale in cui vide la luce il Discours
de la méthode di Cartesio, la partecipazione dei bollandisti all’affinamento di metodologie di analisi della documentazione improntate al criterio di veracità
si rivelò decisiva. In particolare l’esponente più eminente della seconda generazione di studiosi bollandisti, Daniele Papebroch († 1714), ebbe un ruolo di
primo piano nel vivacissimo dibattito culturale della
sua epoca. Il Papebroch nel 1675 pubblicò, come introduzione al II tomo degli Acta sanctorum relativo
al mese di aprile, il Propylaeum antiquarium circa
veri ac falsi discrimen in vestustis membranis, serrata e rigorosa trattazione sulle norme per l’analisi critica dei documenti. L’applicazione rigorosa del metodo critico provocò ai bollandisti anche la condanna
dell’inquisizione spagnola, causata da una celebre
polemica dell’ordine Carmelitano contro il Papebroch
che aveva messo in discussione la tradizionale tesi
carmelitana dell’origine dell’ordine direttamente dal
profeta Elia. Il Papebroch, tra l’altro, diede un contributo decisivo, anche se indiretto, alla nascita della
disciplina della critica dei documenti d’archivio, attraverso le feconde controversie con Jean Mabillon, il
quale nel corso di una disputa con il bollandista pubblicò nel 1681 i sei volumi del De re diplomatica,
opera che sancisce l’inizio della diplomatica intesa
come scienza che ha per oggetto lo studio critico dei
documenti.
La pubblicazione degli Acta sanctorum e la ricca
messe di studi e ricerche che i bollandisti hanno corredato alla loro impresa principale rappresentano un
patrimonio ininterrotto da ormai più di tre secoli e
tale continuità costituisce una duplice ricchezza sul
versante della storia della cultura. Infatti, se da un lato l’esperienza bollandista ha offerto un contributo
55
La santità medievale
costante alla tradizione di studi agiografici e religiosi
attraverso risultati metodologici che esulano dalla
semplice disciplina agiografica, dall’altro permette di
avere sempre il polso della situazione rispetto alla
“continua ridefinizione del concetto di verità agiografica” all’interno del dibattito storiografico al quale
sempre gli studiosi bollandisti hanno partecipato attivamente nel corso di tutta l’età moderna, contemporanea e fino ai nostri giorni.4
3.3 La disciplina agiografica nel corso dell’età
moderna e contemporanea
Anche se spesso ne hanno costituito le punte più
avanzate, non sono stati certo esclusivamente gli eruditi bollandisti a dedicarsi agli studi agiografici nel corso dell’età moderna. Sin dagli esordi della disciplina
agiografica intesa “come ramo della scienza storica” i
padri Maurini si sono distinti per l’acribia critica e la
qualità dei loro contributi.
Di Jean Mabillon si è già accennato a proposito
della pubblicazione del suo De re Diplomatica, cui si
deve affiancare l’iniziativa, più squisitamente agiografica, degli Acta sanctorum ordinis sancti Benedicti,
pubblicati in nove volumi in folio tra 1668 e 1701. A
tale importante pubblicazione, organizzata non secondo l’ordine del calendario come gli Acta sanctorum
dei Bollandisti, ma secolo per secolo, parteciparono
anche dom Luc d’Achery (m. 1685), maestro del Mabillon, e Tierry Ruinart (m. 1709), che collaborò con
Mabillon e Edmond Martène anche alla redazione degli Annales ordinis sancti Benedicti, rispetto ai quali
gli Acta sanctorum ordinis sancti Benedicti si pongono come una sorta di pendant agiografico. Oltre che
dai Maurini, nel corso del XVII secolo la disciplina
agiografica ebbe notevoli contribuiti anche da eruditi
di altri ordini religiosi.
Per quanto riguarda gli ordini mendicanti tra i vari
eruditi si può segnalare Serafino Razzi (m. 1613), che
compose una raccolta di Vite di santi dell’ordine domenicano, o il vescovo di Pozzuoli Domenico Maria
Marchese (m. 1692) al quale si devono i sei volumi in
folio del Sacro diario domenicano. Il francescano
56
Panorama storiografico
Arthur de Moustier (m. 1682) tra le altre opere pubblicò nel 1638 un Martyrologium franciscanum. Se dei
benedettini si è già parlato a proposito delle importanti
iniziative dei padri maurini, alle quali si può aggiungere il Martyrologe des saints de l’ordre de saint Benoît
(1629), ad opera di Hugues Ménard, per i cistercensi
va ricordato Crisostomo Henriquez al quale si devono
le due raccolte Fasciculus sanctorum ordinis cisterciensis (1623) e Menologium cisterciense (1630). Altre
opere agiografiche dedicate ai santi degli ordini religiosi furono poi quelle composte dall’agostiniano
Georges Maigret che nel 1612 pubblicò l’Iconographie
des martyrs augustins e nel 1625 la Martyrographie
augustinienne, e dal Ghinius cui si devono nel 1621 i
Natales sanctorum canonicorum regularium.
Gli studi e, soprattutto, le raccolte agiografiche non
furono però appannaggio esclusivo degli ordini religiosi, ma costituirono una produzione davvero imponente strettamente connessa non solo alla religiosità e
alla devozione, ma alle stesse identità politico-territoriali e istituzionali dell’Europa moderna.
L’impresa bollandista lungi dall’arrestare lo sviluppo
della produzione agiografica funse da stimolo per una
impressionante proliferazione di raccolte agiografiche di
carattere più o meno locale, che – anche se di norma di
ben altro tenore e portata rispetto agli scopi e ai criteri
selettivi bollandisti – si inserirono nel dinamico processo di costruzione dell’Europa moderna costituendo “un
vero e proprio termometro della religiosità del quotidiano e delle modalità del suo inquadramento istituzionale”.5 Per quanto riguarda l’Italia il servita Filippo Ferrari
compose due Cataloghi, uno dedicato ai santi d’Italia,
nel 1613, e uno riferito ai santi che non comparivano nel
martirologio romano, nel 1625; mentre il cistercense Ferdinando Ughelli (m. 1670) compose l’Italia sacra. Tra le
opere legate a un ambito di carattere regionale si segnalano quelle di Ludovico Jacobilli che dedicò una serie di opere ai santi dell’Umbria tra le quali la più celebre è la raccolta del 1647: Vite de’ santi e beati dell’Umbria e di quelli, i corpi de’ quali riposano in essa provincia. L’erudito Pietro Maria Campi tra 1651 e 1662 pubblicò in tre volumi Dell’historia ecclesiatica di Piacenza
[…] nella quale si spiegano le attioni de’ santi, de’ beati
57
La santità medievale
e de’ vescovi della città di Piacenza [...]. L’abate camaldolese Silvano Razzi nel 1593 pubblicò le Vite de’ santi
e beati toscani, mentre per la Sicilia va ricordata la figura e l’opera del gesuita Ottavio Caetani di cui nel 1657
uscirono postume le Vitae sanctorum Siciliae.
Per quanto concerne l’Europa vanno segnalate una
serie di opere che già nel titolo testimoniano la loro dimensione territoriale. Il gesuita Matteo Raderus pubblicò
nel 1615 una Bavaria sancta, e nel 1628 una Bavaria
pia; i suoi confratelli Aloys Bohuslav Balbin e Georg
Seiser pubblicarono rispettivamente la Bohemia sancta,
a Praga tra 1679 e 1687, e un Agiologio cronologico tirolese nel 1661. Per la Scandinavia il canonico svedese
Johannes Vastorius diede alle stampe nel 1623 l’opera
Vitis aquilonica; mentre per l’odierno Belgio il canonico Antoine Sanders pubblicò nel 1625 l’Hagiologium
Flandriae. In Francia vanno segnalati oltre alla Gallia
Christiana almeno il Martyrologium gallicanum del
1638 ad opera di André de Saussay, l’Hagiologium franco-gallicanum del 1643 ad opera dell’erudito gesuita
Philippe Labbe e l’Hagiologium lugdunense composto
nel 1662 da Théophile Raynaud. Anche nelle isole britanniche si ebbe una imponente produzione agiografica: Thomas Messingham compose nel 1624 un Florilegium di vite di santi irlandesi, l’arcivescovo anglicano
Usserius pubblicò nel 1639 la celebre raccolta Britannicarum ecclesiarum antiquitates, cui seguì un Catalogo dei santi d’Irlanda. Va poi ricordata la figura del francescano John Colgan (m. 1678) cui si deve il tomo: Acta Sanctorum veteris et maiori Scotiae seu Hiberniae. Per
l’Inghilterra vanno ricordati il Martyrologium ad opera
dello Wilson nel 1640 e l’Index sanctorum Angliae ad
opera del gesuita Michel Alford. Per terminare questa
rapida carrellata vanno ricordati per la Spagna il Flos
sanctorum pubblicato in due tomi a Madrid tra 1599 e
1601 dal gesuita Pedro de Ribadeneira e la successiva:
España sagrada. Theatro geogràfico-històrico de la Iglesia de España, cominciato ad opera di Enrique Florez
(m. 1773). Va inoltre menzionata la Commemoratio omnium sanctorum Hispanorum del falsario Giovanni Tamayo de Salazar pubblicata a Lione tra 1651 e 1659. Per
il Portogallo va segnalato l’Agiologio lusitano del sacerdote Giorgio Cardoso (m. 1669).
58
Panorama storiografico
Tra XVI e XVIII secolo si registra, dunque, una davvero imponente produzione di raccolte di vite di santi che accanto ai grandi santi della storia cristiana, ai
fondatori e alle figure più eminenti degli ordini religiosi, raccolgono, selezionano, ordinano e tramandano
il patrimonio agiografico espressione di realtà territoriali determinate e di dimensioni istituzionali diversificate, da quelle degli stati, dei regni o dei principati a
quelle delle città, delle diocesi, delle chiese locali e nazionali, delle singole comunità.
Prodotti assai diversi per tenore, qualità e funzioni,
in una vasta gamma di espressioni e finalità, accanto
a produzioni che si limitano ad essere solo meri contenitori di singoli testi agiografici si registrano raccolte
che si possono considerare vere e proprie “opere d’autore”, ispirate da esigenze filologiche non meno che da
quelle religiose, devozionali e pastorali.6 Nel secolo
XVII convivono insieme raccolte frutto di un assemblaggio casuale e prive di ogni elaborazione e la rigorosa riflessione agiografica giansenista, che tocca i suoi
vertici estremi con Adrian Baillet (1649-1706). La sua
opera principale nel campo agiografico, Les Vies des
saints composées sur ce qui nous est resté selon l’ordre
des calendriers et du martyrologe avec l’histoire de leur
culte, fu composta in quattro volumi a Parigi tra 1701
e 1703 e fu iscritta all’Indice nel 1707. La monumentale opera del Baillet, che ha avuto numerose ristampe e aggiunte, costituisce un importante punto di riferimento per gli agiografi successivi, sia per i contenuti sia per il metodo, che provocò vivaci discussioni e
profonde reazioni.
Se le posizioni del Baillet rappresentano un picco di
ipercriticismo, nel quadro della riflessione storico-agiografica del XVIII secolo si distingue la figura di Ludovico Antonio Muratori. Lo storico modenese prese una posizione netta di critica rispetto all’ingente produzione
storico ecclesiastica del secolo precedente cui rimproverava il troppo sovente compiaciuto indulgere sull’elemento miracoloso e sugli aspetti più inverosimili e macabri nelle narrazioni sui santi. La polemica di Muratori
nei confronti degli eccessi della storiografia ecclesiastica
barocca trovò definizione e risalto in una serie di trattati, ma le testimonianze più pregnanti e fruttuose sono
59
La santità medievale
costituite dalla pubblicazione, cominciata nel 1723, dei
Rerum Italicarum Scriptores e degli Annali d’Italia. Se
negli Annali d’Italia sin dal titolo è evidente il richiamo
agli Annales ecclesiastici del Baronio, l’impegno metodologico attento alla critica applicata alle fonti e alla distinzione tra il vero e il falso che si concretava in un’accorta selezione degli elementi miracolosi contenuti nei
testi medievali poneva su un altro livello il lavoro dell’erudito modenese rispetto alla pletora di “panegiristi
dei santi” attivi nel XVII e ancora nel XVIII secolo. Il rinnovamento metodologico frutto di un più consapevole
uso degli strumenti di ricerca e di una più attenta cernita delle fonti si accompagnò in Muratori all’idea di una
“regolata devozione” che aveva un corrispettivo a livello liturgico nel movimento per la riduzione delle feste
dedicate ai santi a favore di un anno liturgico più incentrato sulle feste legate alla figura del Cristo.
A livello storiografico l’aspirazione, spesso rimasta tale, di una ‘depurazione’ dall’agiografia da un eccesso
dell’elemento del miracoloso tacciato di ‘superstizione’,
influenzò, sebbene con esiti non omogenei, le ricerche
locali storico-agiografiche di eruditi quali Scipione Maffei a Verona, Girolamo Tiraboschi a Modena, Flaminio
Corner – cui si deve l’Hagiologium italicum, ultima raccolta di santi italiani di epoca moderna – a Venezia, Giovanni Lami a Firenze, Benedetto Bonelli a Trento e Giacomo Tartarotti a Rovigo.7
La “regolata devozione” muratoriana con il suo pendant metodologico-storiografico si incontrò con le esigenze e le iniziative del cardinale Prospero Lambertini,
poi papa Benedetto XIV, che a partire dalla pubblicazione del De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione tra 1734 e 1738, orientò e diresse una intensa stagione di sistemazione giuridica e “stabilizzazione critica” in materia di santità e agiografia.8
Nonostante il profondo rinnovamento degli studi
storico agiografici promosso da Benedetto XIV alla fine
del secolo le travagliate vicende politiche e in particolare la stagione napoleonica determinarono, in specie
sotto i pontificati di Pio VI e Pio VII, un ritorno in chiave apologetica e controversistica dell’elemento miracoloso nella produzione agiografica che sopravisse anche
nel corso dell’Ottocento.
60
Panorama storiografico
Gli ultimi decenni del XVIII secolo registrano una
fase durissima per la Società dei bollandisti, colpita
dalla soppressione dell’ordine dei gesuiti e costretta a
sopravvivere tra peripezie e persecuzioni con grave
danno per l’enorme patrimonio librario e documentario disperso e impoverito nonchè per gli studi e le
pubblicazioni. Nonostante le gravissime difficoltà i bollandisti riuscirono comunque a pubblicare tra 1780 e
1794 tre tomi degli Acta sanctorum, ma fu solo nel
1837 che venne ufficialmente annunciata a Bruxelles la
ricostituzione della Società dei Bollandisti.9
Il secolo XIX costituisce anche per gli studi agiografici un periodo di intensa produzione e di innovazione. Nell’Ottocento si assiste al ritorno e allo sviluppo di alcune caratteristiche già tipiche dell’età della
Controriforma, quali, ad esempio, l’interesse per l’archeologia cristiana e la massiccia ‘invenzione’ di corpi
santi, ma la novità feconda è il progresso della disciplina agiografica attraverso il proliferare di studi filologici, raccolte, collezioni e edizioni di testi, repertori
e dizionari espressamente dedicati all’agiografia.10
A partire dal 1825 Angelo Mai, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, pubblicò la Scriptorum veterum nova collectio, cui fece seguito lo Spicilegium romanum tra 1839 e 1844 e la Nova Patrum bibliotheca
dal 1852 fino al 1854 anno della morte del cardinale.
In tutte e tre le opere furono raccolti e editi un gran
numero di testi agiografici inediti. Alla metà del secolo
risale l’iniziativa editoriale promossa dell’abate francese
Jacques Paul Migne che tra 1844 e 1866 riuscì a pubblicare la Patrologia latina e la Patrologia greca raccogliendo e ristampando le migliori edizioni esistenti degli scritti dei padri della chiesa. Un numero impressionante di testi agiografici sono stati compresi nelle due
Patrologie, fino all’epoca di Innocenzo III per i testi latini e fino al concilio di Firenze per quelli greci. La figura e l’opera del Migne, “curé de campagne” di non
eccelsa cultura e allo stesso tempo “le plus grand éditeur de son siècle”, “nato con il XIX secolo”, secondo
la felice espressione di A.G. Hamman e morto nel 1875,
presenta notevoli motivi di interesse. Al Migne e alla
sua opera sono stati dedicati in occasione del centenario della morte convegni e monografie.11
61
La santità medievale
L’imponente impresa animata dall’abate francese si
situa perfettamente nel clima culturale, storiografico e
politico-religioso del tempo in cui è stata pubblicata.
Si tratta, infatti, di uno dei frutti più sostanziosi di una
stagione nella quale fu promosso in Francia un recupero dello studio dei padri della religione cattolica e
un rinnovamento degli studi teologici nel fervore antirivoluzionario.12 L’iniziativa di dare luogo alla pubblicazione del cursus completus delle opere dei Padri fu
anche uno dei risultati originati dalla reazione degli
ambienti cattolici più sensibili alle deplorevoli condizioni culturali in cui versava il clero francese nella prima metà del XIX secolo.13
Un apporto fondamentale alla critica e alla filologia
agiografica è stato dato dalle scrupolose edizioni di testi agiografici e dai severi commenti nelle introduzioni
e presentazioni pubblicati nella collana dei Monumenta Germaniae Historica, in particolare nelle serie Scriptores, Scriptores rerum merovingicarum, Scriptores rerum germanicarum in usum scholarum, la cui pubblicazione prosegue fino ad oggi offrendo agli studiosi
delle fonti agiografiche indicazioni metodologiche rilevanti per il rigore ecdotico e la qualità delle edizioni.
Un contributo fondamentale all’evoluzione della riflessione agiografica è stato dato da Ernest Renan che
può essere considerato come uno dei principali artefici della Storia delle religioni intesa come disciplina
sceintifica. Tra le sue varie pubblicazioni meritano di
essere ricordate almeno la celebre Vie de Jesus del 1863
e l’Histoire des Origines du Christianisme (1863-1883).
Oltre alle grandi collezioni come le Patrologie e i
Monumenta Germaniae Historica nel corso del XIX secolo si moltiplicano le edizioni di testi agiografici in un
clima culturale in cui le scoperte archeologiche, l’interesse per il periodo paleocristiano e le catacombe fanno lievitare gli studi agiografici sull’età dei martiri e sul
culto dei santi in epoca medievale. A cavallo tra XIX e
XX secolo si colloca l’attività scientifica di una serie di
studiosi che hanno recato un contributo fondamentale
alla disciplina agiografica attraverso i loro studi e le loro edizioni di fonti. Pio Franchi de’ Cavalieri pubblicò
negli ultimi anni dell’Ottocento e nei primi del Novecento una serie di edizioni di testi agiografici per riviste
62
Panorama storiografico
quali Nuovo bollettino di Archeologia cristiana, Römische Quartalschrift, e per la collana della Biblioteca
Apostolica Vaticana, Studi e testi. Nel 1909 lo studioso
pubblicò nove volumi di Note agiografiche contenenti
studi e edizioni. Monsignor Louis Duchesne curò tra
1886 e 1892 l’edizione del Liber Pontificalis, indagò sulle fonti del Martirologio geronimiano e pubblicò una
serie di studi sull’origine del culto cristiano, i primi tempi dello Stato pontificio e i fasti piscopali dell’antica
Gallia; (Le Liber Pontificalis, Les Sources du martyrologe hyéronimien, Origines du culte chrétien, Fastes épiscopaux de l’ancienne Gaule, Les Premiers temps de l’État pontifical). Albert Dufourcq compì importanti studi
sui Gesta martyrum; Henry Quentin pubblicò uno studio su: Les Martyrologes historiques du Moyen Age. Etude sur la formation du martyrologe romain. A Victor
Leroquais si deve la raccolta minuziosa di tutti i manoscritti liturgici conservati nelle biblioteche di Francia
e al canonico Chevalier un Repertorium himnologicum, che costuisce una vasta raccolta di tutti gli Incipit degli inni medievali sui santi. Francesco Lanzoni
elaborò a più riprese uno studio fondamentale sulle
antiche diocesi italiane, che nell’edizione finale del
1927, Le diocesi d’Italia, conteneva importanti introduzioni martirologiche e agiografiche per ciascuna delle
diocesi trattate. Il Lanzoni si occupò a più riprese di
agiografia e tra i vari studi si segnala: Genesi, svolgimento e tramonto della leggende storiche, roma 1925
(rist. anastatica 1974) (Studi e testi, 43).
Tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento
furono messe in cantiere numerose enciclopedie, dizionari e collane che anche se non esclusivamente dedicate all’agiografia, recarono alla disciplina notevoli
contributi.
A partire dagli anni ottanta dell’Ottocento i bollandisti avviarono la pubblicazione della collana Subsidia
hagiographica e della rivista Analecta Bollandiana che
proseguono tutt’ora costituendo punti di riferimento e
strumenti imprescindibili per la ricerca agiografica.
Contestualmente fu iniziato un lavoro scrupoloso di
censimento e catalogazione di tutti i manoscritti agiografici conservati nelle principali biblioteche europee e,
all’interno della collana Subsidia hagiographica, grazie
63
La santità medievale
ai padri De Smedt e Poncelet, furono pubblicati a più
riprese a partire dal 1898 i preziosi repertori alfabetici,
ordinati secondo il nome dei santi, della Biblioteca hagiographica latina, graeca e orientalis.
Le nuove iniziative non distolsero certo l’operosità
bollandista dal suo tradizionale e enciclopedico compito riguardante la pubblicazione degli Acta sanctorum, rispetto ai quali tanto i Subsidia che gli Analecta si ponevano come corollari. Nel 1887 fu pubblicato
sotto la direzione del padre De Smedt il primo tomo
degli Acta sanctorum novembris, con una innovazione
metodologica di assoluto rilievo rispetto al procedimento tradizionale, che testimoniava in maniera esemplare i progressi che la scienza filologica aveva compiuto nel corso dell’Ottocento. In luogo della scelta
della migliore o delle migliori recensioni della vita di
un santo fu stabilito di pubblicare tutte le Vite che lo
riguardavano, fornendo anche l’apparato di fonti, la
tradizione manoscritta, le recensioni e le interpolazioni socondo un ordine il più possibile esaustivo e completo. Tale rigorosa ed enorme mole di lavoro ha comportato che la pubblicazione degli Acta sanctorum abbia subito un inevitabile rallentamento. Nel 1894 uscì
il secondo tomo di Novembre con l’edizione del Martirologio geronimiano a cura di G.B. De Rossi e L. Duchesne, mentre nel 1910 uscì il terzo tomo e nel 1925
il quarto sotto la direzione di Hippolyte Delehaye. Nel
1931 uscì la seconda parte del II tomo di novembre
con il Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronimianum a cura di H. Quentin. L’ultimo volume
degli Acta sanctorum uscito è il Propylaeum ad acta
sanctorum Decembris con il commentario al Martirologio romano a cura di H. Delehaye che costituiva per
lo studio delle testimonianze ufficiali del culto dei
santi della Chiesa latina un’edizione altrettanto importante di quella relativa alla Chiesa greca e pubblicata
in precedenza, nel 1902, del Synaxarium Ecclesiae
Constantinopolitanae.
Una menzione speciale deve essere dedicata all’opera del Delehaye; egli, infatti, può essere considerato come l’interprete principale e l’ispiratore del “nuovo bollandismo” che ha fornito le basi metodologiche e critiche essenziali perché l’agiografia potesse a pieno titolo
64
Panorama storiografico
diventare “un ramo della scienza storica” inappuntabile
e, anzi, spesso all’avanguardia. Oltre al valore indiscusso delle edizioni curate dal Delehaye, il suo contributo
decisivo all’evoluzione della critica agiografica risiede
nella chiarezza dei principi metodologici e scientifici
espressi nella sua vasta produzione, basti pensare alla
proposta delle “coordinate agiografiche” rispetto al problema della storicità del santo, o al tema della nascita
del culto dei santi o a quello delle leggende agiografiche, per non citare che alcuni temi, e alle celebri Cinq
leçons sur la méthode hagiographique, per citare solo
una delle sue pubblicazioni.14
Il rigore metodologico accompagnato dalla innovatività scientifica e dalla ricchezza degli strumenti
prodotti ha costituito il patrimonio e l’eredità del
“nuovo bollandismo”, impegnato ad affrancare gli
studi agiografici dalla duplice morsa che li attanagliava, all’interno da parte di una storiografica per lo
più ecclesiastica orientata da un approccio all’agiografia di tipo tradizionale, confessionale e localistico
e all’esterno da parte della storiografia positivista che
disprezzava le fonti agiografiche etichettandole solo
come inaffidabili e stravaganti documenti del sentire
religioso.15
L’esempio della scuola bollandista si è dimostrato
nel corso del XX secolo un impulso vivificante che ha
permesso e ispirato intorno alla metà del secolo iniziative editoriali di rilievo. Tra 1953 e 1959 videro la
luce le Vies des saints et des bienheureux selons l’ordre du calendrier avec l’historique de fêtes, in tredici
volumi ad opera dei padri benedettini di Parigi e dei
padri Baudot e Chaussin in particolare. Nel 1953 venne pubblicato ad opera di René Aigrain, un erudito
vicino ai Bollandisti, il primo e per lungo tempo unico manuale sulla disciplina e la letteratura agiografica: L’hagiographie. Ses sources, ses méthodes, son histoire. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, tra
1955 e 1959, uscirono anche i tre volumi della Iconographie de l’art chrétien ad opera di Louis Réau. A
partire dal 1961 viene avviata a Roma la pubblicazione della Bibliotheca sanctorum, una monumentale
enciclopedia dedicata espressamente ai santi che rappresenta, sebbene la qualità scientifica dei contributi
65
La santità medievale
non sia sempre omogenea, un’iniziativa di grande rilievo, differenziandosi da quella, quasi coeva, delle
Vies des saints et des bienheureux, per il metodo e
l’impostazione, che non seguiva più l’ordine delle feste dei santi nel calendario ma quello alfabetico.16 La
pubblicazione dei tredici volumi della Bibliotheca
sanctorum si è protratta per un decennio (1961-1970)
che costituisce una fase di passaggio fondamentale
nel quadro dell’evoluzione della storiografia agiografica. Nel corso degli anni Sessanta vedono la luce una
serie di studi destinati a esercitare profonde ripercussioni metodologiche e che dilatano l’orizonte di studio dall’età delle origini e dei primi secoli del culto
dei santi a tutta l’epoca medievale, con un significativo allargamento del campo d’indagine sulla produzione agiografica “considerata nella sua duplice dimensione di prodotto culturale e di fonte storica”.17
Pierre Delooz nel 1962 e nel 1969 pubblica due contributi incentrati sull’indagine sociologica della santità
canonizzata, ponendo in primo piano il rapporto tra
“gruppi di pressione sociale” e riconoscimento ufficiale della santità. La valutazione delle fonti agiografiche come fonti importanti dal punto di vista storico
per la ricostruzione di un periodo informa lo studio
di Frantisek Graus Volk, Herrscher und Heiliger im
Reich der Merowinger. Studien zur Hagiographie der
Merowingerzeit, pubblicato a Praga nel 1965. Nel medesimo anno esce in Italia lo studio di Alba Maria Orselli su L’idea e il culto del santo patrono cittadino
nella letteratura latina cristiana, che coglie la trasformazione del significato e del concetto di patronato tra tarda antichità e alto medioevo e pone l’accento sull’importanza del rapporto santo-città. Tra 1967 e
1969 Jacques Fontaine pubblica nella collana Sources
Chrétiennes l’esemplare edizione corredata da un poderoso e innovativo commento della Vita Martini, testo di eccezionale rilevanza per la storia della letteratura agiografica medievale. Al 1968 risalgono la pubblicazione della voce Hagiographie ad opera di Michel De Certeau che mette in evidenza la rilevanza
delle dimensioni spaziali e temporali nell’agiografia e
lo studio di Eveline Patlagean sull’importanza delle
fonti agiografiche per la storia sociale di Bisanzio.18
66
Panorama storiografico
I nuovi orientamenti e i decisivi progressi degli studi agiografici nel corso della seconda metà del Novecento sono frutto dell’incontro di una disciplina agiografica sempre più libera dalle pastoie della confessionalità e degli interessi “di campanile”, grazie all’apporto metodologico-scientifico bollandista, con le innovative prospettive offerte dalla cosidetta “nuova storia”,
frutto dell’incontro e dell’interazione delle dicipline
storico-sociali di cui la rivista “Annales”, dal 1946 “Annales. Economies – Sociétés – Civilisations”, sin dalla
sua fondazione si è rivelata laboratorio fondamentale.19
Già a partire dai primi anni Venti Marc Bloch, uno dei
padri delle Annales, aveva recato con la pubblicazione del suo studio su Les rois taumaturges un contributo di primaria importanza alla storiografia religiosa
e allo sviluppo futuro della storiografia agiografica.
Nel 1976 l’evoluzione degli studi agiografici trova
una testimonianza e in pari tempo una sollecitazione
decisiva con l’uscita dell’antologia ideata da Sofia Boesch Gajano Agiografia altomedievale. Il volume segna
una sorta di spartiacque storiografico offrendo agli studiosi un panorama completo degli indirizzi più signifivativi della ricerca agiografica nel corso del ventesimo
secolo, dal contributo metodologico fondamentale della
scuola bollandista rappresentato da Hippolyte Delehaye,
a quello della storiografia delle Annales con la pubblicazione di saggi di Jacques Le Goff, Jean-Claude Schmitt
e Eveline Patlagean, proseguendo poi con la traduzione di alcune parti particolarmente significative dei lavori del Günther, del Graus e del Bosl, la ripubblicazione
del saggio di Alba Maria Orselli sulle origini del culto
del santo patrono e dell’indagine sociologica sulla santità canonizzata di Pierre Delooz. Il volume, corredato
da una riflessione introduttiva e una bibliografia tematica ragionata della curatrice, si era posto l’obiettivo felicemente riuscito di dimostrare il valore dello studio
della santità e del culto dei santi per la ricostruzione
della storia tout court del periodo altomedievale e di
mettere in evidenza le potenzialità storiche e letterarie
delle fonti agiografiche. Di qualche anno successiva all’antologia di Sofia Boesch Gajano è una simile iniziativa ad opera di S. Wilson, che nel 1983 pubblica
Saints and their Cults: Studies in Religious Sociology,
67
La santità medievale
Folklore and History. Sul finire degli anni Settanta cominciano a fare la loro comparsa all’interno della poderosa iniziativa diretta da Léopold Genicot riguardante la Typologie des sources du moyen âge occidental alcuni fascicoli curati da G. Philippart, J. Dubois e M.
Heinzelmann riguardanti espressamente l’agiografia.20
Del 1979 è l’importante convegno organizzato da E. Patlagean e P. Riché, che inaugura una lunga stagione,
che ancora è lungi dall’esaurirsi, di convegni, congressi e seminari dedicati agli studi agiografici in Europa e
non solo, di cui si è cercato di dare conto nell’apposita sezione della bibliografia. Gli interventi del convegno
parigino hanno mostrato le potenzialità offerte dall’approccio multidiciplinare e multitematico all’agiografia e
hanno fatto del convegno un crocevia dal quale si sono sviluppati numerosi e fecondi percorsi di studio.21
Nel 1977 in un convegno non specificatamente dedicato a temi agiografici Claudio Leonardi si era concentrato sul problema dell’essenza peculiare dell’agiografia che da allora è divenuto il fulcro attorno a cui
hanno ruotato le sue ricerche tese a cogliere nella letteratura agiografica, nella storia della santità e nei modelli agiografici prima ancora che gli elementi storici e
ideologici quella che egli in una sua riflessione sull’agiografia del 1994 ha definito “componente di gratuità”
fissando il nocciolo interpretativo dell’agiografia nella
sua caratteristica di essere il terreno di incontro fecondo e privilegiato tra la divinità e l’uomo.22 La produzione di Leonardi sull’agiografia si è poi articolata
sulla duplice direttrice di una serie di teorizzazioni e
di rigorosi studi filologici unita a una intensa attività di
promozione di studi, convegni, edizioni, repertori e cataloghi di testi agiografici.
Gli atti del convegno parigino tenutosi presso l’Università di Nanterre nel 1979 sono stati editi nel 1981,
data particolarmente significativa per la storiografia
agiografica, poiché a quell’anno risale la pubblicazione
dei due studi di André Vauchez, La Sainteté en Occident aux derniers siècles du Moyen Age, e Peter Brown,
The Cult of the Saints. Its Rise and Functions in Latin
Christianity. Si tratta di due autentiche pietre miliari
della storiografia agiografica per metodi, contenuti e
oggetto d’indagine destinati ad esercitare un’influenza
68
Panorama storiografico
profonda sulle ricerche successive, come è possibile
notare dalle sezioni “canonizzazione” e “culto dei santi” presenti nella bibliografia. Entrambi gli studiosi hanno fornito con la loro produzione successiva un contributo essenziale all’evoluzione degli studi agiografici
e non solo. André Vauchez, dapprima dall’Università
di Paris Nanterre e poi dal 1995 al 2003 in qualità di
Direttore dell’Ecole française de Rome attraverso i
suoi studi e le inziative alle quali ha partecipato o da
lui promosse ha segnato percorsi innovativi; dalla
“scoperta” delle fonti dei processi di canonizzazione
come osservatorio privilegiato per comprendere la religiosità bassomedievale, alla religiosità e i rapporti
con la santità dei laici, dallo studio della “santità al
femminile”, alla “religione civica”, dal problema del
meraviglioso nella società medievale all’importanza e
allo studio dei santuari come evidenziatori privilegiati del rapporto con il sacro delle istituzioni e delle società del medioevo.
Sempre al 1981 risale il convegno Culto dei santi,
istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura
di S. Boesch Gajano e L. Sebastiani, pubblicato nel
1984. Si tratta del primo di una lunga serie di convegni promossi e animati da Sofia Boesch Gajano che
negli ultimi decenni ha delineato un percorso fondamentale per la disciplina agiografica, attraverso la sua
produzione e la promozione di gruppi di ricerca, convegni, seminari, studi e pubblicazioni collettive, portando al centro del dibattito storiografico temi e problemi che si sono rivelati particolarmente fecondi di
sviluppi. Tale intensa attività impostata sulla diacronia e la multidisciplinarietà ha condotto nel 1996 alla costituzione della Associazione Italiana per lo studio della Santità, dei Culti e dell’Agiografia (AISSCA), con lo scopo di promuovere la collaborazione
tra studiosi attraverso la raccolta di informazioni bibliografiche e la programmazione di incontri e attività scientifiche. Per i primi cinque anni di vita della Associazione è stato pubblicato un Bollettino dal
titolo Sanctorum la cui consultazione è disponibile
anche in internet e che a partire dal 2004 si è trasformato in una rivista. Tra i meriti del Bollettino vi
è quello di pubblicare le bibliografie dei numerosi
69
La santità medievale
Soci dell’Associazione fornendo così un prezioso
strumento di ricerca. Tra le molteplici iniziative promosse dall’AISSCA va segnalata l’uscita nel 2001 della Bibliografia agiografica italiana (1976-1999) sotto la direzione di Paolo Golinelli.
A partire dagli Ottanta si è verificata una vera e
propria esplosione di studi agiografici e l’agiografia è
divenuta una delle discipline leader della ricerca storica. In Italia, a testimonianza dello sdoganamento degli
studi agiografici in una prospettiva storiografica laica,
sono state istituite cattedre universitarie di agiografia e
sono stati istituiti dottorati, quale quello intitolato Agiografia. Fonti e metodi per la storia del culto dei santi,
coordinato da Francesco Scorza Barcellona con la partecipazione delle Università di Roma Tor Vergata, Roma Tre, Napoli Federico II e Firenze. Oltre all’AISSCA
sono nate altre associazioni e istituzioni culturali legate all’agiografia, quali l’Hagiography Society, l’Arbeitskreis für hagiographische Forschung, Hagiologia. Atelier
belge d’étude sur la Sainteté, Nederlands hagiografisch
werkgezelschap. Sin dal 1984 è stata costituita la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino
(SISMEL) che, sotto la direzione di Claudio Leonardi e
con il contributo di Enrico Menestò e di una folta
schiera di studiosi, ponendosi sin dagli esordi come
punto di riferimento per gli studi sulla latinità medievale, ha dato vita a pubblicazioni di fondamentale importanza per lo sviluppo degli studi agiografici. Alla SISMEL, alla Fondazione Ezio Franceschini nata a Firenze nel 1987, e alla sigla editoriale SISMEL-Edizioni del
Galluzzo creata nel 1996 si devono una serie di iniziative editoriali quali il repertorio bibliografico Medioevo latino, la pubblicazione della rivista Hagiographica, e la recente pubblicazione della Biblioteca
agiografica italiana in collaborazione con l’Ecole
française de Rome, a cura di Lino Leonardi e Jacques
Dalarun e con la consulenza di Claudio Leonardi e Antonella Degl’Innocenti.
La ricerca agiografica negli ultimi anni si è avvalsa
sempre di più del prezioso strumento costituito dall’informatica, sempre più frequente è il ricorso all’editoria elettronica rispetto alla quale oltre alla già citata
SISMEL vanno segnalate almeno le iniziative editoriali
70
Panorama storiografico
belghe animate da Guy Philippart, da Paul Bertrand e
Michel Trigalet. Numerosi sono i siti espressamente
dedicati all’agiografia a cominciare da quello della Société des Bollandistes che, sempre all’avanguardia, ha
tra l’altro trasferito su cd-rom i tomi degli Acta sanctorum e della BHL e presenta in rete l’ “Index analytique des Catalogues de manuscrits hagiographiques
latins publiés par les Bollandistes”.
L’incremento esponenziale di studi, convegni e edizioni di testi agiografici degli ultimi trent’anni – nel
corso dei quali sono state messe in cantiere e realizzate anche imponenti imprese come l’ Histoire des
saints et de la sainteté, Il grande libro dei santi, la Biblioteca sanctorum orientalium, o l’aggiornamento bibliografico della Biblioteca Sanctorum, per non citare
che alcune delle principali – si è articolato in una serie di percorsi e tendenze che hanno definitivamente
allargato le prospettive storiografiche da una critica rivolta solo all’agiografia a una piena rivalutazione delle fonti agiografiche come fonti storiche e della valenza degli studi sulla santità e sul culto dei santi per la
comprensione delle dinamiche religiose, storiche, politiche, delle società medievali.23
L’impostazione della bibliografia vuole porsi come
un tentativo di lettura e presentazione – senza dubbio
parziale e soggettiva – dei principali percorsi, tendenze
e risultati della storiografia agiografica di cui si intende
dare conto attraverso la strutturazione dei capitoli e la
scelta tematica delle sezioni.
In questa prospettiva si è deciso sulla scorta di quanto proposto nei saggi introduttivi di distinguere tra agiografia e santità, inserendo nella prima parte tutto ciò che
alla luce delle più recenti acquisizioni storiografiche si
può riferire alle forme e ai problemi della letteratura
agiografica, mentre la seconda parte è dedicata agli studi sulla santità nelle sue forme, nei suoi rapporti con la
dimensione spaziale e infine all’individuazione di una
serie di temi al centro della riflessione storiografica.
Il primo capitolo vuole offrire un panorama degli
strumenti a disposizione di chi intenda affrontare uno
studio agiografico, con l’indicazione dei manuali, da
quello di Aigrain del 1953 fino al manuale che sta
uscendo in questi giorni ad opera di Sofia Boesch
71
La santità medievale
Gajano, Simon Ditchfield, Roberto Rusconi e Francesco Scorza Barcellona; un panorama delle bibliografie
e rassegne sull’agiografia; le principali riviste e collane, un elenco degli atti dei convegni e uno degli studi generali di carattere metodologico e di riflessione
storiografica. Il secondo capitolo è espressamente dedicato alle fonti e soprattutto nelle sezioni dedicate ai
repertori e alle edizioni di testi agiografici si può notare come nel corso degli ultimi decenni le pubblicazioni siano aumentate vertiginosamente a testimonianza dell’interesse crescente per l’agiografia. Il terzo
capitolo riflette nella sua stessa denominazione e impostazione i risultati più recenti delle ricerche agiografiche presentando, oltre alla tradizionale divisione dell’agiografia in generi – all’interno della quale sono riportate anche le raccolte di vite di santi oggetto di una
particolare attenzione negli studi recenti, la scrittura
agiografica come prodotto culturale e dedicando specifiche sezioni agli agiografi; ai problemi legati all’identità dei testi; ai processi di produzione, diffusione
e fruizione dell’agiografia e al rapporto tra agiografia e
iconografia. La seconda parte della bibliografia si concentra sui problemi legati alla santità e si apre con il
quarto capitolo nel quale sono trattate le forme, da
quelle, più tradizionali, della santità eremitica, monastica e vescovile, a quelle che sono state oggetto della riflessione storiografica più recente come la santità
laica, i rapporti tra santità e potere e, soprattutto, la
santità al femminile. Anche il quinto capitolo intende
riflettere un percorso recente della storiografia che grazie all’apporto delle scienze umane e, in particolare
dell’antropologia ha sviluppato una sensibilità nei confronti della dimensione spaziale della santità, dal rapporto tra santo e natura, alla santità civica, ai pellegrinaggi e ai santuari che negli ultimi anni sono stati oggetto di un’attenzione marcata da parte della ricerca.
L’ultimo capitolo contiene una serie di temi largamente frequentati dalla storiografia agiografica, dal culto
dei santi alla Bibbia e agli Apocrifi, per finire con le
reliquie e il problema del miracolo ormai pienamente
considerato come oggetto d’analisi storica.24
72
NOTE
1. Cfr. R. Grégoire, Manuale di agiologia, Fabriano 1980, pp.
34-37.
2. Cfr. R. Aigrain, L’hagiographie. Ses sources, ses méthodes,
son histoire, Reproduction inchangée de l’édition originale de
1953 avec un complément bibliographique par Robert Godding,
Société des Bollandistes Bruxelles 2000, pp. 333-336.
3. Cfr. M. Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico,
Torino Einaudi 1969, p. 82 sgg.
4. Cfr. R. Michetti, Storia e agiografia nelle raccolte di vite di
santi, in Diventare santo. Itinerari e riconoscimento della santità
tra libri, documenti e immagini, a cura di G. Morello, A.M. Piazzoni, P. Vian, G. Cavallo, Città del Vaticano 1998, pp. 37-43.
5. R. Michetti, Introduzione, in Europa sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa fra medioevo e età moderna, a cura di S. Boesch Gajano – R. Michetti, Roma 2002, p. 18.
6. Cfr. S. Boesch Gajano, Presentazione, in ibidem, pp. 1114. Per un quadro esauriente della ricerca e della riflessione storiografica sul tema delle raccolte di Vite dei santi dal medioevo
fino all’età contemporanea, si vedano oltre al recente volume
Europa sacra anche: S. Boesch Gajano, Dai leggendari altomedievali agli “Acta Sanctorum”. forme di trasmissione e nuove
funzioni dell’agiografia, in “Rivista di storia e letteratura religiosa”, 21 (1985), pp. 219-244; Raccolte di vite di santi dal XIII al
XVIII secolo: strutture, messaggi, fruizione, a cura di S. Boesch
Gajano, Fasano di Brindisi 1990; S. Spanò Martinelli, Le raccolte
di vite di santi fra XVI al XVII secolo, in “Rivista di storia e letteratura religiosa” 28 (19929, pp. 445-454; R. Michetti, Le raccolte di vite di santi tra universalismo e regionalismo, in Vita religiosa e identità politiche: universalità e particolarismo nell’Europa del tardo medioevo, a cura di S. Gensini, S. Miniato 1998, pp.
215-230; Erudizione e devozione nelle raccolte di vite di santi tra
medioevo e età moderna, a cura di G. Luongo, Roma 2000.
7. Sull’Argomento cfr.: P. Stella, La “Regolata devozione” di
Muratori nella storia della religiosità cattolica, in L.A. Muratori,
Della regolata devozione dei cristiani, Torino 1990, pp. 7-28; M.
Rosa, Prospero Lambertini tra “regolata devozione” e mistica visionaria, in Finzione e santità tra medioevo ed età moderna, a cura di G. Zarri, Torino 1991; M. Caffiero, Santi, miracoli e conversioni a Roma nell’età della rivoluzione, in “Ricerche per la storia
73
La santità medievale
religiosa di Roma”, 9 (1992), pp. 155-186; T. Caliò – R. Michetti,
Un’agiografia per l’Italia. Santi e identità territoriali, in Europa sacra, pp. 147-180, in partic. pp. 166-168.
8. Crf. R. Rusconi, Scrittura agiografica e stati nazionali, in
Europa sacra, p. 395.
9. Cfr. H. Delehaye, L’oeuvre des Bollandistes à travers trois
siècles, Bruxelles 1959 (II.ed.); P. Peeters, L’oeuvre des Bollandistes, Bruxelles 1961 (II ed.); V. Saxer, La ricerca agiografica dai
Bollandisti in poi, in “Augustinianum”, 24 (1984), pp. 333-345;
G.D. Gordini, L’opera dei Bollandisti e la loro metodologia, Santità e agiografia, Atti dell’VIII Congresso di Terni, a cura di G.D.
Gordini, Genova 1991, pp. 49-73.
10. Cfr. S. La Salvia, L’invenzione di un culto: Santa Filomena da taumaturga a guerriera della fede, in Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura di S. Boesch
Gajano – L. Sebastiani, L’Aquila-Roma 1984, pp. 873-956; J. Evenou, Liturgia e culto dei santi (1815-1915), in Santi, culti e simboli nell’età della secolarizzazione (1815-1915), a cura di E. Fattorini, Torino 1997, pp. 43-66.
11. In occasione del centenario della morte l’abate Migne è
stato oggetto di convegni e monografie: A.G. Hamman, Jacques
Paul Migne. Le retour aux pères de l’Eglise, Paris 1975, 5; Migne
et le renouveau des études patristiques. Actes du Colloque de
Saint Flour, 7-8 jiullet 1975, édités par A. Mandouze et J.
Fouilheron, Paris 1985 (Théologie Historique, 66); Centenaire de
J.P. Migne (1875†-1975). Table ronde internationale: l’édition
patristique rétrospective et prospectives. 17-19 mai 1975 Les Fontaines-Chantilly, in “Sacris Erudiri” 22,1 (1974-1975). Si veda anche: P. Glorieux, Pour révaloriser l’abbé Migne, Lille 1952.
12. La pubblicazione della Patrologia Latina si protrasse dal
1844 al 1855. In undici anni furono pubblicati ben 217 volumi.
P. de Labriolle ha calcolato che i 217 volumi sono costituiti da
297.567 pagine e trattano di 2.614 autori. Cfr. Histoire de la littérature latine chrétienne, Paris 1947, p. 46; sull’argomento cfr.
anche: Hamman, Jacques Paul Migne, pp. 135-37.
13. Sull’argomento le suggestioni bibliografiche sono cospicue. Non distogliendo lo sguardo dal contesto culturale e religioso del Migne e della sua impresa, oltre ai già citati lavori segnalati nelle note precedenti, cfr. in particolare: G. Cholvy, La
restauration catholique en France au XIXe siècle (1801-1860), in
Migne et le renouveau des études patristiques, pp. 61-89; J. Leflon, Crise et restauration des foyers de Science Religieuse dans
l’Eglise au XIXe siècle, in ibidem, pp. 53-60; B. Noël, Mathurin
74
Panorama storiografico
Gaultier, ami de Jacques Paul Migne et la lutte contre les idées
gallicanes, in ibidem, pp. 119-143. Cf. anche Hamman, Jacques
Paul Migne, in particolare pp. 39-50.
14. Cfr. S. Boesch Gajano, Agiografia altomedievale, Introduzione, cit., passim.
15. Cfr. F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques au
XXe siècle: bilan et perspectives, in “Revue d’Histoire ecclesiastique”, 95 (200), pp. 19-21.
16. Cfr. F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques,
cit., p. 22.
17. Cfr. S. Boesch Gajano, L’agiografia, cit., p. 798, n. 2. Sull’importanza degli anni Sessanta nell’evoluzione della storiografia agiografica si vedano: C. Leonardi, L’agiografia latina dal tardoantico all’altomedioevo, in La cultura italiana tra tardoantico
e alto medioevo, Roma 1981, vol. II, pp. 650-655; S. Boesch Gajano, La santità, Roma–Bari 1999, pp. 124-130; F. Dolbeau, Les
travaux français sur l’hagiographie médiolatine (1968-1998), in
Gli studi agiografici sul medioevo in Europa (1968-1998), a cura di E. Paoli, Firenze 2000, p. 29; F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, pp. 21-22.
18. M. De Certeau, Hagiographie, in Encyclopaedia Universalis, VIII, Paris 1968, pp. 207-209; E. Patlagean, Ancienne hagiographie byzantine et histoire sociale, in “Annales E.S.C.”, 23
(1968), 1-2 pp. 106-126 (trad. it., in Agiografia altomedievale,
pp. 191-213).
19. Cfr. J. Le Goff, La nouvelle histoire, Paris 1979 (trad. it.,
La nuova storia, Milano 1980).
20. G. Philippart, Les légendiers latins et autres manuscrits
hagiographiques, Turnhout 1977 (Typologie des sources du
moyen âge occidental, 24-25); J. Dubois, Les martyrologes du
moyen âge latin, Turnhout 1978 (Typologie des sources du
moyen âge occidental, 26); M. Heinzelmann, Translationsberichte und andere Quellen des Reliquienkultes, Turnhout 1979 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 33). Per l’elenco
completo dei fascicoli riguardanti l’agiografia si rimanda al capitolo III della bibliografia.
21. Cfr. S. Boesch Gajano, La santità, cit., p. 127; F. Scorza
Barcellona, Les études hagiographiques, cit., pp. 22-23.
22. Cfr: C. Leonardi, Dalla santità “monastica” alla santità
“politica”, in “Concilium” XV (1979), pp. 1540-1553; ID., I modelli dell’agiografia latina dall’epoca antica al Medioevo, in Il
passaggio dal mondo antico al medio evo. Da Teodosio a san
Gregorio Magno, Roma 1980, pp. 435-476; ID, Agiografia, in
75
La santità medievale
Lo spazio letterario del Medioevo. I. Il Medioevo latino, a cura
di G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menestò, vol. I, La produzione
del testo, tomo II, Roma 1993, pp. 421-462, p. 429. Cfr. anche
le considerazioni di P. Golinelli, Gli studi agiografici in Italia
nell’ultimo trentennio, in Gli studi agiografici sul medioevo in
Europa, a cura di E. Paoli, Firenze 2000, pp. 103-135, in particolare pp. 111-114; e F. Scorza Barcellona, Les études hagiographiques, cit. passim.
23. Lo sviluppo degli studi agiografici e il grande successo
storiografico dell’agiografia sono stati oggetto di un incontro nel
1998 che si è proposto di tracciare una rassegna e un bilancio
degli studi agiografici in Europa tra 1968 e 1998. I bilanci sono
stati delineati da studiosi quali R. Godding, continuatore della tradizione bollandista e anima delle ricerche agiografiche bollandiste sul medioevo e non solo, che ha preso in esame gli studi
agiografici in Belgio, J Màrtinez Gàsquez si è occupato della Spagna, F. Dolbeau della Francia, M. Lapidge delle isole britanniche,
F. Prinz della Germania, Paolo Golinelli dell’Italia e A. MulderBakker dell’Olanda.
24. Cfr. S. Boesch Gajano, Miracoli. Dai segni alla storia, a cura
di S. Boesch Gajano – M. Modica, Roma 1999, pp. 215-230, p. 224.
76
BIBLIOGRAFIA
di Umberto Longo
AGIOGRAFIA
CAPITOLO 1 – STRUMENTI DELLA RICERCA
AGIOGRAFICA
1.1 MANUALI
[1] R. AIGRAIN, L’hagiographie. Ses sources–Ses methodes
–Son histoire, Bruxelles 2000 (Reproduction inchangèe de l’édition originale de 1953. Avec un
complément bibliographique par Robert Godding)
[2] R. GRÉGOIRE, Manuale di agiologia. Introduzione alla letteratura agiografica, Fabriano 1987
[3] J. DUBOIS, J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes de l’hagiographie médiévale, Paris 1993
[4] S. BOESCH GAJANO, La santità, Roma–Bari 1999
[5] Storia della santità nel cristianesimo occidentale, testi
di A. BENVENUTI, S. BOESCH GAJANO, S. DITCHFIELD, R.
RUSCONI, F. SCORZA BARCELLONA, G. ZARRI, Roma 2005
1.2 RIVISTE E BIBLIOGRAFIE
Si segnalano riviste, repertori e bollettini provvisti di sezioni espressamente dedicate alla bibliografia agiografica, una serie di bibliografie generali e alcune di argomento più specifico. Lo strumento di consultazione
bibliografica più efficace è Medioevo latino al cui interno si trovano alcune sezioni dedicate all’agiografia.
Oltre ai volumi stampati, Medioevo latino presenta
una versione anche su cd-rom relativa alle prime dieci annate e inoltre, a partire dal 1997, esiste la possibilità di consultare parte dei volumi più recenti anche
on-line presso il sito: www.sismelfirenze.it.
1.2.1 Riviste, repertori, bollettini
[6] Analecta Bollandiana. Revue critique de l’hagiographie-A Journal of Critical Hagiography, Bruxelles
I (1882) – [sezioni: “Bulletin des pubblications hagiographiques”; “Pubblications reçues”]
77
La santità medievale
[7] Subsidia Hagiographica, Bruxelles 1886[8] Bizantinische Zeitschrift, Leipizg-Stuttgart, I (1892) –
[sezione: “Hagiographie”]
[9] Revue d’Histoire écclesiastique, Louvain I (1900)[10] Archivum Historiae Pontificiae, Roma I (1963)[11] Medioevo latino. Bollettino bibliografico della cultura europea da Boezio a Erasmo (secoli VI-XV),
Firenze I (1980)- [sezioni: “Autori e testi”, “Vitae”,
“Agiografia”]
[12] Hagiographica, Firenze 1994[13] Litterae Hagiologicae, Bulletin d’Hagiologia, Atelier
belge d’études sur la sainteté, Turnhout 1995[14] Sanctorum. Bollettino dell’Associazione italiana
per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, Roma I (1996) – 2000 [sezione: “Segnalazioni
bibliografiche”]
[15] Rivista di storia della Chiesa in Italia, Milano 1950
[16] Revue d’Histoire de l’Eglise de France, Turnhout 1910
[17] Rivista di storia e letteratura religiosa, Torino 1965
[18] Sanctorum, Roma 20041.2.2 Bibliografie generali
[19] S. BOESCH GAJANO, Agiografia altomedievale, Bologna
1976, pp. 261-300
[20] S. SPANÒ MARTINELLI, Le ricerche agiografiche oggi in
Italia: qualche riflessione in margine a una recente
pubblicazione, in “Rivista di storia della Chiesa in
Italia”, 33 (1979), pp. 154-164
[21] P. GOLINELLI, Agiografia e storia in studi recenti: appunti e note per una discussione, in “Società e storia”
19 (1983), pp. 109-120
[22] Saints and their Cults. Studies in Religions, Sociology,
Folklore and History, ed. by S. WILSON, Cambridge
1983, pp. 309-417
[23] J. DUBOIS-J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes, 1993
[24] Pilgrimage in the Middle Ages: a Research Guide, eds.
L. KAY DAVIDSON and M. DUNN-WOOD, New York 1993
[25] R. GODDING, Italia hagiographica. Chronique d’hagiographie italienne, in “AB” 112 (1994), pp. 401-422
[26] P. GEARY, Saints, Scholars and Society. The elusive
Goal, in Saints. Studies in Hagiography, ed. by S.
STICCA, Binghamton (N.Y.) 1996
78
Bibliografia
[27] R. GODDING, Italia hagiographica (II). Chronique
d’hagiographie italienne, in “AB” 114 (1996), pp.
411-430
[28] R. GODDING, Italia hagiographica (III). Chronique
d’hagiographie italienne, in “AB” 116 (1998), pp.
404-429
[29] S. BOESCH GAJANO, La santità, pp. 131-158
[30] TH. HEAD, An Introductory Guide to Research in
Medieval Hagiography, in ORB - On line Reference Book for Medieval Studies-Encyclopedia-Sul
Web [03/05]: ©1999
[31] F. DE VRIENDT – M. TRIGALET, Un siècle de recherche hagiographique. Un percours à travers la Revue d’Histoire ecclésiastique, in “Revue d’Histoire
ecclésiastique“ 95 (2000), pp. 539-561
[32] R. GODDING, in R. AIGRAIN, L’hagiographie. Ses sources, 2000, pp. 389-490
[33] Gli studi agiografici sul medioevo in Europa, a cura
di E. PAOLI, Firenze 2000
[34] Bibliografia agiografica italiana (1976-1999), a
cura di P. GOLINELLI, Roma 2001
[35] R. GODDING, Italia hagiographica (IV). Chronique
d’hagiographie italienne, in AB 119 (2001), pp.
144-164
[36] R. GODDING, Italia hagiographica (IV). Chronique
d’hagiographie italienne, in AB 121 (2003), pp.
200-218
1.3 ATTI DI CONVEGNI E OPERE COLLETTIVE
[37] Pellegrinaggi e culto dei santi in Europa fino alla I
Crociata, Todi 1963
[38] Sanctity and Secularity. The Church and the World.
Papers read at the Eleventh Summer Meeting and
the Twelfth Winter Meeting of the ecclesiastical history Society, ed. by D. BAKER, Oxford 1973
[39] Medieval Hagiography and Romance, ed. by P.M.
CLOGAN, in “Medievalia et Humanistica”, n.s. 6
(1975)
[40] Agiografia altomedievale, a cura di S. BOESCH GAJANO,
Bologna 1976
[41] Agiografia nell’Occidente cristiano. Secoli XIII-XV,
Roma 1980
79
La santità medievale
[42] Hagiography and Medieval Litterature. A Symposyum, ed. by H. BEKKER-NIELSEN – P. FOOTE ET ALII,
Odense 1981
[43] Hagiographie, cultures et sociétés (IVe-XIIe siècle), a
cura di E. PATLAGEAN – P. RICHÉ, Paris 1981
[44] Atti del simposio internazionale cateriniano-bernardiniano, a cura di D. MAFFEI – P NARDI, Siena
1982
[45] Aspetti dell’agiografia nell’alto medioevo, in “Schede medievali” 5 (1983), pp. 301-382
[46] Les saints et les stars. Le texte hagiographique
dans la culture populaire, a cura di J.CL. SCHMITT,
Paris 1983
[47] Saints and their Cults, 1983
[48] L’agiografia latina nei secoli IV-VII. XII incontro di
studiosi dell’antichità cristiana, in “Augustinianum”
24 (1984), fasc. 1-2
[49] Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale, a cura di S. BOESCH GAJANO – L. SEBASTIANI,
L’Aquila-Roma 1984
[50] Le peuple des saints. Croyances et dévotions en Provence et Comtat Venaissin à la fin du Moyen Age,
Avignon 1987
[51] Saints et sainteté dans la liturgie, a cura di A.M.
TRIACCA – A. PISTOIA, Roma 1987
[52] Santi e demoni nell’Alto Medioevo occidentale (secoli V-XI), Spoleto 1989 (XXXVI Settimana di Studi
del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo)
[53] Santi e santità nel secolo XIV. Atti del XV Convegno internazionale, Perugia 1989
[54] Biografia e agiografia nella letteratura cristiana
antica e medievale, a cura di A. CERESA GASTALDO,
Bologna 1990
[55] Le sante vive: cultura e religiosità femminile nella
prima età moderna, a cura di G. ZARRI, Torino 1990
[56] Luoghi sacri e spazi della santità, a cura di S. BOESCH GAJANO e L. SCARAFFIA, Torino 1990
[57] Heiligenverehrung in Geschichte und Gegenwart,
a cura di P. DINZELBACHER – D.R. BAUER, Ostfildern
1990
[58] Raccolte di vite di santi dal XIII al XVIII secolo:
strutture, messaggi, fruizione, a cura di S. BOESCH
GAJANO, Fasano di Brindisi 1990
80
Bibliografia
[59] Saints and Saints Lives: Essays in honour of D.H. Farmer, in “Reading Medieval Studies” 16 (1990)
[60] Bambini santi. Rappresentazioni dell’infanzia e modelli agiografici, a cura di A. BENVENUTI PAPI – E.
GIANNARELLI, Torino 1991
[61] Finzione e santità tra medioevo e età moderna, a cura di G. ZARRI, Torino 1991
[62] Images of Sainthood in Medieval Europe, ed. R. BLUMENFELD – KOSINSKI – T. SZELL, Ithaca-London 1991
[63] Les fonctions des saints dans le monde occidental
(IIIe-XIIIe siècle), Rome 1991
[64] Santità e agiografia. Atti dell’VIII Congresso di Terni, a cura di G.D. GORDINI, Genova 1991
[65] Esperienze religiose e scritture femminili tra Medioevo ed Età moderna, a cura di M. MODICA, Acireale
1992
[66] Manuscrits hagiographiques et travail des hagiographes, a cura di M. HEINZELMANN, Sigmaringen 1992
[67] Memoriam sanctorum venerantes. Miscellanea in
onore di Mons. Victor Saxer, Città del Vaticano 1992
[68] Hagiographie und Kunst. Der Heiligenkult in Schrift,
Bild und Architektur, hrg. G. KERSCHER, Berlin 1993
[69] Les saints et leur sanctuaire à Byzance. Textes,
images et monuments, a cura di C. JOLIVET-LÉVY –
M. KAPLAN – J.P. SODINI, Paris 1993
[70] Hagiographies. Histoire internationale de la littérature hagiographique latine et vernaculaire en Occident
des origines à 1550, sous la direction de G. PHILIPPART, Turnhout I 1994, II 1996, III 2001
[71] Modelli di santità e modelli di comportamento.
Contrasti, intersezioni e complementarietà, a cura
di G. BARONE – M. CAFFIERO – F. SCORZA BARCELLONA, Torino 1994
[72] Monsignor Giovanni Lucchesi nel decimo anniversario della morte. Atti della giornata di studio, Faenza
1994
[73] Storia delle religioni, a cura di G. FILORAMO, 5 voll.,
Roma-Bari 1994-1997
[74] Politik und Heiligenverehrung im Hochmittelalter,
hrsg. J. PETERSOHN, Sigmaringen 1994
[75] La religion civique à l’époque médiévale et moderne (Chrétienté et Islam), sous la direction d’A.
VAUCHEZ, Rome 1995
81
La santità medievale
[76] Le culte des saints aux IXe-XIIIe siècles, a cura di D.
FAVREAU, Poitiers 1995
[77] Saints orientaux. Hagiographies médiévales comparées, a cura di D. AIGLE, Paris 1995
[78] Florentissima proles Ecclesiae. Miscellanea hagiographica, historica et liturgica Reginaldo Grégoire
O.S.B. XII lustra complenti oblata, a cura di D.
GOBBI, Trento 1996
[79] Il culto dei santi, in “Cassiodorus”, 2 (1996), pp.
121-242
[80] Saints. Studies in Hagiography, 1996
[81] Francesco d’Assisi e il primo secolo di storia francescana, Torino 1997
[82] Saintes figures. Culte et iconographie, in “Bulletin
historique et scientifique de l’Auvergne” 98 (1997),
pp. 467-679
[83] Santità, culti, agiografia. Temi e prospettive. Atti
del I Convegno di studio dell’Associazione italiana
per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di S. BOESCH GAJANO, Roma 1997
[84] Storia del cristianesimo, a cura di G. FILORAMO – D.
MENOZZI, 4 voll. Roma-Bari 1997
[85] Agiografia e culto dei santi nel Piceno, Atti del Convegno di studio, a cura di E. MENESTÒ, Spoleto 1998
[86] Diventare santo. Itinerari e riconoscimenti della
santità tra libri, documenti e immagini, a cura di
G. MORELLO – A.M. PIAZZONI – P. VIAN, Città del
Vaticano-Cagliari 1998
[87] L’hagiographie, a cura di É. GAUCHER – J. DUFOURNET, in “Revue des sciences humaines” 251 (1998)
[88] Manuale di storia delle religioni, a cura di G. FILORAMO – M. MASSENZIO – M. RAVERI – P. SCARPI, RomaBari 1998
[89] Santi e santità nel movimento penitenziale francescano dal Duecento al Cinquecento. Atti del
Convegno di studi francescani, Roma 1998
[90] Scrivere di santi. Atti del II Convegno di studio
dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di G. LUONGO, Roma 1998
[91] Tra edificazione e piacere della lettura: le vite dei
santi in età medievale, a cura di A. DEGL’INNOCENTI
– F. FERRARI, Trento 1998
82
Bibliografia
[92] Fonctions sociales et politiques du culte des saints
dans les sociétés de rite grec et latin au Moyen Age
et à l’époque moderne. Approche comparative, a
cura di M. DERWICH – M. DMITRIEV, Wroclaw 1999
[93] I Santi Patroni. Modelli di santità, culti e patronati in Occidente, a cura di C. LEONARDI, A. DEGL’INNOCENTI, Roma 1999
[94] Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. BOESCH GAJANO – M. MODICA, Roma 1999
[95] The Cult of Saints in Late Antiquity and the Middle
Ages. Essays on the Contribution of P. Brown, a cura di J.D. HOWARD–JOHNSTON–P.A. HAYWARD, Oxford
1999
[96] Vies des saints dans le Nord de la France (VIe-XIe
siècles), in “Mélanges de science religieuse”, 56/2
(1999)
[97] Gli studi agiografici sul medioevo in Europa, a
cura di E. PAOLI, Firenze 2000
[98] Hagiographie im Kontext. Wirkungsweisen und
Möglichkeiten historischer Auswertung, hrg. D.R.
BAUER – K. HERBERS, Stuttgart 2000
[99] Erudizione e devozione nelle raccolte di vite di
santi tra medioevo e età moderna, a cura di G.
LUONGO, Roma 2000
[100] Il pubblico dei santi: forme e livelli di ricezione
dei messaggi agiografici, Atti del III. Convegno
di studio dell’Associazione italiana per lo studio
della santità, dei culti e dell’agiografia, a cura di
P. GOLINELLI, Roma 2000
[101] Les moines du Der, colloque organisé par P.
CORBET, Langres 2000
[102] Les saints et leurs miracles, a cura di D. AIGLE,
Turnhout 2000
[103] Santi e culti del Lazio. Istituzioni, società, devozioni, Atti del Convegno di studio, a cura di S.
BOESCH GAJANO – E. PETRUCCI, Roma 2000
[104] Santità e eremitismo nella Toscana medievale,
Siena 2000
[105] Martiri e santi in scena, a cura di M. CHIABÒ, F.
DOGLIO, Roma 2001
[106] Adélaïde de Bourgogne. Genèse et représentations
d’une sainteté impériale, études reunies par P.
CORBET, M. GOULLET, D. IOGNA-PRAT, Paris 2002
83
La santità medievale
[107] Europa sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa fra medioevo e età moderna, a
cura di S. BOESCH GAJANO – R. MICHETTI, Roma 2002
[108] La città degli angeli. Profezia e speranza del futuro tra Medioevo e Rinascimento, Firenze 2003
[109] Notai, miracoli e culto dei santi. Pubblicità e autenticazione del sacro tra XII e XV secolo, a cura
di R. MICHETTI, Milano 2004
1.4 SANTITA’ IN RETE
I siti dedicati ai santi e alla santità proliferano nella
rete. Tra i tanti se ne segnalano solo alcuni.
[110] “http://www.kbr.be/~socboll/”; (a cura della Société des Bollandistes)
[111] “http://www.fordham.edu/halsall/sbook3.html”;
[112] “http://orb.rhodes.edu/encyclop/religion/hagiography/hagindex.html”; (a cura di TH. HEAD)
[113] “http://www.doaks.org/translives.html”; (a cura di
A.M. TALBOT, sulle Vite dei santi bizantini)
[114] “http://www.knight.org/advent/cathen/”; (Catholic
Enciclopedia)
[115] “http://www.ewtn.com/library/indexes/MARY.html”;
(EWTN, Indice su Maria e i santi)
[116] http//www.aissca.org
[117] http//www.sismel.it
1.5 STUDI DI CARATTERE GENERALE, DI METODOLOGIA E DI STORIOGRAFIA AGIOGRAFICA:
[118] H. DELEHAYE, Les légendes hagiographiques, Bruxelles 1905 (tr. it Le leggende agiografiche, a cura di
W. MEYER, Firenze 1987)
[119] P. SANTYVES (E.D. NOURRY), Les saints, successeurs
des Dieux, Paris 1907
[120] H. DELEHAYE, Les origines du culte des martyrs,
Bruxelles 1912
[121] R. OTTO, Das Heilige. Über das Irrationale in der
Idee des Göttlichen und sein Verhältnis zum Rationalen, München 1917 (trad. it. Milano 1966)
[122] H. DELEHAYE, Les Passions des Martyrs et les genres littéraires, Bruxelles 1921
84
Bibliografia
[123] M. BLOCH, Les rois thaumaturges. Etude sur le caractère surnaturel attribué à la puissance royale particulièrment en France et en Angleterre, Paris 1924
[124] F. LANZONI, Agiografia o agiologia, in Enciclopedia
Italiana 1 (1929), pp. 891-892
[125] W. VON DEN STEINEN, Heilige als Hagiographen, in
Historische Zeitschrift, 143 (1931), pp. 229-256
[126] H. DELEHAYE, Cinq leçons sur la méthode hagiographique, Bruxelles 1934
[127] A.-M.J. FESTUGIÈRE, La sainteté, Paris 19492
[128] H. GÜNTER, Psycologie der Legende, Freiburg 1949
[129] I. TASSI, Agiografia e problemi agiografici, Roma
1954
[130] M. SIMONETTI, Studi agiografici, Roma 1955
[131] H. DELEHAYE, L’oeuvre des Bollandistes à travers
trois siècles (1615-1915), Bruxelles 1959
[132] B. KÖTTING, Hagiographie, in Lexikon für Theologie und Kirche, Freiburg, vol 4 (1960), col. 1316
[133] P. PEETERS, L’oeuvre des Bollandistes, Bruxelles 1961
[134] G. VINAY, Epilogo, in La Bibbia nell’Alto medioevo, Spoleto 1963 (X Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto medioevo), p. 751
[135] F. GRAUS, Volk, Herrscher und Heiliger im Reich
der Merowinger. Studien zur Hagiographie der
Merowingerzeit, Prague 1965 (trad. it. del capitolo sul culto dei santi in Agiografia altomedievale,
pp. 145-160)
[136] A.M. ORSELLI, L’idea e il culto del santo patrono cittadino nelle letteratura latina cristiana, Bologna
1965
[137] B. DE GAIFFIER, Etudes critiques d’hagiographie et d’iconologie, Bruxelles 1967
[138] M. DE CERTEAU, Hagiographie, in Encyclopaedia Universalis, VIII, Paris 1968, pp. 207-209
[139] E. PATLAGEAN, Ancienne hagiographie byzantine et
histoire sociale, in “Annales E.S.C.”, 23 (1968), 1-2
pp. 106-126 (trad. it., in Agiografia altomedievale,
pp. 191-213)
[140] B. DE GAIFFIER, Hagiographie et historiographie.
Quelques aspects du problème, in La storiografia altomedievale, Spoleto 1970 (XVII Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’Alto medioevo),
pp. 139-166
85
La santità medievale
[141] P. BROWN, The Rise and Function of the Holy Man
in Late Antiquity, in “Journal of Roman Studies”, 61
(1971), pp. 80-101
[142] A.I. PINI, Origine e testimonianze del sentimento civico bolognese, in La coscienza cittadina nei Comuni italiani del Duecento, Todi 1972, pp. 137-193
[143] V.J. PROPP, Le radici storiche dei racconti di fate,
Torino 1972
[144] M. DE CERTEAU, L’écriture de l’histoire, Paris 1975
(trad. it. La scrittura della storia, Roma 1977)
[145] F. GRAUS, Hagiographische Schriften als Quellen der
“profanen” Geschichte, in Fonti medioevali e problematica storiografica, Roma 1976, pp. 375-96
[146] P. BOGLIONI La culture populaire au Moyen Age: thèmes et problèmes, in La culture populaire au Moyen
Age, a cura di P. BOGLIONI, Montreal 1979, pp. 11-37
[147] C. LEONARDI, Dalla santità “monastica” alla santità
“politica”, in “Concilium” XV (1979), pp. 1540-1553
[148] R. MORGHEN, Tradizione religiosa nella civiltà dell’Occidente cristiano. Saggi di storia e storiografia,
Roma 1979
[149] R. RUSCONI, L’attesa della fine. Crisi della società,
profezia e Apocalisse in Italia al tempo del Grande
Scisma, Roma 1979
[150] S. BOESCH GAJANO, La littérature hagiographique
comme source de l’histoire ethnique, sociale et économique de l’Occident européen entre l’Antiquité et
le Moyen Age, in XVe Congrés International des
sciences historiques, II. Rapports, Bucarest 1980, pp.
177-181
[151] C. LEONARDI, I modelli dell’agiografia latina dall’epoca antica al Medioevo, in Il passaggio dal
mondo antico al medio evo. Da Teodosio a san
Gregorio Magno, Roma 1980, pp. 435-476
[152] F. PRINZ, Askese und Kultur, München 1980 (trad.
it., Ascesi e cultura, Roma-Bari 1983)
[153] A. VAUCHEZ, Religion et société dans l’Occident
médiéval, Torino 1980
[154] P. BROWN, The Cult of the Saints. Its Rise and
Function in Latin Christianity, Chicago 1981 (tr.
it. a cura di L. REPICI CAMBIANO Il culto dei santi.
L’origine e la diffusione di una nuova religiosità,
Torino 1983)
86
Bibliografia
[155] R. BOIER, An attempt to define the Typology of Medieval hagiography, in Hagiography and Medieval
Literature, a cura di H. BEKKER-NIELSEN, P. FOOTE,
J.M. JOERGENSEN, T. NYBERG, Odense 1981
[156] J. LE GOFF, La naissance du Purgatoire, Paris 1981,
(tr. it., La nascita del Purgatorio, Torino 1982)
[157] C. LEONARDI, L’agiografia latina dal tardoantico all’altomedioevo, in La cultura in Italia tra tardoantico e alto medioevo, Roma 1981, vol. II, pp. 643-659
[158] A. VAUCHEZ, L’influence des modèles hagiographiques sur les répresentations de la santeté dans le
procès de canonisation (XIIIe-XVe s.), in Hagiographie, cultures et, pp. 585-596
[159] A. VAUCHEZ, La sainteté en Occident aux derniers
siècles du Moyen Age d’après les procès de canonisation et les documents hagiographiques, Rome
1981 (tr. it La santità nel medioevo, a cura di A.
PRANDI, Bologna 1989)
[160] A. VAUCHEZ, Santità, in Enciclopedia Einaudi, XII,
Torino 1981, pp. 441-453
[161] P. BROWN, The Rise and Function of the Holy Man
in Late Antiquity, in “Society and the Holy in Late Antiquity”, Chicago 1982, pp. 103-52
[162] J. FONTAINE, Le culte des saints et ses implications
sociologiques. Réflexions sur un récent essai de Peter Brown, in “Analecta Bollandiana”, 100 (1982),
pp. 17-41
[163] G. GALASSO, Santi e santità, in ID., L’altra Europa.
Per un’antropologia storica del Mezzogiorno d’Italia,
Milano 1982, pp. 64-120
[164] M. GOODICH, Vita perfecta. The Ideal of Sainthood
in the Thirteenth Century, Stuttgart 1982
[165] D. WEINSTEIN – M.R. BELL, Saints and Society. the
two Worlds of Western Christendom, 1000-1700,
Chicago-London 1982
[166] P. GOLINELLI, Agiografia e storia in studi recenti: appunti e note per una discussione, in Società e Storia 19 (1983), pp. 109-120
[167] J.-C. SCHMITT, La fabrique des saints, in “Annales
E.S.C.”, 35 (1984), pp. 286-300
[168] V. SAXER, La ricerca agiografica dai Bollandisti in
poi. Breve profilo storico, in L’agiografia latina
nei secoli IV-VII, pp. 333-345
87
La santità medievale
[169] A. VAUCHEZ, Sainteté, in Dictionnaire des religions, a cura di P. POUPARD, Paris, 1984, pp. 15091513
[170] R.M. BELL, Holy anorexia, Chicago-London 1985
[171] G. CRACCO, Tra santi e santuari, in Storia vissuta del popolo cristiano a cura di J. DELUMEAU,
(ed. it. a cura di F. BOLGIANI, Torino 1985, pp.
249-272)
[172] J. DALARUN, L’impossible sainteté. La vie retrouvée
de Robert d’Arbrissel (v. 1045-1116), fondateur
de Fontevrauld, Paris 1985
[173] J. VAN ENGEN, The Christian Middle Ages as an
Historiographical Problem, in “American Historical Review”, 91 (1986), pp. 519-52
[174] P. BROWN, The Saint as Exemplar in Late Antiquity, in Saints and Virtues, ed. J. HAWLEY,
Berkeley 1987, pp. 3-14
[175] C. BYNUM, Holy Feast and Holy Fast: The Religious Significance of Food to Medieval Women,Berkeley-Los Angeles-London 1987
[176] R. GUIDI, Questioni di storiografia agiografica
nel Quattrocento, in “Benedictina”, 34 (1987),
pp. 167-252
[177] A VAUCHEZ, Il santo, in L’uomo medievale, a cura di J. LE GOFF, Roma-Bari 1987, pp. 351-390
[178] C. BERNARD – S. GRUZINSKI, De l’idolatrie. Une archeologie des sciences religieuses, Paris 1988 (trad.
it. Dell’idolatria. Un’archeologia delle scienze religiose, Torino 1995)
[179] P. GOLINELLI, “Indiscreta sanctitas”. Studi sui rapporti tra culti, poteri e società nel pieno Medioevo,
Roma 1988
[180] C. LEONARDI, Il problema storiografico dell’agiografia, in Storia della Sicilia e tradizione agiografica nella tarda antichità. Atti del Convegno
di studi, a cura di S. PRICOCO, Soveria Mannelli
1988, pp. 12-23
[181] G. OTRANTO, Per una metodologia della ricerca
storico-agiografica: il santuario micaelico del
Gargano tra Bizantini e Longobardi, in “Vetera
christianorum”, 25 (1988), pp. 381-405
[182] C. GINZBURG, Storia notturna. Una decifrazione
del sabba, Torino 1989
88
Bibliografia
[183] C. LEONARDI, Modelli di santità tra secolo V e VII
in Santi e demoni nell’alto medioevo occidentale,
Spoleto 1989 (XXXVI Settimana del Centro di studi sull’alto medioevo), pp. 261-283
[184] C. LEONARDI, Hagiographie, in Lexikon des Mittelalters, IV, München-Zürich 1989, coll. 1840-1845
[185] A. VAUCHEZ, L’hagiographie entre la critique historique et la dinamique narrative, in “La vie spirituelle”, 143 (1989), pp. 251-268
[186] J.P. ALBERT, Odeurs de sainteté. La mythologie
chrétienne des aromates, Paris 1990
[187] C. BYNUM, Fragmentation and Redemption: Essays
on Gender and the Human Body in Medieval Religion, Boston 1991
[188] P. GOLINELLI, La riforma della chiesa e la lotta per
le investiture, in Il Veneto nel medioevo. Dai comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca, a cura A. CASTAGNETTI – G.M. VARANINI, Verona, 1991, pp. 209-242
[189] P. GOLINELLI, “Negotiosus in causa ecclesiae”. Santi e santità nello scontro tra impero e papato da
Gregorio VII ad Urbano II, in Les fonctions des
saints, pp. 259-284
[190] A. VAUCHEZ, Saints admirables et saints imitables:
les fonctions de l’hagiographie ont-elles changé
aux derniers siècles du Moyen Àge?, in Les fonctions des saints, pp. 161-172
[191] D. GORDINI, L’opera dei Bollandisti e la loro metodologia, in Santità e agiografia, pp. 49-74
[192] R. GRÉGOIRE, Agiografia: tra storia, filosofia, teologia, in Santità e agiografia, pp. 15-24
[193] L.K. WOODWARD, Making saints. How the Catholic
Church determines who becomes a Saint, who
doesn’t, and why, New York 1990 (trad. it. La
fabbrica dei santi, a cura di L. BARILLI, Milano
1991)
[194] A. BENVENUTI PAPI, “Scherza coi fanti ma lascia in
pace i santi”: considerazioni in margine a un’opera recente, in “Società e storia”, 57 (1992), pp.
587-593
[195] A.M. KLEINBERG, Prophets in their own country: living saints and the making of sainthood in the
later Middle Ages, Chicago-London 1992
89
La santità medievale
[196] P. GOLINELLI, Strutture organizzative e vita religiosa nell’età del particolarismo, in Storia dell’Italia
religiosa, I. L’antichità e il medioevo, a cura di A.
VAUCHEZ, Roma-Bari, 1993, pp. 155-192
[197] Storia dell’Italia religiosa, I. L’antichità e il medioevo, a cura di G. DE ROSA – T. GREGORY – A.
VAUCHEZ, Roma-Bari 1993
[198] C. LEONARDI, Agiografia, in Lo spazio letterario del
Medioevo. I. Il Medioevo latino, a cura di G. CAVALLO, C. LEONARDI, E. MENESTÒ, vol. I, La produzione del testo, tomo II, Roma 1993, pp. 421-462
[199] A. ANGENENDT, Heiligen und Reliquien. Die Geschichte ihres Kultes vom fruhen Christentum bis zum
Gegenwart, München 1994
[200] S. BOESCH GAJANO, Pratiche e culture religiose, in Storia d’Europa, III, Il Medioevo, a c. di G. ORTALLI,
Torino 1994, pp. 169-216
[201] J. DALARUN – F. DOLBEAU – C. LEONARDI, Pour une
“Biblioteca Agiografica Italiana”, in “Hagiographica”
1 (1994), pp. 337-359
[202] C. LEONARDI, L’agiografia in Italia, in “Hagiographica” 1 (1994), pp. 340-341
[203] P. BROWN, Authority and the Sacred, Cambridge
1995
[204] R. GODDING, Bibliotheca Hagiographica Vulgaris.
Revues et sociétés d’hagiographie. De l’ancien et du
nouveau, in “AB”, 113 (1995), pp. 151-154
[205] S. BOESCH GAJANO, Tra bilanci e prospettive, in “Cassiodorus”, 2 (1996), pp. 231-242
[206] M. VAN UYTFANGHE, L’origine, l’essor et les fonctions
du culte des saints. Quelques repères pour un débat
ouvert, in “Cassiodorus”, 2 (1996), pp. 143-196
[207] A. VAUCHEZ, La Sainteté entre l’Eglise hiérarchique
et le peuple chrétien, in Saggi in onore di Giuseppe
Alberigo, Bologna, 1996, pp. 479-486
[208] S. BOESCH GAJANO, Les recherches en hagiographie
en Italie, in “Litterae Hagiologicae. Bulletin d’Hagiologia, Atelier belge d’études sur la sainteté”, 3
(1997), pp. 3-4
[209] J. DALARUN – L. LEONARDI, Presentazione del progetto di “Biblioteca Agiografica Italiana”, in Francescanesimo in volgare (sec. XIII-XIV). Atti del Convegno di Assisi, Spoleto 1997, pp. 355-396
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Bibliografia
[210] G. LUONGO, Il dossier agiografico dei santi Cosma
e Damiano, in Sant’Eufemia d’Aspromonte, a cura di S. LEANZA, Rubbettino 1997, pp. 33-89
[211] E. PAOLI, Agiografia e strategie politico-religiose. Alcuni esempi da Gregorio Magno al Concilio di
Trento, Spoleto 1997
[212] F. SCORZA BARCELLONA, Dal tardoantico all’età
contemporanea e ritorno: percorsi scientifici e didattici nella storiografia agiografica, in Santità,
culti, agiografia. Temi e prospettive, Atti del I
Convegno di studio dell’Associazione italiana per
lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia,
Roma 24-26 ottobre 1996, a cura di S. BOESCH
GAJANO, Roma 1997, pp. 15-26
[213] S. BOESCH GAJANO, L’agiografia, in Morfologie sociali e culturali in Europa fra tarda antichità e alto Medioevo, Spoleto 1998 (XLV Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’alto Medioevo), pp. 797 843
[214] P. BROWN, The Rise and Function of the Holy Man
in Late Antiquity, 1971-1997, in “Journal of Early
Christian Studies”, 6.3 (1998), pp. 353-376
[215] A.M. ORSELLI, Di alcuni modi e tramiti della comunicazione col sacro, in Morfologie sociali e culturali in Europa fra tarda Antichità e alto Medioevo, XLV Settimana di Studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo Spoleto 1998, pp.
903-951
[216] G. BARONE, Scrivere dei santi, parlare dei santi, in
Diventare santo, 1998, pp. 31-36
[217] D. VON DER NAHMER, Le vite dei santi. Introduzione
all’agiografia, Genova 1998
[218] PH. GEORGE, De l’hagiographie. De ses sources, de
ses méthodes et de son histoire. A propos des pubblications récents, in “Revue belge de philologie
et d’histoire”, 76 (1998), pp. 1063-69
[219] M. GÖRLACH, Studies in Middle English Saints Legends, Heidelberg 1998
[220] S. BOESCH GAJANO, Dalla storiografia alla storia, in
Miracoli. Dai segni alla storia, a cura di S. BOESCH
GAJANO – M. MODICA, Roma 1999, pp. 215-233
[221] C. CAROZZI – H. TAVIANI-CAROZZI, La Fin des Temps.
Terreurs et Prophéties au Moyen Age, Paris 19992
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La santità medievale
[222] A.M. ORSELLI, Modelli di santità e modelli agiografici nell’occidente latino, in “Augustinianum”,
39 (1999), pp. 169-185
[223] F. SANTI, Santità mistica, in I Santi patroni, pp.
63-72
[224] P. GOLINELLI, Gli studi agiografici in Italia nell’ultimo
trentennio, in Gli studi agiografici, pp. 103-135
[225] F. SCORZA BARCELLONA, La sainteté. Les études hagiographiques au 20e siècle: bilan et perspectives, “Revue d’Histoire Ecclésiastique”, 95 (2000), pp. 17-33
[226] L’Hagiographie du haut Moyen Age en Gaule du
Nord. Manuscrits, texts et centres de production, a
cura di M. HEINZELMANN, Stuttgart 2001
[227] P. CASTILLO MALDONADO, Cristianos y hagiógrafos.
Estudio de las propuestas de la excelencia cristiana
en la antigüedad tardía, Madrid 2002
[228] P. HENRIET, Texte et contexte. Tendances récents de
la recherche en hagiographie, in Religion et mentalites au Moyen Age, Mélanges en l’honneur d’Hervé
Martin, Rennes 2003, pp. 75-86
[229] A.M. ORSELLI, Lo spazio dei santi, in Uomo e spazio
nell’Alto medioevo, Spoleto 2003 (L Settimana di
studio del Centro italiano di studi sull’Alto medioevo), pp. 855-890
[230] A. VAUCHEZ, Esperienze religiose nel medioevo,
Roma 2003
[231] S. BOESCH GAJANO, Gregorio Magno. Alle origini
del medioevo, Roma 2004
[232] S. BOESCH GAJANO, Santità, in Dizionario dell’Occidente medievale, a cura di J. LE GOFF – J.CL. SCHMITT,
II, Torino 2004, pp. 997-1011 (trad. it. da Dictionnaire raisonné de l’Occident médiéval, Paris 1999)
[233] G. PHILIPPART, Saints d’ici-bas, saints de l’au-delà.
Pour une définition du champ hagiographique, in
Saints, témoins, héros, modèles, = “La maisonDieu”, 237 (2004), pp. 45-84
1.6 ENCICLOPEDIE, DIZIONARI
[234] Series episcoporum ecclesiae catholicae, ed. P.B.
GAMS, Regensburg 1873
[235] A Dictionary of Saintly Women, ed. A. DUNBAR,
2 voll., London 1904-1905
92
Bibliografia
[236] Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, ed. F. CABROL – H. LECLERCQ – H. MARROU,
15 voll. Paris 1907-53
[237] Dictionnaire de théologie catholique, eds. A. VACANT, E. MANGENOT, et E. AMANN, 15 voll. Paris
1909-1950
[238] Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques, ed. A. BAUDRILLART, et AL., Paris 1912[239] F. VON SALES DOYÈ, Heilige und Selige der Römisch-katholischen Kirche, Leipzig 1929
[240] Vies des saints et des bienheureux par les reverends pères bénédictins de Paris, eds. J. BAUDOT,
P. ANTIN, et J. DUBOIS, 13 voll., Paris 1935-1959
[241] Dictionnaire de spiritualité, ascétique et mystique: doctrine et histoire, Paris 1937[242] Répertoire topo-bibliographique des abbayes et
prieurés, ed. L. COTTINEAU, 3 voll., Mâcon 1939-70
[243] Enciclopedia Cattolica, ed. G. PIZZARDO – P. PASCHINI, 12 voll., Città del Vaticano 1948-1954
[244] J. FERRANDO ROIG, Iconografía de los Santos,
Barcelona 1950
[245] Reallexikon für Antike und Christentum, Stuttgart 1950[246] Met de Heiligen het jaar rond, Ed. J. HUYBEN, H.
J. SCHEERMAN, A. COOLEN, A. VAN DUINKERKEN, 2
voll., Hasselt 1953-54
[247] Butler’s Lives of the Saints. Edited, revised and
supplemented by H. THURSTON and D. ATTWATER,
4 voll., London 1956 (New revised edition in
twelve volumes. General Consultant Editor: David Hugh FARMER, Vol. I: January. Vol. II: February. Vol. III: March. Vol. IV: April. Vol. V:
May. Vol. VI: June. Vol. VII: July. Vol. VIII: August. Vol. IX: September. Vol. XII: December 1,
Tunbridge Wells – Collegeville 1995-2000)
[248] Lexikon für Theologie und Kirche, ed. M. BUCHBERGER, J. HÖFER, und K. RAHNER, 10 voll. Freiburg
1957-682
[249] J. COULSON, The Saints: A Concise Biographical
Dictionary, New York 1958
[250] Año cristiano, 4 voll., Madrid 1959
[251] Bibliotheca Sanctorum, a cura di F. CARAFA et AL.,
14 voll., Roma 1961-1970
93
La santità medievale
[252] Dictionnaire historique des saints, publié sous la
direction de J. COULSON, Paris 1964
[253] D. ATTWATER, The Penguin Dictionary of Saints,
Harmondsworth 1965
[254] New Catholic Encyclopedia, 15 voll., New York 1967
[255] Lexikon der christlichen Ikonographie, I-IV, Allgemeine Ikonographie; V-VIII, Ikonographie der Heiligen, a cura di E. KIRSCHBAUM Rom-Freiburg-BaselWien 1968-1976
[256] Leto svetnikov, ed. M. MIKLAVCIC – J. DOLENC, 4 voll.,
Ljubljana 1968-1973
[257] YE. GOLUBINSKY, Istoriya kanonizatsii svyatykh v
russkoy tserkvi, rist. II ed. Farnborough 1969
[258] Hagiografia Polska. Slownik bio-bibliograficzny,
Red. O.R. GUSTAWA, 2 voll., Poznan-Warszawa-Lublin 1971-72
[259] Dicionario de historia eclesiastica de España, 4
voll., Madrid 1972-75, Suplemento I, Madrid 1987
[260] Lexikon des Mittelalters, Munich 1980[261] JOHN J. DELANEY, Dictionary of Saints, Kingswood
1982
[262] Dictionary of the Middle Ages, ed. J. STRAYER, 13
voll., New York 1982-1989
[263] Histoire des saints et de la sainteté chrétienne, voll.
I-XI, Paris 1986-1988 (trad. it. Storia dei santi e della santità cristiana, Firenze 1991)
[264] Marienlexikon, hrsg. R. BÄUMER – Leo SCHEFFCZYK,
6 voll., St. Ottilien 1988-94
[265] Bohemia sancta. Z’ivotopisy c’esky’ch sve’tcu’ a
pr’a’tel boz’i’ch, ed. J. KLADEC, Prague 1989
[266] The Book of Saints: A Dictionary of Servants of God,
compiled by the Benedictine monks of St Augustine’s Abbey, Ramsgate, London-Wilton CT 19896
[267] G. DUCHET–SUCHAUX et M. PASTOREAU, La Bible et les
saints. Guide iconographique, Paris 1990
[268] Histoire du christianisme des origines à nos jours,
sous la dir. de J.M. MAYEUR – CH. PIETRI – A. VAUCHEZ, I-XII, Paris 1990-1997
[269] Dix mille saints. Dictionnaire hagiographique, rédigé par les Bénédictins de Ramsgate, Turnhout
1991
[270] D. FARMER, The Oxford Dictionary of Saints, (revised edition) Oxford 1992
94
Bibliografia
[271] L. GOOSEN, Van Afra tot de Zevenslapers. Heiligen
in religie en kunsten, Nijmegen 1992
[272] D. ATTWATER, A New Dictionary of Saints. Edited
and Revised by John CUMMING, London 1993
[273] Dizionario delle religioni, a cura di G. FILORAMO,
Torino 1993
[274] H. FROS – F. SOWA, Twoje Imie. Przewodnik onomastyczno-hagiograficzny, Krakow 1995
[275] A. JONES, Les saints, Paris 1995
[276] G. DAIX, Dictionnaire des saints, Paris 1996
[277] TH. HEAD, Hagiography, in Medieval France: An
Encyclopedia, eds. W. KIBLER – G. ZINN, New York
1995, pp. 433-437
[278] Bibliotheca Sanctorum Orientaliuin. Enciclopedia
dei santi. Le Chiese orientali, I (A-Gio), Roma 1998
[279] Il grande libro dei santi, Dizionario enciclopedico
diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, 3 voll.,
Milano 1998
[280] L. GOOSEN, Dizionario dei santi. Storia, letteratura,
arte e musica, Milano 2000
[281] D.H. FARMER, The Oxford Dictionary of Saints,
Oxford 2003, 5rd ed.
CAPITOLO 2 – LE FONTI
2.1 RACCOLTE E COLLEZIONI DI FONTI
Per le raccolte di Vite e testi relativi ai santi precedenti e posteriori agli Acta sanctorum si veda R. Aigrain,
L’hagiographie, pp. 319-328, 351-388; S. Boesch Gajano, Raccolte di vite; Europa sacra, S. Spanò, Le raccolte
di vite, in RSLR.
[282] B. MOMBRITIUS, Sanctuarium seu Vitae sanctorum,
II voll., Milano 1477 (Novam editionem curaverunt duo monachi Solesmenses, Paris 1910)
[283] L. LIPPOMANO, Sanctorum priscorum patrum Vitae
per probatissimos auctores, quam latinos descriptarum et per R.P.D. Aloysium Lipomanum primo
veronensem postremo bergomensem episcopum in
unum collectarum, cum solitis contra haereticos
adnotationibus, Roma 1551-1560
95
La santità medievale
[284] L. SURIUS, De probatis sanctorum historiis, partim
ex tomi Aloysii Lipomani, doctissimi episcopi, partim etiam ex egregiis manuscriptis codicibus, quarum permultae ante hac nunquam in lucem prodiere, nunc recens optima fide collectis per F. Laurentium Surium Carthusianum, VI voll., Coloniae
Agrippinae 1570-1575
[285] H. ROSWEYDE, Vitae patrum, 10 voll. Antwerp 1615
[286] Acta Sanctorum quotquot toto orbe coluntur,
eds. J. BOLLAND et AL., 67 voll. Antwerp-Bruxelles
1643-1940; II ed. 43 voll., Venezia; III ed. 60
voll. Paris
[287] Acta Sanctorum ordinis Sancti Benedicti, eds. L.
D’ACHÉRY – J. MABILLON, 6 voll. in 9 Paris 16681701; II ed. parziale Bruxelles 1935
[288] Acta primorum martyrym sincera et selecta…, ed.
TH. RUINART, Paris 1689, II ed. Antwerp 1713; III
ed. Verona 1731; IV ed. Augsburg 1802-3; V ed.
Regensburg 1859
[289] A. BAILLET, Les vies des saints composée sur ce qui
nous est resté selon l’ordre des calendriers et du
martyrologe avec l’histoire de leur culte, IV voll.,
Paris 1701-1703
[290] J.P. MIGNE (ed.), Patrologiae cursus completus: Series latina, 221 voll., Paris 1841-64
[291] J.P. MIGNE (ed.), Patrologiae cursus completus: Series graeca, 176 voll., Paris 1857-1876
[292] Monumenta Germaniae Historica, HannoverBerlin-München 1826[293] Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum,
Vien 1900
[294] Corpus christianorum, series latina. Turnhout 1953[295] Sources chrétiennes, Paris 1942[296] Corpus christianorum, Continuatio mediaevalis,
Turnhout 1971[297] Corpus christianorum, series graeca, Turnhout 1974
[298] Corpus christianorum, series Apocryphorum,
Turnhout
Italia:
[299] Italia sacra, sive De episcopis Italiae ad insularum
adjacentium, ed. F. UGHELLI, 9 voll. Romae 16441662; II ed. 10 voll., Venezia 1717-1722
96
Bibliografia
[300] Rerum italicarum scriptores ab anno aerae christianae quingentesimo ad millesimum quingentesimum,
ed. L.A. MURATORI et AL., 25 voll. Milano 1723-1751
[301] Rerum italicarum scriptores. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento, a cura di G. CARDUCCI – V. FIORINI, Città di
Castello-Bologna 1900[302] Fonti per storia d’Italia, Roma 1887Francia:
[303] Gallia christiana, II ediz., 16 voll., Paris 1715-1785
[304] Recueil des historiens des Gaules et de la France,
ed. M. BOUQUET et AL., 24 voll., Paris 1738-1833
[305] Chartes et diplômes relatifs à l’Histoire de France,
Paris 1716-1795
[306] Collection des documents inédits relatifs à l’Histoire de France, Paris 1835[307] Les Classiques de l’Histoire de France au Moyen
Age, Paris 1923Germania:
[308] Germania sacra, 3 voll., Berlin 1929-1941
[309] Germania sacra. Neue Folge, 28 voll., Berlin 1962Isole britanniche:
[310] Rerum britannicarum medii aevi scriptores, 99
voll., London 1858-1896
Bisanzio e impero orientale:
[311] Corpus scriptorum historiae byzantinae, 50 voll.,
Bonn 1828-1897
[312] Corpus fontium historiae byzantinae, Washington–Berlin 1967[313] Recueil des historiens des Croisades: Historiens occidentaux, 5 voll. Paris 1841-1895
Spagna:
[314] España sagrada, ed. E. FLOREZ et
Madrid 1747-1954
AL.,
58 voll.,
Portogallo:
[315] Portugaliae Monumenta historica a saeculo octavo post Christum usque ad quintum decimum, 6
voll., Lisboa 1856-1897
97
La santità medievale
2.2 REPERTORI DI TESTI AGIOGRAFICI
Repertori generali:
[316] Bibliotheca hagiographica latina antiquae et mediae aetatis, Bruxelles, 1898-1901 (= BHL)
[317] Bibliotheca hagiographica latina antiquae et mediae aetatis. Novum supplementum, ed. H. FROS,
Bruxelles 1986
[318] H. FROS, Inédits non recensés dans la BHL, in
“AB”, 102 (1984), pp. 163-196, 355-380
[319] Bibliotheca hagiographica graeca, ed. F. HALKIN,
Bruxelles 19573 (= BHG)
[320] F. HALKIN, Novum Auctarium Bibliothecae hagiographicae graecae, Bruxelles 1984
[321] Bibliotheca hagiographica orientalis, Bruxelles
1910 (= BHO)
[322] A. POTTHAST, Bibliotheca historica medii aevi.
Wegweiser durch die Geschichtswerke des europäischen Mittelalters bis 1500. Vollständiges
Inhaltsverzeichniss zu “Acta Sanctorum” Boll.,
Bouquet, Migne, Monum. Germ. Hist., Muratori, Rerum Britann. Scriptores, etc. 2 voll., Berlin
18962
[323] Repertorium Fontium Historiae Medii Aevi, vol. I:
Series collectionum, Roma, 1962; Additamenta 1:
Series collectionum continuata et aucta (19621972), Roma 1977; Vol. II-VIII: Fontes (vol. VIII/1
[1998): Compendia; vol. VIII/2: Fontes N)
[324] Les sources hagiographiques, in Identifier sources
et citations, ed. J. BERLIOZ, et AL., Turnhout 1994
[325] Vitae sanctorum, in Clavis Patrum Latinorum
qua in Corpus Christianorum edendum optimas
quasque scriptorum recensiones a Tertulliano ad
Bedam commode recludit E. DEKKERS, Steenbrugis–Turnhout 19953, pp. 675-717
[326] H.J. FREDE, Acta sanctorum, in Kirchenschriftsteller. Veneichnis und Sigel. Repertorium scriptorum
ecclesiasticorum latinorum saeculo nono antiquiorum siglis adpositis quae in editione Bibliorum Sacrorum iuxta veterem latinam versionem
adhibentur, Freiburg 19954
98
Bibliografia
Repertori specifici:
Per aree geografiche:
Tanto per i testi latini che per quelli in lingue vernacolari si tengono presenti gli studi contenuti in Hagiographies.
[327] A. NICHOLLS, The Corpus of Prose Saints’ Lives and
Hagiographic Pieces in Old English and its Manuscript Distribution, in “Reading Medieval Studies”, 19 (1993), pp. 73-96; 20 (1994), pp. 51-87
[328] W. WILLIAMS-KRAPP, Deutschprachige Hagiographie
von ca. 1350 vis ca. 1550, in Hagiographies. I, pp.
267-88
[329] CH. KOHLER, Rerum et Personarum quae in Actis
Sanctorum Bollandistis et Analectis Bollandianis
obvie ad orientem latinum spectant. Index Analiticus, in “Revue de L’orient latin”, 5 (1897), pp.
460-561
[330] C. PLUMMER, Miscellanea hagiographica Hibernica. Vitae adhuc ineditae sanctorum Mac Creiche,
Naile, Cranat. Accedit catalogus hagiographicus
Hiberniae, 1925
[331] Biographies spirituelles, in Dictionnaire de spiritualité, I, Paris 1937, coll. 1646-78
[332] F. LOT ET AL., Vitae, Passiones, Miracula, Translationes sanctorum Galliae (500-1000), in “Archivum latinitatis medii aevi“, 14 (1939), pp. 183-225
[333] F. LOT ET AL., Vitae, Passiones, Miracula, Translationes sanctorum Galliae necnon alia opera
hagiographica saeculum XI in Gallia exarata (a.
1000-1108), in “Archivum latinitatis medii aevi“,
18 (1943), pp. 5-39
[334] Index scriptorum latinorum medii aevi Hispanorum, ed. M.C. DIAZ Y DIAZ, Salamanca 1958-1959
[335] J.W. NESBIT, A geographical and chronological
guide to Greek saints’ lives, in “Orientalia christiana periodica”, 35 (1969), pp. 24-46
[336] Index scriptorum operumque latino-belgicorum
medii aevi. Nouveau répertoire des oeuvres médiolatines belges. Ed. L. GENICOT – P. TOMBEUR, IV
voll., Bruxelles 1973-79
[337] A bibliography of Celtic-Latin literature. 400-1200,
ed. M. LAPIDGE – R. SHARPE, Dublin 1985
99
La santità medievale
[338] Clavis scriptorum latinorum medii aevi. Auctores
Galliae 735-987, I-II, ed. M.H. JULIEN – F. PERELMAN, Turnhout 1994, 1999
[339] R. SHARPE, A handlist of the Latin writers of Great
Britain and Ireland before 1540, Turnhout 1997
[340] Medieval narrative sources: a chronological guide,
ed. J.M. BAK, R. GRZESIK, I. JURKOVIC´, Budapest 2000
Repertori di testi agiografici in lingua vernacolare
[341] R. GODDING, Bibliotheca hagiographica vulgaris.
Revues et sociétés d’hagiographie. De l’ancien et
du nouveau, in “AB”, 113 (1995), pp. 151-154
[342] M. BORIOSI, Traduire le franciscanisme. Introduction aux premièrs “vulgarisations des légendes de
saint François d’Assise (France-Italie, XIIIe-XVe
siècles), in “Collectanea franciscana”, 67 (1997),
pp. 389-430
Francia:
[343] P. MEYER, Légendes hagiographiques en français,
in Histoire littéraire de France, vol. 33, Paris
1906, pp. 328-458
[344] C. BRUNEL, Bibliographie des manuscrits littéraires
en ancien provençal, Paris 1935
[345] R. BOSSUAT, Manuel bibliographique de la littérature française du Moyen Age, Paris 1951-86
[346] J.P. PERROT, Le passionaire français au moyen
âge, Geneve 1992
Italia:
[347] J. DALARUN, C. LEONARDI, F. DOLBEAU, Pour une
‘Biblioteca agiografica italiana’, in “Hagiographica”, 1 (1994)
[348] J. DALARUN – L. LEONARDI, Presentazione del progetto “Biblioteca Agiografica Italiana”, in Francescanesimo in volgare (secoli XIII-XIV). Atti del
XXIV Convegno internazionale, Spoleto 1997, pp.
353-396
[349] Biblioteca agiografica italiana (BAI). Repertorio
di testi e manoscritti, secoli XIII-XV, a cura di J.
DALARUN – L. LEONARDI e di M.T. DINALE – B. FEDI
– G. FROSINI, II voll., Firenze 2003
100
Bibliografia
Isole britanniche:
[350] C. PLUMMER, A Tentative Catalogue of Irish Hagiography, in Miscellanea Hagiographica Hibernica,
pp. 171-285
[351] P. GROSJEAN, Hagiographica celtica, in “AB”, 55
(1937), pp. 96-108
[352] CH. D’EVELYN – F. FOSTER, Saints’ Legends, in A Manual of Writings in Middle English 1050-1500, ed.
J. BURKE SEVENS, New Haven 1970, II, pp. 410-81,
553-649
[353] E. GORDON WHATLEY, Hagiography in Anglo-Saxon
England: a Prelliminary View from SASLC, in “Old
English Newsletter”, 23 (1990), pp. 36-46
[354] M. LAPIDGE, The Saintly Life in Anglo-Saxon England, in The Cambridge Companion to Old English Literature, eds. M. GODDEN – M. LAPIDGE, Cambridge 1991, pp. 243-63
[355] A. NICHOLLS, The Corpus of Prose Saints’ Lives and
Hagiographic Pieces in Old English and its Manuscript Distribution, in “Reading Medieval Studies”,
19 (1993), pp. 73-96; 20 (1994), pp. 51-87
[356] E. GORDON WHATLEY, An Introduction to the Study
of English Prose Hagiography: Sources and Resources, in Holy Men and Holy Women: Old English
Prose Saints’ Lives and Their Contexts, ed. P. SZARMACH, Albany, NY 1996, pp. 3-32
Germania:
[357] K. KUNZE, Projekt keiner ‘Bibliotheca Hagiographica Germanica, in “AB”, 90 (1972), pp. 299-322
Scandinavia:
[358] O. WIDDING, H. BEKKER-NIELSEN, L. SHOOK, The Lives
of the Saints in Old Norse Prose: A Handlist, in “Mediaeval Studies”, 25 (1963), pp. 294-337
[359] M. CORMACK, The Saints in Iceland: Their Veneration from the Conversion to 1400, Bruxelles 1994
Per generi:
[360] Clavis apocryphorum Novi Testamenti, ed. M. GEERARD, Turnhout 1982
[361] U. CHEVALIER, Repertorium hymnologicum. Catalogue des chants, hymnes, proses, séquences, tropes,
101
La santità medievale
[362]
[363]
[364]
[365]
en usage dans l’Église latine depuis les origines jusqu’à nos jours, 6 voll., Bruxelles 1892-1921
P. GEARY, Handlist of Relic Thefts (ca. 800-ca.
1100), in Furta Sacra, pp. 149-56
A. VAUCHEZ, Les procès de canonisation, in La sainteté en occident aux derniers siècles du moyen âge,
pp. 655-65
H. FROS, Visionum medii aevi latini repertorium, in
The Use and Abuse of Eschatology in the Middle
Ages, Leuven 1988, pp. 481-498
H. FROS, Liste des translations et inventions de l’époque carolingienne, in ”AB”, 104 (1986), pp. 427-29
2.3 CATALOGHI DI MANOSCRITTI
Gli Analecta Bollandiana segnalano regolarmente cataloghi recenti di manoscritti agiografici greci o latini. La Société des Bollandistes ha inoltre elaborato, in collaborazione con il progetto “Légendiers” del Centre de recherche
“Hagiographies” des Facultés Universitaires N.-D. de la
Paix à Namur, un repertorio online dei cataloghi di manoscritti agiografici da essa pubblicati (BHLms) consultabile presso l’indirizzo: http://bhlms.fltr.ucl.ac.be. Anche
presso il sito della Sismel (www.sismelfirenze.it) è disponibile il RICABIM (Repertorio di inventari, di cataloghi e
di liste di manoscritti appartenuti a biblioteche medievali (Occidente latino, secoli VIII-XV).
[366] J. DUBOIS, J.L. LEMAÎTRE, Sources et méthodes, pp.
27-30
[367] A. PONCELET, Catalogus codicum hagiographicorum
latinorum bibliothecae Vaticanae, Bruxelles 1883
[368] Catalogue général des manuscrits des bibliothèques publiques de France. Départements, 61 voll.
Paris 1885[369] Catalogus codicum hagiographicorum latinorum
Bibliothecae Regiae Bruxellensis. Pars I: Codices
Latini membranei, 2 voll. Bruxelles 1886-1889
[370] Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque Mazarine, par A. MOLINIER, Paris 1886, t. II
[371] Catalogus codicum hagiographicorum latinorum
in Bibliotheca Nationali Parisiensi, IV. voll.,
Bruxelles 1889-1893
102
Bibliografia
[372] De codicibus hagiographicis Iohannis Gielemans,
Bruxelles 1895
[373] G. MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, VI voll., Forlì 1896
[374] Catalogi Bibliothecae Vaticanae Codices Vaticani
Latini 1-678, a cura di M. VATTASSO e P. FRANCHI
DE’ CAVALIERI, Roma 1902
[375] A. PONCELET, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecarum romanarum praeter quam Vaticanae..., Bruxelles 1909
[376] M. JAMES, A descriptive catalogue of the manuscripts in the Library of Corpus Christi College, I,
Cambridge 1912
[377] C. VAN DE VORST – H. DELEHAYE. Catalogus codicum hagiographicorum graecorum Germaniae,
Belgii, Angliae, Bruxelles 1913
[378] A. MADAN, A summary Catalogue of western manuscripts in the Bodleian Library, Oxford 1922
[379] V. LEROQUAIS, Les Sacramentaires et les missels
manuscrits des bibliothèques publiques de France,
4 voll. Paris 1924
[380] F. WORMALD, English Kalendars Before A.D. 1100,
London 1934
[381] V. LEROQUAIS, Les Bréviares manuscrits des bibliothèques publiques de France, 6 voll. Paris 1934
[382] F. WORMALD, English Kalendars After A.D. 1100.
Volume I, A-D, London 1939
[383] V. LEROQUAIS, Les Psautiers latins manuscrits des
bibliothèques publiques de France, 3 voll. Paris
1943
[384] Catalogus codicum Reg. lat., a cura di A. WILMART,
II voll, 1945, codices 1-500
[385] KL. GAMBER, Codices liturgici latini antiquiores.
Pars prima, Freiburg 1968
[386] J. VAN DER STRAETEN, Manuscrits hagiographiques
d’Arras et de Boulogne-sur-Mer, Bruxelles 1971
[387] J. VAN DER STRAETEN, Les Manuscrits hagiographiques de Charleville, Verdun et Saint-Michel,
Bruxelles 1974
[388] F. DOLBEAU, Un nouveau catalogue des manuscrits
de Lobbes aux XIe et XIIe siècles. I. Présentation et
édition du texte, in “Revue Augustinienne, 13
(1978), pp. 3-36
103
La santità medievale
[389] F. DOLBEAU, Un nouveau catalogue des manuscrits de Lobbes aux XIe et XIIe siècles. II. Commentaire et tables, in “Revue Augustinienne 14
(1979), pp. 191-248
[390] J. VAN DER STRAETEN, Les Manuscrits hagiographiques d’Orléans, Tours, et Angers, Bruxelles 1982
[391] F. HALKIN, Catalogue des manuscrits hagiographiques de la Bibliothèque nationale d’Athènes,
Bruxelles 1983
[392] Catalogo dei manoscritti slavi della Biblioteca Vaticana, a cura di A. DZUROVA – K. STANTCHEV – M.
JAPUNDZICENTS, Sofia 1985
[393] P.O. KRISTELLER, Latin Manuscript Books before
1600. A List of the Printed Catalogues and Unpublished Inventories of Extant Collections, IV
revised and enlarged Edition by S. KRÄMER, München 1993
[394] Répertoire des bibliothèques et des catalogues de
manuscrits grecs de Marcel Richard, ed. J.M. OLIVIER, Turnhout 1995
[395] G.N. VERRANDO, Per una nuova “Bibliotheca Hagiografica Latina” compilata sui manoscritti di
origine italiana, in “Hagiographica”, 2 (1995),
pp. 277-308
[396] C. PASINI, Inventario agiografico dei manoscritti
greci dell’Ambrosiana, (Subsidia Hagiographica,
84), 2003
[397] Manoscritti agiografici latini conservati a Padova. Biblioteche Antoniana, Civica e Universitaria,
a cura di A. MAZZON, Firenze 2003
2.4 EDIZIONI DI TESTI AGIOGRAFICI
Si rimanda anche alle Collezioni e alle collane che
pubblicano edizioni di fonti.
[398] Sancti Dominici Sorani abbatis vita et miracula a
coaevis conscripta, in “AB”, 1 (1882), pp. 279-322
[399] The Tripartite Life of Patrick, with other Documents
Relating to that Saint, ed. and trans. W. STOKES,
London 1887
[400] Lives of the Saints from the Book of Lismore, ed.
and trans. W. STOKES, Oxford 1890
104
Bibliografia
[401] The Life and Miracles of Saint William of Norwich, eds. and trans. A. JESSOPP and M. JAMES,
Cambridge 1896
[402] Speculum perfectionis seu S. Francisci Assisiensis legenda antiquissima auctore fratre Leone, a
cura di P. SABATIER, Paris 1898
[403] Actus beati Francisci et sociorum eius, a cura di
P. SABATIER, Paris 1902
[404] R.A. STEWART MACALISTER, Life of Saint Finan, in
“Zeitschrift für celtische Philologie”, 2 (1899), pp.
545-65
[405] Ionae Vitae sanctorum Columbani, Vedastis,
Iohannis, hrsg. von B. KRUSCH, 1905
[406] Il processo di Santa Chiara d’Assisi, ed. Z. LAZZERI
in “Archivum Franciscanum Historicum”, 13 (1920),
pp. 403-507
[407] Le “Speculum perfectionis”, ou mémoires de frère
Léon sur la seconde partie de la vie de saint
François d’Assise, a cura di P. SABATIER, A.G. LITTLE,
Manchester 1928
[408] Life of Otto, Apostle of Pomerania, ed. and trans.
C.H. ROBINSON, London 1929
[409] Monumenta historica sancti patris nostri Dominici,
Romae 1935
[410] M.A. O’BRIEN, The Old Irish Life of St. Brigit, in “Irish Historical Studies”, 1 (1938-9), pp. 121-34, 343-53
[411] F.S. SCHMITT, S. Anselmi Cantuariensis archiepiscopi
Opera omnia, Seckau-Rom-Edinburgh, 1938-1961, 6
voll.
[412] Donizo, Vita Mathildis, a cura di L. SIMEONI,
Bologna 1940
[413] Two Lives of Saint Cuthbert, ed. B. COLGRAVE,
Cambridge 1940 (reprint 1985)
[414] Vitae sanctorum Britanniae et genealogiae, ed. and
trans. A.W. WADE-EVANS, Cardiff 1944
[415] The “Vitae sanctorum patrum Emeritensium” ed.
and trans. J. GARVIN, Washington 1946
[416] Saints’ Lives and Chronicles in Early England, ed.
and trans. C.W. JONES, Cornell 1947
[417] Encomium Emmae reginae, ed. and trans. A.
CAMPBELL, London 1949
[418] The Life of Ailred of Rievaulx, ed. and trans. by F.M.
POWICKE, London 1950
105
La santità medievale
[419] A. LENTINI, La “Vita s. Dominici” di Alberico cassinese, in “Benedictina”, 5 (1951), pp. 57-77
[420] The Anglo-Saxon Missionaries in Germany, ed.
and trans. C.H. TALBOT, New York 1954
[421] The Western Fathers, ed. F.R. HOARE, New York 1954
[422] Felix’s Life of St. Guthlac, ed. and trans. B. COLGRAVE, Cambridge 1956
[423] J. LECLERCQ, Inédits de Saint Pierre Damien, in “Revue Bénédectine”, 67 (1957), pp. 151-74
[424] Sancti Petri Damiani Vita beati Romualdi, ed. a
cura di G. TABACCO, Roma 1957
[425] The Life of Christina of Markyate, a Twelfth-Century Recluse, ed. and trans. C.H. TALBOT, Oxford
1959 (reprint Oxford 1987)
[426] The Life of King Edward who rests at Westminster,
attributed to a Monk of St. Bertin, ed. and trans. F.
BARLOW, London 1962
[427] Jonas, Vita Columbani et discipulorum eius, ed.
M. TOSI, Piacenza 1965
[428] Vitae sanctorum Hiberniae, ed. W.W. HEIST,
Bruxelles 1965
[429] Monumenta diplomatica s. Dominici, ed. V.J.
KOUDELKA, auxil. R.J. LOENERTZ, Roma 1966
[430] Aethelwulf, De abbatibus, ed. and trans. A.
CAMPBELL, Oxford 1967
[431] Anglo-Saxon Saints and Heroes ed.and trans. C.
ALBERTSON, New York 1967
[432] Life of St. David, ed. and trans. J.W. JAMES, Cardiff 1967
[433] Sulpice sévère, Vie de saint Martin, a cura di J.
FONTAINE, Paris 1967
[434] Briefe des Bonifatius. Willibalds Leben des Bonifatius, hrg. R. RAU, Darmstadt 1968
[435] Saint François d’Assise. Documents, écrits et premièrs biographies, a cura di TH. DESBONNETS – D.
VORREUX, Paris 1968 (II ed. 1981)
[436] André de Fleury,Vie de Gauzelin, abbé de Fleury,
ed. R.H BAUTIER, G. LABORY, Paris 1969
[437] Bede’s Ecclesiastical History of the English People,
eds. B. COLGRAVE – R.A.B. MYNORS, Oxford 1969
(reprint 1991)
[438] The Earliest Life of Gregory the Great by an anonymous Monk of Whitby, ed. B. COLGRAVE, Kansas 1969
106
Bibliografia
[439] F.X. SEPPELT, Monumenta Coelestiniana, Paderborn
1971
[440] C. CODOÑER, El “De viris illustribus” de Ildefonso de
Toledo, estudio y ediciòn critica, Salamanca 1972
[441] L. DI FONZO, L’Anonimo Perugino tra le fonti francescane del secolo XIII. Rapporti letterari e testo critico, in “Miscellanea francescana”, 72 (1972), pp.
177-483
[442] A. VAUCHEZ, Sainteté laique au XIIIe siècle: la vie du
bienheureux Facio de Crémone, in “MEFRM”, 84
(1972), pp. 13-53
[443] Lebensbeschreibungen einiger Bischöfe des 10.-12.
Jahrhunderts, ed. H. KALLFELZ, Darmstadt 1973
[444] Vita quinque fratrum eremitarum [seu] Vita vel
Passio Benedicti et Johannis sociorumque suorum,
in Monumenta Poloniae Historica, Series Nova, ed.
J. KARWASINKA, Warszawa 1973
[445] M.C. DIAZ Y DIAZ, La Vida de san Fructuoso de Braga, Estudio y edición critica, Braga 1974
[446] Legenda trium sociorum. Edition critique, in “Archivum franciscanum historicum” 67 (1974), pp. 37-144
[447] M. BETTELLI BERGAMASCHI, Ramperto vescovo di Brescia (sec. IX) e la “Historia de translatione beati Filastrii”, in “Archivio Ambrosiano”, 28 (1975), pp.
18-140
[448] B. DISTELOBRINK, Bonaventurae scripta authentica
dubia vel spuria critice recensita, Roma 1975
[449] Monks, Bishops, and Pagans: Christian Culture and
Italy, 500-700, ed. E. PETERS, Philadelphia 1975
[450] Vite di santi. Vita di Martino, Vita di Ilarione, In
memoria di Paola, ed. C. MOHRMAN, Milano 1975
[451] Passione e miracoli di s. Mercurio, introduzione e
testo copto a cura di T. ORLANDI, traduzione di S.
DI GIUSEPPE CAMAIONI, Milano 1976
[452] Sa Vitta et sa morte et passione de sanctu Gavinu
Prothu et Januariu” di Antonio Cano. “Passio sanctorum martirum Gavini Prothi et Ianuarii” secondo l’incunabolo veneziano di Petrus de Quarengiis,
a cura di F. ALZIATOR, Cagliari 1976
[453] F. DOLBEAU La vita di sant’Ubaldo, vescovo di Gubbio, attribuita a Giordano di Città di Castello, in
“Bollettino della Deputazione di storia patria per
l’Umbria”, 4 (1977), pp. 81-116
107
La santità medievale
[454] F. DOLBEAU, Un nouveau témoin de la Vita s. Ubaldi attribuée à Giordano, in “Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”, 78 (1981),
pp. 235-237
[455] Fonti francescane. Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze del primo secolo francescano. Scritti e biografie di santa
Chiara d’Assisi, II voll., Assisi 1977
[456] Le vite antiche di Iacopone da Todi, a cura di E.
MENESTÒ, Firenze 1977 (rist. 1991)
[457] Passio auctore Hucbaldo mon. Elnonensi, ed. F.
DOLBEAU, in “RB”, 87 (1977), pp. 246-256
[458] U. PICCIAFUOCO, La Vita di S. Giacomo della Marca
(1393-1476) secondo gli antichi codici di Fr. Venanzio da Fabriano (1434-1506), Monteprandone 1977
[459] G.B. PIGHI, Traslazione e miracoli di san Zeno,
Verona 1977
[460] Caterina da Siena, Le Orazioni, a cura di G. CAVALLINI, Roma 1978
[461] N. HUYGHEBAERT, Une translation de reliques à
Gand en 944. Le Sermo de Adventu Sanctorum
Wandregisili, Ansberti et Vulframni in Blandium,
Brussels 1978
[462] Gilonis, Vita sancti Hugoni abbatis, in H.E.J. COWDREY (ed.), Two studies in Cluniac History (10491126), in “Studi Gregoriani”, 11 (1978), pp. 45-109
[463] Fra Giunta Bevignati, Leggenda della vita e dei
miracoli di santa Margherita da Cortona, a cura
di E. MARIANI, Vicenza 1978
[464] St. Patrick: His Writings and Muirchu’s Life, ed.
and trans. A.B.E. HOOD, Totowa NJ 1978
[465] G. CIOFFARI, La leggenda di Kiev. La traslazione
delle reliquie di san Nicola nel conto di un annalista russo contemporaneo, in “Nicolaus”, 7 (1979),
pp. 205-330
[466] P. CORSI, La “Vita” di san Nicola e un codice della versione di Giovanni diacono, in “Nicolaus”, 7
(1979), pp. 359-380
[467] P. GOLINELLI, La “Vita” di san Simeone monaco, in
“SM” III s., 20 (1979), pp. 709-788
[468] G. MONGELLI, La prima biografa di san Guglielmo
da Vercelli, fondatore di Montevergine e del Goleto, Montevergine 1979
108
Bibliografia
[469] The Emperor’s Monk: A Contemporary Life of Benedict of Aniane by Ardo, Ilfracombe Devon 1979
[470] Vita di s. Ubaldo, a cura di A.M. FANUCCI, Gubbio
1979
[471] P. AEBISCHER, La “Vita sancti Marini”. Testo del
manoscritto F.III.16 della Biblioteca Nazionale di
Torino, San Marino 1980
[472] Vita di S. Giovanni I abate, Parma 1980
[473] A. CARRETTA, La leggenda di s. Alberto di Lodi, in “Archivio storico lodigiano”, II s., 29 (1981), pp. 43-78
[474] François d’Assise, Ecrits, a cura di TH. DESBONNETS
–J.F. GODET – TH. MATURA – D. VORREUX, Paris 1981
[475] V. VALCARCEL MARTINEZ, La “Vita Dominici Siliensis” de Grimaldo. Estudio, edición critica y tradución, Logroño 1982
[476] M. MICHALCZYK, Une Compilation Parisienne des
sources primitives franciscaines. Paris Nationale, ms.
lat. 12707, in “Archivum Franciscanum Historicum”,
74 (1981), pp. 3-32, 401-455; 76 (1983), pp. 3-97
[477] M. TAGLIABUE, L’anonima “Vita” latina di san
Maurelio martire vescovo di Ferrara e il “De inventione” di Matteo Ronto, in “Analecta Pomposiana”, 6 (1981), pp. 221-263
[478] Vita di S. Filippo d’Agira attribuita al monaco Eusebio, introduzione, ed. critica, traduzione e note
di C. PASINI, Roma 1981
[479] Vita prima di Antonio o “Assidua” (1232). Introduzione, testo critico ed edizione italiana a cura
di V. GAMBOSO, Padova 1981
[480] J.G. BOUGEROL, Sermons médiévaux en l’honneur
de saint François, in “Archivum Franciscanum Historicum”, 75 (1982), pp. 382-415
[481] E. COLTRI, Per una nuova edizione della “Vita Genovefae virginis Parisiensis, in “Scripta Philologa”, 3 (1982), pp. 71-118
[482] P. CORSI, Giovanni Diacono: La Vita di san Nicola,
tradotta dal latino dal ms. Berolin. 741, Bari 1982
[483] F. DOLBEAU, La Passion des saints Lucius et Montanus. Histoire et édition du texte, in “RetAug”, 29
(1983), pp. 39-82
[484] F. DOLBEAU, La Vie latine de saint Euthyme: une
traduction inédite de Jean, diacre napolitain, in
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[644] Agnellus von Ravenna, Liber Pontificalis. Bischofsbuch, a cura di CL. NAURETH, 2 voll., Freiburg-BaselWien 1996
[645] L. ANGELINI, Storia di San Pellegrino dell’Alpe. III edizione riveduta e ampliata, Lucca 1996
[646] Biografie antiche della Beata Angelina da Montegiove. Documenti per la storia del monastero di S. Anna
di Foligno e del terz’Ordine regolare di s. Francesco,
a cura di A. FILANUVO – L. MATTIOLI, Spoleto 1996
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Maubege (BHL 5129). Edition critique du texte,
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una raccolta agiografica trecentesca (Laurenziano Plut. XX, 6), in Miscillo flamine. Studi in
onore di Carmelo Rapisarda, a cura di A. DEGL’INNOCENTI – G. MORETTO, Trento 1997, pp.
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Giulitta di Pietro Suddiacono: edizione di frammenti da un codice napoletano, in “CamSa”, 28
(1997), pp. 19-24
[658] Iunctae bevegnatis Legenda de vita et miraculis
beatae Margaritae de Cortona, ed. critica a cura di F. IOZZELLI, Grottaferrata 1997
[659] M.C. DIAZ Y DIAZ, M.V. PARDO, D. VILARIÑO, Ordoño de Celanova: vida y milagros de san Rosendo, Edición, tradución y estudio, La Coruña
1997
[660] La Vie ancienne de S. Samson de Dol, ed. P.
FLOBERT, Paris 1997
[661] La Vie du pape Léon IX (Brunon, évêque de
Toul), éd. et trad. M. PARISSE – M. GOULLET, Paris
1997
[662] J. MARTINEZ GAZQUEZ, Hystoria Barlae et Josaphat
(Bibl. Nacional de 100 Nàpoles VIII. B. 10). Estudio y edición, Madrid 1997
[663] Miracula Sancti Dominici mandato magistri
Berengarii collecta. Petri Calo Legendae S. Dominici, ed. S. TUGWELL, Roma 1997
121
La santità medievale
[664] E. PAOLI, La Vita del beato Giacomo Bianconi
scritta da Ventura da Bevagna: un testo ritrovato?, in “Hagiographica”, 4 (1997), pp. 253-299
[665] G. RASPINI, San Romolo vescovo di Fiesole, Fiesole (FI) 1997
[666] E. ANTI, Un’inedita redazione della “Vita I Zenonis nel ms. XV. AA.15 della Biblioteca Nazionale di Napoli, in “Annuario Storico Zenoniano”, 15 (1998), pp. 27-32
[667] Bernardi Guidonis scripta de sancto Dominico,
ed. S. TUGWELL, Roma 1998
[668] Fonti storico-spirituali dei Servi di santa Maria.
I. Dal 1245 al 1348, Sotto il Monte (BG) 1998
[669] M. GOULLET, Les Vies de saint Mansuy (Mansuetus), premier évêque de Toul. Aperçu du dossier
et édition critique des textes inédits, in “AB”,
116 (1998), fasc. 1-2, pp. 57-105
[670] Iacopo da Varazze, Legenda aurea, ed. critica a
cura di G.P. MAGGIONI, 2 voll. (con CD Rom),
Firenze 1998
[671] La “Passio sanctorum Septem Dormientium”
tratta dal codice 2 della Biblioteca comunale di
Noto, a cura di S. MARTORANA, Catania 1998
[672] Le Vite di Umiltà da Faenza. Agiografia trecentesca dal latino al volgare, a cura di A. SIMONETTI, Firenze 1998
[673] Vita Sanctae Hildegardis. Leben der heiligen
Hildegard von Bingen. Canonizatio sanctae
Hildegardis. Kanonisation der heiligen Hildegard, übers. und eingeleitet von M. KLAES, Freiburg, Basel, Wien, Barcelona, Rom, New York
1998
[674] Die Prüfeninger Vita Bischof Ottos I. von Bamberg nach der Fassung des Großen Österreichischen Legendars, hrsg. von J. PETERSOHN,
Hannover 1999
[675] Die Vita sancti Heinrici regis et confessoris und
ihre Bearbeitung durch den Bamberger Diakon
Adelbert, hrsg. von M. STUMPF, Hannover 1999
[676] P. GOLINELLI, Alla ricerca di un santo sconosciuto: fonti agiografiche e documenti storici sul
culto di san Possidonio, in San Possidonio: un
santo, un territorio, Mirandola 1999, pp. 9-34
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Bibliografia
[677] Historia septem tribulationum Ordinis Minorum
Angeli Clareni, a cura di O. ROSSINI, introduzione e commento di H. HELBLING, Roma 1999
[678] Iotsald von Saint Claude, Vita des Abtes Odilo von
Cluny, hrsg. von J. STAUB, Hannover 1999
[679] Un leggendario fiorentino del XIV secolo, ed. critica
a cura di A. DEGL’INNOCENTI, Tavarnuzze (FI) 1999
[680] Vie de sainte Julienne de Cornillon, ed. J.P. DELVILLE, Louvain La Neuve 1999
[681] Bartolomeo da Trento, Liber epilogorum in gesta
sanctorum, a cura di E. PAOLI, Firenze 2001
[682] Lantbert von Deutz, Vita Heriberti. Miracula Heriberti. Gedichte. Liturgische Texte, hrsg. von B.
VOGEL, 2001
[683] Raimondo da Capua, Legenda beatae Agnetis de
Monte Policiano, ed. a cura di S. NOCENTINI,
Tavarnuzze (FI) 2001
[684] Vita et translatio s. Athanasii neapolitani episcopi
(BHL 735 e 737) sec. XI, Introduzione, edizione critica e commento a cura di A. VUOLO, Roma 2001
[685] Compendium degli atti del processo informativo per
la canonizzazione di Pietro del Morrone ed altri testi dal ms. 1071 della Bibliothèque de l’Arsenal di
Parigi su Celestino V, edizione critica a cura di A.
MARINI, Roma 2002
[686] Le “Vite” di Torello da Poppi, ed. L.G.G. RICCI con
una introduzione storica di M. BICCHIERAI, Firenze
2002
[687] PIER DAMIANI, Vita di Mauro, a cura di E. LUGARESI,
Cesena 2002
[688] Pietro Suddiacono napoletano, L’opera agiografica,
a cura di E. D’ANGELO, Firenze 2002
[689] Beate Hildegardis Cause et Cure, edidit L. MOULINIER, Berlin 2003
[690] L’oeuvre hagiographique en prose d’Alcuin. Vitae
Willibrordi, Vedasti, Richarii, ed. trad. par CH. VEYRARD-COSME, Firenze 2003
[691] The Miracles of saint Æbbe of Coldingham and
saint Margaret of Scotland, ed. and transl. by R.
BARTLETT, Oxford 2003
[692] F. PANARELLI, Scrittura agiografica nel Mezzogiorno Normanno. La Vita di s. Guglielmo da Vercelli, Galatina 2004
123
La santità medievale
[693] La letteratura francescana. I vol. Francesco e Chiara d’Assisi, a cura di CL. LEONARDI, Milano 2004
[694] Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli, I vol.,
a cura di S PRICOCO e M. SIMONETTI, Milano 2005
[695] La letteratura francescana. II vol. Le vite antiche di
san Francesco, a cura di CL. LEONARDI, Milano 2005
CAPITOLO 3 – LA SCRITTURA AGIOGRAFICA
L’evoluzione degli studi agiografici ha condotto soprattutto negli ultimi anni a considerare sempre più specificamente la scrittura agiografica come prodotto culturale e letterario non esclusivamente subordinato e
schiacciato dal peso dei suoi protagonisti.
In questo capitolo si intendono segnalare gli studi relativi alla scrittura sulla santità seguendo il fil rouge costituito da una serie di temi e problemi quali: la scrittura agiografica, gli agiografi, i generi agiografici e i loro esili confini, l’identità e la trasmissione dei testi, e,
infine, i rapporti tra produzione, diffusione e fruizione.
Una serie di volumi della Typologie des sources du
moyen âge occidental hanno affrontato temi e problemi legati alla produzione agiografica adottando
una distinzione secondo le tipologie di manoscritti e
i generi.
[696] G. PHILIPPART, Les légendiers latins et autres manuscrits hagiographiques, Turnhout 1977 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 24-25)
[697] J. DUBOIS, Les martyrologes du moyen âge latin,
Turnhout 1978 (Typologie des sources du moyen
âge occidental, 26)
[698] M. HEINZELMANN, Translationsberichte und andere
Quellen des Reliquienkultes, Turnhout 1979 (Typologie des sources du moyen âge occidental, 33)
[699] M. SOT, Gesta episcoporum, Gesta abbatum,
Turnhout 1981 (Typologie des sources du moyen
âge occidental, 37)
[700] J. RICHARD, Les récits de voyages et de pèlerinages,
Turnhout 1981 (Typologie des sources du moyen
âge occidental, 38)
124
Bibliografia
[701] C. BREMOND, J. LE GOFF, J.-CL. SCHMITT, L’exemplum, Turnhout 1982 (Typologie des sources du
moyen âge occidental, 40)
[702] P. DINZELBACHER, Revelationes, Turnhout 1991 (Typologie des sources du Moyen Àge occidental, 57)
[703] A.G. MARTIMORT, Les livres de lecture liturgique,
Turnhout 1992 (Typologie des sources du Moyen
Àge occidental, 64)
[704] M. RICHTER, The Oral Tradition in the Early Middle Ages, Turnhout 1994 (Typologie des sources du
Moyen Àge occidental, 71)
A partire dal 1994 è cominciata la pubblicazione dei
volumi della collana Hagiographies. Histoire internationale de la littérature hagiographique latine et vernaculaire en Occident des origines à 1550. International History..., sous la direction de GUY PHIPPART, t. I-III,
Éditions Brepols, Turnhout 1994, 1996, 2001 (Corpus
Christianorum). Il progetto animato da Guy Philippart
e giunto fino ad oggi al III volume si propone esplicitamente di prendere in considerazione non i santi, la
loro storia e il culto a loro dedicato, ma gli agiografi e
le loro opere.
(Si rimanda anche ai numeri 48, 58, 60, 66, 198, 213,
217)
[705] Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, ed. M. MANITIUS, 3 voll., München 1911-31
[706] P. SAINTYVES, En marge de la légende dorée: songes miracles et survivances. Essai sur la formation de quelques thémes hagiographiques, Paris
1930
[707] S. BOESCH GAJANO, Giovanni Gualberto e la vita
comune del clero nelle biografie di Andrea da
Strumi e di Atto da Vallombrosa, in La vita comune del clero nei secoli XI e XII, Milano 1962,
II, pp. 228-35
[708] V. FUMAGALLI, note sulla «Vita Geraldi» di Odone
di Cluny, in “BISIME” 76 (1964) pp. 217-240
[709] G. LÜCK, Die Form der suetonischen Biographie
und die frühen Heiligenviten, in Mullus. Festschrift Theodor Klauser, Münster 1964, pp. 230-241
125
La santità medievale
[710] W.EDELSTEIN, Eruditio und Sapientia. Weltbild
und Erziehung in der Karolingerzeit. Untersuchungen zu Alcuninus Briefen, Freiburg in
Breisgau 1965
[711] B. DE GAIFFIER, Mentalité de l’hagiographie médiévale d’après quelques travaux récents, in
“AB”, 86 (1968), pp. 391-399
[712] B. DE GAIFFIER, L’hagiographie, in La storiografia
altomedievale, Atti della XVII Settimana del Centro italiano di studi sull’alto medieovo, Spoleto
1970, pp. 139-166
[713] B. DE GAIFFIER, Recherches d’hagiographie latine,
Bruxelles 1971
[714] M. HEINZELMANN, Neue Aspekte des Biographischen und Hagiographischen Literatur in der
Lateinischen Welt (1.-6. Jahrundert), in “Francia”, 1 (1973), pp. 27-44
[715] F. SCORZA BARCELLONA, La celebrazione dei santi
Innocenti nell’omiletica latina dei secoli IV-VI,
in “SM”, III s. 15/2 (1974), pp. 705-767
[716] F. BRUHNöLZL, Geschichte der lateinischen Literatur
des Mitteaters, II Band, Müchen 1975
[717] J. CL. POULIN, L’ideal de sainteté dans l’Aquitaine carolingienne d’après les sources hagiographiques (750-950), Quebec City 1975
[718] F. SCORZA BARCELLONA, La celebrazione dei santi
Innocenti nell’omiletica greca, in “Badia di Grottaferrata”, n.s. 29 (1975), pp. 105-135, 30 (1976),
pp. 73-101
[719] Christianisme et formes littéraires de l’antiquité
tardive en Occident, Genève 1977
[720] F. LOTTER, Zur literarischen Form und Intention
der Vita Heinrici IV, in Festschrift H. Beumann,
Sigmaringen 1977, pp. 288-329
[721] S. LEBECQ, La famille et les apprentissages de
Liudger d’après les premiers chapitres de la Vita
Liudgeri d’Altfrid, in Actes du 101e Congrès national des Societés Savantes 1976, Paris 1978,
pp. 53-71
[722] G. MUZZARELLI, Appunti per un’analisi della
struttura dei “Sermones” di Bernardino da Feltre, in “Rivista di storia della Chiesa in Italia”,
32/1 (1978), pp. 153-180
126
Bibliografia
[723] C. CAROZZI, De l’enfance à la maturité. Etude d’après les Vies de Geraud d’Aurillac et d’Odon de
Cluny, Actes du 102e Congrès National des Société
Savantes, II vol., Études sur la sensibilité au Moyene age, Paris 1979, pp. 103-116
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von Hieronymus zu Nikolaus von Kues, BernMünchen 1980 (trad. it. Medioevo greco-latino,
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mondo antico al medioevo. Da Teodosio a san
Gregorio Magno, Roma 1980, pp. 435-476
[727] R. GRÉGOIRE, Il volto agiografico di san Benedetto,
in “Ravennatensia”, 9 (1981), pp. 1-20
[728] Hagiography and Medieval Literature. A Symposium, a cura di H. BEKKER-NIELSEN, Odense 1981
[729] J. LE GOFF, “Vita” et “preexemplum” dans le 2e
livre des “Dialogues” de Grégoire le Grand, in
Hagiographie, cultures et sociétés, pp. 105-117
[730] C. LEONARDI, L’agiografia latina dal tardoantico
all’alto medioevo, in La cultura in Italia fra tardo antico e altomedioevo, II, Roma 1981, pp.
643-660
[731] M. SOT, Arguments hagiographiques et historiographiques dans les “Gesta episcoporum”, in Hagiographie, cultures et sociétés, pp. 95-104
[732] STANISLAO DA CAMPAGNOLA, Francesco d’Assisi nei
suoi scritti e nelle sue biografie dei secoli XIII e
XIV, Assisi 1981
[733] L. VON PADBERG, Heilige und Familie. Studien zur
Bedeutung familiengebundener Aspekte in den
Viten des Verwandten und Schulerkreises um Willibrord, Bonifatius und Liudger, (Dyssertation)
Münster 1981
[734] S. BOESCH GAJANO, Martiri, vescovi, monaci: linee
di sviluppo dell’agiografia umbra nell’Alto Medioevo, in Il santo patrono nella città medievale:
il culto di san Valentino a Terni, Roma 1982, pp.
165-191
127
La santità medievale
[735] S. BOESCH GAJANO – O. REDON, La Legenda major di
Raimondo da Capua, costruzione di una santa, in
Atti del simposio internazionale cateriniano-bernardiano, Siena 1982, a cura di D. MAFFEI – P. NARDI, pp. 15-35
[736] B. CAZELLES, Le corps de sainteté d’après Jehan Bouche d’Or Jehan Paulus et quelques Vies des XIIe et
XIIIe siècles, Genève 1982
[737] P. COX, Biography in Late Antiquity. A Quest for the
Holy Man, Berkeley 1983
[738] A. DIERKENS, La production hagiographique à Lobbes au Xe siècle, in “RB” 93 (1983), pp. 245-259
[739] R. GRÉGOIRE, L’agiografia spoletina antica: tra storia
e tipologia, in Atti del IX Congresso Internazionale di
Studi sull’Altomedioevo, I, Spoleto 1983, pp. 335-65
[740] A. DEGL’INNOCENTI, Le Vite antiche di Giovanni
Gualberto: cronologia e modelli agiografici, in
“SM”, 25 (1984), pp. 31-91
[741] A. VOLPATO, Il tema agiografico della triplice aureola nei secoli XIII-XV, in Culto dei santi, pp. 509-525
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[743] J.-M. SANSTERRE, Les coryphées des apôtres. Rome et la
papauté dans les Vies des saints Nyl et Barthélemy de
Grottaferrata, in “Byzantion”, 55 (1985), pp. 516-543
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3.3 GENERI DELL’AGIOGRAFIA
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3.3.2 Vite dei santi e leggendari
[1039] H. SCHRÖRS, Die Vita Brunonis des Ruotger, in “Annalen des Historischen Vereins für den Niederrhein”, 90 (1911), pp. 61-100
[1040] F. LOTTER, Die Vita Brunonis des Ruotger, Bonn
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La santità medievale
[1041] A.H. BREDERO, Etudes sur la “Vita prima” de saint
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pp. 3-72, 215-260; 18 (1962), pp. 3-59
[1042] V. FUMAGALLI, Note sulle “Vitae” di Norberto di
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[1044] F. DOLBEAU, Le légendier de l’abbaye cistercienne
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[1059] F. DOLBEAU, Le légendier de la chartreuse de Montrieux, in “AB”, 99 (1981), p. 74
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NOBLE – TH. HEAD, University Park PA 1994
[1102] M. VAN UYTFANGHE, Die Vita im Spannungsfeld
von Legende, Biographik und Geschichte, in Historiographie im frühen Mittelalter, hrg. A. SCHARER
– G. SCHEIBERLEITER, München 1994, pp. 194-221
[1103] M. LAPIDGE, Prolegomena to an edition of Bede’s
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[1104] F. ROTOLO, Vita beati Corradi, testo siciliano del
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sulla vita di s. Corrado e suo itinerario spirituale,
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[1106] E. SUSI, La “Vita beati Mauri Syri abbatis et Felicis eius filii apud vallem Narci prope Naris ripam” del cod. Aless. 89, in “Hagiographica”, 2
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Bibliografia
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[1115] Tra edificazione e piacere della lettura: le vite
dei santi in età medievale, a cura di A. DEGL’INNOCENTI e F. FERRARI, Trento 1998
[1116] G. SANGERMANO – A. GALDI, La letteratura agiografica, in Storia di Salerno, I, Salerno antica e
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[1117] Giona di Bobbio,Vita di Colombano e dei suoi
discepoli, introduz. di I. BIFFI, analisi e commento di A. GRANATA, Milano 2001
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[1121] P. CHIESA, Le Vite romane di Giovanni Calibita,
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[1122] Der Heiligen Leben. band II: Der Winterteil, hrsg. M. BRAND – B. JUNG – W. WILLIAMS KRAPP,
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[1125] V. VALCÀRCEL, Las Vitae sanctorum de la Hispania medieval: sus manuscritos y su historia editorial, in “Memoria Ecclesiae” 24 (2004)
3.3.3 Miracoli
[1126] A. PONCELET, Index miraculorum B. V. Mariae
quae latine sunt conscripta, in “AB”, 21 (1902),
pp. 241-360
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[1128] F. HOLIK, Index miraculorum marianorum indici
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[1129] H. DELEHAYE, Les recueils antiques des miracles des
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[1130] P.A. SIGAL, Histoire et hagiographie: les Miracula
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des Pays de l’Ouest”, 87 (1980), pp. 237-257
[1131] M. HEINZELMANN, Une source de base de la littérature hagiographique latine: le recueil des miracles,
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[1132] A. VUOLO, La redazione del ‘Libellus miraculorum s.
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Sofronio, in “Benedictina”, 37/2 (1990), pp. 443-459
[1133] A. VUOLO, I ‘Libelli miraculorum’ tra religiosità
e politica, Napoli 1990
[1134] G. CREMASCOLI, Il racconto dei miracoli nelle testimonianze agiografiche su s. Ubaldo, in Nel
segno del santo protettore, pp. 241-260
[1135] H. PÖRNBACHER – W. PÖTZL, Mirakelbücher, in
Marienlexikon, IV, St. Ottilien 1992, pp. 464-465
[1136] M. WITTMER-BUTSCH, Pilgern zu himmlsichen
Ärzten. Historiche und psycologische Asperkte
früh und hochmittelaterlicher Mirakelberichte,
in Wallfahrt und Alltag in Mittelalter und
früher Naeuzeit, Wien 1992, pp. 237-254
[1137] G. BARONE, Une hagiographie sans miracles. Observation en marge de quelques vies du Xe siècle, Les
fonctions des saints, 1993, pp. 435-446
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Bibliografia
[1138] G. PHILIPPART, Les Miracles mariaux de Jean Herolt (1434) et la Légende Dorée, in Legenda aurea – La légende dorée (XIIIe-XVe s.), a cura di
B. DUNN-LARDEAU, 1993, pp. 53-67
[1139] S. BOESCH GAJANO, Uso e abuso del miracolo nella cultura altomedievale, in Les fonctions des
saints, 1993, pp. 109-122
[1140] P.A. SIGAL, Les récits de miracles, in Comprendre
le XIII siècle. Etudes offertes à Marie-Thérèse Lorcin, éd. P. GUICHARD – D. ALEXANDRE-BIDON,
Lyon 1995, pp. 133-144
[1141] CH. VULLIEZ, Le miracle et son approche dans
les recueils de Miracula orléanais du IX au XII
siècle, in Miracles, prodiges et merveilles, pp.
89-113
[1142] S. BOESCH GAJANO, Verità e pubblicità: i racconti di miracoli nel libro XXII del De civitate Dei,
in Il “De cvitate Dei”. L’opera, le interpretazioni,
l’influsso, a cura di E. CAVALCANTI, Roma-Freiburg-Wien 1996, pp. 367-388
[1143] M. GOODICH, Battling the devil in rural Europe.
Late medieval miracle collections, in La christianisation des campagnes, éd. J.-P. MASSAUT – M.E. HENNEAU, Bruxelles-Rome 1996, I, pp. 139-152
[1144] G. PHILIPPART, Le récit miraculaire marial et les
figures de Marie dans l’Occident médiéval,
Etudes réunies par D. IOGNA-PRAT, E. PALAZZO,
D. RUSSO. Préface de G. DUBY, Paris 1996, pp.
563-590
[1145] H. RÖCKELEIN, Miracle Collections of Carolingian
Saxony. Literary Tradition versus Original Creation, in “Hagiographica”, 3 (1996), pp. 267-275
[1146] G. TÜSKÉS – E. KNAPP, Volksfrömmigkeit in Ungarn. Beiträge zur vergleichenden Literatur und
Kulturgeschichte, Dettelbach 1996, pp. 251-277
[1147] F. DOLBEAU, Les travaux français sur l’hagiographie médiolatine (1968-1998), in “Hagiographica”, 6 (1999), pp. 23-68, pp. 50-55: “Les
recueils de miracles”
[1148] A. MARINI, L’instrumentum notarile attestante
un miracolo relativo alla Perdonanza di Celestino V (1296). Introduzione ed edizione, in
“BISIMEeAM”, 102 (1999), pp. 81-98
159
La santità medievale
3.3.4 Traslazioni, visioni e profezie
[1148a] R. MICHALOWSKI, Le don d’amitié dans la société
carolingienne et les Translationes sanctorum, in
Hagiographie, cultures, 1981 pp. 399-416
[1149] H. FROS, Liste des Translations et Inventions de l’époque carolingienne, in “AB”, 104 (1986), pp.
427-429
[1150] P. DINZELBACHER, Vision und Visionsliteratur im
Mittelalter, Stuttgart 1981
[1151] I sogni nel medioevo, a cura di T. GREGORY,
Roma 1985
[1152] Sogni, visioni e profezie nell’antico cristianesimo, in “Augustinianum” 29, (1989)
[1153] F. SCORZA BARCELLONA, Sogni e visioni nella letteratura martirologica africana posteriore al III secolo, in “Augustinianum”, 29, 1 (1989), pp. 193-212
[1154] Apparitions and Miracles, Actes du Colloque de
Bruxelles, a cura di A. DIERKENS, Bruxelles 1991
[1155] P. COX MILLER, Dreams in Late Antiquity. Studies
in Imagination of a culture, Princeton 1994
[1156] J. CL. SCHMITT, Les revenants. Les vivants et les
morts dans la société mediévale, Paris 1994
[1157] D. IOGNA-PRAT, Un texte hagiographique épineux: la Translatio sancti Valeriani, in SaintPhilibert de Tournus. Histoire, archéologie, art.
Actes du colloque du Centre International d’Etudes Romanes, sous la dir. de J. THIRION,
Tournus 1995, pp. 27-40
3.3.5 Raccolte di vite di santi
[1158] H. HEBENSTREIT, Wunder und Legende. Studien zu
Leben und Werk von Laurentius Surius (15221578), insbesondere zu seiner Sammlung “De
probatis Sanctorum historiis”, Dissertation zur Erlangung des Grades eines Doktors der Philosophie der Eberhard-Karls-Universität Tübingen
dem fachbereich Neuphilologie, Tübingen 1975
[1159] S. BOESCH GAJANO, Dai leggendari altomedievali
agli “Acta Sanctorum”. forme di trasmissione e
nuove funzioni dell’agiografia, in “Rivista di storia e letteratura religiosa”, 21 (1985), pp. 219-244
160
Bibliografia
[1160] A. BOUREAU, Barthélémy de Trente et l’invention
de la “Legenda nova”, in Raccolte di vite, 1990,
pp. 23-39
[1161] B. FLEITH, Legenda Aurea: destination, utilisateurs, propagation. L’histoire de la diffusion du légendier au XIIIe et au début du XIVe siècle, in
Raccolte di vite, 1990, pp. 41-48
[1162] Raccolte di vite di santi dal XIII al XVIII secolo:
strutture, messaggi, fruizione, a cura di S. BOESCH
GAJANO, Fasano di Pugliai 1990
[1163] S. BOESCH GAJANO, La raccolta di vite di santi di
Luigi Lippomano. Storia, struttura, finalità di una
costruzione agiografica, in Raccolte, pp. 110-130
[1164] A. DEGL’INNOCENTI, Una “nuova” agiografia: leggende e leggendari fra XIII e XIV secolo, in Dalla
tarda latinità agli albori dell’umanesimo: alle radici della storia europea, a cura di P. GATTI e L.
DE FINIS, Trento 1998, pp. 433-448
[1165] R. MICHETTI, Le raccolte di vite di santi tra universalità e regionalismo alla fine del medioevo, in
Vita religiosa e identità, 1998, pp. 215-230
[1166] R. MICHETTI, Storia e agiografia nelle raccolte di
Vite dei santi, in Diventare santo. Itinerari e riconoscimenti della santità tra libri, documenti e
immagini, pp. 37-43
[1167] S. DICHIARA, Una bibliografia sulle Raccolte di Vite di santi. Criteri di compilazione e ipotesi interpretative, in Erudizione e devozione
[1168] Erudizione e devozione, 2000
[1169] Europa sacra, 2002
3.3.6 Immagini
[1170] G. KAFTAL, Saints in Italian art. Iconography
of the saints in tuscan Painting, Firenze 1952
(rist. 1998)
[1171] S. GIEBEN, Appunti per l’iconografia dei santi e
beati dell’ordine della penitenza, in I frati penitenti di san Francesco nella società del Due e
Trecento, Roma 1977, pp. 111-124
[1172] G. KAFTAL-F. BISOGNI, Saints in Italian art. Iconography of the saints in the Painting of North
east Italy, Firenze 1978
161
La santità medievale
[1173] 800 Jahre Franz von Assisi. Franziskanische Kunst und Kultur des Mittelalter, Wien 1982
[1174] San Francesco d’Assisi nel cinema dal muto al sonoro, a cura di D. MECCOLI, Assisi 1982
[1175] Francesco d’Assisi. Storia e arte, Catalogo della
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SANTITÀ
CAPITOLO 4 – FORME
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CAPITOLO 5 – SPAZI
La dimensione spaziale è una coordinata essenziale per
l’estrinsecarsi della santità. I luoghi fisici sono allo stesso
tempo strumento e oggetto della santità. Soprattutto a
partire dalla metà del secolo scorso i rapporti tra la santità e la spazialità sono stati oggetto di una intensa riflessione da parte degli studi agiografici.
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Firenze 1998, pp. 339-358
[2046] J.-C. PICARD, Evêques, saints et cités en Italie et
en Gaule. Etudes d’archéologie et d’histoire,
Rome 1998
225
La santità medievale
[2047] B. ANDREOLLI, Santo civico o santo signorile? S. Possidonio e la costruzione dello stato pichense, in San
Possidonio: un santo, un territorio, a cura di V. ERLINDO, Mirandola, 1999, pp. 83-89
[2048] A.M. ORSELLI, L’idée chrétienne de la ville: quelques
suggestions pour l’Antiquité Tardive et le haut
Moyen Age, in The Idea and Ideal of the Town
between Late Antiquity and the Early Middle Ages,
ed. by G.P. BROGIOLO and B. WARD-PERKINS, The
Transformation of the Roman World, European
Science Foundation, 4, Leiden- Boston-Köln 2000,
pp. 181-193
[2049] M. CAROLI, Bringing saints to cities and monasteries: ‘translationes’ in the making of a sacred geography (ninth-tenth centuries), in Towns and their
Territories between Late Antiquity and the Late
Middle Ages, ed. by G.P. BROGIOLO, N. GAUTHIER,
N. CHRISTIE, Leiden-Boston-Köln 2000, pp. 159-174
[2050] A.I. PINI, Città, chiesa e culti civici in Bologna medievale, Bologna 1999
[2051] E. LODI, San Petronio. Patrono della città e della
diocesi di Bologna, Bologna 2000
[2052] Il millenario di sant’Adalberto a Verona, a cura di
P. GOLINELLI, Bologna 2000
[2053] N. RANTY, Il culto dei santi a Pistoia nel medioevo,
Tavarnuzze (FI) 2000
[2054] G. VITOLO, Città e chiesa nel mezzogiorno medievale: la processione del santo patrono a Salerno (secolo XII), in “Studi storici”, 4 (2000), pp. 973-987
[2055] Esperienze religiose nella Napoli dei secoli XII-XIV,
in Medioevo Mezzogiorno Mediterraneo. Studi in
onore di Mario Del Treppo, a cura di G. ROSSETTI e
G. VITOLO, vol. I, Napoli 2000, pp. 3-34
[2056] R. DONDARINI, Una basilica civica nel nome di san
Petronio, in Petronio e Bologna. Il volto di una storia, Catalogo della mostra, a cura di B. BUSCAROLI,
Ferrara 2001, pp. 93-102
[2057] I. GAGLIARDI, Firenze e gli eredi spirituali di Silvestro Guzzolini: tracce per una storia dell’insediamento silvestrino di San Marco (1299-1436), in
Silvestro Guzzolini e la sua congregazione monastica, Atti del Convegno di Studi, a cura di U. PAOLI, Fabriano 2001, pp. 169-201
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Bibliografia
[2058] M. SOT, La Rome antique dans l’hagiographie
épiscopale en Gaule, in Roma antica nel medioevo. Mito, rappresentazioni, sopravvivenze
nella “Respublica Christiana” dei secoli IX-XIII,
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[2059] Caterina Vigri. la santa e la città, a cura di C.
LEONARDI, Firenze 2004
[2060] A. GALDI, I santi e la città. Agiografie e dedicazioni, in Salerno nel XII secolo, Atti del convegno internazionale, a cura di P. DELOGU e P. PEDUTO, Salerno 2004, pp. 170-187
5.2 SANTITÀ E MONDO NATURALE
[2061] G. ORLANDI, Navigatio sancti Brendani, MilanoVarese 1968
[2062] C. BOLOGNA, Natura, miracolo, magia nel pensiero cristiano dell’Alto Medioevo, in Magia. Studi di storia delle religioni in onore di Raffaella
Garosi, Roma 1976
[2063] P. GOLINELLI, Elementi per la storia delle campagne padane nelle fonti agiografiche del secolo
XI, in “BISIME”, 87 (1978), pp. 1-54 (riedito in
Città e culto dei santi nel medioevo italiano,
Bologna 1996, pp. 173-214)
[2064] R. GRÉGOIRE, Il contributo dell’agiografia alla
conoscenza della realtà rurale. Tipologia delle
fonti anteriori al XIII secolo, in Medioevo rurale, a cura di V. FUMAGALLI e G. ROSSETTI, Bologna 1980, pp. 343-60
[2065] V. FUMAGALLI, Il paesaggio dei morti. Luoghi
d’incontro tra i morti e i vivi sulla terra nel Medioevo, in “Quaderni storici”, 50 (1982), pp.
411-425
[2066] G. ORLANDI, Temi e correnti nelle leggende di
viaggio dell’Occidente altomedievale, in Popoli e
paesi nella cultura altomedievale, Spoleto 1983,
pp. 523-575
[2067] P. BOGLIONI, Il santo e gli animali nell’alto
medioevo, in L’uomo di fronte al mondo animale nell’alto medioevo. Atti della XXX Settimana Internazionale di Studi, Spoleto 1985,
pp. 935-1002
227
La santità medievale
[2068] M. MONTANARI, Uomini e orsi nelle fonti agiografiche dell’alto Medioevo, in Il bosco nel Medioevo, a cura di B. ANDREOLLI e M. MONTANARI,
Bologna 1988, pp. 55-72
[2069] R. GRÉGOIRE, La foresta come esperienza religiosa, in L’ambiente vegetale nell’altomedioevo, Atti della XXXVII Settimana di studi sull’altomedioevo, Spoleto 1990, II, pp. 663-707
[2070] G. CIAPPELLI, “Lò”, “Alò”: a proposito di santi e
di cavalli, in “Interpres”, 11 (1991), pp. 334-338
[2071] Monteluco e i monti sacri. Atti dell’incontro di
studio, Spoleto 1994
[2072] S. BOESCH GAJANO, Paesaggio, solitudine, taumaturgia, in Eremi d’Abruzzo, Pescara 1996,
pp. 9-22
[2073] L.K. JANSEN, Le fonti erudite nella ‘lectio’ antoniana del ‘Liber Naturae’, in Il ‘Liber Naturae’
nella ‘lectio’ antoniana, a cura di F. URIBE, Roma 1996, pp. 145-159
[2074] E. ANTI, Santi e animali nell’Italia Padana. Secoli IV-XII, Bologna 1998
[2075] C. GROTTANELLI, Corpo maiale e corpo sociale,
in Tra maghe santi e maiali. L’avventura del
porco nelle lettere e nei colori, a cura di P.
SCARPI, Milano 1998, pp. 42-62
[2076] P. BOGLIONI, Les animaux dans l’hagiographie
monastique, in L’animal exemplaire au moyen
âge, Rennes, 1999, pp. 51-80
[2077] TH. O’LOUGHLIN, The Topography of Holiness in
the Navigatio sancti Brendani, in The Medieval
mystical tradition: England, Ireland and Wales,
ed. M. GLASSCOE, Woodbridge 1999, pp. 1-20
5.3 SANTUARI
Si segnala il sito www.santuaricristiani.iccd.beniculturali.it che contiene il censimento dei Santuari cristiani in
Italia. Il progetto è stato promosso dall’Ecole française e
da trenta università italiane.
[2078] Il santuario di San Michele sul Gargano dal VI
al IX secolo. Contributo alla storia della Langobardia meridionale, Bari 1980
228
Bibliografia
[2079] G. CRACCO, Dai santi ai santuari: un’ipotesi di
evoluzione in ambito veneto, in Studi sul medioevo veneto, Torino, pp. 25-42
[2080] G. OTRANTO, Il “Liber de Apparitione”, il santuario di S. Michele sul Gargano e i Longobardi del
Ducato di Benevento, in Santuari e politica nel
mondo antico, Milano 1983, pp. 210-245
[2081] Santuari e pellegrinaggi in Puglia. San Michele
sul Gargano, Galatina 1985
[2082] D. BORNSTEIN, The Shrine of Santa Maria a Cingoli: Female Visionaries and Clerical Promoters,
in “MEFRM”, 98 (1986), pp. 219-228
[2083] G. OTRANTO, Per una metodologia della ricerca
storico-agiografica: il santuario micaelico del
Gargano tra Bizantini e Longobardi, in “Vetera
Christianorum”, 25 (1988), pp. 381-405
[2084] G. OTRANTO – C. CARLITTI, Il Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano dalle origini al X secolo, Bari 1990, pp. 2-124
[2085] V. SAXER, I santi e i santuari antichi della via Salaria da Fidene ad Amiterno, in “Rivista di archeologia cristiana”, 66 (1990), pp. 245-305
[2086] TH. O’LOUGHLIN, The Exegetical Purpose of Adomnan’s De Locis Sanctis, in “Cambridge Medieval
Celtic Studies”, 24 (1992), pp. 37-53
[2087] Ex voto e santuari in Puglia, 1, Il Gargano, a cura di G.B. BRONZINI, Firenze 1993
[2088] S. BETTOCCHI, Note su due tradizioni micaeliche
altomedievali: il Gargano e Mont Saint-Michel, in
“Vetera Christianorum”, 31 (1994), pp. 333-355
[2089] M. MONTESANO, S. Maria del Sasso presso Bibbiena e altri santuari mariani in Toscana. Razionalizzazione ufficiale e cultura folklorica,
in “Archivio storico italiano”, 152 (1994), pp.
299-316
[2090] G. OTRANTO, La montagna garganica e il culto
micaelico: un modello esportato nell’Europa medievale, in Monteluco e i monti sacri, Spoleto,
1994, pp. 85-124
[2091] G. OTRANTO, Quindici secoli di storia per il santuario garganico, in Culto e insediamenti micaelici nell’Italia meridionale fra tarda antichità
e medioevo, Bari 1994, pp. 3-12
229
La santità medievale
[2092] G. CANTINO WATAGHIN – L. PANI ERMINI, Santuari martiriali e centri di pellegrinaggio in Italia
fra Tardoantico e Altomedioevo, in “Jahrbuch
für Antike und Christentum”, 20, 1 (1995), pp.
123-151
[2093] A.M. TRIPPUTI, Bibliografia degli ex-voto, Bari
1995
[2094] G. SANTARELLI, La Santa Casa di Loreto. Tradizione e ipotesi, Loreto 1996 (II ed.)
[2095] M. CAROLI, Note a margine del censimento dei
santuari cristiani in Italia, in Le vie della devozione, pp. 105-121
[2096] M.C. DIAZ Y DIAZ, De Santiago y de los caminos de Santiago, Santiago de Compostela 1997
[2097] Loreto, crocevia religioso tra Italia, Europa e
Oriente, a cura di F. CITTERIO – L. VACCARO,
Brescia 1997
[2098] A. TILATTI, Luoghi, oggetti di devozione, funzioni dei santuari nella montagna friulana, in
Santuari alpini. Luoghi e itinerari religiosi nella montagna friulana, Atti del Convegno di
studio, Udine 1998, pp. 7-28
[2099] L’Angelo la Montagna il Pellegrino. Monte
Sant’Angelo e il santuario di San Michele del
Gargano, catalogo della mostra documentaria
a cura di G. OTRANTO – P. DAL SASSO – M. DI
SIPIO – M. TOTARO, Foggia 1999
[2100] G. OTRANTO, Il culto di San Michele dal Gargano a Mont Saint-Michel in Normandia, alla Sacra in Val di Susa, in Il faro di San Michele tra
angeli e pellegrini, a c. di A. SALVATORI, Stresa
1999, pp. 49-88
[2101] Lieux sacrés, lieux de culte, sanctuaires. Approches terminologiques, méthodologiques, historiques et monographiques, sous la dir. de A.
VAUCHEZ, Rome 2000
[2102] L. GAFFURI, Luoghi di culto e santuari nel Medioevo Occidentale. Bibliografia ragionata, in
Sanctuaires, lieux sacrés, lieux de culte dans le
monde méditerranéen de l’Antiquité à nos
jours, Rome 2000, p.179-196
[2103] Il viaggio sacro: culti pellegrinali e santuari in
Abruzzo, a cura di G. MARUCCI, Colledara 2000
230
Bibliografia
[2104] Le vie della devozione: gli archivi dei santuari
in Emilia-Romagna, a cura di E. ANGIOLINI,
Modena 2000
[2105] D. PÉRICARD-MÉA Compostelle et cultes de saint
Jacques au Moyen Age, Paris 2000
[2106] Sanctuaires et lieux sacrés de l’Antiquité à l’époque contemporaine, sous la dir. de A. VAUCHEZ,
Rome 2000
[2107] P.G. SPANU, Martyria Sardiniae. I santuari dei
martiri sardi, Oristano 2000
[2108] I Santuari Cristiani in Italia. Atti del Convegno
(Sanzeno,TN) a cura di G. CRACCO, Bologna
2001
[2109] R. STOPANI, Il “camino” italiano per Santiago de
Compostela: le fonti itinerarie di età medievale,
Firenze 2001
[2110] L. CANETTI, Prospettive per la ricerca sui santuari cristiani in Emilia Romagna, in Per una
storia dei santuari cristiani d’Italia. Prospettive
regionali, a cura di G. CRACCO, Bologna 2002,
pp. 239-263
[2111] A. BENVENUTI, I. GAGLIARDI, Santuari e luoghi di
culto in Toscana, Firenze 2002
[2112] I. GAGLIARDI, Santi e santuari del Chianti fra
Tre e Cinquecento, in Istituzioni ecclesiastiche
e vita religiosa nel Chianti tra Medioevo ed Età
Moderna, Firenze 2002, pp. 39-60
[2113] Per una storia dei santuari cristiani d’Italia: approcci regionali, a cura di G. CRACCO, Bologna
2002
[2114] Culte et pélerinages à saint Michel en Occident.
Les trois Monts dédiés à l’archange, Actes du
Colloque international, Rome 2003
[2115] G. OTRANTO, Genesi, caratteri e diffusione del
culto micaelico del Gargano, in Culte et pélerinages à saint Michel en Occident. Les trois
Monts dédiés à l’archange, Actes du Colloque
international, pp. 43-64
[2116] M. SENSI, Santuari, pellegrini, eremiti nell’Italia
centrale, Spoleto 2003
[2117] Santuari cristiani d’Italia. Committenze e fruizione tra medioevo e età moderna, a cura di M.
TOSTI, Rome 2003
231
La santità medievale
5.4 PELLEGRINAGGI
(Si veda anche il numero 700)
[2118] Pellegrinaggi e culto dei santi in Europa fino alla I crociata, Todi 1963
[2119] Les Pèlerinages de l’antiquité biblique et classique
à l’occident médiéval, a cura di F. RAPHAËL, G.
SIEBERT, ET AL., Paris 1973
[2120] J. DE VIGUERIE, Notre Dame des Ardilliers à Saumur: le pèlerinage de Loire, Paris 1986
[2121] F. CARDINI, Reliquie e pellegrinaggi, in Santi e demoni, pp. 981-1035
[2122] A.A. SETTIA, Strade e pellegrini nell’Oltrepò pavese: una via “romea“ dimenticata, in Un santo
pellegrino nell’Oltrepò pavese. Nel millenario di S.
Bovo, = “Annali di storia pavese”, 16-17 (1988),
pp. 79-89
[2123] A. BENVENUTI PAPI, Gli itinerari religiosi, in Le Italie del Tardo Medioevo, Pisa 1990, pp. 201-225
[2124] A. BENVENUTI PAPI, “Homo viator”: la tradizione
del pellegrinaggio nell’alto medioevo, in 9901990, millenario del viaggio di Sigeric, arcivescovo di Canterbury, Firenze 1990, pp. 5-19
[2125] G. SERGI, Culto locale e pellegrinaggio europeo:
un’interferenza nel medioevo piemontese, in Luoghi sacri e spazi¸ pp. 61-73
[2126] N.H. OLESEN, Culte des saints et pèlerinages chez
Ibn Taymiyya, Paris 1991
[2127] El camino de Santiago, la hospitalidad monastica y las peregrinaciones, a cura di H. SANTIAGOOTERO, Leon 1992
[2128] Las Peregrinaciones a Santiago de Compostela y
a San Salvador de Oviedo en la Edad Media,
Oviedo 1993
[2129] Santiago. L’Europa del pellegrinaggio, a cura di P.
CAUCCI VON SAUCKEN, Milano 1993
[2130] A. BENVENUTI PAPI, Pellegrini, cavalieri ed eremiti.
Gli ordini religioso-cavallereschi e la memoria
agiografica, in “Ricerche di storia sociale e religiosa”, 15 (1994), pp. 279-311
[2131] Culto e insediamenti micaelici nell’Italia meridionale fra tarda antichità e medioevo, Bari 1994
232
Bibliografia
[2132] S. PRICOCO, Il pellegrinaggio nella tarda antichità
e il santuario micaelico sul Gargano, in Culto e insediamenti micaelici, pp. 107-124
[2133] M. SENSI, Il pellegrinaggio votivo lauretano, in “Studia Picena”, 59 (1994), pp. 205-238
[2134] P. GOLINELLI, Roma 1300. Il primo giubileo, in Il
Giubileo. Storia e pratiche dell’anno santo, Firenze
1995, pp. 19-56
[2135] F. CARDINI, Il pellegrinaggio: una dimensione della
vita medievale, Roma 1996
[2136] A. ROCCHETTA, Peregrinatione di Terra Santa e
d’altre provincie, Pisa 1996
[2137] The Pilgrimage to Compostela in the Middle Ages,
ed. D. DUNN, New York 1996
[2138] G.C. BASCAPÈ, Le vie dei pellegrinaggi medievali attraverso le Alpi centrali e la pianura lombarda,
Pavia 1997
[2139] M. CUENDE – D. IZQUIERDO, La Virgen en el Camino de Santiago, Santiago de Compostela 1997
[2140] R. LAVARINI, Il pellegrinaggio cristiano dalle sue origini al turismo religioso del XX secolo, Genova 1997
[2141] A. BENVENUTI, Donne sulla strada. Il pelligrinaggio femminile nel medioevo, in Donne in viaggio. Viaggio religioso, politico e metaforico, a cura di M.L. SILVESTRE – A. VALERIO, Bari-Roma
1998, pp. 74-86
[2142] D.J. BIRCH, Pilgrimage to Rome in the Middle Ages:
continuity and change, Woodbridge 1998
[2143] G. CHERUBINI, Santiago di Compostella: il pellegrinaggio medievale, Perugia 1998
[2144] F. CARDINI, Una nota sul “Cammino italiano” di
Santiago, in “Nuova rivista storica”, 83 (1999), pp.
389-394
[2145] C.D. FONSECA, “Spiritualium gratiarum munera…
perpetuo concesserant”: indulgenze e pellegrinaggi, in Santiago, Roma, Jerusalém (Actas del III
Congreso Internacional de Estudios Jacobeos),
Compostela 1999, pp. 119-134
[2146] Itinerari medievali e identità europea, a cura di R.
GRECI, Bologna 1999
[2147] T. LAZZARI, Schede storiche, in Le vie francigene e
romee tra Bologna e Roma, a cura di P. FOSCHI,
Bologna 1999, pp. 99-109
233
La santità medievale
[2148] L’Europa e Roma nelle terre padane e adriatiche: le
vie del Giubileo, a cura di W. BARICCHI, Milano 1999
[2149] Le vie francigene e romee tra Bologna e Roma, a
cura di P. FOSCHI, Bologna 1999
[2150] G. LUONGO, Itinerari dei santi italo-greci, in Pellegrinaggi e itinerari dei santi nel Mezzogiorno medievale, a cura di G. VITOLO, Napoli 1999, pp. 39-56
[2151] M. MIGLIO, In viaggio per Roma, Roma 1999
[2152] G. OTRANTO, Il pellegrinaggio nel cristianesimo
antico, in “Il Veltro”, 43 (1999), pp. 239-256
[2153] G. PALUMBO, Giubileo-Giubilei: pellegrini e pellegrine, riti, santi, immagini per una storia dei sacri itinerari, Roma 1999
[2154] Pellegrinaggi e itinerari dei santi nel Mezzogiorno medievale, a cura di G. VITOLO, Napoli 1999
[2155] Pellegrini alla tomba di Pietro, a cura di G.
MORELLO, Milano 1999
[2156] G. CHERUBINI, Pellegrini, pellegrinaggi, giubileo nel
medioevo: quattro studi, Torino 2000
[2157] A. CILENTO, Santi e pellegrini nell’Italia bizantina
(secc. IX-XI), in Un’area di strada: l’Emilia occidentale nel Medioevo. Ricerche storiche e riflessioni metodologiche, a cura di R. GRECI, Bologna
2000, pp. 91-116
[2158] Le vie e la civiltà dei pellegrinaggi nell’Italia centrale, a cura di E. MENESTÒ, Spoleto 2000
[2159] Pellegrini e luoghi santi dall’antichità al Medioevo,
a cura di M. MENGOZZI, Cesena 2000
[2160] A. SAMARITANI, Pellegrinaggi, crociate, giubilei ferraresi: secolo XI-XVI, Ferrara 2000
[2161] M. SENSI, Le vie e la civiltà dei pellegrinaggi nell’Italia centrale. Il caso umbro, in Le vie e la civiltà dei pellegrinaggi nell’Italia centrale, 2000,
pp. 113-131
[2162] A. CARILE, Luoghi santi e pellegrinaggi nelle chiese di Oriente, in Turchia: la Chiesa e la sua storia, (Atti dell’VIII Simposio di Efeso su s. Giovanni Apostolo), a cura di L. PADOVESE, Roma
2001, pp. 201-212
[2163] N. D’ACUNTO, Pellegrinaggi e riforma ecclesiastica
a Brescia nell’età gregoriana, in Sulle strade della
fede (Atti del convegno, Brescia, dicembre 2000),
in “Brixia Sacra”, II (2001), pp. 163-172
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Bibliografia
[2164] G. BARTOLINI – F. CARDINI, Nel nome di Dio facemmo vela. Viaggio in Oriente di un pellegrino
medievale, 2002
[2165] F. CARDINI, In Terrasanta: pellegrini italiani tra
medioevo e prima età moderna, Bologna 2002
[2166] Pellegrinaggi e culto dei santi. Santità minoritica
del primo e secondo ordine, a cura di B. VETERE,
Galatina 2004
[2167] A. VAUCHEZ, Pèlerinages posthumes et purgation
des péchés: la vision de Narni (milieu du Xe siècle),
in Mediterraneo, Mezzogiorno, Europa. Studi in
onore di Cosimo Damiano Fonseca, a cura di G.
ANDENNA e H. HOUBEN, Bari 1994, pp. 1081-1090
CAPITOLO 6 – TEMI
6.1 BIBBIA
[2168] G. VINAY, Epilogo, in La Bibbia nell’alto medioevo, 1963, pp. 751[2169] La Bibbia nell’alto medioevo, Atti della X Settimana di studio del Centro di studi sull’alto medioevo, Spoleto 1963
[2170] B. DE GAIFFIER, Miracles bibliques et vies des saints,
in ID., Etudes critiques d’hagiographie et d’iconologie, Bruxelles 1967, pp. 50-61
[2171] G. PENCO, Le figure bibliche del “Vir Dei” nell’agiografia monastica, in “Benedictina”, 15 (1968),
pp. 1-13
[2172] M. VAN UYTFANGHE, La controverse biblique et patristique autour du miracle, et ses répercussions
sur l’hagiographie dans l’Antiquité tardive et le
Haut Moyen Age latin, in Hagiographie, cultures et sociétés, pp. 205-31
[2173] D. VON DER NAHMER, Die Bibel im Adalardenleben des Radbert von Corbie, in “SM”, n.s. 23
(1982), pp. 15-83
[2174] Le Moyen Age et la Bible, a c. P. RICHÉ – G. LOBRICHON, Paris 1984
[2175] M. vAN UYTFANGHE, Modèles bibliques dans l’hagiographie, in Le Moyen Age et la Bible, pp.
449-487
235
La santità medievale
[2176] M. vAN UYTFANGHE, L’empreinte biblique sur la
plus ancienne hagiographie occidentale, in Le
monde latin antique et la Bible, a cura di J. FONTAINE, CH. PIETRI, Paris 1985, pp. 565-610
[2177] A. VAUCHEZ, La Bible dans les confréries et les
mouvements de dévotion, in Le Moyen Àge et la
Bible, a c. di P. RICHÉ – G. LOBRICHON, Paris 1984,
pp. 581-595
[2178] M.G. RAPISARDA, L’Ecriture Sainte comme guide de
la vie quotidienne dans la correspondance de Grégoire le Grand, in Colloques intenationaux du
CNRS, Paris 1986, pp. 215-225
[2179] M. VAN UYTFANGHE, Stylisation biblique et condition humaine dans l’hagiographie mérovingienne
(600-750), Bruxelles 1987
[2180] G. OTRANTO, Tra Bibbia e agiografia: note sull’esegesi scritturistica di Nilo di Rossano, in “Vetera
Christianorum”, 25 (1988), pp. 567-584
[2181] G. LOBRICHON, La Bible des maîtres du douzième
siècle, in Bernard de Clairvaux: histoire, 1992 pp.
209-236
[2182] C. LEONARDI – G. CREMASCOLI, La Bibbia nel medioevo, Spoleto 1996
[2183] P. LICCIARDELLO, L’esegesi profetica della Bibbia da
Gerhoh di Reichersberg a Gioacchino da Fiore, in
“Florensia”, 13-14 (1999-2000), pp. 191-202
[2184] D. VON DER NAHMER, Agiografia altomedievale e
uso della Bibbia, Napoli 2001
6.1.1 Apocrifi
[2185] Acta apostolorum apocripha, Leipzig 1851
[2186] C. TYSCHENDORF, Evangelia apocripha, Leipzig
1852
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6.7 CANONIZZAZIONE
Punto di riferimento ineludibile per lo studio delle canonizzaznioni in epoca medievale è lo studio di A.
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canonizzazione di Chiara di Montefalco
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di M.C. DE MATTEIS, Bologna 2003, pp. 91-116
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263
INDICE DEI SANTI,
NOMI LUOGO, NOMI PERSONA
*I numeri in corsivo si riferiscono
alle pagine, mentre quelli in tondo si riferiscono ai numeri della
bibliografia.
Abbondio s., 2345
Abruzzo, 1959, 2072, 2103
Achery d’, 56
Acqui, 1341
Adalardo s., 2173
Adalberto s., 11, 2052
Adamnano, 2086
Adalberto s., 2312
Adelberto di Bamberga, 675
Ademaro di Chabannes, 955, 2437,
2438
Adelaide s., 20, 105, 574, 1719, 1741,
1800, 1928, 1933, 1941, 1942
Adomnano, 576, 958, 966, 2308
Adone, 512
Adriano I, 30
Adson du Der, 975
Æbbe di Coldingham s., 691
Aelfrico di Eynsham, 610
Aelredo di Rievaulx, 970
Aetelvulfo, 430
Africa, 1414, 2424, 2426
Agata s., 583, 610
Agira, 478
Agnello s., 540, 1132
Agnello di Ravenna, 644
Agnese di Boemia s., 1590, 1786,
1806, 1825
Agnese di Montepulciano s., 683
Agostino s., 33, 1414, 2257, 2424,
2426, 2455
Agostino di Canterbury s., 2520
Agricola s., 1011, 2283
Ailredo di Rievaulx s., 418
Alamanno di Hautvilliers, 946
Albano s., 631
Alberico di Montecassino, 419,
567, 944, 1097
Albertino s., 1253, 1444
Alberto di Colle s., 2296, 2353
Alberto di Lodi s., 473
Alberto di Villa d’Ogna b., 1661
Alberto magno s., 1548
Alcobaça, 1066
Alcuino s., 29, 30, 44, 690, 878,
982, 2428
Aldegonda s., 1078
Aldemaro di Bucchianico, 754
Alessio s., 535, 1694, 225
Alfredo s., 491
Alford M., 58
Allucio da Pescia s., 1650
Altfrido, 721
Alpais di Cudot s., 1105
Alvaro Pais, 1284
Amalfi, 950
Amand s., 1337
Ambrogio da Massa, 2549
Ambrogio di Milano s., 500,
1346
Ambrogio centurione s., 2022
Amé s., 866
Amelia, 2244
Amerina via, 1971
Amfilochio s., 533
Amiterno, 2085
Anastasi R., 2017
Andra Agnello, 804
Andrea da Strumi, 613, 707
Andrea di Fleury, 436
Angela da Foligno s., 521, 589,
1773, 1787, 1788, 1811, 1824,
1829, 1833, 1871, 1888, 1902,
1919, 1922, 1929, 1935
Angelina da Montegiove b.,
646, 1895
Angelo Clareno, 643, 677, 1509,
1534
Anastasio Bibliotecario, 533, 869,
936
Aniane, 469
Ansano s., 2268
Ansberto s., 461
Anselmo di Canterbury s., 411,
536, 849, 1303, 1305, 1320,
1326, 1332
Anselmo di Lucca s., 747, 755,
937, 1312, 1319, 1322, 1334,
1335, 2483
Anskario s., 1306, 2512, 2515
Antelmo s., 550
Antine s., 2262
Antioco s., 493
Antonino s., 1348
Antonio ab. s., 13, 14, 1086, 2304
Antonio da Stroncone b., 1972
265
La santità medievale
Antonio di Padova s., 479, 601,
1542, 1564, 1567, 1576, 1578,
1579, 1581, 1582, 1583, 1595,
1903, 1991, 1992, 2034, 2400
Anversa, 53, 54, 1022
Aosta, 1320, 2233
Appiano di Comacchio s., 1443
Apulia, 1409
Aquileia, 1329
Aquino, 653, 845, 1485, 1498, 1556,
2332
Aquitania, 717, 805
Ardone, 469
Arezzo, 1279, 1463
Arialdo s., 505, 613
Armenia, 1124
Arnaldo da Limena, 1390
Arras, 1966
Ascoli, 2323
Assisi, 342, 406, 407, 435, 455, 515,
524, 527, 549, 634, 748, 757,
816, 818, 880, 951, 983, 993,
1091 1171, 1173, 1174, 1175,
1180, 1183, 1188, 1190, 1192,
1193, 1197, 1203, 1227, 1478,
1479, 1481, 1486, 1488, 1492,
1493, 1494, 1495, 1502, 1503,
1504, 1505, 1508, 1512, 1514,
1516, 1517, 1519, 1520, 1521,
1522, 1536, 1537, 1543, 1545,
1546, 1550, 1559, 1560, 1561,
1562, 1566, 1580, 1588, 1591,
1593, 1597, 1607, 1612, 1614,
1615, 1793, 1795, 1797, 1820,
1846, 1847, 1849, 1850, 1851,
1856, 1858, 1861, 1869, 1874,
1877, 1881, 1886, 1887, 1912,
2222, 2291, 2391, 2546, 2548
Astronomo, 997
Atanasio s., 44
Atanasio di Napoli, 684, 869
Atella, 641, 2301
Atto da Vallombrosa, 707
Aurillac, 19, 708, 723
Avignone, 1626, 2227
Bachtin M., 2416
Baglioni, 1805
Bagno di Romagna, 2026
Baillet A. 59
Balbin A. B., 58
Baleari, 1038
Bamberga, 674, 675, 1330
266
Barbato s., 623, 984, 1354
Bari, 75, 2000
Barlaam s., 662, 809, 990
Barnaba s., 2016
Baronio C., 52, 60
Bartolomeo s., 2230
Bartolomeo da Breganze, 602
Bartolomeo da Grottaferrata, 743
Bartolomeo da Trento, 22, 681,
803, 883, 913, 965, 1160
Basilea, 51
Batilde s., 1802
Baudovinia, 904
Baume, 1472
Baviera, 58, 2403
Beato Angelico, 1524, 1526
Beatrice d’Este s., 1683
Beda s., 44, 437, 504, 918, 931,
957, 1103, 1111, 2387, 2498
Belgio, 58, 76
Bellarmino, 53
Bellino s., 1584
Bellizone, 905
Benedetto da Norcia s., 17, 28,
32, 44, 45, 56, 57, 727, 895,
967, 1389, 1391, 1394, 1396,
1416, 1424, 1427, 1436, 1446,
1456, 2234, 2405, 2413, 2417
Benedetto di Aniane s., 469,
603, 1403
Benedetto di Benevento mart.,
1294
Benedetto mart., 444
Benedetto XIV, 60
Benevento, 832, 984, 1294,
1354, 1727, 2080
Benizi Filippo s., 1528
Benvenuta Bojani s., 1872, 2280
Berardo dei Marsi s., 1355
Berengario, 890
Berengario maestro, 663
Bernardino Gadolo, 655
Bernardino da Feltre, 722
Bernardino da Siena, 748, 797,
1482, 1483, 1484, 1499, 1510,
1513, 1515, 1518, 1527, 1531,
1535, 1563, 1636
Bernardo d’Aosta s., 2233
Bernardo di Chiaravalle s., 44,
564, 1001, 1041, 1072, 1084,
1088, 1092, 1093, 1094, 1096,
1359, 1379, 1382, 1401, 1419,
1420, 1431, 1434, 1439, 1450,
Indici
1457, 2181, 2284, 2288, 2383,
2531, 2532
Bernardo di Tirone s., 1275
Bernardo Gui, 667, 1060
Bertrando di Saint-Geniès s., 1329
Besançon, 1440
Bevagna, 658, 664
Bibbiena, 2089
Bisanzio 66, 1697, 1710, 1927, 2252,
2255, 2262, 2511
Bobone s., 1669
Bobbio, 18, 952, 1095, 1117, 1470
Bocardo s., 1724
Boccaccio G., 591
Boemia, 58, 265, 575, 1590, 1786,
1806, 1825
Boezio, 11,
Bolland J., 53, 54
Bologna, 23, 48. 49, 1736, 1740,
1977, 2033, 2050, 2051, 2056,
2147, 2149, 2283
Bolsena, 580, 1178
Bominaco, 1959
Bonaventura s., 44, 448, 875, 885,
1489, 1495, 1500, 1553,
Bonelli B., 60
Bonfilio s., 577
Bonifacio s., 11, 29, 434, 733, 787,
1075, 1285, 1945, 2281, 2428, 2443
Borgogna, 106, 908, 1420, 1719,
1800, 1941, 1942, 1956
Bovino, 1051
Bovo s., 516, 756
Braga, 445
Brandano s., 618, 1013, 1449, 2061,
2077
Brescia, 447, 2163
Bressanone, 1447
Bretagna, 775, 2533
Brigida s., 410, 940, 1759, 1857,
1926, 1938, 1993, 2327
Brindisi, 73
Bruno di Colonia s., 20, 550, 1039,
1040, 1212, 1218, 1222, 1236,
1243, 1245, 1247, 1250, 1268,
1282, 1283, 1302
Bruno di Querfurt s., 11, 1261,
1293, 1301, 2518, 2525
Bruno di Segni s., 1307, 1310, 1331
Brunone di Toul s., 661
Bruxelles, 23, 54, 61, 73, 74
Bucchianico, 754
Burtscheid, 1452, 1454
Caetani O., 58
Cagliari, 2257
Calabria, 1212, 1250, 1268, 1452,
1454, 1468
Camaldoli, 651
Camilla Battista Varano, 1792
Campaldino, 2287
Campania, 1729
Campi P. M. 57
Canione di Atella s., 641, 2301
Cano A., 1034, 1035
Cano M. 52
Canossa, 412, 1942
Canterbury, 1303, 1332, 2124,
2520
Capestrano, 1181, 1610, 1611,
2250, 2397, 2552
Capitani O., 2556
Capua, 683, 1753
Caraffa F., 526, 991
Cardoso G., 58
Carlo di Blois s., 2533
Carlo Magno 19, 29, 32, 34,
1629, 2462
Cartesio 55
Cassiano d’Imola s., 856
Cassiodoro s., 543, 1424
Cataldo di Taranto s., 526
Catalogna, 768, 1957
Caterina d’Alessandria s., 523
Caterina da Bologna, 1736, 1740,
1798
Caterina da Siena s., 21, 460,
492, 537, 625, 1179, 1733,
1734, 1738, 1750, 1755, 1756,
1758, 1759, 1761, 1781, 1783,
1803, 1805, 1831, 1835, 1842,
1844, 1845, 1880, 1913, 1918,
1920, 1993
Caterina di Vadstena s., 2547
Caterina Fieschi Adorno s., 1785
Caterina Vigri s., 1790, 2558
Catino, 1465
Celano, 539, 972, 978, 983
Celestino V, 563, 590, 594, 685,
1002, 1110, 1148, 1230, 1231,
1242, 1244, 1248, 1252, 1260,
1267, 1270, 1272, 1281, 1284,
1285, 1286, 1290, 1412, 1413
Celio monte, 16
Cesario di Heisterbach, 33, 1893
Chabannes, 955, 2437, 2438
Chelidonia s., 1746
267
La santità medievale
Chevalier, 63
Chianti, 2112
Chiara d’Assisi s., 406, 455, 515, 524,
527, 539, 549, 554, 611, 623, 693,
790, 872, 993, 1091, 1590, 1615,
1793, 1795, 1797, 1820, 1834,
1846, 1847, 1849, 1850, 1851,
1854, 1855, 1856, 1858, 1861,
1869, 1874, 1875, 1877, 1881,
1886, 1887, 1898, 1905, 1911,
1912, 1944, 2291, 2391, 2548
Chiara da Montefalco s., 514, 890,
1770, 1774, 1776, 1782, 1791,
1794, 2540, 2555
Chiara da Rimini s., 615, 1920, 1924
Chiara de Ubaldinis, 1897
Chiaravalle, 564
Chicago 48
Chioggia, 526
Cingoli, 1317, 1939, 2082
Cirillo s., 1055, 2511, 2513
Città del Vaticano, 73
Città di Castello, 453, 620, 807, 1768
Cividale, 1872
Clairmarais, 1044
Clairvaux, 1084, 1088, 1379, 1382,
1431, 1450, 1457, 2181, 2532
Clemente III, 2240
Cluny, 20, 462, 494, 621, 647, 678,
708, 723, 825, 830, 846, 847, 938,
953, 1360, 1372, 1402, 1407,
1428, 1430, 1435, 1441, 1458,
1466, 2468, 2474, 2489, 2495,
2534, 2545
Coldingham, 691
Colette di Corbie s., 1868
Colgan J. 58
Colomba da Rieti s., 1805, 1816,
1900, 1920
Colombano s., 17, 29, 405, 427,
545, 952, 1057, 1064, 1095, 1117,
1357, 1362, 1365, 1367, 1384,
1390, 1392, 1400, 1470, 2456,
2510
Colombini G., 1535, 1598
Columba s., 576, 966, 1407, 2308,
2311
Colonia, 20, 1212, 1302
Colle Val d’Elsa, 2296
Colum Cille s., 966
Comacchio, 1443
Compostela, 34, 2105, 2109, 2128,
2137, 2143
268
Convoion s., 560
Corbie, 1868, 2173
Cordova, 40
Corleone, 630
Corner F., 60
Cornillon, 680
Corrado di Noto s., 1104, 1646
Corrado Confalonieri b., 578, 636,
2274
Corsica, 1038
Cortona, 463, 1202, 1754, 1767,
1804, 1839, 1848, 2318
Corvey, 2442, 2444
Cosma s., 210
Costantino s., 2262
Costantinopoli, 649
Costanza, 1657
Costanzo d’Aquino, 2332
Cremona 442, 584, 1635, 1668,
1942, 2557
Crépy, 1723
Cristina di Pizan, 1896
Cristina di Bolsena s., 580, 1178
Cristina di Markyate s., 425
Cristoforo s., 1194
Cutberto s., 413, 957, 1103, 1111,
1112, 2259
Damiano s., 210
Dante, 21, 2382
Davide s., 432
de la Roncière Ch. M., 1921
Del Treppo M, 2055
De Rosa G., 1969
Der, 101
Derry, 1407
Desiderio s., 1679
Desiderio ab., 1262, 1331, 2480
Devisse J., 1448
Digione, 1001
Domenico Guzman s., 409,
429, 522, 582, 663, 667, 1480,
1487, 1491, 1497, 1506, 1523,
1525, 1558, 1571, 1573, 1592
Domenico di Sora s., 398, 419,
567, 944, 991, 1097, 1453
Domenico Loricato s., 557, 1043
Domenico Siliensis s., 475
Dominata s., 543
Domrémy, 1923
Donato s., 1015
Donaziano s., 506
Donizone, 412, 1942
Indici
Douai, 866
Duby G., 1836
Eadmero, 536
Eddio, 1090
Edoardo s., 426
Egidio d’Assisi s., 1550
Eginardo, 19, 32
Elena s., 946, 1876
Elena da Udine s., 547
Elia, 55
Elia fr., 1496, 1549, 1604
Elia lo Speleota s., 598
Elisabetta d’Ungheria s., 1684, 1769,
1775, 1878
Ellero s., 552
Eloisa, 1898
Emidio s., 2323
Emilia, 2157, 2345
Emilia-Romagna, 2104, 2110
Emma, 417
Ennodio di Pavia, 1318
Enrico s., 675
Enrico IV, 720
Epifanio s., 555, 1318
Erasmo, 11,
Erasmo s., 499, 1005
Ercolano s., 1985
Eriberto s., 682
Errada s., 1882
Esuperanzio s., 1317
Eufemia s., 210
Eugippio, 923
Eulogio di Cordova, 40
Eusebio mon., 478
Eusebio di Vercelli s., 1346
Eustochia s., 489
Eustochio, 14
Eutimo s., 484
Fabriano 48, 73
Facio di Cremona s., 442
Faenza, 638, 672, 1871, 1889, 2039
Fantino il giovane s., 604
Farfa, 823, 1004, 1010, 1442, 1459,
1466, 2494, 2495
Fasano di Brindisi, 73
Febronia s., 566
Fede s., 619
Federico II, 70, 803, 1451
Felice s., 1106
Felice di Nola s., 910, 925
Feltre, 722
Ferentino, 2022
Ferrara, 1405
Ferrari F., 57
Ferrières, 635, 2428
Fiandre, 58
Fidene, 2085
Fidolio, 1384, 1392
Fiesole, 665
Filastro s., 447
Filiberto di Tournus s., 1157
Filippo d’Agira s., 478
Filippo Benizi s., 525
Filomena s., 74
Fiandre, 1058
Filippa Mareri s., 1747, 1748, 1795
Filippo dell’Antella s., 2227
Fina da San Gimignano s., 616
Finan s., 404
Fiore, 553, 609, 1401, 1568
Firenze, 21, 60, 61, 70, 75, 76,
1921, 1987, 2023, 2024, 2040,
2057, 2227, 2295, 2394, 2433
Flacio Illirico, 51
Flaminia via, 12
Fleury, 32, 436, 1678, 2417
Flodoardo di Reims, 1336
Florez E., 58
Florido s., 542
Foligno, 521, 624, 646, 1507,
1612, 1625, 1773, 1787, 1788,
1811, 1824, 1829, 1833, 1888,
1902, 1919, 1922, 1929, 1935
Fonseca C.D., 2167
Fonte Avellana, 859, 1126, 1239,
1253
Fontevraud, 172, 1530, 1533
Forez, 2320
Forlì, 633
Fosses, 1724
Francesca Bussa dei Ponziani s.,
1771, 2537
Francesca Romana s., 614, 1764,
1860, 1873, 1906, 1993, 2294,
2537
Franceschini E., 44, 70
Francesco d’Assisi s., 81, 342,
402, 403, 407, 435, 455, 473,
480, 572, 634, 646, 693, 695,
732, 748, 757, 790, 792, 794,
806, 811, 816, 818, 850, 851,
861, 874, 875, 880, 888, 891,
893, 920, 951, 954, 969, 972,
983, 989, 1171, 1173, 1174,
269
La santità medievale
1175, 1180, 1183, 1188, 1190,
1192, 1193, 1197, 1203, 1227,
1478, 1479, 1481, 1486, 1488,
1492, 1493, 1494, 1495, 1502,
1503, 1504, 1505, 1508, 1512,
1514, 1516, 1517, 1519, 1520,
1521, 1522, 1536, 1537, 1540,
1541, 1543, 1545, 1546, 1550,
1553, 1554, 1555,1559, 1560,
1561, 1562, 1565, 1566, 1576,
1577, 1580, 1586, 1588, 1590,
1592, 1593, 1597, 1607, 1612,
1614, 1615, 1618, 1619, 1847,
1865, 1935, 2222, 2546
Francia, 58, 62, 63, 74, 76, 16, 96,
277, 304, 305, 307, 342, 834,
1674, 1960, 2309, 2351, 2358,
2368, 2410, 2488
Francigena via, 1210
Frediano s., 562
Fruttuoso di Braga s.445
Fulcranno s., 485
Fulda, 1022
Fulgenzio di Ruspe, 1053
Fursa s., 509
Galgano s., 486, 599, 612, 656,
1249, 1255, 1300
Galla Placidia, 1876
Galizia, 34
Gallia, 1032, 1309, 1351, 1722, 1927,
2046, 2058, 2361, 2377, 2384
Gallo s., 1362
Gallonio s., 1015
Gandersheim, 1737
Gangolfo s., 1671, 1672
Gargano, 181, 2078, 2080, 2083,
3084, 2087, 2088, 2115, 2132, 2244
Gaultier M., 75
Gavino s., 452, 558, 827, 1027,
1034, 1035
Gerhoh di Reichesberg, 2183
Gelasio II, 556, 909
Gellone, 829
Geminiano di Modena s., 502, 513,
2015
Genoveffa di Parigi s., 998
Geraldo di Aurillac s., 19, 647, 708,
723, 830, 938, 1012, 1372, 1472,
1722
Germania, 11, 51, 292, 308, 309, 420
Gerusalemme, 9, 1754, 2145,
Gennaro s., 487, 561, 1031, 2264
270
Genova, 2339
Genoveffa di Parigi s., 481, 528
Gerardo di Augusta, 605
Gerlach van Houthem, 1601
Germano di Parigi, 600, 481, 528
Gervasio s., 31
Gesù, 9, 62, 1029
Gherardesca di Pisa s., 1862, 1889
Ghinius, 57
Giacomo s., 34, 2105, 2189, 2194
Giacomo Bianconi s., 664
Giacomo da Varagine, 567, 629,
670, 882, 897, 998, 901, 922,
956, 977
Giacomo della Marca s., 458,
1381, 1501, 1594
Giacomo I il conquistatore, 1700
Gielemans G., 50
Gilone, 462
Gioacchino da Fiore s., 553, 609,
1401, 1568, 2183
Giona di Bobbio, 405, 427, 545,
952, 1095, 1117, 1470
Giordano di Città di Castello,
453, 454
Giordano di Sassonia, 582
Giordano Forzatè, 1698
Giovanna d’Arco s., 1777, 1813,
1853, 1896, 1909, 1923
Giovanna da Orvieto s., 1801
Giovanna da Signa s., 1241, 1779
Giovanni VIII, 844
Giovanni ab. s., 472
Giovanni ab. di Gorze s., 20,
Giovanni b., 546
Giovanni mart., 1294
Giovanni II vesc., 2483
Giovanni Battista, 2339
Giovanni Bocca d’Oro, 736
Giovanni Calibita s., 626, 1121
Giovanni Cassiano s., 1385
Giovanni Cimiliarca, 902
Giovanni da Capestrano s., 530,
1181, 1538, 1539, 1610, 1611,
2250, 2397, 2552
Giovanni della Verna, 1570
Giovanni Duns Scoto, 1551, 1688
Giovanni Herolt s., 1138
Giovanni il grammatico s., 1271
Giovanni da Lodi s., 606, 860
Giovanni da Matera s., 1404,
1426
Giovanni dal Bastone b., 577
Indici
Giovanni diacono, 466, 482, 855, 857
Giovanni di Gaeta, 556, 909
Giovanni di Gorze s., 1417
Giovanni Gualberto s., 488, 505,
520, 707, 740, 801, 1297, 2023
Giovanni Immonide, 844
Giovanni l’Elemosiniere s., 626
Giovanni Villani, 2394
Giovanni mart., 444
Giotto, 1183, 1553
Girolamo s., 14, 15, 35, 44, 724
Giuliana da Norwich, 884, 959
Giuliana di Cornillon s., 680
Giuliano d’Eclano s., 1123
Giuliano da Spira, 518, 954
Giulitta s., 657
Giuniano s., 595
Giunta di Bevagna, 463, 658
Giusti M., 2533
Giustina da Padova s, 1390, 2399
Goar s., 1062
Godefrido, 607
Goleto, 468
Gorgonio s., 2418
Gorze, 20, 1417
Gozzelino di Fleury s., 436
Gran Bretagna, 339
Grecia, 1876, 2348
Gregorio da Catino, 1465
Gregorio di Calabria s., 1452, 1454
Gregorio di Nazianzo s., 556, 909
Gregorio di Tours, 33, 40, 777,
853, 887, 971, 974, 979, 2236,
2360
Gregorio Magno s., 16, 17, 28,
33, 40, 44, 75, 211,438, 694,
726, 729, 749, 855, 857, 863,
864, 871, 889, 895, 907, 927,
962, 967, 976, 1052, 1324, 1327,
1356, 1406, 1429, 1955, 2178,
2374, 2520
Gregorio VII s., 189, 748, 1636
Gregorio XIII, 52
Grimaldo, 475
Grottaferrata, 743
Guaiferio di Montecassino, 879
Gualdo Tadino, 531
Guarinpoto, 869
Gubbio, 453, 557, 984, 1323, 2245
Guglielma da Milano, 1907, 1908
Guglielmo s., 559, 1216
Guglielmo di Baux, 1726
Guglielmo di Gellone s., 829, 1726
Guglielmo d’Aquitania, 805, 1472
Gugliemo di Volpiano s., 1358,
1375, 1380, 1415, 1477a
Guglielmo da Vercelli s., 468,
692, 1216, 1228, 1232, 1490
Guglielmo di Maleval, 805
Guglielmo di Saint-Thierry, 1094,
1363, 1366, 1377, 1410
Guglielmo di Tocco, 653
Guhtlach s., 412, 780
Guiberto di Nogent, 928, 2409,
2452
Guido d’Acqui s., 1341
Guido d’Arezzo, 1279, 1463
Guido di Baisio, 1284
Guido di Pomposa s., 1374
Guigo I, 1245
Guinefort s., 2414
Hautvilliers, 946
Heidenheim, 852, 948
Heisterbach, 33, 1893
Henriquez C., 57
Henry Bradshaw, 939
Henschen G., 53, 56,
Iacopone da Todi, 456, 1529, 1589
Ibn Taymiyya, 2126
Iceland, 359
Ilariano s., 1015
Ilario s., 886
Ilarione s., 450
Ildeberto di Lavardin, 939
Ildefonso di Toledo, 440
Ildegarda di Bingen s., 607, 673,
689, 1731, 1732, 1735, 1739,
1743, 1744, 1799, 1822, 1829,
1838, 1841, 1882, 1883, 1892,
1894, 1899, 1916, 1917, 1931,
1932, 1936, 1943
Imola, 856
Incmaro, 1065
Inghilterra, 353, 354, 416, 1674,
1686, 2271, 2425, 2504, 2509
Innocenzo III, 1881, 2557
Innocenzo di Tortona s., 1328
Iona s., 1407
Iotsald di Saint Claude, 678,
843, 953
Ippolito mart., 588
Irlanda, 339, 839
Isaia, 2208, 2209
Italia, 15, 20, 25, 27, 28, 35, 36,
271
La santità medievale
149, 157, 163, 196, 197, 202,
208, 224, 299, 342, 373, 730,
767, 977, 941, 942, 943, 1184,
1187, 1232, 1238, 1365, 1367,
1439, 1445, 1455, 1461, 1477,
1648, 1657, 1661, 1715, 1787,
1792, 1807, 1818, 1827, 1832,
1840, 1864, 1866, 1879, 1886,
1954, 1961, 1968, 1979, 2018,
2032, 2042, 2074, 2091, 2092,
2095, 2097, 2108, 2110, 2113,
2116, 2117, 2131, 2157, 2158,
2161, 2249, 2252, 2284, 2315,
2408, 2417, 2509
Ivo di Tréguier s., 2273
Jacobilli L., 57
Jacopo da Varazze, 22, 36
Januario S., 452, 558, 1027, 1034,
1035
Jones Ch.W., 1747
Josaphat s., 662, 809, 990
Jouarre, 2406
Jutta s., 1120
Kells, 1407
Kiev, 1261, 2518
L’Aquila, 74, 1270
Labbe P., 58
Lambertini P., 60, 73
Lamberto di Deutz, 682
Lami G., 60
Lanzoni F., 2258
Lazio, 103, 1466, 1467, 2330, 2331,
2334, 2337, 2338, 2342
Lazzaro s., 2029
Lecce, 637
Leoba, 1945
Leone Magno, 915
Leone IX s., 661
Leone frate, 407, 861, 874
Leone Luca di Corleone s., 630
Leonzio di Napoli, 570
Lerins, 1387
Letaldo di Micy, 595
Leucadia s., 2265
León, 2472
Lidano s., 2241
Liegi, 49
Liguria, 1476, 2339
Lille, 74
Limoges, 2437
272
Lindisfarne, 1112
Lione, 58, 1440
Lipari, 2230
Lippomano L., 50, 1163
Lismore, 400
Liudgero s., 721, 733
Liutprando di Cremona, 1942,
1990
Lobbes, 738
Lodi, 473, 860
Lombardia, 1350
Londra, 48
Lorcin M.T., 1140
Lorenzetti A., 1202
Lorenzino da Marostica b., 2297
Lorenzo mart., 588, 915, 2313,
2316
Lorenzo di Amalfi, 950
Loreto, 2094, 2097
Lotaringia, 1417, 1425
Lovanio, 23
Luca s., 1200
Lucca, 747, 1312, 1322, 1334,
1335, 1650, 2483
Lucia s., 2255
Ludovico d’Angiò s., 571, 1691
Ludovivo il Pio, 32, 640, 997
Luigi IX s., 1676, 1708, 1709,
2029, 2550, 2551
Lupo di Ferrières, 635
Luxeuil, 1357
Mabillon J., 55, 56
Madelberta di Maubege s., 654
Madrid, 58
Maffei S., 60
Magdeburgo, 2444
Mai A., 61
Maigret G., 57
Mailly de J., 33
Maio s., 531
Maiolo di Cluny s., 622, 1408,
1441, 1455, 1461, 2489
Magloire di Dol s., 775
Malachia s., 564
Malco s., 14
Malo di Alet s., 775
Malta, 2280
Mamiliano s., 1015
Mansueto di Toul, 669, 1114
Mancio s., 1023, 1024, 2238
Mantova, 1319
Marbodo di Rennes, 632, 916
Indici
Marcellino s., 19, 32
Marcello centurione s., 1018
Marcello di Die s., 496
Marchese D.M., 56
Marco Polo, 784, 2279
Marcolino da Forlì s., 633
Margherita s., 1030
Margherita Colonna b., 1763, 1830
Margherita da Città di Castello s.,
620, 807, 1768
Margherita da Cortona s., 463, 608,
658, 1202, 1754, 1767, 1804,
1839, 1848, 2318
Margherita della Metola b., 551
Margherita di Scozia s., 691
Margherita d’Oingt s., 1871
Margerita d’Ungheria s., 1879,
2289
Maria s., 490, 668, 1126, 1128,
1135, 1144, 1587, 1778, 2214,
2302, 2303, 2325
Maria Maddalena s., 2229, 2276,
2310, 2336
Mariano da Firenze, 527
Marino s., 471
Markyate, 425
Maroilles, 835
Marostica, 2297
Marsiglia, 1385, 2029
Martène E., 56
Martino s., 15, 16, 17, 33, 66, 433,
450, 639, 862, 865, 881, 903,
1338, 1342, 2270
Martino I s., 592, 2277
Marziale di Limoges s., 2437
Marzio s., 531
Massa, 2549
Massimino s., 635
Massimo di Torino s., 1346
Matera, 1404, 1426
Matilde s., 617, 1000, 1076, 1789
Matilde di Canossa, 412, 507
Matteo s., 2041, 2321
Matteo Ronto, 477
Maubege, 654
Maurelio di Ferrara s., 477
Maurizio di Magdeburgo, 2444
Mauro s., 687
Mauro Siro s., 1106
Malania di Rennes, 1045
Ménard H., 57
Mengoldo di Huy s., 2369
Mercurio s., 451
Messingham Th., 58
Metodio s., 1055, 2511, 2513
Metro di Verona s., 538
Metz, 2446
Michele s., 828, 2244
Michele IV Paflagone, 1071
Michele Synchellos s., 587
Michelina di Pesaro s., 593,
2012
Migne J.P., 61, 74, 75
Milano, 31, 75, 500, 510, 1346,
1430, 1907, 1990, 1996, 2016
Milevi, 2228
Millan di Cogolle s., 2354
Milziade, 1983
Modena, 60, 502, 513
Moderanno s., 2345
Mombrizio, 50
Montecassino, 32, 419, 879,
944, 950, 960, 1097, 1262,
1269, 1310, 1331, 2480, 2499
Montefalco, 514, 890, 1774, 1776,
1782, 1791, 1794, 2540, 2555
Montefeltro, 1299
Montegiove, 646
Monteluco, 2071
Montepulciano, 683
Montesiepi, 1300
Montevergine, 468
Mont Saint-Michel, 2088, 2100,
2114, 2115
Monte Gargano, 828
Montrieux, 1059
Moustier de A., 57
Muirchu, 464
Muratori L.A., 59, 60, 73
Musca G., 1462
Nanterre, 68, 69
Napoli, 70, 570, 666, 684, 869,
1711, 1728, 2055, 2264, 2327
Narni, 2167
Nazareth, 9
Nazario s., 541
Nazet J., 2335
Necolono s., 2039
Nevolone s., 1889
Niceforo pr., 570
Nicola da Tolentino s., 508,
1532, 1609, 2539, 2541
Nicola di Trani s., 1235
Nicola di Bari s., 465, 466, 482,
534, 2000
273
La santità medievale
Nicola di Kues, 724
Nilo s., 743, 1246, 1289, 1395, 1411,
2180
Nola, 44
Norberto s., 1042, 1067, 1082, 1098
Norcia, 17, 28, 32, 44, 1389
Normandia, 2100, 2226, 2340
Norwich, 401, 884, 959
Noto, 1646
Novara, 1191
Oddone di Cluny s., 647, 708, 723,
830, 846, 862, 938, 1369, 1372,
1472
Odilone di Cluny s., 678, 773, 825,
843, 847, 953, 1422, 2489
Omobono di Cremona s., 584,
1635, 1649, 1668, 2328, 2557
Ordoño di Celanova, 659
Ordrico da Pordenone s., 1620
Orléans, 772, 1923
Orvieto, 650, 1801, 2549
Ottone I, 2408
Ottone III, 1294, 1295, 1689
Ottone di Pomerania s., 408
Ottone di Bamberga s., 674
Ouen s., 1014
Oviedo, 2128
Pannonia, 16
Paola s., 14, 15, 35, 450
Paolino da Nola s., 44, 910, 925,
935, 964, 2427
Paolo ap., 9, 34
Paolo s., 14
Paolo Diacono, 767, 873, 907
Paolo il Confessore s., 649
Padova, 397, 1390, 1564, 1567,
1578, 1581, 1583, 1595, 1903,
1991, 2034, 2044, 2399, 2400
Papebroch D., 55
Panesia b., 1191
Paride di Teano s., 1354
Parigi, 59, 65, 69, 600, 987, 998
Parma, 1007
Pascasio il Confessore, 652
Pascasio Radberto s., 1460
Patrizio s., 399, 464, 519, 1070,
1316, 2285, 2428
Pavia, 1318, 2455
Pelagio s., 585, 1017
Pellegrino dell’Alpe Chiozza s.,
529, 645
274
Pellegrino boletano s., 1015
Pellegrino Mathorat s., 1020
Perpetua s., 749
Perugia, 1196, 2045
Pesaro, 593, 2012
Pescia, 1650
Petronio s., 1176, 1982, 2051,
2056
Piacenza, 57, 58, 1007, 2014
Piceno, 1459, 1597, 1609, 2314
Pier Damiani s., 44, 423, 424,
501, 557, 591, 606, 628, 687,
854, 8585, 859, 860, 892, 963,
1015, 1043, 1217, 1219, 1220,
1223, 1224, 1225, 1226, 1239,
1251, 1262, 1288, 1291, 1456,
1664, 2464, 2467, 2474, 2492,
2494
Pietro s., 2013
Pietro ap., 34, 1201, 2155, 2252,
2346
Pietro Angelerio s., 637
Pietro da Chioggia, 526
Pietro del Morrone s., 685, 770,
1412, 1413, 2543
Pietro Diacono, 960
Pietro il Venerabile ab., 33
Pietro s. mart., 19, 32
Pietro martire s., 2243
Pietro Orseolo s., 1287, 1693
Pietro Pettinaio s., 565, 1645
Pietro Suddiacono, 657, 688
Pio VI, 60
Pio VII, 60
Pipino I d’Italia, 1990
Pisa, 642, 1862
Pistoia, 2053
Poitiers, 939, 943, 1187
Polonia, 258, 444, 2312
Pomerania, 408
Pomposa, 1261, 1371, 1374,
1405, 1463, 2518
Ponzio s., 1343
Poppi, 686
Pordenone, 1620
Portogallo, 58, 315
Possidio s., 1343
Possidonio s., 676, 2047
Pozzuoli, 56
Praga, 11
Praga, 58, 66
Procolo s., 2261
Prospero di reggio Emilia s., 1328
Indici
Protasio s., 31
Proto s., 452, 558, 1027, 1034, 1035
Provenza, 50, 1441, 1845
Prudenzio, 856, 1033
Prüm, 1062
Pseudo Ottato di Mileci, 2228
Pseudo Teotimo, 1030
PseudoTurpino, 34
Puglia, 1232, 1397, 2081
Querfurt, 11, 1261, 1293, 1301, 2518,
2525
Quirico s., 657
Rabano Mauro s., 1460
Radberto s., 2173
Radegonda s., 904, 939, 943, 1120,
1187, 1802
Raderus M., 58
Raimondo da Capua, 683, 735, 1753
Raimondo Lullo, 1634
Ramberto di Brescia, 447
Ranieri di Pisa s., 569, 1639
Raterio di Verona, 506, 926, 930
Ravenna, 644, 945, 1195, 1258, 1261,
1294, 1295, 1304, 1405, 2518
Raynaud Th., 58
Razzi S., 56, 58
Redon, 560
Reggio Emilia, 1328
Reichesberg, 2183
Reims, 1336, 1967, 2415
Reindelda s., 1108
Remigio s., 1065
Renan E.,62
Rennes, 632, 916, 1045
Ribadeneira de P., 58
Ricario s., 690
Richard M., 394
Rictrude s., 919
Rieti, 1805, 1816, 1900, 1920, 2337
Rievaulx, 970
Rimini, 615, 1920, 1924,
Rita s., 1745, 2266
Rocco s., 648, 1210, 2307, 2343
Roberto il Pio, 1678
Roberto s., 632
Roberto d’Arbrissel s., 172, 1530,
1533, 2351
Rodolfo di Gubbio s., 557, 1043
Roberto di Napoli s., 1728
Rodolfo, 980
Rodolfo il Glabro, 559,
Roma, 10, 14, 19, 32, 34, 65, 69,
70, 73, 74, 547, 743, 844, 1206,
1400, 1475, 1876, 1921, 1983,
1988, 1993, 2058, 2142, 2145,
2147, 2148, 2149, 2151, 2255,
2330, 2403, 2462, 2486, 2511,
2547
Romolo di Fiesole s., 665
Romualdo s., 44, 424, 651, 892,
1086, 1233, 1239, 1257, 1258,
1261, 1264, 1279, 1288, 1289,
1291, 1292, 1293, 1294, 1295,
1296, 2028, 2518
Rosa di Viterbo s., 581, 1757,
1760, 2334
Rosendo s., 659
Rossano, 1246, 1395, 1411, 2180
Roswita, 1737, 1882
Rosweyde E., 53
Rottenburg, 749
Rovigo, 60
Ruinart T., 56
Ruotger, 1039, 1040
Ruperto di Salisburgo s., 1339
Ruspe, 1053
Russia, 2225
Saint-Aubain, 2352
Saint-Denis, 2442
Saint-Flour, 74
Saint-Geniès, 1329
Saint Lamprecht, 992
Saint-Omer, 1046
Saint-Riquier, 2402
Saint-Thierry, 988
Salaria via, 12
Salazar de T., 58
Salerno, 1727, 2041, 2054, 2060,
2321
Salisburgo, 1339
Salomone, 1728
Salviano di Marsiglia s., 1385
Sambin P., 1683
Samson di Doll s., 660
Sanders A., 58
San Benedetto in Portesana, 1416
San Damiano, 1590
San Francesco di Gualdo, 1050
San Gimignano, 616
San Michele alla Chiusa, 503,
1399
San Michele sul Gargano, 2078,
2080, 2081, 2084, 2099, 2100
275
La santità medievale
San Miniato, 2454
Sant’Anna di Foligno, 646
Sant’Eutizio, 1466
Santa Giulia, 2344
Santa Maria a Cingoli, 2082
Santa Maria del Mutino, 1299
Santa Maria di Montefusco, 1632
Santa Maria del Sasso, 2089
Santa Maria della Scala, 2440
Santa Sofia, 570
Sant’Eutizio, 2495
Santiago de Compostela, 2096, 2109,
2127, 2128, 2129, 2139, 2143,
2144, 2145, 2490
Sardegna, 752, 1029, 1038, 1053,
1074, 1383, 1414, 2107, 2257,
2262, 2292, 2341, 2424, 2426,
2455, 2497
Sarsina, 579
Sassonia, 582, 1145, 2407, 2458
Saumur, 2120
Saussay de A., 58,
Savona, 2299
Savonarola G., 1348, 1535
Scandinavia, 58, 2514, 2515
Schramm P.E., 2408
Scolastica s., 2234, 2413
Scozia, 58, 691, 2308
Secondo s., 2245
Sebastiano s., 2227
Segni, 1307
Seiser G., 58
Senatore s., 543
Senzias s., 1015
Sette dormienti ss., 671
Severino s., 848, 924
Sezze, 2241
Sicardo di Cremona, 2557
Sicilia, 58, 180, 1429, 1451, 1814,
1955, 2254, 2255, 2256, 2258
Siena, 21, 748, 1178, 1208, 1482,
1483, 1484, 1499, 1510,1513, 1515,
1518, 1527, 1531, 1535, 1563,
1598, 1733, 1734, 1738, 1750,
1755, 1759, 1781, 1783, 1803,
1831, 1835, 1842, 1844, 1845,
1880, 1913, 1918, 1920, 1984,
1993, 2227, 2440
Sigebuto, 1679
Sigerico di canterbury, 2124
Signa, 1241, 1779
Silvestro Guzzolini s., 577, 1267,
1471, 1569, 2057
276
Simeone s., 467
Simeone Salos s.,570
Simone da Roma, 547
Simone di Crépy s., 1723
Sirleto, 52
Sisto mart., 588
Sisto III, 1983
Sofronio, 1132
Soignies, 2335
Sora, 398, 944, 991, 1097, 1453
Spagna, 10, 58, 76, 259, 314,
1679, 2220, 2280, 2410, 2469
Sperandia di Cingoli s., 1937, 1939
Spira, 518
Spoleto, 832, 1727
Stanislao s., 1718, 2312
Stefano s., 33
Stefano di Borbone, 908
Stefano di Lecce, 637
Stoccarda, 949
Strasburgo, 1883
Stroncone, 1972
Subiaco, 1746
Sulpicio Severo, 15, 44, 433, 639,
881, 903
Surius L., 50, 1158
Sutri, 2244
Svezia, 1759, 1926, 1938, 1993
Tartarotti G., 60
Teano, 1354
Tegano, 640
Teoderico, 607
Teodora Raoulena, 933
Teodico I di Metz, 2445
Teodosio, 11, 726
Terni, 734, 1994, 1995, 2237
Teuzone, 905
Tiraboschi G., 60
Todi, 456
Tolentino, 1532, 1609, 2539, 2541
Tomasuccio da Foligno, b., 1229,
1507, 1625
Tommaso Becket s., 1311, 1680,
2496
Tommaso di Aquino, 653, 845,
1485, 1498, 1556
Tongerloo, 54
Toledo, 440
Tolomei Giovanni Bernardo, 1663
Tommaso da Celano s., 539,
850, 880, 885, 893, 969, 972,
978, 983
Indici
Torello da Poppi, 686
Torino, 1346
Tornhout, 2515
Tortona, 1328
Toscana, 104, 1280, 1754, 1845,
1854, 1921, 1999, 2089, 2111
Toubert P., 1355
Toul, 661, 669, 1114, 1118
Tournus, 1157
Tours, 16, 17, 33, 40, 853, 1338,
2003, 2236, 2270, 2360
Trani, 1235
Trento, 22, 60, 883, 1160, 1447,
2420, 2503
Trinci, 1641
Turchia, 2162
Turingia, 904
Tuscia, 2244
Ubaldesca s., 642
Ubaldo s., 453, 454, 470, 914, 921,
1134, 1323, 1325, 2544
Ubertino da Casale, 1534, 1929
Ucbaldo, 457
Ucbaldo di Saint’Amand, 856, 866,
919
Udalrico s., 605
Ugheburga, 35, 852, 896, 912,
931, 948
Ughelli F., 57
Ugo b., 577
Ugo di Cluny s., 462, 494, 1360,
1402, 2534, 2545
Umberto di Maroilles s., 835
Umbria, 57, 1277, 1352, 1469,
1641, 1765, 1766, 1768, 1801,
1804, 1834, 1970, 1971, 1972,
2045, 2237, 2291, 2347
Umiliana de’ Cerchi s., 1742,
1749, 1987
Umiltà da Faenza s., 638, 672,
1871, 1889, 2039
Ungheria, 1684, 1769, 1775, 1879,
1878
Urbano II, 189
Usserius, 58
Usuardo, 568
Valdinievole, 1650
Valentino di Terni s., 734, 1994,
1995, 2237
Valeriano s., 1157
Vallombrosa, 505, 707
Vanna da Orvieto s., 650
Varazze, 22, 36, 977
Vastorius J., 58
Vedaste s., 690, 1966
Venanzio da Fabbriano fr., 458,
904
Venanzio Fortunato, 44, 877,
886, 941, 942, 943, 961, 1187
Venceslao s., 2335
Veneto, 188
Venezia, 60, 779, 1693, 2260
Ventura da Bevagna, 664
Vercelli, 468, 692, 1346
Verdun, 2450
Verna, 1570
Veroli, 2470
Verona, 60, 506, 538, 1990,
2052, 2243
Viatore s., 543
Vicinio s., 579
Vigilio s., 517
Villana delle Botti s., 1749
Vincenzo s., 2335, 2349
Vitale s., 1011, 2283
Viterbo, 581, 1757, 1760, 2334
Vito di Corvey s., 2442, 2444
Vittore s., 2029
Vittore di Mouzon, 1019
Vivenziano s., 1020
Vlacich M, 51
Vulframno s., 461
Waldetrude s., 1006
Wandalberto di Prüm, 1062
Wandresigilo s., 461
Westminster, 426
Whitby, 438, 1052
Wigberto s., 636
Wilfrid s., 1090
Wiliam di Norwich s., 401
Willlibaldo s., 434, 896, 948
Willibrordo s., 690, 733, 947
Wynnebaldo s., 948
Xanten, 1042
Zanobi s., 1999, 2433
Zeno s., 460, 495, 573, 586,
597, 666, 2015, 2272
Zimmermann A., 2428
Zoïlo di Carrión, 981
277
INDICE DEGLI AUTORI
ABATE G., 1486
ABOU-EL-HAJ B., 2286
ACCARDO K., 558
ACCROCCA F., 643, 969, 1274, 1586
ACERBI A., 2210
ADORISIO A.M., 553
AEBISCHER P., 471
AIGLE D., 77, 102, 2398, 2398
AIGRAIN R., 65, 71, 73, 1,
ALBERIGO G., 1736
ALBERT J.P., 186, 2306
ALBERTSON C., 431
ALBERZONI M.P., 1350, 1881
ALESSANDRINI R., 1665
ALEXANDRE-BIDON D., 1140
ALONSO C., 1745
ALTET I., 1441
ALTHOFF G., 1076, 1789
ALTMAN CH.-F., 1048
ALZIATOR F., 452
AMMAN E., 237, 2189
AMAT J., 2366
ANCIDEI G., 2470
ANDENNA G., 603, 1232, 1911, 2042,
2167, 2233, 2344
ANDERSON A., 576
ANDERSON M., 576
ANDREOLLI B., 2047, 2068
ANDREOLLI S., 1773, 1888
ANDRIC S., 2397, 2552
ANDRIEU M., 2461
ANGELINI L., 645
ANGENENDT A., 199, 2293
ANGIOLINI E., 2104
ANTENUCCI L., 1547
ANTI E., 666, 2074
ANTIN P., 240
ARABEYRE P, 1001, 1096
ARGENZIANO R., 1208, 1920
ARNALDI G., 844, 846, 869
ASCAGNI P., 2307
ATTWATER D., 247, 253, 272
AVAGLIANO F., 2480
AVANZO M.S., 1663
AVARUCCI G., 1939
BACCI M., 1200, 1209
BADENAS P., 809
BAK J.M., 340, 1690
BAKER D., 38
BAILLET A., 289
BALBONI D., 2247
BALDASSERONI C., 2316
BALSAMO F., 1646, 2274
BAÑOS VALLEJO F., 760
BARBERO A., 1647, 1659
BARICCHI W., 2148
BARLOW F., 2520
BAROFFIO G.B., 2462, 2475
BARONAS D., 2329
BARONE G., 48, 71, 216, 776,
817, 1137, 1417, 1495, 1496,
1549, 1572, 1596, 1604, 1648,
1660, 1706, 1791, 1830, 1846,
1859, 1873, 1919, 1921, 1922,
2235, 2294, 2330, 2537, 2538,
2542, 2544
BARLOW F., 426, 2534
BARRAL X., 1441
BARRUOL G., 1441
BARTHÉLEMY D., 1355
BARTLETT R., 691
BARTOLETTI R., 1296
BARTOLI M., 623, 1797, 1847
BARTOLI R., 618
BARTOLI LANGELI G., 794
BARTOLINI G., 2164
BARTOLOMEI ROMAGNOLI A., 614,
1198, 1270, 1860, 1874, 1889,
1906
BASCAPÈ G.C., 2138
BASCHET J., 1960
BASETTI M., 2555
BASTIAENSEN A.A.R, 910
BAUDRILLART A., 238
BAUDOT J., 65, 240
BAÜER D.R., 949, 1810
BÄUMER R., 264
BAUTIER R.H., 436
BEAU A., 2234
BECHER M., 2444
BECK B., 1275
BECKER M.F., 515
BEDOUELLE G., 1525
BEJCZY I.P., 840
BEKKER-NIELSEN H., 42, 155, 358,
728
BELL M.R., 165, 170, 1633, 1784
BELLINI R., 1322
BELLONI A., 2417
BELTING H., 1182
BELTRAME P., 1418
BENEDETTI M., 1907, 1908
279
La santità medievale
BENERICETTI R., 945
BENVENUTI A., 5, 60, 194, 1300,
1323, 1557, 1653, 1655, 1666,
1749, 1754, 1762, 1807, 1818,
1819, 1831, 1903, 1922, 1954,
1968, 1979, 1987, 1999, 2004,
2013, 2023, 2024, 2025, 2026,
2040, 2111, 2123, 2124, 2130,
2141, 2287, 2295, 2296, 2316,
2353, 2433
BERARDI M.R., 590
BERGER S., 2402
BÉRIOU N., 2478
BERLAND J.-M., 2234
BERLIOZ J., 324, 908, 1001, 1096,
1420, 2478
BERNARD C., 178
BERNDT R., 1936
BERSCHIN W., 605, 724, 749, 896, 923
BERTAZZO L., 1564, 1595
BERTINI GUIDETTI S., 977
BERTOLINI G.M., 2240
BERTRAND P., 71, 654
BESUTTI M., 1528
BETTELLI BERGAMASCHI M., 447
BETTOCCHI S., 2088
BETORI G., 624
BIANCO M.G., 1086
BIANCHI L., 1179
BICCHIERAI M., 686
BIELER L., 1070
BIFFI I., 1117
BIGARONI M., 1529
BILLANOVICH M.C., 1683
BILLEN C., 2335
BIRCH D.J., 2142
BISOGNI F., 1172, 1177
BITEL L., 2269
BLANKE F., 1362
BLIGNY B., 1236
BLOCH H., 960
BLOCH M. 55, 67, 73, 123, 1674
BLUM O.J., 1217
BLUMENFELD R., 62, 1652
BOCCALI G., 993,
BOCCALI P.G., 527, 554
BOESCH GAJANO S., 23, 48, 49, 67,
69, 71, 73, 75, 76, 4, 5, 19, 29,
40, 49, 56, 58, 83, 94, 103, 107,
150, 200, 205, 208, 212, 213, 220,
231, 232, 590, 707, 734, 735, 766,
820, 853, 863, 864, 870, 871, 991,
1139, 1159, 1142, 1162, 1163,
280
1263,
1958,
2342,
2393,
1266, 1466, 1753, 1955,
1964, 1974, 2072, 2229,
2362, 2380, 2388, 2392,
2459, 2482
BOGLIOLO G., 1777
BOGLIONI P., 146, 895, 1623, 1624,
2067, 2076, 2383, 2391
BOGNETTI G.P., 1948
BOIER R., 155
BOIRON S., 2420
BOJOVIC B.I., 1705
BOLLAND J., 286
BOLOGNA C., 2062
BONACCORSI G., 2192
BONASSIE P., 841
BONETTI C., 603
BONNER G., 2259
BONNET M., 2188
BORDONE R., 2031
BORGOLTE M., 1076, 1789
BORIOSI M., 342
BORNSTEIN D., 1778, 1832, 1840,
1848, 1890, 2082
BØRRESEN K., 1808
BORSARI M., 1665
BOSL K., 67, 1622
BOSSUAT R., 345
BOUET P., 2340
BOUGARD F., 2456
BOUGEROL J.G., 480
BOULHOL P., 810, 2418
BOUQUET M., 304
BOUREAU A., 788, 882, 1092, 1160,
1687, 1699
BOURKE C., 2311
BOVON F., 2213
BOYNTON S., 2494, 2501
BOZÓKY E., 2451
BRACCI S., 1594
BRAGA G., 950
BRAKEL C.H., 2224
BRANCA V., 591
BRAND M., 1122
BRAY D.A., 1087
BREA L.B., 2230
BREDERO A.H., 1041, 1088, 1434,
2531, 2532, 2545
BREMOND C., 701
BRENTANO R., 1747
BRETT C., 560
BREZZI P., 2253
BROGI BERCOFF G., 2225
BROGIOLO G.P., 2037, 2048, 2049
Indici
BRONZINI G.B., 2087
BROWN P.,48, 68, 141, 154, 161, 162,
174, 203, 214, 1637, 2236
BRUFANI S., 572, 627, 914, 951, 1091,
1107, 1325, 1550, 1597, 1605
BRUHNÖLZ F., 716
BRUNEL C., 344
BRUNETTI M., 1253
BRUNNER K., 2505
BUCHBERGER M., 248
BULLOGH D.A., 600, 1112, 2498
BULST N., 1380
BURATTINI V., 2313
BURGIO E., 631
BURKE SEVENS J.,352
BYNUM C.W., 175, 187, 2435
BUSCAROLI B., 2056
CABROL F., 236, 1357
CABY C., 655, 1264, 1266, 1278,
1287, 1862, 2027, 2028
CACIORGNA M.T., 2241, 2331
CADDERI A., 1763
CAFFIERO M., 71
CAIAZZA D., 1354
CALAMONERI A., 858
CALIÒ T., 74, 2297
CALUFETTI A., 521
CAMMAROSANO P., 767
CAMPBELL A., 417, 430
CANDELA S., 1501
CANETTI L., 1558, 1573, 1574, 1592,
2014, 2110, 2345, 2448, 2449,
2453, 2457, 2491
CANNON J., 1202
CANTARELLA G.M., 494, 1279, 1331,
1402, 1435, 1443, 1455
CANTINO WATAGHIN G., 2092
CAPEZZALI W., 1244, 1260
CAPITANI O., 1220, 1369, 1405, 1636
CAPO L., 767
CAPUANI G., 559
CARAFA F., 251
CARATINI R., 1923
CARCIONE F., 2332
CARDINI F., 486, 865, 1516, 1559,
1606, 1712, 1714, 1716, 1750,
1754, 1798, 1909, 2020, 2040,
2121, 2135, 2144, 2165, 2227, 2421
CARDUCCI G., 301
CARILE A., 1710, 1712, 1715, 1716,
2017, 2162
CARLITTI C., 2084
CAROLI M., 2049, 2095
CAROLUS-BARRÉ L., 2550
CAROZZI C. 221, 723, 795, 976,
1669, 1678, 2385
CARPANETO DA LANGASCO C., 1785
CARPINELLO M., 1427
CARRETTA A., 473, 1271
CARUSO S., 1071
CASAGRANDE G., 1815, 1820,
1833, 1834, 1849, 1875, 1910,
2045
CASEY M., 1093
CASOLINI F., 1503
CASSARD J.CH., 2273
CASTILLO-MALDONADO P., 227
CASTAGNETTI A., 188
CAU E., 1053
CAUCCI VON SAUCKEN P., 2129
CAVALCANTI E., 1142
CAVALLINI G., 460, 625
CAVALLO G., 48, 76, 766, 799
CAZELLES B., 736
CEGLAR S., 1377
CENCI C., 565, 1645
CENTI T.S., 1526
CERAFOGLI E.G., 1748
CERAVOLO T., 1212, 1282, 1283
CERESA GASTALDO A., 54, 765
CERUTI B., 492
CESARETTI P., 570
CHADWICK N., 2217
CHARLES R.H., 2190
CHARLESWORTH J.H., 2205
CHARRON J.M., 1912, 2391
CHASTANG P., 829
CHAUSSIN, 65
CHAZELLE C., 2487
CHERUBINI G., 2143, 2156
CHEVALIER U., 361,
CHIABERTO S., 1575
CHIABO M., 105
CHIESA P., 533, 555, 566, 592,
626, 923, 990, 1015, 1121
CHIFFOLEAU J., 1626
CHOLVY G., 74
CHRISTIAN W.A., 2372
CHRISTIE N., 2049
CIAPPELLI G., 2070
CICALA A., 606
CICCARESE M.P., 509
CICU L., 903
CIGNI F., 618
CIGNITTI B., 1746
281
La santità medievale
CILENTO A., 1468, 1707, 2157
CIMOSA M., 2206
CINESU L., 493
CIOFFARI G., 465
CITTERIO F., 2097
CLANCY TH.O., 2308
CLERICO D., 516
CLOGAN P.M., 39
COATES S., 961
COCCI A., 1284
COCHELIN I., 1472, 2501
CODOÑER C., 440
COLGRAVE B., 413, 422, 437, 438
COLLIN DE PLANCY J.A.S., 2401
COLLIJIN G.A., 2547
COLTRI E., 481
COMMODI B., 1612, 1935
CONSO D., 1100
CONSOLINO F.E., 904, 946, 1192,
1309, 1580, 1864, 1876, 2011
COOK W.R., 1203
COOLEN A., 246
CORBET P., 106, 841, 975, 1685,
1719, 1941
CORBIN M., 1332
CORDIOLI G.A., 495
CORMACK M., 359
CORSI D., 1891
CORSI P., 466, 482, 534
CORTESI M., 905
COSTA M., 2290
COTTINEAU L., 242
COUÉ ST., 815, 1089, 1333, 1343
COULET N., 2029
COULSON J., 249, 252
COVI D., 1944
COWDREY H.E.J., 462, 1376
COX P., 737
COX MILLER E., 2386
COX MILLER P., 1155, 2447
CRACCO G., 171, 779, 1683, 1698,
2079, 2108, 2110, 2113
CRACCO RUGGINI L., 1345, 2254, 2355
CRAVERI M., 1751, 2198
CREMASCOLI G., 627, 1134, 1297,
2182, 2210
CRISCUOLO V., 1834
CRISTIANI M., 1943
CRISTIANI R., 1469, 1821
CUENDE M., 2139
CUNNINGHAM M., 587
CURTI C., 578
282
D’ACHERY L., 287
D’ACUNTO N., 1288, 1444, 1456,
1664, 2163
D’ALATRI M., 2249
D’EVELYN CH., 352
DA CAMPAGNOLA S., 859, 1505
DAL COVOLO E., 915, 1346
DAIX G., 276
DALARUN J., 70, 172, 201, 209,
347, 348, 349, 546, 593, 615,
811, 816, 1241, 1355, 1530,
1533, 1565, 1638, 1779, 1836,
1865, 1919, 1922, 1924, 2012,
2351
DAL PINO F., 1587
DAL SASSO P., 2099
D’ANGELO E., 657, 688
D’EPISCOPO F., 1531
DAUZET D.M., 1338
DAVRIL A., 2234
DAVY M.-M., 1366
DÉCHANET M., 1363
DECLERCQ G., 1337
DELEHAYE H., 377
DAVIDSON L.K., 24
DE ANDRÉ F., 2199
DE BLAAUW S., 2486
DE CERTAU M., 67, 75 , 138, 144
DE GAIFFIER B., 137, 140, 711, 712,
713, 1054, 2170, 2221, 2410
DE LEO P., 1250, 1268
DE MATTEIS M.C., 2556
DE MIRAMON CH., 831
DE PALMA E., 1216
DE ROSA G., 197
DE ROSSI G.B., 64
DE RUBEIS F., 837
DE SANDRE GASPARINI G., 2250
DE SANTOS OTERO A., 2195
DE SMEDT, 64
DE STRYCKER E., 2194
DE VIGUERIE J., 2120
DE VOGÜE A., 545, 952, 1391
DEGL’INNOCENTI A., 70, 91, 93,
616, 632, 656, 679, 740, 801,
916, 1015, 1077, 1113, 1115,
1164, 1347, 1809, 2326,
DEKKERS E., 325
DELANEY J.J., 261
DELAPORTE L., 1108
DEL CORNO C., 48, 725, 761, 897,
1008
DELLA CORTE F., 899
Indici
DELEHAYE H., 10, 23, 64, 65, 67, 74,
118, 120, 122, 126, 131, 377, 1016,
1127, 1129, 1947, 2215, 2216
DELL’OMO M., 967, 1456, 2480, 2499
DELOOZ P., 49, 66, 67, 2218, 2223,
2528, 2529
DELOGU P., 2060
DELVILLE J.P., 680
DEMEULENAERE R., 925, 1337
DEPLECH F., 1700
DERWICH M., 92
DESBONNETS TH., 435, 474, 1492, 1514
DESCHUSSES J., 2234
DESROCHE H., 2530
DE COURCELLES D., 768
DE FINIS L., 1164
DE GRUYTER W., 1828
DE MATTEIS M.C., 1576, 2543
DE PRISCO A., 971, 974
DEUTZ H., 1452
DE VILLAPADIERNA I., 1861
DE VOGÜE, 1436
DE VRIENDT F., 31, 1006, 1108
DEUG-SU I., 1640, 1688, 1945
DIAS O.J., 525
DIAZ Y DIAZ M.C., 334, 445, 659,
1017, 1021, 1023, 2096, 2265, 2469
DICHIARA S., 1167
DICKSON G., 2333
DIERKENS A., 738, 1154, 1927, 2379,
2422, 2515
DI FONZO L., 441
DI GIUSEPPE CAMAIONI S., 451
DI MATTIA SPIRITO S., 1792
DI MEGLIO R., 2319
DINALE M.T., 349
DINZELBACHER P., 48, 702, 1150,
1457, 1810, 1851, 2356
DI SIPIO M. 2099
DISTELOBRINK B., 448
DITCHFIELD S., 72, 5
DMITRIEV M., 92
DOGLIO F., 105
DOLBEAU F., 49, 75, 76, 201, 347,
388, 389, 453, 454, 457, 483,
484, 485, 496, 497, 506, 555,
556, 567, 842, 856, 866, 909,
934, 985, 986, 987, 988, 1014,
1018, 1019, 1020, 1022, 1044,
1045, 1046, 1047, 1050, 1051,
1056, 1057, 1058, 1059, 1060,
1065, 1066, 1147, 2415
DOLCINI C., 579
DOLENC J., 256
DONATELLI A., 1510
DONDAINE A., 845, 883
DONDARINI R., 2056
DONNAT L., 2476, 2481
DOPSCH H., 1339
DOR J., 1930
DORY J., 1963
DOZZI D., 1944
DUBOIS J., 23, 48, 68, 75, 3, 23,
240, 366, 512, 568, 697, 2431
DUBREUCQ A., 833
DUBY G., 48, 1144
DUCHESNE L., 63, 64
DUCHET-SUCHAUX G., 267
DUFOURCQ A., 63
DUFOURNET J., 87
DUMBAR A., 235
DUMVILLE D.N., 2285
DUNN D., 2137
DUNN-LARDEAU B., 821, 894, 956,
1138
DUNN-WOOD M., 24
DUPRÉ THESEIDER E., 1734, 2408
DUVAL Y., 2419
DUVOSQUEL J.-M., 2335
DVORNIK F., 2505
DZUROVA A., 392
EBY J.C., 1111
EDELSTEIN W., 710
ELBERN V., 2407
ELLIOTT A., 751
ELM K., 2288
EMERY P.Y., 564
ERBETTA M., 2197
ERLINDO V., 2047
ERMINI F., 843
ESCH A., 1451, 1993
ESPOSITO A., 1764, 2334
ESSEN VAN DER, 23
ETAIX R., 2468
EUGENE CH., 1527
EVENEPOEL W., 910, 925
EVENOU J., 74
EVERETT N., 828
FABBRI R., 591
FACCHINETTI V., 1482
FACCHINI U., 2492
FACCIOTTO P., 647, 938, 1012
FAMIGLIETTI T., 1857
FANELLI A., 648
283
La santità medievale
FANUCCI A.M., 470
FARMER D.H., 59, 270, 281, 504
FARMER S., 2270
FASOLI G., 2283
FATTORI M.T., 1701
FATTORINI E., 74
FAVREAU D., 76
FEDI B., G 349
FEDELI BERNARDINI F., 2009
FEDELI P., 766
FELD H., 1560
FELDMANN CH., 1822
FELLER L., 754
FERNANDEZ CATON J., 2238
FERNANDEZ RODRIGUEZ C., 1026, 2472
FERRANDO ROIG J., 244
FERRARI F., 91, 1115
FERRARI M.C., 947
FERRETTI L, 1913
FERRUA V., 1523
FERRUGIA E., 2520, 2521
FERZOCO G., 770
FERZOCO J., 812, 1276
FESTUGIÈRE A.-M. J., 127
FILANUVO A., 646
FILORAMO G., 73, 84, 88, 273
FIOCCHI NICOLAI V., 580
FIORINI V., 301
FLANAGAN S., 1799
FLEITH B., 23, 826, 1161
FLOBERT P., 660
FLØISTAD G., 1808
FLOREZ E., 314
FLUSIN B., 2357
FOLEY W.T., 1090
FOLIERI E., 604
FOLZ R., 1682, 1696
FONSECA C.D., 977, 1232, 1312, 1397,
1421, 1462, 2145, 2254, 2256
FONTAINE J., 66, 162, 433, 1679, 2176
FOOTE P., 42, 155
FOREVILLE R., 1311
FORLIN PATRUCCO M., 517
FORNACIARI R., 1294, 2526
FORNASARI G., 1233
FORSTER R., 2361
FORTINI A., 1488
FOSCHI P., 2147, 2149
FOSTER F., 352
FOUILHERON J., 74
FOURACRE P., 649, 813
FOURNÉE J., 2226
FOURNIÉ P., 2309
284
FRANCHI DE CAVALIERI P., 62, 374
FRANCO M.R., 1742
FRASSETTO M., 2436
FREDE H.J., 326
FREUND S., 628
FROS H., 274, 317, 318, 364, 365,
1149
FROSINI G., 349
FROVA C., 769
FRUGONI C., 49, 1180, 1183, 1184,
1188, 1189, 1190, 1193, 1553,
1566
FUHRKOTTER A., 1735
FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI
M.T., 1838
FUMAGALLI V., 708, 1042, 1372,
2064, 2065
GAFFURI L., 602, 802, 2102
GAGLIARDI I., 1598, 1616, 1617,
2057, 2111, 2112, 2315, 2440,
2454
GAIFFIER DE B., 23,
GALASSO G.,163
GALDI A., 1116, 1727, 1729, 2041,
2060, 2321
GALLETTI A.I., 1985
GALLO D., 2400
GALLO I., 1116
GAMBER KL., 385
GAMBOSO V., 479, 518, 532, 601
GAMS P.B., 234
GARCIA RODRIGUEZ C., 2220
GARDNER J., 1185, 1204
GARFAGNINI G.C., 1348
GARGANO G.I., 1356, 2520, 2521
GARVIN J., 415
GASPARRI S., 767
GASTONI M., 2424
GATTI P., 1113, 1164
GATTO L., 1285, 1290
GATTUCCI A., 989
GAUCHER E., 87
GAUTHIER N., 2049
GAVINELLI S., 536
GEARY P.¸ 26, 362, 2412, 2434
GEERARD M., 360
GÉLIS J., 2365
GENICOT L., 48, 68, 336
GENNARO C., 1877
GENSINI S., 73, 1596, 1599
GENTILE S., 1710
GEOLTRAIN P., 2213
Indici
GEORGE PH., 218, 2369
GÉRARD M., 1925
GERBERDING R.A., 649, 813
GEREMEK B., 48
GETTO G., 1738
GIANFELICE F., 1242
GIANNARELLI E., 60, 639, 917, 1653,
2316, 639, 917, 1653, 2313, 2316
GIANNI A., 1280
GIARDINA A., 766, 2239
GIEBEN S., 1171, 1520
GIL FERNANDEZ J., 1024
GILSON E., 1359
GINAMI L., 1661
GINZBURG C., 182
GIOIA G., 1247
GIORGI R., 1214
GIUNTA D., 1179
GLASSCOE M., 2077
GLORIEUX P., 74
GNOCCHI C., 1465, 2338
GOBBI D., 78, 913
GOBRY I., 1618
GODET J.F., 474, 515
GOETZ H.-W., 1826
GOEZ W., 520
GODDING R., 73, 76, 1, 25, 27, 28,
32, 35, 36, 204, 341, 962, 1324,
1327, 1351, 1406
GOLINELLI P., 70, 75, 76, 21, 34,
100, 166, 179, 188, 189, 196,
224, 467, 507, 510, 535, 676,
745, 747, 755, 926, 1009, 1265,
1272, 1289, 1315, 1319, 1386,
1412, 1447, 1670, 1720, 1933,
1942, 1949, 1977, 1996, 1998,
2010, 2015, 2018, 2019, 2030,
2031, 2032, 2036, 2052, 2063,
2134, 2260, 2298, 2556
GOLUBINSKY JE., 257
GOODICH M., 164, 1143, 1630,
1631, 2371, 2389
GOODRICH W.E., 1072
GOOSEN L., 271, 280
GORDAN WHATLEY E., 1843
GORDINI G.D., 74, 64, 191, 854, 867
GORDON WHATLEY E., 353, 356
GÖRLACH M.,219
GOTTSCHALLER E., 852
GOUGUENHEIM S., 1892, 2352
GOULLET M., 106, 661, 669, 834,
836, 953, 975, 1114, 1118, 1671,
1719, 1941, 2450, 2502
GRABAR A., 2404
GRACIOTTI S., 1878
GRADINETTI MARCHIORI I., 1800
GRANATA A., 1117, 1470
GRAU E., 872
GRAUS F., 66, 67, 135, 145, 1621,
2219
GRAUWEN W.M., 1067, 1082, 1098
GRECI R., 1007, 2146, 2157, 2345
GREER R.A., 2373
G RÉGOIRE R., 25, 48,73, 2, 78,
192, 498, 569, 727, 739,
756, 771, 911, 1267, 1307,
1373, 1403, 1639, 2064, 2069,
2483
GREGORI C., 2322
GREGORY T., 197, 1151, 1976, 2367
GRIER J., 955
GROSJEAN P., 351
GROTTANELLI C., 2075
GRZESIK R., 340
GRUZINSKI S., 178
GUERREIRO R., 1032, 1033
GUGLIELMINETTI A., 563
GUICHARD P., 1140
GUIDI R., 176, 1535
GÜNTHER, 67, 128
GUREVI© A.J., 1628
GUSTAWA O.R., 258
GUTH K., 2409
GY P.M., 2477
HAARLÄNDER ST., 1349, 2432
HAAS W., 2512
HAFNER G., 520
HAHN C., 1211
HAHN G., 1030
HALBORG J., 1843
HALKIN F., 319, 320, 391, 499,
1073, 1079
HALLEMBECK J.T., 2455
HAMESSE J., 824
HAMMAN A.G., 61, 74, 75
HARDICK L., 1567
HÄSE H., 605
HAUSSIG H.W., 542
HAYWARD P.A., 95
HEAD TH., 30, 112, 277, 511,
595, 772, 822, 1101, 2324,
2483
HEBENSTREIT H., 1158
HEENE K., 994, 996, 1823
HEFFERNAN TH., 906
285
La santità medievale
HEINZELMANN M., 23, 48, 49, 68, 75,
66, 226, 528, 698, 714, 774, 777,
782, 836, 876, 979, 998, 1118, 1131
HEIST W.W., 428
HEITZ C., 2463
HELBLING H., 677
HÉLIOT P., 2406
HELVÉTIUS A.-M., 835, 1437, 1927,
2335, 2451
HEMMING KURTUM H., 2428
HENKEN E., 1083
HENNEAU M.-E., 1143
HENNEKE E., 2193
HENRIET P., 228, 773, 789, 980, 1254,
1422, 1438, 1448,1464
HERBERS K., 98, 949, 981, 2428
HERBERT M., 1407
HERDE P., 1231
HERRMANN-MASCARD N., 2411
HERTLING L., 2527
HEUCLIN J., 1811
HILHORST H., 910
HILL J., 1662
HILLGRATH J., 2248
HOARE F.R., 421
HÖFER J., 248
HOLIK F., 1128
HOOD A.B.E., 464
HONSELMANN K., 2407
HORST E., 1932
HOTZELT W., 2403
HOUBEN H., 543, 2167
HOWARD-JOHNSTON J.D., 95
HOWE J., 1234, 1453
HUNTER BLAIR P., 918
HUYBEN J., 246
HUYGENS R.B.C., 928, 2430
HUYGHEBAERT N., 461, 2466
IACOBELLI M.C., 1839
IAMMARTINO G., 780
I DEUG-SU., 878, 919
ILARI A., 526
INGERFLOM C.S., 1699
IOGNA PRAT D., 106, 544, 781, 830,
1144, 1157, 1408, 1423, 1425, 1428,
1440, 1441, 1458, 1474, 1719,
1941, 2303, 2482, 2487, 2489, 2500
IOZZELLI F., 608, 658
IRIARTE L., 1793
ISOLAN C., 563
IZQUIERDO D., 2139
286
JACKSON R.A., 2488
JAEGER C.S., 1314
JAMES E., 1679
JAMES J.W., 432
JAMES M., 376, 401, 2191, 2196
JANSEN K.L., 2073, 2336
JAPUNDIZCENTS M., 392
JENAL G., 1445
JESSOP A., 401
JOERGENSEN J.M., 155
JOHNSON L., 1930
JOLIVET-LÉVY C., 69
JONES A., 275
JONES C.W., 416
JONES G., 1977
JOUNEL P., 2471
JULIEN M.H., 338
JUNG B., 1122
JURKOVIC´ I., 340
KAFTAL G., 1170, 1172, 1177
KALLFELZ H., 443, 1308
KAMP N., 1451
KANTOR M., 575, 1681
KAPLAN M., 69
KARWASINSKA J., 444
KAUTZSCH E., 2201
KAY DAVIDSON L., 24
KEHL P., 2281
KEICKHEFER R., 2242
KEISER B., 1928
KELLY S., 1728
KERBRAT P., 2033
KERSCHER G., 68, 1186
KEYNES S., 491
KIBBLER W., 277
KIENZLE B.M., 812, 1915
KING H., 1747
KIRSCHBAUM E., 255
KLADEC J., 265
KLAES M., 607, 673
KLANICZAY G., 1119, 1599, 1651,
1717, 1852, 1879, 1904, 2289,
2376
KLEIMBERG A.M., 195, 2275
KLIBANSKY R., 1808
KLOCZOWSKY J., 1221
KNAPP E., 1146
KNEEPKENS C.H., 910
KOHLER CH., 329
KOSINNSKY , 62
KÖTTING B., 132
KOUDELKA V.J., 429
Indici
KRAFT K.T., 1743
KRÄMER S., 393
KRAUTHEIMER R., 1988
KRISTELLER P.O., 393
KRUMEICH G, 1853
KRUSCH B., 405
KUNZE K., 357
LABORY G., 436
LACHANCE P., 1824
LAMMERS W., 2506
LANDES R., 595, 2437
LAPIDGE M., 491, 929, 1068, 1081,
1103
LA SALVIA S., 74
LABRIOLLE DE P., 74
LAGHI P., 1374
LA GRASTA G., 2548
LANZONI F., 63, 124, 2258
LAPIDGE M., 76, 337, 354, 929, 1384
LAPORTE M., 1218
LA ROSA V., 2274
LASIC D., 1381
LAURANSON-ROSAZ CH., 1722
LAUTER W., 1739
LAVEDRINE DE COURCELLES D., 1957
LAUWERS M., 1287, 1473, 1721,
1723, 1724, 1725, 1979, 2445
LAVARINI R., 2140
LAZZARI L., 1914, 2346
LAZZARI T., 2147
LAZZERI Z., 406
LEBECQ S., 721, 1927
LE BRUN-GOUANVIC C., 653
LECLERCQ H. 236
LECLERCQ J., 423, 1219, 1368, 1378,
1382
LE GOFF. J., 67, 75, 156, 177, 232,
701, 729, 1607, 1674, 1708, 1951,
2364, 2395
LEFLON J., 74
LEGGIO T., 1442, 1459, 2337
LEGNER A., 2423, 2438
LE JAN R., 1927
LEMAÎTRE J.L., 3, 23, 366, 2431
LEMAN P., 1966
LEONARDI C., 48, 68, 70, 75, 76, 93,
147, 151, 157, 180, 183, 184, 198,
201, 202, 279, 347, 548, 693, 695,
726, 730, 799, 855, 857, 868, 890,
899, 912, 921, 930, 931, 992,
1347, 1385, 1388, 1394, 1578,
1636, 1680, 1755, 1766, 1770,
1774, 1790, 1794, 1796, 1811,
1812, 2059, 2182, 2210, 2326
LEONARDI L., 70, 209, 348, 349
LENTINI A., 419
LERNER R.E., 1568
LEROQUAIS V., 63, 379, 381, 383
LEVISON W., 2504
LEYSER H., 1237
LICCIARDELLO P., 1015, 1298, 2183
LICITRA V., 594, 637
LIEBESCHÜTZ H., 1732
LIFSHITZ F., 796
LIMONE O., 873, 879, 907, 1052,
1228, 1409
LIPPINI P., 1491
LIPPOMANO L., 283
LIPSIUS R.A., 2188
LITTLE A.G, 407
LOBELLO S., 1395
LOBRICHON G., 1084, 2174, 2177,
2181, 2502
LODI E., 2051
LOENERTZ R.J., 429
LOHMER CH., 1251
LOKRANTZ M., 2464
LONGÈRE J., 2478
LONGO U., 823, 825, 963, 1010,
1015, 1295, 1299, 1466, 1477,
2495
LOPEZ E., 1868
LOT F., 332, 333
LOTTER F., 720, 1040
LÖWE H., 1392, 2511
LUCCHESI E., 529
LUCCHESI G., 72, 501, 860, 1043,
1223, 1304, 2467
LUCIONI A., 1477a
LÜCK G., 709
LUGARESI G., 687
LUNGAROTTI M.C., 620
LUONGO G., 73, 90, 99, 210, 487,
935, 964, 968, 978, 1123,
1613, 2150, 2427
LUONGO T.F., 1880
MAAZ W., 542
MABILLON J., 287
MAC DONALD A.A., 1037
MADAN A, 378
MAESTRI A., 1367
MAFFEI D., 44, 735
MAGGIONI G.P., 23, 670, 922,
1015
287
La santità medievale
MAGNO D., 2350
MAÎTRE J., 2530
MALAGUTI G., 1011
MALASPINA E., 519, 1316
MALECZEK W., 1881
MALONE E., 1364
MANGENOT E., 237
MANDOUZE A., 74
MANITIUS M., 705
MANSELLI R., 885, 1493, 1512, 1684,
1775
MARANESI P., 1861
MARAVAL P., 1953
MARGOLIS N., 1813
MARIANI E., 463
MARIANI P., 2553
MARINI A., 685, 790, 818, 1148,
1286, 1290, 1413, 1517, 1537,
1561, 1590, 1825, 1854, 1893,
1928, 2543
MARROU H., 236
MARTIMORT A.G., 48, 703
MARTIN J.M., 984, 1355
MARTINENGO M., 1894
MÀRTINEZ GÀSQUESZ J., 76, 662
MARTORANA S., 671
MARUCCI G., 2103
MARX J., 1643
MASSAUT J.-P., 1143
MASSENZIO M., 88
MASTINO A., 1414, 2424
MATANI A.G., 1551, 1869
MATHUS TH., 651
MATTIOLI L., 646
MATURA TH., 474, 515
MAYA SANCHEZ A., 596
MAYEUR J.M., 268
MAYR-HARTING H., 2271
MAZEL F., 1726
MAZZA MONTI M.V. 1741
MAZZATINTI G., 373
MAZZON A., 397
MAZZUOLI PORRU G., 2509
MC GINN B., 1240
MC KITTERICK R., 785, 1826
MC NAMARA J.A, 1843
MC READY W.D., 2374, 2387
MEATTINI U., 537
MECCOLI D., 1174
MELE G., 571, 1029, 1691, 2341,
2497
MELONI G., 827
MELONI P., 1414
288
MENESTÒ E.,48, 70, 76, 85, 198,
456, 514, 627, 748, 799, 890,
999, 1325, 1597, 1636, 1767,
1768, 1770, 1774, 1801, 1804,
1815, 1833, 1895, 1971, 2158,
2278, 2314, 2540, 2546
MENGOZZI M., 2159
MENJOT D., 2354
MENOZZI D., 84, V., 886
MERCURI C., 1600, 1608, 1613,
1709, 1730
MERLO G.G., 969, 1545, 1554,
1574, 1579, 1854, 1908, 2243
MERTA B., 2505
MESSANA
MEYER P., 343
MEYER W., 118,
MICCOLI G., 850, 1521, 1546
MICHETTI R., 73, 74, 107, 109,
972, 978, 983, 1165, 1166,
1252, 1580
MICHALCZYK M., 476
MICHALOWSKI R., 1148
MIGLIO M., 2151
MIGNE J.P., 290, 291
MIKLAVCIC M., 256
MILANI C., 971
MILAZZO V., 2255
MILIS L., 1432
MODICA M., 48, 76, 65, 94, 220,
1830, 1837, 2393
MODICA VASTA M., 1841
MOHRMAN C., 450
MOLETA V., 2002
MOLINIER A., 370
MÖLK U., 538
MOLTENIF., 2299
MOMBRITIUS B., 282
MONACI CASTAGNO A., 887, 2360
MONGELLI G., 468, 1490
MONTAGNANI L., 1628
MONTANARI E., 582, 633
MONTANARI M., 1273, 1665, 2068
MONTESANO M., 622, 797, 1895,
2089, 2323, 2517
MONTORSI W., 513
MONZIO COMPAGNONI G., 801,
2023
MORALDI L., 2200, 2204
MORDEK H., 2428
MORELLO G., 73, 86, 2155
MORENZONI F., 826
MORGHEN R., 148
Indici
MORINI C., 583, 610
MORINI E., 791, 1475, 2348
MORRIS B., 1926
MOSCINI M., 1178
MOTZO R.B., 752, 1027, 1074
MOUCHEL C., 2325
MOULINIER J.-C., 936
MOULINIER L., 689, 1120, 1882,
1883, 1936, 2394
MUESSIG C., 1215, 1276
MULDER-BAKKER A., 76, 1601, 2317
MUÑOZ FERNANDEZ A., 1867
MURATORI L.A., 300
MURSELL G., 1245
MUZZARELLI G., 722, 1896
MYNORS R.A.B., 437
Ó RIAIN P., 1063
ORLANDI G., 1013, 2061, 2066
ORLANDI T., 451
OROFINO G., 1205
ORSELLI A.M., 136, 215, 222,
229, 1011, 1176, 1347, 1352,
1353, 1656, 1692, 1702, 1713,
1714, 1978, 1981, 1982, 1986,
1989, 1995, 1997, 2005, 2007,
2021, 2037, 2048, 2282, 2283
ORTALLI G., 1693
OTRANTO G., 181, 2000, 2080,
2083, 2084, 2090, 2091, 2099,
2100, 2115, 2152, 2180, 2244
OTTO R., 121
OURSEL R., 1415
NAGEL B., 1737
NARDI P., 44, 735
NATALI M., 939
NAURETH CL., 644
NAVARRA B., 1310
NAVARRA L., 877
NAVONI M., 613
NAZZARO A.V., 1123
NECCHI E., 2399
NEMEC J., 1786
NESBIT J.W., 335
NESSI S., 1782
NEVEUX F., 2340
NEWLANDS C.E., 957
NEWMAN B., 1744
NICCOLI O., 1655
NICHOLLS A., 327, 355
NICOLUCCI F., 1968
NIGG W., 1389
NOBLE TH., 1101
NOCENTINI S., 683
NOËL B., 74
NOLL R., 848
NORELLI E., 2208, 2209, 2211, 2214
NOURRY E.D., 119
NUVOLONE G.F., 1400
NYBERG T., 155
PACE V., 1206
PACETTI D., 1483, 1484
PACIOCCO R., 888, 920, 969, 1541,
1562, 2554
PADOVESE L., 2162
PAGGIOSSI M., 1937
PALAZZINI P., 1226
PALAZZO E., 1144, 2303, 2484,
2485, 2493, 2502
PALUMBO G., 2153
PANAINO A., 1715
PANARELLI F., 692, 1426, 1956
PAOLI E., 75, 76, 33, 97, 211,
620, 627, 650, 664, 681, 803,
832, 965, 1015, 2277
PAOLI M.P., 1348
PAOLI U., 577, 1471, 2057
PAOLINI L., 2298
PAOLOCCI C., 2339
PAPA C., 1802
PAPASOGLI G., 1781
PARDO M.V., 659
PARISSE M., 661
PARODI M., 1320
PASCHINI P., 243
PASINI C., 396, 478, 500
PASSARELLI G., 1994
PASTOREAU M., 267
PASZTOR E., 861, 874, 875, 1110,
1335, 1401, 1538, 1539, 1563,
1610, 1611, 1769, 1776, 1787,
1795, 1827, 1855
PATLAGEAN E., 66, 67, 68, 75,
43, 139, 1697, 2522, 2522
PATERNA M.C., 1803
PAUL J., 880
O’BRIEN M.A., 410
O’LOUGHLIN TH., 958, 2077, 2086
OCCHIONI N., 508, 2539
OLESEN N.H., 2126
OLIVIER J.M., 394
OMAECHEVARRIA I., 611
ONIDA P., 1897
ORIGO I., 1518
289
La santità medievale
PAUL-LEVY F., 1952
PAULHART H., 847
PECERE O., 2480, 2499
PEDUTO P., 2060
PEETERS P., 74, 133
PELIKAN J., 2302
PELLEGRINI L., 1609, 2549
PELLEGRINI L., 627, 757, 891, 1227,
1536, 1619
PENCO G., 1238, 1375, 1398, 2171
PENNACCHIONI A., 1317
PENNINGTON B., 2518
PEREIRA M., 1841, 1943
PERELMAN F., 338
PEREZ GONZALES M., 808
PERI V., 1055
PÉRICARD-MÉA D. 2105
PERROT J.P., 346
PETERS E., 449
PETERSEN J., 889
PETERSHON J., 74, 674, 1340, 1703,
1962
PETROFF E., 1780, 1870, 1871
PETRUCCI E., 103, 1466, 2342, 2482
PEYER H.C., 1980
PEZZINI D., 884, 940, 959, 970
PHILIPPART G., 23, 25, 43, 48, 49,
68, 71, 75, 70, 233, 696, 783,
792, 798, 814, 851, 932, 1003,
1007, 1061, 1069, 1099, 1138,
1144, 2352
PHIPPS C., 892, 1239
PIACENTINI E.M., 581, 1760
PIASTRA C.M., 2214
PIAZZA A., 1908
PIAZZI D., 584, 1649
PIAZZONI A.M., 73, 86, 1094, 1410
PICARD A., 2383
PICARD J.-CH., 1321, 1328, 1425,
1990, 2046
PICARD J.-M., 966, 1100
PICASSO G., 1291, 1756, 2042,
2522, 2538
PICCIAFUOCO U., 458
PICONE G., 1348
PIETRELLA E., 1318
PIETRI CH., 268, 1983, 2176
PIETRI L., 2003
PIGHI G.B., 459
PINDER J.M., 634
PINI A.I., 142, 2050
PINTO-MATHIEU E., 2310
PINTUS A.M. 1035
290
PISANI D., 1212
PISTOIA A., 51
PISTONI G., 502
PIZZARDO G., 243
PIZZARRO J., 804
PLATELLE H., 2452, 2551
PLUMMER C., 330, 350
POGOSSIAN Z., 1124
POHL V., 837
POIRRIER P, 1001, 1096
POLI M., 1581, 1583
POLONIO V., 1476, 2339
PONCELET A., 64, 367, 375, 1126
PÖRNBACHER H., 1135
POSADA G., 1243
POTESTÀ G., 1534
POTTHAST A., 322
PÖTZL W., 1135
POULIN J.C., 528, 717, 742, 750,
775, 838, 876
POWICKE F.M., 418
POZZI G., 548, 589, 1796
PRICOCO S., 694, 941, 967, 1387,
1424, 1429, 1433, 1446, 1955,
2132, 2255
PRINZ F., 29, 76, 152,
PRINZIVALLI E., 954, 1905
PROPP V.J. 143
PROTOPAPADAKIS-PAPACONSTANTINOU H., 1201
PROVERO L., 1341
QUENTIN H., 63, 64
RAFFAELLI R., 1876
RAHNER K., 248
RANTY N., 2053
RANUM O., 2361
RAPHAEL F., 2119
RAPISARDA C., 656
RAPISARDA M.G., 2178
RASMUSSEN N.K., 2460
RASPINI G., 665
RATZINGER J., 1489
RAVIER A., 1222
RAU R., 434
RAURELL R., 758RAVASI A., 488
RAVERI M., 88
REAMES S. 1934, 2496
RÉAU L., 65
REBILLARD E., 1345
REDON O., 805, 1263, 1266, 1753,
1761, 1842, 2365, 2394, 2146
Indici
REGERAT PH., 924
REINDEL K., 557
RENAUD G., 512
RESNIK I.M., 2474
REYD P.L.D., 506
RICCARDI A., 279
RICHARD J., 48, 700
RICHÉ P., 68, 43, 2174, 2177, 2522
RICHTER G., 2460
RICHTER M., 704,
RICCI L.G.G., 650, 686
RIDDERBOS H.N.B., 1037
RIDYARD S., 1686
RIESCO P., 1036
RIGAUX D., 1194
RIGON A., 1542, 1581, 1582, 1683,
1698, 1991, 2034
RIZZO NERVO F., 933, 2255
ROBERTINI L., 619
ROBSON M., 1591
ROCCA A.M., 1357
ROCCHETTA A., 2136
ROCHAIS H., 1049
ROCKELEIN H., 1145
RODRIGUEZ FERNANDEZ C., 585
ROECKELEIN H., 2458
ROHR CH., 1095
ROLLASON D., 2259, 2425
ROMANO A., 635
ROMANO M.A., 806
ROPA G., 1011
ROSA M., 73
ROBINSON C.H., 408
ROSSETTI G., 2055, 2064
ROSSI G., 505
ROSSI V., 606
ROSSINI O., 677
ROSENWEIN B.H., 862, 1441
ROSSO UBIGLI L., 2202
ROST L., 2202
ROSTAERT M.-L., 1449
ROSWEYDE H., 285
ROTOLO F., 636, 1104
ROTZETTER A., 1856
ROUCHE M., 1078, 1811, 2358
ROUSSELLE A., 2361, 2377
RUFFINI N., 1497
RUGGIERI G., 2502
RUSCONI R., 48, 72, 74, 5, 149, 748,
799, 1175, 1181, 1215, 1463, 1507,
1519, 1593, 1614, 1625, 1629, 1636,
1641, 1657, 1765, 1768, 1804, 1805,
1832, 1840, 1884, 1890, 1915
RUSSO D., 1144, 2303
RUYNART TH., 288
SABATIER P., 402, 403, 407,
1478, 1481
SACCHI P., 2203
SALA G., 573, 574, 586, 597,
2272
SALTARELLI M., 1712, 1714, 1716
SALVATORI A., 2100
SAGERMANO G., 1116
SANGERMANO L., 1898
SAMARITANI A., 1261, 1371,
2160, 2518
SAN BERNARDINO J., 2038
SANGIANI P., 545
SANNA A., 1806
SANSTERRE J.-M., 743, 1195, 1269,
1689, 1927, 1979
SANTARELLI G., 2094
SANTI F., 223, 792, 999, 1634
SANTIAGO-OTERO H., 2127
SAINTYVES P., 119, 706
SARACENO L., 2525
SARDELLA T., 1814
SARTOR L., 942
SAVIGNI R., 1460
SAWYER B., 2514
SAWYER P., 2514
SAXER V., 67, 168, 2085, 2349
SCARAFFIA L., 56, 1866, 1958,
2266
SCARPI P., 88, 2075
SCHARER A., 1102
SCHEEBEN H.C., 1480
SCHEERMAN J., 246
SCHEFFCZYK L., 264
SCHEIBERLETTER G., 1102
SCHENA O., 1383
SCHIAVETTO F.L., 637
SCHIEFFER TH., 1360
SCHIPPERGES H., 1899, 1916
SCHLUSEMANN R.M., 1037
SCHMITT C., 1788
SCHMITT F.S., 411
SCHMITT J.-CL., 67, 46, 167, 232,
701, 1156, 2231, 2395, 2414
SCHMUCKY O., 1502, 1504, 1508,
1522, 1543
SCHNEEMELCHER W., 2193
SCHÖNFELDER A., 2447
SCHRADER M., 1735
SCHREINER K., 1654
291
La santità medievale
SCHRÖRS H., 1039, 1302
SCHROEDER F.E.H., 1627
SCHUTE VAN KESSEL E., 1783
SCHÜTTE B., 617, 800, 1000
SCOTT K., 1844
SCORZA BARCELLONA F., 49, 70, 72,
75, 76, 5, 71, 212, 225, 715,
718, 784, 819, 1015, 1025,
1028, 1153, 1196, 2228, 2245,
2246, 2251, 2258, 2268, 2279
SEBASTIANI L., 69, 74, 49, 1829
SEGAUD M., 1952
SENA L., 1569
SENGER B., 1306
SENSI M., 624, 1229, 1277, 2045,
2116, 2133, 2161, 2267, 2291
SEPPELT F.X., 439
SERGI G., 503, 1399, 1704, 2031,
2125
SERVATIUS C., 2428
SETTIA A.A., 2122
SEVERINO G., 937
SHALIN C.L., 1938
SHARPE R., G., 337, 339, 1085
SHOOK L., 358
SIEBERT G., 2119
SIGAL P.A., 900, 1130, 1140, 2368
SILVAS A., 1917
SILVESTRE M.L., 2141
SIVO V., 1462
SIMEONI L., 412
SIMONETTI A., 638, 672
SIMONETTI M., 130, 746
SIMONI F., 1718
SINGER C., 1731
SINISCALCO P., 2426
SKUBISZEWSKY P., 943, 1187
SMITH J., 995, 1885
SMITH L., 1880
SNOEK G.J., 2439
SODINI J.P., 69
SOLVI D., 807, 816, 1570, 1611
SOMMERFELDT J.R., 1093
SOMMERLECHNER A., 2544
SORIANI INNOCENTI M., 539
SOT M, 48, 699, 731, 774, 1313,
1336, 1967, 2058, 2501
SOTINEL CL., 1345
SOUTHERN R.W., 849, 1326
SOWA F., 274
SPADA A.F., 2262, 2292
SPANÒ S., 73, 20, 1740, 1886, 2558
SPANU P.G., 1038, 2107
292
SPEER A., 1828
SPICCIANI A., 1650
SPILLING H., 1076, 1789
SPINELLI G., 505, 621, 1262,
1416, 1450, 2523
SPINELLI M., 639
SPITZBART G., 542
STAID E., 1571
STALMANS N., 839
STANCHI R., 1075
STANCLIFFE C., 881
STANISLAO DA CAMPAGNOLA, 627,
732
STANTCHEV K., 392
STANCLIFFE C., 2259
STAUB J., 678, 973
STEFANI P., 1702
STEIN E., 1105
STELLA P., 73
STELLADORO M., 630
STEVENS W.M., 1747
STEWART MACALISTER R.A., 404
STICCA S., 26, 1230
STIENE H., 1062
STOKES W., 399, 400
STOLZ A., 1303
STOPANI R., 2109
STOREY W.G., 2460
STRAYER J., 262
STRAZZERI M.V., 598
STRÖMBÄCK D., 2508
STUMPF M., 675
STUSSI-LAUTEMBERG B., 1235
SURIUS L., 284
SUPINO MARTINI P., 1290
SUSI E., 599, 612, 1002, 1004,
1015, 1106, 1110, 1249, 1255,
1277, 1467, 1970, 1971, 1972
SWAN M., 1662
SWINARSKY U., 1695
SZARMACH P.E., 1109
SZELL. T., 62, 1652
TABACCO G., 424, 1256, 1257,
1258, 1259, 1658
TABARRONI A., 1540, 1544
TAGLIABUE M., 477
TALBOT C.H., 420, 425
TAMASSIA N., 1479
TANDA N., 1034
TAR I., 819
TARDIOLA G., 2382
TASSI I., 129
Indici
TAURISANO I., 1733
TAVIANI-CAROZZI H., 221, 976
TEMPERAN VILLAVERDE E., 2490
TEMPERINI L., 1577, 1602, 1910
TERRANOVA A., 1816
TERRIZZI F., 489
TESCAROLI L., 2212
THIELLET C., 1946
THIER L., 521
THIRION J., 1157
THURSTON H., 247
TILATTI A., 547, 753, 778, 1329,
1583, 1584, 1620, 1872, 2035,
2044, 2098, 2280
TILIETTE J.Y., 762, 1080
TOMBEUR P., 336
TOMEA P., 786, 1293, 2016
TOMMASINI A., 1361
TONIOLO E.M., 490
TOSI M., 427
TOSTI M., 2117
TOTARO M., 2099
TOUBERT P., 841
TOZZI I., 1900
TRAPÈ A., 1532
TRÉFFORT C., 2441
TREMP. E., 640, 997
TRIACCA A.M., 51
TRIGALET M., 71, 31, 1007
TRIPPUTI A.M., 2093
TUGWELL S., 522, 663, 667
TUNIZ D., 494, 559, 621, 1402
TYLOR J., 1880
TYSCHENDORF C., 2186
TUSKÉS G., 1146
UGHELLI F., 299
UN CHARTREUX, 550
UNGARELLI P., 1825
URIBE F., 1615, 2073
VACCA A.M., 1757
VACCARO L., 2097
VAIANI C.,1555
VALCARCEL V., 1125
VALCARCEL MARTINEZ V., 475, 808
VALDAKKEKARA B., 1858
VALENTE BACCI A.M., 523, 2346
VALENTINI U., 551
VALERI B., 1276
VALERIO A., 2141, 2327
VAN DAM R., 2384
VAN DE PERRE S., 1601
VAN DE VORST C., 377
VAN DER STRAETEN J., 386, 387,
390
VAN DUJNKERKEN A., 246
VAN ENGEN J., 173
VAN LANDSCHOOT A., 2442
VAN NAME EDWARDS B., 2487
VAN UYTFANGHE M., 763, 793,
925, 1102, 1337, 2172, 2175,
2176, 2179, 2305, 2359
VANNI ROVIGHI S., 1305
VANRIE A., 2335
VARANINI G.M., 188
VASOLI C., 1878
VATASSO M., 374
VAUCHEZ A., 48, 68, 69, 75, 153,
158, 159, 160, 169, 177, 185,
190, 196, 197, 207, 230, 268,
363, 442, 531, 901, 1191,
1197, 1202, 1616, 1635, 1642,
1643, 1644, 1652, 1668, 1677,
1759, 1772, 1797, 1845, 1887,
1961, 1965, 1969, 1984, 2001,
2002, 2101, 2106, 2167, 2177,
2222, 2237, 2318, 2343, 2395,
2396, 2400, 2516, 2530, 2533
2535, 2536, 2557
VEDOVELLI G., 574
VERDIER R., 1963
VERHULST A., 1337
VERRANDO G.N., 395, 588
VESPA B., 1270
VETERE B., 1911, 2166
VEYRARD-COSME CH., 690, 982
VIAN P., 73, 86
VICAIRE M.H., 1487, 1506, 1523
VILARIÑO D., 659
VINAY G., 134, 2168
VINCENT J.-F., 1963
VIRCILLO FRANKLIN C., 944, 1097
VITALE G., 1711, 2264
VITALE BROVARONE L., 629
VITI P., 2433
VITOLO G., 1451, 1603, 1632,
2008, 2054, 2055, 2150, 2154,
2319, 2321
VITRONE F., 787, 948
VLASTO A.P., 2507
VODOPIVEC J., 2513
VOGEL B., 682
VOGEL C., 2462, 2465, 2473
VOIGT H.G., 1301
VOLPATO A., 741, 1758, 1783, 1918
293
La santità medievale
VON AUW L., 1509
VON DEN STEINEN W., 125
VON DER NAHMER D., 217, 2173,
2184
VON FALKENHAUSEN V., 1005, 1454,
2252
VON HAVERKAMP A., 1931
VON PADBERG L.E., 733, 1207, 2443
VON SALES DOYÉ F., 239
VORREUX D., 435, 474, 1514
VULLIEZ CH., 1141
VUOLO A., 540, 561, 641, 652, 684,
902, 1031, 1132, 1133, 1404,
1973, 2042, 2300, 2301, 2378
WADE-EVANS A.W., 414
WAGNER A., 2446
WALKER P.J., 1915
WALZ A., 1485
WARD B., 2370, 2381
WARD-PERKINS B., 2048
WEBB D., 2043
WEIDINGER E., 2207
WEIJERS O., 764
WEINFURTER S., 1330,
WEINFURTER ST., 1333
WEINSTEIN D., 165, 1633
WEISHEIPL J.A., 1556
WEISS J.M., 744
WEMPLE S., 1752
WENDERHORST A., 1330
WERNER H.C., 1828
WERNER K.-F., 1694
WIDDING O., 358
WILLIAMS-KRAPP W., 328, 1122
WILMART A., 384
WILMS G., 1548
WILSON S., 22
WINSTEAD K., 1934
WITTMER-BUTSCH M., 1136
WOGAN-BROWNE J., 1930, 1940
WOOD I., 759, 1064, 2232, 2514, 2519,
2524
WOOD J., 2510
WOODWARD L.K., 193
WORMALD F., 380, 382
WOß W.J., 2312
WRIGHT R., 996
ZACCAGNINI G., 562, 642
ZAFARANA Z., 745, 1636
ZAFFIRO A., 1212
ZAGHINI F., 552
294
ZANETTI U., 541
ZANOT M., 1585
ZARRI G., 73, 5, 55, 61, 279, 1817,
1866, 1901, 1975
ZAVALLONI R., 1552
ZERBI P., 1430, 1439, 2284
ZICHI G., 558
ZIMMERMAN A., 1828
ZINN G., 277
ZOCCA E., 1344
ZOPPETTI G.G., 623
INDICE GENERALE
ABBREVIAZIONI
p. 7
Scrivere dei santi, parlare dei santi
di Giulia Barone
“
9
PANORAMA STORIOGRAFICO
di Umberto Longo
“ 24
1 SANTITÀ
“ 24
E AGIOGRAFIA
2 LA LETTERATURA AGIOGRAFICA
2.1 Generi e forme
2.2 I luoghi dell’agiografia
2.3 Produzione, funzioni e fruizioni
2.4 L’agiografia come fonte storica
Note
“
“
“
“
“
“
26
26
39
40
46
48
3 LA DISCIPLINA AGIOGRAFICA
3.1 Nascita della disciplina agiografica
3.2 I bollandisti
3.3 La disciplina agiografica nel corso dell’età
moderna e contemporanea
Note
“ 50
“ 50
“ 53
“ 56
“ 73
BIBLIOGRAFIA
di Umberto Longo
“ 77
AGIOGRAFIA
“ 77
1 STRUMENTI DELLA RICERCA AGIOGRAFICA:
1.1 Manuali
1.2 Riviste e Bibliografie
1.2.1 Riviste, repertori, bollettini
1.2.2 Bibliografie generali
1.3 Atti di convegni e opere collettive
1.4 Santità in rete
1.5 Studi di carattere generale, di metodologia
e di storiografia agiografica
1.6 Enciclopedie, dizionari
“
“
“
“
“
“
“
2 LE FONTI
2.1 Raccolte e collezioni
2.2 Repertori di testi agiografici
2.3 Cataloghi di manoscritti
2.4 Edizioni di testi agiografici
“
“
“
“
“
3 LA SCRITTURA
3.1 Agiografi
“ 124
“ 136
AGIOGRAFICA
77
77
77
77
78
79
84
“ 84
“ 92
95
95
98
102
104
3.2 Testi: identità, processo di produzione,
diffusione, fruizione
3.3 Generi dell’agiografia
3.3.1 Passioni e passionari
3.3.2 Vite dei santi e leggendari
3.3.3 Miracoli
3.3.4 Traslazioni, visioni e profezie
3.3.5 Raccolte di vite di santi
3.3.6 Immagini
p.
“
“
“
“
“
“
“
SANTITÀ
“ 165
4 FORME
4.1 Santità ed eremitismo
4.2 Santità ed episcopato
4.3 Santità e monachesimo
4.4 Santità e ordini religiosi
4.5 Santità e laici
4.5.1 Santità e potere
4.6 Santità al femminile
“
“
“
“
“
“
“
“
165
165
171
175
184
193
197
202
5 SPAZI
5.1 Santità e città
5.2 Santità e mondo naturale
5.3 Santuari
5.4 Pellegrinaggi
“
“
“
“
“
218
220
227
228
232
6 TEMI
6.1 Bibbia
6.1.1 Apocrifi
6.2 Culto dei santi
6.3 Miracolo
6.4 Reliquie
6.5 Liturgia
6.6 Missione
6.7 Canonizzazione
“
“
“
“
“
“
“
“
“
235
235
236
238
248
251
255
259
260
INDICE DEI SANTI, NOMI LUOGO, NOMI PERSONA
INDICE DEGLI AUTORI
“ 265
“ 279
147
150
150
151
158
160
160
161
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