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Passi di santità - Suore San Giuseppe Cuneo
Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo Settembre 2015 n. 2 n o t c n I ro Amici Passi di santità Editoriale Passi di santità Sommario Editoriale Spiritualità Chiamati alla santità Notizie storiche Passi di santità p. 2 p. 3 p.5 Attualità Spiritualità del quotidianop. 8 Testimonianze Vivere la santità nel quotidiano Vivere la santità come laica consacrata Camminiamo insieme Passi di santità durante 60 anni Quanti passi di bene... p. 9 p. 9 p. 10 p. 11 p.12 Notizie ...dalle nostre comunità Giubilei di professione Festa a Stella Mattutina Seminario Latino Americano Un'occasione formidabile Giornata di famiglia in Congo Un anno di missione in Camerun p. 14 p. 17 p. 19 p.20 p.21 p.22 Spazio giovani Comunità intercongregazionale... p. 23 Camminando insieme ai giovani di Rio Bonito p.24 Una settimana fantasticap.24 Risonanze p.25 Appuntamenti p. 26 Semi di Comunione Progetti 2015 p. 27 2 P apa Francesco, nell’udienza generale del 19 novembre 2014, ha parlato della vocazione che accomuna tutti i cristiani: quella alla santità, un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso. Ma come realizzare questa vocazione? Innanzitutto dobbiamo avere ben presente che la santità non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo noi con le nostre qualità e le nostre capacità. La santità è un dono, è il dono che il Signore Gesù offre a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano. Tutto questo ci fa comprendere che, per essere santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi… Tutti siamo chiamati a diventare santi! La santità è qualcosa di grande, di profondo, che ci dà Dio. Anzi, è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Tanti piccoli passi verso la santità! Ogni passo verso la santità ci renderà delle persone migliori, libere dall’egoismo e dalla chiusura in noi stessi, aperte ai fratelli e alle loro necessità. Accogliamo questo invito con gioia, e sosteniamoci gli uni gli altri, perché il cammino verso la santità non si percorre da soli, ognuno per conto proprio non può farlo, ma si percorre insieme, in quell’unico corpo che è la Chiesa, amata e resa santa dal Signore Gesù Cristo. Andiamo avanti con coraggio in questa strada della santità e lasciamoci afferrare dalle esperienze di vita che ci vengono proposte in questo numero di Incontro Amici. L’équipe della comunicazione ' Spiritualita CHIAMATI ALLA SANTITÀ Il Signore Dio rivolgendosi a Mosè, parecchi secoli prima dell’incarnazione di Gesù, gli disse: “Parla a tutta la comunità degli israeliti e dì loro: Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo” (Lv.19,2). Oggi Papa Francesco, come successore di Pietro, a cui il Signore Gesù ha affidato il compito di confermare nelle fede i fratelli, ci offre un condensato di ‘inviti alla santità’ rivolgendosi a tutti e dedicando in particolare un anno alla Vita Consacrata e alla Famiglia e indicendo il ‘Giubileo straordinario della Misericordia’. Il Papa ci richiama in continuazione ad una vita ‘santa’ usando termini a noi più vicini e comprensibili il cui significato è proprio ‘tendere alla santità’, come: “seguire Gesù nell’adesione piena al suo Vangelo e nel servizio alla Chiesa, accogliere nel nostro cuore lo Spirito Santo che ci rende testimoni di amore e di misericordia…”. Il Papa instancabilmente traccia per noi ‘vie’ secondo il vangelo, valide, costruttive e salvifiche per tutti. Ne richiamiamo alcune. L’esortazione Apostolica ‘Evangelii Gaudium’ inizia proprio affermando che “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Chi si lascia salvare da Lui è liberato dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. E cosa può essere una ‘vita santa’ se non poter vivere nella gioia per aver trovato senso e pienezza nell’incontro con la Persona che ci ha amato fino a dare la sua vita per noi? Papa Francesco aggiunge ancora: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo o situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui… Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui perché nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”. Nella sua ‘Lettera Apostolica ai Consacrati’ Papa Francesco indica tre obiettivi dei quali il secondo è “vivere il presente con passione” Egli ricorda che “per i Fondatori la regola in assoluto è stata il Vangelo e ogni altra regola vuole essere soltanto strumento per viverlo in pienezza. L’ideale è Cristo, aderire a Lui interamente, fino a poter dire con Paolo: Per me vivere è Cristo. I voti hanno senso soltanto per attuare questo appassionato amore”. La ‘santità’ cos’altro è se non avere “davvero Gesù come primo ed unico amore, imparare da Lui come amare, mettersi a servizio dell’umanità, divenire esperti di comunione”? Tutte le espressioni che il nostro Papa ha avuto nei confronti della Famiglia sono di 3 ' Spiritualita stima per la sua realtà più vera e d’incoraggiamento a viverne appieno la vocazione specifica. È bellissimo che la pone come punto di riferimento della ‘Giornata mondiale delle comunicazioni sociali’ per dire che “la famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare già fin dal seno materno, in un dialogo che si intreccia con il linguaggio del corpo”. La famiglia “è un grembo fatto di persone diverse in relazione”; è il “contesto in cui si trasmette quella forma fondamentale di comunicazione che è la preghiera”. La famiglia, nelle sue “fragilità e conflitti, è scuola di perdono”, è il “motore della società e della Chiesa, Prima scuola di vita, di libertà e di pace, di convivenza umana e di fratellanza”. Se il nostro Dio è il Dio della vita, Trinitario e Comunione in se stesso, se Gesù ha riassunto nell’unico comandamento dell’amore tutta la Legge e i Profeti, queste parole del Papa sono chiaramente un invito a volare alto, a tendere ‘alla santità’ nell’amore quotidiano. Papa Francesco non ha paura ad usare ter- 4 mini densi ed impegnativi per richiamare al nostro sguardo la misericordia del Padre di cui “Gesù è il volto”. Nella Bolla di Indizione dell’Anno Santo della Misericordia, ‘Misericordiae Vultus’, ci invita ad “annunciare al mondo il Vangelo in modo nuovo” e salvifico, ad avere la “spiritualità del Samaritano”, ad imparare da Gesù e dal Padre suo e nostro ad “essere pazienti e misericordiosi, capaci di perdono e di amore reciproco”. Se ‘santità’ significa ‘separazione’, presa di distanza dal peccato, le vie che in questo anno Papa Francesco ci indica possono davvero condurci ad attraversare la ‘Porta della Misericordia del Padre’, a “sperimentare il suo amore che consola, perdona e infonde speranza”. Così avvenga a quanti desiderano una vita più piena di senso e di amore. “Maria, Madre della Misericordia, con la dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio”. A cura di Suor Irene Botasso Notizie storiche PASSI di SANTITÀ - Alcune ‘figure’ di Suore di S. Giuseppe Se guardo al passato della mia Congregazione, il primo sentimento che provo è la gratitudine per “l’azione di Dio e del suo Spirito, per le persone che ha chiamato alla sequela ravvicinata di Cristo”. Parlando di ‘vocazione alla santità’ mi piace passeggiare nel grande campo di Dio, esageratamente abbondante di fiori e di frutti, e cogliere qua e là, tra le mie consorelle ora nella gioia eterna, qualche sfumatura di luce che ci incoraggi a porre i nostri passi sulla via della verità e della vita, dietro Gesù. Gli archivi della Congregazione delle Suore di S. Giuseppe conservano un foglio, ormai ingiallito dal tempo, che ha come titolo “I nostri modelli” e che inizia dicendo: “Sempre cara è la memoria delle nostre amate Suore Anziane le quali, lasciando esempi di virtù durante la loro vita, ora dal cielo ci guardano e ci proteggono animandoci alla pratica… ognuna benedicendo e confortando”. In questo foglio si fa memoria di cinque suore, vissute prima del 1900, tracciando di ciascuna qualche breve ed essenziale pennellata. Suor Benedetta Canale, nativa di Peveragno e lì sepolta nel 1871, era “un’umile suora conversa e tale si teneva con vero spirito di fede; per trent’anni disimpegnò con amore a Dio il suo dovere di cuciniera, cantiniera e anche portinaia. Soffrì per due anni i dolori del cancro che sopportò con edificante rassegnazione… e gli ultimi suoi momenti furono di Paradiso, da lei tanto desiderato”. Se dai frutti si riconosce l’albero, si può dire che Suor Benedetta faceva parte dei ‘puri di cuore’ che sono “beati perché vedono Dio” (Mt.5,8). Di Suor Maddalena Longo parlarono le ‘venerande anziane’ a Suor Zita Lingua quando entrò in Congregazione nel 1873, tramandando fatti particolari che “davano splendida prova della sua obbedienza”. Si diceva infatti che Suor Maddalena “era un perfetto model- 5 Notizie storiche era convinta di aver posseduto una santa, molto cara alla SS. Vergine e a S. Giuseppe”. Suor Pacifica aveva imparato a “rimanere nell’amore di Dio”, a lui unita come un tralcio alla vite e “Dio era rimasto in lei” (Gv.15) rendendola sua discepola fedele. lo di obbedienza…”. Per lei, come per Gesù (Gv.4,34), fare la volontà del Padre e compiere la missione affidatale, erano “suo cibo”. Nativa di Boschi/Alessandria, morì a soli 29 anni nel 1862; è nel numero delle trenta suore defunte tumulate nella Cappella di Via Barbaroux, la prima Casa Madre della Congregazione e traslate nel 1866 nel Cimitero pubblico della Città. Suor Pacifica Conti, nata a Carpi Modenese e deceduta a 61 anni nel 1872, era “sacrestana e lasciò esempi di virtù nell’osservanza della S. Regola e nell’esercizio dell’umiltà. Aveva una grande unione con Dio… la preghiera era la sua invisibile compagna, conforto e confidenza nella bontà del Signore e nel suo amore… Quando la morte la colse all’improvviso, come lei stessa aveva previsto otto giorni prima, la Comunità 6 “La buona Assistente Suor Metilde Viglione” è la 2° Superiora generale della Congregazione, succedendo a Madre S. Giuseppe Stecchini (dal 1840 al 1854) e poi a Madre Geltrude Dutto (dal 1866 al 1872). Venne ricordata a lungo dopo la sua morte, avvenuta nel 1877. Era ritenuta un “esempio di umiltà, dolcezza, carità; si segnalava per la sua pietà e silenzio, racchiudendo nell’abituale raccoglimento l’amore di Dio e del prossimo. Era la Santa Regola vivente!”. Madre Concetta scriverà più tardi: “Con Suor Metilde camminavano in casa l’allegrezza, la saggezza, la semplicità e la bontà. In lei si coglieva qualcosa di ‘speciale’ che faceva pensare alla grazia con cui Dio circondava la sua anima”. S. Giovanni, nel suo Vangelo, riporta le parole di Gesù che dicono: “Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv.14,23). Vivendo di Dio Suor Metilde è diventata sua dimora e la sua testimone. Notizie storiche Suor Clara Merlati, di Castelletto Stura, morì a 64 anni nel 1890. Le sue brevi ‘Memorie’ furono stese da Mons. Can. Giovanni Maria Silvestro, Vicario Moniale, il quale annotò che Sr. Clara era un “tesoro nascosto per il suo spirito di unione con Dio, per la sua umiltà e delicata carità verso le consorelle. Teneva celate le sue origini di famiglia distinta e si dedicava con amore ai servizi più umili, curando in particolare la povertà. Sacrestana e dispensiera della biancheria, era anche un’abile maestra di ago. Per le sue reali doti venne eletta Consigliera generale”. In Gesù, Suor Clara aveva trovato il suo vero ‘tesoro’ e lì era il suo cuore (Mt.6,21). Facciamo ancora un ‘passo’ oltre questa aiuola di fiori, così generosi di profumo e colore, e fermiamo il nostro sguardo su Suor Camilla Arò che è stata ricordata come una persona ‘particolare’, una ‘santa’ nel senso un po’ eccezionale della parola. Tratteggiando il suo profilo, Madre Cecilia Mollo (Superiora generale dal 1904 al 1919), scrive: “Era nata a Fossano e sebbene di un anno più giovane di sua sorella Maddalena (diventata Suor Emiliana) la precedette in Congregazione. Fu Direttrice per 16 anni all’Ospizio Cronici di Cuneo e Assistente generale della Congregazione per 14 anni. Era una religiosa molto fedele alla sua consacrazione e di una rettitudine a tutta prova nei confronti di Dio, di se stessa, dei superiori e del prossimo. Viveva una pietà intensa e profonda, una carità senza limiti ed eccezioni. Era voce comune delle consorelle, testimoni oculari, che l’umile e carismatica suora ogni venerdì soffrisse i dolori della Passione di Gesù: restava fuori dei sensi, immobile, totalmente assente dalle ore 15 alle 18 circa. Fu vera madre per le sorelle che l’amarono e piansero sinceramente quando morì, a soli 54 anni, il 5 marzo 1914”. Le sue ‘Memorie’ riportano ancora: “Ha donato il suo amore sincero non solo all’interno della Congregazione ma ovunque attorno a lei; tutti sanno in quale conto era tenuta dall’Amministrazione dell’Ospizio dei Cronici e dagli anziani ricoverati che andavano orgogliosi di averla avuta tenera madre più che superiora; la tenevano in ‘grande venerazione’ perché con venerazione si sentivano da lei trattati… Suor Camilla infatti vedeva in ognuno il volto di Gesù”. Questa cara Suora ha vissuto la Parola di Gesù: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt.25,40). La santità può essere un grande faro chiamato a rischiarare la via ai fratelli, o anche un raggio quasi nascosto dalla quotidianità: sempre però sgorga dall’amore che Dio ci dona e che, accolto nel nostro cuore, diventa un fiume di acqua viva o un grande albero capace di accogliere l’altro e farlo diventare ‘prossimo’. La preghiera di queste nostre sorelle che hanno compiuto i ‘loro passi’ sulla via della santità, ci aiuti a proseguire sul nostro cammino con Gesù e crescere nell’amore per Dio e per i fratelli così che anche a noi un giorno venga detto: “Venite benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…” (Mt.25,34). Suor Irene Botasso 7 ' Attualita SPIRITUALITÀ DEL QUOTIDIANO La Scrittura ci introduce al legame con Dio e alla possibilità di intravederne la presenza raccontando storie di uomini e di donne che ne hanno percepito la promessa attraversando le cose di ogni giorno. E che dire dei 30 anni vissuti da Gesù a Nazareth, nel silenzio e nel nascondimento, nell’apprendimento quotidiano delle cose umane? E ancora, che cosa sono le parabole evangeliche se non la manifestazione visibile e sonora di come Gesù impari a riconoscere l’agire del Padre suo nelle cose che vede, che tocca, che gusta, che vive sulla propria pelle? La differenza del cristianesimo e della sua spiritualità si raccoglie tutta qui: l’incarnazione garantisce e testimonia che per incontrare Dio non solo non si deve uscire dai contorni delle cose umane, ma è necessario attraversarle fino in fondo, imparando da ciò che si patisce – direbbe la lettera agli Ebrei! Per questo la spiritualità cristiana non può che essere spiritualità del quotidiano preso sul serio, nella sua dignità e profondità, una spiritualità che non sopporta di identificare Dio con l’ambiguità delle magie e i rumori assordanti di fatti o presunte rivelazioni sconvolgenti, ma che si rallegra di imparare ogni giorno, come un duro lavoro, a scorgere la sua benedizione là dove l’umano viene faticosamente custodito, salvaguardato, condivi- 8 so. Senza la storia, le cose, il mondo, gli affetti, neppure Dio avrebbe parole per costruire un legame salvifico con noi. E noi, d’altra parte, rischieremmo di continuare a pensare che Dio sia da un’altra parte rispetto a ciò che viviamo, votando il quotidiano alla superficialità e all’insignificanza. E se lo Spirito di Gesù ci fosse dato proprio per fare questa ordinaria opera di saldatura tra la concretezza delle cose e il soffio di Dio che le tiene in vita? Ci guadagneremmo tutti, al di là delle solite ideologie o delle contrapposizioni tra credenti e non, per il semplice fatto che il Vangelo osa iniziare con un Dio che nasce dal grembo di una donna per concludersi con la promessa aperta della risurrezione dei corpi, affinché nulla di ciò che è profondamente umano vada perduto. Questa è spiritualità del quotidiano, l’unica che il cristianesimo conosce, in grado di salvare il mondo rendendolo abitabile. Per ogni uomo. Don Gianluca Zurra Testimonianze VIVERE LA SANTITÀ NEL QUOTIDIANO Santità: una parola che mi ha sempre affascinato, ma se penso alla concretezza della mia vita, a quanti sbagli, quante cadute, quante arrabbiature, posso dire al massimo che cerco di vivere la santità nel quotidiano e che continuamente devo confidare nella misericordia e nella pazienza di Dio. Lavoro come insegnante, una missione impegnativa e bellissima. Ogni giorno incontro ragazzi a volte loquaci e allegri, altre volte chiusi in problemi più grandi di loro; colleghi con tante “cose da fare”; genitori bisognosi di essere ascoltati e io sono lì, di corsa come tutti, con montagne di compiti da correggere, il programma da finire, le gite da organizzare, le formalità da sbrigare e il dispiacere per non avere le energie e il tempo per dedicarmi ad ogni persona con l’attenzione che vorrei. Non so dire cosa traspaia di me, da quel sorriso che ho sulle labbra e nel cuore, da quella pace che desidero portare ovunque: in famiglia, a scuola, con agli amici, in parrocchia o nei luoghi di passaggio dal treno al supermercato. Questo nostro mondo ha un disperato bisogno di Dio, di felicità e di santità ma allo stesso tempo ne ha una paura folle, paura del sacrificio che potrebbe comportare, paura del giudizio, paura di perdere la libertà. Ci vuole tanta, tanta preghiera per riconoscere dietro a una risposta sgarbata, a un’apatia indifferente, a una presa in giro, quel grido disperato dell’uomo che cerca Amore, quell’Amore paziente, costante, fedele, quell’Amore che si chiama Dio. Cercare di vivere la santità è amare e lasciarsi amare nelle piccole cose, qui ed ora. È “spezzarsi” per l’altro, prendersi cura dell’altro, sparire per l’altro e pregare, pregare tanto perché solo nella relazione con Dio scopriamo davvero chi siamo e come possiamo davvero essere felici, cioè santi! Vivere così richiede un’enorme quantità di energie, ma è meraviglioso! Rossana VIVERE LA SANTITÀ COME LAICA CONSACRATA Tutto è cominciato con un sentimento che ho sempre avuto e sentito come un forte invito di Dio nel mio cuore, che mi chiedeva di dedicarmi di più alla preghiera ed impegnarmi maggiormente nella parrocchia e con il prossimo. Siccome sono sempre stata devota di san Giuseppe, perché era un uomo semplice e umile, ho cominciato ad interessarmi della congregazione delle Suore di San Giuseppe, cercando di parlare di più con le suore. E così mi sono appassionata sempre più del loro carisma e ho preso esempio dal- 9 Testimonianze le loro attitudini. In seguito ho scoperto in me il desiderio di far parte, come laica, di questo ambiente religioso e che questa era proprio la mia vocazione. È stato meraviglioso il giorno in cui ho pronunciato il mio sì a Dio nella mia parrocchia, alla presenza delle suore, della mia famiglia e dei parrocchiani. Sento che farei tutto di nuovo. Tutto il cammino fatto per prepararmi è stato nuovo e innovatore per me. Ho avuto qualche difficoltà ad assimilare alcune informazioni, ma le sto approfondendo con il tempo e con le esperienze della vita. I momenti di preghiera, i ritiri, gli incontri fatti sono indimenticabili per me. Sono sempre stata una persona felice, ma mi sento ancora più felice dopo il mio sì al Signore. Dopo questo primo anno di cammino, mi sento più salda nella mia vocazione e più sicura della scelta fatta. Ho rinnovato questa mia consacrazione durante l’assemblea delle delegazioni del Brasile e dell’Argentina. Ho provato molta gioia nel poter nuovamente dire il mio sì al Signore. So che di fronte alle difficoltà che mi si presentano, alcune volte sbaglio, ma sono certa che posso imparare anche da queste, perché con la forza e la fede in Dio riusciamo a raggiungere anche l’impossibile. Vorrei anche ringraziare per l’affetto e l’attenzione ricevuta dalle suore di San Giuseppe. Ringrazio il Signore per la loro vita, la loro testimonianza e per la gioia che Lui mi ha dato di essere una laica consacrata del Piccolo Disegno. Chiedo a Lui per tutte noi tanta sapienza e tanta capacità di amare. “Fiquem com Deus e um forte abraço! (Arrivederci e un forte abbraccio) Márcia Pereira Mendes CAMMINIAMO INSIEME "Siamo una coppia di sposi ‘da poco’ e il nostro cammino è ancora ben lontano dalla Santità. Pregare con la Parola di Dio è ciò che ci mantiene sulla strada per camminare senza oltrepassare quella linea di mezzeria che, se superata, ci fa sbandare rischiando brutti incidenti. Questa linea, a volte continua, a volte a tratti, altre a linea doppia, consente che il nostro cammino sia diretto alla corsia di Gesù. Le nostre giornate non sono sempre così tranquille e capita che la stanchezza, dovuta al lavoro, ai vari impegni e alla comodità, ci renda difficile attingere alla sorgente della Parola con costanza; questi sono giorni in cui la linea è tratteggiata. Sapendo queste nostre debolezze, il Signore ha messo delle ‘aree di sosta vigilata’ che ci permettono di rinsaldarci alla fonte facendo il pieno di energie per poter proseguire il cammino in modo che la linea tratteggiata diventi continua e successivamente doppia. La nostra 10 linea continua è l'eucarestia domenicale, la doppia sono i percorsi condivisi con altre coppie nella comunità della Sorgente e in un gruppo famiglia parrocchiale. Ogni nostro cammino ha come fondamento la Parola, la condivisione e la testimonianza di uomini e donne di Dio e sante coppie... alcune ancora viventi. Tutto questo non vuole sviare i vostri pensieri, non siamo la coppia perfetta, anzi siamo una coppia come tante, con momenti in cui volano o vorremmo far volare i piatti, ma come dice Papa Francesco "Litigate quanto volete, se volano i piatti lasciateli volare, ma non finite mai la giornata senza fare pace." In effetti, il sonno, dopo aver fatto pace, è più ristoratore. In conclusione... cerchiamo di vivere la quotidianità nella semplicità e di aumentare giorno dopo giorno il nostro Noi a discapito del nostro io." Una coppia di Sposi in cammino Testimonianze PASSI DI SANTITÀ DURANTE 60 ANNI Quando si leggono memorie di santi, quasi sempre appaiono fatti straordinari, miracoli, gesti eroici. Domenica 14 giugno ho letto negli occhi degli ospiti disabili, passati a Stella Mattutina durante questo pezzo di storia, ricordi di santità ordinaria, quotidiana, che hanno segnato la vita di questi piccoli. Mi sono emozionata ad ascoltare T. che con gli occhi lucidi ricordava Suor Pia, cieca e anziana, che metteva la sua mano sulla testa e gli diceva: “Come sei cresciuto! Come sei diventato bello! Immagino sarai anche bravo. Sai, mi riconosceva dal rumore dei passi e dalla voce”. Ho ascoltato con stupore D. e M. che si raccontavano l’un l’altro gli anni trascorsi all’Istituto: “Ti ricordi come ci volevano bene le Suore? Erano sempre con noi, ci portavano a passeggio e a fare delle belle gite”. Un’educatrice che ha lavorato diversi anni, esprimeva la sua riconoscenza per tutto quello che le suore avevano trasmesso: “Ci sentivamo in famiglia, a casa.” Poi aggiungeva: “Certo noi passavamo poche ore con questi ragazzi, ma loro giorno e notte. Veramente c’era solo amore e dono”. Gli abbracci, la ricerca tra la gente della suora che era stata educatrice durante quegli anni, la gioia di essere riconosciuto e chiamato per nome. È santità questa? Sì, è la santità delle piccole cose, del quotidiano, della vita nascosta ma completamente donata a chi non conta, non fa storia, non incide con grandi successi. È santità nascosta perché molte volte non registrata nelle cronache, vissuta come cosa normale perché un bambino, un disabile, hanno bisogno solo di essere amati. Nel momento della comunione, durante la Messa, ho ancora osservato un gesto, segno di qualcosa di vissuto: M. si teneva stretta alle mani di Suor V. come due amiche con cui si è fatto un pezzo di strada. Quella “comunione con Gesù” mi ha parlato veramente di “comunione con i piccoli”, fatta di gesti di accoglienza, di cura, di affetto, di rispetto. Per me la celebrazione dei 60 anni del Villaggio della carità, è stata un invito a vivere, nel concreto della mia vita, una santità ordinaria, semplice ma fatta di cuore, di affetto, di attenzioni, soprattutto a chi vive nelle periferie della storia. Una santità che oggi siamo chiamate a coltivare in modo diverso, come presenza di comunione, ascolto, condivisione, sostegno e collaborazione all’interno del Villaggio della carità accanto agli anziani del Soggiorno Cuore Immacolato, alle famiglie dell’associazione Papa Giovanni, alla comunità Emanuele, ai disabili e alle loro famiglie che si avvicinano per la catechesi. Una piccola presenza di santità 11 Testimonianze quotidiana insieme a fratelli e sorelle che vivono un servizio ai poveri e piccoli della storia. Grazie a tante sorelle, piccole e grandi sante, che hanno vissuto, donato, costruito nella vita di tanti ragazzi e ragazze, l’esperienza dell’amore di Dio. Suor Rosa Porello QUANTI PASSI DI BENE: UN VIAGGIO INDIMENTICABILE La nostalgia é come una bevanda amara, ma che lascia un gusto dolce in bocca. É ciò che non ti fa dimenticare, ti disorienta, ti fa soffrire, ma crea un ponte tra qua e là. Spesso mi sento debole e fragile a perdermi tra i miei ricordi e la mia malinconia, ma allo stesso tempo forte perché come diceva Goethe: "Sapere che da qualche parte c'è qualcuno da cui ti senti compreso, malgrado i desideri e i sentimenti inespressi, fa di questa terra un giardino"... e Berazategui, otto mesi fa, é diventato il mio. Quando ho deciso di partire, ancora non sapevo che mi stava aspettando una città immensa fuori dall'aeroporto di Buenos Aires, piena di bellezze, ma anche di contraddizioni tutte da scoprire. Piccole case ai bordi di grandi strade, automobili vecchie, un'aria che profuma di diverso, colori e volti nuovi, bambini che giocano nella "calle" (per la strada), quartieri poveri che si alternano a quartieri dove la vita è meno faticosa. Ricordo ancora quel 26 ottobre, giorno in cui sono atterrata all'aeroporto e ad aspettarmi c'era suor Renza con un fo- 12 gliettino piccolissimo con scritto il mio nome...proprio come nei film. Ero emozionata e ricordo quel viaggio in “remis”, un taxi alternativo argentino, che mi ha portato fino a quella che sarebbe stata la mia casa per sei mesi. Berazategui è una città nella provincia di Buenos Aires, dove la violenza e la droga sembrano essere gli unici modi per farsi sentire in un mondo che sembra essere indifferente a ogni cosa. Ed è lì che suor Renza Bono, coordinatrice di alcuni hogar (case famiglie), insegna a delle adolescenti a sognare, perché i sogni sono l'energia, la nostra forza motrice, il traguardo a cui ambiamo, quello che ci costringe a lottare per raggiungere il nostro orizzonte. Mi ricordo la fatica dei primi giorni, quando le ragazze dell'hogar mi parlavano in spagnolo e le mie risposte erano solo " Sì, sì", la pazienza di grandi e piccoli a ripetere 80 volte le stesse cose, il tempo impiegato a capire come donare il mio amore, e quanto sia stato difficile scontrarsi con una realtà e non capirla. Mi ricordo come il mio sguardo in quei mesi sia cambiato: nei primi giorni era uno sguardo che giudicava stili di vita, per me incomprensibili, come se la Testimonianze mia mentalità fosse quella giusta, ma con il tempo i miei occhi verso quelle persone, quelle case così diverse, sono cambiati.. non erano più i poveri, ma erano diventati i miei vicini di casa, la mia gente. E pian piano, abituandomi, ho cercato di trasformare la diversità da ostacolo a fonte di arricchimento. Mi ricordo tutti i bimbi di Ezpeleta che alla mattina mi aspettavano alla porta e quando arrivavo mi correvano incontro, chiedendomi di giocare. È indimenticabile, dopo averlo percepito, il sapore dell'ingiustizia. Mi ricordo di quanto sia stato faticoso essere la fortunata e di quante volte mi son chiesta perché io sì e loro no? Mi ricordo di tutte le domande che si affollavano nella mia mente e a cui non trovavo risposta, di cose a cui non ho trovato un senso fino alla sera della partenza. Quasi come se in quei mesi ogni incontro, ogni persona, ogni chiacchierata, ogni sguardo mi avessero dato un pezzettino di puzzle, che avrei capito solo una volta concluso. E il senso l'ho trovato quell'ultima sera in cui mangiando asado (carne alla brace) tutti insieme, ho iniziato a piangere perché il giorno dopo avrei dovuto lasciare persone che da estranei erano diventati una famiglia. Mi ricordo quel giorno in cui con aria di sfida una bambina mi ha chiesto che cosa ci facevo lì se avevo la mamma, il papà e una casa. Mi aveva spiazzato, lasciandomi in quel silenzio imbarazzato che era durato pochi secondi, ma sembrava un'eternità. Non che non sapessi rispondere, ma la mia risposta era valida per me e non so se avrebbe soddisfatto gli altri. Per loro era incomprensibile che una ragazza europea lasciasse la sua famiglia, i suoi amici e la sua città per vivere sei mesi in un "hogar" con ragazze adolescenti con situazioni famigliari molto complesse. Alcune volte aiuta toccare con mano la propria fortuna, non per cancellarla, ma per esserne consapevoli e iniziare realmente ad avvalorarla. Solo chi viaggia può capire cosa significa lasciare tutto dietro le proprie spalle e guardare fisso l’orizzonte: una paura dolce, il desiderio di conoscere, di incontrare, di spendere del tempo per gli altri, di vivere. Partire è una sfida, ma anche un atto di fiducia che sta nell'abbandonare la tua quotidianità per poi riprenderla sei mesi dopo, quando sicuramente sia tu che lei sarete cambiati. È indescrivibile quel momento in cui, atterrata a Torino, ho rivisto i miei e abbracciandoli, incredula, mi son detta: "Son proprio tornata". Tornare non è mai facile, disorienta, ma fortifica perché quando ti renderai conto di quanto è stata riempita quella valigia sarai felice, anche se l'unica cosa che rimane di tutti quei mesi sono i ricordi, parole dell'anima che non conoscono la distanza. Ora posso dire che quel 26 ottobre era il giorno giusto per andare e che quel 24 aprile era quello giusto per tornare, più consapevole e con occhi diversi. Lucia Testa 13 Notizie ... DALLE NOSTRE COMUNITÀ ITALIA GIUBILEI DI PROFESSIONE Ricordare e scrivere per DIRE GRAZIE Nell’agosto 2012 ci siamo messe in stato di pellegrinaggio verso il nostro giubileo di professione religiosa del 2015. Chissà se ci sarebbe stato donato di celebrarlo insieme a Cuneo? Abbiamo concordato di lasciarci ritmare dal Canto: "Cosa renderti, come offrirmi a Te,come dirti il mio GRAZIE, non ho nulla, Tu lo sai, non ho altro che la mia povertà: Padre accettala, Padre accoglila nel Tuo pane, con Gesù". Abbiamo dedicato il primo anno alla cura dell’incontro con Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre: una grata memoria della Sua chiamata a seguirlo nel Piccolo Disegno. Il secondo anno è stato rivolto allo Spirito Santo, alla Sua presenza santificatrice all’interno della comunità dei discepoli di Cristo: una raccolta di segni di speranza. Il 3° anno, orientato al Padre, voleva dilatare i nostri orizzonti nella prospettiva di Gesù stesso: pellegrine con Lui e con molti fratelli e sorelle verso la casa del Padre, vivere questo tempo come un atto di lode al Padre, che in Cristo ci ha benedette e associate alla 14 missione di comunione. Le Massime 1 – 4, di padre Médaille, nostro fondatore, sono state il filo che ci teneva in cordata. Un pellegrinaggio accompagnate da Maria, da Giuseppe, dalla grande famiglia che è la Chiesa e, in essa, dalla nostra cara Congregazione. Il giorno 16, di ogni mese, abbiamo mantenuto un appuntamento costante: lungo tutta la giornata, da Cuneo, dal Brasile, dalla Calabria, da Roma partivano preghiere per il bene di tutte. Si cercava di lasciar risuonare in noi la Parola del Signore, nel più profondo della verità di noi stesse, là dove abitano gioie, speranze, chiusure e paure, raccogliendo con più frutto l’impronta deposta dal divino parlare. Un messaggio, un saluto, un promemoria hanno contribuito a far crescere in modo tangibile il vincolo della comunione e della fraternità. In questo clima, feriale e festivo ad un tempo, abbiamo percorso celermente il cammino e siamo state colte di sorpresa, come da una carezza davvero amorevole, quando abbiamo saputo che la data della festa della Santissima Trinità coincideva con quella fissata per la celebrazione dei giubilei dell’anno. Nel mistero di Dio Amore, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, non solo hanno chiuso un occhio sulla nostra preparazione ancora traballante, ma hanno prodigato attraverso le Sorelle e i Parenti gioia e bellezza, musica, canti e fiori; scritti, auguri, abbracci, dolci, pranzo e tanta fraternità: una festa unica di ringraziamento, di misericordia, di fiducia. La meta che abbiamo raggiunto è stata molto viva e vivificante, molto partecipata, molto regalata; un viatico per il resto del pellegrinaggio che intraprendiamo verso la Meta e che si fa ormai più breve. Notizie Nella preparazione prossima siamo state accompagnate con soavità dalle nostre comunità di vita e questo ci ha procurato un aumento di fede, di gioia e di senso di responsabilità. Madre M. Nives e le Sorelle del Governo generale ci hanno aiutate prendendoci come per mano e conducendoci con la proposta di un ritiro spirituale straordinario, la celebrazione di una preghiera prefestiva molto in sintonia con l’anno dedicato alla vita consacrata e con il dono della benedizione apostolica di Papa Francesco "affinché ciascuna continui a corrispondere alla sua vocazione con crescente fedeltà e intima letizia nell’orante dedizione a Dio e alla Chiesa". Ci resta pure nel cuore e continua a ‘mormorare’ in noi la preghiera di sant’Anselmo, che il Vescovo, Monsignor Giuseppe Cavallotto, ha condiviso a conclusione dell’omelia: "Che io ti cerchi desiderandoti, che io ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti, che io ti ami trovandoti". Terminata la celebrazione è stato bellissimo prendere coscienza che all’alba della nostra vita in Congregazione siamo state nutrite con una preghiera di fede suggerita da padre Médaille: "Sia benedetta la Santissima Trinità: Dio Padre che mi ha creata, Dio Figlio che mi ha redenta, Dio Spirito Santo che mi ha chiamata alla vita religiosa e che sempre mi assiste con la sua grazia". La nostra preghiera continua, a nome di tutte e per tutti, insieme ad un grandissimo GRAZIE. Suor Gemma Gondolo con suor Orsolina, suor Giacomina M., suor Alda, suor Esterina M. e suor Annarina Nel 50° anno di Professione sento di ringraziare così: Mettermi in ginocchio con gioia e fare memoria della fedeltà dell’Amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Mettermi in ginocchio in adorazione profonda a Gesù Eucaristia, pane del cielo, pane del cammino che mi ha nutrita, Mettermi in ginocchio per accogliere, nel silenzio colmo di stupore, la presenza del Signore, che anima e ordina la trama della mia vita. Mettermi in ginocchio per domandare perdono: dove, quando, come non ho amato. È rimediare, oggi, le lacune e i vuoti del passato. Mettermi in ginocchio per entrare, con ammirazione, nel mistero della madre Chiesa e della sua comunione con tutta la famiglia umana. Mettermi in ginocchio per onorare la mia Famiglia religiosa e ringraziare per tutto l’amore che da essa ho ricevuto. Mettermi in ginocchio per ricompensare le Comunità, le sorelle tutte, che hanno partecipato in vari modi, con la preghiera, lo scritto e la presenza, al mio giubileo. Mettermi in ginocchio per la gratitudine nei confronti delle mie Superiore, che hanno guidato e mediato, con tanta dedizione, sacrificio e bontà, il mio cammino spirituale. Mettermi in ginocchio per supplicare il Signore affinché visiti la mia Congregazione, arricchendola di nuove vocazioni. Mettermi in ginocchio per dare libertà ai sentimenti e visitare, con la preghiera, le tante persone incontrate e con cui ho condiviso il dono delle fede. Mettermi in ginocchio per ricordare le tante sorelle conosciute, dalle quali ho ricevuto molto, e che ora sono tornate alla casa del Padre. Mettermi in ginocchio per dire il mio affetto ai cari calabresi. Con loro sono felice di aver ricevuto molto di più di quanto ho dato. Mettermi in ginocchio davanti a Dio Trinità, con miei familiari e parenti, perché sono parte di loro. Mettermi in ginocchio e amare Maria che sempre mi conduce a Gesù, Parola di verità. Mettermi in ginocchio con l’intima partecipazione ai cristiani perseguitati e martiri di oggi. La loro fede, il loro amore e la loro speranza dilati il regno di Dio. Mettermi in ginocchio nell’attesa di vedere il Volto, amato e tanto desiderato, del Signore crocifisso e risorto; per entrare e partecipare al banchetto delle “nozze dell’Agnello”. Amen! Suor Annarina 15 Notizie Grazie! Questo è il sentimento che abita il mio cuore in questa circostanza. Sessant’anni di Professione Religiosa! Sono tanti, non mi sembra vero, sono passati veloci… Vorrei esprimere il mio grazie nella forma del salmo 136, adattata al momento che vivo. “Lodo il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia.” Lodo il Signore perché mi ha dato una famiglia profondamente cristiana, nella quale ho imparato ad amarlo. Eterna è la sua misericordia. Mi ha fatto incontrare persone che mi hanno aiutata a capire quanto è importante giocare la vita per Lui. Eterna è la sua misericordia. Mi ha chiamata a seguirlo nella vita consacrata nella Congregazione delle Suore di san Giuseppe. Eterna è la sua misericordia. Mi ha offerto la possibilità di incontrare e conoscere tante persone: piccoli, giovani, adulti, anziani. Eterna è la sua misericordia. Mi ha dato delle superiore sagge e lungimiranti che mi hanno espresso fiducia e sostenuta. Eterna è la sua misericordia. Mi ha donato delle sorelle con le quali ho condiviso gioie e dolori, fatiche e speranze. Eterna è la sua misericordia. 16 Mi ha concesso la forza di accogliere e svolgere dei mandati che io credevo superiori alle mie capacità. Eterna è la sua misericordia. Mi ha perdonata infinite volte. Eterna è la sua misericordia. Mi dà la grazia di vivere l’anno della vita consacrata. Eterna è la sua misericordia. Mi invita, tramite papa Francesco, a vivere il passato con gratitudine, il presente con passione, il futuro con speranza. Eterna è la sua misericordia. Con papa Francesco ripeto: “Grazie Gesù perché la tua misericordia è senza limiti e la misura del tuo amore è senza misura”. Grazie! Suor Augustina Brignone Il nostro grazie a tutti… Dell’anno di professione 1945 siamo rimaste in due per festeggiare i 70 anni. Davvero, dopo tutti questi anni, possiamo dire: “Grandi cose ha fatto in noi l’Onnipotente e santo è il suo nome”. Con gioia ringraziamo il Signore per la grandezza della sua chiamata, che comprenderemo solo in cielo, e per i tanti doni che in questi anni ci ha elargito. Ringraziamo le sorelle della Congregazione con le quali in certi periodi abbiamo fatto insieme un tratto di cammino in comunità. Ci fa piacere pensare a questi passi di missione dove con la fatica c’era sempre la gioia di essere di Dio e di lavorare per la sua gloria. Non ci resta che attendere, vivendo in Dio e piacendo a Lui. San Giuseppe che ci ha custodite, come ha fatto con Gesù e Maria, continui a proteggere la nostra Congregazione che porta il suo nome. Ci auguriamo che torni ad avere vocazioni. Suor Genoveffa e suor Mariangela Notizie FESTA A STELLA MATTUTINA La festa del 14 giugno per i 60 anni di Stella Mattutina, alla quale ho partecipato, prima come membro del comitato e poi come invitato, ha smosso in me alcune piacevoli emozioni che condivido volentieri. Per prima cosa voglio precisare che, pur abitando a pochissimi km dall’Istituto Stella Mattutina, non ne avevo quasi mai sentito parlare, se non che era stato il posto di lavoro di una allora giovincella che dopo diventò mia moglie. Mi sono così ritrovato a dover “costruire” un video, anzi due, di una storia della quale conoscevo poco o nulla. Di li a poco, casa mia è stata invasa da foto di alunni, insegnanti, psicologi, dottori, suore, educatori e educatrici, obiettori, giardinieri, cuoche e di tanti tanti volontari che, per tutti quegli anni hanno lavorato e aiutato in quella realtà. E così, mentre passava il tempo e sul mio desktop scorrevano le fotografie, piano piano ho cominciato a sentirmi parte di loro: mi sono emozionato, a volte ho riso, spesso mi sono stupito e, in molti casi, meravigliato. Ho visto le sale di rotazione, le palestre di vita, le suore in tuta da ginnastica che facevano psicomotricità agli allievi; ho visto le feste, i giochi di gruppo, le gite in montagna, le abbuffate; ho visto le bande musicali, gli alpini che si prodigavano, le Messe in cortile, ma soprattutto ho visto tutte quelle faccine degli alunni che mi guardavano dritte nei miei occhi. Di lì in avanti, tutto il lavoro che il video richiedeva, è stato un susseguirsi di emozioni e, nei miei limiti, ho cercato di dare il massimo, perché ho sentito che a quei bambini lo dovevo!!! Meo Macario Nel corso degli anni a Stella Mattutina furono istituite 5 classi per bimbi normodotati in cui erano inseriti ragazzi diversamente abili. Ho avuto la fortuna di far frequentare questa scuola a mio figlio. Domenica 14 giugno è stato veramente emozionante rivederci, genitori, alunni, suore, dipendenti, accorsi da ogni parte della provincia ed anche oltre. La gioia che ho provato è stata grandissima. GRAZIE, Stella Mattutina, per tutto il bene diffuso. Mimma Stella Mattutina, villaggio nato per la carità, per l’attenzione verso gli ultimi, è cresciuto, si è evoluto e si è adattato durante gli anni ai cambiamenti della società. Oggi prosegue la propria missione grazie alla collaborazione della Congregazione delle Suore di San Giuseppe con la Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, l’Associazione “Papa Giovanni XXIII”, la Comunità “Emmanuele” e gli Uffici Pastorali diocesani. Significativa testimonianza delle opere di 17 Notizie bene compiute dalle Suore di San Giuseppe in questi anni è stata la numerosa partecipazione al pomeriggio di incontro. È stato molto bello il clima di amicizia e semplicità durante la visione delle testimonianze fotografiche, la Santa Messa all’aperto, concelebrata da molti sacerdoti, e il momento di rinfresco che mi ha dato la possibilità di incontrare molte persone. Alessandro Daniele La celebrazione del 60° di Stella Mattutina è stata vissuta con intensità, coinvolgimento e gioia sia dal "Villaggio Istituto Stella Mattutina" del tempo, come da "Stella Mattutina Villaggio della Carità" di oggi. Vi hanno contribuito con una ammirevole dedizione e grande coinvolgimento personale sia il Comitato della festa composto, oltre che dalle suore, da "ex" insegnanti – educatori –segretario – obiettori - amici di Stella Mattutina, sia le entità attuali del Villaggio. Stella Mattutina di oggi siamo noi, abitanti del Villaggio della Carità, realtà diverse e complementari, ognuna con la propria fisionomia e missione specifica, ma con un obiettivo di fondo che le accomuna: servire Gesù nei fratelli più deboli ed emarginati. Lo abbiamo espresso in modo personale e creativo nel simbolo che ciascuna realtà ha portato all'altare prima della Celebrazione 18 eucaristica: una pianta singolare che rappresentava in modo significativo un vissuto importante della comunità, ed un breve messaggio di accompagnamento che lo rendeva leggibile per l’assemblea. Nel luogo della celebrazione si respirava un’atmosfera di comunione, di gioia, di festa, di gratitudine: i fiori offerti da vicini di casa ai piedi dell’altare, la catena multicolore con le firme di ogni persona presente unita ad un luminoso sole con i nomi dei defunti a noi cari, da ricordare nella Messa, i canti gioiosi ed appropriati eseguiti con vivacità e solennità dalla Corale di S. Rocco C., la partecipazione di molti allo svolgersi della celebrazione ed il coinvolgimento di tutti con lo sguardo, la parola, il canto, il gesto..., grazie anche al celebrante principale , il Vicario generale don Gianni Riberi, che ha saputo entrare nel cuore di tutti con parole semplici, sobrie, ma calde ed entusiasmanti. La parola che più sgorga dal cuore di tutti è: GRAZIE! Le suore di Stella Mattutina Sono tanti i ricordi che conservo vivi nel cuore del tempo trascorso come insegnante dal 1969 al 1972. Allora ero una maestra ‘in erba’, con tanta buona volontà, ma nessuna esperienza. A Stella Mattutina ho incontrato un team di suore molto aperte e collaborative che mi hanno accolto come amica e mi hanno ‘formata’ dandomi una base solida sulla quale ho sviluppato le mie successive esperienze scolastiche. Serbo un ricordo speciale del direttore e psicologo don Attilio Giribaldi e dei corsi di aggiornamento, a fine agosto, che mi arricchivano di strumenti e conoscenze pedagogico-didattiche utili a svolgere al meglio il mio compito di insegnante e di educatrice. Con infinita gratitudine ringrazio le suore della congregazione di San Giuseppe per il grande impegno di carità e per aver organizzato una festa così toccante. Franca Ramero Notizie AMERICA LATINA SEMINARIO LATINO AMERICANO Dal 13 al 25 aprile, in Messico, abbiamo partecipato al 6º incontro delle suore di San Giuseppe dell’America Latina e desideriamo condividere la nostra esperienza. Eravamo 60 suore di San Giuseppe, provenienti da diversi paesi dell´America Latina. Il tema che ci ha illuminate ed accompagnate é stato "Come coltivare oggi il carisma di comunione". Suor Pegy, che ha curato l’animazione del Seminario, ci ha presentato il tema dell’esperienza mistico-spirituale e ci ha aiutate a prendere coscienza che tutte siamo chiamate a coltivare una vita mistica. Lo stesso Padre Médaille ci ha parlato della mistica del servizio, mistica di prossimità agli altri; la sfida consiste nell’esperienza del mistero, nella sintesi quotidiana di preghiera personale, comunitaria e nell’azione concreta verso gli altri. Il nostro lavoro di suore di San Giuseppe ci chiama a vivere un servizio di amore. Così, pur nella difficoltà delle diverse lingue e culture, abbiamo preso alcune massime, le abbiamo lette e nel silenzio le abbiamo lasciate risuonare in noi per accogliere la novità che portano come risposta alla nostra ricerca. Leggere le massime con uno sguardo Trinitario ci ha fatto riscoprire che la nostra è una spiritualità trinitaria. Siamo chiamate a consacrarci a questo Dio che, nel suo essere più profondo, è relazione e ci ha fatto comprendere che il grande amore di Dio si realizza nella qualità delle relazioni che riusciamo a creare, vivere, potenziare. La nostra vocazione come creature richiede spogliamento: è il nostro ‘niente mistico’. Siamo colmate nella misura in cui ci tuffiamo nell’abbondanza di Dio. L’annientamento porta in sè la potenza dell’amore. Dio si nasconde nell’essere umano. È lo stesso Dio che si nasconde in Gesù e nell’Eucarestia. La nostra vocazione esige distacco. Siamo distaccate dal risultato del nostro lavoro, da ogni cosa che potremmo reclamare come 19 Notizie nostro. Siamo strumenti scelti da Dio affinché il suo progetto di amore si comunichi nel mondo attraverso la nostra fragilità. Così in Dio siamo capaci di portare avanti la missione della duplice unione totale, riconoscendo la nostra debolezza. Siamo totalmente dipendenti dalla grazia di Dio. Così crediamo e agiamo con fiducia. Sono stati giorni intensi di scambio, di approfondimento, di preghiera, di celebrazione, di memoria e di intensa comunione con le altre congregazioni di San Giuseppe dell’America Latina. Tutte siamo ritornate nelle nostre comunità con nuovo e rinnovato vigore, in fedeltà al carisma che ci invita a vivere la comunione dove il Signore ci chiama con sfide e appelli che animano e rinnovano la speranza e la passione per il Regno, appoggiandoci nella forza e attualità della nostra spiritualità. Cariños para todas Hna Viviana, Isabel e suor Annaclara AFRICA UN'OCCASIONE FORMIDABILE! Con grande gioia condivido l'esperienza vissuta durante il mio soggiono in Italia: a Roma e a Cuneo. Ringrazio di vero cuore, prima di tutto il Signore, sorgente di ogni bene che, per sua grande bontà, mi ha permesso di fare e vivere questa esperienza bella e ricca. Poi voglio ringraziare le Superiore che mi hanno dato fiducia, offrendomi l'occasione di ritemprarmi nella vita spirituale, umana, intellettuale e culturale, dopo quattro anni trascorsi nella casa di formazione, a servizio della tappa del Postulato. Le nostre Costituzioni infatti ci offrono questa opportunità: "È previsto per tutti i membri dell'Istituto, nel tempo e nel modo più conveniente un anno di sosta dalla missione per meglio ancorarci in Dio, unico necessario" (Cost. 135). Sono molto riconoscente anche per tutti i mezzi messi a mia disposizione, sia materiali che spirituali. Ritengo che questo periodo di approfondimento sia stato significativo e ricco per molte ragioni che voglio elencare: i corsi accademici al 'Claretianum', la formazione dei formatori/trici all'Università Pontificia salesiana, UPS, i convegni, le molte cele- 20 brazioni, gli incontri, le visite ai luoghi storici (Le Puy e Lyon) e molte belle persone...! Mi viene proprio da esclamare: 'Gustate e vedete com'è buono il Signore!' (dal salmo 33). Tutto questo mi ha permesso di riscoprire non solo la centralità del Cristo nella mia vocazione e di consolidarla, ma anche di rafforzare la mia identità come suora di San Giuseppe, di rinnovare la gioia e la fedeltà del mio impegno. Le nostre Costituzioni sottolineano ancora: "Formarsi continuamente significa crescere nell'esperienza di Dio e dell'uomo per vivere in sempre più profonda comunione con la Trinità e con gli uomini nella concreta storia quotidiana ... accettando, nello stesso tempo, mediazioni umane e mezzi atti a stimolare il suo cammino" (Cost. 132). I corsi di formazione sono stati per me un grande aiuto per allargare le conoscenze dello spirito e del cuore, dandomi una visione nuova per accompagnare le giovani nel discernimento vocazionale, missione tanto delicata quanto difficile. Inoltre questa esperienza mi ha permesso di raggiungere due obiettivi essenziali: prima di tutto Notizie dal punto di vista psicologico, attraverso la rilettura della mia vita e della mia storia alla luce della parola di Dio e del mistero pasquale. Anche Papa Francesco, infatti, nella sua lettera rivolta ai consacrati afferma: "Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva la propria identità... narrare la propria storia è rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni" (parte prima n.1). In seguito, da punto di vista spirituale, attraverso una sintesi finale, ho potuto dirigere il tutto verso la Croce di Gesù, centro essenziale. Ho preso coscienza del senso re- ale che Gesù dà alla mia vita e di quanto sia amata, salvata e chiamata. Facendo questa esperienza di essere amata da Dio, in Gesù, sento che sarò maggiormente capace di aiutare gli altri a incontrare e conoscere Gesù, come la Samaritana. Sono cosciente di aver ricevuto un buona formazione, necessaria e solida, che mi aiuterà a vivere la mia vocazione e la missione ricevuta da Dio, in modo convinto, responsabile e fedele. Suor Georgine Tawaba Mamukwo GIORNATA DI FAMIGLIA IN CONGO Domenica 26 luglio, a Kimwenza, nella casa del noviziato, abbiamo vissuto la seconda ‘giornata di famiglia’ di quest’anno: un incontro intercomunitario delle suore di San Giuseppe di Cuneo che vivono e lavorano in Congo e in Camerun, che precede sempre il corso di esercizi spirituali. In questa giornata abbiamo fatto insieme una verifica dell’anno per valutare come abbiamo cercato di vivere, nelle nostre comunità, gli Orientamenti dell’ultima Assemblea della Delegazione Africa dell’anno scorso. Dopo i saluti e la preghiera iniziale, suor Lucia Gallo che era presente all’incontro, con l’aiuto di alcune immagini ha ripreso e presentato gli Orientamenti della Triennale dell’anno scorso alla luce della lettera di Papa Francesco ai Consacrati. Questi 2 documenti ci orientano verso lo stesso obiettivo, ci stimolano e ci invitano a andare in profondità per cogliere la bellezza della nostra vita consacrata e le sfide che essa pone. Il papa ci invita a domandarci se davvero ci lasciamo interpellare dal Vangelo e come. Se il Vangelo è veramente la nostra guida per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamate a fare. Papa Francesco si augura che “quest’anno dedicato alla vita religiosa sia un’occasione anche per confessare con umiltà, e insieme con grande confidenza in Dio Amore, la propria fragilità e per viverla come esperienza dell’amore misericordioso del Signore”. Infine, hanno risuonato forti in noi le parole del papa quando ci dice: “Troverete la vita dando la vita, la speranza dan- 21 Notizie do speranza, l’amore amando”. Nei mesi scorsi ogni comunità, a partire dagli obiettivi che ci eravamo proposte durante l’Assemblea dell’anno scorso, aveva fatto una verifica del proprio vissuto a livello di vita spirituale, di consacrazione, di comunità e di servizio apostolico. Mettendo insieme quant’è emerso dalla verifica ci siamo rese conto dei passi in avanti che siamo riuscite a compiere su alcuni aspetti della nostra vita e abbiamo evidenziato i punti su cui dobbiamo maggiormente lavorare per fare meglio e configurarci sempre di più a Cristo. Dopo un prolungato momento di condivisione, suor Marthe, la delegata, ha richiamato la nostra attenzione su alcune situazioni e problematiche che toccano la nostra vita comunitaria e le nostre attività, mentre ha incoraggiato ogni sorella per l’impegno profuso nel costante desiderio di fare meglio. Finita la ‘giornata di famiglia’ abbiamo iniziato gli esercizi spirituali, facendo nostro l’invito che san Paolo rivolge ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5). Suor Sylvie Ngalumete UN ANNO DI MISSIONE IN CAMERUN “Rendete grazie al Signore perché è buono, perché eterno è il suo amore” (Salmo 136). È grazie alla presenza delle suore di San Giuseppe di Cuneo in Camerun che ho conosciuto la grazia di andare in missione. È dalle 2h30 del mattino del 22 ottobre 2014 che ho abbracciato questa nuova terra! Sono arrivata a Salak dopo 2 giorni interi di viaggio in autobus, accompagnata da suor Marthe. Suor Astrid e il parroco sono venuti a prenderci e la domenica successiva sono stata accolta e da tutta la comunità parrocchiale di Salak con un caloroso « djabama », il saluto di benvenuto in lingua locale. In quel momento ho sentito in me una gioia profonda, colpita dall’atteggiamento della gente che mi veniva incontro con il sorriso e di buon umore, come se non stessero affatto vivendo il dramma dei Boko-Haram, presenti nella regione dell’Estremo - nord del Camerun. Questo è stato un grande incoraggiamento per me. Col tempo ho capito che anche la mia presenza qui, in questo tempo di guerra, era un incoraggiamento e un sostegno per la gente. In seguito ho potuto visitare i vari settori della parrocchia e arrivare fino a Mora 22 dove ci sono suor Marie e suor Berthe. In questa nuova missione ho conosciuto persone con culture, mentalità e lingue diverse, ma tutte queste scoperte mi arricchiscono e aiutano la mia missione. In parrocchia c’è una corale che esegue a turno canti nelle diverse lingue locali. Questo mi aiuta ad accogliere e conoscere ciascuno nella propria cultura. Sto imparando la lingua locale e questo mi permette di entrare in dialogo con la gente, ascoltare e collaborare. Conosco già anche qualche famiglia musulmana: sono accoglienti e semplici. In questo primo anno ho lavorato in una classe della scuola primaria come assistente e aiuto all’insegnate, questo mi ha permesso di scoprire il sistema francese d’insegnamento e sono contenta. Davanti alla minaccia dei Boko Haram all’inizio avevo paura, anche perché non avevo ancora tutti i documenti in regola, cosa che, in quel periodo di grande insicurezza, era obbligatoria per tutti al fine di farsi identificare. Ciò che non ho perso, neanche in quel momento, è la fiducia perché avevo compreso che la mia missione era quella di essere un Spazio Giovani segno di speranza e di conforto, di gioia e d’incoraggiamento per tutti quelli che il Signore avrebbe messo sul nostro cammino. In questi mesi ho vissuto delle belle relazioni con i sacerdoti, i parrocchiani, la gente dei quartieri, i bambini, i gruppi di donne della parrocchia e i chierichetti con cui faccio regolarmente degli incontri di formazione. Tuttavia il clima caldo ha messo a dura prova le mie forze e spesso mi ha fatto ammalare. Penso che dopo l’esperienza di questo caldo estremo ogni altro clima sia normale! Durante l’anno ho partecipato anche a momenti di formazione: giornate organizzate dal vescovo della diocesi di Maroua-Mokolo in occasione dell’anno della vita consacrata, la sessione sulla contabilità a Yaoundé e poi ho partecipato agli Esercizi spirituali dove ho sperimentato ancora una volta tutto ciò che Dio fa per noi e la gioia di credere in Gesù. In ogni nuovo vissuto si fa l’esperienza del positivo e del negativo; in tutto occorre pazienza, amore e fede. Per ciò che ho vissuto in questo anno non posso che ringraziare le mie superiore che mi hanno permesso di fare quest’esperienza. Concludendo vi invito a pregare, con tutta la nostra diocesi, per la pace. Ciao a tutti! Suor Clementine Idi COMUNITÀ INTERCONGREGAZIONALE SUORE DI S. GIUSEPPE Il nostro lavoro con i giovani La parrocchia di S. Antonio a Mojui dos Campos ha una équipe costituita dal Parroco, dal diacono, da una suora di San Giuseppe e dai laici che cercano di accompagnare la gioventù delle comunità perché possano vivere i valori cristiani, a partire dal dono del Battesimo, con una generosa dedizione al servizio del regno di Dio. Nell’agosto del 2014 abbiamo realizzato una giornata vocazionale in 4 punti, con momenti di preghiera, di riflessione, di lode, di drammatizzazioni e gincana biblica. Ogni anno in Brasile, nel mese di ottobre, si celebra la giornata nazionale della Gioventù e noi realizziamo l’incontro giovani a livello di regione, tra le parrocchie, con la partecipazione di oltre 600 giovani. In alcune comunità c’è il gruppo giovanile che si riunisce una volta alla settimana per pregare, riflettere, condividere, visitare altre comunità o gruppi. Nel mese di maggio del 2015 abbiamo realizzato un incontro di formazione parrocchiale per i giovani che coordinano gruppi. In questo incontro è stato presentato il progetto diocesano di formazione dei leader giovani e si è organizzata la giornata vocazionale che si realizzerà nel mese di agosto in tre località, per favorire la partecipazione dei giovani. Il 18 ottobre 2015 celebreremo la Giornata Nazionale della Gioventù con i giovani della Parrocchia. Le suore che vivono nella comunità di Boa Vista do Cuçari organizzano una volta all’anno un campo giovani che inizia il venerdì e finisce la domenica con il pranzo, proponendo diverse attività: preghiera, riflessione, adorazione, drammatizzazioni, celebrazione eucaristica. Questo si prepara prima e dopo si cerca di accompagnare le comunità per vedere come camminano i giovani. Comunità intercongregazionale Suore di San Giuseppe Boa Esperança – Santarém Amazzonia 23 Spazio Giovani CAMMINANDO INSIEME AI GIOVANI DI RIO BONITO DO IGUAÇU - BRASILE Sono 23 anni che le suore di San Giuseppe sono presenti in questa città dell’interno del Paranà e, percorrendo il cammino della Provvidenza che ci ha chiamate in questo luogo, si vede che un obiettivo della nostra presenza sono i giovani che avevano e hanno bisogno di essere accompagnati per non “perdersi” in falsi valori e cammini di “morte”. La nostra Diocesi di Guarapuava si preoccupa della gioventù e da 10 anni offre ai giovani una forte esperienza di convivenza e di missione: la Missione Diocesana Giovanile (MDJ). Noi suore ogni anno siamo coinvolte nella preparazione e accompagniamo i giovani (sempre più di 120) per una settimana, nel mese di Gennaio, in una parrocchia, per visitare le famiglie e benedirle, realizzare incontri con i ragazzi e offrire le celebrazioni della Parola. Nel 2016 e nel 2017 sarà la nostra parrocchia ad accogliere la MDJ e con i giovani dei nostri gruppi già stiamo lavorando per organizzare l’arrivo di più di 250 giovani della Diocesi che saranno accampati nelle varie cappelle della Parrocchia e dovranno animare e visitare le 48 comunità e le famiglie. La nostra presenza è molto intensa nell’accompagnamento della catechesi, dai più piccoli fino a giovani della Cresima di 17/18 anni. Per più di 110 giovani che nel mese di giugno hanno ricevuto la Cresima, abbiamo realizzato un incontro che li ha aiutati a pensare al loro futuro e alla vocazione che ciascuno è chiamato a scoprire per dire il suo sì a Gesù, che per tutti desidera una vita felice. Inoltre per tutte le tappe del catechismo si è organizzato un grande torneo sulla Bibbia diviso in 3 momenti, il primo è realizzato in tutte le comunità, il secondo per comunità vicine, e l’ultimo nella chiesa parrocchiale. È questo un lavoro che sta richiedendo all’équipe di catechesi molta creatività e fantasia. È stupendo vedere il desiderio di tutti: mamme, papà, laici, parroci, religiose/i, di rivelare il volto bello della nostra Chiesa Cattolica. Per noi suore è fondamentale lavorare in comunione con molte persone per aiutare i ragazzi, i giovani a vivere pienamente la loro vita e aprirsi al dono di Dio, che continua a chiamare per “lavorare” nella sua messe. Sono queste alcune attività che, con l’aiuto di molti collaboratori, vicini e lontani, cerchiamo di portare avanti in questo pezzetto di terra brasiliana. A tutti il nostro GRAZIE! UNA SETTIMANA FANTASTICA Semplicemente poche parole sulla fantastica settimana, vissuta nel mese di Luglio, a conclusione del percorso fatto quest’anno da noi ragazze di terza media. Quando siamo arrivate a S. Anna di Vinadio, non avevamo idea di cosa avremmo vissuto. Nelle nostre giornate non sono mancati momenti di riflessione, seguendo l’esempio dei discepoli di Emmaus, tramite cinque parole simboliche: camminare, parlare, ascoltare, condividere e testimoniare. In questo campo scuola abbiamo anche avuto modo di conoscere come funziona realmente la vita di questo luogo particolare e bello. Nel nostro piccolo abbiamo dato un aiuto ai volontari che collaborano al miglioramento e funzionamento del santuario. È stata una bella esperienza perciò è da rifare e condividere con altri ragazzi. Il gruppo G.A.A.A.F. 24 Suor Anna e suor Sandra Spazio Giovani RISONANZE TORINO – Incontro con Papa Francesco Che grande grazia è stata poter vivere la giornata torinese con Papa Francesco, lo scorso 21 giugno! Eravamo in migliaia e migliaia ad aspettarlo in Piazza Vittorio, domenica mattina per la celebrazione della Messa. Che bello … tutti lì, per accogliere il Papa… ma tutti lì perché seguaci di quel Gesù che ancora oggi continua a radunare e chiamare a sé folle immense di persone, di cuori affascinati da Lui… che ci mostra come opera concretamente e come la Sua Chiesa è viva. Beatrice 20-21 giugno, due giorni bellissimi, di grande ricchezza e di crescita. Due giorni di riflessione e di condivisione dal titolo "L'Amore più grande". La Sindone è stato l'inizio di tutto, il trovarsi faccia a faccia con la ‘prova’ concreta della sofferenza di Gesù per noi, dell'amore più grande. Solo grazie a questo Amore immenso di Gesù, che si dona gratuitamente, il cuore dell'uomo può cambiare. Valentina Il Papa in estrema sintesi (e un po' parafrasato) ci ha detto: "Vuoi essere felice? Ama, vivi, servi! ... e non lamentiamoci per la situazione che c'è intorno... La situazione di Torino nell'800, non era migliore di oggi, anzi era decisamente peggiore, ma non ha impedito a un don Bosco e a tanti altri di fare quello che hanno fatto... Non lasciamoci rubare i nostri sogni!". Rossana ALPE PAPA GIOVANNI In poche righe non si potranno mai descrivere le emozioni, le sensazioni, l’atmosfera, l’amicizia, il cammino, la compagnia, i silenzi, le condivisioni, la crescita e tutto l’infinito bagaglio di esperienze vissute che mi porto dentro, tornando nella vita di tutti i giorni. Il mio augurio: decidersi concretamente a prendere in mano la vita e farne un capolavoro. Davide L. L'esperienza che ho vissuto quest'anno all'Alpe di papa Giovanni a Limonetto (CN) è stata davvero stupenda… straordinaria per costruire un CAPOLAVORO! Il Signore Gesù ha un sogno e un progetto per ciascuno di noi, e ci invita ad affidare totalmente la nostra vita a Lui. Cristian Il week end all’Alpe di Papa Giovanni: una breve pausa per fare il pieno, un grande tempo di riflessione, vissuto insieme ad altri giovani che, come me, sentono il bisogno di entrare in contatto con quella Parola che è Verità, per assaporare il gusto vero delle cose. Grazie a tutti. Davide S. Alpe: che meravigliosa scoperta! Sono stati giorni intensi e vivi. Staccare la spina per un momento mi è stato di aiuto per ricaricarmi e per pormi ulteriori domande sulla mia identità e sul modo di vivere la mia fede che dopo questi tre giorni si è accresciuta e rafforzata! Angy CheRumoreFaLaFelicità. Il testo della canzone di Marco Mengoni “Esseri umani”, che ha fatto da colonna sonora a questi tre giorni, ci ha fatti andare in profondità, ricordandoci di togliere la maschera e di guardare gli altri al di là delle apparenze, credendo anche noi nella bellezza della nostra umanità che Gesù scelse per farsi uno con noi, senza scordare l’Amore del Padre. Benni 25 i Appuntamenti e n t 24 OTTOBRE: giornata di federazione organizzata dall’équipe giustizia e pace Per i giovani: Settimana comunitaria (a La Sorgente dal 21 al 27 settembre) Sole a mezzanotte (ogni 3° sabato sera del mese, dalle ore 20.45 Alle 0.30) - 17 Ottobre "beato chi ascolta la parola di Dio" - 21 Novembre "beato chi crede" - Capodanno alternativo 31 dicembre "beato chi serve" n t a m Carissimi laiche e laici del Piccolo Disegno, amici, collaboratori, sostenitori, con gioia ci prepariamo a celebrare la seconda giornata di Famiglia per rinnovare l’amicizia, la conoscenza reciproca, aggiornarci circa lo sviluppo dei progetti di comunione portati avanti nelle Missioni dalle nostre sorelle e da tanti collaboratori, grazie alla vostra generosa solidarietà e partecipazione affettiva ed effettiva. La caratteristica che vorremmo sottolineare in questa giornata è di aiutarci a scoprire che il Piccolo Disegno che Padre Mèdaille ci ha lasciato in eredità, è perla preziosa, dono di Dio per tutti, seme che, dopo tanto tempo, continua a far germogliare fiori e frutti, continua a sorprenderci con novità che trovano terreno fertile nelle famiglie, nei giovani, nella vita religiosa. Ci sembra particolarmente interessante vivere questa giornata nel solco delle grandi proposte che Papa Francesco ci offre: Sinodo della famiglia, anno della Vita Consacrata, Giubileo della Misericordia. Il filo conduttore che attraversa questo percorso, è veramente nell’invito a vivere in comunione, per essere strumenti di misericordia nella storia attuale per amarla e custodirla, per essere capaci di portare nelle periferie esistenziali di questo nostro tempo, la presenza di un Dio che ha cura di tutti i suoi figli, soprattutto dei più deboli e piccoli. Siamo invitati a trovarci alla SORGENTE (via Lorenzo Bertano 19 - Cuneo) DALLE ORE 9,30 ALLE 17 p u •ACCOGLIENZA •PREGHIERA • RIFLESSIONE E CONDIVISIONE SUL PICCOLO DISEGNO •RISONANZE • PRANZO – CONDIVISIONE • PRESENTAZIONE DEI PROGETTI E TESTIMONIANZE • CELEBRAZIONE DELL’EUCARESTIA p Per facilitare l’organizzazione della Giornata: pranzo al sacco, qualche dolce da condividere, caffè offerto dalla casa. A Se considerate opportuno invitare nuovi amici, facciamo crescere la Famiglia del Piccolo Disegno e ci sarà posto per tutti. Per dubbi o informazioni, rivolgersi a suor Rosa Porello (3921373388) oppure alla Sorgente (0171 699497). 26 Semi di Comunione PROGETTI 2015 I SEMI DI COMUNIONE continuano a crescere grazie alla tua solidarietà: Romania Un’esperienza indimenticabile In estate abbiamo avuto il piacere di visitare i nostri sponsor della Svizzera. Fin dal nostro arrivo, il mio cuore si è riempito di riconoscenza per le persone che mi hanno offerto l’opportunità di fare questa esperienza importante per la mia formazione umana. Ogni volta che incontro i miei amici, compagni di questo viaggio, ci raccontiamo e riviviamo i momenti passati insieme a Basilea e che hanno contribuito a legare di più il nostro piccolo gruppo di animatori. Ci ha impressionato il paesaggio, il cibo, l’organizzazione e la cultura del luogo, ma ciò che ci ha toccati maggiormente è stato il calore umano nell’incontrarci già all’aeroporto. Queste persone aperte, socievoli e attente, hanno contribuito a non far sentire la mancanza dei miei cari e sono riusciti in modo stupendo ad ospitarci nelle diverse famiglie e farci visitare la città nei suoi angoli turistici. Un momento speciale è l’aver partecipato alla liturgia della domenica e poi alla serata organizzata per la celebrazione del decimo anno dell’associazione “Podul” (Il Ponte) nata per sostenere i progetti che si realizzano, tramite le suore di Costanza, a Oituz e non solo, dove abbiamo presentato anche noi un breve programma artistico. Non sono mancate alcune provocazioni. La più significativa per me è stata quella di dover parlare due o tre lingue straniere. Ho affrontato questa fatica molto volentieri perché desideravo conoscere il più possibile questi nostri benefattori. Sinceramente non immaginavo che la vita potesse avere anche questo volto, quello della solidarietà vissuta così, nella fedeltà, dedizione e creatività. Questa esperienza mi ha molto cambiata. Sento di avere più fiducia in me stessa, che esiste in me un potenziale. Sono più ottimista e desiderosa di continuare ciò che ho iniziato e che mi sono proposta. Dorina 27 Semi di Comunione Argentina Carissimi amici, è una gioia per tutti noi del centro ricreativo “Rincon de la amistad”, continuare la comunicazione e l’amicizia. Siamo felici di comunicarvi che quest’anno celebriamo i primi 15 anni del nostro centro. Quindici anni pieni di permanenti sfide per sostenere questo spazio con dinamismo e gioia, con l’unico scopo che le nostre bambine, bambini e adolescenti si sentano amati, accolti, ogni volta che entrano in questo luogo. In questi giorni ci siamo riuniti come équipe per organizzare questo anniversario e, nel confronto tra di noi, apparivano nomi, volti concreti di bambine, bambini, adolescenti che sono passati in questa casa, molti dei quali adesso hanno già formato la loro famiglia. Questo ci ha resi coscienti di quanta vita ha dato e continua a dare questo nostro caro “Rincon de la amistad”. Questa data ci riempie il cuore di gioia e ci stimola a continuare a investire nella cura della vita e ci permette di riscoprire che vale la pena cercare il bene comune. Realizzare le piccole cose di ogni giorno come i giochi, la merenda, le varie attività di appoggio educativo, ci richiede sforzo, mezzi, ma la gioia di vederli crescere sani e in amicizia, è la miglior ricompensa. Vogliamo ringraziare oggi e sempre tutti quelli che ci appoggiano, non solo economicamente, ma anche con l’affetto e la vicinanza e ci aiutano ad aprire ogni pomeriggio le nostre porte per dare e ricevere affetto. Grazie per l’appoggio incondizionato di sempre. Hna Viviana y equipo del Rincón de la amistad 28 Semi di Comunione Brasile VITA AL CECOM La nostra Missione nel Cecom continua con il desiderio di: “Valorizzare e riscattare la vita delle famiglie povere, privileggiando i bambini e gli adolescenti, risvegliando i valori cristiani, etici e morali, sviluppando il pieno esercizio della cittadinanza”. Ecco la fotografia del Cecom in questo momento: •Scuola Com. Fede e Speranza (100 bambini – 4 sezioni) •Scuola Com. S. Sebastiano (100 bambini – 4 sezioni) •Nucleo Suor Amelia (50 bambini 6-12anni) •Nucleo Speranza per il Futuro (50 bambini 6-12anni) •Nucleo di Sostegno Scolastico Suor Anita con attività di sostegno, educative e ricreative •Tre Biblioteche comunitarie per incentivare alla lettura (aperte anche alla comunità locale) •Circoli di lettura, L’ora del racconto - Dinamiche di gruppo - Drammatizzazioni - Valigia volante... (per attività in scuole, piazze per invogliare a leggere) •Alfabetizzazione di giovani e adulti •Attività di Artigianato, parrucchiere, panettiere, sport, cultura Tutto questo è possibile grazie alla vostra generosa collaborazione, al vostro interesse e al vostro amore per noi: GRAZIE! Un grazie grande che vorremmo dire a tutti voi, amici italiani, perchè ci volete bene e ci aiutate a crescere felici. Gli abitanti del CECOM 29 Semi di Comunione Repubblica Democratica del Congo Una nuova comunità a Plateau de Batéké Dopo 8 mesi di vita e di lavoro, la nuova comunità di Plateau de Batéké ha un po’ per volta trovato il suo ritmo e organizzato le sue giornate. Alle ore di formazione, per le giovani che qui vivono una prima esperienza comunitaria a contatto con una comunità di suore, si alternano tempi di lavoro nei campi, insieme alle suore e ai contadini, per dissodare, piantare, togliere l’erba e raccogliere. Nell’ambito del progetto agricolo che avevamo presentato nel precedete numero di Incontro Amici, sono stati dissodati e messi a coltura 8 ettari di terreno: 3 per la manioca, 2 per il mais e 3 per le arachidi. I contadini del luogo, oltre al lavoro, condividono volentieri con le suore il frutto della loro esperienza: essendo del posto sanno dare consigli utili sui tempi giusti per arare o piantare, sul tipo di sementi da utilizzare, sulla frequenza delle piogge, ecc. Essendo un terreno incolto, sebbene fertile, richiede un lungo processo di preparazione, prima di poter essere utilizzato come campo agricolo, ma dopo giorni e mesi di intenso lavoro e attesa, poterne raccogliere i frutti è gioia grande per le 2 suore e le 6 giovani che stanno vivendo quest’esperienza comunitaria, come pure per i contadini che, organizzati in squadre, hanno periodicamente lavorato in questi campi, che hanno dato loro l'occasione di avere, oltre al salario, anche la possibilità di acquistare i prodotti di base per la loro alimentazione a un prezzo contenuto. È bello constatare anche la collaborazione e gli scambi che stanno nascendo tra le 3 comunità di suore presenti in loco e la gente dei villaggi circostanti, nel comune tentativo di trarre frutti buoni da una terra senz’altro generosa, ma che va lavorata con pazienza e tanto sudore, anche perché la maggior parte del lavoro è fatto tutto a mano e a forza di braccia. 30 Semi di Comunione Cameroun A scuola nonostante tutto! Quest’anno, l’aiuto che abbiamo voluto offrire alle scuole primarie di Mora e Salak in Camerun, non è stato soltanto un sostegno a distanza fatto di libri, quaderni, iscrizioni scolastiche per chi, pur volendolo, non aveva la possibilità di pagarsi la quota scolastica, ma è stato anche e prima di tutto un sostegno fatto di vicinanza d’animo e d’incoraggiamento ad andare avanti, nonostante tutto! I numeri degli alunni iscritti nelle 3 scuole di cui si occupano le nostre suore (1 nella parrocchia di Mora e 2 nella parrocchia di Salak) hanno continuato ad essere alti, come pure la percentuale degli alunni promossi e il numero dei ragazzi che hanno finito il ciclo delle primarie e a settembre inizieranno la scuola secondaria. Tuttavia la situazione sociale e le condizioni esterne che hanno accompagnato l’anno scolastico non sono state certo tra le più favorevoli. Gruppi fondamentalisti islamici, provenienti dalla vicina Nigeria, hanno continuato a attaccare villaggi, fare agguati sulle strade e portare via giovani per addestrarli come loro combattenti. Al tempo stesso, le strade e i quartieri delle cittadine brulicavano di rifugiati provenienti dalla Nigeria e di sfollati che fuggivano dai villaggi di frontiera. Mentre a Mora si era stanziata anche una guarnigione dell’esercito del Ciad che era venuto a dare man forte all’esercito camerunese nella lotta contro i Boko Haram. E in questo stato di confusione e di insicurezza generalizzato i bambini e i ragazzi hanno continuato ad andare a scuola! Magari incrociando una colonna di blindati o raccogliendo per strada notizie di un villaggio che era stato incendiato nella notte! In alcuni momenti più critici o quando si aveva sentore di possibili attentati, la nostra scuola di Mora, come pure altre in zona, è stata sorvegliata e protetta dai soldati e anche gli esami finali dell’anno scolastico si sono svolti sotto il controllo dei militari. Ma su tutto, così come dice la nostra suor Marie, che con suor Berthe, ha continuato a far funzionare la scuola primaria di Mora: “Ha vinto la voglia di andare avanti e di crescere, di poter condurre una vita che sa di normalità e costruire qualcosa di migliore per il futuro”. Anche le comunità cristiane, pur sentendosi minacciate, hanno ritrovato nuovo vigore, acquistando anche una dose supplementare di coraggio che le ha spinte a riunirsi e a sostenersi maggiormente per consolidarsi nella fede, ben sapendo che a causa di essa un cristiano poteva anche perdere la vita. 31 «Camminate con coraggio sulla via della santità». San Giovanni Paolo II Congrega zione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo - 12100 Cuneo - corso Giovanni XXIII, 17 Tel: 0171.692269 - Fax: 0171.67319 - E-mail: [email protected] Sito internet: w w w.suoresangiuseppecuneo.it D.Lgs. 196/2003 PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI • Informiamo i lettori che i loro dati personali sono utilizzati esclusivamente per l’invio del nostro periodico. Tali dati sono trattati con la massima riservatezza e non vengono ceduti per nessun motivo a terzi. In ogni momento si potrà richiederne la consultazione, l’aggiornamento, la cancellazione. • La Direzione del periodico ha cercato di rintracciare tutti i detentori dei diritti dei materiali pubblicati. Ci scusiamo se qualcuno ha da lamentarsi per l’edizione di qualche immagine. Restiamo comunque a disposizione di chiunque non siamo riusciti a contattare per soddisfare eventuali richieste in materia di tutela della privacy. Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 e 3 - CB-NO/CUNEO INCONTRO AMICI Anno 62 n. 2/2015 - Direttore Responsabile: Don Antonio Gandolfo Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)