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Passi di santità - Suore San Giuseppe Cuneo

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Passi di santità - Suore San Giuseppe Cuneo
Periodico della Congregazione
delle Suore di San Giuseppe di Cuneo
Settembre 2015 n. 2
n
o
t
c
n
I ro Amici
Passi di santità
Editoriale
Passi di santità
Sommario
Editoriale
Spiritualità
Chiamati alla santità
Notizie storiche
Passi di santità
p. 2
p. 3
p.5
Attualità
Spiritualità del quotidianop. 8
Testimonianze
Vivere la santità
nel quotidiano
Vivere la santità
come laica consacrata
Camminiamo insieme
Passi di santità
durante 60 anni
Quanti passi di bene...
p. 9
p. 9
p. 10
p. 11
p.12
Notizie
...dalle nostre comunità
Giubilei di professione
Festa a Stella Mattutina
Seminario
Latino Americano
Un'occasione
formidabile
Giornata di famiglia
in Congo
Un anno di missione
in Camerun
p. 14
p. 17
p. 19
p.20
p.21
p.22
Spazio giovani
Comunità
intercongregazionale... p. 23
Camminando insieme
ai giovani di Rio Bonito p.24
Una settimana fantasticap.24
Risonanze
p.25
Appuntamenti
p. 26
Semi di Comunione
Progetti 2015
p. 27
2
P
apa Francesco, nell’udienza generale del 19 novembre
2014, ha parlato della vocazione che accomuna tutti i cristiani: quella alla santità, un dono che viene offerto a tutti,
nessuno escluso. Ma come realizzare questa vocazione?
Innanzitutto dobbiamo avere ben presente che la santità
non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo noi
con le nostre qualità e le nostre capacità. La santità è un
dono, è il dono che il Signore Gesù offre a tutti, nessuno
escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni
cristiano. Tutto questo ci fa comprendere che, per essere
santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi… Tutti siamo chiamati a diventare santi! La santità
è qualcosa di grande, di profondo, che ci dà Dio. Anzi, è
proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni
e nello stato di vita in cui si trova. Tanti piccoli passi verso
la santità! Ogni passo verso la santità ci renderà delle persone migliori, libere dall’egoismo e dalla chiusura in noi
stessi, aperte ai fratelli e alle loro necessità.
Accogliamo questo invito con gioia, e sosteniamoci gli uni
gli altri, perché il cammino verso la santità non si percorre
da soli, ognuno per conto proprio non può farlo, ma si percorre insieme, in quell’unico corpo che è la Chiesa, amata
e resa santa dal Signore Gesù Cristo. Andiamo avanti con
coraggio in questa strada della santità e lasciamoci afferrare dalle esperienze di vita che ci vengono proposte in
questo numero di Incontro Amici.
L’équipe della comunicazione
'
Spiritualita
CHIAMATI ALLA SANTITÀ
Il Signore Dio rivolgendosi a Mosè, parecchi secoli prima dell’incarnazione di Gesù,
gli disse: “Parla a tutta la comunità degli
israeliti e dì loro:
Siate santi perché io, il Signore vostro
Dio, sono santo” (Lv.19,2).
Oggi Papa Francesco, come successore
di Pietro, a cui il Signore Gesù ha affidato
il compito di confermare nelle fede i fratelli, ci offre un condensato di ‘inviti alla
santità’ rivolgendosi a tutti e dedicando
in particolare un anno alla Vita Consacrata e alla Famiglia e indicendo il ‘Giubileo straordinario della Misericordia’. Il
Papa ci richiama in continuazione ad una
vita ‘santa’ usando termini a noi più vicini e comprensibili il cui significato è proprio ‘tendere alla santità’, come: “seguire
Gesù nell’adesione piena al suo Vangelo
e nel servizio alla Chiesa, accogliere nel
nostro cuore lo Spirito Santo che ci rende
testimoni di amore e di misericordia…”.
Il Papa instancabilmente traccia per noi
‘vie’ secondo il vangelo, valide, costruttive e salvifiche per tutti. Ne richiamiamo
alcune.
L’esortazione Apostolica ‘Evangelii Gaudium’ inizia proprio affermando che “La
gioia del Vangelo riempie il cuore e la
vita di
coloro che si incontrano con Gesù.
Chi si lascia salvare da Lui è liberato
dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto
interiore, dall’isolamento. Con Gesù
Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. E cosa può essere una ‘vita santa’ se non poter vivere nella gioia per
aver trovato senso e pienezza nell’incontro con la Persona che ci ha amato
fino a dare la sua vita per noi?
Papa Francesco aggiunge ancora:
“Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo o
situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso
il suo incontro personale con Gesù Cristo
o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui… Non c’è motivo
per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui perché nessuno è
escluso dalla gioia portata dal Signore”.
Nella sua ‘Lettera Apostolica ai Consacrati’ Papa Francesco indica tre obiettivi
dei quali il secondo è
“vivere il presente con passione”
Egli ricorda che “per i Fondatori la regola
in assoluto è stata il Vangelo e ogni altra
regola vuole essere soltanto strumento
per viverlo in pienezza. L’ideale è Cristo,
aderire a Lui interamente, fino a poter dire
con Paolo: Per me vivere è Cristo. I voti
hanno senso soltanto per attuare questo
appassionato amore”.
La ‘santità’ cos’altro è se non avere “davvero Gesù come primo ed unico amore,
imparare da Lui come amare, mettersi a
servizio dell’umanità, divenire esperti di
comunione”?
Tutte le espressioni che il nostro Papa ha
avuto nei confronti della Famiglia sono di
3
'
Spiritualita
stima per la sua realtà più vera e d’incoraggiamento a viverne appieno la vocazione specifica. È bellissimo che la pone
come punto di riferimento della ‘Giornata
mondiale delle comunicazioni sociali’ per
dire che “la famiglia è il primo luogo dove
impariamo a comunicare
già fin dal seno materno, in un dialogo che
si intreccia con il linguaggio del corpo”.
La famiglia “è un grembo fatto di persone
diverse in relazione”; è il “contesto in cui
si trasmette quella forma fondamentale
di comunicazione che è la preghiera”. La
famiglia, nelle sue “fragilità e conflitti, è
scuola di perdono”, è il “motore della società e della Chiesa, Prima scuola di vita,
di libertà e di pace, di convivenza umana e
di fratellanza”.
Se il nostro Dio è il Dio della vita, Trinitario
e Comunione in se stesso, se Gesù ha riassunto nell’unico comandamento dell’amore tutta la Legge e i Profeti, queste parole
del Papa sono chiaramente un invito a volare alto, a tendere ‘alla santità’ nell’amore
quotidiano.
Papa Francesco non ha paura ad usare ter-
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mini densi ed impegnativi per richiamare
al nostro sguardo
la misericordia del Padre
di cui “Gesù è il volto”. Nella Bolla di Indizione dell’Anno Santo della Misericordia,
‘Misericordiae Vultus’, ci invita ad “annunciare al mondo il Vangelo in modo nuovo”
e salvifico, ad avere la “spiritualità del Samaritano”, ad imparare da Gesù e dal Padre suo e nostro ad “essere pazienti e misericordiosi, capaci di perdono e di amore
reciproco”.
Se ‘santità’ significa ‘separazione’, presa di distanza dal peccato, le vie che in
questo anno Papa Francesco ci indica
possono davvero condurci ad attraversare la ‘Porta della Misericordia del Padre’,
a “sperimentare il suo amore che consola,
perdona e infonde speranza”.
Così avvenga a quanti desiderano una vita
più piena di senso e di amore. “Maria,
Madre della Misericordia, con la dolcezza
del suo sguardo ci accompagni in questo
Anno Santo perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio”.
A cura di Suor Irene Botasso
Notizie storiche
PASSI di SANTITÀ
- Alcune ‘figure’ di Suore di S. Giuseppe Se guardo al passato della mia Congregazione, il primo
sentimento che provo è la gratitudine
per “l’azione di Dio
e del suo Spirito,
per le persone che
ha chiamato alla sequela ravvicinata di
Cristo”.
Parlando di ‘vocazione alla santità’ mi
piace passeggiare
nel grande campo
di Dio, esageratamente abbondante di fiori e di frutti, e
cogliere qua e là, tra le mie consorelle
ora nella gioia eterna, qualche sfumatura
di luce che ci incoraggi a porre i nostri
passi sulla via della verità e della vita,
dietro Gesù.
Gli archivi della Congregazione delle
Suore di S. Giuseppe conservano un foglio, ormai ingiallito dal tempo, che ha
come titolo
“I nostri modelli”
e che inizia dicendo: “Sempre cara è la
memoria delle nostre amate Suore Anziane le quali, lasciando esempi di virtù
durante la loro vita, ora dal cielo ci guardano e ci proteggono animandoci alla
pratica… ognuna benedicendo e confortando”. In questo foglio si fa memoria
di cinque suore, vissute prima del 1900,
tracciando di ciascuna qualche breve ed
essenziale pennellata.
Suor Benedetta Canale, nativa di Peveragno e lì sepolta nel 1871, era “un’umile
suora conversa e tale si teneva con vero
spirito di fede; per trent’anni disimpegnò
con amore a Dio il suo dovere di cuciniera, cantiniera e anche portinaia. Soffrì per
due anni i dolori del cancro che sopportò
con edificante rassegnazione… e gli ultimi suoi momenti furono di Paradiso, da
lei tanto desiderato”.
Se dai frutti si riconosce l’albero, si può
dire che Suor Benedetta faceva parte dei
‘puri di cuore’ che sono “beati perché
vedono Dio” (Mt.5,8).
Di Suor Maddalena Longo parlarono
le ‘venerande anziane’ a Suor Zita Lingua quando entrò in Congregazione
nel 1873, tramandando fatti particolari
che “davano splendida prova della sua
obbedienza”. Si diceva infatti che Suor
Maddalena “era un perfetto model-
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Notizie storiche
era convinta di aver posseduto
una santa, molto cara alla SS.
Vergine e a S. Giuseppe”.
Suor Pacifica aveva imparato a
“rimanere nell’amore di Dio”,
a lui unita come un tralcio alla
vite e “Dio era rimasto in lei”
(Gv.15) rendendola sua discepola fedele.
lo di obbedienza…”. Per lei, come per Gesù
(Gv.4,34), fare la volontà del Padre e compiere
la missione affidatale, erano “suo cibo”.
Nativa di Boschi/Alessandria, morì a soli 29 anni
nel 1862; è nel numero delle trenta suore defunte tumulate nella Cappella di Via Barbaroux,
la prima Casa Madre della Congregazione e traslate nel 1866 nel Cimitero pubblico della Città.
Suor Pacifica Conti, nata a Carpi Modenese e
deceduta a 61 anni nel 1872, era “sacrestana
e lasciò esempi di virtù nell’osservanza della S.
Regola e nell’esercizio dell’umiltà. Aveva una
grande unione con Dio… la preghiera era la sua
invisibile compagna, conforto e confidenza nella bontà del Signore e nel suo amore… Quando
la morte la colse all’improvviso, come lei stessa
aveva previsto otto giorni prima, la Comunità
6
“La buona Assistente Suor
Metilde Viglione” è la 2° Superiora generale della Congregazione, succedendo a Madre S.
Giuseppe Stecchini (dal 1840 al
1854) e poi a Madre Geltrude
Dutto (dal 1866 al 1872). Venne ricordata a lungo dopo la
sua morte, avvenuta nel 1877.
Era ritenuta un “esempio di
umiltà, dolcezza, carità; si segnalava per la sua pietà e silenzio, racchiudendo nell’abituale
raccoglimento l’amore di Dio
e del prossimo. Era la Santa
Regola vivente!”. Madre Concetta scriverà più tardi: “Con
Suor Metilde camminavano in
casa l’allegrezza, la saggezza,
la semplicità e la bontà. In lei si
coglieva qualcosa di ‘speciale’
che faceva pensare alla grazia
con cui Dio circondava la sua
anima”.
S. Giovanni, nel suo Vangelo,
riporta le parole di Gesù che
dicono: “Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio
lo amerà e verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”
(Gv.14,23). Vivendo di Dio Suor
Metilde è diventata sua dimora
e la sua testimone.
Notizie storiche
Suor Clara Merlati, di Castelletto Stura, morì a 64 anni nel 1890. Le sue brevi
‘Memorie’ furono stese da Mons. Can.
Giovanni Maria Silvestro, Vicario Moniale, il quale annotò che Sr. Clara era
un “tesoro nascosto per il suo spirito di
unione con Dio, per la sua umiltà e delicata carità verso le consorelle. Teneva
celate le sue origini di famiglia distinta e
si dedicava con amore ai servizi più umili,
curando in particolare la povertà. Sacrestana e dispensiera della biancheria, era
anche un’abile maestra di ago. Per le sue
reali doti venne eletta Consigliera generale”.
In Gesù, Suor Clara aveva trovato il suo
vero ‘tesoro’ e lì era il suo cuore (Mt.6,21).
Facciamo ancora un ‘passo’ oltre questa aiuola di fiori, così generosi di profumo e colore, e fermiamo il nostro
sguardo su Suor Camilla Arò che è stata
ricordata come una persona ‘particolare’, una ‘santa’ nel senso un po’ eccezionale della parola.
Tratteggiando il suo profilo, Madre Cecilia Mollo (Superiora generale dal 1904
al 1919), scrive: “Era nata a Fossano e
sebbene di un anno più giovane di sua
sorella Maddalena (diventata Suor Emiliana) la precedette in Congregazione.
Fu Direttrice per 16 anni all’Ospizio Cronici di Cuneo e Assistente generale della Congregazione per 14 anni. Era una
religiosa molto fedele alla sua consacrazione e di una rettitudine a tutta prova
nei confronti di Dio, di se stessa, dei superiori e del prossimo. Viveva una pietà
intensa e profonda, una carità senza limiti ed eccezioni. Era voce comune delle
consorelle, testimoni oculari, che l’umile
e carismatica suora ogni venerdì soffrisse
i dolori della Passione di Gesù: restava
fuori dei sensi, immobile, totalmente assente dalle ore 15 alle 18 circa. Fu vera
madre per le sorelle che l’amarono e
piansero sinceramente quando morì, a
soli 54 anni, il 5 marzo 1914”.
Le sue ‘Memorie’ riportano ancora: “Ha
donato il suo amore sincero non solo
all’interno della Congregazione ma
ovunque attorno a lei; tutti sanno in quale conto era tenuta dall’Amministrazione
dell’Ospizio dei Cronici e dagli anziani
ricoverati che andavano orgogliosi di
averla avuta tenera madre più che superiora; la tenevano in ‘grande venerazione’ perché con venerazione si sentivano
da lei trattati… Suor Camilla infatti vedeva in ognuno il volto di Gesù”.
Questa cara Suora ha vissuto la Parola
di Gesù: “Tutto quello che avete fatto a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me” (Mt.25,40).
La santità può essere un grande faro
chiamato a rischiarare la via ai fratelli,
o anche un raggio quasi nascosto dalla
quotidianità: sempre però sgorga dall’amore che Dio ci dona e che, accolto nel
nostro cuore, diventa un fiume di acqua
viva o un grande albero capace di accogliere l’altro e farlo diventare ‘prossimo’.
La preghiera di queste nostre sorelle
che hanno compiuto i ‘loro passi’ sulla via della santità, ci aiuti a proseguire
sul nostro cammino con Gesù e crescere nell’amore per Dio e per i fratelli così
che anche a noi un giorno venga detto:
“Venite benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi
fin dalla creazione del mondo perché ho
avuto fame e mi avete dato da mangiare…” (Mt.25,34).
Suor Irene Botasso
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'
Attualita
SPIRITUALITÀ DEL QUOTIDIANO
La Scrittura ci introduce al legame con Dio
e alla possibilità di intravederne la presenza
raccontando storie di
uomini e di donne che
ne hanno percepito la
promessa attraversando le cose di ogni giorno.
E che dire dei 30 anni
vissuti da Gesù a Nazareth, nel silenzio e
nel
nascondimento,
nell’apprendimento
quotidiano delle cose
umane? E ancora, che cosa sono le parabole evangeliche se non la manifestazione visibile e sonora di come Gesù impari
a riconoscere l’agire del Padre suo nelle
cose che vede, che tocca, che gusta, che
vive sulla propria pelle?
La differenza del cristianesimo e della sua
spiritualità si raccoglie tutta qui: l’incarnazione garantisce e testimonia che per
incontrare Dio non solo non si deve uscire dai contorni delle cose umane, ma è
necessario attraversarle fino in fondo, imparando da ciò che si patisce – direbbe la
lettera agli Ebrei!
Per questo la spiritualità cristiana non
può che essere spiritualità del quotidiano
preso sul serio, nella sua dignità e profondità, una spiritualità che non sopporta
di identificare Dio con l’ambiguità delle
magie e i rumori assordanti di fatti o presunte rivelazioni sconvolgenti, ma che si
rallegra di imparare ogni giorno, come
un duro lavoro, a scorgere la sua benedizione là dove l’umano viene faticosamente custodito, salvaguardato, condivi-
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so. Senza la storia, le cose, il mondo, gli
affetti, neppure Dio avrebbe parole per
costruire un legame salvifico con noi. E
noi, d’altra parte, rischieremmo di continuare a pensare che Dio sia da un’altra
parte rispetto a ciò che viviamo, votando
il quotidiano alla superficialità e all’insignificanza.
E se lo Spirito di Gesù ci fosse dato proprio per fare questa ordinaria opera di
saldatura tra la concretezza delle cose
e il soffio di Dio che le tiene in vita? Ci
guadagneremmo tutti, al di là delle solite ideologie o delle contrapposizioni tra
credenti e non, per il semplice fatto che
il Vangelo osa iniziare con un Dio che nasce dal grembo di una donna per concludersi con la promessa aperta della risurrezione dei corpi, affinché nulla di ciò che
è profondamente umano vada perduto.
Questa è spiritualità del quotidiano, l’unica che il cristianesimo conosce, in grado
di salvare il mondo rendendolo abitabile.
Per ogni uomo.
Don Gianluca Zurra
Testimonianze
VIVERE LA SANTITÀ NEL QUOTIDIANO
Santità: una parola che mi ha sempre affascinato, ma se penso alla concretezza della
mia vita, a quanti sbagli, quante cadute,
quante arrabbiature, posso dire al massimo che cerco di vivere la santità nel quotidiano e che continuamente devo confidare
nella misericordia e nella pazienza di Dio.
Lavoro come insegnante, una missione impegnativa e bellissima. Ogni giorno incontro ragazzi a volte loquaci e allegri, altre
volte chiusi in problemi più grandi di loro;
colleghi con tante “cose da fare”; genitori
bisognosi di essere ascoltati e io sono lì, di
corsa come tutti, con montagne di compiti
da correggere, il programma da finire, le
gite da organizzare, le formalità da sbrigare e il dispiacere per non avere le energie
e il tempo per dedicarmi ad ogni persona
con l’attenzione che vorrei.
Non so dire cosa traspaia di me, da quel
sorriso che ho sulle labbra e nel cuore, da
quella pace che desidero portare ovunque:
in famiglia, a scuola, con agli amici, in parrocchia o nei luoghi di passaggio dal treno
al supermercato. Questo nostro mondo ha
un disperato bisogno di Dio, di felicità e
di santità ma allo stesso tempo ne ha una
paura folle, paura del sacrificio che potrebbe comportare, paura del giudizio, paura
di perdere la libertà. Ci vuole tanta, tanta
preghiera per riconoscere dietro a una risposta sgarbata, a un’apatia indifferente,
a una presa in giro, quel grido disperato
dell’uomo che cerca Amore, quell’Amore
paziente, costante, fedele, quell’Amore
che si chiama Dio.
Cercare di vivere la santità è amare e lasciarsi amare nelle piccole cose, qui ed
ora. È “spezzarsi” per l’altro, prendersi
cura dell’altro, sparire per l’altro e pregare,
pregare tanto perché solo nella relazione
con Dio scopriamo davvero chi siamo e
come possiamo davvero essere felici, cioè
santi!
Vivere così richiede un’enorme quantità di
energie, ma è meraviglioso!
Rossana
VIVERE LA SANTITÀ COME LAICA CONSACRATA
Tutto è cominciato con un sentimento che ho sempre avuto
e sentito come un forte invito
di Dio nel mio cuore, che mi
chiedeva di dedicarmi di più
alla preghiera ed impegnarmi
maggiormente nella parrocchia e con il prossimo. Siccome
sono sempre stata devota di san
Giuseppe, perché era un uomo
semplice e umile, ho cominciato
ad interessarmi della congregazione delle Suore di San Giuseppe, cercando di parlare di più
con le suore. E così mi sono appassionata sempre più del loro
carisma e ho preso esempio dal-
9
Testimonianze
le loro attitudini. In seguito ho scoperto
in me il desiderio di far parte, come laica,
di questo ambiente religioso e che questa
era proprio la mia vocazione. È stato meraviglioso il giorno in cui ho pronunciato
il mio sì a Dio nella mia parrocchia, alla
presenza delle suore, della mia famiglia e
dei parrocchiani. Sento che farei tutto di
nuovo. Tutto il cammino fatto per prepararmi è stato nuovo e innovatore per me.
Ho avuto qualche difficoltà ad assimilare
alcune informazioni, ma le sto approfondendo con il tempo e con le esperienze
della vita. I momenti di preghiera, i ritiri,
gli incontri fatti sono indimenticabili per
me.
Sono sempre stata una persona felice, ma
mi sento ancora più felice dopo il mio sì
al Signore. Dopo questo primo anno di
cammino, mi sento più salda nella mia
vocazione e più sicura della scelta fatta.
Ho rinnovato questa mia consacrazione
durante l’assemblea delle delegazioni del
Brasile e dell’Argentina. Ho provato molta
gioia nel poter nuovamente dire il mio sì
al Signore. So che di fronte alle difficoltà
che mi si presentano, alcune volte sbaglio, ma sono certa che posso imparare
anche da queste, perché con la forza e la
fede in Dio riusciamo a raggiungere anche l’impossibile.
Vorrei anche ringraziare per l’affetto e l’attenzione ricevuta dalle suore di San Giuseppe. Ringrazio il Signore per la loro vita,
la loro testimonianza e per la gioia che Lui
mi ha dato di essere una laica consacrata del Piccolo Disegno. Chiedo a Lui per
tutte noi tanta sapienza e tanta capacità
di amare.
“Fiquem com Deus e um forte abraço!
(Arrivederci e un forte abbraccio)
Márcia Pereira Mendes
CAMMINIAMO INSIEME
"Siamo una coppia di sposi ‘da poco’ e il
nostro cammino è ancora ben lontano dalla Santità. Pregare con la Parola di Dio è
ciò che ci mantiene sulla strada per camminare senza oltrepassare quella linea di
mezzeria che, se superata, ci fa sbandare
rischiando brutti incidenti. Questa linea, a
volte continua, a volte a tratti, altre a linea
doppia, consente che il nostro cammino
sia diretto alla corsia di Gesù.
Le nostre giornate non sono sempre così
tranquille e capita che la stanchezza, dovuta
al lavoro, ai vari impegni e alla comodità, ci
renda difficile attingere alla sorgente della
Parola con costanza; questi sono giorni in
cui la linea è tratteggiata. Sapendo queste
nostre debolezze, il Signore ha messo delle ‘aree di sosta vigilata’ che ci permettono
di rinsaldarci alla fonte facendo il pieno di
energie per poter proseguire il cammino in
modo che la linea tratteggiata diventi continua e successivamente doppia. La nostra
10
linea continua è l'eucarestia domenicale, la
doppia sono i percorsi condivisi con altre
coppie nella comunità della Sorgente e in
un gruppo famiglia parrocchiale.
Ogni nostro cammino ha come fondamento la Parola, la condivisione e la testimonianza di uomini e donne di Dio e sante
coppie... alcune ancora viventi.
Tutto questo non vuole sviare i vostri pensieri, non siamo la coppia perfetta, anzi siamo una coppia come tante, con momenti
in cui volano o vorremmo far volare i piatti,
ma come dice Papa Francesco "Litigate
quanto volete, se volano i piatti lasciateli
volare, ma non finite mai la giornata senza
fare pace." In effetti, il sonno, dopo aver
fatto pace, è più ristoratore.
In conclusione... cerchiamo di vivere la
quotidianità nella semplicità e di aumentare giorno dopo giorno il nostro Noi a discapito del nostro io."
Una coppia di Sposi in cammino
Testimonianze
PASSI DI SANTITÀ DURANTE 60 ANNI
Quando si leggono memorie di
santi, quasi sempre appaiono
fatti straordinari, miracoli, gesti
eroici. Domenica 14 giugno ho
letto negli occhi degli ospiti disabili, passati a Stella Mattutina
durante questo pezzo di storia,
ricordi di santità ordinaria, quotidiana, che hanno segnato la
vita di questi piccoli.
Mi sono emozionata ad ascoltare T. che con gli occhi lucidi
ricordava Suor Pia, cieca e anziana, che metteva la sua mano
sulla testa e gli diceva: “Come
sei cresciuto! Come sei diventato bello! Immagino sarai anche
bravo. Sai, mi riconosceva dal rumore dei
passi e dalla voce”.
Ho ascoltato con stupore D. e M. che si
raccontavano l’un l’altro gli anni trascorsi all’Istituto: “Ti ricordi come ci volevano
bene le Suore? Erano sempre con noi, ci
portavano a passeggio e a fare delle belle
gite”.
Un’educatrice che ha lavorato diversi anni,
esprimeva la sua riconoscenza per tutto
quello che le suore avevano trasmesso:
“Ci sentivamo in famiglia, a casa.” Poi
aggiungeva: “Certo noi passavamo poche ore con questi ragazzi, ma loro giorno e notte. Veramente c’era solo amore e
dono”.
Gli abbracci, la ricerca tra la gente della
suora che era stata educatrice durante
quegli anni, la gioia di essere riconosciuto
e chiamato per nome.
È santità questa? Sì, è la santità delle piccole cose, del quotidiano, della vita nascosta ma completamente donata a chi
non conta, non fa storia, non incide con
grandi successi. È santità nascosta perché
molte volte non registrata nelle cronache,
vissuta come cosa normale perché un
bambino, un disabile, hanno bisogno solo
di essere amati.
Nel momento della comunione, durante
la Messa, ho ancora osservato un gesto,
segno di qualcosa di vissuto: M. si teneva
stretta alle mani di Suor V. come due amiche con cui si è fatto un pezzo di strada.
Quella “comunione con Gesù” mi ha parlato veramente di “comunione con i piccoli”, fatta di gesti di accoglienza, di cura,
di affetto, di rispetto.
Per me la celebrazione dei 60 anni del Villaggio della carità, è stata un invito a vivere, nel concreto della mia vita, una santità
ordinaria, semplice ma fatta di cuore, di
affetto, di attenzioni, soprattutto a chi vive
nelle periferie della storia.
Una santità che oggi siamo chiamate a
coltivare in modo diverso, come presenza di comunione, ascolto, condivisione,
sostegno e collaborazione all’interno del
Villaggio della carità accanto agli anziani
del Soggiorno Cuore Immacolato, alle
famiglie dell’associazione Papa Giovanni, alla comunità Emanuele, ai disabili e
alle loro famiglie che si avvicinano per la
catechesi. Una piccola presenza di santità
11
Testimonianze
quotidiana insieme a fratelli e sorelle che vivono
un servizio ai poveri e
piccoli della storia.
Grazie a tante sorelle,
piccole e grandi sante,
che hanno vissuto, donato, costruito nella vita
di tanti ragazzi e ragazze,
l’esperienza dell’amore
di Dio.
Suor Rosa Porello
QUANTI PASSI DI BENE: UN VIAGGIO INDIMENTICABILE
La nostalgia é come una bevanda amara,
ma che lascia un gusto dolce in bocca.
É ciò che non ti fa dimenticare, ti disorienta, ti fa soffrire, ma crea un ponte tra qua
e là.
Spesso mi sento debole e fragile a perdermi tra i miei ricordi e la mia malinconia,
ma allo stesso tempo forte perché come
diceva Goethe: "Sapere che da qualche
parte c'è qualcuno da cui ti senti compreso, malgrado i desideri e i sentimenti inespressi, fa di questa terra un giardino"...
e Berazategui, otto mesi fa, é diventato il
mio.
Quando ho deciso di partire, ancora non
sapevo che mi stava aspettando una città
immensa fuori dall'aeroporto di Buenos
Aires, piena di bellezze, ma anche di contraddizioni tutte da scoprire. Piccole case
ai bordi di grandi strade, automobili vecchie, un'aria che profuma di diverso, colori e volti nuovi, bambini che giocano nella "calle" (per la strada), quartieri poveri
che si alternano a quartieri dove la vita è
meno faticosa.
Ricordo ancora quel 26 ottobre, giorno
in cui sono atterrata all'aeroporto e ad
aspettarmi c'era suor Renza con un fo-
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gliettino piccolissimo con scritto il mio
nome...proprio come nei film.
Ero emozionata e ricordo quel viaggio in
“remis”, un taxi alternativo argentino, che mi ha portato fino a quella che sarebbe
stata la mia casa per sei mesi.
Berazategui è una città nella provincia di
Buenos Aires, dove la violenza e la droga
sembrano essere gli unici modi per farsi
sentire in un mondo che sembra essere indifferente a ogni cosa.
Ed è lì che suor Renza Bono, coordinatrice
di alcuni hogar (case famiglie), insegna a
delle adolescenti a sognare, perché i sogni
sono l'energia, la nostra forza motrice, il
traguardo a cui ambiamo, quello che ci costringe a lottare per raggiungere il nostro
orizzonte.
Mi ricordo la fatica dei primi giorni, quando
le ragazze dell'hogar mi parlavano in spagnolo e le mie risposte erano solo " Sì, sì",
la pazienza di grandi e piccoli a ripetere 80
volte le stesse cose, il tempo impiegato a
capire come donare il mio amore, e quanto
sia stato difficile scontrarsi con una realtà e
non capirla. Mi ricordo come il mio sguardo in quei mesi sia cambiato: nei primi
giorni era uno sguardo che giudicava stili
di vita, per me incomprensibili, come se la
Testimonianze
mia mentalità fosse quella giusta, ma con
il tempo i miei occhi verso quelle persone,
quelle case così diverse, sono cambiati..
non erano più i poveri, ma erano diventati i
miei vicini di casa, la mia gente. E pian piano, abituandomi, ho cercato di trasformare
la diversità da ostacolo a fonte di arricchimento. Mi ricordo tutti i bimbi di Ezpeleta
che alla mattina mi aspettavano alla porta
e quando arrivavo mi correvano incontro,
chiedendomi di giocare. È indimenticabile,
dopo averlo percepito, il sapore dell'ingiustizia. Mi ricordo di quanto sia stato faticoso essere la fortunata e di quante volte mi
son chiesta perché io sì e loro no?
Mi ricordo di tutte le domande che si affollavano nella mia mente e a cui non trovavo
risposta, di cose a cui non ho trovato un
senso fino alla sera della partenza.
Quasi come se in quei mesi ogni incontro, ogni persona, ogni chiacchierata, ogni
sguardo mi avessero dato un pezzettino
di puzzle, che avrei capito solo una volta
concluso.
E il senso l'ho trovato quell'ultima sera in
cui mangiando asado (carne alla brace) tutti insieme, ho iniziato a piangere perché il
giorno dopo avrei dovuto lasciare persone
che da estranei erano diventati una famiglia.
Mi ricordo quel giorno in cui con aria di
sfida una bambina mi ha chiesto che cosa
ci facevo lì se avevo la mamma, il papà e
una casa. Mi aveva spiazzato, lasciandomi
in quel silenzio imbarazzato che era durato
pochi secondi, ma sembrava un'eternità.
Non che non sapessi rispondere, ma la
mia risposta era valida per me e non so se
avrebbe soddisfatto gli altri. Per loro era
incomprensibile che una ragazza europea
lasciasse la sua famiglia, i suoi amici e la
sua città per vivere sei mesi in un "hogar"
con ragazze adolescenti con situazioni famigliari molto complesse.
Alcune volte aiuta toccare con mano la
propria fortuna, non per cancellarla, ma
per esserne consapevoli e iniziare realmente ad avvalorarla. Solo chi viaggia
può capire cosa significa lasciare tutto dietro le proprie spalle e guardare fisso l’orizzonte: una paura dolce, il desiderio di
conoscere, di incontrare, di spendere del
tempo per gli altri, di vivere. Partire è una
sfida, ma anche un atto di fiducia che sta
nell'abbandonare la tua quotidianità per
poi riprenderla sei mesi dopo, quando sicuramente sia tu che lei sarete cambiati.
È indescrivibile quel momento in cui, atterrata a Torino, ho rivisto i miei e abbracciandoli, incredula, mi son detta: "Son
proprio tornata".
Tornare non è mai facile, disorienta, ma fortifica perché quando ti renderai conto di quanto è
stata riempita quella valigia sarai
felice, anche se l'unica cosa che
rimane di tutti quei mesi sono
i ricordi, parole dell'anima che
non conoscono la distanza.
Ora posso dire che quel 26 ottobre era il giorno giusto per
andare e che quel 24 aprile era
quello giusto per tornare, più
consapevole e con occhi diversi.
Lucia Testa
13
Notizie
... DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ITALIA
GIUBILEI DI PROFESSIONE
Ricordare e scrivere per DIRE GRAZIE
Nell’agosto 2012 ci siamo messe in stato di
pellegrinaggio verso il nostro giubileo di professione religiosa del 2015. Chissà se ci sarebbe stato donato di celebrarlo insieme a
Cuneo?
Abbiamo concordato di lasciarci ritmare
dal Canto: "Cosa renderti, come offrirmi a
Te,come dirti il mio GRAZIE, non ho nulla, Tu
lo sai, non ho altro che la mia povertà: Padre
accettala, Padre accoglila nel Tuo pane, con
Gesù". Abbiamo dedicato il primo anno alla
cura dell’incontro con Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre: una
grata memoria della Sua chiamata a seguirlo
nel Piccolo Disegno. Il secondo anno è stato rivolto allo Spirito Santo, alla Sua presenza santificatrice all’interno della comunità dei
discepoli di Cristo: una raccolta di segni di
speranza. Il 3° anno, orientato al Padre, voleva dilatare i nostri orizzonti nella prospettiva
di Gesù stesso: pellegrine con Lui e con molti
fratelli e sorelle verso la casa del Padre, vivere
questo tempo come un atto di lode al Padre,
che in Cristo ci ha benedette e associate alla
14
missione di comunione.
Le Massime 1 – 4, di padre Médaille, nostro
fondatore, sono state il filo che ci teneva in
cordata.
Un pellegrinaggio accompagnate da Maria,
da Giuseppe, dalla grande famiglia che è la
Chiesa e, in essa, dalla nostra cara Congregazione.
Il giorno 16, di ogni mese, abbiamo mantenuto un appuntamento costante: lungo tutta la giornata, da Cuneo, dal Brasile, dalla
Calabria, da Roma partivano preghiere per il
bene di tutte. Si cercava di lasciar risuonare
in noi la Parola del Signore, nel più profondo della verità di noi stesse, là dove abitano
gioie, speranze, chiusure e paure, raccogliendo con più frutto l’impronta deposta dal divino
parlare. Un messaggio, un saluto, un promemoria hanno contribuito a far crescere in modo
tangibile il vincolo della comunione e della fraternità.
In questo clima, feriale e festivo ad un tempo, abbiamo percorso celermente il cammino
e siamo state colte di sorpresa, come da una
carezza davvero amorevole, quando abbiamo
saputo che la data della festa della Santissima
Trinità coincideva con quella fissata per la celebrazione dei giubilei dell’anno.
Nel mistero di Dio Amore, il Padre e il Figlio
e lo Spirito Santo, non solo hanno chiuso un
occhio sulla nostra preparazione ancora traballante, ma hanno prodigato attraverso le Sorelle
e i Parenti gioia e bellezza, musica, canti e fiori;
scritti, auguri, abbracci, dolci, pranzo e tanta
fraternità: una festa unica di ringraziamento, di
misericordia, di fiducia. La meta che abbiamo
raggiunto è stata molto viva e vivificante, molto partecipata, molto regalata; un viatico per
il resto del pellegrinaggio che intraprendiamo
verso la Meta e che si fa ormai più breve.
Notizie
Nella preparazione prossima siamo
state accompagnate con soavità dalle nostre comunità di vita e questo
ci ha procurato un aumento di fede,
di gioia e di senso di responsabilità.
Madre M. Nives e le Sorelle del
Governo generale ci hanno aiutate prendendoci come per mano e
conducendoci con la proposta di un
ritiro spirituale straordinario, la celebrazione di una preghiera prefestiva
molto in sintonia con l’anno dedicato alla vita consacrata e con il dono
della benedizione apostolica di Papa
Francesco "affinché ciascuna continui a corrispondere alla sua vocazione con crescente fedeltà e intima
letizia nell’orante dedizione a Dio e
alla Chiesa".
Ci resta pure nel cuore e continua
a ‘mormorare’ in noi la preghiera di sant’Anselmo, che il Vescovo,
Monsignor Giuseppe Cavallotto, ha
condiviso a conclusione dell’omelia: "Che io ti cerchi desiderandoti,
che io ti desideri cercandoti, che io
ti trovi amandoti, che io ti ami trovandoti".
Terminata la celebrazione è stato
bellissimo prendere coscienza che
all’alba della nostra vita in Congregazione siamo state nutrite con una
preghiera di fede suggerita da padre
Médaille: "Sia benedetta la Santissima Trinità: Dio Padre che mi ha creata, Dio Figlio che mi ha redenta, Dio
Spirito Santo che mi ha chiamata alla
vita religiosa e che sempre mi assiste
con la sua grazia".
La nostra preghiera continua, a
nome di tutte e per tutti, insieme ad
un grandissimo GRAZIE.
Suor Gemma Gondolo con
suor Orsolina, suor Giacomina M.,
suor Alda, suor Esterina M.
e suor Annarina
Nel 50° anno di Professione sento di ringraziare così:
Mettermi in ginocchio con gioia e fare memoria della fedeltà dell’Amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Mettermi in ginocchio in adorazione profonda a Gesù Eucaristia, pane del cielo, pane del cammino che mi ha nutrita,
Mettermi in ginocchio per accogliere, nel silenzio colmo di
stupore, la presenza del Signore, che anima e ordina la trama della mia vita.
Mettermi in ginocchio per domandare perdono: dove,
quando, come non ho amato. È rimediare, oggi, le lacune e
i vuoti del passato.
Mettermi in ginocchio per entrare, con ammirazione, nel mistero della madre Chiesa e della sua comunione con tutta
la famiglia umana.
Mettermi in ginocchio per onorare la mia Famiglia religiosa
e ringraziare per tutto l’amore che da essa ho ricevuto.
Mettermi in ginocchio per ricompensare le Comunità, le sorelle tutte, che hanno partecipato in vari modi, con la preghiera, lo scritto e la presenza, al mio giubileo.
Mettermi in ginocchio per la gratitudine nei confronti delle
mie Superiore, che hanno guidato e mediato, con tanta dedizione, sacrificio e bontà, il mio cammino spirituale.
Mettermi in ginocchio per supplicare il Signore affinché visiti la mia Congregazione, arricchendola di nuove vocazioni.
Mettermi in ginocchio per dare libertà ai sentimenti e visitare, con la preghiera, le tante persone incontrate e con cui
ho condiviso il dono delle fede.
Mettermi in ginocchio per ricordare le tante sorelle conosciute, dalle quali ho ricevuto molto, e che ora sono tornate
alla casa del Padre.
Mettermi in ginocchio per dire il mio affetto ai cari calabresi.
Con loro sono felice di aver ricevuto molto di più di quanto
ho dato.
Mettermi in ginocchio davanti a Dio Trinità, con miei familiari e parenti, perché sono parte di loro.
Mettermi in ginocchio e amare Maria che sempre mi conduce a Gesù, Parola di verità.
Mettermi in ginocchio con l’intima partecipazione ai cristiani perseguitati e martiri di oggi. La loro fede, il loro amore e
la loro speranza dilati il regno di Dio.
Mettermi in ginocchio nell’attesa di vedere il Volto, amato
e tanto desiderato, del Signore crocifisso e risorto; per entrare e partecipare al banchetto delle “nozze dell’Agnello”.
Amen!
Suor Annarina
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Notizie
Grazie!
Questo è il sentimento che abita il mio cuore in questa circostanza.
Sessant’anni di Professione Religiosa! Sono
tanti, non mi sembra vero, sono passati veloci…
Vorrei esprimere il mio grazie nella forma del
salmo 136, adattata al momento che vivo.
“Lodo il Signore perché è buono, perché
eterna è la sua misericordia.”
Lodo il Signore perché mi ha dato una famiglia profondamente cristiana, nella quale
ho imparato ad amarlo. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha fatto incontrare persone che mi hanno
aiutata a capire quanto è importante giocare
la vita per Lui. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha chiamata a seguirlo nella vita consacrata nella Congregazione delle Suore di
san Giuseppe. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha offerto la possibilità di incontrare e
conoscere tante persone: piccoli, giovani,
adulti, anziani. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha dato delle superiore sagge e lungimiranti che mi hanno espresso fiducia e sostenuta. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha donato delle sorelle con le quali ho
condiviso gioie e dolori, fatiche e speranze.
Eterna è la sua misericordia.
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Mi ha concesso la forza di accogliere e svolgere dei mandati
che io credevo superiori alle mie
capacità. Eterna è la sua misericordia.
Mi ha perdonata infinite volte.
Eterna è la sua misericordia.
Mi dà la grazia di vivere l’anno
della vita consacrata. Eterna è la
sua misericordia.
Mi invita, tramite papa Francesco, a vivere il passato con gratitudine, il presente con passione,
il futuro con speranza. Eterna è la
sua misericordia.
Con papa Francesco ripeto:
“Grazie Gesù perché la tua misericordia è senza limiti e la misura del tuo
amore è senza misura”.
Grazie!
Suor Augustina Brignone
Il nostro grazie a tutti…
Dell’anno di professione 1945 siamo rimaste in due per festeggiare i 70 anni. Davvero, dopo tutti questi anni, possiamo dire:
“Grandi cose ha fatto in noi l’Onnipotente e
santo è il suo nome”. Con gioia ringraziamo
il Signore per la grandezza della sua chiamata, che comprenderemo solo in cielo, e per
i tanti doni che in questi anni ci ha elargito.
Ringraziamo le sorelle della Congregazione
con le quali in certi periodi abbiamo fatto
insieme un tratto di cammino in comunità.
Ci fa piacere pensare a questi passi di missione dove con la fatica c’era sempre la gioia di essere di Dio e di lavorare per la sua
gloria. Non ci resta che attendere, vivendo
in Dio e piacendo a Lui.
San Giuseppe che ci ha custodite, come ha
fatto con Gesù e Maria, continui a proteggere la nostra Congregazione che porta il
suo nome. Ci auguriamo che torni ad avere
vocazioni.
Suor Genoveffa e suor Mariangela
Notizie
FESTA A STELLA MATTUTINA
La festa del 14 giugno per i 60 anni
di Stella Mattutina,
alla quale ho partecipato, prima come
membro del comitato e poi come invitato, ha smosso in
me alcune piacevoli
emozioni che condivido volentieri.
Per prima cosa voglio
precisare che, pur
abitando a pochissimi km dall’Istituto
Stella Mattutina, non
ne avevo quasi mai
sentito parlare, se
non che era stato il posto di lavoro di una allora giovincella che dopo diventò mia moglie.
Mi sono così ritrovato a dover “costruire” un
video, anzi due, di una storia della quale conoscevo poco o nulla.
Di li a poco, casa mia è stata invasa da foto di
alunni, insegnanti, psicologi, dottori, suore,
educatori e educatrici, obiettori, giardinieri,
cuoche e di tanti tanti volontari che, per tutti
quegli anni hanno lavorato e aiutato in quella
realtà.
E così, mentre passava il tempo e sul mio
desktop scorrevano le fotografie, piano piano ho cominciato a sentirmi parte di loro: mi
sono emozionato, a volte ho riso, spesso mi
sono stupito e, in molti casi, meravigliato.
Ho visto le sale di rotazione, le palestre di
vita, le suore in tuta da ginnastica che facevano psicomotricità agli allievi; ho visto le feste,
i giochi di gruppo, le gite in montagna, le abbuffate; ho visto le bande musicali, gli alpini
che si prodigavano, le Messe in cortile, ma
soprattutto ho visto tutte quelle faccine degli alunni che mi guardavano dritte nei miei
occhi.
Di lì in avanti, tutto il lavoro che il video richiedeva, è stato un susseguirsi di emozioni
e, nei miei limiti, ho cercato di dare il massimo, perché ho sentito che a quei bambini lo
dovevo!!!
Meo Macario
Nel corso degli anni a Stella Mattutina furono istituite 5 classi per bimbi normodotati in
cui erano inseriti ragazzi diversamente abili.
Ho avuto la fortuna di far frequentare questa
scuola a mio figlio.
Domenica 14 giugno è stato veramente emozionante rivederci, genitori, alunni, suore, dipendenti, accorsi da ogni parte della provincia ed anche oltre. La gioia che ho provato è
stata grandissima. GRAZIE, Stella Mattutina,
per tutto il bene diffuso.
Mimma
Stella Mattutina, villaggio nato per la carità,
per l’attenzione verso gli ultimi, è cresciuto,
si è evoluto e si è adattato durante gli anni
ai cambiamenti della società. Oggi prosegue
la propria missione grazie alla collaborazione
della Congregazione delle Suore di San Giuseppe con la Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, l’Associazione “Papa Giovanni
XXIII”, la Comunità “Emmanuele” e gli Uffici
Pastorali diocesani.
Significativa testimonianza delle opere di
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Notizie
bene compiute dalle Suore di San Giuseppe
in questi anni è stata la numerosa partecipazione al pomeriggio di incontro. È stato molto
bello il clima di amicizia e semplicità durante
la visione delle testimonianze fotografiche,
la Santa Messa all’aperto, concelebrata da
molti sacerdoti, e il momento di rinfresco che
mi ha dato la possibilità di incontrare molte
persone.
Alessandro Daniele
La celebrazione del 60° di Stella Mattutina
è stata vissuta con intensità, coinvolgimento
e gioia sia dal "Villaggio Istituto Stella Mattutina" del tempo, come da "Stella Mattutina Villaggio della Carità" di oggi. Vi hanno
contribuito con una ammirevole dedizione e
grande coinvolgimento personale sia il Comitato della festa composto, oltre che dalle
suore, da "ex" insegnanti – educatori –segretario – obiettori - amici di Stella Mattutina, sia
le entità attuali del Villaggio.
Stella Mattutina di oggi siamo noi, abitanti del Villaggio della Carità, realtà diverse e
complementari, ognuna con la propria fisionomia e missione specifica, ma con un obiettivo di fondo che le accomuna: servire Gesù
nei fratelli più deboli ed emarginati.
Lo abbiamo espresso in modo personale e
creativo nel simbolo che ciascuna realtà ha
portato all'altare prima della Celebrazione
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eucaristica: una pianta singolare che rappresentava in modo significativo un vissuto importante della comunità, ed un breve messaggio di accompagnamento che lo rendeva
leggibile per l’assemblea.
Nel luogo della celebrazione si respirava
un’atmosfera di comunione, di gioia, di festa,
di gratitudine: i fiori offerti da vicini di casa ai
piedi dell’altare, la catena multicolore con le
firme di ogni persona presente unita ad un luminoso sole con i nomi dei defunti a noi cari,
da ricordare nella Messa, i canti gioiosi ed
appropriati eseguiti con vivacità e solennità
dalla Corale di S. Rocco C., la partecipazione di molti allo svolgersi della celebrazione
ed il coinvolgimento di tutti con lo sguardo,
la parola, il canto, il gesto..., grazie anche
al celebrante principale , il Vicario generale
don Gianni Riberi, che ha saputo entrare nel
cuore di tutti con parole semplici, sobrie, ma
calde ed entusiasmanti.
La parola che più sgorga dal cuore di tutti è:
GRAZIE!
Le suore di Stella Mattutina
Sono tanti i ricordi che conservo vivi nel cuore del tempo trascorso come insegnante
dal 1969 al 1972. Allora ero una maestra ‘in
erba’, con tanta buona volontà, ma nessuna
esperienza. A Stella Mattutina ho incontrato
un team di suore molto aperte e collaborative che mi hanno accolto come amica e mi
hanno ‘formata’ dandomi una base solida
sulla quale ho sviluppato le mie successive esperienze scolastiche. Serbo un ricordo
speciale del direttore e psicologo don Attilio
Giribaldi e dei corsi di aggiornamento, a fine
agosto, che mi arricchivano di strumenti e conoscenze pedagogico-didattiche utili a svolgere al meglio il mio compito di insegnante
e di educatrice.
Con infinita gratitudine ringrazio le suore
della congregazione di San Giuseppe per il
grande impegno di carità e per aver organizzato una festa così toccante.
Franca Ramero
Notizie
AMERICA LATINA
SEMINARIO LATINO AMERICANO
Dal 13 al 25 aprile, in
Messico, abbiamo partecipato al 6º incontro delle suore di San Giuseppe
dell’America Latina e desideriamo condividere la
nostra esperienza.
Eravamo 60 suore di San
Giuseppe, provenienti da
diversi paesi dell´America
Latina.
Il tema che ci ha illuminate
ed accompagnate é stato
"Come coltivare oggi il
carisma di comunione".
Suor Pegy, che ha curato
l’animazione del Seminario, ci ha presentato il tema dell’esperienza
mistico-spirituale e ci ha aiutate a prendere coscienza che tutte siamo chiamate a
coltivare una vita mistica. Lo stesso Padre
Médaille ci ha parlato della mistica del servizio, mistica di prossimità agli altri; la sfida
consiste nell’esperienza del mistero, nella
sintesi quotidiana di preghiera personale,
comunitaria e nell’azione concreta verso gli
altri.
Il nostro lavoro di suore di
San
Giuseppe
ci chiama a vivere un servizio
di amore. Così,
pur nella difficoltà delle diverse
lingue e culture,
abbiamo preso
alcune massime,
le abbiamo lette
e nel silenzio le
abbiamo lasciate
risuonare in noi
per accogliere la novità
che portano come risposta alla nostra ricerca.
Leggere le massime con
uno sguardo Trinitario ci
ha fatto riscoprire che la
nostra è una spiritualità
trinitaria. Siamo chiamate a consacrarci a questo
Dio che, nel suo essere
più profondo, è relazione e ci ha fatto comprendere che il grande amore di Dio si realizza nella
qualità delle relazioni
che riusciamo a creare,
vivere, potenziare.
La nostra vocazione come creature richiede
spogliamento: è il nostro ‘niente mistico’.
Siamo colmate nella misura in cui ci tuffiamo nell’abbondanza di Dio. L’annientamento porta in sè la potenza dell’amore. Dio si
nasconde nell’essere umano. È lo stesso Dio
che si nasconde in Gesù e nell’Eucarestia.
La nostra vocazione esige distacco. Siamo
distaccate dal risultato del nostro lavoro, da
ogni cosa che potremmo reclamare come
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Notizie
nostro. Siamo strumenti scelti da Dio affinché il suo progetto di amore si comunichi nel
mondo attraverso la nostra fragilità. Così in
Dio siamo capaci di portare avanti la missione della duplice unione totale, riconoscendo
la nostra debolezza. Siamo totalmente dipendenti dalla grazia di Dio. Così crediamo
e agiamo con fiducia.
Sono stati giorni intensi di scambio, di approfondimento, di preghiera, di celebrazione, di memoria e di intensa comunione
con le altre congregazioni di San Giuseppe
dell’America Latina. Tutte siamo ritornate
nelle nostre comunità con nuovo e rinnovato
vigore, in fedeltà al carisma che ci invita a vivere la comunione dove il Signore ci chiama
con sfide e appelli che animano e rinnovano la speranza e la passione per il Regno,
appoggiandoci nella forza e attualità della
nostra spiritualità.
Cariños para todas
Hna Viviana, Isabel e suor Annaclara
AFRICA
UN'OCCASIONE FORMIDABILE!
Con grande gioia condivido
l'esperienza vissuta durante il mio soggiono in Italia: a
Roma e a Cuneo. Ringrazio di
vero cuore, prima di tutto il Signore, sorgente di ogni bene
che, per sua grande bontà, mi
ha permesso di fare e vivere
questa esperienza bella e ricca. Poi voglio ringraziare le
Superiore che mi hanno dato
fiducia, offrendomi l'occasione
di ritemprarmi nella vita spirituale, umana, intellettuale e culturale, dopo
quattro anni trascorsi nella casa di formazione, a servizio della tappa del Postulato. Le
nostre Costituzioni infatti ci offrono questa
opportunità: "È previsto per tutti i membri
dell'Istituto, nel tempo e nel modo più conveniente un anno di sosta dalla missione per
meglio ancorarci in Dio, unico necessario"
(Cost. 135). Sono molto riconoscente anche
per tutti i mezzi messi a mia disposizione, sia
materiali che spirituali.
Ritengo che questo periodo di approfondimento sia stato significativo e ricco per
molte ragioni che voglio elencare: i corsi
accademici al 'Claretianum', la formazione
dei formatori/trici all'Università Pontificia
salesiana, UPS, i convegni, le molte cele-
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brazioni, gli incontri, le visite ai
luoghi storici (Le Puy e Lyon) e
molte belle persone...! Mi viene proprio da esclamare: 'Gustate e vedete com'è buono il
Signore!' (dal salmo 33). Tutto
questo mi ha permesso di riscoprire non solo la centralità
del Cristo nella mia vocazione
e di consolidarla, ma anche di
rafforzare la mia identità come
suora di San Giuseppe, di rinnovare la gioia e la fedeltà del
mio impegno.
Le nostre Costituzioni sottolineano ancora:
"Formarsi continuamente significa crescere
nell'esperienza di Dio e dell'uomo per vivere in sempre più profonda comunione con la
Trinità e con gli uomini nella concreta storia
quotidiana ... accettando, nello stesso tempo, mediazioni umane e mezzi atti a stimolare il suo cammino" (Cost. 132).
I corsi di formazione sono stati per me un
grande aiuto per allargare le conoscenze
dello spirito e del cuore, dandomi una visione nuova per accompagnare le giovani
nel discernimento vocazionale, missione
tanto delicata quanto difficile. Inoltre questa esperienza mi ha permesso di raggiungere due obiettivi essenziali: prima di tutto
Notizie
dal punto di vista psicologico, attraverso
la rilettura della mia vita e della mia storia
alla luce della parola di Dio e del mistero
pasquale. Anche Papa Francesco, infatti,
nella sua lettera rivolta ai consacrati afferma:
"Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva la propria identità... narrare la propria storia è rendere lode a Dio e
ringraziarlo per tutti i suoi doni" (parte prima
n.1). In seguito, da punto di vista spirituale,
attraverso una sintesi finale, ho potuto dirigere il tutto verso la Croce di Gesù, centro
essenziale. Ho preso coscienza del senso re-
ale che Gesù dà alla mia vita e di quanto sia
amata, salvata e chiamata.
Facendo questa esperienza di essere amata
da Dio, in Gesù, sento che sarò maggiormente capace di aiutare gli altri a incontrare e conoscere Gesù, come la Samaritana.
Sono cosciente di aver ricevuto un buona
formazione, necessaria e solida, che mi aiuterà a vivere la mia vocazione e la missione
ricevuta da Dio, in modo convinto, responsabile e fedele.
Suor Georgine Tawaba Mamukwo
GIORNATA DI FAMIGLIA IN CONGO
Domenica 26 luglio, a
Kimwenza, nella casa
del noviziato, abbiamo vissuto la seconda ‘giornata di famiglia’ di quest’anno:
un incontro intercomunitario delle suore
di San Giuseppe di
Cuneo che vivono e
lavorano in Congo e
in Camerun, che precede sempre il corso
di esercizi spirituali.
In questa giornata abbiamo fatto insieme
una verifica dell’anno
per valutare come abbiamo cercato di vivere, nelle nostre comunità, gli Orientamenti
dell’ultima Assemblea della Delegazione
Africa dell’anno scorso.
Dopo i saluti e la preghiera iniziale, suor
Lucia Gallo che era presente all’incontro,
con l’aiuto di alcune immagini ha ripreso e
presentato gli Orientamenti della Triennale dell’anno scorso alla luce della lettera di
Papa Francesco ai Consacrati. Questi 2 documenti ci orientano verso lo stesso obiettivo, ci stimolano e ci invitano a andare in profondità per cogliere la bellezza della nostra
vita consacrata e le sfide che essa pone.
Il papa ci invita a domandarci se davvero ci
lasciamo interpellare dal Vangelo e come. Se
il Vangelo è veramente la nostra guida per la
vita di ogni giorno e per le scelte che siamo
chiamate a fare. Papa Francesco si augura
che “quest’anno dedicato alla vita religiosa
sia un’occasione anche per confessare con
umiltà, e insieme con grande confidenza in
Dio Amore, la propria fragilità e per viverla
come esperienza dell’amore misericordioso
del Signore”. Infine, hanno risuonato forti in
noi le parole del papa quando ci dice: “Troverete la vita dando la vita, la speranza dan-
21
Notizie
do speranza, l’amore amando”.
Nei mesi scorsi ogni comunità, a partire dagli obiettivi che ci eravamo proposte durante l’Assemblea dell’anno scorso, aveva fatto
una verifica del proprio vissuto a livello di
vita spirituale, di consacrazione, di comunità
e di servizio apostolico. Mettendo insieme
quant’è emerso dalla verifica ci siamo rese
conto dei passi in avanti che siamo riuscite
a compiere su alcuni aspetti della nostra vita
e abbiamo evidenziato i punti su cui dobbiamo maggiormente lavorare per fare meglio
e configurarci sempre di più a Cristo.
Dopo un prolungato momento di condivisione, suor Marthe, la delegata, ha richiamato
la nostra attenzione su alcune situazioni e
problematiche che toccano la nostra vita comunitaria e le nostre attività, mentre ha incoraggiato ogni sorella per l’impegno profuso
nel costante desiderio di fare meglio.
Finita la ‘giornata di famiglia’ abbiamo iniziato gli esercizi spirituali, facendo nostro l’invito che san Paolo rivolge ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù” (Fil 2,5).
Suor Sylvie Ngalumete
UN ANNO DI MISSIONE IN CAMERUN
“Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché eterno è il suo
amore” (Salmo 136). È
grazie alla presenza delle suore di San Giuseppe di Cuneo in Camerun che ho conosciuto la
grazia di andare in missione. È dalle 2h30 del
mattino del 22 ottobre
2014 che ho abbracciato questa nuova terra!
Sono arrivata a Salak dopo 2 giorni interi di
viaggio in autobus, accompagnata da suor
Marthe. Suor Astrid e il parroco sono venuti a
prenderci e la domenica successiva sono stata accolta e da tutta la comunità parrocchiale
di Salak con un caloroso « djabama », il saluto di benvenuto in lingua locale. In quel momento ho sentito in me una gioia profonda,
colpita dall’atteggiamento della gente che
mi veniva incontro con il sorriso e di buon
umore, come se non stessero affatto vivendo il dramma dei Boko-Haram, presenti nella regione dell’Estremo - nord del Camerun.
Questo è stato un grande incoraggiamento
per me. Col tempo ho capito che anche la
mia presenza qui, in questo tempo di guerra,
era un incoraggiamento e un sostegno per
la gente. In seguito ho potuto visitare i vari
settori della parrocchia e arrivare fino a Mora
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dove ci sono suor Marie
e suor Berthe.
In questa nuova missione ho conosciuto persone con culture, mentalità e lingue diverse, ma
tutte queste scoperte
mi arricchiscono e aiutano la mia missione.
In parrocchia c’è una
corale che esegue a turno canti nelle diverse lingue locali. Questo
mi aiuta ad accogliere e conoscere ciascuno
nella propria cultura. Sto imparando la lingua
locale e questo mi permette di entrare in dialogo con la gente, ascoltare e collaborare.
Conosco già anche qualche famiglia musulmana: sono accoglienti e semplici.
In questo primo anno ho lavorato in una classe della scuola primaria come assistente e
aiuto all’insegnate, questo mi ha permesso
di scoprire il sistema francese d’insegnamento e sono contenta.
Davanti alla minaccia dei Boko Haram all’inizio avevo paura, anche perché non avevo
ancora tutti i documenti in regola, cosa che,
in quel periodo di grande insicurezza, era obbligatoria per tutti al fine di farsi identificare.
Ciò che non ho perso, neanche in quel momento, è la fiducia perché avevo compreso
che la mia missione era quella di essere un
Spazio Giovani
segno di speranza e di conforto, di gioia e
d’incoraggiamento per tutti quelli che il Signore avrebbe messo sul nostro cammino.
In questi mesi ho vissuto delle belle relazioni
con i sacerdoti, i parrocchiani, la gente dei
quartieri, i bambini, i gruppi di donne della
parrocchia e i chierichetti con cui faccio regolarmente degli incontri di formazione.
Tuttavia il clima caldo ha messo a dura prova
le mie forze e spesso mi ha fatto ammalare.
Penso che dopo l’esperienza di questo caldo
estremo ogni altro clima sia normale!
Durante l’anno ho partecipato anche a momenti di formazione: giornate organizzate
dal vescovo della diocesi di Maroua-Mokolo
in occasione dell’anno della vita consacrata,
la sessione sulla contabilità a Yaoundé e poi
ho partecipato agli Esercizi spirituali dove ho
sperimentato ancora una volta tutto ciò che
Dio fa per noi e la gioia di credere in Gesù.
In ogni nuovo vissuto si fa l’esperienza del
positivo e del negativo; in tutto occorre pazienza, amore e fede. Per ciò che ho vissuto in questo anno non posso che ringraziare
le mie superiore che mi hanno permesso di
fare quest’esperienza. Concludendo vi invito
a pregare, con tutta la nostra diocesi, per la
pace. Ciao a tutti!
Suor Clementine Idi
COMUNITÀ INTERCONGREGAZIONALE SUORE DI S. GIUSEPPE
Il nostro lavoro con i giovani
La parrocchia di S. Antonio a Mojui dos Campos
ha una équipe costituita dal Parroco, dal diacono, da una suora di San Giuseppe e dai laici che
cercano di accompagnare la gioventù delle comunità perché possano vivere i valori cristiani, a
partire dal dono del Battesimo, con una generosa dedizione al servizio del regno di Dio. Nell’agosto del 2014 abbiamo realizzato una giornata
vocazionale in 4 punti, con momenti di preghiera, di riflessione, di lode, di drammatizzazioni e
gincana biblica. Ogni anno in Brasile, nel mese
di ottobre, si celebra la giornata nazionale della
Gioventù e noi realizziamo l’incontro giovani a
livello di regione, tra le parrocchie, con la partecipazione di oltre 600 giovani.
In alcune comunità c’è il gruppo giovanile che
si riunisce una volta alla settimana
per pregare, riflettere, condividere,
visitare altre comunità o gruppi. Nel
mese di maggio del 2015 abbiamo
realizzato un incontro di formazione
parrocchiale per i giovani che coordinano gruppi. In questo incontro è
stato presentato il progetto diocesano di formazione dei leader giovani
e si è organizzata la giornata vocazionale che si realizzerà nel mese di
agosto in tre località, per favorire la partecipazione dei giovani. Il 18 ottobre 2015 celebreremo la Giornata Nazionale della Gioventù con i
giovani della Parrocchia. Le suore che vivono
nella comunità di Boa Vista do Cuçari organizzano una volta all’anno un campo giovani
che inizia il venerdì e finisce la domenica con il
pranzo, proponendo diverse attività: preghiera,
riflessione, adorazione, drammatizzazioni, celebrazione eucaristica. Questo si prepara prima e
dopo si cerca di accompagnare le comunità per
vedere come camminano i giovani.
Comunità intercongregazionale
Suore di San Giuseppe
Boa Esperança – Santarém
Amazzonia
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Spazio Giovani
CAMMINANDO INSIEME AI GIOVANI
DI RIO BONITO DO IGUAÇU - BRASILE
Sono 23 anni che le suore di San Giuseppe
sono presenti in questa città dell’interno del
Paranà e, percorrendo il cammino della Provvidenza che ci ha chiamate in questo luogo,
si vede che un obiettivo della nostra presenza
sono i giovani che avevano e hanno bisogno
di essere accompagnati per non “perdersi”
in falsi valori e cammini di “morte”. La nostra
Diocesi di Guarapuava si preoccupa della gioventù e da 10 anni offre ai giovani una forte
esperienza di convivenza e di missione: la Missione Diocesana Giovanile (MDJ). Noi suore
ogni anno siamo coinvolte nella preparazione
e accompagniamo i giovani (sempre più di
120) per una settimana, nel mese di Gennaio,
in una parrocchia, per visitare le famiglie e benedirle, realizzare incontri con i ragazzi e offrire le celebrazioni della Parola. Nel 2016 e nel
2017 sarà la nostra parrocchia ad accogliere la
MDJ e con i giovani dei nostri gruppi già stiamo lavorando per organizzare l’arrivo di più
di 250 giovani della Diocesi che saranno accampati nelle varie cappelle della Parrocchia
e dovranno animare e visitare le 48 comunità
e le famiglie. La nostra presenza è molto intensa nell’accompagnamento della catechesi,
dai più piccoli fino a giovani della Cresima di
17/18 anni.
Per più di 110 giovani che nel mese di giugno
hanno ricevuto la Cresima, abbiamo realizzato
un incontro che li ha aiutati a pensare al loro
futuro e alla vocazione che ciascuno è chiamato a scoprire per dire il suo sì a Gesù, che per
tutti desidera una vita felice.
Inoltre per tutte le tappe del catechismo si è
organizzato un grande torneo sulla Bibbia diviso in 3 momenti, il primo è realizzato in tutte
le comunità, il secondo per comunità vicine, e
l’ultimo nella chiesa parrocchiale. È questo un
lavoro che sta richiedendo all’équipe di catechesi molta creatività e fantasia.
È stupendo vedere il desiderio di tutti: mamme, papà, laici, parroci, religiose/i, di rivelare il
volto bello della nostra Chiesa Cattolica.
Per noi suore è fondamentale lavorare in comunione con molte persone per aiutare i ragazzi, i giovani a vivere pienamente la loro vita
e aprirsi al dono di Dio, che continua a chiamare per “lavorare” nella sua messe.
Sono queste alcune attività che, con l’aiuto di
molti collaboratori, vicini e lontani, cerchiamo
di portare avanti in questo pezzetto di terra
brasiliana.
A tutti il nostro GRAZIE!
UNA SETTIMANA FANTASTICA
Semplicemente poche parole sulla fantastica settimana, vissuta
nel mese di Luglio, a conclusione del percorso fatto quest’anno da noi ragazze di terza media. Quando siamo arrivate a S.
Anna di Vinadio, non avevamo idea di cosa avremmo vissuto.
Nelle nostre giornate non sono mancati momenti di riflessione,
seguendo l’esempio dei discepoli di Emmaus, tramite cinque
parole simboliche: camminare, parlare, ascoltare, condividere
e testimoniare. In questo campo scuola abbiamo anche avuto
modo di conoscere come funziona realmente la vita di questo
luogo particolare e bello. Nel nostro piccolo abbiamo dato un
aiuto ai volontari che collaborano al miglioramento e funzionamento del santuario. È stata una bella esperienza perciò è da
rifare e condividere con altri ragazzi.
Il gruppo G.A.A.A.F.
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Suor Anna e suor Sandra
Spazio Giovani
RISONANZE
TORINO – Incontro con Papa Francesco
Che grande grazia è stata poter vivere la
giornata torinese con Papa Francesco, lo
scorso 21 giugno! Eravamo in migliaia e
migliaia ad aspettarlo in Piazza Vittorio, domenica mattina per la celebrazione della
Messa. Che bello … tutti lì, per accogliere
il Papa… ma tutti lì perché seguaci di quel
Gesù che ancora oggi continua a radunare
e chiamare a sé folle immense di persone,
di cuori affascinati da Lui… che ci mostra
come opera concretamente e come la Sua
Chiesa è viva.
Beatrice
20-21 giugno, due giorni bellissimi, di
grande ricchezza e di crescita. Due giorni
di riflessione e di condivisione dal titolo
"L'Amore più grande". La Sindone è stato
l'inizio di tutto, il trovarsi faccia a faccia con
la ‘prova’ concreta della sofferenza di Gesù
per noi, dell'amore più grande. Solo grazie
a questo Amore immenso di Gesù, che si
dona gratuitamente, il cuore dell'uomo può
cambiare.
Valentina
Il Papa in estrema sintesi (e un po' parafrasato) ci ha detto: "Vuoi essere felice? Ama,
vivi, servi! ... e non lamentiamoci per la situazione che c'è intorno... La situazione di
Torino nell'800, non era migliore di oggi,
anzi era decisamente peggiore, ma non ha
impedito a un don Bosco e a tanti altri di
fare quello che hanno fatto... Non lasciamoci rubare i nostri sogni!".
Rossana
ALPE PAPA GIOVANNI
In poche righe non si potranno mai descrivere le emozioni, le sensazioni, l’atmosfera,
l’amicizia, il cammino, la compagnia, i silenzi, le condivisioni, la crescita e tutto l’infinito
bagaglio di esperienze vissute che mi porto
dentro, tornando nella vita di tutti i giorni.
Il mio augurio: decidersi concretamente a
prendere in mano la vita e farne un capolavoro.
Davide L.
L'esperienza che ho vissuto quest'anno
all'Alpe di papa Giovanni a Limonetto (CN)
è stata davvero stupenda… straordinaria per
costruire un CAPOLAVORO!
Il Signore Gesù ha un sogno e un progetto
per ciascuno di noi, e ci invita ad affidare totalmente la nostra vita a Lui.
Cristian
Il week end all’Alpe di Papa Giovanni: una
breve pausa per fare il pieno, un grande
tempo di riflessione, vissuto insieme ad altri
giovani che, come me, sentono il bisogno
di entrare in contatto con quella Parola che
è Verità, per assaporare il gusto vero delle
cose. Grazie a tutti.
Davide S.
Alpe: che meravigliosa scoperta! Sono stati
giorni intensi e vivi. Staccare la spina per un
momento mi è stato di aiuto per ricaricarmi e per pormi ulteriori domande sulla mia
identità e sul modo di vivere la mia fede che
dopo questi tre giorni si è accresciuta e rafforzata!
Angy
CheRumoreFaLaFelicità. Il testo della canzone di Marco Mengoni “Esseri umani”, che ha
fatto da colonna sonora a questi tre giorni,
ci ha fatti andare in profondità, ricordandoci
di togliere la maschera e di guardare gli altri
al di là delle apparenze, credendo anche noi
nella bellezza della nostra umanità che Gesù
scelse per farsi uno con noi, senza scordare
l’Amore del Padre.
Benni
25
i
Appuntamenti
e
n
t
24 OTTOBRE: giornata di federazione organizzata dall’équipe giustizia e pace
Per i giovani: Settimana comunitaria (a La Sorgente dal 21 al 27 settembre)
Sole a mezzanotte (ogni 3° sabato sera del mese, dalle ore 20.45 Alle 0.30)
- 17 Ottobre "beato chi ascolta la parola di Dio"
- 21 Novembre "beato chi crede"
- Capodanno alternativo 31 dicembre "beato chi serve"
n
t
a
m
Carissimi laiche e laici del Piccolo Disegno, amici, collaboratori, sostenitori,
con gioia ci prepariamo a celebrare la seconda giornata di Famiglia per rinnovare l’amicizia, la conoscenza reciproca, aggiornarci circa lo sviluppo dei progetti di comunione
portati avanti nelle Missioni dalle nostre sorelle e da tanti collaboratori, grazie alla vostra
generosa solidarietà e partecipazione affettiva ed effettiva.
La caratteristica che vorremmo sottolineare in questa giornata è di aiutarci a scoprire che
il Piccolo Disegno che Padre Mèdaille ci ha lasciato in eredità, è perla preziosa, dono
di Dio per tutti, seme che, dopo tanto tempo, continua a far germogliare fiori e frutti,
continua a sorprenderci con novità che trovano terreno fertile nelle famiglie, nei giovani,
nella vita religiosa.
Ci sembra particolarmente interessante vivere questa giornata nel solco delle grandi
proposte che Papa Francesco ci offre: Sinodo della famiglia, anno della Vita Consacrata,
Giubileo della Misericordia. Il filo conduttore che attraversa questo percorso, è veramente nell’invito a vivere in comunione, per essere strumenti di misericordia nella storia
attuale per amarla e custodirla, per essere capaci di portare nelle periferie esistenziali
di questo nostro tempo, la presenza di un Dio che ha cura di tutti i suoi figli, soprattutto
dei più deboli e piccoli.
Siamo invitati a trovarci alla SORGENTE (via Lorenzo Bertano 19 - Cuneo)
DALLE ORE 9,30 ALLE 17
p
u
•ACCOGLIENZA
•PREGHIERA
• RIFLESSIONE E CONDIVISIONE SUL PICCOLO DISEGNO
•RISONANZE
• PRANZO – CONDIVISIONE
• PRESENTAZIONE DEI PROGETTI E TESTIMONIANZE
• CELEBRAZIONE DELL’EUCARESTIA
p
Per facilitare l’organizzazione della Giornata:
pranzo al sacco, qualche dolce da condividere, caffè offerto dalla casa.
A
Se considerate opportuno invitare nuovi amici, facciamo crescere la Famiglia del Piccolo
Disegno e ci sarà posto per tutti.
Per dubbi o informazioni, rivolgersi a suor Rosa Porello (3921373388) oppure alla Sorgente (0171 699497).
26
Semi di Comunione
PROGETTI 2015
I SEMI DI COMUNIONE
continuano a crescere grazie alla tua solidarietà:
Romania
Un’esperienza indimenticabile
In estate abbiamo avuto il piacere di visitare i nostri
sponsor della Svizzera. Fin dal nostro arrivo, il mio
cuore si è riempito di riconoscenza per le persone
che mi hanno offerto l’opportunità di fare questa
esperienza importante per la mia formazione umana. Ogni volta che incontro i miei amici, compagni di
questo viaggio, ci raccontiamo e riviviamo i momenti passati insieme a Basilea e che hanno contribuito
a legare di più il nostro piccolo gruppo di animatori.
Ci ha impressionato il paesaggio, il cibo, l’organizzazione e la cultura del luogo, ma ciò che ci ha toccati maggiormente è stato il calore umano nell’incontrarci già all’aeroporto. Queste persone aperte,
socievoli e attente, hanno contribuito a non far
sentire la mancanza dei miei cari e sono riusciti in
modo stupendo ad ospitarci nelle diverse famiglie e farci visitare la città nei suoi angoli turistici.
Un momento speciale è l’aver partecipato alla liturgia della domenica e poi alla serata organizzata per la celebrazione del decimo anno dell’associazione
“Podul” (Il Ponte) nata per sostenere i progetti che
si realizzano, tramite le suore di Costanza, a Oituz
e non solo, dove abbiamo presentato anche noi
un breve programma artistico. Non sono mancate
alcune provocazioni. La più significativa per me è
stata quella di dover parlare due o tre lingue straniere. Ho affrontato questa fatica molto volentieri
perché desideravo conoscere il più possibile questi
nostri benefattori. Sinceramente non immaginavo
che la vita potesse avere anche questo volto, quello della solidarietà vissuta così, nella fedeltà, dedizione e creatività. Questa esperienza mi ha molto
cambiata. Sento di avere più fiducia in me stessa,
che esiste in me un potenziale. Sono più ottimista
e desiderosa di continuare ciò che ho iniziato e che
mi sono proposta.
Dorina
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Semi di Comunione
Argentina
Carissimi amici,
è una gioia per tutti noi del
centro ricreativo “Rincon
de la amistad”, continuare
la comunicazione e l’amicizia.
Siamo felici di comunicarvi
che quest’anno celebriamo
i primi 15 anni del nostro
centro. Quindici anni pieni di permanenti sfide per
sostenere questo spazio
con dinamismo e gioia, con
l’unico scopo che le nostre
bambine, bambini e adolescenti si sentano amati, accolti, ogni volta che entrano in questo luogo.
In questi giorni ci siamo riuniti come équipe per
organizzare questo anniversario e, nel confronto tra di noi, apparivano nomi, volti concreti di
bambine, bambini, adolescenti che sono passati in questa casa, molti dei quali adesso hanno già formato la loro famiglia. Questo ci ha
resi coscienti di quanta vita ha dato e continua
a dare questo nostro caro “Rincon de la amistad”.
Questa data ci riempie il cuore di gioia e ci stimola a continuare a investire nella cura della
vita e ci permette di riscoprire che vale la pena cercare il bene
comune.
Realizzare le piccole cose di ogni giorno come i giochi, la merenda, le varie attività di appoggio educativo, ci richiede sforzo, mezzi, ma la gioia di vederli
crescere sani e in amicizia, è la miglior ricompensa.
Vogliamo ringraziare oggi e sempre tutti quelli che
ci appoggiano, non solo economicamente, ma anche con l’affetto e la vicinanza e ci aiutano ad aprire
ogni pomeriggio le nostre porte per dare e ricevere
affetto.
Grazie per l’appoggio incondizionato di sempre.
Hna Viviana y equipo del Rincón de la amistad
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Semi di Comunione
Brasile
VITA AL CECOM
La nostra Missione nel Cecom continua
con il desiderio di: “Valorizzare e riscattare la vita delle famiglie povere, privileggiando i bambini e gli adolescenti,
risvegliando i valori cristiani, etici e morali, sviluppando il pieno esercizio della
cittadinanza”.
Ecco la fotografia del Cecom in questo
momento:
•Scuola Com. Fede e Speranza (100 bambini – 4 sezioni)
•Scuola Com. S. Sebastiano (100 bambini – 4
sezioni)
•Nucleo Suor Amelia (50 bambini 6-12anni)
•Nucleo Speranza per il Futuro (50 bambini
6-12anni)
•Nucleo di Sostegno Scolastico Suor Anita
con attività di sostegno, educative e ricreative
•Tre Biblioteche comunitarie per incentivare
alla lettura (aperte anche alla comunità locale)
•Circoli di lettura, L’ora del racconto - Dinamiche di gruppo - Drammatizzazioni - Valigia volante... (per attività in scuole, piazze per invogliare a leggere)
•Alfabetizzazione di giovani e adulti
•Attività di Artigianato, parrucchiere, panettiere, sport, cultura
Tutto questo è possibile grazie alla vostra generosa collaborazione, al vostro interesse e al vostro amore per noi: GRAZIE! Un grazie grande che vorremmo dire a tutti
voi, amici italiani, perchè ci volete
bene e ci aiutate a crescere felici.
Gli abitanti del CECOM
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Semi di Comunione
Repubblica Democratica del Congo
Una nuova comunità a Plateau de Batéké
Dopo 8 mesi di vita e di lavoro, la nuova comunità di Plateau de Batéké ha un po’ per
volta trovato il suo ritmo e organizzato le sue giornate. Alle ore di formazione, per le
giovani che qui vivono una prima esperienza comunitaria a contatto con una comunità
di suore, si alternano tempi di lavoro nei campi, insieme alle suore e ai contadini, per
dissodare, piantare, togliere l’erba e raccogliere. Nell’ambito del progetto agricolo
che avevamo presentato nel precedete numero di Incontro Amici, sono stati dissodati
e messi a coltura 8 ettari di terreno: 3 per la manioca, 2 per il mais e 3 per le arachidi. I
contadini del luogo, oltre al lavoro, condividono volentieri con le suore il
frutto della loro esperienza: essendo del posto sanno dare consigli utili sui tempi giusti
per arare o piantare, sul tipo di sementi da
utilizzare, sulla frequenza delle piogge, ecc.
Essendo un terreno incolto, sebbene fertile,
richiede un lungo processo di preparazione,
prima di poter essere utilizzato come campo
agricolo, ma dopo giorni e mesi di intenso lavoro e attesa, poterne raccogliere i frutti è gioia grande per le 2 suore e le 6 giovani che stanno vivendo quest’esperienza
comunitaria, come pure per
i contadini che, organizzati
in squadre, hanno periodicamente lavorato in questi
campi, che hanno dato loro
l'occasione di avere, oltre
al salario, anche la possibilità di acquistare i prodotti
di base per la loro alimentazione a un prezzo contenuto. È bello constatare
anche la collaborazione e
gli scambi che stanno nascendo tra le 3 comunità
di suore presenti in loco
e la gente dei villaggi circostanti, nel comune tentativo di trarre frutti buoni
da una terra senz’altro generosa, ma che va lavorata con pazienza e
tanto sudore, anche perché la maggior parte del lavoro è fatto tutto a mano e a forza
di braccia.
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Semi di Comunione
Cameroun
A scuola nonostante tutto!
Quest’anno, l’aiuto che abbiamo voluto offrire alle scuole primarie di Mora e
Salak in Camerun, non è stato soltanto
un sostegno a distanza fatto di libri, quaderni, iscrizioni scolastiche per chi,
pur volendolo, non aveva la possibilità di pagarsi la quota scolastica,
ma è stato anche e prima di tutto
un sostegno fatto di vicinanza d’animo e d’incoraggiamento ad andare avanti, nonostante tutto!
I numeri degli alunni iscritti nelle 3
scuole di cui si occupano le nostre
suore (1 nella parrocchia di Mora
e 2 nella parrocchia di Salak) hanno continuato ad essere alti, come
pure la percentuale degli alunni
promossi e il numero dei ragazzi
che hanno finito il ciclo delle primarie e a settembre inizieranno la
scuola secondaria. Tuttavia la situazione sociale e le condizioni esterne che hanno
accompagnato l’anno scolastico non sono state certo tra le più favorevoli. Gruppi
fondamentalisti islamici, provenienti dalla vicina Nigeria, hanno continuato a attaccare villaggi, fare agguati sulle strade e portare via giovani per addestrarli come loro
combattenti. Al tempo stesso, le strade e i quartieri delle cittadine brulicavano di
rifugiati provenienti dalla Nigeria e di sfollati che fuggivano dai villaggi di frontiera.
Mentre a Mora si era stanziata anche una guarnigione dell’esercito del Ciad che era
venuto a dare man forte all’esercito camerunese nella lotta contro i Boko Haram.
E in questo stato di confusione e di insicurezza generalizzato i bambini e i ragazzi
hanno continuato ad andare a scuola! Magari incrociando una colonna di blindati o
raccogliendo per strada notizie di un villaggio che era stato incendiato nella notte!
In alcuni momenti più critici o quando si aveva sentore di possibili attentati, la nostra
scuola di Mora, come pure altre in zona, è stata sorvegliata e protetta dai soldati e
anche gli esami finali dell’anno scolastico si sono svolti sotto il controllo dei militari.
Ma su tutto, così come dice la nostra suor Marie, che con suor Berthe, ha continuato
a far funzionare la scuola primaria di Mora: “Ha vinto la voglia di andare avanti e di
crescere, di poter condurre una vita che sa di normalità e costruire qualcosa di migliore per il futuro”. Anche le comunità cristiane, pur sentendosi minacciate, hanno
ritrovato nuovo vigore, acquistando anche una dose supplementare di coraggio che
le ha spinte a riunirsi e a sostenersi maggiormente per consolidarsi nella fede, ben
sapendo che a causa di essa un cristiano poteva anche perdere la vita.
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«Camminate con coraggio
sulla via della santità».
San Giovanni Paolo II
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Tel: 0171.692269 - Fax: 0171.67319 - E-mail: [email protected]
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INCONTRO AMICI Anno 62 n. 2/2015 - Direttore Responsabile: Don Antonio Gandolfo
Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)
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