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LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Sibilla Aleramo, brano tratto da “Una donna” www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Elsa Morante, brano tratto da “Opere” «Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che algiusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare». www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Azar Nafisi, brano tratto da “Leggere Lolita a Teheran” Lasciai Teheran il 24 giugno 1997, per cercare quella luce verde in cui una volta aveva creduto anche Gatsby. Ora scrivo e insegno di nuovo, al settimo piano di un edificio in una città senza montagne, ma con sorgenti e cascate meravigliose. Insegno ancora Nabokov, James, Fitzgerald, Conrad e anche Iraj Pezeshkzad, autore di uno dei miei romanzi iraniani preferiti, "Mio zio Napoleone", e tutti gli altri che ho scoperto da quando sono arrivata negli Stati Uniti, come Zora Neale Hurtson e Orhan Pamuk. E adesso so che il mio mondo, come quello di Pnin, sarà sempre un "mondo portatile". Ho lasciato l'Iran, ma l'Iran on ha lasciato me. Da quando io e Bijan siamo partiti sembra che siano cambiate molte cose. Manna e tutte le altre donne camminano a testa alta, o quasi; il velo è sempre più colorato, la veste sempre più corta; adesso si truccano e passeggiano liberamente con altri uomini che non siano i fratelli, i padri o i mariti. Le retate, gli arresti e le esecuzioni pubbliche invece continuano. Eppure c'è una richiesta sempre più forte di libertà; apro il giornale e leggo delle manifestazioni studentesche a sostegno di un dissidente, condannato a morte per aver dichiarato che al clero non si dovrebbe obbedire ciecamente, come scimmie ammaestrate. Leggo le parole dei giovani studenti e degli ex rivoluzionari, gli slogan e le richieste di democrazia, e mi convinco ora più che mai che sarà proprio questo testardo desiderio di vita, libertà e ricerca della felicità dei giovani www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] iraniani di oggi, i figli della rivoluzione, insieme alla dolorosa autocritica degli ex rivoluzionari, a decidere del nostro futuro. Da quando ho lasciato l'Iran non ho più parlato con il mio mago, né gli ho scritto. Così mi ha chiesto di fare, e così ho fatto. La sua magia però è ormai parte della mia vita, al punto che a volte mi domando se sia esistito veramente, o se l'abbia inventato io. Oppure se sia stato lui a inventare me. Talvolta sul mio computer brillano come le lucciole dei messaggi di posta elettronica oppure ricevo lettere spedite da Teheran o Sydney; sono i miei ex studenti, che mi parlano delle loro vite e dei loro ricordi. So che Nassrin è arrivata sana e salva in Inghilterra. Non so però che cosa le sia successo dopo-‐ […] Anche Nima insegna. Lui, l'ho sempre pensato, è nato per fare questo mestiere. Continua a scrivere saggi brillanti e incompiuti su James, Nabokov e i suoi scrittori persiani preferiti, e a intrattenermi con storie e aneddoti deliziosi. Manna scrive poesie, e quando di recente le ho detto che volevo scrivere un epilogo per il mio libro ma non sapevo che dire su di le, mi ha mandato questo: www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] «Sono passati cinque anni, da quando tutto è cominciato in una stanza luminosa di nubi, dove leggevamo "Madame Bovary" e mangiavamo cioccolatini da un piatto rosso come il vino, tutti i giovedì mattina. Dell'implacabile monotonia della nostra vita quotidiana non è cambiato quasi nulla. Io invece sono cambiata, in un certo senso. Ogni mattina, quando sorge il solito sole, quando mi sveglio e mi metto il solito velo davanti al solito specchio per uscire e diventare ancora una volta parte di quella che chiamano realtà, penso anche a un'altra "me", nuda sulle pagine di un libro: in un mondo di fantasia, fissa e immobile come una statua di Rodin. E così rimarrò finché mi terrete nei vostri occhi, cari lettori.» www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Wisława Szymborska, Nella Moltitudine www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Alda Merini, il regno delle donne C’è un regno tutto tuo che abito la notte e le donne che stanno lì con te son tante, amica mia, sono enigmi di dolore che noi uomini non scioglieremo mai. Come bruciano le lacrime come sembrano infinite nessuno vede le ferite che portate dentro voi. Nella pioggia di Dio qualche volta si annega ma si puliscono i ricordi prima che sia troppo tardi. Guarda il sole quando scende ed accende d'oro e porpora il mare lo splendore è in voi non svanisce mai perché sapete che può ritornare il sole. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] E se passa il temporale siete giunchi ed il vento vi piega ancor più forti voi delle querce e poi anche il male non può farvi del male. Una stampella d'oro per arrivare al cielo le donne inseguono l'amore. Qualche volta, amica mia, ti sembra quasi di volare ma gli uomini non sono angeli. Voi piangete al loro posto per questo vi hanno scelto e nascondete il volto perché il dolore splende. Un mistero che mai riusciremo a capire se nella vita ci si perde non finirà la musica. Guarda il sole quando scende ed accende d'oro e porpora il mare lo splendore è in voi non svanisce mai perché sapete che può ritornare il sole dopo il buio ancora il sole. E se passa il temporale siete prime a ritrovare la voce sempre regine voi luce e inferno e poi anche il male non può farvi del male. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Virgina Woolf, brano tratto da “Gita al faro” Ma suo figlio l’odiava. L’odiava perché s'era avvicinato, per essersi fermato a osservarli; l’odiava perché li aveva interrotti; l’odiava per la sovreccitazione e la teatralità dei suoi gesti; per la magnificenza della sua testa; per la sua severità e il suo egotismo (eccolo là, fermo in piedi, a ordinar loro di prendersi cura di lui); ma più di tutto, odiava il tono metallico e stridulo delle emozioni paterne, che, vibrando attorno a loro, disturbava la perfetta semplicità e la normalità e del suo rapporto con la madre. Continuando a fissare la pagina, sperava di farlo andar via; indicando col dito una parola, sperava di richiamare l’attenzione della madre che -‐ James se ne accorse con rabbia -‐ si era distratta nel momento stesso in cui suo padre s’era fermato. Ma no. Nulla avrebbe fatto allontanare Ramsay. Eccolo là, fermo, a esigere simpatia. La signora Ramsay, che fino a quel momento era stata seduta rilassata, stringendo il figlio tra le braccia, radunò tutte le sue forze, e girandosi a metà, sembrò come raddrizzarsi con uno sforzo, e subito eretta, riversare nell’aria, una pioggia di spruzzi e mostrandosi al tempo stesso vivace e animata, come se tutte le sue energie si fossero fuse in una forza unica, che bruciava e illuminava (sebbene fosse ancora tranquillamente seduta, e avesse ripreso in mano la calza). E in quella preziosa fecondità, ,in quella fontana e in quella vaporizzazione di vita, si tuffò la fatale sterilità del maschio, come un www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] becco d’ottone, arido e nudo. Aveva bisogno di comprensione. Era un fallito, disse. La signora Ramsay fece balenare i ferri. Il signor Ramsay ripetè, senza mai distogliere lo sguardo dal viso della moglie, ch’era un fallito. Con un soffio, gli disse di rimando: «Charles Tansley...››. Ma lui voleva qualcosa di più. Voleva simpatia, sentirsi prima di tutto rassicurare sulla propria genialità; e poi esser trasportato entro il cerchio della vita, riscaldato e consolato, aiutato a ritornare in sé. Voleva che fosse fecondata la sua sterilità e che tutte le stanze della casa fossero piene di vita: il salotto; oltre il salotto, la cucina; sopra la cucina, le camere da letto; e oltre queste, le stanze dei bambini; tutte dovevano essere arredate, dovevano essere riempite di vita. Charles Tansley lo considerava il più grande metafisico del tempo, gli disse lei. Ma lui voleva qualcosa di più. Voleva simpatia. Voleva essere certo di vivere lui pure nel cuore della vita; che c'era bisogno di lui; non soltanto qui, ma in tutto il mondo. Facendo balenare i ferri, sicura di sé, eretta, lei creò salotto e cucina, tutto fece brillare; vi fece accomodare il marito, lo fece entrare e uscire, lo invitò a goderne. Rideva e sferruzzava. Rigido tra le sue ginocchia, James sentì tutte le forze della madre divampare per essere bevute e spente dal becco d'ottone, dall’arida scimitarra del maschio, che sferzava senza sosta colpi spietati, esigendo simpatia. Era un fallito, ripeté. E allora guarda, senti. Facendo balenare i ferri, gettando occhiate tutt’attorno, fuori della finestra, dentro la stanza, a James stesso, lei gli assicurava, senz'ombra di dubbio, col modo in cui www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] rideva, col suo portamento, con la sua competenza (come bambinaia che, attraversando con un lume la stanza buia, offra conforto al bambino singhiozzante) ch’era tutto vero; che la casa era piena, il giardino in rigoglio. Se avesse riposto completa fiducia in lei, nulla, l'avrebbe più ferito; se si fosse anche sepolto nella profondità degli abissi o si fosse arrampicato sulla cima d’ardue vette, non si sarebbe trovato senza di lei nemmeno per un attimo. Mentre così si vantava della sua capacità di circondare e proteggere, non c’era rimasto di lei nemmeno il guscio per riconoscersi; aveva prodigato e speso tutto di sé; e James, rigido tra le sue ginocchia, la sentì innalzarsi e trasformarsi in un albero adorno di rosei frutti, ricoperto di foglie e rami oscillanti in mezzo a cui si scagliò il becco d’ottone, l’arida scimitarra di suo padre, dell’uomo egoista, sferzando colpi, esigendo simpatia. Saziato dalle sue parole, come un bimbo che s’addormenti soddisfatto, guardandola con umile gratitudine, ristorato, rinnovato, lui disse infine che avrebbe fatto un giro; sarebbe andato a guardare i figli che giocavano a cricket. E se ne andò. Subito, la signora Ramsay sembrò piegarsi in due, e ogni petalo si richiuse sull’altro, finché tutta la struttura ricadde esausta su se stessa, cosicché le rimase appena la forza di scorrere il dito lungo la pagina della favola di Grimm, in un soave abbandono allo sfinimento, mentre pulsava in lei, come la tensione d’una molla che, allungata al massimo, cessi poco alla volta di vibrare, l’estasi della creazione www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] riuscita. Mentre lui s’allontanava, ogni fremito di quelle pulsazioni sembrò racchiudere lei e il marito, per offrire a entrambi il conforto che due note diverse, l'una alta, l’altra bassa, suonate contemporaneamente, sembrano scambiarsi dell'accordo. www.leggiperme.it al momento LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Marguerite Yourcenar, brano tratto da “Feux” Potresti affondare come un solo blocco nel nulla ove vanno a finire i morti: mi consolerei se tu mi lasciassi in eredità le mani. Le tue sole mani sussisteranno distaccate da te, inesplicabili come quelle degli dei di marmo diventati polvere e calce della propria tomba. Sopravvivranno ai tuoi atti, ai miserabili corpi che hanno accarezzato. Tra le cose e te, non serviranno più da intermediarie; saranno esse stesse tramutate in cose. Ridiventate innocenti, perché non ci sarai più tu a renderle complici, tristi come levrieri senza padroni, sconcertate come arcangeli a cui nessun dio dà più ordini, le tue vane mani riposeranno sulle ginocchia delle tenebre. Le tue mani aperte, incapaci di dare o di ricevere alcuna gioia, mi avrebbero lasciata cadere come una bambola rotta. Io bacio, all’altezza del polso, queste mani indifferenti che la tua volontà non allontana più dalle mie; accarezzo l’arteria blu, la colonna di sangue che un tempo incessante come il getto d’una fontana scaturiva dal suolo del tuo cuore. Con piccoli singhiozzi sazi, riposo la testa come un bambino, tra queste palme piene di stelle, di croci, di abissi di quel che fu il mio destino. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Agota Kristoff, brano tratto da “La trilogia della città di K” Nostro Padre ritorna. Non rivedremo nostro Padre che molti anni dopo. Nel frattempo Nonna ha avuto un nuovo attacco e noi l’abbiamo aiutata a morire come ci aveva chiesto. Ora è sepolta nella stessa tomba di Nonno. Prima che aprissero la tomba, abbiamo recuperato il tesoro e l’abbiamo nascosto sotto la panca davanti alla nostra finestra, dove ci sono ancora il fucile, le cartucce, le bombe. Una sera arriva Padre, domanda: Dov’è vostra Nonna? E’ morta. Vivete tutti soli? Come ve la cavate? Molto bene, Padre. Dice: Sono venuto qui di nascosto. Bisogna che mi aiutiate. Diciamo: Sono anni che non abbiamo vostre notizie. Ci fa vedere le mani. Non ha più unghie. Gli sono state strappate alla radice. Sono appena uscito di prigione. Mi hanno torturato. Perché? Non lo so. Per niente. Sono un individuo politicamente sospetto. Non mi è permesso esercitare la mia professione. Sono www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] costantemente sorvegliato. Frugano nel mio appartamento regolarmente. Non potrò vivere ancora a lungo in questo paese. Diciamo: Volete attraversare la frontiera. Dice: Sì. Voi che vivete qui dovete conoscere, sapere... Sì, noi conosciamo, sappiamo. La frontiera è invalicabile. Padre abbassa la testa, si guarda le mani per un istante, poi dice: Ci deve essere un punto debole. Ci deve ben essere un modo per passare. Sì, a rischio della vita. Preferisco morire piuttosto che restare qui. Bisogna che vi decidiate con cognizione di causa, Padre. Dice: Vi ascolto. Spieghiamo: La prima difficoltà è arrivare al primo reticolato senza incontrare una pattuglia, senza essere visti da una torretta di guardia. E’ fattibile. Noi conosciamo gli orari delle pattuglie e l’ubicazione delle torrette. La barriera ha un metro e cinquanta di altezza e un metro di larghezza. Ci vogliono due assi. Una per arrampicarsi sulla barriera, l’altra bisogna appoggiarla sopra per riuscire a stare in piedi. Se perdete l’equilibrio finite in mezzo ai fili e non potete più uscire. Padre dice: Non perderò l’equilibrio. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Proseguiamo: Bisogna recuperare le due assi per passare nello stesso modo l’altra barriera che si trova sette metri più in là. Padre ride: E’ un gioco da ragazzi. Sì, ma il terreno tra le due barriere è minato. Padre impallidisce: Allora è impossibile. No. E’ questione di fortuna. Le mine sono disposte a zigzag, a W. Seguendo una linea diritta si rischia di camminare su di una sola mina. Facendo grandi passi si ha pressappoco una probabilità su sette di evitarla. Padre riflette un istante, poi dice: Accetto il rischio. Diciamo: In questo caso vogliamo proprio aiutarvi. Vi accompagneremo fino alla prima barriera. Padre dice: D’accordo. Vi ringrazio. Non avreste per caso qualcosa da mangiare? Gli serviamo del pane con del formaggio di capra. Gli offriamo anche del vino proveniente dalla vecchia vigna di Nonna. Versiamo nel suo bicchiere qualche goccia del sonnifero che Nonna sapeva preparare così bene con le erbe. Conduciamo nostro Padre in camera nostra, diciamo: Buonanotte, Padre. Dormite bene. Vi sveglieremo noi domani. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Andiamo a coricarci sulla panca ad angolo della cucina. L’indomani mattina ci alziamo molto presto. Ci assicuriamo che nostro Padre dorma ancora profondamente. Prepariamo quattro assi. Dissotterriamo il tesoro di Nonna: monete d’oro e d’argento, molti gioielli. Ne mettiamo la maggior parte in un sacco di tela. Prendiamo anche una bomba a testa, nel caso fossimo sorpresi da una pattuglia. Uccidendoli possiamo guadagnare tempo. Facciamo un giro di ricognizione vicino alla frontiera per scegliere il luogo più adatto: un angolo morto tra due posti di osservazione. Lì, ai piedi di un grosso albero, nascondiamo il sacco di tela e due assi. Rientriamo e mangiamo. Più tardi portiamo la colazione a nostro Padre. Dobbiamo scuoterlo perché si svegli. Si frega gli occhi e dice: Da molto tempo non dormivo così bene. Posiamo il vassoio sulle sue ginocchia. Dice: Che banchetto! Latte, caffè, uova, prosciutto, burro, marmellata! Queste cose sono introvabili nella Grande Città. Come avete fatto? Lavoriamo. Mangiate, Padre. Non avremo il tempo di offrirvi un altro pasto prima della vostra partenza. Domanda: E’ per stasera? Diciamo: E’ per subito. Appena sarete pronto. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Dice: Siete matti? Mi rifiuto di passare questa frontiera di merda in pieno giorno! Ci vedranno. Diciamo: Anche noi abbiamo bisogno di vedere, Padre. Solo le persone stupide cercano di passare la frontiera di notte. La notte, la frequenza delle pattuglie è moltiplicata per quattro e la zona è continuamente spazzata dai proiettori. Al contrario la sorveglianza è più debole verso le undici del mattino. Le guardie di frontiera pensano che nessuno sia così matto da cercare di passare in quel momento. Padre dice: Avete certamente ragione. Mi fido di voi. Domandiamo: Permettete che frughiamo nelle vostre tasche mentre mangiate? Le mie tasche? Perché? Bisogna che non possano identificarvi. Se vi capita qualcosa e si viene a sapere che siete nostro padre saremo accusati di complicità. Padre dice: Pensate proprio a tutto. Diciamo: Dobbiamo pensare alla nostra sicurezza. Frughiamo i suoi abiti. Prendiamo i suoi documenti, la sua carta d’identità, la sua agendina degli indirizzi, un biglietto del treno, www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] delle fatture e una fotografia di nostra Madre. Bruciamo tutto nel fornello della cucina, salvo la foto. Alle undici partiamo. Ognuno di noi porta un’asse. Nostro Padre non porta niente. Gli domandiamo solo di seguirci facendo meno rumore possibile. Arriviamo vicino alla frontiera. Diciamo a nostro Padre di coricarsi dietro il grosso albero e di non muoversi. Ben presto, a qualche metro da noi, passa una pattuglia di due uomini. Li sentiamo parlare: Mi chiedo cosa ci sarà da mettere sotto i denti. La solita merda. C’è merda e merda. Ieri faceva schifo, ma qualche volta è mica male. Mica male? Non lo diresti se avessi assaggiato la minestra di mia madre. Non ho mai assaggiato la minestra di tua madre. Io una madre non ce l’ho mai avuta. E non ho mangiato altro che merda. Nell’esercito, almeno, qualche volta riesco a mangiare bene. La pattuglia si allontana. Diciamo: Avanti, Padre. Abbiamo venti minuti prima dell’arrivo dell’altra pattuglia. Padre prende le due assi sotto le braccia; avanza, posa una delle assi contro la barriera, sale. Ci corichiamo pancia a terra dietro il grosso albero, ci tappiamo le orecchie con le mani, apriamo la bocca. C’è un’esplosione. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Corriamo fino al reticolato con le altre due assi e il sacco di tela. Nostro Padre è coricato vicino alla seconda barriera. Sì, c’è un solo mezzo per attraversare la frontiera: consiste nel far passare qualcuno davanti a sé. Prendendo il sacco di tela, camminando sulle tracce dei passi, poi sul corpo inerte di nostro Padre, uno di noi se ne va nell’altro paese. Quello che resta torna in casa di Nonna. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Romana Petri, brano tratto da “Tutta la vita” Fu quando la notte stava per finire e quasi si faceva giorno che lui le prese tutti i capelli in una mano e le fu sopra col peso del suo corpo. Alcina vide che prima di baciarla lui sollevò appena il labbro superiore, così come spesso fanno i leoni quando minacciano ma non vogliono ruggire. E poi sentì che quella volta il bacio era diverso, fatto di una passione che non si controllava più, e poi sentì il gesto di lui che con le gambe aperse bruscamente quelle sue, e poi un dolore acuto che il flusso del sangue subito attutì. Ormai quasi la vedeva in piena luce l’espressione dei suoi occhi, perchè Spaltero adesso sorrideva molto innamorato del corpo della donna sua che prendeva a ondate grandi di possedimento. E Alcina era sorpresa davvero tanto di quel modo d’essere maschile che non conosceva, e Spaltero se ne accorse e gli piacque molto di sentirsela così completamente arresa. Per questo rallentò per pochi istanti tutta quella furia che l’aveva invaso, e guardandola forte dentro gli occhi le disse a bassa voce: «Hai lo sguardo di un animale catturato». E allora, a quella frase detta così, di dolcissima veemenza, Alcina venne portata via da un travolgimento grande dei visceri e del cuore, e non seppe più nulla di sé se non che quello era davvero un morire e www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] venire al mondo insieme, e le sembrò che in quel modo Spaltero un po’ la partorisse ad altra vita, e così facendo la confinasse dentro di sé, nel corpo suo di uomo che riempiendola pure se ne riempiva. E le parve che mai più sarebbe uscita dal torace del suo sposo che quasi l’assorbiva a sé come la terra fa con l’acqua quando ha sete. E pensando che così si sarebbe consumata tutta per non esistere mai più, Alcina si sciolse fino in fondo e capì che qualcosa le si addolciva finalmente dentro il petto. Allora, pure l’anima l’abbandonò, se ne andò a camminare i passi suoi altrove insieme a quella di Spaltero. E loro due, lasciati soli, non furono che felicità dei corpi. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Alma Gjini, Sono le donne difficili Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare, ma non lo danno a chiunque. Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire. Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere. Quelle che non si accontentano più. Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no. Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore. Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena. Quelle che vale la pena. Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri. Quelle con l’anima vicina alla pelle. Quelle che vedono con mille occhi nascosti. Quelle che sognano a colori. Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro. Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita. www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] Anne Waldman, estratto da “Donna che parla in fretta” Perché non ho saliva perché non ho robaccia perché non ho la polvere perché non ho quello che c’è nell’aria perché io sono aria lasciate che vi tenti col mio magico potere: sono una donna che grida sono una donna di discorso sono una donna di atmosfera sono una donna sotto vuoto spinto sono una donna di carne sono una donna flessibile sono una donna con i tacchi alti sono una donna di stile alto sono una donna automobile sono una donna mobile sono una donna elastica sono una donna collana sono una donna sciarpa di seta sono una donna nonsoniente sono una donna sotutto sono una donna a giornata www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] sono una donna bambola sono una donna sole sono una donna tardo pomeriggio sono una donna orologio sono una donna vento sono una donna bianca sono una donna luce d’argento sono una donna luce d’ambra sono una donna luce di smeraldo sono una donna conchiglia di abalone sono una donna abbandonata sono la donna confusa, la babelica donna sono la donna aborigena, la donna latitante la donna assente la donna trasparente la donna assenzio la donna assorbita, la donna tiranneggiata la donna contemporanea, la donna beffarda l’artista in sogno dentro la sua casa sono la donna gadget sono la donna druido sono la donna Ibo sono la donna Yoruba www.leggiperme.it LEGGI PER ME Piazza della Repubblica 71, 06123, Perugia. www.leggiperme.it [email protected] sono la donna vibrato sono la donna ondeggiante sono la donna sventrata sono la donna con le ferite sono la donna con le tibie sono la donna seducente sono la donna architetto sono la donna trota sono la donna tungsteno sono la donna con le chiavi sono la donna con la colla sono una donna che parla in fretta acqua che pulisce fiori che puliscono acqua che pulisce al mio passaggio www.leggiperme.it