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Dobbiamo tornare a costruire la speranza

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Dobbiamo tornare a costruire la speranza
Dobbiamo tornare a
costruire la speranza
Troviamo il coraggio per
continuare a lottare:
per le generazioni che seguiranno
Il 2015 finisce con la paura, il 2016 inizia con la paura. La gente ha la sensazione di essere
tornata, ritornano vecchi echi di guerre che pensavamo lontane, invece le ragioni per eccidi e
bombardamenti sono ancora tutte fra di noi. Ci si chiede: dobbiamo imparare a convivere con
il terrore, dobbiamo cambiare le nostre abitudini, i nostri tran-tran quotidiani? La risposta
dovrebbe essere no, non possiamo alzare le mani davanti al terrore, non possiamo e non dobbiamo retrocedere. Poi, però ognuno si ritira a casa sua ed è proprio lì che la paura ci aspetta,
come un ladro dietro l’angolo. La verità è che ci siamo abituati troppo bene a vivere con tutti
i nostri privilegi e le nostre libertà, ignorando – o facendo finta di ignorare - che i nostri pri-
vilegi e le nostre libertà corrispondono alle miserie e costrizioni altrui. Abbiamo celebrato la
fine delle ideologie e ci si rende conto ora che esse assolvevano ad un primario principio per
l’umanità: la costruzione della speranza. Abbiamo voluto che le nostre più giovani generazioni
crescessero vivendo alla giornata, senza più sogni né ambizioni se non ciò che noi regalavamo
loro, i nostri beni materiali. Ora cominciamo a capire che pace e libertà non sono mai conquistate per sempre, che dobbiamo fare cose simili a quelle che hanno reso eroi i nostri padri:
trovare il coraggio per batterci per i nostri ideali. E se ce li siamo annacquati i nostri ideali,
occorrerà pure che qualcuno si metta a cercarli e a costruirli di nuovo, con nuova lena, con
nuova determinazione. Il 2016 si apre più che mai incerto, ma dobbiamo anche sapere che
proprio adesso potrà trasformarsi come alba di un nuovo giorno e che tutti, giovani compresi,
sappiano che a qualcosa dovremo rinunciare pur di ambire a ciò che l’uomo non può rinunciare. Il sogno, la pace, la prosperità.
Paolo Crepet
in QUESTO
NUMERO
8
Il Cardinale Menichelli sul Sinodo:
“Difendiamo la Famiglia”
14
SALUTE E BENESSERE
Busco, pronto a ripartire
16
ISTRUZIONE
Unipegaso cresce
con gli studenti
18
DANZA SPORTIVA
Una disciplina che aiuta
il corpo e la mente
24
STORIA AZIENDALE
Sabelli, famiglia e passione
34
UNIVERSITÀ DI SALERNO
Effetto Campus
36
SPORT E SALUTE
Lube, primo fondamentale
La Salute
La Sanità va
diretta come
una grande
orchestra….
Chi oggi si aspetta che il merito sia messo al centro
del proprio lavoro, competenza e carriera, allora non
va da nessuna parte. Al contrario in Sanità non si
può fare a meno di questo criterio premiante, se non
vogliamo discreditare un modello – quello sanitario
- fra ai migliori al mondo.
Da tale schema non si esce e lo sottolinea Mario
Falconi presidente del Tribunale Diritti e Doveri del
Medico definendo la priorità: il sistema sociosanitario nazionale deve diventare equo e solidale. Lo ha
ribadito ai microfoni Rai, alla stampa, dappertutto.
Lo ripete qui a Senzaetà, in una piccola pausa caffè,
all’Eur, poco distante dagli uffici del TDme (Tribunale dei diritti e doveri del medico). “Non dobbiamo
scimmiottare gli Usa insistendo con logiche aziendali:
abbiamo molta più qualità, preparazione, risorse. Ma
ci condanna il rapporto costi/benefici, non interessa
fare rete comune, ci si oppone ottusamente al futuro
inevitabile della ricetta elettronica, tanto meno si
pratica la prevenzione. Oggi il medico generico non
sopravvive: il sistema pubblico lo schiaccia. I costi
standard sono un proclama irrisolto, le varie ruberie
ci rovinano la reputazione”. Alcune ricette però sono
possibili e Falconi le suggerisce anche alla Ministro
Lorenzin di cui ha una certa stima: “Si impegna molto, ha più attributi che tanti altri politici, ha capito
che bisogna investire in Sanità”. Sarebbe un’opportunità – dice Falconi – esportare il nostro know how
sanitario nei Paesi limitrofi all’Italia, sarebbe anzi un
vantaggio per tutti… finchè siamo in grado di attrarre, guardiamo dunque al Mediterraneo!”
“Avrà capito che la mia è una critica costruttiva –
conclude Falconi – ma Lei è un giornalista, chissà
che cosa scriverà…. Gradirei che passasse questo
messaggio: la Sanità va diretta come una grande orchestra. L’appropriatezza è niente altro che un bravo
direttore”.
luca guazzati
[email protected]
La rubrica del
prof. Paolo Crepet per la
rivista “Senzaetà”
affronta il tema delicato del
cambiamento della società,
della famiglia e
dei complicati rapporti
genitori-figli.
Per scrivere al prof. Crepet:
[email protected]
Se la maestra è “cattiva”
…si può anche cambiar scuola
M
i piacerebbe avere un suo parere su
una situazione difficile da gestire.
Lei dice giustamente che ai bambini
non possiamo evitare frustrazioni ansie e
delusioni. Ma di fronte alle ingiustizie è giusto
porre rimedio? Arrivo subito al dunque. Può
un insegnante delle elementari terrorizzare
i suoi alunni con comportamenti eccessivamente severi e punitivi e pure contraddittori?
Un insegnante di matematica che pretende la
perfezione, che crea grande competizione, ma
che usa due pesi e due misure a seconda del
bambino e che ne ha preso di mira qualcuno?
Per fare degli esempi, la figlia di una mia amica che è una delle più vessate, nonostante sia
molto brava nella sua e nelle altre materie. Un
giorno solo per aver dimenticato di scrivere
il suo nome sul foglio del compito in classe,
le ha messo un “non classificato”, per punirla
per la distrazione. Ad un altro compagno, per
la stessa distrazione ha messo un 6... Alcuni di
loro prendono delle note per motivazioni su
cui invece con altri soprassiede. Un altro giorno loda l’ordine con cui ha fatto gli esercizi e il
giorno dopo la sgrida per aver scritto male il
numero 5 e le impone pagine di quaderno da
riempire con quel numero... E ci potrebbero
essere tanti di questi esempi. E’ una classe
dove se non prendi dieci quasi non sei degno
di appartenervi. Che dire quando questa
bambina rientra a casa dicendo: “Mamma
sono una fallita!”. Sarebbe facile parlare delle
problematiche psicologiche di una tale insegnante, ma soprattutto è giusto intervenire
nei suoi confronti? Che danni può provocare
alla psiche di un bambino di dieci anni?
Serenella
4
senzaetà
Il trauma subìto dai nostri figli sarà minore
che lasciar campo a ingiustizie
Cara Serenella, un insegnante non può avere le caratteristiche che lei ha descritto. Di solito,
tendo a non incolpare gli insegnanti, ma a difenderli, però a tutto c’è un limite e questa persona
mi sembra l’abbia ampiamente superato. Una scuola però non ha un solo insegnante, ma ve ne
sono molti e poi c’è anche un preside che dovrebbe sovraintendere alla didattica che si pratica
in quell’istituto. Quindi il compito di voi genitori è quello di cercare di capire se si tratta di casi
isolati o se quell’insegnante si comporta in quel modo con tutti: a quel punto dovete agire in
difesa dei vostri figli. Come? Parlando con altri insegnanti e poi con il preside. Se ognuno di loro
fa orecchie da mercante, allora non rimane che l’ultima soluzione: togliere in massa i vostri
figli da quella sezione e chiedere di iscriverli in altre classi di quell’istituto oppure direttamente
in altre scuole. Capisco che qualcuno mi potrebbe obiettare che si tratta di far subire ai vostri
bambini un piccolo trauma (lasciare classe e/o scuola), però credo che sentirsi impotenti di
fronte a questi soprusi sia di gran lunga peggio.
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FOCUS
L’assistenza EMA,
sempre e ovunque
“
Parla il presidente
Ciro Visone:
“Dall’impegno sociale
per i bambini
del Madagascar
al nuovo
sistema Ema Card”
6
senzaetà
Ovunque tu sia ti riportiamo a casa” è l’impegno preso da Ema Assistance nei confronti dei
loro associati, ma per capire meglio cosa c’è
dietro uno slogan così impegnativo, incontriamo
Ciro Visone, Presidente e fondatore di un’associazione di volontariato unica nel suo genere.
Cos’è Ema?
“Ema è l’acronimo di Emergenza Medica Aerea e
rappresenta una novità assoluta in campo medico
sanitario di pronto intervento, in quanto permette ai suoi iscritti e tesserati di essere soccorsi
tempestivamente in caso di complicanze dopo
un ricovero ospedaliero, assicurando il trasporto
dell’assistito fino ad un altro luogo di cura riducendo il rischio di gravi conseguenze sanitarie e
invalidanti”.
Come è nata l’idea?
“L’idea di creare un socco rso medico aereo è nato
per assicurare un secondo livello di soccorso, che
non è garantito dal servizio pubblico con i servizi
di Pro nto Intervento come, per esempio, i trasferimenti di persone con incapacità temporanea o
permanente di spostamento o deambulazione (in
gergo, PRM – Passengers with Reduced Mobility).
Senza contare poi i costi elevati del servizio spesso
non sostenibili dal singolo”.
In che modo garantite i servizi e con quali
costi.
“Ema è in grado di assicurare i propri servizi sia in
Italia che all’estero grazie ad una rete di partner
qualificati che rispondono alla centrale operativa
attivabile con un numero verde 24 ore su 24 per
365 giorni l’anno. Basta quindi associarsi ad Ema
contribuendo con una quota associativa che varia
in base al programma Ema Card scelto per avere
gratuitamente a disposizione una serie di prestazioni di assistenza e non solo per il trasposto sanitario ma anche per altre forme di assistenza. Ema
Assistance, infatti, con la sua multiforme attività
realizza programmi di prevenzione e assistenza
a beneficio della collettività, in casa o in viaggio,
in auto o come pedone, in Europa e nel mondo
intero, offrendo ai Soci una assistenza totale, con
un obiettivo ambizioso, superare la logica del rimborso offrendo alle persone in difficoltà un aiuto
immediato ed efficace per risolvere un problema
dovuto da un infortunio o una malattia improvvisa
intervenendo in 5 aree di interesse:
• prevenzione
• orientamento
• emergenza
• disagio
• rimborsi
e grazie alla capacità di relazione che negli anni
abbiamo costruito con importanti player del
settore assistenza oggi possiamo offrire a chi condivide con noi le finalità dell’associazione, servizi
innovativi e ad alto valore aggiunto per la tutela e
sicurezza di:
• persone
• casa
• mobilità
con il programma membership “Ema Card”
Ci parli di Ema Card
“EMA CARD è la card associativa, il segno di appartenenza e la chiave di accesso. La card viene inviata ogni anno a tutti gli iscritti, a fronte del rinnovo
della quota annuale, e ai nuovi associati, entro
un mese dalla data dell’iscrizione e costituisce lo
strumento ufficiale che consente di accedere al
Dal primo problema
fino al salvataggio
di vite umane
sistema di servizi riservati ai Soci e le loro famiglie.
I servizi scelti sono riportati in modo semplice, trasparente e completo sulla social card attraverso il
codice personale e al numero verde dedicato”.
Come sostenete l’Associazione
“Dipendendo dal supporto individuale e privato,
così come di quello di enti, fondazioni e società,
Ema Assistance ha bisogno di poter contare su
una rete di sostenitori, sia in Italia che all’estero
per incrementare e migliorare i servizi offerti ai
Soci e per questo abbiamo attivato collaborazioni
su tutto il territorio attraverso fundraiser e soci
sostenitori che con la loro attività e le quote associative raccolte ci permettono di aiutare quanti in
difficoltà. Inoltre grazie all’impegno dei Soci Ema
Assistance promuove e finanzia progetti no profit
destinando parte del ricavato di Ema Card alle
zone più povere dell’Africa”.
Quindi anche associazione umanitaria.
“EMA Assistance presta il suo soccorso in tutti i
casi di emergenza. Proprio per il suo impegno costante a favore della tutela della vita e della salute,
l’associazione ha deciso di scendere in campo per
contribuire ad alleviare le sofferenze di alcune
popolazioni disagiate e avviarle al miglioramento.
Rispondendo alla richiesta dei missionari, EMA
Assistance ha coordinato e gestito la raccolta di generi alimentari, medicinali, capi di abbigliamento
e materiale edile per garantire assistenza sanitaria
e istruzione scolastica a bambini del Madagascar.
“Il sapere è alla base del progresso dell’uomo” ed è
questo che i grandi progetti umanitari fanno della
conoscenza un obiettivo fondamentale della loro
missione, nella consapevolezza che l’unica base per
permettere ai popoli del terzo mondo di costruire il
futuro. Ed è questo l’obiettivo primario che le suore
del Sacro Cuore appartenenti alla Congregazione
delle Suore Discepole del Sacro Cuore (con sede
a Lecce in Italia) hanno deciso di raggiungere in
Madagascar. L’istituto è situato sulla strada di
Dzamandzar (isola Nosy-be). Con impegno e devozione Suor Norina Ficco (Madre Superiora) e le sue
consorelle accudiscono, anche grazie al contributi
di Ema Assistance, i bambini garantendo loro
una buona istruzione e la strada per il futuro. La
struttura che ospita l’istituto è ampia e funzionale
dotata di refettorio per la mensa e numerosi classi
dove i bambini quotidianamente seguono le lezioni. Attualmente ospita 1400 bambini che frequen-
tano la scuola media inferiore. Lo scopo è quello
di aiutarli a raggiungere la maturità. Ai bambini
l’istituto non provvede solo all’istruzione scolastica
ma anche ai pasti quotidiani, ai medicinali e alla
cancelleria, oltre ai doni che arrivano dall’Italia.
Un impegno difficile che si può affrontare solo con
l’aiuto di chi fa della solidarietà un atto concreto.
Ed è per questo che Ema Assistance continuerà a
garantire la sua presenza affiancando le Suore e i
Missionari per offrire un futuro migliore agli ultimi
del mondo.
Chiediamo, invece al Coordinatore Nazionale
di Ema, Cosimo Tarantino, quali sono invece i
progetti futuri.
“Sicuramente il nuovo programma membership
“Sanitary Card” che in caso di emergenza consente
al personale di pronto soccorso di conoscere la
storia sanitaria del paziente e prestare cure immediate e appropriate”.
Ci parli del progetto.
“Ema Sanitary Card è un progetto volto a introdurre in modo integrale e sistematico la comunicazione elettronica nei servizi sanitari (diagnostici,
clinici, di analisi, di trasmissione e certificazione
elettronica), attraverso l’impiego di procedure
digitali standard e/o innovative in grado di dialogare e interfacciarsi nell’ambito dell’intera area
socio sanitaria. Ema Sanitary Card si ispira alle
linee guida nazionali definite dall’Agenzia Digitale
e scandita nei tempi di realizzazione stabiliti dal
“Decreto del Fare” del giugno 2013”. Il tutto, attraverso una social card che riporta un codice personale accessibile da qualsiasi dispositivo connesso
a internet, ovunque nel mondo e nel totale rispetto
della privacy. I vantaggi dello strumento, derivano
dal recupero di risorse per rendere sostenibile
l’assistenza del futuro ovunque nel mondo. Questo
si concretizza nella possibilità offerta al cittadino
di accedere in maniera sicura ai propri dati, grazie
all’introduzione di nuovi modelli organizzativi che
garantiranno l’avvio di innovativi percorsi di continuità di cura, con vantaggi a livello di efficienza
e risparmio.
Quali sono gli obiettivi.
“Ema Sanitary Card è l’insieme dei dati e documenti digitali di carattere sociosanitario prodotti
in occasione di eventi clinici passati e presenti.
Si tratta di uno strumento a disposizione degli
operatori per garantire migliori cure al paziente
e intervenire in modo tempestivo e appropriato in
caso di emergenza dovuta a un infortunio o malattia improvvisa.
Gli obiettivi sono:
• Rendere disponibile agli operatori la storia sanitaria dei pazienti per sostenere i processi di cura;
• Garantire un accesso immediato, preciso e aggiornato ai dati sanitari, da qualsiasi dispositivo
connesso a internet, anche attraverso una APP
mobile, ovunque nel mondo, nei casi di emergenza/
urgenza;
• Offrire uno strumento valido e completo a garanzia della continuità di cura;
• Favorire le attività gestionali e amministrative
collegate ai percorsi di cura grazie ad una condivisione dei dati e delle informazioni, aggiornati in
tempo reale.
Ci parli del progetto
“Ema Sanitary Card, segue la logica bottom-up e si
esplicita in un modello condiviso con gli attori del
sistema (ema-paziente-medico) e riporta i seguenti
dati:
• Il nominativo da chiamare in caso di emergenza
• La situazione fisiologica
• Le malattie infettive
• L’anamnesi familiare
• Gli esami clinici
• I ricoveri
• Gli interventi chirurgici
• I farmaci utilizzati
Una realtà, EMA, che impareremo a conoscere meglio, insieme, poiché è intenzione di questa rivista
approfondire tale impegno a 360 gradi, nel mondo,
da parte di un’associazione che ha tanto da dire in
settori così diversi eppur tutti uniti dal superiore
obiettivo: essere al servizio di chi ha bisogno.
senzaetà
7
IL PERSONAGGIO
Sinodo, parla
il cardinale
Don Edo:
“La Chiesa
cambia sguardo,
linguaggio
e atteggiamento”
“Difendiamo
la famiglia
perché lì si gioca
il nostro FUTURO”
8
senzaetà
Divorziati risposati, omosessuali, ruolo della
famiglia nel mondo che cambia, ruolo delle chiese
locali. Il Cardinale Edoardo Menichelli, convocato
da Papa Francesco, racconta il Sinodo nel
contesto del Giubileo della Misericordia
“
Il Matrimonio, la famiglia, è un sacramento primordiale”. Così San Giovanni
Paolo II ha definito quel sacramento nel
quale tutti gli altri riti e pegni della fede, trovano il loro “prototipo”. Il Cardinale Edoardo
Menichelli arcivescovo di Ancona e Osimo
e presidente della Conferenza episcopale
marchigiana ha ricordato le parole di Papa
Giovanni per spiegare l’argomento centrale
del Sinodo: l’’importanza dell’istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità,
base fondamentale della società e della vita
umana. “Oggi molte famiglie sono divise, pur
vivendo ancora sotto lo stesso tetto, da insanabili ferite. Tutto ciò accade perché i giusti
valori e le verità basilari, che reggono una
casa e la preservano da cadute sono stati infranti. La famiglia ha bisogno della Chiesa e
la Chiesa ha bisogno della famiglia.”
Qual è stato l’argomento principale del
Sinodo?
“Il Sinodo è stato una manifestazione chiara
della stima della Chiesa per la famiglia, da cui
dipende lo stato di salute della società. Il Sinodo ha saputo sottolineare la bellezza della
famiglia, basata sul matrimonio cristiano, ma
ha anche gettato una luce di speranza sulle
famiglie ferite. Nei loro confronti viene richiesta una nuova sensibilità pastorale e soprattutto un vero discernimento e l’accompagnamento. Ciò significa mettere il balsamo della
tenerezza sulle ferite di chi vive il fallimento
del proprio matrimonio. Ciò significa, per la
Chiesa, non fare di tutta l’erba un fascio, distinguere le varie situazioni e accompagnare
personalmente la coppia o la persona che ha
vissuto il fallimento. Il tema delle situazioni
difficili ha trovato una soluzione nelle tre
chiavi: l’accompagnamento, il discernimento,
l’integrazione. La dottrina generale della
Chiesa è pienamente conservata, ma cambia
lo sguardo, cambia il linguaggio e cambia
l’atteggiamento, in una direzione più rispettosa di una realtà fragile e complessa come
quella umana. Emerge il volto di una Chiesa
dell’accompagnamento, della misericordia,
che attraverso il discernimento della volontà
e grazie alla bontà di Dio, vuole portare ciascuno a sentirsi integrato in essa, a trovare
il suo posto in una pienezza di comunione,
secondo tempi e momenti adatti a ciascuno.
Le situazioni sono diverse e per ciascuna si dà
una indicazione. Papa Francesco ha ricordato
più volte che il primo dovere della Chiesa non
è quello di distribuire condanne, ma è quello
di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli
uomini alla salvezza del Signore. Non siamo
una Chiesa solo per i puri, la nostra regola è
l’amore quindi dobbiamo sostenere la famiglia in pericolo.”
Quali sono stati i temi più controversi?
“Unione tra omosessuali, comunione ai divorziati risposati e aborto ma anche immigrazione, rifugiati, i non battezzati, lavoro
minorile, poligamia. La Chiesa deve rinnovare
il proprio linguaggio. Non deve escludere ma
abbracciare nuove realtà. Papa Francesco ha
sottolineato che deve essere così anche nei
confronti degli omosessuali. Non pietà ma
rispetto delle persone. Non sono out-sider ma
fanno parte della famiglia.
Essenziale è il richiamo ad alcuni principi
senzaetà
9
IL PERSONAGGIO
Ecco il Giubileo:
“Francesco ha
ricordato più
volte che il
primo dovere
della Chiesa non
è quello di
distribuire
condanne,
ma di proclamare
la misericordia
di Dio“
generali. L’esame di coscienza, innanzitutto. Il
documento dice chiaramente che i divorziati
risposati devono chiedersi cosa hanno fatto
quando il matrimonio è andato in crisi, come
si sono comportati con i figli, se hanno fatto
il possibile per salvare il matrimonio e via di
seguito. Sono piste di discernimento. Il principio generale che viene richiamato è quello del
Catechismo: in alcune circostanze “l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono
essere sminuite o annullate. La Chiesa adotterà nuovi atteggiamenti su questioni molto
delicate che investono la società e il popolo
dei fedeli, a cominciare dalla possibilità per
i divorziati di accostarsi alla Comunione. Su
tale circostanza si giudicherà caso per caso,
in un percorso che mai più isolerà alcuno, né
lo allontanerà ma, al contrario, saprà sempre
più accogliere ed includere. Nei confronti dei
divorziati risposati c’è una grande sensibilità
d’apertura: questi fratelli non sono fuori della
Chiesa, perché sono battezzati, non dobbiamo
reintegrare qualcuno. L’importante è ricominciare ad offrire loro un accompagnamento
che diventa anche istruzione, invito alla con-
versione con modalità adatte a quella specifica coppia. Le regole ci sono, ma oltre la regola
c’è il singolo uomo nella sua relazione unica e
inviolabile con Dio. Chi sono io per giudicare?
Lo ha detto Bergoglio.”
Che cosa ha “crepato” il concetto autentico di famiglia?
“E’ stato infettato il termine “relazione”. Un
eventuale divorzio si ripercuote su una trama
ampia di relazioni, non soltanto su una vita di
coppia, sulla loro unione. Oggi invece, quando
si parla di relazione, si pensa solamente alla
passione, a quel desiderio caratterizzato dal
forte coinvolgimento fisico più che emotivo
ed eventualmente sentimentale. La famiglia
non è solo moglie, marito e figli: è una rete di
relazioni ampia, fatta anche degli amici e non
solamente dei parenti, in essa si conosce la
fraternità, la responsabilità, la maternità e la
maternità, il rispetto e l’amicizia. Un eventuale divorzio si ripercuote su una trama ampia
di relazioni, non soltanto su una vita di coppia, sull’uomo e sulla donna, sulla loro unione,
sulla loro vocazione e sul grande tema del
matrimonio. La famiglia nei tempi odierni
è stata, come e forse più di altre istituzioni,
investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte fortunatamente vivono questa situazione
nella fedeltà a quei valori che costituiscono il
fondamento dell’istituto familiare. Altre sono
divenute incerte e smarrite di fronte ai loro
compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della
vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono
impedite da svariate situazioni di ingiustizia
nella realizzazione dei loro fondamentali diritti. La Chiesa vuole far giungere la sua voce
ed offrire il suo aiuto a chi, già conoscendo il
valore del matrimonio e della famiglia, cerca
di viverlo fedelmente a chi, incerto ed ansioso,
è alla ricerca della verità ed a chi è ingiustamente impedito di vivere liberamente il proprio progetto familiare.”
Il tema della misericordia è stato molto
presente nelle parole del Papa: qual è il
cammino da compiere dal Sinodo al Giubileo?
“Questo Sinodo ci collega con quello che Papa
Giovanni XXIII aveva detto del Concilio: que-
sto non è il tempo delle condanne, è il tempo
della misericordia, di un ricorso permanente
alla misericordia sempre presente nel Signore
Gesù. Ci avviciniamo alle persone, per accompagnare le persone nelle loro sofferenze e
inquietudini da fratelli. Il Giubileo è una cattedra per tutta l’umanità. Il Giubileo prende
il via dalla famiglia, da quella con le porte
aperte, capace di portare nelle comunità e in
tutti gli altri luoghi di vita luci di accoglienza,
di vicinanza, di comprensione, di perdono. Famiglie che sanno andare oltre le ferite, quelle
del cuore e quelle della vita”.
Valentina Muzzi
Al cardinale Edoardo Menichelli, per il valore della
sua opera come guida pastorale e per la sua costante
vicinanza alle problematiche sociali più sentite
all’interno della comunità, in occasione della Giornata
delle Marche, è stato consegnato il Picchio d’Oro 2015,
onorificenza che viene assegnata a istituzioni e cittadini
che si sono particolarmente distinti in attività culturali,
sociali, politiche, economiche, scientifiche e sportive.
senzaetà
11
IGIENE IN SANITA
LAVAGGIO
La biancheria viene lavata e sanificata mediante una specifica
macchina gestita in modo completamente automatico da un
software dedicato.
ESSICAZIONE
La biancheria una volta arrivata al reparto viene scaricata dai
sacchi e predisposta per la lavorazione.
TRASPORTO
Al fine di evitare la contaminazione della biancheria lavata e sanificata,
essa viene trasferita dalla struttura adibita al lavaggio a quella adibita
allo stiro, mediante un sistema completamente automatico.
STIRO
Lo stiro dei pezzi avviene mediante l' introduzione completamente
automatica della biancheria.
PIEGATURA
La biancheria viene stirata con mangani a vapore, piegata e
accatastata automaticamente. Infine il personale addetto al
controllo qualità autorizza il rilascio della biancheria al magazzino,
pronta per la consegna.
CONFEZIONAMENTO
Ingresso al confezionamento con pacchi standard con cellophane
termoretraibile
SALUTE E BENESSERE
La struttura
di Ancona
potrebbe ancora
dare nuovi
posti di lavoro
Busco: “Pronto a ripartire,
ma serve più collaborazione
dal Comune”
Appello
dell’imprenditore
all’amministrazione
comunale affinché si
trovi un accordo
“La giustizia mi ha
dato ragione,
ora lascio ai miei figli”
14
senzaetà
I
ncontriamo Roberto Busco in un momento di grande aspettativa: la possibile riapertura e rilancio delle atttività commerciali Busco e del centro Extasy, nella sede di
Ancona, dove dopo un lungo stop dovuto a
vicende giudiziarie, il Tribunale di Ancona
ha “dichiarato lecito” quanto esiste all’interno della megastruttura. Un prestigioso
capannone che ospita un centro benessere,
una palestra e un grande spazio fitness con
macchinari all’avanguardia, purtroppo però
fermi da tempo.
“Sono disposto a ripartire con nuovi investimenti, nuove opportunità di lavoro, e con
un nuovo sacrificio di tempo e denaro - afferma Roberto Busco - però mi aspetto che
il Comune di Ancona mi dia fiducia e non mi
ostacoli inviandomi solo controlli e misurazioni”. E’ dello scorso anno la sentenza emessa dal Tar delle Marche che revoca la chiusu-
“Io sono ormai vicino al pensionamento,
la gestione del centro
sarebbe affidata ai miei figli”
ra del centro Extasy della Baraccola disposta
nel 2012 da un’ordinanza comunale per presunta carenza di requisiti igienico-sanitari,
edilizi e di sicurezza. Il tribunale ha inoltre
dichiarato lecite le attività commerciali presenti all’interno della struttura, anch’esse
contestate dall’autorità municipale.
Forte di questa vittoria, il noto imprenditore Roberto Busco, proprietario del centro,
si dice ora pronto a ripartire: “Se i lavori
iniziassero a breve potremmo riaprire la palestra, il centro benessere e l’area commerciale entro l’estate prossima 2016. Io sono
ormai vicino al pensionamento, la gestione
del centro sarebbe affidata ai miei figli”.
Ma Busco non intende scontrarsi nuovamente con l’amministrazione comunale: “La
giustizia mi ha dato ragione, ma non voglio
riavviare l’attività senza il benestare del Comune. Avrei dovuto incontrare il sindaco ad
agosto ma non sono stato ancora ricevuto.
Chiedo solo la possibilità di cercare un accordo che mi permetta di ripartire in tempi
brevi, con la sicurezza di non incorrere in
nuovi intralci da parte dei funzionari comunali”.
Lo stabile giace in stato di abbandono ormai
da diversi mesi, affrontare un altro inverno
in queste condizioni peggiorerebbe ulteriormente una situazione già compromessa:
“Attualmente il valore dell’immobile è pari
a zero”, afferma l’imprenditore di Loreto,
“riqualificarlo significa demolire gli ambienti interni e ricostruirli secondo criteri
che li adattino alle moderne esigenze. Sia il
recupero della struttura che la riapertura
del centro creerebbero nuovi posti di lavoro
e rappresenterebbero un’iniziativa positiva
per la città. Non solo: a beneficiarne sarebbero anche le casse comunali, in cui confluirebbero tutte le imposte previste per questo
progetto”.
L’imprenditore Roberto Busco
senzaetà
15
ISTRUZIONE
Unipegaso
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per entrare
direttamente
nel mondo
del lavoro
16
senzaetà
A
pochi passi da Piazza Navona c’è la
prestigiosa sede romana di Unipegaso. Ma come a Napoli, Trieste e
altre 40 sedi, che pure centralissime, testimoniano una scelta capillare per il territorio
ed ingenti investimenti. Al lavoro sulla sua
scrivania, incontriamo per un’intervista il
Rettore Alessandro Bianchi.
In controtendenza rispetto alle università tradizionali, l’università telematica
Pegaso cresce sempre di più. Come spiega
questo successo?
“La nostra crescita è in controtendenza rispetto al calo delle iscrizioni che si registra
nel mondo universitario, ma perfettamente
in linea con l’evoluzione della comunicazione
negli ultimi 20 anni. Noi offriamo un tipo
di formazione a distanza che va incontro
alle esigenze dei lavoratori, ma anche di
quei giovani che intendono rapportarsi con
l’università attraverso gli strumenti che padroneggiano meglio, come il computer e gli
smartphone. Vogliamo offrire didattica di
qualità, cercando di individuare aree disciplinari che consentano agli studenti di inserirsi
nel mondo del lavoro”.
Per quel che riguarda l’offerta formativa,
avete l’esigenza di seguire le moderne
tendenze. Tra i corsi più frequentati ci
sono quelli inerenti l’area Sanità…
Il Rettore Bianchi ci spiega
perché il fenomeno
dell’università telematica
funziona ed attrae senior e
giovani che cercano una
preparazione specifica
“La nostra offerta comprende 9 corsi di laurea triennale e magistrale, tra cui ricordiamo
Giurisprudenza, Economia e Ingegneria,
recentemente istituita e già molto gettonata.
Poi abbiamo un centinaio di corsi post-laurea
utili a preparare ulteriormente gli studenti
al mondo del lavoro. Tra questi, circa 15
corsi fanno riferimento all’area sanitaria;
essi mirano a preparare una serie di figure
professionali molto ricercate come personale
infermieristico o manager dei presidi sanitari,
perciò risultano tra i più frequentati”.
L’attrattiva di un’università si misura
dall’employability, termine che sta ad indicare il numero di laureati che riescono
ad inserirsi nel mondo del lavoro…
“Siamo nati per questo. Tra i nostri studenti
ci sono persone adulte che fanno già parte del
mondo del lavoro e intendono aggiornare e
potenziare le loro capacità professionali con
master di approfondimento. Per quel che riguarda i giovani, non è facile stabilire quanti
effettivamente riescano a trovare lavoro dopo
la laurea, ma l’afflusso ai nostri corsi è in continua crescita, dato che testimonia l’effettiva
utilità di una laurea conseguita da noi”.
Il numero degli iscritti è in crescita e
sono state aperte anche nuove sedi, come
se l’università telematica volesse andare
a trovare i propri iscritti in tutta Italia.
“E’difficile stabilire il numero preciso dei
nostri iscritti perché si registrano ogni giorno flussi di entrata ed uscita, ma possiamo
stimare un numero di 30/35.000 studenti. Noi
siamo un’università telematica fortemente
territorializzata poiché, pur offrendo didatti-
ca a distanza, abbiamo circa 45 sedi sparse in
tutta Italia per garantire ai nostri studenti la
possibilità di contattare e frequentare un luogo fisico quando hanno bisogno di assistenza”.
Dove va Pegaso?
“Pegaso è un’impresa di successo, quindi continua a viaggiare sul binario dell’alta formazione, pur cercando di affinare e migliorare il
servizio che già offre: una didattica telematica a distanza di qualità”.
senzaetà
17
DANZA SPORTIVA
Una disciplina
che aiuta
il corpo e
la mente
L
a danza sportiva è un momento di
salute e benessere tutto da scoprire.
Lo facciamo insieme a dei professionisti: Maurizio Belfiore e Roberta Carlalogio,
insegnanti di grande esperienza, provenienti
dal mondo delle gare agonistiche internazionali. Li incontriamo nella scuola Black &
White a Roma nella sede dell’Oasi Dancing
Club in via di Fioranello. “Il nostro lavoro è
un messaggio alle generazioni –afferma Maurizio – L’impegno psicologico, il movimento
fisico, la scelta e l’affiatamento del partner, la
coreografia, sono parti integranti della danza
sportiva e la persona che riscopre il proprio
corpo ha un beneficio immediato per il proprio essere”. La FIDS riconosciuta a livello
nazionale come disciplina olimpica dal CONI,
ha duecentomila iscritti e questa scuola oltre
ad avere iscritti di tutte le età, ha i due campioni italiani non vedenti ed è stata presente
18
senzaetà
Uno sport completo a qualsiasi età:
passione e impegno che portano
a risultati veri
Perché fa bene
più di una volta in Tv, per esempio in Ballando sotto le stelle dalla Carlucci e nello show
di Maria De Filippi. “Un po’ di notorietà non
guasta – commenta Maurizio Belfiore - Così
qui nel Lazio abbiamo avuto un’iniziativa
importante con i bambini delle elementari
grazie all’accordo Regione-Provveditorato
agli Studi: un’ora di danza nelle palestre
scolastiche vale quanto e più di un’ora di educazione civica”. “La specializzazione? Serve, è
vero –afferma anche Roberta - noi abbiamo
5 discipline standard e 5 latino americane.
Consigliamo di provare”.
L’approccio di solito (ci vuole il certificato
medico e 35 euro a testa di iscrizione) è per
conoscenza, divertimento e interesse. Poi
la pratica e l’insegnamento completano la
formazione individuale e quella soprattutto
di coppia: si affinano lo stile, l’eleganza, il
portamento. Si impara il movimento del
corpo ancor prima che il passo di danza. Si
sgombera la mente da ogni preoccupazione
perché si deve far spazio all’impegno e alla
concentrazione. Il rispetto del partner e il
sincronismo della danza sono tutt’uno. E
si vede. Spesso la persona migliora il suo
status, il comportamento, l’umore. Si misura
con se stesso e impara a guardare e ascoltare gli altri. Danzare dunque, è uno sport
completo, a qualsiasi età.
Danzare è un grande aiuto per i
disturbi psicosomatici.
E’ stato
sperimentato che lezioni di danza due volte a settimana aumentano l’autostima la sicurezza e il
buonumore nel 91% degli adolescenti soprattutto nelle ragazze,
Poi nell’età matura fa bene
contro mal di testa, dolori alla
schiena, alle spalle o al collo.
Infatti il sistema immunitario e
quello nervoso si influenzano a
vicenda. Chi svolge un’attività
fisica moderata e costante nel
tempo, ottimizza la funzione
cardiaca, aumenta la sensibilità
all’insulina, favorisce la captazione di ossigeno da parte dei
tessuti, garantendo la migliore
profilassi nei confronti delle
malattie.
La danza è anche il
miglior antidoto contro l’ansia,
visto che aumenta la coscienza
di sé e quindi porta a una stabilizzazione della psiche. Inoltre,
il rafforzamento delle difese
immunitarie in coloro che praticano attività sportive non agonistiche è un dato di fatto. Il movimento e, in particolare, la danza,
si associa alla produzione di
oppioidi cerebrali (endocannabinoidi) che inducono uno stato
di euforia e benessere.
Una delle
più note tra queste molecole
è l’Anandamide (in sanscrito
Ananda significa beatitudine).
senzaetà
19
ARTE
ANCHE L’ARTE E’ SENZAETA’
La Fondazione Di Paolo e Cercoarte.com in collaborazione con
Senzaetà propongono a partire da questo numero
straordinarie occasioni per entrare nel mondo dell’arte
L
a mission della Fondazione Di Paolo e Cercoarte.com è diffondere l’arte moderna e contemporanea, aiutando sia il privato appassionato anche se non esperto collezionista che
le aziende ad acquistare arte a prezzi competitivi. La Fondazione ha la possibilità’ di
offrire il suo patrimonio accumulato negli anni a prezzi molto competitivi. La Fondazione Di
Paolo ha acquisito negli anni i diritti di riproduzione di multipli d’arte realizzati in bronzo e
in lega leggera dei più grandi artisti nazionali ed internazionali. Tutte le opere sono accompagnate da certificato di autenticità.
Amore e Psiche
su marmo di cm 12x14x3
BENEDETTO ROBAZZA
Scultore, pittore, incisore la sua storia personale di vita straordinaria ha inciso profondamente sulla forza espressiva delle sue
creazioni. Benedetto Robazza, trasteverino
è vissuto negli Stati Uniti, conquistando
il mercato americano con le sue potenti
creazioni di marmo e bronzo. Ha realizzato
infinite opere in tutto il mondo, nelle piazze e nei musei (tra le tante opere la statua
di Reagan nella Sala Roosevelt della Casa
Bianca a Washington, Rodolfo Valentino al
National Park di Los Angeles, Giovanni Paolo
II a Termoli, Monumento ai Caduti d’Oltremare a Bari e, a JESI, la statua dell’imperatore Federico II). Ha realizzato “L’Inferno di
Dante” che rappresenta, unica al mondo, la
più grande scultura composta da 18 pannelli
di mt. 2,50 x 2,00, dedicata all’Inferno della
Divina Commedia. A lui il Comune di Rocca
Priora ha voluto dedicare un museo che sarà
inaugurato a gennaio 2016.
www.robazza.it
20 senzaetà
Scultura multipla realizzata in Marble Resin.
Prezzo al pubblico come da quotazione della
Fondazione: euro 750.
Prezzo dell’opera per i lettori di Senzaetà:
50% di sconto
PER INFORMAZIONI
E PRENOTAZIONI
scrivere a
[email protected]
MARTINE GOEYENS
Divisa a metà tra l’impressionismo e il gestuale, suo antico amore, Martine Goeyens è
pittrice di statura internazionale. I suoi paesaggi, il suo mare in burrasca,le sue albe rosa
col sole che balza fuori dal mare, sono la sua
cifra artistica più peculiare, che fa di un suo
dipinto inequivocabilmente un “Martine Goeyens”. Belga ma residente in Italia Martine
Goeyens ha fuso nella forza dei suoi colori le
sue patrie. Il paesaggio aspro della terra di
origine si fonde con dolcezza nei colori tenui
e luminosi del nostro Mediterraneo. Talvolta
le due dimensioni si sovrappongono, si inseguono, si scontrano. Forse proprio qui risiede il fascino misterioso dell’arte di Goeyens.
www.goeyens.eu
CONSUMI.AMO
Ritroviamoci
nel brodo
primordiale
A colloquio con
Maria Gaggiani
Consigli per una famiglia tipo… alla prova dello
shopping. Come e perché scelgo i miei acquisti
C
ari lettori, mi è stato chiesto di scrivere in qualità di esperto di prodotti
e consumi e in particolare, in questo
numero dedicato alle famiglie. Dopo il primo entusiasmo mi sono chiesta: “Famiglia?
Quale famiglia?” Guardando il panorama
sociale di oggi, solo dire famiglia potrebbe
scatenare un infinito e confuso dibattito,
pertanto non certo per protagonismo ma
più per semplicità, ho pensato di parlare
della mia: un marito, un badante, un gatto
e io. L’esperienza deriva dai miei “oltre 50
anni” e dall’aver lavorato in aziende multinazionali di beni di largo consumo per più
di 20 anni. Tradizionalmente sono io che
faccio gli acquisti per la famiglia e l’ultimo
in ordine di tempo preso dal carrello della
spesa è: un bel misto di carne per il bollito.
Beh, se con la famiglia avrebbero potuto
sorgere polemiche, con la carne vado peggio,
tuttavia voglio dirvi il come e il perché. Nella
mia famiglia, quella di origine con genitori e
nonni, la carne non era frequente, abbiamo
sempre avuto un’alimentazione molto variata e il nonno produceva dal suo orto una
buona quantità di verdure. Una tradizione
22 senzaetà
era il bollito misto che compariva in tavola
due volte: la prima come tale e la seconda in
forma di polpette, decisamente più apprezzate e gustose. Inoltre nella pentola sobbollivano carote, sedano, patate, cipolla e verza,
anche gustoso contorno. E poi il brodo! Era
la base di minestre di ogni genere, profumo
e colore, ingrediente magico per ogni tipo
di abbinamento con legumi, verdure, pasta,
riso in tutte le combinazioni possibili. Ora
amo riprendere questa tradizione che ha in
sé una certa saggezza nel suo ripetersi: l’attenta scelta degli ingredienti, la diversità e
complementarietà degli stessi, un armonio-
so e gratificante bilanciamento tra prodotti,
calorie, nutrienti che proseguiva nei giorni
successivi in forme e sapori diversi, assicurando anche il bilancio familiare insieme a
tanta serenità. Ecco il come e il perché del
mio ultimo acquisto, privo di eccessi o ansie
ma misurato, bilanciato e persino profumato, soprattutto consapevole per la salute e il
benessere della mia famiglia. Famiglia reale,
dove a mio marito devo nascondere che ci
sono le cipolle, perché non gli piacciono!
senzaetà
23
STORIA AZIENDALE
Metodologia tradizionale
unita alle più innovative
tecnologie e alla
continua ricerca dell’alta
qualità sono i principi
che stanno alla base
di una produzione
casearia e di salumi
sempre più vasta
24 senzaetà
Marcello Mariani, la terza generazione della grande famiglia Sabelli
S
i racconta che a Fermo, negli anni Cinquanta, un giovane trasportasse latte
in lambretta e lo consegnasse ad ogni
famiglia del paese. Quella di Sabelli, è una
storia vera che inizia da qui, fatta di persone
che hanno dato vita ad una delle più grandi
industrie casearie italiane. Oggi è guidata
dalla quarta generazione della famiglia che
prosegue, con
devozione,
passione,
impegno,
l’attività
inizia-
ta da Nicolangelo Sabelli e dal figlio Archimede. Così si mantiene inalterata una tradizione antica di lavorazione fatta di manualità e di processi naturali unita a tecniche e
metodi all’avanguardia. Il segreto? Semplici
regole del buon padre di famiglia, il vecchio
massaro, che non solo sapeva lavorare il
latte, ma doveva anche fabbricarsi gli strumenti necessari. Insegnando a trasformare il
buon latte, lavorando manualmente la pasta
filata e trasmettendo l’amore per il proprio
lavoro, insegnava al contempo il metodo per
un prodotto genuino. I più giovani, attraverso gli studi, la conoscenza, la conservazione della tradizione e la tecnologia hanno
portato il caseificio di Ascoli Piceno ai
gradini più alti di un successo
meritato.
Marcello Mariani,
terza generazione della famiglia
Sabelli, come ha
imparato il “mestiere”?
“Per amore,
per passione,
SABELLI: una
lunga storia
di famiglia e
di passione
guardando i maestri casari e cercando di
imparare i loro segreti. La mia curiosità non
si è esaurita, sono sempre alla ricerca del “di
più”. Le migliori materie prime, la grande
competenza di tutto il personale addetto e la
minuziosa cura dei dettagli fanno dei nostri
prodotti una delizia per il palato ma non
mi accontento nonostante arrivino grandi
soddisfazioni dai risultati del nostro lavoro.
Ogni giorno indosso il camice,infilo gli stivali
e lavoro con le mani nel latte. Il nostro primo
ingrediente? Il latte. Lavorato ad arte, dà vita
a prodotti eccellenti. Il nostro secondo ingrediente? L’entusiasmo. Coniugato alla costanza, ci ha permesso di raggiungere traguardi
importanti.”
L’impegno e la passione premiano sempre, ma a che cosa, in particolare, attribuisce il successo della vostra produzione
casearia?
“Ogni giorno il latte, di provenienza regionale, di certificata tracciabilità, si trasforma
nei diversi prodotti, tutti garantiti da un processo di lavorazione controllato e realizzato
a regola d’arte. L’attenzione al dettaglio e la
cura rivolta ai particolari di ogni fase di lavorazione sono essenziali. La bontà dei prodotti
si coniuga sempre con i valori e la responsabilità d’impresa, con l’attenzione al territorio
e con la sostenibilità ambientale. La filiera
cortissima assicura il raggiungimento degli
elevati standard di qualità. Il laboratorio
analisi creato all’interno dello stabilimento
ogni giorno verifica tutti i parametri di ogni
creazione casearia.”
Che cosa vi ha fatto credere nel “successo” della filiera corta?
“Con la filiera corta si valorizza la produzione
locale e si recupera il legame con le proprie
origini, esaltando gusti e sapori tipici, tradizioni gastronomiche, rivolgendo particolare
attenzione al concetto di stagionalità, garanzia di genuinità e punto di forza di una sana
e corretta alimentazione. Con l’esperienza
siamo riusciti a produrre anche una ricca
varietà di salumi realizzati con carne proveniente esclusivamente dai nostri allevamenti
di suini che vengono nutriti con il siero del caseificio. I capi scelti percorrono un brevissimo
percorso dal produttore al consumatore finale, garantendo al consumatore un prodotto
freschissimo a Km 0. Con questo metodo diamo un notevole contributo alla salvaguardia
ambientale e siamo sicuri di offrire un prodotto assolutamente genuino perché allevato
secondo natura”.
I prodotti caseari, le carni e i salumi sono
acquistabili negli spacci aziendali “La Bottega di Archimede” (siti in via Mare 54 a
Porto d’Ascoli e in via del Pagliaio ad Ascoli
Piceno) luoghi in cui ritrovare quegli stessi
valori umani dell’esperienza e dell’amore
per le cose buone, che da sempre contraddistinguono la mission aziendale.
“La filiera corta richiede
molta professionalità: il
commercio al dettaglio,
ovvero il rapporto diretto con
il consumatore finale, richiede
capacità strategiche,
organizzative e personali.
Il risultato del nostro lavoro
premia l’impegno quotidiano
di tutta la famiglia, gli sforzi,
gli investimenti e la passione
costante che mettiamo
per produrre e mantenere
all’apice l’eccellenza
dei nostri prodotti.”
senzaetà
25
RICERCA SCIENTIFICA
L’attività magnetica
del nostro cervello
I
l cervello umano funziona grazie ad
impulsi neuroelettrici e la sua attività
appare come una serie di microscariche
elettriche a bassissimo voltaggio tra le reti
delle cellule cerebrali, i neuroni. Per ogni
microcampo elettrico viene generato un corrispondente campo magnetico ad esso proporzionale. Tumori, malformazioni vascolari
e altre lesioni strutturali, cosi come epilessia
o encefalopatia diffusa (encefalite virale,
trauma cranico, coma) causano un’anormale
attività cerebrale alterando il campo magnetico fisiologico. La magnetoencefalografia
(MEG) è una tecnica neurofisiologica non
invasiva che misura i campi magnetici normalmente generati dall’attività neuronale
del cervello. Questi segnali neuromagnetici
generati dal cervello sono estremamente
piccoli -un miliardesimo della forza del campo magnetico terrestre-, ma possono essere
rilevati da sofisticati sensori superconduttori noti come SQUIDs (superconducting
quantum interference device). I sensori
SQUID sono immersi in una grande unità di
raffreddamento a elio liquido a circa -270
°C, poiché la bassa impedenza a questa temperatura consente di rilevare e amplificare
campi magnetici generati dai neuroni a pochi centimetri dai sensori. Le distribuzioni
spaziali dei campi magnetici individuano le
posizioni delle attività cerebrali anomale che
vengono sovrapposte alle immagini prodotte
con altre tecniche, come la risonanza magnetica, in modo tale da fornire una mappatura
precisa sia della struttura che della funzione
cerebrale. La caratteristica principale della
MEG è possedere una buona risoluzione
spaziale e un’eccellente risoluzione temporale. Infatti, grazie alla risoluzione spaziale,
è possibile un’accurata localizzazione delle
attività cerebrali anomale non permessa da
altre tecniche come l’EEG. Inoltre, fornisce
caratteristiche temporali dirette della funzione cerebrale con una precisione inferiore
al millisecondo, a differenza di misure funzionali fornite da fMRI (risonanza magnetica
nucleare funzionale) o PET (tomografia a
emissione di positroni) che sono misure
Un laboratorio di magnetoecefalografia è stato realizzato a Napoli dall’ISASI (Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti, CNR) nell’ambito
di un progetto ministeriale “Sviluppo di componentistica superconduttrice avanzata e sua applicazione a strumentazione biomedica” nell’ambito
dei Piani di Potenziamento della Rete Scientifica a Tecnologica Legge
488/92. Il laboratorio, diretto dal Prof. Giuseppe Sorrentino, Ordinario di
Neurologia dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” e Primario
di Neurologia presso l’Istituto di Diagnosi e Cura IDC “Hermitage Capodimonte” di Napoli, è operante presso l’IDC Hermitage sulla base di un
accordo scientifico con l’Università Parthenope e l’ISASI.
26 senzaetà
La prof.ssa Manuela Rodriquez e
la prof.ssa Anna Maria D’Ursi
del Dipartimento di Farmacia, Osservatorio
interdipartimentale per gli Studi di Genere e le
Pari Opportunità Università di Salerno
indirette di funzioni metaboliche con scarsa informazione temporale. La MEG è una
tecnica completamente non invasiva: non
richiede l’iniezione di mezzi di contrasto o
esposizione ai raggi X o a campi magnetici.
Questo permette l’utilizzo ripetuto anche su
bambini e neonati o durante il sonno. Attualmente, l’efficacia della MEG viene utilizzata
sia per scopi di ricerca che come strumento
diagnostico estremamente efficace per la
valutazione delle funzioni cerebrali alterate
in una varietà di disordini neurologici come
l’epilessia e la localizzazione puntiforme di
masse tumorali. L’alta precisione a risoluzione millimetrica vede la MEG come una
tecnica insostituibile per la pianificazione
di delicati interventi di neurochirurgia.
Altro importante vantaggio della MEG è
rappresentato dalla possibilità di offrire le
mappature dettagliate di diverse funzioni
cerebrali coinvolte nelle attività motorie,
sensoriali, del linguaggio e di memoria o in
disturbi neuropsichiatrici come il morbo di
Alzheimer, Parkinson, lesioni cerebrali traumatiche, disturbi autistici e così via.
Misurare il nostro
cervello serve a conoscere
meglio le malattie:
l’efficacia della magneto
encefalografia
PROGETTI
Aumentano i consensi per un
progetto che guarda lontano
Una formula di lunga vita:
Vivere Sempre in Vacanza
N
ella vita bisogna saper guardare
avanti. Nell’età matura occorre con
saggezza programmare anche il più
sereno proseguimento delle proprie attività,
dei propri interessi come pure, se possibile,
il luogo dove si vorrà trascorrere più tempo
possibile. Se questo luogo può essere scelto,
perché allora non pensare al meglio, magari
anche non solamente ad un posto solo, ma
con la possibilità di cambiare ambiente,
compagnie, tipologia residenziale e di soggiorno….
Insomma quale migliore soluzione c’è al poter VIVERE SEMPRE IN VACANZA?
Questo è il nome del progetto che la costituenda Fondazione “Il Giovane Anziano”
sta organizzando con una serie di partner
illustri e competenti. Fra questi la rivista
SENZAETA’ che ha accolto con entusiasmo
l’idea di strutturare una rete di sedi in tutta
Italia e all’estero, idonee per assicurare una
scelta ampia, sicura, ospitale, piena di tutti
i confort, dai servizi, ai divertimenti, dagli
eventi di ogni tipo, all’assistenza. Il progetto “Vivere sempre in vacanza” altro non è
che una formula innovativa di soggiorno in
luoghi dove si vive bene e in salute, in buona
compagnia, scegliendo quanti mesi o settimane restare, di che cosa occuparsi durante
quel periodo (benessere psicofisico, svago,
passeggiate, hobbies, etc etc) e soprattutto
dove si vuol andare: al mare, in città d’arte,
in campagna, in montagna?
La Fondazione “Il Giovane Anziano” si occuperà poi di mettere a disposizione tali scelte
nelle sedi che hanno aderito al progetto.
Ma, molto di più, anche di selezionare le
persone e proporre loro soggiorni “attivi”,
30 senzaetà
a seconda delle proprie preferenze. Queste
ultime, inoltre, possono anche “rendere” dei
crediti, utili ad integrare una retta mensile
che servirà per orientare le future location
anche con opportunità di residenza in luoghi
turistici di più alto livello. Così il pensionato
ex insegnante, ex artigiano, che sa suonare
uno strumento, ha fatto teatro o organizzato
I sondaggi di
eventi, potrà farlo per gli altri suoi “colleghi”
di soggiorno guadagnandosi la sua fetta di
vacanza. Ma il risvolto psicologico che c’è
dietro ad una formula come questa non è da
sottovalutare. Noi ci crediamo molto e nei
prossimi numeri di Senzaetà sveleremo i diversi vantaggi di chi sceglierà la formula del
“Vivere sempre in Vacanza”.
Vi piacerebbe in futuro,
vivere sempre in vacanza?
Difficile oggi prevedere il futuro della propria vita, al di là della speranza di una buona pensione? Con
la Nostra proposta desideriamo avere un tuo parere su un’idea innovativa per tutti coloro che, compiuti i 60 anni o più, amerebbero vivere in luoghi con apposite e confortevoli strutture ricettive, dove è
possibile socializzare con gli altri e trovare ciò che risponde al tuo desiderio, continuando a dedicarsi
ad attività di hobby o lavori secondo il gradimento di ognuno, che potrebbe anche essere utile a tutta
la comunità.
Se ritieni buona questa idea, barra una delle caselle corrispondenti a ciò che ritieni di tuo gradimento.
1) Hai mai pensato a dove vorresti stare nell’età matura?
SI
NO
2) Che cosa vorresti e che cosa ti auguri, oltre naturalmente alla piena salute – fra una ventina
di anni o più – per vivere una serena terza età?
- STARE IL PIU’ POSSIBILE IN COMPAGNIA
- MANTENERE E COLTIVARE TANTI INTERESSI
- VIAGGIARE E VISITARE ALCUNI POSTI NUOVI
- SOGGIORNARE IN UN’OTTIMA RESIDENZA ASSISTITA AD ALTO LIVELLO
3) Ti piacerebbe che qualcuno pensasse ad organizzare dei periodi di soggiorno “integrati” in
luoghi belli, attrezzati e assistiti anche per vivere in modo autonomo e più libero, in compagnia
e in sicurezza, con una spesa contenuta?
- SI
- PREFERISCO PENSARCI DA SOLO
- NON MI PIACE ALLONTANARMI DA CASA MIA
4) Questo progetto prevede di realizzare una rete di sedi, luoghi e strutture in tutta Italia e
all’estero, idonei, tranquilli. Dove ti piacerebbe trascorrere parte o tutto il tuo tempo?
- AL MARE
- IN COLLINA
- IN CAMPAGNA
IN MONTAGNA
- VICINO A CITTA’ D’ARTE
DATA ___/___/______
ETA’
----------------
Se sei interessato a ricevere informazioni sul progetto compila il modulo, ritaglia e spediscilo a
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ILBENESSERE
TERMOMETRO DELL’ECONOMIA/13
Marche:
aziende pronte
ad aprirsi
sui mercati
globali
in collaborazione con
Un segreto? Aggregarsi per avere
più massa critica e management
Lo ha certificato anche l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, di cui fanno parte 34 Paesi fra i
più evoluti al mondo): in Italia la ripresa “sta gradualmente accelerando, con un miglioramento del clima di fiducia
di famiglie e imprese e un trend di produzione industriale in aumento, sebbene con qualche volatilità”. A sostenere la
crescita dell’Italia (che per l’anno in corso viene stimata a +0,8%) sono soprattutto consumi privati e investimenti: nel
biennio 2016-2017 i primi dovrebbero crescere rispettivamente dell’1,4 e 1,2%, mentre i secondi dovrebbero aumentare
dell’1,5 e del 2,6%. Alla luce di questo trend, nel 2016 e nel 2017 l’economia italiana dovrebbe crescere a un ritmo annuo dell’1,4%. Ridotto l’apporto della spesa pubblica (+0,7% nel 2016 e -0,1% l’anno successivo). Infine, sempre l’OCSE
aggiunge che la riforma denominata Jobs Act sta “portando a una svolta nel mercato del lavoro, rendendo la crescita
più inclusiva”. Ci sono stime positive, dunque, anche per il tasso di disoccupazione, che dal 12,3% di quest’anno dovrebbe
scendere nel 2017 all’11%. Ma i nostri lettori ci chiedono, qual è la situazione nella nostra regione, dove la crisi è arrivata più tardi? Ecco i quesiti.
32 senzaetà
Si parla tanto di ripresa, ma qual è la situazione economica nella regione Marche?
“In una crisi particolarmente cruenta e duratura, le Marche hanno sofferto anche più
di altre regioni, perché avendo una struttura
prevalentemente manifatturiera e fortemente caratterizzata da piccole e medie imprese,
hanno proprio un sistema economico concentrato in quegli ambiti che più di tutti hanno
sofferto la crisi. Però, è anche vero che la regione ha palesato un buon tessuto imprenditoriale, con tante aziende che hanno avuto la capacità di sostituire il fatturato nazionale con
quello estero, dimostrando di saper innovare
e di saper competere, il che le rende pronte ad
aprirsi ai mercati internazionali, ma anche a
beneficiare della ripresa (già in atto) della domanda interna. Peraltro, le Marche, partendo
prima della crisi da condizioni di reddito e di
disoccupazione assolutamente comparabili alle più ricche regioni del Nord Italia, pur
avendo perso tanto, si trovano ad uscire dalla
crisi in situazioni che comunque permangono
con livelli di reddito discreti e con un livello di
disoccupazione di poco superiore al 10%, un
dato ben lontano da quelli ben più drammatici
Nunzio Tartaglia
Direttore Generale della
Banca Popolare di Ancona
di altre regioni italiane, in particolare quelle
del Sud”.
Vorrei chiedere: nelle Marche, quali sono
i settori su cui vale la pena investire?
“Ribadito che oggi se non sei capace di andare
oltre i tuoi confini difficilmente puoi sopravvivere nel medio periodo, le Marche, come anche altre regioni italiane, hanno sicuramente
quattro settori principali con capacità di competere a livello internazionale. Il primo settore
è quello della moda e del design: dall’abbigliamento alla calzatura, all’arredamento, dove
il concetto trainante è la creatività del “made
in Italy”; il secondo settore è quello della meccanica specializzata, nel quale l’Italia (cosa ai
più forse sconosciuta) è il secondo produttore
europeo dopo la Germania e dove anche nelle
Marche ci sono aziende che hanno saputo specializzarsi in settori di nicchia, nei quali attraverso la giusta flessibilità e la giusta capacità
di servizio alle esigenze dei clienti hanno saputo conquistare un ruolo importante. C’è poi il
settore dell’enogastronomia (food and wine),
dove è noto che in giro per il mondo i prodotti
italiani e francesi sono considerati i più ambiti; infine, il quarto settore è quello del turismo,
nel quale le Marche avrebbero tutte le caratteristiche per replicare esperimenti già riusciti
in altre realtà d’Italia, ad esempio Toscana e
Salento, nell’affermare un’esperienza di turismo diversificato che sa mettere insieme mare,
montagna, arte ed enogastronomia”.
Potrei sapere quali sono le criticità che a
tutt’oggi rimangono nell’economia marchigiana?
“Seppur riorganizzatosi e sicuramente più
competitivo di quanto poteva essere pre crisi,
il sistema economico marchigiano soffre ancora della dimensione delle aziende troppo piccola. Se in passato il concetto “piccolo e bello”
poteva produrre profitto ed essere corretto,
oggi, in un contesto di economia globale, dove
sia i nostri competitor che i nostri clienti non
sono più a poche decine di chilometri ma sono
spesso a migliaia di chilometri, per poter competere è necessaria una dimensione minima
aziendale che possa garantire un fatturato
indicativamente di almeno 50 milioni. Solo
avendo un minimo di massa critica, le aziende
avranno la capacità di: dotarsi di un management adeguato a reggere le sfide dell’internazionalizzazione; riuscire a fare investimenti
Settori con
migliori
prospettive:
moda e design,
meccanica,
enogastronomia
e turismo
che consentano di avere prodotti di qualità
sostenuti da investimenti di comunicazione e
marketing che consentano agli stessi prodotti
di essere conosciuti al di fuori del proprio territorio di riferimento. Detto questo, chi ha la
capacità manageriale e finanziaria acquisti
chi è più piccolo per diventare più grande; chi
queste capacità non le ha si aggreghi o prenda
seriamente in considerazione la possibilità di
vendere, perché meglio vendere oggi valorizzando ciò che si è riusciti a salvare in questa
congiuntura che doversi arrendere e chiudere
alla prossima crisi”.
Ai lettori di “Senzaetà”
chiediamo di continuare a scriverci
e auguriamo un Sereno Natale e
un 2016 all’insegna del rinnovato
clima di �iducia
senzaetà
33
UNIVERSITA’
EFFETTO CAMPUS
U
La prof.ssa Rita Patrizia Aquino,
direttore del Dipartimento di Farmacia
dell’Università di Salerno
34 senzaetà
n’università modello, quella di Salerno, che continua a crescere: +7%
di iscrizioni nello scorso anno accademico: sarà quello che chiamiamo Effetto
Campus?
Scopriamo che cos’è insieme al direttore del
Dipartimento di Farmacia, prof.ssa Rita Patrizia Aquino.
“Non mi chieda ricette o segreti! –afferma
- Qui gli studenti si trovano bene perché il
corpo docente è fra i più giovani in Italia,
l’integrazione è altissima fra infrastrutture
didattiche, impianti sportivi e per attività
culturali con spettacoli e musica, abitazioni
degli studenti nuove, una modernissima
sede didattica, i suoi laboratori di ricerca, i
materiali, etc etc … Tanto per fare un esempio, i nostri studenti qui non devono andare
alla ricerca dei professori, ma vivono insie-
www.unisa.it
me a loro tutti i giorni, dalle aule alla mensa.
Nel DIFARMA abbiamo circa centocinquanta
tra docenti, ricercatori, assegnisti, dottorandi e borsisti, un personale competente e
preparato. Una struttura dunque completa,
integrata, aperta: un campus, insomma
dall’eliporto alla banca, dal posto di polizia
all’ufficio postale posti all’interno.
Una struttura universitaria che riesce – ci
risulta –anche a produrre…
“Il DIFARMA sperimenta nuovi progetti di
ricerca e con i fondi che attrae vincendo
bandi europei ha tra gli obiettivi il recupero
di materiali di scarto da lavorazioni agro-alimentari come il latte scaduto e derivati da
cui recupera sostanze ad elevato potere salutistico, nutrizionale, cosmetico. Grazie a molte
convenzioni con aziende private sul territorio
salernitano e regionale, come la Centrale del
Il ”segreto” dell’Università più moderna e “gettonata”
del Sud: a colloquio con il direttore del
dipartimento DIFARMA, prof.ssa Rita P. Aquino
UN DIPARTIMENTO… IN SALUTE
Latte di Salerno, stiamo orientando la ricerca
verso lo sviluppo di nuovi prodotti nutraceutici, dallo yogurt fino allo stracchino fortificati
… Lavoriamo anche a stretto contatto con gli
8 parchi della Campania, con le riserve naturali ed i bacini idrogeologici”.
Perché si chiama DiFarma il vostro Dipartimento di Farmacia?
“Il logo del Dipartimento, ci identifica come
fosse … un brand. Si ispira ai quattro umori
di Ippocrate e Galeno, padri della medicina e
della farmacia. Un marchio di qualità…. Ma
non voglio spiegare perché: bisogna scoprirlo
qui, frequentando…”
Lo stiamo scoprendo anche noi. E siamo
rimasti colpiti dal sorriso e dalla allegria
dei ragazzi che si incontrano dappertutto, nei corridoi di ateneo. Ma torniamo
all’”istituzionalità”: molti progetti sono
portati avanti insieme a enti pubblici…
“Sì, il rapporto è ottimale: dai Ministeri alla
Regione, agli Ordini professionali, alle Scuole
superiori… oggi bisogna orientare gli studenti
delle scuole superiori ad una scelta universitaria consapevole e creare opportunità per i
giovani laureati, e gli studenti già prima della
laurea. Noi lo facciamo con progetti negli
ambiti di Farmacia, Biotecnologie, Green
Economy, Management, Agraria e in quasi
tutti gli altri indirizzi di studi, dall’Informatica all’Ingegneria. Perché imprenditori (di
successo) non si nasce. Ma lo si può diventare
con una buona cultura e una grande preparazione di base.
Beh! Forse non abbiamo svelato alcun segreto, perché qui all’Università di Salerno è tutto
alla luce del sole. Ma che cos’è un Effetto Campus ora lo abbiamo capito.
Il Dipartimento di Farmacia
(DIFARMA) dell’Università degli Studi di Salerno, istituito nel
2012 con la “legge Gelmini”, raccoglie l’eredità di due strutture
pre-riforma, la Facoltà di Farmacia e il Dipartimento di Scienze
Farmaceutiche e Biomediche. E’
una struttura scientifica e didattica di riferimento sul “Farmaco”
nell’ambito dell’Ateneo Salernitano. Come tutta l’Università di
Salerno, il DIFARMA si collega
idealmente alla Scuola Medica
Salernitana. Tuttavia, più che
all’ovvio legame ad una scuola di
tipo farmaceutica-biomedica, il
DIFARMA ha sempre inteso sottolineare il legame culturale, geografico, di sensibilità e attenzione all’uomo, identificandosi in alcuni valori fondanti e peculiarità
della Scuola Medica Salernitana.
senzaetà
35
SPORT E SALUTE
Primo fondamentale,
la salute
LUBE, nel volley
vince lo spirito
di gruppo:
intervista al
dott. Compagnucci
36 senzaetà
E
ra il 1990 quando a Treia, piccolo centro del maceratese, nacque uno degli
astri più brillanti del panorama sportivo marchigiano e nazionale: l’Associazione
Sportiva Volley Lube. I numerosi successi
ottenuti da allora si devono certamente al
valore di dirigenti, allenatori e giocatori, ma
anche alla competenza di una serie di figure
professionali, tra cui spiccano coloro a cui è
affidato il compito essenziale di salvaguardare la salute degli atleti: il dott. Danilo Compagnucci e il dott. Mariano Avio, i due medici
sportivi che, insieme a due fisioterapisti e ad
un osteopata, compongono lo staff sanitario
della Lube. Abbiamo rivolto a Compagnucci
alcune domande volte a chiarire l’importanza del suo ruolo all’interno di una squadra
costruita per raggiungere grandi obiettivi.
Come è nato il suo rapporto con la Lube
Civitanova?
“Le visite annuali per l’idoneità all’attività
agonistica dei giocatori della Lube si svolgevano presso il centro di medicina dello
sport delle Terme S. Lucia di Tolentino, di cui
sono il direttore. Io e il Dott. Avio siamo stati
contattati nel 2004, quando la società ha
ritenuto opportuno allestire uno staff medico
autonomo.
Prima di allora si era mai interessato al
volley?
Nella pallavolo
spalla, ginocchio
e caviglia
le zone più
soggette a traumi
“Certamente! Sono stato anche un giocatore a
livello amatoriale”.
Quali sono gli infortuni più frequenti e
che misure si possono adottare per tentare di prevenirli?
“Nella pallavolo la spalla, il ginocchio e la
caviglia sono le zone più soggette a traumi,
per questo la miglior forma di prevenzione è
una preparazione atletica che miri a rinforzarle e ad aumentarne l’elasticità dei tessuti
articolari”.
Anche quest’anno la Lube sarà impegnata
in campionato e Coppa CEV. Quanto conta
il parere del medico nelle scelte in merito
a formazioni e turnover?
“Il medico sportivo deve saper esporre un
quadro preciso sullo stato di forma di ogni at-
leta, poi sta al tecnico decidere come disporre
della rosa. E’ evidente che il nostro parere
sull’opportunità di impiegare un giocatore è
decisivo nel caso sia reduce da un infortunio”.
Sul piano umano, come ricerca nei giocatori quella fiducia indispensabile in ogni
rapporto tra dottore e paziente?
“Assicuro agli atleti costante presenza e attenzione qualora sorga qualche problema,
ma, in ogni caso, cerco di parlare molto con
loro, in modo da poter rappresentare un
punto di riferimento. Si instaura così un clima
confidenziale da cui traggono giovamento sia
la serenità dei singoli individui che lo spirito
di gruppo, elementi fondamentali per raggiungere grandi traguardi”.
Elisa Scoccia
Il dott. Danilo Compagnucci
Alcune immagini delle Terme di Santa Lucia a Tolentino nelle Marche
senzaetà
37
RICERCA&INNOVAZIONE
Fidati, Respiro Plus
e misuratore
Seicentodieci
Tre alleati per la salute della famiglia
C
Nelle foto RESPIRO PLUS, il nuovo
modello di aerosol per il trattamento
di laringiti, tracheiti e bronchiti.
38 senzaetà
on l’inizio della stagione fredda sono
arrivati tosse, mal di gola, influenze e
starnuti. Si può cercare di prevenire
queste patologie attraverso buone pratiche,
per esempio evitando di prendere freddo,
lavandosi spesso le mani ed evitando le
occasioni di contagio. Ciò nonostante, l’appuntamento con fazzoletto e termometro
rimane una costante in tutte le famiglie.
Quali strumenti ci possono venire quindi in
aiuto?
Negli ultimi anni sempre più medici consigliano l’aerosolterapia per il trattamento
delle affezioni dell’apparato respiratorio,
come appunto le malattie da raffreddamento. L’aerosol, o nebulizzatore, è uno strumento di somministrazione dei farmaci che
riesce a raggiungere molto bene le zone da
trattare. Funziona trasformando un liquido
(un farmaco o una soluzione fisiologica) in
una miriade di gocce molto fini che vengono
poi disperse in direzione del naso e della
bocca, e da qui alla laringe, alla trachea e ai
bronchi. E’ un metodo indolore, che non provoca fastidio e che oramai è familiare anche
ai bambini.
Joycare Pharma ha sviluppato un nuovo
modello di aerosol, Respiro Plus. Realizzato
interamente in Italia, Respiro Plus è caratterizzato da una grande affidabilità e ottime
performance, garantite dai severi test di
qualità di Joycare. E’ l’ideale per l’utilizzo di
tutta la famiglia, anche per i più piccoli, grazie alla mascherina pediatrica in dotazione.
La confezione, oltre al motore, all’ampolla
e al tubo di collegamento, contiene le 2 maschere (adulti e bambini), un filtro di ricambio, un boccaglio e un nasale.
In caso di febbre, un alleato preziosissimo
è il termometro a distanza, che permette la
rilevazione della temperatura istantaneamente, senza disturbare il malato e senza
rischiare contagi. Joycare offre un prodotto
100% italiano di livello top, il termometro a
infrarossi Fidati, che proietta la temperatura
direttamente sulla fronte: basta puntarlo e
premere il tasto di rilevazione. Fidati, protetto da una serie di brevetti internazionali,
è estremamente preciso, grazie ad un esclusivo dispositivo di messa a fuoco: quando
l’indicazione della temperatura è compresa
all’interno di due punti proiettati, significa
che la distanza è quella giusta e la rilevazione non è disturbata dalla temperatura esterna. Può essere usato anche per misurare la
temperatura dell’ambiente, degli alimenti e
degli oggetti.
Infine, per la sicurezza della nostra salute
è bene controllare periodicamente la pressione arteriosa. L’ipertensione è la patologia
più diffusa nel nostro Paese e uno dei più
importanti fattori di rischio cardiovascolare:
colpisce circa un italiano su tre, soprattutto
dai 40 agli 80 anni. Purtroppo, solo la metà
dei malati sa di essere iperteso e solo 1 su
4 si rivolge a un medico o fa ricorso a una
terapia adeguata. La patologia ormai viene
definita “il killer silenzioso”, ed è quindi un
L’innovativo termometro a
infrarossi FIDATI stupisce
nonni e nipoti misurando
la febbre a distanza.
Ma sono oltre duecento
le novità che stanno
conquistando il mercato
LA SCHEDA
RESPIRO PLUS
• Pressione massima: 2.5 bar/250 kPa
• Pressione d’esercizio: 80 kPa
• Flusso libero: 14 l/min
• Flusso d’esercizio (dopo gli accessori):
6 l/min (a 120kPa)
• Ciclo di utilizzo: CONTINUO
• Caratteristiche tecniche Ampolla
nebulizzatrice:
• Capacità: 16 ml
• Particelle nebulizzate< 5μm: 80%
• Tempo di nebulizzazione con soluzione
salina: 0,45 ml/min
• Residuo non nebulizzato: 0.7ml
SEICENTODIECI
fattore indispensabile di prevenzione misurarla con regolarità.
Joycare propone il suo misuratore di pressione automatico da braccio Seicento10,
caratterizzato da grande affidabilità e ottime
performance. A differenza dei rilevatori più
tradizionali, per i quali per ottenere i valori
bisogna attendere che sia la fase di gonfiag-
Joycare
La mission di Joycare è da sempre il
miglioramento della vita delle famiglie italiane, per questo la scelta dei
prodotti è mirata al benessere degli
adulti, degli anziani, non dimenticando mai i più piccoli.
La ricerca e lo sviluppo sono guidate
da concetti di “innovazione”, “qualità”,
“affidabilità” e “design”, ponendosi
come obiettivo finale la soddisfazione
di tutte le famiglie grazie alle prestazioni dei propri prodotti. Joycare nasce
nel 1999 e in pochi anni si afferma
come Marchio di riferimento nel settore “cura della persona”. Nel 2009 la
Baycross Investement Ltd. di Londra
ne acquisisce il marchio e, inserendola
in un importante gruppo Internazionale, ne favorisce l’ulteriore sviluppo.
Oggi Joycare conta di due basi produttive e di due trading a Shangai e ad
Hong Kong, città considerate fra le più
importanti al mondo nel proprio settore merceologico. Lo sviluppo su i mercati internazionali è stato immediato
e prova ne è che oggi Joycare conta su
importanti partnership commerciali
in 30 paesi. Sul mercato italiano, grazie alla diversificazione multicanale,
Joycare è presente in oltre 8.500 punti
vendita.
gio sia quella di sgonfiaggio siano terminate,
grazie alla tecnologia “Inflating” il misuratore inizia, già in fase di gonfiaggio, a fare
una “stima” dei valori pressori, in modo da
ridurre la pressione massima di gonfiaggio
del bracciale, e di conseguenza il tempo di
misurazione. E’ dotato di 60 memorie, per
tenere traccia dei valori registrati nel tempo.
• Completamente automatico
• Grande display REVERSE di facile lettura
• Visualizzazione dei valori Sistolici,
Diastolici e Pulsazioni
• Indicazione dei valori di misurazione
secondo i parametri stabiliti
dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità (WHO)
• Nuova tecnologia: misurazione
durante il gonfiaggio
• Indicazione battiti irregolari
• 60 memorie con data e ora
• Autospegnimento
• Indicatore di errore
• Indicatore batterie scariche
• Alimentazione 4 batterie AA
FIDATI
Il misuratore SEICENTODIECI
per la misurazione della pressione
completamente automatico
• Funzionale: rileva la temperatura a
distanza e la proietta sulla persona o
sull’oggetto da misurare.
• Dimensioni ridotte: è maneggevole,
portatile e poco ingombrante
• Preciso: il sistema di proiezione indica
anche la distanza corretta per l’utilizzo,
evitando interferenze dall’ambiente nella
rilevazione
• Facile: basta premere un tasto per
conoscere la temperatura
• Rapido: è l’unico termometro a distanza
che proietta immediatamente i risultati,
senza tempo di attesa
• Igienico: con Fidati non
occorrono contatti fisici
• Multiuso: utilizzabile anche su oggetti,
alimenti, liquidi
• Pratico: mantiene in memoria le ultime 9
misurazioni
• 100% Made in Italy: prodotto
interamente da un’azienda italiana
leader nella progettazione e produzione
di apparecchiature elettromedicali
• Innovativo: è brevettato nella
funzionalità e nella tecnologia applicata
www.joycare.it
39
RICERCA&INNOVAZIONE
A colloquio con il nostro
esperto Cesare Ivaldi
La colonna
cervicale
Dolori: um buon metodo per curarli
L
a colonna vertebrale cervicale è costituita da un’alternanza di vertebre ossee e di dischi fibrocartilaginei, fra loro
connessi per mezzo di robusti legamenti
sorretti da robuste masse muscolo-tendinee.
Le vertebre cervicali sono sette ed insieme
formano la struttura scheletrica del collo;
proteggono il midollo spinale, sostengono il
cranio e consentono di compiere una serie
di movimenti. La prima vertebra cervicale
(Atlante) e la seconda (Epistrofeo) hanno la
funzione di articolare con il cranio. La terza, quarta, quinta, sesta vertebra cervicale
circondano il forame vertebrale che forma
il canale vertebrale. La settima vertebra
cervicale è il punto d’incontro tra le vertebre
cervicali e quelle toraciche e si evidenzia per
il processo spinoso prominente che si riesce
a vedere e toccare. Una complessa rete di
nervi, che si trova alla radice del collo e si
estende fino all’ascella ed agli arti superiori
è denominata plesso brachiale. E’ stato appurato che un programma di terapia intensiva Sorazon è molto efficace sul paziente
artrosico dolente ed infortunato.
L’ARTROSI. È presente principalmente nella
maggior parte dei soggetti ultra cinquanten-
ni con lesioni del disco e presenza di osteofiti (calcificazioni), causa dolore ed impedisce
alcuni movimenti del collo. L’artrosi cervicale può contribuire a restringere il canale vertebrale ed a determinare lesioni del midollo
spinale, con disturbi della deambulazione.
ERNIA DEL DISCO. Fuoriuscita del disco intervertebrale dai suoi limiti normali.
Costituito da due parti: un nucleo gelatinoso
centrale (nucleo polposo) ed un anello di
fibre periferiche che tiene unite le due vertebre. Se l’anello è fessurato , il nucleo vi si
insinua e sporge all’esterno della colonna
vertebrale comprimendo una radice nervosa
o il midollo spinale. (Protrusione o Ernia)
Si manifesta con dolore acuto e rigidità della
colonna vertebrale cervicale, con nausea,
vertigini e annebbiamento della vista.
TRAUMI CONTRATTIVI. Avuti da incidenti
(Colpo di frusta). Si manifesta con dolore
acuto e rigidità della colonna vertebrale.
RISULTATI CLINICI IN ITALIA DAL 1992
LAVORO MEDICO SCIENTIFICO su un alto numero di pazienti trattati dal 2003 al 2010
DOCUMENTATA EFFICACIA ANCHE RISOLUTIVA
40 senzaetà
AZIONE TERAPEUTICA
Il trattamento con terapia intensiva Sorazon, utilizza onde soniche pressorie d’urto, altamente penetranti, che si irradiano nei tessuti profondi con fasi di compressione e decompressione in rapida sequenza,
radiofrequenze con campo elettromagnetico ionizzante (Risonanza
Magnetica) ed energia ossigenatoria di OZONO, è risultato di grande
efficacia nel processo della flogosi (infiammazione) per inibizione
delle prostaglandine, e del dolore per ossidazione (inattivazione) dei
metaboliti algogeni delle parti nervose.
Essendo non invasiva, non a contatto, non dolorosa, si considera una terapia indicata per il recupero del paziente con dolori cervicali da artrosi,
discopatie, ernie e traumi contrattivi.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
> ARTROSI
> INFIAMMAZIONI
ARTICOLARI
> TRAUMI
ITALIA - EUROPA
CONTRO IL DOLORE ARTROSICO
TERAPIA INTENSIVA
antinfiammatoria
Mirata >Infiltrante>Profonda
non invasiva, non dolorosa
A TRIPLA AZIONE
SONAR
AD ONDE SONICHE
PRESSORIE
D'URTO
A
TEMPORO MANDIBOLARE
- artrite - artrosi - dolore di masticazione
COLONNA CERVICALE
- artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi,
contusivi
COLONNA DORSALE
- artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli
vertebrali - traumi contrattivi, contusivi
COLONNA LOMBARE SACRALE
- artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della
strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore
trauma coccige
SPALLA
- artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale
- cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi
GOMITO
RADIOFREQUENZA
- artrite - artrosi - epicondilite (gomito
tennista) - traumi contrattivi, contusivi
CON CAMPO
ELETTROMAGNETICO
IONIZZANTE
POLSO
- artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite
- traumi contrattivi, contusivi, distorsivi
MANO
- artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto
- metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi
ANCA
- artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata
COSCIA/GAMBA
- traumi contrattivi, contusivi - ematomi
GINOCCHIO
- artrite - gonartrosi - meniscopatie
degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker
AD ENERGIA
OSSIGENATORIA DI
CAVIGLIA
- artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi
- lesioni - calcificazioni tendine d’achille
OZONO
PIEDE
- artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni
calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo
- sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite
- fascite plantare - trauma contusivo
PATOLOGIE VARIE
- artrite reumatoide - artralgia - tendinite
tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti
periostite - ritardi di consolidazione ossea
MARCHIO CE - Terapia non invasiva
Per informazioni:
P.A.S.S.
Via S.N.A.Sud, 44/7
61032 FANO (PU)
Tel. e Fax: 0721/808759
+39 333/9129395
[email protected]
Segreteria:
+39 333.9129395
Specialista Terapeutico:
+39 337.641384
www.sorazon.it
www.sonotronitalia.com
AMBULATORI REGIONE MARCHE:
Pesaro - Fano
Ancona - Jesi
Trodica di Morrovalle (MC)
Ascoli Piceno
senzaetà
41
SOCIALE
Troppa poca
la partecipazione
democratica:
un progetto per
la ricerca
L’Europa vista
dai cittadini
C
OOSS è partner del progetto “Let’s get
active! - Incentivi per la partecipazione
attiva dei cittadini nella vita democratica Europea”, cofinanziato dal Programma
“Europa per i Cittadini”.
Il progetto si colloca all’interno dell’ Azione
2, Misura 3 - Sostegno a favore di progetti
promossi dalle organizzazioni della società
civile e coinvolge partner da Italia, Polonia,
Cipro e Romania.
All’inizio del progetto, l’analisi dei contesti
di riferimento sottolinea come nel complesso i cittadini dei paesi membri dell’Unione
Europea (UE) mostrino apprezzamento per
l’adesione delle loro nazioni all’UE, nonché
soddisfazione e aspettative per i benefici che
ne possono derivare.
Tuttavia, per alcuni motivi, la maggior parte
dei cittadini europei non si impegna nel processo di formazione delle politiche dell’UE.
La domanda è “perché”?
L’obiettivo principale del progetto è quello di
studiare le ragioni e le cause alla radice della
mancata partecipazione alla vita democratica
e di incrementare il livello di coinvolgimento
42 senzaetà
e di partecipazione democratica dei cittadini,
rendendoli consapevoli del ruolo che possono ricoprire nella formazione delle politiche
dell’UE e dell’opportunità di plasmare il futuro dell’Europa.
Il primo passo del progetto è la ricerca on-line! Grazie a questa indagine si sono raccolti
feedback e raccomandazioni per ridurre gli
ostacoli alla partecipazione, introducendo
degli incentivi per diventare un cittadino attivo!
La ricerca on-line è durata 3 mesi, da aprile a
giugno 2015.
Il questionario proposto affronta 4 tematiche specifiche ed è organizzato in 6 differenti
gruppi di domande raggruppate per area di
interesse, strutturandosi come un percorso
di acquisizione di consapevolezza.
La ricerca, afferma la dott.ssa Romina Boraso
di COOSS, ha raccolto un totale di 701 questionari, attraverso le 5 versioni tradotte: n.
175 Polacchi, n. 224 Rumeni, n. 169 Italiani,
n. 26 Ciprioti, n. 107 da altri paesi.
I partecipanti appartengono a 40 paesi, UE
ed extra UE: Polonia, Romania, Italia, Cipro,
A cura di Nicolò Scocchera
Portogallo, Ungaria, Scozia, Lituania, Marocco, Francia, Slovacchia, Spagna, Bulgaria, Croazia, Albania, Grecia, Austria, Germania, Regno Unito, Kazakhstan, Kosovo, FYR Macedonia, Bosnia e Herzegovina, Turchia, Ucraina,
Svizzera, Pakistan, Ecuador, Libano, Argentina, Armenia, Lituania, Moldavia, Azerbaijan,
Armenia, Tunisia, Montenegro, Lettonia, Slovenia, Serbia e Belgio.
La ricerca ha raggiunto diverse tipologie di
cittadini che si differenziano per età, genere,
occupazione, esperienze e percorsi educativi,
interessi e attitudini.
In generale i partecipanti si mostrano interessati nelle questioni pubbliche e desiderano essere maggiormente informati e coinvolti nelle decisioni inerenti le questioni pubbliche della UE.
Lo strumento e la modalità che maggiormente è ritenuta efficace per il coinvolgimento e
lo stimolo alla partecipazione alle tematiche
pubbliche e alle decisioni prese a livello europeo sono i Social Network.
La maggior parte dei cittadini dichiarano di
avere informazioni in merito agli strumen-
ti di democrazia diretta e a livello europeo
quello più utilizzato sembrano essere le petizione popolari e le campagne.
Rimane comunque un’ampia percentuale di
cittadini che non hanno mai utilizzato strumenti di democrazia diretta e altrettanti interessati a farlo.
La ricerca analizza anche quanto i cittadini
si percepiscano attivamente coinvolti nella
vita democratica a livello locale, nazionale
ed europeo ripetendo la domanda all’inizio e
al termine del questionario valutando le differenti risposte. In questo senso sono stati
raccolti suggerimenti e opinioni per incrementare la partecipazione democratica dei
cittadini e le priorità da perseguire.
Per prender visione dei risultati e per consultare i dati specifici è possibile scaricare il
report della ricerca e i suoi allegati direttamente dal sito web di progetto, http://www.
letsgetactive.eu/it/, dove reperire altre informazioni sugli eventi di promozione e disseminazione del Forum Nazionale dei Cittadini
organizzato all’interno del Festival dell’Educazione di Jesi (maggio 2015).
I social
network
come strumento
per il pieno
coinvolgimento
popolare
senzaetà
43
RIABILITAZIONE
Santo Stefano:
nuovi servizi
di riabilitazione
respiratoria
SantoStefano
RIABILITAZIONE
44 senzaetà
L
e patologie legate alla respirazione
rappresentano una delle più frequenti
cause di malattia, invalidità e morte
a livello mondiale, e secondo le previsioni
dell’Organizzazione mondiale della sanità
(Oms) sono destinate ad un costante e notevole incremento nei prossimi vent’anni.
Necessario, pertanto, effettuare un’accurata
attività di prevenzione, diagnosi e cura.
Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione, a tal
proposito, ha nei mesi scorsi avviato una
doppia iniziativa nelle Marche rivolta alla
popolazione e finalizzata ad accrescere il
livello dei servizi del territorio.
Una a Civitanova Marche, presso il Centro Fidia Riabilitazione (all’interno della
www.sstefano.it
Clinica Villa dei Pini), con un servizio che
rappresenta un’assoluta novità per la sanità
del territorio di riferimento.
Dal giugno scorso, infatti, Fidia Riabilitazione ha attivato il nuovo servizio di Riabilitazione Respiratoria che, attraverso un
articolato e completo lavoro sul paziente, ha
iniziato a prendere in cura persone con patologie legate alla respirazione.
Nel Centro viene svolto un articolato e completo lavoro sul paziente sotto numerosi
punti di vista: esercizi respiratori e fisioterapia toracica; il fondamentale riallenamento
allo sforzo (la persona affetta tende ad evitare qualsiasi sforzo per timore); momenti
informativi ed educazionali su come gestirsi
di Nico Coppari
e gestire la malattia, come gestire i farmaci,
sull’igiene respiratoria, sul comportamento
nutrizionale e a tavola, su tutto ciò che la
persona affetta deve sapere.
Inoltre attenzione anche agli aspetti psicologici.
Presso il Centro Santo Stefano di Macerata
Feltria, in provincia di Pesaro-Urbino, invece, l’attenzione è fortemente concentrata
su di una particolare patologia che colpisce
i polmoni: la bronco-pneumopatia cronica
ostruttiva (abbreviata con “Bpco”).
L’Organizzazione mondiale della sanità
(Oms) registra la Bpco come uno dei più
grandi problemi sanitari, terza causa di
morte in Italia e quinta causa di disabilità in
tutto il mondo.
Sostanzialmente, si tratta di un’infiammazione cronica del tessuto polmonare prodotta
da vari agenti irritanti, infettivi ed inquinanti, primo fra tutti il fumo di sigaretta, ma
anche in generale gli altri fattori ambientali,
come ad esempio l’inquinamento atmosferico da smog automobilistico.
Prevenire le patologie respiratorie come
questa, risulta pertanto fondamentale.
In tal senso va il nuovo servizio di riabilitazione pneumologica di recente attivazione a
Macerata Feltria, presso l’ex ospedale civile
cittadino. Un servizio convenzionato con il
servizio sanitario nazionale al quale i pazienti possono accedere dietro prescrizione
medica da parte del proprio medico curante
e che potrà essere svolto in regime ambulatoriale, di day-hospital oppure a domicilio,
in base al fabbisogno e alla tipologia del
paziente.
Un servizio che va evidentemente ad arricchire la gamma dell’offerta sanitaria
non solo di Macerata Feltria ma dell’intero
territorio pesarese sul quale si potrebbero
riflettere i vantaggi di interventi riabilitativi
benefici sui malati di Bpco che, altrimenti,
potrebbero diventare anche un futuro costo
per la collettività in termini di assistenza e di
interventi in ambito socio-sanitario.
Tra gli effetti degenerativi della Bpco, infatti,
vi è anche la limitazione delle attività quotidiane e della qualità della vita, l’isolamento
sociale e la depressione.
Le patologie
legate alla
respirazione sono
in costante e
notevole
incremento,
una delle più
frequenti cause di
malattia,
invalidità e morte
a livello mondiale
senzaetà
45
SORRISI
Aldemiro Mimmo Andreoni
VicePresidente Vicario ANDI Marche
Cosa devi
assolutamente
sapere per una buona
Salute Orale del Tuo Bambino
F
in dalla nascita sarebbe opportuno
pulire le gengive del bambino con una
piccola garza umida, anche se non
sono presenti dentini, almeno due volte al
giorno o ancora meglio pulire sia le gengive
che la lingua ogni volta che mangia per
mantenere un alito fresco e per abituarli.
Si può provare ad appoggiare un dito
nell’angolo della bocca: spesso la reazione è
che il bambino aprirà la bocca pensando che
sta per ricevere del cibo ed anche se proverà
a mordere il dito bisogna avere pazienza e
riprovare finché non aprirà la bocca nella
giusta maniera e allora si deve spingere il
dito all’interno della guancia fino a toccare
sia le gengive superiori che inferiori ed
il piccolo aprirà la bocca ulteriormente
permettendo di pulire le gengive a fondo.
E’ importante lavare costantemente e
regolarmente la bocca dei piccoli e farli
andare a dormire con una bocca pulita.
Non lasciare mai addormentare il bambino
con il biberon a meno che non contenga
SOLO ACQUA: se è invece pieno di latte,
tisane o succhi è causa di carie, così come il
ciuccio immerso nel miele o in altre sostanze
dolci. Tale condizione è nota come Baby
46 senzaetà
Bottle Syndrome o Sindrome da Biberon
e colpisce prevalentemente gli incisivi
superiori ed i molari sia superiori che
inferiori.
Il primo dente da latte erompe generalmente
intorno al sesto mese di vita. In alcuni
bambini avviene prima, in altri può avvenire
alcuni mesi dopo. Se il bambino all’età di un
anno però non presenta ancora il suo primo
dentino è necessario portarlo da un dentista
per una visita.
I bambini sono molto nervosi durante
l’eruzione dei denti da latte. I genitori
possono alleviare il dolore cercando di
distrarre il bambino con diverse attività o
facendogli mordere e masticare appositi
giochi ripieni di liquido che devono essere
lasciati in frigorifero prima di essere usati: la
sensazione di freddo allevia il dolore.
La nascita dei denti da latte non è causa di
insorgenza di febbre, che potrebbe invece
essere provocata da germi presenti su
oggetti che i bambini portano alla bocca per
mordere.
Una volta che il primo dentino da latte è
erotto deve essere pulito con uno spazzolino
dalle setole morbide e della giusta
dimensione. Per meglio pulire i dentini può
essere utile tenere il bambino appoggiato sul
proprio petto oppure sdraiarlo sul letto.
I denti da latte sono importanti
principalmente perché conservano lo spazio
per i successivi denti permanenti, che
cominciano ad erompere intorno all’età di 6
anni. Inoltre denti da latte, gengive e lingua
sono importanti non solo per la funzione
masticatoria ma anche perché intervengono
nella crescita della mandibola e della
mascella e nella corretta eruzione dei denti
permanenti.
All’età di 4 anni si inizia a creare lo spazio
per i denti permanenti, mentre le ossa
mascellari cominciano il loro sviluppo e
quindi il loro accrescimento. I primi denti
da latte che andranno persi (intorno ai
6 anni) saranno i due incisivi centrali
inferiori e subito i due incisivi inferiori
permanenti occuperanno il loro posto.
Contemporaneamente i primi molari
superiori ed inferiori cominceranno ad
erompere nel cavo orale…
(…segue sul
prossimo numero 73/2016
di Senzaetà)
senzaetà
47
INGEGNERI IN CORSIA
Tecnologie tra
ospedale e territorio:
il futuro è già qui
Lorenzo Leogrande
Presidente AIIC
Tema centrale del XVI Convegno Nazionale AIIC 2016 a Bari
N
egli ultimi anni stiamo assistendo
ad una variazione dei bisogni di salute della popolazione, determinata
da diversi fattori; primi tra tutti l’aumento
dell’età media e l’incremento delle patologie croniche. Appare necessario quindi
ripensare la rete dei servizi per andare incontro a questi mutamenti con l’obiettivo,
soprattutto, di rafforzare l’assistenza per i
pazienti direttamente sul territorio. L’innovazione tecnologica può contribuire ad una
riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, in
particolare sostenendo lo spostamento del
fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale
al territorio, attraverso modelli assistenziali
innovativi incentrati sul cittadino e facilitando l’accesso alle prestazioni sul territorio
nazionale. L’esigenza di rendere sostenibile il
sistema sanitario attuale e futuro implica un
cambio di direzione e di strategia che deve
passare attraverso l’incremento dell’assistenza territoriale, facilitando e incrementando le
possibilità di accesso alle prestazioni direttamente sul territorio. La gestione della cronicità e la continuità dell’assistenza trovano uno
strumento ideale nelle tecnologie innovative,
e in generale dell’ICT, per garantire la realizzazione di una rete che integri i vari attori
interessati. Gli strumenti tecnologici attualmente a disposizione sono sufficientemente
evoluti; è necessario quindi implementare
correttamente la rete assistenziale per garan-
L’INNOVAZIONE IN CORSIA
tire sia l’efficienza di questi sistemi, sia anche
la sicurezza per pazienti ed operatori. Per ottenere tali risultati è necessario un confronto
multidisciplinare ed un’adeguata formazione
degli operatori.
Molteplici sono le esperienze di telemedicina
a livello nazionale; in Italia tuttavia la diffusione di queste esperienze non è omogenea e
ben organizzata. AIIC, come associazione di
riferimento e componente dei tavoli di lavoro
dedicati all’innovazione e alla mobile-health,
ritiene la telemedicina strumento fondamentale. Deve però essere gestito da team di professionisti competenti. Proprio la telemedicina sarà uno degli argomenti principali del XVI
Convegno Nazionale AIIC “L’ingegneria clinica
nello sviluppo della sanità tra ospedale territorio” che si terrà a Bari ad aprile 2016; fra i
temi l’ICT in sanità e i dispositivi medici più
innovativi e a più elevata specializzazione.
Ma quando si parla di tecnologia sul territorio ed utilizzo
delle tecnologie informatiche
in sanità, cosa si intende?
L’uso delle nuove tecnologie di
comunicazione in medicina ha
aperto diversi scenari: dalla telemedicina in senso più stretto,
come nel caso del teleconsulto,
alla home care, fino a nuove modalità di interagire con i pazienti
e scambiare dati, come le app
mediche.
Telecardiologia nelle
emergenze/urgenze.
Home care. Consente l’uso delle
tecnologie a casa del paziente e il
monitoraggio dello stato di salute del paziente da remoto .
Sempre più richieste in Sanità sono le competenze specifiche in tema di innovazione tecnologica. E sempre più richiesti sono i professionisti che garantiscano
un’adeguata introduzione e un governo di tecnologie che condizionano fortemente
qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie. L’Associazione Italiana Ingegneri
Clinici (AIIC), rappresenta una categoria che si distingue non più per il fattore di
novità ma per competenza specifica.
48 senzaetà
SOCIETÀ&FUTURO
Quella garanzia che
mette tutti d’accordo
I
l contratto di Escrow Agreement ha origini anglosassoni ed ha la finalità di garanzia. Nello specifico, con il suo utilizzo, uno
o più beni, oggetto di un rapporto principale
sottostante tra due o più soggetti, vengono
depositati in garanzia presso un terzo soggetto indipendente rispetto alle parti. Questo
custodirà i beni fino al manifestarsi di una
condizione che individui a chi spetta la loro
proprietà.
E’ qui che entra in gioco la Fiduciaria che
può ricoprire il ruolo del custode del bene:
svolgerà questo compito secondo le regole
pattuite e lo consegnerà solo e se avrà accertato che le condizioni stabilite nel contratto si
sono verificate.
Questo contratto può avere molteplici utilizzi, di seguito ne verranno elencati alcuni:
- Nei contratti di locazione: è importante
avere la garanzia dell’adempimento delle
obbligazioni da parte del locatario. Questo
può essere un’alternativa alla fideiussione,
in quanto può prevedere ad esempio il deposito di una somma da parte del locatario
a titolo di garanzia, e questa potrebbe essere
depositata in un conto corrente fruttifero intestato ad una società fiduciaria che solo al
termine del rapporto restituirà tale somma
al locatario se esso avrà adempiuto alle sue
obbligazioni;
- Nella custodia penale: se il rapporto sottostante prevede la corresponsione di una
penale a favore di una parte al manifestarsi
di determinate condizioni, la Fiduciaria può
Valerio Vico
Presidente Fiduciaria Marche
50 senzaetà
COS’È E COME FUNZIONA
IL CONTRATTO DI
ESCROW AGREEMENT,
IL RUOLO DELLA FIDUCIARIA
Scriveteci alla mail
[email protected]
Francesco De Benedetto
Procuratore Fiduciaria Marche
Federico Barbieri
Procuratore Fiduciaria Marche
www.fiduciariamarche.it
diventare custode della somma presso la
stessa depositata a titolo di penale che verrà
corrisposta ad una delle parte se e quando si
manifesteranno i fatti collegati alla penale.
- Nei contratti internazionali: questa è la
sua utilizzazione più tipica, considerando la
distanza, la diversa cultura, la diversa legislazione delle parti che intervengono nel rapporto principale, è molto difficile operare con
delle forme di garanzia tradizionali, mentre
l’Escrow Agreement si adatta perfettamente
a questo tipo di rapporti.
I componenti del Cda della Fiduciaria Marche:
Pietro Giugliarelli, il presidente Valerio Vico e
Mario Giugliarelli
senzaetà
51
inchiesta
SERVIZI ONLINE PER
CHI ASSISTE UN ANZIANO
INRCA presenta la piattaforma
WEB “INFORMCARE”
E’ LA PRIMA IN ITALIA
C
on l’obiettivo di migliorare la qualità
della vita degli anziani e di chi li assiste l’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale
Riposo e Cura Anziani) ha presentato “InformCare” (www.eurocarers.org/informcare),
la prima piattaforma web progettata per
aiutare i ‘caregiver familiari’, ovvero chi si
prende cura di parenti anziani non autosufficienti.
La piattaforma, ad accesso gratuito, offre
informazioni utili e consigli sulla gestione
dell’anziano, sull’accesso alle agevolazioni
fiscali, su come conciliare le proprie esigenze personali con l’impegno dell’assistenza
e su come contattare servizi e associazioni
in caso di bisogno. Inoltre, la piattaforma
include alcuni servizi interattivi, come social
network, forum e videochat, utilizzabili dai
52 senzaetà
familiari per comunicare tra di loro e dare e
ricevere supporto anche da professionisti.
“In Europa - spiega Giovanni Lamura, Responsabile del Centro Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’INRCA
- l’80% dell’assistenza ad anziani è fornita da
familiari e amici, per una cifra che supera i
100 milioni di persone, almeno il doppio della
forza lavoro del settore”.
Senza i caregiver familiari, molte attività
come cura personale, trasporto, sostegno
emotivo, non sarebbero garantite. “Purtroppo però – continua Lamura - la loro funzione
e competenza spesso non è riconosciuta”.
Per questo la piattaforma include consigli
su come gestire al meglio l’assistenza nelle
patologie comuni in età avanzata (Alzheimer, Parkinson e altre), oltre ad agevolare
l’interazione tra utenti e la condivisione di
idee e suggerimenti. “InformCare - spiega
Francesco Barbabella, ricercatore INRCA –
dà la possibilità di accedervi in ogni momento
della giornata, ovunque ci si trovi. Durante la
fase pilota con più di quaranta famiglie della
zona di Ancona, è emerso che la piattaforma
ha il potenziale di stimolare la presa di consapevolezza del proprio ruolo e di garantire
un punto unico di accesso a informazioni e
servizi utili”.
La piattaforma InformCare è già attiva nella versione italiana e in quelle di 27 Paesi
europei. Lo sviluppo è stato coordinato
dall’INRCA e dall’associazione Eurocarers
che, con il suo network di membri a livello
nazionale, si è occupata di redigere i con-
tenuti e di promuoverne il lancio negli altri
Paesi. Lo sviluppo della piattaforma rientra
nel progetto europeo Innovage, finanziato
dall’Unione Europea con l’obiettivo di creare
e testare innovazioni sociali per contribuire
a migliorare il benessere e la qualità della
vita in età anziana. “Nel quadro europeo – aggiunge Lamura – l’invecchiamento demografico è una sfida per la sostenibilità dei sistemi
di assistenza, che può essere affrontata con il
potenziale innovativo offerto dalle tecnologie
della comunicazione, adeguatamente integrate nella vita quotidiana”.
Prima del lancio, la piattaforma è stata testata in Italia, Germania e Svezia su un centinaio di famiglie. In ogni Paese la gestione dei
servizi interattivi di supporto è stata affidata
a professionisti sociosanitari. “Dall’analisi
dei risultati e dai focus group svolti a seguito della fase pilota - spiega Arianna Poli,
psicologa INRCA - è emerso un impatto
positivo sull’utenza. In particolare, in un
contesto come l’Italia in cui vi sono pochi
servizi rivolti alle famiglie, la possibilità di
ottenere in maniera flessibile informazioni
sicure e attendibili è stata considerata un
grande valore aggiunto”.
INRCA AL “SENIOR EXPO 2015”: LA RICERCA SCIENTIFICA
IN GERIATRIA SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO
L’Irccs Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) dal 23 al 25 Ottobre ha partecipato alla
manifestazione Senior Expo 2015, organizzata presso la città di Rende (CS). Per l’occasione sono
stati presentati i dati preliminari del progetto MEDELNET-AC (Medication in the elderly network-acute care). Il progetto si propone di analizzare l’appropriatezza delle terapie farmacologiche prescritte a pazienti anziani dimessi dall’ospedale, in seguito alla fase acuta della malattia. Lo studio
è stato effettuato presso le Unità Operative dell’INRCA di Cosenza e delle Aziende Ospedaliere
di Cosenza e Catanzaro. Il progetto, finanziato dal Ministero della Salute, si concluderà il prossimo dicembre 2015 dopo quattro anni di ricerca. Interamente svolto in Calabria, lo studio affronta
dal punto di vista clinico epidemiologico un tema - quello dell’utilizzo di farmaci - di particolare
rilevanza a livello scientifico e politico-sanitario. I dati preliminari - illustrati dal Dott. Andrea Corsonello, dell’Unità Operativa di Geriatria INRCA Cosenza - indicano in generale che la qualità
dell’approccio geriatrico al paziente anziano ospedalizzato è elevata in Calabria. Tuttavia, una
percentuale molto alta di pazienti riceve cure poli-farmacologiche complesse, che richiedono approcci specifici e metodi personalizzati. Le variabili individuali infatti possono influenzare la risposta e l’efficacia delle terapie. I dati sono stati presentati anche all’interno del Seminario Nazionale
della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio a Catanzaro.
senzaetà
53
ANZIANI E CADUTE:
UNA SOLETTA “INTELLIGENTE”
E UNO SMARTPHONE PER
ANALIZZARE IL CAMMINO
IN TEMPO REALE
U
na soletta elettronica in grado di
raccogliere i dati sul modo di camminare dell’anziano e valutare così il
rischio di caduta.
E’ il progetto europeo Wiisel (Wireless
Insole for Independent and Safe Elderly
Living), lo studio promosso dalla Commissione europea e condotto dall’IRCCS INRCA
(Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani)
con l’obiettivo di progettare uno strumento
flessibile che, grazie alla possibilità di rilevare l’andamento del passo in modo continuo,
sia di facile impiego nella prevenzione delle
cadute e nella riabilitazione.
“Le cadute – spiega la Dott.ssa Fabrizia
Lattanzio, Direttore Scientifico INRCA - interessano un terzo degli anziani e costano al
Sistema Sanitario Nazionale oltre 400 milioni
di Euro l’anno. Rappresentano una sfida per i
sistemi socio-assistenziali europei, se si pensa
che entro il 2060 il 30% della popolazione
europea avrà più di 65 anni”.
Il progetto Wiisel si inserisce nella ricerca
tecnologica orientata a migliorare la diagnosi e la prevenzione sui soggetti più a rischio
caduta, al fine di sostenere la vita indipendente nella terza età e ridurre al contempo i
costi sanitari connessi.
Include la sperimentazione in ambito dome-
54 senzaetà
stico di una soletta, facilmente indossabile, a
cui sono applicati alcuni sensori di pressione
e di controllo dell’inerzia.
Si rilevano così le caratteristiche spaziali e
temporali del cammino come velocità, pause
ed intervalli.
I dati raccolti - trasmessi tramite bluetooth
ad uno smartphone – vengono elaborati da
una app dedicata che calcola gli indici di
rischio caduta. “Il sistema - spiega Lorena
Rossi, Responsabile del Laboratorio di Bioinformatica, Bioingegneria e Domotica INRCA
– si distingue sia per l’innovativa modalità di
raccolta dei dati - che avviene nelle normali
condizioni di vita quotidiana senza interferire
sul passo - sia per gli algoritmi utilizzati per
l’analisi”.
Il software infatti permette di combinare
i dati già in possesso dello specialista con
quelli raccolti durante l’utilizzo della solette,
in modo da avere un quadro più completo
del cammino e individuare eventuali cambiamenti nell’andatura.
Lo strumento rappresenta quindi un significativo passo in avanti negli studi sulla prevenzione delle cadute.
Dallo studio di validazione, condotto su un
campione di soggetti con un’età media di 75
anni, con almeno una precedente esperienza
I dati raccolti,
trasmessi tramite
bluetooth ad uno
smartphone,
vengono elaborati
da una app dedicata
che calcola
gli indici
di rischio caduta
di caduta nell’arco dell’ultimo anno, è emerso un giudizio nel complesso positivo del
sistema e del grado di soddisfazione sull’usabilità dello strumento.
“Le valutazioni finali - spiega Lorena Rossi – ne hanno dimostrato l’usabilità a lungo
termine anche nei contesti finora meno accessibili alla ricerca, come l’ambiente domestico”.
La sfida attuale infatti è “sviluppare sistemi
intelligenti sempre più a misura di anziano,
intuitivi, e utilizzabili in modo indipendente
all’interno dell’abitazione”.
Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle aspettative da parte
dell’utenza richiedono strumenti innovativi
nell’ambito socio-assistenziale, anche tramite l’uso delle Tecnologie dell’Informazione e
della Comunicazione (ICT).
Il progetto Wiisel è finanziato dall’UE
nell’ambito del 7° Programma Quadro (FP7).
Della durata complessiva di 41 mesi, coinvolge otto partner di sei nazioni (Spagna,
Italia, Svezia, Germania, Irlanda e Israele).
GIOVANI NEUROLOGI A CONFRONTO
PER MIGLIORARE
LA DIAGNOSI DELLE
MALATTIE NEURODEGENERATIVE
Venerdì 13 Novembre, ad Ancona presso
l’Auditorium INRCA (Istituto Nazionale
Riposo e Cura Anziani) di via della Montagnola, si è tenuto un convegno di grande
attualità: a confronto i professionisti
impegnati nella cura delle patologie extrapiramidali, ovvero quelle malattie che
interessano i centri nervosi coinvolti nella
mobilità muscolare, per poter migliorarne
la diagnosi. Negli ultimi anni si è registrato in Europa un considerevole aumento
dell’aspettativa di vita e parallelamente un
incremento dell’incidenza delle malattie
neurodegenerative. Queste sono caratterizzate dalla morte dei neuroni e, a seconda
del tipo di malattia, il processo neurodegenerativo può determinare demenza, alterazioni motorie e disturbi comportamentali.
Una migliore capacità diagnostica quindi
potrebbe, in futuro, permettere di valutare
l’efficacia di possibili nuovi farmaci.
“I disturbi più comuni – spiega Giuseppe
Pelliccioni, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia - si manifestano come
mosse involontarie del corpo o con la
scomparsa di determinati movimenti. In
questo ambito le malattie più note sono il
morbo di Alzheimer e il Parkinson. Ci sono
però molte altre patologie meno frequenti
ma con sintomi simili, che in particolare
nella fase iniziale si confondono con quelle
più conosciute e sono definite in modo generico ‘parkinsonismi’ ”.
Al convegno è stata prevista una sessione
di confronto tra specialisti provenienti da
importanti centri italiani, impegnati nel
campo assistenziale delle diverse realtà
regionali.
L’incontro ha rappresentato dunque un’occasione per discutere temi che interessano
non solo la figura professionale del neurologo, ma anche quella del geriatra, dello
psicologo, del medico di medicina generale
e del biologo.
senzaetà
55
TECNOLOGIA
IL CORAGGIO
INNOVAZIONE
DELL’
56 senzaetà
LABORATORIO
ALL’AVANGUARDIA
U
n 2014 decisamente difficile ha indubbiamente pesato anche sull’andamento della raffineria di Falconara,
come del resto su buona parte del tessuto
industriale del nostro Paese e della regione.
Tuttavia, in controtendenza rispetto a molti
altri operatori del settore petrolifero, che
hanno preferito chiudere le raffinerie, il
Gruppo Api, grazie a scelte aziendali determinate e coraggiose, ha deciso di rimanere
attivo, investendo nell’innovazione e nello
sviluppo dei suoi prodotti.
Un anno di piena attività, che ha segnato
un ritorno della produzione confrontabile
con gli anni 2011 e 2012 e ha rilanciato investimenti finalizzati a consolidare le linee
del recupero di efficienza energetica degli
impianti e dell’affidabilità.
Come risposta ad opportunità di mercato
Api ha sviluppato un progetto di carburanti
più “eco” attenti per mettere in commercio
prodotti dalle specifiche ambientali più elevate ben in anticipo rispetto ai tempi previsti dalla Direttiva Europea.
La raffineria sta, quindi, sviluppando un
percorso di rafforzamento per continuare a
lungo il suo cammino e consolidare le buone
performance ottenute nel 2014 in particolare nel campo della sicurezza e dell’ambiente.
A questo fine può contare su impianti effi-
cienti, in grado di servire il mercato in modo
affidabile e nel rispetto delle esigenze del
territorio, e su un sistema di gestione integrato, certificato, fin dal 2001, ISO 14001
per l’ambiente, OHSAS 18001 per la salute
e la sicurezza e ISO 9001 per la qualità del
Laboratorio.
In questi anni, anche grazie all’adozione
di principi e soluzioni che costituiscono le
“best practices” del settore, sono stati garantiti il sistematico mantenimento delle emissioni inquinanti molto al di sotto dei limiti
di legge e una gestione del sistema di messa
in sicurezza del sottosuolo e della falda tra i
migliori in Europa.
Così come è nostra convinzione che la responsabilità verso il territorio circostante
sia fondamentale per la stessa produttività
e competitività dell’azienda, crediamo indispensabile l’impegno di tutto il personale
del sito produttivo a mantenere sempre alta
l’attenzione nei confronti dell’ambiente e
della sicurezza.
Nel 2014, infatti, le ore di formazione
complessive all’interno del sito sono state
13.458, delle quali 11.020 per i dipendenti api e 2.438 per il personale delle ditte
esterne, in crescita del 3% rispetto all’anno
precedente.
Nicolò Vinci
Esito particolarmente positivo per il
processo di ricertificazione del Laboratorio della raffineria: il Sistema
di Gestione Qualità (SGQ) ai sensi
della ISO 9001:2008 è risultato conforme e in ottima forma.
Verificato in luglio ad opera dell’ente DNV_GL, il SGQ è giunto alla 5° ricertificazione seguendo un percorso
di continua evoluzione, nel quale
una parte sempre più importante è
giocata dal ruolo dell’informatizzazione. In quest’ultimo anno, infatti,
si è passati al Registro informatico
delle Consegne, il CELAB, che favorisce la chiarezza delle comunicazioni
tra i vari addetti del reparto e la certezza della presa visione. In corso di
ottimizzazione il GAL, il sistema di
Gestione degli Addestramenti, anch’esso viaggiante tramite rete e in
condivisione con il reparto Informazione, Formazione, Addestramenti,
che può così essere costantemente
aggiornato sui corsi specifici. Inserito, inoltre, nell’addestramento
l’esecuzione di analisi sui campioni
da circuiti di correlazione: periodicamente e a turno, tutti gli addetti
del Laboratorio compiono l’attività,
dai cui esiti è possibile poi agire per
uniformare le modalità di lavoro.
Il Gruppo investe
per la messa
in sicurezza
e la riduzione
delle emissioni
inquinanti
senzaetà
57
GRAFOLOGIA
Dott.ssa Cinzia Pancalletti
Consulente grafologo
Oggi si può guarire
dalla disgrafia
I
n questo articolo voglio parlare di un
tema di grande attualità che sta a cuore a
genitori e insegnanti: i bambini che hanno difficoltà a scrivere.
La disgrafia è stata recentemente inserita
nei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).
Questa problematica scaturisce da diversi
fattori: problemi neurobiologici, altri contingenti come i disagi emotivi che vive il bambino, una non ben definita lateralizzazione
o più semplicemente errate posture e altrettanto errate prese della penna, oltre all’uso
di tablets, computers, smartphones.
Ovviamente per quanto riguarda i fattori
tecnici, correggendo la postura e/o la presa
della penna, la disgrafia si risolve.
Per le altre cause, problemi neurobiologici
ed emotivi, seppure questi ultimi contingenti e legati a situazioni di disagio temporaneo,
la risoluzione/miglioramento richiedono
tempi più lunghi, pur non essendo sicuramente irreversibili: il bambino, con adeguati
esercizi contemplati nella Rieducazione
della scrittura, può trovare grande giovamento se non risolvere completamente la
60 senzaetà
sua disgrafia che, mi preme ricordare, crea
al bambino un notevole disagio, lo fa restare
indietro nel dettato o in qualsiasi attività
scolastica che richieda scrivere, pertanto lo
fa sentire limitato e conseguentemente frustrato, rimanendo presto a margine se non
escluso dagli altri compagni di scuola.
La Grafologia mette a disposizione un prezioso strumento, semplice ed efficace per
ovviare un problema di tale portata, anche
con diagnosi tardive: la grafia migliora,
diventa leggibile e ordinata e, cosa più importante, il bambino acquisisce fiducia in
Prosegue la collaborazione
con la dott.ssa Pancalletti,
grafologa, cui è possibile
sottoporre domande e testi
da analizzare.
La scrittura appartiene
ad un lato
della personalità che svela
molto di sé e
ci fa conoscere dentro.
[email protected]
se stesso e nelle proprie capacità e infine le
maestre non hanno più difficoltà a decifrare
gli scritti!
E’ altresì bene ricordare che tra le cause tecniche della disgrafia va contemplato anche
l’uso eccessivo dei tablets, computers, smartphones ecc. questi strumenti fanno perdere
la manualità così necessaria sia a facilitare la
scrittura sia l’apprendimento.
Nel migliore dei casi, perdendo l’abitudine a
scrivere e di conseguenza trovando difficoltà
a conformare le lettere in corsivo che, vale la
pena ricordare, richiede una coordinazione
visuomotoria complessa, i giovani (e non
giovani) ricorrono all’uso dello stampatello,
in molti casi, questo, preludio di successive
difficoltà scrittorie.
Recenti e preoccupanti studi dimostrano
una stretta connessione tra l’uso dello stampatello/abbandono della grafia in corsivo e
carenze nell’apprendimento.
Come si è detto, il corsivo è un preziosissimo
elemento poiché attiva determinate aree del
cervello deputate alla progettualità, all’intuito e alla creatività, come è possibile farne a
meno?
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