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Dobbiamo tornare a costruire la speranza
Dobbiamo tornare a costruire la speranza Troviamo il coraggio per continuare a lottare: per le generazioni che seguiranno Il 2015 finisce con la paura, il 2016 inizia con la paura. La gente ha la sensazione di essere tornata, ritornano vecchi echi di guerre che pensavamo lontane, invece le ragioni per eccidi e bombardamenti sono ancora tutte fra di noi. Ci si chiede: dobbiamo imparare a convivere con il terrore, dobbiamo cambiare le nostre abitudini, i nostri tran-tran quotidiani? La risposta dovrebbe essere no, non possiamo alzare le mani davanti al terrore, non possiamo e non dobbiamo retrocedere. Poi, però ognuno si ritira a casa sua ed è proprio lì che la paura ci aspetta, come un ladro dietro l’angolo. La verità è che ci siamo abituati troppo bene a vivere con tutti i nostri privilegi e le nostre libertà, ignorando – o facendo finta di ignorare - che i nostri pri- vilegi e le nostre libertà corrispondono alle miserie e costrizioni altrui. Abbiamo celebrato la fine delle ideologie e ci si rende conto ora che esse assolvevano ad un primario principio per l’umanità: la costruzione della speranza. Abbiamo voluto che le nostre più giovani generazioni crescessero vivendo alla giornata, senza più sogni né ambizioni se non ciò che noi regalavamo loro, i nostri beni materiali. Ora cominciamo a capire che pace e libertà non sono mai conquistate per sempre, che dobbiamo fare cose simili a quelle che hanno reso eroi i nostri padri: trovare il coraggio per batterci per i nostri ideali. E se ce li siamo annacquati i nostri ideali, occorrerà pure che qualcuno si metta a cercarli e a costruirli di nuovo, con nuova lena, con nuova determinazione. Il 2016 si apre più che mai incerto, ma dobbiamo anche sapere che proprio adesso potrà trasformarsi come alba di un nuovo giorno e che tutti, giovani compresi, sappiano che a qualcosa dovremo rinunciare pur di ambire a ciò che l’uomo non può rinunciare. Il sogno, la pace, la prosperità. Paolo Crepet in QUESTO NUMERO 8 Il Cardinale Menichelli sul Sinodo: “Difendiamo la Famiglia” 14 SALUTE E BENESSERE Busco, pronto a ripartire 16 ISTRUZIONE Unipegaso cresce con gli studenti 18 DANZA SPORTIVA Una disciplina che aiuta il corpo e la mente 24 STORIA AZIENDALE Sabelli, famiglia e passione 34 UNIVERSITÀ DI SALERNO Effetto Campus 36 SPORT E SALUTE Lube, primo fondamentale La Salute La Sanità va diretta come una grande orchestra…. Chi oggi si aspetta che il merito sia messo al centro del proprio lavoro, competenza e carriera, allora non va da nessuna parte. Al contrario in Sanità non si può fare a meno di questo criterio premiante, se non vogliamo discreditare un modello – quello sanitario - fra ai migliori al mondo. Da tale schema non si esce e lo sottolinea Mario Falconi presidente del Tribunale Diritti e Doveri del Medico definendo la priorità: il sistema sociosanitario nazionale deve diventare equo e solidale. Lo ha ribadito ai microfoni Rai, alla stampa, dappertutto. Lo ripete qui a Senzaetà, in una piccola pausa caffè, all’Eur, poco distante dagli uffici del TDme (Tribunale dei diritti e doveri del medico). “Non dobbiamo scimmiottare gli Usa insistendo con logiche aziendali: abbiamo molta più qualità, preparazione, risorse. Ma ci condanna il rapporto costi/benefici, non interessa fare rete comune, ci si oppone ottusamente al futuro inevitabile della ricetta elettronica, tanto meno si pratica la prevenzione. Oggi il medico generico non sopravvive: il sistema pubblico lo schiaccia. I costi standard sono un proclama irrisolto, le varie ruberie ci rovinano la reputazione”. Alcune ricette però sono possibili e Falconi le suggerisce anche alla Ministro Lorenzin di cui ha una certa stima: “Si impegna molto, ha più attributi che tanti altri politici, ha capito che bisogna investire in Sanità”. Sarebbe un’opportunità – dice Falconi – esportare il nostro know how sanitario nei Paesi limitrofi all’Italia, sarebbe anzi un vantaggio per tutti… finchè siamo in grado di attrarre, guardiamo dunque al Mediterraneo!” “Avrà capito che la mia è una critica costruttiva – conclude Falconi – ma Lei è un giornalista, chissà che cosa scriverà…. Gradirei che passasse questo messaggio: la Sanità va diretta come una grande orchestra. L’appropriatezza è niente altro che un bravo direttore”. luca guazzati [email protected] La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] Se la maestra è “cattiva” …si può anche cambiar scuola M i piacerebbe avere un suo parere su una situazione difficile da gestire. Lei dice giustamente che ai bambini non possiamo evitare frustrazioni ansie e delusioni. Ma di fronte alle ingiustizie è giusto porre rimedio? Arrivo subito al dunque. Può un insegnante delle elementari terrorizzare i suoi alunni con comportamenti eccessivamente severi e punitivi e pure contraddittori? Un insegnante di matematica che pretende la perfezione, che crea grande competizione, ma che usa due pesi e due misure a seconda del bambino e che ne ha preso di mira qualcuno? Per fare degli esempi, la figlia di una mia amica che è una delle più vessate, nonostante sia molto brava nella sua e nelle altre materie. Un giorno solo per aver dimenticato di scrivere il suo nome sul foglio del compito in classe, le ha messo un “non classificato”, per punirla per la distrazione. Ad un altro compagno, per la stessa distrazione ha messo un 6... Alcuni di loro prendono delle note per motivazioni su cui invece con altri soprassiede. Un altro giorno loda l’ordine con cui ha fatto gli esercizi e il giorno dopo la sgrida per aver scritto male il numero 5 e le impone pagine di quaderno da riempire con quel numero... E ci potrebbero essere tanti di questi esempi. E’ una classe dove se non prendi dieci quasi non sei degno di appartenervi. Che dire quando questa bambina rientra a casa dicendo: “Mamma sono una fallita!”. Sarebbe facile parlare delle problematiche psicologiche di una tale insegnante, ma soprattutto è giusto intervenire nei suoi confronti? Che danni può provocare alla psiche di un bambino di dieci anni? Serenella 4 senzaetà Il trauma subìto dai nostri figli sarà minore che lasciar campo a ingiustizie Cara Serenella, un insegnante non può avere le caratteristiche che lei ha descritto. Di solito, tendo a non incolpare gli insegnanti, ma a difenderli, però a tutto c’è un limite e questa persona mi sembra l’abbia ampiamente superato. Una scuola però non ha un solo insegnante, ma ve ne sono molti e poi c’è anche un preside che dovrebbe sovraintendere alla didattica che si pratica in quell’istituto. Quindi il compito di voi genitori è quello di cercare di capire se si tratta di casi isolati o se quell’insegnante si comporta in quel modo con tutti: a quel punto dovete agire in difesa dei vostri figli. Come? Parlando con altri insegnanti e poi con il preside. Se ognuno di loro fa orecchie da mercante, allora non rimane che l’ultima soluzione: togliere in massa i vostri figli da quella sezione e chiedere di iscriverli in altre classi di quell’istituto oppure direttamente in altre scuole. Capisco che qualcuno mi potrebbe obiettare che si tratta di far subire ai vostri bambini un piccolo trauma (lasciare classe e/o scuola), però credo che sentirsi impotenti di fronte a questi soprusi sia di gran lunga peggio. Dispositivo medico CE 0051. Prodotto in Italia da Tecnimed. Aut. Min. del 7 Aprile 2014. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Tieni sotto controllo il tuo corpo e la tua salute. Benessere italiano Termometro a distanza con proiezione della temperatura rilevata. Misura e proietta anche la temperatura di oggetti, alimenti, liquidi e ambiente. VISTO IN TV FIDATI® È IN VENDITA NEI MIGLIORI NEGOZI DI ELETTRODOMESTICI, PRIMA INFANZIA E FARMACIE I prodotti Joycare pensano a te! 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Cos’è Ema? “Ema è l’acronimo di Emergenza Medica Aerea e rappresenta una novità assoluta in campo medico sanitario di pronto intervento, in quanto permette ai suoi iscritti e tesserati di essere soccorsi tempestivamente in caso di complicanze dopo un ricovero ospedaliero, assicurando il trasporto dell’assistito fino ad un altro luogo di cura riducendo il rischio di gravi conseguenze sanitarie e invalidanti”. Come è nata l’idea? “L’idea di creare un socco rso medico aereo è nato per assicurare un secondo livello di soccorso, che non è garantito dal servizio pubblico con i servizi di Pro nto Intervento come, per esempio, i trasferimenti di persone con incapacità temporanea o permanente di spostamento o deambulazione (in gergo, PRM – Passengers with Reduced Mobility). Senza contare poi i costi elevati del servizio spesso non sostenibili dal singolo”. In che modo garantite i servizi e con quali costi. “Ema è in grado di assicurare i propri servizi sia in Italia che all’estero grazie ad una rete di partner qualificati che rispondono alla centrale operativa attivabile con un numero verde 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Basta quindi associarsi ad Ema contribuendo con una quota associativa che varia in base al programma Ema Card scelto per avere gratuitamente a disposizione una serie di prestazioni di assistenza e non solo per il trasposto sanitario ma anche per altre forme di assistenza. Ema Assistance, infatti, con la sua multiforme attività realizza programmi di prevenzione e assistenza a beneficio della collettività, in casa o in viaggio, in auto o come pedone, in Europa e nel mondo intero, offrendo ai Soci una assistenza totale, con un obiettivo ambizioso, superare la logica del rimborso offrendo alle persone in difficoltà un aiuto immediato ed efficace per risolvere un problema dovuto da un infortunio o una malattia improvvisa intervenendo in 5 aree di interesse: • prevenzione • orientamento • emergenza • disagio • rimborsi e grazie alla capacità di relazione che negli anni abbiamo costruito con importanti player del settore assistenza oggi possiamo offrire a chi condivide con noi le finalità dell’associazione, servizi innovativi e ad alto valore aggiunto per la tutela e sicurezza di: • persone • casa • mobilità con il programma membership “Ema Card” Ci parli di Ema Card “EMA CARD è la card associativa, il segno di appartenenza e la chiave di accesso. La card viene inviata ogni anno a tutti gli iscritti, a fronte del rinnovo della quota annuale, e ai nuovi associati, entro un mese dalla data dell’iscrizione e costituisce lo strumento ufficiale che consente di accedere al Dal primo problema fino al salvataggio di vite umane sistema di servizi riservati ai Soci e le loro famiglie. I servizi scelti sono riportati in modo semplice, trasparente e completo sulla social card attraverso il codice personale e al numero verde dedicato”. Come sostenete l’Associazione “Dipendendo dal supporto individuale e privato, così come di quello di enti, fondazioni e società, Ema Assistance ha bisogno di poter contare su una rete di sostenitori, sia in Italia che all’estero per incrementare e migliorare i servizi offerti ai Soci e per questo abbiamo attivato collaborazioni su tutto il territorio attraverso fundraiser e soci sostenitori che con la loro attività e le quote associative raccolte ci permettono di aiutare quanti in difficoltà. Inoltre grazie all’impegno dei Soci Ema Assistance promuove e finanzia progetti no profit destinando parte del ricavato di Ema Card alle zone più povere dell’Africa”. Quindi anche associazione umanitaria. “EMA Assistance presta il suo soccorso in tutti i casi di emergenza. Proprio per il suo impegno costante a favore della tutela della vita e della salute, l’associazione ha deciso di scendere in campo per contribuire ad alleviare le sofferenze di alcune popolazioni disagiate e avviarle al miglioramento. Rispondendo alla richiesta dei missionari, EMA Assistance ha coordinato e gestito la raccolta di generi alimentari, medicinali, capi di abbigliamento e materiale edile per garantire assistenza sanitaria e istruzione scolastica a bambini del Madagascar. “Il sapere è alla base del progresso dell’uomo” ed è questo che i grandi progetti umanitari fanno della conoscenza un obiettivo fondamentale della loro missione, nella consapevolezza che l’unica base per permettere ai popoli del terzo mondo di costruire il futuro. Ed è questo l’obiettivo primario che le suore del Sacro Cuore appartenenti alla Congregazione delle Suore Discepole del Sacro Cuore (con sede a Lecce in Italia) hanno deciso di raggiungere in Madagascar. L’istituto è situato sulla strada di Dzamandzar (isola Nosy-be). Con impegno e devozione Suor Norina Ficco (Madre Superiora) e le sue consorelle accudiscono, anche grazie al contributi di Ema Assistance, i bambini garantendo loro una buona istruzione e la strada per il futuro. La struttura che ospita l’istituto è ampia e funzionale dotata di refettorio per la mensa e numerosi classi dove i bambini quotidianamente seguono le lezioni. Attualmente ospita 1400 bambini che frequen- tano la scuola media inferiore. Lo scopo è quello di aiutarli a raggiungere la maturità. Ai bambini l’istituto non provvede solo all’istruzione scolastica ma anche ai pasti quotidiani, ai medicinali e alla cancelleria, oltre ai doni che arrivano dall’Italia. Un impegno difficile che si può affrontare solo con l’aiuto di chi fa della solidarietà un atto concreto. Ed è per questo che Ema Assistance continuerà a garantire la sua presenza affiancando le Suore e i Missionari per offrire un futuro migliore agli ultimi del mondo. Chiediamo, invece al Coordinatore Nazionale di Ema, Cosimo Tarantino, quali sono invece i progetti futuri. “Sicuramente il nuovo programma membership “Sanitary Card” che in caso di emergenza consente al personale di pronto soccorso di conoscere la storia sanitaria del paziente e prestare cure immediate e appropriate”. Ci parli del progetto. “Ema Sanitary Card è un progetto volto a introdurre in modo integrale e sistematico la comunicazione elettronica nei servizi sanitari (diagnostici, clinici, di analisi, di trasmissione e certificazione elettronica), attraverso l’impiego di procedure digitali standard e/o innovative in grado di dialogare e interfacciarsi nell’ambito dell’intera area socio sanitaria. Ema Sanitary Card si ispira alle linee guida nazionali definite dall’Agenzia Digitale e scandita nei tempi di realizzazione stabiliti dal “Decreto del Fare” del giugno 2013”. Il tutto, attraverso una social card che riporta un codice personale accessibile da qualsiasi dispositivo connesso a internet, ovunque nel mondo e nel totale rispetto della privacy. I vantaggi dello strumento, derivano dal recupero di risorse per rendere sostenibile l’assistenza del futuro ovunque nel mondo. Questo si concretizza nella possibilità offerta al cittadino di accedere in maniera sicura ai propri dati, grazie all’introduzione di nuovi modelli organizzativi che garantiranno l’avvio di innovativi percorsi di continuità di cura, con vantaggi a livello di efficienza e risparmio. Quali sono gli obiettivi. “Ema Sanitary Card è l’insieme dei dati e documenti digitali di carattere sociosanitario prodotti in occasione di eventi clinici passati e presenti. Si tratta di uno strumento a disposizione degli operatori per garantire migliori cure al paziente e intervenire in modo tempestivo e appropriato in caso di emergenza dovuta a un infortunio o malattia improvvisa. Gli obiettivi sono: • Rendere disponibile agli operatori la storia sanitaria dei pazienti per sostenere i processi di cura; • Garantire un accesso immediato, preciso e aggiornato ai dati sanitari, da qualsiasi dispositivo connesso a internet, anche attraverso una APP mobile, ovunque nel mondo, nei casi di emergenza/ urgenza; • Offrire uno strumento valido e completo a garanzia della continuità di cura; • Favorire le attività gestionali e amministrative collegate ai percorsi di cura grazie ad una condivisione dei dati e delle informazioni, aggiornati in tempo reale. Ci parli del progetto “Ema Sanitary Card, segue la logica bottom-up e si esplicita in un modello condiviso con gli attori del sistema (ema-paziente-medico) e riporta i seguenti dati: • Il nominativo da chiamare in caso di emergenza • La situazione fisiologica • Le malattie infettive • L’anamnesi familiare • Gli esami clinici • I ricoveri • Gli interventi chirurgici • I farmaci utilizzati Una realtà, EMA, che impareremo a conoscere meglio, insieme, poiché è intenzione di questa rivista approfondire tale impegno a 360 gradi, nel mondo, da parte di un’associazione che ha tanto da dire in settori così diversi eppur tutti uniti dal superiore obiettivo: essere al servizio di chi ha bisogno. senzaetà 7 IL PERSONAGGIO Sinodo, parla il cardinale Don Edo: “La Chiesa cambia sguardo, linguaggio e atteggiamento” “Difendiamo la famiglia perché lì si gioca il nostro FUTURO” 8 senzaetà Divorziati risposati, omosessuali, ruolo della famiglia nel mondo che cambia, ruolo delle chiese locali. Il Cardinale Edoardo Menichelli, convocato da Papa Francesco, racconta il Sinodo nel contesto del Giubileo della Misericordia “ Il Matrimonio, la famiglia, è un sacramento primordiale”. Così San Giovanni Paolo II ha definito quel sacramento nel quale tutti gli altri riti e pegni della fede, trovano il loro “prototipo”. Il Cardinale Edoardo Menichelli arcivescovo di Ancona e Osimo e presidente della Conferenza episcopale marchigiana ha ricordato le parole di Papa Giovanni per spiegare l’argomento centrale del Sinodo: l’’importanza dell’istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, base fondamentale della società e della vita umana. “Oggi molte famiglie sono divise, pur vivendo ancora sotto lo stesso tetto, da insanabili ferite. Tutto ciò accade perché i giusti valori e le verità basilari, che reggono una casa e la preservano da cadute sono stati infranti. La famiglia ha bisogno della Chiesa e la Chiesa ha bisogno della famiglia.” Qual è stato l’argomento principale del Sinodo? “Il Sinodo è stato una manifestazione chiara della stima della Chiesa per la famiglia, da cui dipende lo stato di salute della società. Il Sinodo ha saputo sottolineare la bellezza della famiglia, basata sul matrimonio cristiano, ma ha anche gettato una luce di speranza sulle famiglie ferite. Nei loro confronti viene richiesta una nuova sensibilità pastorale e soprattutto un vero discernimento e l’accompagnamento. Ciò significa mettere il balsamo della tenerezza sulle ferite di chi vive il fallimento del proprio matrimonio. Ciò significa, per la Chiesa, non fare di tutta l’erba un fascio, distinguere le varie situazioni e accompagnare personalmente la coppia o la persona che ha vissuto il fallimento. Il tema delle situazioni difficili ha trovato una soluzione nelle tre chiavi: l’accompagnamento, il discernimento, l’integrazione. La dottrina generale della Chiesa è pienamente conservata, ma cambia lo sguardo, cambia il linguaggio e cambia l’atteggiamento, in una direzione più rispettosa di una realtà fragile e complessa come quella umana. Emerge il volto di una Chiesa dell’accompagnamento, della misericordia, che attraverso il discernimento della volontà e grazie alla bontà di Dio, vuole portare ciascuno a sentirsi integrato in essa, a trovare il suo posto in una pienezza di comunione, secondo tempi e momenti adatti a ciascuno. Le situazioni sono diverse e per ciascuna si dà una indicazione. Papa Francesco ha ricordato più volte che il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne, ma è quello di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore. Non siamo una Chiesa solo per i puri, la nostra regola è l’amore quindi dobbiamo sostenere la famiglia in pericolo.” Quali sono stati i temi più controversi? “Unione tra omosessuali, comunione ai divorziati risposati e aborto ma anche immigrazione, rifugiati, i non battezzati, lavoro minorile, poligamia. La Chiesa deve rinnovare il proprio linguaggio. Non deve escludere ma abbracciare nuove realtà. Papa Francesco ha sottolineato che deve essere così anche nei confronti degli omosessuali. Non pietà ma rispetto delle persone. Non sono out-sider ma fanno parte della famiglia. Essenziale è il richiamo ad alcuni principi senzaetà 9 IL PERSONAGGIO Ecco il Giubileo: “Francesco ha ricordato più volte che il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne, ma di proclamare la misericordia di Dio“ generali. L’esame di coscienza, innanzitutto. Il documento dice chiaramente che i divorziati risposati devono chiedersi cosa hanno fatto quando il matrimonio è andato in crisi, come si sono comportati con i figli, se hanno fatto il possibile per salvare il matrimonio e via di seguito. Sono piste di discernimento. Il principio generale che viene richiamato è quello del Catechismo: in alcune circostanze “l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate. La Chiesa adotterà nuovi atteggiamenti su questioni molto delicate che investono la società e il popolo dei fedeli, a cominciare dalla possibilità per i divorziati di accostarsi alla Comunione. Su tale circostanza si giudicherà caso per caso, in un percorso che mai più isolerà alcuno, né lo allontanerà ma, al contrario, saprà sempre più accogliere ed includere. Nei confronti dei divorziati risposati c’è una grande sensibilità d’apertura: questi fratelli non sono fuori della Chiesa, perché sono battezzati, non dobbiamo reintegrare qualcuno. L’importante è ricominciare ad offrire loro un accompagnamento che diventa anche istruzione, invito alla con- versione con modalità adatte a quella specifica coppia. Le regole ci sono, ma oltre la regola c’è il singolo uomo nella sua relazione unica e inviolabile con Dio. Chi sono io per giudicare? Lo ha detto Bergoglio.” Che cosa ha “crepato” il concetto autentico di famiglia? “E’ stato infettato il termine “relazione”. Un eventuale divorzio si ripercuote su una trama ampia di relazioni, non soltanto su una vita di coppia, sulla loro unione. Oggi invece, quando si parla di relazione, si pensa solamente alla passione, a quel desiderio caratterizzato dal forte coinvolgimento fisico più che emotivo ed eventualmente sentimentale. La famiglia non è solo moglie, marito e figli: è una rete di relazioni ampia, fatta anche degli amici e non solamente dei parenti, in essa si conosce la fraternità, la responsabilità, la maternità e la maternità, il rispetto e l’amicizia. Un eventuale divorzio si ripercuote su una trama ampia di relazioni, non soltanto su una vita di coppia, sull’uomo e sulla donna, sulla loro unione, sulla loro vocazione e sul grande tema del matrimonio. La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte fortunatamente vivono questa situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell’istituto familiare. Altre sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti. La Chiesa vuole far giungere la sua voce ed offrire il suo aiuto a chi, già conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, cerca di viverlo fedelmente a chi, incerto ed ansioso, è alla ricerca della verità ed a chi è ingiustamente impedito di vivere liberamente il proprio progetto familiare.” Il tema della misericordia è stato molto presente nelle parole del Papa: qual è il cammino da compiere dal Sinodo al Giubileo? “Questo Sinodo ci collega con quello che Papa Giovanni XXIII aveva detto del Concilio: que- sto non è il tempo delle condanne, è il tempo della misericordia, di un ricorso permanente alla misericordia sempre presente nel Signore Gesù. Ci avviciniamo alle persone, per accompagnare le persone nelle loro sofferenze e inquietudini da fratelli. Il Giubileo è una cattedra per tutta l’umanità. Il Giubileo prende il via dalla famiglia, da quella con le porte aperte, capace di portare nelle comunità e in tutti gli altri luoghi di vita luci di accoglienza, di vicinanza, di comprensione, di perdono. Famiglie che sanno andare oltre le ferite, quelle del cuore e quelle della vita”. Valentina Muzzi Al cardinale Edoardo Menichelli, per il valore della sua opera come guida pastorale e per la sua costante vicinanza alle problematiche sociali più sentite all’interno della comunità, in occasione della Giornata delle Marche, è stato consegnato il Picchio d’Oro 2015, onorificenza che viene assegnata a istituzioni e cittadini che si sono particolarmente distinti in attività culturali, sociali, politiche, economiche, scientifiche e sportive. senzaetà 11 IGIENE IN SANITA LAVAGGIO La biancheria viene lavata e sanificata mediante una specifica macchina gestita in modo completamente automatico da un software dedicato. ESSICAZIONE La biancheria una volta arrivata al reparto viene scaricata dai sacchi e predisposta per la lavorazione. TRASPORTO Al fine di evitare la contaminazione della biancheria lavata e sanificata, essa viene trasferita dalla struttura adibita al lavaggio a quella adibita allo stiro, mediante un sistema completamente automatico. STIRO Lo stiro dei pezzi avviene mediante l' introduzione completamente automatica della biancheria. PIEGATURA La biancheria viene stirata con mangani a vapore, piegata e accatastata automaticamente. Infine il personale addetto al controllo qualità autorizza il rilascio della biancheria al magazzino, pronta per la consegna. CONFEZIONAMENTO Ingresso al confezionamento con pacchi standard con cellophane termoretraibile SALUTE E BENESSERE La struttura di Ancona potrebbe ancora dare nuovi posti di lavoro Busco: “Pronto a ripartire, ma serve più collaborazione dal Comune” Appello dell’imprenditore all’amministrazione comunale affinché si trovi un accordo “La giustizia mi ha dato ragione, ora lascio ai miei figli” 14 senzaetà I ncontriamo Roberto Busco in un momento di grande aspettativa: la possibile riapertura e rilancio delle atttività commerciali Busco e del centro Extasy, nella sede di Ancona, dove dopo un lungo stop dovuto a vicende giudiziarie, il Tribunale di Ancona ha “dichiarato lecito” quanto esiste all’interno della megastruttura. Un prestigioso capannone che ospita un centro benessere, una palestra e un grande spazio fitness con macchinari all’avanguardia, purtroppo però fermi da tempo. “Sono disposto a ripartire con nuovi investimenti, nuove opportunità di lavoro, e con un nuovo sacrificio di tempo e denaro - afferma Roberto Busco - però mi aspetto che il Comune di Ancona mi dia fiducia e non mi ostacoli inviandomi solo controlli e misurazioni”. E’ dello scorso anno la sentenza emessa dal Tar delle Marche che revoca la chiusu- “Io sono ormai vicino al pensionamento, la gestione del centro sarebbe affidata ai miei figli” ra del centro Extasy della Baraccola disposta nel 2012 da un’ordinanza comunale per presunta carenza di requisiti igienico-sanitari, edilizi e di sicurezza. Il tribunale ha inoltre dichiarato lecite le attività commerciali presenti all’interno della struttura, anch’esse contestate dall’autorità municipale. Forte di questa vittoria, il noto imprenditore Roberto Busco, proprietario del centro, si dice ora pronto a ripartire: “Se i lavori iniziassero a breve potremmo riaprire la palestra, il centro benessere e l’area commerciale entro l’estate prossima 2016. Io sono ormai vicino al pensionamento, la gestione del centro sarebbe affidata ai miei figli”. Ma Busco non intende scontrarsi nuovamente con l’amministrazione comunale: “La giustizia mi ha dato ragione, ma non voglio riavviare l’attività senza il benestare del Comune. Avrei dovuto incontrare il sindaco ad agosto ma non sono stato ancora ricevuto. Chiedo solo la possibilità di cercare un accordo che mi permetta di ripartire in tempi brevi, con la sicurezza di non incorrere in nuovi intralci da parte dei funzionari comunali”. Lo stabile giace in stato di abbandono ormai da diversi mesi, affrontare un altro inverno in queste condizioni peggiorerebbe ulteriormente una situazione già compromessa: “Attualmente il valore dell’immobile è pari a zero”, afferma l’imprenditore di Loreto, “riqualificarlo significa demolire gli ambienti interni e ricostruirli secondo criteri che li adattino alle moderne esigenze. Sia il recupero della struttura che la riapertura del centro creerebbero nuovi posti di lavoro e rappresenterebbero un’iniziativa positiva per la città. Non solo: a beneficiarne sarebbero anche le casse comunali, in cui confluirebbero tutte le imposte previste per questo progetto”. L’imprenditore Roberto Busco senzaetà 15 ISTRUZIONE Unipegaso cresce con gli studenti Con le lezioni on line il metodo per entrare direttamente nel mondo del lavoro 16 senzaetà A pochi passi da Piazza Navona c’è la prestigiosa sede romana di Unipegaso. Ma come a Napoli, Trieste e altre 40 sedi, che pure centralissime, testimoniano una scelta capillare per il territorio ed ingenti investimenti. Al lavoro sulla sua scrivania, incontriamo per un’intervista il Rettore Alessandro Bianchi. In controtendenza rispetto alle università tradizionali, l’università telematica Pegaso cresce sempre di più. Come spiega questo successo? “La nostra crescita è in controtendenza rispetto al calo delle iscrizioni che si registra nel mondo universitario, ma perfettamente in linea con l’evoluzione della comunicazione negli ultimi 20 anni. Noi offriamo un tipo di formazione a distanza che va incontro alle esigenze dei lavoratori, ma anche di quei giovani che intendono rapportarsi con l’università attraverso gli strumenti che padroneggiano meglio, come il computer e gli smartphone. Vogliamo offrire didattica di qualità, cercando di individuare aree disciplinari che consentano agli studenti di inserirsi nel mondo del lavoro”. Per quel che riguarda l’offerta formativa, avete l’esigenza di seguire le moderne tendenze. Tra i corsi più frequentati ci sono quelli inerenti l’area Sanità… Il Rettore Bianchi ci spiega perché il fenomeno dell’università telematica funziona ed attrae senior e giovani che cercano una preparazione specifica “La nostra offerta comprende 9 corsi di laurea triennale e magistrale, tra cui ricordiamo Giurisprudenza, Economia e Ingegneria, recentemente istituita e già molto gettonata. Poi abbiamo un centinaio di corsi post-laurea utili a preparare ulteriormente gli studenti al mondo del lavoro. Tra questi, circa 15 corsi fanno riferimento all’area sanitaria; essi mirano a preparare una serie di figure professionali molto ricercate come personale infermieristico o manager dei presidi sanitari, perciò risultano tra i più frequentati”. L’attrattiva di un’università si misura dall’employability, termine che sta ad indicare il numero di laureati che riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro… “Siamo nati per questo. Tra i nostri studenti ci sono persone adulte che fanno già parte del mondo del lavoro e intendono aggiornare e potenziare le loro capacità professionali con master di approfondimento. Per quel che riguarda i giovani, non è facile stabilire quanti effettivamente riescano a trovare lavoro dopo la laurea, ma l’afflusso ai nostri corsi è in continua crescita, dato che testimonia l’effettiva utilità di una laurea conseguita da noi”. Il numero degli iscritti è in crescita e sono state aperte anche nuove sedi, come se l’università telematica volesse andare a trovare i propri iscritti in tutta Italia. “E’difficile stabilire il numero preciso dei nostri iscritti perché si registrano ogni giorno flussi di entrata ed uscita, ma possiamo stimare un numero di 30/35.000 studenti. Noi siamo un’università telematica fortemente territorializzata poiché, pur offrendo didatti- ca a distanza, abbiamo circa 45 sedi sparse in tutta Italia per garantire ai nostri studenti la possibilità di contattare e frequentare un luogo fisico quando hanno bisogno di assistenza”. Dove va Pegaso? “Pegaso è un’impresa di successo, quindi continua a viaggiare sul binario dell’alta formazione, pur cercando di affinare e migliorare il servizio che già offre: una didattica telematica a distanza di qualità”. senzaetà 17 DANZA SPORTIVA Una disciplina che aiuta il corpo e la mente L a danza sportiva è un momento di salute e benessere tutto da scoprire. Lo facciamo insieme a dei professionisti: Maurizio Belfiore e Roberta Carlalogio, insegnanti di grande esperienza, provenienti dal mondo delle gare agonistiche internazionali. Li incontriamo nella scuola Black & White a Roma nella sede dell’Oasi Dancing Club in via di Fioranello. “Il nostro lavoro è un messaggio alle generazioni –afferma Maurizio – L’impegno psicologico, il movimento fisico, la scelta e l’affiatamento del partner, la coreografia, sono parti integranti della danza sportiva e la persona che riscopre il proprio corpo ha un beneficio immediato per il proprio essere”. La FIDS riconosciuta a livello nazionale come disciplina olimpica dal CONI, ha duecentomila iscritti e questa scuola oltre ad avere iscritti di tutte le età, ha i due campioni italiani non vedenti ed è stata presente 18 senzaetà Uno sport completo a qualsiasi età: passione e impegno che portano a risultati veri Perché fa bene più di una volta in Tv, per esempio in Ballando sotto le stelle dalla Carlucci e nello show di Maria De Filippi. “Un po’ di notorietà non guasta – commenta Maurizio Belfiore - Così qui nel Lazio abbiamo avuto un’iniziativa importante con i bambini delle elementari grazie all’accordo Regione-Provveditorato agli Studi: un’ora di danza nelle palestre scolastiche vale quanto e più di un’ora di educazione civica”. “La specializzazione? Serve, è vero –afferma anche Roberta - noi abbiamo 5 discipline standard e 5 latino americane. Consigliamo di provare”. L’approccio di solito (ci vuole il certificato medico e 35 euro a testa di iscrizione) è per conoscenza, divertimento e interesse. Poi la pratica e l’insegnamento completano la formazione individuale e quella soprattutto di coppia: si affinano lo stile, l’eleganza, il portamento. Si impara il movimento del corpo ancor prima che il passo di danza. Si sgombera la mente da ogni preoccupazione perché si deve far spazio all’impegno e alla concentrazione. Il rispetto del partner e il sincronismo della danza sono tutt’uno. E si vede. Spesso la persona migliora il suo status, il comportamento, l’umore. Si misura con se stesso e impara a guardare e ascoltare gli altri. Danzare dunque, è uno sport completo, a qualsiasi età. Danzare è un grande aiuto per i disturbi psicosomatici. E’ stato sperimentato che lezioni di danza due volte a settimana aumentano l’autostima la sicurezza e il buonumore nel 91% degli adolescenti soprattutto nelle ragazze, Poi nell’età matura fa bene contro mal di testa, dolori alla schiena, alle spalle o al collo. Infatti il sistema immunitario e quello nervoso si influenzano a vicenda. Chi svolge un’attività fisica moderata e costante nel tempo, ottimizza la funzione cardiaca, aumenta la sensibilità all’insulina, favorisce la captazione di ossigeno da parte dei tessuti, garantendo la migliore profilassi nei confronti delle malattie. La danza è anche il miglior antidoto contro l’ansia, visto che aumenta la coscienza di sé e quindi porta a una stabilizzazione della psiche. Inoltre, il rafforzamento delle difese immunitarie in coloro che praticano attività sportive non agonistiche è un dato di fatto. Il movimento e, in particolare, la danza, si associa alla produzione di oppioidi cerebrali (endocannabinoidi) che inducono uno stato di euforia e benessere. Una delle più note tra queste molecole è l’Anandamide (in sanscrito Ananda significa beatitudine). senzaetà 19 ARTE ANCHE L’ARTE E’ SENZAETA’ La Fondazione Di Paolo e Cercoarte.com in collaborazione con Senzaetà propongono a partire da questo numero straordinarie occasioni per entrare nel mondo dell’arte L a mission della Fondazione Di Paolo e Cercoarte.com è diffondere l’arte moderna e contemporanea, aiutando sia il privato appassionato anche se non esperto collezionista che le aziende ad acquistare arte a prezzi competitivi. La Fondazione ha la possibilità’ di offrire il suo patrimonio accumulato negli anni a prezzi molto competitivi. La Fondazione Di Paolo ha acquisito negli anni i diritti di riproduzione di multipli d’arte realizzati in bronzo e in lega leggera dei più grandi artisti nazionali ed internazionali. Tutte le opere sono accompagnate da certificato di autenticità. Amore e Psiche su marmo di cm 12x14x3 BENEDETTO ROBAZZA Scultore, pittore, incisore la sua storia personale di vita straordinaria ha inciso profondamente sulla forza espressiva delle sue creazioni. Benedetto Robazza, trasteverino è vissuto negli Stati Uniti, conquistando il mercato americano con le sue potenti creazioni di marmo e bronzo. Ha realizzato infinite opere in tutto il mondo, nelle piazze e nei musei (tra le tante opere la statua di Reagan nella Sala Roosevelt della Casa Bianca a Washington, Rodolfo Valentino al National Park di Los Angeles, Giovanni Paolo II a Termoli, Monumento ai Caduti d’Oltremare a Bari e, a JESI, la statua dell’imperatore Federico II). Ha realizzato “L’Inferno di Dante” che rappresenta, unica al mondo, la più grande scultura composta da 18 pannelli di mt. 2,50 x 2,00, dedicata all’Inferno della Divina Commedia. A lui il Comune di Rocca Priora ha voluto dedicare un museo che sarà inaugurato a gennaio 2016. www.robazza.it 20 senzaetà Scultura multipla realizzata in Marble Resin. Prezzo al pubblico come da quotazione della Fondazione: euro 750. Prezzo dell’opera per i lettori di Senzaetà: 50% di sconto PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI scrivere a [email protected] MARTINE GOEYENS Divisa a metà tra l’impressionismo e il gestuale, suo antico amore, Martine Goeyens è pittrice di statura internazionale. I suoi paesaggi, il suo mare in burrasca,le sue albe rosa col sole che balza fuori dal mare, sono la sua cifra artistica più peculiare, che fa di un suo dipinto inequivocabilmente un “Martine Goeyens”. Belga ma residente in Italia Martine Goeyens ha fuso nella forza dei suoi colori le sue patrie. Il paesaggio aspro della terra di origine si fonde con dolcezza nei colori tenui e luminosi del nostro Mediterraneo. Talvolta le due dimensioni si sovrappongono, si inseguono, si scontrano. Forse proprio qui risiede il fascino misterioso dell’arte di Goeyens. www.goeyens.eu CONSUMI.AMO Ritroviamoci nel brodo primordiale A colloquio con Maria Gaggiani Consigli per una famiglia tipo… alla prova dello shopping. Come e perché scelgo i miei acquisti C ari lettori, mi è stato chiesto di scrivere in qualità di esperto di prodotti e consumi e in particolare, in questo numero dedicato alle famiglie. Dopo il primo entusiasmo mi sono chiesta: “Famiglia? Quale famiglia?” Guardando il panorama sociale di oggi, solo dire famiglia potrebbe scatenare un infinito e confuso dibattito, pertanto non certo per protagonismo ma più per semplicità, ho pensato di parlare della mia: un marito, un badante, un gatto e io. L’esperienza deriva dai miei “oltre 50 anni” e dall’aver lavorato in aziende multinazionali di beni di largo consumo per più di 20 anni. Tradizionalmente sono io che faccio gli acquisti per la famiglia e l’ultimo in ordine di tempo preso dal carrello della spesa è: un bel misto di carne per il bollito. Beh, se con la famiglia avrebbero potuto sorgere polemiche, con la carne vado peggio, tuttavia voglio dirvi il come e il perché. Nella mia famiglia, quella di origine con genitori e nonni, la carne non era frequente, abbiamo sempre avuto un’alimentazione molto variata e il nonno produceva dal suo orto una buona quantità di verdure. Una tradizione 22 senzaetà era il bollito misto che compariva in tavola due volte: la prima come tale e la seconda in forma di polpette, decisamente più apprezzate e gustose. Inoltre nella pentola sobbollivano carote, sedano, patate, cipolla e verza, anche gustoso contorno. E poi il brodo! Era la base di minestre di ogni genere, profumo e colore, ingrediente magico per ogni tipo di abbinamento con legumi, verdure, pasta, riso in tutte le combinazioni possibili. Ora amo riprendere questa tradizione che ha in sé una certa saggezza nel suo ripetersi: l’attenta scelta degli ingredienti, la diversità e complementarietà degli stessi, un armonio- so e gratificante bilanciamento tra prodotti, calorie, nutrienti che proseguiva nei giorni successivi in forme e sapori diversi, assicurando anche il bilancio familiare insieme a tanta serenità. Ecco il come e il perché del mio ultimo acquisto, privo di eccessi o ansie ma misurato, bilanciato e persino profumato, soprattutto consapevole per la salute e il benessere della mia famiglia. Famiglia reale, dove a mio marito devo nascondere che ci sono le cipolle, perché non gli piacciono! senzaetà 23 STORIA AZIENDALE Metodologia tradizionale unita alle più innovative tecnologie e alla continua ricerca dell’alta qualità sono i principi che stanno alla base di una produzione casearia e di salumi sempre più vasta 24 senzaetà Marcello Mariani, la terza generazione della grande famiglia Sabelli S i racconta che a Fermo, negli anni Cinquanta, un giovane trasportasse latte in lambretta e lo consegnasse ad ogni famiglia del paese. Quella di Sabelli, è una storia vera che inizia da qui, fatta di persone che hanno dato vita ad una delle più grandi industrie casearie italiane. Oggi è guidata dalla quarta generazione della famiglia che prosegue, con devozione, passione, impegno, l’attività inizia- ta da Nicolangelo Sabelli e dal figlio Archimede. Così si mantiene inalterata una tradizione antica di lavorazione fatta di manualità e di processi naturali unita a tecniche e metodi all’avanguardia. Il segreto? Semplici regole del buon padre di famiglia, il vecchio massaro, che non solo sapeva lavorare il latte, ma doveva anche fabbricarsi gli strumenti necessari. Insegnando a trasformare il buon latte, lavorando manualmente la pasta filata e trasmettendo l’amore per il proprio lavoro, insegnava al contempo il metodo per un prodotto genuino. I più giovani, attraverso gli studi, la conoscenza, la conservazione della tradizione e la tecnologia hanno portato il caseificio di Ascoli Piceno ai gradini più alti di un successo meritato. Marcello Mariani, terza generazione della famiglia Sabelli, come ha imparato il “mestiere”? “Per amore, per passione, SABELLI: una lunga storia di famiglia e di passione guardando i maestri casari e cercando di imparare i loro segreti. La mia curiosità non si è esaurita, sono sempre alla ricerca del “di più”. Le migliori materie prime, la grande competenza di tutto il personale addetto e la minuziosa cura dei dettagli fanno dei nostri prodotti una delizia per il palato ma non mi accontento nonostante arrivino grandi soddisfazioni dai risultati del nostro lavoro. Ogni giorno indosso il camice,infilo gli stivali e lavoro con le mani nel latte. Il nostro primo ingrediente? Il latte. Lavorato ad arte, dà vita a prodotti eccellenti. Il nostro secondo ingrediente? L’entusiasmo. Coniugato alla costanza, ci ha permesso di raggiungere traguardi importanti.” L’impegno e la passione premiano sempre, ma a che cosa, in particolare, attribuisce il successo della vostra produzione casearia? “Ogni giorno il latte, di provenienza regionale, di certificata tracciabilità, si trasforma nei diversi prodotti, tutti garantiti da un processo di lavorazione controllato e realizzato a regola d’arte. L’attenzione al dettaglio e la cura rivolta ai particolari di ogni fase di lavorazione sono essenziali. La bontà dei prodotti si coniuga sempre con i valori e la responsabilità d’impresa, con l’attenzione al territorio e con la sostenibilità ambientale. La filiera cortissima assicura il raggiungimento degli elevati standard di qualità. Il laboratorio analisi creato all’interno dello stabilimento ogni giorno verifica tutti i parametri di ogni creazione casearia.” Che cosa vi ha fatto credere nel “successo” della filiera corta? “Con la filiera corta si valorizza la produzione locale e si recupera il legame con le proprie origini, esaltando gusti e sapori tipici, tradizioni gastronomiche, rivolgendo particolare attenzione al concetto di stagionalità, garanzia di genuinità e punto di forza di una sana e corretta alimentazione. Con l’esperienza siamo riusciti a produrre anche una ricca varietà di salumi realizzati con carne proveniente esclusivamente dai nostri allevamenti di suini che vengono nutriti con il siero del caseificio. I capi scelti percorrono un brevissimo percorso dal produttore al consumatore finale, garantendo al consumatore un prodotto freschissimo a Km 0. Con questo metodo diamo un notevole contributo alla salvaguardia ambientale e siamo sicuri di offrire un prodotto assolutamente genuino perché allevato secondo natura”. I prodotti caseari, le carni e i salumi sono acquistabili negli spacci aziendali “La Bottega di Archimede” (siti in via Mare 54 a Porto d’Ascoli e in via del Pagliaio ad Ascoli Piceno) luoghi in cui ritrovare quegli stessi valori umani dell’esperienza e dell’amore per le cose buone, che da sempre contraddistinguono la mission aziendale. “La filiera corta richiede molta professionalità: il commercio al dettaglio, ovvero il rapporto diretto con il consumatore finale, richiede capacità strategiche, organizzative e personali. Il risultato del nostro lavoro premia l’impegno quotidiano di tutta la famiglia, gli sforzi, gli investimenti e la passione costante che mettiamo per produrre e mantenere all’apice l’eccellenza dei nostri prodotti.” senzaetà 25 RICERCA SCIENTIFICA L’attività magnetica del nostro cervello I l cervello umano funziona grazie ad impulsi neuroelettrici e la sua attività appare come una serie di microscariche elettriche a bassissimo voltaggio tra le reti delle cellule cerebrali, i neuroni. Per ogni microcampo elettrico viene generato un corrispondente campo magnetico ad esso proporzionale. Tumori, malformazioni vascolari e altre lesioni strutturali, cosi come epilessia o encefalopatia diffusa (encefalite virale, trauma cranico, coma) causano un’anormale attività cerebrale alterando il campo magnetico fisiologico. La magnetoencefalografia (MEG) è una tecnica neurofisiologica non invasiva che misura i campi magnetici normalmente generati dall’attività neuronale del cervello. Questi segnali neuromagnetici generati dal cervello sono estremamente piccoli -un miliardesimo della forza del campo magnetico terrestre-, ma possono essere rilevati da sofisticati sensori superconduttori noti come SQUIDs (superconducting quantum interference device). I sensori SQUID sono immersi in una grande unità di raffreddamento a elio liquido a circa -270 °C, poiché la bassa impedenza a questa temperatura consente di rilevare e amplificare campi magnetici generati dai neuroni a pochi centimetri dai sensori. Le distribuzioni spaziali dei campi magnetici individuano le posizioni delle attività cerebrali anomale che vengono sovrapposte alle immagini prodotte con altre tecniche, come la risonanza magnetica, in modo tale da fornire una mappatura precisa sia della struttura che della funzione cerebrale. La caratteristica principale della MEG è possedere una buona risoluzione spaziale e un’eccellente risoluzione temporale. Infatti, grazie alla risoluzione spaziale, è possibile un’accurata localizzazione delle attività cerebrali anomale non permessa da altre tecniche come l’EEG. Inoltre, fornisce caratteristiche temporali dirette della funzione cerebrale con una precisione inferiore al millisecondo, a differenza di misure funzionali fornite da fMRI (risonanza magnetica nucleare funzionale) o PET (tomografia a emissione di positroni) che sono misure Un laboratorio di magnetoecefalografia è stato realizzato a Napoli dall’ISASI (Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti, CNR) nell’ambito di un progetto ministeriale “Sviluppo di componentistica superconduttrice avanzata e sua applicazione a strumentazione biomedica” nell’ambito dei Piani di Potenziamento della Rete Scientifica a Tecnologica Legge 488/92. Il laboratorio, diretto dal Prof. Giuseppe Sorrentino, Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” e Primario di Neurologia presso l’Istituto di Diagnosi e Cura IDC “Hermitage Capodimonte” di Napoli, è operante presso l’IDC Hermitage sulla base di un accordo scientifico con l’Università Parthenope e l’ISASI. 26 senzaetà La prof.ssa Manuela Rodriquez e la prof.ssa Anna Maria D’Ursi del Dipartimento di Farmacia, Osservatorio interdipartimentale per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità Università di Salerno indirette di funzioni metaboliche con scarsa informazione temporale. La MEG è una tecnica completamente non invasiva: non richiede l’iniezione di mezzi di contrasto o esposizione ai raggi X o a campi magnetici. Questo permette l’utilizzo ripetuto anche su bambini e neonati o durante il sonno. Attualmente, l’efficacia della MEG viene utilizzata sia per scopi di ricerca che come strumento diagnostico estremamente efficace per la valutazione delle funzioni cerebrali alterate in una varietà di disordini neurologici come l’epilessia e la localizzazione puntiforme di masse tumorali. L’alta precisione a risoluzione millimetrica vede la MEG come una tecnica insostituibile per la pianificazione di delicati interventi di neurochirurgia. Altro importante vantaggio della MEG è rappresentato dalla possibilità di offrire le mappature dettagliate di diverse funzioni cerebrali coinvolte nelle attività motorie, sensoriali, del linguaggio e di memoria o in disturbi neuropsichiatrici come il morbo di Alzheimer, Parkinson, lesioni cerebrali traumatiche, disturbi autistici e così via. Misurare il nostro cervello serve a conoscere meglio le malattie: l’efficacia della magneto encefalografia PROGETTI Aumentano i consensi per un progetto che guarda lontano Una formula di lunga vita: Vivere Sempre in Vacanza N ella vita bisogna saper guardare avanti. Nell’età matura occorre con saggezza programmare anche il più sereno proseguimento delle proprie attività, dei propri interessi come pure, se possibile, il luogo dove si vorrà trascorrere più tempo possibile. Se questo luogo può essere scelto, perché allora non pensare al meglio, magari anche non solamente ad un posto solo, ma con la possibilità di cambiare ambiente, compagnie, tipologia residenziale e di soggiorno…. Insomma quale migliore soluzione c’è al poter VIVERE SEMPRE IN VACANZA? Questo è il nome del progetto che la costituenda Fondazione “Il Giovane Anziano” sta organizzando con una serie di partner illustri e competenti. Fra questi la rivista SENZAETA’ che ha accolto con entusiasmo l’idea di strutturare una rete di sedi in tutta Italia e all’estero, idonee per assicurare una scelta ampia, sicura, ospitale, piena di tutti i confort, dai servizi, ai divertimenti, dagli eventi di ogni tipo, all’assistenza. Il progetto “Vivere sempre in vacanza” altro non è che una formula innovativa di soggiorno in luoghi dove si vive bene e in salute, in buona compagnia, scegliendo quanti mesi o settimane restare, di che cosa occuparsi durante quel periodo (benessere psicofisico, svago, passeggiate, hobbies, etc etc) e soprattutto dove si vuol andare: al mare, in città d’arte, in campagna, in montagna? La Fondazione “Il Giovane Anziano” si occuperà poi di mettere a disposizione tali scelte nelle sedi che hanno aderito al progetto. Ma, molto di più, anche di selezionare le persone e proporre loro soggiorni “attivi”, 30 senzaetà a seconda delle proprie preferenze. Queste ultime, inoltre, possono anche “rendere” dei crediti, utili ad integrare una retta mensile che servirà per orientare le future location anche con opportunità di residenza in luoghi turistici di più alto livello. Così il pensionato ex insegnante, ex artigiano, che sa suonare uno strumento, ha fatto teatro o organizzato I sondaggi di eventi, potrà farlo per gli altri suoi “colleghi” di soggiorno guadagnandosi la sua fetta di vacanza. Ma il risvolto psicologico che c’è dietro ad una formula come questa non è da sottovalutare. Noi ci crediamo molto e nei prossimi numeri di Senzaetà sveleremo i diversi vantaggi di chi sceglierà la formula del “Vivere sempre in Vacanza”. Vi piacerebbe in futuro, vivere sempre in vacanza? Difficile oggi prevedere il futuro della propria vita, al di là della speranza di una buona pensione? Con la Nostra proposta desideriamo avere un tuo parere su un’idea innovativa per tutti coloro che, compiuti i 60 anni o più, amerebbero vivere in luoghi con apposite e confortevoli strutture ricettive, dove è possibile socializzare con gli altri e trovare ciò che risponde al tuo desiderio, continuando a dedicarsi ad attività di hobby o lavori secondo il gradimento di ognuno, che potrebbe anche essere utile a tutta la comunità. Se ritieni buona questa idea, barra una delle caselle corrispondenti a ciò che ritieni di tuo gradimento. 1) Hai mai pensato a dove vorresti stare nell’età matura? SI NO 2) Che cosa vorresti e che cosa ti auguri, oltre naturalmente alla piena salute – fra una ventina di anni o più – per vivere una serena terza età? - STARE IL PIU’ POSSIBILE IN COMPAGNIA - MANTENERE E COLTIVARE TANTI INTERESSI - VIAGGIARE E VISITARE ALCUNI POSTI NUOVI - SOGGIORNARE IN UN’OTTIMA RESIDENZA ASSISTITA AD ALTO LIVELLO 3) Ti piacerebbe che qualcuno pensasse ad organizzare dei periodi di soggiorno “integrati” in luoghi belli, attrezzati e assistiti anche per vivere in modo autonomo e più libero, in compagnia e in sicurezza, con una spesa contenuta? - SI - PREFERISCO PENSARCI DA SOLO - NON MI PIACE ALLONTANARMI DA CASA MIA 4) Questo progetto prevede di realizzare una rete di sedi, luoghi e strutture in tutta Italia e all’estero, idonei, tranquilli. Dove ti piacerebbe trascorrere parte o tutto il tuo tempo? - AL MARE - IN COLLINA - IN CAMPAGNA IN MONTAGNA - VICINO A CITTA’ D’ARTE DATA ___/___/______ ETA’ ---------------- Se sei interessato a ricevere informazioni sul progetto compila il modulo, ritaglia e spediscilo a TECNOPRINT NEW - Redazione SENZAETA’ - Via Caduti del Lavoro, 12 - 60131 Ancona Tel. 071.2868255 la chiave delle meraviglie di Roma nei percorsi di fede HOTEL LONDRA& CARGILL LUOGHI DELLO SPIRITO TRA ROMA E DINTORNI ROMA CHURCH TOUR ROMA piazza Sallustio, 18 ( a pochi passi da Piazza di Spagna ) Tel: +39 06 473871 [email protected] www.hotellondraroma.com ILBENESSERE TERMOMETRO DELL’ECONOMIA/13 Marche: aziende pronte ad aprirsi sui mercati globali in collaborazione con Un segreto? Aggregarsi per avere più massa critica e management Lo ha certificato anche l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, di cui fanno parte 34 Paesi fra i più evoluti al mondo): in Italia la ripresa “sta gradualmente accelerando, con un miglioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese e un trend di produzione industriale in aumento, sebbene con qualche volatilità”. A sostenere la crescita dell’Italia (che per l’anno in corso viene stimata a +0,8%) sono soprattutto consumi privati e investimenti: nel biennio 2016-2017 i primi dovrebbero crescere rispettivamente dell’1,4 e 1,2%, mentre i secondi dovrebbero aumentare dell’1,5 e del 2,6%. Alla luce di questo trend, nel 2016 e nel 2017 l’economia italiana dovrebbe crescere a un ritmo annuo dell’1,4%. Ridotto l’apporto della spesa pubblica (+0,7% nel 2016 e -0,1% l’anno successivo). Infine, sempre l’OCSE aggiunge che la riforma denominata Jobs Act sta “portando a una svolta nel mercato del lavoro, rendendo la crescita più inclusiva”. Ci sono stime positive, dunque, anche per il tasso di disoccupazione, che dal 12,3% di quest’anno dovrebbe scendere nel 2017 all’11%. Ma i nostri lettori ci chiedono, qual è la situazione nella nostra regione, dove la crisi è arrivata più tardi? Ecco i quesiti. 32 senzaetà Si parla tanto di ripresa, ma qual è la situazione economica nella regione Marche? “In una crisi particolarmente cruenta e duratura, le Marche hanno sofferto anche più di altre regioni, perché avendo una struttura prevalentemente manifatturiera e fortemente caratterizzata da piccole e medie imprese, hanno proprio un sistema economico concentrato in quegli ambiti che più di tutti hanno sofferto la crisi. Però, è anche vero che la regione ha palesato un buon tessuto imprenditoriale, con tante aziende che hanno avuto la capacità di sostituire il fatturato nazionale con quello estero, dimostrando di saper innovare e di saper competere, il che le rende pronte ad aprirsi ai mercati internazionali, ma anche a beneficiare della ripresa (già in atto) della domanda interna. Peraltro, le Marche, partendo prima della crisi da condizioni di reddito e di disoccupazione assolutamente comparabili alle più ricche regioni del Nord Italia, pur avendo perso tanto, si trovano ad uscire dalla crisi in situazioni che comunque permangono con livelli di reddito discreti e con un livello di disoccupazione di poco superiore al 10%, un dato ben lontano da quelli ben più drammatici Nunzio Tartaglia Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona di altre regioni italiane, in particolare quelle del Sud”. Vorrei chiedere: nelle Marche, quali sono i settori su cui vale la pena investire? “Ribadito che oggi se non sei capace di andare oltre i tuoi confini difficilmente puoi sopravvivere nel medio periodo, le Marche, come anche altre regioni italiane, hanno sicuramente quattro settori principali con capacità di competere a livello internazionale. Il primo settore è quello della moda e del design: dall’abbigliamento alla calzatura, all’arredamento, dove il concetto trainante è la creatività del “made in Italy”; il secondo settore è quello della meccanica specializzata, nel quale l’Italia (cosa ai più forse sconosciuta) è il secondo produttore europeo dopo la Germania e dove anche nelle Marche ci sono aziende che hanno saputo specializzarsi in settori di nicchia, nei quali attraverso la giusta flessibilità e la giusta capacità di servizio alle esigenze dei clienti hanno saputo conquistare un ruolo importante. C’è poi il settore dell’enogastronomia (food and wine), dove è noto che in giro per il mondo i prodotti italiani e francesi sono considerati i più ambiti; infine, il quarto settore è quello del turismo, nel quale le Marche avrebbero tutte le caratteristiche per replicare esperimenti già riusciti in altre realtà d’Italia, ad esempio Toscana e Salento, nell’affermare un’esperienza di turismo diversificato che sa mettere insieme mare, montagna, arte ed enogastronomia”. Potrei sapere quali sono le criticità che a tutt’oggi rimangono nell’economia marchigiana? “Seppur riorganizzatosi e sicuramente più competitivo di quanto poteva essere pre crisi, il sistema economico marchigiano soffre ancora della dimensione delle aziende troppo piccola. Se in passato il concetto “piccolo e bello” poteva produrre profitto ed essere corretto, oggi, in un contesto di economia globale, dove sia i nostri competitor che i nostri clienti non sono più a poche decine di chilometri ma sono spesso a migliaia di chilometri, per poter competere è necessaria una dimensione minima aziendale che possa garantire un fatturato indicativamente di almeno 50 milioni. Solo avendo un minimo di massa critica, le aziende avranno la capacità di: dotarsi di un management adeguato a reggere le sfide dell’internazionalizzazione; riuscire a fare investimenti Settori con migliori prospettive: moda e design, meccanica, enogastronomia e turismo che consentano di avere prodotti di qualità sostenuti da investimenti di comunicazione e marketing che consentano agli stessi prodotti di essere conosciuti al di fuori del proprio territorio di riferimento. Detto questo, chi ha la capacità manageriale e finanziaria acquisti chi è più piccolo per diventare più grande; chi queste capacità non le ha si aggreghi o prenda seriamente in considerazione la possibilità di vendere, perché meglio vendere oggi valorizzando ciò che si è riusciti a salvare in questa congiuntura che doversi arrendere e chiudere alla prossima crisi”. Ai lettori di “Senzaetà” chiediamo di continuare a scriverci e auguriamo un Sereno Natale e un 2016 all’insegna del rinnovato clima di �iducia senzaetà 33 UNIVERSITA’ EFFETTO CAMPUS U La prof.ssa Rita Patrizia Aquino, direttore del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno 34 senzaetà n’università modello, quella di Salerno, che continua a crescere: +7% di iscrizioni nello scorso anno accademico: sarà quello che chiamiamo Effetto Campus? Scopriamo che cos’è insieme al direttore del Dipartimento di Farmacia, prof.ssa Rita Patrizia Aquino. “Non mi chieda ricette o segreti! –afferma - Qui gli studenti si trovano bene perché il corpo docente è fra i più giovani in Italia, l’integrazione è altissima fra infrastrutture didattiche, impianti sportivi e per attività culturali con spettacoli e musica, abitazioni degli studenti nuove, una modernissima sede didattica, i suoi laboratori di ricerca, i materiali, etc etc … Tanto per fare un esempio, i nostri studenti qui non devono andare alla ricerca dei professori, ma vivono insie- www.unisa.it me a loro tutti i giorni, dalle aule alla mensa. Nel DIFARMA abbiamo circa centocinquanta tra docenti, ricercatori, assegnisti, dottorandi e borsisti, un personale competente e preparato. Una struttura dunque completa, integrata, aperta: un campus, insomma dall’eliporto alla banca, dal posto di polizia all’ufficio postale posti all’interno. Una struttura universitaria che riesce – ci risulta –anche a produrre… “Il DIFARMA sperimenta nuovi progetti di ricerca e con i fondi che attrae vincendo bandi europei ha tra gli obiettivi il recupero di materiali di scarto da lavorazioni agro-alimentari come il latte scaduto e derivati da cui recupera sostanze ad elevato potere salutistico, nutrizionale, cosmetico. Grazie a molte convenzioni con aziende private sul territorio salernitano e regionale, come la Centrale del Il ”segreto” dell’Università più moderna e “gettonata” del Sud: a colloquio con il direttore del dipartimento DIFARMA, prof.ssa Rita P. Aquino UN DIPARTIMENTO… IN SALUTE Latte di Salerno, stiamo orientando la ricerca verso lo sviluppo di nuovi prodotti nutraceutici, dallo yogurt fino allo stracchino fortificati … Lavoriamo anche a stretto contatto con gli 8 parchi della Campania, con le riserve naturali ed i bacini idrogeologici”. Perché si chiama DiFarma il vostro Dipartimento di Farmacia? “Il logo del Dipartimento, ci identifica come fosse … un brand. Si ispira ai quattro umori di Ippocrate e Galeno, padri della medicina e della farmacia. Un marchio di qualità…. Ma non voglio spiegare perché: bisogna scoprirlo qui, frequentando…” Lo stiamo scoprendo anche noi. E siamo rimasti colpiti dal sorriso e dalla allegria dei ragazzi che si incontrano dappertutto, nei corridoi di ateneo. Ma torniamo all’”istituzionalità”: molti progetti sono portati avanti insieme a enti pubblici… “Sì, il rapporto è ottimale: dai Ministeri alla Regione, agli Ordini professionali, alle Scuole superiori… oggi bisogna orientare gli studenti delle scuole superiori ad una scelta universitaria consapevole e creare opportunità per i giovani laureati, e gli studenti già prima della laurea. Noi lo facciamo con progetti negli ambiti di Farmacia, Biotecnologie, Green Economy, Management, Agraria e in quasi tutti gli altri indirizzi di studi, dall’Informatica all’Ingegneria. Perché imprenditori (di successo) non si nasce. Ma lo si può diventare con una buona cultura e una grande preparazione di base. Beh! Forse non abbiamo svelato alcun segreto, perché qui all’Università di Salerno è tutto alla luce del sole. Ma che cos’è un Effetto Campus ora lo abbiamo capito. Il Dipartimento di Farmacia (DIFARMA) dell’Università degli Studi di Salerno, istituito nel 2012 con la “legge Gelmini”, raccoglie l’eredità di due strutture pre-riforma, la Facoltà di Farmacia e il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche e Biomediche. E’ una struttura scientifica e didattica di riferimento sul “Farmaco” nell’ambito dell’Ateneo Salernitano. Come tutta l’Università di Salerno, il DIFARMA si collega idealmente alla Scuola Medica Salernitana. Tuttavia, più che all’ovvio legame ad una scuola di tipo farmaceutica-biomedica, il DIFARMA ha sempre inteso sottolineare il legame culturale, geografico, di sensibilità e attenzione all’uomo, identificandosi in alcuni valori fondanti e peculiarità della Scuola Medica Salernitana. senzaetà 35 SPORT E SALUTE Primo fondamentale, la salute LUBE, nel volley vince lo spirito di gruppo: intervista al dott. Compagnucci 36 senzaetà E ra il 1990 quando a Treia, piccolo centro del maceratese, nacque uno degli astri più brillanti del panorama sportivo marchigiano e nazionale: l’Associazione Sportiva Volley Lube. I numerosi successi ottenuti da allora si devono certamente al valore di dirigenti, allenatori e giocatori, ma anche alla competenza di una serie di figure professionali, tra cui spiccano coloro a cui è affidato il compito essenziale di salvaguardare la salute degli atleti: il dott. Danilo Compagnucci e il dott. Mariano Avio, i due medici sportivi che, insieme a due fisioterapisti e ad un osteopata, compongono lo staff sanitario della Lube. Abbiamo rivolto a Compagnucci alcune domande volte a chiarire l’importanza del suo ruolo all’interno di una squadra costruita per raggiungere grandi obiettivi. Come è nato il suo rapporto con la Lube Civitanova? “Le visite annuali per l’idoneità all’attività agonistica dei giocatori della Lube si svolgevano presso il centro di medicina dello sport delle Terme S. Lucia di Tolentino, di cui sono il direttore. Io e il Dott. Avio siamo stati contattati nel 2004, quando la società ha ritenuto opportuno allestire uno staff medico autonomo. Prima di allora si era mai interessato al volley? Nella pallavolo spalla, ginocchio e caviglia le zone più soggette a traumi “Certamente! Sono stato anche un giocatore a livello amatoriale”. Quali sono gli infortuni più frequenti e che misure si possono adottare per tentare di prevenirli? “Nella pallavolo la spalla, il ginocchio e la caviglia sono le zone più soggette a traumi, per questo la miglior forma di prevenzione è una preparazione atletica che miri a rinforzarle e ad aumentarne l’elasticità dei tessuti articolari”. Anche quest’anno la Lube sarà impegnata in campionato e Coppa CEV. Quanto conta il parere del medico nelle scelte in merito a formazioni e turnover? “Il medico sportivo deve saper esporre un quadro preciso sullo stato di forma di ogni at- leta, poi sta al tecnico decidere come disporre della rosa. E’ evidente che il nostro parere sull’opportunità di impiegare un giocatore è decisivo nel caso sia reduce da un infortunio”. Sul piano umano, come ricerca nei giocatori quella fiducia indispensabile in ogni rapporto tra dottore e paziente? “Assicuro agli atleti costante presenza e attenzione qualora sorga qualche problema, ma, in ogni caso, cerco di parlare molto con loro, in modo da poter rappresentare un punto di riferimento. Si instaura così un clima confidenziale da cui traggono giovamento sia la serenità dei singoli individui che lo spirito di gruppo, elementi fondamentali per raggiungere grandi traguardi”. Elisa Scoccia Il dott. Danilo Compagnucci Alcune immagini delle Terme di Santa Lucia a Tolentino nelle Marche senzaetà 37 RICERCA&INNOVAZIONE Fidati, Respiro Plus e misuratore Seicentodieci Tre alleati per la salute della famiglia C Nelle foto RESPIRO PLUS, il nuovo modello di aerosol per il trattamento di laringiti, tracheiti e bronchiti. 38 senzaetà on l’inizio della stagione fredda sono arrivati tosse, mal di gola, influenze e starnuti. Si può cercare di prevenire queste patologie attraverso buone pratiche, per esempio evitando di prendere freddo, lavandosi spesso le mani ed evitando le occasioni di contagio. Ciò nonostante, l’appuntamento con fazzoletto e termometro rimane una costante in tutte le famiglie. Quali strumenti ci possono venire quindi in aiuto? Negli ultimi anni sempre più medici consigliano l’aerosolterapia per il trattamento delle affezioni dell’apparato respiratorio, come appunto le malattie da raffreddamento. L’aerosol, o nebulizzatore, è uno strumento di somministrazione dei farmaci che riesce a raggiungere molto bene le zone da trattare. Funziona trasformando un liquido (un farmaco o una soluzione fisiologica) in una miriade di gocce molto fini che vengono poi disperse in direzione del naso e della bocca, e da qui alla laringe, alla trachea e ai bronchi. E’ un metodo indolore, che non provoca fastidio e che oramai è familiare anche ai bambini. Joycare Pharma ha sviluppato un nuovo modello di aerosol, Respiro Plus. Realizzato interamente in Italia, Respiro Plus è caratterizzato da una grande affidabilità e ottime performance, garantite dai severi test di qualità di Joycare. E’ l’ideale per l’utilizzo di tutta la famiglia, anche per i più piccoli, grazie alla mascherina pediatrica in dotazione. La confezione, oltre al motore, all’ampolla e al tubo di collegamento, contiene le 2 maschere (adulti e bambini), un filtro di ricambio, un boccaglio e un nasale. In caso di febbre, un alleato preziosissimo è il termometro a distanza, che permette la rilevazione della temperatura istantaneamente, senza disturbare il malato e senza rischiare contagi. Joycare offre un prodotto 100% italiano di livello top, il termometro a infrarossi Fidati, che proietta la temperatura direttamente sulla fronte: basta puntarlo e premere il tasto di rilevazione. Fidati, protetto da una serie di brevetti internazionali, è estremamente preciso, grazie ad un esclusivo dispositivo di messa a fuoco: quando l’indicazione della temperatura è compresa all’interno di due punti proiettati, significa che la distanza è quella giusta e la rilevazione non è disturbata dalla temperatura esterna. Può essere usato anche per misurare la temperatura dell’ambiente, degli alimenti e degli oggetti. Infine, per la sicurezza della nostra salute è bene controllare periodicamente la pressione arteriosa. L’ipertensione è la patologia più diffusa nel nostro Paese e uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: colpisce circa un italiano su tre, soprattutto dai 40 agli 80 anni. Purtroppo, solo la metà dei malati sa di essere iperteso e solo 1 su 4 si rivolge a un medico o fa ricorso a una terapia adeguata. La patologia ormai viene definita “il killer silenzioso”, ed è quindi un L’innovativo termometro a infrarossi FIDATI stupisce nonni e nipoti misurando la febbre a distanza. Ma sono oltre duecento le novità che stanno conquistando il mercato LA SCHEDA RESPIRO PLUS • Pressione massima: 2.5 bar/250 kPa • Pressione d’esercizio: 80 kPa • Flusso libero: 14 l/min • Flusso d’esercizio (dopo gli accessori): 6 l/min (a 120kPa) • Ciclo di utilizzo: CONTINUO • Caratteristiche tecniche Ampolla nebulizzatrice: • Capacità: 16 ml • Particelle nebulizzate< 5μm: 80% • Tempo di nebulizzazione con soluzione salina: 0,45 ml/min • Residuo non nebulizzato: 0.7ml SEICENTODIECI fattore indispensabile di prevenzione misurarla con regolarità. Joycare propone il suo misuratore di pressione automatico da braccio Seicento10, caratterizzato da grande affidabilità e ottime performance. A differenza dei rilevatori più tradizionali, per i quali per ottenere i valori bisogna attendere che sia la fase di gonfiag- Joycare La mission di Joycare è da sempre il miglioramento della vita delle famiglie italiane, per questo la scelta dei prodotti è mirata al benessere degli adulti, degli anziani, non dimenticando mai i più piccoli. La ricerca e lo sviluppo sono guidate da concetti di “innovazione”, “qualità”, “affidabilità” e “design”, ponendosi come obiettivo finale la soddisfazione di tutte le famiglie grazie alle prestazioni dei propri prodotti. Joycare nasce nel 1999 e in pochi anni si afferma come Marchio di riferimento nel settore “cura della persona”. Nel 2009 la Baycross Investement Ltd. di Londra ne acquisisce il marchio e, inserendola in un importante gruppo Internazionale, ne favorisce l’ulteriore sviluppo. Oggi Joycare conta di due basi produttive e di due trading a Shangai e ad Hong Kong, città considerate fra le più importanti al mondo nel proprio settore merceologico. Lo sviluppo su i mercati internazionali è stato immediato e prova ne è che oggi Joycare conta su importanti partnership commerciali in 30 paesi. Sul mercato italiano, grazie alla diversificazione multicanale, Joycare è presente in oltre 8.500 punti vendita. gio sia quella di sgonfiaggio siano terminate, grazie alla tecnologia “Inflating” il misuratore inizia, già in fase di gonfiaggio, a fare una “stima” dei valori pressori, in modo da ridurre la pressione massima di gonfiaggio del bracciale, e di conseguenza il tempo di misurazione. E’ dotato di 60 memorie, per tenere traccia dei valori registrati nel tempo. • Completamente automatico • Grande display REVERSE di facile lettura • Visualizzazione dei valori Sistolici, Diastolici e Pulsazioni • Indicazione dei valori di misurazione secondo i parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) • Nuova tecnologia: misurazione durante il gonfiaggio • Indicazione battiti irregolari • 60 memorie con data e ora • Autospegnimento • Indicatore di errore • Indicatore batterie scariche • Alimentazione 4 batterie AA FIDATI Il misuratore SEICENTODIECI per la misurazione della pressione completamente automatico • Funzionale: rileva la temperatura a distanza e la proietta sulla persona o sull’oggetto da misurare. • Dimensioni ridotte: è maneggevole, portatile e poco ingombrante • Preciso: il sistema di proiezione indica anche la distanza corretta per l’utilizzo, evitando interferenze dall’ambiente nella rilevazione • Facile: basta premere un tasto per conoscere la temperatura • Rapido: è l’unico termometro a distanza che proietta immediatamente i risultati, senza tempo di attesa • Igienico: con Fidati non occorrono contatti fisici • Multiuso: utilizzabile anche su oggetti, alimenti, liquidi • Pratico: mantiene in memoria le ultime 9 misurazioni • 100% Made in Italy: prodotto interamente da un’azienda italiana leader nella progettazione e produzione di apparecchiature elettromedicali • Innovativo: è brevettato nella funzionalità e nella tecnologia applicata www.joycare.it 39 RICERCA&INNOVAZIONE A colloquio con il nostro esperto Cesare Ivaldi La colonna cervicale Dolori: um buon metodo per curarli L a colonna vertebrale cervicale è costituita da un’alternanza di vertebre ossee e di dischi fibrocartilaginei, fra loro connessi per mezzo di robusti legamenti sorretti da robuste masse muscolo-tendinee. Le vertebre cervicali sono sette ed insieme formano la struttura scheletrica del collo; proteggono il midollo spinale, sostengono il cranio e consentono di compiere una serie di movimenti. La prima vertebra cervicale (Atlante) e la seconda (Epistrofeo) hanno la funzione di articolare con il cranio. La terza, quarta, quinta, sesta vertebra cervicale circondano il forame vertebrale che forma il canale vertebrale. La settima vertebra cervicale è il punto d’incontro tra le vertebre cervicali e quelle toraciche e si evidenzia per il processo spinoso prominente che si riesce a vedere e toccare. Una complessa rete di nervi, che si trova alla radice del collo e si estende fino all’ascella ed agli arti superiori è denominata plesso brachiale. E’ stato appurato che un programma di terapia intensiva Sorazon è molto efficace sul paziente artrosico dolente ed infortunato. L’ARTROSI. È presente principalmente nella maggior parte dei soggetti ultra cinquanten- ni con lesioni del disco e presenza di osteofiti (calcificazioni), causa dolore ed impedisce alcuni movimenti del collo. L’artrosi cervicale può contribuire a restringere il canale vertebrale ed a determinare lesioni del midollo spinale, con disturbi della deambulazione. ERNIA DEL DISCO. Fuoriuscita del disco intervertebrale dai suoi limiti normali. Costituito da due parti: un nucleo gelatinoso centrale (nucleo polposo) ed un anello di fibre periferiche che tiene unite le due vertebre. Se l’anello è fessurato , il nucleo vi si insinua e sporge all’esterno della colonna vertebrale comprimendo una radice nervosa o il midollo spinale. (Protrusione o Ernia) Si manifesta con dolore acuto e rigidità della colonna vertebrale cervicale, con nausea, vertigini e annebbiamento della vista. TRAUMI CONTRATTIVI. Avuti da incidenti (Colpo di frusta). Si manifesta con dolore acuto e rigidità della colonna vertebrale. RISULTATI CLINICI IN ITALIA DAL 1992 LAVORO MEDICO SCIENTIFICO su un alto numero di pazienti trattati dal 2003 al 2010 DOCUMENTATA EFFICACIA ANCHE RISOLUTIVA 40 senzaetà AZIONE TERAPEUTICA Il trattamento con terapia intensiva Sorazon, utilizza onde soniche pressorie d’urto, altamente penetranti, che si irradiano nei tessuti profondi con fasi di compressione e decompressione in rapida sequenza, radiofrequenze con campo elettromagnetico ionizzante (Risonanza Magnetica) ed energia ossigenatoria di OZONO, è risultato di grande efficacia nel processo della flogosi (infiammazione) per inibizione delle prostaglandine, e del dolore per ossidazione (inattivazione) dei metaboliti algogeni delle parti nervose. Essendo non invasiva, non a contatto, non dolorosa, si considera una terapia indicata per il recupero del paziente con dolori cervicali da artrosi, discopatie, ernie e traumi contrattivi. INDICAZIONI TERAPEUTICHE > ARTROSI > INFIAMMAZIONI ARTICOLARI > TRAUMI ITALIA - EUROPA CONTRO IL DOLORE ARTROSICO TERAPIA INTENSIVA antinfiammatoria Mirata >Infiltrante>Profonda non invasiva, non dolorosa A TRIPLA AZIONE SONAR AD ONDE SONICHE PRESSORIE D'URTO A TEMPORO MANDIBOLARE - artrite - artrosi - dolore di masticazione COLONNA CERVICALE - artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi, contusivi COLONNA DORSALE - artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli vertebrali - traumi contrattivi, contusivi COLONNA LOMBARE SACRALE - artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore trauma coccige SPALLA - artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale - cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi GOMITO RADIOFREQUENZA - artrite - artrosi - epicondilite (gomito tennista) - traumi contrattivi, contusivi CON CAMPO ELETTROMAGNETICO IONIZZANTE POLSO - artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite - traumi contrattivi, contusivi, distorsivi MANO - artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto - metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi ANCA - artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata COSCIA/GAMBA - traumi contrattivi, contusivi - ematomi GINOCCHIO - artrite - gonartrosi - meniscopatie degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker AD ENERGIA OSSIGENATORIA DI CAVIGLIA - artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi - lesioni - calcificazioni tendine d’achille OZONO PIEDE - artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo - sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite - fascite plantare - trauma contusivo PATOLOGIE VARIE - artrite reumatoide - artralgia - tendinite tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti periostite - ritardi di consolidazione ossea MARCHIO CE - Terapia non invasiva Per informazioni: P.A.S.S. Via S.N.A.Sud, 44/7 61032 FANO (PU) Tel. e Fax: 0721/808759 +39 333/9129395 [email protected] Segreteria: +39 333.9129395 Specialista Terapeutico: +39 337.641384 www.sorazon.it www.sonotronitalia.com AMBULATORI REGIONE MARCHE: Pesaro - Fano Ancona - Jesi Trodica di Morrovalle (MC) Ascoli Piceno senzaetà 41 SOCIALE Troppa poca la partecipazione democratica: un progetto per la ricerca L’Europa vista dai cittadini C OOSS è partner del progetto “Let’s get active! - Incentivi per la partecipazione attiva dei cittadini nella vita democratica Europea”, cofinanziato dal Programma “Europa per i Cittadini”. Il progetto si colloca all’interno dell’ Azione 2, Misura 3 - Sostegno a favore di progetti promossi dalle organizzazioni della società civile e coinvolge partner da Italia, Polonia, Cipro e Romania. All’inizio del progetto, l’analisi dei contesti di riferimento sottolinea come nel complesso i cittadini dei paesi membri dell’Unione Europea (UE) mostrino apprezzamento per l’adesione delle loro nazioni all’UE, nonché soddisfazione e aspettative per i benefici che ne possono derivare. Tuttavia, per alcuni motivi, la maggior parte dei cittadini europei non si impegna nel processo di formazione delle politiche dell’UE. La domanda è “perché”? L’obiettivo principale del progetto è quello di studiare le ragioni e le cause alla radice della mancata partecipazione alla vita democratica e di incrementare il livello di coinvolgimento 42 senzaetà e di partecipazione democratica dei cittadini, rendendoli consapevoli del ruolo che possono ricoprire nella formazione delle politiche dell’UE e dell’opportunità di plasmare il futuro dell’Europa. Il primo passo del progetto è la ricerca on-line! Grazie a questa indagine si sono raccolti feedback e raccomandazioni per ridurre gli ostacoli alla partecipazione, introducendo degli incentivi per diventare un cittadino attivo! La ricerca on-line è durata 3 mesi, da aprile a giugno 2015. Il questionario proposto affronta 4 tematiche specifiche ed è organizzato in 6 differenti gruppi di domande raggruppate per area di interesse, strutturandosi come un percorso di acquisizione di consapevolezza. La ricerca, afferma la dott.ssa Romina Boraso di COOSS, ha raccolto un totale di 701 questionari, attraverso le 5 versioni tradotte: n. 175 Polacchi, n. 224 Rumeni, n. 169 Italiani, n. 26 Ciprioti, n. 107 da altri paesi. I partecipanti appartengono a 40 paesi, UE ed extra UE: Polonia, Romania, Italia, Cipro, A cura di Nicolò Scocchera Portogallo, Ungaria, Scozia, Lituania, Marocco, Francia, Slovacchia, Spagna, Bulgaria, Croazia, Albania, Grecia, Austria, Germania, Regno Unito, Kazakhstan, Kosovo, FYR Macedonia, Bosnia e Herzegovina, Turchia, Ucraina, Svizzera, Pakistan, Ecuador, Libano, Argentina, Armenia, Lituania, Moldavia, Azerbaijan, Armenia, Tunisia, Montenegro, Lettonia, Slovenia, Serbia e Belgio. La ricerca ha raggiunto diverse tipologie di cittadini che si differenziano per età, genere, occupazione, esperienze e percorsi educativi, interessi e attitudini. In generale i partecipanti si mostrano interessati nelle questioni pubbliche e desiderano essere maggiormente informati e coinvolti nelle decisioni inerenti le questioni pubbliche della UE. Lo strumento e la modalità che maggiormente è ritenuta efficace per il coinvolgimento e lo stimolo alla partecipazione alle tematiche pubbliche e alle decisioni prese a livello europeo sono i Social Network. La maggior parte dei cittadini dichiarano di avere informazioni in merito agli strumen- ti di democrazia diretta e a livello europeo quello più utilizzato sembrano essere le petizione popolari e le campagne. Rimane comunque un’ampia percentuale di cittadini che non hanno mai utilizzato strumenti di democrazia diretta e altrettanti interessati a farlo. La ricerca analizza anche quanto i cittadini si percepiscano attivamente coinvolti nella vita democratica a livello locale, nazionale ed europeo ripetendo la domanda all’inizio e al termine del questionario valutando le differenti risposte. In questo senso sono stati raccolti suggerimenti e opinioni per incrementare la partecipazione democratica dei cittadini e le priorità da perseguire. Per prender visione dei risultati e per consultare i dati specifici è possibile scaricare il report della ricerca e i suoi allegati direttamente dal sito web di progetto, http://www. letsgetactive.eu/it/, dove reperire altre informazioni sugli eventi di promozione e disseminazione del Forum Nazionale dei Cittadini organizzato all’interno del Festival dell’Educazione di Jesi (maggio 2015). I social network come strumento per il pieno coinvolgimento popolare senzaetà 43 RIABILITAZIONE Santo Stefano: nuovi servizi di riabilitazione respiratoria SantoStefano RIABILITAZIONE 44 senzaetà L e patologie legate alla respirazione rappresentano una delle più frequenti cause di malattia, invalidità e morte a livello mondiale, e secondo le previsioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono destinate ad un costante e notevole incremento nei prossimi vent’anni. Necessario, pertanto, effettuare un’accurata attività di prevenzione, diagnosi e cura. Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione, a tal proposito, ha nei mesi scorsi avviato una doppia iniziativa nelle Marche rivolta alla popolazione e finalizzata ad accrescere il livello dei servizi del territorio. Una a Civitanova Marche, presso il Centro Fidia Riabilitazione (all’interno della www.sstefano.it Clinica Villa dei Pini), con un servizio che rappresenta un’assoluta novità per la sanità del territorio di riferimento. Dal giugno scorso, infatti, Fidia Riabilitazione ha attivato il nuovo servizio di Riabilitazione Respiratoria che, attraverso un articolato e completo lavoro sul paziente, ha iniziato a prendere in cura persone con patologie legate alla respirazione. Nel Centro viene svolto un articolato e completo lavoro sul paziente sotto numerosi punti di vista: esercizi respiratori e fisioterapia toracica; il fondamentale riallenamento allo sforzo (la persona affetta tende ad evitare qualsiasi sforzo per timore); momenti informativi ed educazionali su come gestirsi di Nico Coppari e gestire la malattia, come gestire i farmaci, sull’igiene respiratoria, sul comportamento nutrizionale e a tavola, su tutto ciò che la persona affetta deve sapere. Inoltre attenzione anche agli aspetti psicologici. Presso il Centro Santo Stefano di Macerata Feltria, in provincia di Pesaro-Urbino, invece, l’attenzione è fortemente concentrata su di una particolare patologia che colpisce i polmoni: la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (abbreviata con “Bpco”). L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) registra la Bpco come uno dei più grandi problemi sanitari, terza causa di morte in Italia e quinta causa di disabilità in tutto il mondo. Sostanzialmente, si tratta di un’infiammazione cronica del tessuto polmonare prodotta da vari agenti irritanti, infettivi ed inquinanti, primo fra tutti il fumo di sigaretta, ma anche in generale gli altri fattori ambientali, come ad esempio l’inquinamento atmosferico da smog automobilistico. Prevenire le patologie respiratorie come questa, risulta pertanto fondamentale. In tal senso va il nuovo servizio di riabilitazione pneumologica di recente attivazione a Macerata Feltria, presso l’ex ospedale civile cittadino. Un servizio convenzionato con il servizio sanitario nazionale al quale i pazienti possono accedere dietro prescrizione medica da parte del proprio medico curante e che potrà essere svolto in regime ambulatoriale, di day-hospital oppure a domicilio, in base al fabbisogno e alla tipologia del paziente. Un servizio che va evidentemente ad arricchire la gamma dell’offerta sanitaria non solo di Macerata Feltria ma dell’intero territorio pesarese sul quale si potrebbero riflettere i vantaggi di interventi riabilitativi benefici sui malati di Bpco che, altrimenti, potrebbero diventare anche un futuro costo per la collettività in termini di assistenza e di interventi in ambito socio-sanitario. Tra gli effetti degenerativi della Bpco, infatti, vi è anche la limitazione delle attività quotidiane e della qualità della vita, l’isolamento sociale e la depressione. Le patologie legate alla respirazione sono in costante e notevole incremento, una delle più frequenti cause di malattia, invalidità e morte a livello mondiale senzaetà 45 SORRISI Aldemiro Mimmo Andreoni VicePresidente Vicario ANDI Marche Cosa devi assolutamente sapere per una buona Salute Orale del Tuo Bambino F in dalla nascita sarebbe opportuno pulire le gengive del bambino con una piccola garza umida, anche se non sono presenti dentini, almeno due volte al giorno o ancora meglio pulire sia le gengive che la lingua ogni volta che mangia per mantenere un alito fresco e per abituarli. Si può provare ad appoggiare un dito nell’angolo della bocca: spesso la reazione è che il bambino aprirà la bocca pensando che sta per ricevere del cibo ed anche se proverà a mordere il dito bisogna avere pazienza e riprovare finché non aprirà la bocca nella giusta maniera e allora si deve spingere il dito all’interno della guancia fino a toccare sia le gengive superiori che inferiori ed il piccolo aprirà la bocca ulteriormente permettendo di pulire le gengive a fondo. E’ importante lavare costantemente e regolarmente la bocca dei piccoli e farli andare a dormire con una bocca pulita. Non lasciare mai addormentare il bambino con il biberon a meno che non contenga SOLO ACQUA: se è invece pieno di latte, tisane o succhi è causa di carie, così come il ciuccio immerso nel miele o in altre sostanze dolci. Tale condizione è nota come Baby 46 senzaetà Bottle Syndrome o Sindrome da Biberon e colpisce prevalentemente gli incisivi superiori ed i molari sia superiori che inferiori. Il primo dente da latte erompe generalmente intorno al sesto mese di vita. In alcuni bambini avviene prima, in altri può avvenire alcuni mesi dopo. Se il bambino all’età di un anno però non presenta ancora il suo primo dentino è necessario portarlo da un dentista per una visita. I bambini sono molto nervosi durante l’eruzione dei denti da latte. I genitori possono alleviare il dolore cercando di distrarre il bambino con diverse attività o facendogli mordere e masticare appositi giochi ripieni di liquido che devono essere lasciati in frigorifero prima di essere usati: la sensazione di freddo allevia il dolore. La nascita dei denti da latte non è causa di insorgenza di febbre, che potrebbe invece essere provocata da germi presenti su oggetti che i bambini portano alla bocca per mordere. Una volta che il primo dentino da latte è erotto deve essere pulito con uno spazzolino dalle setole morbide e della giusta dimensione. Per meglio pulire i dentini può essere utile tenere il bambino appoggiato sul proprio petto oppure sdraiarlo sul letto. I denti da latte sono importanti principalmente perché conservano lo spazio per i successivi denti permanenti, che cominciano ad erompere intorno all’età di 6 anni. Inoltre denti da latte, gengive e lingua sono importanti non solo per la funzione masticatoria ma anche perché intervengono nella crescita della mandibola e della mascella e nella corretta eruzione dei denti permanenti. All’età di 4 anni si inizia a creare lo spazio per i denti permanenti, mentre le ossa mascellari cominciano il loro sviluppo e quindi il loro accrescimento. I primi denti da latte che andranno persi (intorno ai 6 anni) saranno i due incisivi centrali inferiori e subito i due incisivi inferiori permanenti occuperanno il loro posto. Contemporaneamente i primi molari superiori ed inferiori cominceranno ad erompere nel cavo orale… (…segue sul prossimo numero 73/2016 di Senzaetà) senzaetà 47 INGEGNERI IN CORSIA Tecnologie tra ospedale e territorio: il futuro è già qui Lorenzo Leogrande Presidente AIIC Tema centrale del XVI Convegno Nazionale AIIC 2016 a Bari N egli ultimi anni stiamo assistendo ad una variazione dei bisogni di salute della popolazione, determinata da diversi fattori; primi tra tutti l’aumento dell’età media e l’incremento delle patologie croniche. Appare necessario quindi ripensare la rete dei servizi per andare incontro a questi mutamenti con l’obiettivo, soprattutto, di rafforzare l’assistenza per i pazienti direttamente sul territorio. L’innovazione tecnologica può contribuire ad una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, in particolare sostenendo lo spostamento del fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio, attraverso modelli assistenziali innovativi incentrati sul cittadino e facilitando l’accesso alle prestazioni sul territorio nazionale. L’esigenza di rendere sostenibile il sistema sanitario attuale e futuro implica un cambio di direzione e di strategia che deve passare attraverso l’incremento dell’assistenza territoriale, facilitando e incrementando le possibilità di accesso alle prestazioni direttamente sul territorio. La gestione della cronicità e la continuità dell’assistenza trovano uno strumento ideale nelle tecnologie innovative, e in generale dell’ICT, per garantire la realizzazione di una rete che integri i vari attori interessati. Gli strumenti tecnologici attualmente a disposizione sono sufficientemente evoluti; è necessario quindi implementare correttamente la rete assistenziale per garan- L’INNOVAZIONE IN CORSIA tire sia l’efficienza di questi sistemi, sia anche la sicurezza per pazienti ed operatori. Per ottenere tali risultati è necessario un confronto multidisciplinare ed un’adeguata formazione degli operatori. Molteplici sono le esperienze di telemedicina a livello nazionale; in Italia tuttavia la diffusione di queste esperienze non è omogenea e ben organizzata. AIIC, come associazione di riferimento e componente dei tavoli di lavoro dedicati all’innovazione e alla mobile-health, ritiene la telemedicina strumento fondamentale. Deve però essere gestito da team di professionisti competenti. Proprio la telemedicina sarà uno degli argomenti principali del XVI Convegno Nazionale AIIC “L’ingegneria clinica nello sviluppo della sanità tra ospedale territorio” che si terrà a Bari ad aprile 2016; fra i temi l’ICT in sanità e i dispositivi medici più innovativi e a più elevata specializzazione. Ma quando si parla di tecnologia sul territorio ed utilizzo delle tecnologie informatiche in sanità, cosa si intende? L’uso delle nuove tecnologie di comunicazione in medicina ha aperto diversi scenari: dalla telemedicina in senso più stretto, come nel caso del teleconsulto, alla home care, fino a nuove modalità di interagire con i pazienti e scambiare dati, come le app mediche. Telecardiologia nelle emergenze/urgenze. Home care. Consente l’uso delle tecnologie a casa del paziente e il monitoraggio dello stato di salute del paziente da remoto . Sempre più richieste in Sanità sono le competenze specifiche in tema di innovazione tecnologica. E sempre più richiesti sono i professionisti che garantiscano un’adeguata introduzione e un governo di tecnologie che condizionano fortemente qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie. L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC), rappresenta una categoria che si distingue non più per il fattore di novità ma per competenza specifica. 48 senzaetà SOCIETÀ&FUTURO Quella garanzia che mette tutti d’accordo I l contratto di Escrow Agreement ha origini anglosassoni ed ha la finalità di garanzia. Nello specifico, con il suo utilizzo, uno o più beni, oggetto di un rapporto principale sottostante tra due o più soggetti, vengono depositati in garanzia presso un terzo soggetto indipendente rispetto alle parti. Questo custodirà i beni fino al manifestarsi di una condizione che individui a chi spetta la loro proprietà. E’ qui che entra in gioco la Fiduciaria che può ricoprire il ruolo del custode del bene: svolgerà questo compito secondo le regole pattuite e lo consegnerà solo e se avrà accertato che le condizioni stabilite nel contratto si sono verificate. Questo contratto può avere molteplici utilizzi, di seguito ne verranno elencati alcuni: - Nei contratti di locazione: è importante avere la garanzia dell’adempimento delle obbligazioni da parte del locatario. Questo può essere un’alternativa alla fideiussione, in quanto può prevedere ad esempio il deposito di una somma da parte del locatario a titolo di garanzia, e questa potrebbe essere depositata in un conto corrente fruttifero intestato ad una società fiduciaria che solo al termine del rapporto restituirà tale somma al locatario se esso avrà adempiuto alle sue obbligazioni; - Nella custodia penale: se il rapporto sottostante prevede la corresponsione di una penale a favore di una parte al manifestarsi di determinate condizioni, la Fiduciaria può Valerio Vico Presidente Fiduciaria Marche 50 senzaetà COS’È E COME FUNZIONA IL CONTRATTO DI ESCROW AGREEMENT, IL RUOLO DELLA FIDUCIARIA Scriveteci alla mail [email protected] Francesco De Benedetto Procuratore Fiduciaria Marche Federico Barbieri Procuratore Fiduciaria Marche www.fiduciariamarche.it diventare custode della somma presso la stessa depositata a titolo di penale che verrà corrisposta ad una delle parte se e quando si manifesteranno i fatti collegati alla penale. - Nei contratti internazionali: questa è la sua utilizzazione più tipica, considerando la distanza, la diversa cultura, la diversa legislazione delle parti che intervengono nel rapporto principale, è molto difficile operare con delle forme di garanzia tradizionali, mentre l’Escrow Agreement si adatta perfettamente a questo tipo di rapporti. I componenti del Cda della Fiduciaria Marche: Pietro Giugliarelli, il presidente Valerio Vico e Mario Giugliarelli senzaetà 51 inchiesta SERVIZI ONLINE PER CHI ASSISTE UN ANZIANO INRCA presenta la piattaforma WEB “INFORMCARE” E’ LA PRIMA IN ITALIA C on l’obiettivo di migliorare la qualità della vita degli anziani e di chi li assiste l’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) ha presentato “InformCare” (www.eurocarers.org/informcare), la prima piattaforma web progettata per aiutare i ‘caregiver familiari’, ovvero chi si prende cura di parenti anziani non autosufficienti. La piattaforma, ad accesso gratuito, offre informazioni utili e consigli sulla gestione dell’anziano, sull’accesso alle agevolazioni fiscali, su come conciliare le proprie esigenze personali con l’impegno dell’assistenza e su come contattare servizi e associazioni in caso di bisogno. Inoltre, la piattaforma include alcuni servizi interattivi, come social network, forum e videochat, utilizzabili dai 52 senzaetà familiari per comunicare tra di loro e dare e ricevere supporto anche da professionisti. “In Europa - spiega Giovanni Lamura, Responsabile del Centro Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’INRCA - l’80% dell’assistenza ad anziani è fornita da familiari e amici, per una cifra che supera i 100 milioni di persone, almeno il doppio della forza lavoro del settore”. Senza i caregiver familiari, molte attività come cura personale, trasporto, sostegno emotivo, non sarebbero garantite. “Purtroppo però – continua Lamura - la loro funzione e competenza spesso non è riconosciuta”. Per questo la piattaforma include consigli su come gestire al meglio l’assistenza nelle patologie comuni in età avanzata (Alzheimer, Parkinson e altre), oltre ad agevolare l’interazione tra utenti e la condivisione di idee e suggerimenti. “InformCare - spiega Francesco Barbabella, ricercatore INRCA – dà la possibilità di accedervi in ogni momento della giornata, ovunque ci si trovi. Durante la fase pilota con più di quaranta famiglie della zona di Ancona, è emerso che la piattaforma ha il potenziale di stimolare la presa di consapevolezza del proprio ruolo e di garantire un punto unico di accesso a informazioni e servizi utili”. La piattaforma InformCare è già attiva nella versione italiana e in quelle di 27 Paesi europei. Lo sviluppo è stato coordinato dall’INRCA e dall’associazione Eurocarers che, con il suo network di membri a livello nazionale, si è occupata di redigere i con- tenuti e di promuoverne il lancio negli altri Paesi. Lo sviluppo della piattaforma rientra nel progetto europeo Innovage, finanziato dall’Unione Europea con l’obiettivo di creare e testare innovazioni sociali per contribuire a migliorare il benessere e la qualità della vita in età anziana. “Nel quadro europeo – aggiunge Lamura – l’invecchiamento demografico è una sfida per la sostenibilità dei sistemi di assistenza, che può essere affrontata con il potenziale innovativo offerto dalle tecnologie della comunicazione, adeguatamente integrate nella vita quotidiana”. Prima del lancio, la piattaforma è stata testata in Italia, Germania e Svezia su un centinaio di famiglie. In ogni Paese la gestione dei servizi interattivi di supporto è stata affidata a professionisti sociosanitari. “Dall’analisi dei risultati e dai focus group svolti a seguito della fase pilota - spiega Arianna Poli, psicologa INRCA - è emerso un impatto positivo sull’utenza. In particolare, in un contesto come l’Italia in cui vi sono pochi servizi rivolti alle famiglie, la possibilità di ottenere in maniera flessibile informazioni sicure e attendibili è stata considerata un grande valore aggiunto”. INRCA AL “SENIOR EXPO 2015”: LA RICERCA SCIENTIFICA IN GERIATRIA SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO L’Irccs Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) dal 23 al 25 Ottobre ha partecipato alla manifestazione Senior Expo 2015, organizzata presso la città di Rende (CS). Per l’occasione sono stati presentati i dati preliminari del progetto MEDELNET-AC (Medication in the elderly network-acute care). Il progetto si propone di analizzare l’appropriatezza delle terapie farmacologiche prescritte a pazienti anziani dimessi dall’ospedale, in seguito alla fase acuta della malattia. Lo studio è stato effettuato presso le Unità Operative dell’INRCA di Cosenza e delle Aziende Ospedaliere di Cosenza e Catanzaro. Il progetto, finanziato dal Ministero della Salute, si concluderà il prossimo dicembre 2015 dopo quattro anni di ricerca. Interamente svolto in Calabria, lo studio affronta dal punto di vista clinico epidemiologico un tema - quello dell’utilizzo di farmaci - di particolare rilevanza a livello scientifico e politico-sanitario. I dati preliminari - illustrati dal Dott. Andrea Corsonello, dell’Unità Operativa di Geriatria INRCA Cosenza - indicano in generale che la qualità dell’approccio geriatrico al paziente anziano ospedalizzato è elevata in Calabria. Tuttavia, una percentuale molto alta di pazienti riceve cure poli-farmacologiche complesse, che richiedono approcci specifici e metodi personalizzati. Le variabili individuali infatti possono influenzare la risposta e l’efficacia delle terapie. I dati sono stati presentati anche all’interno del Seminario Nazionale della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio a Catanzaro. senzaetà 53 ANZIANI E CADUTE: UNA SOLETTA “INTELLIGENTE” E UNO SMARTPHONE PER ANALIZZARE IL CAMMINO IN TEMPO REALE U na soletta elettronica in grado di raccogliere i dati sul modo di camminare dell’anziano e valutare così il rischio di caduta. E’ il progetto europeo Wiisel (Wireless Insole for Independent and Safe Elderly Living), lo studio promosso dalla Commissione europea e condotto dall’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) con l’obiettivo di progettare uno strumento flessibile che, grazie alla possibilità di rilevare l’andamento del passo in modo continuo, sia di facile impiego nella prevenzione delle cadute e nella riabilitazione. “Le cadute – spiega la Dott.ssa Fabrizia Lattanzio, Direttore Scientifico INRCA - interessano un terzo degli anziani e costano al Sistema Sanitario Nazionale oltre 400 milioni di Euro l’anno. Rappresentano una sfida per i sistemi socio-assistenziali europei, se si pensa che entro il 2060 il 30% della popolazione europea avrà più di 65 anni”. Il progetto Wiisel si inserisce nella ricerca tecnologica orientata a migliorare la diagnosi e la prevenzione sui soggetti più a rischio caduta, al fine di sostenere la vita indipendente nella terza età e ridurre al contempo i costi sanitari connessi. Include la sperimentazione in ambito dome- 54 senzaetà stico di una soletta, facilmente indossabile, a cui sono applicati alcuni sensori di pressione e di controllo dell’inerzia. Si rilevano così le caratteristiche spaziali e temporali del cammino come velocità, pause ed intervalli. I dati raccolti - trasmessi tramite bluetooth ad uno smartphone – vengono elaborati da una app dedicata che calcola gli indici di rischio caduta. “Il sistema - spiega Lorena Rossi, Responsabile del Laboratorio di Bioinformatica, Bioingegneria e Domotica INRCA – si distingue sia per l’innovativa modalità di raccolta dei dati - che avviene nelle normali condizioni di vita quotidiana senza interferire sul passo - sia per gli algoritmi utilizzati per l’analisi”. Il software infatti permette di combinare i dati già in possesso dello specialista con quelli raccolti durante l’utilizzo della solette, in modo da avere un quadro più completo del cammino e individuare eventuali cambiamenti nell’andatura. Lo strumento rappresenta quindi un significativo passo in avanti negli studi sulla prevenzione delle cadute. Dallo studio di validazione, condotto su un campione di soggetti con un’età media di 75 anni, con almeno una precedente esperienza I dati raccolti, trasmessi tramite bluetooth ad uno smartphone, vengono elaborati da una app dedicata che calcola gli indici di rischio caduta di caduta nell’arco dell’ultimo anno, è emerso un giudizio nel complesso positivo del sistema e del grado di soddisfazione sull’usabilità dello strumento. “Le valutazioni finali - spiega Lorena Rossi – ne hanno dimostrato l’usabilità a lungo termine anche nei contesti finora meno accessibili alla ricerca, come l’ambiente domestico”. La sfida attuale infatti è “sviluppare sistemi intelligenti sempre più a misura di anziano, intuitivi, e utilizzabili in modo indipendente all’interno dell’abitazione”. Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle aspettative da parte dell’utenza richiedono strumenti innovativi nell’ambito socio-assistenziale, anche tramite l’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT). Il progetto Wiisel è finanziato dall’UE nell’ambito del 7° Programma Quadro (FP7). Della durata complessiva di 41 mesi, coinvolge otto partner di sei nazioni (Spagna, Italia, Svezia, Germania, Irlanda e Israele). GIOVANI NEUROLOGI A CONFRONTO PER MIGLIORARE LA DIAGNOSI DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE Venerdì 13 Novembre, ad Ancona presso l’Auditorium INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) di via della Montagnola, si è tenuto un convegno di grande attualità: a confronto i professionisti impegnati nella cura delle patologie extrapiramidali, ovvero quelle malattie che interessano i centri nervosi coinvolti nella mobilità muscolare, per poter migliorarne la diagnosi. Negli ultimi anni si è registrato in Europa un considerevole aumento dell’aspettativa di vita e parallelamente un incremento dell’incidenza delle malattie neurodegenerative. Queste sono caratterizzate dalla morte dei neuroni e, a seconda del tipo di malattia, il processo neurodegenerativo può determinare demenza, alterazioni motorie e disturbi comportamentali. Una migliore capacità diagnostica quindi potrebbe, in futuro, permettere di valutare l’efficacia di possibili nuovi farmaci. “I disturbi più comuni – spiega Giuseppe Pelliccioni, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia - si manifestano come mosse involontarie del corpo o con la scomparsa di determinati movimenti. In questo ambito le malattie più note sono il morbo di Alzheimer e il Parkinson. Ci sono però molte altre patologie meno frequenti ma con sintomi simili, che in particolare nella fase iniziale si confondono con quelle più conosciute e sono definite in modo generico ‘parkinsonismi’ ”. Al convegno è stata prevista una sessione di confronto tra specialisti provenienti da importanti centri italiani, impegnati nel campo assistenziale delle diverse realtà regionali. L’incontro ha rappresentato dunque un’occasione per discutere temi che interessano non solo la figura professionale del neurologo, ma anche quella del geriatra, dello psicologo, del medico di medicina generale e del biologo. senzaetà 55 TECNOLOGIA IL CORAGGIO INNOVAZIONE DELL’ 56 senzaetà LABORATORIO ALL’AVANGUARDIA U n 2014 decisamente difficile ha indubbiamente pesato anche sull’andamento della raffineria di Falconara, come del resto su buona parte del tessuto industriale del nostro Paese e della regione. Tuttavia, in controtendenza rispetto a molti altri operatori del settore petrolifero, che hanno preferito chiudere le raffinerie, il Gruppo Api, grazie a scelte aziendali determinate e coraggiose, ha deciso di rimanere attivo, investendo nell’innovazione e nello sviluppo dei suoi prodotti. Un anno di piena attività, che ha segnato un ritorno della produzione confrontabile con gli anni 2011 e 2012 e ha rilanciato investimenti finalizzati a consolidare le linee del recupero di efficienza energetica degli impianti e dell’affidabilità. Come risposta ad opportunità di mercato Api ha sviluppato un progetto di carburanti più “eco” attenti per mettere in commercio prodotti dalle specifiche ambientali più elevate ben in anticipo rispetto ai tempi previsti dalla Direttiva Europea. La raffineria sta, quindi, sviluppando un percorso di rafforzamento per continuare a lungo il suo cammino e consolidare le buone performance ottenute nel 2014 in particolare nel campo della sicurezza e dell’ambiente. A questo fine può contare su impianti effi- cienti, in grado di servire il mercato in modo affidabile e nel rispetto delle esigenze del territorio, e su un sistema di gestione integrato, certificato, fin dal 2001, ISO 14001 per l’ambiente, OHSAS 18001 per la salute e la sicurezza e ISO 9001 per la qualità del Laboratorio. In questi anni, anche grazie all’adozione di principi e soluzioni che costituiscono le “best practices” del settore, sono stati garantiti il sistematico mantenimento delle emissioni inquinanti molto al di sotto dei limiti di legge e una gestione del sistema di messa in sicurezza del sottosuolo e della falda tra i migliori in Europa. Così come è nostra convinzione che la responsabilità verso il territorio circostante sia fondamentale per la stessa produttività e competitività dell’azienda, crediamo indispensabile l’impegno di tutto il personale del sito produttivo a mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti dell’ambiente e della sicurezza. Nel 2014, infatti, le ore di formazione complessive all’interno del sito sono state 13.458, delle quali 11.020 per i dipendenti api e 2.438 per il personale delle ditte esterne, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Nicolò Vinci Esito particolarmente positivo per il processo di ricertificazione del Laboratorio della raffineria: il Sistema di Gestione Qualità (SGQ) ai sensi della ISO 9001:2008 è risultato conforme e in ottima forma. Verificato in luglio ad opera dell’ente DNV_GL, il SGQ è giunto alla 5° ricertificazione seguendo un percorso di continua evoluzione, nel quale una parte sempre più importante è giocata dal ruolo dell’informatizzazione. In quest’ultimo anno, infatti, si è passati al Registro informatico delle Consegne, il CELAB, che favorisce la chiarezza delle comunicazioni tra i vari addetti del reparto e la certezza della presa visione. In corso di ottimizzazione il GAL, il sistema di Gestione degli Addestramenti, anch’esso viaggiante tramite rete e in condivisione con il reparto Informazione, Formazione, Addestramenti, che può così essere costantemente aggiornato sui corsi specifici. Inserito, inoltre, nell’addestramento l’esecuzione di analisi sui campioni da circuiti di correlazione: periodicamente e a turno, tutti gli addetti del Laboratorio compiono l’attività, dai cui esiti è possibile poi agire per uniformare le modalità di lavoro. Il Gruppo investe per la messa in sicurezza e la riduzione delle emissioni inquinanti senzaetà 57 GRAFOLOGIA Dott.ssa Cinzia Pancalletti Consulente grafologo Oggi si può guarire dalla disgrafia I n questo articolo voglio parlare di un tema di grande attualità che sta a cuore a genitori e insegnanti: i bambini che hanno difficoltà a scrivere. La disgrafia è stata recentemente inserita nei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento). Questa problematica scaturisce da diversi fattori: problemi neurobiologici, altri contingenti come i disagi emotivi che vive il bambino, una non ben definita lateralizzazione o più semplicemente errate posture e altrettanto errate prese della penna, oltre all’uso di tablets, computers, smartphones. Ovviamente per quanto riguarda i fattori tecnici, correggendo la postura e/o la presa della penna, la disgrafia si risolve. Per le altre cause, problemi neurobiologici ed emotivi, seppure questi ultimi contingenti e legati a situazioni di disagio temporaneo, la risoluzione/miglioramento richiedono tempi più lunghi, pur non essendo sicuramente irreversibili: il bambino, con adeguati esercizi contemplati nella Rieducazione della scrittura, può trovare grande giovamento se non risolvere completamente la 60 senzaetà sua disgrafia che, mi preme ricordare, crea al bambino un notevole disagio, lo fa restare indietro nel dettato o in qualsiasi attività scolastica che richieda scrivere, pertanto lo fa sentire limitato e conseguentemente frustrato, rimanendo presto a margine se non escluso dagli altri compagni di scuola. La Grafologia mette a disposizione un prezioso strumento, semplice ed efficace per ovviare un problema di tale portata, anche con diagnosi tardive: la grafia migliora, diventa leggibile e ordinata e, cosa più importante, il bambino acquisisce fiducia in Prosegue la collaborazione con la dott.ssa Pancalletti, grafologa, cui è possibile sottoporre domande e testi da analizzare. La scrittura appartiene ad un lato della personalità che svela molto di sé e ci fa conoscere dentro. [email protected] se stesso e nelle proprie capacità e infine le maestre non hanno più difficoltà a decifrare gli scritti! E’ altresì bene ricordare che tra le cause tecniche della disgrafia va contemplato anche l’uso eccessivo dei tablets, computers, smartphones ecc. questi strumenti fanno perdere la manualità così necessaria sia a facilitare la scrittura sia l’apprendimento. Nel migliore dei casi, perdendo l’abitudine a scrivere e di conseguenza trovando difficoltà a conformare le lettere in corsivo che, vale la pena ricordare, richiede una coordinazione visuomotoria complessa, i giovani (e non giovani) ricorrono all’uso dello stampatello, in molti casi, questo, preludio di successive difficoltà scrittorie. Recenti e preoccupanti studi dimostrano una stretta connessione tra l’uso dello stampatello/abbandono della grafia in corsivo e carenze nell’apprendimento. Come si è detto, il corsivo è un preziosissimo elemento poiché attiva determinate aree del cervello deputate alla progettualità, all’intuito e alla creatività, come è possibile farne a meno?