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Carosello, ovvero l`educazione al consumo
ECONOMIA E società Carosello, ovvero l’educazione al consumo Per 20 anni il programma non è stato solo pubblicità, ma una vera leva di marketing per accompagnare gli acquisti degli italiani dal boom economico in poi Stefano Magagnoli Un Paese arretrato Alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia è ancora un Paese arretrato, segnato da numerosi ritardi economici e sociali. Analoghi ritardi si registrano anche nel sistema distributivo e in campo pubblicitario, mentre i consumi appaiono ancora molto frugali ed essenziali. Alla metà degli anni Cinquanta il tenore medio di vita è molto basso: nel 1951 solo il 7% delle abitazioni possiede la combinazione di elettricità, acqua potabile e servizi igienici. Ma, soprattutto, continua a essere un Paese rurale, segnato dal problema dell’analfabetismo. Nel 1954 iniziano le trasmissioni televisive, che danno un importante contributo alla modernizzazione del Paese. È il battesimo di un media destinato a introdursi con autorevolezza nelle case degli italiani 32 PARMA economica stravolgendo ritmi, abitudini e relazioni. Con la comparsa della tv si assiste a un’altra innovazione: la comparsa di Carosello, primo programma di pubblicità televisiva, costruito intorno a un format accattivante. Carosello ha una durata di circa 10 minuti ed è Carosello trasmesso ogni giorno sull’unica proponeva modelli rete pubblica dopo il telegiornale di comportamento serale delle venti. Il programma è su cui costruire la aperto da una sigla entrata nella propria identità di memoria collettiva della nazione, consumatore, ispirati che fa cornice a una sequenza di quattro-cinque brevi spettacoli alla vita borghese seguiti da uno spot che pubbli- urbana cizza il prodotto. Carosello, però, è qualcosa di più di un semplice strumento pubblicitario, apparendo piuttosto come un pionieristico strumento di marketing emozionale che propone al ECONOMIA E società Le avventure dei simpatici Papalla vanno in onda dal 1966 al 1972, e sono ideati dall'agenzia Armando Testa. consumatore modelli di comportamento intorno a cui costruire la propria identità sociale di consumatore, ispirata ai modelli di vita domestica delle borghesie urbane, benestanti e serene, pronte a sperimentare nuovi consumi, anche quelli meno necessari come i condizionatori d’aria. Unca dunca, Sceriffo augh (1963). Protagonista di questo cartoon è un simpatico indiano, sbadato e pasticcione: un vero e proprio anti-eroe, frutto della fantasia di Bruno Bozzetto. Arrivato in una cittadina del far west, Unca dunca vede il cartello con cui si cerca il nuovo sceriffo. «Me… buono per quello… grande sceriffo», dice l’indiano pasticcione indossando la stella. Ma il primo guaio è in agguato: le pistole che sta facendo roteare gli scappano di mano sparando da sole all’impazzata. Unca dunca non si dà per vinto e interviene per sedare la consueta rissa scoppiata nel saloon: «me portare pace…». La zuffa cresce però d’intensità: rumori di bicchieri rotti, tavoli distrutti e il difensore della legge è scaraventato fuori incerottato. La storia per i più piccoli finisce e la scena si sposta in un salotto borghese. Padre, madre e bambino seduti davanti alla tv in abiti eleganti. «Riello, Riello… condizionatori d’aria», esclama il bambino puntando col dito il televisore dove Unca dunca presenta uno dei primi climatizzatori domestici realizzati dall’industria italiana. «Toh… li conosce anche lui!», gli fa eco l’uomo in giacca e cravatta. «Certo! E chi non li conosce… sono così utili», conclude la donna guardando negli occhi il marito e accarezzando i capelli del figlio. Carosello è una cerniera che s’interpone tra produttore e consumatore, per orientare i consumi, ma soprattutto per educare gli italiani al consumo, proponendo un “racconto sociale” capace di modificare le stratificate e frugali consuetudini contadine. La trasmissione svolge questo ruolo facendo leva su stili di vita e modelli sociali che suscitano spirito di emulazione nei telespettatori, sedotti dall’agiatezza e dalla distinzione della vita di felici famiglie cittadine, guidate da mogli eleganti e curate e in cui bambini gioiosi animano il ménage domestico. Carosello non è un semplice strumento di marketing, ma il mezzo che porta nelle case italiane la rappresentazione spettacolare del boom economico. Il reality di un’Italia arrembante, in cui anche i ceti meno abbienti possono acquistare la “modernità”: scooter, piccole utilitarie e naturalmente pneumatici. Mammut, Babbut e Figliut, Alle olimpiadi: il pugilato (1964) La famiglia preistorica di Mammut, Babbut e Figliut è il testimonial dei materassi e degli pneumatici Pirelli. I dialoghi sono sostituiti dai suoni gutturali dei protagonisti: una sorta di grammelot. Babbut sale sul ring olimpico per affrontare un atleta gigantesco. A bordo ring, moglie e figlio gli suggeriscono la tattica: Babbut parte all’attacco e con una gragnuola di pugni tempesta l’avversario, che non fa però una piega rifilandogli un pugno in testa. Mammut e Figliut lo raccolgono, lo rianimano a schiaffoni e lo ributtano sul ring. A seguire, lo stesso copione, con Babbut un’altra volta travolto dai pugni dell’avversario. Questa volta la moglie gli suggerisce una tattica diversa e Babbut-Cassius Clay inizia a danzare sul ring. Immediato il colpo di scena: il pugile gigante tira le corde del ring sino a ridurlo a un piccolo fazzoletto di spazio, e in questo modo colpisce senza pietà il malcapi- PARMA economica 33 ECONOMIA E società La linea di Osvaldo Cavandoli per Lagostina. tato Babbut. «Ueh! Cavernicoli… non siamo più all’età della pietra! », dice un personaggio dall’accento lombardo. Stacco sul Pirellone di Milano e voce fuori campo: «Oggi siamo nell’età della tecnica… e la tecnica Pirelli ha creato Sempione spalla di sicurezza… per la vostra sicurezza!». Carosello: i motivi del successo Per comprendere i motivi del grande successo di Carosello bisogna pensare alla programmazione televisiva delle origini. Un’unica rete in bianco e nero con trasmissioni che, con l’eccezione domenicale, iniziavano solo nel pomeriggio con i programmi per i ragazzi. Alla sera spettacoli di prosa o musica lirica, resi meno noiosi dai documentari naturalistici e dalla celeberrima Lascia o raddoppia? condotta dal giovane Mike Bongiorno. Una programmazione noiosa, “bacchettona” e moralistica spezzata dalle gag di Carosello, che inducono tutta la famiglia al buonumore e alla risata. Una ventata di “aria fresca”, che penetra nelle case degli italiani con forme diverse: dal teatro napoletano al poliziesco americano; dai big italiani della canzone ai personaggi clowneschi del circo. Pinuccia Nava, Scaramacai (1957) Il presentatore del circo, vestito da pagliaccio, annuncia l’inizio dello spettacolo interrotto però dal clown Scaramacai. «Scaramacai… quante volte devo dirti che non voglio essere disturbato sul lavoro?». “E allura va bene! Tu lavori e io intanto ci fumo… ci scommetti che io ci fumo?». La scena prosegue appoggiandosi alla strampalataggine del simpatico clown. Alla fine, i due protagonisti presentano il prodotto: la caramella Golia, «contro l’umidità, per la voce, contro il fumo… 34 PARMA economica particolarmente indicata per i bambini la pastiglia Golia – di purissima liquirizia e mentolo – ha benefiche proprietà balsamiche». Tra gli anni Cinquanta e Sessanta la crescita economica è impetuosa, facendo dell’Italia una delle nazioni più industrializzate del mondo occidentale. Gli effetti del boom economico sono sorIl programma prendenti: in pochi anni le case si riempiono di televisori e frigori- fu una ventata feri, le strade si affollano di sciami d’aria fresca nella di scooter e automobili, mentre i programmazione consumi alimentari aumentano noiosa, bacchettona come mai in passato. e moralista della tv Carosello entra in scena in questa nuova realtà, diventando la di allora vetrina del consumo di massa. È la modernizzazione, che fa divenire i cibi tradizionali improvvisamente demodé, rimpiazzando i prodotti da forno artigianali con cracker soda e biscotti industriali. Pavesi, I cavalieri della tavola rotonda (1965) È l’inizio della saga di Lancillotto, sempre in ritardo alla tavola di re Artù perché impegnato a combattere nemici di ogni sorta. Squilli di tromba e la domanda di Artù, in breve diventata un cult: «Come mai siam solo in otto?», cui fa eco: «Perché manca Lancillotto! ». Flash-back: un commensale racconta di essere stato rapito da una strega crudele che lo rinchiude nel suo maniero in compagnia di mostri e fantasmi. Insistente la domanda di Artù: «sì va beh… ma Lancillotto?». Il cavaliere non si fa attendere. In sella al suo cavallo bianco Lancillotto libera il malcapitato e infligge la giusta punizione alla strega. A questo punto, altra frase cult di Artù: «Morale della ECONOMIA E società favola… in tavola!». Un profluvio di portate è disposto sulla tavola rotonda di Camelot, che sfuma in un cestino circolare da pane pieno di cracker. È l’inizio del messaggio pubblicitario: «e a tavola Gran Pavesi!». Carosello vuole convincere gli italiani che il tradizionale pane è un cibo del passato. Molto più sani i cracker soda, «sottili sfoglie di farina di grano… leggere... che si accompagnano con tutti i cibi». La crescita industriale interessa tutti i settori ed è stimolata sia dalle esportazioni che dalla domanda Target principale interna, che va però incentivata. degli sketch sono La tv appare lo strumento ideale. le donne: un Recente, ma convincente, con il nuovo modello di fascino dell’innovazione. organizzazione La crescita dell’occupazione manifatturiera è rilevante, confamiliare passa dai centrata per lo più nelle città del supermercati Centro-Nord, che diventano poli di attrazione di molti migranti dalle campagne. Ha inizio la disgregazione della famiglia patriarcale, con il radicale cambiamento dei valori e del sistema dei bisogni. In una parola: si assiste all’im- plosione della tradizionale organizzazione sociale. Carosello si rivolge proprio a questa Italia inurbata da poco e alla ricerca di nuove identità sociali. Affascinandola con la rappresentazione di case eleganti e pulite; convincendola che per acquisire questa nuova identità sia sufficiente l’integrazione nel sistema dei consumi industriali. Il grande cambiamento Negli anni Cinquanta, per quanto sempre più integrate nel sistema produttivo, le donne continuano a rappresentare il perno dell’organizzazione domestica. Carosello ne fa il target dei propri sketch, mostrando il cambiamento e come l’emancipazione femminile possa essere raggiunta anche grazie alla modernizzazione dell’organizzazione familiare. Anche le abitudini di consumo, sin qui caratterizzate dal rapporto di fiducia con il piccolo negoziante, subiscono grandi trasformazioni. Nell’anonima solitudine del supermercato, il consumatore deve quindi affidarsi alla reputazione della marca quale garanzia di tutela della qualità e della salubrità del prodotto. Novità importante, che Caballero e carmencita creati da Armando Testa per Lavazza. PARMA economica 35 ECONOMIA E società ridisegna i rapporti tra domanda e offerta, e che propone ai consumatori la cultura del brand. Ma non c’è solo il passaggio dalla drogheria al supermercato. La famiglia urbana del boom non può più acquistare quotidianamente gli alimenti di cui ha bisogno. La spesa diventa bisettimanale (o settimanale), obbligando così ad acquistare quantità maggiori di cibo, che deve però essere conservato. Per gli stessi motivi non è più ipotizzabile continuare a fare il bucato a mano: le donne hanno sempre meno tempo da dedicare alla casa, e la tv mostra le alternative possibili. Nino Manfredi, L’audace colpo del solito ignoto (1965) Lo sketch è interpretato da Nino Manfredi, tra gli attori più amati e affermati del cinema italiano, che veste i panni del rapinatore un po’ maldestro ma dalla grande simpatia. Tarda sera, penombra di un portico. Manfredi con la pistola intima a distinto signore: «o la borsa o la vita!». L’elegante malcapitato è però un illusionista che si pren- 36 PARMA economica de gioco di lui: prima gli trasforma il revolver in gallina, poi fa comparire un lottatore che lo immobilizza e infine gli regala 2.000 dollari in banconote che si rivelano però biglietti da visita del mago Indovina… Alla fine lo sfortunato rapinatore lancia l’assist al codino: «è questa la fortuna mia… che se tutto me va male gira gira c’ho sempre una casa… e dentro una casa gira gira gira… che c’è?». Pubblicità delle lavatrici Philco con il cestello a rotazione, per convincere le massaie che il lavaggio automatico accarezza i capi sporchi, «proprio come farebbe lei con le sue mani». Carosello convince gli italiani della comodità delle lavatrici automatiche e di quei detersivi che ridanno candore alla biancheria. Ammolli, candeggi e smacchiature: ecco le argomentazioni con cui il marketing televisivo “seduce” le massaie italiane perché cambino le proprie abitudini. Tra le molte innovazioni che cambiano la vita quotidiana negli anni del boom gli elettrodomestici rappresentano senz’altro la più ECONOMIA E società significativa, seconda soltanto ai cibi industriali confezionati. Ma non solo le abitudini alimentari e l’organizzazione familiare sono oggetto del marketing di Carosello. A partire dalla metà degli anni Sessanta si moltiplicano le pubblicità di prodotti per l’igiene e la cura della persona. Dentifrici, creme per il corpo, deodoranti e profumi propongono nuovi modelli d’igiene personale: l’Italia del boom sta cambiando anche dal punto di vista olfattivo. Si può quindi affermare che il diffondersi del marketing di profumi e cosmetici introduce nella comuLa pubblicità nicazione commerciale il corpo si integra allo umano, da curare e vezzeggiare spettacolo, e lo quale strumento di seduzione. La spettacolo diviene gamma dei consumi subisce così così un efficace un processo di dilatazione, abbracciando beni sino a quel movolano della mento superflui. Carosello mostra comunicazione donne eleganti sicure del loro pubblicitaria profumo di bellezza e sportivi famosi fare uso di deodoranti: è il segnale che l’Italia e gli italiani sono ormai davvero cambiati. Uno spartiacque tra adulti e ragazzi Un dato è assolutamente certo: gli acquisti dei prodotti reclamizzati da Carosello sono compiuti dagli adulti, ma l’universo dei bambini e dei ragazzi, affascinati dagli sketch di animazione, ne è direttamente coinvolto. Prima di tutto, Carosello assume per il mondo infantile il ruolo di spartiacque tra il giorno e la notte: ai suoi sketch, immancabilmente, fa seguito il tempo del riposo. I bambini si congedano dai genitori e dalla giornata avendo in testa quelle gag, che rappresentano l’ultima immagine visiva e sonora della giornata, quella che porta nel sonno e si fissa nella memoria in maniera indelebile. Topo Gigio “mattatore” (1961) Topo Gigio, per molti anni, è uno dei pilastri di Carosello, amatissimo dagli adulti e dai bambini. In questo sketch Topo Gigio dà vita alla parodia dell’Amleto. A letto, sotto le coperte, inizia un duetto con la giovane “spalla”, che gli chiede cosa stia facendo nel letto. Topo Gigio risponde che è arrivato al punto in cui l’Amleto si pone la domanda chiave della tragedia: «mori- re? Dormire? Sognare forse…» e che lui ha scelto proprio quest’ultima cosa. La scenetta prosegue con un divertente contrappunto tra il pupazzo e l’attrice cui fa seguito il codino dedicato alla biancheria Movil, che ha il suo punto di forza nella presenza di Topo Gigio tra i capi di biancheria stesa ad asciugare. Ma il passo topico è la scena conclusiva in cui Topo Gigio lancia quello che sarebbe diventato un motto generazionale: «e dopo Carosello… tutti a nanna!». Ma ancora di più si può affermare che il marketing di Carosello affascina profondamente il mondo infantile perché non è un semplice spot: la pubblicità si integra allo spettacolo, e lo spettacolo diviene così un efficace volano della comunicazione pubblicitaria. Carosello non è un progetto di educazione dei giovani; però, accomunando consumi e motivetti per i bambini dà vita a un vero e proprio linguaggio generazionale, che si traduce nella progressiva omologazione dei consumi. Carosello rompe l’equilibrio secolare di un’organizzazione familiare in cui i bambini erano bambini, nutriti dalle fiabe e dai racconti di famiglia. Negli sketch serali essi trovano invece nuovi modelli di riferimento in cui identificarsi, con molta maggiore autonomia che nel passato; un “nuovo mondo” fatto di consumi, ma anche di stimoli diversi; è in questo modo (e con queste forme) che la pubblicità stimola l’affermarsi di una cultura giovanile più autonoma, diversa da quella tradizionale (che finirà definitivamente per perdersi), basata sulla ripetizione “in piccolo” del mondo degli adulti. La chiusura Primo gennaio 1977: Carosello va in onda per l’ultima volta la sera di Capodanno. Quasi 20 milioni di telespettatori italiani assistono con perplessità e rammarico alla sua fine. Il compito di siglare la chiusura del programma è affidato alla showgirl più amata dal pubblico televisivo: Raffaella Carrà, protagonista dell’ultimo sketch di Carosello, che pubblicizza il brandy Stock. Raffaella Carrà, Brandy Stock (1977) La scena è tutta per lei: musiche, balletti, lustrini. Raffaella Carrà ha in mano il centro della scena affascinando PARMA economica 37 ECONOMIA E società con le sue movenze eleganti e sensuali. Alla fine dell’esibizione, ancora in abito di scena e il microfono in mano, l’annuncio che mette fine a un’epoca. «Ed eccoci nel 1977… si è chiuso un ciclo: vent’anni di caroselli Stock… ed è a nome della Stock che desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dei suoi caroselli… e tutti voi che ci siete sempre stati amici e che speriamo ci seguirete per molti anni ancora». Più che un messaggio pubblicitario, un commiato; più che una leva emozionale una sobria stretta di mano. Raffaella afferra uno Snifter di brandy e invita gli italiani a brindare con lei: «auguri di buon anno e sereno lavoro dalla Stock». Le luci della ribalta, dopo tanto tempo, si spengono definitivamente su Carosello che, in punta di piedi, si congeda da quel suo pubblico tanto fedele. Ma perché, nonostante un’audience sempre elevata, i vertici della Rai pongono fine alla ventennale esperienza di Carosello? La decisione non è il frutto di un’unica causa, ma la sommatoria di numerosi fattori. L’accesso a Carosello è divenuto estremamente costoso limitando il numero di imprese che hanno la possibilità di accostarvisi. La sua sostituzione con spot meno costosi avrebbe abbassato le barriere di ingresso alla pubblicità televisiva, permettendo a un numero maggiore di imprese di farvi ricorso. Inoltre, il suo format è troppo “italiano”; circostanza che male si adatta a un mercato sempre più internazionalizzato, che necessita di messaggi pubblicitari adattabili a lingue e culture diverse. Una possibilità che Carosello, per sua intima natura, impedisce. C’è poi da tenere in considerazione che l’organizzazione televisiva ha subito cambiamenti profondi. È stata inaugurata una seconda rete Rai (e c’è necessità di equilibrio tra le reti: Carosello favorisce spropositatamente la prima rete), ma si è anche assistito alla nascita della tv commerciale, che amplifica la concorrenza tra le emittenti e dà grande impulso a un nuovo modello di televisione, sempre meno “educativa” e sempre più “intrattenitiva”. Si tratta di cambiamenti rilevanti, che pongono la necessità di ideare nuove forme di marketing televisivo. Tra i motivi più rilevanti che portano alla 38 PARMA economica sua cancellazione vanno tuttavia tenute in considerazione le trasformazioni che hanno investito la società italiana e dunque i telespettatori-consumatori. Se il format di Carosello, come si è detto, si allinea al gusto degli italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, non riesce più a fare altrettanto sul finire Il programma finisce degli anni Settanta, in un Paese per un mix di fattori: profondamente colpito dalla cri- costi elevati per si economica e dal fenomeno del gli inserzionisti, terrorismo. La sua dimensione avvento della tv comunicativa, in sostanza, non commerciale, una corrisponde più a quella sociale. Tutto ciò determina la con- società che cambia sapevolezza degli operatori del marketing della necessità di operare un profondo rinnovamento delle leve e degli strumenti utilizzati enfatizzando ciò che Jacques Séguéla chiama la logica dell’emozione: più che al cervello la pubblicità deve parlare al cuore; più che alla ragione all’emozione.