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La tradizionale casa araba

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La tradizionale casa araba
STORIA DELL’ARCHITETTURA CLIMATICA
CLIMA CALDO E SECCO
La tradizionale casa araba
La tradizionale casa araba è una diretta discendente dell’antica casa della
Mesopotamia, ma diventa sempre più difficile di vedere un tale edificio. Quando
negli anni ottanta del secolo scorso, John Warren e Ihsan Fethi pubblicarono il loro
libro Traditional Houses in Baghdad1 , in questa città era rimasto ben poco della
tradizionale architettura e quel che restava, si trovava in pessime condizioni.
Questa situazione è attribuibile solo in parte alle abitudini degli arabi che, di solito,
non badano troppo alla manutenzione della propria casa fatta in mattoni crudi - un
vecchio detto arabo dice: “usala finché crolla e poi fanne una nuova”, ma anche
all’idea di costruire una casa “moderna”, con cui s’intende una casa in cemento
armato e blocchi di laterizio.
Prospetto di una casa a tarma
Poco durevoli erano soprattutto le case rurali a tarma, case con un portico
d’ingresso retto da pilastri o colonne, detto tarma, con poche povere stanze la
migliore delle quali era il liwan (o iwan) che si apre verso il tarma. Queste case
sorgevano al centro di un’aia recintata ed era rigidamente suddivisa in una parte
destinata agli uomini (diwankhane) e l’altra alle donne (haram).
Le case di città erano molto diverse da quelle a tarma, esse seguivano il modello di
casa sviluppatosi oltre sei mila anni prima all’epoca dei Sumeri. Le singole stanze di
queste case erano raggruppate intorno a un cortile interno, spesso parzialmente
coperto e attrezzato con una fontana. Meravigliosi esempi di queste case si possono
ancora oggi ammirare in Andalusia e in Marocco.
1
Warren, John & Ihsan Fethi: Traditional Houses in Baghdad, Coach Publishing House L., Horsham,
England. 1982
La casa di città di una famiglia agiata aveva due piani ed era suddivisa in una parte
collettiva con un locale per gli uomini, dove si ricevevano i visitatori, e una parte
privata (harem). Un tipico elemento della tradizionale casa irachena di città, era la
finestra sporgente (shenashil), dalla quale si poteva godere l’aria fresca e,
soprattutto, guardare ciò che si svolgeva sulla strada senza tuttavia essere visti.
La shenashil aveva anche una funzione climatica. Il legno dipinto con un colore
scuro diventa molto caldo sotto l’azione dei raggi solari, l’aria sale e questa corrente
spinge il caldo fuori dalla stanza, mentre dal piano terra affluisce aria più fresca.
Il tradizionale sistema di climatizzazione con
badgir e sirdab.
Con il declino dell’edilizia tradizionale scomparirono
anche i tradizionali dispositivi climatici di
quell’architettura, in particolare lo sfruttamento del
vento proveniente da nord-ovest per la
refrigerazione notturna degli ambienti. Questo
vento soffia praticamente per tutta l’estate e che
era usato come un climatizzatore naturale.
Il sistema che sfrutta il vento per la climatizzazione
si chiama badgir-sirdab ed era una soluzione
economica ed ecologica per ricreare all’interno
della casa un clima sopportabile, un’impresa non
certo facile in una regione dove le temperature
estive superano i 50°C.
Shenashil
Il badgir è un elemento che capta il vento (ingl. wind-catcher) e fa passare l’aria
per un ambiente sotterraneo prima che essa, raffreddata, arrivi nella casa. C’è
anche un altro sistema che non spinge il vento nel sotterraneo per pressione, ma
aspira l’aria calda dai locali abitativi, mentre dal sotterraneo affluisce aria più
fresca.
Il seguente grafico mostra la
rispettabile differenza di
temperatura che si poteva
ottenere nelle case tradizionali
irachene unicamente con l’uso
dei sistemi di raffreddamento
naturale. Una differenza di più di
20°C è considerata non
favorevole alla salute anche
oggi, nell’era dei climatizzatori.
Le condizioni climatiche dell’Iraq
inducono gli abitanti a usare
differenti locali durante il giorno
e durante la notte, sia in estate
che in inverno. In inverno si
usano principalmente le stanze
chiuse, mentre in estate si
usano quelle esposte a nord, il
sotterraneo e il tetto sul quale si
va a dormire.
Differenze di temperatura tra i vari piani di una casa
tradizionale irachena
La pioggia è scarsa in Iraq, ma
quando avviene si tratta sempre di violente precipitazioni, occorre pertanto
prendere precauzioni con l’adozione di quegli accorgimenti atti a deviare l’acqua da
tutte le costruzioni fatte con mattoni crudi allo scopo di proteggerle.
Negli spazi pubblici, per esempio nei mercati (suq), si cerca di escludere al massimo
il sole tramite elementi ombreggianti. Questi semplici tetti si possono ancora oggi
vedere nello Yemen.
Bibliografia
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Warren, John & Ihsan Fethi: Traditional Houses in Baghdad, Coach Publishing House L.,
Horsham, England. 1982
Reuther, Oscar: Das Wohnhaus in Bagdad und andern Städten des Irak, Diss. Königl. Sächs.
Technischen Hochschule, Dresda, 1911
Langenegger, Felix: Baukunst des Irak , Diss. Königl. Sächs. Technischen Hochschule, Dresda,
1911
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