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La scuola viennese di Storia dell`Arte
A.A. 2014/2015 Elementi di metodolgia per storia nella letteratura e critica artistica La Scuola di Vienna dagli inizi a Julius von Schlosser Antonie Rita Wiedemann PhD [email protected] Breve genealogia della Scuola viennese di Storia dell’Arte Rudolf Eitelberger (dal 1852) Moritz Thausing (dal 1873) Franz Wickhoff (dal 1885) | Alois Riegl (dal 1894) Max Dvořák (ab 1905)| Josef Strzygowski (1909–1933) Julius von Schlosser (dal 1922) Gli inizi della Scuola Viennese I Rudolf Eitelberger von Edelberg (1817-1885): •metodo storico-filologico con concentrazione sui singoli oggetti •ha inizio lo stretto legame tra attività museale e insegnamento universitario •rinuncia ad un’estetica generale al fine di imporre la storia dell’arte come scienza storico-critica “Sviluppare le regole della teoria da un’attenta osservazione dei monumenti artistici stessi, e non dalla applicazione di teorie concepite in maniera astratta alla considerazione delle opere artistiche.” Gli inizi della Scuola Viennese II Moritz Thausing (1838-1884) •professore ordinario dal 1879 • direttore dell’Albertina (museo dei disegni) •stretta collaborazione con l’Istituto Austriaco di Ricerche storiche, riorganizzato da Theodor von Sickel nel 1874: la storia dell’arte diventa parte integrante dei corsi di formazione per i funzionari culturali (archivisti, bibliotecari, impiegati nei musei) dell’impero asburgico Istituto Austriaco di Ricerche Storiche Docenti dell’Istituto, 1892 (Franz Wickhoff terzo da sinistra) La scuola di Vienna: Franz Wickhoff •1853-1909, cattedra dal 1885 •direttore della collezione tessile del museo di arti e industria •accolse le idee di Giovanni Morelli e della pura visibilità •La sua attività fu contrassegnata dal tentativo di consolidare le fondamenta scientifiche della storia dell’arte, rendendola scienza storico-critica, ma aprendosi anche alle nuove discipline scientifiche (vedi Premessa su Aulaweb) •Opere principali: Die Wiener Genesis, 1895 (trad. it. Arte romana) Beschreibendes Verzeichnis der illuminierten Handschriften in Österreich, 2 Bde., Leipzig 1905 (Elenco commentato dei codici miniati dell‘Austria) Franz Wickhoff: La genesi di Vienna (it. Arte Romana) • Nel suo volume Wickhoff esamina un codice miniato del sesto secolo d.C. • Occupandosi di un’opera d’arte tardoromana, epoca finallora considerata di decadenza artistica, egli rifiuta l’idea dell’arte romana come minore e dipendente dall’arte greca, attribuendole caratteristiche formali originali • Wickhoff sottolinea inoltre che l’arte si sviluppa in un processo continuo, e quindi tutti i periodi vanno considerati all’interno del loro specifico quadro storico di riferimento La scuola di Vienna: Franz Wickhoff e la teoria della pura visibilità • La teoria della pura visibilità fu elaborata da alcuni teorici tedeschi come Konrad Fiedler e Adolph von Hildebrandt; essi influenzarono anche rappresentanti della Scuola di Vienna come Franz Wickhoff e Alois Riegl • Applicazione di teorie sulla percezione e sulla psicologia all'attività artistica • L’opera d’arte non rappresenta in maniera illusionistica la realtà, ma è “espressione della struttura ossia delle forme esistenti al di sotto della superficie” • Considerazione del ruolo del fruitore e della visione ravvicinata o distante dell’opera confluire di studi sulla percezione e sulla psicologia nella storia dell’arte “Venne però un momento in cui gli artisti dotati di genio pittorico, dopo tutto questo guardare di cui dovevano essere grati al naturalismo, si accorsero che il modo di apparire delle cose non aveva nulla in comune coi loro studi e con i lori lavori preliminari, attenti, ma artificiosi: che un corpo, che vediamo nella colorazione e nella illuminazione sue momentanee, non mostra quel modellato regolare che presenta il rilievo illuminato artificialmente nella scuola di disegno, ma il suo aspetto risulta invece da tanti valori luminosi posti l’uno accanto all’altro e del tutto diversi fra loro, nonché dai loro effetti fisiologici sull’occhio; che quindi l’immagine, offerta da un oggetto ai nostri occhi, (…) consiste in un accostamento di macchie e punti di diverso colore e diversa intensità luminosa, che non dà mai forme unite e ci consente di riconoscere le forme solo con l’aiuto dello spontaneo ricordo degli oggetti corrispondenti. (…) (continua) (…) Il pittore che ha fatto quest’osservazione (…) non comporrà più le sue figure con particolari modellati corporeamente o con arrotondamenti astratti, ma porrà l’una accanto all’altra sfumature di colori che corrispondano al modo reale di apparire, e la cui combinazione in corpi non viene fatta dal pennello che va su e giù per la tela, ma bensì, come nell’atto visivo, dalla pratica integrativa dell’osservatore.” (Franz Wickhoff, Arte Romana, ed. Le Tre Venezie, Roma 1946, pp.156-157.) La scuola di Vienna: Franz Wickhoff e Giovanni Morelli • Wickhoff accolse all’interno del suo pensiero anche le teorie molto discusse di Giovanni Morelli • Morelli sosteneva che per giungere ad attribuzioni sicure era necessario affidandosi a elementi interni all’opera; proponeva così lo studio analitico di particolari (orecchie, le mani, il panneggio delle vesti), soprattutto su disegni antichi (considerati più immediati dei dipinti), perché essi potevano rivelare con sicurezza la mano di un artista, essendo eseguiti in maniera quasi “inconscia” Si inserisce in un tentativo di rendere più “scientifica” la storia dell’arte, dovuto al clima positivista della fine dell’Ottocento Franz von Lenbach, ritratto di Giovanni Morelli Tavole di Giovanni Morelli sulla grafia degli artisti rinascimentali La scuola di Vienna: Alois Riegl •1858-1905, professore dal 1894 •Come Wickhoff lavora nella collezione tessile del museo di arti e industria •per Riegl ogni epoca va valutata nei suoi criteri specifici all’interno di un quadro storico di riferimento; non esistono quindi periodi minori; con questa idea si trovò anche in accordo con Heinrich Wölflinn che si occupò della questione del cambiamento di stile tra Rinascimento e Barocco, sviluppando la teoria della “storia dell’arte senza nomi” •la storia e con essa l’arte vanno quindi intesi come un processo di continuo sviluppo •nel volume Stilfragen egli prende posizione contro gli scritti di Gottfried Semper, che aveva sostenuto che lo sviluppo del ornato dipende fondamentalmente dalle tecniche artistiche; per Riegl invece esso fu espressione di una volontà estetica autonoma che non dipende da necessità funzionali, sviluppando così il concetto di Kunstwollen (volontà artistica) La scuola di Vienna: Alois Riegl e il concetto di Kunstwollen •“Il Kunstwollen scaturisce dalle condizioni della vita sociale e della storia culturale (filosofica, scientifica, religiosa e giuridica) che costituiscono la Weltanschauung (visione del mondo) di una certa epoca storica considerata, ma non ne viene determinato. Ne è piuttosto una delle forme di espressione.” (G.C. Sciolla) •è il Kunstwollen che determina il mutamento degli stili •L’arte va considerata come un linguaggio; la storia dell’arte deve studiare le regole grammaticali di questo linguaggio Riegl: Il culto dei monumenti - direttore della commissione centrale per i monumenti storici e artistici: Entwurf einer gesetzlichen Organisation der Denkmalpflege in Österreich, 1903 - coesistenza di valore storico e valore di vetustà - valore storico del monumento: rappresenta uno stadio di sviluppo dell’umanità - valore di vetustà del monumento: rappresenta la transitorietà delle creazioni umane - i monumenti non sono mai di un gruppo specifico – nel monumento si incontrano gli interessi di molteplici gruppi La scuola di Vienna: Julius von Schlosser •1866-1938; studia con Wickhoff •Direttore della collezione di scultura e arti applicate del Kunsthistorisches Museum •Professore dal 1905, ordinario dal 1922 •Torna allo studio filologico e fornì con la “Letteratura Artistica” una bio-bibliografia ancora oggi valida; essa spazia dalle prime fonti medievali sino all’Ottocento •influenzato dalla filosofia di Croce, tenta di ‘salvare’ l’individualità della singola personalità artistica •Opere principali: Materialien zur Quellenkunde der Kunstgeschichte, 1892 Die Kunst- und Wunderkammern der Spätrennaissance, 1908 Kunstliteratur, 1924 “Stilgeschichte" und "Sprachgeschichte" in der bildenden Kunst, 1934 L’importanza della scuola di Vienna •L'atteggiamento storico-filologico della scuola di Berlino, sviluppato e arricchito ulteriormente da quella di Vienna stanno quindi alla base della storia dell'arte come disciplina scientifica; i metodi ed approcci sviluppati rimangono un punto di partenza fondamentale di ogni indagine storico-critica e i loro insegnamenti, soprattutto quelli di Riegl, influirono anche gran parte degli storici dell'arte del Novecento. •L’importanza della scuola di Vienna sta anche nella capacità di un continuo rinnovo, accogliendo al suo interno prima gli insegnamenti delle scienze storiche e della filologia, e in seguito anche di nuove scienze come p.e. della psicologia e della linguistica fino al pensiero neo-idealista di Benedetto Croce, accolto da Julius von Schlosser La Scuola di Vienna vista da un alunno Paul Eger, L’istituto viennese di storia dell’arte nel 1204 Bibliografia di approfondimento (oltre ai testi caricati su Aulaweb) • Brevi biografie degli storici dell’arte menzionati (in inglese) http://www.dictionaryofarthistorians.org • G. C. Sciolla, La Critica d'Arte del Novecento, UTET, Torino 1995, pp. 349. • per Riegl: L. Venturi, Storia della critica d’arte, Einaudi, Torino 2000 (ed. ingl. 1936, ed. it. 1948), pp. 291-296;