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Coro della Radio Svedese Peter Dijkstra direttore

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Coro della Radio Svedese Peter Dijkstra direttore
Martedì 24 febbraio 2015
ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Stagione 2014-2015
Concerto n. 11
Coro della Radio Svedese
Peter Dijkstra direttore
J.S. Bach - Sei Mottetti
Lobet den Herrn, alle Heiden BWV 230
Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf BWV 226
Jesu, meine Freude BWV 227
Fürchte dich nicht BWV 228
Komm, Jesu, komm BWV 229
Singet dem Herrn ein neues Lied BWV 225
Di turno
Salvatore Carrubba
Alberto Conti
Consulente Artistico
Paolo Arcà
Johann Sebastian Bach
(Eisenach 1685 - Lipsia 1750)
Sei Mottetti
“Lobet den Herrn, alle Heiden” BWV 230 (senza data) (ca. 6’)
“Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf” BWV 226 (1729) (ca. 8’)
“Jesu, meine Freude” BWV 227 (1723?) (ca. 21’)
“Fürchte dich nicht” BWV 228 (1726) (ca. 9’)
“Komm, Jesu, komm” BWV 229 (senza data) (ca. 9’)
“Singet dem Herrn ein neues Lied” BWV 225 (1727) (ca. 13’)
Uno dei paragrafi del contratto con la municipalità di Lipsia vincolava Bach al
compito di provvedere anche alla musica per i servizi minori della liturgia luterana. Era una mole di lavoro non indifferente, di cui oggi sappiamo ben poco,
perché gran parte di quel materiale sembra essere stato disperso dopo la morte
di Bach. Funzioni religiose come i Vespri del sabato, cerimonie funebri e tutti i
vari uffici previsti da uno stile di vita interamente conforme al calendario liturgico erano sempre accompagnati dal canto dei fedeli. I momenti più semplici
erano affidati al canto dell’assemblea, ma appena si alzava un po’ il livello di
solennità entravano in gioco le cantorie guidate e preparate da Bach. Il repertorio era formato da lavori in lingua tedesca e in latino, e i maestri attingevano
al vasto patrimonio della polifonia tedesca e italiana. Lo stile classico di
Palestrina e quello più colorito e moderno di Gabrieli, con l’invenzione del coro
spezzato in due tronconi dialoganti e contrastanti, avevano influito in particolare sulla produzione vocale tedesca a cavallo del Settecento, che tendeva tuttavia
ad alleggerire sempre di più il repertorio latino a favore di quello nella lingua
locale.
La ricerca bachiana più moderna ha ridotto il numero degli autentici Mottetti,
il nome tradizionale riservato a questo genere di lavori vocali minori, fino a un
numero molto esiguo, in pratica i sei eseguiti nel concerto di stasera più un
altro, O Jesu Christ, mein’s Lebens Licht BWV 118, conosciuto solo tramite una
fonte ottocentesca. Difficile, da questo gruppo limitato, trarre la conclusione
che Bach abbia trascurato di impegnarsi in un genere di lavori che rappresentava una delle tradizioni più solide e antiche dei maestri tedeschi. Forse la
scarsità di materiale sopravvissuto dipende solo dalle circostanze storiche e
dalla dispersione dei manoscritti dopo la sua morte. Ci sono troppe lacune ancora sulla vita e le opere dell’autore per giudicare il valore e il peso di questa parte
della produzione nell’esperienza dell’arte di Bach. Quel che è certo, e balza
subito all’orecchio, è la magnificenza polifonica della scrittura dei Mottetti,
punto d’arrivo di una lunga storia compositiva che affonda le radici nel cosiddet-
to stylus antiquus degli antichi maestri fiamminghi. Bach ovviamente non ha
sviluppato quest’arte vocale soltanto nell’ambito ristretto dei Mottetti, ma
anche nel resto della sua produzione sacra, nelle Cantate e nelle Passioni. I
Mottetti raccolgono nella forma più pura la stupefacente fantasia di figure e di
tecniche contrappuntistiche inventata da Bach, che ha saputo fondere nella
maniera più originale l’austero spirito del mottetto fiammingo e il vibrante
colore della polifonia veneziana. La maggior parte dei Mottetti infatti sfrutta gli
effetti spettacolari e concertanti del doppio coro, codificato dai maestri veneziani per lo spazio della Basilica di San Marco, dov’era possibile sperimentare una
scrittura ricca di effetti d’eco, di sovrapposizioni di linee vocali, di fraseggi spezzati e in generale di tutte le risorse sonore delle masse contrapposte.
Dopo aver riassunto per sommi capi le caratteristiche generali dei Mottetti,
cerchiamo di tratteggiare la fisionomia dei singoli lavori. Singet dem Herrn ein
neues Lied BWV 225 sembra l’unico Mottetto, assieme a Lobet den Herrn
BWV 230, non destinato a una cerimonia funebre, sebbene alcuni versi della
seconda parte potrebbero adombrare una riflessione sulla morte. Tra le varie
tesi avanzate dagli studiosi, sembra prevalere l’opinione che il Mottetto sia stato
scritto per festeggiare l’arrivo a Lipsia del re di Sassonia Federico Augusto I.
Il lavoro è articolato in quattro sezioni, di cui la prima e la terza rappresentano
gli episodi più elaborati. Il testo proviene da alcuni versetti dei Salmi 149 e 150,
più alcuni versi liberi del teologo e seguace di Lutero Johann Poliander. Il primo
doppio coro presenta un contrappunto arioso giocato sull’alternanza della scrittura polifonica, punteggiata dagli interventi ritmici del gruppo contrastante e
arricchita da episodi melismatici. La sezione successiva, “Wie sich ein Vater
erbarmet”, è costruita secondo il principio della Choralbearbeitung. Un coro
infatti intona una morbida aria sulla parafrasi di Poliander, mentre l’altro
risponde con i versi dei Salmi. La terza parte, con il passaggio dalla tonalità di
si bemolle a quella di mi bemolle, riprende lo stile elaborato dell’inizio, ma con
una scrittura più virtuosistica e luminosa, in un vorticoso giubilo di frasi che si
rincorrono tra i due gruppi, prima di confluire nell’“Alleluia” finale a cori unificati.
Notizie più precise riguardano invece Der Geist hilft BWV 226. L’autografo
infatti riporta l’indicazione della sepoltura del rettore della Thomasschule,
Johann Heinrich Ernesti, professore di poetica all’Università. Il testo accosta
un paio di passi della Lettera ai Romani di San Paolo a un corale di Lutero. Le
parole di San Paolo sono musicate in due sezioni distinte, entrambe segnate da
un contrappunto piuttosto rigoroso e con scorci arditissimi provocati dalle
entrate a canone ravvicinate. In confronto alla magnificenza polifonica della
prima parte, il corale conclusivo, con la sua scrittura spoglia e omoritmica, crea
un netto contrasto espressivo.
Il Mottetto Jesu, meine Freude BWV 227 dovrebbe essere stato scritto nel
1723 per un servizio funebre in memoria della figlia del rettore della
Nikolaischule, Johanna Maria Rappold, esponente della affluente borghesia
cittadina che aveva in mano le sorti di Lipsia. Bach ignora qui lo stile veneziano
del doppio coro e inventa un’architettura articolata in 11 sezioni, che alternano
le strofe di un corale luterano (poesia di Johann Franck e melodia di Johannes
Crüger) e i versetti della Lettera ai Romani, musicati secondo i canoni di una
polifonia di estrazione rinascimentale. Le parti libere infatti, da tre a cinque
voci, disegnano la figura di un grande madrigale, plasmando il linguaggio contrappuntistico sulle sfumature espressive del testo, con effetti anche drammatici grazie a un uso teatrale delle pause. Il pilastro della costruzione è la splendida fuga centrale a cinque voci, che rispecchia l’idea della supremazia dello
Spirito sulla carne espressa dall’epistola. Ma il vertice espressivo è la dolcissima e consolatoria “Gute Nacht”, penultima strofa del corale, scritta in uno stile
mottettistico libero e trasparente, eliminando la voce bassa dal quintetto, un
meraviglioso messaggio di pace e serenità nel riposo del sonno eterno.
Anche Fürchte dich nicht BWV 228 sembra risalire a una cerimonia funebre
per una ricca borghese di Lipsia, la vedova del mercante Christoph Georg
Winckler. Bach ritorna alla forma più semplice del doppio coro, che fonde in un
unico blocco polifonico due versetti di Isaia (41,10 e 43,1) e due strofe di un
corale di Paul Gerhardt. La scrittura si sviluppa in maniera compatta secondo
lo stile del contrappunto imitativo, con spettacolari fraseggi spezzati e un’inarrestabile energia ritmica che si consuma come un tizzone ardente fino alla fine,
per riprendere poi la figura iniziale legando l’intero Mottetto in un insieme
organico.
Le origini di Komm, Jesu, komm BWV 229, conosciuto attraverso fonti di
seconda mano, sono avvolte invece nell’oscurità. L’unica cosa certa è la destinazione funebre del testo di Paul Thymisch, già messo in musica da un predecessore di Bach a Lipsia, Johann Schelle. Lo stile richiama il carattere narrativo
delle Passioni, e anche il corale finale, posto a sipario del Mottetto, viene definito “Aria”, come era successo nella Johannes-Passion. La parte elaborata in
maniera polifonica riguarda solo la prima strofa, che riceve trattamenti diversi
a seconda del significato dei versi, modificando il metro e le figure della scrittura del doppio coro.
L’ultimo Mottetto della serata, Lobet den Herrn BWV 230, presenta delle
caratteristiche piuttosto originali, rispetto agli altri lavori. La sua stessa autenticità è controversa, probabilmente a causa del fatto che la fonte più antica del
Mottetto è addirittura una edizione del 1821. Inoltre la partitura prevede, oltre
al coro a quattro voci, una parte di basso continuo. In realtà questo non sarebbe
il segno di una diversità radicale con lo stile di Bach, che secondo la prassi
barocca ammetteva senza riserve il sostegno degli strumenti ai cori a cappella,
nel caso fosse necessario. Il Mottetto mette in musica il testo del Salmo 117, il
più breve del Salterio. La forma segue l’articolazione del testo, suddiviso in due
strofe più l’“Alleluia” finale. La prima parte è concepita come una doppia fuga,
di tale qualità da rendere difficile ogni argomento contrario al profilo di Bach.
Il secondo versetto invece ruota attorno alla parola Ewigkeit, eternità, che
suggerisce all’autore l’idea di allungare le sillabe fino al limite delle possibilità
vocali, un tipo di madrigalismo ripreso anche da Haydn nella Creazione.
Oreste Bossini
Mottetto bwv 230
Lobet den Herrn, alle Heiden
Lodate il Signore voi tutte, genti
Lobet den Herrn, alle Heiden,
Und preist ihn, alle Völker!
Denn seine Gnade und Wahrheit
Waltet über uns in Ewigkeit.
Halleluja.
Lodate il Signore voi tutte, genti,
lodatelo voi tutti, popoli!
Poiché la Sua grazia e la Sua verità
hanno eterno potere su noi.
Alleluia!
Mottetto bwv 226
Der Geist hilft unsrer
Schwachheit auf
Lo spirito dà soccorso
alla nostra debolezza
Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf, Lo spirito dà soccorso alla nostra
debolezza,
Denn wir wissen nicht was wir
poiché non sappiamo quel che
beten sollen,
è giusto chiedere
Wie sich’s gebühret;
con la nostra preghiera;
Sondern der Geist selbst vertritt uns ma è lo spirito che fa molto bene
le nostre veci
Auf ’s beste mit unaussprechlichem con sospiri che dicono ciò
Seufzen.
ch’è inesprimibile.
Der aber die Herzen forschet,
Der weiß, was des Geistes Sinn sei,
Denn er vertritt die Heiligen,
Nach dem es Gott gefället.
Du heilige Brunst, süßer Trost,
Nun hilf uns fröhlich und getrost
In deinem Dienst beständig bleiben,
Die Trübsal uns nicht abtreiben.
O Herr, durch dein’ Kraft uns bereit’
Und stärk des Fleisches Blödigkeit,
Daß wir hier ritterlich ringen.
Durch Tod und Leben zu dir dringen.
Hallelujah!
Colui che scruta i cuori
conosce le intenzioni dello spirito,
poiché esso interpreta i pensieri
dei santi
secondo quel che piace a Dio.
Santo ardore, dolce conforto,
aiutaci, allietati e consolati,
a rimaner costanti al Tuo servizio;
fa’ che umana miseria non ci svii.
Signore, ci prepari la Tua forza,
la nostra fragile carne rinsaldi,
sì che noi qui, da buoni cavalieri, duelliamo
per aprirci la via, tra morte e vita, a Te.
Alleluia!
Mottetto bwv 227
Jesu meine Freude
Gesù, mia gioia
Jesu, meine Freude,
Meines Herzens Weide,
Jesu, meine Zier,
Ach, wie lang’, ach, lange
Ist dem Herzen bange,
Und verlangt nach Dir!
Gottes Lamm, mein Bräutigam,
Außer dir soll mir auf Erden
Nicht sonst Libers werden.
Gesù, mia gioia,
pascolo del mio cuore,
Gesù, mio ornamento,
ah, quanto, quanto a lungo
il mio cuore si rattrista
e anela a te!
Di Dio agnello, mio promesso sposo,
all’infuori di Te, su questa terra,
nulla potrà mai essermi più caro.
Es ist nun nichts Verdammliches
an denen,
Die in Christo Jesu sind,
Die nicht nach dem Fleische wandeln,
Sondern nach dem Geist.
Nulla di condannabile c’è in quelli
Unter deinem Schirmen
Bin ich vor den Stürmen
Aller Feinde frei.
Laß den Satan wittern,
Laß den Feind erbittern,
Mir steht Jesu bei.
Ob es itzt gleich kracht und blitzt,
Ob gleich Sünd’ und Hölle schrecken;
Jesu will mich decken.
Da te protetto
libero sono dal maledetto
imperversare d’ogni nemico.
Oh, Satana crudo imperversi,
il nemico il suo astio riversi:
al mio fianco è Gesù.
Se ora tutto si schianta e lampeggia,
se il peccato e l’inferno furoreggia,
mio rifugio è Gesù.
Denn das Gesetz des Geistes,
Der da lebendig machet in
Christo Jesu,
Hat mich frei gemacht
Von dem Gesetz der Sünden
und des Todes.
Poiché la legge dello spirito è questa:
Esso, che dà la vita in Gesù Cristo,
Trotz dem alten Drachen,
Trotz des Todes Rachen,
Trotz der Furcht darzu!
Tobe, Welt, und springe;
Ich steh’ hier und singe
In gar sich’rer Ruh’!
Gottes Macht hält in Acht,
Ad onta dell’antico drago,
ad onta della morte che minaccia,
ad onta del terrore che ne abbiamo!
Infuria, mondo col tuo assalto;
io sto qui saldo, cantando
in pace intatta e sicura!
La potenza di Dio di noi si cura:
che sono in Gesù Cristo,
che non procedono secondo carne
ma secondo lo spirito.
mi ha liberato
dalla legge del peccato e della morte.
Erd und Abgrund muß Verstummen,
Ob sie noch so brummen.
terra e abisso ammutoliscono,
dopo tanto cupo frastuono.
Voi, però, non siete di carne
Ihr aber seid nicht fleischlich
ma di spirito.
Sondern geistlich,
So anders Gottes Geist in euch wohnet. In voi, così trasformati, dimora
lo spirito di Dio.
Chi però non ha in sé lo spirito
Wer aber Christi Geist nicht hat,
di Cristo
non è dei Suoi.
Der ist nicht sein.
Weg mit allen Schätzen!
Du bist mein Ergötzen,
Jesu, meine Lust!
Weg ihr eitlen Ehren,
Ich mag euch nicht hören,
Bleibt mir unbewusst!
Elend, Not, Kreuz, Schmach und Tod
Soll mich, ob ich viel muss leiden,
Nicht von Jesu scheiden.
Via da me tutti i tesori!
Sei Tu la mia delizia,
Gesù, mia gioia!
Via da me, vani onori!
Di voi non voglio udir parlare,
vi voglio ignorare!
Miseria, pena, croce, infamia e morte,
anche se molto soffrirò, non devono
da Gesù separarmi.
So aber Christus in euch ist,
So ist der Leib zwar todt,
Um der Sünde willen.
Der Geist aber ist das Leben
Um der Gerechtigkeit willen.
Certo, se pure Cristo in voi dimora,
il vostro corpo è morto tuttavia:
questa è la legge del peccato antico.
Ma lo spirito è vita:
vuole così la Giustizia infinita.
Gute Nacht, o Wesen,
Das die Welt erlesen,
Mir gefällst du nicht.
Gute Nacht, ihr Sünden,
Bleibet weit dahinten,
Kommt nicht mehr ans Licht!
Gute Nacht, du Stolz und Pracht!
Dir sei ganz, du Lasterleben,
Gute Nacht gegeben.
Buona notte, essere
che hai scelto il mondo:
tu non mi piaci.
Buona notte, peccati:
lontano da me, nascondetevi!
Non voglio che veniate più alla luce.
Buona notte, fastosa superbia!
Vita immersa nei vizi, ora per sempre
ti dico buona notte.
So nun der Geist des,
Der Jesum von den Toten
auferwecket hat,
In euch wohnet;
So wird auch derselbige,
Der Christum von den Toten auferwecket hat,
Così ora lo Spirito di Lui
che ha ridestato Gesù dalla morte
in voi dimora:
così anche quello stesso
che ha ridestato Cristo dalla morte
Eure sterbliche Leiber lebendig i vostri corpi mortali farà
machen,
Um des willen,
vivere, poiché vuole
Daß sein Geist in euch wohnet.
che il Suo spirito in voi abbia dimora.
Weicht, ihr Trauergeister,
Denn mein Freudenmeister,
Jesus, tritt herein.
Denen, die Gott lieben,
Muß auch ihr Betrüben
Lauter Zucker sein.
Duld‘ ich schon hier Spott und Hohn,
Jesu, meine Freude.
Cedete il passo, spiriti luttuosi,
ritiratevi: ora il mio maestro
di gioia, il mio Gesù, ora sta entrando.
A coloro che amano Dio,
anche la loro afflizione
sarà come zucchero puro.
Se derisione e scherno io qui
sopporto già,
pur Tu rimani con me anche nel
mio soffrire,
Gesù, mia gioia.
Mottetto bwv 228
Fürchte dich nicht, ich bin bei dir
Non temere: sono con te
Dennoch bleibst du auch im Leide,
Fürchte dich nicht, ich bin bei dir,
Weiche nicht, denn ich bin dein Gott,
Non temere: sono con te
Non cedere d’un passo, poiché
sono il tuo Dio.
Io ti fortifico, ti concedo il mio aiuto,
io ti sostengo con la mano destra
Ich stärke dich, ich helfe dir auch,
Ich erhalte dich durch die
rechte Hand
della mia giustizia.
meiner Gerechtigkeit.
Fürchte dich nicht,
Denn ich habe dich erlöset.
Ich habe dich bei deinem Namen gerufen,
Du bist mein.
Fürchte dich nicht, du bist mein.
Non temere,
poiché ti ho redento.
Ti ho chiamato con il tuo nome,
Herr, mein Hirt, Brunn aller Freuden,
Du bist mein, ich bin dein:
Niemand kann uns scheiden.
Ich bin dein, weil du dein Leben
Und dein Blut, mir zugut in den Tod gegeben.
Du bist mein, weil ich dich fasse,
Signore, mio pastore, fonte d’ogni gioia,
Tu sei mio, io sono Tuo:
nessuno ci può separare.
Io sono Tuo, poiché Tu la Tua vita
e il Tuo sangue hai ceduto alla morte per me.
Tu sei mio, poiché a me Ti stringo,
tu sei mio.
Non temere, tu sei mio.
Und dich nicht, o mein Licht,
Aus dem Herzen lasse.
Lass mich hingelangen
Da du mich, und ich dich ewig werd
unfangen.
Fürchte dich nicht, du bist mein.
e non lascio, mia luce,
che Tu dal mio cuore Ti allontani.
Fa’ che io giunga
dove Tu me e io Te abbraccerò
in eterno.
Non temere, sei mio.
Mottetto bwv 229
Komm, Jesu, komm
Vieni, Gesù, vieni
Komm, Jesu, komm, mein Leib
ist müde,
Die Kraft verschwind’t je mehr
und mehr,
Ich sehne mich nach deinem Frieden;
Der saure Weg wird mir zu schwer!
Komm, ich will mich dir ergeben;
Du bist der rechte Weg,
Die Wahrheit und das Leben.
Vieni, Gesù, vieni: stanco è il
mio corpo,
se ne va la mia forza sempre più.
Sento nostalgia della Tua pace;
comincia a pesarmi l’impervio cammino!
Vieni, a Te mi voglio abbandonare.
Tu sei la retta via,
la verità e la vita.
Drum schließ ich mich in deine Hände Per questo tra le Tue mani mi rinserro
e dico: “Addio, mondo, buona notte a te!”
Und sage, Welt, zu guter Nacht!
Eilt gleich mein Lebenslauf zu Ende, Il mio vivere scorre e si affretta verso la fine,
ma lo spirito è bene indirizzato.
Ist doch der Geist wohl abgebracht.
Er soll bei seinem Schöpfer schweben, In volo si librerà per unirsi al suo Creatore,
poiché Gesù è, e rimane,
Weil Jesus ist und bleibt
la vera via che conduce alla vita.
Der wahre Weg zum Leben.
Mottetto bwv 225
Singet dem Herrn ein neues Lied
Singet dem Herrn ein neues Lied,
Die Gemeine der Heiligen sollen
ihn loben.
Israel freue sich des, der ihn
gemacht hat.
Die Kinder Zion sei’n fröhlich über ihrem Könige,
Sie sollen loben seinen Namen im Reihen;
Cantate al Signore un canto nuovo
Cantate al Signore un canto nuovo:
dia suono alla Sua lode l’assemblea
dei fedeli.
Gioisca Israele di Lui, che l’ha creato,
e i figli di Sion esultino celebrando
il loro Re.
Danzando in cerchio, lodino il Suo nome:
mit Pauken und mit Harfen sollen sie A Lui con arpe e timpani accompagnino
ihm spielen.
un inno.
Gott, nimm dich ferner unser an,
Ancora e sempre, Dio, prenditi cura di noi,
Denn ohne dich ist nichts getan
poiché senza di Te nulla può esser fatto
Mit allen unsern Sachen.
per il nostro bene e il nostro vantaggio.
Drum sei Du unser Schirm und Licht, Poiché sei Tu nostra difesa e nostra luce,
Und trügt uns unsre Hoffnung nicht, e grazie a Te non c’inganna la nostra speranza.
So wirst du’s ferner machen.
E questa sarà sempre la Tua opera.
Wohl dem, der sich nur steif und fest Felice chi, saldo e irremovibile,
si abbandona alla Tua benigna grazia.
Auf dich und deine Huld verläßt.
Wie sich ein Vater erbarmet
Über seine junge Kinderlein,
So tut der Herr uns allen,
So wir ihn kindlich fürchten rein.
Er kennt das arm Gemächte,
Gott weiß, wir sind nur Staub,
Gleichwie das Gras vom Rechen,
Ein Blum und fallend Laub.
Der Wind nur drüber wehet,
So ist es nicht mehr da,
Also der Mensch vergehet,
Sein End, das ist ihm nah.
Come un padre è indulgente
con i suoi piccoli bimbi,
così, quasi fanciulli,
timor di Lui sentiamo, con intatta fiducia.
Della creatura, egli conosce la miseria:
Egli lo sa, siamo soltanto polvere,
erba strappata dal rastrello,
fiore reciso e foglia caduta.
Il vento soffia soltanto
per passare e andarsene via:
così è l’uomo effimera cosa,
sempre sull’orlo della propria fine.
Lobet den Herrn in seinen Taten,
lobet ihn in seiner großen Herrlichkeit!
Alles, was Odem hat, lobe den Herrn.
Halleluja!
Lodate il Signore nelle Sue opere,
lodatelo nella Sua gloria immensa.
Tutto ciò che ha respiro, lodi il Signore.
Alleluia!
Traduzione italiana di Quirino Principe
© Quirino Principe 2015
Peter Dijkstra direttore
Nato in Olanda nel 1978, Peter Dijkstra ha studiato direzione corale e orchestrale e canto presso i Conservatori dell’Aia, Colonia e Stoccolma diplomandosi con il massimo dei voti. Ha inoltre seguito alcune master class tenute da
importanti direttori quali Tõnu Kaljuste ed Eric Ericson.
Nel 2002 ha vinto il premio “Kersjes van de Groenekamprize” per giovani
direttori d’orchestra; nel 2003 il primo premio al Concorso Eric Ericson che ha
dato uno slancio decisivo alla sua carriera. Oggi è direttore ospite di ensemble
quali BBC Singers, Collegium Vocale Gent e RIAS Kammerchor di Berlino.
I programmi dei suoi concerti sono strutturati su un repertorio molto vasto
che spazia dalla musica antica fino alle prime esecuzioni mondiali di opere di
recente composizione. È inoltre frequentemente ospite di grandi orchestre
quali Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Orchestra Filarmonica Giapponese, Orchestra Filarmonica di Arnhem, Residentie Orkest dell’Aia,
DSO di Berlino e Orchestra Sinfonica di Bochum.
Nel 2005 è stato nominato direttore artistico del Coro della Radio Bavarese.
Oltre agli impegni concertistici e alle tournée con il coro collabora anche con
direttori d’orchestra quali Mariss Jansons, Nikolaus Harnoncourt, Riccardo
Muti e Claudio Abbado. Nel 2006 è stato nominato primo direttore ospite del
Nederlands Kamerkoor. Dal settembre 2007 è direttore principale del Coro
della Radio Svedese dopo esserne stato primo direttore ospite per tre anni. Le
esecuzioni a cappella e l’ampliamento del repertorio del Coro svedese
rappresentano i suoi obiettivi principali. Nei Paesi Bassi è direttore artistico
dell’ensemble vocale MUSA di Utrecht. Collabora inoltre come direttore ospite
con l’ensemble vocale The Gents con il quale ha vinto numerosi premi in
festival di rilievo internazionale ed è stato in tournée in Giappone, Spagna,
Svezia e Gran Bretagna.
Registra regolarmente per Channel Classics e Oehms Classics. Con il
Nederlands Kamerkoor ha inciso i Mottetti di Bach. Recentemente si è
aggiudicato un ECHO Klassik (2012, Requiem di Faurè per Sony Classical) e
2 Diaposon d’Or (Strauss, Wagner, Mahler per BR Klassik e Figure Humaine
di Francis Poulenc per Channel Classics).
Peter Dijkstra è membro onorario della Royal Swedish Music Academy.
Ospite dei Concerti del Quartetto in qualità di solista con l’Orchestra del ‘700
e Frans Brüggen nel 1991, è per la prima volta ospite della nostra Società.
Coro della Radio Svedese
Il Coro della Radio Svedese è stato fondato nel 1925. Venticinque anni dopo, nel
1952, sotto la guida del direttore Eric Ericson è diventato l’ensemble versatile
che è oggi. Dopo di lui ogni direttore ha dato il suo contributo a creare la
fisionomia peculiare del Coro aggiungendo successi sempre nuovi. L’attuale
direttore principale, dal 2007, è Peter Dijkstra.
Formato da trentadue cantanti professionisti, è un coro che spazia dalle più
raffinate esecuzioni a cappella agli Oratori di enorme energia e dinamismo.
Ad ogni singolo elemento è riservato un posto specifico all’interno del Coro
così da poter contribuire in modo corretto con le proprie qualità espressive alla
sonorità dell’ensemble.
Il Coro vanta un repertorio molto ampio che abbraccia generi molto variegati,
in una generosa mescolanza di musica antica e moderna. Oltre alle esibizioni
a cappella e agli impegni con l’Orchestra Sinfonica della Radio Svedese,
collabora anche con altre orchestre e direttori quali Riccardo Muti, Claudio
Abbado, Valery Gergiev e Daniel Harding.
La grande popolarità del Coro – molti dei suoi concerti vengono trasmessi dal
canale radiofonico nazionale P2 – è dovuta anche alle sue incisioni. Tra le
più recenti ricordiamo Nordic Sounds 1 & 2, che comprende musiche di SvenDavid Sandström, Figure Humaine di Poulenc e un CD dedicato alla musica
sacra di Brahms.
Il successo internazionale del Coro è stato riconosciuto anche dal governo
svedese che nel 2011 gli ha conferito un’onorificenza speciale per gli straordinari
risultati raggiunti nel promuovere e diffondere l’arte musicale svedese.
Eventi della stagione in corso prevedono la partecipazione al Festival Pärt e
tournée in Italia, Finlandia e Gran Bretagna.
È stato ospite della nostra Società per Musica e poesia a San Maurizio
nel 1999 (47° ciclo).
Marie Alexis, Viveca Axell Hedén, Mia Edvardsson, Sofia Niklasson,
Jenny Ohlson Akre, Marika Scheele, Ulla Sjöblom, Elin Skorup soprani
Helena Bjarnle, Annika Hudak, Christiane Höjlund, Jonna Inge, Inger Kindlund-Stark,
Ulrika Kyhle-Hägg, Tove Nilsson, Anna Zander Sand contralti
Per-Gunnar Alpadie, Per Björsund, Niklas Engquist, Love Enström,
Fredrik Mattsson, Mikael Stenbaek, Gunnar Sundberg, Magnus Wennerberg tenori
Staffan Alveteg, Mathias Brorson, Rickard Collin, Bengt Eklund,
Lars Johansson Brissman, Stefan Nymark, Johan Pejler, Joakim Schuster bassi
Björn Gäfvert organo
Per Hansen violoncello
Prossimo concerto:
Martedì 3 marzo 2015, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Rafal Blechacz pianoforte
Torna al Quartetto il pianista Rafal Blechacz, ospite regolare della nostra Società
fin dai tempi della vittoria al Concorso Chopin nel 2010. Il binomio dell’artista
polacco con Chopin rimane inossidabile, ma nel tempo il repertorio si è allargato
con nuove interpretazioni, in particolare per quanto riguarda il pianoforte di
Beethoven.
Il programma rispecchia lo stile classico ed elegante del giovane pianista, che
apre il concerto con due lavori tra i più amati dal pubblico come il Concerto
italiano di Bach e la Patetica di Beethoven, per passare nella seconda parte al
“suo” Chopin con alcune delle sue pagine più belle, culminanti nella grande
Polacca in fa diesis minore op. 44, cavallo di battaglia del leggendario Horowitz.
Società del Quartetto di Milano - via Durini 24
20122 Milano - tel. 02.795.393
www.quartettomilano.it - [email protected]
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