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Chirurgia del pancreas, ecco il robot
Copia di 5fdd5a98e5b49079ef5c1edab50a6195 Salute ■ e-mail: [email protected] GAZZETTA GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 25 » POLICLINICO ESEGUITO A MODENA IL PRIMO INTERVENTO IN REGIONE Chirurgia del pancreas, ecco il robot L’equipe del prof. Di Benedetto ha operato con successo un 70enne affetto da tumore Il Policlinico di Modena si conferma ospedale di eccellenza nella chirurgia pancreatica, in grado di offrire ai propri pazienti un'ampia scelta di possibilità terapeutiche. Nei giorni scorsi è stato eseguito dal prof. Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato del Policlinico, il primo intervento in regione di resezione pancreatica totale con asportazione della milza (splenectomia), con tecnologia robotica, in un paziente settantenne, diabetico affetto da tumore pancreatico. L'intervento è stato eseguito all’ospedale di Baggiovara utilizzando il Robot Da Vinci. Il paziente è tornato alle sue attività quotidiane dopo pochi giorni. L'attività di chirurgia robotica completa l'offerta al paziente con patologia pancreatica all'interno del PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Aziendale) Punto Pancreas che nell'ultimo anno ha offerto un percorso completo, dalla diagnosi al trattamento chirurgico ed oncologico, a 121 pazienti. Il Policlinico esegue ogni anno circa 50 interventi per patologia neoplastica del pancreas e della via biliare terminale. «La tecnologia robotica spiega il prof. Fabrizio Di Benedetto - permette minimi traumi con il rispetto dei canoni della chirurgia oncologica ed una ripresa precoce della mobilizzazione e dell'alimentazione dei pazienti con un ritorno più veloce alle attività quotidiane. Nel caso specifico il paziente è stato dimesso in quinta giornata post-operatoria in ottime condizioni generali. Il robot non sostituisce il chirurgo ma è uno strumento che permette di avere una visione tridimensionale e un ingrandimento d’immagine che consentono di portare a termine interventi di chirurgia oncologica complessi». Il robot installato a Modena è uno dei tre disponibili in Emilia Romagna Quello svolto dall'equipe del Policlinico è un intervento di alta complessità, reso possibile dall'esperienza maturata a partire dal luglio 2014 grazie al programma di chirurgia del fegato, vie biliari e pancreas in chirurgia robot-assistita, presso il Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense di Baggiovara, che ad oggi conta 30 procedure tra resezioni epatiche e pancreatiche. In Italia i robot istallati sono 74, con più di 45 mila procedure soprattutto nel campo di urologia, ginecologia e chirurgia addominale. In Emilia - Ro- magna sono attivi tre robot, oltre a quello installato a Baggiovara, uno a Forlì e uno al Policlinico S. Orsola di Bologna. Questa tecnica chirurgica necessita di un lungo percorso di apprendimento: il prof. Di Benedetto si è formato alla scuola del dott. Andrea Coratti, chirurgo robotico di fama internazionale che da Grosseto, patria della chirurgia robotica, è stato chiamato dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze dove dall'aprile 2014 è direttore della Chirurgia Oncologica e Mininvasiva Robotica. Il rapporto di collaborazione col dottor Coratti è stato siglato da una convenzione bilaterale tra Careggi e Policlinico di Modena per finalità cliniche, scientifiche e didattiche con lo scopo di implementare l'attività assistenziale e di fornire il supporto didattico ai giovani chirurghi e studenti dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. ginecologi ospedalieri a congresso «Fecondazione assistita: in tre anni aumento del 150%» A Modena e provincia l’aumento del ricorso alla fecondazione assistita è aumentato del 150% nell’ultimo triennio e questo ha comportato una rivoluzione copernicana nell’approccio della macchina sanitaria all’intera vicenda. L’età più avanzata delle donne che cercano di avere figli è una delle cause che hanno portato a questo boom che porta tante coppie negli ospedali italiani e in quelli stranieri. Sarà questo uno dei temi che saranno affrontati domani e sabato nel corso del congresso regionale dei ginecologi ospedalieri che per l’occasione hanno mobilitato il meglio della cultu- «Intolleranza alimentare? Non esiste» Il nuovo approccio al problema del dott. Speciani spiegato in un convegno Affermare che le intolleranze alimentari non esistono può apparire forte e un tantino disorientante, soprattutto per coloro abituati a seguire l'approccio comune e diffuso in materia. Come si può affermare che le carote fanno bene mentre il latte ci fa stare male? In realtà la scienza dimostra che non esiste alcun cibo che sia contro la nostra salute. A spiegarlo è stato il dott. Attilio Francesco Speciani, specialista di fama europea in allergologia e immunologia clinica in un incontro che si è tenuto a Carpi. Il vero nemico per la nostra salute non è ciò che man- giamo, bensì l'infiammazione che può essere attivata dal cibo e da molteplici altri fattori. L'infiammazione costituisce la prima risposta che il nostro corpo ha nei confronti degli alimenti e questa dipende dal sistema immunitario che ci caratterizza sin dalla nascita. Cambiare il punto di vista si è reso necessario quando, dopo decenni di studi, non è stato possibile trovare anticorpi contro le intolleranze alimentari. Questo ha convinto gli immunologi a spostare lo sguardo e a concentrasi sulle cause dell'infiammazione. Quando l'infiammazione si scatena, MAGLIETTA E BRACCIALETTO LUMINOSO AI PRIMI 500 ISCRITTI. N.B. Tassativa Pre-isrcizione per ritiro Tesserino. Iscrizione gratuita. questa può portare a disturbi molto diffusi: gonfiore addominale (colite), obesità, invecchiamento precoce, gonfiore a piedi o caviglie e artrite. Oggi otto pazienti su dieci entrano in farmacia con almeno uno fra i precedenti stati infiammatori. La logica del dott. Speciani si basa sul fatto che guarire non significa eliminare ma bensì ricreare le condizioni di tolleranza nei confronti del cibo. Speciani ha per questo messo a punto Recaller, un test che analizza le citochine infiammatorie (che misurano il livello di infiammazione da cibo) e le immunoglobine G, (particolari anticorpi verso gli alimenti della nostra alimentazione quotidiana). Il test può essere richiesto in farmacia o al proprio medico e consiste in un piccolo prelievo dal polpastrello. Un laboratorio d'analisi fornirà i risultati che suggeriranno il percorso alimentare da seguire. Ecco alcuni consigli. In cucina è consigliato l'uso di curcuma e zenzero che hanno proprietà antitumorali, antidiabetiche e contro le artriti. Ma anche l'olio di Perilla con forte azione antistaminica, le mandorle oppure la cannella che riduce la glicemia. Elisa Tirabassi ra medica del settore in una serie di incontri scientifici e dibattiti con operatori e pubblico. Tra i temi più dibattuti anche quello della “medicina difensiva”, ovvero quell’insieme di analisi e visite accessorie all’intervento medico vero e proprio che vengono fatte anche se non sono strettamente indispensabili. «Per la nostra specialità - spiega il modenese Ezio Bergamini, presidente regionale Agoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) - è un problema: non appena c’è un esito negativo scattano denunce penali, richieste di risarcimenti stellari, e articoli di giornali che gridano alla malasanità. Inevitabile dunque che si tenti di evitare tutto questo con esami dettagliatissimi che permettano di certificare eventuali problemi ed emergenze imprevedibili». Il risultato di quest’ansia da prestazione? Una spesa nazionale di 10 miliardi che potrebbe essere ridotta al minimo. Nel congresso saranno affrontate le patologie classiche: dalle novità negli approcci chirurgici, sempre meno invasivi, alla gestione delle patologie quali l'endometriosi, l'incontinenza urinaria, le patologie legate alla menopausa o l'infertilità. Saranno presentate e discusse perizie medico-legali in un contesto in cui il 98.8 per cento di casi giudiziari che riguardano ginecologi si chiudono con l'archiviazione o l'assoluzione dei medici, così come dimostrano i dati della Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari. Saverio Cioce