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Il successore di Putin si chiama Vladimir

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Il successore di Putin si chiama Vladimir
I dubbi della vigilia elettorale in Russia riguardavano non il vincitore,
ma le dimensioni della vittoria. D’altronde, la presenza di Putin in lista
garantiva un 10-15% di voti in più. Il leader del Cremino deve puntare
Il successore di Putin
si chiama Vladimir
RUSSIA 1
di Piero Sinatti
alla stabilità e allo sviluppo economico perché il malessere di una parte
cospicua della popolazione potrebbe alla lunga creare problemi anche
alla sua finora incontrastata leadership
e elezioni per il rinnovo della Duma di
Stato russa hanno assunto un carattere
nuovo e inatteso due mesi prima del
voto. Per la prima volta, un presidente di
una repubblica fortemente presidenziale ha
deciso di presentarsi come capolista di un
partito politico (quello di maggioranza, detto
anche “Partito del Presidente” ovvero
“Partito del Potere”) alle elezioni parlamentari, tre mesi prima della scadenza del suo
mandato e delle elezioni presidenziali.
La scelta è stata annunciata lo scorso primo
di ottobre da Vladimir Vladimirovich Putin
(VVP) davanti ai rappresentanti del partito
di maggioranza Edinaja Rossija (Russia
Unita, ER) riuniti a congresso.
Putin ha deciso di capeggiare da solo, al di
fuori della tradizionale trojka di candidati, la
lista federale di ER, di cui non è membro. Le
altre personalità di spicco di quel partito (da
Boris Gryzlov, il capo di ER, al sindaco di
Mosca Jurij Luzhkov, alla governatrice di
San Pietroburgo Valentina Matveenko, al
ministro per le Situazioni di emergenza
Sergej Shojgu ecc.) hanno capeggiato soltanto le liste regionali. Putin si è presentato
come il capo unico, il vozhd’ (condottiero) di
un partito fondato nei primi anni Duemila,
da lui indicato come il co-protagonista della
L
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RUSSIA 1
stabilizzazione e ripresa della Russia avvenuta nel corso dei due suoi mandati.
Grazia Neri_AFP
L’annuncio
La svolta del 1° ottobre ha avuto un contesto singolare e rivelatore del clima politico
I poteri del Presidente secondo
del Paese. Al congresso di ER si sono combiCostituzione
nati sia i resti di tradizione sovietica – un’oPutin ha compiuto questa scelta inusuale peraia tessile della regione di Ivanovo che
dal momento che l’art. 81, comma 3 della
invoca Putin perché si presenti al voto per il
Costituzione eltsiniana del 1993 vieta tre
terzo mandato consecutivo con una “modifimandati consecutivi alla stessa persona.
ca tecnica”della Costituzione; sia un’ormai
VVP, infatti, si è trovato così di fronte
radicata fiducia in Putin come leader cariall’obbligo di rinunciare alla carica di capo
smatico, espressa dal vertice e dalla base di
effettivo dello stato e alle sue impegnative
quel Partito, rappresentata dal decano della
consegne: nominare il premier e i ministri
facoltà di Medicina dell’Università di
dei dicasteri chiave (Interni, Esteri, Difesa,
Samara, professor Gennadij Kotel’nikov, il
Giustizia, Finanze), il presidente della Banca quale non solo ha esortato il Congresso a
Centrale, i capi del Servizio Federale di
“chiedere al Presidente di capeggiare la lista
Sicurezza (FSB) e del Servizio di intelligence federale del Partito”, ma ha anche auspicato
estera (SVR), il Comando supremo delle
che VVP “assumesse la carica di premier”.
forze armate, i plenipotenziari dei (sette)
VVP accettava entrambe le proposte. E il
distretti federali; presiedere le riunioni del
copione sembrava già scritto, anche se
governo; sciogliere la Duma di Stato, indire
pochissimi – nello stesso vertice di ER – ne
referendum, presentare alla camera bassa
erano stati messi a parte.
progetti di legge (art. 83 e 84).
Secondo il quotidiano “Moskovskij
Komsomolets” (MK, 25 ottobre), “il giorno
prima dell’inizio del Congresso in ER si discuteva della composizione della trojka della
lista federale. Secondo MK, lo stesso Gryzlov
avrebbe saputo soltanto poche ore prima dell’apertura del congresso della decisione di
Putin di capeggiare la lista di ER”.
Secondo questa versione, VVP, in solitudine,
avrebbe compiuto questa scelta, evitando
modifiche costituzionali e respingendo il
coro di quanti invocano una sua terza presidenza. Sia in dimostrazioni svoltesi in
numerosissime città russe, sia appelli di
intellettuali, artisti e altre figure di spicco
(come il famoso regista cinematografico
Nikita Mikhalkov) perché Putin possa restare presidente per la terza volta consecutiva.
Inoltre, alcuni parlamenti regionali da tempo
avevano avanzato le stesse richieste.
Il noto politologo Sergej Markov spiega queste pressioni con il fatto che negli ultimi
anni le aspettative pubbliche si sono concentrate su Putin, dal momento che “è risultato
un presidente di successo con un programma
ampiamente supportato. La gente teme che
se dopo Putin ci sarà un altro presidente,
questo possa rivelarsi un Eltsin o un
Gorbaciov”.
Il rating di Putin è arrivato fino al 70% - 80
percento. I suoi connazionali non la pensano,
su di lui, come i media e gli opinion maker
occidentali.
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IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
ma, se non assoluta, maggioranza parlamentare.
In questo caso il mutamento costituzionale
(che richiede il consenso di almeno 2/3 della
Duma) sarebbe di notevole portata.
Il secondo scenario (che ci appare più realistico), ipotizza che il nuovo presidente, eletto
nel marzo 2008, dopo un certo periodo di
tempo si dimetterebbe per ragioni di salute e
il premier – Putin, naturalmente – assumerebbe, secondo quanto prescrive la
Costituzione (art. 92, comma 3), la presidenza come “facente funzione” fino alle elezioni
presidenziali del 2012, alle quali Putin
potrebbe presentarsi senza problemi, giacché
la Costituzione vieta il terzo mandato, ma
solo se consecutivo rispetto ai primi due.
Il primo scenario – nel momento in cui
licenziamo queste note non conosciamo i
risultati delle politiche di dicembre – sarebbe
_Putin ha annunciato la scelta di capeggiare da solo la lista federale di ER, di cui non è membro, lo scorso 1° ottobre davanti ai rappresentanti del partito di maggioranza
riuniti a congresso
Grazia Neri_TASS
Due scenari
Tuttavia – come ha commentato un grande giornalista come il direttore di Radio
“Ekho Moskvy” Aleksej Venediktov – un
fatto è certo: “VVP passerà al suo prossimo
lavoro, portandovi tutti i suoi attuali poteri”.
Accettando (sia pure condizionalmente, in
rapporto all’esito del voto di dicembre) il
premierato come “ipotesi realistica”, Putin
ha aperto la strada a due scenari che gli consentirebbero di mantenere tutte le sue prerogative.
Il primo scenario prevede emendamenti
costituzionali in grado di trasferire al premier (i cui poteri sono ora assolutamente
limitati, quasi tecnici e principalmente di
coordinamento delle attività del governo) le
principali prerogative riservate al Presidente.
E questi assumerebbe una funzione complessivamente formale (come, per esempio,
avviene in Germania e Italia). Da presidenziale il sistema politico-istituzionale russo si
trasformerebbe in parlamentare. Con un
premier dai poteri simili a quelli del cancelliere della Repubblica federale tedesca, nominato e sostenuto nella Duma da una fortissi-
RUSSIA 1
Secondo scenario e nuovo premier,
Viktor Zubkov
Il secondo scenario sarebbe facilitato dalla
nomina, avvenuta a settembre, di un nuovo
premier, il sessantacinquenne Viktor Zubkov,
laureato in Economia all’Istituto superiore di
Agricoltura di Leningrado (San
Pietroburgo). Dal 2001 era stato incaricato
da Putin di presiedere il Servizio di Stato per
il Monitoraggio Finanziario, un organismo
incaricato di indagare su capitali, riciclaggi,
evasioni fiscali di oligarchi e uomini d’affa-
ri. Il che gli ha permesso di accumulare
importanti e voluminosi dossier. Si dice che
abbia svolto un ruolo non secondario nell’affaire Yukos - Khodorkovskij.
Zubkov, già presidente in era sovietica di una
fattoria collettiva presso (l’allora)
Leningrado, aveva fatto parte negli anni
Novanta della “cerchia interna” di Putin,
quando l’ex-colonnello del KGB era vicesindaco di San Pietroburgo e dirigeva il
Dipartimento del commercio con l’estero.
Zubkov è succeduto all’incolore Mikhajl
Fradkov, in carica dal 2004. Anche Fradkov
era stato fino ad allora un oscuro chinovnik,
cui si attribuivano saldi legami con i Servizi
di Sicurezza: a ottobre Putin lo ha nominato
capo dell’SVR (Servizio di intelligence estera).
Ebbene, dopo la nomina del tutto imprevista,
Zubkov ha dichiarato immediatamente ai
giornalisti che si sarebbe potuto presentare
come candidato alla presidenza per le elezioni di marzo 2008. Ed è notevole che stia ricevendo una crescente visibilità mediatica.
Appare autorevole e deciso, talvolta autoritario, tratto tipico dei funzionari sovietici. Nei
Grazia Neri_TASS
facilitato da un risultato elettorale, che si
preannuncia ampiamente possibile, che desse
a ER i 2/3 dei 450 seggi nella Duma.
Politici, analisti e commentatori russi sono
concordi nell’affermare che la candidatura di
Putin come capolista assoluto di ER dà a
questo partito (di maggioranza relativa dopo
le precedenti elezioni del 2003) la possibilità
di ottenere il 10-15% di voti in più di quelli
che avrebbe ricevuto presentandosi senza
VVP. In tutto tra il 60% e 70% dei voti
secondo i sondaggi fino alla prima decade di
novembre.
IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
suoi incontri di lavoro con Putin, costantemente “coperti” dai tg, non mostra quell’umile deferenza che contraddistingue tutti o
quasi gli interlocutori del Presidente.
Rimbrotta i suoi ministri con tono burbero.
Chiede a essi (come ai governatori o ai capi
di aziende e altri enti che incontra nei suoi
frequenti viaggi-ispezioni nell’immensa provincia) cifre e conti precisi, impegni e scadenze da rispettare.
Durante una seduta del Consiglio dei ministri ha bruscamente respinto un’interruzione
fatta da uno dei più autorevoli primi-vicepremier: il giovane Dmitrij Medvedev, stretto collaboratore di Putin e presidente di
Gazprom, considerato fino all’inizio di
autunno uno dei due possibili successori di
VVP alla presidenza, assieme all’altro primo
vicepremier ed ex ministro della Difesa
Sergej Ivanov
Il fatto è stato evidenziato dal quotidiano
russo in lingua inglese “The Moscow
Times” (12 ottobre), ma non era sfuggito
neppure al nostro monitoraggio quotidiano
del maggior tg russo, il “Vremja”.
Zubkov, un fedelissimo di Putin, può realisticamente essere il prossimo candidato presidenziale.
Una novità merita di essere registrata, in un
Paese ancora maschilista come la Russia. Nel
rimpasto seguito alla nomina di Zubkov, due
giovani donne, dagli eccellenti curricula di
studio e professionali, sono state chiamate a
presiedere rispettivamente il ministero degli
Affari Sociali e della Salute (Tat’jana
Golikova) e quello dell’Economia e del
Commercio Estero (Elvira Nabjullina).
Russia Unita e il “Piano Putin”
Veniamo alle elezioni: ER, che ha un
milione e mezzo di iscritti ed è presente su
tutto il territorio federale, si è presentata al
voto con il più alto numero di candidati :
600. Nelle sue file annovera ben 50 governatori (su 89), manager del settore statale,
biznesmeny del settore privato, intelligenty,
ma anche colletti blu e agricoltori. Ma la
sua forza sono soprattutto i chinovniki
(cioè pubblici funzionari dei livelli medi e
alti delle amministrazioni centrali e locali).
L’età media di iscritti e dirigenti è compresa
tra i 40 e i 50 anni, ma sono presenti anche
molti trentenni desiderosi di far carriera nel
(e grazie al) “Partito del Potere”.
ER si è presentata al voto con un program52
ma chiamato “seconda fase” del “Piano di
Putin”. Questa definizione – ha voluto precisare VVP – non l’ha creata lui, né esiste un
“Piano Putin” specifico, contenuto in un
documento organico. Si tratta, piuttosto, di
un artificio della “tecnologia politica” con cui
si definiscono sia le realizzazioni di due presidenze, sia le proposte e i progetti per il
futuro contenuti nei messaggi all’assemblea
federale degli ultimissimi anni, oltre che in
altri atti e interventi pubblici del Presidente.
Nella prima fase, il Paese ha raggiunto
indubbiamente la stabilità politico-istituzionale, con una forte centralizzazione del potere. Ha iniziato la ripresa economico-sociale,
con continui e alti tassi di crescita annuale. È
stato battuto il separatismo ceceno e sono
stati fatti rientrare disegni iper-autonomistici
di alcune regioni e repubbliche, tra cui quelle
musulmane del Volga (Tatarstan e
Bashkortorstan).
Il compito della “seconda fase” è quello di
_Sotto, da sinistra, Elvira Nabjullina, ministro dell’Economia e Commercio Estero, e Tat’jana Golikova, Affari Sociali e Salute. In basso il primo ministro Viktor Zubkov
RUSSIA 1
_La seconda fase del Piano Putin prevede di incrementare lo sviluppo economico e migliorare gli standard di vita
ancora bassi di una parte cospicua di popolazione
L’economia nel 2007
Al Congresso di ER Putin ha rivendicato i successi ottenuti quest’anno in economia. E poco più di due settimane dopo (18
ottobre) ha sviluppato questo tema nella
sua sesta, annuale prjamaja linija o linea
diretta stabilita via TV e Internet tra lui e i
suoi connazionali, da Vladivostok a
Kaliningrad. Si è trattato di un avvenimento di grande rilievo mediatico in cui i temi
dell’economia, delle condizioni sociali e del
welfare, degli aumenti dei prezzi hanno
tenuto banco in oltre tre ore di risposte del
Presidente a una sessantina di domande.
Riferendosi ai dati ufficiali più recenti,
Putin ha espresso una valutazione positiva,
ma non trionfalistica. Nei primi otto mesi
dell’anno la crescita del PIL è stata del
7,7% invece del previsto 6,2 percento. Una
percentuale – ha precisato il Presidente – da
non ascrivere solo ai settori delle materie
prime, del petrolio e del gas. Essa “è stata
assicurata per due terzi da altri settori,
come le costruzioni (un vero boom nel settore, in particolare nel ramo dell’edilizia
abitativa, p.s.) , il trasporto, le comunicazioni, il commercio, l’attività d’investimenti”.
Grazia Neri_TASS (4)
consolidare la stabilità, incrementare lo sviluppo economico e quello tecno-scientifico e
culturale del Paese, concentrare le risorse per
risolvere i più urgenti problemi economici e
sociali del Paese, migliorare gli standard di
vita (ancora bassi) di una parte cospicua della
popolazione. “Partija dela” – si autodefinisce
ER , “partito dell’azione”, “dei fatti”, della
“gestione” del Paese. La sua ideologia di partito interclassista coincide con quella di
Putin, fa riferimento all’ “unità del Paese” e
di tutte le forze che concorrono alla sua crescita economica e al rafforzamento dello
Stato. Combina pluralismo politico, culturale
e religioso con un patriottismo che rifiuta le
spinte sciovinistiche presenti nel Paese e con
il centralismo (la verticale del potere, la
“democrazia sovrana”) nella gestione dello
Stato. Come “partija dela” ER si contrappone
ai partiti delle “parole”, della politique politicienne, delle “sterili” contrapposizioni e contrasti.
IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
Questi ultimi sono stati del 25% nel capitale fisso. L’indice di disoccupazione è sceso
dal 6,5% del 2006 al 5,7% di quest’anno.
L’industria di trasformazione resta ancora
un settore debole dell’economia, anche se
l’indice della crescita è stato del 10 percento. Sono aumentati in termini reali gli stipendi del 14,4% (rispetto al 13,4% dell’anno scorso) e quelli delle pensioni che sono
balzate dal 5% di aumento medio nel 2006
a quello del 21% che si formerà grazie agli
aumenti che entreranno in vigore a partire
da dicembre.
Infine tre dati importantissimi. Sono
aumentati del 16% gli IDE. Le riserve
aureovalutarie accumulate nella Banca centrale ammontano a 424 miliardi di dollari
(fine settembre). Un record – ha detto
Putin – per l’intera storia della Russia,
zarista e sovietica. Sono seconde nel mondo
dopo quelle di Cina e Giappone. Ed è arrivato a una cifra attorno ai 150 miliardi di
dollari il Fondo di Stabilizzazione
(Stabfond) creato del governo russo pochi
anni fa per accantonarvi parte delle entrate
ricavate dall’export di gas e petrolio in previsione di tempi di magra ovvero di ribasso
dei prezzi energetici sul mercato internazionale.
Tutto questo esclude i rischi di un default
come quello del 1998.
54
Problemi sociali e altri partiti
Tuttavia, i problemi da affrontare sono
ancora enormi e ampie le zone di malcontento. Nonostante le enormi entrate, favorite
dalla congiuntura internazionale dei prezzi
crescenti del greggio, e gli aumenti dei redditi
reali alla popolazione, il 20-25% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
Secondo il leader del Partito Comunista della
Federazione Russa (PCFR) Gennadij Zjuganov
la percentuale va oltre il 40 percento.
La lotta contro la povertà è la più difficile da
combattere – ha detto Putin, che ha denunciato i dislivelli di reddito che crescono, invece di diminuire.
Tuttavia è stato Putin a introdurre nel 2002
la flat tax (aliquota fissa) sulle persone fisiche: il 13,5% del reddito denunciato. Tanto
versano il povero maestro elementare e l’oligarca.
Solo partendo dal ristabilimento dell’imposta
progressiva sul reddito si può cominciare a
parlare di una più equa ridistribuire della
ricchezza nazionale, in termini sia di infrastrutture e di servizi destinati alla popolazione, sia in termini di aumenti dei salari ancora insufficienti del settore pubblico (insegnanti, medici, ricercatori, docenti universitari, scienziati) e ancor più delle pensioni.
Ma né Putin, né tantomeno ER hanno parlato di questo.
Grazia Neri_TASS (3)
RUSSIA 1
_Sopra, da sinistra, Gennadij Zjuganov, leader del Partito
Comunista della Federazione Russa, Nikita Belykh, capo
della filo-occidentale SPS e Grigorij Javlinskij, politico
colto e onesto che guida il partito “Jabloko”
Invece, l’abolizione della flat tax è stata un
cavallo di battaglia elettorale del PCFR e del
Partito autenticamente liberale e democratico “Jabloko” guidato da un politico colto,
preparato e onesto, ma eternamente perdente, come Grigorij Javlinskij.
I sondaggi condannano “Jabloko” a una
nuova bocciatura, essendo il suo rating sufficiente solo a Mosca e a San Pietroburgo o a
Novosibirsk (dove è fortemente rappresentata l’intelligentsija). Javlinskij accusa il regime di Putin di deriva ultra-centralistica e
autoritaria. Di essere stato favorito da fattori
congiunturali, in assenza di riforme che
diano forza alla media e piccola impresa che
non decolla. Propone l’imposta progressiva
sul reddito e l’incremento della spesa sociale.
Si oppone ai processi in corso di “corporatizzazione” statalizzante nei grandi settori
(idrocarburi e altre materie prime).
Il PCFR e il suo inossidabile leader Zjuganov
si sono presentati all’elettorato con un programma che comprende, oltre all’imposta
progressiva sul reddito, la (ri)nazionalizzazione dei “settori strategici” dell’economia
(energia, materie prime, servizi di base) e lo
stanziamento per la spesa sociale di una più
ampia quota dello Stabfond. È il solo partito
in grado di ottenere una rappresentanza sia
pure molto minoritaria e ininfluente nel
decision making alla Duma, superando lo
sbarramento del 7 percento.
Sul fronte di centro-sinistra, si era presentato con un programma di reintroduzione dell’imposta progressiva e di consistenti interventi sociali pubblici il partito Spravledivaja
Rossija (SR, Russia Giusta), fondata l’anno
scorso e capeggiata dal presidente – nominato da Putin – del Consiglio della Federazione
(camera alta) Sergej Mironov, un pietroburghese, legato a Putin sin dagli anni Novanta.
SR doveva essere l’ala di centro-sinistra del
“Partito del Presidente” da contrapporre al
centro-destra costituito da ER (Russia
Unita). Nel disegno iniziale ER e SR sarebbero dovute diventare le componenti di un
costituendo bipartitismo russo. Ora, pur
nato con la benedizione di Putin, il partito
SR è stato spiazzato dalla candidatura di
VVP in ER. Funzione e rating di SR sono
crollate, al pari delle sue chances elettorali.
Degli altri partiti in lizza, compreso il sedicente Partito Liberal-Democratico (LDPR),
statalista e nazionalista guidato dal tonitruante Vladimir Zhirinovskij, i sondaggi
avevano previsto l’impossibilità di superare
55
IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
La Commissione elettorale
Presieduta dallo scorso marzo dal pietroburghese Vladimir Churov, 54 anni – diplomato all’Università di Leningrado in Fisica,
al lavoro con Putin nella municipalità di San
Pietroburgo, la Commissione Elettorale
Centrale (TsIK) – ha vigilato sul rispetto di
regole e regolamenti nella fasi di presentazione delle liste dei partiti (solo undici sono
state ammesse alla fine di ottobre), durante
la campagna elettorale e il voto. Per l’ammissione occorrevano 200.000 firme per i
partiti non presenti nella Duma uscente o,
in loro vece, una cauzione di 60 milioni di
rubli da non rimborsare ai partiti che non
hanno ottenuto almeno il 3% dei suffragi. Il
controllo delle firme ha escluso tre partiti,
tra cui quello dei verdi e una nuova formazione nazionalista capeggiata dal noto deputato Sergej Baburin).
Oltre ad aver alzato al 7% lo sbarramento,
la legge elettorale ha abolito sia le candidature di indipendenti candidati fuori delle
liste dei partiti e presentati nei collegi uninominali, sia il voto “contro tutti” ammesso
in tutte le passate elezioni.
Inoltre, era stato prescritto che nella campagna elettorale (iniziata il 3 novembre) non
si facesse uso di accuse e di propaganda
“estremistiche”. Ai partiti è stato dato l’accesso gratuito ai canali pubblici TV per un
tempo limitato.
56
La TsIK ha ammesso circa 400 osservatori
internazionali, invece degli oltre mille
richiesti da OSCE, UE e (chissà perché)
dagli USA.
Welfare e ricostruzione: compiti immani
La politica si identifica, per la grande
maggioranza dei russi, con l’attività concreta dello Stato, con i provvedimenti del
governo che incidono sulla vita quotidiana,
sulle sue basi materiali. Molto meno con la
dialettica politico-ideologica. O con il multipartitismo occidentale. O, questo è un limite, con le tematiche dei diritti civili e umani.
La schiacciante maggioranza delle domande
rivolte a Putin durante la “linea diretta” ha
toccato i problemi economico-sociali: significativo. In particolare un fatto non poco
allarma l’opinione pubblica, Putin e il
governo: il forte aumento dei prezzi dei
generi alimentari e la crescita dell’inflazione
oltre l’indice dell’8% previsto per il 2007,
alla cui fine si rischia di arrivare al 10 percento. Le cause della ripresa inflazionistica
vanno cercate sia nella congiuntura internazionale (segnata da forti aumenti dei prezzi
Grazia Neri_TASS (2)
lo sbarramento, anche per la natura di “asso
piglia tutto” che ha assunto Russia Unita
(ER) grazie alla candidatura di Putin.
Condannata all’esclusione appariva l’Unione
delle Forze di destra (SPS), invisa per la
compromissione dei suoi leader storici (Egor
Gajdar, Anatolij Chubais, Boris Nemtsov)
con la rovinosa gestione eltsiniana. SPS si è
presentata come forza politico filo-occidentale, con un programma liberal-liberista,
contrario alle grandi concentrazioni produttive controllate dallo Stato, e all’”autoritarismo” e ipercentralismo del “regime di
Putin”.
Altrettanto, il Partito agrario (che protegge
gli interessi degli agricoltori e delle campagne), e la piccola costellazione di partiti
variamente demo-social-patriottici come
“Patrioti di Russia” (transfughi del PCFR),
“Partito della giustizia”, “Partito democratico di Russia”. E infine, “Forza civile”, che ha
agitato il dei diritti civili.
RUSSIA 1
di molti prodotti agricoli a cominciare dal
grano), sia nell’aumento degli investimenti
e della massa monetaria in circolazione.
Circostanza che spinge alcuni membri del
governo – come il ministro delle Finanze
Aleksej Kudrin, promosso nel rimpasto alla
carica di primo vicepremier – a chiedere di
frenare l’aumento della spesa pubblica e il
ricorso a eccessivi prelievi dallo Stabfond
per gli investimenti, specie quelli sociali.
Eppure gli investimenti pubblici vanno
avanti. Soprattutto nel quadro dei Quattro
Progetti Nazionali Prioritari lanciati da
Putin nel 2005. Si tratta dei primi programmi di investimenti sociali pubblici dalla
fine dell’URSS.
Essi riguardano l’intervento statale teso a
risanare e rilanciare settori sociali vitali
come: 1) Sanità, 2) Istruzione e Ricerca, 3)
_Stanno aumentando gli investimenti pubblici, i primi
dalla fine dell’Urss, per tentare di risolvere i problemi
abitativi e quelli generati dal carovita che colpisce le fasce più deboli, come i pensionati
Edilizia abitativa pubblica e 4) Agricoltura e
campagne.
Gli investimenti sono stati inizialmente di
circa 5-6 miliardi di dollari e vanno incrementandosi.
La responsabilità e supervisione dei Quattro
Progetti è affidata al primo vicepremier
Dmitrij Medvedev, oltre che ai ministri dei
rispettivi settori.
Alla realizzazione dei Progetti è legata la
soluzione del drammatico problema abitativo - casa e relativi servizi con l’obiettivo:
assicurare una regolare ed efficiente erogazione di elettricità, riscaldamento, acqua;
introduzione il gas negli innumerevoli centri, specie non urbani, in cui ancora manca.
La costruzione di strade, ambulatori, ospedali, scuole, centri di ricerca e di innovazione.
Al tempo stesso si dovranno anche costruire
le grandi infrastrutture (autostrade, porti,
nuove linee ferroviarie, dopo il compimento
della linea ad alta velocità Mosca-San
Pietroburgo), conditio sine qua non del
decollo economico e civile del Paese.
Si prevede di dotare di moderne infrastrut-
IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
“Bambini di Russia” e il Progetto Nazionale
Prioritario della Sanità. Saranno costruiti
nel prossimo futuro 23 centri ad alta tecnologia prenatale, mentre a ogni madre sarà
concesso un sussidio per il periodo di maternità pari a circa 23.000 rubli mensili.
Inoltre, per aiutare le famiglie, nel quadro
del Progetto Prioritario per l’Istruzione, è
stato lanciato un piano per la costruzione di
nuovi asili per l’infanzia, dopo che negli
anni Novanta una grande percentuale dei
loro locali erano stati privatizzati e destinati
Il crollo demografico e la politica della
ad altri usi o alla privatizzazione dello stesso
maternità
servizio.
Un rilievo di primissimo piano lo acqui- Infine, la regolamentazione dei flussi immigratori (tra i cinque e i dieci milioni annui)
sta la politica volta a frenare l’allarmante
tendenza – iniziata nei primi anni Novanta diretti in Russia è l’altro modo in cui si
– del crollo demografico. In Russia l’aspetta- chiama il Paese a risolvere il problema
tiva media di vita è attorno ai 59 anni per i
demografi e della carenza della forza di
maschi e ogni anni la popolazione cala di
lavoro.
circa 800-900.000 unità, mentre la mortalità
colpisce in particolare i maschi in età ancora
_Si cerca di contrastare il crollo demografico con un prolavorativa.
gramma, partito nel 2005, di protezione della maternità
Dal 2005 è stato varato un programma di
denominato “Bambini di Russia” e il Progetto Nazionale
incoraggiamento e protezione della materniPrioritario della Sanità
tà tramite il Programma Federale Decennale
Grazia Neri_TASS (2)
ture e servizi le piccole e medie città, paesi e
villaggi (la cui edilizia abitativa pubblica ha
livelli incredibili di arretratezza e fatiscenza), se non intere regioni. In particolare,
quelle che si vanno pericolosamente spopolando, nell’Estremo Oriente e nella Siberia
orientale (1,5 milioni di abitanti in meno
negli anni post-sovietici, con la pressione
dell’emigrazione spontanea cinese).
Ecco, tutto questo è la parte predominante
della “fase due” del “Piano di Putin”.
RUSSIA 1
Investimenti in high tech e
nanotecnologie
Grandi investimenti sono destinati ai settori high tech. Li “cura” (assieme al settore
degli armamenti e dell’aviazione civile) il
primo vicepremier Sergej Ivanov (una dinamica personalità legata strettamente al
Presidente), già ministro della Difesa.
Anch’egli è un pietroburghese (come D.
Medvedev) e proviene, come Putin, dal KGB.
In particolare S. Ivanov “curerà” il settore
delle nanotecnologie1 – per il quale è stato
appositamente creato, lo scorso luglio, l’ente
di stato “Rosnanotekh”. A esso fanno capo
circa 50 istituti di ricerca sotto la supervisione dell’Istituto Kurchatov, celebre nel
mondo per la ricerca nucleare e attualmente
diretto dal fisico pietroburghese Mikhajl
Kovalchuk.
Per il nuovo ente, nel cui CdA siede il giovane oligarca dei metalli pregiati Mikhajl
Prokhorov (che dispone di un capitale di
circa 18 miliardi di dollari e si è impegnato a
investirne una quota in questo avveniristico
settore di ricerca e applicazione) sono stanziati 5 miliardi di dollari.
L’ostacolo della corruzione
Questi sono i progetti, i fondi a essi
destinati. Il problema più difficile – hanno
più volte ribadito Putin e D. Medvedev – è
quello di rendere produttivi i fondi statali
stanziati.
Ebbene, la corruzione – oltre la negligenza e
l’indifferenza (la famigerata khalatnost’
russa: da khalat, ampia, avvolgente vestaglia
da casa maschile all’orientale) di non pochi
chinovniki – centrali e regionali e locali –
ostacolano la realizzazione dei progetti.
Spesso i soldi “si perdono per strada”, una
volta stanziati da Mosca.
Al Congresso di ER (partito che raccoglie
una quota notevole di chinovniki degli apparati locali e centrale) il Presidente ha
ammesso: “La corruzione è divenuto uno dei
più importanti problemi sociali ed economici
del Paese (…) Gli uomini d’affari, gli investitori, qualsiasi persona normale merita la
salvaguardia dei propri diritti legali. Hanno
bisogno di un sistema giudiziario competente e indipendente, di funzionari pubblici e
tutori dell’ordine incorruttibili”.
Putin ha parlato di migliaia di casi giudiziari
Grazia Neri_TASS
IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR
aperti contro rappresentanti di queste due
categorie, di purghe e di radicali mutamenti
di staff. Ha detto che sono state aumentate le
pene per i reati economici e le condotte illegali.
“Eppure” ha commentato “queste misure,
come la semplificazione delle procedure processuali, hanno incrementato invece di diminuire la corruzione. E la situazione non è
cambiata sostanzialmente. Giustamente la
gente dice che non si può risolvere neppure
il più piccolo problema senza pagare una
vzjatka (dal verbo vzjat’, prendere: bustarella, tangente)” (in www.kremlin.ru, 1° ottobre).
La nomina di Zubkov come premier – che ha
all’attivo molte indagini su fatti di riciclaggio e capitali di origine criminale e illecita –
può essere un segno della volontà di Putin di
affrontare il problema che ha lontani radici
storiche antiche (basta leggere il memorabile
libro di Aleksandr Herzen Passato e pensieri
per rendersi conto dell’arbitrarietà e corruzione dei chinovniki russi, specie nella provincia profonda).
Un FBI russo
E per questo potremmo citare la creazione di un nuovo corpo di polizia , forte di
18.000 uomini scelti attraverso una severis60
_Sopra, Putin con Aleksandr Bastrykin, capo della Commissione Investigativa, una sorta di FBI, che formalmente fa parte della Procura Generale, ma in realtà dipende
direttamente dal presidente
sima selezione e al di fuori dei corpi, dai
gruppi e delle consorterie costituite (e spesso
compromesse). Qualcosa di simile – si è
scritto – all’FBI americano.
Si tratta della Commissione Investigativa,
formalmente parte dell’Ufficio della Procura
Generale, in realtà dipendente solo dal
Presidente. È stato chiamato a dirigerla
Aleksandr Bastrykin, classe 1953, pietroburghese. Ha studiato giurisprudenza alla facoltà di Legge dell’Università di Leningrado con
Putin. Già docente universitario, come “criminalista” è autore di un gran numero di
pubblicazioni scientifiche.
Bastrykin ha diretto le indagini sia sull’assassinio (ottobre 2006) della giornalista
Anna Politkovskaja e incriminato per questo
anche un ufficiale dell’FSB. Sia sull’assassinio del primo vicepresidente della Banca
Centrale (settembre 2006), Andrei Kozlov,
artefice di una drastica epurazione nel sistema bancario russo.
Parlando di polizie e di servizi, c’è da segnalare un inusuale, strano articolo apparso il 9
Grazia Neri_TASS
RUSSIA 1
_Il presidente russo presenzia alla solenne cerimonia tenutasi il 30 ottobre a Butovo. Qui, negli anni del Grande
Terrore staliniano furono fucilate e seppellite in fosse comuni oltre 20.000 persone
ottobre sul ben informato quotidiano
“Kommersant”. In esso, il capo del Servizio
Federale Antinarcotici generale Viktor
Cherkesov fa riferimento a una “guerra
sorta nella ‘comunità dei chekisti’ (gli ufficiali dei servizi di sicurezza, FSB) ed esorta a
porvi fine. L’intervento di Cherkesov prendeva spunto dall’arresto del suo “braccio
destro”, il tenente generale Aleksandr
Bulbov, accusato dalla Commissione
Investigativa di abuso d’ufficio e intercettazioni telefoniche illegali.
Bulbov aveva diretto le indagini su un clamoroso e annoso affare di contrabbando su
grande scala (noto come l’”affare Tri Kita”,
Tre Balene, dal nome di un grosso centro
commerciale moscovita implicato).
Esse avevano portato all’incriminazione di
alcuni ufficiali dell’FSB e di funzionari
della Procura generale.
L’episodio è stato subito interpretato come
l’emersione di tendenze contrastanti in seno
ai cosiddetti siloviki , vale a dire gli uomini
dei “servizi” e degli “apparati di forza” che,
secondo molti osservatori e analisti, hanno
finora costituito il maggior supporto di
Putin e dell’Amministrazione presidenziale.
Poi, fino agli inizi di novembre, sul caso è
sceso il silenzio.
Come si è visto, le elezioni di dicembre
hanno avuto uno sfondo estremamente
complesso. Dominato dalla decisione di
Putin di presentarsi alle politiche di dicembre. Lo scopo ci sembra quello di ampliare la
sua sfera di consensi, di azione e di sostegno
oltre i confini del Kremlino. Di andare oltre
il supporto dei siloviki.
Degna di nota ci è apparsa la presenza di
Putin alla solenne cerimonia tenutasi il 30
ottobre nella chiesa di Butovo, sorta vicino a
Mosca tre anni fa, nel territorio di un expoligono militare.
Qui, negli anni del Grande Terrore staliniano (1937-1938) furono fucilate e seppellite
in fosse comuni oltre 20.000 persone arrestate e condannate a morte dalla polizia politica di Stalin (NKVD).
Qui Putin ha pronunciato, alla presenza del
Patriarca Aleksej II e di alcuni parenti delle
vittime, il più forte e impegnativo discorso di
condanna non solo del Terrore staliniano
(“sono stati annientati, mandati nei lager,
torturati centinaia di migliaia, milioni di
uomini – il fior fiore della nazione ”), ma
della “crudeltà che lo ha preceduto: la
Guerra Civile, lo sterminio del clero e di
interi gruppi sociali, come i cosacchi e i contadini kulaki “.
Un segnale che marca nettamente la presa di
distanza dalle eredità del passato sovietico e
il faticoso, arduo compito di rinnovare la
Russia.
1. La nanotecnologia è un ramo recentissimo della ricerca
scientifico-tecnica – iniziata appena mezzo secolo fa
dall’americano Richard Feynman – finalizzato
all’assemblaggio di apparati e congegni microscopici
(misurabili in nanometri, pari a un miliardesimo di metro)
da utilizzare nei campi più diversi: dalla chimica alla fisica
alla medicina all’ingegneria meccanica ed elettronica e in
particolare nel campo energetico. Finora i russi hanno
sviluppato la ricerca soprattutto a livello teorico. Un anno fa
si tenne a San Pietroburgo un convegno internazionale sulle
nanotecnologie e le sue prospettive. “La nanotecnologia”,
ha detto Mikhajl Koval’chuk in una recente intervista, “è la
chiave della de-energizzazione nel prossimo secolo (…) della
de-materializzazione della produzione. Unita alla bionica ha
il potenziale per ridurre l’ammontare di energia che noi
usiamo e il corrispondente spreco” (www.wired.com, 1°
novembre 2007)
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