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Il successore di Putin si chiama Vladimir
I dubbi della vigilia elettorale in Russia riguardavano non il vincitore, ma le dimensioni della vittoria. D’altronde, la presenza di Putin in lista garantiva un 10-15% di voti in più. Il leader del Cremino deve puntare Il successore di Putin si chiama Vladimir RUSSIA 1 di Piero Sinatti alla stabilità e allo sviluppo economico perché il malessere di una parte cospicua della popolazione potrebbe alla lunga creare problemi anche alla sua finora incontrastata leadership e elezioni per il rinnovo della Duma di Stato russa hanno assunto un carattere nuovo e inatteso due mesi prima del voto. Per la prima volta, un presidente di una repubblica fortemente presidenziale ha deciso di presentarsi come capolista di un partito politico (quello di maggioranza, detto anche “Partito del Presidente” ovvero “Partito del Potere”) alle elezioni parlamentari, tre mesi prima della scadenza del suo mandato e delle elezioni presidenziali. La scelta è stata annunciata lo scorso primo di ottobre da Vladimir Vladimirovich Putin (VVP) davanti ai rappresentanti del partito di maggioranza Edinaja Rossija (Russia Unita, ER) riuniti a congresso. Putin ha deciso di capeggiare da solo, al di fuori della tradizionale trojka di candidati, la lista federale di ER, di cui non è membro. Le altre personalità di spicco di quel partito (da Boris Gryzlov, il capo di ER, al sindaco di Mosca Jurij Luzhkov, alla governatrice di San Pietroburgo Valentina Matveenko, al ministro per le Situazioni di emergenza Sergej Shojgu ecc.) hanno capeggiato soltanto le liste regionali. Putin si è presentato come il capo unico, il vozhd’ (condottiero) di un partito fondato nei primi anni Duemila, da lui indicato come il co-protagonista della L 48 RUSSIA 1 stabilizzazione e ripresa della Russia avvenuta nel corso dei due suoi mandati. Grazia Neri_AFP L’annuncio La svolta del 1° ottobre ha avuto un contesto singolare e rivelatore del clima politico I poteri del Presidente secondo del Paese. Al congresso di ER si sono combiCostituzione nati sia i resti di tradizione sovietica – un’oPutin ha compiuto questa scelta inusuale peraia tessile della regione di Ivanovo che dal momento che l’art. 81, comma 3 della invoca Putin perché si presenti al voto per il Costituzione eltsiniana del 1993 vieta tre terzo mandato consecutivo con una “modifimandati consecutivi alla stessa persona. ca tecnica”della Costituzione; sia un’ormai VVP, infatti, si è trovato così di fronte radicata fiducia in Putin come leader cariall’obbligo di rinunciare alla carica di capo smatico, espressa dal vertice e dalla base di effettivo dello stato e alle sue impegnative quel Partito, rappresentata dal decano della consegne: nominare il premier e i ministri facoltà di Medicina dell’Università di dei dicasteri chiave (Interni, Esteri, Difesa, Samara, professor Gennadij Kotel’nikov, il Giustizia, Finanze), il presidente della Banca quale non solo ha esortato il Congresso a Centrale, i capi del Servizio Federale di “chiedere al Presidente di capeggiare la lista Sicurezza (FSB) e del Servizio di intelligence federale del Partito”, ma ha anche auspicato estera (SVR), il Comando supremo delle che VVP “assumesse la carica di premier”. forze armate, i plenipotenziari dei (sette) VVP accettava entrambe le proposte. E il distretti federali; presiedere le riunioni del copione sembrava già scritto, anche se governo; sciogliere la Duma di Stato, indire pochissimi – nello stesso vertice di ER – ne referendum, presentare alla camera bassa erano stati messi a parte. progetti di legge (art. 83 e 84). Secondo il quotidiano “Moskovskij Komsomolets” (MK, 25 ottobre), “il giorno prima dell’inizio del Congresso in ER si discuteva della composizione della trojka della lista federale. Secondo MK, lo stesso Gryzlov avrebbe saputo soltanto poche ore prima dell’apertura del congresso della decisione di Putin di capeggiare la lista di ER”. Secondo questa versione, VVP, in solitudine, avrebbe compiuto questa scelta, evitando modifiche costituzionali e respingendo il coro di quanti invocano una sua terza presidenza. Sia in dimostrazioni svoltesi in numerosissime città russe, sia appelli di intellettuali, artisti e altre figure di spicco (come il famoso regista cinematografico Nikita Mikhalkov) perché Putin possa restare presidente per la terza volta consecutiva. Inoltre, alcuni parlamenti regionali da tempo avevano avanzato le stesse richieste. Il noto politologo Sergej Markov spiega queste pressioni con il fatto che negli ultimi anni le aspettative pubbliche si sono concentrate su Putin, dal momento che “è risultato un presidente di successo con un programma ampiamente supportato. La gente teme che se dopo Putin ci sarà un altro presidente, questo possa rivelarsi un Eltsin o un Gorbaciov”. Il rating di Putin è arrivato fino al 70% - 80 percento. I suoi connazionali non la pensano, su di lui, come i media e gli opinion maker occidentali. 49 IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR ma, se non assoluta, maggioranza parlamentare. In questo caso il mutamento costituzionale (che richiede il consenso di almeno 2/3 della Duma) sarebbe di notevole portata. Il secondo scenario (che ci appare più realistico), ipotizza che il nuovo presidente, eletto nel marzo 2008, dopo un certo periodo di tempo si dimetterebbe per ragioni di salute e il premier – Putin, naturalmente – assumerebbe, secondo quanto prescrive la Costituzione (art. 92, comma 3), la presidenza come “facente funzione” fino alle elezioni presidenziali del 2012, alle quali Putin potrebbe presentarsi senza problemi, giacché la Costituzione vieta il terzo mandato, ma solo se consecutivo rispetto ai primi due. Il primo scenario – nel momento in cui licenziamo queste note non conosciamo i risultati delle politiche di dicembre – sarebbe _Putin ha annunciato la scelta di capeggiare da solo la lista federale di ER, di cui non è membro, lo scorso 1° ottobre davanti ai rappresentanti del partito di maggioranza riuniti a congresso Grazia Neri_TASS Due scenari Tuttavia – come ha commentato un grande giornalista come il direttore di Radio “Ekho Moskvy” Aleksej Venediktov – un fatto è certo: “VVP passerà al suo prossimo lavoro, portandovi tutti i suoi attuali poteri”. Accettando (sia pure condizionalmente, in rapporto all’esito del voto di dicembre) il premierato come “ipotesi realistica”, Putin ha aperto la strada a due scenari che gli consentirebbero di mantenere tutte le sue prerogative. Il primo scenario prevede emendamenti costituzionali in grado di trasferire al premier (i cui poteri sono ora assolutamente limitati, quasi tecnici e principalmente di coordinamento delle attività del governo) le principali prerogative riservate al Presidente. E questi assumerebbe una funzione complessivamente formale (come, per esempio, avviene in Germania e Italia). Da presidenziale il sistema politico-istituzionale russo si trasformerebbe in parlamentare. Con un premier dai poteri simili a quelli del cancelliere della Repubblica federale tedesca, nominato e sostenuto nella Duma da una fortissi- RUSSIA 1 Secondo scenario e nuovo premier, Viktor Zubkov Il secondo scenario sarebbe facilitato dalla nomina, avvenuta a settembre, di un nuovo premier, il sessantacinquenne Viktor Zubkov, laureato in Economia all’Istituto superiore di Agricoltura di Leningrado (San Pietroburgo). Dal 2001 era stato incaricato da Putin di presiedere il Servizio di Stato per il Monitoraggio Finanziario, un organismo incaricato di indagare su capitali, riciclaggi, evasioni fiscali di oligarchi e uomini d’affa- ri. Il che gli ha permesso di accumulare importanti e voluminosi dossier. Si dice che abbia svolto un ruolo non secondario nell’affaire Yukos - Khodorkovskij. Zubkov, già presidente in era sovietica di una fattoria collettiva presso (l’allora) Leningrado, aveva fatto parte negli anni Novanta della “cerchia interna” di Putin, quando l’ex-colonnello del KGB era vicesindaco di San Pietroburgo e dirigeva il Dipartimento del commercio con l’estero. Zubkov è succeduto all’incolore Mikhajl Fradkov, in carica dal 2004. Anche Fradkov era stato fino ad allora un oscuro chinovnik, cui si attribuivano saldi legami con i Servizi di Sicurezza: a ottobre Putin lo ha nominato capo dell’SVR (Servizio di intelligence estera). Ebbene, dopo la nomina del tutto imprevista, Zubkov ha dichiarato immediatamente ai giornalisti che si sarebbe potuto presentare come candidato alla presidenza per le elezioni di marzo 2008. Ed è notevole che stia ricevendo una crescente visibilità mediatica. Appare autorevole e deciso, talvolta autoritario, tratto tipico dei funzionari sovietici. Nei Grazia Neri_TASS facilitato da un risultato elettorale, che si preannuncia ampiamente possibile, che desse a ER i 2/3 dei 450 seggi nella Duma. Politici, analisti e commentatori russi sono concordi nell’affermare che la candidatura di Putin come capolista assoluto di ER dà a questo partito (di maggioranza relativa dopo le precedenti elezioni del 2003) la possibilità di ottenere il 10-15% di voti in più di quelli che avrebbe ricevuto presentandosi senza VVP. In tutto tra il 60% e 70% dei voti secondo i sondaggi fino alla prima decade di novembre. IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR suoi incontri di lavoro con Putin, costantemente “coperti” dai tg, non mostra quell’umile deferenza che contraddistingue tutti o quasi gli interlocutori del Presidente. Rimbrotta i suoi ministri con tono burbero. Chiede a essi (come ai governatori o ai capi di aziende e altri enti che incontra nei suoi frequenti viaggi-ispezioni nell’immensa provincia) cifre e conti precisi, impegni e scadenze da rispettare. Durante una seduta del Consiglio dei ministri ha bruscamente respinto un’interruzione fatta da uno dei più autorevoli primi-vicepremier: il giovane Dmitrij Medvedev, stretto collaboratore di Putin e presidente di Gazprom, considerato fino all’inizio di autunno uno dei due possibili successori di VVP alla presidenza, assieme all’altro primo vicepremier ed ex ministro della Difesa Sergej Ivanov Il fatto è stato evidenziato dal quotidiano russo in lingua inglese “The Moscow Times” (12 ottobre), ma non era sfuggito neppure al nostro monitoraggio quotidiano del maggior tg russo, il “Vremja”. Zubkov, un fedelissimo di Putin, può realisticamente essere il prossimo candidato presidenziale. Una novità merita di essere registrata, in un Paese ancora maschilista come la Russia. Nel rimpasto seguito alla nomina di Zubkov, due giovani donne, dagli eccellenti curricula di studio e professionali, sono state chiamate a presiedere rispettivamente il ministero degli Affari Sociali e della Salute (Tat’jana Golikova) e quello dell’Economia e del Commercio Estero (Elvira Nabjullina). Russia Unita e il “Piano Putin” Veniamo alle elezioni: ER, che ha un milione e mezzo di iscritti ed è presente su tutto il territorio federale, si è presentata al voto con il più alto numero di candidati : 600. Nelle sue file annovera ben 50 governatori (su 89), manager del settore statale, biznesmeny del settore privato, intelligenty, ma anche colletti blu e agricoltori. Ma la sua forza sono soprattutto i chinovniki (cioè pubblici funzionari dei livelli medi e alti delle amministrazioni centrali e locali). L’età media di iscritti e dirigenti è compresa tra i 40 e i 50 anni, ma sono presenti anche molti trentenni desiderosi di far carriera nel (e grazie al) “Partito del Potere”. ER si è presentata al voto con un program52 ma chiamato “seconda fase” del “Piano di Putin”. Questa definizione – ha voluto precisare VVP – non l’ha creata lui, né esiste un “Piano Putin” specifico, contenuto in un documento organico. Si tratta, piuttosto, di un artificio della “tecnologia politica” con cui si definiscono sia le realizzazioni di due presidenze, sia le proposte e i progetti per il futuro contenuti nei messaggi all’assemblea federale degli ultimissimi anni, oltre che in altri atti e interventi pubblici del Presidente. Nella prima fase, il Paese ha raggiunto indubbiamente la stabilità politico-istituzionale, con una forte centralizzazione del potere. Ha iniziato la ripresa economico-sociale, con continui e alti tassi di crescita annuale. È stato battuto il separatismo ceceno e sono stati fatti rientrare disegni iper-autonomistici di alcune regioni e repubbliche, tra cui quelle musulmane del Volga (Tatarstan e Bashkortorstan). Il compito della “seconda fase” è quello di _Sotto, da sinistra, Elvira Nabjullina, ministro dell’Economia e Commercio Estero, e Tat’jana Golikova, Affari Sociali e Salute. In basso il primo ministro Viktor Zubkov RUSSIA 1 _La seconda fase del Piano Putin prevede di incrementare lo sviluppo economico e migliorare gli standard di vita ancora bassi di una parte cospicua di popolazione L’economia nel 2007 Al Congresso di ER Putin ha rivendicato i successi ottenuti quest’anno in economia. E poco più di due settimane dopo (18 ottobre) ha sviluppato questo tema nella sua sesta, annuale prjamaja linija o linea diretta stabilita via TV e Internet tra lui e i suoi connazionali, da Vladivostok a Kaliningrad. Si è trattato di un avvenimento di grande rilievo mediatico in cui i temi dell’economia, delle condizioni sociali e del welfare, degli aumenti dei prezzi hanno tenuto banco in oltre tre ore di risposte del Presidente a una sessantina di domande. Riferendosi ai dati ufficiali più recenti, Putin ha espresso una valutazione positiva, ma non trionfalistica. Nei primi otto mesi dell’anno la crescita del PIL è stata del 7,7% invece del previsto 6,2 percento. Una percentuale – ha precisato il Presidente – da non ascrivere solo ai settori delle materie prime, del petrolio e del gas. Essa “è stata assicurata per due terzi da altri settori, come le costruzioni (un vero boom nel settore, in particolare nel ramo dell’edilizia abitativa, p.s.) , il trasporto, le comunicazioni, il commercio, l’attività d’investimenti”. Grazia Neri_TASS (4) consolidare la stabilità, incrementare lo sviluppo economico e quello tecno-scientifico e culturale del Paese, concentrare le risorse per risolvere i più urgenti problemi economici e sociali del Paese, migliorare gli standard di vita (ancora bassi) di una parte cospicua della popolazione. “Partija dela” – si autodefinisce ER , “partito dell’azione”, “dei fatti”, della “gestione” del Paese. La sua ideologia di partito interclassista coincide con quella di Putin, fa riferimento all’ “unità del Paese” e di tutte le forze che concorrono alla sua crescita economica e al rafforzamento dello Stato. Combina pluralismo politico, culturale e religioso con un patriottismo che rifiuta le spinte sciovinistiche presenti nel Paese e con il centralismo (la verticale del potere, la “democrazia sovrana”) nella gestione dello Stato. Come “partija dela” ER si contrappone ai partiti delle “parole”, della politique politicienne, delle “sterili” contrapposizioni e contrasti. IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR Questi ultimi sono stati del 25% nel capitale fisso. L’indice di disoccupazione è sceso dal 6,5% del 2006 al 5,7% di quest’anno. L’industria di trasformazione resta ancora un settore debole dell’economia, anche se l’indice della crescita è stato del 10 percento. Sono aumentati in termini reali gli stipendi del 14,4% (rispetto al 13,4% dell’anno scorso) e quelli delle pensioni che sono balzate dal 5% di aumento medio nel 2006 a quello del 21% che si formerà grazie agli aumenti che entreranno in vigore a partire da dicembre. Infine tre dati importantissimi. Sono aumentati del 16% gli IDE. Le riserve aureovalutarie accumulate nella Banca centrale ammontano a 424 miliardi di dollari (fine settembre). Un record – ha detto Putin – per l’intera storia della Russia, zarista e sovietica. Sono seconde nel mondo dopo quelle di Cina e Giappone. Ed è arrivato a una cifra attorno ai 150 miliardi di dollari il Fondo di Stabilizzazione (Stabfond) creato del governo russo pochi anni fa per accantonarvi parte delle entrate ricavate dall’export di gas e petrolio in previsione di tempi di magra ovvero di ribasso dei prezzi energetici sul mercato internazionale. Tutto questo esclude i rischi di un default come quello del 1998. 54 Problemi sociali e altri partiti Tuttavia, i problemi da affrontare sono ancora enormi e ampie le zone di malcontento. Nonostante le enormi entrate, favorite dalla congiuntura internazionale dei prezzi crescenti del greggio, e gli aumenti dei redditi reali alla popolazione, il 20-25% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Secondo il leader del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR) Gennadij Zjuganov la percentuale va oltre il 40 percento. La lotta contro la povertà è la più difficile da combattere – ha detto Putin, che ha denunciato i dislivelli di reddito che crescono, invece di diminuire. Tuttavia è stato Putin a introdurre nel 2002 la flat tax (aliquota fissa) sulle persone fisiche: il 13,5% del reddito denunciato. Tanto versano il povero maestro elementare e l’oligarca. Solo partendo dal ristabilimento dell’imposta progressiva sul reddito si può cominciare a parlare di una più equa ridistribuire della ricchezza nazionale, in termini sia di infrastrutture e di servizi destinati alla popolazione, sia in termini di aumenti dei salari ancora insufficienti del settore pubblico (insegnanti, medici, ricercatori, docenti universitari, scienziati) e ancor più delle pensioni. Ma né Putin, né tantomeno ER hanno parlato di questo. Grazia Neri_TASS (3) RUSSIA 1 _Sopra, da sinistra, Gennadij Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa, Nikita Belykh, capo della filo-occidentale SPS e Grigorij Javlinskij, politico colto e onesto che guida il partito “Jabloko” Invece, l’abolizione della flat tax è stata un cavallo di battaglia elettorale del PCFR e del Partito autenticamente liberale e democratico “Jabloko” guidato da un politico colto, preparato e onesto, ma eternamente perdente, come Grigorij Javlinskij. I sondaggi condannano “Jabloko” a una nuova bocciatura, essendo il suo rating sufficiente solo a Mosca e a San Pietroburgo o a Novosibirsk (dove è fortemente rappresentata l’intelligentsija). Javlinskij accusa il regime di Putin di deriva ultra-centralistica e autoritaria. Di essere stato favorito da fattori congiunturali, in assenza di riforme che diano forza alla media e piccola impresa che non decolla. Propone l’imposta progressiva sul reddito e l’incremento della spesa sociale. Si oppone ai processi in corso di “corporatizzazione” statalizzante nei grandi settori (idrocarburi e altre materie prime). Il PCFR e il suo inossidabile leader Zjuganov si sono presentati all’elettorato con un programma che comprende, oltre all’imposta progressiva sul reddito, la (ri)nazionalizzazione dei “settori strategici” dell’economia (energia, materie prime, servizi di base) e lo stanziamento per la spesa sociale di una più ampia quota dello Stabfond. È il solo partito in grado di ottenere una rappresentanza sia pure molto minoritaria e ininfluente nel decision making alla Duma, superando lo sbarramento del 7 percento. Sul fronte di centro-sinistra, si era presentato con un programma di reintroduzione dell’imposta progressiva e di consistenti interventi sociali pubblici il partito Spravledivaja Rossija (SR, Russia Giusta), fondata l’anno scorso e capeggiata dal presidente – nominato da Putin – del Consiglio della Federazione (camera alta) Sergej Mironov, un pietroburghese, legato a Putin sin dagli anni Novanta. SR doveva essere l’ala di centro-sinistra del “Partito del Presidente” da contrapporre al centro-destra costituito da ER (Russia Unita). Nel disegno iniziale ER e SR sarebbero dovute diventare le componenti di un costituendo bipartitismo russo. Ora, pur nato con la benedizione di Putin, il partito SR è stato spiazzato dalla candidatura di VVP in ER. Funzione e rating di SR sono crollate, al pari delle sue chances elettorali. Degli altri partiti in lizza, compreso il sedicente Partito Liberal-Democratico (LDPR), statalista e nazionalista guidato dal tonitruante Vladimir Zhirinovskij, i sondaggi avevano previsto l’impossibilità di superare 55 IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR La Commissione elettorale Presieduta dallo scorso marzo dal pietroburghese Vladimir Churov, 54 anni – diplomato all’Università di Leningrado in Fisica, al lavoro con Putin nella municipalità di San Pietroburgo, la Commissione Elettorale Centrale (TsIK) – ha vigilato sul rispetto di regole e regolamenti nella fasi di presentazione delle liste dei partiti (solo undici sono state ammesse alla fine di ottobre), durante la campagna elettorale e il voto. Per l’ammissione occorrevano 200.000 firme per i partiti non presenti nella Duma uscente o, in loro vece, una cauzione di 60 milioni di rubli da non rimborsare ai partiti che non hanno ottenuto almeno il 3% dei suffragi. Il controllo delle firme ha escluso tre partiti, tra cui quello dei verdi e una nuova formazione nazionalista capeggiata dal noto deputato Sergej Baburin). Oltre ad aver alzato al 7% lo sbarramento, la legge elettorale ha abolito sia le candidature di indipendenti candidati fuori delle liste dei partiti e presentati nei collegi uninominali, sia il voto “contro tutti” ammesso in tutte le passate elezioni. Inoltre, era stato prescritto che nella campagna elettorale (iniziata il 3 novembre) non si facesse uso di accuse e di propaganda “estremistiche”. Ai partiti è stato dato l’accesso gratuito ai canali pubblici TV per un tempo limitato. 56 La TsIK ha ammesso circa 400 osservatori internazionali, invece degli oltre mille richiesti da OSCE, UE e (chissà perché) dagli USA. Welfare e ricostruzione: compiti immani La politica si identifica, per la grande maggioranza dei russi, con l’attività concreta dello Stato, con i provvedimenti del governo che incidono sulla vita quotidiana, sulle sue basi materiali. Molto meno con la dialettica politico-ideologica. O con il multipartitismo occidentale. O, questo è un limite, con le tematiche dei diritti civili e umani. La schiacciante maggioranza delle domande rivolte a Putin durante la “linea diretta” ha toccato i problemi economico-sociali: significativo. In particolare un fatto non poco allarma l’opinione pubblica, Putin e il governo: il forte aumento dei prezzi dei generi alimentari e la crescita dell’inflazione oltre l’indice dell’8% previsto per il 2007, alla cui fine si rischia di arrivare al 10 percento. Le cause della ripresa inflazionistica vanno cercate sia nella congiuntura internazionale (segnata da forti aumenti dei prezzi Grazia Neri_TASS (2) lo sbarramento, anche per la natura di “asso piglia tutto” che ha assunto Russia Unita (ER) grazie alla candidatura di Putin. Condannata all’esclusione appariva l’Unione delle Forze di destra (SPS), invisa per la compromissione dei suoi leader storici (Egor Gajdar, Anatolij Chubais, Boris Nemtsov) con la rovinosa gestione eltsiniana. SPS si è presentata come forza politico filo-occidentale, con un programma liberal-liberista, contrario alle grandi concentrazioni produttive controllate dallo Stato, e all’”autoritarismo” e ipercentralismo del “regime di Putin”. Altrettanto, il Partito agrario (che protegge gli interessi degli agricoltori e delle campagne), e la piccola costellazione di partiti variamente demo-social-patriottici come “Patrioti di Russia” (transfughi del PCFR), “Partito della giustizia”, “Partito democratico di Russia”. E infine, “Forza civile”, che ha agitato il dei diritti civili. RUSSIA 1 di molti prodotti agricoli a cominciare dal grano), sia nell’aumento degli investimenti e della massa monetaria in circolazione. Circostanza che spinge alcuni membri del governo – come il ministro delle Finanze Aleksej Kudrin, promosso nel rimpasto alla carica di primo vicepremier – a chiedere di frenare l’aumento della spesa pubblica e il ricorso a eccessivi prelievi dallo Stabfond per gli investimenti, specie quelli sociali. Eppure gli investimenti pubblici vanno avanti. Soprattutto nel quadro dei Quattro Progetti Nazionali Prioritari lanciati da Putin nel 2005. Si tratta dei primi programmi di investimenti sociali pubblici dalla fine dell’URSS. Essi riguardano l’intervento statale teso a risanare e rilanciare settori sociali vitali come: 1) Sanità, 2) Istruzione e Ricerca, 3) _Stanno aumentando gli investimenti pubblici, i primi dalla fine dell’Urss, per tentare di risolvere i problemi abitativi e quelli generati dal carovita che colpisce le fasce più deboli, come i pensionati Edilizia abitativa pubblica e 4) Agricoltura e campagne. Gli investimenti sono stati inizialmente di circa 5-6 miliardi di dollari e vanno incrementandosi. La responsabilità e supervisione dei Quattro Progetti è affidata al primo vicepremier Dmitrij Medvedev, oltre che ai ministri dei rispettivi settori. Alla realizzazione dei Progetti è legata la soluzione del drammatico problema abitativo - casa e relativi servizi con l’obiettivo: assicurare una regolare ed efficiente erogazione di elettricità, riscaldamento, acqua; introduzione il gas negli innumerevoli centri, specie non urbani, in cui ancora manca. La costruzione di strade, ambulatori, ospedali, scuole, centri di ricerca e di innovazione. Al tempo stesso si dovranno anche costruire le grandi infrastrutture (autostrade, porti, nuove linee ferroviarie, dopo il compimento della linea ad alta velocità Mosca-San Pietroburgo), conditio sine qua non del decollo economico e civile del Paese. Si prevede di dotare di moderne infrastrut- IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR “Bambini di Russia” e il Progetto Nazionale Prioritario della Sanità. Saranno costruiti nel prossimo futuro 23 centri ad alta tecnologia prenatale, mentre a ogni madre sarà concesso un sussidio per il periodo di maternità pari a circa 23.000 rubli mensili. Inoltre, per aiutare le famiglie, nel quadro del Progetto Prioritario per l’Istruzione, è stato lanciato un piano per la costruzione di nuovi asili per l’infanzia, dopo che negli anni Novanta una grande percentuale dei loro locali erano stati privatizzati e destinati Il crollo demografico e la politica della ad altri usi o alla privatizzazione dello stesso maternità servizio. Un rilievo di primissimo piano lo acqui- Infine, la regolamentazione dei flussi immigratori (tra i cinque e i dieci milioni annui) sta la politica volta a frenare l’allarmante tendenza – iniziata nei primi anni Novanta diretti in Russia è l’altro modo in cui si – del crollo demografico. In Russia l’aspetta- chiama il Paese a risolvere il problema tiva media di vita è attorno ai 59 anni per i demografi e della carenza della forza di maschi e ogni anni la popolazione cala di lavoro. circa 800-900.000 unità, mentre la mortalità colpisce in particolare i maschi in età ancora _Si cerca di contrastare il crollo demografico con un prolavorativa. gramma, partito nel 2005, di protezione della maternità Dal 2005 è stato varato un programma di denominato “Bambini di Russia” e il Progetto Nazionale incoraggiamento e protezione della materniPrioritario della Sanità tà tramite il Programma Federale Decennale Grazia Neri_TASS (2) ture e servizi le piccole e medie città, paesi e villaggi (la cui edilizia abitativa pubblica ha livelli incredibili di arretratezza e fatiscenza), se non intere regioni. In particolare, quelle che si vanno pericolosamente spopolando, nell’Estremo Oriente e nella Siberia orientale (1,5 milioni di abitanti in meno negli anni post-sovietici, con la pressione dell’emigrazione spontanea cinese). Ecco, tutto questo è la parte predominante della “fase due” del “Piano di Putin”. RUSSIA 1 Investimenti in high tech e nanotecnologie Grandi investimenti sono destinati ai settori high tech. Li “cura” (assieme al settore degli armamenti e dell’aviazione civile) il primo vicepremier Sergej Ivanov (una dinamica personalità legata strettamente al Presidente), già ministro della Difesa. Anch’egli è un pietroburghese (come D. Medvedev) e proviene, come Putin, dal KGB. In particolare S. Ivanov “curerà” il settore delle nanotecnologie1 – per il quale è stato appositamente creato, lo scorso luglio, l’ente di stato “Rosnanotekh”. A esso fanno capo circa 50 istituti di ricerca sotto la supervisione dell’Istituto Kurchatov, celebre nel mondo per la ricerca nucleare e attualmente diretto dal fisico pietroburghese Mikhajl Kovalchuk. Per il nuovo ente, nel cui CdA siede il giovane oligarca dei metalli pregiati Mikhajl Prokhorov (che dispone di un capitale di circa 18 miliardi di dollari e si è impegnato a investirne una quota in questo avveniristico settore di ricerca e applicazione) sono stanziati 5 miliardi di dollari. L’ostacolo della corruzione Questi sono i progetti, i fondi a essi destinati. Il problema più difficile – hanno più volte ribadito Putin e D. Medvedev – è quello di rendere produttivi i fondi statali stanziati. Ebbene, la corruzione – oltre la negligenza e l’indifferenza (la famigerata khalatnost’ russa: da khalat, ampia, avvolgente vestaglia da casa maschile all’orientale) di non pochi chinovniki – centrali e regionali e locali – ostacolano la realizzazione dei progetti. Spesso i soldi “si perdono per strada”, una volta stanziati da Mosca. Al Congresso di ER (partito che raccoglie una quota notevole di chinovniki degli apparati locali e centrale) il Presidente ha ammesso: “La corruzione è divenuto uno dei più importanti problemi sociali ed economici del Paese (…) Gli uomini d’affari, gli investitori, qualsiasi persona normale merita la salvaguardia dei propri diritti legali. Hanno bisogno di un sistema giudiziario competente e indipendente, di funzionari pubblici e tutori dell’ordine incorruttibili”. Putin ha parlato di migliaia di casi giudiziari Grazia Neri_TASS IL SUCCESSORE DI PUTIN SI CHIAMA VLADIMIR aperti contro rappresentanti di queste due categorie, di purghe e di radicali mutamenti di staff. Ha detto che sono state aumentate le pene per i reati economici e le condotte illegali. “Eppure” ha commentato “queste misure, come la semplificazione delle procedure processuali, hanno incrementato invece di diminuire la corruzione. E la situazione non è cambiata sostanzialmente. Giustamente la gente dice che non si può risolvere neppure il più piccolo problema senza pagare una vzjatka (dal verbo vzjat’, prendere: bustarella, tangente)” (in www.kremlin.ru, 1° ottobre). La nomina di Zubkov come premier – che ha all’attivo molte indagini su fatti di riciclaggio e capitali di origine criminale e illecita – può essere un segno della volontà di Putin di affrontare il problema che ha lontani radici storiche antiche (basta leggere il memorabile libro di Aleksandr Herzen Passato e pensieri per rendersi conto dell’arbitrarietà e corruzione dei chinovniki russi, specie nella provincia profonda). Un FBI russo E per questo potremmo citare la creazione di un nuovo corpo di polizia , forte di 18.000 uomini scelti attraverso una severis60 _Sopra, Putin con Aleksandr Bastrykin, capo della Commissione Investigativa, una sorta di FBI, che formalmente fa parte della Procura Generale, ma in realtà dipende direttamente dal presidente sima selezione e al di fuori dei corpi, dai gruppi e delle consorterie costituite (e spesso compromesse). Qualcosa di simile – si è scritto – all’FBI americano. Si tratta della Commissione Investigativa, formalmente parte dell’Ufficio della Procura Generale, in realtà dipendente solo dal Presidente. È stato chiamato a dirigerla Aleksandr Bastrykin, classe 1953, pietroburghese. Ha studiato giurisprudenza alla facoltà di Legge dell’Università di Leningrado con Putin. Già docente universitario, come “criminalista” è autore di un gran numero di pubblicazioni scientifiche. Bastrykin ha diretto le indagini sia sull’assassinio (ottobre 2006) della giornalista Anna Politkovskaja e incriminato per questo anche un ufficiale dell’FSB. Sia sull’assassinio del primo vicepresidente della Banca Centrale (settembre 2006), Andrei Kozlov, artefice di una drastica epurazione nel sistema bancario russo. Parlando di polizie e di servizi, c’è da segnalare un inusuale, strano articolo apparso il 9 Grazia Neri_TASS RUSSIA 1 _Il presidente russo presenzia alla solenne cerimonia tenutasi il 30 ottobre a Butovo. Qui, negli anni del Grande Terrore staliniano furono fucilate e seppellite in fosse comuni oltre 20.000 persone ottobre sul ben informato quotidiano “Kommersant”. In esso, il capo del Servizio Federale Antinarcotici generale Viktor Cherkesov fa riferimento a una “guerra sorta nella ‘comunità dei chekisti’ (gli ufficiali dei servizi di sicurezza, FSB) ed esorta a porvi fine. L’intervento di Cherkesov prendeva spunto dall’arresto del suo “braccio destro”, il tenente generale Aleksandr Bulbov, accusato dalla Commissione Investigativa di abuso d’ufficio e intercettazioni telefoniche illegali. Bulbov aveva diretto le indagini su un clamoroso e annoso affare di contrabbando su grande scala (noto come l’”affare Tri Kita”, Tre Balene, dal nome di un grosso centro commerciale moscovita implicato). Esse avevano portato all’incriminazione di alcuni ufficiali dell’FSB e di funzionari della Procura generale. L’episodio è stato subito interpretato come l’emersione di tendenze contrastanti in seno ai cosiddetti siloviki , vale a dire gli uomini dei “servizi” e degli “apparati di forza” che, secondo molti osservatori e analisti, hanno finora costituito il maggior supporto di Putin e dell’Amministrazione presidenziale. Poi, fino agli inizi di novembre, sul caso è sceso il silenzio. Come si è visto, le elezioni di dicembre hanno avuto uno sfondo estremamente complesso. Dominato dalla decisione di Putin di presentarsi alle politiche di dicembre. Lo scopo ci sembra quello di ampliare la sua sfera di consensi, di azione e di sostegno oltre i confini del Kremlino. Di andare oltre il supporto dei siloviki. Degna di nota ci è apparsa la presenza di Putin alla solenne cerimonia tenutasi il 30 ottobre nella chiesa di Butovo, sorta vicino a Mosca tre anni fa, nel territorio di un expoligono militare. Qui, negli anni del Grande Terrore staliniano (1937-1938) furono fucilate e seppellite in fosse comuni oltre 20.000 persone arrestate e condannate a morte dalla polizia politica di Stalin (NKVD). Qui Putin ha pronunciato, alla presenza del Patriarca Aleksej II e di alcuni parenti delle vittime, il più forte e impegnativo discorso di condanna non solo del Terrore staliniano (“sono stati annientati, mandati nei lager, torturati centinaia di migliaia, milioni di uomini – il fior fiore della nazione ”), ma della “crudeltà che lo ha preceduto: la Guerra Civile, lo sterminio del clero e di interi gruppi sociali, come i cosacchi e i contadini kulaki “. Un segnale che marca nettamente la presa di distanza dalle eredità del passato sovietico e il faticoso, arduo compito di rinnovare la Russia. 1. La nanotecnologia è un ramo recentissimo della ricerca scientifico-tecnica – iniziata appena mezzo secolo fa dall’americano Richard Feynman – finalizzato all’assemblaggio di apparati e congegni microscopici (misurabili in nanometri, pari a un miliardesimo di metro) da utilizzare nei campi più diversi: dalla chimica alla fisica alla medicina all’ingegneria meccanica ed elettronica e in particolare nel campo energetico. Finora i russi hanno sviluppato la ricerca soprattutto a livello teorico. Un anno fa si tenne a San Pietroburgo un convegno internazionale sulle nanotecnologie e le sue prospettive. “La nanotecnologia”, ha detto Mikhajl Koval’chuk in una recente intervista, “è la chiave della de-energizzazione nel prossimo secolo (…) della de-materializzazione della produzione. Unita alla bionica ha il potenziale per ridurre l’ammontare di energia che noi usiamo e il corrispondente spreco” (www.wired.com, 1° novembre 2007) 61