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Le opzioni / die Option nella letteratura sudtirolese

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Le opzioni / die Option nella letteratura sudtirolese
STORIE
Le opzioni / die Option
nella letteratura sudtirolese
6
di Brigitte Foppa
Storia e letteratura, nazifascismo e letteratura
La mia ricerca è dunque uno sguardo sulla stoe, restringendo ulteriormente, opzioni e lettera- ria o meglio, sul periodo del fascismo, delle optura - ovvero un modo di riflettere su un argo- zioni, del nazionalsocialismo, che diventa sogmento storico da un’angolazione diversa, quella getto letterario. Provo a riassumere in poche paletteraria.
role gli eventi storici che stanno alla base delle
Questo era il progetto di ricerca alla base del- opere letterarie in esame.
la mia tesi di laurea. Fu subito evidente che era
Dopo l’Annessione del Sudtirolo all’Italia nel
necessario limitare il campo, per non perdersi in 1919 e dopo quasi vent’anni di politica di
un ambito eccessivamente vasto e per poter svol- denazionalizzazione portata avanti dal Partito
gere un vero lavoro comparativo. Decisi quindi Nazionale Fascista, nel giugno del 1939 i partners
di concentrare la ricerca sul periodo del fasci- dell’asse Roma-Berlino decidono come soluziosmo-nazionalsocialismo con particolare riguar- ne al problema altoatesino le cosiddette opzioni.
do alle opzioni del ’39 e, sul piano per così dire Consistono nella scelta, per tutti i residenti nella
formale, di considerare solo opere letterarie – di provincia di Bolzano, nelle isole linguistiche tefinzione ed autobiografiche, ma ad esempio non desche e nei comuni mistilingue in provincia di
liriche – e all’interno di queste, solo opere di lin- Trento, Belluno e Udine, fra il mantenimento
gua tedesca (anche se nei prossimi tempi vorrei della cittadinanza italiana con la conseguente
completare la ricerca andando a frugare anche in perdita dei diritti di minoranza, e la cittadinanza
ambito italiano, ma vedremo).
tedesca con la successiva emigrazione in GermaDa questa tesi è poi nato un libro, Schreiben nia.
über Bleiben oder Gehen. Die Option in der
L’atto materiale dell’opzione si svolge tra otSüdtiroler Literatur 1945-2000, (Trento, Editri- tobre e dicembre del 1939, quando, spesso dopo
ce Università degli Studi di Trento, 2003) i cui una lunga e tormentata ricerca della decisione
risultati vorrei sintetizzare nel presente articolo. giusta, i sudtirolesi appongono la loro firma sulMi piacerebbe poi dare, alla fine, qualche idea la scheda rossa per ottenere la cittadinanza
su come si potrebbe presentare l’argomento a germanica o sulla scheda bianca per permanere
scuola, attingendo alla mia stessa esperienza di in patria sotto il regime fascista. Chi non opera
insegnante - che si è conclusa solo poco fa, quan- nessuna scelta resta di fatto cittadino italiano (la
do mi sono trasferita nella ripartizione cultura cosiddetta “opzione grigia”).
tedesca della provincia di Bolzano.
Se all’inizio la popolazione sembra essere
5
compatta nel rifiuto di qualsiasi scelta, dopo pochi giorni una parte cambia orientamento e inizia a organizzare una potentissima propaganda
per l’emigrazione di massa nel Reich. Si tratta
del VKS [Völkischer Kampfring Südtirols, associazione radicale di impronta nazionalsocialista],
che, in accordo con le cerchie direttive di Berlino, promuove la linea dell’emigrazione.
La popolazione si spacca in due e per tanti anni
persisterà la fatale divisione sociale in Geher
(“coloro che vanno”, cioè gli optanti per la Germania, detti anche “Optanten”) e in Dableiber
(“coloro che restano”, cioè gli optanti per l’Italia). La propaganda del VKS, svolta con mezzi
anche non ortodossi come la calunnia, il falso
(fra cui soprattutto la “leggenda siciliana” secondo la quale chi fosse rimasto in Sudtirolo avrebbe subito la deportazione in Sicilia o addirittura
in Abissinia), il ricatto e l’emarginazione sociale
dei non allineati, porta a un risultato finale dell’opzione per la Germania del 87% circa, dato
per cui Himmler ringrazia personalmente il quadro dirigente del VKS.
storiae
Successivamente la vita per i Dableiber si fa
molto difficile, poiché rappresentano una minoranza all’interno della società; negli anni fino alla
fine della guerra subiscono rappresaglie di tutti i
tipi. Nel frattempo i primi optanti lasciano la patria; secondo le direttive dell’accordo italo-tedesco partono per primi i non-proprietari terrieri,
gli operai, gli artigiani, ecc., mentre è più rallentata la partenza dei proprietari terrieri. Entro la
fine del 1942 emigrano ca. 75.000 persone, delle
quali torneranno in patria circa 20.000 – 25.000
persone dopo il 1945.
Nella mia ricerca ho analizzato questo soggetto storico nella sua rappresentazione in letteratura considerando un arco di tempo che va dal
1945 al 2000; non è stato facile identificare i libri sulle opzioni, poiché nessuno finora ne aveva
fatto un inventario esaustivo. Si trattava quindi
di frugare nelle biblioteche - spesso le piccole
biblioteche di paese, dove ho trovato la gran parte dei libri e dove spesso erano orgogliosamente
esposti fra le Tirolensien – e cercare titoli e/o
copertine “sospette”. Alla fine ho trovato ben 25
opere letterarie, fra cui 4 romanzi d’intrattenimento, 10 autobiografie, 3 romanzi o racconti,
1 racconto in versi, 4 opere teatrali e 3 opere miste fra autobiografiche e di finzione, i cui titoli e
l’anno di produzione risultano dalla seguente tabella:
6
5. La patria in valigia, olio su legno, Sesto Pusteria.
6. Gli optanti in partenza.
Anno
Autore
Titolo
Genere
1940
1940
1948
1967
1969
1969
1970(pubbl.1981)
1972(pubbl.1990)
1976
1982
1982
1984
1984
1985
1985
1986
1986
1988
1989
1990
1994
1999
2000
2000
2000
H.Mumelter
J.Raffeiner
L.Trenker
H.Holzmann
C.Gatterer
H.Holzmann
E.Haniel-vonLutterotti
C.vonBraitenberg
J.Zoderer
H.Pircher
W.Amonn
F.Volgger
S.deGiampietro
F.vonBraitenberg
A.Schwings-hackl
A.Bossi-Fedrigotti
W.Acherer
F.Thaler
J.Zoderer
J.Feichtinger
O.Messner
R.Christoforetti
S.deGiampietro
H.Flöss
H.Perting
DasReichimHerzen
KampfumdieHeimat
HeimatausGottesHand
SchwarzeWolken
SchöneWelt,böseLeut
DerHofanderGrenze
DieZeitderGeherundBleiber
UnterschwarzbraunerDiktatur
DasGlückbeimHändewaschen
DiebrennendeLieb’(DerDobleiber)
DieOptionszeiterlebt
MitSüdtirolamScheideweg
DasfalscheOpfer?
SüdtirolerKatzenköpfe
BrennendeLieb
Dolomitensaga
...mitseinemschwerenLeid...
Unvergessen
Wirgingen
St.Valentin
Aberichlebenoch
Rieche,esistdiedeutscheFaust
SieträumtenvonFreiheit
Schnittbögen
DerKranich
racconto
op.teatrale
romanzod’intrattenimento
romanzod’intrattenimento
romanzoautobiografico
op.teatrale
autobiografia
autobiografia
romanzo
op.teatrale
autobiografia
autobiografia
autobiografia
autobiografia
raccontod’intrattenimento
romanzod’intrattenimento
autobiografia
autobiografia
raccontoautobiografico
op.teatrale
autobiografia
autobiografia
romanzoautobiografico
romanzo
raccontoinversi
storiae
7
Non era poco, visto che ero partita dall’ipotesi che non avrei trovato letteratura sulle opzioni (poiché era un argomento tabù nella società
sudtirolese del dopoguerra) e che quindi la mia
vera ricerca sarebbe stata quella di capire i motivi per questa mancanza di testimonianze. E invece continuavo a trovare opere letterarie! Segno
che l’argomento, pur rimosso dalla società, aveva suscitato l’interesse degli scrittori che forse,
con la loro particolare sensibilità, percepivano la
necessità di rendere pubblica la problematica.
Dalla lettura e dal confronto delle opere letterarie sulle opzioni si può arrivare a individuare
le seguenti tappe, secondo le quali l’argomento
si è evoluto fra il 1940 e il 2000.
Le prime opere nascono, sotto il diretto effetto dell’evento opzione, attorno all’anno 1940. Si
tratta del dramma Kampf um die Heimat di Josef
Raffeiner1 e della raccolta di racconti di Hubert
Mumelter, Das Reich im Herzen2 ; i due autori si
differenziano per la diversa posizione assunta
durante le opzioni (Mumelter optò per la Germania, Raffeiner era un fervido difensore della
permanenza in patria) e ciò emerge chiaramente
dalle opere e dalla passionalità con cui viene
esposto l’argomento.
Fra il 1940 e il 1969 il tema delle Opzioni è
pressoché inesistente nella letteratura sudtirolese.
Bisogna tenere presente che in generale si producono poche opere letterarie in questo periodo,
semmai prevale una letteratura paesaggistica e
disimpegnata. I letterati si conformano alla direttiva dell’armonizzazione emessa dalla SVP,
7
8
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8
che tenta di richiudere la dicotomia creatasi con
la spaccatura della popolazione tedesca in seguito alle opzioni, semplicemente rimuovendo l’argomento. In questi anni solo un genere – o un
autore, Luis Trenker3 – si interessa delle opzioni: il romanzo d’intrattenimento. In questo tipo
di romanzi, secondo il principio costitutivo del
conformismo e della semplificazione, le opzioni
hanno perlopiù funzione di sfondo all’intreccio
amoroso. Si assiste però anche al tentativo di
strumentalizzazione del romanzo da parte degli
autori (appunto Trenker e Anton Graf BossiFedrigotti4 ) che cercano di trasmettere al lettore
le loro idee politiche caratterizzate spesso da un
forte conservatorismo, se non da aperta adesione
agli ideali nazionalsocialisti. Il romanzo
d’intrattenimento sulle opzioni resta praticamente
invariato nel corso dei decenni e si dimostra quindi come modello particolarmente statico.
Negli anni settanta alcune punte intellettuali e
sociali riprendono l’argomento in modo del tutto
nuovo: Claus Gatterer (Schöne Welt, böse Leut5 ,
1969) propone un’analisi degli anni di fascismo/
opzione/nazionalsocialismo in chiave ironicoumoristica osservando una piccola porzione di
collettività rappresentata dal piccolo paese e dai
suoi abitanti; Joseph Zoderer (Das Glück beim
Händewaschen6 , 1976) invece mette a fuoco una
dimensione individuale e soggettiva cercando di
ricostruire il processo della perdita di personalità e patria, che avviene durante il nazifascismo,
tramite la storia di un adolescente emigrato con
la sua famiglia nel corso delle Opzioni. In questi
anni sono scritte anche le prime opere esplicitamente autobiografiche (di Ellen Haniel-von
Lutterotti7 e Carl von Braitenberg8 ), che però
saranno pubblicate solo parecchi anni dopo.
Negli anni 80, come ritardata conseguenza del
‘68 e del tentativo di rinnovamento culturale e
politico della generazione giovane degli anni settanta, avviene un grosso dibattito pubblico, fatto
scattare dalle provocatorie affermazioni dell’alpinista Reinhold Messner durante un’intervista
televisiva: Messner parla per la prima volta apertamente di opzione accusando gli Optanten di
aver tradito la loro patria. La discussione di questi anni si svolge in vari ambiti e a più livelli:
dalla diffamazione personale di Messner si passa a un dialogo più incentrato sui fatti storici e
finalmente alla divulgazione di informazioni,
come nella grande esposizione del 1989, 50° anniversario delle opzioni.
fornire informazioni o di legittimare le proprie
posizioni assunte in passato, tentando invece di
privilegiare gli aspetti psicologici, le cause, le
difficoltà interiori a cui porta un evento storico
come le opzioni. Le opere più significative di
questi anni sono il dramma St. Valentin di Josef
Feichtinger16 , il racconto autobiografico di Joseph
Zoderer, Wir gingen17 , e il romanzo Schnittbögen
di Helene Flöss18 .
9
In concomitanza e in correlazione con questo
sviluppo escono parecchi libri, soprattutto autobiografici. Il tabù viene definitivamente infranto
e anzi, le opzioni finiscono per essere un argomento letterario di moda, come risulta anche dalle
copertine delle opere di questa fase, che danno
tutte grande risalto alla presenza dell’argomento. Da queste opere si apre un nuovo, importante
sguardo sul passato, agendo in parallelo all’approccio dell’oral history che negli stessi anni mette al centro della ricerca storica la persona del
testimone e i suoi vissuti quotidiani.
Le autobiografie nel loro insieme aiutano sì a
completare la prospettiva, ma hanno spesso scarso
valore letterario. Inoltre si mantengono in parte
su posizioni alquanto vicine all’apologia nazista.
È da notarsi una forte polarizzazione e una grande somiglianza all’interno delle due correnti principali, costituite grosso modo dai Dableiber
(Walther Amonn 9 , Friedl Volgger 10 , Franz
Thaler11 ) e dai soldati del Terzo Reich che descrivono le loro avventure di guerra (Sepp de
Giampietro12 , Franz von Braitenberg13 , Willy
Acherer14 , Otto Messner15 ), cioè le stesse fazioni dell’ormai lontano 1939.
La letteratura degli anni 90 dimostra comunque che tutto questo lavoro letterario e di
storiografia collettiva è stato utile, poiché viene
prodotta ora una linea letteraria nuova che si avvicina in modo assai più efficace all’elaborazione del passato. Sia nei drammi che nella prosa ci
si discosta in questi anni dallo scopo primario di
A livello di contenuti è evidente una sistematica presenza degli eventi storici in tutte le opere
come logica conseguenza dell’uso del soggetto
storico. Poiché questo si è svolto secondo certe
modalità e queste devono essere riprodotte in letteratura per risultare credibili ed autentiche, una
certa scaletta appare prestabilita. Ciò nonostante
si assiste a un progressivo allargamento dello
spettro tematico nel corso dei decenni. Se le prime opere sono focalizzate sull’Opzione in senso
più stretto, le ultime arrivano a comprendere anche la Prima Guerra Mondiale e, all’altro estremo cronologico, Shoah e denazificazione. In
mezzo sta un tentativo sempre maggiore di penetrare a fondo nella tematica e sicuramente anche di sfruttare aspetti non ancora elaborati dagli
autori precedenti.
Fra i grandi nuclei tematici presenti nelle opere la vita sotto il fascismo riveste un ruolo di primo piano, svolto da diversi punti di vista ma quasi
sempre posto alla base del rifiuto dei sudtirolesi
verso lo Stato italiano e di conseguenza della facile accettazione degli ideali nazionalsocialisti
che esaltano la germanicità. Il discorso sul fascismo dopo le prime espressioni letterarie diventa
abbastanza ripetitivo e risulta essere il meno originale soprattutto per il manifesto vittimismo
spesso esasperato.
Alla fine del processo di fascistizzazione sta
la tragedia dell’opzione, spesso culmine o punto
di scioglimento dell’azione, o comunque episodio di punta dell’intreccio letterario. È sempre
l’opzione ad assegnare il ruolo principale ai protagonisti che dopo il 1939 sono indelebilmente
Optanten o Dableiber. Caratteristica di ogni rappresentazione dell’Opzione, autobiografica, di
finzione, storiografica o anche orale, nei racconti dei contemporanei, è la perdita di solidarietà
sociale che si verifica in questo difficile momento. Da una popolazione che ha resistito passivamente, ma in modo compatto all’italianizzazione
forzata da parte del fascismo, questo processo viene vissuto in modo assolutamente traumatico e
così trova forte riscontro in letteratura. Quindi si
pone molta enfasi sulla persecuzione interna alla
società, sulle vendette e sui ricatti reciproci. Si
ha una doppia scala di conflitti: quelli al di fuori
dell’individuo, a livello sociale, e quella ancora
più difficile, interna al singolo, che vede la per-
7-9. Copertine di libri dedicati alle opzioni.
storiae
9
sona in preda a dubbi irrisolvibili. Infatti è questo il vero dilemma delle opzioni: che in ogni
partecipante resta l’impressione di aver sbagliato decisione, qualunque essa sia stata.
Un altro filone narrativo importante è costituito dal racconto degli anni di guerra, svolto sia
dalla prospettiva dei soldati al fronte che da quella
degli internati nei campi di concentramento e
anche, in anni più recenti, dei civili rimasti a casa
a subire le conseguenze di occupazione e guerra
aerea.
Molto ambigua resta la tematica dell’emigrazione, cioè il racconto di quelle persone che hanno optato per la Germania e hanno effettivamente seguito il richiamo del Führer. A lungo considerati gli elementi più deboli e disdicevoli, subiscono un generale rifiuto nella società e anche
nella letteratura altoatesina, proprio perché sono
la manifestazione di un’adesione al Nazionalsocialismo che non vuol essere ammessa né
tantomeno discussa. Sono curiosamente proprio
gli autori più progressisti o di sinistra ad infrangere il tabù che ricopre in modo particolare gli
emigranti cercando di mettere in evidenza le necessità economiche, la povertà estrema, l’insicurezza e la limitatezza politica che spesso stanno
alla base della loro decisione.
Così il dibattito si arricchisce e dopo tutte le
testimonianze si scopre che non ha senso una facile classificazione in buoni e cattivi, in chi ha la
ragione dalla sua parte e chi no. Alla fine però ci
si può interrogare sulle proprie responsabilità,
perché la letteratura mostra che il ruolo del singolo nella storia è molto più rilevante di quanto a
volte fa comodo credere. I testi sull’opzione del
Sudtirolo evidenziano che l’acquisizione della
storia da parte della collettività avviene attraverso l’informazione, la discussione, e anche attraverso le storie raccontate e scritte.
Come quindi far acquisire questa storia ai ragazzi?
Siccome penso che il grande pregio e la grande utilità sociale della letteratura stia proprio nel
fatto che riesce a trasmettere “la storia” molto da
vicino e spesso andando a colpire direttamente
la nostra sfera emotiva, si può tentare di far parlare gli autori stessi, magari con una lettura in
10
10
storiae
11
12
13
classe delle opere più significative oppure, probabilmente con un successo più immediato, organizzando incontri con gli autori ancora viventi.
Consiglierei anzitutto la lettura di Unvergessen
di Franz Thaler, un testo di facile accesso, sia dal
punto di vista linguistico - per la sua semplicità
– che da quello emotivo – per la limpidità del
racconto e l’empatia che riesce a suscitare nei
lettori, soprattutto con la narrazione del periodo
trascorso a Dachau.
Ma anche leggere, anche solo in stralci, Schöne
Welt, böse Leut di Claus Gatterer (disponibile
anche in traduzione italiana, edita da Praxis 319 )
dovrebbe essere d’obbligo nelle scuole altoatesine, se si vuole portare i giovani a una vera
comprensione della propria storia. Oltretutto il
romanzo è molto divertente e sotto la sua faccia
per così dire umoristica mantiene una densità narrativa ed etica decisamente notevole. Per le insegnanti questo libro ha poi il vantaggio di essere
forse fra i più studiati dai germanisti (insieme a
Das Glück beim Händewaschen di Joseph
Zoderer) e c’è quindi a disposizione una discreta
14
letteratura scientifica che aiuta nell’interpretazione20 .
Sicuramente molti insegnanti hanno ottenuto
ottimi risultati con esperienze teatrali coi ragazzi: teatro significa lavorare sui testi in maniera
“fisica”, viverli e adattare la propria personalità
al testo e viceversa. Anche il testo di Gatterer, o
perlomeno certe scene, sono pensabili per una
drammatizzazione, visto il carattere vivace della
lingua e la forte presenza di dialoghi. Tra l’altro
in Bel paese brutta gente si trova una riflessione
sulla lingua di grande sensibilità ed attualità e gli
alunni apprezzeranno lo spirito brillante dell’analisi.
Ci sono poi i testi teatrali veri e propri, fra
cui alcuni di scarso valore letterario. Altri invece sono pensabili per un’elaborazione in classe:
Kampf um die Heimat di Josef Raffeiner è un
testo abbastanza schematico, che alla lettura al
giorno d’oggi appare eccessivamente “didattico” e apertamente ideologico. Ciò che è forse
un difetto nell’analisi letteraria può però rivelarsi come pregio per una lettura/rielaborazione
con studenti, sia perché le esternazioni sono
esplicite e quindi afferrabili direttamente da tutti,
sia perché si offre per un riadattamento drammatico e quindi i ragazzi possono metterci mano
con probabile successo. Va ricordato che il testo
è stato messo in scena dal regista meranese Klaus
Rainer nel 1984 con un intervento deciso sul
testo originale. Un testo più rappresentabile senza grosse modifiche è invece St. Valentin di Josef
Feichtinger, peraltro già messo in scena in italiano dalla Filodrammatici di Laives. È una di
quelle opere che va oltre lo stretto orizzonte
sudtirolese, poiché tratta il destino degli emigranti nel Reich e le paure, la tentazione della
collaborazione, il sistema capillare di spie all’interno della società e infine anche la miseria
e la minaccia dei bombardamenti aerei. Con il
suo realismo diretto e le striature di umorismo
amaro quest’opera è di facile accesso e comprensione e gli alunni più svegli potranno scavare nei vari livelli, anche linguistici, del testo.
Se non c’è tempo per letture integrali si possono selezionare brani dai vari romanzi e confrontarli tra loro. Di particolare interesse in questo senso sono le autobiografie degli anni 80 in
cui gli autori spesso difendono con grande schiettezza le decisioni prese nel 1939, esponendo le
loro motivazioni che da qui diventano tangibili
anche per i lettori e le lettrici giovani di oggi.
Un concentrato delle posizioni filonaziste ovviamente si trova nelle poesie di quegli autori che
inneggiavano al Führer e che prendevano le opzioni come spunto per affermare liricamente la
propria ammirazione per Hitler:
Warum wir gehen. (Erich Kofler)21
Es war nicht Feigheit, als wir uns ergaben
Und für das Schwert den Pflug uns
eingetauscht!
In neuem Boden soll er Furchen graben,
bis goldnes Korn auf freiem Acker rauscht.
Wir haben nicht das Heimatland verraten,
auf dem der Ahn die freie Fahne schwang:
Uns rief das Schicksal auf zu neuen Taten,
da uns das Blut zur tiefsten Treue zwang.
Aus engem Kreise sind wir ausgetreten
Und brachen in des Volkes Ewigkeit
Mit gläubigem Herzen, krafterfülltem Beten:
Herr, laß uns Deutsche sein in alle Zeit!
Laß uns den Pflug zum arbeitsfrohen Frieden,
laß uns den Pflug, wir ackern deutsche Erd.
Doch müßten wir zum Schwert ihn wieder
schmieden,
dann gib uns Kraft zu schützen Haus und Herd!
Qui si descrivono gli optanti come soldati del
Reich che hanno scambiato volentieri l’arma con
l’aratro per preparare i nuovi campi dello stato
nazista in espansione. Interessante sono non solo
le anafore che esortano all’abbandono della patria, ma anche le coppie allitteranti molto significative come Boden-Blut o Furchen-freie Fahne.
15
10, 14. La patria in valigia, olio su legno, Sesto Pusteria.
11-13. Immagini degli optanti in partenza.
15. “Il primo pasto nel territorio del Reich”.
storiae
11
Ma anche negli anni 50 un certo lessico è ancora
ben presente in letteratura e soprattutto in lirica e
questa continuità sarà possibilmente fonte di riflessione in classe: ne riporto l’esempio di Joseph
Georg Oberkofler (autore a cui doveva essere intitolata una scuola media della Valle Aurina!):
dal volume di poesie Nie stirbt das Land di Joseph
Georg Oberkofler (1952)
Wir lassen nicht von der Scholle ab,
Sie reift das Korn, schirmt unser Grab.
(...)
Viel Not und Sturm hat uns umbraust.
Wir bleiben. Wir haben Bauernfaust. 22
Wir sind bereit, mit unserm Blut
Zu schirmen Erb und Ahnengut.
Wir sind bereit.
Wir geben nichts in fremde Hand.23
Ci tengo a segnalare che certe frasi nei libri
degli ex soldati della Wehrmacht, scritti negli anni
80 o anche dopo, ribadiscono gli stessi concetti
a oltre 40 anni di distanza dai fatti – viva testimonianza di un filonazismo mai superato presente nella società sudtirolese probabilmente fino
ai nostri giorni24 .
Riuscire a far discutere gli alunni su questa
eredità significa fare un passo notevole verso
quell’elaborazione del passato che, parafrasando un motto che Franz Thaler riporta nel suo
Unvergessen25 , ci porta a “non doverlo rivivere
un’altra volta”.
16
16. Immagini della propaganda contro il confine al Brennero.
Note
1
RAFFEINER, J OSEF, Kampf um die Heimat. Ein trauriges
Volksstück in 4 Aufzügen, dattiloscritto, 1940 ca.
2
MU M E LTER, HUBERT, Das Reich im Herzen. Erzählungen,
Innsbruck, NS.-Gauverlag Tirol-Vorarlberg, 1941.
3
Il famoso regista -scrittore dedica due romanzi all’argomento
delle opzioni: Heimat aus Gottes Hand. Roman, Hamburg,
Mosaik Verlag, 1960 e Sohn ohne Heimat, Hamburg, Rütten
& Loening, 1960.
4
BOSSI FEDRIGOTTI, Graf Anton, Dolomitensaga. Roman,
Wien, München, Amalthea Verlag, 1986
12
storiae
5
GATTERER, C LAUS, Schöne Welt, böse Leut. Kindheit in
Südtirol, Wien, Zürich, Europaverlag, 1982 (prima edizione
presso il Verlag Fritz Molden, Wien, 1969)
6
ZODERER, JOSEPH, Das Glück beim Händewaschen. Roman,
München, Wien, Carl Hanser Verlag, 1982 (prima edizione
1976).
7
H A N I E L - V . L U T T E R O T T I , Ellen, Südtirol 1939-1945.
Erinnerungen an die Zeit der “Geher” und “Bleiber”,
Bozen, dattiloscritto, 1981.
8
V . BRAITENBERG, CARL, Unter schwarzbrauner Diktatur.
Erinnerungen eines Familienvaters, Schlanders, Arunda 27,
1990.
9
A M O N N , W A LT H E R , Die Optionszeit erlebt, B o z e n ,
Eigenverlag, 1982.
10
V OLGGER, FRIEDL, Mit Südtirol am Scheideweg. Erlebte
Geschichte, Innsbruck, Haymon, 1984.
11
T H A L E R , F R A N Z , Unvergessen. Option, KZ-Dachau,
Kriegsgefangenschaft, Heimkehr: Ein Sarner erzählt,
Sonderdruck der Kulturzeitschrift „Sturzflüge“, Nr. 25,
November 1988.
12
DE GIAMPIETRO, SEPP, Das falsche Opfer? Ein Südtiroler (in
der Division Brandenburg) zwischen seinem Gewissen und
der Achse Berlin-Rom, Graz, Stuttgart, Leopold Stocker
Verlag, 1984.
13
V. BRAITENBERG, FRANZ, Südtiroler Katzenköpfe. Erlebtes
1914 – 1984. dattiloscritto, Bozen, 1985.
14
A CHERER, WILLY , ...mit seinem schweren Leid...Jugendbekenntnis eines Südtirolers. Begleitwort von Karl Felderer,
Brixen, Eigenverlag, 1986.
15
MESSNER, OTTO, Aber ich lebe noch. Ein Südtiroler zwischen
Faschismus und Nationalsozialismus, Bozen, Athesia, 1994.
16
F E I C H T I N G E R , J OSEF , Sankt Valentin. Szenen aus dem
Südtiroler Exil. Ein Theaterstück, Bozen, Athesia, 1990.
17
Z ODERER, J OSEPH, Wir gingen, in: M ESSNER , R EINHOLD
(Hrsg.), Die Option. 1939 stimmten 86% der Südtiroler für
das Aufgeben ihrer Heimat. Warum? Ein Lehrstück in
Zeitgeschichte, München, Zürich, Piper, 1989, p. 195-212.
18
FLÖSS, HELENE, Schnittbögen. Roman, Innsbruck, Haymon,
2000.
19
GATTERER, CLAUS, Bel paese brutta gente. Romanzo autobiografico dentro le tensioni di una regione europea di confine, Bolzano, Praxis 3, prima edizione italiana 1989.
20
Ad esempio: COSTAZZA, A LESSANDRO, “«I sudtirolesi non
avevano niente da dire di sé stessi» la rielaborazione del passato fascista e nazionalsocialista nella letteratura sudtirolese
degli anni cinquanta e sessanta”, in: Archivio trentino di storia contemporanea, anno 1996, Nr. 2, p. 45-67; S URIANO,
K ATIA, Der Südtiroler ethnische Konflikt in der Literatur,
Innsbruck, Diplomarbeit, 1998; COSTAZZA, A LESSANDRO, Der
Bildungsroman eines Historikers: Geschichte und
Geschichten in Claus Gatterers “Schöne Welt, böse Leut”,
in: Cercignani, Fausto (a cura di), Studia theodisca X, 2003,
p.165-220.
21
In: sturzflüge 29/30 (1989), Sondernummer “Südtirol 19391945. Option, Umsiedlung, widerstand“, p.149.
22
OBERKOFLER, JOSEPH GEORG, Nie stirbt das Land. Gedichte,
Wien, Kremayr und Scheriau, 1953, p. 75.
23
Ibd., p.94.
24
Particolarmente schietti nelle loro posizioni sono A CHERER
W ILLY , ...mit seinem schweren Leid..., VON BRAITENBERG
FRANZ, Südtiroler Katzenköpfe, e, in tempi ancora più recenti, DE GIAMPIETRO SEPP, Sie träumten von Freiheit. Verratene
Jugend zwischen Liktorenbündel und Hakenkreuz, Bozen,
Athesia, 2000.
25
TH A L E R , F R A N Z , Unvergessen, p.190: Wer sich des
Vergangenen nicht erinnert, ist dazu verurteilt, es noch
einmal zu erleben.
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