Le opzioni / die Option nella letteratura sudtirolese
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Le opzioni / die Option nella letteratura sudtirolese
STORIE Le opzioni / die Option nella letteratura sudtirolese 6 di Brigitte Foppa Storia e letteratura, nazifascismo e letteratura La mia ricerca è dunque uno sguardo sulla stoe, restringendo ulteriormente, opzioni e lettera- ria o meglio, sul periodo del fascismo, delle optura - ovvero un modo di riflettere su un argo- zioni, del nazionalsocialismo, che diventa sogmento storico da un’angolazione diversa, quella getto letterario. Provo a riassumere in poche paletteraria. role gli eventi storici che stanno alla base delle Questo era il progetto di ricerca alla base del- opere letterarie in esame. la mia tesi di laurea. Fu subito evidente che era Dopo l’Annessione del Sudtirolo all’Italia nel necessario limitare il campo, per non perdersi in 1919 e dopo quasi vent’anni di politica di un ambito eccessivamente vasto e per poter svol- denazionalizzazione portata avanti dal Partito gere un vero lavoro comparativo. Decisi quindi Nazionale Fascista, nel giugno del 1939 i partners di concentrare la ricerca sul periodo del fasci- dell’asse Roma-Berlino decidono come soluziosmo-nazionalsocialismo con particolare riguar- ne al problema altoatesino le cosiddette opzioni. do alle opzioni del ’39 e, sul piano per così dire Consistono nella scelta, per tutti i residenti nella formale, di considerare solo opere letterarie – di provincia di Bolzano, nelle isole linguistiche tefinzione ed autobiografiche, ma ad esempio non desche e nei comuni mistilingue in provincia di liriche – e all’interno di queste, solo opere di lin- Trento, Belluno e Udine, fra il mantenimento gua tedesca (anche se nei prossimi tempi vorrei della cittadinanza italiana con la conseguente completare la ricerca andando a frugare anche in perdita dei diritti di minoranza, e la cittadinanza ambito italiano, ma vedremo). tedesca con la successiva emigrazione in GermaDa questa tesi è poi nato un libro, Schreiben nia. über Bleiben oder Gehen. Die Option in der L’atto materiale dell’opzione si svolge tra otSüdtiroler Literatur 1945-2000, (Trento, Editri- tobre e dicembre del 1939, quando, spesso dopo ce Università degli Studi di Trento, 2003) i cui una lunga e tormentata ricerca della decisione risultati vorrei sintetizzare nel presente articolo. giusta, i sudtirolesi appongono la loro firma sulMi piacerebbe poi dare, alla fine, qualche idea la scheda rossa per ottenere la cittadinanza su come si potrebbe presentare l’argomento a germanica o sulla scheda bianca per permanere scuola, attingendo alla mia stessa esperienza di in patria sotto il regime fascista. Chi non opera insegnante - che si è conclusa solo poco fa, quan- nessuna scelta resta di fatto cittadino italiano (la do mi sono trasferita nella ripartizione cultura cosiddetta “opzione grigia”). tedesca della provincia di Bolzano. Se all’inizio la popolazione sembra essere 5 compatta nel rifiuto di qualsiasi scelta, dopo pochi giorni una parte cambia orientamento e inizia a organizzare una potentissima propaganda per l’emigrazione di massa nel Reich. Si tratta del VKS [Völkischer Kampfring Südtirols, associazione radicale di impronta nazionalsocialista], che, in accordo con le cerchie direttive di Berlino, promuove la linea dell’emigrazione. La popolazione si spacca in due e per tanti anni persisterà la fatale divisione sociale in Geher (“coloro che vanno”, cioè gli optanti per la Germania, detti anche “Optanten”) e in Dableiber (“coloro che restano”, cioè gli optanti per l’Italia). La propaganda del VKS, svolta con mezzi anche non ortodossi come la calunnia, il falso (fra cui soprattutto la “leggenda siciliana” secondo la quale chi fosse rimasto in Sudtirolo avrebbe subito la deportazione in Sicilia o addirittura in Abissinia), il ricatto e l’emarginazione sociale dei non allineati, porta a un risultato finale dell’opzione per la Germania del 87% circa, dato per cui Himmler ringrazia personalmente il quadro dirigente del VKS. storiae Successivamente la vita per i Dableiber si fa molto difficile, poiché rappresentano una minoranza all’interno della società; negli anni fino alla fine della guerra subiscono rappresaglie di tutti i tipi. Nel frattempo i primi optanti lasciano la patria; secondo le direttive dell’accordo italo-tedesco partono per primi i non-proprietari terrieri, gli operai, gli artigiani, ecc., mentre è più rallentata la partenza dei proprietari terrieri. Entro la fine del 1942 emigrano ca. 75.000 persone, delle quali torneranno in patria circa 20.000 – 25.000 persone dopo il 1945. Nella mia ricerca ho analizzato questo soggetto storico nella sua rappresentazione in letteratura considerando un arco di tempo che va dal 1945 al 2000; non è stato facile identificare i libri sulle opzioni, poiché nessuno finora ne aveva fatto un inventario esaustivo. Si trattava quindi di frugare nelle biblioteche - spesso le piccole biblioteche di paese, dove ho trovato la gran parte dei libri e dove spesso erano orgogliosamente esposti fra le Tirolensien – e cercare titoli e/o copertine “sospette”. Alla fine ho trovato ben 25 opere letterarie, fra cui 4 romanzi d’intrattenimento, 10 autobiografie, 3 romanzi o racconti, 1 racconto in versi, 4 opere teatrali e 3 opere miste fra autobiografiche e di finzione, i cui titoli e l’anno di produzione risultano dalla seguente tabella: 6 5. La patria in valigia, olio su legno, Sesto Pusteria. 6. Gli optanti in partenza. Anno Autore Titolo Genere 1940 1940 1948 1967 1969 1969 1970(pubbl.1981) 1972(pubbl.1990) 1976 1982 1982 1984 1984 1985 1985 1986 1986 1988 1989 1990 1994 1999 2000 2000 2000 H.Mumelter J.Raffeiner L.Trenker H.Holzmann C.Gatterer H.Holzmann E.Haniel-vonLutterotti C.vonBraitenberg J.Zoderer H.Pircher W.Amonn F.Volgger S.deGiampietro F.vonBraitenberg A.Schwings-hackl A.Bossi-Fedrigotti W.Acherer F.Thaler J.Zoderer J.Feichtinger O.Messner R.Christoforetti S.deGiampietro H.Flöss H.Perting DasReichimHerzen KampfumdieHeimat HeimatausGottesHand SchwarzeWolken SchöneWelt,böseLeut DerHofanderGrenze DieZeitderGeherundBleiber UnterschwarzbraunerDiktatur DasGlückbeimHändewaschen DiebrennendeLieb’(DerDobleiber) DieOptionszeiterlebt MitSüdtirolamScheideweg DasfalscheOpfer? SüdtirolerKatzenköpfe BrennendeLieb Dolomitensaga ...mitseinemschwerenLeid... Unvergessen Wirgingen St.Valentin Aberichlebenoch Rieche,esistdiedeutscheFaust SieträumtenvonFreiheit Schnittbögen DerKranich racconto op.teatrale romanzod’intrattenimento romanzod’intrattenimento romanzoautobiografico op.teatrale autobiografia autobiografia romanzo op.teatrale autobiografia autobiografia autobiografia autobiografia raccontod’intrattenimento romanzod’intrattenimento autobiografia autobiografia raccontoautobiografico op.teatrale autobiografia autobiografia romanzoautobiografico romanzo raccontoinversi storiae 7 Non era poco, visto che ero partita dall’ipotesi che non avrei trovato letteratura sulle opzioni (poiché era un argomento tabù nella società sudtirolese del dopoguerra) e che quindi la mia vera ricerca sarebbe stata quella di capire i motivi per questa mancanza di testimonianze. E invece continuavo a trovare opere letterarie! Segno che l’argomento, pur rimosso dalla società, aveva suscitato l’interesse degli scrittori che forse, con la loro particolare sensibilità, percepivano la necessità di rendere pubblica la problematica. Dalla lettura e dal confronto delle opere letterarie sulle opzioni si può arrivare a individuare le seguenti tappe, secondo le quali l’argomento si è evoluto fra il 1940 e il 2000. Le prime opere nascono, sotto il diretto effetto dell’evento opzione, attorno all’anno 1940. Si tratta del dramma Kampf um die Heimat di Josef Raffeiner1 e della raccolta di racconti di Hubert Mumelter, Das Reich im Herzen2 ; i due autori si differenziano per la diversa posizione assunta durante le opzioni (Mumelter optò per la Germania, Raffeiner era un fervido difensore della permanenza in patria) e ciò emerge chiaramente dalle opere e dalla passionalità con cui viene esposto l’argomento. Fra il 1940 e il 1969 il tema delle Opzioni è pressoché inesistente nella letteratura sudtirolese. Bisogna tenere presente che in generale si producono poche opere letterarie in questo periodo, semmai prevale una letteratura paesaggistica e disimpegnata. I letterati si conformano alla direttiva dell’armonizzazione emessa dalla SVP, 7 8 storiae 8 che tenta di richiudere la dicotomia creatasi con la spaccatura della popolazione tedesca in seguito alle opzioni, semplicemente rimuovendo l’argomento. In questi anni solo un genere – o un autore, Luis Trenker3 – si interessa delle opzioni: il romanzo d’intrattenimento. In questo tipo di romanzi, secondo il principio costitutivo del conformismo e della semplificazione, le opzioni hanno perlopiù funzione di sfondo all’intreccio amoroso. Si assiste però anche al tentativo di strumentalizzazione del romanzo da parte degli autori (appunto Trenker e Anton Graf BossiFedrigotti4 ) che cercano di trasmettere al lettore le loro idee politiche caratterizzate spesso da un forte conservatorismo, se non da aperta adesione agli ideali nazionalsocialisti. Il romanzo d’intrattenimento sulle opzioni resta praticamente invariato nel corso dei decenni e si dimostra quindi come modello particolarmente statico. Negli anni settanta alcune punte intellettuali e sociali riprendono l’argomento in modo del tutto nuovo: Claus Gatterer (Schöne Welt, böse Leut5 , 1969) propone un’analisi degli anni di fascismo/ opzione/nazionalsocialismo in chiave ironicoumoristica osservando una piccola porzione di collettività rappresentata dal piccolo paese e dai suoi abitanti; Joseph Zoderer (Das Glück beim Händewaschen6 , 1976) invece mette a fuoco una dimensione individuale e soggettiva cercando di ricostruire il processo della perdita di personalità e patria, che avviene durante il nazifascismo, tramite la storia di un adolescente emigrato con la sua famiglia nel corso delle Opzioni. In questi anni sono scritte anche le prime opere esplicitamente autobiografiche (di Ellen Haniel-von Lutterotti7 e Carl von Braitenberg8 ), che però saranno pubblicate solo parecchi anni dopo. Negli anni 80, come ritardata conseguenza del ‘68 e del tentativo di rinnovamento culturale e politico della generazione giovane degli anni settanta, avviene un grosso dibattito pubblico, fatto scattare dalle provocatorie affermazioni dell’alpinista Reinhold Messner durante un’intervista televisiva: Messner parla per la prima volta apertamente di opzione accusando gli Optanten di aver tradito la loro patria. La discussione di questi anni si svolge in vari ambiti e a più livelli: dalla diffamazione personale di Messner si passa a un dialogo più incentrato sui fatti storici e finalmente alla divulgazione di informazioni, come nella grande esposizione del 1989, 50° anniversario delle opzioni. fornire informazioni o di legittimare le proprie posizioni assunte in passato, tentando invece di privilegiare gli aspetti psicologici, le cause, le difficoltà interiori a cui porta un evento storico come le opzioni. Le opere più significative di questi anni sono il dramma St. Valentin di Josef Feichtinger16 , il racconto autobiografico di Joseph Zoderer, Wir gingen17 , e il romanzo Schnittbögen di Helene Flöss18 . 9 In concomitanza e in correlazione con questo sviluppo escono parecchi libri, soprattutto autobiografici. Il tabù viene definitivamente infranto e anzi, le opzioni finiscono per essere un argomento letterario di moda, come risulta anche dalle copertine delle opere di questa fase, che danno tutte grande risalto alla presenza dell’argomento. Da queste opere si apre un nuovo, importante sguardo sul passato, agendo in parallelo all’approccio dell’oral history che negli stessi anni mette al centro della ricerca storica la persona del testimone e i suoi vissuti quotidiani. Le autobiografie nel loro insieme aiutano sì a completare la prospettiva, ma hanno spesso scarso valore letterario. Inoltre si mantengono in parte su posizioni alquanto vicine all’apologia nazista. È da notarsi una forte polarizzazione e una grande somiglianza all’interno delle due correnti principali, costituite grosso modo dai Dableiber (Walther Amonn 9 , Friedl Volgger 10 , Franz Thaler11 ) e dai soldati del Terzo Reich che descrivono le loro avventure di guerra (Sepp de Giampietro12 , Franz von Braitenberg13 , Willy Acherer14 , Otto Messner15 ), cioè le stesse fazioni dell’ormai lontano 1939. La letteratura degli anni 90 dimostra comunque che tutto questo lavoro letterario e di storiografia collettiva è stato utile, poiché viene prodotta ora una linea letteraria nuova che si avvicina in modo assai più efficace all’elaborazione del passato. Sia nei drammi che nella prosa ci si discosta in questi anni dallo scopo primario di A livello di contenuti è evidente una sistematica presenza degli eventi storici in tutte le opere come logica conseguenza dell’uso del soggetto storico. Poiché questo si è svolto secondo certe modalità e queste devono essere riprodotte in letteratura per risultare credibili ed autentiche, una certa scaletta appare prestabilita. Ciò nonostante si assiste a un progressivo allargamento dello spettro tematico nel corso dei decenni. Se le prime opere sono focalizzate sull’Opzione in senso più stretto, le ultime arrivano a comprendere anche la Prima Guerra Mondiale e, all’altro estremo cronologico, Shoah e denazificazione. In mezzo sta un tentativo sempre maggiore di penetrare a fondo nella tematica e sicuramente anche di sfruttare aspetti non ancora elaborati dagli autori precedenti. Fra i grandi nuclei tematici presenti nelle opere la vita sotto il fascismo riveste un ruolo di primo piano, svolto da diversi punti di vista ma quasi sempre posto alla base del rifiuto dei sudtirolesi verso lo Stato italiano e di conseguenza della facile accettazione degli ideali nazionalsocialisti che esaltano la germanicità. Il discorso sul fascismo dopo le prime espressioni letterarie diventa abbastanza ripetitivo e risulta essere il meno originale soprattutto per il manifesto vittimismo spesso esasperato. Alla fine del processo di fascistizzazione sta la tragedia dell’opzione, spesso culmine o punto di scioglimento dell’azione, o comunque episodio di punta dell’intreccio letterario. È sempre l’opzione ad assegnare il ruolo principale ai protagonisti che dopo il 1939 sono indelebilmente Optanten o Dableiber. Caratteristica di ogni rappresentazione dell’Opzione, autobiografica, di finzione, storiografica o anche orale, nei racconti dei contemporanei, è la perdita di solidarietà sociale che si verifica in questo difficile momento. Da una popolazione che ha resistito passivamente, ma in modo compatto all’italianizzazione forzata da parte del fascismo, questo processo viene vissuto in modo assolutamente traumatico e così trova forte riscontro in letteratura. Quindi si pone molta enfasi sulla persecuzione interna alla società, sulle vendette e sui ricatti reciproci. Si ha una doppia scala di conflitti: quelli al di fuori dell’individuo, a livello sociale, e quella ancora più difficile, interna al singolo, che vede la per- 7-9. Copertine di libri dedicati alle opzioni. storiae 9 sona in preda a dubbi irrisolvibili. Infatti è questo il vero dilemma delle opzioni: che in ogni partecipante resta l’impressione di aver sbagliato decisione, qualunque essa sia stata. Un altro filone narrativo importante è costituito dal racconto degli anni di guerra, svolto sia dalla prospettiva dei soldati al fronte che da quella degli internati nei campi di concentramento e anche, in anni più recenti, dei civili rimasti a casa a subire le conseguenze di occupazione e guerra aerea. Molto ambigua resta la tematica dell’emigrazione, cioè il racconto di quelle persone che hanno optato per la Germania e hanno effettivamente seguito il richiamo del Führer. A lungo considerati gli elementi più deboli e disdicevoli, subiscono un generale rifiuto nella società e anche nella letteratura altoatesina, proprio perché sono la manifestazione di un’adesione al Nazionalsocialismo che non vuol essere ammessa né tantomeno discussa. Sono curiosamente proprio gli autori più progressisti o di sinistra ad infrangere il tabù che ricopre in modo particolare gli emigranti cercando di mettere in evidenza le necessità economiche, la povertà estrema, l’insicurezza e la limitatezza politica che spesso stanno alla base della loro decisione. Così il dibattito si arricchisce e dopo tutte le testimonianze si scopre che non ha senso una facile classificazione in buoni e cattivi, in chi ha la ragione dalla sua parte e chi no. Alla fine però ci si può interrogare sulle proprie responsabilità, perché la letteratura mostra che il ruolo del singolo nella storia è molto più rilevante di quanto a volte fa comodo credere. I testi sull’opzione del Sudtirolo evidenziano che l’acquisizione della storia da parte della collettività avviene attraverso l’informazione, la discussione, e anche attraverso le storie raccontate e scritte. Come quindi far acquisire questa storia ai ragazzi? Siccome penso che il grande pregio e la grande utilità sociale della letteratura stia proprio nel fatto che riesce a trasmettere “la storia” molto da vicino e spesso andando a colpire direttamente la nostra sfera emotiva, si può tentare di far parlare gli autori stessi, magari con una lettura in 10 10 storiae 11 12 13 classe delle opere più significative oppure, probabilmente con un successo più immediato, organizzando incontri con gli autori ancora viventi. Consiglierei anzitutto la lettura di Unvergessen di Franz Thaler, un testo di facile accesso, sia dal punto di vista linguistico - per la sua semplicità – che da quello emotivo – per la limpidità del racconto e l’empatia che riesce a suscitare nei lettori, soprattutto con la narrazione del periodo trascorso a Dachau. Ma anche leggere, anche solo in stralci, Schöne Welt, böse Leut di Claus Gatterer (disponibile anche in traduzione italiana, edita da Praxis 319 ) dovrebbe essere d’obbligo nelle scuole altoatesine, se si vuole portare i giovani a una vera comprensione della propria storia. Oltretutto il romanzo è molto divertente e sotto la sua faccia per così dire umoristica mantiene una densità narrativa ed etica decisamente notevole. Per le insegnanti questo libro ha poi il vantaggio di essere forse fra i più studiati dai germanisti (insieme a Das Glück beim Händewaschen di Joseph Zoderer) e c’è quindi a disposizione una discreta 14 letteratura scientifica che aiuta nell’interpretazione20 . Sicuramente molti insegnanti hanno ottenuto ottimi risultati con esperienze teatrali coi ragazzi: teatro significa lavorare sui testi in maniera “fisica”, viverli e adattare la propria personalità al testo e viceversa. Anche il testo di Gatterer, o perlomeno certe scene, sono pensabili per una drammatizzazione, visto il carattere vivace della lingua e la forte presenza di dialoghi. Tra l’altro in Bel paese brutta gente si trova una riflessione sulla lingua di grande sensibilità ed attualità e gli alunni apprezzeranno lo spirito brillante dell’analisi. Ci sono poi i testi teatrali veri e propri, fra cui alcuni di scarso valore letterario. Altri invece sono pensabili per un’elaborazione in classe: Kampf um die Heimat di Josef Raffeiner è un testo abbastanza schematico, che alla lettura al giorno d’oggi appare eccessivamente “didattico” e apertamente ideologico. Ciò che è forse un difetto nell’analisi letteraria può però rivelarsi come pregio per una lettura/rielaborazione con studenti, sia perché le esternazioni sono esplicite e quindi afferrabili direttamente da tutti, sia perché si offre per un riadattamento drammatico e quindi i ragazzi possono metterci mano con probabile successo. Va ricordato che il testo è stato messo in scena dal regista meranese Klaus Rainer nel 1984 con un intervento deciso sul testo originale. Un testo più rappresentabile senza grosse modifiche è invece St. Valentin di Josef Feichtinger, peraltro già messo in scena in italiano dalla Filodrammatici di Laives. È una di quelle opere che va oltre lo stretto orizzonte sudtirolese, poiché tratta il destino degli emigranti nel Reich e le paure, la tentazione della collaborazione, il sistema capillare di spie all’interno della società e infine anche la miseria e la minaccia dei bombardamenti aerei. Con il suo realismo diretto e le striature di umorismo amaro quest’opera è di facile accesso e comprensione e gli alunni più svegli potranno scavare nei vari livelli, anche linguistici, del testo. Se non c’è tempo per letture integrali si possono selezionare brani dai vari romanzi e confrontarli tra loro. Di particolare interesse in questo senso sono le autobiografie degli anni 80 in cui gli autori spesso difendono con grande schiettezza le decisioni prese nel 1939, esponendo le loro motivazioni che da qui diventano tangibili anche per i lettori e le lettrici giovani di oggi. Un concentrato delle posizioni filonaziste ovviamente si trova nelle poesie di quegli autori che inneggiavano al Führer e che prendevano le opzioni come spunto per affermare liricamente la propria ammirazione per Hitler: Warum wir gehen. (Erich Kofler)21 Es war nicht Feigheit, als wir uns ergaben Und für das Schwert den Pflug uns eingetauscht! In neuem Boden soll er Furchen graben, bis goldnes Korn auf freiem Acker rauscht. Wir haben nicht das Heimatland verraten, auf dem der Ahn die freie Fahne schwang: Uns rief das Schicksal auf zu neuen Taten, da uns das Blut zur tiefsten Treue zwang. Aus engem Kreise sind wir ausgetreten Und brachen in des Volkes Ewigkeit Mit gläubigem Herzen, krafterfülltem Beten: Herr, laß uns Deutsche sein in alle Zeit! Laß uns den Pflug zum arbeitsfrohen Frieden, laß uns den Pflug, wir ackern deutsche Erd. Doch müßten wir zum Schwert ihn wieder schmieden, dann gib uns Kraft zu schützen Haus und Herd! Qui si descrivono gli optanti come soldati del Reich che hanno scambiato volentieri l’arma con l’aratro per preparare i nuovi campi dello stato nazista in espansione. Interessante sono non solo le anafore che esortano all’abbandono della patria, ma anche le coppie allitteranti molto significative come Boden-Blut o Furchen-freie Fahne. 15 10, 14. La patria in valigia, olio su legno, Sesto Pusteria. 11-13. Immagini degli optanti in partenza. 15. “Il primo pasto nel territorio del Reich”. storiae 11 Ma anche negli anni 50 un certo lessico è ancora ben presente in letteratura e soprattutto in lirica e questa continuità sarà possibilmente fonte di riflessione in classe: ne riporto l’esempio di Joseph Georg Oberkofler (autore a cui doveva essere intitolata una scuola media della Valle Aurina!): dal volume di poesie Nie stirbt das Land di Joseph Georg Oberkofler (1952) Wir lassen nicht von der Scholle ab, Sie reift das Korn, schirmt unser Grab. (...) Viel Not und Sturm hat uns umbraust. Wir bleiben. Wir haben Bauernfaust. 22 Wir sind bereit, mit unserm Blut Zu schirmen Erb und Ahnengut. Wir sind bereit. Wir geben nichts in fremde Hand.23 Ci tengo a segnalare che certe frasi nei libri degli ex soldati della Wehrmacht, scritti negli anni 80 o anche dopo, ribadiscono gli stessi concetti a oltre 40 anni di distanza dai fatti – viva testimonianza di un filonazismo mai superato presente nella società sudtirolese probabilmente fino ai nostri giorni24 . Riuscire a far discutere gli alunni su questa eredità significa fare un passo notevole verso quell’elaborazione del passato che, parafrasando un motto che Franz Thaler riporta nel suo Unvergessen25 , ci porta a “non doverlo rivivere un’altra volta”. 16 16. Immagini della propaganda contro il confine al Brennero. Note 1 RAFFEINER, J OSEF, Kampf um die Heimat. Ein trauriges Volksstück in 4 Aufzügen, dattiloscritto, 1940 ca. 2 MU M E LTER, HUBERT, Das Reich im Herzen. Erzählungen, Innsbruck, NS.-Gauverlag Tirol-Vorarlberg, 1941. 3 Il famoso regista -scrittore dedica due romanzi all’argomento delle opzioni: Heimat aus Gottes Hand. Roman, Hamburg, Mosaik Verlag, 1960 e Sohn ohne Heimat, Hamburg, Rütten & Loening, 1960. 4 BOSSI FEDRIGOTTI, Graf Anton, Dolomitensaga. Roman, Wien, München, Amalthea Verlag, 1986 12 storiae 5 GATTERER, C LAUS, Schöne Welt, böse Leut. Kindheit in Südtirol, Wien, Zürich, Europaverlag, 1982 (prima edizione presso il Verlag Fritz Molden, Wien, 1969) 6 ZODERER, JOSEPH, Das Glück beim Händewaschen. Roman, München, Wien, Carl Hanser Verlag, 1982 (prima edizione 1976). 7 H A N I E L - V . L U T T E R O T T I , Ellen, Südtirol 1939-1945. Erinnerungen an die Zeit der “Geher” und “Bleiber”, Bozen, dattiloscritto, 1981. 8 V . BRAITENBERG, CARL, Unter schwarzbrauner Diktatur. Erinnerungen eines Familienvaters, Schlanders, Arunda 27, 1990. 9 A M O N N , W A LT H E R , Die Optionszeit erlebt, B o z e n , Eigenverlag, 1982. 10 V OLGGER, FRIEDL, Mit Südtirol am Scheideweg. Erlebte Geschichte, Innsbruck, Haymon, 1984. 11 T H A L E R , F R A N Z , Unvergessen. Option, KZ-Dachau, Kriegsgefangenschaft, Heimkehr: Ein Sarner erzählt, Sonderdruck der Kulturzeitschrift „Sturzflüge“, Nr. 25, November 1988. 12 DE GIAMPIETRO, SEPP, Das falsche Opfer? Ein Südtiroler (in der Division Brandenburg) zwischen seinem Gewissen und der Achse Berlin-Rom, Graz, Stuttgart, Leopold Stocker Verlag, 1984. 13 V. BRAITENBERG, FRANZ, Südtiroler Katzenköpfe. Erlebtes 1914 – 1984. dattiloscritto, Bozen, 1985. 14 A CHERER, WILLY , ...mit seinem schweren Leid...Jugendbekenntnis eines Südtirolers. Begleitwort von Karl Felderer, Brixen, Eigenverlag, 1986. 15 MESSNER, OTTO, Aber ich lebe noch. Ein Südtiroler zwischen Faschismus und Nationalsozialismus, Bozen, Athesia, 1994. 16 F E I C H T I N G E R , J OSEF , Sankt Valentin. Szenen aus dem Südtiroler Exil. Ein Theaterstück, Bozen, Athesia, 1990. 17 Z ODERER, J OSEPH, Wir gingen, in: M ESSNER , R EINHOLD (Hrsg.), Die Option. 1939 stimmten 86% der Südtiroler für das Aufgeben ihrer Heimat. Warum? Ein Lehrstück in Zeitgeschichte, München, Zürich, Piper, 1989, p. 195-212. 18 FLÖSS, HELENE, Schnittbögen. Roman, Innsbruck, Haymon, 2000. 19 GATTERER, CLAUS, Bel paese brutta gente. Romanzo autobiografico dentro le tensioni di una regione europea di confine, Bolzano, Praxis 3, prima edizione italiana 1989. 20 Ad esempio: COSTAZZA, A LESSANDRO, “«I sudtirolesi non avevano niente da dire di sé stessi» la rielaborazione del passato fascista e nazionalsocialista nella letteratura sudtirolese degli anni cinquanta e sessanta”, in: Archivio trentino di storia contemporanea, anno 1996, Nr. 2, p. 45-67; S URIANO, K ATIA, Der Südtiroler ethnische Konflikt in der Literatur, Innsbruck, Diplomarbeit, 1998; COSTAZZA, A LESSANDRO, Der Bildungsroman eines Historikers: Geschichte und Geschichten in Claus Gatterers “Schöne Welt, böse Leut”, in: Cercignani, Fausto (a cura di), Studia theodisca X, 2003, p.165-220. 21 In: sturzflüge 29/30 (1989), Sondernummer “Südtirol 19391945. Option, Umsiedlung, widerstand“, p.149. 22 OBERKOFLER, JOSEPH GEORG, Nie stirbt das Land. Gedichte, Wien, Kremayr und Scheriau, 1953, p. 75. 23 Ibd., p.94. 24 Particolarmente schietti nelle loro posizioni sono A CHERER W ILLY , ...mit seinem schweren Leid..., VON BRAITENBERG FRANZ, Südtiroler Katzenköpfe, e, in tempi ancora più recenti, DE GIAMPIETRO SEPP, Sie träumten von Freiheit. Verratene Jugend zwischen Liktorenbündel und Hakenkreuz, Bozen, Athesia, 2000. 25 TH A L E R , F R A N Z , Unvergessen, p.190: Wer sich des Vergangenen nicht erinnert, ist dazu verurteilt, es noch einmal zu erleben.