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Spiegazione opzioni base

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Spiegazione opzioni base
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CHE COSA E’ UN OPZIONE
L’Opzione è una tipologia di contratto che conferisce al possessore (ovvero
l’aquirente) un diritto, a seguito del pagamento di un prezzo (il premio). Questo
diritto consente al proprietario di acquistare o vendere (a seconda del tipo
d’opzione), ad una determinata scadenza e ad un prezzo definito a priori ( strike
price), il titolo legato all’opzione stessa, il cosiddetto strumento sottostante.
Se è la prima volta che leggete questa definizione è facile intuire le vostre difficoltà,
ma state tranquilli, continuate a leggere, l’esempio in basso vi sarà di grande aiuto
e vi chiarirà le idee.
Una opzione è dunque caratterizzata da una serie di elementi:
Titolo sottostante
Esercizio di un diritto dell’acquirente (alla controparte corrisponde un obbligo)
Scadenza
I contraenti (acquirente e venditore)
Premio o prezzo dell’opzione
Strike price o prezzo d’esercizio
Titolo sottostante
•
Esistono diversi strumenti sottostanti, come azioni, materie prime tipo
petrolio, oro, metalli, merci, generi alimentari, tassi d’interessi, indici, ecc ecc.
Quindi le opzioni si possono stipulare su azioni, materie prime, valute ecc…
Esercizio di un diritto
•
A seconda del diritto esercitabile, si distinguono due tipologie di opzioni: le
call e le Put.
1. L’acquisto di una call garantisce al possessore la possibilità di acquistare a
scadenza il titolo sottostante.
2. L’acquisto di una put garantisce al possessore la possibilità di vendere a
scadenza il titolo sottostante.
Abbiamo evidenziato il termine possibilità proprio per sottolineare il fatto che chi
acquista un’opzione acquista la facoltà di scegliere (e quindi cosa molto importante
non è obbligato a farlo) se vendere o comprare un titolo.
Scadenza
•
A seconda di quando l’opzione può essere esercitata (scadenza)
distinguiamo le opzioni europee da quelle americane.
1. Le opzioni europee permettono al possessore di esercitare il diritto ad una
scadenza prestabilità (l’opzione può essere esercitata solo quel giorno e non
prima). Ad esempio, se l’opzione scade il 15 di Settembre, il diritto non può essere
esercitato il giorno o la settimana prima, ma si deve attendere la scadenza, cioè
giorno 15.
2. Le opzioni Americane riconoscono invece al possessore la possibilità di
esercitare il diritto entro la data di scadenza (quindi anche prima di quella data).
Così, se in questo caso l’opzione scade il 15 di Settembre, questa volta il
possessore la potrà esercitare persino il giorno seguente alla sua emissione.
•
Abbiamo detto che l’opzione conferisce un diritto, cioè una facoltà di scelta (e
quindi non un obbligo), da qui il nome opzione. Questo diritto, ovvero questa
possibilità di scelta di esercitare l’opzione, lascia libero il possessore di
decidere, ad una certa scadenza, e ad un determinato prezzo prefissato alla
stipula (il prezzo d’esercizio o anche strike price), se acquistare o vendere il
titolo sottostante.
Il possessore eserciterà il proprio diritto se con esso ne ricaverà una convenienza
economica, ma questo lo vedremo più in basso con un esempio.
I contraenti
•
Dato che l’opzione è un contratto, è ovvio che esiste una controparte, infatti,
per qualcuno che acquista, deve necessariamente corrispondere
qualcun’altro che vende. Il contratto d’opzione si costituisce dunque tra un
acquirente ed un venditore.
Chi acquista (options holder) un’opzione, acquista la facoltà di scegliere (decidere o
meno se a scadenza acquistare o vendere il sottostante).
Chi vende (options writer), vende appunto questa possibilità, e si obbliga, con tutti i
rischi che ne derivano, a rispettare il contratto nell’ipotesi in cui l’acquirente voglia
esercitare l’opzione.
In breve, mentre il venditore è colui che emette l’opzione, l’acquirente è colui che la
acquista.
Premio e prezzo d’esercizio
Acquistare un’opzione e quindi garantirsi un diritto ha un costo, questo viene
definito premio.
Il prezzo d’esercizio è invece il prezzo al quale il titolo dovrà essere acquistato o
venduto quando e se l’opzione verrà esercitata.
Facciamo un esempio chiarificatore:
Supponiamo che il prezzo del grano sia soggetto a forti oscillazioni dovute
all’imprevedibilità del tempo, e dovendo acquistare 100 tonnellate di grano fra tre
mesi, vogliamo evitare il rischio di un aumento improvviso ed eccessivo del prezzo,
così decidiamo di opzionare l’acquisto di 100 tonnellate di grano ad uno strike price
di 30€ per tonnellata, con data di scadenza a tre mesi ed un premio (prezzo
dell’opzione) di 3€.
Riassumendo i dettagli dell’operazione:
•
Scadenza dell’opzione a 3 mesi
•
Prezzo di esercizio, 30€ per tonnellata (strike price)
•
Premio dell’opzione, 3€ per tonnellata, quindi un totale di 300€.
A questo punto ci possiamo domandare: Eserciteremo l’opzione?
La scelta dipenderà dal prezzo del grano fra tre mesi.
Ipotizziamo che siano trascorsi tre mesi, il prezzo del grano è salito a 35€ per
tonnellata.
Per fortuna abbiamo stipulato una opzione, se non lo avessimo fatto, oggi
acquisteremmo il grano a 35€ per un prezzo tolale di 35€ x 100 = 3.500€
Grazie all’opzione invece, abbiamo la facoltà di acquistare 100 tonnellate di grano a
30€ per tonnellata per un prezzo complessivo di 30€ x 100 = 3.000€. Il venditore
infatti, in virtù del contratto d’opzione, ha l’obbligo di venderci 100 tonnellate di
grano a 30€ per tonnellata.
L’opzione ci è costata 300€, ma in compenso siamo riusciti ad acquistare il grano
ad un prezzo inferiore con un risparmio complessivo di 200€ (sottratto il premio
dell’opzione).
In questo caso esercitare l’opzione è chiaramente economicamente vantaggioso.
E se invece il prezzo del grano fosse sceso a 10€?
Esercitare il diritto sarebbe stato economicamente sconveniente e vediamo il
perché:
Esercitare l’opzione comporta l’acquisto del grano al prezzo di 30€ per tonnellata,
ma oggi il prezzo di mercato della materia prima è molto più basso, cioè 10€, non
esiste davvero nessun motivo valido per spendere 20€ in più.
Ma dato che non conviene esercitare l’opzione, cosa ci abbiamo guadagnato
dall’acquisto?
Forse nulla?
Assolutamente no!
E’ vero che abbiamo sostenuto un costo di 300€, ma almeno ci siamo tutelati dal
rischio. Abbiamo evitato di comprare il grano ad un prezzo troppo elevato, anzi,
abbiamo stabilito un prezzo massimo d’acquisto (lo strike price).
A questo punto qualcuno si potrebbe domandare: Ma a noi cosa ci frega di
acquistare grano?
Direi proprio nulla, infatti, a noi non interessa acquistare opzioni come strumento di
tutela dai rischi, a noi interessa ottenere profitto dalla speculazione tra vendita e
acquisto, ma questo lo vedremo con il post (Cosa fare delle opzioni acquistate?).
Cosa guadagna e cosa rischia il venditore?
Il venditore è obbligato a rispettare il contratto e per questo riceve un pagamento (il
prezzo dell’opzione). Il suo guadagno è appunto il prezzo dell’opzione (IL
PREMIO), il rischio invece è quello di dover acquistare, o vendere, a seconda che
l’opzione sia call o put, il titolo sottostante ad un prezzo (lo strike price) non
conveniente rispetto a quello (di mercato).
Cosa guadagna e cosa rischia l’acquirente?
Chi acquista l’opzione, acquista la possibilità di proteggersi da un rischio, quindi
acquista la possibilità di fare una scelta a seconda di quello che ritiene più
conveniente, e per questo sostiene un costo (il prezzo o premio che paga per
entrare in possesso dell’opzione).
Questo vuol dire che quando acquistiamo un’opzione, l’unico rischio (o costo) che
sostiene l’acquirente è quello di perdere il prezzo pagato per l’opzione (il premio), a
differenza del venditore che rischia di dover acquistare o vendere
obbligatoriamente (e non facoltativamente come l’acquirente) il sottostante al
prezzo prefissato, anche se questo fosse decisamente sconveniente rispetto al
prezzo di mercato.
Pensate ad esempio se il contraente dovesse stipulare con noi una opzione che
prevede l’acquisto di un certo numero di azioni al prezzo di 1€, e alla scadenza il
prezzo si fosse ridotto a 10 centesimi. Praticamente sarebbe obbligato ad
acquistare da noi, azioni al prezzo di 1 euro, quando sul mercato hanno un valore
di 10 centesimi. Fantastico no? Almeno per noi!
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OPZIONI CALL
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Le opzioni call riconoscono al possessore il diritto di poter acquistare alla scadenza
(o durante il periodo prima della scadenza), il titolo sottostante.
Ma perché si acquistano opzioni call?
I fini sostanzialmente sono due:
1. fine speculativo (guadagnare sulla differenza tra acquisto e rivendita
dell’opzione, guadagnare dalla convenienza dell’esercizio del diritto)
2. Tutela dal rischio.
Vediamo immediatamente un esempio per capire quanto abbiamo scritto sopra.
La nostra attività ha bisogno di acquistare una certa quantità di materia prima, ma
per esperienza sappiamo che nei mesi seguenti il prezzo è spesso soggetto a
notevoli incrementi, ad esempio da 2.000€ al quintale a 3.000€ al quintale.
Purtroppo, la materia prima non ci serve subito, ma solo tra 30 giorni, quindi, non
volendo rischiare di spendere quei 1000€ in più per quintale, decidiamo di stipulare
un contratto con chi pensa che invece il prezzo non salirà (o che comunque
scenderà).
Al nostro contraente paghiamo un prezzo, supponiamo 200€ (il premio), per
garantirci la possibilità di acquistare 1 quintale fra 30 giorni al prezzo di 2000€ al
quintale (il prezzo d’esercizio).
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Se la nostra previsione si rivelerà esatta, fra un mese eserciteremo l’opzione, cioè
acquisteremo la materia prima a 2000€ invece che ad un prezzo superiore, con un
risparmio che potrebbe rivelarsi notevole. Ad esempio, se salisse a 3.500€, il nostro
risparmio sarebbe di 3500€ – 2000€ = 1500€ (- 200€ spesi per l’acquisto
dell’opzione), quindi 1300€.
In breve, se la materia prima dovesse salire sopra i 2000€, sarà sempre
conveniente esercitare l’opzione, viceversa, sotto i 2000€ non risulterà più
economicamente conveniente perché sul mercato il prezzo sarà più basso.
Se invece dovesse mantenere lo stesso prezzo, per noi sarà indifferente esercitare
l’opzione o meno. Infatti, una volta aver sostenuto il costo del premio, questo non
va più preso in considerazione per valutare la convenienza di esercitare l’opzione.
Dall’esempio abbiamo capito che l’opzione ci permette:
La Tutela dal rischio: Acquistare una opzione call può servirci per tutelarci da un
rischio, in questo caso dal rischio di acquistare la materia prima ad un prezzo
maggiore di 2.000€. Non ha importanza se alla scadenza non è conveniente
esercitare l’opzione perché l’obiettivo è stato raggiunto, ovvero eliminare il rischio di
acquistare ad un prezzo troppo alto.
Possibilità di guadagno a scadenza: Se a scadenza il prezzo del sottostante è
superiore allo strike price, noi otteniamo un guadagno. Infatti, la controparte è
obbligata a vendere il titolo (nell’esempio la materia prima) ad un prezzo (lo strike
price) che è più basso di quello di mercato.
Guadagnare speculando – Scopo speculativo: Prestate attenzione a questo
punto, perché è ciò che interessa ad un trader. Chi intende ottenere un profitto
speculando sull’acquisto di una opzione, deve agire prima che questa giunga a
scadenza. Lo scopo è quello di acquistare l’opzione ad un dato prezzo e di
rivenderla prima della scadenza ad un prezzo superiore, guadagnando così sulla
differenza.
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